Fiormonte – Introduzione edizione digitale

L’edizione digitale
Dalla filologia al web 2.0
Università di Verona, 28-30 ottobre 2014
Domenico Fiormonte – [email protected]
Preliminari
•  “Una lección es una peripecia de fuerte dramatismo
para el que la da y para los que la reciben. Cuando no
es eso no es una lección sino otra cosa – tal vez un
crimen – porque es una hora perdida y la vida es
tiempo limitado y perder un trozo de él es matar vida,
practicar asesinato blanco”.
•  “Como en la Universidad actual – y conste que no me
refiero sólo a la española – las lecciones no suelen ser
eso que he llamado peripecia quiere decirse que la
Universidad es un lugar de crimen permanente e
impune”.
José Ortega y Gasset, Meditación de la técnica, 1933
A cosa mi servono queste lezioni?
•  A introdurti alla teoria e alla pratica del
documento digitale, ovvero:
–  Acquisire una conoscenza storico-critica delle radici
culturali e dell’evoluzione della testualità digitale
–  Conoscere le principali risorse e iniziative nel
campo dell’edizione digitale dei testi
–  Familiarizzare con i linguaggi e gli strumenti
dell’edizione digitale scientifica (SDE)
Introduzione
Code
•  “Codes—by name and by matter—are what
determine us today, and what we must
articulate if only to avoid disappearing
under them completely. They are the
language of our time precisely because the
word and the matter code are much
older…”
•  “Today, technology puts code into the
practice of realities, that is to say: it
Friedrich Kittler
encodes the world”
Tecnologia e vincoli culturali
•  “Ciascuna forma di comunicazione implica un bias” (Innis 1951)
–  bias: tendenza, influenza, vincolo, pregiudizio...
–  “Tale bias si trasforma in un monopolio quando alcuni gruppi arrivano a
controllare la forma della comunicazione e la identificano con i propri
interessi [economici], religiosi, politici” (Carey 1992)
•  “Technology is always a part of culture, not a cause or an effect
of it” (Slack/Wise 2005: 4, 112)
•  “La differenza essenziale tra l’evoluzione culturale e
l’evoluzione naturale sta nel ruolo attivo delle autodescrizioni,
nell’influenza esercitata sull’oggetto dalle rappresentazioni dello
stesso” (Lotman/Uspenskij 1977)
In principio era ASCII a 7 bit (1963-7)
La prima colonna è occupata
dalle funzioni della
telescrivente
Es.: 10 rappresenta la funzione
"nuova riga" (line feed), che fa
avanzare la cartal
Il problema degli standard
•  ASCII stretto (126 caratteri) es ancora l’unico
vero standard della rete...
–  I linguaggi più utilizzati nel web, come HTML e XML, sono
basati sui 126 simboli della tabella ASCII
•  Ma che vuol dire ASCII?
–  American Standard Code for Information Interchange
•  E da dove proviene?
–  Il codice ASCII si è sviluppato nell’ambito della telegrafia, e
venne usato per la prima volta a scopo commerciale dalle
telescriventi della Bell
–  Quasi 1/3 dei simboli codificano funzioni della telescrivente,
non testo!
Standard vs. culture?
•  The control of standards is a central feature of
economic life… classifications and standards are
material, as well as symbolic.” (Bowker & Star)
•  “Qualsiasi tentativo di creare un sistema di
classificazione obbligatorio, rigido ed universale
darà come risultato, immediatamente, categorie
residuali (…) bisogna radicare la consapevolezza
di ciò che accade ogni qual volta si tenta di
standardizzare, ovvero che in questa creazione c’è
chi vince e c’è chi perde.” (S. Leigh Star)
Nei sistemi indiani “spesso
fattori di ordine grafico
hanno il sopravvento
sull’ordine di lettura dei
grafemi… secondo Cimarosi
‘Unicode codifica le
scritture indiane secondo
uno schema logico,
ignorando i dettagli
tipografici come le legature
o l’esatto posizionamento
dei caratteri vocalici…’.
“Ma perché mai l’ordine dei
caratteri corrispondente al
segmento fonico dovrebbe
essere logico per uno
scrivente indiano? Chi ci
dice che la linearità del
significante… debba giocare
un ruolo nelle sue pratiche
di scrittura?” (Perri)
Interfacce e cultura visiva
•  Che cosa è questa?
–  Si chiama manila folder (cartella
manila), parola che viene dal tessuto
prodotto da un albero di banane delle
Filippine
•  Dove la troviamo?
–  In tutti gli uffici americani a partire dagli
anni ‘60...
–  Sui nostri desktop dall’introduzione della
GUI del Mac e poi di Windows
–  E’ la metafora del virtual filing cabinet
•  Ma che cosa c’entra con le
cartelline dei nostri uffici?
–  E soprattutto che c’entra con la scrittura?
Interfacce e culture visive (2)
•  Le trappole di Second Life...
•  Espressioni disponibili su SL / Gestures:
•  Boo (disapprovazione, paura)
•  Excuse me (scuse)
•  Kiss my Butt (...?)
–  “Kiss my butt is a rude way of saying, ‘Be quiet’, or ‘Leave me
alone’...”)
Un esempio di distorsione culturale: “español”
Primo risultato:
autoreferenziale...
Secondo risultato: Internal Revenue
Service (Dipartimento del Tesoro, servizio
tributi USA
Terzo risultato: calcio...
La lezione di H. Innis
•  “Prima la definizione di uso dell’artefatto
tecnologico viene negoziata dai gruppi
sociali pertinenti e dotati di potere, che
eleggono una delle tante forme che
l’artefatto avrebbe potuto assumere; in
seguito l’artefatto si stabilizza e si diffonde
nella società, condizionandola con la propria
natura tecnologica… La tecnologia è
sempre socialmente costruita” (A. Miconi)
Albetizzazione = progresso?
•  “Some theorists argue that the decontextualization of
knowledge brought about by literacy is the basis of all
scientific thinking. But literacy alone does not lead to
1000-year-old trees being pulped and made into phone
books; we ought to be able to change these practices and
move away from the exploitation and dominance
characterizing literat society. We must incorporate
indigenous values and thinking into our literate practices,
instead of only applying our literate practices to
indigenous knowledge. In this way, we will begin to
decelerate, and perhaps eventually stop, the
underdevelopment of indigenous knowledge.” (Roburn
1994)
Ricapitolando…
!  Qual è il rapporto fra cultura, tecnologia
e scritture?
!  Chi «controlla» e gestisce forme,
strumenti, linguaggi, standard?
!  Quali sono e come si sono evolute le
forme e le strutture del testo?
!  Come influiscono tali forme sugli aspetti
cognitivi della lettura/scrittura?
L’edizione:
questioni storicoteoriche
Qual è lo scopo di una “edizione”?
•  L’esigenza di conservare l’opera
•  L’esigenza di trasmettere l’opera
•  L’esigenza di trovare un pubblico per l’opera
•  L’esigenza di rispettare la volontà dell’autore
•  L’esigenza di conservare i manufatti dell’artista
•  L’esigenza di testimoniare l’evoluzione dell’opera
O in altri termini…
•  Orientations to Texts, ovvero cinque diversi
criteri per pubblicare un testo:
–  Documentario
–  Bibliografico
–  Sociologico
–  Agenziale
–  Estetico
La critica delle varianti
•  La “filologia materiale” degli anni ‘30: Pasquali, De
Benedetti, Contini
•  Scrittura come “processo” e testo come “sistema”
–  Contini: l’opera come “perenne approssimazione al
valore” (1974)
•  Variantistica e strutturalismo: la scuola critica degli
anni ‘60 e ‘70 (Segre, Avalle, Corti)
–  Segre: “… è utile ribadire che… la natura del testo è
condizionata dai modi della sua produzione e
riproduzione, che insomma il testo non è una realtà fisica
ma un concetto limite.” (1981)
La critica genetica
•  Genèse du texte. ITEM - CNRS negli anni ’70
in Francia
•  Ricostruzione delle tappe del processo
creativo, la “terza dimensione” di un testo
(Hay, Grésillon, Compagnon)
•  La nozione di avantesto
•  Acquisizioni recenti: Contini come precursore
della genèse (International Symposium on
Genetic Criticism, 1994; Perrus, 2000)
La bibliografia testuale
“[…] conviene ricordare che la produzione, non solo dei
libri, ma dei testi stessi, è un processo che implica, al di
là del gesto della scrittura, differenti momenti, differenti
tecniche, differenti interventi: quelli dei copisti, dei
librai-editori, dei tipografi, dei compositori, dei correttori.
Le relazioni fra le opere e la società non consistono
unicamente nell’appropriazione estetica e simbolica di
oggetti, linguaggi e pratiche rituali o quotidiane… esse
concernono le relazioni multiple, mobili, instabili, che
annodano i testi alla loro materialità, l’opera alle sue
iscrizioni.”
Roger Chartier, Inscrire et effacer, Paris, Gallimard-Seuil, 2005
La tensione testo/scrittura:
Vygotskij
•  La scrittura come “cognitive artifact” e “thinking
instrument”
•  Psicologia della composizione: stabilisce un ponte
fra scienze autoriali e scienze editoriali
•  “L’errore”: un fattore cruciale per la comprensione e
lo sviluppo delle abilità di scrittura (norma vs scarto)
•  La variante come contributo sostanziale alla “storia
evolutiva della lingua scritta”
Riassumendo
•  Filologia e critica del testo: ricostruzione e
interpretazione del testo
•  Critica genetica e critica delle varianti: il testo mobile
•  Bibliografia testuale: aspetti visuali, materiali e culturali
•  La psicologia della composizione: il processo
•  Etnofilologia: considerazione di tutti i reperti “culturali”
•  Cinque filoni che danno luogo a:
–  Filologia computazionale: codifica come atto ermeneutico,
automazione procedure ecdotiche
–  Filologia digitale: rappresentazione della genesi del testo,
ruolo del pubblico, dei produttori, dei supporti, ecc.
–  Filologia 2.0: accesso e fruizione diretta ai documenti,
coautorialità, piattaforme scientifiche, knowledge site
L’edizione digitale
Le tre dimensioni della
pubblicazione digitale
Mondo visibile
Mondo materiale
Mondo invisibile
Pagine web,
blog, wiki,
ebook,
social network
ecc.
Libri, giornali,
archivi,
biblioteche,
ecc.
Software,
linguaggi,
codifiche,
ecc.
Fondamenti teorici di una ED
•  “La conservazione digitale non è un semplice processo
di conservazione degli oggetti fisici, ma un processo di
conservazione della capacità di riprodurre gli oggetti…
[di fatto] non si può provare di aver conservato un
oggetto fintanto che che non venga ricostruito in una
forma che ne permetta l’uso da parte di esseri umani o
di programmi di elaborazione automatica”. (Thibodeau
2002)
•  “Quello che interessa conservare non è la ‘persistenza’
dell’oggetto digitale nel formato originale, ma la sua
‘operatività’ (performance), e emerge l’esigenza di
distinguere fra gli aspetti ‘tecnici’ o ‘fisici’, e gli
aspetti ‘concettuali’ o ‘intellettuali’ dell’oggetto
digitale”. (Buzzetti 2003)
Gli umanisti devono diventare
programmatori?
•  No!
•  “Software development is an engineering
activity of little interest to the average digital
humanist. But if software engineers are any
good at their job, they will be able to build
iteratively, with the continuous help of
humanists at every stage, easy to use tools that
do not force their users to become programmers
in order to do their work”
Desmond Schmidt
Codifica e rappresentazione
•  “La scrittura è metalinguistica” (Olson 1997)
–  Essa è “rappresentazione” e non mera trascrizione del
parlato, ne fornisce cioè un modello concettuale
•  In modo simile, il passaggio dall’analogico al
digitale descrive un processo di rappresentazione
–  Anche nella codifica di un testo è necessario esprimere un
modello concettuale, ovvero astratto, di quel testo
•  La codifica digitale è una “rappresentazione” e una
“traduzione” di un oggetto in/attraverso un altro
linguaggio (in questo caso un meta-linguaggio,
Lotman 1973)
•  In entrambi i casi (codifica e traduzione) il circolo
ermeneutico per continuare a vivere deve essere
periodicamente rinnovato
Il principio metalinguistico
•  I linguaggi di markup dichiarativi dichiarano
l’appartenenza di un dato segmento testuale ad
una determinata classe di strutture testuali; ad
esempio: «questo è un titolo»: <title>Titolo</
title>
•  Qualsiasi LM, o meglio qualsiasi rappresentazione
digitale di un testo “sottende una teoria del testo
in generale” (Sperberg-McQueen 1991)
•  Dunque l’operazione di codifica non è un atto
neutro di registrazione, ma è un atto interpretativo
I linguaggi di markup
•  Vantaggi: un sistema di codifica dichiarativo è in
grado di rappresentare le caratteristiche di un
documento, in modo indipendente da particolari
finalità di trattamento, e da contingenti forme di
presentazione su un qualsivoglia supporto (stampa,
video, sintetizzatore vocale, e così via)
•  Svantaggi: la separazione fra rappresentazione del
documento e sua eventuale fruizione è
(ontologicamente) costitutiva dei LM
In conclusione
•  I LM costruiscono l’identità del
documento e insieme il suo accesso
(es. i metadati)
La nostra esperienza:
Digital Variants
Da dove partiamo?
•  “In ogni fase del processo le
varianti non sono un “di più” o
peggio un inutile insieme di
versioni difettose, ma sono la
condizione stessa della
sopravvivenza della storia. Il
non prodursi di varianti significa
la fine dell’evoluzione e
dobbiamo pensare che alla lunga
comporti la fine della forma di
vita: che si tratti di una specie
vegetale, animale, dell’uomo o
dei suoi racconti” (A. Sobrero)
Tutte le soluzioni DV (1996-2012)
•  Word:
–  Sanvitale
•  HTML / Java Script
–  Tutti…
•  SGML-TEI
–  Sanvitale
•  Flip-Zooming
–  Sanvitale
•  XML-TEI
–  Magrelli, Cerami
•  Flash
–  Magrelli
•  MVD
–  Cerami, Magrelli, Galiano, Petrolini, Vangelo della Sibilla, ecc.
•  Humanities Resources Infrastructure and Tools, AustESE
Il peggiore dei casi possibili?
Che tipo di
modello
possiamo
sviluppare per
rappresentare la
struttura
testuale di
questo oggetto?
V. Magrelli, frammento dell’autografo di Ecco la lunga palpebra
v. 8
v. 9
Ecco la lunga palpebra della donna,
il sopracciglio vasto che attraversa
il pensiero dopo la pioggia
e lo illumina. Il suo arco
misura nel silenzio la sera
percorrendo assorto
la chiarità curva del cielo.
Questa è l’ultima porta
d’un antico acquedotto di sguardi.
(ver. def. Magrelli 1980)
<seg type=“l”>Questa è l’ultima
<app>
<rdg varSeq=“1”>traccia</rdg>
<rdg varSeq=“2”><del hand=“M”
type=“overstrike”>traccia</del><add hand=“M”
place=“right”>cenno</add></rdg>
<rdg varSeq=“3”><del hand=“M”
type=“overstrike”>cenno</del><add hand=“M”
place=“supralinear”> porta</add></rdg>
</app>
</seg><lb/>
<seg type=“l”> d’un
<app>
<rdg varSeq=“1”>lungo</rdg>
<rdg varSeq=“2”><del hand=“M”
type=“overstrike”>lungo</del><add hand=“M”
place=“supralinear”><emph rend=“circle”
id=“adj_2”>antico</emph></add></rdg>
</app> acquedotto di sguardi,
</seg><lb/>
<seg type="l">ai suoi piedi
<app>
<rdg varSeq="1">un pastore</rdg>
<rdg varSeq="2"><add hand="M" place="supralinear">nasce il canto
<note type="arrow" resp="M" place="foot">
<list type="simple" id="adj_list2">
<item><del hand="M" type="overstrike">DOLENTE</del></item>
<item>PERPLESSO</item>
<item>STUPITO</item>
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</list>
</note>
d’un pastore</add></rdg>
<rdg varSeq="3">nasce il canto
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</note>
<del hand="M" type="overstrike">d’un</del>
<add hand="M" place="supralinear">perplesso d’un</add>pastore</rdg>
</app>
Risorse, esempi,
questioni aperte
Tipologie di edizioni digitali
•  Archivi testuali marcati / DB
• 
• 
• 
• 
BIBIT, BIVIO (Italia)
Gallica (Francia)
Cervantes, Banco Ímagenes Quijote (Spagna)
Chaucer (UK), Kleio (Germania)
•  Archivi ipermediali
•  Blake, Rossetti, World of Dante, Decameron Web, Eliot
•  Edizioni collaborative e Social Edition
•  Finnegan, Vergil, Hypernietzsche, Social Edition
•  Edizioni/pubblicazioni genetiche / variorum
•  Gide, Flaubert, Beckett Digital Manuscript, Newton
Chymistry, Corpus Literari Digital
•  Digital Variants, Quijote variorum, Tagore, Petrarch OB
•  Piattaforme di ricerca integrate
•  NINES, Bamboo, TextGrid, HRIT, Ecdosis
Tecnologie utilizzate
•  Il 90% dei prodotti citati usa tecnologie
che derivano dai paradigmi testuali o
mediali, ovvero:
–  Basi di dati marcate (XML) = organizzazione
strutturata dei materiali e possibilità di
ricerca, comparazione, analisi
–  Ipertesti e ipermedia = assemblaggio di
materiali eterogenei, possibilità di ricerca su
elementi non-testuali a partire da metadati
•  Pochissimi utilizzano la tecnologia per
esplorare le possibilità grafico-visuali o
quelle processuali del documento
Verso (e oltre) il Web 2.0
•  Generatori di testo
–  Insulti shakespeariani, Lettere di protesta,
–  PAC, TagCrowd
•  Scritture collettive / Autorialità multipla
Web 1.0
+
Web 2.0
+
–  Newsgroup, MUD, Websapiens
–  Blog, Wikinovela, Literatrónica, LitPart
•  Testi processuali
–  FuzzMail, WriteBoard
•  Testi visuali
–  What is an author?, Mark America: Filmtext
–  Gutenkarte, AmazType, TextArc, Tierra
•  Oltre il testo
–  CaveWriting, Game, game, game
–  La fine del ciberspazio: Spime
Dove siamo?
Filologia inconsapevole: I layers
E-philology o cultural informatics?
•  “Ciò che viene remixato
oggi non è solo il contenuto
di diversi media ma anche
le loro tecniche, i processi
produttivi e le modalità di
rappresentazione ed
epressione” (L. Manovich)
Filologia e web 2.0
“The most exciting science…”
“I do believe we are at the threshold of the most
exciting which man has yet envisioned. (…) We
will devolope national and local centers for the
computer in education, at which programmers and
literary scholars will work side by side in
evolving new techniques. (…) We will not be led
by the professional literary scholar or
philologist, but by men like David Packard
who owe a double allegiance to the world of the
computer engineer and programmer and that
of the humanities. And as new horizons of
research into the written word open up we will all
need flexible communication with scientists and
engineers.”
…is a “New Philology”
“Yet the study of the mind at work through the written
and spoken word fits badly in linguistics or in
psychology. For it is one of the great branches of human
study – it is, I suggest to you, still philology. (…) I
propose that we urgently need large research centers
where the computer can be applied to this analysis of
tradition and originality in the expression of ideas in
words. (…) In these centers we will worg alongside
behavioral scientists, linguists, psychologists,
statisticians, electronic engineers, neurophysicists, and
biochemists; and our students will acquire scientific
training in these disciplines. Here philology and the study
of man as creator of words and ideas will become a
science, and humanism will finally learn that its bases as
a pursuit are as open to scientific formulation as any other
search to conquer human experience.”
Robert R. Dyer
“The New Philology: and Old
Discipline or a New Science?”
1969