Edizione numero 83 del 02/2014

Insieme
Parrocchie di candiolo, la loggia, None e Vinovo-Garino. supplemento a “Il giornale della comunità”, Direttore Responsabile Marco Bonatti.
Anno XV - Numero 83
Redazione Locale: presso le parrocchie
- Vivere la fede in Cina
- Toc, toc... emu, imu, omu, ecc.
- Giovani che cercano Dio
pag. 3
- Lotta alle povertà e vita eterna
- La squadra di Gesù
- Lumen Fidei: fede dall’amore
pag. 4
L’ascensore sociale
si è fermato
Lavoro e globalizzazione
al di là delle statistiche ufficiali
Sul tema dell’occupazione giovanile la fonte
più autorevole è il sito ISTAT. Recentemente
sui quotidiani sono apparse notizie che quantificavano il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 ed i 24 anni in oltre il 40%: percentuale impressionante che con l’attuale situazione politica di incertezza e precarietà
crea un effetto depressivo sui giovani e nella
società. È percepito dai più che si è interrotto
quel processo di crescita economica e culturale iniziato dagli anni ’50 e protrattosi fino
ad oggi. Nella maggior parte delle famiglie i
figli hanno avuto istruzione e redditi superiori a quelli dei propri genitori. Oggi la prospettiva è quella di genitori che lavorano per
mantenere i figli o utilizzano i risparmi di una
vita per aiutarli. La pensione non è più il riposo dopo una vita di lavoro ma l’inizio di un
periodo precario. Anche nel mondo del lavoro si è interrotta quella linearità di carriera
che si concretizzava negli anni in un miglioramento della propria posizione. Oggi si può
tornare indietro, si può essere coordinati da
persone meno esperte di noi, si può essere demansionati o trasferiti in altre sedi. Per i “più
sfortunati”: cassa integrazione e licenziamento. Non esiste più la possibilità per i padri di lasciare il posto ai figli. Electrolux: per
mantenere posti di lavoro in Italia la proprietà chiede l’accettazione di condizioni lavorative offensive per la dignità umana. Nelle grandi aziende l’innovazione tecnologica
richiede meno forza lavoro o impone lavorazioni all’estero. Rileggiamo la statistica
ISTAT su “Occupati e disoccupati” del 31
gennaio 2014 relativa al dicembre 2013: è
scritto che “l’incidenza dei giovani disoccupati tra i 15 ed i 24 anni sul totale dei giovani
della stessa classe di età è pari all’11,2%
(cioè circa un giovane su 10 è disoccupato).
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni,
cioè la quota di giovani disoccupati sul totale
di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari
al 41,5%”. Nel calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè
coloro che non sono occupati e non cercano
lavoro, ad esempio perché impegnati negli
studi.
Qualsiasi scelta va spiegata e decodificata:
perchè urlare la più tragica? Il timore è che
chi invoca continuamente il baratro lo faccia
per legittimare provvedimenti altrimenti indigesti e soprattutto per legittimare se stesso.
Si legga il “47 Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese”: siamo in una “società sciapa ed infelice in cerca di connettività”. Il consiglio del Censis è: ripartire dalla
scuola, dall’artigianato, dall’agricoltura e dai
servizi alla persona.
Io aggiungo che lo Stato, come già fatto per sostenere le imprese alla ricerca di nuovi mercati
esteri, debba ora favorire la creazione di nuovi
posti di lavoro in Italia e sostenere la nostra indiscussa ed apprezzata propensione ad accogliere turismo culturale, museale, sportivo ed
enogastronomico.
Nicola Garofalo
DAllE NOsTRE cOMuNITà
Candiolo
pag. 5
pag. 6
La Loggia
None
pag. 7
Vinovo e Garino
pag. 8-9
Febbraio 2014
e-mail: [email protected]
- I nostri cari
- Locanda dei Girasoli
pag. 9
pag. 11
pag. 10
- Chisola Volley
- Defibrillatori per serv. ass. polizia locale
- CD il “Circo di Biga”. Lotteria di Carnev.
- Dichiarazione redditi 2014
pag. 12
- 19 nuovi cardinali
- Torino come Milano
- Lo sapevate che?
APPROFONDIMENTO a pag. 2
Abbiamo tanto da imparare
Il malato
ha
molto
da
insegnare
Fiat Chrysler Automobiles
Basta una parola
Fino a pochi giorni fa era Fiat Group
Automobiles. Poi è diventata Fiat Chrysler Automobiles. Quando dietro una
sola parola c’è un grande cambiamento.
Quella che è stata per tanto tempo Fiat
Auto e, prima ancora, la divisione auto
della potentissima Fabbrica Italiana
Automobili Torino ha un nuovo nome
e, soprattutto, cambia completamente
direzione. Non solo per il fatto che sarà
una società con sede legale in Olanda e
fiscale a Londra. E non solo per il fatto
che sarà quotata a New York e Milano.
Ma soprattutto perché diventa una società molto più globale, aggiungendo
alla presenza europea e sudamericana
una forte presenza nel Nord America e
scommettendo su di una riuscita dello
sbarco in Cina, dopo i fallimenti dei decenni scorsi.
Una società multipolare.
Ma quale potrebbe essere il significato
per l’area torinese? In realtà quanto
successo di recente non cambia un
trend chiaro, iniziato con la scommessa
sulla Chrysler. La dipendenza dai mercati italiano e brasiliano rischiava di essere ingestibile nei periodi di crisi. Ora,
con una produzione più che doppia e
una presenza consolidata in 3 delle 4
aree tipiche del mercato dell’auto, le
prospettive possono essere diverse.
Una maggiore capacità di investimento,
che sinergie derivanti da condivisioni di
progetti possono amplificare, e una
maggiore capacità di resistenza a crisi
locali sono effetti importanti. Inoltre
l’ampiezza della gamma di prodotti
consentirà probabilmente di poter dare
risposte molto differenziate e puntuali
ad una domanda sempre più frammentata ed esigente da un lato e molto attenta al prezzo dall’altro.
La polarizzazione del mercato
La crescente tendenza alla progressiva
polarizzazione sociale, con le note difficoltà della classe media, si riflettono
anche sui mercati automobilistici. Da
un lato i ricchi ed i segmenti cosiddetti
premium, che consentono alle case di
fare buoni profitti. Dall’altra i marchi
low cost e la concorrenza sul prezzo da
parte dei marchi coreani e giapponesi
oggi, indiani e cinesi domani. La scommessa di Marchionne è riuscire a ricavare a Fiat Chrysler Automobiles uno
spazio più ampio dell’attuale nel mercato premium in cui la fanno da padroni
i marchi tedeschi. È una scelta che potrebbe rendere sostenibile la presenza
di una progettazione e produzione italiana, che altrimenti sarebbe a rischio
per gli alti costi industriali. Le difficoltà
del gruppo Peugeot dimostrano come non
sia sufficiente fare nuovi modelli, anche
riusciti, per sopravvivere senza affanni.
Una scommessa ponderata
Quindi tutto bene? Purtroppo si tratta
appunto di una scommessa, anche se ben
ponderata. L’operazione ruota intorno
alla rinascita dell’Alfa Romeo e all’affermazione di Jeep e 500 come marchi
di fascia alta, oltre al consolidamento
nei difficili mercati asiatici. Il completamento della fusione con Chrysler ha tolto dei punti interrogativi sui tempi e sulle risorse disponibili. I prossimi mesi ed
in particolare il piano strategico, che
sarà presentato agli inizi di Maggio, dovrebbero dare altre risposte. A quel
punto dovrebbe essere abbastanza chiaro quali potrebbero essere le prospettive dell’industria automobilistica italiana e di buona parte della presenza manifatturiera nell’area torinese. Spazi per
l’ottimismo ce ne sono, soprattutto pensando a che cosa potrebbe essere la situazione attuale in assenza della mossa
americana di Marchionne.
Automobili italiane
Il caso Maserati ha dimostrato che le
capacità di fare automobili italiane ambite sono ancora presenti, seppure la
crisi abbia pesantemente inciso sul distretto torinese dell’auto. Restano la
consapevolezza delle difficoltà, anche
in considerazione delle risorse a disposizione della concorrenza di FCA. Soprattutto restano gli interrogativi su
quanto l’Italia e l’Europa siano ritenuti
importanti dai vertici della nuova società durante le scelte di investimento.
Meno del passato sicuramente, per diverse ragioni. Speriamo comunque abbastanza da garantire la continuità e
magari una crescita dell’attuale occupazione, con un occhio alla situazione
giovanile.
Piero Maina
insieme
pag. 2
Approfondimento
Al centro l’ammalato e la sua famiglia
Quali sono i bisogni di un malato? Cosa si aspetta dagli altri? Come stare accanto a lui?
La necessità di sostenere i familiari del malato
Perché
una Giornata
Mondiale
del Malato
La Giornata Mondiale del
Malato venne istituita nel
1992 da Giovanni Paolo II
per favorire un’attenzione
quotidiana della Chiesa a
chi è sofferente e a chi se ne
prende cura, sostenendoli
con la propria carità ed affidandoli a Dio per Maria.
Il Papa scelse come data
l’11 febbraio, ricorrenza
della Madonna di Lourdes,
infatti “insieme con Maria,
Madre di Cristo, che stava
sotto la croce, ci fermiamo
accanto a tutte le croci dell’uomo di oggi”. E Lourdes è luogo e insieme
simbolo di speranza e di
grazia nel segno dell’accettazione e dell’offerta
della sofferenza.
Obiettivi della celebrazione di questa giornata:
– sensibilizzare i cristiani e
la società civile alla necessità di assicurare la migliore
assistenza agli infermi;
– aiutare chi è ammalato a
valorizzare, sul piano umano e soprattutto su quello
soprannaturale, la sofferenza;
– favorire l’impegno sempre
più prezioso del volontariato.
Il messaggio scelto da Francesco per la Giornata del
2014 ha come tema Fede e
Carità: “Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”
e come modello la Vergine
Maria.
Silvia Barbero
insieme
Mensile delle Parrocchie di:
* San Giovanni Battista - Candiolo,
* San Giacomo - La Loggia,
* Santi Gervasio e Protasio - None,
* San Bartolomeo e
* San Domenico Savio - Vinovo.
Supplemento a
“Il giornale della Comunità”
Direttore Responsabile Marco Bonatti.
Piazza R. Sella 2
10060 Candiolo (TO)
Tel. e Fax 011 962 16 00
e-mail: [email protected]
Redazione del giornale
Ambrogio Claudio
Barbero Silvia
Bellotti Maria Ester
Bernardi Mario
Boccardo Paola
Cherici Guido
Chiomento don Carlo
Damasio Felice
Garofalo Nicola
Ghiazza don Marco
Gosmar don Giancarlo
Govoni Domenico
Maina Piero
Marini don Ruggero
Scaglia Franco
Per la Pubblicità o inserimento foto
contattare i reDattori locali
o
Portare in reDaZione a candiolo
011 96 21 600
(mart. e giov. dalle 17,00 alle 18,30)
Video impaginazione e stampa
la fotocomposizione
torino
La casa degli Italiani
L’eccellenza nei rapporti
umani, nella qualità delle
cure e nei risultati ottenuti
dalla ricerca a Candiolo,
fanno dell’IRCC un centro importante per i malati
ed i loro familiari.
Visitando i malati mi sono
pernottamenti. Alla Casa
stiamo scoprendo la vera
Italia: solidarietà, concretezza, capacità di
lottare e di soffrire insieme, sostegno reciproco. La famiglia non pensa
solo al suo malato. Si in-
sano. Molto meglio il
silenzio, lo stare accanto
in modo concreto e discreto, condividere speranza e
gioia, fatica e tristezza. Insomma “esserci”. Tantissimi amici ci fanno partecipi dei loro stati d’animo.
Oppure frequentano la
cappella dell’adorazione.
Molti chiedono di parlare
di fede.
Una famiglia di famiglie
Con il tempo si è creato un
clima di famiglia. La Casa
è “una famiglia di famiglie”. Ciascuno, con semplicità, condivide ciò che
è. Sovente anche ciò che
ha. Arrivano lettere da tutta Italia. Gli amici che tornano in famiglia ci dicono: ci siamo sentiti come a casa nostra.
accorto che alcuni avevano i parenti che dormivano in macchina, non potendo permettersi le spese
di albergo. Così è nata la
Casa di Accoglienza “La
Madonnina”.
La Casa è ormai una
realtà: non spreco righe
per descrivere le fatiche e
le lotte, le interminabili
riunioni, i debiti fatti, le
trattative per realizzarla.
Non solo un letto
Con la casa tentiamo di
rispondere ai bisogni di
chi, arrivando da lontano,
non conosce nessuno e
desidera essere vicino al
proprio caro durante le
cure. Non vogliamo lasciare da soli quanti
vivono la terribile lotta
contro il cancro, ma non
hanno disponibilità economica di pagare, per lungo tempo, le spese di soggiorno in un albergo. Il
problema va ben oltre la
ricerca di un letto. Le persone che arrivano hanno
bisogno anche di altro.
Tentiamo di offrire un aiuto globale, spirituale e materiale: casa, vitto, assistenza, amicizia, tempo.
150 volontari
La Casa funziona grazie a
150 volontari che si occupano di tutto: pulizie, segreteria, accoglienza, manutenzione, trasporto, economia, giardino, recupero
materiale donato e offerta
nei mercatini. Senza di
loro sarebbe impossibile
risolvere i mille piccoli
problemi quotidiani che
sorgono in una struttura di
questo tipo.
La vera Italia
Da settembre 2007 abbiamo avuto oltre 40.000
teressa anche degli altri
ammalati. Sono nate amicizie straordinarie. Abbiamo ospitato famiglie
da tutta Italia. Provengono
da: Sardegna, Piemonte,
Sicilia, Calabria, Campania, Liguria, Lombardia e
Lazio sono, nell’ordine, le
regioni con maggior numero di presenze. Non c’è
regione d’Italia da cui non
La collaborazione
con l’IRCC
C’è grande collaborazione
con l’IRCC: Fondazione,
Direzione, Ricerca ci sono
sempre stati accanto.
Medici, infermieri e personale si informano della
vita della casa. Tra i
volontari abbiamo anche
qualcuno che lavora all’IRCC. Siamo in contatto
siano arrivate persone da continuo con l’assistente
ospitare. Molti arrivano sociale.
anche dall’estero.
Da parte mia, assicuro che
prego ogni giorno per tutte
le persone che spendono
Parlare di fede ?
Dare consigli ad un mala- le loro energie in questo
to è troppo facile per chi è Istituto.
Esercizi Spirituali in Corsia
Non è facile stare in corsia all’Ircc: paura e speranza s’incrociano e si respirano. Ogni
esperienza è insieme luce e
ombra. La vita del malato e
quella di Cristo s’incrociano
e talvolta si scontrano. Ogni
angolo dell’ospedale è luogo
di incontro con il malato, i familiari, il personale: corridoi,
sale di attesa, camere, bar,
ascensori, cappella.
Considero l’Ircc una casa di
esercizi spirituali. Nel trambusto e nel viavai di migliaia
di persone, non posso che
parlare con frammenti di frase. Racconto l’esperienza
forte e completa con due giovani amici malati.
confidarsi. Io non parlo. Lui
non parla. All’improvviso
gli do uno schiaffo sulla
guancia. Reagisce piangendo. Finalmente si sfoga: il
dubbio sta prevalendo sulle
certezze, la paura sul coraggio, la morte sulla vita. Diventa un torrente in piena.
Poi tace. Gli dico solo:
«Non hai il diritto di lasciarti andare». Insieme
troviamo i motivi per lottare
ancora: «Non puoi lasciarti
andare perché devi rispettare chi ti ama; puoi sostenere
o deprimere gli altri malati;
non puoi buttare la vita; non
puoi rifiutare la croce».
Terminato il colloquio,
spingo la carrozzina nei
Il dolore ha un senso?
corridoi e visitiamo l’ospeNei nostri incontri parliamo dale. Comincia a sorridere.
di tutto: fatiche e paure, speranze e sogni, progetti per L’Unzione dei malati
l’oggi e per la vita. Non man- Dico ai miei amici: Gesù è
cano mai le domande sul vero uomo (quindi ci può
senso del dolore e quelle capire) e vero Dio (quindi ci
sulla bontà di Dio. Il Vange- può salvare). Ci è sempre
lo è lo sfondo dei nostri in- accanto e si dona a noi nei
contri. Al bar stavo chiac- Sacramenti. È premuroso
chierando con questi giovani nei confronti dei malati. Ho
amici. Eravamo tutti e tre ten- parlato di Lui, delle Sue padenti al pessimismo: mi rac- role, dei gesti che faceva.
contavano le sofferenze fisi- Ho parlato anche della Croche, le lacrime versate di not- ce, la Sua Croce. E poi delle
te a causa del male diventato nostre croci, malattia cominsopportabile. Dopo un presa. Ho parlato a lungo di
quarto d’ora di queste loro le- Gesù, nonostante il viavai
gittime lamentele, mi sono continuo. Rimasti soli, abalzato e li ho salutati. «Dove biamo pregato. Su ciascuvai?». «In cappella, ho biso- no di loro ho imposto le magno di stare davanti al Signo- ni per invocare il dono dello
re. Il vostro dolore mi toglie il Spirito Santo. Poi li ho unti
fiato». «Possiamo venire con con l’olio degli infermi dite?». Siamo andati in cappel- cendo le parole: «Per questa
la. Nel silenzio, guardiamo santa Unzione e la sua piisper alcuni minuti il crocifis- sima misericordia ti aiuti il
so. Poi parliamo della Croce, Signore con la grazia dello
del suo non senso, del suo Spirito Santo. E, liberandoti
senso per Lui e per noi. La dai peccati, ti salvi e nella
preghiera viene spontanea. sua bontà ti sollevi». Dopo il
Inattesa giunge anche la ri- rito abbiamo fatto festa perchiesta: ci dai la Comunione? ché abbiamo incontrato Gesù. Ed abbiamo mangiato i
cioccolatini. Alla faccia dei
Anche uno schiaffo serve
La malattia sta vincendo la brufoli. Il letto è diventato
sua battaglia. Il mio amico si il loro altare. Sovente, molmuove in carrozzella, sempre to di più di quanto si creda, il
più debole. Lo spirito comin- malato si offre come vittima
cia a cedere: si lascia andare unita al Crocifisso. Sono i
perché sa che la battaglia è santi di oggi.
pagina a cura di
perduta. In corridoio ascolto
l’amico. Non ha voglia di
don Carlo Chiomento
insieme
pag. 3
Rubriche
Esperienze di vita
Toc... Toc...
Vivere la fede in Cina
Una delle ultime cose che
mi sarei aspettata a questo
punto della mia vita è
quella di abitare per un po’
in un paese così lontano
come la Cina, non solo
geograficamente ma dalle
mie abitudini.
Il lavoro, o meglio la carenza di lavoro in Italia ha
motivato la scelta di trasferimento temporaneo
della nostra famiglia da La
Loggia a Shanghai. Non
sarà per sempre e questo
pensiero mi dà la serenità
di poter osservare alcuni
aspetti della nostra vita sui
quali non avevo mai dovuto riflettere prima. Trasferirsi in cinque poi ci permette di non concentrarci
troppo su se stessi dato
che tre familiari dipendono da noi in tutto e per tutto, sfera emotiva al primo
posto. Dopo un anno e
mezzo di vita qui ogni volta che ci chiedono cosa ci
manca la risposta è sempre la stessa: gli affetti fa-
miliari e fraterni ed il nutrimento spirituale.
Vivere la propria fede in
Cina è permesso ma non
favorito, controllato.
A Shanghai ci sono infatti
tre chiese che officiano la
messa in inglese, in italiano non è permesso, ma se
pensate che la città ha un
numero di abitanti pari a
tutto il nord Italia, questo
rende l’idea di quanto ancora la Cina sia terra di
missione.
La libertà di cui si gode in
Europa sta pian piano divenendo possibile in svariati settori anche per i cinesi ma il rischio che vediamo per questo paese è
quello di passare dal comunismo al consumismo
senza attraversare altri
processi che favorirebbero invece la crescita della
persona umana.
Entrando nel concreto: per
raggiungere la chiesa più
vicina a noi la domenica ci
mettiamo circa 40 minuti.
La distanza
comporta spesso un’
ulteriore
fatica
per i nostri figli.
Spesso infatti capita che
all’uscita si debba attendere parecchio per trovare
un mezzo con cui tornare a
casa.
Il primo anno è stata dura
essere fedeli poi su consiglio di un sacerdote amico
abbiamo cambiato prospettiva: non cerchiamo
più il nostro compiacimento, dato che ogni omelia sembra uguale a se
stessa ma ci andiamo per
sostegno, offrendo la nostra presenza a quel povero prete che si trova a celebrare anche lui nella fatica
di non poter dire esplicitamente quanto vorrebbe.
Un altro elemento di cui
per anni non ci eravamo
Amo, Emu, IMU,
Omu, Umu
resi conto di quanto invece facesse parte del nostro
panorama quotidiano sono le chiese in quanto edifici. Sentiamo la mancanza di questa vista come
elemento pacificatore nella nostra giornata e non
vedere in giro mai una
chiesa, un’immagine sacra, una suora o un prete ci
manca come il non vedere
il sole a causa di un cielo
spesso plumbeo.
Questa esperienza di temporanea “deprivazione” ci
da modo di pregare per
tutti i consacrati e per tutte
le famiglie che cristianamente si impegnano a incarnare il messaggio di
Gesù.
Simona Obialero
L’ho scampata: dopo i vari
versamenti Imu fatti l’anno scorso infatti la scadenza del 24 gennaio non mi
ha toccato. A nessuno piace pagare le tasse, però riflettevo...
In quasi tutti i paesi del
mondo, quelli “civilizzati” cui abbiamo la presunzione di appartenere, esiste una tassa sulla proprietà. E gli Stati usano
quei soldi per costruire le
strade che portano alle nostre case, mettere l’illuminazione pubblica, farci
trovare una panchina all’ombra di un albero nei
pomeriggi d’estate...
Allora perché c’è tutto
questo malcontento legato
all’Imu?
Secondo me è inutile
prendersela con i governi
che hanno imposto la tassa, era l’unico modo per
far arrivare dei soldi nelle
casse dei comuni, dovremmo invece andare
dalle nostre amministra-
zioni comunali e chiedere
come vengono spesi.
Se le strade sono dissestate, metà dei lampioni sono
spenti, gli uffici comunali
fanno orari scomodissimi
e in tutto l’anno le iniziative per tenere vivo il paese
si contano sulle dita di una
mano, beh, o rodiamo per
aver dovuto pagare o ne
chiediamo conto a chi dovrebbe amministrare.
Beninteso, ci sono comuni
più virtuosi e altri meno,
ma il succo non cambia: se
io cittadino vedo come
vengono impiegati i soldi
delle mie tasse, non pagherò volentieri ma almeno non mi sentirò derubaGuido Cherici
to.
Conoscere per crescere
Giovani che cercano Dio
Non è un caso isolato e
nemmeno un fenomeno di
massa. Ultimamente sono
in costante aumento i giovani che chiedono di essere accompagnati nella ricerca di Dio.
Vogliono fare un cammino di fede, conoscere Gesù, capire la Chiesa, leggere il Vangelo.
Hanno sete di Dio, di Verità, di risposte. Hanno nel
cuore molte domande.
Chiedono che si dedichi
loro del tempo.
Non basta loro qualche
breve incontro ogni tanto. Vogliono proprio fare
un serio cammino di fede.
Non possiamo che rallegrarci di questa novità.
Sono tutti oltre i 20 anni.
Sto sperimentando la
gioia di essere catechista
in modo diverso da quello
convenzionale.
Le domande che mi fanno
toccano la mia fede e la
mia vita.
Mi chiedono perché credo, come prego, quali
dubbi ho.
Sono provocanti, ma senza avere un atteggiamento di sfida. Mi chiedono
risposte sincere e vere.
La sincerità riguarda la
mia persona (devo comunicare ciò che vivo), la
verità riguarda gli elementi oggettivi del cri1. Singolo e comunità
stianesimo.
La comunità e i gruppi soQuesti giovani li incontro no importanti. Dobbiamo
all’IRCC (malati e non), fare in modo che siano viin parrocchia, alla casa di vi, vivaci, gioiosi, solidi.
Questo non basta. È opaccoglienza.
Questa nuova esperienza portuno dedicare tanto
mi costringe a rivedere al- tempo all’ascolto dell’altro. Ascoltare le domande,
cuni modi di fare:
cercare assieme le risposte, mettere al centro la
persona.
La persona con i suoi ritmi e i suoi tempi. È faticoso, ma anche affascinante. È importante presentare i limiti strutturali
della persona umana (siamo fragili, peccatori, a
volte stupidi, sempre “a
tempo determinato” perché in cammino verso
sorella morte, volgari,
impuri, superbi, irascibili, scontrosi, incostanti,
atei).
2. L’essenziale
Un cammino di fede è tale se mette al centro l’essenziale: Gesù, il Vangelo, la Chiesa.
Se mancano queste tre dimensioni non si giunge a
nulla.
Senza annacquare, senza
aggiungere o togliere.
Mi ha stupito in diversi
incontri personali il desiderio di conoscere Gesù.
È importante presentare
le enormi potenzialità
che lo Spirito suscita nei
nostri cuori (i talenti, la
Grazia di Dio, la Parola
che salva, la bellezza di
fare squadra con Gesù e
la Chiesa).
È importante aiutare il
giovane a comprendere
che una vita senza Gesù
è insignificante.
3. Fede e vita
Fede e vita
vanno a braccetto. Se manca l’una, l’altra si svuota.
Chiesa e mondo, Dio e l’uomo sono inseparabili.
L’ i n c o n t r o
con Gesù, se è
autentico, trasforma il modo di pensare,
di parlare e di
agire.
Una testimonianza di un
giovane di 21 anni: Caro
Dio, aiutato dal “don” mi
sto guardando dentro e
sto comprendendo molte
cose. La prima e la più
importante è che da solo
non arrivo da nessuna
parte. Senza il Tuo sostegno, la Tua bontà, il Tuo
grandissimo Amore non
riesco proprio ad andare
avanti, anzi mi prendo solo delle grandissime delusioni.
Ho capito come sia importante stare solo con
Te, pregarTi, adorarTi;
ho riscoperto il silenzio
e il gusto della preghiera. Basta con le giornate
passate a correre da una
parte all’altra, a guardare la tv, ad ascoltare
la radio.
Sembra quasi che abbia
paura di stare da solo
nel silenzio. Piano piano
ho imparato che il silenzio è fondamentale per
costruire il progetto della mia vita.
don Carlo Chiomento
insieme
pag. 4
Chiesa e UP54
sOcIETà
PAROlE di VITA
Lotta alle povertà e la vita eterna
La squadra di Gesù
Nei giorni scorsi si è tenuto
in Svizzera il 44° incontro
annuale del World Economic Forum durante il quale
è stato letto il messaggio di
Papa Francesco che ha esortato tutti i membri convenuti a Davos ad “un approccio politico ed economico
più umano ed inclusivo”
ribadendo “che la crescita
in equità esige qualcosa di
più della crescita economica”, ovvero “una visione trascendente della persona in una prospettiva di
vita eterna”!
Molti amici che leggono
L’Insieme staranno pensando:cosa c’entra la vita eterna con la giustizia sociale e
con il progresso? Oh se
c’entra caro amico... c’entra
tantissimo!
Le conseguenze drammatiche di tante ingiuste politiche economiche, le esclusioni sociali crescenti di milioni di essere umani non
sono forse causate da questa
grave miopia che svuota la
dignità umana do ogni valore permanente ed eterno?
Non è forse necessario che
tutti coloro che hanno grandi responsabilità sappiano
interrogarsi anche e forse
soprattutto sul significato
più ampio della vita umana
e sul suo destino eterno.
Sì, ha fatto bene il Papa, che
aveva già ripreso queste riflessioni nel suo Messaggio
per la Giornata mondiale
della Pace e in forma ancora
più profonda nella Evangelii Gaudium ha ribadire che
menti più necessari nell’immediato come la corresponsabilità, la differenziazione e nuove opportunità, la ricchezza al “servizio e non al comando”,
L’esclusione sociale, la di- l’equa distribuzione dei
gnità umana calpestata, le beni primari…
condizioni disumane dei
profughi, la fame, la strage Noi, che ci diciamo cridegli innocenti, aumente- stiani, siamo chiamati a
ranno sempre di più se non vivere questo paradosso e
ci si apre a questa prospetti- trasformarlo possibilmenva che se vissuta nella sua te sia in denuncia ma soautenticità sarebbe il vero prattutto in proposta esemfondamento e motore del plare e concreta.
benessere integrale delle
persone e dello stesso bene Essere “esperti di eternità”
vuol dire essere esperti di
comune.
“vita concreta”;vuol dire
Certo ci sono stati tanti cam- sporcarsi le mani con i probiamenti e successi benefi- blemi delle persone che coci, ma il permanere di eventi me figli di Dio portano in sé
drammatici dovrebbe ri- trascendenza ed eternità;
chiede una apertura ed una vuol dire rendere ogni uomo
acquisizione di queste “ri- e donna soggetto del prosorse morali ed umane” le prio “destino” che si realizsole capaci ad affrontare le za pienamente solo nel Renuove sfide con determina- gno di Dio; vuol dire collaborare al progresso integrazione e lungimiranza.
le e qualitativo di tutti gli
Se non maturiamo verso uomini e donne;vuol dire
questa promozione integra- non escludere nessuno né da
le dei poveri e una visione una vita umana degna di
più ampia e trascendente questo nome e tantomeno
della dignità umana e dei dalla vita eterna, dono unisuoi più profondi bisogni, versale di Dio, unico Signoanche la carità cristiana sarà re dell’uomo!
sempre più soffocata dal
mero assistenzialismo o Come può un fratello che
dalla miope giustificazione vive una vita disumana,
socio-economica.
credere alla vita eterna?
Proprio per un approccio Ma forse quella sorella afpiù “inclusivo ed umano” di famata la desidera con tuttanti uomini e donne del no- to il suo cuore... e non so
stro tempo è necessaria que- se questo... è per noi crista apertura prospettica che stiani una benedizione o
anche concretamente può maledizione?!
don Ruggero Marini
far crescere gli atteggia-
senza la prospettiva di una
vita eterna, il cosiddetto
progresso umano è privo
di respiro e forse anche di
senso vero.
Gesù, passando lungo il
lago, vede Simone e Andrea, che gettavano le reti
in mare; poco oltre vede
anche Giacomo e Giovanni e dice loro: «Venite
dietro a me! ».
È scoccata la sua ora.
L’arresto di Giovanni segna l’inizio della vita
pubblica di Gesù, che lascia Nazaret e prende casa nei dintorni del lago di
Tiberiade. Da quella periferia che è la Galilea Gesù chiama tutti alla conversione «perché il regno
dei cieli è qui», e disegna
la squadra da mettere in
campo per la missione
che lo attende.
I pezzi pregiati sono Pietro e Andrea, Giacomo e
Giovanni. Cafarnao è la
terra dei primi allenamenti.
Nella composizione della squadra Gesù non fa
differenze di condizione
sociale: sceglie tra poveri e ricchi, tra adulti e
giovani, tra gente di cultura e gente del popolo,
tra santi e peccatori, tra
sani e malati.
Crea una comunità di discepoli. Affida loro compiti diversi, ma dovranno
indossare tutti il grembiule del servizio.
Diversamente dai maestri
della legge, è Gesù stesso
a scegliersi i discepoli.
La chiamata dei primi
apostoli è esemplare per
«Gesù vide due fratelli,
Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello... e disse loro: «Venite dietro a me, vi farò
pescatori di uomini».
(Mt 4, 12-23)
ogni vocazione successiva e, se è vero che essa
può essere mediata dalla
parola di un altro, la chiamata rimane sempre un
fatto personale. Chi propone è Gesù.
Ma qual è la proposta?
«Vi farò pescatori di uomini».
C’è pesca e pesca. Pescare un pesce è ucciderlo,
pescare un uomo è farlo
rivivere.
Gesù passa e vede. Che
cosa? Due coppie di fratelli? No, vede molto di
più.
In Simone vede Pietro, la
roccia su cui fondare la
sua Chiesa; e in Giovanni
intuisce il discepolo che
darà la più folgorante definizione di Dio, «Dio è
amore».
Lo sguardo di Gesù è uno
sguardo che crea possibilità nuove.
Mi guarda, e vede in me
un tesoro nascosto, una
generosità che non sapevo di avere.
Nel suo sguardo io scopro
per me la luce di orizzonti
più grandi.
«Vi farò pescatori di uomini».
Vi farò esperti del cuore
dell’uomo, imparerete come ascoltarlo, come rispondere alla sua fame di
libertà, di felicità, di amore. «Ed essi, subito, lasciate le reti...».
È sottolineata la tempestività della risposta.
Ci si sente chiamati per
nome, interpellati in un
momento favorevole.
Si lascia tutto, perché di
fronte a una luce il resto
cade nell’ombra.
Il dono ricevuto è più
grande di ciò che lascio.
Seguire il Signore è il
senso della vita umana.
Cessa la «fuga» da Dio e
inizia il viaggio di «ritorno» a Dio. Si segue chi si
ama.
E inizia l’apprendistato
della nuova “pesca”.
don Giancarlo Gosmar
uNITà PAsTORAlE 54: cANDIOlO, lA lOGGIA, NONE, VINOVO E GARINO
«Lumen fidei»: la fede viene dall’amore
L’enciclica di Papa Francesco è stato l’oggetto dei gruppi di Vangelo nelle case 2014
Lumen fidei: con l’immagine della luce Papa Francesco delinea il cammino
che intende proporre alla
Chiesa, oggi. La luce è
una categoria determinante per la fede, perché rimanda a testi chiave del
Nuovo Testamento. Se a
questo si aggiunge che il
secondo termine che ricorre con maggior frequenza è quello di amore,
allora si può affermare che
l’enciclica di Papa Bergoglio è un percorso efficace, ricco di suggestioni,
per dare sostegno alla testimonianza dei cristiani
nel mondo.
«Chi crede, vede». L’affermazione fortemente simbolica immette nel cuore
del tema, indicando la fede
come «incontro con il Dio
vivente che ci chiama e ci
svela il suo amore» (Lf 4).
La fede in Gesù è la luce
che permette a ogni persona di ritrovare il senso sulla
propria vita.
L’enciclica sulla fede viene offerta da Papa France-
sco come un «programma» su come continuare a
vivere questa esperienza
nella Chiesa. Qui si ritrova il suo stile e i contenuti
a cui ci ha abituato in questi primi mesi, soprattutto
con le sue Omelie quotidiane. All’indomani della
sua elezione, il Papa, nel
primo discorso ai Cardinali, aveva presentato il
suo «programma» in tre
verbi: «camminare», «costruire», «confessare». Li
aveva ripetuti più volte,
quasi a voler convincere
dell’importanza di questa
prospettiva per la Chiesa
dei prossimi anni.
Uno dei tratti peculiari
della cultura contemporanea si riscontra nel rapporto tra fede e verità. Il Papa
preferisce una visione
concreta della verità nelle
sue sfaccettature e nell’esperienza quotidiana. Il
relativismo che riduce tutto alla propria prospettiva
conduce inevitabilmente a
dimenticare la questione
religiosa e per conseguen-
za a perdere il senso dell’esistenza personale. In
questo contesto culturale,
tuttavia, è l’uomo che non
trova più l’essenza per cui
vivere: l’amore. «L’amore
risulta oggi un’esperienza
legata al mondo dei sentimenti incostanti e non più
alla verità» (Lf 27).
I primi due capitoli di Lumen fidei descrivono il
rapporto fede e amore. Il
cuore della fede è l’amore
trinitario di Dio che si rivela in Gesù Cristo. Come
c’è la «luce della fede»,
così siamo posti dinanzi
alla «luce dell’amore».
Per entrare nella conoscenza dei contenuti della
fede, quindi, è necessario
armarsi delle «ragioni del
cuore». È l’amore il fondamento che consente ai
credenti di costruire la loro vita sulla roccia e non
sulla sabbia. Una simile
presentazione della fede
permette a Papa Francesco di recuperare il valore
dei sensi. La fede, infatti,
richiede il vedere, l’ascoltare, il toccare... insomma, tutta la persona è
coinvolta in questa avventura. Nulla è lasciato al
caso.
Il terzo capitolo è dedicato alla trasmissione della
fede. Credere, pur essendo una scelta personale,
equivale comunque a far
parte della Chiesa. Ecco
perché «chi crede non è
mai solo». Lo sguardo finale di Papa Francesco,
nel quarto capitolo, verte
su un tema a lui particolarmente caro: l’impegno
del cristiano nel mondo.
In questa parte, il verbo da
lui preferito diventa quello di «edificare» e «costruire», per rendere evidente la credibilità della
fede.
L’enciclica sulla fede che
parla di amore si conclude
con il grido di Papa Francesco che merita di essere
accolto: «Non facciamoci
rubare la speranza».
don Giancarlo
Visite e prelievi in sede. Calendario prelievi:
– domenica 16 febbraio
Usa bene il tuo tem– sabato 26 aprile
po: aiutaci a salvare
– domenica 18 maggio
vite umane!
– sabato 26 luglio
Donando il tuo san– domenica 17 agosto
gue avrai anche un
controllo sul tuo
– sabato 25 ottobre
– domenica 16 novembre stato di salute!
Vieni, l’A.V.I.s. è con TE!
insieme
pag. 5
Comunità San Giovanni Battista - Candiolo
“Batti il cinque”, “Affettività”
e “Question time”
La formazione è l’anima
dell’azione. Senza formazione, specialmente in
un’epoca di grandi e velocissimi cambiamenti, rischiamo di “sopravvivere” senza “vivere”.
Non si può vivere di rendita e rimanere fermi in un
mondo che corre veloce.
La conoscenza del Vangelo e delle realtà spirituali
non è un fatto acquisito
una volta per sempre. Richiede studio, passione,
impegno, tempo.
Papa Francesco ha detto
che la “formazione è un’opera artigianale”. E indica
quelli che per lui sono i
quattro pilastri fondamentali della formazione:
“spirituale, intellettuale,
comunitario e apostolico”.
C’è molto da rivedere nel
cammino delle nostre parrocchie.
Al momento, di strutturato,
c’è solo il catechismo dei
bambini. Troppo poco.
Ciascuno di noi ha certamente dei deficit su tutti e
quattro i pilastri della formazione.
Quest’anno abbiamo lanciato tre iniziative con lo
scopo di smuovere le acque
e di offrire occasione per fare un po’ di formazione.
1. Batti il cinque
Questa iniziativa riguarda
tutti i ragazzi del catechismo, elementari e medie.
Abbiamo chiesto alle famiglie di portare i ragazzi
in Chiesa per comprendere il significato della
Messa.
In ottobre il primo incontro, nel nuovo oratorio: oltre 700 persone hanno partecipato alla Messa.
Abbiamo compreso che il
Signore ci chiama a fare
festa con Lui. Abbiamo
terminato con la benedizione degli zainetti.
A fine novembre il secon-
do incontro, in Chiesa.
L’argomento è stato la Parola di Dio: il Signore parla a ciascuno di noi. Dopo
la Messa abbiamo consegnato ai ragazzi una lettera di Gesù e di sua mamma, Maria.
A febbraio il terzo incontro per comprendere il valore della Messa come Sacrificio di Cristo che muore per donarci la sua vita.
È stato commovente il silenzio, anche dei più piccoli, durante la preghiera
eucaristica.
Il 9 marzo, faremo il quarto incontro e il 22 giugno
l’ultimo incontro.
2. Affettività
L’adolescenza è difficile e
affascinante. Con chi viene al gruppo, abbiamo iniziato a parlare di vita affettiva: amare ed essere
amati, il progetto di donare la vita a qualcuno, le
trappole, i pericoli, le possibilità.
Le domande iniziali ci
stanno orientando dentro
al “pianeta amore”: Chi
c’è nel mio cuore? Chi desidero avere nel cuore?
Chi dovrei mettere nel
cuore? Chi ho tolto dal
mio cuore? Chi devo togliere dal mio cuore?
Sarà un percorso che faremo a tappe. Ovviamente
cerchiamo di comprendere cosa insegna il Vangelo
sulla vita affettiva. Credo
sia importante offrire agli
adolescenti un quadro di
riferimento su questa delicata materia.
scussione e in ricerca.
Ovviamente lo sfondo è
la Sacra Scrittura letta all’interno della Chiesa. Gli
incontri si fanno ogni
quindici giorni, al venerdì
sera (ore 21).
3. Question Time
Guidati da don Giuseppe,
un gruppo di adulti sta cercando di dare una risposta
alle tante domande che la
vita ci pone. Sono domande antiche e nuove, legate
anche al progresso della
scienza e della tecnica.
Nessuno fa da maestro
agli altri, tutti i partecipanti si mettono in di-
Una prima serata è stata
dedicata alla raccolta degli interrogativi. Poi ci si
è inoltrati sul sempre affascinante tema del peccato originale.
don Carlo
Grande successo del “Circo di Biga”
Il nostro giornale si è già
occupato lo scorso anno
della band “Il circo di Biga” (di cui fanno parte i
candiolesi Beppe Varrone
e Massimiliano Squillace )
con un’intervista alla vigilia dell’uscita del loro cd e
soprattutto della loro prima esibizione in grande
stile: il concerto nell’auditorium di Vinovo nel maggio scorso. Un grande successo, praticamente un tutto esaurito per uno spettacolo che non è stato un
semplice concerto, ma una
bellissima integrazione di
musica, teatro, danza e
giocoleria. Racconta Beppe: “Quando si è aperto il
sipario mi è mancato il
fiato nel vedere tutta quella gente per noi. È stato
magnifico!”. Certo, ma sicuramente deve essere sta-
Agenda
* Martedì 25 febbraio ore 17:
Confessioni medie e Messa
* Sabato 1° marzo, ore 9-12:
Catechisti al Santo Volto
* Mercoledì 5 marzo, ore 18 e 21:
Celebrazione Ceneri
* Giovedì 6 marzo, ore 21:
Redazione Insieme
* Domenica 9 marzo, ore 10.30:
“Batti il cinque”
* Martedì 11 marzo, ore 21:
incontro giovani e CPP con Mons. Nosiglia
(a Vinovo)
* Sabato 29 marzo, ore 9-13:
Giornata Diocesana Caritas a Valdocco
* Martedì 15 aprile, ore 21:
Celebrazione Penitenziale adulti e giovani
vedi pag. 12
to anche impegnativo organizzare tutto: “Organizzare quel tipo di serate è
dispendioso in termini di
energie e anche di finanze.
Abbiamo coinvolto molti
ospiti, quali: Graziano Di
Benedetto, attore, Sara Di
Tommaso, ballerina, I Color Brass, quintetto di ottoni, Aurelio Pitino con il
suo coro, Yuri Yugolo, giocoliere e ovviamente la
nostra band”. È vero che
presto è previsto un bis
proprio nello stesso auditorium di Vinovo? “Infatti, per ora è confermato il
bis a Vinovo per il 16
maggio, mentre è ancora
in forse la data dell’11
aprile a Cantalupa”. Inoltre vi siete esibiti anche a
Candiolo, nello spettacolo
per la raccolta fondi di Telethon che si è tenuto il 6
dicembre scorso nel salone del nuovo oratorio. “È
stata una bella esperienza
anche quella. Aiutare
l’associazione in primis,
ma è stato entusiasmante
anche collaborare con gli
altri gruppi cioè i Blue
Gospel Choir, i giovani
VAMAC, il coro delle Piccole Canaglie, Martina
Mancuso che ha suonato
con noi il violino e Dome-
nico Giannetto che è un
bravissimo sassofonista
candiolese. Senza dimenticare Sara Di Tommaso e
le sue spettacolari acrobazie sui teli aerei. Sono
stati tutti molto bravi”. E
come vanno le vendite del
cd “Circo di Biga” che è
uscito a maggio e i cui
proventi, lo ricordiamo,
vanno tutti in beneficienza
alla Casa di Accoglienza
La Madonnina di Candiolo? “Bene, abbiamo già
venduto centinaia di copie, senza avere né etichette discografiche, né
grandi distribuzioni sul
mercato discografico”.
Ricordiamo che il cd si
può acquistare presso la
Casa di Accoglienza La
Madonnina, nel negozio
di Premiazioni di Beppe a
Vinovo e all’Antico Caffè
di Candiolo.
“Ricordiamo che abbiamo
una mail per contattarci:
[email protected]
e che siamo presenti anche su facebook.
Inoltre i nostri brani sono
ascoltabili gratuitamente
su Reverbnation.it.”
Intervista a cura di
P. Boccardo
Grazie di cuore a Beppe,
Massimiliano, a tutti i
componenti della band “Il
circo di Biga”, agli artisti e
a tutti coloro che hanno
collaborato per le serate
svolte a favore dei malati
e parenti ospitati alla
casa di accoglienza
La Madonnina di
Candiolo. I volontari
Le Confraternite laiche
Storia del Santuario
della Madonnina
In Piemonte, o almeno nell’area del Piemonte occidentale che attraverso i secoli si è riunito intorno alla signoria Sabauda, conservando tradizioni e usanze locali, le Confraternite laiche hanno avuto una importanza
fondamentale, contribuendo in modo decisivo specie di
fronte a circostanze specifiche, tipo le pestilenze.
La loro origine era sicuramente molto antica: il principio stesso che le formava, quello della disciplina,
ha una matrice rigorosamente medioevale, da “batimentum”, per cui erano denominate “Confraternite dei disciplinati e dei battuti”. (I Batu’). Sappiamo che a Torino fina dal 1300, le Confraternita
di S. Giovanni e della Misericordia fondarono il
primo nucleo dell’ospedale di Carità.
A Candiolo, fin dal 1575 esiste la “Confraternita
dello Spirito Santo” (decreto del duca Emanuele
Filiberto) il “testa ’d ferr” della storia Sabauda! La
sua sede è da sempre nello storico santuario della
Madonnina sita in via Pinerolo. Prima del 1600 era
meglio conosciuta come “Santuario della Madonna delle Grazie”, ed era propria della Commenda
dell’Ordine di Malta, l’ordine sovrano che fin dal
1300 aveva la giurisdizione di Candiolo.
Le origini di questa antica chiesetta sono da collegare addirittura alla costruzione del duomo di
Torino, sorto nel 1491 grazie alla magnificenza del
Cardinale Domenico della Rovere. Proprio in quel periodo il fratello Francesco era non solo Gran Priore di
Candiolo ma anche Signore di Vinovo, e questi, fedele quindi alla tradizione della famiglia, fa costruire
sull’antica strada di S. Giovanni due santuari: la Madonna del Tivoletto, in quel di Vinovo, e a Candiolo la
nostra Madonnina.
L’altare primitivo era quello a sinistra entrando con sopra l’affresco dell’Immacolata, ora scomparso. Già le
cronache del tempo, specie le “visite priorali” riferiscono come la chiesetta era posta in luogo considerato “infelice”, scomoda e molto umida. Il quadro posto sull’altare odierno, è una copia della “Madonna del latte”
che si può ammirare a Roma nella chiesa di S. Maria
del Popolo.
Questa nostra antica confraternita detta più semplicemente “dello Spirito Santo” alla quale furono concesse
privilegi e indulgenze, continua a operare con successo, malgrado i cinque secoli di vita, e lo dimostrano il
grande numero di iscritti, senza contare l’impegno costante dei priori e di tutte quelle persone, che in silenzio
e tanta umiltà, operano per il decoro e l’efficienza della
struttura.
Testimone di tanti cambiamenti, la nostra Madonnina
è sempre la stessa: con il vecchio campanile, le “banchette”, gli arredi, i suoi ex voto, testimoni della fede
e della generosità dei candiolesi. Sono sparite le divise bianche degli uomini e gialle per le donne, ma continua il ricordo di quel gran pentolone e del mestolo
usati per distribuire ai poveri di Candiolo, ogni domenica e nel giorno di Pentecoste, “la paciarina” e il pane
“barbariato”.
“Gili-Prinet e Ghiun!!, risuonava per tutto il paese l’eco della campana della Madonnina, nella buona e nella
cattiva sorte, o quando si presagiva un furioso temporale, e il compito di suonarla è stato per tanti anni della
Grande, di Luscin ’d Berac, di Giuanin ’d Cup!
E molti ricordano ancora la notte tra il 10 e l’11 settembre del 1941, quando un furioso bombardamento, che
aveva preso di mira i capannoni militari, ha rischiato di
distruggere tutto il paese, mentre il mattino successivo,
i candiolesi, si ritrovarono incolumi, a ringraziare la
“loro” Madonnina per lo scampato pericolo!
Angioletta Faule
insieme
Comunità San Giacomo - La Loggia
pag. 6
Al centro S. Bernardo in Burundi
è migliorata la vita
Makamba. Il “Centre de
Rééducation et d’appareillage St Bernard de
Makamba”, struttura di
riabilitazione per disabili
della Diocesi di Bururi
(Burundi), situato nella
provincia di Makamba accoglie e assiste stabilmente un centinaio di persone,
molti in età prescolare e
scolare, portatori di handicap prevalentemente fisici, provenienti dalle province circostanti, in un
raggio di circa 200 km.
Inoltre, attraverso una
struttura mobile, raggiunge più di 5.000 disabili, dislocati su tutto il territorio,
fornendo cure e dispositivi medici per correggere
le più comuni disfunzioni.
inoltre si è riuscito a dotare due dei sei dormitori di
19 letti a castello, 38 materassi, 19 armadietti doppi oltre che degli attaccapanni.
Nel 2013, grazie alla Quaresima di Fraternità e anche al sostegno della Parrocchia di La Loggia, si è
provveduto a ristrutturare
il locale cucina e ad allestirla con attrezzatura adeguata alla produzione di
pasti per tutti gli ospiti,
Le spese per tali opere sono state: 2891 euro per il
rifacimento ed equipaggiamento del locale cucina, 2242 euro per l’acquisto dei letti a castello e degli armadi doppi, 2467 euro per l’acquisto dei materassi.
Spezziamo
la normalità
“Spezziamo la normalità” è
il motto dei giovanissimi
del Biennio (’98 e ’99) che
quest’anno continuano il
percorso formativo per diventare Animatori.
Il cammino per giungere a
questo obbiettivo, è complesso e pieno di ostacoli... in particolar modo se
si è legati!
Durante un ritiro, i nostri
animatori ci hanno legati
mani e piedi, dovendo poi
partecipare alle attività
proposte, fare la spesa e
partecipare alla S. Messa
domenicale. Di certo ci
siamo sentiti in imbarazzo... non è stato facile attraversare il paese legati
gli uni agli altri! I passanti
ci guardavano con aria
sbigottita, alcuni ci hanno
chiesto cosa stesse succedendo!!
È stato molto difficile
camminare e coordinarci,
perché ad una mossa sbagliata saremmo finiti tutti
a terra!!! Dopo un primo
cile: l’animazione del Sabato Oratorio!
Abbiamo ricevuto questo
incarico con grande entusiasmo, decisi a metterci in
gioco e a migliorare anche
quei dettagli che a noi stessi
non piacevano quando eravamo animati.
L’Oratorio è il luogo per eccellenza dove trovare la
possibilità di aggregazione,
dove sono di casa l’accoglienza, la formazione, il
gioco, la solidarietà, la gratuità! È territorio neutro e
privo di selezioni o di grameritocratiche,
duatorie
VUOLE ESSERE un tempo ed uno spazio da condividere con tutti i bambini,
gli Animatori, i genitori, gli
adulti, sotto la guida del nostro Amico Gesù.
Aiutateci a trasformare il
Nostro oratorio, costruiamo
insieme e che diventi un
Oratorio con la “O” maiuscola!!!! Vorremmo metterci a SERVIZIO, questo il
nostro obiettivo: il servizio
momento di sconforto è sopraggiunta in noi, la consapevolezza che era necessario darsi un metodo e disporsi con pazienza, umiltà
e sacrificio al conseguimento dell’obiettivo: CAMMINARE INSIEME! Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle l’“essere messi a
dura prova, ma di potercela
fare tutti insieme, nessuno
escluso”.
Siamo usciti allo scoperto,
spezzando la normalità di
quanti ci guardavano stupiti! Ora stiamo per affrontare
Domenico Govoni un percorso non meno diffi-
verso il prossimo, consolidando in noi autonomia e
responsabilità, sforzandoci
di lavorare in équipe, riconoscendo le nostre e le altrui
capacità, promuovendo iniziative di gruppo; ma soprattutto, continuando la
formazione personale e spirituale, consapevoli che gli
animati ci guardano e non
possiamo e soprattutto
non vogliamo essere Animatori occasionali, perché
ciò che siamo grida più
forte di ciò che diciamo:
vogliamo mettere l’ANIMA in AZIONE!
La Loggia, unitamente ad
alcune fotografie del centro che testimoniano il
completamento di alcune
opere.
Per il 2014 si vuole completare la sostituzione dei
letti presenti nei 4 dormitori ancora da ristrutturare; equipaggiare i laboratori professionali: lavorazione del cuoio, produzione di tricicli; predisporre
un terreno adibito ad orto
per l’alimentazione degli
ospiti; rafforzare le competenze degli operatori del
Centro in ambito di coltivazione e “verde terapia”,
il tutto con la metodologia
del “camminare insieme e
co-progettare” che caratterizza lo stile dell’intervento.
Pagate con i seguenti contributi: 1000 euro dalla
Parrocchia di Carignano,
700 euro dalla Comunità
della La Rotta, 3000 euro
dalla Parrocchia Beata
Vergine delle Grazie di
Torino, 2455 euro dalla
Parrocchia di La Loggia,
445 euro tramite raccolte Siamo certi che anche per
il prosieguo del progetto
fondi.
la comunità loggese non
Mons. Venant Bacinoni, farà mancare il proprio sovescovo di Bururi, ha in- stegno. Grazie!!
viato una lettera di ringraziamento alla comunità di
Francesca Costero
Take Away: mensa fresca da asporto
per i nuovi poveri
Nel pieno di una crisi economica che non accenna
ad allentare la propria
stretta, aumentano le richieste di aiuto da parte di
singoli e famiglie, a volte
economico e sempre più
spesso di cibo e di generi
di prima sussistenza.
Don Ruggero e i volontari
della Caritas Parrocchiale
hanno quindi dato il via ad
un nuovo progetto di aiuto
sul territorio: la mensa da
asporto per i più poveri.
In primo luogo la formazione: 5 amici della Caritas, supportati da professionisti, hanno frequentato il corso HACCP, che
consentirà loro di operare,
al servizio degli altri, in sicurezza e nel rispetto delle
norme, all’interno della
cucina del nostro Oratorio.
È inoltre stato richiesto il
supporto del Banco Alimentare, di contadini e
aziende del territorio mentre il Comune, con gli organismi competenti, sarà
a supporto dell’oggettivazione e della definizione
delle reali necessità.
Auser aiuterà con la distribuzione dei pasti a tutte
quelle persone in difficoltà che non possono o
non se la sentono di uscire
per recarsi all’Oratorio.
Per la consegna del cibo
verranno utilizzati contenitori adeguati e certificati, con cadenza bisettimanale (lunedì e venerdì). Il
servizio sarà per il primo
mese gratuito e per i successivi al costo a pasto poco superiore all’euro. Saranno obbligatorie le prenotazioni, con un numero
iniziale previsto di 35 persone, per arrivare poi a
70/80.
Prosegue, contemporaneamente, la raccolta di
generi di prima necessità, alimentari e della
prima infanzia, ogni seconda domenica del mese,
durante le celebrazioni festive e prefestive.
GRAZIE alla generosità
dei fedeli loggesi, si è potuto rifornire il magazzino
Caritas; visto però il numero sempre crescente di
persone disagiate, è necessario continuare, con perseveranza, consolidando
questa buona abitudine
domenicale.
cOMuNIONE E PROFEzIA
Arcidiocesi di Torino - Parrocchia San Giacomo Apostolo
Via Roma, 25 - 10040 LA LOGGIA (TO) - Segreteria: Tel. e Fax 0119628124
Don Ruggero Marini, Parroco, 3351785343 - Diacono Antonio 3491719674
uFFIcIO PARROccHIAlE orari: 10,00-12,00 / 17,00-20-00
nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì, venerdì con operatori laici
sito parrocchiale: www.sangiacomolaloggia.it
Orari s. MEssE
Parrocchia sAN GIAcOMO:
festiva
festiva
sala Don caranzano:
feriale
cappella MATER AMABIlIs: festiva
prefestiva
h. 09,00
h. 18,00
h. 18,00
h. 10,30
h. 18,00
Vorremmo portare la nostra fede anche fuori dall’Oratorio indossandola, come la nostra giovinezza! NON CI VA di indossare una maglietta come se fosse un obbligo o una divisa o uno status...
ci impegniamo ad essere!!
Vi aspettiamo quindi all’Oratorio, il 1° e il 3° sabato
di ogni mese, alle 15.00, il 1° marzo per la Festa di
Carnevale, per giocare e divertirci insieme !!!!!!!!
Aspettiamo anche tutti i giovanissimi del ’97 e ’98
venerdì 07/02 – 21/02 – 07/03 – 21/03, all’Oratorio, alle 20.30, per continuare il cammino di formazione !!!!!
Tutti gli incontri e gli eventi Giovanissimi Biennio e
Triennio sono pubblicati su:
http://www.sangiacomolaloggia.it/
Gruppo Giovanissimi
Biennio ’98-’99
insieme
pag. 7
Comunità Santi Gervasio e Protasio - None
Con Cristo verso la Pasqua
La fede è luce. Il Vangelo è
gioia! Ecco il messaggio
che Papa Francesco ci ha
consegnato. Ma ci ha anche ricordato che ci sono
cristiani che sembrano
avere uno stile di Quaresima senza Pasqua.
Certo la gioia non si vive allo stesso modo in tutte la
tappe e circostanze della vita, a volte molto dure. Possiamo capire le persone che
cedono alla tristezza per le
gravi difficoltà che devono
affrontare. Però poco alla
volta bisogna permettere
che la gioia della fede cominci a destarsi: «Sono rimasto lontano dalla pace…
Per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del
Signore non sono finite…».
(Lamentazioni,3,17.21-22).
Il Vangelo è proposta concreta di uno stile di vita:
quello di Cristo, il crocifisso
ed il risorto. Abbiamo urgente bisogno di incontrarci
con il Cristo della Quaresima. Ne ha bisogno la società delle mele marce. Ma
ne abbiamo bisogno anche
noi. Noi che non figuriamo
nella lista degli inquisiti della legge... Ma della coscienza, sì! Nessuno s’illuda di
incontrare il Cristo della Pasqua senza aver prima camminato con il Cristo della
Quaresima: il Cristo del deserto, dell’orto degli ulivi,
della salita al Calvario, della
croce, del Venerdì Santo.
“Se qualcuno vuol venire
dietro di me, rinneghi se
stesso... e mi segua”. Que-
sto il paradosso del Vangelo: da duemila anni questo
Gesù dispensa “legnate”;
eppure continua ad avere i
suoi martiri: quelli che lo seguono fino a perdere la vita
per lui e per il suo Vangelo.
Troppe lusinghe, troppe illusioni ci hanno sedotti.
Troppo abbiamo prestato
orecchio ai mistificatori di
turno, agli spacciatori di va-
“I tempi sono cattivi,
ma i tempi siamo noi:
se cambiamo noi,
cambieranno
i tempi”
(S. Agostino)
dalla bocca di Dio?”.
Quaresima: tempo di scelte
meditate. Non una bella
esperienza in più; dopo lo
“Convertitevi e credete al Vangelo”
La nostra Quaresima
Mercoledì 5 marzo - Rito penitenziale delle CENERI
ore 17,00 - Ragazzi * ore 20,30 - Adulti e giovani
Tutti i venerdì di Quaresima
ore 17,30 - Via Crucis
Domenica 9 marzo - Ritiro della Comunità
ore 15,00 - 19,00 - in oratorio
Sabato 15 - Domenica 16 marzo
Ritiro ragazzi/genitori 1a media a Pianezza
Mercoledì 19 marzo - Incontro sulla “Lumen Fidei”
ore 20,45 - Serata conclusiva per i gruppi - in cappella
Settimana comunitaria dei giovani
Da domenica 23 a domenica 30 marzo 2014 - in oratorio
Giovedì 27 marzo - Celebrazione della Parola
“Lectio Divina” per adulti e giovani - ore 20,45 - in chiesa
Sabato 29 marzo, ore 10,00 - Confessioni 4ª elementare
lori fasulli. E ora, se abbiamo il coraggio di guardarci
dentro nel profondo delle
coscienze, tra le pieghe del
vissuto familiare e sociale,
forse ci sentiamo lontani da
quella vera gioia che abbiamo sognato.
“Non di solo pane vivrà
l’uomo”! Abbiamo smarrito il senso del futuro della
vita. Gesù non nega il pane
per il presente. Ma egli parla
al futuro. Ed allora, tu che
oggi hai tanto paura di morire di fame, con che cosa nutri il tuo domani? Non sarà
forse il caso di investire
più tempo, più attenzione
ad “ogni parola che esce
svolazzare dei coriandoli,
qualche grumo di cenere...
un po’ di austerità può anche essere una buona ricetta
ecologica o dietetica...
No! Quaresima è guardare
in faccia il mistero riflesso
in quel Cristo crocifisso.
Quaresima è conversione. È
abbandono in Cristo. È Lui,
che può essere anche “un
amico scomodo”. Scomodo
ma amico! Scomodo ma
credibile! Per questo, Gesù
camminerà con noi nel deserto quaresimale. Perché
solo così è possibile raggiungere l’altra parte: la domenica di risurrezione.
don Giancarlo
Venerdì 4 aprile, ore 20,30 - Via Crucis cittadina
Sabato 5 aprile, ore 10,00 - Confessioni 2ª media
Martedì 8 aprile, ore 17,00 - Confessioni 5ª elementare
Martedì 8 aprile - Celebrazione penitenziale
ore 20,45 - Confessioni per adulti e giovani
Sabato 12 aprile, ore 10,00 - Confessioni 3ª media
Domenica 23 marzo
Domenica 6 aprile
Giornata di Ritiro
Ragazzi Cresimandi
Giornata di Ritiro
Bambini 1ª Comunione
con i genitori e i padrini/madrine
a Cumiana (Istituto Salesiano)
con i genitori
a Cumiana (Istituto Salesiano)
Testimoniare e vivere la Carità
“Progetto Casa”
È passato un anno da
quando la nostra parrocchia collabora al progetto
Casa lanciato dal Vescovo. Ringraziamo di cuore
quelli che hanno aderito:
con lo sforzo di tanti abbiamo potuto aiutare alcune famiglie in difficoltà.
Ecco il bilancio:
– raccolti: € 16.420; – distribuiti: € 15.808; famiglie aiutate: fino a 7. E ora
che fare? Il gruppo Caritas
propone di proseguire questo gesto concreto di solidarietà. Richiediamo la
vostra fiducia per prose-
* ore 18,00 - Messa
guire il sostegno a chi fa
fatica, perché le necessità
sono aumentate. Lo chiamiamo “progetto Casa-Lavoro”, perché questi problemi sono spesso uniti.
Il volontariato, mosso da
ragioni di fede e/o di solidarietà umana interviene a
dare delle risposte concrete, supplendo a quello che
gli Enti pubblici non “sanno” fare. Intendiamo sottolineare che la Caritas
non è fatta solo dai volontari che operano, ma da
tante persone generose
che, con il loro contributo,
rendono possibile questa
opera di amore concreto
DONATORI SANGUE PIEMONTE
GRUPPO COMUNALE DI NONE
Tel. 349.60.04.494. SEDI PRELIEVO: VIA BECCARIA 3 (1° piano c/o Centro medico) e AUTOEMOTECA via Orbassano – NONE
Calendario donazioni sangue 2014
None Centro Medico 1° piano Via Beccaria 3
Orario; feriali 8,00 -11,30, Festivi: 8,00 -12,00
Sangue: 9 Marzo - 11 Aprile - 9 e 13 Maggio 8 Giugno - 11 Luglio - 8 e 12 Agosto
7 Settembre - 10 Ottobre
7 e 11 Novembre - 7 Dicembre
[email protected]
per chi è in necessità.
Noi della Caritas operiamo non a titolo personale,
ma a nome della comunità
parrocchiale.
Perciò è gradito il vostro
aiuto e il vostro consiglio! delle missioni e della CoA tutti va il nostro grazie munità di None. Il gruppo,
ogni 15 giorni, porta un
riconoscente.
po’ di gioia alle persone anziane della Residenza San
“Mani&Cuore”
Giovanni.
Da dieci anni opera il La sede della Caritas è cagruppo Mani&Cuore. So- sa M. Vigo, in Via Roma
no persone che, animate 9. L’orario di apertura:
dalla carità, si ritrovano – Mercoledì, ore 10-12
per mettere in comune le – Sabato, ore 15-17
proprie capacità e la fanta- Mani&Cuore:
sia per confezionare pro- – Giovedì, ore 15-17
I volontari della Caritas
dotti manufatti a favore
AGENDA
– Giovedì 27 febbraio, ore 21: Segreteria CPP
– Sabato 1 marzo, ore 9-12: Catechisti al Santo Volto
– Mercoledì 5 marzo, ore 20,30: Celebrazione Ceneri
– Domenica 9 marzo, ore 15-19: Ritiro adulti
– Lunedì 10 marzo, ore 21: Consiglio Pastorale
– Martedì 11 marzo, ore 21: incontro giovani e CPP
con Mons. Nosiglia (a Vinovo)
– Sabato 15-domenica 16 a Pianezza: ritiro 1ª media
– Mercoledì 19 marzo, ore 20,45: Incontro sulla
“Lumen fidei” (tutti i gruppi)
– Giovedì 27 marzo, ore 20,45: Lectio divina
– Sabato 29 marzo, ore 9-13: Giornata Diocesana
Caritas a Valdocco
– Domenica 30 marzo, ore 16,30 in oratorio:Incontro
con i genitori bambini 2-6 anni. Parla Elena Sardo sul
tema “Insegnare la Fede o trasmettere la Fede?”
– Venerdì 4 aprile, ore 20,30: Via Crucis cittadina
– Martedì 8 aprile, ore 20,45: Celebrazione
Penitenziale adulti e giovani
Parrocchia Ss. Gervasio e Protasio
Tel. 011 9863491 – Fax 011 9903133 [email protected]
Orario Sante Messe
* Festive: ore 18,00 (prefestiva)
- ore 08,30 - 10,30 - 18,00 (ottobre - maggio)
* Feriali: ore 08,00
Ufficio parrocchiale
*
*
*
*
Martedì - Giovedì - Sabato: ore 9 - 11
Mercoledì - Venerdì: ore 17 - 18,30
Segreteria: tel. 011 9863491
Parroco: don Giancarlo (335 7077642)
* Diacono: Franco Scaglia (011 9865750)
insieme
pag. 8
Comunità San Bartolomeo e San Domenico Savio - Vinovo
Cronaca di una bella serata
DALLA RASSEGNAZIONE
ALL’IMPEGNO
La Cascina parrocchiale don Gerardo ha accolto don Luigi Ciotti
Una sala gremita come
per le “grandi occasioni”
(quasi 300 persone presenti) ha accolto don Luigi Ciotti a Vinovo, nella
serata del 31 gennaio
2014.
L’idea è venuta agli amici
di “Vinovo for Africa”,
per fare il punto sulle iniziative di solidarietà che
da anni questa associazione porta avanti in collaborazione proprio con il Gruppo Abele
fondato da don Ciotti.
Il Comune (era presente il Sindaco Maria Teresa Mairo) e la Parrocchia hanno
volentieri accolto la proposta. Così la
Cascina parrocchiale “don Gerardo” ha
potuto ascoltare la voce di un sacerdote
da sempre (ancor prima della sua ordinazione) impegnato nel sostegno a tante
forme di fragilità umana.
La serata è stata una “carrellata”, tra ricordi del passato (le origini della vocazione di don Luigi e i primi passi del
Gruppo Abele) e indicazioni per il presente (l’impegno sul fronte della corruzione e
della cooperazione internazionale).
Dopo il saluto del parroco don Marco, che
ha espresso la riconoscenza per l’impegno
di don Luigi e la contentezza di appartenere
allo stesso presbiterio (ricordando le parole
di Gesù, secondo le quali “Nessuno è profeta in patria” e l’operato di don Ciotti, non
sempre compreso anche tra le persone più
vicine) e le parole di Dario Spada (Consigliere Comunale con delega alla cooperazione internazionale e membro del direttivo di “Vinovo for Africa”), Carlo Bovo
e don Luigi Ciotti hanno avviato un dialogo-intervista tra aneddoti, richiami, inviti… “conditi” con la grinta che contraddistingue le parole e l’impegno di questo
sacerdote.
Tra le “perle” per la riflessione personale
possiamo ricordare: “Prima dimensione
della giustizia è la prossimità, la relazione”; “Se la vita è un dono che riceviamo, la vita stessa chiede di essere spesa
nell’impegno per liberare chi libero non
è”; “Quando parliamo di immigrati, di
clandestini… non dimentichiamo di esserlo stati anche noi”; “È fondamentale
passare dall’IO al NOI, facendo spazio
ai contributi di tutti e lasciandoci raggiungere dai dubbi”; “Trasformare i
NO in NOI: non essere cittadini ad intermittenza” “Non basta commuoversi, bisogna muoversi”; “C’è un peccato del
sapere: di chi si accontenta di informazioni di seconda mano, del sentito dire e
non si informa”;
La conclusione, solo apparentemente paradossale, è stata una sorta di “invito all’eresia”, intesa nel senso letterale di “scelta”.
Occorre, secondo don Ciotti, scegliere alcuni atteggiamenti: “Oggi è eretico chi
mette la sua libertà a servizio degli altri; è
eretico chi studia e non si accontenta di saperi di seconda mano; è eretico chi crede
che nel NOI c’è la realizzazione dell’IO; è
eretico chi si ribella al sonno delle coscienze; è eretico chi non pensa che la povertà
sia fatalità; è eretico chi non cede alla tentazione della delega”.
È stato un momento di forte intensità, di
grande ripensamento dei nostri stili di
vita, apprezzato da tutti i presenti. Grazie a chi lo ha pensato; a chi lo ha permesso; a chi lo ha vissuto.
Azione Cattolica: Missione possibile
costituita l’associazione interparrocchiale
“Che cosa è l’Azione
Cattolica? Ne abbiamo
parlato molto, ma mi pare
che sia soprattutto una
realtà di cristiani che si
conoscono, che si vogliono bene, che lavorano assieme nel nome del Signore, che sono amici: e questa rete di uomini e donne
che lavorano in tutte le
diocesi, e di giovani, e di
adulti, e di ragazzi e di
fanciulli, che in tutta la
Chiesa italiana con concordia, con uno spirito comune, senza troppe ormai
sovrastrutture organizzative, ma veramente essendo sempre più un cuor solo e un’anima sola cercano di servire la Chiesa.
E questa è la grande cosa.
Perché noi serviamo l’AC
non poi perché c’interessa
di fare grande l’AC, noi
serviamo l’AC perché
c’interessa di rendere nella Chiesa il servizio che ci
è chiesto per tutti i fratelli.
E questa credo sia la cosa
veramente importante”.
plesso, senz’altro risale ad
Adamo ed Eva, Caino e
Abele.
Nel corso dei millenni tutti hanno indicato forme,
modi, metodi, ma il discorso rimane aperto, vivo
e ricco di contrasti anche e
soprattutto in questo inizio del terzo millennio e
della tanto reclamizzata
“new age”. Certamente
non è educativo un rapporto di tipo autoritario o
repressivo che tende ad
essere frustrante e a produrre persone con scarsa
fiducia in se stessi, ma
tanto meno un rapporto di
tipo libertario e permissivista.
Quest’ultimo è senz’altro
più negativo e controproducente perché rischia di
scatenare nell’adolescente
sensi di colpa e abbandono che portano quasi sicu-
l’AC? E una domanda che
mi sono posto soprattutto
all’inizio, quando mi è
stato chiesto un lavoro cosi impegnativo nel servizio centrale dell’AC: e già
allora avevo risposto positivamente. Ma l’esperienza di questi anni mi ha
confermato che questo
servizio, questa rete di
amicizie, questa realtà di
preghiera, di azione, di riflessione, di sacrificio,
questa realtà che si sforza
di portare avanti con semplicità, senza rumore, nella Chiesa italiana un discorso che ci aiuti a crescere tutti e ci porti, per
quanto possiamo, faticosamente, lentamente ma
positivamente sulle vie
indicate dal Concilio che poi sono le vie indicate dal Signore; questo
sforzo, questa fatica, questo tempo che noi strappiamo alle nostre occupazioni, alla nostra famiglia, alla nostra vita quotidiana vale la pena
zi) ha pensato di proporre un momento di scambio destinato soprattutto agli adulti (il settore
che ha raccolto un maggior numero di adesioni e
al quale anche il Consiglio Pastorale Parrocchiale sta guardando in
questo anno). Si terrà alle
ORE 20.45 DEL 13
MARZO, in Cascina don
Gerardo.
“L’Azione Cattolica vorrebbe aiutare gli italiani
ad amare Dio e ad amare
gli uomini. Essa vorrebbe essere un semplice
strumento attraverso il
quale i cattolici italiani
siano aiutati a vivere integralmente e responsabilmente la vita della
Chiesa; e insieme a vivere con pieno rispettoso
impegno cristiano la vita della comunità temporale e della convivenza civile” (V. Bachelet).
Dopo la serata costitutiva, il Consiglio Parrocchiale (formato da un preAncora Bachelet disse: sidente e da un delegato
“Vale la pena di impe- per ogni settore associatignarsi nel servizio del- vo: adulti, giovani, ragaz-
Il 23 gennaio si è svolta a
Vinovo un’assemblea per
la costituzione di una associazione locale di Azione Cattolica. Erano pre-
EDUCARE ALLA PACE
senso” sulla cultura ed
esperienza di vita dei docenti e genitori ed anche
solo su esperienze del passato; senza impegno e
confronto con la realtà socio-culturale
odierna.
Penso che si educhi alla
violenza anche installando atteggiamenti di superficialità e di pressappochismo, di mancanza di serietà e di rigore.
Una volta compresa l’esigenza di apertura, di dialogo con realtà e persone
“diverse” come uscire dalla teoria ed entrare nella
pratica educativa che ci
coinvolge intensamente,
nel caso dei per sempre,
nell’opera educativa?
Anzitutto impostando un
corretto rapporto tra genitore e figlio e tra docente
ed allievo. Qui il discorso
si fa lungo, difficile, com-
davvero di essere speso”
L’Azione Cattolica non
vuole essere l’“ennesima”
sigla nel panorama ecclesiale e civile vinovese.
Vuole essere uno strumento al servizio della
pastorale, per la formazione dei credenti, per la
riscoperta della vocazione e della missione che
ciascuno ha ricevuto con
il Battesimo. Una esperienza piccola ma sincera
di “Popolo di Dio”.
Sono le parole di Vittorio
Bachelet, primo presidente nazionale dell’Azione
Cattolica dopo il Concilio
Vaticano II, poi Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura,
caduto vittima delle Brigate Rosse nel 1980.
Ricevuto pubblichiamo
Compito difficile ed arduo
e forse bellissimo è quello
di educare ed insegnare,
cioè “dare un segno”. Durante l’opera educativa,
sia come insegnanti, ma
soprattutto come genitori
ci si accorge spesso di essere costretti ad usare violenza, restringendo, semplificando, riducendo regole e sapere nel lodevole
scopo di “ spezzare il pane
della conoscenza”, di
“raddrizzare la pianticella
storta”.
È tempo, oltre il Duemila,
di liberarsi di questi preconcetti e di acquistare
una dimensione più ampia
dell’educazione: orientare
cioè i bambini e i giovani
verso la complessità, il
gusto della ricerca e dell’avventura intelligente
evitando di fondare la propria attività solo sul “buon
senti: il presidente diocesano, prof. ing. Fabio Dovis, il parroco don Marco
e una settantina di “curiosi”. Per alcuni vinovesi, in
questi ultimi anni, l’AC è
stata un’esperienza: il
cammino dei gruppi e della catechesi, i ritiri e gli
eventi diocesani, le giornate a Casalpina. Per altri
l’Azione Cattolica è il ricordo di momenti intensi
del passato. Per altri ancora AC è una sigla che, dopo la serata del 23, si è
“caricata” di promesse e
di attese.
ramente a forme di violenza (bande ) ed autodistruzione (droga). Il “lasciar
fare” di tanti genitori ed
educatori indica la mancanza di volontà, di coinvolgimento educativo e il
disinteresse che portano
quasi sicuramente a forme
di violenza di gruppo per
sentirsi appartenenti e seguiti almeno da coetanei e
compagni.
Non è un rapporto corretto
nemmeno quello di chi si
fa amico e compagno di figli ed educandi.
Occorre quindi un recupero di autorevolezza intesa
nel senso di esempio e
guida, di sostegno, di rispetto verso chi si sforza
di operare per la pace, non
sempre e necessariamente
persone più anziane e più
dotte.
Sparviero Tortello
Speriamo sia così anche
a Vinovo!
insieme
pag. 9
Comunità San Bartolomeo e San Domenico Savio - Vinovo
L’angolo del Prevosto
SE L’ANGELO NON HA LE ALI… MA VUOLE SPICCARE IL VOLO
Pensieri sparsi sull’educazione
“Educare non è mai stato
facile, e oggi sembra diventare sempre più difficile. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilità
educative. Si parla perciò
di una grande “emergenza educativa”, confermata dagli insuccessi a cui
troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per
formare persone solide,
capaci di collaborare con
gli altri e di dare un senso
alla propria vita. Viene
spontaneo, allora, incolpare le nuove generazioni,
come se i bambini che nascono oggi fossero diversi
da quelli che nascevano
nel passato. Si parla inoltre di una “frattura fra le
generazioni”, che certamente esiste e pesa, ma
che è l’effetto, piuttosto
che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori”.
Nel 2008 così si esprimeva Benedetto XVI in una
lettera ai fedeli della sua
diocesi di Roma. È una
analisi che è condivisibile,
nonostante siano trascorsi
sei anni e nonostante ci separino quasi seicento chilometri da quella terra. Continuava Benedetto XVI:
“Dobbiamo dunque dare
la colpa agli adulti di oggi, che non sarebbero più
capaci di educare? È forte
certamente, sia tra i genitori che tra gli insegnanti
e in genere tra gli educatori, la tentazione di rinunciare, e ancor prima il
rischio di non comprendere nemmeno quale sia il
loro ruolo, o meglio la
missione ad essi affidata.
In realtà, sono in questione non soltanto le responsabilità personali degli
adulti o dei giovani, che
pur esistono e non devono
essere nascoste, ma anche
un’atmosfera diffusa, una
mentalità e una forma di
cultura che portano a dubitare del valore della
persona umana, del significato stesso della verità e
del bene, in ultima analisi
della bontà della vita. Diventa difficile, allora, trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di
valido e di certo, regole di
comportamento, obiettivi
credibili intorno ai quali
costruire la propria vita”.
Due questioni, insomma:
ci sono adulti che non vogliono essere tali, assumendosi fino in fondo la
responsabilità delle generazioni più giovani.
Secondo: non c’è condivisione, tra i vari soggetti educativi (persone e
istituzioni), dei messaggi, dei contenuti da trasmettere, dei modelli di
vita da proporre.
Rassegnazione? Giammai
(è una parola che non si
usa più, ma rende l’idea)!
Condanna? Troppo comodo! E
poi, di chi? Non
ci sono vincitori e
vinti, ma solo
sconfitti. Sconfitti sono i più giovani, se non possono
guardare
con stima, ammirazione e desiderio di imitazione
agli adulti della
loro famiglia e
del loro territorio.
Sconfitti sono gli adulti,
se rinunciano a raccontare
la bellezza della vita, la
ricchezza dell’esperienza
e, per i credenti, la grandezza della fede.
In merito alla prima questione: come possiamo
aiutarci, tra adulti, ad assumere in piano (anzitutto
per onestà personale) le
caratteristiche della nostra
età: la responsabilità, la
dedizione, la lealtà, lo spirito di sacrificio? Uno dei
possibili significati della
parola “adolescente” è
“colui che cerca di diventare adulto”. Ma se noi
adulti vogliamo restare (o
meglio, sembrare, con alcune soluzioni ai limiti del
ridicolo) sempre giovani,
come potremo chiedere ad
altri di “crescere”? Non fi-
niamo per inceppare il
meccanismo di trasmissione, tipico di ogni processo educativo? Le richieste che raggiungono
la Comunità Cristiana sono molto spesso legate alla vita dei più piccoli e sono per buona parte assorbite dalla domanda dei Sacramenti. Ma come possiamo aiutare i ragazzi ad
assumere una “mentalità
di fede” che accompagni
tutta la loro vita? O vo-
gliamo “solo” che celebrino dei riti (che, pur fondamentali, non sono il “tutto” della vita e della fede)?
Quanti di voi sanno con
precisione come i loro figli trascorrono il tempo
libero? Quanti di voi sono al corrente delle richieste che i ragazzi e gli
adolescenti fanno
alle nostre farmacie? Ma anche: quanti di voi
ritengono giusto
che le ore di scuola trascorrano –
almeno in alcune
materie – nella
visione di film e
non nella spiegazione… oppure
in nessuna delle
due cose (come
nel caso della religione cattolica nelle
classi medie)? Non sempre gli “angioletti” hanno le ali…
In merito alla seconda
questione: possiamo aiutarci (parlarci, confrontarci, discutere) tra adulti su
come “diventare grandi”,
per mostrarci tali davanti
ai più giovani?
La pluralità di idee tra noi
adulti verso i più giovani
non è indice di libertà ma
fonte di confusione: i più
piccoli ci guardano e si
chiedono a chi devono dare ragione.
L’eliminare qualunque distanza in nome di un rinnovato rapporto tra generazioni non è “amicizia”,
ma omissione, rinuncia ad
assumersi il peso di un
ruolo educativo.
In queste settimane si
(stra)parlerà di come rinnovare il territorio. Vorrei
iniziare a cambiare me
stesso e vi chiedo di pregare per me a questo proposito. Vorrei che potessimo iniziare a cambiare le
nostre case, a condividere
uno stile di vita evangelicamente ispirato. Affidiamoci al Signore, secondo
le parole del grande educatore don Bosco: “Ricordatevi che l’educazione è
cosa del cuore, e che Dio
solo ne è padrone, e noi
non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne
insegna l’arte, e non ce ne
mette in mano le chiavi”.
Già: non sempre i nostri
“angioletti” hanno le ali.
Ma, ne sono convinto, portano nel cuore il desiderio di
volare alto. Non abituiamoli
alle nostre mediocrità. Condividiamo il sogno di una
vita bella, buona e beata.
don Marco
Cronaca bianca
La “Locanda dei Girasoli”: piatto forte il SORRISO
A Roma un locale gestito da ragazzi con la sindrome di Down
Ogni qual volta mi trovo a
Roma non voglio mai perdere l’occasione di andare a cena alla trattoria degli amici della Locanda
dei Girasoli, anche se definire questo appuntamento come “andare a cena”
è assolutamente riduttivo
rispetto all’esperienza che
se ne riceve, il sentirsi
coinvolti in una particolare atmosfera che avvolge
il corpo ma prima di tutto l’appoggio della cooperativa “Cecilia” la locanda,
l’anima.
infatti, era nata con l’obietQuesto è uno dei com- tivo generale di promuovementi che si trovano su in- re l’inserimento lavoratiternet a proposito della vo di persone affette da
Locanda dei Girasoli, un sindrome di Down. Quelaccogliente ristorante/piz- lo della ristorazione è un
zeria situato in via dei Sul- settore assolutamente conpici 117, nell’antico quar- geniale ed un’efficace
tiere del Quadraro a Ro- porta di accesso nel monma. Si tratta di un locale do del lavoro per le persomolto speciale perché a ne con disabilità intellettiprepare le pietanze e a ser- va: il loro tratto umano e
vire i tavoli sono dei ra- simpatico, l’amore con il
gazzi con disabilità intel- quale svolgono il proprio
lettive. Aperta nel 1998 a impegno e la loro gioia di
partire da un’idea di un vivere divengono i veri
gruppo di genitori e con elementi caratterizzanti
del locale, al punto tale da
costituirne
una
precisa
identità
che rende
il luogo
attraente
e competitivo.
Inoltre, le
occasioni di relazione che
si stabiliscono tra i clienti
ed il personale del ristorante, nel corso della cena,
contribuiscono a creare
una sorta di “riconoscimento sociale” che genera
un ambiente lavorativo
“ideale” nel quale ognuno, a suo modo, può esprimere le proprie potenzialità.
Gli amici della trattoria
raccontano spesso di come le persone disabili che
lavorano nel locale vivano
una serenità e un entusiasmo tali da influenzare
fortemente le loro presta-
zioni. “Arrivano puntualissimi, spesso con largo
anticipo, pur provenendo
dall’altro capo della città
ed hanno una motivazione
verso il lavoro veramente
imbattibile. Vedere riconosciuta la propria dignità di persone li porta
ad identificarsi con l’impresa, a sentirla come
qualcosa di proprio e a vivere il lavoro con senso
responsabilità.”
Purtroppo la crisi economica che stiamo vivendo
aveva colpito anche questa splendida locanda che
qualche mese fa, rischiava di chiudere. E invece
no: con perseveranza e
determinazione i ragazzi
hanno dato davvero il
massimo e, nonostante
questo brutto periodo, sono riusciti a cantar vittoria. Da luglio una nuova
gestione è subentrata nella cooperativa che dirige il
ristorante e, oltre a farlo
ripartire alla grande, ha in
cantiere 2 nuovi progetti.
Il primo si chiama “Progetto
open”, punta ad ampliare il
n° delle persone impiegate
offrendo 600 ore di formazione, e permetterà a questi
ragazzi di acquisire gli strumenti di cui hanno bisogno
per approcciarsi e introdursi
nel mondo del lavoro. Il secondo progetto, invece, si
chiama “Casale dei Girasoli”: si tratta, in questo caso, di un programma di agri-
coltura sociale per le periferie di Roma.
“Le persone down sono come i girasoli – si girano
sempre verso chi dà loro più
luce” è la frase che si legge
in uno dei molti centri della
cooperativa Cecilia, pronunciata dalla mamma di un
bambino affetto dalla sindrome. È vero, ma spesso
sono proprio queste persone
con il loro sorriso luminoso
e particolare a dare luce agli
altri!
PS: La locanda dei girasoli
non è l’unica esperienza di
questo tipo in Italia: in molte
regioni infatti stanno nascendo locali simili creati da
associazioni e cooperative,
certo con molte difficoltà,
ma anche con tanta passione.
Per citarne alcuni: Il Caffè
Basaglia a Torino, I ragazzi del sipario a Firenze, La
pecora nera a Lucca, La
lanterna di Diogene vicino
a Modena, La cascina Corisco e La Locanda alla
mano a Milano.
Paola Boccardo
insieme
pag. 10
Idee e proposte
Diciannove
nuovi Cardinali
Domenica 12 gennaio, festa del Battesimo di Gesù
il Papa ha annunciato i nomi di 16 arcivescovi ed
elettori e di 3 arcivescovi
emeriti (oltre 80 anni, non
elettori) che saranno creati
cardinali il 22 febbraio,
festa della Cattedra di San
Pietro, nel primo Concistoro di Papa Francesco.
Egli si attiene a tre principi: ampia rappresentatività delle Chiese del mondo, con dimagrimento della presenza italiana; il Papa sceglie chi vuole e,
quindi, non c’è tradizione
o automatismo; i cardinali
devono «aiutare il Vescovo di Roma nel servizio
alla Chiesa universale» e
hanno il compito, nella sede vacante, di eleggere il
successore di Pietro: ora
gli elettori sono 121 elettori ma entro maggio altri
3 compiranno 80 anni, e
non potranno partecipare
alla elezione.
Provengono da 15 Paesi e
rappresentano il profondo
rapporto fra la Chiesa di
Roma e le altre Chiese.
A loro si aggiungono alcuni vescovi della curia romana, tra cui il Segretario
di Stato Parolin. I 16 arcivescovi provengono dall’Europa, dall’America,
dall’Africa e dall’Asia.
Alcuni sono vescovi emeriti, distinti per il servizio
speciale alla Santa Sede e
alla Chiesa. Gli eletti non
erano stati preavvertiti: la
maggioranza ha appreso
la notizia dai media.
Ad essi il Papa scrive:
“Caro fratello, desidero
farti giungere un cordiale
saluto con l’assicurazione
della mia vicinanza e della
mia preghiera. Desidero
che tu possa aiutarmi nel
mio servizio alla Chiesa
universale.
Il cardinalato non è una
promozione, né un onore,
né una decorazione; è un
servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore.
Questo si può acquistare
solo seguendo la via del
Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà”.
AssOcIAzIONE VOlONTARI
AuTONOMA DI sANGuE
– sabato 15 febbraio
– sabato 17 maggio
– sabato 30 agosto
– sabato 29 novembre
sede del prelievo:
via GOBETTI
(Comune - Candiolo)
Orario: 8,00 - 11,00
TEL. 0119652750
Una sera di freddo che
morde: dalle parti di S.
Babila, chi ha fatto tardi
in ufficio si affretta verso
la metropolitana, altri entrano al cinema o al ristorante. I venditori di fiori
inseguono clienti. L’auto
dell’associazione
“Fondazione progetto ARCA appena
parcheggiata, viene
subito circondata da
un assedio quasi festoso. La ronda serale per portare ai senzatetto cibo, bevande
calde, coperte comincia così. Seguono scambi di saluti, informazioni, scherzi. Tra loro
c’è Ivan 44 anni, brianzolo: mi resta solo più la
partita IVA, da 8 mesi
dormo in una casa occupata tra italiani e stranieri,
la polizia fa finta di non
sapere. Davide ha lavorato per 20 anni nell’edilizia, poi nei traslochi, ma
poi col gioco ha perso tutto. Leonardo 53 anni cuoco disoccupato da due an-
Franco Scaglia
A. V. A. S.
Date prelievi 2014:
Notizie flash
Febbraio:
Torino come Milano Lo sapevate che...?
ni ha perso il lavoro a causa di una malattia; “a questo punto lavorerei anche
in nero ma il problema è
che non trovo neanche un
posto irregolare”. Laura
siciliana vive nella strada
con suo marito, la figlia
16 anni vive con una sorella, nel suo volto si vede
la dignità, la vergogna e la
paura che le tolgano la figlia. Gente dall’esistenza
normale che si trova per
strada quasi senza accorgersene. Secondo l’ISTAT
sono circa 13.000 i senza
tetto a Milano, tra cui pen-
sionati, coloro che perdono il lavoro, i separati, gli
immigrati. Don Colmegna che dirige il centro dice: “Cerchiamo con tutti i
mezzi possibili di far
fronte all’emergenza. Lo
slancio dei volontari è
grande ma non basta. Non
c’è solo la povertà ma è la
desolazione che ognuno
ha dentro”.
A Torino si parla di centomila poveri o quasi poveri, una somma vicina al
dieci per cento della popolazione. Sono i calcoli della Caritas riferiti al 2012.
Molti sono “poveri dilettanti”, che credevano d’aver raggiunto una condizione di benessere e si trovano ad affrontare situazioni a cui non sono abituati
da tempo.
“Cittadini crisalide”, torinesi che all’apparenza vogliono dare l’impressione
di poter condurre una vita
agiata, ma che in realtà,
una volta chiusa la porta di
casa, arrancano e hanno
bisogno di aiuto.
Che fare? Il direttore della
Caritas torinese dice:
“Ogni giorno che passa
aumentano le vittime. La
crisi può essere superata
solo se si ha il coraggio di
investire in un progetto
che chiami tutti ad una responsabilità spogliata dalla distinzione di ruolo”.
Viene a mancare la speranza perché il dolore è
troppo grande e quando
mi chiedono Gesù dov’è?
risponderei: “È di fianco a
te che soffre con te davanti
al male che c’è in noi stessi e a coloro che lo provocano, e bussa al cuore di
tutti, anche con le parole
del Papa”.
Felice e Franco
Occhiali preziosi. Basta
davvero poco per sostenere nelle prime necessità un
rifugiato in Italia, che è
giunto qui fuggendo da
guerre e persecuzioni. Regalare un paio di occhiali a
chi vede poco può fare la
differenza se vuole imparare l’italiano. Saper leggere, socializzare... Il centro Astalli lancia una nuova campagna di assistenza. Inviare email:
centroastalli.it
Il copricapo di paglia di
origine ecuadoriana e non
panamense è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Preziosa trama di paglia nato per proteggere i
contadini dal sole, dal sud
America, nell’arco di due
secoli ha fatto il giro di
tutto il mondo con il nome
di “Panama.”
zione Veronesi, punta a far
conoscere le numerose
virtù di questo frutto, in
particolare secondo una ricerca americana la presenza di acidi grassi – omega
3 – che svolgerebbero
un’azione preventiva contro l’insorgenza del tumore al seno.
Nel bar per ciclisti di Zurigo (Svizzera), la pausa
caffè resta in sella. Infatti i
bar sono dotati di tavoli
con una scanalatura per
agganciare la ruota della
bicicletta per bersi il caffè
o leggere il giornale rimanendo seduti sul sellino.
Lo scopo è di eliminare
sempre di più la circolazione di auto in città.
Pecca chi vota partiti che
snobbano la chiesa?
Questa domanda è stata
fatta all’arcivescovo Rino
Fisichella e lui rispose:
nessun partito dovrebbe
snobbare la chiesa e i suoi
insegnamenti perché la
chiesa non ha soluzioni
politiche da proporre; il
suo contributo riguarda
sempre il raggiungimento
del bene per tutti.
Bastano 5 secondi!!! Per
verificare se abbiamo ragione, prima di reagire…
5 secondi per capovolgere
la situazione, al buon ladrone gli sono bastati per
guadagnarsi un posto in
paradiso, a noi per crescere da adulti. Cinque secondi, quindi tendere la
mano… con un sorriso.
“Le noci della prevenzio- Cinque secondi.
ne” promossa dalla fondaFelice D.
Hai un’attività (negozio, azienda,
officina) e sei stanco di correre
dal commercialista?
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insieme
pag. 11
Ricordi e varie
Ricordiamo i nostri cari
Le fotografie pubblicate sono portate in REDAZIONE o nelle rispettive PARROCCHIE dalle IMPRESE FUNEBRI indicate sotto la
foto, dai FAMILIARI, AMICI o CONOSCENTI che desiderano ricordare i propri cari anche pubblicando la fotografia sul giornale INSIEME
BARRA MARGHERITA
ved. BONO
27/01/1929 - 03/01/2014
BussO
ANTONIO
23/04/1928 - 28/12/2013
cOccO GuGlIElMA
in PIllOsu
14/12/1928 - 18/12/2013
D’AMIcO
FRANcEscO
25/02/1959 - 27/11/2013
DElMAsTRO
cAMIllA in AlEssIATO
24/12/1928 - 14/01/2014
FERRARA
lIlIANA
15/03/1954 - 26/11/2013
Parr. S. Giov. Battista - Candiolo
Parr. S. Giov. Battista - Candiolo
Parr. S. Giov. Battista - Candiolo
Parr. S. Giacomo - La Loggia
Parr. S. Bartolomeo - Vinovo
Parr. Natività M. Verg.-Piobesi T.se
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
FIlIPPA ANNA
ved. BERNARDI
20/09/1916 - 05/12/2013
GRANA lucIA
in TEsTA
04/05/1927 - 19/12/2013
MITRIONE MARIA lucIA
ved. GERVAsIO
12/05/1956 - 23/12/2013
OsEllA MARIA
ved. GERBINO
11/06/1924 - 22/01/2014
PERRI sANTA
ved. GAROFAlO
16/02/1913 - 24/01/2014
PETRIs
GIusEPPE
16/10/1934 - 14/01/2014
Parr. S. Giov. Battista - Candiolo
Parr. S. Bartolomeo - Vinovo
Parr. Madonna della Fid. - zona Coop
Parr. S. Giov. Battista - Candiolo
Parr. S. Bartolomeo - Vinovo
Parr. Ss. Gervasio e Protasio - None
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Imprese Funebri Riunite
Preghiera per i defunti
cAIEllA
GIOVANNI
Dio. alla tua presenza tutto vive, e i
nostri corpi, morendo si preparano
ad una condizione migliore.
Ti preghiamo di ricevere dalle mani
degli angeli le anime di questi nostri amici defunti, perché le portino
23/01/1931
23/12/2013
Parr. S. Dom. Savio
Garino
Imprese
Funebri Riunite
BARBERIs AGNEsE
ved. BERTOGlIO
21/05/1926 - 23/11/2013
in Paradiso nell’attesa della risurrezione.
Perdona loro ogni colpa: te lo chiediamo per la tua misericordia e per i
meriti di Gesù nostro redentore.
Amen
IMPRESE FUNEBRI RIUNITE - DAL 1979
DI VIOTTO FLAVIO - RAZZETTI MARCO - ROLFO PAOLO
Parr. S. Bartolomeo - Vinovo
Imprese Funebri Riunite
PEIROTTI IDA
ved. MuRIsEGNO
21/03/1920 - 10/01/2014
Parr. S. Bartolomeo - Vinovo
Imprese Funebri Riunite
NONE
via Roma 6
Tel. 333 9858968
SAN REMIGIO
Carignano Via Umberto I n° 39
Tel. 011 969 94 87 - 333 9858968
LA LOGGIA
La Loggia Via Bistolfi n° 29
Tel. 338 708 06 36 - 3339858968
LA VINOVEISA
Vinovo Via Marconi n° 70/A
Tel. 011 962 44 16 - 333 9858968
LA CANDIOLESE
Candiolo Via Roma n° 5/A
Tel. 011 962 58 71 - 345 1145328
LA PIOBESE
Piobesi T.se Via Magenta n° 2
Tel. 011 962 44 16 - 333 9858968
OSASIO ABITAZIONE TEL. 333 9858968 - 338 7080636
insieme
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Territorio
Vetrina importante per il Chisola
10° torneo internazionale Bear Wool Volley di Biella
Ottima prova e risultati
nell’ennesima partecipazione del Chisola a questo
importante torneo internazionale che vede l’under
16 blu femminile militare
nella categoria under 17 e
l’under 18 femminile in
quella under 19 con ambedue le formazioni che approdano ai quarti di finali.
Le prime non riusciranno
poi a superare un ottimo
Acqui Volley ma una decorosa gara in finale 7° ed
8° posto contro il Gaglia-
Defibrillatori in dotazione
al servizio associato di Polizia Locale
Il servizio associato di Polizia Locale composto dai
Comuni di Candiolo, None, Piobesi Torinese, Castagnole Piemonte e Virle
Piemonte, ha ricevuto
questi importanti ausili
per il pronto intervento in
caso di arresto cardiaco,
che in più occasioni hanno dimostrato di fare la
differenza nel salvare delle vite.
under 16 blu
Si tratta di due dispositivi
semiautomatici per il trattamento precoce dell’arresto cardiorespiratorio,
che saranno in dotazione
alle auto pattuglie sul territorio comunale, garantendo in tal modo interventi tempestivi in caso di
emergenza, fino all’arrivo delle cure avanzate e
del successivo ricovero.
Tutti gli agenti della poli-
Dichiarazione redditi 2014:
modelli UNICO e IRAP definitivi
L’Agenzia delle Entrate termina la pubblicazione dei
modelli di dichiarazione 2014
nico Biella lascia negli
animi delle ragazze un’esperienza indimenticabile.
Le Chisoline under 18 riescono nell’impresa superando il Canavese Volley,
ma ad un passo dalla finalissima devono cedere alla
corazzata ungherese Kra
Volley dimostrando l’onore della maglia sul campo
nella finale 3° e 4° posto
contro il solito Lilliput
Settimo che non tradisce
le aspettative conquistando il gradino più alto messo in palio. Un’esperienza
così può solo far crescere
dentro e fuori dal campo...
under 18
Dopo il 730, il CUD e i
modelli IVA arriva anche
la versione definitiva di
UNICO 2014 e della dichiarazione IRAP: si completano così i modelli dichiarativi relativi al 2014,
tutti disponibili sul sito
dell’Agenzia delle Entrate
completi di istruzioni.
I sei nuovi arrivati sono:
UNICO società di capitali;
UNICO persone fisiche;
UNICO società di persone;
UNICO enti non commerciali; IRAP 2014; Consolidato nazionale mondiale.
UNICO persone fisiche è
il modello “base” per la dichiarazione dei redditi delle
persone fisiche e viene presentato da tutti i contribuenti esclusi i lavoratori dipendenti e pensionati che di-
chiarano il proprio reddito
attraverso il modello 730.
Va presentato in via telematica entro il 30 settembre, oppure fra il 2 maggio
e il 30 giugno per chi utilizza il modello cartaceo. Fra
le novità 2014, segnaliamo:
l’aumento delle detrazioni
zia municipale del servizio associato sono stati
formati all’uso di defibrillatori, con la frequenza di
un corso promosso dalle
stesse Amministrazioni
comunali e tenuto da
istruttori della Croce Verde di None.
dal sito
http://www.comune.candiolo.
torino.it
per i figli a carico; la proroga degli incentivi per la ristrutturazione edilizia e la
riqualificazione energetica;
il bonus mobili; le detrazioni per gli investimenti in
start up innovative; riduzione della cedolare secca dal
19 al 15% per gli affitti a canone concordato; riduzione
forfettaria del canone di locazione libero ridotta dal 15
al 5%; le nuove modalità di
indicazione per la rendita
da terreni e fabbricati.
da http://www.pmi.it
Candiolo
Andrea Laruffa
28/02 scadenza
iscrizioni al
1° Concorso fotografico “Un paesaggio nel
pallone”, costo 6 euro.
Tema unico, utilizzando
la vostra fantasia posate e fotografate il vostro
pallone in un qualsiasi
contesto paesaggistico.
Aperto a tutti gli appassionati di fotografia.
Ogni autore potrà inviare massimo 3 fotografie
via mail.
Scheda di partecipazione e regolamento scaricabile dal sito:
www.chisolavolley.com
Categorie senior e junior premi per le due
categorie: 1° premio un
tablet 2° premio un
menù pizza 3° premio
un pallone.
Mostra delle 20 migliori opere verrà allestita
presso la casa di accoglienza La Madonnina
di Candiolo in via Pio V,
n° 30.
DuE FIRME per AIuTARE TANTI senza pagare NullA
L’8xmille ed il 5xmille sono due
firme che non ti costano nulla e
consentono di destinare una parte
delle tue tasse versate allo Stato a
CHI VUOI
FIRMA PER lA
cHIEsA cATTOlIcA
nell’apposito spazio
dell’8xMIllE,
in questo modo
farai molto per tanti
CASA
CASA DI
DI ACCOGLIENZA
ACCOGLIENZA
LA
LA MADONNINA
MADONNINA di
di Candiolo
Candiolo ONLUS
ONLUS
per parenti e malati di cancro in cura
5xmille - Firma e scrivi il numero
95516130010