Insieme Parrocchie di candiolo, la loggia, None e Vinovo-Garino. supplemento a “Il giornale della comunità”, Direttore Responsabile Marco Bonatti. Anno XV - Numero 83 Redazione Locale: presso le parrocchie - Vivere la fede in Cina - Toc, toc... emu, imu, omu, ecc. - Giovani che cercano Dio pag. 3 - Lotta alle povertà e vita eterna - La squadra di Gesù - Lumen Fidei: fede dall’amore pag. 4 L’ascensore sociale si è fermato Lavoro e globalizzazione al di là delle statistiche ufficiali Sul tema dell’occupazione giovanile la fonte più autorevole è il sito ISTAT. Recentemente sui quotidiani sono apparse notizie che quantificavano il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 ed i 24 anni in oltre il 40%: percentuale impressionante che con l’attuale situazione politica di incertezza e precarietà crea un effetto depressivo sui giovani e nella società. È percepito dai più che si è interrotto quel processo di crescita economica e culturale iniziato dagli anni ’50 e protrattosi fino ad oggi. Nella maggior parte delle famiglie i figli hanno avuto istruzione e redditi superiori a quelli dei propri genitori. Oggi la prospettiva è quella di genitori che lavorano per mantenere i figli o utilizzano i risparmi di una vita per aiutarli. La pensione non è più il riposo dopo una vita di lavoro ma l’inizio di un periodo precario. Anche nel mondo del lavoro si è interrotta quella linearità di carriera che si concretizzava negli anni in un miglioramento della propria posizione. Oggi si può tornare indietro, si può essere coordinati da persone meno esperte di noi, si può essere demansionati o trasferiti in altre sedi. Per i “più sfortunati”: cassa integrazione e licenziamento. Non esiste più la possibilità per i padri di lasciare il posto ai figli. Electrolux: per mantenere posti di lavoro in Italia la proprietà chiede l’accettazione di condizioni lavorative offensive per la dignità umana. Nelle grandi aziende l’innovazione tecnologica richiede meno forza lavoro o impone lavorazioni all’estero. Rileggiamo la statistica ISTAT su “Occupati e disoccupati” del 31 gennaio 2014 relativa al dicembre 2013: è scritto che “l’incidenza dei giovani disoccupati tra i 15 ed i 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all’11,2% (cioè circa un giovane su 10 è disoccupato). Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 41,5%”. Nel calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi. Qualsiasi scelta va spiegata e decodificata: perchè urlare la più tragica? Il timore è che chi invoca continuamente il baratro lo faccia per legittimare provvedimenti altrimenti indigesti e soprattutto per legittimare se stesso. Si legga il “47 Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese”: siamo in una “società sciapa ed infelice in cerca di connettività”. Il consiglio del Censis è: ripartire dalla scuola, dall’artigianato, dall’agricoltura e dai servizi alla persona. Io aggiungo che lo Stato, come già fatto per sostenere le imprese alla ricerca di nuovi mercati esteri, debba ora favorire la creazione di nuovi posti di lavoro in Italia e sostenere la nostra indiscussa ed apprezzata propensione ad accogliere turismo culturale, museale, sportivo ed enogastronomico. Nicola Garofalo DAllE NOsTRE cOMuNITà Candiolo pag. 5 pag. 6 La Loggia None pag. 7 Vinovo e Garino pag. 8-9 Febbraio 2014 e-mail: [email protected] - I nostri cari - Locanda dei Girasoli pag. 9 pag. 11 pag. 10 - Chisola Volley - Defibrillatori per serv. ass. polizia locale - CD il “Circo di Biga”. Lotteria di Carnev. - Dichiarazione redditi 2014 pag. 12 - 19 nuovi cardinali - Torino come Milano - Lo sapevate che? APPROFONDIMENTO a pag. 2 Abbiamo tanto da imparare Il malato ha molto da insegnare Fiat Chrysler Automobiles Basta una parola Fino a pochi giorni fa era Fiat Group Automobiles. Poi è diventata Fiat Chrysler Automobiles. Quando dietro una sola parola c’è un grande cambiamento. Quella che è stata per tanto tempo Fiat Auto e, prima ancora, la divisione auto della potentissima Fabbrica Italiana Automobili Torino ha un nuovo nome e, soprattutto, cambia completamente direzione. Non solo per il fatto che sarà una società con sede legale in Olanda e fiscale a Londra. E non solo per il fatto che sarà quotata a New York e Milano. Ma soprattutto perché diventa una società molto più globale, aggiungendo alla presenza europea e sudamericana una forte presenza nel Nord America e scommettendo su di una riuscita dello sbarco in Cina, dopo i fallimenti dei decenni scorsi. Una società multipolare. Ma quale potrebbe essere il significato per l’area torinese? In realtà quanto successo di recente non cambia un trend chiaro, iniziato con la scommessa sulla Chrysler. La dipendenza dai mercati italiano e brasiliano rischiava di essere ingestibile nei periodi di crisi. Ora, con una produzione più che doppia e una presenza consolidata in 3 delle 4 aree tipiche del mercato dell’auto, le prospettive possono essere diverse. Una maggiore capacità di investimento, che sinergie derivanti da condivisioni di progetti possono amplificare, e una maggiore capacità di resistenza a crisi locali sono effetti importanti. Inoltre l’ampiezza della gamma di prodotti consentirà probabilmente di poter dare risposte molto differenziate e puntuali ad una domanda sempre più frammentata ed esigente da un lato e molto attenta al prezzo dall’altro. La polarizzazione del mercato La crescente tendenza alla progressiva polarizzazione sociale, con le note difficoltà della classe media, si riflettono anche sui mercati automobilistici. Da un lato i ricchi ed i segmenti cosiddetti premium, che consentono alle case di fare buoni profitti. Dall’altra i marchi low cost e la concorrenza sul prezzo da parte dei marchi coreani e giapponesi oggi, indiani e cinesi domani. La scommessa di Marchionne è riuscire a ricavare a Fiat Chrysler Automobiles uno spazio più ampio dell’attuale nel mercato premium in cui la fanno da padroni i marchi tedeschi. È una scelta che potrebbe rendere sostenibile la presenza di una progettazione e produzione italiana, che altrimenti sarebbe a rischio per gli alti costi industriali. Le difficoltà del gruppo Peugeot dimostrano come non sia sufficiente fare nuovi modelli, anche riusciti, per sopravvivere senza affanni. Una scommessa ponderata Quindi tutto bene? Purtroppo si tratta appunto di una scommessa, anche se ben ponderata. L’operazione ruota intorno alla rinascita dell’Alfa Romeo e all’affermazione di Jeep e 500 come marchi di fascia alta, oltre al consolidamento nei difficili mercati asiatici. Il completamento della fusione con Chrysler ha tolto dei punti interrogativi sui tempi e sulle risorse disponibili. I prossimi mesi ed in particolare il piano strategico, che sarà presentato agli inizi di Maggio, dovrebbero dare altre risposte. A quel punto dovrebbe essere abbastanza chiaro quali potrebbero essere le prospettive dell’industria automobilistica italiana e di buona parte della presenza manifatturiera nell’area torinese. Spazi per l’ottimismo ce ne sono, soprattutto pensando a che cosa potrebbe essere la situazione attuale in assenza della mossa americana di Marchionne. Automobili italiane Il caso Maserati ha dimostrato che le capacità di fare automobili italiane ambite sono ancora presenti, seppure la crisi abbia pesantemente inciso sul distretto torinese dell’auto. Restano la consapevolezza delle difficoltà, anche in considerazione delle risorse a disposizione della concorrenza di FCA. Soprattutto restano gli interrogativi su quanto l’Italia e l’Europa siano ritenuti importanti dai vertici della nuova società durante le scelte di investimento. Meno del passato sicuramente, per diverse ragioni. Speriamo comunque abbastanza da garantire la continuità e magari una crescita dell’attuale occupazione, con un occhio alla situazione giovanile. Piero Maina insieme pag. 2 Approfondimento Al centro l’ammalato e la sua famiglia Quali sono i bisogni di un malato? Cosa si aspetta dagli altri? Come stare accanto a lui? La necessità di sostenere i familiari del malato Perché una Giornata Mondiale del Malato La Giornata Mondiale del Malato venne istituita nel 1992 da Giovanni Paolo II per favorire un’attenzione quotidiana della Chiesa a chi è sofferente e a chi se ne prende cura, sostenendoli con la propria carità ed affidandoli a Dio per Maria. Il Papa scelse come data l’11 febbraio, ricorrenza della Madonna di Lourdes, infatti “insieme con Maria, Madre di Cristo, che stava sotto la croce, ci fermiamo accanto a tutte le croci dell’uomo di oggi”. E Lourdes è luogo e insieme simbolo di speranza e di grazia nel segno dell’accettazione e dell’offerta della sofferenza. Obiettivi della celebrazione di questa giornata: – sensibilizzare i cristiani e la società civile alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi; – aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza; – favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato. Il messaggio scelto da Francesco per la Giornata del 2014 ha come tema Fede e Carità: “Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” e come modello la Vergine Maria. Silvia Barbero insieme Mensile delle Parrocchie di: * San Giovanni Battista - Candiolo, * San Giacomo - La Loggia, * Santi Gervasio e Protasio - None, * San Bartolomeo e * San Domenico Savio - Vinovo. Supplemento a “Il giornale della Comunità” Direttore Responsabile Marco Bonatti. Piazza R. Sella 2 10060 Candiolo (TO) Tel. e Fax 011 962 16 00 e-mail: [email protected] Redazione del giornale Ambrogio Claudio Barbero Silvia Bellotti Maria Ester Bernardi Mario Boccardo Paola Cherici Guido Chiomento don Carlo Damasio Felice Garofalo Nicola Ghiazza don Marco Gosmar don Giancarlo Govoni Domenico Maina Piero Marini don Ruggero Scaglia Franco Per la Pubblicità o inserimento foto contattare i reDattori locali o Portare in reDaZione a candiolo 011 96 21 600 (mart. e giov. dalle 17,00 alle 18,30) Video impaginazione e stampa la fotocomposizione torino La casa degli Italiani L’eccellenza nei rapporti umani, nella qualità delle cure e nei risultati ottenuti dalla ricerca a Candiolo, fanno dell’IRCC un centro importante per i malati ed i loro familiari. Visitando i malati mi sono pernottamenti. Alla Casa stiamo scoprendo la vera Italia: solidarietà, concretezza, capacità di lottare e di soffrire insieme, sostegno reciproco. La famiglia non pensa solo al suo malato. Si in- sano. Molto meglio il silenzio, lo stare accanto in modo concreto e discreto, condividere speranza e gioia, fatica e tristezza. Insomma “esserci”. Tantissimi amici ci fanno partecipi dei loro stati d’animo. Oppure frequentano la cappella dell’adorazione. Molti chiedono di parlare di fede. Una famiglia di famiglie Con il tempo si è creato un clima di famiglia. La Casa è “una famiglia di famiglie”. Ciascuno, con semplicità, condivide ciò che è. Sovente anche ciò che ha. Arrivano lettere da tutta Italia. Gli amici che tornano in famiglia ci dicono: ci siamo sentiti come a casa nostra. accorto che alcuni avevano i parenti che dormivano in macchina, non potendo permettersi le spese di albergo. Così è nata la Casa di Accoglienza “La Madonnina”. La Casa è ormai una realtà: non spreco righe per descrivere le fatiche e le lotte, le interminabili riunioni, i debiti fatti, le trattative per realizzarla. Non solo un letto Con la casa tentiamo di rispondere ai bisogni di chi, arrivando da lontano, non conosce nessuno e desidera essere vicino al proprio caro durante le cure. Non vogliamo lasciare da soli quanti vivono la terribile lotta contro il cancro, ma non hanno disponibilità economica di pagare, per lungo tempo, le spese di soggiorno in un albergo. Il problema va ben oltre la ricerca di un letto. Le persone che arrivano hanno bisogno anche di altro. Tentiamo di offrire un aiuto globale, spirituale e materiale: casa, vitto, assistenza, amicizia, tempo. 150 volontari La Casa funziona grazie a 150 volontari che si occupano di tutto: pulizie, segreteria, accoglienza, manutenzione, trasporto, economia, giardino, recupero materiale donato e offerta nei mercatini. Senza di loro sarebbe impossibile risolvere i mille piccoli problemi quotidiani che sorgono in una struttura di questo tipo. La vera Italia Da settembre 2007 abbiamo avuto oltre 40.000 teressa anche degli altri ammalati. Sono nate amicizie straordinarie. Abbiamo ospitato famiglie da tutta Italia. Provengono da: Sardegna, Piemonte, Sicilia, Calabria, Campania, Liguria, Lombardia e Lazio sono, nell’ordine, le regioni con maggior numero di presenze. Non c’è regione d’Italia da cui non La collaborazione con l’IRCC C’è grande collaborazione con l’IRCC: Fondazione, Direzione, Ricerca ci sono sempre stati accanto. Medici, infermieri e personale si informano della vita della casa. Tra i volontari abbiamo anche qualcuno che lavora all’IRCC. Siamo in contatto siano arrivate persone da continuo con l’assistente ospitare. Molti arrivano sociale. anche dall’estero. Da parte mia, assicuro che prego ogni giorno per tutte le persone che spendono Parlare di fede ? Dare consigli ad un mala- le loro energie in questo to è troppo facile per chi è Istituto. Esercizi Spirituali in Corsia Non è facile stare in corsia all’Ircc: paura e speranza s’incrociano e si respirano. Ogni esperienza è insieme luce e ombra. La vita del malato e quella di Cristo s’incrociano e talvolta si scontrano. Ogni angolo dell’ospedale è luogo di incontro con il malato, i familiari, il personale: corridoi, sale di attesa, camere, bar, ascensori, cappella. Considero l’Ircc una casa di esercizi spirituali. Nel trambusto e nel viavai di migliaia di persone, non posso che parlare con frammenti di frase. Racconto l’esperienza forte e completa con due giovani amici malati. confidarsi. Io non parlo. Lui non parla. All’improvviso gli do uno schiaffo sulla guancia. Reagisce piangendo. Finalmente si sfoga: il dubbio sta prevalendo sulle certezze, la paura sul coraggio, la morte sulla vita. Diventa un torrente in piena. Poi tace. Gli dico solo: «Non hai il diritto di lasciarti andare». Insieme troviamo i motivi per lottare ancora: «Non puoi lasciarti andare perché devi rispettare chi ti ama; puoi sostenere o deprimere gli altri malati; non puoi buttare la vita; non puoi rifiutare la croce». Terminato il colloquio, spingo la carrozzina nei Il dolore ha un senso? corridoi e visitiamo l’ospeNei nostri incontri parliamo dale. Comincia a sorridere. di tutto: fatiche e paure, speranze e sogni, progetti per L’Unzione dei malati l’oggi e per la vita. Non man- Dico ai miei amici: Gesù è cano mai le domande sul vero uomo (quindi ci può senso del dolore e quelle capire) e vero Dio (quindi ci sulla bontà di Dio. Il Vange- può salvare). Ci è sempre lo è lo sfondo dei nostri in- accanto e si dona a noi nei contri. Al bar stavo chiac- Sacramenti. È premuroso chierando con questi giovani nei confronti dei malati. Ho amici. Eravamo tutti e tre ten- parlato di Lui, delle Sue padenti al pessimismo: mi rac- role, dei gesti che faceva. contavano le sofferenze fisi- Ho parlato anche della Croche, le lacrime versate di not- ce, la Sua Croce. E poi delle te a causa del male diventato nostre croci, malattia cominsopportabile. Dopo un presa. Ho parlato a lungo di quarto d’ora di queste loro le- Gesù, nonostante il viavai gittime lamentele, mi sono continuo. Rimasti soli, abalzato e li ho salutati. «Dove biamo pregato. Su ciascuvai?». «In cappella, ho biso- no di loro ho imposto le magno di stare davanti al Signo- ni per invocare il dono dello re. Il vostro dolore mi toglie il Spirito Santo. Poi li ho unti fiato». «Possiamo venire con con l’olio degli infermi dite?». Siamo andati in cappel- cendo le parole: «Per questa la. Nel silenzio, guardiamo santa Unzione e la sua piisper alcuni minuti il crocifis- sima misericordia ti aiuti il so. Poi parliamo della Croce, Signore con la grazia dello del suo non senso, del suo Spirito Santo. E, liberandoti senso per Lui e per noi. La dai peccati, ti salvi e nella preghiera viene spontanea. sua bontà ti sollevi». Dopo il Inattesa giunge anche la ri- rito abbiamo fatto festa perchiesta: ci dai la Comunione? ché abbiamo incontrato Gesù. Ed abbiamo mangiato i cioccolatini. Alla faccia dei Anche uno schiaffo serve La malattia sta vincendo la brufoli. Il letto è diventato sua battaglia. Il mio amico si il loro altare. Sovente, molmuove in carrozzella, sempre to di più di quanto si creda, il più debole. Lo spirito comin- malato si offre come vittima cia a cedere: si lascia andare unita al Crocifisso. Sono i perché sa che la battaglia è santi di oggi. pagina a cura di perduta. In corridoio ascolto l’amico. Non ha voglia di don Carlo Chiomento insieme pag. 3 Rubriche Esperienze di vita Toc... Toc... Vivere la fede in Cina Una delle ultime cose che mi sarei aspettata a questo punto della mia vita è quella di abitare per un po’ in un paese così lontano come la Cina, non solo geograficamente ma dalle mie abitudini. Il lavoro, o meglio la carenza di lavoro in Italia ha motivato la scelta di trasferimento temporaneo della nostra famiglia da La Loggia a Shanghai. Non sarà per sempre e questo pensiero mi dà la serenità di poter osservare alcuni aspetti della nostra vita sui quali non avevo mai dovuto riflettere prima. Trasferirsi in cinque poi ci permette di non concentrarci troppo su se stessi dato che tre familiari dipendono da noi in tutto e per tutto, sfera emotiva al primo posto. Dopo un anno e mezzo di vita qui ogni volta che ci chiedono cosa ci manca la risposta è sempre la stessa: gli affetti fa- miliari e fraterni ed il nutrimento spirituale. Vivere la propria fede in Cina è permesso ma non favorito, controllato. A Shanghai ci sono infatti tre chiese che officiano la messa in inglese, in italiano non è permesso, ma se pensate che la città ha un numero di abitanti pari a tutto il nord Italia, questo rende l’idea di quanto ancora la Cina sia terra di missione. La libertà di cui si gode in Europa sta pian piano divenendo possibile in svariati settori anche per i cinesi ma il rischio che vediamo per questo paese è quello di passare dal comunismo al consumismo senza attraversare altri processi che favorirebbero invece la crescita della persona umana. Entrando nel concreto: per raggiungere la chiesa più vicina a noi la domenica ci mettiamo circa 40 minuti. La distanza comporta spesso un’ ulteriore fatica per i nostri figli. Spesso infatti capita che all’uscita si debba attendere parecchio per trovare un mezzo con cui tornare a casa. Il primo anno è stata dura essere fedeli poi su consiglio di un sacerdote amico abbiamo cambiato prospettiva: non cerchiamo più il nostro compiacimento, dato che ogni omelia sembra uguale a se stessa ma ci andiamo per sostegno, offrendo la nostra presenza a quel povero prete che si trova a celebrare anche lui nella fatica di non poter dire esplicitamente quanto vorrebbe. Un altro elemento di cui per anni non ci eravamo Amo, Emu, IMU, Omu, Umu resi conto di quanto invece facesse parte del nostro panorama quotidiano sono le chiese in quanto edifici. Sentiamo la mancanza di questa vista come elemento pacificatore nella nostra giornata e non vedere in giro mai una chiesa, un’immagine sacra, una suora o un prete ci manca come il non vedere il sole a causa di un cielo spesso plumbeo. Questa esperienza di temporanea “deprivazione” ci da modo di pregare per tutti i consacrati e per tutte le famiglie che cristianamente si impegnano a incarnare il messaggio di Gesù. Simona Obialero L’ho scampata: dopo i vari versamenti Imu fatti l’anno scorso infatti la scadenza del 24 gennaio non mi ha toccato. A nessuno piace pagare le tasse, però riflettevo... In quasi tutti i paesi del mondo, quelli “civilizzati” cui abbiamo la presunzione di appartenere, esiste una tassa sulla proprietà. E gli Stati usano quei soldi per costruire le strade che portano alle nostre case, mettere l’illuminazione pubblica, farci trovare una panchina all’ombra di un albero nei pomeriggi d’estate... Allora perché c’è tutto questo malcontento legato all’Imu? Secondo me è inutile prendersela con i governi che hanno imposto la tassa, era l’unico modo per far arrivare dei soldi nelle casse dei comuni, dovremmo invece andare dalle nostre amministra- zioni comunali e chiedere come vengono spesi. Se le strade sono dissestate, metà dei lampioni sono spenti, gli uffici comunali fanno orari scomodissimi e in tutto l’anno le iniziative per tenere vivo il paese si contano sulle dita di una mano, beh, o rodiamo per aver dovuto pagare o ne chiediamo conto a chi dovrebbe amministrare. Beninteso, ci sono comuni più virtuosi e altri meno, ma il succo non cambia: se io cittadino vedo come vengono impiegati i soldi delle mie tasse, non pagherò volentieri ma almeno non mi sentirò derubaGuido Cherici to. Conoscere per crescere Giovani che cercano Dio Non è un caso isolato e nemmeno un fenomeno di massa. Ultimamente sono in costante aumento i giovani che chiedono di essere accompagnati nella ricerca di Dio. Vogliono fare un cammino di fede, conoscere Gesù, capire la Chiesa, leggere il Vangelo. Hanno sete di Dio, di Verità, di risposte. Hanno nel cuore molte domande. Chiedono che si dedichi loro del tempo. Non basta loro qualche breve incontro ogni tanto. Vogliono proprio fare un serio cammino di fede. Non possiamo che rallegrarci di questa novità. Sono tutti oltre i 20 anni. Sto sperimentando la gioia di essere catechista in modo diverso da quello convenzionale. Le domande che mi fanno toccano la mia fede e la mia vita. Mi chiedono perché credo, come prego, quali dubbi ho. Sono provocanti, ma senza avere un atteggiamento di sfida. Mi chiedono risposte sincere e vere. La sincerità riguarda la mia persona (devo comunicare ciò che vivo), la verità riguarda gli elementi oggettivi del cri1. Singolo e comunità stianesimo. La comunità e i gruppi soQuesti giovani li incontro no importanti. Dobbiamo all’IRCC (malati e non), fare in modo che siano viin parrocchia, alla casa di vi, vivaci, gioiosi, solidi. Questo non basta. È opaccoglienza. Questa nuova esperienza portuno dedicare tanto mi costringe a rivedere al- tempo all’ascolto dell’altro. Ascoltare le domande, cuni modi di fare: cercare assieme le risposte, mettere al centro la persona. La persona con i suoi ritmi e i suoi tempi. È faticoso, ma anche affascinante. È importante presentare i limiti strutturali della persona umana (siamo fragili, peccatori, a volte stupidi, sempre “a tempo determinato” perché in cammino verso sorella morte, volgari, impuri, superbi, irascibili, scontrosi, incostanti, atei). 2. L’essenziale Un cammino di fede è tale se mette al centro l’essenziale: Gesù, il Vangelo, la Chiesa. Se mancano queste tre dimensioni non si giunge a nulla. Senza annacquare, senza aggiungere o togliere. Mi ha stupito in diversi incontri personali il desiderio di conoscere Gesù. È importante presentare le enormi potenzialità che lo Spirito suscita nei nostri cuori (i talenti, la Grazia di Dio, la Parola che salva, la bellezza di fare squadra con Gesù e la Chiesa). È importante aiutare il giovane a comprendere che una vita senza Gesù è insignificante. 3. Fede e vita Fede e vita vanno a braccetto. Se manca l’una, l’altra si svuota. Chiesa e mondo, Dio e l’uomo sono inseparabili. L’ i n c o n t r o con Gesù, se è autentico, trasforma il modo di pensare, di parlare e di agire. Una testimonianza di un giovane di 21 anni: Caro Dio, aiutato dal “don” mi sto guardando dentro e sto comprendendo molte cose. La prima e la più importante è che da solo non arrivo da nessuna parte. Senza il Tuo sostegno, la Tua bontà, il Tuo grandissimo Amore non riesco proprio ad andare avanti, anzi mi prendo solo delle grandissime delusioni. Ho capito come sia importante stare solo con Te, pregarTi, adorarTi; ho riscoperto il silenzio e il gusto della preghiera. Basta con le giornate passate a correre da una parte all’altra, a guardare la tv, ad ascoltare la radio. Sembra quasi che abbia paura di stare da solo nel silenzio. Piano piano ho imparato che il silenzio è fondamentale per costruire il progetto della mia vita. don Carlo Chiomento insieme pag. 4 Chiesa e UP54 sOcIETà PAROlE di VITA Lotta alle povertà e la vita eterna La squadra di Gesù Nei giorni scorsi si è tenuto in Svizzera il 44° incontro annuale del World Economic Forum durante il quale è stato letto il messaggio di Papa Francesco che ha esortato tutti i membri convenuti a Davos ad “un approccio politico ed economico più umano ed inclusivo” ribadendo “che la crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica”, ovvero “una visione trascendente della persona in una prospettiva di vita eterna”! Molti amici che leggono L’Insieme staranno pensando:cosa c’entra la vita eterna con la giustizia sociale e con il progresso? Oh se c’entra caro amico... c’entra tantissimo! Le conseguenze drammatiche di tante ingiuste politiche economiche, le esclusioni sociali crescenti di milioni di essere umani non sono forse causate da questa grave miopia che svuota la dignità umana do ogni valore permanente ed eterno? Non è forse necessario che tutti coloro che hanno grandi responsabilità sappiano interrogarsi anche e forse soprattutto sul significato più ampio della vita umana e sul suo destino eterno. Sì, ha fatto bene il Papa, che aveva già ripreso queste riflessioni nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della Pace e in forma ancora più profonda nella Evangelii Gaudium ha ribadire che menti più necessari nell’immediato come la corresponsabilità, la differenziazione e nuove opportunità, la ricchezza al “servizio e non al comando”, L’esclusione sociale, la di- l’equa distribuzione dei gnità umana calpestata, le beni primari… condizioni disumane dei profughi, la fame, la strage Noi, che ci diciamo cridegli innocenti, aumente- stiani, siamo chiamati a ranno sempre di più se non vivere questo paradosso e ci si apre a questa prospetti- trasformarlo possibilmenva che se vissuta nella sua te sia in denuncia ma soautenticità sarebbe il vero prattutto in proposta esemfondamento e motore del plare e concreta. benessere integrale delle persone e dello stesso bene Essere “esperti di eternità” vuol dire essere esperti di comune. “vita concreta”;vuol dire Certo ci sono stati tanti cam- sporcarsi le mani con i probiamenti e successi benefi- blemi delle persone che coci, ma il permanere di eventi me figli di Dio portano in sé drammatici dovrebbe ri- trascendenza ed eternità; chiede una apertura ed una vuol dire rendere ogni uomo acquisizione di queste “ri- e donna soggetto del prosorse morali ed umane” le prio “destino” che si realizsole capaci ad affrontare le za pienamente solo nel Renuove sfide con determina- gno di Dio; vuol dire collaborare al progresso integrazione e lungimiranza. le e qualitativo di tutti gli Se non maturiamo verso uomini e donne;vuol dire questa promozione integra- non escludere nessuno né da le dei poveri e una visione una vita umana degna di più ampia e trascendente questo nome e tantomeno della dignità umana e dei dalla vita eterna, dono unisuoi più profondi bisogni, versale di Dio, unico Signoanche la carità cristiana sarà re dell’uomo! sempre più soffocata dal mero assistenzialismo o Come può un fratello che dalla miope giustificazione vive una vita disumana, socio-economica. credere alla vita eterna? Proprio per un approccio Ma forse quella sorella afpiù “inclusivo ed umano” di famata la desidera con tuttanti uomini e donne del no- to il suo cuore... e non so stro tempo è necessaria que- se questo... è per noi crista apertura prospettica che stiani una benedizione o anche concretamente può maledizione?! don Ruggero Marini far crescere gli atteggia- senza la prospettiva di una vita eterna, il cosiddetto progresso umano è privo di respiro e forse anche di senso vero. Gesù, passando lungo il lago, vede Simone e Andrea, che gettavano le reti in mare; poco oltre vede anche Giacomo e Giovanni e dice loro: «Venite dietro a me! ». È scoccata la sua ora. L’arresto di Giovanni segna l’inizio della vita pubblica di Gesù, che lascia Nazaret e prende casa nei dintorni del lago di Tiberiade. Da quella periferia che è la Galilea Gesù chiama tutti alla conversione «perché il regno dei cieli è qui», e disegna la squadra da mettere in campo per la missione che lo attende. I pezzi pregiati sono Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. Cafarnao è la terra dei primi allenamenti. Nella composizione della squadra Gesù non fa differenze di condizione sociale: sceglie tra poveri e ricchi, tra adulti e giovani, tra gente di cultura e gente del popolo, tra santi e peccatori, tra sani e malati. Crea una comunità di discepoli. Affida loro compiti diversi, ma dovranno indossare tutti il grembiule del servizio. Diversamente dai maestri della legge, è Gesù stesso a scegliersi i discepoli. La chiamata dei primi apostoli è esemplare per «Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello... e disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». (Mt 4, 12-23) ogni vocazione successiva e, se è vero che essa può essere mediata dalla parola di un altro, la chiamata rimane sempre un fatto personale. Chi propone è Gesù. Ma qual è la proposta? «Vi farò pescatori di uomini». C’è pesca e pesca. Pescare un pesce è ucciderlo, pescare un uomo è farlo rivivere. Gesù passa e vede. Che cosa? Due coppie di fratelli? No, vede molto di più. In Simone vede Pietro, la roccia su cui fondare la sua Chiesa; e in Giovanni intuisce il discepolo che darà la più folgorante definizione di Dio, «Dio è amore». Lo sguardo di Gesù è uno sguardo che crea possibilità nuove. Mi guarda, e vede in me un tesoro nascosto, una generosità che non sapevo di avere. Nel suo sguardo io scopro per me la luce di orizzonti più grandi. «Vi farò pescatori di uomini». Vi farò esperti del cuore dell’uomo, imparerete come ascoltarlo, come rispondere alla sua fame di libertà, di felicità, di amore. «Ed essi, subito, lasciate le reti...». È sottolineata la tempestività della risposta. Ci si sente chiamati per nome, interpellati in un momento favorevole. Si lascia tutto, perché di fronte a una luce il resto cade nell’ombra. Il dono ricevuto è più grande di ciò che lascio. Seguire il Signore è il senso della vita umana. Cessa la «fuga» da Dio e inizia il viaggio di «ritorno» a Dio. Si segue chi si ama. E inizia l’apprendistato della nuova “pesca”. don Giancarlo Gosmar uNITà PAsTORAlE 54: cANDIOlO, lA lOGGIA, NONE, VINOVO E GARINO «Lumen fidei»: la fede viene dall’amore L’enciclica di Papa Francesco è stato l’oggetto dei gruppi di Vangelo nelle case 2014 Lumen fidei: con l’immagine della luce Papa Francesco delinea il cammino che intende proporre alla Chiesa, oggi. La luce è una categoria determinante per la fede, perché rimanda a testi chiave del Nuovo Testamento. Se a questo si aggiunge che il secondo termine che ricorre con maggior frequenza è quello di amore, allora si può affermare che l’enciclica di Papa Bergoglio è un percorso efficace, ricco di suggestioni, per dare sostegno alla testimonianza dei cristiani nel mondo. «Chi crede, vede». L’affermazione fortemente simbolica immette nel cuore del tema, indicando la fede come «incontro con il Dio vivente che ci chiama e ci svela il suo amore» (Lf 4). La fede in Gesù è la luce che permette a ogni persona di ritrovare il senso sulla propria vita. L’enciclica sulla fede viene offerta da Papa France- sco come un «programma» su come continuare a vivere questa esperienza nella Chiesa. Qui si ritrova il suo stile e i contenuti a cui ci ha abituato in questi primi mesi, soprattutto con le sue Omelie quotidiane. All’indomani della sua elezione, il Papa, nel primo discorso ai Cardinali, aveva presentato il suo «programma» in tre verbi: «camminare», «costruire», «confessare». Li aveva ripetuti più volte, quasi a voler convincere dell’importanza di questa prospettiva per la Chiesa dei prossimi anni. Uno dei tratti peculiari della cultura contemporanea si riscontra nel rapporto tra fede e verità. Il Papa preferisce una visione concreta della verità nelle sue sfaccettature e nell’esperienza quotidiana. Il relativismo che riduce tutto alla propria prospettiva conduce inevitabilmente a dimenticare la questione religiosa e per conseguen- za a perdere il senso dell’esistenza personale. In questo contesto culturale, tuttavia, è l’uomo che non trova più l’essenza per cui vivere: l’amore. «L’amore risulta oggi un’esperienza legata al mondo dei sentimenti incostanti e non più alla verità» (Lf 27). I primi due capitoli di Lumen fidei descrivono il rapporto fede e amore. Il cuore della fede è l’amore trinitario di Dio che si rivela in Gesù Cristo. Come c’è la «luce della fede», così siamo posti dinanzi alla «luce dell’amore». Per entrare nella conoscenza dei contenuti della fede, quindi, è necessario armarsi delle «ragioni del cuore». È l’amore il fondamento che consente ai credenti di costruire la loro vita sulla roccia e non sulla sabbia. Una simile presentazione della fede permette a Papa Francesco di recuperare il valore dei sensi. La fede, infatti, richiede il vedere, l’ascoltare, il toccare... insomma, tutta la persona è coinvolta in questa avventura. Nulla è lasciato al caso. Il terzo capitolo è dedicato alla trasmissione della fede. Credere, pur essendo una scelta personale, equivale comunque a far parte della Chiesa. Ecco perché «chi crede non è mai solo». Lo sguardo finale di Papa Francesco, nel quarto capitolo, verte su un tema a lui particolarmente caro: l’impegno del cristiano nel mondo. In questa parte, il verbo da lui preferito diventa quello di «edificare» e «costruire», per rendere evidente la credibilità della fede. L’enciclica sulla fede che parla di amore si conclude con il grido di Papa Francesco che merita di essere accolto: «Non facciamoci rubare la speranza». don Giancarlo Visite e prelievi in sede. Calendario prelievi: – domenica 16 febbraio Usa bene il tuo tem– sabato 26 aprile po: aiutaci a salvare – domenica 18 maggio vite umane! – sabato 26 luglio Donando il tuo san– domenica 17 agosto gue avrai anche un controllo sul tuo – sabato 25 ottobre – domenica 16 novembre stato di salute! Vieni, l’A.V.I.s. è con TE! insieme pag. 5 Comunità San Giovanni Battista - Candiolo “Batti il cinque”, “Affettività” e “Question time” La formazione è l’anima dell’azione. Senza formazione, specialmente in un’epoca di grandi e velocissimi cambiamenti, rischiamo di “sopravvivere” senza “vivere”. Non si può vivere di rendita e rimanere fermi in un mondo che corre veloce. La conoscenza del Vangelo e delle realtà spirituali non è un fatto acquisito una volta per sempre. Richiede studio, passione, impegno, tempo. Papa Francesco ha detto che la “formazione è un’opera artigianale”. E indica quelli che per lui sono i quattro pilastri fondamentali della formazione: “spirituale, intellettuale, comunitario e apostolico”. C’è molto da rivedere nel cammino delle nostre parrocchie. Al momento, di strutturato, c’è solo il catechismo dei bambini. Troppo poco. Ciascuno di noi ha certamente dei deficit su tutti e quattro i pilastri della formazione. Quest’anno abbiamo lanciato tre iniziative con lo scopo di smuovere le acque e di offrire occasione per fare un po’ di formazione. 1. Batti il cinque Questa iniziativa riguarda tutti i ragazzi del catechismo, elementari e medie. Abbiamo chiesto alle famiglie di portare i ragazzi in Chiesa per comprendere il significato della Messa. In ottobre il primo incontro, nel nuovo oratorio: oltre 700 persone hanno partecipato alla Messa. Abbiamo compreso che il Signore ci chiama a fare festa con Lui. Abbiamo terminato con la benedizione degli zainetti. A fine novembre il secon- do incontro, in Chiesa. L’argomento è stato la Parola di Dio: il Signore parla a ciascuno di noi. Dopo la Messa abbiamo consegnato ai ragazzi una lettera di Gesù e di sua mamma, Maria. A febbraio il terzo incontro per comprendere il valore della Messa come Sacrificio di Cristo che muore per donarci la sua vita. È stato commovente il silenzio, anche dei più piccoli, durante la preghiera eucaristica. Il 9 marzo, faremo il quarto incontro e il 22 giugno l’ultimo incontro. 2. Affettività L’adolescenza è difficile e affascinante. Con chi viene al gruppo, abbiamo iniziato a parlare di vita affettiva: amare ed essere amati, il progetto di donare la vita a qualcuno, le trappole, i pericoli, le possibilità. Le domande iniziali ci stanno orientando dentro al “pianeta amore”: Chi c’è nel mio cuore? Chi desidero avere nel cuore? Chi dovrei mettere nel cuore? Chi ho tolto dal mio cuore? Chi devo togliere dal mio cuore? Sarà un percorso che faremo a tappe. Ovviamente cerchiamo di comprendere cosa insegna il Vangelo sulla vita affettiva. Credo sia importante offrire agli adolescenti un quadro di riferimento su questa delicata materia. scussione e in ricerca. Ovviamente lo sfondo è la Sacra Scrittura letta all’interno della Chiesa. Gli incontri si fanno ogni quindici giorni, al venerdì sera (ore 21). 3. Question Time Guidati da don Giuseppe, un gruppo di adulti sta cercando di dare una risposta alle tante domande che la vita ci pone. Sono domande antiche e nuove, legate anche al progresso della scienza e della tecnica. Nessuno fa da maestro agli altri, tutti i partecipanti si mettono in di- Una prima serata è stata dedicata alla raccolta degli interrogativi. Poi ci si è inoltrati sul sempre affascinante tema del peccato originale. don Carlo Grande successo del “Circo di Biga” Il nostro giornale si è già occupato lo scorso anno della band “Il circo di Biga” (di cui fanno parte i candiolesi Beppe Varrone e Massimiliano Squillace ) con un’intervista alla vigilia dell’uscita del loro cd e soprattutto della loro prima esibizione in grande stile: il concerto nell’auditorium di Vinovo nel maggio scorso. Un grande successo, praticamente un tutto esaurito per uno spettacolo che non è stato un semplice concerto, ma una bellissima integrazione di musica, teatro, danza e giocoleria. Racconta Beppe: “Quando si è aperto il sipario mi è mancato il fiato nel vedere tutta quella gente per noi. È stato magnifico!”. Certo, ma sicuramente deve essere sta- Agenda * Martedì 25 febbraio ore 17: Confessioni medie e Messa * Sabato 1° marzo, ore 9-12: Catechisti al Santo Volto * Mercoledì 5 marzo, ore 18 e 21: Celebrazione Ceneri * Giovedì 6 marzo, ore 21: Redazione Insieme * Domenica 9 marzo, ore 10.30: “Batti il cinque” * Martedì 11 marzo, ore 21: incontro giovani e CPP con Mons. Nosiglia (a Vinovo) * Sabato 29 marzo, ore 9-13: Giornata Diocesana Caritas a Valdocco * Martedì 15 aprile, ore 21: Celebrazione Penitenziale adulti e giovani vedi pag. 12 to anche impegnativo organizzare tutto: “Organizzare quel tipo di serate è dispendioso in termini di energie e anche di finanze. Abbiamo coinvolto molti ospiti, quali: Graziano Di Benedetto, attore, Sara Di Tommaso, ballerina, I Color Brass, quintetto di ottoni, Aurelio Pitino con il suo coro, Yuri Yugolo, giocoliere e ovviamente la nostra band”. È vero che presto è previsto un bis proprio nello stesso auditorium di Vinovo? “Infatti, per ora è confermato il bis a Vinovo per il 16 maggio, mentre è ancora in forse la data dell’11 aprile a Cantalupa”. Inoltre vi siete esibiti anche a Candiolo, nello spettacolo per la raccolta fondi di Telethon che si è tenuto il 6 dicembre scorso nel salone del nuovo oratorio. “È stata una bella esperienza anche quella. Aiutare l’associazione in primis, ma è stato entusiasmante anche collaborare con gli altri gruppi cioè i Blue Gospel Choir, i giovani VAMAC, il coro delle Piccole Canaglie, Martina Mancuso che ha suonato con noi il violino e Dome- nico Giannetto che è un bravissimo sassofonista candiolese. Senza dimenticare Sara Di Tommaso e le sue spettacolari acrobazie sui teli aerei. Sono stati tutti molto bravi”. E come vanno le vendite del cd “Circo di Biga” che è uscito a maggio e i cui proventi, lo ricordiamo, vanno tutti in beneficienza alla Casa di Accoglienza La Madonnina di Candiolo? “Bene, abbiamo già venduto centinaia di copie, senza avere né etichette discografiche, né grandi distribuzioni sul mercato discografico”. Ricordiamo che il cd si può acquistare presso la Casa di Accoglienza La Madonnina, nel negozio di Premiazioni di Beppe a Vinovo e all’Antico Caffè di Candiolo. “Ricordiamo che abbiamo una mail per contattarci: [email protected] e che siamo presenti anche su facebook. Inoltre i nostri brani sono ascoltabili gratuitamente su Reverbnation.it.” Intervista a cura di P. Boccardo Grazie di cuore a Beppe, Massimiliano, a tutti i componenti della band “Il circo di Biga”, agli artisti e a tutti coloro che hanno collaborato per le serate svolte a favore dei malati e parenti ospitati alla casa di accoglienza La Madonnina di Candiolo. I volontari Le Confraternite laiche Storia del Santuario della Madonnina In Piemonte, o almeno nell’area del Piemonte occidentale che attraverso i secoli si è riunito intorno alla signoria Sabauda, conservando tradizioni e usanze locali, le Confraternite laiche hanno avuto una importanza fondamentale, contribuendo in modo decisivo specie di fronte a circostanze specifiche, tipo le pestilenze. La loro origine era sicuramente molto antica: il principio stesso che le formava, quello della disciplina, ha una matrice rigorosamente medioevale, da “batimentum”, per cui erano denominate “Confraternite dei disciplinati e dei battuti”. (I Batu’). Sappiamo che a Torino fina dal 1300, le Confraternita di S. Giovanni e della Misericordia fondarono il primo nucleo dell’ospedale di Carità. A Candiolo, fin dal 1575 esiste la “Confraternita dello Spirito Santo” (decreto del duca Emanuele Filiberto) il “testa ’d ferr” della storia Sabauda! La sua sede è da sempre nello storico santuario della Madonnina sita in via Pinerolo. Prima del 1600 era meglio conosciuta come “Santuario della Madonna delle Grazie”, ed era propria della Commenda dell’Ordine di Malta, l’ordine sovrano che fin dal 1300 aveva la giurisdizione di Candiolo. Le origini di questa antica chiesetta sono da collegare addirittura alla costruzione del duomo di Torino, sorto nel 1491 grazie alla magnificenza del Cardinale Domenico della Rovere. Proprio in quel periodo il fratello Francesco era non solo Gran Priore di Candiolo ma anche Signore di Vinovo, e questi, fedele quindi alla tradizione della famiglia, fa costruire sull’antica strada di S. Giovanni due santuari: la Madonna del Tivoletto, in quel di Vinovo, e a Candiolo la nostra Madonnina. L’altare primitivo era quello a sinistra entrando con sopra l’affresco dell’Immacolata, ora scomparso. Già le cronache del tempo, specie le “visite priorali” riferiscono come la chiesetta era posta in luogo considerato “infelice”, scomoda e molto umida. Il quadro posto sull’altare odierno, è una copia della “Madonna del latte” che si può ammirare a Roma nella chiesa di S. Maria del Popolo. Questa nostra antica confraternita detta più semplicemente “dello Spirito Santo” alla quale furono concesse privilegi e indulgenze, continua a operare con successo, malgrado i cinque secoli di vita, e lo dimostrano il grande numero di iscritti, senza contare l’impegno costante dei priori e di tutte quelle persone, che in silenzio e tanta umiltà, operano per il decoro e l’efficienza della struttura. Testimone di tanti cambiamenti, la nostra Madonnina è sempre la stessa: con il vecchio campanile, le “banchette”, gli arredi, i suoi ex voto, testimoni della fede e della generosità dei candiolesi. Sono sparite le divise bianche degli uomini e gialle per le donne, ma continua il ricordo di quel gran pentolone e del mestolo usati per distribuire ai poveri di Candiolo, ogni domenica e nel giorno di Pentecoste, “la paciarina” e il pane “barbariato”. “Gili-Prinet e Ghiun!!, risuonava per tutto il paese l’eco della campana della Madonnina, nella buona e nella cattiva sorte, o quando si presagiva un furioso temporale, e il compito di suonarla è stato per tanti anni della Grande, di Luscin ’d Berac, di Giuanin ’d Cup! E molti ricordano ancora la notte tra il 10 e l’11 settembre del 1941, quando un furioso bombardamento, che aveva preso di mira i capannoni militari, ha rischiato di distruggere tutto il paese, mentre il mattino successivo, i candiolesi, si ritrovarono incolumi, a ringraziare la “loro” Madonnina per lo scampato pericolo! Angioletta Faule insieme Comunità San Giacomo - La Loggia pag. 6 Al centro S. Bernardo in Burundi è migliorata la vita Makamba. Il “Centre de Rééducation et d’appareillage St Bernard de Makamba”, struttura di riabilitazione per disabili della Diocesi di Bururi (Burundi), situato nella provincia di Makamba accoglie e assiste stabilmente un centinaio di persone, molti in età prescolare e scolare, portatori di handicap prevalentemente fisici, provenienti dalle province circostanti, in un raggio di circa 200 km. Inoltre, attraverso una struttura mobile, raggiunge più di 5.000 disabili, dislocati su tutto il territorio, fornendo cure e dispositivi medici per correggere le più comuni disfunzioni. inoltre si è riuscito a dotare due dei sei dormitori di 19 letti a castello, 38 materassi, 19 armadietti doppi oltre che degli attaccapanni. Nel 2013, grazie alla Quaresima di Fraternità e anche al sostegno della Parrocchia di La Loggia, si è provveduto a ristrutturare il locale cucina e ad allestirla con attrezzatura adeguata alla produzione di pasti per tutti gli ospiti, Le spese per tali opere sono state: 2891 euro per il rifacimento ed equipaggiamento del locale cucina, 2242 euro per l’acquisto dei letti a castello e degli armadi doppi, 2467 euro per l’acquisto dei materassi. Spezziamo la normalità “Spezziamo la normalità” è il motto dei giovanissimi del Biennio (’98 e ’99) che quest’anno continuano il percorso formativo per diventare Animatori. Il cammino per giungere a questo obbiettivo, è complesso e pieno di ostacoli... in particolar modo se si è legati! Durante un ritiro, i nostri animatori ci hanno legati mani e piedi, dovendo poi partecipare alle attività proposte, fare la spesa e partecipare alla S. Messa domenicale. Di certo ci siamo sentiti in imbarazzo... non è stato facile attraversare il paese legati gli uni agli altri! I passanti ci guardavano con aria sbigottita, alcuni ci hanno chiesto cosa stesse succedendo!! È stato molto difficile camminare e coordinarci, perché ad una mossa sbagliata saremmo finiti tutti a terra!!! Dopo un primo cile: l’animazione del Sabato Oratorio! Abbiamo ricevuto questo incarico con grande entusiasmo, decisi a metterci in gioco e a migliorare anche quei dettagli che a noi stessi non piacevano quando eravamo animati. L’Oratorio è il luogo per eccellenza dove trovare la possibilità di aggregazione, dove sono di casa l’accoglienza, la formazione, il gioco, la solidarietà, la gratuità! È territorio neutro e privo di selezioni o di grameritocratiche, duatorie VUOLE ESSERE un tempo ed uno spazio da condividere con tutti i bambini, gli Animatori, i genitori, gli adulti, sotto la guida del nostro Amico Gesù. Aiutateci a trasformare il Nostro oratorio, costruiamo insieme e che diventi un Oratorio con la “O” maiuscola!!!! Vorremmo metterci a SERVIZIO, questo il nostro obiettivo: il servizio momento di sconforto è sopraggiunta in noi, la consapevolezza che era necessario darsi un metodo e disporsi con pazienza, umiltà e sacrificio al conseguimento dell’obiettivo: CAMMINARE INSIEME! Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle l’“essere messi a dura prova, ma di potercela fare tutti insieme, nessuno escluso”. Siamo usciti allo scoperto, spezzando la normalità di quanti ci guardavano stupiti! Ora stiamo per affrontare Domenico Govoni un percorso non meno diffi- verso il prossimo, consolidando in noi autonomia e responsabilità, sforzandoci di lavorare in équipe, riconoscendo le nostre e le altrui capacità, promuovendo iniziative di gruppo; ma soprattutto, continuando la formazione personale e spirituale, consapevoli che gli animati ci guardano e non possiamo e soprattutto non vogliamo essere Animatori occasionali, perché ciò che siamo grida più forte di ciò che diciamo: vogliamo mettere l’ANIMA in AZIONE! La Loggia, unitamente ad alcune fotografie del centro che testimoniano il completamento di alcune opere. Per il 2014 si vuole completare la sostituzione dei letti presenti nei 4 dormitori ancora da ristrutturare; equipaggiare i laboratori professionali: lavorazione del cuoio, produzione di tricicli; predisporre un terreno adibito ad orto per l’alimentazione degli ospiti; rafforzare le competenze degli operatori del Centro in ambito di coltivazione e “verde terapia”, il tutto con la metodologia del “camminare insieme e co-progettare” che caratterizza lo stile dell’intervento. Pagate con i seguenti contributi: 1000 euro dalla Parrocchia di Carignano, 700 euro dalla Comunità della La Rotta, 3000 euro dalla Parrocchia Beata Vergine delle Grazie di Torino, 2455 euro dalla Parrocchia di La Loggia, 445 euro tramite raccolte Siamo certi che anche per il prosieguo del progetto fondi. la comunità loggese non Mons. Venant Bacinoni, farà mancare il proprio sovescovo di Bururi, ha in- stegno. Grazie!! viato una lettera di ringraziamento alla comunità di Francesca Costero Take Away: mensa fresca da asporto per i nuovi poveri Nel pieno di una crisi economica che non accenna ad allentare la propria stretta, aumentano le richieste di aiuto da parte di singoli e famiglie, a volte economico e sempre più spesso di cibo e di generi di prima sussistenza. Don Ruggero e i volontari della Caritas Parrocchiale hanno quindi dato il via ad un nuovo progetto di aiuto sul territorio: la mensa da asporto per i più poveri. In primo luogo la formazione: 5 amici della Caritas, supportati da professionisti, hanno frequentato il corso HACCP, che consentirà loro di operare, al servizio degli altri, in sicurezza e nel rispetto delle norme, all’interno della cucina del nostro Oratorio. È inoltre stato richiesto il supporto del Banco Alimentare, di contadini e aziende del territorio mentre il Comune, con gli organismi competenti, sarà a supporto dell’oggettivazione e della definizione delle reali necessità. Auser aiuterà con la distribuzione dei pasti a tutte quelle persone in difficoltà che non possono o non se la sentono di uscire per recarsi all’Oratorio. Per la consegna del cibo verranno utilizzati contenitori adeguati e certificati, con cadenza bisettimanale (lunedì e venerdì). Il servizio sarà per il primo mese gratuito e per i successivi al costo a pasto poco superiore all’euro. Saranno obbligatorie le prenotazioni, con un numero iniziale previsto di 35 persone, per arrivare poi a 70/80. Prosegue, contemporaneamente, la raccolta di generi di prima necessità, alimentari e della prima infanzia, ogni seconda domenica del mese, durante le celebrazioni festive e prefestive. GRAZIE alla generosità dei fedeli loggesi, si è potuto rifornire il magazzino Caritas; visto però il numero sempre crescente di persone disagiate, è necessario continuare, con perseveranza, consolidando questa buona abitudine domenicale. cOMuNIONE E PROFEzIA Arcidiocesi di Torino - Parrocchia San Giacomo Apostolo Via Roma, 25 - 10040 LA LOGGIA (TO) - Segreteria: Tel. e Fax 0119628124 Don Ruggero Marini, Parroco, 3351785343 - Diacono Antonio 3491719674 uFFIcIO PARROccHIAlE orari: 10,00-12,00 / 17,00-20-00 nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì, venerdì con operatori laici sito parrocchiale: www.sangiacomolaloggia.it Orari s. MEssE Parrocchia sAN GIAcOMO: festiva festiva sala Don caranzano: feriale cappella MATER AMABIlIs: festiva prefestiva h. 09,00 h. 18,00 h. 18,00 h. 10,30 h. 18,00 Vorremmo portare la nostra fede anche fuori dall’Oratorio indossandola, come la nostra giovinezza! NON CI VA di indossare una maglietta come se fosse un obbligo o una divisa o uno status... ci impegniamo ad essere!! Vi aspettiamo quindi all’Oratorio, il 1° e il 3° sabato di ogni mese, alle 15.00, il 1° marzo per la Festa di Carnevale, per giocare e divertirci insieme !!!!!!!! Aspettiamo anche tutti i giovanissimi del ’97 e ’98 venerdì 07/02 – 21/02 – 07/03 – 21/03, all’Oratorio, alle 20.30, per continuare il cammino di formazione !!!!! Tutti gli incontri e gli eventi Giovanissimi Biennio e Triennio sono pubblicati su: http://www.sangiacomolaloggia.it/ Gruppo Giovanissimi Biennio ’98-’99 insieme pag. 7 Comunità Santi Gervasio e Protasio - None Con Cristo verso la Pasqua La fede è luce. Il Vangelo è gioia! Ecco il messaggio che Papa Francesco ci ha consegnato. Ma ci ha anche ricordato che ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua. Certo la gioia non si vive allo stesso modo in tutte la tappe e circostanze della vita, a volte molto dure. Possiamo capire le persone che cedono alla tristezza per le gravi difficoltà che devono affrontare. Però poco alla volta bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi: «Sono rimasto lontano dalla pace… Per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite…». (Lamentazioni,3,17.21-22). Il Vangelo è proposta concreta di uno stile di vita: quello di Cristo, il crocifisso ed il risorto. Abbiamo urgente bisogno di incontrarci con il Cristo della Quaresima. Ne ha bisogno la società delle mele marce. Ma ne abbiamo bisogno anche noi. Noi che non figuriamo nella lista degli inquisiti della legge... Ma della coscienza, sì! Nessuno s’illuda di incontrare il Cristo della Pasqua senza aver prima camminato con il Cristo della Quaresima: il Cristo del deserto, dell’orto degli ulivi, della salita al Calvario, della croce, del Venerdì Santo. “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso... e mi segua”. Que- sto il paradosso del Vangelo: da duemila anni questo Gesù dispensa “legnate”; eppure continua ad avere i suoi martiri: quelli che lo seguono fino a perdere la vita per lui e per il suo Vangelo. Troppe lusinghe, troppe illusioni ci hanno sedotti. Troppo abbiamo prestato orecchio ai mistificatori di turno, agli spacciatori di va- “I tempi sono cattivi, ma i tempi siamo noi: se cambiamo noi, cambieranno i tempi” (S. Agostino) dalla bocca di Dio?”. Quaresima: tempo di scelte meditate. Non una bella esperienza in più; dopo lo “Convertitevi e credete al Vangelo” La nostra Quaresima Mercoledì 5 marzo - Rito penitenziale delle CENERI ore 17,00 - Ragazzi * ore 20,30 - Adulti e giovani Tutti i venerdì di Quaresima ore 17,30 - Via Crucis Domenica 9 marzo - Ritiro della Comunità ore 15,00 - 19,00 - in oratorio Sabato 15 - Domenica 16 marzo Ritiro ragazzi/genitori 1a media a Pianezza Mercoledì 19 marzo - Incontro sulla “Lumen Fidei” ore 20,45 - Serata conclusiva per i gruppi - in cappella Settimana comunitaria dei giovani Da domenica 23 a domenica 30 marzo 2014 - in oratorio Giovedì 27 marzo - Celebrazione della Parola “Lectio Divina” per adulti e giovani - ore 20,45 - in chiesa Sabato 29 marzo, ore 10,00 - Confessioni 4ª elementare lori fasulli. E ora, se abbiamo il coraggio di guardarci dentro nel profondo delle coscienze, tra le pieghe del vissuto familiare e sociale, forse ci sentiamo lontani da quella vera gioia che abbiamo sognato. “Non di solo pane vivrà l’uomo”! Abbiamo smarrito il senso del futuro della vita. Gesù non nega il pane per il presente. Ma egli parla al futuro. Ed allora, tu che oggi hai tanto paura di morire di fame, con che cosa nutri il tuo domani? Non sarà forse il caso di investire più tempo, più attenzione ad “ogni parola che esce svolazzare dei coriandoli, qualche grumo di cenere... un po’ di austerità può anche essere una buona ricetta ecologica o dietetica... No! Quaresima è guardare in faccia il mistero riflesso in quel Cristo crocifisso. Quaresima è conversione. È abbandono in Cristo. È Lui, che può essere anche “un amico scomodo”. Scomodo ma amico! Scomodo ma credibile! Per questo, Gesù camminerà con noi nel deserto quaresimale. Perché solo così è possibile raggiungere l’altra parte: la domenica di risurrezione. don Giancarlo Venerdì 4 aprile, ore 20,30 - Via Crucis cittadina Sabato 5 aprile, ore 10,00 - Confessioni 2ª media Martedì 8 aprile, ore 17,00 - Confessioni 5ª elementare Martedì 8 aprile - Celebrazione penitenziale ore 20,45 - Confessioni per adulti e giovani Sabato 12 aprile, ore 10,00 - Confessioni 3ª media Domenica 23 marzo Domenica 6 aprile Giornata di Ritiro Ragazzi Cresimandi Giornata di Ritiro Bambini 1ª Comunione con i genitori e i padrini/madrine a Cumiana (Istituto Salesiano) con i genitori a Cumiana (Istituto Salesiano) Testimoniare e vivere la Carità “Progetto Casa” È passato un anno da quando la nostra parrocchia collabora al progetto Casa lanciato dal Vescovo. Ringraziamo di cuore quelli che hanno aderito: con lo sforzo di tanti abbiamo potuto aiutare alcune famiglie in difficoltà. Ecco il bilancio: – raccolti: € 16.420; – distribuiti: € 15.808; famiglie aiutate: fino a 7. E ora che fare? Il gruppo Caritas propone di proseguire questo gesto concreto di solidarietà. Richiediamo la vostra fiducia per prose- * ore 18,00 - Messa guire il sostegno a chi fa fatica, perché le necessità sono aumentate. Lo chiamiamo “progetto Casa-Lavoro”, perché questi problemi sono spesso uniti. Il volontariato, mosso da ragioni di fede e/o di solidarietà umana interviene a dare delle risposte concrete, supplendo a quello che gli Enti pubblici non “sanno” fare. Intendiamo sottolineare che la Caritas non è fatta solo dai volontari che operano, ma da tante persone generose che, con il loro contributo, rendono possibile questa opera di amore concreto DONATORI SANGUE PIEMONTE GRUPPO COMUNALE DI NONE Tel. 349.60.04.494. SEDI PRELIEVO: VIA BECCARIA 3 (1° piano c/o Centro medico) e AUTOEMOTECA via Orbassano – NONE Calendario donazioni sangue 2014 None Centro Medico 1° piano Via Beccaria 3 Orario; feriali 8,00 -11,30, Festivi: 8,00 -12,00 Sangue: 9 Marzo - 11 Aprile - 9 e 13 Maggio 8 Giugno - 11 Luglio - 8 e 12 Agosto 7 Settembre - 10 Ottobre 7 e 11 Novembre - 7 Dicembre [email protected] per chi è in necessità. Noi della Caritas operiamo non a titolo personale, ma a nome della comunità parrocchiale. Perciò è gradito il vostro aiuto e il vostro consiglio! delle missioni e della CoA tutti va il nostro grazie munità di None. Il gruppo, ogni 15 giorni, porta un riconoscente. po’ di gioia alle persone anziane della Residenza San “Mani&Cuore” Giovanni. Da dieci anni opera il La sede della Caritas è cagruppo Mani&Cuore. So- sa M. Vigo, in Via Roma no persone che, animate 9. L’orario di apertura: dalla carità, si ritrovano – Mercoledì, ore 10-12 per mettere in comune le – Sabato, ore 15-17 proprie capacità e la fanta- Mani&Cuore: sia per confezionare pro- – Giovedì, ore 15-17 I volontari della Caritas dotti manufatti a favore AGENDA – Giovedì 27 febbraio, ore 21: Segreteria CPP – Sabato 1 marzo, ore 9-12: Catechisti al Santo Volto – Mercoledì 5 marzo, ore 20,30: Celebrazione Ceneri – Domenica 9 marzo, ore 15-19: Ritiro adulti – Lunedì 10 marzo, ore 21: Consiglio Pastorale – Martedì 11 marzo, ore 21: incontro giovani e CPP con Mons. Nosiglia (a Vinovo) – Sabato 15-domenica 16 a Pianezza: ritiro 1ª media – Mercoledì 19 marzo, ore 20,45: Incontro sulla “Lumen fidei” (tutti i gruppi) – Giovedì 27 marzo, ore 20,45: Lectio divina – Sabato 29 marzo, ore 9-13: Giornata Diocesana Caritas a Valdocco – Domenica 30 marzo, ore 16,30 in oratorio:Incontro con i genitori bambini 2-6 anni. Parla Elena Sardo sul tema “Insegnare la Fede o trasmettere la Fede?” – Venerdì 4 aprile, ore 20,30: Via Crucis cittadina – Martedì 8 aprile, ore 20,45: Celebrazione Penitenziale adulti e giovani Parrocchia Ss. Gervasio e Protasio Tel. 011 9863491 – Fax 011 9903133 [email protected] Orario Sante Messe * Festive: ore 18,00 (prefestiva) - ore 08,30 - 10,30 - 18,00 (ottobre - maggio) * Feriali: ore 08,00 Ufficio parrocchiale * * * * Martedì - Giovedì - Sabato: ore 9 - 11 Mercoledì - Venerdì: ore 17 - 18,30 Segreteria: tel. 011 9863491 Parroco: don Giancarlo (335 7077642) * Diacono: Franco Scaglia (011 9865750) insieme pag. 8 Comunità San Bartolomeo e San Domenico Savio - Vinovo Cronaca di una bella serata DALLA RASSEGNAZIONE ALL’IMPEGNO La Cascina parrocchiale don Gerardo ha accolto don Luigi Ciotti Una sala gremita come per le “grandi occasioni” (quasi 300 persone presenti) ha accolto don Luigi Ciotti a Vinovo, nella serata del 31 gennaio 2014. L’idea è venuta agli amici di “Vinovo for Africa”, per fare il punto sulle iniziative di solidarietà che da anni questa associazione porta avanti in collaborazione proprio con il Gruppo Abele fondato da don Ciotti. Il Comune (era presente il Sindaco Maria Teresa Mairo) e la Parrocchia hanno volentieri accolto la proposta. Così la Cascina parrocchiale “don Gerardo” ha potuto ascoltare la voce di un sacerdote da sempre (ancor prima della sua ordinazione) impegnato nel sostegno a tante forme di fragilità umana. La serata è stata una “carrellata”, tra ricordi del passato (le origini della vocazione di don Luigi e i primi passi del Gruppo Abele) e indicazioni per il presente (l’impegno sul fronte della corruzione e della cooperazione internazionale). Dopo il saluto del parroco don Marco, che ha espresso la riconoscenza per l’impegno di don Luigi e la contentezza di appartenere allo stesso presbiterio (ricordando le parole di Gesù, secondo le quali “Nessuno è profeta in patria” e l’operato di don Ciotti, non sempre compreso anche tra le persone più vicine) e le parole di Dario Spada (Consigliere Comunale con delega alla cooperazione internazionale e membro del direttivo di “Vinovo for Africa”), Carlo Bovo e don Luigi Ciotti hanno avviato un dialogo-intervista tra aneddoti, richiami, inviti… “conditi” con la grinta che contraddistingue le parole e l’impegno di questo sacerdote. Tra le “perle” per la riflessione personale possiamo ricordare: “Prima dimensione della giustizia è la prossimità, la relazione”; “Se la vita è un dono che riceviamo, la vita stessa chiede di essere spesa nell’impegno per liberare chi libero non è”; “Quando parliamo di immigrati, di clandestini… non dimentichiamo di esserlo stati anche noi”; “È fondamentale passare dall’IO al NOI, facendo spazio ai contributi di tutti e lasciandoci raggiungere dai dubbi”; “Trasformare i NO in NOI: non essere cittadini ad intermittenza” “Non basta commuoversi, bisogna muoversi”; “C’è un peccato del sapere: di chi si accontenta di informazioni di seconda mano, del sentito dire e non si informa”; La conclusione, solo apparentemente paradossale, è stata una sorta di “invito all’eresia”, intesa nel senso letterale di “scelta”. Occorre, secondo don Ciotti, scegliere alcuni atteggiamenti: “Oggi è eretico chi mette la sua libertà a servizio degli altri; è eretico chi studia e non si accontenta di saperi di seconda mano; è eretico chi crede che nel NOI c’è la realizzazione dell’IO; è eretico chi si ribella al sonno delle coscienze; è eretico chi non pensa che la povertà sia fatalità; è eretico chi non cede alla tentazione della delega”. È stato un momento di forte intensità, di grande ripensamento dei nostri stili di vita, apprezzato da tutti i presenti. Grazie a chi lo ha pensato; a chi lo ha permesso; a chi lo ha vissuto. Azione Cattolica: Missione possibile costituita l’associazione interparrocchiale “Che cosa è l’Azione Cattolica? Ne abbiamo parlato molto, ma mi pare che sia soprattutto una realtà di cristiani che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano assieme nel nome del Signore, che sono amici: e questa rete di uomini e donne che lavorano in tutte le diocesi, e di giovani, e di adulti, e di ragazzi e di fanciulli, che in tutta la Chiesa italiana con concordia, con uno spirito comune, senza troppe ormai sovrastrutture organizzative, ma veramente essendo sempre più un cuor solo e un’anima sola cercano di servire la Chiesa. E questa è la grande cosa. Perché noi serviamo l’AC non poi perché c’interessa di fare grande l’AC, noi serviamo l’AC perché c’interessa di rendere nella Chiesa il servizio che ci è chiesto per tutti i fratelli. E questa credo sia la cosa veramente importante”. plesso, senz’altro risale ad Adamo ed Eva, Caino e Abele. Nel corso dei millenni tutti hanno indicato forme, modi, metodi, ma il discorso rimane aperto, vivo e ricco di contrasti anche e soprattutto in questo inizio del terzo millennio e della tanto reclamizzata “new age”. Certamente non è educativo un rapporto di tipo autoritario o repressivo che tende ad essere frustrante e a produrre persone con scarsa fiducia in se stessi, ma tanto meno un rapporto di tipo libertario e permissivista. Quest’ultimo è senz’altro più negativo e controproducente perché rischia di scatenare nell’adolescente sensi di colpa e abbandono che portano quasi sicu- l’AC? E una domanda che mi sono posto soprattutto all’inizio, quando mi è stato chiesto un lavoro cosi impegnativo nel servizio centrale dell’AC: e già allora avevo risposto positivamente. Ma l’esperienza di questi anni mi ha confermato che questo servizio, questa rete di amicizie, questa realtà di preghiera, di azione, di riflessione, di sacrificio, questa realtà che si sforza di portare avanti con semplicità, senza rumore, nella Chiesa italiana un discorso che ci aiuti a crescere tutti e ci porti, per quanto possiamo, faticosamente, lentamente ma positivamente sulle vie indicate dal Concilio che poi sono le vie indicate dal Signore; questo sforzo, questa fatica, questo tempo che noi strappiamo alle nostre occupazioni, alla nostra famiglia, alla nostra vita quotidiana vale la pena zi) ha pensato di proporre un momento di scambio destinato soprattutto agli adulti (il settore che ha raccolto un maggior numero di adesioni e al quale anche il Consiglio Pastorale Parrocchiale sta guardando in questo anno). Si terrà alle ORE 20.45 DEL 13 MARZO, in Cascina don Gerardo. “L’Azione Cattolica vorrebbe aiutare gli italiani ad amare Dio e ad amare gli uomini. Essa vorrebbe essere un semplice strumento attraverso il quale i cattolici italiani siano aiutati a vivere integralmente e responsabilmente la vita della Chiesa; e insieme a vivere con pieno rispettoso impegno cristiano la vita della comunità temporale e della convivenza civile” (V. Bachelet). Dopo la serata costitutiva, il Consiglio Parrocchiale (formato da un preAncora Bachelet disse: sidente e da un delegato “Vale la pena di impe- per ogni settore associatignarsi nel servizio del- vo: adulti, giovani, ragaz- Il 23 gennaio si è svolta a Vinovo un’assemblea per la costituzione di una associazione locale di Azione Cattolica. Erano pre- EDUCARE ALLA PACE senso” sulla cultura ed esperienza di vita dei docenti e genitori ed anche solo su esperienze del passato; senza impegno e confronto con la realtà socio-culturale odierna. Penso che si educhi alla violenza anche installando atteggiamenti di superficialità e di pressappochismo, di mancanza di serietà e di rigore. Una volta compresa l’esigenza di apertura, di dialogo con realtà e persone “diverse” come uscire dalla teoria ed entrare nella pratica educativa che ci coinvolge intensamente, nel caso dei per sempre, nell’opera educativa? Anzitutto impostando un corretto rapporto tra genitore e figlio e tra docente ed allievo. Qui il discorso si fa lungo, difficile, com- davvero di essere speso” L’Azione Cattolica non vuole essere l’“ennesima” sigla nel panorama ecclesiale e civile vinovese. Vuole essere uno strumento al servizio della pastorale, per la formazione dei credenti, per la riscoperta della vocazione e della missione che ciascuno ha ricevuto con il Battesimo. Una esperienza piccola ma sincera di “Popolo di Dio”. Sono le parole di Vittorio Bachelet, primo presidente nazionale dell’Azione Cattolica dopo il Concilio Vaticano II, poi Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, caduto vittima delle Brigate Rosse nel 1980. Ricevuto pubblichiamo Compito difficile ed arduo e forse bellissimo è quello di educare ed insegnare, cioè “dare un segno”. Durante l’opera educativa, sia come insegnanti, ma soprattutto come genitori ci si accorge spesso di essere costretti ad usare violenza, restringendo, semplificando, riducendo regole e sapere nel lodevole scopo di “ spezzare il pane della conoscenza”, di “raddrizzare la pianticella storta”. È tempo, oltre il Duemila, di liberarsi di questi preconcetti e di acquistare una dimensione più ampia dell’educazione: orientare cioè i bambini e i giovani verso la complessità, il gusto della ricerca e dell’avventura intelligente evitando di fondare la propria attività solo sul “buon senti: il presidente diocesano, prof. ing. Fabio Dovis, il parroco don Marco e una settantina di “curiosi”. Per alcuni vinovesi, in questi ultimi anni, l’AC è stata un’esperienza: il cammino dei gruppi e della catechesi, i ritiri e gli eventi diocesani, le giornate a Casalpina. Per altri l’Azione Cattolica è il ricordo di momenti intensi del passato. Per altri ancora AC è una sigla che, dopo la serata del 23, si è “caricata” di promesse e di attese. ramente a forme di violenza (bande ) ed autodistruzione (droga). Il “lasciar fare” di tanti genitori ed educatori indica la mancanza di volontà, di coinvolgimento educativo e il disinteresse che portano quasi sicuramente a forme di violenza di gruppo per sentirsi appartenenti e seguiti almeno da coetanei e compagni. Non è un rapporto corretto nemmeno quello di chi si fa amico e compagno di figli ed educandi. Occorre quindi un recupero di autorevolezza intesa nel senso di esempio e guida, di sostegno, di rispetto verso chi si sforza di operare per la pace, non sempre e necessariamente persone più anziane e più dotte. Sparviero Tortello Speriamo sia così anche a Vinovo! insieme pag. 9 Comunità San Bartolomeo e San Domenico Savio - Vinovo L’angolo del Prevosto SE L’ANGELO NON HA LE ALI… MA VUOLE SPICCARE IL VOLO Pensieri sparsi sull’educazione “Educare non è mai stato facile, e oggi sembra diventare sempre più difficile. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilità educative. Si parla perciò di una grande “emergenza educativa”, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita. Viene spontaneo, allora, incolpare le nuove generazioni, come se i bambini che nascono oggi fossero diversi da quelli che nascevano nel passato. Si parla inoltre di una “frattura fra le generazioni”, che certamente esiste e pesa, ma che è l’effetto, piuttosto che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori”. Nel 2008 così si esprimeva Benedetto XVI in una lettera ai fedeli della sua diocesi di Roma. È una analisi che è condivisibile, nonostante siano trascorsi sei anni e nonostante ci separino quasi seicento chilometri da quella terra. Continuava Benedetto XVI: “Dobbiamo dunque dare la colpa agli adulti di oggi, che non sarebbero più capaci di educare? È forte certamente, sia tra i genitori che tra gli insegnanti e in genere tra gli educatori, la tentazione di rinunciare, e ancor prima il rischio di non comprendere nemmeno quale sia il loro ruolo, o meglio la missione ad essi affidata. In realtà, sono in questione non soltanto le responsabilità personali degli adulti o dei giovani, che pur esistono e non devono essere nascoste, ma anche un’atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita. Diventa difficile, allora, trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita”. Due questioni, insomma: ci sono adulti che non vogliono essere tali, assumendosi fino in fondo la responsabilità delle generazioni più giovani. Secondo: non c’è condivisione, tra i vari soggetti educativi (persone e istituzioni), dei messaggi, dei contenuti da trasmettere, dei modelli di vita da proporre. Rassegnazione? Giammai (è una parola che non si usa più, ma rende l’idea)! Condanna? Troppo comodo! E poi, di chi? Non ci sono vincitori e vinti, ma solo sconfitti. Sconfitti sono i più giovani, se non possono guardare con stima, ammirazione e desiderio di imitazione agli adulti della loro famiglia e del loro territorio. Sconfitti sono gli adulti, se rinunciano a raccontare la bellezza della vita, la ricchezza dell’esperienza e, per i credenti, la grandezza della fede. In merito alla prima questione: come possiamo aiutarci, tra adulti, ad assumere in piano (anzitutto per onestà personale) le caratteristiche della nostra età: la responsabilità, la dedizione, la lealtà, lo spirito di sacrificio? Uno dei possibili significati della parola “adolescente” è “colui che cerca di diventare adulto”. Ma se noi adulti vogliamo restare (o meglio, sembrare, con alcune soluzioni ai limiti del ridicolo) sempre giovani, come potremo chiedere ad altri di “crescere”? Non fi- niamo per inceppare il meccanismo di trasmissione, tipico di ogni processo educativo? Le richieste che raggiungono la Comunità Cristiana sono molto spesso legate alla vita dei più piccoli e sono per buona parte assorbite dalla domanda dei Sacramenti. Ma come possiamo aiutare i ragazzi ad assumere una “mentalità di fede” che accompagni tutta la loro vita? O vo- gliamo “solo” che celebrino dei riti (che, pur fondamentali, non sono il “tutto” della vita e della fede)? Quanti di voi sanno con precisione come i loro figli trascorrono il tempo libero? Quanti di voi sono al corrente delle richieste che i ragazzi e gli adolescenti fanno alle nostre farmacie? Ma anche: quanti di voi ritengono giusto che le ore di scuola trascorrano – almeno in alcune materie – nella visione di film e non nella spiegazione… oppure in nessuna delle due cose (come nel caso della religione cattolica nelle classi medie)? Non sempre gli “angioletti” hanno le ali… In merito alla seconda questione: possiamo aiutarci (parlarci, confrontarci, discutere) tra adulti su come “diventare grandi”, per mostrarci tali davanti ai più giovani? La pluralità di idee tra noi adulti verso i più giovani non è indice di libertà ma fonte di confusione: i più piccoli ci guardano e si chiedono a chi devono dare ragione. L’eliminare qualunque distanza in nome di un rinnovato rapporto tra generazioni non è “amicizia”, ma omissione, rinuncia ad assumersi il peso di un ruolo educativo. In queste settimane si (stra)parlerà di come rinnovare il territorio. Vorrei iniziare a cambiare me stesso e vi chiedo di pregare per me a questo proposito. Vorrei che potessimo iniziare a cambiare le nostre case, a condividere uno stile di vita evangelicamente ispirato. Affidiamoci al Signore, secondo le parole del grande educatore don Bosco: “Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi”. Già: non sempre i nostri “angioletti” hanno le ali. Ma, ne sono convinto, portano nel cuore il desiderio di volare alto. Non abituiamoli alle nostre mediocrità. Condividiamo il sogno di una vita bella, buona e beata. don Marco Cronaca bianca La “Locanda dei Girasoli”: piatto forte il SORRISO A Roma un locale gestito da ragazzi con la sindrome di Down Ogni qual volta mi trovo a Roma non voglio mai perdere l’occasione di andare a cena alla trattoria degli amici della Locanda dei Girasoli, anche se definire questo appuntamento come “andare a cena” è assolutamente riduttivo rispetto all’esperienza che se ne riceve, il sentirsi coinvolti in una particolare atmosfera che avvolge il corpo ma prima di tutto l’appoggio della cooperativa “Cecilia” la locanda, l’anima. infatti, era nata con l’obietQuesto è uno dei com- tivo generale di promuovementi che si trovano su in- re l’inserimento lavoratiternet a proposito della vo di persone affette da Locanda dei Girasoli, un sindrome di Down. Quelaccogliente ristorante/piz- lo della ristorazione è un zeria situato in via dei Sul- settore assolutamente conpici 117, nell’antico quar- geniale ed un’efficace tiere del Quadraro a Ro- porta di accesso nel monma. Si tratta di un locale do del lavoro per le persomolto speciale perché a ne con disabilità intellettiprepare le pietanze e a ser- va: il loro tratto umano e vire i tavoli sono dei ra- simpatico, l’amore con il gazzi con disabilità intel- quale svolgono il proprio lettive. Aperta nel 1998 a impegno e la loro gioia di partire da un’idea di un vivere divengono i veri gruppo di genitori e con elementi caratterizzanti del locale, al punto tale da costituirne una precisa identità che rende il luogo attraente e competitivo. Inoltre, le occasioni di relazione che si stabiliscono tra i clienti ed il personale del ristorante, nel corso della cena, contribuiscono a creare una sorta di “riconoscimento sociale” che genera un ambiente lavorativo “ideale” nel quale ognuno, a suo modo, può esprimere le proprie potenzialità. Gli amici della trattoria raccontano spesso di come le persone disabili che lavorano nel locale vivano una serenità e un entusiasmo tali da influenzare fortemente le loro presta- zioni. “Arrivano puntualissimi, spesso con largo anticipo, pur provenendo dall’altro capo della città ed hanno una motivazione verso il lavoro veramente imbattibile. Vedere riconosciuta la propria dignità di persone li porta ad identificarsi con l’impresa, a sentirla come qualcosa di proprio e a vivere il lavoro con senso responsabilità.” Purtroppo la crisi economica che stiamo vivendo aveva colpito anche questa splendida locanda che qualche mese fa, rischiava di chiudere. E invece no: con perseveranza e determinazione i ragazzi hanno dato davvero il massimo e, nonostante questo brutto periodo, sono riusciti a cantar vittoria. Da luglio una nuova gestione è subentrata nella cooperativa che dirige il ristorante e, oltre a farlo ripartire alla grande, ha in cantiere 2 nuovi progetti. Il primo si chiama “Progetto open”, punta ad ampliare il n° delle persone impiegate offrendo 600 ore di formazione, e permetterà a questi ragazzi di acquisire gli strumenti di cui hanno bisogno per approcciarsi e introdursi nel mondo del lavoro. Il secondo progetto, invece, si chiama “Casale dei Girasoli”: si tratta, in questo caso, di un programma di agri- coltura sociale per le periferie di Roma. “Le persone down sono come i girasoli – si girano sempre verso chi dà loro più luce” è la frase che si legge in uno dei molti centri della cooperativa Cecilia, pronunciata dalla mamma di un bambino affetto dalla sindrome. È vero, ma spesso sono proprio queste persone con il loro sorriso luminoso e particolare a dare luce agli altri! PS: La locanda dei girasoli non è l’unica esperienza di questo tipo in Italia: in molte regioni infatti stanno nascendo locali simili creati da associazioni e cooperative, certo con molte difficoltà, ma anche con tanta passione. Per citarne alcuni: Il Caffè Basaglia a Torino, I ragazzi del sipario a Firenze, La pecora nera a Lucca, La lanterna di Diogene vicino a Modena, La cascina Corisco e La Locanda alla mano a Milano. Paola Boccardo insieme pag. 10 Idee e proposte Diciannove nuovi Cardinali Domenica 12 gennaio, festa del Battesimo di Gesù il Papa ha annunciato i nomi di 16 arcivescovi ed elettori e di 3 arcivescovi emeriti (oltre 80 anni, non elettori) che saranno creati cardinali il 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, nel primo Concistoro di Papa Francesco. Egli si attiene a tre principi: ampia rappresentatività delle Chiese del mondo, con dimagrimento della presenza italiana; il Papa sceglie chi vuole e, quindi, non c’è tradizione o automatismo; i cardinali devono «aiutare il Vescovo di Roma nel servizio alla Chiesa universale» e hanno il compito, nella sede vacante, di eleggere il successore di Pietro: ora gli elettori sono 121 elettori ma entro maggio altri 3 compiranno 80 anni, e non potranno partecipare alla elezione. Provengono da 15 Paesi e rappresentano il profondo rapporto fra la Chiesa di Roma e le altre Chiese. A loro si aggiungono alcuni vescovi della curia romana, tra cui il Segretario di Stato Parolin. I 16 arcivescovi provengono dall’Europa, dall’America, dall’Africa e dall’Asia. Alcuni sono vescovi emeriti, distinti per il servizio speciale alla Santa Sede e alla Chiesa. Gli eletti non erano stati preavvertiti: la maggioranza ha appreso la notizia dai media. Ad essi il Papa scrive: “Caro fratello, desidero farti giungere un cordiale saluto con l’assicurazione della mia vicinanza e della mia preghiera. Desidero che tu possa aiutarmi nel mio servizio alla Chiesa universale. Il cardinalato non è una promozione, né un onore, né una decorazione; è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. Questo si può acquistare solo seguendo la via del Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà”. AssOcIAzIONE VOlONTARI AuTONOMA DI sANGuE – sabato 15 febbraio – sabato 17 maggio – sabato 30 agosto – sabato 29 novembre sede del prelievo: via GOBETTI (Comune - Candiolo) Orario: 8,00 - 11,00 TEL. 0119652750 Una sera di freddo che morde: dalle parti di S. Babila, chi ha fatto tardi in ufficio si affretta verso la metropolitana, altri entrano al cinema o al ristorante. I venditori di fiori inseguono clienti. L’auto dell’associazione “Fondazione progetto ARCA appena parcheggiata, viene subito circondata da un assedio quasi festoso. La ronda serale per portare ai senzatetto cibo, bevande calde, coperte comincia così. Seguono scambi di saluti, informazioni, scherzi. Tra loro c’è Ivan 44 anni, brianzolo: mi resta solo più la partita IVA, da 8 mesi dormo in una casa occupata tra italiani e stranieri, la polizia fa finta di non sapere. Davide ha lavorato per 20 anni nell’edilizia, poi nei traslochi, ma poi col gioco ha perso tutto. Leonardo 53 anni cuoco disoccupato da due an- Franco Scaglia A. V. A. S. Date prelievi 2014: Notizie flash Febbraio: Torino come Milano Lo sapevate che...? ni ha perso il lavoro a causa di una malattia; “a questo punto lavorerei anche in nero ma il problema è che non trovo neanche un posto irregolare”. Laura siciliana vive nella strada con suo marito, la figlia 16 anni vive con una sorella, nel suo volto si vede la dignità, la vergogna e la paura che le tolgano la figlia. Gente dall’esistenza normale che si trova per strada quasi senza accorgersene. Secondo l’ISTAT sono circa 13.000 i senza tetto a Milano, tra cui pen- sionati, coloro che perdono il lavoro, i separati, gli immigrati. Don Colmegna che dirige il centro dice: “Cerchiamo con tutti i mezzi possibili di far fronte all’emergenza. Lo slancio dei volontari è grande ma non basta. Non c’è solo la povertà ma è la desolazione che ognuno ha dentro”. A Torino si parla di centomila poveri o quasi poveri, una somma vicina al dieci per cento della popolazione. Sono i calcoli della Caritas riferiti al 2012. Molti sono “poveri dilettanti”, che credevano d’aver raggiunto una condizione di benessere e si trovano ad affrontare situazioni a cui non sono abituati da tempo. “Cittadini crisalide”, torinesi che all’apparenza vogliono dare l’impressione di poter condurre una vita agiata, ma che in realtà, una volta chiusa la porta di casa, arrancano e hanno bisogno di aiuto. Che fare? Il direttore della Caritas torinese dice: “Ogni giorno che passa aumentano le vittime. La crisi può essere superata solo se si ha il coraggio di investire in un progetto che chiami tutti ad una responsabilità spogliata dalla distinzione di ruolo”. Viene a mancare la speranza perché il dolore è troppo grande e quando mi chiedono Gesù dov’è? risponderei: “È di fianco a te che soffre con te davanti al male che c’è in noi stessi e a coloro che lo provocano, e bussa al cuore di tutti, anche con le parole del Papa”. Felice e Franco Occhiali preziosi. Basta davvero poco per sostenere nelle prime necessità un rifugiato in Italia, che è giunto qui fuggendo da guerre e persecuzioni. Regalare un paio di occhiali a chi vede poco può fare la differenza se vuole imparare l’italiano. Saper leggere, socializzare... Il centro Astalli lancia una nuova campagna di assistenza. Inviare email: centroastalli.it Il copricapo di paglia di origine ecuadoriana e non panamense è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Preziosa trama di paglia nato per proteggere i contadini dal sole, dal sud America, nell’arco di due secoli ha fatto il giro di tutto il mondo con il nome di “Panama.” zione Veronesi, punta a far conoscere le numerose virtù di questo frutto, in particolare secondo una ricerca americana la presenza di acidi grassi – omega 3 – che svolgerebbero un’azione preventiva contro l’insorgenza del tumore al seno. Nel bar per ciclisti di Zurigo (Svizzera), la pausa caffè resta in sella. Infatti i bar sono dotati di tavoli con una scanalatura per agganciare la ruota della bicicletta per bersi il caffè o leggere il giornale rimanendo seduti sul sellino. Lo scopo è di eliminare sempre di più la circolazione di auto in città. Pecca chi vota partiti che snobbano la chiesa? Questa domanda è stata fatta all’arcivescovo Rino Fisichella e lui rispose: nessun partito dovrebbe snobbare la chiesa e i suoi insegnamenti perché la chiesa non ha soluzioni politiche da proporre; il suo contributo riguarda sempre il raggiungimento del bene per tutti. Bastano 5 secondi!!! Per verificare se abbiamo ragione, prima di reagire… 5 secondi per capovolgere la situazione, al buon ladrone gli sono bastati per guadagnarsi un posto in paradiso, a noi per crescere da adulti. Cinque secondi, quindi tendere la mano… con un sorriso. “Le noci della prevenzio- Cinque secondi. ne” promossa dalla fondaFelice D. Hai un’attività (negozio, azienda, officina) e sei stanco di correre dal commercialista? AFFIDATI A: ENZO GIOVANNI POLASTRO consulenza alle Aziende cEll. +39 339 5484035 E-MAIl: [email protected] Presa e riconsegna al tuo indirizzo dei documenti per contabilità, dichiarazioni ecc. PREzzI MODIcI chiama senza impegno, diventeremo amici. Vinovo - via Marconi 13 - tel. 3402865362 insieme pag. 11 Ricordi e varie Ricordiamo i nostri cari Le fotografie pubblicate sono portate in REDAZIONE o nelle rispettive PARROCCHIE dalle IMPRESE FUNEBRI indicate sotto la foto, dai FAMILIARI, AMICI o CONOSCENTI che desiderano ricordare i propri cari anche pubblicando la fotografia sul giornale INSIEME BARRA MARGHERITA ved. BONO 27/01/1929 - 03/01/2014 BussO ANTONIO 23/04/1928 - 28/12/2013 cOccO GuGlIElMA in PIllOsu 14/12/1928 - 18/12/2013 D’AMIcO FRANcEscO 25/02/1959 - 27/11/2013 DElMAsTRO cAMIllA in AlEssIATO 24/12/1928 - 14/01/2014 FERRARA lIlIANA 15/03/1954 - 26/11/2013 Parr. S. Giov. Battista - Candiolo Parr. S. Giov. Battista - Candiolo Parr. S. Giov. Battista - Candiolo Parr. S. Giacomo - La Loggia Parr. S. Bartolomeo - Vinovo Parr. Natività M. Verg.-Piobesi T.se Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite FIlIPPA ANNA ved. BERNARDI 20/09/1916 - 05/12/2013 GRANA lucIA in TEsTA 04/05/1927 - 19/12/2013 MITRIONE MARIA lucIA ved. GERVAsIO 12/05/1956 - 23/12/2013 OsEllA MARIA ved. GERBINO 11/06/1924 - 22/01/2014 PERRI sANTA ved. GAROFAlO 16/02/1913 - 24/01/2014 PETRIs GIusEPPE 16/10/1934 - 14/01/2014 Parr. S. Giov. Battista - Candiolo Parr. S. Bartolomeo - Vinovo Parr. Madonna della Fid. - zona Coop Parr. S. Giov. Battista - Candiolo Parr. S. Bartolomeo - Vinovo Parr. Ss. Gervasio e Protasio - None Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Imprese Funebri Riunite Preghiera per i defunti cAIEllA GIOVANNI Dio. alla tua presenza tutto vive, e i nostri corpi, morendo si preparano ad una condizione migliore. Ti preghiamo di ricevere dalle mani degli angeli le anime di questi nostri amici defunti, perché le portino 23/01/1931 23/12/2013 Parr. S. Dom. Savio Garino Imprese Funebri Riunite BARBERIs AGNEsE ved. BERTOGlIO 21/05/1926 - 23/11/2013 in Paradiso nell’attesa della risurrezione. Perdona loro ogni colpa: te lo chiediamo per la tua misericordia e per i meriti di Gesù nostro redentore. Amen IMPRESE FUNEBRI RIUNITE - DAL 1979 DI VIOTTO FLAVIO - RAZZETTI MARCO - ROLFO PAOLO Parr. S. Bartolomeo - Vinovo Imprese Funebri Riunite PEIROTTI IDA ved. MuRIsEGNO 21/03/1920 - 10/01/2014 Parr. S. Bartolomeo - Vinovo Imprese Funebri Riunite NONE via Roma 6 Tel. 333 9858968 SAN REMIGIO Carignano Via Umberto I n° 39 Tel. 011 969 94 87 - 333 9858968 LA LOGGIA La Loggia Via Bistolfi n° 29 Tel. 338 708 06 36 - 3339858968 LA VINOVEISA Vinovo Via Marconi n° 70/A Tel. 011 962 44 16 - 333 9858968 LA CANDIOLESE Candiolo Via Roma n° 5/A Tel. 011 962 58 71 - 345 1145328 LA PIOBESE Piobesi T.se Via Magenta n° 2 Tel. 011 962 44 16 - 333 9858968 OSASIO ABITAZIONE TEL. 333 9858968 - 338 7080636 insieme pag. 12 Territorio Vetrina importante per il Chisola 10° torneo internazionale Bear Wool Volley di Biella Ottima prova e risultati nell’ennesima partecipazione del Chisola a questo importante torneo internazionale che vede l’under 16 blu femminile militare nella categoria under 17 e l’under 18 femminile in quella under 19 con ambedue le formazioni che approdano ai quarti di finali. Le prime non riusciranno poi a superare un ottimo Acqui Volley ma una decorosa gara in finale 7° ed 8° posto contro il Gaglia- Defibrillatori in dotazione al servizio associato di Polizia Locale Il servizio associato di Polizia Locale composto dai Comuni di Candiolo, None, Piobesi Torinese, Castagnole Piemonte e Virle Piemonte, ha ricevuto questi importanti ausili per il pronto intervento in caso di arresto cardiaco, che in più occasioni hanno dimostrato di fare la differenza nel salvare delle vite. under 16 blu Si tratta di due dispositivi semiautomatici per il trattamento precoce dell’arresto cardiorespiratorio, che saranno in dotazione alle auto pattuglie sul territorio comunale, garantendo in tal modo interventi tempestivi in caso di emergenza, fino all’arrivo delle cure avanzate e del successivo ricovero. Tutti gli agenti della poli- Dichiarazione redditi 2014: modelli UNICO e IRAP definitivi L’Agenzia delle Entrate termina la pubblicazione dei modelli di dichiarazione 2014 nico Biella lascia negli animi delle ragazze un’esperienza indimenticabile. Le Chisoline under 18 riescono nell’impresa superando il Canavese Volley, ma ad un passo dalla finalissima devono cedere alla corazzata ungherese Kra Volley dimostrando l’onore della maglia sul campo nella finale 3° e 4° posto contro il solito Lilliput Settimo che non tradisce le aspettative conquistando il gradino più alto messo in palio. Un’esperienza così può solo far crescere dentro e fuori dal campo... under 18 Dopo il 730, il CUD e i modelli IVA arriva anche la versione definitiva di UNICO 2014 e della dichiarazione IRAP: si completano così i modelli dichiarativi relativi al 2014, tutti disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate completi di istruzioni. I sei nuovi arrivati sono: UNICO società di capitali; UNICO persone fisiche; UNICO società di persone; UNICO enti non commerciali; IRAP 2014; Consolidato nazionale mondiale. UNICO persone fisiche è il modello “base” per la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche e viene presentato da tutti i contribuenti esclusi i lavoratori dipendenti e pensionati che di- chiarano il proprio reddito attraverso il modello 730. Va presentato in via telematica entro il 30 settembre, oppure fra il 2 maggio e il 30 giugno per chi utilizza il modello cartaceo. Fra le novità 2014, segnaliamo: l’aumento delle detrazioni zia municipale del servizio associato sono stati formati all’uso di defibrillatori, con la frequenza di un corso promosso dalle stesse Amministrazioni comunali e tenuto da istruttori della Croce Verde di None. dal sito http://www.comune.candiolo. torino.it per i figli a carico; la proroga degli incentivi per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica; il bonus mobili; le detrazioni per gli investimenti in start up innovative; riduzione della cedolare secca dal 19 al 15% per gli affitti a canone concordato; riduzione forfettaria del canone di locazione libero ridotta dal 15 al 5%; le nuove modalità di indicazione per la rendita da terreni e fabbricati. da http://www.pmi.it Candiolo Andrea Laruffa 28/02 scadenza iscrizioni al 1° Concorso fotografico “Un paesaggio nel pallone”, costo 6 euro. Tema unico, utilizzando la vostra fantasia posate e fotografate il vostro pallone in un qualsiasi contesto paesaggistico. Aperto a tutti gli appassionati di fotografia. Ogni autore potrà inviare massimo 3 fotografie via mail. Scheda di partecipazione e regolamento scaricabile dal sito: www.chisolavolley.com Categorie senior e junior premi per le due categorie: 1° premio un tablet 2° premio un menù pizza 3° premio un pallone. Mostra delle 20 migliori opere verrà allestita presso la casa di accoglienza La Madonnina di Candiolo in via Pio V, n° 30. DuE FIRME per AIuTARE TANTI senza pagare NullA L’8xmille ed il 5xmille sono due firme che non ti costano nulla e consentono di destinare una parte delle tue tasse versate allo Stato a CHI VUOI FIRMA PER lA cHIEsA cATTOlIcA nell’apposito spazio dell’8xMIllE, in questo modo farai molto per tanti CASA CASA DI DI ACCOGLIENZA ACCOGLIENZA LA LA MADONNINA MADONNINA di di Candiolo Candiolo ONLUS ONLUS per parenti e malati di cancro in cura 5xmille - Firma e scrivi il numero 95516130010
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