modulo 2 lezione 5b

neutrofili
macrofagi
Neutrofilo (polimorfonucleati: nuclei multilobati)
G-CSF: granulocyte Colony-stimulating Factor è la
citochina che stimola la produzione dei neutrofili
sono la popolazione leucocitaria circolante più abbondante
(55-70% dei leucociti)
hanno vita breve (circa 6h in circolo)
1x1011 neutrofili/giorno
funzioni fondamentali
1-fagocitosi professionale potenziata da recettori per il complemento (CR) e per
anticorpi (di classe G->FcγR) *
2-digestione dei patogeni attraverso sostanze e enzimi microbicidi (defensine,
catelicidine) il rilascio di radicali liberi e sostanze ossidanti (respiratory burst)
contenute nei cosiddeti granuli primari
3-rilascio di fattori chemotattici, di mediatori infiammatori e enzimi microbicidi
(lisozima, collagenasi, elastasi) contenuti nei cosiddetti granuli secondari
4-rimozione (o induzione) di danni tissutali attraverso il rilascio di gelatinasi
(digerisce il connettivo) contenuta nei cosiddetti granuli terziari
Meccanismi battericidi: i granuli
I granuli primari (azzurrofili)=
lisosomi
Sono primariamente coinvolti nello
sviluppo di attività antibatterica in
sede fagolisosomale, cui forniscono
molecole ad attività antibatterica
diretta, proteine cationiche e
molecole coinvolte nella generazione
di ROI (mieloperossidasi).
I granuli secondari Svolgono
primariamente attività antibatterica
in sede extracellulare.
ipoclorito
Le vescicole di secrezione
trasferiscono in membrana proteine
ad attività recettoriale.
Witko-Sarsat et al. Neutrophils: molecules,
functions and pathophysiological aspects.
Laboratory Investigation 80: 617-53, 2000.
Attività microbicida Attività batteriostatica Attività catabolica
Attività recettoriali
Lattoferrina
Mieloperossidasi
Collagenasi
Recettore peptidi formilati
Proteina legante B12
Azzurrocidina
Gelatinasi
Recettori di IL-8
Defensine
Elastasi
Recettore di laminina
Catelicidine
Istaminasi
Recettore di vitronectina
Lisozima
β-glucuronidasi
CR1 (CD35)
Proteinasi 3
α-mannosidasi
CR3 (CD11b/CD18)
Catepsina G
β-glicerofosfatasi
Fcγ-RIII (CD16)
BPI
Funzioni granulocitarie
fMLP
Reclutamento e attivazione
dei granulociti neutrofili
PMN circolanti
Agenti chemiotattici
(fMLP, IL-8, C5a)
PMN reclutati
chemochine
CXC (IL-8)
Attivatori
(PAMPs, IL-1, TNF)
PMN infiammatori
Fagocitosi e attività Rilascio di citochine
antimicrobica
C5a
“multistep navigation model”
Dopo avere aderito ad endotelio infiammato nella sede di infiammazione, i PMN extravasano e
rispondono a successive combinazioni si agenti chemiotattici. L’aumento delle capacità adesive e le
prime fasi di invasione tissutale sono indotte da agenti chemiotattici derivati dalla cascata
complementare (C5a) e dall’attivazione della cascata dell’arachidonato (PAF). Nel tessuto PMN
rispondono ad agenti chemiotattici prodotti da cellule stromali (chemochine), e sono localizzati in
prossimità dell’agente patogeno da agenti chemiotattici derivati dal patogeno stesso (formilpeptidi). La
direzione del movimento è determinata sia dal gradiente dello stimolo che da meccanismi di
desensitizzazione recettoriale eterologa.
La fagocitosi
http://www.youtube.com/
watch?v=ygkvXT1BmaA
http://www.youtube.com/
watch?v=qK5BP6PeKBw
Interazione e fagocitosi di uno streptococco
da parte di un granulocita neutrofilo
Elia Metchncoff (fine 800)
-ruolo dei fagociti come meccanismo di difesa nei
confronti di agenti lesivi (1908 premio Nobel Medicina
e Fisiologia)
Fagocitosi e distruzione intracellulare dei microbi
Le tappe della fagocitosi
1) Riconoscimento
Alcuni componenti sierici facilitano la fagocitosi e
sono globalmente indicati quali “opsonine”. Alcune
frazioni complementari (C3b) e classi anticorpali
(IgG1 e IgG3) svolgono nell’uomo questa funzione
interagendo con specifici recettori cellulari (IgG1IgG3=FcgR; C3b=C3bR) che attivano il processo di
fagocitosi
2) Ingestione
Pseudopodi cellulari avvolgono la particella da
ingerire, fino ad includerla in un vacuolo di
neoformazione (fagosoma)
3) Uccisione
Il fagosoma si fonde con un numero variabile di
lisosomi dando il fagolisosoma e il patogeno è
esposto all’azione di un largo pannello di enzimi
litici. La fagocitosi porta anche alla produzione di una
grossa quantità di metaboliti reattivi dell’ossigeno
(burst ossidativo) che esplicano azione battericida.
Fagociti attivati da citochine pro-infiammatorie
esprimono una forma inducibile di monossido di
azoto sintetasi caratterizzata dalla capacità di
produrre grandi quantità di monossido di azoto,
dotato anche esso di attività battericida.
4) Digestione
Degradazione nel fagolisosoma di macromolecole di
origine esogena ad opera di varie attività
enzimatiche. Nel caso di macrofagi segue la
presentazione antigenica nel contesto MHC classe II
e l’avvio di una risposta specifica
Meccanismi di “escape” della fagocitosi
1
2
1) Riconoscimento
Alcuni batteri operano meccanismi di “masking” e
prevengono in questo modo la fagocitosi ad opera
di PMN (ex: Yersinia enterocolitica, Salmonella
spp., Listeria spp.)
2) Ingestione
Legato al blocco del meccanismi di formazione
del vacuolo di fagocitosi (ex: group A streptococci).
3
4
3) Uccisione
Molti agenti patogeni bloccano la generazione di
ROI
4) Digestione
Determinato dal blocco della maturazione del
fagosoma
Allen LA. Mechanisms of pathogenesis: evasion killing by
polymorphonuclear leukocytes.
Microbes and infection 5: 1329-35, 2003.
Malattia granulomatosa cronica (CGD)
malaUa geneQca molto rara (X-­‐linked o recessiva) mutazioni a carico dei geni che codificano per l’ossidasi fagociQca (NADPH ossidasi) spesso è fatale anche se tra:ata con terapie anQbioQche agressive diminuita capacità di produrre ROS = incapacità di eliminare i microbi fagocitaQ infezioni ricorrenQ da miceQ e ba:eri intracell. i patogeni che non vengono eliminaQ sQmolano risposte T-­‐cellulo mediate che sostengono l’aUvazione dei macrofagi e la formazione dei granulomi