N°07 - 2014 - Diocesi di Isernia

PASQUA 2014 - Anno V - n. 07 - € 1,00 email: [email protected]
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Campobasso-Bojano 6|7
Isernia-Venafro
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Termoli-Larino
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Trivento
Pellegrinaggio
dei giovani
Via Crucis
della memoria
Insieme
per educare
Pellegrinaggio
a Roma
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Il Papa in Molise,
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REGALA UN ABBONAMENTO
Nuovi santi
2-3
Si avvicina la canonizzazione di
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II,
grandi papi della modernità
Il Papa in Molise
Iniziano i preparativi per
la storica visita di papa
Francesco nella nostra terra
5
Lavoro
14
Anche nel Molise sale a livelli
record il tasso di disoccupazione
soprattutto tra i giovani
Social network
14
Le valutazioni dell’esperto
sui rischi della sovraesposizione
alla comunicazione virtuale
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| Chiesa
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a cura di don Francesco Bovino
Papa Roncalli sarà ricordato soprattutto per essere stato l’artefice del ConcilioVaticano II,
un’intuizione che cambiò radicalmente la storia e la vita della Chiesa, proiettandola nella
modernità e cambiando il rapporto tra il governo ecclesiastico ed il popolo cristiano
PAPA GIOVANNI XXIII, IL SANTO “BUONO”
ngelo Giuseppe nacque il
25 novembre 1881 a
Sotto il Monte, 16 Km a
sud ovest di Bergamo, in
località Brusicco, quartogenito
dei 13 figli e figlie di Battista
Roncalli e Marianna Mazzola.
Crebbe in una modestissima
famiglia di contadini mezzadri in
un ambiente povero. Nel 1892 a
entrò nel seminario di Bergamo.
Qui maturò la determinazione di
fare ogni sforzo per diventare
santo come si legge
ripetutamente nel suo diario "Il
giornale dell’anima" che
cominciò a scrivere nel 1895.
Ordinazione e pr imi anni di
sa cerdozio
Il 10 agosto 1904 Angelo venne
ordinato sacerdote in S. Maria in
Monte Santo a Roma.
Celebrò la prima Messa il giorno
seguente in S. Pietro vicino alla
tomba dell’Apostolo e il
pomeriggio di quel giorno fu
ricevuto dal Papa S. Pio X. Nel
1905 venne nominato segretario
del Vescovo di Bergamo mons.
Giacomo Radini Tedeschi e
l’anno seguente fu incaricato
dell’insegnamento di Storia e
Patrologia in seminario.
Dal 1915 al 1918 prestò servizio militare come
cappellano dell’ospedale di riserva a Bergamo. Con la
sua amabilità e il suo ottimismo riusciva a contribuire
alla salute dei soldati e a riconciliarli alla fede.
Pr imo inc ar ic o nazionale
Nel 1921 fu chiamato a Roma come presidente del
Consiglio centrale per l’Italia delle Pontificie Opere
Missionarie e qui alimentò il suo amore per le missioni
estere influenzato anche dal contatto con padre Paolo
Manna, superiore Generale del Pontificio Istituto
Missioni Estere (PIME).
Diploma tico d ella Sa nta Sede
Nel 1925 monsignor Angelo Roncalli entrò a servizio
diretto della S. Sede. Venne consacrato vescovo il 19
marzo 1925 in S. Carlo al Corso in Roma, e nominato
Visitatore Apostolico in Bulgaria. Nel 1934 venne
trasferito alla Delegazione apostolica di Turchia e
nominato Amministratore Apostolico dei Latini di
Istanbul. Nel dicembre del 1944 Pio XII lo nominò
Nunzio Apostolico a Parigi.
Il 12 gennaio 1953 il Nunzio Angelo Giuseppe Roncalli fu
creato cardinale da Pio XII e nominato Patriarca di
Venezia. Non acquistò né un motoscafo né una gondola
continuando la tradizione dei Patriarchi.
Per spostarsi in laguna usò i mezzi pubblici.
Si diceva a Venezia di lui: "Ognuno che l’incontra rimane
con l’impressione precisa che il Patriarca abbia per lui
dopo l’annessione di Roma allo Stato italiano nel 1870.
Il Concilio
L’11 ottobre 1962 papa Roncalli inaugurò in S. Pietro il
Concilio Vaticano II indicando un preciso orientamento
degli scopi: non definire nuove verità o condannare
errori, ma rinnovare la Chiesa per renderla più santa e
quindi più adatta ad annunciare il Vangelo ai
contemporanei; ricercare le vie per l’unità delle Chiese
cristiane; rilevare ciò che c’è di buono nella cultura
contemporanea aprendo una nuova fase di dialogo col
mondo moderno, cercando innanzitutto "ciò che unisce
invece di ciò che divide".
L’enc ic lic a “Pa cem in ter ris”
L’11 aprile 1963 papa Roncalli pubblica l’Enciclica
"Pacem in terris" indirizzata per la prima volta non ai
soli cattolici ma "a tutti gli uomini di buona volontà", e
che fu ritenuta da tutti, anche non cristiani, come
QUELLA SERA IN PIAZZA SAN PIETRO
“C
un’attenzione tutta particolare".
Pontificato
Il 28 ottobre 1958 a 77 anni, con sorpresa di tutti per la
sua avanzata età, Roncalli venne eletto Papa e assunse
il nome di suo padre, del patrono del suo paese natale
e dell’evangelista della carità: Giovanni.
Iniziò subito un modo nuovo di fare il Papa mosso
dalla sua fede e dal suo felice temperamento. A
nemmeno due mesi dalla sua elezione diede
l’esempio di praticare le opere di misericordia
corporali: a Natale visitò i bambini ammalati
all’Ospedale romano del Bambin Gesù, ed il giorno
seguente andò a trovare i detenuti del carcere romano di
Regina Coeli.
Tre mesi dopo la sua elezione il 25 gennaio 1959 nella
Basilica di S Paolo, tra la generale sorpresa, annunciò il
Concilio Ecumenico Vaticano II, il I Sinodo della Diocesi
di Roma e la revisione del Codice di Diritto Canonico.
Durante il suo pontificato, in tre Concistori, nominò 37
nuovi cardinali tra cui, per la prima volta, un tanzaniano,
un giapponese, un filippino e un messicano.
Fu il primo Papa, dopo il 1870, che esercitò anche
direttamente il suo ministero di Vescovo di Roma
andando personalmente a visitare le parrocchie.
Il 4 ottobre 1962 compì il pellegrinaggio in treno a Loreto
e ad Assisi pregando e facendo pregare per l’imminente
Concilio. Fu la prima uscita di un Papa fuori del Lazio
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ari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce
sola, ma riassume la voce del mondo intero: qui
tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che
persino la luna si è affrettata stasera, osservatela in alto, a
guardare questo spettacolo. La mia persona conta niente:
è un fratello che parla a voi, diventato padre per la
volontà di nostro Signore... Ma tutti insieme, paternità e
fraternità e grazia di Dio, tutto tutto...
Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così;
guardandoci così nell'incontro...
Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai
vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa.
Troverete qualche lacrima da asciugare: dite una parola
buona. Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della
tristezza e dell'amarezza. E poi, tutti insieme ci
animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre
pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta,
continuiamo a riprendere il nostro cammino”.
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l’espressione migliore, nella situazione del mondo
contemporaneo, delle vie per alimentare le speranze di
pace e di solidarietà di tutto il genere umano. Fu messa
negli archivi delle Nazioni Unite a New York.
Pre mio Inter naziona le per la pace
Il 10 maggio 1963 al Papa Bergamasco venne consegnato
in Vaticano il premio internazionale Balzan per la pace
come riconoscimento per la sua intensa attività per
evitare i conflitti e segnalare all’umanità il cammino per
la pacifica convivenza dei popoli.
Il 23 maggio dello stesso anno venne annunciata
pubblicamente la malattia del Papa, e il 3 giugno 1963,
dopo 4 anni sei mesi e sei giorni di pontificato, Angelo
Giuseppe Roncalli si spegneva serenamente invocando
il nome di Gesù e offrendo la sua vita per realizzare il
testamento di Gesù: "che tutti siano uno".
È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre
2000 e la su festa liturgica è stata fissata l’11 ottobre il
giorno dell’inizio del Concilio Vaticano II.
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Registrato al Tribunale di Campobasso
l’11/6/2010 al n° 11
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Italiana
Settimanali
Cattolici
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a cura di don Paolo Scarabeo
La scelta di eleggere al soglio di Pietro Karol Wojtyla rafforzò la centralità della missione universale della
Chiesa. Il Papa diede un’impronta completamente nuova al ministero petrino preoccupandosi di
diffondere il Vangelo in difesa dei deboli, dei poveri e degli emarginati in tutti i luoghi del mondo
Giovanni Paolo II, “missionario” della Chiesa
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uesta nostra terra ha mantenuto
con il Papa venuto dall'Est un
rapporto molto stretto ed
affettuoso. Le sue visite, nel 1983 a
Termoli e, nel 1995, a Campobasso,
Castelpetroso e Agnone, sono rimaste
indelebili nella memoria di chi lo ha visto
da vicino – come chi vi scrive che in quel
tempo era un giovanissimo Seminarista e di chi lo ha seguito in televisione.
Testimone del suo tempo, illuminato
uomo di cultura, coraggioso operatore di
pace, Giovanni Paolo II, che non ha mai
smesso di affermare in ogni dove la
Dottrina sociale della Chiesa
denunciando i limiti del socialismo reale
e del liberismo senza regole che avevano
caratterizzato il Novecento, ha dato un
contributo rilevante e sostanziale al
contrasto e all'abbattimento di dittature ideologico-politiche, alla lotta alla povertà, alla
riaffermazione dei diritti dell'uomo.
È bello ricordare quell'incitamento che ci venne proprio ad Agnone quando ci esortò a non
arrenderci e a non rinunciare a costruire il nostro futuro. Ho negli occhi, come migliaia di
fedeli quel giorno, quelle immagini e nelle orecchie quelle parole, e sento ancora
l'emozione di quell'incontro, che poi ho potuto ripetere diverse volte, avendo avuto la
fortuna di essere designato, come studente del Seminario Giovanni Paolo II in Roma e poi
da diacono, per il servizio liturgico alle sue celebrazioni.
Era il 19 marzo del 1983, quando Giovanni Paolo II fece la sua prima visita in Molise, a
Termoli, dove giunse in elicottero accolto dall’ora Vescovo mons. Ruppi, e dove rimase sei
ore che per quel popolo, come per tutto il Molise, ebbero intensità di un tempo
interminabile. Quella del 19 marzo 1995, invece, è una data indelebile per me come per
tutti i fedeli molisani: nel nostro Santuario di Castelpetroso arriva pellegrino Sua Santità
Giovanni Paolo II. La giornata del Santo Padre inizia nella città di Campobasso, dove
benedice la prima pietra del “Centro di ricerca e di formazione ad alta tecnologia nelle
scienze biomediche” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, prosegue a Castelpetroso,
dove celebra la Santa Messa e termina nella cittadina di Agnone, dove assiste e benedice
alla colata di una campana presso l’Antica Fonderia Pontificia Marinelli.
Il piazzale del Santuario era gremito di gente già dalle prime ore del mattino, tutti volevano
un posto in prima fila per assistere alla Santa Messa celebrata dal Papa, che mons. Piero
Marini preparò meticolosamente, senza permetterci un attimo di distrazione. Per
quest’occasione fu installato, nel piazzale sottostante il Tempio, un ampio palco collegato
al Santuario da un viale formato da un tappeto verde ai cui lati erano state sistemate delle
margherite gialle. L’elicottero del Papa atterrò sulla Statale, al bivio che porta al Sacro luogo
e, da qui, sulla Papa mobile, percorse la strada tra due ali di folla. Arrivato sul piazzale,
imboccò quello che da allora è denominato “Viale Giovanni Paolo II” e qui s’immerse in un
mare di fedeli giunti da ogni parte del Molise e delle regioni vicine che urlano il suo nome
sventolando migliaia di bandierine gialle e bianche. Tra i numerosi fedeli era presente
anche una delegazione polacca che il Papa salutò ricordando lo stretto legame esistente tra
la sua Nazione e il Santuario. Infatti, fu proprio dalla Polonia, nel lontano 1891, che arrivò il
primo pellegrinaggio estero e furono proprio i fedeli della polacchi, in particolare di
Cracovia, che con le loro offerte permisero la costruzione della prima cappella del
Santuario. Ed ecco, nel 1995, il primo Papa al Santuario, anch’egli di Cracovia.
La Santa Messa fu concelebrata, tra gli altri, dall’indimenticato mons. Ettore Di Filippo,
Arcivescovo di Campobasso-Bojano, che aveva fortemente voluto questa giornata. Un
giorno memorabile, che ora riviviamo nel cuore nella luce di quell’amore grande che ha
unito la nostra terra a colui che preghiamo Santo! San Giovanni Paolo II.
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K
Il Pontefice
e
il Molise
| PASQUA 2014
| Pasqua 2014
“CRISTO HA TRASFORMATO
TUTTI I NOSTRI
TRAMONTI IN AURORE”
ll’inizio della grande Veglia pasquale, con mani
incerte e tremanti, i fedeli accenderanno ad una
ad una le candele dal cero pasquale, nelle chiese
gremite, soffuse di ombra e colme di mistero.
Piano piano il buio diventerà luce e si libereranno
nell'aria, insieme ai profumi intensi e forti dell’incenso
odoroso, i pensieri, le emozioni e le preghiere che hanno
riempito il cuore dei fedeli durante tutta la Quaresima.
Voci angeliche, canti melodiosi, suoni celestiali e letture
sacre prenderanno il posto del lungo silenzio
penitenziale, mentre le preghiere con le piccole
fiammelle si libereranno per volare in alto, come piccole
stelle, per illuminare un cammino di speranza intriso di
nuovi proposti, di nuove sensazioni e di nuove
motivazioni. E la gente si scambierà ancora volentieri gli
Auguri di Buona Pasqua! Sì, perché ci sono tanti simboli
che ci riportano alla Pasqua… le uova, i coniglietti,
l’agnellino, la colomba pasquale e, anche, un pensiero al
buon Gesù, tanto per non dimenticare che è sempre
l’anniversario della sua Risurrezione. Ma se vogliamo
salire di tono e far diventare Pasqua soprattutto la festa
della Risurrezione, non solo di quella di Gesù Cristo,
fonte della vera Pace, ma anche della nostra, sarebbe
bene coglierne tutta la pregnanza dei riti e dei significati
teologici che questi contengono. Facciamo nostro
l’invito di San Clemente di Alessandria che, sollecitando
a guardare al cielo, diceva: «Cristo ha trasformato tutti i
nostri tramonti in aurore». Parlando di Pasqua o più
semplicemente dicendo Buona Pasqua, il fedele
comune intende riferirsi al giorno della Risurrezione di
Gesù, quello cioè che quest’anno cade nella domenica
20 aprile. E questo è vero perché Pasqua è la festa di
Gesù Risorto ed è la più grande festa dell’anno: tutto
questo è senz’altro vero, ma è purtroppo incompleto. La
parola Pasqua, teologicamente, è ben più pregnante:
indica quello che è il momento centrale e culminante
della redenzione, che è la passione, morte e risurrezione
del Signore, ma, con questo termine, ci si può riferire
anche a tutto il piano della salvezza, che va
dall’Incarnazione al ritorno di Cristo nella gloria. In
parole più precise si parla di ‘Mistero pasquale’ che
consiste in due movimenti fondamentali, presenti nella
persona del Salvatore: quello discendente di
umiliazione e morte, proprio di Gesù che patisce e
muore in croce ed è sepolto, e quello ascendente di
Gesù che risorge e sale al cielo. Allora, per noi cattolici, il
mistero della nostra redenzione è la persona stessa del
Verbo incarnato, che per amore verso di noi muore e
risorge. Ciò risalta maggiormente e si vive con grande
emozione nella Pasqua annuale, vera «solennità delle
solennità, della grande domenica di Pasqua, ma in
verità lo si continua a
celebrare ogni giorno
nell’Eucaristia e,
settimanalmente, ogni
domenica. La gioia di un
giorno è bella, ma è tanto
più completa gustandola
ogni giorno dell’anno.
Infatti tutte le celebrazioni,
alle quali la Chiesa, nella
sua liturgia, invita a
partecipare, non celebrano
altro che il Mistero
Pasquale, e celebrare
significa precisamente
renderlo attuale, in modo
tale che ogni partecipante
si coinvolga vitalmente nella redenzione. Ecco allora
come si possono specificare meglio i vari livelli della
celebrazione della Pasqua. Prima di tutto essa si
attualizza nell’Eucaristia, vale a dire che ogni volta che
uno partecipa all’Eucaristia è coinvolto
nell’attualizzazione dell’opera della propria redenzione,
grazie al dono dello Spirito Santo, che fonde e
armonizza tutti noi in un solo corpo. Ecco perché i
sacramenti si preferisce conferirli durante la
celebrazione eucaristica, in essa trovano il naturale
coronamento e la loro pienezza. Una seconda
attuazione della Pasqua è la Domenica, ogni domenica
dell’anno. Infatti il primo giorno della settimana è tutto
pervaso dalla presenza del Risorto, che ci rende
partecipi e ci inonda dei benefici della sua redenzione.
Proprio così: la domenica è niente altro che l’estensione
sacramentale del mistero pasquale in una intera
giornata, che esattamente trova nella celebrazione
eucaristica la sua fonte, il suo vertice e la sua più intensa
attuazione. Possiamo ben dire che nell’intero Anno
liturgico, vale a dire dal Natale alla solennità di Cristo Re
dell’universo, la Chiesa dispone in successione tutte le
tappe fondamentali dell’unico mistero pasquale,
avendo come perno, regola e punto di ancoraggio la
solennità di Pasqua. Con una piccola digressione voglio
ricordare che alcuni dividono l’Anno liturgico in due
cicli complementari, che ripropongono il Mistero
Pasquale a diversa intensità: il ciclo dell’Avvento-Natale,
nel quale la celebrazione del Mistero Pasquale è in
primizia, e il ciclo della Quaresima-Pasqua-Pentecoste,
nel quale poi il Mistero Pasquale splende nella sua piena
maturità. Vale la pena chiarire anche l’idea di Triduo
pasquale: è l’unica solennità della Pasqua celebrata in
tre giorni, che hanno per questo il medesimo grado di
N e l g io r n o d el ven er d ì s a n to s i e f f e tt u a l a “ C o l le t ta p e r l a t er ra S a n t a ”
c o n l o s co p o d i m a n t en er e i l le g a m e t ra i c r is t ia n i e i l u o g h i d e l l a f e d e
COLLETTA PRO LUOGHI SANTI
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solennità. Quindi non si tratta (come avviene nei vari
tridui devozionali, che si premettono alle altre feste) di
tre giorni – giovedì, venerdì e sabato santo – vissuti in
preparazione alla solennità di Pasqua. La solennità
annuale di Pasqua fa eccezione, nel modo più assoluto,
rispetto a tutte le altre solennità e feste cristiane. Non si
risolve nello spazio di una sola giornata, ma si estende
in tre giorni distinti, ma uguali per solennità. Celebrare
la Pasqua, per il cristiano impegnato e per ogni
comunità locale, consiste nel partecipare a tutti i riti del
Giovedì santo sera, del Venerdì santo pomeriggio e della
Veglia pasquale nella notte santa. Sono tre solenni e
venerandi riti che condensano la pienezza di ciò che la
Chiesa intende celebrare nella Pasqua. I liturgisti
considerano la celebrazione del Giovedì santo come un
grandioso portale di ingresso nei tre giorni santi, così
come la messa prefestiva che estende al sabato la
celebrazione domenicale. Il Giovedì santo, infatti, è
l’ultimo giorno della Quaresima, ma, alla sera, si entra,
mediante l’Eucaristia «nella Cena del Signore», nel sacro
Triduo pasquale. Oltre tutto, poi, è sempre bene che
questi tre riti siano integrati con la preghiera personale,
con la penitenza, con il digiuno, con la riflessione e con
la ricezione dei sacramenti, in particolare con la
Riconciliazione sacramentale e con la Comunione
eucaristica. Se celebrato con fede viva e se preparato
con cura, l’intero Triduo pasquale permette di elevare il
tono e il grado della vita cristiana dell’intera parrocchia
e dei suoi singoli fedeli. Così facendo ci si apre al
successivo tempo pasquale, che è il «tempo maggiore»
fra i tempi liturgici: in esso veramente «sfolgora il sole di
Pasqua». Tanti cari Auguri di Buona e Santa Pasqua,
ricca di pace e serenità per tutti!
don Mimì Fazioli
| Pasqua 2014
PASQUA 2014 |
L’ABBRACCIO
ATTESO
I l cr i s t ia n e s i mo v i s s u t o c o m e i m p e g n o t e s t i mo n i a l e
n e l l a m i s s i o n a r i e t à è i l t ra t t o d i s t i n t i v o d i q u e s t o p a p a t o
c he s ta s c uo tend o un a C hies a
a vo l t e s o n n a c c h i o s a e l o n t a n a d a l l a " s t r a d a " .
U n s egn o di vi c i na nz a a c h i è per i feri a?
D i c e r t o u n m e s s a g g i o c h e il M o l i s e a c c o g l ie r à
c on pro fond o s entim en to d i Fede
re date storiche per il Molise,1983. 1995. 2014,
tre date che ci ricordano le visite di un papa in
una terra piccola ma dalla profonda religiosità.
Per la terza volta nel giro di trent'anni la regione
dal cuore verde accoglie, nel suo abbraccio caloroso,
un pontefice. La patria di Celestino V, Pietro del
Morrone. Il Papa semplice e umile, vive nuovamente
l'esperienza di fede più importante per il suo percorso
spirituale. La visita in Molise ha riempito di gioia pura
lo spirito dei fedeli e non della regione, che hanno
visto accolto l'invito rivolto a Francesco, il papa della
"periferia". Il Molise, terra di periferia, che nel corso
degli anni ha conosciuto il fenomeno dello
spopolamento causato dalle emigrazioni racconta, in
parte, la stessa storia di Padre Bergoglio, figlio di
migranti e oggi prossimo ai migranti di tutta la terra. E
in Pietro del Morrone, l'eremita che amava la natura e,
soprattutto, la semplicità, possiamo rispecchiare la
figura di questo uomo degli umili e dei semplici che,
come l'eremita del Molise, lotta per il ritorno ad una
chiesa degli umili, lontana dalle "corti" e dallo
"sfarzo". Il cristianesimo vissuto come impegno
testimoniale nella missionarietà è il tratto distintivo di
questo papato che sta scuotendo una Chiesa a volte
sonnacchiosa e lontana dalla "strada". Un segno di
vicinanza a chi è periferia? Di certo un messaggio che
il Molise accoglierà con profondo sentimento di Fede.
E' veramente un anno di grazia straordinaria,
seminata con cura e con amore dal Pastore
dell’Arcidiocesi di Campobasso Bojano, padre
Giancarlo. Campobasso Città della Pace, della
speranza, accoglierà con un calore mai visto, come
nelle precedenti visite, il Pastore della cristianità.
L'annuncio della visita in Molise è echeggiato
rapidamente, amplificato con gioia dai media. Un
appuntamento che coinvolgerà non solo la regione
ma tanti fedeli che accorreranno dalle terre vicine, in
un pellegrinaggio spirituale che, ci auguriamo, troverà
pronta la logistica che si deve approntare. Al di là
dell'euforia del momento si tratterà di pianificare un
evento "storico", che deve vedere il necessario
impegno di tutti per il perfetto coordinamento della
manifestazione. A livello organizzativo si tratterà di
garantire servizi di logistica e di accoglienza. Dal
punto di vista spirituale le diocesi continueranno il
cammino di spiritualità iniziato e rinsaldato nell'anno
della fede. Il 19 marzo 1983 per la prima volta un papa,
se escludiamo Celestino V, giungeva in Molise,
precisamente a Termoli, per lanciare un incisivo
messaggio di riscatto nel giorno dedicato ai lavoratori.
Nel 1995, sempre il 19 marzo, Giovanni Paolo II
tornava in Molise per porre la prima pietra del Centro
di alta Specializzazione dell'Università Cattolica per
poi spostarsi al Santuario dell'Addolorata di
Castelpetroso ed infine ad Agnone. Fu definito
dall'allora arcivescovo Di Filippo un "triangolo della
provvidenza": la Salute, la Sofferenza, il Lavoro. Papa
Bergoglio giunge in Molise mentre la Cattolica vive un
momento difficilissimo e il mondo del lavoro è allo
stremo. Dobbiamo augurarci che questo papa scuota
una situazione asfittica in cui versa una delle
eccellenze molisane? Certamente il soffio della
provvidenza continua a soffiare e non si cura delle
tante ipocrisie dell'uomo. Mentre iniziano i
preparativi per questo evento straordinario noi ci
affidiamo allo Spirito che ha voluto portare nella terra
molisana un altro uomo ispirato da Dio per poter
offrire nuovi elementi di riflessione spirituale ma
anche civile e sociale. Se rileggiamo le riflessioni di
Giovanni Paolo II in Molise vi rinveniamo profonde
indicazioni spirituali che non sono state pienamente
ascoltate dalle comunità. La provvidenza offre a
questo piccolo popolo una nuova occasione per
rinforzarsi nella fede e nella riscoperta di valori civili a
volte dimenticati. Vorrei anche sottolineare un altro
intervento dello spirito. Nel periodo estivo tornano in
Molise tantissimi figli emigrati all'estero. Ci auguriamo
che abbiano un posto di privilegio nella visita del
Santo Padre, perché sono stati loro, con immenso
sacrificio, a rendere "belle" le chiese e, anche,
l'economia del Molise.
T
Rit a D ’Addona
LA PASSIONE VIVENTE
Gli appuntamenti in Molise
In Molise in alcuni centri rivive ancora, grazie ad associazioni locali, la
rappresentazione della Passione Vivente. Quest'anno la nostra terra
vivrà anche la Via Crucis del Venerdì Santo con un'attenzione diversa.
Papa Francesco ha dato mandato all'arcivescovo Bregantini di
scrivere le riflessioni durante le stazioni della Via Crucis.
Vene rdì 11 april e
Termoli, parrocchia Santa Maria degli Angeli
IL SOCCORSO INATTESO
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Sa b a t o 1 2 a p r i l e
Sant'Elia a Pianisi (CB) XX edizione della
"Passione di Gesù" ore 20.30
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D o m en i ca 1 3 a p r i l e 2 0 1 4
- Colle d'Anchise (CB) rappresentazione
della "Passione Vivente di Gesù"
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- Fossalto VIII edizione ore 20.30
- Santa Croce di Magliano "Passione di Cristo" ore 18.20
Trivento ore 17.00
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Ve nerdì S ant o 18 a prile
- Via Crucis a Campobasso
- Via Crucis Isernia
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Si m o n e D i Sa n t o
Is ti t u t o te c n i c o - e c o n o m i c o
L. P i l la C a m p o b a ss o
C la ss e I I B
| PASQUA 2014
| Campobasso . Bojano
VIA MAZZINI, 80 - 86100 CAMPOBASSO | TEL. E FAX 0874-482780
IMMAGINI DELLA SETTIMANA SANTA A CAMPOBASSO
IL DOLORE REDENTO
La processione del venerdì santo,
un fiume umano intriso di dolore
ma anche e soprattutto
di speranza, continua a fluire
lungo le vie della città per portare
a t u tt i u n a f o r m a
di testimonianza che lega
la fede al canto, nell'attesa del
g i o r n o d e ll a R e s u r r e z i on e
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SEPARATI DIVORZIATI
E AMMISSIONE ALLA
COMUNIONE EUCARISTICA
I
n relazione all’articolo ” Separati da chi? “ del
numero 4 dell’ 1 marzo scorso di questo giornale,
un attento lettore ci ha segnalato l’opportunità di
precisare in quali casi i separati e i divorziati sono
ammessi alla comunione eucaristica.
Lo facciamo ben volentieri perché non sempre su
questo argomento c’è la chiarezza che merita e lo
facciamo riportando quanto previsto da un
documento ufficiale della Chiesa, il Direttorio di
Pastorale Familiare della CEI del luglio 1993 ( nn. da
207 a 220 ).
Con questo documento, al di là della “disciplina” in ordine alle varie condizioni di vita, già all’epoca i Vescovi
italiani raccomandavano alla Comunità cristiana uno stile di accoglienza e di vicinanza alle persone coinvolte in
separazioni/divorzi, per farle sentire parte della Chiesa.
In questo ci sentiamo in linea con il percorso “EMMAUS” della nostra Pastorale.
Con l’occasione ringraziamo il lettore che ci ha fatto la segnalazione, dandoci la possibilità di rendere un servizio
utile alla corretta informazione.
SEPARATI
“ La loro situazione di vita non li preclude all’ammissione ai sacramenti: a modo suo, infatti, la condizione di
separati è ancora proclamazione dell’indissolubilità matrimoniale” (n.209), a meno che non si riaccompagnino in
un nuova unione.
DIVORZIATI N ON RIS POSATI
Nei confronti di chi ha subito il divorzio, l’ha accettato o vi ha fatto ricorso in quanto costretto da gravi motivi
come unico modo possibile per assicurare diritti legittimi quali la cura dei figli o la tutela del patrimonio, ma non
si lascia coinvolgere in una nuova unione, non esistono di per sé ostacoli all’ammissione ai sacramenti.(n.211)
Il coniuge che invece è moralmente responsabile del divorzio ma non si è risposato, “deve pentirsi sinceramente e
riparare concretamente il male compiuto. In particolare deve far consapevole il sacerdote che egli, pur avendo
ottenuto il divorzio civile, si considera veramente legato davanti a Dio dal vincolo matrimoniale…In caso
contrario, non potrà ricevere l’assoluzione sacramentale, né la comunione eucaristica.” (n.212)
DIVORZIATI RISP OSATI
Per la loro condizione di vita in contraddizione con l’indissolubilità del primo matrimonio “ la Chiesa …non può
ammettere alla riconciliazione sacramentale e alla comunione eucaristica”(n.219) .
Ma attenzione “solo quando i divorziati risposati cessano di essere tali possono essere riammessi ai sacramenti. E’
necessario,perciò, che essi,pentitisi di aver violato il segno dell’alleanza e della fedeltà a Cristo, siano
sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio…..e, se
possibile con il ritorno all’originaria convivenza matrimoniale, o con l’impegno per un tipo di convivenza che
contempli l’astensione dagli atti propri dei coniugi.” (n.220)
PASTORALE FAMILIARE DIOCESAN A
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| Campobasso . Bojano
PASQUA 2014 |
VIA MAZZINI, 80 - 86100 CAMPOBASSO | TEL. E FAX 0874-482780
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I
PELLEGRINAGGIO DEI GIOVANI A GOLETO
“IL VOLTO E LE MANI SONO ILVOLTO DI GESÙ
CHE ILLUMINA IL NOSTRO ”
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“LA NOSTRA MISSIONE È
LEGGERE IL BISOGNO”
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In occasione della ventennale
consacrazione episcopale del nostro
vescovo un’intervista a due voci al
cardinale Gualtiero Bassetti
e mons. GianCarlo Bregantini
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| PASQUA 2014
| Isernia . Venafro
PIAZZA ANDREA D’ISERNIA, 2 - 86170 ISERNIA | TEL. 0865 50849 | FAX. 0865 415337
a
29 Giornata Mondiale della Gioventù
“GIOVANI, NON SIATE IDOLATRI”
“Allargate i vostri cuori!” scrive il Papa indicando le
beatitudini come metodo per trovare la gioia autentica.
Francesco nel suo messaggio riflette sul significato di
povertà e invita i giovani a liberarsi dell'idolatria nei
confronti delle «cose» e rivestirsi della vera povertà
itemi: voi aspirate
davvero alla felicità?”. È la
domanda che papa
Francesco rivolge ai
giovani nel messaggio per la Giornata
Mondiale della Gioventù che si
celebra domenica delle palme a
livello diocesano, in preparazione al
prossimo incontro mondiale che si
terrà nel 2016 a Cracovia, in Polonia.
«Aspirate a cose grandi! Allargate i
vostri cuori!», scrive il Papa indicando
le beatitudini come metodo per
trovare la gioia autentica. «Beati i
poveri in spirito, perché di essi è il
regno dei cieli». Francesco nel suo
messaggio riflette sul significato di
povertà e invita i giovani a liberarsi
dell'idolatria nei confronti delle
«cose» e rivestirsi della vera povertà
“D
che, scrive, è «umiltà, consapevolezza
dei propri limiti, della propria
condizione esistenziale di povertà».
Le beatitudini, nota il Pontefice, sono
rivoluzionarie, affermano il primato
di qualcosa che il mondo d’oggi non
solo rifiuta ma raccomanda di evitare
accuratamente: «Per la mentalità
mondana, è uno scandalo che Dio sia
venuto a farsi uno di noi, che sia
morto su una croce! Nella logica di
questo mondo, coloro che Gesù
proclama beati sono considerati
“perdenti”, deboli. Sono esaltati
invece il successo ad ogni costo, il
benessere, l’arroganza del potere,
l’affermazione di sé a scapito degli
altri». Gesù, invece, nel vangelo di
Matteo afferma che beati sono i
poveri in spirito. E per spiegare cosa
significa la povertà di spirito il santo
padre cita San Francesco, Pier Giorgio
Frassati, il santo dell’allegrezza, Santa
Teresa del Bambin Gesù e dice:
«L’aggettivo greco ptochós (povero)
non ha un significato soltanto
materiale, ma vuol dire
“mendicante”. Va legato al concetto
ebraico di anawim, i “poveri di
Iahweh”, che evoca umiltà,
consapevolezza dei propri limiti,
della propria condizione esistenziale
di povertà. Gli anawim si fidano del
Signore, sanno di dipendere da Lui».
Ecco il primo compito affidato ai
giovani in un mondo dominato dal
delirio illusorio che tutto si possa
possedere: «Prima di tutto cercate di
essere liberi nei confronti delle cose»,
raccomanda Francesco. «Il Signore ci
chiama a uno stile di vita evangelico
segnato dalla sobrietà, a non cedere
FEDE, LUCE CHE ILLUMINA LA VITA
MORIRE E RISORGERE
on è facile parlare della morte.
Tanta parte della cultura
contemporanea tende ad
escluderla dalla vita e lo fa richiamando
l’attenzione sulle cose materiali, quelle
legate al tempo presente, magari belle e
luccicanti anche se spesso effimere e
superficiali. Rimane tuttavia, nei
meandri della coscienza, la domanda di
senso: viaggiamo verso il nulla della
morte biologica o possiamo aspirare
alla vita eterna? Che senso ha poi, nella
seconda ipotesi, la Resurrezione
dell’uomo, proposta dall’esperienza
propria di Gesù Cristo? L’eternità della
vita è patrimonio comune di tutte le
grandi religioni del mondo. I
materialismi sono privi di quadri
fondamentali di riferimento e
fomentano per lo più un praticismo
indifferente nei confronti delle cose
spirituali e dello stesso mondo interiore
dell’uomo. E’ come mettere una pietra
sul sepolcro e desiderare di non
smuoverla, magari guardarla da lontano
zittendo il desiderio di superare
l’ostacolo ed andare oltre. Nel mondo
culturale aperto alla dimensione
dell’eternità, il Cristianesimo occupa lo
spazio maggiore e la dottrina della
morte che esso ci propone è veramente
edificante e consolatoria. Dall’episodio
giovanneo della Resurrezione di
Lazzaro, e dagli interventi di Gesù che
spiega la morte, ricaviamo la dottrina
che ci interessa. Ebbene la peculiarità
dell’uomo è la vita. La vita umana
conosce un tratto in cui è toccata da
eventi biologici, ma questo tratto non
necessariamente termina con la morte
del corpo. L’uomo è vivo in eterno, e la
sua vita ha legami terreni che vengono
sciolti nel momento in cui egli entra
nella vita di Dio. L’uomo conosce allora
un passaggio, dalla vita corporea alla
vita di Dio, dalla vita terrena a quella
eterna, passaggio determinato dalla
vittoria sul peccato. Il cammino è dalla
vita alla vita, dalla vita limitata a quella
piena: quando si entra nel mondo di
Dio, allora la morte non ha senso e il
dolore non ha senso. In Dio c’è la gioia,
coi suoi colori, il suo linguaggio, le sue
relazioni, i suoi atteggiamenti. Gesù è
impegnato a spiegare l’idea della
Resurrezione prima che i discepoli ne
avessero tratto conclusioni personali
sbagliate. La Resurrezione si inquadra
nell’idea della continuità della vita: non
si risorge passando dalla morte alla vita,
ma passando dalla vita della limitazione
alla vita eterna di Dio e questo si ha
quando il soggetto crede. E’ la fede il
fondamento della Resurrezione, è la
fede a determinare il passaggio dalla
vita biologica alla vita eterna di Dio. Il
risorto è chi entra nella vita di Dio, chi
opera nell’ottica esclusiva di Dio, chi
cresce in Dio attraverso la lezione e
l’esperienza dell’amore. Il risorto è di
ogni età e di ogni condizione, ed è
sempre una persona viva.
Soffermiamoci davanti alla tomba di
Lazzaro, ormai libera della pietra che
Gesù aveva fatto rimuovere, e
ascoltiamo il grido di Gesù: Lazzaro
vieni fuori! Ci chiediamo: Lazzaro è
rianimato o risorto? Si è riappropriato
delle fattezze umane o è entrato nella
dimensione della vita eterna? Credo che
Lazzaro sia risorto non perché tornato
alla vita biologica ma perché accolto
nella vita di Dio. Il nuovo spezzone di
vita che Gesù concede a Lazzaro non è
un regalo se limitato a qualche anno di
fisicità, ma è un dono grandissimo se
Lazzaro ha guadagnato la vita di Dio. E’
significativo che Gesù abbia detto alla
comunità: “Scioglietelo e lasciatelo
andare” ossia liberatelo dai legami
terreni, anche dai legami con la propria
famiglia e con la propria comunità.
Lazzaro se ne va in silenzio e non cerca
Gesù, non le sorelle, non gli amici della
comunità. Lazzaro è ormai di Dio, e
appartiene a Lui. Questo è ciò che Gesù
ci dice della morte e della Resurrezione.
Egli vuole che ognuno abbia gli occhi
aperti, sappia il senso della vita e
conosca la destinazione alla quale Egli
stesso ha chiamato ciascuno di noi. Egli
sa che la sua dottrina è in parte
sconosciuta e in parte rifiutata
ed è triste tutte le volte che si
mette una pietra su un sepolcro.
Di fronte a quello di Lazzaro egli
ha pianto, ma le sue lacrime
esprimono sia l’amore che Egli
nutre per i suoi amici sia la
tristezza per la difficoltà a
spiegare il senso della vita. Gesù
dice che la morte di un fratello o
di un amico, non può rimanere
chiusa dentro un sepolcro, a
significare la vita da una parte e
la morte dall’altra, la luce da una
parte e le tenebre dall’altra. Essa
è finalizzata alla gloria di Dio.
L’invito è rivolto a quante Marte,
o Marie, e a quanti farisei ancora
oggi, non credono alla
disavventura della morte e la
vedono ancora potente,
sprezzante, dominatrice del
pensiero e della vita umana.
La morte allora, nel cammino
quaresimale, è conoscenza
della vita, è gioia, è tenerezza,
è luminosità. Guai a
presentarsi alla croce di Gesù
senza la perfetta conoscenza
del suo messaggio.
alla cultura del consumo. Si tratta di
cercare l’essenzialità, di imparare a
spogliarci di tante cose superflue e
inutili che ci soffocano.
Distacchiamoci dalla brama di avere,
dal denaro idolatrato e poi sprecato.
Mettiamo Gesù al primo posto. Lui ci
può liberare dalle idolatrie che ci
rendono schiavi. Fidatevi di Dio, cari
giovani! Egli ci conosce, ci ama e non
si dimentica mai di noi. Anche per
superare la crisi economica bisogna
essere pronti a cambiare stile di vita,
a evitare i tanti sprechi. Così come è
necessario il coraggio della felicità, ci
vuole anche il coraggio della
sobrietà». Poi Francesco raccomanda
l’attenzione al prossimo, a chi è
bisognoso: «Per vivere questa
Beatitudine abbiamo tutti bisogno di
conversione per quanto riguarda i
poveri. Dobbiamo prenderci cura di
loro, essere sensibili alle loro
necessità spirituali e materiali. A voi
giovani affido in modo particolare il
compito di rimettere al centro della
cultura umana la solidarietà». E
conclude il messaggio con un
pensiero a Maria: «Il Magnificat, il
cantico di Maria, povera in spirito, è
anche il canto di chi vive le
Beatitudini. La gioia del Vangelo
sgorga da un cuore povero, che sa
esultare e meravigliarsi per le opere
di Dio, come il cuore della Vergine,
che tutte le generazioni chiamano
“beata” (cfr Lc 1,48)». Nella nostra
diocesi l’appuntamento per celebrare
la Giornata Mondiale della Gioventù
è per sabato 12 aprile, alle ore 20,15 a
Venafro, nella parrocchia di Ss.
Martino e Nicola. L’evento, intitolato
“AdoraDance”, è un’occasione per
tutti i giovani per fare festa insieme e
per riflettere sulle parole del papa.
d o n Fr a n c es c o B ov i n o
| Isernia . Venafro
PASQUA 2014 |
PIAZZA ANDREA D’ISERNIA, 2 - 86170 ISERNIA | TEL. 0865 50849 | FAX. 0865 415337
IN CAMMINO
DIETRO
ALLA CROCE
“S
iamo vicini a tutti i missionari e le
missionarie che lavorano tanto senza
far rumore e danno la vita”. In queste
parole di Papa Francesco è racchiuso lo spirito
con cui lunedì scorso 24 marzo la diocesi di
Isernia-Venafro ha celebrato la 22a Giornata
di preghiera e di digiuno in memoria dei
missionari martiri. Preghiera e digiuno offerti
a Dio come segno di comunione con tanti
fratelli e sorelle cristiani che nei secoli, e
soprattutto in questi ultimi tempi così difficili
per la fede, hanno testimoniato il proprio
credo abbracciando la croce di Cristo fino a
morire con Lui. Il momento più bello ed
emozionante di tutta la giornata è stata senza
alcun dubbio la Via Crucis che ha attraversato
in serata le silenziose vie di Isernia tra la
preghiera e la riflessione dei numerosi fedeli
accorsi per l’occasione. Malgrado il clima non
proprio favorevole sono stati in tanti coloro
che hanno voluto vivere questo momento di
fede e hanno affrontato anche il freddo per
seguire il cammino della croce attraverso le
vie della nostra città. Stazione dopo stazione è
stata ripercorsa la passione di Gesù, dalla
condanna alla crocifissione. Un susseguirsi di
meditazioni che hanno preso spunto dalle
parole dei due grandi papi che tra qualche
settimana saranno elevati agli onori
“ Non c’è amore più grande di
questo: dare la vita per i proprio
amici” (Gv 15,13).
Le parole di Gesù gettano una luce
straordinaria sul tema del dolore
affrontato per amore
dell’altare: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Con profondità e saggezza questi due giganti
della fede hanno aiutato i presenti a rivivere i
dolori di Cristo alla luce della redenzione che
necessariamente passa attraverso il sacrificio
personale. “ Non c’è amore più grande di
questo: dare la vita per i proprio amici” (Gv
15,13). Le parole di Gesù gettano una luce
straordinaria sul tema del dolore affrontato
per amore. Il leit motiv della Via della Croce.
La fede cristiana è la fede in Gesù crocifisso. S.
Paolo ci ricorda che la fede nel “Cristo
crocifisso” rappresenta una follia per coloro
che non credono. È una pazzia credere che
uno strumento di tortura e di morte possa
rappresentare un simbolo di grazia e di vita.
Solo la pazzia può scommettere su una
sconfitta. Solo la pazzia può credere che un
uomo abbandonato da tutti sulla croce, possa
diventare la speranza dell’umanità. La croce è
follia, sì, ma solo per chi crede nella legge del
più forte. Per chi invece ha fede in Dio, l’evento
della croce, alla luce della resurrezione,
diventa la sola speranza perché si realizzi il
regno di vita, di pace e di libertà che Cristo ha
annunciato. Testimoniando con le opere, la
nostra fede darà un sapore e una luce
straordinaria. La stessa luce che ha dato forza
ai martiri e che continua a splendere per noi
per indicarci un cammino.
c [email protected]
FORUM
INFORMATIVO
SUI TERREMOTI
egli ultimi anni, la rete
integrata dei mass media ha
offerto la possibilità di vivere
in tempo reale ogni tragedia
umanitaria e di trasformare in
spettacolo ogni intervento di
cooperazione e soccorso. Inoltre,
soprattutto dopo gli ultimi eventi
sismici, la possibilità di essere
informati in tempo reale sui
terremoti, la loro ubicazione ed
intensità, ha contribuito ad
accrescere l'interesse della
popolazione, ma questo stesso
interesse non si è poi trasferito in una
presa di coscienza a livello civico, in
termini di educazione alla
prevenzione, ma è andato scemando
appena sopraggiunta una nuova
notizia che ha soppiantato la prima.
E’ proprio in quest’ottica che è
scaturita l’idea di un forum per
discutere su un argomento che
rappresenta uno dei maggiori rischi
N
Organizzato dal Consultorio Familiare Diocesano
si è tenuto aVenafro l’importante convegno
sui fenomeni sismici in Molise e Campania
naturali presenti nella regione Molise e nella limitrofa Campania: il rischio
sismico. In genere se ne parla attraverso pubblicazioni ed anche mediante
l’attivazione di iniziative mirate sostanzialmente ad informare e ad educare la
popolazione scolastica. A tal proposito, nessuno ricorda quante scuole si sono
incendiate e quanti morti ci sono stati. L’incendio è oggettivamente un evento
molto raro e la sicurezza nelle scuole in realtà si basa tutta sugli incendi. E’ una
cosa strana, se si pensa che l’Italia è un territorio sismico e che, negli anni,
molte scuole sono state distrutte dai terremoti causando vittime. Pertanto,
vale la pena educare le persone a questo rischio perché, sebbene molto
remoto, è decisamente più probabile che un terremoto colpisca le scuole, che
un incendio provochi tutte quelle vittime. Cosa dire poi degli ospedali, delle
chiese, dei posti di lavoro; molte delle morti verificatesi in occasione
dell’ultimo terremoto in Emilia-Romagna, sono avvenute sul posto di lavoro. Il
Forum informativo sui terremoti del
Matese, organizzato dall’Associazione
Girasole onlus - Consultorio Familiare
Diocesano di Isernia – Venafro, ha
coinvolto la cittadinanza, le scuole e le
Istituzioni sia del Molise che della vicina
Campania, segnando, in modo
memorabile, la storia culturale della
nostra comunità. Hanno partecipato al
Forum tre professionisti di grande
spessore nel mondo della scienza della
sismologia, sia nazionale che
internazionale e che si occupano del
monitoraggio costante delle aree
vulcaniche e sismogenetiche
dell’Appennino Meridionale, compresa
l’area del Matese. Il Prof. Giuseppe
Luongo, Professore Emerito
dell’Università di Napoli “Federico II”,
Vice Presidente dell’Accademia delle
Scienze Fisiche e Matematiche in Napoli,
componente del Comitato Tecnico
Scientifico del Decennio Internazionale
per la Riduzione dei Disastri Naturali
delle Nazioni Unite, sono queste solo
alcune delle tante cariche che egli
ricopre. La Dott.ssa Elena Cubellis,
geologa, ricercatore Geofisico
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia, Sezione di Napoli –
Osservatorio Vesuviano, che svolge
attività di ricerca nei settori della
modellazione dei processi dinamici e
della sismicità storica e attuale in aree
vulcaniche e sismogenetiche
dell’Appennino Meridionale. Il Dott.
Francesco Obrizzo, fisico nucleare, Primo
Tecnologo dell’Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia, Sezione di
Napoli Osservatorio Vesuviano; egli
svolge attività di ricerca nei settori della
modellazione dei processi deformativi in
aree vulcaniche e tettoniche, con una
vasta esperienza nella sorveglianza
geofisica dei vulcani italiani e
dell’Appennino Meridionale. Di grande
rilevanza poi è stato il contributo al
forum di alcuni seri e bravi professionisti
del nostro territorio, il geologo Dott. Vito
La Banca, l’ingegnere strutturista Dott.
Umberto Di Cristinzi, l’Architetto Dott.
Nicandro Vallone. Il Forum è stato poi
concluso dall’intervento di Don Dott.
Salvatore Rinaldi, bioeticista e Presidente
dell’Associazione Girasole onlus, che ha
spiegato il concetto di libertà e
responsabilità dell’Uomo come Custode
del Creato.
d o t t . s s a A n g e l a S cu n g i o
Gi n ec ol og a
di re t to re del Con s ul t or io
Fa mil ia re di Is e rn ia -Ve na fro
“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”
Grazie agli entusiastici sforzi di un piccolo gruppo di volontari, lo scorso ottobre anche nella nostra diocesi, è nato il
Gruppo Missionario Giovanile "Sale della Terra" che ha sede nella parrocchia "Assunzione di Maria Vergine" in
Isernia. A farne parte sono Andrea, Gianmarco, Nathalie, Silvia, Lisa, Pietro, Claudia e Cleonice, tutti già da tempo
impegnati nelle attività liturgico-pastorali delle
proprie parrocchie d'appartenenza. Il loro scopo
dichiarato è quello di sensibilizzare, quanto più possibile,
l'opinione pubblica relativamente al concetto di
"missione" in senso lato, tramite iniziative
programmatiche che vanno dalle adozioni a distanza (per
ora ferme a quota due ma destinate ad aumentare) fino
alle fruttuose collaborazioni con altre associazioni da
anni presenti ed attive nei paesi del Terzo Mondo. Sotto
l'esperta guida di don Berardino Di Silvio, il neo Gruppo
Missionario Giovanile espleta le proprie funzioni
logistico-strutturali attraverso incontri tematici
settimanali, aventi ad
oggetto il monitoraggio,
la gestione e l'eventuale
risoluzione delle
problematiche inerenti
ai vari disagi presenti sul
territorio diocesano. Per
la salvaguardia di un
miglioramento
personale, attenzione
particolare viene data
anche e soprattutto agli
eventi formativi
organizzati a livello
locale e non. Come il Convegno Nazionale degli incaricati diocesani di "Missio Ragazzi
2014" che si terrà prossimamente a Roma. La speranza del gruppo "Sale della Terra" é
quello di incrementare il numero dei proprio iscritti affinché si possa, in maniera sempre
più prepotente ed efficace, arrivare ad incidere nelle periferie del mondo e a stuzzicare le
coscienze dei più. Per ogni curiosità e per ogni comunicazione in merito alle suddette
attività, rivolgersi a: [email protected].
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Na t h a l i e O r a b o n a
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| Termoli . Larino
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PIAZZA SANT'ANTONIO, 8 - C.P. 155 , 86039 TERMOLI (CB) | TEL. 0875 707148 | FAX. 0875 707148
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La lettera del Vescovo
ai sacerdoti del presbitero
diocesano caratterizza l’ultimo
messaggio che introduce
alla consueta celebrazione
del mercoledì santo
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N
UNA SCUOLA
CON I GENITORI
Durante gli incontri
il messaggio
che i genitori
non sono “allievi-uditori”
ma portatori sani
di esperienze
per i loro figli
Mons. Gaetano
Di Pierro
nella sua
prima
Cattedrale
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i è consumata, sul finire degli anni
’70, la scelta iniqua ed inutile di
abrogare dal Calendario di Stato
talune Solennità religiose di precetto,
fra cui San Giuseppe. Da allora la festa
locale a Guardialfiera è spostata alla
domenica più vicina. Per tale sentito
raduno di popolo ha fatto ritorno dal
Madagascar S.E. mons. Gaetano Di
Pierro, già Vescovo Titolare di questa
Cattedrale dal 24 aprile 2001 al 13
maggio 2006. Ha presieduto la Liturgia
Eucaristica nella 2° di quaresima e
nella ricorrenza di San Giuseppe.
Originario di Orta Nova (Fg) classe
1948, sacerdote dehoniano, scopre e
sperimenta in lontane terre l’amore
unico e gratuito di Dio. E lì arriva,
penetra fra gli aborigeni con la sua
incantevole semplicità e
comprensione. Lì è uno“slancio di
cuore” la sua missione. Nutre,
incrementa e gode del rigoglioso
fiorire di vocazioni che plasma e che
smista anche nelle nostre diocesi per
un affinamento pastorale. Mons. Di
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Pierro, nella sua “prima” Cattedrale, è
tornato per donarci grazia come quello
di Gesù che emerge dai vangeli, quando
parla, insegna, incontra. “Non si avrà
fortuna nel porgere pace, mitezza,
misericordia – osserva Rinaldo
Paganelli giornalista e scrittore – non
si ha trionfo con la voce grossa, con
modulazione arrogante. Si vince con la
infallibilità di Cristo, con quel <venite
a me che sono mite e umile di cuore ed
io vi darò sollievo>” (Mt 11, 28-29).
Vds
| Termoli . Larino
|
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PIAZZA SANT'ANTONIO, 8 - C.P. 155 , 86039 TERMOLI (CB) | TEL. 0875 707148 | FAX. 0875 707148
A Rotello va in scena il musical di Pinocchio
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Alunni, insegnanti
e genitori
sinergicamente uniti
per recitare, cantare,
ballare e rivivere la
favola di Pinocchio
tra le dinamiche
educative della scuola
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Nella festa di s. Giuseppe una riflessione sulla crisi
del padre e il suo ritorno
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GRUPPO FACEBOOK "SEI DI GUARDIALFIERA SE..."
D
imenticato? Altrochè! Il dialetto guardiese è più che mai argomento attuale e di dibattito tra i cittadini. Tanto che in
pochi giorni su Facebook un gruppo dedicato ha superato quota 250 iscritti. Praticamente il 20% della popolazione di
Guardialfiera che conta appena 1200 abitanti. Uniti dalla voglia di condividere ricordi e mantenere viva la lingua
parlata da nonni e bisnonni, gli amici del dialetto "guardjuol" sono diventati sempre più numerosi formando una vera e
propria comunità attiva. Così tra un post e l'altro si rievocano luoghi, abitudini e detti di una Guardialfiera di altri tempi nel
segno di una nostalgia che non ha età. Allora capita che proprio sul social network il dialetto viene rispolverato attraverso
filastrocche, rqacconti, poesie e detti. Non è mistero che i dialetti siano in via di estinzione, ma il contesto sociale attuale,
se da una parte lo condanna, dall'altro gli offre altri strumenti per l'eternità, come la rete. E così proprio sul web riemerge
anche la vera comunità guardiese, anche quella che tutt'ora si trova in altre nazioni del Mondo. Quella comunità che difende e tramanda tradizioni ed
usanze. Sono infatti gli argomenti trattati, le 'chicche' raccontate ad attirare spesso nuove richieste di iscrizioni al gruppo e ad innescare il dibattito.
Amici del dialetto
"guardjuol"
sempre più
numerosi
per una vera e propria
comunità attiva
Mario Pomponio
| Trivento
| PASQUA 2014
PIAZZA CATTEDRALE, 15 - 86029 (CB) | TEL. 0874/871745 - FAX 0874 871775
Caro don Raffaele
In ricordo
di monsignor
Raffaele Muccilli
i ho conosciuto dodicenne nel lontano 1952.
Le iniziative pastorali di quel nuovo arciprete di
Bagnoli incontrarono presto la mia simpatia di
adolescente e subito si instaurò tra di noi un
rapporto di cordialità che mi permise, di là a
qualche anno, di chiederVi di farmi da padrino.
Gli studi, il lavoro, le esigenze familiari mi hanno
tenuto sempre lontano dal paese, ma quando vi
tornavo per le vacanze più o meno lunghe la
canonica di don Raffaele era sempre aperta per
trascorrere in allegria il nostro tempo libero.
Appassionato di storia locale, ho trovato in voi
sempre disponibilità piena a facilitarmi ogni tipo di
ricerca. Un giorno mi diceste che compito di un
figlioccio era pure quello di informare il suo padrino
delle sue condizioni di salute in cui versava
nell’ultimo periodo della sua vita.
Non vi è stato bisogno! Sabato scorso, durante
l’ultima telefonata dall’ospedale, alla mia domanda
se dormivate un po’ la notte, la vostra risposta fu
perentoria: “Recito le ultime preghiere prima di
morire”. Ora che siete tornato alla casa del Padre,
voglio ringraziarVi per tutti i consigli, per tutte le
premure che avete avuto nei miei riguardi per così
lunghi anni.
Il Signore Vi ricompenserà dell’opera sacerdotale
mirabile che avete espletato a favore delle comunità
parrocchiali che vi sono state affidate.
Don Raffaele, Vi ricorderò sempre e pregate per me.
Voglio darVi un arrivederci e non un addio!
V
La vita
Don Raffaele era nato a Castiglione M. M.
(CH) 18.05.1927
Battezzato il 10.06.1927
Seminario Minore a Trivento
Prima tonsura il 13.4.1947 a Chieti
Ostiariato, Lettorato a Castiglione M. M il
26.6.1947
Esorcistato, Accolitato nel Seminario estivo
di Agnone l’8.8.1948
Suddiaconato nel Seminario di Chieti il
29.06.1949
Diaconato a Chieti il 30.10.1949
Presbiterato a Trivento da Mons. Giannico il
29.6.1950
Canonico Cattedrale 1.04.1952
Parroco Bagnoli del Trigno dal 1.10.1952 al
1992
A San Pietro in Valle di Frosolone dal 1992 al
Settembre 2005
Viceparroco volontario prima in
Torrebruna-Guardiabruna e poi in
Castiglione Messer Marino
È morto ad Abano Terme in provincia di
Padova il 18 marzo 2014
Vit angelo d ’Onofrio
ons. Raffaele Muccilli, il 18 marzo 2014, è morto serenamente in una clinica
di Abano Terme (Padova), dove si era recato per un intervento agli arti
inferiori. Sacerdote allegro e spiritoso, dalla battuta frizzante, ha lasciato
un’impronta profonda nel cuore dei fedeli che ha servito amorevolmente e con
grande cuore. Anche il momento sofferto del trasferimento da Bagnoli a San Pietro
in Valle lo ha vissuto come un momento di crescita nella fede, perché egli ha
lavorato sempre per la maturazione spirituale e il progresso di tutta la comunità
affidatagli. Un suo caro parrocchiano, il maestro Monticelli, era affascinato dal “suo
amore per il Signore, che risplendeva molto da lui come luce iridata”, infatti questa
“luce iridata” si notava più chiaramente nel suo sorriso generoso e cortese unito
alla grande gioia nel servire il popolo di Dio. Caro don Raffaele, riposa ora nella
meritata pace del Signore.
M
Mons. Domenico Scotti ha presieduto la Santa Messa esequiale celebrata nella
chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in Castiglione Messer Marino il 20
marzo 2014: erano presenti una trentina di sacerdoti diocesani, nove dei quali tutti
originari di Castiglione e tra di essi anche mons. Luca Mastrangelo, nipote diretto di
don Raffaele. Nell’omelia mons.
Vescovo ha illustrato la figura del
sacerdote, umile ministro di
Cristo e testimone del sacro, tutto
dedito al servizio dei fedeli,
proprio come don Raffaele è
stato nella missione pastorale
della sua lunga vita. Al termine
della celebrazione hanno rivolto
un pensiero commosso
evidenziando l’esempio e le virtù del presbitero Raffaele: il suo figlioccio di Cresima
(che riportiamo in pagina), il sindaco di Bagnoli del Trigno Camele che ha ricordato
il fervoroso entusiasmo giovanile quando la casa di don Raffaele era tutto per i
giovani bagnolesi, il ritrovo privilegiato per il divertimento, per le discussioni
interminabili e, soprattutto, per la formazione umana, sociale e cristiana, ed infine
il nipote don Luca ringraziando i presenti e manifestando sincera gratitudine allo
zio, che è stato per lui saggio e profondo maestro di vita.
IL MONDO SCUOLA E IL SUO
con il suo
POTERE EDUCATIVO “La scuolariccocattolica
patrimonio, fatto
di conoscenza ed esperienza
pedagogica, sedimentatosi
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nel corso dei secoli, può dare,
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| Trivento
PASQUA 2014 |
PIAZZA CATTEDRALE, 15 - 86029 (CB) | TEL. 0874/871745 - FAX 0874 871775
Incontrare Francesco,
esperienza unica e profonda
C
on la stessa semplicità, testimoniata dalla presenza di Papa Francesco,
vogliamo raccontare una meravigliosa giornata vissuta da una folta
rappresentanza di cittadini appartenenti alla parrocchia Santa Maria Assunta
di Celenza sul Trigno.
L'incontro con il Santo Padre è stato caratterizzato da un'esperienza unica e profonda
incentrata sull'Amore infinito di Dio per l'uomo.
Tema centrale dell'udienza Papale è stato, ancora una volta, il Matrimonio.
Sacramento che, oggi più che mai, continua ad essere minacciato dall'egoismo e dalla
divisione. Partendo dal Libro della Genesi, Papa Francesco ci ricorda che il
matrimonio ci conduce nel cuore dell'alleanza di Dio con l'uomo.
Nell'unione coniugale l'uomo e la donna realizzano questa vocazione nel segno della
reciprocità e della comunione di vita
piena e definitiva.
Siamo stati creati per amare, come
riflesso di Dio e del suo amore.
Parole forti che arrivano dritto al cuore di
chi ascolta e per usare le parole del Papa
"questo è molto bello ...".
A conclusione dell'udienza Papa
Francesco ricorda tre semplici parole che
hanno tutta la potenza per salvaguardare
il dono di Dio dell'unione matrimoniale:
permesso per non essere invadente nella
vita coniugale;
grazie per rafforzare l'unione tra i
coniugi e la terza parola, quella più
difficile da dire ma che bisogna
assolutamente dire è scusa.
Ancora ci ricorda di non terminare mai la
giornata nella discordia, ma lasciarsi
sempre nella pace.
Con queste semplici parole e con la
preghiera reciproca, che ciascun coniuge
farà nei confronti dell'altro, il
matrimonio sarà certamente solido ed
indissolubile.
Se in una famiglia si dicono queste tre
parole la famiglia va avanti.
La giornata ha avuto seguito all'insegna
della fraternità e amicizia tra i
parrocchiani con la celebrazione della
Santa Messa officiata dal nostro Parroco
Don Erminio Gallo nella Cattedrale di
San Pietro a Frascati.
Il pellegrinaggio si è concluso con la visita
guidata ai Castelli Romani ed a Castel
Gandolfo, residenza estiva Papale, dove
abbiamo potuto ammirare anche uno
scorcio di panorama molto suggestivo
che si affaccia sul lago di Albano.
Esperienza bellissima e ricca di emozioni
che ci ha condotti fuori dalla routine
quotidiana per regalarci un momento di
spiritualità e fratellanza della comunità
parrocchiale. Sicuramente da ripetere.
Massimo Vespasiano e Chiara Piccoli
CANNAVINELLE, STORIA VIVA
FESTA DEGLI ANZIANI
A TRIVENTO
mportante appuntamento al Centro
Polifunzionale Comunale di via Marconi
sabato 29 marzo: un pomeriggio dedicato ai
nostri cari anziani. Ha organizzato il Comune
di Trivento con la fattiva collaborazione
dell’Oratorio San Casto e delle varie
Associazioni esistenti sul territorio. Al
convegno hanno relazionato il prof. Umberto
Berardo, un alto ufficiale dell’Arma dei
Carabinieri, l’assessore comunale alle politiche
sociali Amicone e prima del momento di festa
il Vescovo mons. Scotti ha invitato tutti i
presenti al grande rispetto per gli anziani e le
varie autorità per fare in modo che ci siano in
città momenti e luoghi di aggregazione per
loro. Ha poi sollecitato gli stessi anziani a
rimotivare la loro esistenza non rimpiangendo
il passato, ma facendo tesoro di esso,
raccontandolo e comunicando l’esperienza ai
giovani perché sappiano costruirsi un futuro
migliore, veramente a dimensione di uomo. Il
vice sindaco ha poi ribadito tutto l’impegno
dell’amministrazione comunale in favore degli
anziani, nei confronti dei quali oltre alla
grande riconoscenza per quanto hanno saputo
fare, ci deve essere maggiore attenzione,
cercando di sopperire alle loro attuali criticità
con servizi adeguati offerti da associazioni di
volontari o da membri di cooperative di
servizio che potrebbero nascere in loro favore.
Grande successo ha riscosso l’iniziativa e già
qualcuno pensa a provvedere ad organizzarsi
almeno per l’assistenza domiciliare e
domiciliare integrata a domicilio per anziani o
adulti in condizioni di non totale
autosufficienza o isolamento sociale, ai quali si
potrebbero offrire le seguenti prestazioni:
igiene e cura della persona, alzata e messa a
letto, cura delle condizioni igieniche
dell'alloggio, mobilizzazione e deambulazione
assistita, aiuto nella preparazione e
consumazione del pasto, controllo
nell’assunzione di farmaci, prevenzione e
controllo piaghe da decubito, acquisto generi
alimentari, medicinali, materiali igienico
sanitari, svolgimento di piccole commissioni,
attività di stimolo per il mantenimento di
relazioni sociali, ecc… Egoisticamente, si dice
che i vecchi sono stanchi e aspettano solo
“quel momento”! Alcuni credono invece che
non si è stanchi mai di vivere, forse la
stanchezza proviene solo da una sterminata
malinconia, ma basterebbero un po' di minuti
spesi con il dialogo, la gratitudine e una
maggiore attenzione nei loro confronti per
riuscire a rivitalizzarli e a rimotivarli. La voce
del simpatico Lulù ha deliziato i convenuti
mentre degustavano il tradizionale piatto di
‘sange e faggioli’ insieme a generoso vino
paesano e agli immancabili ottimi ‘sfringioni’ .
I
l 25.3.1952 perdevano la vita i 41 lavoratori dei quali 4 molisani e tra questi
il triventino Mario Parisi (che allora aveva solo 26 anni); il fratello
Benedetto è stato l'unico superstite di quella tragedia sul lavoro ed ogni
anno è invitato a partecipare alla cerimonia civile e religiosa, quale unico
testimone superstite dell'accaduto. Intanto il Sindaco della città di Mignano
Montelungo, ove ricade la frazione di Cannavinelle, ha organizzato per sabato
29.3.14 la cerimonia commemorativa che consiste in: ore 09.15 corteo dei
partecipanti che si sono radunati in "Via Martiri di Cannavinelle" ove è stata
deposta una corona (si ricorda nell'occasione che i familiari del defunto
Mario da diversi anni ha prodotto richiesta al Sindaco di Trivento di intitolare
una strada in ricordo di detta tragedia, visto che un cittadino triventino ha lasciato in quel luogo la propria vita durante il
suo lavoro ed il fratello Benedetto venne graziato, ma nulla ancora di fatto) comunque subito dopo, il corteo ha raggiunto
la località Fecicce, proprio dinanzi all'imbocco della galleria di Cannavinelle dove vi sé stato lo svelamento della lapide in
ricordo dei caduti con annessa deposizione della corona ed alle ore 11.00 presso la centrale idroelettrica di Montelungo si
è tenuta la celebrazione della S. Messa e un discorso commemorativo ove è stato invitato anche il nostro concittadino
Benedetto Parisi ed al termine una visita alla centrale allego le foto. Ha partecipato anche il sindaco di Trivento e tutta la
famiglia di Benedetto, grande commozione e presenza di autorità civili e militari e Benedetto, poiché è ministro
straordinario dell'Eucaristia, ha servito la S Messa ed ha collaborato a distribuire la Santa Comunione.
Ni co l in o Par is i
RIFLETTENDO... “LA PRIMAVERA”
L
a primavera vien dopo l'inverno, e questo è cagione di
somma gioia, anche se
quest’anno non ci sono state
nevicate che avrebbero potuto arrecare alle margherite la perdita della
memoria della loro presenza: da
qualche settimana son tornate a colorare meravigliosamente i prati e a
far nascere nuovi amori.
In primavera si mettono alcune sementi e d'estate si coglie il grano; a
marzo s'impiantano le verdure, a
giugno si deliziano i palati: è come
dare alla primavera il gusto d'essere
un quasi anticipo d'estate. Di pienezza, di vitalità, di raccolti. La primavera è il sinonimo della bellezza e
la bellezza è la più alta forma del
genio: non necessita di spiegazioni.
Forse per questo han familiarizzato
meglio con lei i pittori più dei narratori, gli artisti più che i manovali, gli
uomini estrosi piuttosto che gli abitudinari. Della primavera, poi, si
parla volentieri anche in maniera
simbolica, tant'è immensa la sua
leggiadria: la primavera dello spirito,
la primavera delle idee, la primavera di una squadra, la primavera
della storia. La primavera dell’anima, ch'è sempre la più ardita:
quella che può far nascere una
splendida storia d'amore tra
l’uomo e Dio. Con i suoi annessi e
connessi: accade spesso che certi
alberi germoglino improvvisi e
poi si brucino al colpo di coda
perfida dell'inverno. Certi altri,
invece, attendono qualche attimo
in più per uscire dal letargo e fioriscono forti, belli, luminosi. Ad
ogni primavera l'inverno chiede
l'accredito di qualche morte per
cedere le armi; ad ogni storia di
quaggiù la miseria chiede lo
scotto di qualche défaillance per
permettere di diventare uomini.
Per aprire il sipario sulla vita vera,
quando si deve essere forti, leali e
coraggiosi.
La primavera la si può accogliere
mettendosi in difensiva: “attendiamo qualche giorno, speriamo
che non ritorni l'inverno”. Oppure le si può dare il benvenuto
mettendosi sull'offensiva: “mica
sarà primavera questo tiepido e
pazzo sole di marzo, vero?”. C'è
una terza possibilità, quella più
audace: accoglierla, prendendo
l'iniziativa spirituale, uscendo dal
freddo egoismo, seminando sorrisi e gesti di cordialità, investendo nella solidarietà e nella
fraternità. Insomma mettendoci
la faccia di una persona pulita ed
impegnata. Ecco perché della primavera si parla anche nella dimensione spirituale: per
dipingere una profezia, per tracciare un sentiero, per aprire una
finestra, per far entrare aria più
salubre nella società in cui viviamo. Anche tra uomini di chiesa
c'è chi ama stare sulla difensiva e
chi, robusto d'animo, s'avvale dell'offensiva. Francesco, l'ultimo arrivato, ha giocato d'arditezza: tra
la difensiva e l'offensiva, ha preso
l'iniziativa. Per spandere nell'aria
profumo genuino di Vangelo, ch'è
poi la vera anima della primavera
autentica della Chiesa.
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| Società
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1° MAGGIO, FESTA
DEL LAVORO E
DELLA SPERANZA
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IN MUSICA
FEDE,
SPERANZA
E AMORE
Nuovo tour musicale del sacerdote
e cantautore don Elio Benedetto
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LA B R EZ Z A
L U N G O I L S E N TI E R O
“Il respiro appartiene al corpo,
la vita appartiene all’anima”
“N
on si legga in questo mio libro l'intenzione di insegnare,
non né possiedo il titolo né l'intenzione. Ho voluto semplicemente condividere con i lettori una piccola raccolta
di brevi racconti, pensieri e riflessioni ispirati alla vita ed alla dimensione della spiritualità, con la stessa semplicità con la quale si
condivide un proprio pensiero con un amico”. Così scrive Roberto
Luca Arduini nell’introduzione al suo libro “La brezza lungo il sentiero”, una raccolta di riflessioni sui temi della vita e della spiritualità, intervallate da brevi racconti che come finestre, si aprono
mostrando scorci di vita quotidiana dei protagonisti. Un breve
libro di facile lettura, contenente un invito a cercare il buono in ciò
che ci circonda, a scegliere la via dell'amore e costruire la pace. Il
libro è disponibile in formato cartaceo presso gli stores digitali "il
mio libro.it", "lafeltrinelli.it", "unilibro.it" e a richiesta presso tutte
le librerie La Feltrinelli e in formato e-book su Amazon, Bookrepublic, Ebookizzati, Libreria
Rizzoli, Hoepli Store, Kobo, Ultima Books. Pittore e Scrittore, Roberto Luca Arduni è nato ad Anzio (Rm) nell'ottobre del 1981 e dal
2006 opera nel mondo dell'arte. I suoi dipinti sono stati presentati
in vari eventi in Italia e Spagna. Nel 2011 ha pubblicato il suo
primo libro, dal titolo "la brezza lungo il sentiero”.
OSARE IL FUTURO a cura di Gianni Bernardi
La figura e l’opera del beato don Luca Passi nella Chiesa dell’Ottocento
D
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on Luca Passi, prete bergamasco attivo in modo particolare nella Venezia dell’Ottocento, è stato beatificato il 23
aprile 2013. Nel volume è indagata in modo approfondito la sua figura, una delle più rappresentative della
Chiesa italiana. Don Luca Passi ha saputo infatti avvicinare la nuova società nata dopo il dominio napoleonico,
con i suoi problemi e le sue difficoltà, dedicandosi a una profonda opera di evangelizzazione.
Nel libro è inoltre dedicato ampio spazio all’Opera di Santa Dorotea, fondata a Bergamo da Luca Passi e da lui diffusa
in molte parrocchie e diocesi. L’Opera conobbe un’intensa fioritura anche a Venezia grazie al sostegno del Card. Monico che operò nella città lagunare dal 1827 al 1851 e grazie al coinvolgimento di numerosi sacerdoti e laiche.
I contributi, come chiarisce il curatore Gianni Bernardi nella prefazione, “non si soffermano solo su un attento esame
dei dati storici, ma cercano di andare oltre la storia passata, per indicare come oggi è vissuto e come nel futuro potrà
essere vissuto il carisma che don Luca ha trasmesso alla Chiesa”.
Il libro è arricchito da tre appendici documentarie e da un completo apparato iconografico.
Presentazione di Gianni Bernardi, Patriarcato di Venezia, docente dello Studium Generale Marcianum.
Contributi: Fabio Tonizzi, Patriarcato di Venezia, docente allo Studium Generale Marcianum
Orlando Barbaro, Patriarcato di Venezia
Emmarosa Trovò, Istituto Suore Maestre di Santa Dorotea, già docente di scienze umane e filosofia
Fernanda Barbiero, Istituto Suore Maestre di Santa Dorotea, docente incaricata presso la Pontificia Università
Urbaniana di Roma
Francesca Pazzaglia, Docente straordinaria presso l’Università degli Studi di Padova
Collana: I libri dello Studium - Teologia
Pagine: 204; Prezzo: € 19,00
Stiamo vicini,
o g n u n o c o l s u o c o l o re ,
d i v e n t i a m o u n a s o r p re s a
gli uni per gli altri
BUONA PASQUA 2014