NUMERO 14 - DICEMBRE 2014 Periodico dell’Unità Pastorale delle parrocchie di Sant’Alberto di Gerusalemme - San Francesco da Paola - San Maurizio I NOSTRI SACERDOTI RIFLETTONO CON NOI don Pietro, don Sergio, don Antonio, don Giuseppe ORATORIO “GIOVANNI PAOLO II” le news fino a maggio 2015 LE SCUOLE DELLA NOSTRA UP don Primo Carretti, Elisa LAri, Rolando Rivi Direttore responsabile: Don Pietro Adani Redazione: Silvia Cocchi, Silvia Guglielmi Impaginazione: Barbara Nicoli, Cecilia Dainese, Silvia Bagnacani NUMERO 14 - DICEMBRE 2014 Periodico dell’Unità Pastorale delle parrocchie di Sant’Alberto di Gerusalemme - San Francesco da Paola - San Maurizio Sulla copertina di “Aprite le porte!” di questo mese: le decorazioni delle nostre scuole dell’infanzia a cura dei genitori; il Coro al completo per il Concerto di Natale svoltosi domenica 14 dicembre; “La nascita di Cristo, Figlio di Dio”, Paul Gauguin AUGURI DI NATALE editoriale di don Pietro Adanipag. 2 NATALE, VITA LUCE E OMBRE di don Sergio Billi pag. 3 LA LUCE DEL DONO di don Antonio Crispino DONO DELLO SPIRITO - Cresima 2014 di don Giuseppe Zanichelli 25 ANNI DI DON PIETRO MARGINI pag. 4 pag. 6 pag. 7 PAUL GAUGUIN. La nascita di Cristo, Figlio di Dio di Giuseppe Landinipag. 8 ESSERE MADRI di Tina Ferrarapag. 9 COMUNITÀ GIOVANNI PIETRO GIOIA PIENA a San Mauriziopag. 10 IN VIAGGIO VERSO IL MONTE ARARAT che in lingua armena significa “Creazione di Dio” pag. 11 ORATORIO “GIOVANNI PAOLO II” pag. 13 SCUOLA DELL’INFANZIA don Primo Carretti pag. 15 SCUOLA DELL’INFANZIA Elisa Lari pag. 16 ROLANDO RIVI istruzione secondaria di primo grado a Reggio Emilia pag. 17 WEEKEND DA BRIVIDO 2015pag. 18 ORARI DELLE SS. MESSE NEL PERIODO NATALIZIO ORARI DELLE CONFESSIONI pag. 19 pag. 19 AUGURI DI NATALE Come è bello l’anno liturgico! Porta con sé il dono di cominciare ancora, il dono di sentire nuovamente la gioia di essere attesi da Lui e di poterlo attendere nella nostra vita, riconoscerlo presente. Ravviviamo la speranza di essere cercati dal Signore non per dei risultati, delle prestazioni, dei numeri…ma cercati perché preziosi ai suoi occhi, cercati perché suoi figli. Davvero ogni giorno può essere Natale per ciascuno, se lo desideriamo, se affidandoci lasciamo abitarci da Lui. Il Signore nasce in me, l’eterno, l’onnipotente si fa infinitamente piccolo e nasce in me, in ogni uomo che lo attende. Attendere Lui nella nostra vita è amarlo perché gli facciamo il dono di potersi donare. Questo desidera Dio! Questo è il Dio di Gesù Cristo nello Spirito Santo fuoco d’amore: Lui eternamente ama e rimane fedele a se stesso. Non può salvarci dai tradimenti ma entra in essi con noi, non ci protegge dalla sofferenza ma vive con noi la sofferenza, non ci toglie le croci ma con noi sale su di esse. pag. 2 Allora per ciascuno di noi, il regalo più bello in questo Natale sarà riscoprire la bellezza della nostra vita perché prima di tutto riconosce di essere abitata da Lui, da Gesù. Dona Gesù misericordioso a noi l’audacia, il coraggio e la creatività di amarti e lasciarci amare da te come hanno fatto san Giuseppe e Maria Santissima. don Pietro Adani NATALE, VITA LUCE E OMBRE In questi giorni di Natale si presenta ancora una volta con tutta la sua forza la domanda centrale: chi è quel bimbo di cui nel mondo, pur in tutte le contraddizioni, si festeggia il giorno natale? chi è quell’uomo che è chiamato Gesù? Che pretesa straordinaria quella cristiana! La questione della verità si impone: ti interessa sapere se c’è stato un uomo che non era semplicemente uomo, ma che prima di essere uomo, era Dio, il Figlio Unigenito ed eterno di Dio, che ad un certo punto è per così dire sceso nella nostra umanità al punto tale da essere proprio Lui quel singolo uomo? ti interessa? … e se fosse proprio vero? Oltre le nostre abitudini, oltre le cose che abbiamo sentito dire: se davvero credessi che quell’uomo sia Dio, come guarderesti a Lui, come Gli staresti davanti, come ascolteresti le Sue parole, come riceveresti la vita che ha iniziato nella Sua famiglia, la Sua Chiesa? Eppure non raramente siamo addormentati dalle tante cose che viviamo, che riteniamo non si possano fare diversamente, che ci riempiono, ci agitano, ci annoiano … Tutto il tempo di Avvento è risuonato questo annuncio: «svegliatevi, prestare attenzione!». E’ vero o non è vero quello che viene celebrato nella notte di Natale? Quel bimbo è Dio? Di fronte a questa domanda non posso non espormi. Se non è Dio, allora tutto rimane lo stesso, bello o brutto che sia, è quello e nient’altro. Se è Dio, allora conoscerLo e stare con Lui diventa la priorità della mia vita, il mio interesse principale, allora sono «cristiano», di Cristo, e tutto il resto, tutto, viene dopo. Perché rischiamo sempre di addormentarci sulla cosa più importante della nostra vita? Mi ha colpito in questi giorni leggere la conclusione di un articolo di Ratzinger – Benedetto XVI. E’ un contributo del 1972 sulle questioni matrimoniali, che anche in questi mesi si stanno discutendo nella Chiesa attraverso il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. Nella pubblicazione della sua Opera Omnia, Benedetto XVI, riprendendo questo suo studio, ha voluto cambiare ed ampliare le conclusioni. Non voglio qui richiamare le questioni specifiche sul matrimonio, ma la semplice considerazione che mi interroga enormemente come cristiano e sacerdote, e che interroga oggi la Chiesa. Una traduzione italiana suona così: «attualmente ci sono sempre più pagani battezzati, vale a dire persone diventate cristiane per mezzo del battesimo, ma che non credono e che non hanno mai conosciuto la fede. Si tratta di una situazione paradossale: il battesimo rende la persona cristiana, ma senza fede essa rimane comunque solo un pagano battezzato». Chi sono i pagani? In una spiegazione sommaria, ma che serve alla scopo della comprensione delle parole che abbiamo riportato, possiamo dire che i pagani all’inizio del cristianesimo, erano le persone che vivevano fuori dalla città, in villaggio, pagus, e che non avevano ancora conosciuto e accolto la fede in Gesù, perché la Chiesa si era insediata soprattutto nei centri abitati cittadini. I pagani erano non cristiani. C’è in queste parole di Benedetto XVI il suo solito amore per la verità, nella convinzione che non sono i nostri concordismi a salvare, ma che è Dio a salvare, nella Sua infinita misericordia, nella Sua luminosa verità, nella Sua perfetta giustizia, insomma nel Suo immenso amore, così ricco di sfumature, eppure sempre lo stesso, stabile, forte, dolce. Con molta convinzione e con una certa frustrazione mi pare di poter dire che la questione prima della Chiesa oggi non sia un tema singolo per quanto importante: la questione della famiglia ad esempio, o quella delle vocazioni sacerdotali, oppure quella della situazione difficile della catechesi, o quella della configurazione delle comunità ecclesiali nelle nostre terre, o altre questioni ancora. Mi pare che neanche si possa semplicemente dire che la questione centrale sia l’incontro personale con Cristo: questo è verissimo e fuori di dubbio, è vero in ogni tempo della storia della Chiesa e il cambiamento principale è sempre proprio la conversione del cuore, del mio cuore, nell’incontro sempre nuovo con Cristo Gesù. Ma come può il cuore, nella confusione di tante cose, convertirsi, aprirsi a Dio e con ciò anche alla pienezza della vera umanità, se continuamente si trova in una situazione confusa, che raramente lo interroga e lo tocca sul vivo, e trova concretamente nella vita delle comunità ecclesiali un clima ovattato, morbido al punto da rendere indistinguibile ogni cosa? Facciamo qualche esempio per capire di cosa stiamo parlando: si dà il battesimo ma praticamente non si chiede la vita di fede; si dà l’eucaristia, ma non si pag. 3 richiede la partecipazione alla Messa della domenica; si parla di perdono, ma pochi si confessano; si celebra il matrimonio, ma in tanti dubitano fortemente che tanti novelli sposi credano realmente alla sua indissolubilità; ci si dice cristiani, ma ci si ritiene svincolati da ciò che la Chiesa insegna, cristiani ma non praticanti … Come può in un clima così confuso crescere la fede come risposta libera e responsabile? Mi pare che oggi questo punto che Benedetto XVI mette in evidenza, questa che è una falsificazione, al di là delle intenzioni, sia il punto di conversione della Chiesa e in piccolo delle nostre comunità ecclesiali: è impossibile muoversi in qualunque direzione se non si parte da dove siamo, cioè da una valutazione trasparente, aderente alla realtà, fatta insieme con tanta verità e tanto rispetto, ed aiutando seriamente ciascuno a porsi davanti al proprio cammino, anche con autorevolezza. Saper dire con chiarezza: «essere cristiani, essere discepoli di Gesù significa questo, implica quest’altra cosa, richiede di vivere quest’aspetto, di provarci seriamente; diversamente non sei cristiano, eventualmente sei un «pagano battezzato»». Non mi si dica che sogno una Chiesa di puri perché la Chiesa di puri è un’eresia, e io comunque sarei il primo ad esserne escluso. La Chiesa è fatta di peccatori; ciò non toglie che la Chiesa è il luogo della luce, anche sul nostro male. E neppure si dica che questa sarebbe chiusura, è piuttosto questione di camminare e di aiutare a camminare nella verità. La pretesa cristiana che quel bimbo, poi ragazzo, giovane, uomo, sia Dio, e che da Lui dipenda il destino, la salvezza di ciascuno e di tutta l’umanità, brilla luminosa nei confini sfuocati della nostra vita e chiede di portare luce, anche se può costare fatica e a volte incomprensione, nella vita reale di ciascuno e nella vita quotidiana della Chiesa. Che le feste di Natale siano pegno di vera e benefica luce! don Sergio Billi LA LUCE DEL DONO “Proprio questo mi costringe a riflettere sull’amore umano. Non esiste nulla che più dell’amore occupi sulla superficie della vita umana più spazio, e non esiste nulla che più dell’amore sia sconosciuto e misterioso. Divergenza tra quello che si trova sulla superficie e quello che è il mistero dell’amore ecco la fonte del dramma. Questo è uno dei più grandi drammi dell’esistenza umana. La superficie dell’amore ha una sua corrente, corrente rapida, sfavillante, facile al mutamento” Karol Wojtyla, La bottega dell’orefice, II, in Karol Wojtyla – Tutte le opere letterarie, Bompiani, p. 821 Questa lunga citazione appartiene ad un’opera teatrale, intitolata La bottega dell’orefice e l’autore è pag. 4 San Giovanni Paolo II, all’epoca vescovo di Cracovia (nel 1960). È nota la passione di Karol Wojtyla per il teatro come la sua profonda e lungimirante riflessione sull’amore umano, presente nel suo impegno fin dai primi anni di sacerdozio e raccolta in diverse opere teologiche e filosofiche. In quest’occasione, bastano queste poche righe, rispetto al tutto della sua notevole riflessione in merito, perché lo scopo del presente contributo è semplice: offrire un punto sintetico come prospettiva, da cui considerare la bellezza e l’importanza dell’amore umano. Il loro pregio consiste nella loro essenziale veridicità, poiché esprimono bene la situazione di ogni persona nei confronti del termine “amore”: un desiderio profondo e originario, per il quale solo una misura piena e totale è capace di esaudirlo. Eppure questa risposta alla chiamata dell’amore porta con sé delle difficoltà, perché chiede di diventare scelta per la vita. La pienezza è offerta in forma di promessa e ridesta ed interpella la parte più nobile dell’uomo: può riconoscersi bisognoso di un cammino di maturazione personale, per gustarne sempre di più la sua profonda ricchezza. Perché l’amore chiede un cammino? Perché al luogo dell’amore si giunge imparando a camminare seguendo i suoi passi. Lungo la traiettoria di questa intima ispirazione, non di rado avviene per l’uomo di incontrare una voce nitida nel suo intimo che lo invita a uscire da sé, riconoscendo nella sua sete di verità e di comunione come due mani a lui rivolte benevolmente per accompagnarlo alla maturità. Ponendo fiducia nella bontà di questo invito interiore, entra nell’educazione del cuore. Educare significa letteralmente “condurre fuori”, verso la realtà concreta e viva per una pienezza di senso. Come si può educare l’uomo? In che modo è possibile offrire al suo cuore motivi capaci di aprirlo serenamente a questa luce? È proprio del suo destino nutrire desideri di verità e di amore, eppure queste due perle preziose non può in alcun modo “fabbricarle” da sé. Possiamo ritenerci autonomi in diversi ambiti del nostro vivere, ma quanto concerne queste due esigenze fondamentali, per esse siamo radicalmente chiamati a uscire dalla nostra presunta autonomia. Entrambe queste perle preziose, per la loro intima tessitura, sono “luoghi di trascendenza”, cioè dimensioni di vita che coinvolgono le altre persone e con esse, introducono al Mistero di Dio, Comunione di Persone. Il cammino verso l’amore autentico è intrinsecamente anche un percorso della propria disponibilità a credere, in un senso di verità in cui siamo stati creati e vuole accoglierci. Desiderare verità e amore è “trascendenza”: è andare oltre, oltre se stessi. Prendere le proprie opinioni e verificarle, cioè saggiarne la loro corrispondenza al vero, approfondendo e meditando ciò che è autenticamente umano, in riferimento a se stessi e all’idea di amore. In questo modo il nostro sguardo acconsente progressivamente ad abbracciare sempre meglio tutta l’ampiezza e la profondità del reale. Si vuole riflettere maggiormente, si vuole imparare. Come ci ha appena ricordato Giovanni Paolo II, l’autenticità dell’amore è oltre la superficie, sulla quale si sviluppa una corrente rapida e facile al mutamento. L’educazione del cuore chiede di investire serenamente tempo ed energie, per comprendere i significati dei sentimenti e con essi di noi stessi. “La fonte del dramma”, così la definisce il nostro Santo, è la divergenza fra ciò che si può esperire in superficie e questa Bellezza che si intuisce stando sulla soglia del Bell’Amore. La parola “divergenza” reca con sé l’immagine di un bivio, di un’opportunità di scelta che diviene tangibile: continuare in modo autonomo oppure accogliere l’invito intimo di Colui che chiama all’Amore vero? La libertà percepisce questa divergenza e nella misura in cui si lascia aiutare dalla sincerità del cuore, riconosce come quella ferita originaria, che ciascuno porta con sé, tenda ad offuscare la bontà dell’invito interiore nel suo vivere quotidiano. Eppure non può non desiderare la pienezza. La sua esperienza la porta a riconoscere che non necessariamente la sua prima visione del bene è quella più adeguata: ecco oltre la superficie si scorgono i primi lineamenti del cammino. Il monito “non è bene che l’uomo sia solo” (Gn 2,18) risuona da tempo immemorabile nel succedersi delle generazioni, custodendo al suo interno la verità della persona: la sua natura comunionale. Ogni uomo si ritrova pienamente solo nel dono sincero di sé. E non esiste dono compiuto senza un’altra persona che lo accolga. La libertà per donarsi integralmente invoca una Bellezza stabile, capace di suggerire la bontà di una promessa di vita non egoistica. E non è sola nelle sue domande: la Grazia dello Spirito Santo ispira interiormente il cuore semplice a scegliere ciò che è il meglio, per sé e per la comunione. Educandosi in questa direzione, al cuore dell’uomo è possibile scegliere bene, in verità. La scelta diviene progressivamente espressione armoniosa della volontà, la quale si fortifica di volta in volta grazie alla bontà intima del bene scelto. Anche la fiducia cresce, la pienezza intravista si lascia gustare passo dopo passo, così voler amare bene diviene il desiderio eletto e luce per discernere. Allora non può bastare la superficie dell’amore quando nel cuore si riflette, seppur fugacemente, la sua bellezza profonda. don Antonio Crispino pag. 5 DONO DELLO SPIRITO Cresima 2014 Il 23 novembre scorso i nostri ragazzi del 2001 hanno ricevuto la Cresima per le amni del Vescovo Paolo Rabitti. È stato un momento di grazia, i ragazzi erano preparati, il vescovo è stato attento a creare un dialogo con loro già nell’omelia e poi nel momento i cui ognuno di loro riceveva il sacramento per le sue mani. Quel giorno guardando dall’altare i ragazzi, i catechisti, il coro, l’assemblea e le tante persone dell’Unità Pastorale che erano presenti e facevano servizio ho avuto la percezione di qualcosa di estremamente vitale e bello. I ragazzi si erano preparati bene grazie alla generosità dei catechisti, bene era stata preparata la liturgia con il coro e il gruppo dei ministranti: era la bellezza della Chiesa ricca di tante persone che con i loro doni e la loro presenza ci manifestano qualcosa del volto di Dio. Che cosa è la Cresima: la conclusione di un cammino, l’inizio di un altro, una tappa nella nostra vita, certamente è tutto questo, ma è Dio che compie la sua opera che conferma il dono dello Spirito Santo. Dio opera con noi, certo dipende sempre anche da quanto “noi operiamo con Lui” e corrispondiamo alla sua grazia. È questo il motivo per cui se vogliamo capire qualcosa di più della Chiesa e quindi anche dell’Unità pastorale non possiamo tralasciare la parte più bella e più importante: Dio è all’opera con noi per costruire il suo regno. Come ha detto Papa Francesco pag. 6 « quando parliamo della realtà visibile della Chiesa, non dobbiamo pensare solamente al Papa, ai Vescovi, ai preti, alle suore e a tutte le persone consacrate. La realtà visibile della Chiesa è costituita dai tanti fratelli e sorelle battezzati che nel mondo credono, sperano e amano. Ma tante volte sentiamo dire: “Ma, la Chiesa non fa questo, la Chiesa non fa qualcos’altro…” – “Ma, dimmi, chi è la Chiesa?” – “Sono i preti, i vescovi, il Papa…” – La Chiesa siamo tutti, noi! Tutti i battezzati siamo la Chiesa, la Chiesa di Gesù. Da tutti coloro che seguono il Signore Gesù e che, nel suo nome, si fanno vicini agli ultimi e ai sofferenti, cercando di offrire un po’ di sollievo, di conforto e di pace. Tutti coloro che fanno ciò che il Signore ci ha comandato sono la Chiesa. Comprendiamo, allora, che anche la realtà visibile della Chiesa non è misurabile, non è conoscibile in tutta la sua pienezza: come si fa a conoscere tutto il bene che viene fatto? Tante opere di amore, tante fedeltà nelle famiglie, tanto lavoro per educare i figli, per trasmettere la fede, tanta sofferenza nei malati che offrono le loro sofferenze al Signore… Ma questo non si può misurare ed è tanto grande! Come si fa a conoscere tutte le meraviglie che, attraverso di noi, Cristo riesce ad operare nel cuore e nella vita di ogni persona? Vedete: anche la realtà visibile della Chiesa va oltre il nostro controllo, va oltre le nostre forze, ed è una realtà misteriosa, perché viene da Dio » (papa Francesco, udienza generale 29.10.2014). La celebrazione della Cresima dei nostri ragazzi è stato per me un momento di grande gioia, perché ho visto, ho toccato con mano qualcosa dell’opera di Dio. Ora il cammino continua ed è un bel cammino nella nostra belle Unità Pastorale, dove il Signore ci chiama ad essere insieme un segno del suo amore. Accompagnano i cresimati con la nostra preghiera, il buon esempio, chiediamo a loro di essere generosi per corrispondere al dono di Dio che ci chiama a costruire il suo Regno, ma con le nostre mani, la nostra voce, la nostra vita. Siamo invitati ad una festa. don Giuseppe Zanichelli 25 anni di don pietro margini primaria di primo grado “Lola Sacchetti” e quattro di quella di secondo grado, intitolata a “Mariachiara” , facenti parte a loro volta di “Immaginache”, l’insieme che raggruppa tutte le scuole familiari e il Liceo paritario, tra Sant’Ilario e Reggio; giovedì 8 gennaio 2015 nel giorno dell’anniversario, la messa di suffragio sarà celebrata a Sant’Ilario, nella palestra dell’oratorio parrocchiale, alle 19. Seguiranno un piccolo rinfresco e un momento di festa nei locali dell’oratorio; Si compirà nel gennaio 2015 il 25° anniversario della salita al cielo di don Pietro Margini, fondatore del Movimento “Familiaris Consortio”. Don Pietro Margini (1917- 1990) è stato per oltre trent’anni parroco di Sant’Ilario d’Enza e dal carisma di quel “povero parroco di campagna”, in questo quarto di secolo, ha avuto origine un nuovo movimento ecclesiale, Familiaris Consortio, che riunisce famiglie, giovani, sacerdoti e consacrati animati dal desiderio di vivere e testimoniare la Chiesa come Comunione e come “famiglia di Dio”. A Don Pietro viene riconosciuta una grande capacità di accogliere nella confessione e nella direzione spirituale ed una straordinaria paternità. sabato 10 gennaio 2015 nella Cattedrale di Reggio Emilia, conferenza dell’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, alle 17, seguita dall’Eucarestia alle 18.30 presieduta dal card. Caffarra e concelebrata dal vescovo Camisasca. Durante la conferenza, bambini e ragazzi si raduneranno nel teatro di San Prospero per assistere a una rappresentazione teatrale tratta da un testo scritto da Henry Van Dyke e interpretata dai ragazzi delle scuole “Rolando Rivi” di Reggio e “Mariachiara “ di Sant’Ilario. I giovani del movimento, invece, per tutta la giornata del 10 gennaio parteciperanno a un pellegrinaggio sui luoghi di don Pietro, tra Correggio e Sant’Ilario, che si concluderà pure con la conferenza del cardinale e l’Eucarestia da lui presieduta in cattedrale. Seguirà un momento di rinfresco presso i locali del seminario. Numerose le iniziative aperte a tutti in programma per questo anniversario: sabato 20 dicembre alle ore 12 a Sant’Ilario il vescovo Massimo Camisasca inaugurerà il nuovo Palazzo degli Studi: un sogno espresso da don Pietro già una trentina d’anni fa. Il nuovo edificio ospita cinque classi dell’istruzione familiare pag. 7 PAUL GAUGUIN LA NASCITA DI CRISTO, FIGLIO DI DIO E’ una Natività dai tratti singolari “Te tamari no Atua”, il dipinto del pittore post impressionista Paul Gauguin, devoto credente. L’artista materializza nel quadro il sogno della ragazza dormiente in primo piano, sua compagna e in attesa di un figlio: una sacra famiglia in secondo piano e sullo sfondo un presepe classico. Povertà, semplicità, gioia: i grandi messaggi del Natale sono qui racchiusi, ma con un’enfasi sempre più sbiadita andando verso il limitare della scena, dove il bue e l’asinello si perdono tra tinte scure e chiare. Per Gauguin, che teorizzava una pittura della memoria, la visione di un ricordo non può che essere imprecisa, sfumata, povera di particolari. Le uniche cose vere sono la modella, il letto dagli splendidi colori vivi e il totem in primo piano, che simboleggia l’universalità del mistero della Natività: “Cristo, da ricco che era, si fece povero per noi, per farsi simile a noi, per amore nostro e soprattutto per amore dei poveri.”, scrive il Cardinal Martini. In effetti nel quadro tutto appare povero, semplice e umile. Tuttavia, tra il volto della futura madre dormiente e quello della Madre Celeste, pag. 8 uniti da una linea retta con il viso di San Giuseppe, si trova la testa del bambino al quale, nell’idea del pittore, appartiene il Regno dei Cieli: questo bimbo è un Re a prescindere dalle condizioni di nascita e dalla fede professata. All’interno del quadro si percepisce pure una gioia sopita, sintomo del presagio di un incerto futuro. Lo s’intuisce dall’uso di tinte scure nella descrizione del sogno e dal titolo dell’opera. Il pittore collega Cristo figlio di Maria, venuto al mondo il giorno di Natale e poi morto sulla Croce, a ciò che accadrà alla bambina nata dalla compagna, il cui destino sarà di morire giovanissima. Per Gauguin il messaggio del Natale esce dal sogno e si rivela solo quando nella vita reale, le grandi cose di Dio sono vissute con la giusta Fede che le fa accettare con dolcezza. Il quadro quindi raffigura un Natale umanizzato, dove i vividi colori del lenzuolo, del fiore e della dormiente, simbolo della speranza, non soccombono ai colori complementari dello sbiadito sogno. Giuseppe Landini ESSERE MADRI La maternità è il più dolce, amorevole, generoso e coinvolgente Atto d’Amore che una donna possa esprimere nei confronti della vita e della continuazione del genere umano. Ogni madre porta con sé come un’aureola di tenerezza e di comprensione che la contraddistingue. “ Quando si diventa madri si è più belle!” sentivo dire spesso quando ero ragazza. “Mah!” - mi dicevo - “che sciocchezze!”. Ero un po’ scettica perché nel vedere tante mamme a me non sembrava fosse così… Quando poi sono diventata anch’io una madre ho capito che quella bellezza di cui mi dicevano era una bellezza dell’anima, dello spirito, che puoi vedere più che mai nello sguardo di una madre, nella spontaneità del suo sorriso, nella sua comprensione illimitata e nella dolcezza presente anche in quelle donne dal carattere più forte e quindi poco incline alle manifestazioni affettuose. del parto, ma che è proprio dalla loro venuta al mondo che inizia la grande avventura di una madre. Per questo ritengo importante ricordare e sottolineare l’Amore grande delle madri che non possono partorire un proprio figlio ma che comunque accolgono nella loro famiglia dei bambini da crescere ed educare. A differenza di chi può generare , queste madri sperimentano maggiormente nella loro vita uno “stato di grazia” e l’esistenza di un progetto divino fatto di gratuità e generosità. Essere madri ha un significato più elevato di quanto noi spesso gli attribuiamo e Maria, la mamma di Gesù, ci ricorda che qualunque sia il modo di essere madre ciò che conta è fare sempre e comunque la volontà di Dio. Per questo dedico a Lei, e spero lo facciano tutte le mamme e non solo… una delle più semplici e belle preghiere che dovremmo sempre custodire nel nostro cuore. La maternità non è però solo da intendersi come l’effusione di carezze e dolcezze, ma anche e soprattutto come la capacità di Amare un figlio a tal punto da non tenerlo legato a sé, ma sapere che quel figlio è un dono di tutti e che proprio per questo è necessario che abbia sempre la libertà di agire liberamente verso una propria vocazione di vita. Per la grandezza che la maternità rappresenta, la tentazione di una madre può quindi talvolta essere quella di voler realizzare da sola una vita secondo i propri desideri personali, dimenticando così il progetto che Dio ha per noi. Ognuno di noi non è però un oggetto da possedere da parte di nessun altro, e questo bisogna ben tenerlo a mente soprattutto nella crescita e nell’educazione di un individuo! Io sono madre di 2 ragazzi (Sara,15 anni, e Fabrizio,13 anni) e come esperienza personale posso testimoniare che l’essere madre mi ha reso una persona migliore e mi ha fatto sentire amata da Dio più che mai. In questi anni sono cresciuta insieme ai miei figli e loro mi hanno insegnato più cose di quanto io avrei mai potuto desiderare né pensare. Mi hanno insegnato soprattutto che genitori si diventa col tempo e che il rapporto madre-figlio non si esaurisce nel momento Ave o Maria, piena di grazia Il Signore è con te Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù Santa Maria, Madre di Dio prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen Tina Ferrara pag. 9 COMUNITÀ GIOVANNI PIETRO GIOIA PIENA a San Maurizio “Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!” É nata! E ormai ha 1 mese e mezzo di vita! Ma la comunitá Giovanni Pietro Gioia Piena cos’é esattamente? Siamo 4 giovani e belle ragazze, studentesse e lavoratrici che hanno deciso di mettersi in gioco, in modo nuovo e intraprendente, fuggendo una vita che rischiava di essere “banale” e “sdraiata”. Abbiamo osato: condividere la vita non é semplice, ma dopo tante esperienze di servizio e di crescita personale abbiamo creduto fosse giunto il nostro tempo. Ci siamo trovate e abbiamo iniziato a pensare, a progettare una comunitá, che all’inizio era un semplice foglio bianco. E noi questo foglio l’ abbiam dovuto riempire, partendo da tre pilastri su cui abbiamo deciso di edificare la nostra vita comune. Primo: la preghiera, momento di riflessione quotidiana, sia personale che comunitaria, attraverso la modalitá delle lodi mattutine e della lectio divina, passando per un momento di adorazione settimanale. pag. 10 Secondo: la condivisione, che vogliamo attraversi le nostre esistenze, mezzo imprescindibile per una “bella vita”, che moltiplica le gioie e allieva le fatiche fra tutte. Terzo: il servizio, esercizio di caritá, palestra del Vangelo, per cui abbiamo deciso di aprire le porte della nostra comunitá accogliendo persone in difficoltá, senza presunzioni, con umiltá, senza voler cambiare il mondo ma sperando intanto di cambiare noi stesse.... Siamo consce del fatto che piú é ripida la salita, piú ci gusteremo la gioia della vetta insieme, nonostante le difficoltá che non mancheranno in questo cammino. E siamo consapevoli del fatto che piú che la vetta l’ uomo di montagna sa apprezzare il tempo, la fatica, lo scorcio rubato che solo un cammino fatto insieme sa regalare. Vi chiediamo di giocare con noi, di credere in questa novitá, di accompagnarci e sosterci, vi aspettiamo! Lucia, Sofia, Valeria, Martina IN VIAGGIO VERSO IL MONTE ARARAT che in lingua armena significa “Creazione di Dio” Il pellegrinaggio di quest’anno ci ha portati ad incontrare la Chiesa Apostolica Armena e la Chiesa Ortodossa e ad interrogarci sui rapporti fra queste e la Chiesa Cattolica. Così grazie agli incontri con le persone del luogo e alle riflessioni guidate da don Pietro, siamo tornati alle nostre case con la consapevolezza che ciò che ci unisce è più importante di ciò che ci divide, a scoprire che siamo prima di tutto cristiani e in quanto cristiani fratelli e in secondo luogo cattolici, apostolici, ortodossi ecc … Sicuramente il cammino ecumenico è ancora lungo, ma nel momento in cui, con estremo rispetto per le diverse tradizioni, ci si incontra sull’essenziale, ci si ritrova uniti in Gesù, nel suo messaggio d’amore, che passa attraverso gesti semplici di accoglienza, come un sorriso, o di condivisione, come una persona che ti offre un grano d’incenso benedetto perché la tua preghiera salga a Dio. L’Armenia ha colpito il cuore di tutti noi, non tanto per le sue bellezze architettoniche, monumentali o naturali, quanto per la sua povertà, vissuta con estrema dignità. Una povertà dalla quale non puoi distogliere lo sguardo, perché è visibile ovunque: nelle strade percorribili alla velocità massima di 40Km/h con i tubi del gas a cielo aperto ai lati delle strade e nelle auto 124 “Zhiguli” multicolore, costruite negli anni ‘70 a Togliattigrad, che le solcano, nei condomini fatiscenti dai vetri rotti, nelle macellerie all’aperto sulle strade impolverate, nelle molte ex-fabbriche in uno stato di completo abbandono con tutti i problemi ambientali connessi. Ma ti colpisce anche per ciò che non vedi: i primi giorni infatti, ci chiedevamo dove fossero gli anziani poiché non ne vedevamo, ma la risposta fu molto semplice, la povertà favorisce la sussistenza di malattie che da noi non esistono più e riduce sensibilmente l’aspettativa di vita. In questo contesto di povertà, abbiamo conosciuto le suore di Madre Teresa, che a Erevan hanno aperto una casa dove accolgono e si prendono cura di bambini affetti da Idrocefalia e Spina bifida, provvedendo con gli aiuti che ricevono alle cure sanitarie necessarie e nel nostro piccolo, abbiamo sentito il dovere morale di contribuire alla loro opera. Un altro aspetto, che ho potuto assaporare in questo pag. 11 pellegrinaggio, è la ricerca dell’essenziale testimoniata del popolo armeno. Questa essenzialità si coglie nelle numerose chiese e monasteri visitati, dalle facciate esterne sapientemente e abilmente scolpite, ma che all’interno sono talmente sobrie da apparire spoglie al nostro sguardo. Una sobrietà ricercata e voluta perché nulla, all’interno della chiesa, possa distrarre dal rapporto con Dio; nettamente in contrasto con le chiese ortodosse visitate in Georgia, ricche di Icone finemente decorate. Due culture vicine e diverse, ma che con la loro diversità si pongono il medesimo obiettivo: mantenere l’attenzione rivolta verso Dio. In questa terra si coglie che l’essenziale è Dio, che la fede è il bene più prezioso, custodito e protetto nel corso degli anni dai massacri prima e dalla dominazione sovietica poi, ora pronto a rifiorire e risplendere. Una testimonianza di questa fede viva ci è venuta dalla piccola chiesa vicina al nostro albergo, che a qualsiasi ora del giorno era piena di giovani raccolti in preghiera, in assenza di qualsiasi funzione. Abbiamo conosciuto un popolo con una storia amara e che ancora soffre perché questa pagina di storia non è ancora da tutti ufficialmente riconosciuta. Il 2015 sarà l’anno del centenario del genocidio dell’Armenia da parte della Turchia. Eppure, questo popolo ha saputo fare della risurrezione la sua filosofia di vita, come si evince dai numerosi Khatchkars, le croci scolpite su pietra, dove Gesù non è mai presente perché risorto, a testimonianza che la sofferenza e la morte non sono il destino e il fine dell’uomo. pag. 12 La puntata in Georgia è stata invece più ‘turistica’. Appena varcato il confine tra Armenia e Georgia ci siamo subito resi conto dell’enorme diversità tra i due Paesi che pur avendo subíto negli ultimi decenni la stessa dominazione sovietica sembrano aver avuto un diverso tasso di sviluppo. Guardando l’indisciplinato traffico di auto sembrava di essere nel Sud Italia… Tbilisi, la capitale, è una città moderna, con bei negozi, bei viali, con diversi ristoranti molto affollati di sera dove si cena all’aperto perché di giorno la temperatura è andata oltre i 40 gradi! Molto interessante il Museo di Tbilisi dove sono raccolti preziosi oggetti disseminati dalle varie civiltà nei secoli transitate da quei luoghi. E’ stato un pellegrinaggio ricco di scoperte ed emozioni e voglio ringraziare tutti quelli che hanno partecipato, perché ognuno di loro ha contribuito a renderlo speciale, augurandomi che al prossimo appuntamento potremo essere ancora più numerosi. Non credo sia importante se la meta è vicina o lontana, se è un luogo già visto o se è il sogno di una vita, quanto il desiderio di fare un po’ di spazio a Gesù, di camminare insieme agli altri verso di lui, aprendo la mente e il cuore alle realtà che vorrà farci incontrare. E’ stata dunque un’occasione per una crescita spirituale e culturale: non è forse per questo che si viaggia? Simona ORATORIO “GIOVANNI PAOLO II” le novità da ottobre 2014 fino a maggio 2015 L’Oratorio Giovanni Paolo II è attivo quotidianamente fin dal febbraio 2008. Grazie al lavoro dei responsabili, i sacerdoti e gli animatori si presenta come luogo aperto ed accogliente per le famiglie e per i loro figli facendosi portatore di una proposta educativa tesa a crescere bravi cristiani e onesti cittadini, fedele alla sua tradizione voluta da San Giovanni Bosco. Le attività di sostegno allo studio, i laboratori artistici ed espressivi, i tornei sportivi e i grandi giochi si rivolgono a tutti i bambini e le bambine dalla III° elementare fino ai ragazzi universitari, dal martedì al venerdì. Al Sabato, dopo il catechismo, l’oratorio è aperto per accogliere i bimbi e i ragazzi con giochi e laboratori. Allo scopo di potenziare il servizio ai bambini e alle famiglie, l’oratorio si inserisce sempre di più nella “rete educativa” del nostro territorio, andando a collaborare con diversi enti e realtà educative che accolgono e riguardano i bambini dei nostri quartieri. Cosa si fa in Oratorio? SPAZIOCOMPITI ogni martedì e venerdì dalle 15 alle 16.30, per i bambini di 3°-4°-5° elementare. Alcuni giovani animatori volontari e un educatore professionale affiancheranno i bambini nello svolgimento dei compiti scolastici, in un clima di collaborazione e integrazione nell’ambito di uno stile di aiuto reciproco. Come già sperimentato con successo negli anni passati, i compagni di classe possono trovarsi per fare i compiti insieme e i più grandicelli possono aiutare i più piccoli. Al lunedì e al giovedì invece è attivo un servizio di Doposcuola dalle 16 alle 17.30 presso i locali della ASD Reggio United. Le iscrizioni per questo doposcuola sono già chiuse. stile di condivisione, aiutandosi e motivandosi reciprocamente condividendo così le fatiche, gli sforzi e le soddisfazioni che lo studio comporta. GOCCIA DI SPERANZA a San Maurizio, offre un pomeriggio di giochi per e con i bambini “speciali” dai 3 agli 11 anni; sono speciali perché portatori di abilità “differenti” e ci permettono di sperimentarci in modi diversi di giocare e di comunicare. Siamo invitati tutti (da 0 a 99 anni!) a giocare con loro. GIOCHI e TORNEI Aperto dal martedì al sabato dalle 16.30 alle 18, l’oratorio inizia le attività con un breve momento di preghiera e per poi tuffarsi nel gioco e nello sport. Sono previsti tornei sportivi di Pallaceltica, Quidditch e molti momenti di gioco libero, per lasciare ai bambini la possibilità di inventare e scegliere le proprie attività. Ogni giovedì, dalle 17 alle 18 sarà organizzato un megagioco in stile “oratorio estivo” in cui tutti i bambini saranno coinvolti per imparare a divertirsi giocando insieme! LABORATORI L’offerta dei laboratori è stata aumentata per offrire delle occasioni di crescita e apprendimento, andando incontro ai desideri di bambini e ragazzi. I laboratori saranno divisi per fasce d’età per aumentarne l’efficacia. Le informazioni sulle date di inizio dei vari laboratori saranno disponibili in Oratorio. Per l’elenco completo dei laboratori abbiamo preparato un volantino apposito che è consultabile anche sul sito della nostra Unità Pastorale e sulla pagina Facebook dell’oratorio. AULASTUDIO ogni mercoledì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30, per i ragazzi delle superiori e gli universitari. Lo studio, attento e maturo, è il primo dovere a cui sono chiamati gli adolescenti; l’Aulastudio è un’ottima opportunità offerta ai ragazzi per promuovere uno Samuele Adani pag. 13 PROGRAMMA SETTIMANALE ORATORIO GIOVANNI PAOLO II 15.00 MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO SPAZIO COMPITI AULA STUDIO SPAZIO COMPITI CATECHISMO LABORATORI III° - V° elementare AULA STUDIO superiori e universitari superiori e universitari III° - V° elementare Preghiera Preghiera e Merendona! Preghiera GRANDE GIOCO GIOCHI e ATTIVITÀ 16.30 17.00 Corso di Chitarra LABORATORIO di CANTO TORNEO DI QUIDDITCH Corso base per tutti Falegnameria (Ospizio) ————— Chitarra (S.Alberto) intermedio1 15.45-16.30 intermedio2 16.30-17.15 18.00 S. Messa Tour degli oratori Gli animatori dell’oratorio Giovanni Paolo II in visita agli oratori della nostra diocesi! 17/11 01/12 01/12 11/12 19/01 LABoratorio i laboratori e le attività proposte dall’Oratorio Giovanni Paolo II dai 6 ai 13 anni Oratorio Regina Pacis Oratorio “San Giovanni Bosco” S.Ilario Mercoledì dalle 17 alle 18. FALEGNAMERIA ATELIER E DISEGNO Sabato dalle 16.30 alle 18.00. Oratorio di San Martino in Rio dai 14 ai 25 anni TEATRO Mercoledì dalle 19 alle 20.30 a San Maurizio. in arrivo ….Montecchio, S. Anselmo San Polo, Albinea …e tanti altri!! Iscrizioni chiuse @oratoriogpii #oratoriogpii # tourdeglioratori pag. 14 Sabato dalle 16.30 alle 18.00. STREET ART Primavera 2015 iscrizioni aperte! COMPUTER….. GRAFICA NOVITÀ IN ARRIVO… INGLESE Per info e iscrizioni: 0522-555392 www.upgp2.it Sabato dalle 16.30 alle 18 dai 45 anni in su CANTO corsi intermedi al sabato a S.Alberto (15.45-16.30)-(16.30-17.15) costo: 25€ Centro Giovani “Mavarta” S.Ilario Oratorio di Mandrio CHITARRA corso base al martedì a Ospizio dalle 17.15 alle 18 livello base ...da gennaio 2015 iscrizioni aperte! @oratoriogpii #oratoriogpii LE SCUOLE CATTOLICHE DI U.P.GPII Scuola dell’infanzia “Don Primo Carretti”: i bambini si preparano al Natale Il percorso didattico affrontato quest’anno dai bambini è incentrato sull’alimentazione. Da sempre il cibo raccoglie intorno a sè grande interesse e curiosità ma mai come negli ultimi anni questo tema si è fatto tanto centrale. Riviste, libri, trasmissioni televisive popolano le nostre case e in molti di noi è cresciuto un sempre maggior interesse verso la cucina e l’alimentazione. Il nutrimento è visto anche come cura e condivisione dei pasti, come momento familiare in cui si creano o si consolidano sentimenti e rapporti. Anche in questo periodo di Avvento il nostro cammino di riflessione e preghiera ha come sfondo l’alimentazione. Ci guida Don Antonio, uno dei sacerdoti della nostra Unità Pastorale, che settimanalmente incontra i bambini in un momento di condivisione e confronto. Le parole chiave che ci accompagnano sono attenzione, adottare uno stile di vita attento ai bisogni degli altri, apertura al dialogo nel desiderio di spalancare le porte delle nostre case per aprirci, gioia e ottimismo per consolare chi è triste, missione con l’intenzione di compiere ogni giorno una piccola missione. Sembrano concetti difficili per i bambini ma vengono semplificati attraverso il racconto di storie e donando loro degli “ingredienti” a memoria delle diverse tappe. Chicchi di caffè, sale, zucchero e lievito raccontano il cammino svolto in maniera diversa e divertente. Questo cammino culminerà nella festa che si terrà il 19 dicembre alle ore 18,00 nella chiesa di Sant’Alberto di Gerusalemme. Le insegnanti con i bambini stanno allestendo un coro, al quale parteciperanno anche i genitori che, con il loro prezioso contributo, rendono possibili tante nostre iniziative. La serata terminerà con una cena che si terrà nei locali della scuola, addobbati a festa con elementi naturali. Alla cena parteciperanno genitori, bambini e insegnanti che festeggeranno insieme l’arrivo del Natale; anche i più piccini della scuola, cioè le sezioni di due e tre anni, avranno la loro cena con genitori e insegnanti ma in un’altra data, il 12 dicembre, per non rendere troppo pesante per loro la serata della festa in Chiesa. Vi informiamo che, a partire da mercoledì 7 gennaio 2015, saranno aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2015/ 2016. Per informazioni telefonare al numero 0522/550368 oppure è possibile mandare una mail all’indirizzo [email protected] pag. 15 Scuola dell’infanzia “Elisa Lari”: Santo Natale - una famiglia, un viaggio, un bambino che ha cambiato la storia Il progetto-guida di quest’anno è “Tracce di me”. Lasciare la propria traccia è sentirsi riconosciuti nella propria unicità. Rinforza nei bambini l’autostima e di conseguenza l’apertura alle esperienze, alla conoscenza del mondo e alla capacità di aprirsi all’altro. All’interno di questo contesto abbiamo progettato anche il percorso verso Natale con particoalre attenzione alla famiglia e alle tradizioni di una volta. La strada ceh ci porterà a Natale quest’anno non sarà solo accompagnata dalla narrazione della Natività, ma anche dal racconto di momenti, tradizioni, tempi, lettere e poesie di quando si viveva il Natale intorno al calore del camino. La presenza e l’accompagnamento di don Sergio nell’ascolto dei Vangeli dell’annunciazione, delal pag. 16 nscita, della visita dei pastori ci faranno rivivere le vicende di Gesù e della sua famiglia. Il percorso si concluderà con le feste che quest’anno saranno molto particolari. Rivivremo con voi mamme e papà una vera cena di Natale, come una volta, con tante sorprese, ma soprattutto riscoprendo la bellezza di stare insieme! La festa sarà: per i Tigrotti venerdì 12 dicembre alle 19.00 per le Volpi sabato 13 dicembre alle 19.00 per i Pulcini giovedì 18 dicembre alle 18.30 per i Delfini venerdì 19 dicembre alle 19.00 per gli Orsetti sabato 20 dicembre alle 19.00 ROLANDO RIVI, l’istruzione secondaria di primo grado familiare a Reggio Emilia. Aperte le iscrizioni per il prossimo a.s. 2015/2016 Rolando Rivi istruzione secondaria di primo grado familiare via Emilia Ospizio, 62 - Reggio Emilia per informazioni e iscrizioni [email protected] cell. +39 338 5751745 www.immaginache.it Occasione formativa, umana, relazionale preziosa perché ogni ragazzo possa crescere nei suoi doni. Proposta educativa di ispirazione cattolica, che interpreta i contenuti cognitivi e culturali delle varie discipline alla luce del Vangelo. Clima di famiglia, in cui le relazioni sono al centro del processo educativo. Professori ed esperti coinvolti nella programmazione garantiscono la qualità dell’istruzione. Famiglie, collaboratori, insegnanti, come comunità educante, cooperano alla formazione integrale della persona. Progetto educativo forte dell’esperienza trentennale delle scuole familiari gestite dalla Cooperativa don Pietro Margini. • percorsi interdisciplinari tra le varie materie. • attività specifiche per acquisire un metodo di studio efficace e personale. • accompagnamento nell’orientamento come piena e futura valorizzazione di sè da parte di esperti con incontri per genitori e ragazzi. • progetto di conoscenza di sé e di educazione all’affettività sviluppato nell’arco dei tre anni. • uscite didattiche, gite, visite d’istruzione, laboratori esperienziali per promuovere una vera conoscenza del territorio e una cittadinanza attiva. in più... • SETTIMANA VERDE uscite in particolari luoghi di interesse. • SETTIMANA AZZURRA laboratori con maestri d’arte. • settimana scolastica di 6 giorni da lunedì al sabato con 30 ore curricolari secondo le indicazioni dei piani di studi ministeriali. • partecipazione attiva degli studenti grazie ad un metodo didattico collaborativo ed esperienziale. • apertura delle attività con momento di riflessione e preghiera. • inglese potenziato con 5 ore settimanali di cui una di madrelingua. • progetti di educazione motoria. • attenzione all’educazione interdisciplinare alle nuove tecnologie, per promuovere un approccio consapevole alla Rete. • esame di idoneità alla fine di ogni anno, opportunità di verifica degli obiettivi di periodo. pag. 17 weekend da brivido VAL DI FASSA PER TUTTI giornate sulla neve GIOVANI ADULTI FAMIGLIE iscrizioni c/o segreteria UPGiovanniPaoloII (parrocchia Ospizio) entro 31/12/2014 tel 0522555392 [email protected] Hotel Val di Fassa Soraga (TN) pag. 18 5-8 febbraio 2015 100 posti disponibili da giovedì sera a domenica a pranzo pensione completa: - adulti 135 Euro - bambini 4-12 anni 65 Euro - 0-4 gratis da venerdì sera a domenica a pranzo pensione completa: - adulti 105 Euro - bambini 4-12 50 Euro - 0-4 gratis si organizzano gruppi con maestro di sci ORARI SS. MESSE DURANTE IL PERIODO NATALIZIO GIORNO Mercoledì 24 dicembre Vigilia Giovedi 25 dicembre Natale Venerdì 26 dicembre S. Stefano Sabato 27 dicembre prefestive Domenica 28 dicembre Sacra Famiglia Mercoledì 31 dicembre Te Deum Domenica 4 gennaio San Francesco da Paola San Maurizio martire 23.00 23.00 Lunedì 5 gennaio prefestive Martedì 6 gennaio Epifania del Signore 8.00-10.00-11.30 9.00-11.30 Sant’Alberto di Gerusalemme 23.00 22.30 Ufficio di Letture 8.30-11.00-19.00 10.00 11.30 8.30 18.30 ---- 18.30 8.00 9.00 11.00-19.00 --- --- 18.30 8.00-10.00-11.30 9.30-11.30 8.30-11.00-19.00 18.30 --- 18.30 8.00-10.00-11.30 9.00-11.30 8.30-11.00-19.00 Adorazione Eucaristica: giovedì 25 dicembre e giovdì 1 gennaio dalle 12.30 alle 8.30 del giorno successivo da Lunedì 29 dicembre a venerdì 2 gennaio: è sospesa la celebrazione della S. Messa feriale a S. Maurizio dal 1° gennaio 2015 non sarà più celebrata la S. Messa prefestiva a San Maurizio CONFESSIONI IN PREPARAZIONE AL SANTO NATALE 2014 Giorno Parrocchia Orari Sacerdoti Venerdì 19 dicembre San Francesco da Paola 16.30 – 18.30 Don Luca – Don Pietro 19.00 – 20.30 Don Sergio 20.30 – 22.30 Don Luca 16.30 – 18.30 Don Giuseppe 17.00 – 18.30 Don Antonio 16.00 – 18.00 Don Giuseppe – Don Antonio Don Pietro – Don Antonio Don Giuseppe – Don Sergio Sabato 20 dicembre San Francesco da Paola Domenica 21 dicembre San Maurizio martire San Francesco daPaola Lunedì 22 dicembre - per i giovani dell’U.P. San Maurizio martire 19.00 – 22.00 16.00 – 18.00 Don Pietro – Don Antonio Sant’Alberto di Gerusalemme 16.00 – 18.00 Don Eleuterio – Don Giuseppe San Francesco da Paola 7.00 – 23.00 Giornata del Perdono Mercoledì 24 dicembre San Francesco da Paola 9.30 – 12.00 Don Giuseppe 15.00 – 18.00 Don Pietro – Don Sergio 9.30 – 12.00 Don Pietro – Don Sergio Martedì 23 dicembre San Maurizio martire Sant’Alberto di Gerusalemme 15.00 – 18.00 Don Antonio 16.30 – 18.00 Don Giuseppe 9.30 – 12.00 15.00 – 18.00 Don Eleuterio – Don Antonio Don Eleuterio pag. 19 PREGHIERA PER OTTENERE GRAZIE per intercessione di Giovanni Paolo II O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il papa Giovanni Paolo II e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d’amore. Egli, confidando totalmente nella tua infinita misericordia e nella materna intercessione di Maria, ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore, e ci ha indicato la santità come misura alta della vita cristiana ordinaria quale strada per raggiungere la comunione eterna con te. Concedici per intercessione di San Giovanni Paolo II di giungere a una vita santa. Amen. pag. 20 finito di stampare nel mese di dicembre 2014 presso “Tipografia San Martino snc” S. Martino in Rio (RE) San Maurizio Segreteria Unità Pastorale e-mail: [email protected] Parrocchia San Francesco da Paola Tel 0522 555392 - Fax 0522 396731 Parrocchia Sant’Alberto di Gerusalemme Tel 0522 550432 Parrocchia San Maurizio Tel e Fax 0522 552658
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