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Innovazione e Sostenibilità
Osservatorio Innovazione e Sostenibilità
Innovazione e Sostenibilità Newsletter n. 37/2014
a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil
I commenti della settimana
Legislazione - Il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, ha presentato un
emendamento al disegno di legge Collegato ambientale che prevede l'esclusione dalla categoria delle biomasse di
alcune tipologie di scarti del legno, che saranno utilizzate per i pannelli. L'emendamento ha l'appoggio anche del
ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti
Edilizia scolastica - . La cifra riservata al “capitolo edilizia scolastica arriva a circa 1 miliardo e mezzo”. E’ quanto ha
detto Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, durante l’audizione in commissione Cultura alla Camera sull’avvio del
nuovo anno scolastico, facendo un bilancio di quanto fatto in questo campo.
Risparmio energetico- Appello al Premier Renzi, in quanto presidente di turno dell'Unione Europea, chiedendo al
Governo italiano di sostenere con forza un ambizioso accordo politico per il nuovo quadro.
Ecobonus 65%. L’ENEA, da una prima lettura dei dati raccolti riscontra un significativo aumento degli interventi di
riqualificazione energetica rispetto all’anno precedente. Nel 2013 oltre 355.000 pratiche, +35% rispetto al 2012.
Rinnovabili - In Italia i ritardi burocratici bloccano lo sviluppo del solare termodinamico. Una vicenda esemplare
riguarda il progetto di Archimede solar energy della centrale solare termodinamica in Sardegna.
È stato siglato il 2 ottobre 2014 un protocollo d'intesa tra il Presidente e Amministratore delegato del GSE e il Capo di
Stato Maggiore del Comando Generale, Generale di Divisione, con l'obiettivo di potenziare ulteriormente i controlli nel
settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica e recuperare incentivi indebitamente percepiti.
Innovazione materiali e componenti – Interessanti studi per rendere il calcestruzzo più sostenibile.
Le notizie della settimana
News nazionali:
Ambiente:
Normativa:
Edilizia scolastica:
Rinnovabili:
Materiali e tecnologie
innovative:
Rapporti e studi:
Eventi:
Aziende:
Estero:
1
2
Clima e risparmio energetico: i nuovi obiettivi nel contesto europeo
Presentato emendamento al ddl Collegato Ambiente per escludere dalla categoria delle
biomasse alcune tipologie di scarti del legno da utilizzare per i pannelli
1,5 miliardi per le scuole
Impianti solari termodinamici bloccati dalla burocrazia: chiesto l'intervento del Governo;
FER elettriche, contatore a quota 5,403 miliardi. Meno di 400 mln al raggiungimento del
tetto;
Controlli su incentivi alle rinnovabili, accordo tra Gse e Guardia di Finanza;
Troppo facile parlare di filiera corta delle biomasse;
Breve vademecum ERP per lo smaltimento dei moduli fotovoltaici
Come rendere il calcestruzzo più sostenibile
Ecobonus 65%: Nel 2013 oltre 355.000 pratiche: +35% rispetto al 2012;
20 GW di nuove installazioni fotovoltaiche nel quarto trimestre 2014. Studio Solarbuzz;
Eolico, un “vero fallimento” le aste competitive;
Evasione fiscale in edilizia, i bonus 65% e 50% non la fermano;
Innovazione primo fattore di sviluppo;
Buone pratiche favorite dal mercato europeo delle quote di emissioni di anidride carbonica
(Ets), ma soprattutto il perdurare della crisi;
Expotunnel porta l’innovazione nelle opere in sotterraneo, in un panorama sempre più
internazionale
Mobilieri green mettono i fichi d'India nel tavolo;
I fornitori di tecnologia aderiscono ad AssoEsco
Fotovoltaico galleggiante, inaugurato il primo impianto in Gran Bretagna
politiche [email protected]
[email protected]
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News dai nazionali:
Ambiente: Clima e risparmio energetico: i nuovi obiettivi nel contesto europeo
08/10/2014Il semestre italiano di presidenza europea prosegue: focus sui temi di clima ed energia, con gli obiettivi
presentati dai network ambientalisti
L'Italia guida l'Europa per 6 mesi, grazie al semestre di Presidenza europea: tra i temi di grande rilievo (e di alta
competenza comunitaria) ci sono ovviamente quelli relativi a clima ed energia. E allora giungono stimoli importanti al
premier italiano Matteo Renzi in relazione a questo tema da parte dei principali network ambientalisti.
Questi ultimi si aspettano infatti che il Consiglio si faccia promotore di un accordo ambizioso in grado di contribuire alla
ratifica di un accordo globale nella prossima Conferenza mondiale sul Clima che avrà luogo a Parigi nel 2015.
Oltre 20 associazioni ambientaliste hanno sottoscritto un appello al Premier Renzi, in quanto presidente di turno
dell'Unione Europea, chiedendo al Governo italiano di sostenere con forza un ambizioso accordo politico per il nuovo
quadro comunitario al 2030 che abbia i target indispensabili per scongiurare la catastrofe climatica: meno 55% di
emissioni, meno 40% di consumo energetico, più 45% di energia rinnovabile entro il 2030.
"Il ruolo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica è cruciale per raggiungere questo obiettivo - affermano in un
comunicato le associazioni ambientaliste -. Pertanto, come richiesto dal Parlamento europeo, è necessario definire
obiettivi coerenti che si supportino a vicenda, ambiziosi e legalmente vincolanti. Purtroppo, l'obiettivo comunitario
proposto per le rinnovabili manca di ambizione e non fornisce la necessaria certezza per gli investitori".
Il Consiglio europeo del prossimo 23 e 24 ottobre sarà in questo senso il primo appuntamento decisivo all’interno del
semestre europeo di presidenza italiana per la definizione dell’accordo sugli obiettivi in ottica 2030 su clima ed energia.
Fonte: sito internet edilizia e urbanistica
Normativa: Presentato emendamento al ddl Collegato Ambiente per escludere dalla categoria delle biomasse alcune
tipologie di scarti del legno da utilizzare per i pannelli
2/10/2014. La produzione italiana di pannelli rappresenta un'eccellenza mondiale anche nel riciclo del legno,
riportando a nuova vita ogni anno oltre 3.000.000 di tonnellate di legno riciclato post consumo, senza alcun incentivo
statale. Tuttavia, oggi quantità sempre maggiori di questa importante risorsa vengono sottratte alla produzione di
pannelli ed impiegate come combustibile per la produzione di energia elettrica incentivata, mettendo in grave difficoltà
l’intero comparto del legno-arredo.
IL MANIFESTO “NON BRUCIAMO IL MADE IN ITALY”. Per questo Assopannelli ha lanciato il manifesto “Non bruciamo il
Made in Italy” con il quale i produttori italiani di pannelli in legno chiedono con forza al Governo che “intraprenda una
strategia che privilegi il riuso e il riciclo” e che “incentivi la produzione di energia da combustione di biomasse solo nel
caso in cui non possano essere impiegate nella filiera legno-arredo”. In pratica, chiedono una revisione degli incentivi
concessi agli impianti di produzione di energia da biomasse, evitando che le centrali a biomasse brucino rifiuti legnosi
che rappresentano una materia prima vitale per l'industria italiana del mobile.
PRESENTATO EMENDAMENTO AL COLLEGATO AMBIENTE. Il presidente della commissione Ambiente della Camera,
Ermete Realacci, ha presentato un emendamento al disegno di legge Collegato ambientale che prevede l'esclusione
dalla categoria delle biomasse di alcune tipologie di scarti del legno, che saranno utilizzate per i pannelli.
L'emendamento ha l'appoggio anche del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
IL 3 OTTOBRE FERMO DEGLI IMPIANTI PER DUE ORE. I Wood Action Days, iniziati a livello europeo (22-24 settembre),
dal 29 settembre al 3 ottobre sono proseguiti a livello nazionale nei diversi Paesi europei aderenti ad EPF: una vera
mobilitazione generale delle industrie del legno a sostegno di un uso più responsabile della risorsa legno.
“Il 3 ottobre le aziende fermeranno gli impianti per due ore per lanciare un messaggio forte”, ha annunciato il
presidente di Assopannelli, Paolo Fantoni. “L'Italia è il primo importatore al mondo di pellet e legna da ardere, ma
destina all'industria del legname solo il 20% della sua crescita boschiva. E per le imprese è sempre più difficile trovare
legname. Non siamo aprioristicamente contro la realizzazione di centrali a biomasse sul territorio nazionale, ma
giudichiamo negativamente la distorsione al mercato delle materie prime che nasce dal sussidio di contributi che
alterano mercati storicamente ordinati dalle regole del libero scambio”.
Fonte: sito internet casa e clima
Edilizia scolastica: 1,5 miliardi per le scuole
6/10/2014. La cifra riservata al “capitolo edilizia scolastica arriva a circa 1 miliardo e mezzo”.
E’ quanto ha detto Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, durante l’audizione in commissione Cultura alla Camera
sull’avvio del nuovo anno scolastico, facendo un bilancio di quanto fatto in questo campo.
“Per ciò che concerne le “Scuole belle” già dal primo giorno di scuola, circa 1.000 plessi scolastici, bisognosi di
interventi semplici, hanno accolto i piccoli alunni in aule in cui gli infissi sono stati riparati, le pareti riverniciate, le aree
verdi sono state curate. Proprio in queste ore più di 3.000 scuole stanno comunicando la conclusione dei lavori. Per i
7.700 plessi coinvolti nel Piano per il 2014 i lavori si concluderanno – ha assicurato il ministro – entro fine anno”. Per
Scuole sicure “sono stati finanziati 632 interventi per complessivi 150 milioni del cosiddetto “Decreto del Fare”.
Il 69,97% dei cantieri sono stati aperti, il 27,80%% dei lavori si sono conclusi, il 2,23% degli interventi non sono stati
ancora avviati”. Inoltre – ha aggiunto – “sono stati stanziati 400 milioni destinati a ulteriori 1.639 interventi che
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dovranno essere appaltati entro la fine dell’anno secondo una precisa road map. Sul capitolo Scuole nuove ci sono 122
milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015 per consentire a molti comuni di operare in deroga al patto di stabilità.
Saranno coinvolte 404 scuole con progetti dell’importo medio di 1 milione. Si stimano circa 400 milioni di investimento
per ciascuna delle due annualità. Infine – ci sono 300 milioni Inail per cui si sta definendo la fase di programmazione e
di definizione delle modalità di utilizzo e in materia di mutui per l’edilizia si sta definendo ora la programmazione
regionale che porterà nel 2015 ad appaltare opere per un valore di circa 900 milioni che riguarderanno circa 4.000
scuole”.
Fonte ANSA
Rinnovabili: Impianti solari termodinamici bloccati dalla burocrazia: chiesto l'intervento del Governo
8/10/2014. In Italia i ritardi burocratici bloccano lo sviluppo del solare termodinamico. Una vicenda esemplare - in
negativo – riguarda il progetto di Archimede solar energy della centrale solare termodinamica da 55 MWe a sali fusi
(tecnologia sviluppata dall'Enea) a Flumini Mannu in Sardegna, per il quale è ancora in corso il procedimento di Via
(Valutazione di impatto ambientale) presso i ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali.
Il progetto registra l'opposizione non solo dei funzionari della Regione Sardegna (coinvolti nello screening di Via) ma
anche dei dicasteri dell'Ambiente e dei Beni culturali.
LETTERA A RENZI: ATTIVARE IL POTERE SOSTITUTIVO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. Una situazione insostenibile
che ha spinto gli imprenditori di Archimede solar energy a scrivere una lettera al premier Matteo Renzi, nella quale
chiedono che sulla procedura di Via nazionale per il progetto venga attivato il potere sostitutivo del Consiglio dei
ministri, in modo da ottenere una veloce approvazione.
IN BALLO INVESTIMENTI PER 1 MILIARDO. Nella lettera gli imprenditori chiedono al Governo di intervenire per “evitare
che un importante investimento estero nel nostro paese, dal valore di un miliardo di euro, e la possibilità di
sfruttamento commerciale su scala mondiale di una tecnologia italiana di eccellenza, in grado di trainare un qualificato
aumento delle esportazioni e dell'occupazione, vengano cancellati dalle lungaggini e dai ritardi dei procedimenti
autorizzativi che hanno violato tutti i termini temporali previsti dalle leggi”.
Anche Anest, l'Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica, ha denunciato gli effetti nefasti della burocrazia
sul settore, puntando il dito contro “termini di legge ampiamente scaduti, arbitrarie prese di posizione di
sovrintendenze, ricorsi basati sul nulla, silenzi assordanti di commissioni che dovrebbero decidere e che stanno
rischiando di far fuggire investimenti dal Paese semplicemente per inadempienze amministrative”. In ballo ci sono
investimenti per quasi 1 miliardo di euro da capitali italiani ed esteri.
DIVERSI GLI IMPIANTI BLOCCATI. “Attualmente - sottolinea Anest - sono fermi un impianto in Sicilia da 50 MW nel
comune di Marsala, un secondo da 12 MW a Gela; cinque impianti da 4 MW nella provincia di Trapani, due impianti da
50 MW in Sardegna nella provincia di Cagliari, in una zona in cui il terreno è povero e oggi adibito solamente al pascolo
e dove un investimento di questo tipo potrebbe ridare ossigeno a un’economia in forte crisi; un impianto da 50 MW a
Banzi in provincia di Matera, che potrebbe avere delle ripercussioni positive anche sull’agricoltura locale”.
GLI EFFETTI POSITIVI DEL SOLARE TERMODINAMICO SULL'ECONOMIA E SULL'OCCUPAZIONE. “Stiamo rischiando di
gettare al vento queste opportunità per una burocrazia che blocca tutto”, denuncia l'Associazione. Un impianto solare
termodinamico da 50 MW ha un valore di circa 200 milioni di euro, occupa circa 1.500 addetti nei due anni necessari
alla sua costruzione, oltre 50 nella fase di esercizio pari ad almeno 25 anni, senza contare l'indotto.
Fonte: sito internet casa e clima
Rinnovabili: FER elettriche, contatore a quota 5,403 miliardi. Meno di 400 mln al raggiungimento del tetto
7/10/2014. Si avvicina il raggiungimento del tetto massimo di spesa di 5,8 miliardi di euro per gli incentivi alle
rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico. In base all’art. 3 del D.M. 6 luglio 2012, il “costo indicativo cumulato
annuo degli incentivi” per questi impianti non potrà superare i 5,8 miliardi di euro annui.
CONTATORE AGGIORNATO AL 31 AGOSTO. Ieri il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ha comunicato l'aggiornamento
al 31 agosto 2014 del Contatore del “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” riconosciuti agli impianti
alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici. Al 31 agosto scorso il costo indicativo annuo risulta pari a
circa 5,403 miliardi di euro: mancano dunque solo 397 milioni di euro al raggiungimento della soglia massima di 5,8
miliardi. Dal prossimo anno, tuttavia, saranno liberate risorse per alcune centinaia di milioni di euro “assegnate a
impianti che usciranno dal periodo in cui sono incentivati”, osserva Qualenergia.it.
IL PERIMETRO DEL CONTATORE. Al 31 agosto 2014 risultano rientrare nel perimetro del contatore gli impianti
incentivati con il provvedimento CIP 6, con i Certificati Verdi o con le Tariffe Onnicomprensive ai sensi del D.M.
18/12/2008, gli impianti i cui Soggetti Responsabili hanno presentato richiesta di accesso agli incentivi ai sensi del
D.M. 6/7/2012 a seguito di entrata in esercizio e gli impianti ammessi ai registri in posizione utile o vincitori delle
procedure di asta ai sensi del D.M. 6/7/2012.
Nell’ultima tipologia sono stati considerati gli impianti ammessi, in posizione tale da rientrare nel relativo contingente
di potenza, nelle graduatorie relative ai registri e alle procedure d’asta di cui ai Bandi 2012, pubblicate sul sito del GSE
il 15 gennaio 2013, come aggiornate a seguito degli scorrimenti pubblicati sempre sul sito del GSE in data 5 giugno
2013, nelle graduatorie relative ai registri e alle procedure d’asta di cui ai Bandi 2013, pubblicate sul sito del GSE il 26
luglio 2013, e nelle graduatorie relative ai registri e alle procedure d’asta di cui ai Bandi 2014, pubblicate sul sito del
GSE l’8 agosto 2014, con esclusione degli impianti per i quali i Soggetti Responsabili hanno comunicato la rinuncia
all’iscrizione o annullamento per entrata in esercizio ai sensi del D.M. 18/12/2008.
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Dagli impianti i cui Soggetti Responsabili hanno presentato richiesta di accesso agli incentivi ai sensi del D.M. 6/7/2012
a seguito di entrata in esercizio sono esclusi quelli non risultati idonei a seguito dell’istruttoria condotta dal GSE al fine
di verificare il rispetto dei requisiti perl’ammissione.
In generale nel perimetro degli impianti i cui Soggetti Responsabili hanno presentato richiesta di ammissione agli
incentivi ai sensi del D.M. 6/7/2012 a seguito di entrata in esercizio rientrano le seguenti tipologie:
A. gli impianti ad accesso diretto che, alla data di riferimento del contatore, hanno effettuato la richiesta di ammissione
agli incentivi a seguito di entrata in esercizio;
B. gli impianti ammessi in posizione utile nelle graduatorie che, alla data di riferimento del contatore, hanno effettuato
la richiesta di ammissione agli incentivi a seguito di entrata in esercizio (coerentemente, tali impianti, sono esclusi
dalla tipologia “Registri e Aste DM6/7/2012”).
Al 31 agosto 2014, non risultano incentivati Impianti Solari Termodinamici.
LE TABELLE. Sul sito internet del GSE sono pubblicate le tabelle relative agli interventi rientranti in tali meccanismi di
incentivazione, ripartiti per classi di potenza e per tipologia:
- “Contatore delle fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico”: tabelle di sintesi con il costo indicativo annuo
suddiviso per meccanismo di incentivazione;
- “Contatore CIP 6”: tabella di dettaglio contenente dati sul numero delle convenzioni Cip 6, sulla potenza degli
impianti, sull’energia incentivabile annua e sul costo indicativo annuo;
- “Contatore Certificati Verdi”: tabella di dettaglio contenente dati sul numero degli interventi in esercizio, sulla
potenza degli impianti, sui Certificati Verdi indicativi annui e sul costo indicativo annuo;
- “Contatore Tariffa Onnicomprensiva”: tabella di dettaglio contenente dati sul numero degli interventi in esercizio,
sulla potenza degli impianti, sull’energia incentivabile annua e sul costo indicativo annuo;
- “Contatore Impianti in esercizio DM 6/7/2012”: tabella di dettaglio contenente dati sul numero degli interventi, sulla
potenza degli impianti, sull’energia incentivabile annua e sul costo indicativo annuo;
- “Contatore Registri e Aste DM 6/7/2012”: tabella di dettaglio contenente dati sul numero degli interventi, sulla
potenza degli impianti, sull’energia incentivabile annua e sul costo indicativo annuo.
Per quanto riguarda la potenza indicata nelle tabelle, sia per la ripartizione degli impianti nelle diverse classi sia per la
potenza totale, generalmente si è scelto di attenersi alla grandezza presa a riferimento nell’ambito di ogni meccanismo
di incentivazione. Conseguentemente, per il CIP 6 si fa riferimento alla potenza definita nelle relative convenzioni
(potenza nominale dei generatori o quota parte di essa), per i CV si fa riferimento alla potenza dei motori primi mentre
per la TO si fa riferimento alla potenza nominale media annua. Per i CV e la TO la potenza rappresentata è quella
totale dell’impianto a seguito dell’intervento effettuato (ad esempio, nel caso dei potenziamenti o dei rifacimenti si
considera la potenza totale risultante dopo l’intervento, per gli impianti ibridi si considera la potenza complessiva
dell’impianto incentivato). Per gli impianti afferenti agli incentivi di cui al D.M. 6/7/2012, per la ripartizione in classi di
potenza si è fatto riferimento alla potenza definita dall’art. 2 del D.M. 6/7/2012 (potenza elettrica o potenza di
concessione). Per gli impianti ammessi ai registri in posizione utile o vincitori delle procedure d’asta il valore della
potenza totale di ogni classe è quella conteggiata nelle graduatorie.
Fonte: sito internet casa e clima
Rinnovabili: Controlli su incentivi alle rinnovabili, accordo tra Gse e Guardia di Finanza
2/10/2014. È stato siglato oggi, 2 ottobre 2014, presso la sede del Comando Generale della Guardia di Finanza, un
protocollo d'intesa tra il Presidente e Amministratore delegato del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), dott. Nando
Pasquali, e il Capo di Stato Maggiore del Comando Generale, Generale di Divisione Fabrizio Cuneo. L'obiettivo
dell'accordo è quello di potenziare ulteriormente i controlli nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica e
recuperare incentivi indebitamente percepiti. L’intesa permetterà, attraverso il reciproco scambio di dati, di snellire le
procedure di verifica e di ampliare l’attività di controlli sui soggetti che beneficiano di incentivi pubblici alla produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili al fine di prevenire e reprimere possibili irregolarità e frodi che interessino tale
settore. A margine dell’evento, le Autorità intervenute hanno espresso ampia soddisfazione per la stipula dell’accordo,
che rappresenta un ulteriore strumento di sostanziale potenziamento delle linee di presidio della legalità in un settore
strategico per il rilancio dell’economia nazionale.
Fonte: sito internet casa e clima
Rinnovabili: Troppo facile parlare di filiera corta delle biomasse
2/10/2014. Fattibilità economica, consenso sociale ed effettiva disponibilità di biomassa. Sono queste, sottolinea l'Arpa
(Agenzia regionale per la protezione ambientale) della Toscana in un interessante articolo a cura di Andrea Villani le
principali criticità che si registrano in materia di biomasse e filiera corta.
COSTI ELEVATI SIA PER LA REALIZZAZIONE SIA PER LA GESTIONE. Sulla base delle esperienze fino ad oggi condotte
nel settore della bioenergia, risulta che le principali motivazioni che rendono negativa l’economicità dei progetti, per
quanto riguarda la produzione di energia elettrica da biomasse vegetali, sono gli ingenti costi di investimento in fase di
realizzazione e gli elevati costi della biomassa in fase di gestione.
Anche per il settore dei biocombustibili liquidi (biodiesel e bioetanolo) e gassosi, strettamente legati al comparto
agricolo, non sono poche le difficoltà da risolvere per rendere economicamente vantaggioso il bilancio dell’intera filiera
di produzione. Si può immaginare un percorso di sviluppo delle filiere agro-energetiche, solamente attraverso
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l’affermazione di adeguati meccanismi di incentivazione a sostegno del reddito degli agricoltori, primo anello della
filiera, fino alla defiscalizzazione del prodotto finito.
IL PROBLEMA DELL'ACCETTABILITÀ SOCIALE. Inoltre, il problema dell’accettabilità sociale rappresenta oggi la seconda
delle barriere per lo sviluppo delle biomasse come FER ed, in particolare, è ormai riconosciuto che l’accettabilità sociale
è, ed è stata, la causa più frequente di insuccesso delle varie iniziative, in particolare per impianti di produzione di
energia elettrica alimentati da biomasse vergini. La biomassa è l’unica fonte rinnovabile che, prima di essere utilizzata,
deve essere prodotta (coltivata se di origine agricola o comunque curata se forestale), raccolta e trasportata.
LA NORMATIVA TOSCANA: FILIERA CORTA E PICCOLI IMPIANTI. L'Arpa ricorda anche che la normativa della Regione
Toscana prevede l'individuazione di alcune aree non idonee per gli impianti di produzione di energia elettrica da
biomasse (Allegato 2 alla Scheda A.3 della Proposta di PAER). Con l’approvazione delle aree non idonee nel Piano
Ambientale ed Energetico Regionale (PAER) e con l'attuale sistema incentivante a livello nazionale, si privilegiano
fortemente gli impianti che si approvvigionano da filiera corta (entro 70 km) e gli impianti di piccola e media taglia
(<1MW).
IL DM 2 MARZO 2010. Il concetto di filiera corta per le biomasse a fini energetici ha trovato un riconoscimento e una
qualificazione normativa con il DM 2 marzo 2010, approvato in attuazione della legge finanziaria 2007 (n. 296) e del
collegato Decreto Legge 1 ottobre 2007, n.159. Il Decreto 2 marzo 2010 definisce le modalità per tracciare e
rintracciare le biomasse destinate alla produzione di energia elettrica per ottenere il coefficiente di moltiplicazione dei
certificati verdi. La condizione per ottenere questo beneficio era che le biomasse utilizzate dovessero provenire da
filiera corta, cioè ottenute entro un raggio di 70 km dall’impianto che le utilizza.
In alternativa le biomasse potevano provenire da accordi di filiera o contratti quadro ai sensi degli art. 9 e 10 del D.lgs
102/2005. Il provvedimento definisce come “biomassa da filiera corta” la “parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e
residui provenienti dall'agricoltura, comprendente sostanze vegetali e animali, e dalla silvicoltura e dalle industrie
connesse, prodotti entro il raggio di 70 km dall'impianto di produzione dell'energia elettrica. La lunghezza del predetto
raggio è misurata come la distanza in linea d'aria che intercorre tra l'impianto di produzione dell’energia elettrica e i
confini amministrativi del Comune in cui ricade il luogo di produzione della biomassa”.
Fonte: sito internet casa e clima
Rinnovabili: Breve vademecum ERP per lo smaltimento dei moduli fotovoltaici
03/10/2014. Il Decreto Legislativo 49/2014, entrato in vigore lo scorso aprile, regola la gestione dei rifiuti derivanti dai
moduli fotovoltaici da “rottamare”. Erp Italia, filiale italiana del sistema europeo per la gestione dei rifiuti tecnologici,
European Recycling Platform, ha pubblicato un breve guida per il corretto smaltimento dei pannelli fotovoltaici giunti a
fine vita.
Per i piccoli impianti fino a 10 kW, è possibile conferire autonomamente i vecchi moduli fotovoltaici presso la più vicina
isola ecologica oppure, dove è previsto, contattare la società che gestisce i rifiuti urbani del territorio per concordare il
ritiro a domicilio.
Per gli impianti di potenza uguale o superiore ai 10 kW, invece, vige la distinzione tra quelli immessi sul mercato prima
e dopo il 12 aprile 2014.
Nel primo caso, se acquistiamo nuovi moduli, sarà il produttore a farsi carico del ritiro presso il luogo di
disinstallazione. Senza l’acquisto dei nuovi moduli, invece, dobbiamo provvedere autonomamente rivolgendoci a
operatori autorizzati alla gestione rifiuti. Per gli impianti immessi sul mercato dopo il 12 aprile scorso è sufficiente
contattare il produttore affinché organizzi il ritiro.
La legge vieta di portare i moduli in discarica. ERP aggiunge che è anche la morale a vietarlo: "con un simile gesto,
infatti, si scarica sull’ambiente tutto il peso di un rifiuto di cui, invece, si possono recuperare oltre il 90% dei materiali
semiconduttori e del vetro, nonché larga parte dei metalli".
I costi del riciclo sono a carico dei produttori. Il compito dei cittadini si esaurisce, nel caso dei piccoli impianti, nella
disinstallazione e, eventualmente, nel trasporto dei moduli fotovoltaici fino all’isola ecologica se l’azienda locale di
gestione dei rifiuti non fornisce il servizio di ritiro a domicilio.
Fonte: sito internet infobuild energia
Materiali e tecnologie innovative: Come rendere il calcestruzzo più sostenibile
3/10/2014. Il calcestruzzo è il materiale da costruzione più usato al mondo, ma è anche uno dei maggiori produttori di
gas a effetto serra. Secondo le stime, due miliardi di tonnellate di cemento vengono prodotti ogni anno, e la
produzione di una tonnellata di cemento crea una tonnellata di emissioni di emissioni nocive.
Secondo la ' Concrete Joint Sustainability Initiative' negli ultimi 40 anni si sono fatti enormi passi in avanti in termini di
sostenibilità: dal 1972 ad oggi l'efficienza del calcestruzzo è aumentata del 40%. Ma, visto l'utilizzo sempre maggiore
del prodotto da costruzione, i risultati raggiunti non sono sufficienti. E lo sforzo da parte dei centri di ricerca di tutto il
mondo sono sempre più focalizzati in questo senso.
MIT: ridurre i silicati di calcio idrati
Secondo il MIT, che da qualche anno è impegnato in un progetto di ricerca volto ad incrementare la resistenza e la
sostenibilità del calcestruzzo, il 'segreto' sta nella riorganizzazione a livello nanometrico delle particelle che
compongono il materiale. I ricercatori suggeriscono di ridurre la quantità delle particelle di C-S-H (silicati di calcio
idrati) sostituendole in parte con altri minerali, come ad esempio le particelle provenienti dai fumi della lavorazione
dell'alluminio. In questo modo, secondo il MIT, si formerebbero ulteriori nanoparticelle in grado di aumentare
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considerevolmente la densità dei microgranuli, rallentando i movimenti interni al cemento e quindi il suo
deterioramento. Attraverso questa nuova comprensione del cemento si otterrebbero strutture più leggere, che
richiederebbero molto meno materiale, riducendo al contempo la quantità di emissioni nocive prodotte.
Politecnico di Losanna: puntare sul mix di argilla calcinata e pietra calcarea
Altra proposta arriva dall'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, in Svizzera, dove un gruppo di ricerca sta lavorando
a un nuovo progetto che garantisce la riduzione del 40% delle emissioni di CO2 prodotte dal calcestruzzo. Come?
Puntando su un mix di argilla calcinata e pietra calcarea. Quando i due materiali si combinano, secondo l'EPFL, gli
alluminati contenuti nell'argilla calcinata interagiscono con il carbonato di calcio producendo una pasta cementizia
meno porosa, più forte e che produce meno emissioni di CO2.
Brent Constantz: calcestruzzo da acqua e CO2
L'idea più innovativa arriva però dall'Usa. E in particolar modo da Brent Constantz, professore della Stantford
University nonché fondatore e CEO della società Blue Planet, che si sta concentrando sullo sviluppo di un nuovo tipo di
calcestruzzo a partire dal carbonato di calcio. Il calcio è presente in grandi quantità nell'acqua di mare, da cui può
essere ricavato, mentre il carbonato può essere ricavato dal biossido di carbonio presente nei gas di scarico delle
centrali elettriche. Paradossalmente, il calcestruzzo pensato da Constantz ha bisogno di CO2, di inquinamento, per
trasformarlo in acido carbonico con cui realizzare i carbonati alla base del prodotto. Che, secondo la Blue Planet, la cui
proposta di questo CarbonMix ha già attirato l'attenzione di molti investitori, sarebbe carbon-neutral, se non
addirittura carbon zero.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Ecobonus 65%: Nel 2013 oltre 355.000 pratiche: +35% rispetto al 2012
8/10/2014. Il 30 settembre sono scaduti i termini per l’invio della documentazione per usufruire delle detrazioni fiscali
del 65% per l’anno 2013 da parte di coloro che hanno effettuato interventi di efficienza energetica nelle loro abitazioni.
L’ENEA, soggetto incaricato dalla legge per l’invio della documentazione obbligatoria per fruire delle detrazioni e che
svolge anche un ruolo di assistenza tecnica agli utenti, da una prima lettura dei dati raccolti attraverso il sito
http://finanziaria2013.enea.it riscontra un significativo aumento degli interventi di riqualificazione energetica rispetto
all’anno precedente.
+35% RISPETTO AL 2012. Il numero delle pratiche inviate supera i 355.000, con un aumento di circa il 35% rispetto
al 2012. Altrettanto positivi i risultati in termini sia di risparmio energetico, con un incremento del 25% circa rispetto
all’anno precedente, sia di investimenti, che raggiungendo quasi i 3,5 miliardi di euro evidenziano un aumento di circa
il 20%.
EFFICACE L'INNALZAMENTO DELL'ALIQUOTA AL 65%. Da queste prime anticipazioni sembra evidenziarsi l’efficacia
dell’innalzamento dell’aliquota incentivante dal 55% al 65%, e ciò risulta ancora più significativo in un contesto di crisi
economica del settore dell’edilizia.
Secondo il quadro normativo attuale (Legge 147 del 27.12.2013) le detrazioni fiscali introdotte dalla Legge Finanziaria
2007, fin da allora gestite dall’ENEA, prevedono un’aliquota incentivante del 65% che andrà in scadenza al 31.12.2014
per interventi su singole unità immobiliari e al 30.06.2015 per interventi su parti comuni degli edifici condominiali, per
poi essere progressivamente ridotta al 50%.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: 20 GW di nuove installazioni fotovoltaiche nel quarto trimestre 2014. Studio Solarbuzz: capacità
mondiale a 200 GW. A trainare il mercato Cina, Giappone e Stati Uniti
08/10/2014. Dall’ultimo studio realizzato da NPD Solarbuzz si stima una crescita significativa per il fotovoltaico: in
particolare nel quarto trimestre del 2014 sono previste nuove installazioni a livello mondiale per un totale di circa 19.5
GW, più del totale installato in tutto il 2010; si tratta - sottolinea lo Studio - della stessa energia generata da cinque
centrali nucleari. Se il dato fosse confermato sarebbero 50 GW le nuove installazioni del 2014 per una potenza
mondiale installata di oltre 200 GW.
A guidare il mercato Cina, (con una domanda di 7GW, +10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), Giappone
e Stati Uniti che, secondo lo studio, potrebbero rappresentare il 70% delle nuove installazioni da qui a fine anno.
Michael Barker, analista senior di NPD Solarbuzz ha sottolineato: "La domanda globale di fotovoltaico continua a
stabilire nuovi record, dopo diversi anni di sovracapacità, profitti in calo e profonda incertezza. Questo spingerà nuova
fiducia da parte degli investitori per nuove installazioni nel settore fotovoltaico".
Fonte: Solarbuzz, sito internet infobuild energia
Rapporti e studi: Eolico, un “vero fallimento” le aste competitive
8/10/2014. Le aste competitive per l'eolico sono “un vero fallimento”. Lo denuncia l'Anev che fa un bilancio dopo le
prime tre sessioni d’asta per l’assegnazione degli incentivi. Entrando nel dettaglio, dell’asta 2012 il 46% dei MW
vincitori e aggiudicatari dell’incentivo, non sono ancora in costruzione, quindi dei 442 MW ammessi solo 217 MW sono
in esercizio; dell’asta 2013 dei 465 MW ammessi solo 113 MW sono in costruzione, ma nessuno in esercizio.
Aggregando i dati si può dire che su 907 MW aggiudicati per il 61%, ovvero 550 MW, non si è nemmeno iniziata la
costruzione.
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MALE I DATI ANCHE PER IL 2014. “La situazione per l’anno 2014 non è più serena. I MW contendibili sono stati 356 e i
risultati mostrano un progressivo innalzamento dei livelli di sconto che renderà presumibilmente irrealizzabile gran
parte degli impianti in graduatoria. Alla luce di quanto detto sembra chiaro – osserva l'Anev - che l’esperienza delle
aste sia stata fallimentare, avendo spostato l’obiettivo sul raggiungimento di sconti significativi per aggiudicarsi l’asta,
piuttosto che sul raggiungimento di un livello di sconto sugli impianti in esercizio. Si aggiunga poi l’aumento del
contenzioso che blocca ulteriormente le poche iniziative in fase di realizzazione, allontanando dal mercato italiano
operatori seri. Altra conseguenza fallimentare rispetto agli intenti iniziali è che il modello dello sviluppatore che va
regolamentato e che doveva scomparire con le aste si è ampiamente ripresentato, visto che la maggior parte dei
progetti iscritti non è riconducibile a società industrialmente operative nel settore o comunque con un know-how
specifico”.
NECESSARIO UN TEMPESTIVO INTERVENTO DELLO SVILUPPO ECONOMICO PER EMANARE IL DECRETO ATTUATIVO IN
TEMPO UTILE. Come uscire da questa situazione? “Il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare dei correttivi
adeguati per le prossime aste e farlo in tempi utili ad evitare il tracollo del settore che nel 2014 ha installato solo 35
MW contro i 1.273 del 2012 (!!!!!!). Se infatti il Mise non provvederà tempestivamente a pubblicare il Decreto per
definire i contingenti dal 2016 al 2020 come prevede la legge, e se non porrà in tale decreto gli adeguati correttivi,
l’intero sistema vedrà il collasso con le facilmente prevedibili ripercussioni in termini di investimenti e occupazione. È
questo che vuole il Governo Renzi? Peraltro si perderebbe anche il positivo risultato di riduzione dei costi dell’incentivo
raggiunti con i meccanismi competitivi che oggi, per l’eolico, sono pari a meno di 15 Milioni di euro all’anno sui 12
Miliardi incentivi previsti per le rinnovabili, pari allo 0,12%. È poi indispensabile rendere operativo il meccanismo di
scorrimento della graduatoria prima dei 42 mesi attualmente previsti, che oggi ne rende impossibile l’applicazione,
mentre basterebbe prevedere meccanismi di controllo dell’avanzamento delle realizzazioni e consentire l’uscita
anticipata dalle graduatorie dei progetti irrealizzabili”.
Queste sono secondo Anev “alcune proposte concrete per modificare l’attuale fallimentare sistema di accesso agli
incentivi mantenendo i risultati positivi raggiunti e per evitare che il sistema oggi messo in ginocchio possa rialzarsi.
Un settore maturo e ancora molto promettente che potrebbe dare una spinta cospicua alle politiche di rilancio
economico del Paese che il Governo dice di voler porre in atto”.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Evasione fiscale in edilizia, i bonus 65% e 50% non la fermano
08/10/2014 - L’edilizia si colloca al secondo posto per evasione fiscale nonostante i bonus fiscali sulle ristrutturazioni e
le riqualificazioni energetiche incoraggino la dichiarazione delle spese sostenute. Il dato emerge dal primo rapporto
sull’evasione fiscale, presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, durante l’ultimo Consiglio
dei Ministri.
Il rapporto, previsto dal Decreto Irpef-Spending Review (DL 66/2014), mostra l’efficacia degli strumenti adottati per il
monitoraggio e il contrasto all’evasione. Si tratta dell’interconnessione tra banche dati, della tracciabilità dei pagamenti
e del “contrasto di interessi”, che dovrebbe contrapporre l’interesse dell’acquirente a scaricare fiscalmente le spese
sostenute, all’interesse dell’impresa a non dichiarare i guadagni percepiti.
Nonostante ciò, è stato rilevato che il meccanismo garantisce l’emersione del sommerso solo se la detrazione concessa
assorbe interamente il vantaggio collegato all’evasione. In caso contrario, acquirente e venditore possono concordare
sconti tali da non rendere conveniente la dichiarazione delle spese e degli incassi.
Negli ultimi anni, ad esempio, la Guardia di Finanza ha effettuato accertamenti su lavori di ristrutturazione e interventi
di risparmio energetico per cui i proprietari degli appartamenti hanno regolarmente pagato i corrispettivi con bonifici e
usufruito delle detrazioni fiscali del 50% (ex 36%) e del 65% (ex 55%).
A fronte di questa situazione, il monitoraggio ha mostrato che alcune imprese edili, sebbene pagate con bonifico, non
hanno dichiarato gli importi incassati per un totale di 3,7 miliardi di euro. Le irregolarità hanno riguardato 8 mila
imprese, che hanno impiegato 13 mila lavoratori irregolari.
Dal trend dei ricavi emerge inoltre che, subito dopo l’introduzione dei bonus fiscali, c’è stato un aumento dei guadagni
dichiarati, che è andato via via decrescendo col tempo. I dati, in generale, riflettono anche la particolare congiuntura
economica, che in molti casi ha fatto calare gli investimenti.
Fonte: Paola Mammarella, sito internet edilportale
Rapporti e studi: Innovazione primo fattore di sviluppo
03/10/14. L'innovazione come fattore di crescita, aumento della produttività e della competitività delle imprese. Un
elemento che può moltiplicare il suo impatto se unito ad una formazione mirata, dentro e fuori l'azienda, che migliori
costantemente la competenza delle persone e di conseguenza rendere più efficiente l'organizzazione aziendale e
aumentare la qualità della produzione. Innovazione e formazione, quindi sono un binomio vincente, rappresentano un
motore della crescita anche durante la crisi. A provarlo sono due ricerche di Fondirigenti e di Intesa SanPaolo che
saranno presentate durante il XIV Forum della Piccola industria di Confindustria, in programma oggi e domani a Napoli.
"Innovare è l'impresa", è il titolo. E sono i numeri a dimostrarne gli effetti positivi: secondo la ricerca di Intesa San
Paolo, che sarà presentata dal chief economist Gregorio De Felice, condotta su oltre 43mila imprese, emerge che negli
anni di profonda crisi dal 2008 al 2013 la riduzione di fatturato è stata del 9% per le imprese che non brevettano e
soltanto del 3% per quelle innovatrici. All'interno del campione questa tipologia di imprese che innovano e hanno
presentato almeno una domanda di brevetto tra il 1998 e il 2012 sono circa 4mila. La ricerca di Fondirigenti parte
dall'analisi dei piani formativi presentati negli ultimi due anni da circa 2000 pmi tra le oltre
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10mila aderenti. «Abbiamo avviato una collaborazione con Fondirigenti, per un utilizzo più mirato ed efficace delle
risorse dello 0,30% del monte salari», dice Alberto Baban, presidente della Piccola di Confindustria. «Occorre rinnovare
il sistema di agevolazione alle imprese, prevedendo un unico strumento che includa formazione e innovazione. È
auspicabile un'integrazione pubblico privato», dice il presidente di Fondirigenti, Renato Cuselli. Dalla ricerca emergono
due azioni complementari: da una parte, sostenere le attività più classiche, un'azione di alfabetizzazione di base
(investimenti, brevetti, capitale umano impiegato). Dall'altra, rafforzare l'inserimento delle imprese negli ecosistemi
innovativi, cioè filiere verticali e orizzontali. Capitale umano e quindi occupazione: l'innovazione crea un circolo
virtuoso, come dimostra la ricerca di Intesa San Paolo. Nel 2013 rispetto alle imprese senza innovazioni quelle che
hanno sviluppato nuovi prodottí e servizi hanno assunto più giovani (fino a 29 anni): +10,3% nelle costruzioni,
+13,6% nei servizi, +15% nell'industria in senso stretto, +5,5% nell'agricoltura e + 37% nelle public utilities.
Fonte: Nicoletta Picchio, Il Sole 24 Ore
Rapporti e studi: Buone pratiche favorite dal mercato europeo delle quote di emissioni di anidride carbonica (Ets),
ma soprattutto il perdurare della crisi.
06/10/2014. Secondo un rapporto appena pubblicato da Ecoway, primo operatore italiano attivo nella gestione e nel
trading dei certificati di CO2, nel 2013 le emissioni degli impianti italiani coinvolti dalla normativa Ets - centrali
termoelettriche, stabilimenti industriali manifatturieri e per la produzione di energia - sono diminuite di oltre 1'8%
rispetto al 2012.
«Nonostante l'Ets abbia dimostrato la sua efficacia, buona parte di questo risultato è da attribuire al calo dei livelli di
produzione industriale provocato dalla crisi economica», si legge nel dossier.
Ai primi posti ci sono proprio i settori più in affanno, a partire dalle utility, che registrano la riduzione più elevata di
emissioni: quasi il 12% rispetto a12012, con impianti ridimensionati e in certi casi non più in attività per il crollo della
domanda e' il progressivo sviluppo delle rinnovabili.
Seguono i settori della calce e cemento e il metallurgico, in cui ad un calo delle emissioni di circa 111% corrisponde
non a caso una forte diminuzione della produzione (- 12%D solo nel 2013 secondo Confindustria). A poca distanza
le raffinerie, con oltre9%. Riduzioni più contenute per l'industria del vetro (-4%) e quella cartaria (-2%), mentre nel
2013 sono aumentate le emissioni delle aziende della ceramica e laterizi e di altri impianti di combustione, a causa
però non di una ripresa produttiva, ma dell'ingresso di nuovi impianti nel raggio d'azione dell'Ets. Una diminuzione
della CO2 si è osservata in tutte le prime 10 regioni italiane per emissioni eccetto l'Emilia Romagna, dove l'industria
ceramica ha appunto un forte peso.
Il report di Ecoway evidenzia anche la «elevata volatilità» dei prezzi dei diritti di emissione, influenzati soprattutto
dalle vicende politiche. «La possibile introduzione di obiettivi stringenti dí riduzione delle emissioni a livello europeo e
poi alle Conferenze di Lima e Parigi porterà a un aumento dei prezzi.
Per adesso, le quote costano così poco che per le aziende spesso non conviene investire in rinnovabili ed efficienza
energetica», spiega il docente del Politecnico di Milano ed esperto di politiche per il clima Stefano Caserini.
Fonte: Veronica Ulivieri. Affari&Finanza
Eventi: Expotunnel porta l’innovazione nelle opere in sotterraneo, in un panorama sempre più internazionale
07/10/2014. Tante e innovative le proposte della seconda edizione di ExpoTunnel, il Salone delle Tecnologie per il
Sottosuolo e delle Grandi Opere che dal 23 al 25 ottobre 2014 si terrà BolognaFiere, in contemporanea con SAIE.
“Per questa edizione abbiamo messo in campo una serie di novità - spiega Sara Leanza, Managing Director di
Conference Service Srl, società organizzatrice di ExpoTunnel - la nostra organizzazione ha fortemente voluto, insieme
alla Società Italiana Gallerie (SIG) che collabora con ExpoTunnel e al Comitato Promotore, la nascita del Comitato
Scientifico della manifestazione mettendo insieme esperti, mondo universitario e aziende”. Il Comitato, presieduto
dall’Ing. Andrea Pigorini, (Italferr e Presidente della SIG.) è composto dal Prof. Ing. Paolo Berry (DICAM - Università di
Bologna), Ing. Prof. Adolfo Colombo (Segretario Generale SIG), Prof. Ing. Daniele Peila (Politecnico di Torino e Vice
Presidente ITA/AITES); Ing. Daniele Vanni di Trevi e Geom. Enrico Dal Negro di Utt Mapei.
Il principale obiettivo del Comitato Scientifico è la costruzione di contenuti di alta qualità tecnico-scientifica che puntino
i riflettori sulle realtà economiche che rivoluzionano il mondo delle infrastrutture, con le nuove frontiere della
progettazione, costruzione e industrializzazione, proponendo un panorama espositivo che metta in relazione il lavoro
delle aziende e i professionisti del settore portando in superficie le case history e le innovazioni.
La seconda edizione di ExpoTunnel cresce grazie a una forte presenza dall’estero, che si focalizza sui progetti
infrastrutturali australiani. Questi saranno oggetto di un workshop curato dall’Australian Trade Commission - Austrade
- l’agenzia del Governo Australiano. L’Australia è infatti una realtà economica fortemente dinamica, terreno fertile per
la creazione di nuove infrastrutture, dove le aziende italiane sono presenti per la loro qualità e innovazione nel campo.
Il tema chiave del workshop, che si terrà il 24 ottobre, sarà quindi l’analisi dei principali progetti infrastrutturali che
stanno per essere aperti in Australia e la dimostrazione del grande interesse da parte del Governo Australiano ad
attrarre società con la giusta esperienza e tecnologia, in particolare nella costruzione di tunnel sia in fase di
progettazione che di esecuzione. A conferma del valore internazionale della manifestazione, oltre all’Australia sono
state invitate al Salone per l’edizione 2014 le delegazioni estere provenienti da Arabia Saudita e Russia.
Il programma scientifico della manifestazione prevede, inoltre, una serie di eventi che trattano il rapporto tra le
infrastrutture e il territorio circostante e le più recenti innovazioni nel campo della progettazione e realizzazione di
nuovi macchinari multifunzionali in grado di eseguire più fasi lavorative, piattaforme aeree agganciate alle calotte di
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galleria in grado di dare più spazi per attrezzature a terra, sviluppo di tecnologia, materiali ed accessori per
industrializzare la posa del pre-rivestimento centinato e ridurre l'esposizione di personale in prossimità del fronte
scavo, macchine TBM polivalenti, nuovi sistemi di monitoraggio e tecniche di rilevamento.
Fonte: sito internet edilio
Aziende: Mobilieri green mettono i fichi d'India nel tavolo
09/10/2014. La chimica dei materiali ricerca soluzioni per recuperare i rifiuti, ridurre l'inquinamento e l'impatto
ambientale. Dagli scarti agricoli nascono materiali pregiati. Spesso, a brevettarli, non sono centri di ricerca o grandi
aziende, ma piccole imprese familiari. Sikalindi è una di queste. Il produttore di mobili di Galatina, cittadina in
provincia di Lecce nel cuore del Salento, ha trasformato e rilanciato la tradizionale azienda di famiglia grazie a un
nuovo brevetto. Costato anni di ricerca e sperimentazione, oggi è richiesto in tutto il mondo.
Un materiale ottenuto con l'estrazione della fibra dalla pianta di fico d'India ancora verde, attraverso un procedimento
meticoloso e in gran parte manuale. Marcello Rossetti, 37 anni, ha rivoluzionato l'azienda del padre grazie alla sua idea
innovativa. E a un processo di ricerca intemo durato molto a lungo: «Circa dieci anni fa abbiamo iniziato a fare
sperimentazioni su materie prime mai usate nell'arredamento e provenienti dalla nostra terra, come l'ulivo e le pietra
leccese», racconta Marcello, «mio padre mi ha trasmesso la voglia di andare oltre, la propensione e la volontà di
distinguersi. Dal canto nostro, ho dato il contributo giovane, orientandomi a un tipo di ricerca più scientifica».
Verafibradificod'india, questo il nome dell'innovativo materiale, si ricava con l'estrazione della fibra dalla pianta del fico
d'India ancora verde, nel rispetto dei cicli di vita della stessa, in modo ecologico e senza l'impiego di prodotti
inquinanti. Ma come è nata l'idea? «Amiamo la nostra terra e il paesaggio mediterraneo e il fico d'india è una delle
piante più diffuse del Sud Italia. Poche persone sanno che è infestante e deve essere potata annualmente e con le
corrette tecniche perché non invada in modo spontaneo le campagne». Sikalindi firma accordi con agricoltori della
zona per la potatura delle piante e lo smaltimento dei resti. All'interno delle foglie (chiamate cladodi) si trova una
struttura legnosa ancora verde. L'azienda riesce ad aprirla e ottenere vari strati di fibra legnosa: «Con questo
procedimento separiamo l'acqua dal legno e poi lo stagioniamo al sole». Il semilavorato che ne deriva risulta in fogli
grandi poco più del palmo di una mano. Una volta stagionata, la fibra è pronta per essere lavorata utilizzando una
tecnica simile a quella tradizionale di "impiallacciatura", seppure con molte differenze e maggiore complessità. Infatti,
ogni singolo foglio è selezionato e posato sul piano di legno multistrato, come un tassello in cerca del suo
accostamento naturale. In questo modo va formandosi un mosaico di foglie dalle venature imprevedibili che
tratteggiano il piano con texture sempre differenti: «In questa fase si esprime la sensibile capacità di creazione
artigianale, la cultura e l'esperienza manuale dell'arte dei mobilieri», sostiene Rossetti.
La lavorazione è quasi interamente manuale fino alle ultime battute: dalla realizzazione del mobile con pannelli di li
stellato o multistrato, alla copertura, foglio dopo foglio. La fibra essiccata è modellata lungo il perimetro spezzandola
con le mani in modo che la giunzione sia gradevole. Insomma, una sorta di mosaico realizzato mantenendo il
parallelismo della fibra. In questa fase vengono usate moderne macchine ad alta tecnologia per ottenere la
sagomatura dei piani. Dopo l'assemblaggio si torna alla lavorazione artigianale con la carteggiatura a varie grane. La
lavorazione si conclude con la verniciatura di tavolini, sedie, scaffali, effettuata rigorosamente a mano e a pennello.
Durante il primo anno la sperimentazione è stata realizzata in maniera autonoma in azienda. Poi molti architetti e
designer hanno cominciato a interessarsi al prodotto. A qual punto Rossetti ha capito che, grazie a esperti del settore,
avrebbe potuto perfezionare tecnica e risultati: «Collaboriamo con diversi centri di ricerca privati pugliesi e potremmo
iniziare a cooperare anche con l'Università di Lecce». Il 2013 è stato l'anno della consacrazione di Sikalindi.
Dopo aver vinto numerosi premi locali, essere stati menzionati tra le prime dieci aziende più innovative ed
ecosostenibili d'Italia alla fiera Ecomondo di Rimini e aver vinto il premio Coldiretti Oscar- Green, Rossetti ha
depositato altri due brevetti per la riproduzione bidimensionale e tridimensionale della texture.
Oggi l'azienda pugliese realizza prodotti unici progettati da designer italiani e stranieri, ha uno showroom nel centro
storico di Lecce e riceve ordini importanti: «Abbiamo fatto tavoli per yacht americani e attualmente ne stiamo
realizzando settanta per un hotel di Dubai», aggiunge l'im- prenditore.
Visto questo successo, che cosa c'è nel futuro di Sikalindi? «Ancora ricerca», spiega il titolare, «perché non vogliamo
mai smettere di innovare. I progetti che stiamo per intraprendere con centri di ricerca e designer sono orientati a
scoprire nuovi modi d'uso della fibra. Per esempio, su superfici curve o con materiali come il vetro. E così riuscire a
sfruttarne la trasparenza». Sikalindi è ancora una piccola realtà, un classico esempio dell'impresa artigianale italiana,
ma guadagni e fama crescono di giorno in giorno: «Vero. Ogni settimana ci arrivano richieste da tutto il mondo, da
parte di clienti prestigiosi ma anche da designer ed esperti pronti a collaborare con noi».
Fonte: Giulia Cimpanelli, Corriere Innovazione
Aziende: I fornitori di tecnologia aderiscono ad AssoEsco
2/10/2014. In una fase così importante per il settore dell’efficienza energetica, punto di convergenza fra le energie
rinnovabili e la riduzione dei consumi, i soci AssoEsco aumentano in modo significativo e includono anche fornitori di
tecnologia, a testimonianza della sempre maggior convergenza di interessi fra aziende di prodotti e aziende di servizio.
AssoEsco, associazione di categoria associata a Confindustria, che riunisce circa 50 ESCo di punta in Italia, e che ha
svolto importanti attività istituzionali presso il GSE e il MiSe, ha intensificato negli ultimi mesi le azioni sul mercato con
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il duplice obiettivo di rafforzare il potere rappresentativo presso le istituzioni e di divulgare la cultura dell’efficienza
energetica nelle aziende.
“Grazie al nuovo sito Internet e al ricco programma di convegni di questo autunno ci aspettiamo nuovi soci anche da
parte dei fornitori di tecnologia, che hanno un ruolo determinante per lo sviluppo del settore dell’efficienza energetica”
afferma Vittorio Cossarini, che oltre ad essere consigliere dell’associazione ne segue le attività di comunicazione.
In questo contesto si collocano gli interventi dell’associazione ai convegni dei prossimi mesi.
Nell’ambito di Smart Energy Expo, Verona 8-10 ottobre, AssoEsco ha organizzato per la mattina del primo giorno un
seminario nel quale verranno presentati 6 progetti di efficienza energetica realizzati in diversi settori: residenziale,
sanità pubblica, industriale.
Nel corso di mcTER, Verona 28 ottobre, il presidente dell’Associazione Andrea Tomaselli parlerà del ruolo strategico
delle ESCo nel panorama dell’efficienza energetica italiana.
A Key Energy, Rimini 5-8 novembre, l’Associazione ha organizzato un seminario dal titolo : “Direttiva UE 2012/27: casi
pratici e relativi impatti ed opportunità per le aziende industriali” (6 novembre pomeriggio).
Tutte queste iniziative sono in linea con la direttiva sopra citata, che ha visto la luce nel mese di luglio, e che pone
l’accento proprio sulle aziende, che a partire dal 5 dicembre 2015 saranno tenute a eseguire diagnosi energetiche
periodiche.
“In un momento così delicato per l’evoluzione della cultura del risparmio energetico, l’associazione intende rivolgere i
suoi sforzi per coinvolgere le aziende energivore nel dibattito sull’efficienza energetica, esattamente in linea con
quanto espresso nella nuova direttiva” conclude Andrea Tomaselli (foto a sx), presidente dell’associazione.
Fonte: sito internet casa e clima
Estero: Fotovoltaico galleggiante, inaugurato il primo impianto in Gran Bretagna
3/10/2014. A Berkshire è stato recentemente inaugurato quello che sembrerebbe essere il primo parco fotovoltaico
galleggiante del Regno Unito. Il progetto, composto da 800 pannelli solari della capacità di 200 kW, è stato montato su
galleggianti in plastica e installato in un piccolo centro rurale delle campagne inglesi.
Costruito dalla francese Ciel et Terre, l'impianto è costato all'incirca 320.000 euro, ma si stima per l'azienda agricola
un risparmio di 30.000 euro ogni anno sulla bolletta energetica; l'impianto è stato calcolato che dovrebbe essere
ripagato in 6 anni.
Siamo una fattoria di quarta generazione - ha commentato Mark Bennett, il proprietario del terreno - quindi abbiamo
dovuto diversificare, perché è un periodo molto difficile anche per noi. Questa energia verde è per noi un nuovo flusso
di entrate.
INDIA E GIAPPONE. Il progetto britannico non è però il primo al mondo nel suo genere. Impianti simili sono già stati
installati sempre dalla Ciel et Terre anche sia in India che in Giappone dalla Kyocera. Ed è proprio nel paese del Sol
Levante che si trova il più grande parco fotovoltaico galleggiante del mondo in grado di produrre 2,9 Mw di potenza.
Fonte: sito internet casa e clima