Leggi articolo - la Clessidra

l’alta orologeria - gruppo LVMH
di Fabrizio Rinversi
Il sogno
di
Jack
A sinistra:
Jack Heuer,
classe 1932,
Presidente
Onorario di
TAG Heuer e
“padre” del
Carrera e del
Monaco.
A destra:
Stéphane
Linder, CEO
di TAG Heuer.
Il segreto del successo attuale di TAG Heuer a
livello mondiale è quello di aver sempre avuto
le idee chiare, operando sul sentiero della propria storia e senza uscire dai confini del suo
DNA. In un’era in cui tutto avviene velocemente e la rapidità decisionale è divenuta una
variabile fondamentale per vincere sui mercati, la Maison ha individuato le direttrici strategiche sulle quali costruire un futuro di lungo
termine, limitando al massimo l’influenza dei
fattori esogeni. Possiamo riassumerle sostanzialmente nell’integrazione verticale del processo produttivo e nello sviluppo e realizzazione di movimenti di manifattura. A
raccontarci questo passaggio straordinariamente importante dell’evoluzione contemporanea del brand è stato il CEO Stéphane Linder
con parole semplici, dirette, trasparenti.
40 l Marche di orologi in Italia 2014
H
o incontrato Jack Heuer a Ginevra lo scorso gennaio, presso la
boutique della Maison. Ottantuno
anni e piccolo di statura, come in diverse occasioni in passato, a Basilea o durante gli innumerevoli eventi che lo hanno coinvolto in
qualità di Presidente Onorario, se ne stava
tranquillo in disparte, quasi non volesse disturbare o si ritenesse fuori luogo. Stiamo parlando di un uomo che dall’inizio del 1958 al
giugno del 1982 ha scritto pagine fondamentali della storia dell’orologeria, definendo,
con il Carrera ed il Monaco, i canoni moderni
del segnatempo sportivo. Un gigante, perché
quei modelli hanno dimostrato nel tempo di
non avere età. Con rispetto e ammirazione mi
sono avvicinato, perché so che il vecchio
Jack comincia ad accusare il peso degli anni
Esterni della
manifattura di
Chevenez,
operativa dal
novembre dello
scorso anno.
e di una vita vissuta a velocità elevatissima,
e non ci saranno più in futuro tante occasioni
per incontrarlo. Mi ha porto la mano con un
sorriso, quasi fossi un amico di lunga data, attendendo che lo interloquissi. Vedendomi
emozionato e impacciato, mi ha accompagnato con gentilezza verso l’angolo del buffet e mi ha offerto un flute di prosecco, abbiamo brindato, ed ha cominciato a
raccontare. Cosa dire, non ricordo con precisione tutto ciò che mi ha detto, tra aneddoti,
momenti drammatici, soddisfazioni professionali, la leggendaria epopea del Calibro
11, la rinascita personale, ma un passaggio mi
è rimasto particolarmente impresso: “Mai,
nemmeno nei miei sogni più audaci, avrei
immaginato che una piccola azienda come
la mia per la cui salvezza, nel 1982, non ero
riuscito a trovare i 2 milioni di franchi svizzeri necessari, solo diciassette anni dopo, sarebbe stata acquistata dal Gruppo LVMH per
l’astronomica cifra di 900 milioni di franchi
svizzeri. Sono rimasto senza parole alla notizia. Ma ero anche felice, e in qualche modo
sollevato, che la “mia” azienda fosse saldamente nelle mani di un Gruppo che aveva un
grande rispetto per la tradizione ed un approccio manageriale rispettoso della storia di
ogni marchio, da gestire in modo competente
e mirato”. Ancora una volta Jack Heuer aveva
visto giusto e, allora, non si aspettava di tornare protagonista dell’azienda di famiglia all’alba del XXI secolo. La sua presenza ha “sorvegliato” l’egregio operato di Jean-Christophe
Babin e, oggi, di Stéphane Linder e non ha
mai risparmiato buoni consigli. Ed è stato
proprio l’appuntamento con l’attuale CEO,
che mi ha imposto di salutare Jack, ringraziandolo a nome di tutti gli appassionati che
ha reso felici possessori di un Heuer e, poi,
di un TAG Heuer. Di fronte a Linder, come si
suol dire, la musica è cambiata, e il posto dei
ricordi e delle visioni di un tempo, è stato
preso dal presente e dal futuro del marchio,
i cui fronti operativi sono distribuiti su due direttrici primarie: integrazione verticale del
processo produttivo e creazione di movimenti di manifattura.
Fronte
dell’headquarter
di TAG Heuer a La
Chaux-de-Fonds.
Integrazione verticale
L’esordio di Linder è una sorta di documento programmatico: “La riduzione nelle
forniture di movimenti a terzi, annunciata
da Swatch Group, ha portato inevitabilmente ad immediate strategie d’integrazione
verticale industriale, che ho visto come una
incredibile opportunità per incrementare lo
sviluppo innovativo su movimenti da produrre in grandi serie, rafforzando il nostro
DNA Swiss Made. TAG Heuer mira a raggiungere una produzione annuale di
100.000 cronografi con movimenti di manifattura, un livello tale da renderci leader
assoluti nel segmento della cronografia da
polso haut-de-gamme e una delle poche Manifatture Svizzere in grado di fabbricare inhouse i propri modelli, dai movimenti (nella
massima parte), alle casse, ai quadranti.
Oggi, siamo una delle più importanti manifatture orologiere al mondo a motivo del sostanziale approccio verticale alla produMarche di orologi in Italia 2014 l 41
l’alta orologeria
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Il sogno
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Jack
che ha consentito alla Casa di entrare di diritto in uno dei più prestigiosi contesti dell’orologeria svizzera, la Fondation de la
Haute Horlogerie (FHH). Descriviamo ora
singolarmente i quattro centri produttivi.
LA CHAUX-DE-FONDS
Nel 2010 TAG Heuer ha inserito due nuovi
laboratori per la produzione e l’assemblaggio di movimenti presso la sua sede centrale di La Chaux-de-Fonds (Cantone di
Neuchâtel, nel Jura), uno dedicato ai suoi
premiati movimenti di manifattura di Alta
Orologeria d’Avanguardia come Mikrograph, Mikrotimer, Yin & Yang, V4, MikrotourbillonS, l’altro per i suoi movimenti
meccanici di manifattura Calibre 1887 e CH
80, i cui processi realizzativi condividerà
con il sito di Chevenez.
Riunione
tecnica nella
manifattura di
Chevenez.
Le casse TAG
Heuer sono
realizzate
presso gli
stabilimenti di
proprietà della
Cortech di
Cornol.
zione, della nostra progressiva integrazione
di know-how, e di una capacità realizzativa
sempre crescente. Capitalizzando sulla ricchezza dell’esperienza acquisita durante lo
sviluppo ed il lancio del Calibre 1887, ora,
con il Calibro CH 80, abbiamo confermato
le nostre grandi potenzialità”. Vediamo,
dunque, nel dettaglio l’attuale organizzazione manifatturiera di TAG Heuer, un asset
42 l Marche di orologi in Italia 2014
CHEVENEZ
Nel maggio del 2012 sono iniziati i lavori di
costruzione della quarta manifattura TAG
Heuer a Chevenez, nello Jura svizzero, pienamente operativa dal novembre dello
scorso anno. Come presso la struttura di La
Chaux-de-Fonds, a Chevenez verrà prodotto
il movimento Calibre 1887 insieme al nuovo
movimento cronografico meccanico integrato di manifattura CH 80 (per il momento
solo la componentistica, l’assemblaggio avverrà totalmente a La Chaux-de-Fonds). Il
nuovo stabilimento di 2.600 metri quadri
creerà più di 100 nuovi posti di lavoro (al
momento sono 60 gli addetti), portando il
numero di dipendenti TAG Heuer per la
Svizzera a 800. Abbiamo avuto, recentemente, l’opportunità di visitarlo, a conferma,
se mai ce ne fosse stato bisogno, di una realtà manifatturiera che sta raggiungendo,
step by step, la quadratura del cerchio.
La prima fase, ossia la produzione delle componenti, avviene in un’ampia sala in cui
sono disposte tre linee di macchinari a controllo computerizzato operativi 24 ore al
giorno: ognuno di essi è preposto ad uno
specifico compito ma, al fine di assicurare la
massima efficacia operativa e qualità, ogni
settimana sono previste delle modifiche delle
strumentazioni funzionali di ogni unità (sono
necessari due giorni per ottimizzare la variazione). Una quarta linea è destinata al
primo controllo di qualità immediato sulle
componenti prodotte. Per esemplificare l’efficienza dei processi, possiamo dire che per
realizzare con impressione a stampo una
platina, fronte e retro, dal metallo grezzo,
La rinomata e
storica
manifattura
Artecad di
Tramelan,
acquisita nel
2011, produce i
quadranti TAG
Heuer.
L’artigianalità e la
manifattura dei
movimenti
in-house, nei siti di
La Chaux-de-Fonds
e Chevenez, sono
divenuti dei
parametri
imprescindibili per
TAG Heuer, a
garanzia della
qualità
ineccepibile del
prodotto.
sono necessari 7 minuti; il piccolo e sottile
ponte dell’ancora viene ricavato a stampo, in
serie, su di un nastro a scorrimento ed assicura 215 pezzi al giorno, e così via. Si passa,
poi, al reparto assemblaggio incaricato dell’adattamento e verifica di rubini, pignoni, tenoni e ponti, sulle platine (in tal senso dei
macchinari, sempre polivalenti, provvedono
al posizionamento seguendo parametri di
forza e misura - spessori - da rispettare),
procedendo, poi, alle verifiche delle curve di
tolleranza su ogni movimento. Di particolare
effetto, la macchina che predispone i plateau
dei rubini a seconda di misura e spessore:
automaticamente, attraverso una verifica ottica, lo strumento seleziona le misure richieste ed effettua, in velocità, il carico sui suddetti plateau. Successivamente avviene la
seconda fase di controllo sui componenti in
una divisione distaccata dalla fase produttiva,
affinché possa essere garantita un’assoluta
accuratezza, sia sulle singole parti che sul
loro corretto assemblaggio: il tutto grazie al-
l’impiego di lenti ad ingrandimento d’avanguardia connesse ai computer. Ecco, allora,
che i movimenti sono pronti per essere assemblati dai maestri orologiai (adattamento
bariletti, bilancieri/spirali, dispositivi cronografici, etc…) in un salone ancora in parte
vuoto, in attesa che venga attivata anche la
linea destinata al CH 80. Qui, dei nastri trasportatori automatizzati consentono ai tecnici
di operare senza soluzione di continuità,
sull’intervento cui sono destinati, “chiamando” sulla propria postazione ogni movimento nel momento in cui sono pronti all’esecuzione dello specifico lavoro: dunque,
si concretizza l’armonioso abbinamento tra
capacità artigianali e automazione. Evidentemente, al termine dell’assemblaggio vengono effettuati gli opportuni test di funzionamento con quadranti e lancette. La scelta
di Chevenez per la collocazione del quarto
sito produttivo è stata dettata da due fondamentali motivi: vicinanza con Cornol (circa
20 chilometri) al fine di ottimizzare i tempi
Marche di orologi in Italia 2014 l 43
l’alta orologeria
gruppo LVMH
Calibre 1887 di TAG
Heuer, lanciato nel
2009: 28.800
alternanze/ora, 29,33
mm di diametro, 39
rubini e 320
componenti;
smistamento della
cronografia mediante
ruota a colonne e
sistema d’innesto a
pignone oscillante (a
destra), brevettato nel
1887 da Edouard
Heuer (ed
evidentemente
aggiornato),
meccanismo di
ricarica bi-direzionale
con sistema HER (High
Efficency Rewinder).
Il sogno
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di trasferimento relativi alle varie fasi del
processo produttivo e le funzioni di back office finanziario e amministrativo; vicinanza
con la Scuola di Orologeria di Porrentruy
(una decina di chilometri), ad alta specializzazione, alla quale attingere per la selezione
del personale addetto.
L’operatività 2014 prevista su Chevenez
sarà la seguente:
- Calibro 1887: produzione componenti
(ponti e platine) per 50.000 unità; assemblaggio di 20.000 unità (800 nel 2013).
- Calibro CH 80: produzione componenti
(ponti e platine) per 20.000 unità.
Come accennato, relativamente al nuovo
calibro CH 80, l’assemblaggio tecnico avverrà a La Chaux-de-Fonds, in attesa di inserire il reparto destinato a Chevenez. Allo
stesso modo, relativamente al calibro 1887,
le restanti 30.000 unità verranno assemblate
a La Chaux-de-Fonds, che lo scorso anno a
assorbito, evidentemente, l’intera produzione pianificata (sempre 50.000 pezzi).
CORTECH
Nel 2004 TAG Heuer ha aperto la manifattura di Cortech nel comune di Cornol, nella
regione dello Jura. In questa sede, 150 tecnici realizzano casse di orologi TAG Heuer
in acciaio, acciaio e oro, oro. Nel 2009 è
stato aggiunto, in questa sede, un atelier per
la realizzazione di componenti per movimenti meccanici, per la maggior parte, ponti
e platine, ma la nuova manifattura di Chevenez modificherà tale assetto organizza-
44 l Marche di orologi in Italia 2014
tivo, assorbendo le competenze riguardanti
detta componentistica e consentendo così
alla Cortech di concentrarsi al 100% sulla
produzione di casse.
ARTECAD
Nel 2011 TAG Heuer ha acquisito ArteCad.
Fondata nel 1885 a Tramelan (Cantone di
Berna, nel Jura), ArteCad è una delle più importanti manifatture svizzere di quadranti.
Aggiunge Linder: “Uno dei principali obiettivi
dell’integrazione verticale è quello di lavorare sull’innovazione ed originalità dei movimenti. Osservando il mercato, su prodotti
di costo inferiore a 10.000 franchi svizzeri,
raramente ci si imbatte in movimenti sviluppati in-house, poiché i brand si approvvigionano di calibri standard da terzi fornitori. TAG Heuer nel divenire sempre più
indipendente sarà in grado in futuro di assicurarsi pienamente questo vantaggio competitivo importantissimo”. Infine, riguardo le
parti riguardanti l’organo regolatore e lo
scappamento, ed altri dettagli tecnici non
realizzati in-house, dopo la chiusura, nel
2011, del rapporto con la Nivarox-FAR SA,
TAG Heuer si fornisce sia da aziende svizzere, sia dalla Seiko Instruments Inc., divisione haut-de-gamme. Si tratta di una realtà
ben conosciuta a livello mondiale per la
qualità dei componenti prodotti e dei processi realizzativi; tra l’altro la SII è membro
della Swiss Chronometry Society, nell’ambito
della quale dà il proprio contributo per il costante sviluppo del know-how specifico.
I calibri di manifattura
Il Calibre 1887 ha visto la luce nel 2009.
Elaborato su base Seiko, ha richiesto 5 anni
di sviluppo e 20 milioni di franchi svizzeri
d’investimento: alla fine dello scorso anno
risultano circa 130.000 gli esemplari prodotti. Il team R&D di TAG Heuer, attraverso
una significativa revisione delle componenti
chiave della succitata base, ha accresciuto al
massimo l’affidabilità del movimento. Funzionante a 28.800 alternanze/ora, il Calibre
1887 è un movimento di 29,33 mm di diametro, dotato di 39 rubini e 320 componenti. Spicca al suo interno una versione
evidentemente aggiornata del sistema d’innesto a pignone oscillante, brevettato nel
1887 da Edouard Heuer - con smistamento
mediante ruota a colonne - e un meccanismo di ricarica bi-direzionale con sistema
HER (High Efficency Rewinder). Nello specifico, il pignone oscillante che comprende,
nella sua concezione originaria, un asse mobile e due pignoni, incrementa l’efficienza
del cronografo, rispetto ai dispositivi ad ingranaggio previsti sui movimenti tradizionali; un sistema doppio permette al cronografo di essere “innestato” sul movimento
dell’orologio con grande efficacia. Il cronografo dispone di uno start d’attivazione ad
una velocità estrema – 2/1.000 di secondo –
a garanzia di una notevolissima precisione,
la stessa assicurata dalla ruota a colonne dedicata alle funzioni di start, stop e reset. E,
poi, il sistema chiamato HER consente una
trasmissione di potenza del rotore alla molla
principale, del 30% più efficiente di una trasmissione classica. Il Carrera, equipaggiato
con il Calibre 1887, ha ottenuto nel 2010, il
premio “Petit Aiguille” al Grand Prix d’Horlogerie de Genève, assegnato dal pubblico.
Il CH 80 è stato lanciato nel 2013, dopo due
anni di lavoro e 20 milioni di franchi di costo. L’elaborazione progettuale del calibro è
avvenuta su di una base ATOKALPA Swiss
(azienda acquisita nel 2000 dalla Fondation
de Famille Sandoz, proprietaria del brand
Parmigiani Fleurier), così come il bilanciere a
quattro braccia dotato di sistema antiurto KIF.
Il movimento da 13’’’ 3/4 (30 mm di diametro) è sottile (6,5 mm) ed è costituito da 233
componenti. Oscilla alla frequenza di 28.800
alternanze/ora e scorre su 33 rubini, la riserva
di carica è prevista in 80 ore e, nella giornata,
la precisione è stimata nell’ambito dei -4/+6
secondi (parametri cronometrici): il dispositivo automatico è alimentato da una massa
oscillante unidirezionale in tungsteno brunito
Esploso del calibro CH
80, da 30 mm di
diametro e 6,5 mm di
spessore. Movimento
cronografico
automatico integrato,
della quale si nota la
massa oscillante in
tungsteno nero. Poi, a
scendere ecco il
ponte della ruota dei
minuti crono e quello
del dispositivo
d’inversione
dell’automatico, che
fa spazio anche alla
ruota a colonne (sulla
destra); sotto ancora,
ecco i leveraggi che
attivano la
cronografia, a
culminare nel sistema
d’innesto verticale (al
centro) con dischi e
ruotismi sovrapposti
legati ai secondi
crono, con accanto le
frizioni funzionali a
consentire il distacco
o l’accoppiamento
degli stessi; sulla
sinistra, poi, si nota il
bilanciere a quattro
bracci con sistema
antiurto Kif; infine, sotto
alla platina, lato
quadrante, troviamo il
bariletto e i ruotismi
del treno del tempo.
Calibro CH 80
assemblato, lato
fondello. Eccellenti le
finiture a Côtes de
Genève della massa
oscillante e, sempre a
Côtes de Genève e
Anglage dei ponti
sottostanti dei minuti
crono e del
dispositivo
automatico. Si
vedono pure, in alto,
la ruota a colonne e,
in basso, il bilanciere.
Sono 80 le ore di
autonomia di marcia.
Marche di orologi in Italia 2014 l 45
l’alta orologeria
gruppo LVMH
Il sogno
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Jack
dei minuti crono e del dispositivo automatico;
Perlage sulla platina e mat sul ponte della
cronografia. Come anticipato, ponti, platine
ed ébauches sono tutti prodotti a Chevenez.
Sottolinea Linder: “Il CH 80 vanta un’ottimale combinazione di tre parametri: spessore contenuto, ampia riserva di marcia, significative potenzialità in termini di volumi
operativi. A Baselworld, sveleremo il primo e
nuovo cronografo Carrera equipaggiato con
questo calibro, il TAG Heuer Carrera CH80
Chronograph”.
Le novità 2014
L’eccezionale Monaco
V4 Tourbillon, il nuovo
Concept Watch che TAG
Heuer presenterà durante
Baselworld. La gabbia del
tourbillon si muove con
l’ausilio di microcinghie,
una première mondiale,
unitamente ai quattro
bariletti del movimento
montati su cuscinetti a
sfere e alla massa
oscillante lineare. E’
realizzato in titanio nero
space-grade.
rifinita a Côtes de Genève e Colimaçonnage.
Lo scatto del datario a finestrella è semiistantaneo e, in termini di regolazione, estraendo la corona per intervenire su ore e minuti, si attiva il dispositivo di fermo secondi.
Per quanto riguarda il device cronografico, lo
smistamento della cronografia avviene tramite ruota a colonne, con sofisticato innesto
verticale. Il design dei contatori sul quadrante
è “tri-compax”: lancetta dei secondi cronografici centrali con contatore dei minuti a
ore 3, ore cronografiche a ore 9, piccoli secondi a ore 6. Le finitura è di prim’ordine: Côtes de Genève e Anglage sui ponti nichelati
Carrera Calibre 1887
Monaco Grand Prix,
dotato del Calibre 1887
e realizzato in edizione
limitata e numerata di
2.500 esemplari in titanio
grado 2 rivestito in
carburo di titanio
nero, celebrativa della
partnership con ACM –
Automobile Club de
Monaco. La cassa da 43
mm, impermeabile fino a
10 atmosfere, accoglie
un quadrante nero con
dettagli rosso racing e
righe grigie; la lunetta è
in ceramica con scala
tachimetrica incisa e
personalizzazione
Monaco Grand Prix.
46 l Marche di orologi in Italia 2014
E proprio a proposito di novità 2014, Linder
ha voluto svelarci un qualcosa dei veramente eccezionale: “Al top dell’avanguardia
Swiss Made da oltre 150 anni, TAG Heuer ha
perseverato nella ricerca di soluzioni rivoluzionarie dei consolidati principi di base della
meccanica orologiera, e può essere orgogliosa per aver ottenuto, nel corso della sua
storia, risultati straordinari in tal senso.
Dopo il clamore suscitato nelle altissime sfere
dell’universo delle lancette nel 2004, con il
lancio del Monaco V4, abbiamo voluto continuare a sognare, disegnare e produrre
Concept Watches, ognuno più sorprendente
e innovativo rispetto al precedente. A Baselworld sveleremo il nostro nuovo Monaco V4
Tourbillon: il primo Tourbillon al mondo
con trasmissione alimentata da cinghie.”
Come si ricorderà, nel Monaco V4, la trasmissione alimentata da cinghie e brevettata
e la massa oscillante lineare rappresentarono
una totale ridefinizione del concetto di trasmissione secondo i parametri dell’orologeria tradizionale. Il nome V4, poi, deriva dalla
platina principale in platino plasmata a forma
di V, sulla quale sono montati i quattro bariletti del movimento: due serie da due, rotanti
su cuscinetti a sfere ad angolazione +/- 13
gradi, dall’aspetto che ricorda quello dei cilindri nel motore di una Formula 1. Cinque
anni, dopo, contro ogni aspettativa, quel
Concept Watch è divenuto realtà commerciale grazie, in particolare, allo sviluppo di
cinghie di trasmissione ultra sottili e ultra resistenti ed è stato declinato in oro rosa, titanio, platino e ceramica. L’ulteriore evoluzione delle sue cinghie di trasmissione dallo
spessore non superiore a quello di un capello, ha portato TAG Heuer a configurare un
livello successivo del V4, aggiungendovi una
delle complicazioni più emblematiche dell’orologeria classica: il tourbillon. Solo che nel
nuovo Monaco V4 Tourbillon, la gabbia si
muove per effetto di una microcinghia: una
première mondiale. Permanendo le suindicate caratteristiche relative a bariletti e ricarica
automatica, le quattro microcinghie dentate
dallo spessore di soli 0,07 mm, permettono
anche un efficace assorbimento degli urti. Interamente sviluppato e assemblato nel laboratorio di Alta Orologeria d’Avanguardia di
TAG Heuer a La Chaux-de-Fonds, questo
spettacolare Concept Watch è realizzato in titanio nero space-grade.
E, venendo alle altre novità “di serie” che
vedremo a Basilea quest’anno, spicca il Carrera Calibre 1887 Monaco Grand Prix,
dedicato al leggendario circuito cittadino di
Formula 1 a cui TAG Heuer è legato da
un’affinità elettiva speciale. Equipaggiato
con il Calibre 1887, è realizzato in edizione
limitata e numerata di 2.500 esemplari celebrativa della partnership con ACM – Automobile Club de Monaco, che vede TAG Heuer protagonista in occasione del Gran Prix.
La cassa da 43 mm, impermeabile fino a 10
atmosfere, è in titanio grado 2 satinato, rivestita in carburo di titanio nero, con fondello integrato da vetro zaffiro; il quadrante
nero, con scala della minuteria/secondi
crono sovradimensionata con numerazione
applicata e indici orari sul rehaut, prevede
dettagli rosso racing e righe grigie che lo attraversano, mentre la lunetta è in ceramica
con scala tachimetrica incisa e personalizzazione Monaco Grand Prix. Completano
l’insieme lancette in oro nero e datario al 3.
Il cinturino in caucciù è inevitabilmente
scolpito come un pneumatico, a definire un
costo di 5.100 €.
In aggiunta a questa pregevole versione,
TAG Heuer ha previsto altre due nuove interpretazioni del Carrera: il Calibre 5 DayDate e il Calibre 7 Twin-Time, ambedue in
acciaio, da 41 mm, impermeabili fino a 10
atmosfere, con quadrante nero e argenté (a
cui si aggiunge una variante antracite per il
Twin-Time).
Conclude Linder: “Noi abbiamo sempre lavorato sulle passioni, le emozioni, le aspirazioni e le visioni. Possiamo contare su moltissimi appassionati del marchio, su
collezionisti, su di un pubblico entusiasta,
tutti orgogliosi di indossare i nostri orologi!
Sono loro i nostri migliori ambasciatori. Vogliamo coinvolgerli sempre di più nelle nostre iniziative e negli eventi per consentir
loro di vivere personalmente l’esperienza
TAG Heuer. Lo meritano.”
Carrera Calibre
7 Twin-Time in
acciaio con
bracciale, da 41
mm,
impermeabile
fino a 10
atmosfere, con
quadrante
argenté:
l’indicazione del
doppio fuso
avviene
mediante
lancetta centrale
a freccia rossa
riferita alla scala
24 ore sul rehaut.
Prezzo: 2.700 €.
Carrera Calibre 5
Day-Date, in
acciaio con
bracciale da 41
mm, impermeabile
fino a 10 atmosfere.
Il quadrante nero
con indici a
barretta applicati e
lancette a bastone,
reca l’indicazione
day-date a
finestrella al 3.
Prezzo: 2.600 €.
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