l’alta orologeria - gruppo LVMH di Fabrizio Rinversi Il sogno di Jack A sinistra: Jack Heuer, classe 1932, Presidente Onorario di TAG Heuer e “padre” del Carrera e del Monaco. A destra: Stéphane Linder, CEO di TAG Heuer. Il segreto del successo attuale di TAG Heuer a livello mondiale è quello di aver sempre avuto le idee chiare, operando sul sentiero della propria storia e senza uscire dai confini del suo DNA. In un’era in cui tutto avviene velocemente e la rapidità decisionale è divenuta una variabile fondamentale per vincere sui mercati, la Maison ha individuato le direttrici strategiche sulle quali costruire un futuro di lungo termine, limitando al massimo l’influenza dei fattori esogeni. Possiamo riassumerle sostanzialmente nell’integrazione verticale del processo produttivo e nello sviluppo e realizzazione di movimenti di manifattura. A raccontarci questo passaggio straordinariamente importante dell’evoluzione contemporanea del brand è stato il CEO Stéphane Linder con parole semplici, dirette, trasparenti. 40 l Marche di orologi in Italia 2014 H o incontrato Jack Heuer a Ginevra lo scorso gennaio, presso la boutique della Maison. Ottantuno anni e piccolo di statura, come in diverse occasioni in passato, a Basilea o durante gli innumerevoli eventi che lo hanno coinvolto in qualità di Presidente Onorario, se ne stava tranquillo in disparte, quasi non volesse disturbare o si ritenesse fuori luogo. Stiamo parlando di un uomo che dall’inizio del 1958 al giugno del 1982 ha scritto pagine fondamentali della storia dell’orologeria, definendo, con il Carrera ed il Monaco, i canoni moderni del segnatempo sportivo. Un gigante, perché quei modelli hanno dimostrato nel tempo di non avere età. Con rispetto e ammirazione mi sono avvicinato, perché so che il vecchio Jack comincia ad accusare il peso degli anni Esterni della manifattura di Chevenez, operativa dal novembre dello scorso anno. e di una vita vissuta a velocità elevatissima, e non ci saranno più in futuro tante occasioni per incontrarlo. Mi ha porto la mano con un sorriso, quasi fossi un amico di lunga data, attendendo che lo interloquissi. Vedendomi emozionato e impacciato, mi ha accompagnato con gentilezza verso l’angolo del buffet e mi ha offerto un flute di prosecco, abbiamo brindato, ed ha cominciato a raccontare. Cosa dire, non ricordo con precisione tutto ciò che mi ha detto, tra aneddoti, momenti drammatici, soddisfazioni professionali, la leggendaria epopea del Calibro 11, la rinascita personale, ma un passaggio mi è rimasto particolarmente impresso: “Mai, nemmeno nei miei sogni più audaci, avrei immaginato che una piccola azienda come la mia per la cui salvezza, nel 1982, non ero riuscito a trovare i 2 milioni di franchi svizzeri necessari, solo diciassette anni dopo, sarebbe stata acquistata dal Gruppo LVMH per l’astronomica cifra di 900 milioni di franchi svizzeri. Sono rimasto senza parole alla notizia. Ma ero anche felice, e in qualche modo sollevato, che la “mia” azienda fosse saldamente nelle mani di un Gruppo che aveva un grande rispetto per la tradizione ed un approccio manageriale rispettoso della storia di ogni marchio, da gestire in modo competente e mirato”. Ancora una volta Jack Heuer aveva visto giusto e, allora, non si aspettava di tornare protagonista dell’azienda di famiglia all’alba del XXI secolo. La sua presenza ha “sorvegliato” l’egregio operato di Jean-Christophe Babin e, oggi, di Stéphane Linder e non ha mai risparmiato buoni consigli. Ed è stato proprio l’appuntamento con l’attuale CEO, che mi ha imposto di salutare Jack, ringraziandolo a nome di tutti gli appassionati che ha reso felici possessori di un Heuer e, poi, di un TAG Heuer. Di fronte a Linder, come si suol dire, la musica è cambiata, e il posto dei ricordi e delle visioni di un tempo, è stato preso dal presente e dal futuro del marchio, i cui fronti operativi sono distribuiti su due direttrici primarie: integrazione verticale del processo produttivo e creazione di movimenti di manifattura. Fronte dell’headquarter di TAG Heuer a La Chaux-de-Fonds. Integrazione verticale L’esordio di Linder è una sorta di documento programmatico: “La riduzione nelle forniture di movimenti a terzi, annunciata da Swatch Group, ha portato inevitabilmente ad immediate strategie d’integrazione verticale industriale, che ho visto come una incredibile opportunità per incrementare lo sviluppo innovativo su movimenti da produrre in grandi serie, rafforzando il nostro DNA Swiss Made. TAG Heuer mira a raggiungere una produzione annuale di 100.000 cronografi con movimenti di manifattura, un livello tale da renderci leader assoluti nel segmento della cronografia da polso haut-de-gamme e una delle poche Manifatture Svizzere in grado di fabbricare inhouse i propri modelli, dai movimenti (nella massima parte), alle casse, ai quadranti. Oggi, siamo una delle più importanti manifatture orologiere al mondo a motivo del sostanziale approccio verticale alla produMarche di orologi in Italia 2014 l 41 l’alta orologeria gruppo LVMH Il sogno di Jack che ha consentito alla Casa di entrare di diritto in uno dei più prestigiosi contesti dell’orologeria svizzera, la Fondation de la Haute Horlogerie (FHH). Descriviamo ora singolarmente i quattro centri produttivi. LA CHAUX-DE-FONDS Nel 2010 TAG Heuer ha inserito due nuovi laboratori per la produzione e l’assemblaggio di movimenti presso la sua sede centrale di La Chaux-de-Fonds (Cantone di Neuchâtel, nel Jura), uno dedicato ai suoi premiati movimenti di manifattura di Alta Orologeria d’Avanguardia come Mikrograph, Mikrotimer, Yin & Yang, V4, MikrotourbillonS, l’altro per i suoi movimenti meccanici di manifattura Calibre 1887 e CH 80, i cui processi realizzativi condividerà con il sito di Chevenez. Riunione tecnica nella manifattura di Chevenez. Le casse TAG Heuer sono realizzate presso gli stabilimenti di proprietà della Cortech di Cornol. zione, della nostra progressiva integrazione di know-how, e di una capacità realizzativa sempre crescente. Capitalizzando sulla ricchezza dell’esperienza acquisita durante lo sviluppo ed il lancio del Calibre 1887, ora, con il Calibro CH 80, abbiamo confermato le nostre grandi potenzialità”. Vediamo, dunque, nel dettaglio l’attuale organizzazione manifatturiera di TAG Heuer, un asset 42 l Marche di orologi in Italia 2014 CHEVENEZ Nel maggio del 2012 sono iniziati i lavori di costruzione della quarta manifattura TAG Heuer a Chevenez, nello Jura svizzero, pienamente operativa dal novembre dello scorso anno. Come presso la struttura di La Chaux-de-Fonds, a Chevenez verrà prodotto il movimento Calibre 1887 insieme al nuovo movimento cronografico meccanico integrato di manifattura CH 80 (per il momento solo la componentistica, l’assemblaggio avverrà totalmente a La Chaux-de-Fonds). Il nuovo stabilimento di 2.600 metri quadri creerà più di 100 nuovi posti di lavoro (al momento sono 60 gli addetti), portando il numero di dipendenti TAG Heuer per la Svizzera a 800. Abbiamo avuto, recentemente, l’opportunità di visitarlo, a conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di una realtà manifatturiera che sta raggiungendo, step by step, la quadratura del cerchio. La prima fase, ossia la produzione delle componenti, avviene in un’ampia sala in cui sono disposte tre linee di macchinari a controllo computerizzato operativi 24 ore al giorno: ognuno di essi è preposto ad uno specifico compito ma, al fine di assicurare la massima efficacia operativa e qualità, ogni settimana sono previste delle modifiche delle strumentazioni funzionali di ogni unità (sono necessari due giorni per ottimizzare la variazione). Una quarta linea è destinata al primo controllo di qualità immediato sulle componenti prodotte. Per esemplificare l’efficienza dei processi, possiamo dire che per realizzare con impressione a stampo una platina, fronte e retro, dal metallo grezzo, La rinomata e storica manifattura Artecad di Tramelan, acquisita nel 2011, produce i quadranti TAG Heuer. L’artigianalità e la manifattura dei movimenti in-house, nei siti di La Chaux-de-Fonds e Chevenez, sono divenuti dei parametri imprescindibili per TAG Heuer, a garanzia della qualità ineccepibile del prodotto. sono necessari 7 minuti; il piccolo e sottile ponte dell’ancora viene ricavato a stampo, in serie, su di un nastro a scorrimento ed assicura 215 pezzi al giorno, e così via. Si passa, poi, al reparto assemblaggio incaricato dell’adattamento e verifica di rubini, pignoni, tenoni e ponti, sulle platine (in tal senso dei macchinari, sempre polivalenti, provvedono al posizionamento seguendo parametri di forza e misura - spessori - da rispettare), procedendo, poi, alle verifiche delle curve di tolleranza su ogni movimento. Di particolare effetto, la macchina che predispone i plateau dei rubini a seconda di misura e spessore: automaticamente, attraverso una verifica ottica, lo strumento seleziona le misure richieste ed effettua, in velocità, il carico sui suddetti plateau. Successivamente avviene la seconda fase di controllo sui componenti in una divisione distaccata dalla fase produttiva, affinché possa essere garantita un’assoluta accuratezza, sia sulle singole parti che sul loro corretto assemblaggio: il tutto grazie al- l’impiego di lenti ad ingrandimento d’avanguardia connesse ai computer. Ecco, allora, che i movimenti sono pronti per essere assemblati dai maestri orologiai (adattamento bariletti, bilancieri/spirali, dispositivi cronografici, etc…) in un salone ancora in parte vuoto, in attesa che venga attivata anche la linea destinata al CH 80. Qui, dei nastri trasportatori automatizzati consentono ai tecnici di operare senza soluzione di continuità, sull’intervento cui sono destinati, “chiamando” sulla propria postazione ogni movimento nel momento in cui sono pronti all’esecuzione dello specifico lavoro: dunque, si concretizza l’armonioso abbinamento tra capacità artigianali e automazione. Evidentemente, al termine dell’assemblaggio vengono effettuati gli opportuni test di funzionamento con quadranti e lancette. La scelta di Chevenez per la collocazione del quarto sito produttivo è stata dettata da due fondamentali motivi: vicinanza con Cornol (circa 20 chilometri) al fine di ottimizzare i tempi Marche di orologi in Italia 2014 l 43 l’alta orologeria gruppo LVMH Calibre 1887 di TAG Heuer, lanciato nel 2009: 28.800 alternanze/ora, 29,33 mm di diametro, 39 rubini e 320 componenti; smistamento della cronografia mediante ruota a colonne e sistema d’innesto a pignone oscillante (a destra), brevettato nel 1887 da Edouard Heuer (ed evidentemente aggiornato), meccanismo di ricarica bi-direzionale con sistema HER (High Efficency Rewinder). Il sogno di Jack di trasferimento relativi alle varie fasi del processo produttivo e le funzioni di back office finanziario e amministrativo; vicinanza con la Scuola di Orologeria di Porrentruy (una decina di chilometri), ad alta specializzazione, alla quale attingere per la selezione del personale addetto. L’operatività 2014 prevista su Chevenez sarà la seguente: - Calibro 1887: produzione componenti (ponti e platine) per 50.000 unità; assemblaggio di 20.000 unità (800 nel 2013). - Calibro CH 80: produzione componenti (ponti e platine) per 20.000 unità. Come accennato, relativamente al nuovo calibro CH 80, l’assemblaggio tecnico avverrà a La Chaux-de-Fonds, in attesa di inserire il reparto destinato a Chevenez. Allo stesso modo, relativamente al calibro 1887, le restanti 30.000 unità verranno assemblate a La Chaux-de-Fonds, che lo scorso anno a assorbito, evidentemente, l’intera produzione pianificata (sempre 50.000 pezzi). CORTECH Nel 2004 TAG Heuer ha aperto la manifattura di Cortech nel comune di Cornol, nella regione dello Jura. In questa sede, 150 tecnici realizzano casse di orologi TAG Heuer in acciaio, acciaio e oro, oro. Nel 2009 è stato aggiunto, in questa sede, un atelier per la realizzazione di componenti per movimenti meccanici, per la maggior parte, ponti e platine, ma la nuova manifattura di Chevenez modificherà tale assetto organizza- 44 l Marche di orologi in Italia 2014 tivo, assorbendo le competenze riguardanti detta componentistica e consentendo così alla Cortech di concentrarsi al 100% sulla produzione di casse. ARTECAD Nel 2011 TAG Heuer ha acquisito ArteCad. Fondata nel 1885 a Tramelan (Cantone di Berna, nel Jura), ArteCad è una delle più importanti manifatture svizzere di quadranti. Aggiunge Linder: “Uno dei principali obiettivi dell’integrazione verticale è quello di lavorare sull’innovazione ed originalità dei movimenti. Osservando il mercato, su prodotti di costo inferiore a 10.000 franchi svizzeri, raramente ci si imbatte in movimenti sviluppati in-house, poiché i brand si approvvigionano di calibri standard da terzi fornitori. TAG Heuer nel divenire sempre più indipendente sarà in grado in futuro di assicurarsi pienamente questo vantaggio competitivo importantissimo”. Infine, riguardo le parti riguardanti l’organo regolatore e lo scappamento, ed altri dettagli tecnici non realizzati in-house, dopo la chiusura, nel 2011, del rapporto con la Nivarox-FAR SA, TAG Heuer si fornisce sia da aziende svizzere, sia dalla Seiko Instruments Inc., divisione haut-de-gamme. Si tratta di una realtà ben conosciuta a livello mondiale per la qualità dei componenti prodotti e dei processi realizzativi; tra l’altro la SII è membro della Swiss Chronometry Society, nell’ambito della quale dà il proprio contributo per il costante sviluppo del know-how specifico. I calibri di manifattura Il Calibre 1887 ha visto la luce nel 2009. Elaborato su base Seiko, ha richiesto 5 anni di sviluppo e 20 milioni di franchi svizzeri d’investimento: alla fine dello scorso anno risultano circa 130.000 gli esemplari prodotti. Il team R&D di TAG Heuer, attraverso una significativa revisione delle componenti chiave della succitata base, ha accresciuto al massimo l’affidabilità del movimento. Funzionante a 28.800 alternanze/ora, il Calibre 1887 è un movimento di 29,33 mm di diametro, dotato di 39 rubini e 320 componenti. Spicca al suo interno una versione evidentemente aggiornata del sistema d’innesto a pignone oscillante, brevettato nel 1887 da Edouard Heuer - con smistamento mediante ruota a colonne - e un meccanismo di ricarica bi-direzionale con sistema HER (High Efficency Rewinder). Nello specifico, il pignone oscillante che comprende, nella sua concezione originaria, un asse mobile e due pignoni, incrementa l’efficienza del cronografo, rispetto ai dispositivi ad ingranaggio previsti sui movimenti tradizionali; un sistema doppio permette al cronografo di essere “innestato” sul movimento dell’orologio con grande efficacia. Il cronografo dispone di uno start d’attivazione ad una velocità estrema – 2/1.000 di secondo – a garanzia di una notevolissima precisione, la stessa assicurata dalla ruota a colonne dedicata alle funzioni di start, stop e reset. E, poi, il sistema chiamato HER consente una trasmissione di potenza del rotore alla molla principale, del 30% più efficiente di una trasmissione classica. Il Carrera, equipaggiato con il Calibre 1887, ha ottenuto nel 2010, il premio “Petit Aiguille” al Grand Prix d’Horlogerie de Genève, assegnato dal pubblico. Il CH 80 è stato lanciato nel 2013, dopo due anni di lavoro e 20 milioni di franchi di costo. L’elaborazione progettuale del calibro è avvenuta su di una base ATOKALPA Swiss (azienda acquisita nel 2000 dalla Fondation de Famille Sandoz, proprietaria del brand Parmigiani Fleurier), così come il bilanciere a quattro braccia dotato di sistema antiurto KIF. Il movimento da 13’’’ 3/4 (30 mm di diametro) è sottile (6,5 mm) ed è costituito da 233 componenti. Oscilla alla frequenza di 28.800 alternanze/ora e scorre su 33 rubini, la riserva di carica è prevista in 80 ore e, nella giornata, la precisione è stimata nell’ambito dei -4/+6 secondi (parametri cronometrici): il dispositivo automatico è alimentato da una massa oscillante unidirezionale in tungsteno brunito Esploso del calibro CH 80, da 30 mm di diametro e 6,5 mm di spessore. Movimento cronografico automatico integrato, della quale si nota la massa oscillante in tungsteno nero. Poi, a scendere ecco il ponte della ruota dei minuti crono e quello del dispositivo d’inversione dell’automatico, che fa spazio anche alla ruota a colonne (sulla destra); sotto ancora, ecco i leveraggi che attivano la cronografia, a culminare nel sistema d’innesto verticale (al centro) con dischi e ruotismi sovrapposti legati ai secondi crono, con accanto le frizioni funzionali a consentire il distacco o l’accoppiamento degli stessi; sulla sinistra, poi, si nota il bilanciere a quattro bracci con sistema antiurto Kif; infine, sotto alla platina, lato quadrante, troviamo il bariletto e i ruotismi del treno del tempo. Calibro CH 80 assemblato, lato fondello. Eccellenti le finiture a Côtes de Genève della massa oscillante e, sempre a Côtes de Genève e Anglage dei ponti sottostanti dei minuti crono e del dispositivo automatico. Si vedono pure, in alto, la ruota a colonne e, in basso, il bilanciere. Sono 80 le ore di autonomia di marcia. Marche di orologi in Italia 2014 l 45 l’alta orologeria gruppo LVMH Il sogno di Jack dei minuti crono e del dispositivo automatico; Perlage sulla platina e mat sul ponte della cronografia. Come anticipato, ponti, platine ed ébauches sono tutti prodotti a Chevenez. Sottolinea Linder: “Il CH 80 vanta un’ottimale combinazione di tre parametri: spessore contenuto, ampia riserva di marcia, significative potenzialità in termini di volumi operativi. A Baselworld, sveleremo il primo e nuovo cronografo Carrera equipaggiato con questo calibro, il TAG Heuer Carrera CH80 Chronograph”. Le novità 2014 L’eccezionale Monaco V4 Tourbillon, il nuovo Concept Watch che TAG Heuer presenterà durante Baselworld. La gabbia del tourbillon si muove con l’ausilio di microcinghie, una première mondiale, unitamente ai quattro bariletti del movimento montati su cuscinetti a sfere e alla massa oscillante lineare. E’ realizzato in titanio nero space-grade. rifinita a Côtes de Genève e Colimaçonnage. Lo scatto del datario a finestrella è semiistantaneo e, in termini di regolazione, estraendo la corona per intervenire su ore e minuti, si attiva il dispositivo di fermo secondi. Per quanto riguarda il device cronografico, lo smistamento della cronografia avviene tramite ruota a colonne, con sofisticato innesto verticale. Il design dei contatori sul quadrante è “tri-compax”: lancetta dei secondi cronografici centrali con contatore dei minuti a ore 3, ore cronografiche a ore 9, piccoli secondi a ore 6. Le finitura è di prim’ordine: Côtes de Genève e Anglage sui ponti nichelati Carrera Calibre 1887 Monaco Grand Prix, dotato del Calibre 1887 e realizzato in edizione limitata e numerata di 2.500 esemplari in titanio grado 2 rivestito in carburo di titanio nero, celebrativa della partnership con ACM – Automobile Club de Monaco. La cassa da 43 mm, impermeabile fino a 10 atmosfere, accoglie un quadrante nero con dettagli rosso racing e righe grigie; la lunetta è in ceramica con scala tachimetrica incisa e personalizzazione Monaco Grand Prix. 46 l Marche di orologi in Italia 2014 E proprio a proposito di novità 2014, Linder ha voluto svelarci un qualcosa dei veramente eccezionale: “Al top dell’avanguardia Swiss Made da oltre 150 anni, TAG Heuer ha perseverato nella ricerca di soluzioni rivoluzionarie dei consolidati principi di base della meccanica orologiera, e può essere orgogliosa per aver ottenuto, nel corso della sua storia, risultati straordinari in tal senso. Dopo il clamore suscitato nelle altissime sfere dell’universo delle lancette nel 2004, con il lancio del Monaco V4, abbiamo voluto continuare a sognare, disegnare e produrre Concept Watches, ognuno più sorprendente e innovativo rispetto al precedente. A Baselworld sveleremo il nostro nuovo Monaco V4 Tourbillon: il primo Tourbillon al mondo con trasmissione alimentata da cinghie.” Come si ricorderà, nel Monaco V4, la trasmissione alimentata da cinghie e brevettata e la massa oscillante lineare rappresentarono una totale ridefinizione del concetto di trasmissione secondo i parametri dell’orologeria tradizionale. Il nome V4, poi, deriva dalla platina principale in platino plasmata a forma di V, sulla quale sono montati i quattro bariletti del movimento: due serie da due, rotanti su cuscinetti a sfere ad angolazione +/- 13 gradi, dall’aspetto che ricorda quello dei cilindri nel motore di una Formula 1. Cinque anni, dopo, contro ogni aspettativa, quel Concept Watch è divenuto realtà commerciale grazie, in particolare, allo sviluppo di cinghie di trasmissione ultra sottili e ultra resistenti ed è stato declinato in oro rosa, titanio, platino e ceramica. L’ulteriore evoluzione delle sue cinghie di trasmissione dallo spessore non superiore a quello di un capello, ha portato TAG Heuer a configurare un livello successivo del V4, aggiungendovi una delle complicazioni più emblematiche dell’orologeria classica: il tourbillon. Solo che nel nuovo Monaco V4 Tourbillon, la gabbia si muove per effetto di una microcinghia: una première mondiale. Permanendo le suindicate caratteristiche relative a bariletti e ricarica automatica, le quattro microcinghie dentate dallo spessore di soli 0,07 mm, permettono anche un efficace assorbimento degli urti. Interamente sviluppato e assemblato nel laboratorio di Alta Orologeria d’Avanguardia di TAG Heuer a La Chaux-de-Fonds, questo spettacolare Concept Watch è realizzato in titanio nero space-grade. E, venendo alle altre novità “di serie” che vedremo a Basilea quest’anno, spicca il Carrera Calibre 1887 Monaco Grand Prix, dedicato al leggendario circuito cittadino di Formula 1 a cui TAG Heuer è legato da un’affinità elettiva speciale. Equipaggiato con il Calibre 1887, è realizzato in edizione limitata e numerata di 2.500 esemplari celebrativa della partnership con ACM – Automobile Club de Monaco, che vede TAG Heuer protagonista in occasione del Gran Prix. La cassa da 43 mm, impermeabile fino a 10 atmosfere, è in titanio grado 2 satinato, rivestita in carburo di titanio nero, con fondello integrato da vetro zaffiro; il quadrante nero, con scala della minuteria/secondi crono sovradimensionata con numerazione applicata e indici orari sul rehaut, prevede dettagli rosso racing e righe grigie che lo attraversano, mentre la lunetta è in ceramica con scala tachimetrica incisa e personalizzazione Monaco Grand Prix. Completano l’insieme lancette in oro nero e datario al 3. Il cinturino in caucciù è inevitabilmente scolpito come un pneumatico, a definire un costo di 5.100 €. In aggiunta a questa pregevole versione, TAG Heuer ha previsto altre due nuove interpretazioni del Carrera: il Calibre 5 DayDate e il Calibre 7 Twin-Time, ambedue in acciaio, da 41 mm, impermeabili fino a 10 atmosfere, con quadrante nero e argenté (a cui si aggiunge una variante antracite per il Twin-Time). Conclude Linder: “Noi abbiamo sempre lavorato sulle passioni, le emozioni, le aspirazioni e le visioni. Possiamo contare su moltissimi appassionati del marchio, su collezionisti, su di un pubblico entusiasta, tutti orgogliosi di indossare i nostri orologi! Sono loro i nostri migliori ambasciatori. Vogliamo coinvolgerli sempre di più nelle nostre iniziative e negli eventi per consentir loro di vivere personalmente l’esperienza TAG Heuer. Lo meritano.” Carrera Calibre 7 Twin-Time in acciaio con bracciale, da 41 mm, impermeabile fino a 10 atmosfere, con quadrante argenté: l’indicazione del doppio fuso avviene mediante lancetta centrale a freccia rossa riferita alla scala 24 ore sul rehaut. Prezzo: 2.700 €. Carrera Calibre 5 Day-Date, in acciaio con bracciale da 41 mm, impermeabile fino a 10 atmosfere. Il quadrante nero con indici a barretta applicati e lancette a bastone, reca l’indicazione day-date a finestrella al 3. Prezzo: 2.600 €. Marche di orologi in Italia 2014 l 47
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