RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 18 luglio 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. ANNO 14 - N. 197 - e 1,20 Direzione: Edizioni Proposta sud s.r.l. Via Annarumma, 39/A - 83100 - Avellino Redazione di POTENZA,: via Nazario Sauro 102, 85100 - Potenza (PZ)- tel. 0971 1656020 - fax 0971 476797 - email [email protected] Redazione di MATERA: Piazza Mulino 15, 75100 - Matera (MT) - tel. 0835 1887000 - fax 0835 256466 - email [email protected] Venerdì 18 luglio 2014 VENTO DEL SUD Oggi gli interrogatori di garanzia dal gip Appalti per ditte “prestanome” e controspionaggio fai da te in Regione Le intercettazioni dell’economo e dell’amico imprenditore Gli affari sono continuati anche dopo la scoperta dell’inchiesta AMATO alle pagine 10 e 11 Intervista a Luca Braia, candidato più votato alla segreteria Pd «Il risultato ha premiato chi da più di un anno propone il cambiamento» «Delegittimare le Primarie sarebbe pericoloso» L’INTERVISTA Leonardo Cuoco IL REPORTAGE Tra i migranti di Venosa L’accoglienza e le polemiche ROSA alle pagine 12 e 13 Dipinge le etichette dei vini Amato all’estero qui non compreso MARTINO a pagina 15 “Le Sirene” riaprono dopo il disastro di fango a pagina 20 AGATA a pagina 25 LABANCA, LORUSSO e SANTORO alle pagine 6, 7, 8, 9 e 14 SPORT CALCIO LEGA PRO E SERIE D Melfi vicino a Costanzo Matera, in arrivo il bomber Nasce il Potenza: sei firme Peppe Lolaico VOLLEY A2 E B1 UOMINI La Domar prende Cernic Virtus iscritta al campionato Lagonegro apre a nuovi soci 40718 617259 Le condizioni della piscina “La Giara” ESTRAZIONI 771974 Massimo Basile POTENZA Trionfo lucano Anche i petrolieri contro Renzi: «Scarso il coinvolgimento dei territori» con Moliterni 9 Una capanna con i cartoni LA STORIA «Questo partito va riorganizzato quanto prima per sostenere Marcello nella sua azione di governo» E intanto la Commissione nazionale del Psi caccia dal partito Vita, Annale e Adamo «Così recuperiamo i fondi europei e restituiamo centralità a Potenza» VI SEGNALIAMO: Matej Cernic Roberto Moliterni RASSEGNASTAMPA www.lagazzettadelmezzogiorno.it TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 Venerdì 18 luglio 2014 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 (direzione [email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected]) - Cronaca di Bari 5470430-431 ([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected]) - Economia 5470265 ([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni 5470209 ([email protected]) - Regioni 5470364 ([email protected]) - Spettacoli 5470418 (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected]) - Sport 5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected]). Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 195 Aereo giù, aria di guerra «Gli hanno permesso tra la Russia e l’Ucraina di uccidere l’ingegnere» INDAGINE «VENTO DEL SUD» Potenza, primarie Pd e voto di scambio L’inchiesta si allarga AMENDOLARA A PAGINA 9 E IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >> VOTI Indaga la Squadra mobile [foto T. Vece] STRAGE NEI CIELI I resti del Boeing della Malaysia colpito e caduto in Ucraina: 295 morti UCCISO L’ing. Cataldo Pignatale, 43 anni, ucciso due settimane fa nel Tarantino da un balordo a caccia di soldi per la droga SERVIZIO A PAGINA 12 >> LETTERA-DENUNCIA A PAGINA 16 >> ECONOMIA PADOAN ESCLUDE NUOVE TASSE, MA AVVERTE: CRESCITA IN RITARDO, STRETTI I MARGINI PER AGIRE. DEFINITIVI GLI 80 EURO BILANCIO LA REGIONE VARA LA MANOVRA: ASSUNZIONI POSSIBILI per gli appalti Il fantasma della manovra Puglia, una centrale unica Riforme, prove di disgelo tra Pd e grillini. Apertura da Renzi Nuovo Senato, sindaci all’attacco: sono pochi 21 colleghi NON BASTA UN SELFIE Ruby, il giorno PER CONQUISTARE più lungo L’EUROPA di LINO PATRUNO di SERGIO LORUSSO per Berlusconi S SEGUE A PAGINA 17 >> Via libera alla struttura nell’assestamento di bilancio. Approvati a Roma i conti delle Asl; ok a duemila assunzioni OGGI LA SENTENZA CERCANSI PARADISI DIETRO AI TANTI «NO» ono 117 gli investimenti al Sud bloccati. Ostaggio della burocrazia e a volte del malaffare, ma soprattutto delle comunità locali. Alle quali il presidente Matteo Renzi l’ha rinfacciato papale papale: mi vergogno di andare in Europa a parlare sapendo che potrei raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia e non lo si può fare “per paura di tre, quattro comitatini”. Perché i “no” riguardano soprattutto l’energia. E chi ha una qualsiasi attività, sa cosa significhi un costo del trenta per cento superiore alla concorrenza estera, produrre a 100 mentre gli altri lo fanno a 70. A parte che gli imprenditori stranieri non arrivano più anche per questo. No nucleare, no petrolio, no carbone, no gas. Vi faranno capo le Asl e i Comuni non capoluogo. Opererà per i fondi Ue RIFORME Il ministro Boschi l È attesa per oggi la sentenza di appello per il cosiddetto processo Ruby, che vede imputato Silvio Berlusconi. Se la condanna a 7 anni di carcere inflitta in pèrimo grado dovesse diventare definitiva, l’ex presidente del Consiglio potrebbe scontare fino a 10 anni di domiciliari. SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3 , 4 E 5 >> A PAGINA 6 >> E così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo una lunga e serrata serie di vittorie, ha incassato la sua prima sconfitta, consumatasi in Europa: perché di sconfitta si tratta, pur se rimediabile. SEGUE A PAGINA 15 >> SERVIZI E MINACCE SCAGLIARINI A PAGINA 8 >> TAP INTENDE PREMIARE IL MERITO MA VUOLE SOPRATTUTTO DIALOGARE Gallipoli azzerata la mafia dei lidi SERVIZIO A PAGINA 10 >> REGIONE PUGLIA La presidenza l Potrebbe gestire procedure per 14 miliardi di euro la nuova centrale di committenza unica che la Regione Puglia si prepara a varare con l’assestamento di bilancio. Alla nuova struttura verranno affidati gli appalti delle Asl e quelli finanziati dall’Ue, ma servirà anche ai Comuni. di GIAMPAOLO RUSSO AMMINISTRATORE DELEGATO TAP ITALIA C GALLIPOLI Una panoramica. Quindici arresti nella mafia delle spiagge VIA AL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA 40 ANNI DI CULTURA-CULTURA di EGIDIO PANI S i inaugura stasera il Festival della Valle d’Itria, manifestazione internazionale, vanto per la Puglia. I suoi 40 anni cadono in un momento difficile della cultura regionale. La Regione ha sempre dedicato attenzione alla cultura: la prima legge regionale sullo spettacolo è pugliese. Era del gennaio 1975, pochi mesi prima del debutto del Festival che, nella Regione ha trovato sempre eccezionale sostegno. Il Festival nacque dall’idea geniale di un musicologo martinese, Alessandro Caroli. SEGUE A PAGINA 17 >> aro direttore, l'articolo di ieri di Tonio Tondo sulla campagna di Tap a sostegno dell'estate Salentina, ha innanzitutto il merito di elevare il tono di una discussione che spesso è scaduta in polemiche di basso livello e in episodi di vera aggressione verso chi ha scelto di dialogare con noi, anche solo a proposito di "luminarie e eventi". SEGUE A PAGINA 8 >> RASSEGNASTAMPA Venerdì 18 luglio 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 DAR LA BENZINA AGLI AFFAMATI ASPETTANDO IL SUMMIT AL MISE di MIMMO SAMMARTINO N on avete da mangiare? Nessun problema. Stato e Regione vi regalano il pieno di carburante. È lo scenario che ci è di fronte. La situazione nella quale 6mila, delle 15mila famiglie lucane più povere, si troveranno nelle prossime settimane. Dal 31 luglio almeno tremila persone non percepiranno più i pochi euro del programma Copes. Altri tremila il 31 agosto, alla luce del decreto Poletti, non potranno più fruire del sussidio legato agli ammortizzatori sociali in deroga. Si parla di retribuzioni di 300/400 euro. Poco, ma meglio che niente. Il 23 luglio torneranno a riunirsi, presso il Mise, Stato e Regione Basilicata per ridefinire la questione contropartite per le estrazioni petrolifere. Ha sapore polemico e lascia intravedere il timore che si continui a cincischiare, senza offrire risposte alla disperazione sociale, alla Basilicata e ai lucani, la decisione di Cgil, Cisl, Uil di non tornare a sedersi a quel tavolo. Da novembre 2013 gli incontri sono stati sette. Si è chiesto di modificare, anche tramite decreto, la destinazione del tesoretto della carta carburante per fronteggiare interventi di inclusione sociale per le fasce più disagiate e avviare piani di lavoro; di cambiare il famigerato articolo 16 del Memorandum, senza ulteriori perforazioni sul territorio, eliminando il tetto dei miseri 50 milioni per 20 anni, destinando risorse più adeguate a infrastrutture, ad ambiente e territorio, al sostegno delle imprese più innovative. Per creare occupazione ed escludere le royalty dal cappio stretto del patto di stabilità. I sindacati non saranno a Roma perché, spiegano, ora la responsabilità della risposta spetta alla classe politica: Governo e Regione. Ma cresce il sospetto che la montagna (di proposte) possa partorire uno striminzito topolino. Declino di una politica che si risolve sovente in spot. Ma chi glielo spiega a quelli che non hanno il pane che devono consolarsi con un pieno di gasolio? La sorte dei nuovi poveri: digiuni ma motorizzati. VENTO DEL SUD DAGLI ATTI DELL’INCHIESTA SPUNTA IL SOSTEGNO ELETTORALE DI UNO DEGLI IMPRENDITORI INDAGATI IN CAMBIO DI FAVORI Ipotesi voto di scambio sulle Parlamentarie del Pd COMUNE POTENZA Le intercettazioni dell’ex assessore comunale Luciano De Rosa Oggi gli indagati agli arresti domiciliari verrano interrogati dal gip del Tribunale di Potenza «Cuomo c’è» assicura De Luca ma i conti no TRASPORTI SOSTITUTIVI DELLE FAL l La avevano definite «parlamentarie», perché - come per le primarie - sarebbero stati gli iscritti del Partito democratico a scegliere i candidati al parlamento. L’ex assessore del Comune di Potenza Luciano De Rosa - accusato di aver accettato favori sessuali da ragazze compiacenti mandate da lui da imprenditori senza scrupoli che in cambio ottenevano «aiutini» e favori - sosteneva il candidato, poi eletto, Salvatore Margiotta. E le preferenze le chiedeva proprio tra gli imprenditori accusati di corruzione nell’inchiesta «Vento del Sud». L’ipotesi: «Voto di scambio». l L’assessore Cuomo, pensionato, resta in Giunta senza stipendio. De Luca sgonfia la polemica. Più difficile è la sfida dei conti per evitare il dissesto. SERVIZIO A PAGINA III >> ROTONDA Muore operaio di origine rumena nel Salernitano AMENDOLARA A PAGINA II >> SERVIZIO A PAGINA VII >> POTENZA POTENZA Provincia-Onu progetto contro le catastrofi l Sostenibilità ambientale, rischio catastrofi e cambiamenti climatici: sono queste le tre sfide sulle quali si gioca il futuro delle comunità locali. E per vincerle bisogna stare uniti. Lo ha compreso bene la Provincia di Potenza che ha aderito alla campagna Onu «Città resilienti». CdC: imprese sociali del terzo settore più protagoniste SERVIZIO A PAGINA V >> Autobus in fiamme a Piani del Mattino Paura sulla linea Genzano-Potenza. Una ragazza finisce in ospedale Forse il motore surriscaldato, o un corto circuito o qualcos’altro difficile da accertare (perchè il mezzo è andato completamente distrutto) sono all’origine dell’incen- dio che si è sviluppato e incenerito l’autobus sostituivo delle Fal (Ferrovie Appulo-Lucane) in servizio sulla linea Genzano-Potenza. LAGUARDIA A PAGINA V >> GENZANO ORE DI LAVORO PER I VIGILI DEL FUOCO CRIMINALITÀ INTERVENTO DI CANI MOLECOLARI MASSARO A PAGINA VII >> LATRONICO Annunciato un piano per rilanciare le Terme «La Calda» SERVIZIO A PAGINA VI >> POTENZA PNEUMATICI ED ETERNIT LASCIATI ACCANTO AI CASSONETTI Brucia un’abitazione Sventato ingresso di droga Sos rifiuti a Dragonara in pieno centro cittadino nel carcere di Potenza Le denunce dei cittadini INCENDIO Ore di lavoro per i vigili del fuoco in pieno centro a Genzano, dove ieri un’abitazione è stata avvolta dalle fiamme . SERVIZIO A PAGINA VII >> DROGA Carcere [foto Tony Vece] l Aveva nascosto qualche grammo di hashish nei calzini, per poter eludere i controlli e passare la droga al fratello, detenuto nel carcere di Potenza: ma è “incappato” nelle unità cinofile del distaccamento di Trani della Polizia penitenziaria, impegnate in verifiche di routine, che hanno scoperto l’involucro. La vicenda è stata resa nota dal segretario lucano del Sappe. SERVIZIO A PAGINA IV >> RIFIUTI Eternit e pneumatici abbandonati in contrada Dragonara SERVIZIO A PAGINA 00 >> RASSEGNASTAMPA Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza. Leone Tolstoj 1,30 Anno 91 n. 188 Venerdì 18 Luglio 2014 L’universo puro della matematica Emmer pag. 15 Shorter-Hancock il duetto perfetto Johnny Winter addio gigante del blues Gianolio pag. 16 Amenta pag. 16 U: Ucraina, strage di guerra ● ● Boeing malese partito da Amsterdam abbattuto da un missile al confine russo-ucraino: 295 vittime Tra Mosca e Kiev duro scambio di accuse ● Telefonata Putin-Obama mentre scattano sanzioni Ue Un Boeing 777 della Malaysia Airlines, partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur, è stato abbattuto da un missile, al confine tra l'Ucraina e la Russia, a 80 km da Donetsk. A bordo 295 persone: tutti morti. Tanti erano ragazzi. ARDUINI GONNELLI MONGIELLO A PAG. 2-3 Il nostro debito verso quei morti PAOLO SOLDINI ● NON SAPPIAMO CHE COS’È DAVVERO ACCADUTO NEL CIELO SOPRA IL CONFINETRA L’UCRAINA e la Russia. Chi e co- me ha ammazzato 295 esseri umani che il destino ha sorpreso in una delle tante parti del mondo in cui la guerra uccide non solo gli uomini e le donne innocenti, ma anche le certezze che avremmo il diritto di considerare ovvie. Come quella di salire su un aereo per tornare a casa, andare a lavorare, oppure in vacanza. SEGUE A PAG. 3 Ai lettori I resti del Boeing 777 della Malaysia Airlines abbattuto nella regione di Donetsk FOTO DI MAXIM ZMEYEV/REUTERS Pd-grillini, ora è disgelo sulle riforme ● Due ore di confronto (e aperture) in streaming su Italicum e modifiche costituzionali ● Forza Italia e l’incognita Ruby: oggi la sentenza d’Appello Staino Come garantire la partecipazione IL COMMENTO MASSIMO LUCIANI Ha fatto molto bene il ministro Boschi a precisare, in una dichiarazione ad Avvenire, che il tema del presidenzialismo non è all’ordine del giorno e che porlo oggi significa mettere a rischio la riforma del bicameralismo. «Tra di noi non c’è il Rio delle Amazzoni, ma un ruscello», commenta Matteo Renzi dopo quasi due ore di confronto con la delegazione 5 Stelle. «Passi avanti» sulla legge elettorale, il Titolo V, l’immunità. Ma l’incognita è Berlusconi oggi alle prese con la sentenza Ruby. SEGUE A PAG. 5 FANTOZZIFUSANILOMBARDOAPAG.4 Scelte chiare per la ripresa SILVANO ANDRIANI Mario Draghi ha avanzato la proposta di un governo europeo delle politiche strutturali dopo l’annuncio che la Bce si prepara a fornire mille miliardi di liquidità al sistema bancario. L’economia reale, tuttavia, non ha avuto modo di gioire di questo annuncio: gli ultimi dati sono negativi. SEGUE A PAG. 6 MORTI SUL LAVORO FRONTE DEL VIDEO Sicilia, tre operai travolti da un treno Autogol nella rete del M5S sione è utile. Peccato solo che i grillini sia● seguire in diretta l’incon- no arrivati dopo oltre un anno all’appuntro tra le delegazioni del Pd e del M5S tamento con la democrazia. E chi arriva ● L’incidente mentre lavoravano sui binari della linea Gela-Licata A PAG. 12 MARIA NOVELLA OPPO GRAZIE A RAINEWS E SKY ABBIAMO POTUTO sulla legge elettorale. Inquadratura fissa, che vedeva i partecipanti collocati di sguincio come nei geroglifici egizi. E abbastanza difficili da decriptare erano infatti gli argomenti, molto tecnici, tali da far pensare che, forse, ci vorrebbe anche in politica una sorta di Stele di Rosetta per tradurre le varie lingue. Quello che abbiamo capito noi umani è che non mancano punti trattabili e che la discus- con un anno di ritardo, non può accusare gli altri di essere «bradipi» e pretendere di ricominciare tutto da capo, magari con lo scopo di far perdere un altro anno. Però il M5S ha rinunciato alla proposta dellepreferenze negative, che avrebbero consentito a chiunque di cancellare i voti altrui. Una norma votata dalla rete, che evidentemente può essere mandata affanculo, come un avversario qualsiasi. Nella vertenza de l’Unità c’è qualcuno che sta giocando con la vita di un’ottantina di dipendenti. Il piano di chi vorrebbe acquisire la testata a poco prezzo, cancellando qualsiasi impegno con i lavoratori non è sventato. Anzi, si materializza con la fretta imposta dalle procedure che i liquidatori ci hanno prospettato e con la sarabanda di illazioni che si affastellano sui mass media. Noi lo ripetiamo da settimane: chi volesse salvare l’Unità con una procedura concorsuale che non garantisce il lavoro ai suoi attuali dipendenti sarebbe solo uno speculatore. Non è colpa dei giornalisti se si è perso tempo. I giornalisti hanno fatto il loro dovere, ora chiedono di poter valutare le offerte che arriveranno ai liquidatori con un tempo congruo. Non bastano gli 11 giorni di tempo prospettati nella tabella di IL CDR marcia della liquidazione. Chi ospiterebbe più il dissenso? ENRICO PALANDRI A PAG.13 Il sabato, approfondire sarà più semplice l’Unità left a soli 2,30 € www.left.it RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Venerdì 18 luglio 2014 PARTITI E GOVERNO VERSO LA RESA DEI CONTI Il presidente del Consiglio: nonostante tutto, il ddl Boschi avrà il suo primo placet a Palazzo Madama entro 15 giorni Ostruzionismo e «ingorghi» sulla strada delle riforme La protesta Anci sul nuovo Senato: pochi 21 sindaci. Da lunedì si vota Annunciato un nuovo giro di consultazioni da qui al 1° agosto con il coinvolgimento di tutte le forze politiche l ROMA. Frenata dall’ostruzionismo e con il rischio ingorgo in Aula, si complica la corsa del treno delle riforme. Da lunedì pomeriggio, formalmente, si potrà votare sugli emendamenti ma le certezze sui tempi rapidi dell’approvazione continuano a vacillare anche se il premier Matteo Renzi torna a porre dei paletti ben saldi, affermando che, nonostante l’ostruzionismo di opposizione e dissidenti interni, il ddl Boschi avrà il suo primo placet al Senato entro 15 giorni. Nel frattempo, alla ricerca dell’ultimo sprint anche sulla legge elettorale, Renzi allarga il il raggio di dialogo e cerca un maggiore coinvolgimento del M5S, aprendo su preferenze e immunità ma incassando, a stretto giro, il warning di Silvio Berlusconi, preoccupato dalla prospettiva di un «Patto del Nazareno» con i pentastellati. I giochi, insomma, sono tutt'altro che conclusi tanto che è lo stesso Renzi, nel suo faccia a faccia con i 5 Stelle e, soprattutto, con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ad annunciare un nuovo giro di consultazioni da qui al 1 agosto, con la prospettiva che, nel frattempo, il ddl Boschi abbia già incassato il primo sì del Senato. La novità della giornata, resta, comunque, il secondo e lungo round tra la delegazione Democrat e quella 5 Stelle su legge elettorale e riforme. Ed è sul secondo tema, che Renzi tenta i 'grillini. «Quali sono i punti intoccabili? Ce li mandate? Non credo che siamo così lontani». I due temi – riforme e legge elettorale – sono insomma più che mai intersecati, anche per lo stesso Renzi, consapevole che, per affrontare l’ultima tappa al meglio, occorre anche blandire i piccoli. Da qui l’apertura sulle preferenze comunicata ai 5 Stelle e a tutti coloro che assistono alla diretta streaming dell’incontro. Sul doppio turno di lista Renzi si mostra invece prudente, rimandando ad una riflessione con i contraenti del Patto del Nazareno e avvertendo che i partiti minori saranno di certo contrari. Del resto, il gioco di equilibri nel quale si deve muovere il premier, è fragile e mutevole. E tocca anche a Piero Fassino, presidente Anci, alzare la voce, affermando che 21 sindaci nel nuovo Senato sono pochi mentre a Palazzo Grazioli le aperture renziane al Movimento fanno subito scattare l’allarme. I patti vanno rispettati, se Renzi apre alle preferenze, il banco salta, su legge elettorale e riforme, è il ragionamento di un Berlusconi sul quale non si allentano le pressioni dei frondisti FI. Frondisti che, a Palazzo Madama, fanno ormai da sponda ai dissidenti Pd, con entrambi i gruppi che appaiono ben lungi da arretrare. Anche oggi in Aula non sono mancati gli interventi contrari al ddl Boschi, da quello di Walter Tocci a quello della leghista Bisinella, mentre nessuno, finora, ha manifestato la volontà di ridurre i quasi 8mila emendamenti che frenano il percorso del testo in Aula. Aula che, come deciso dalla capigruppo, comincerà a votare gli emendamenti formalmente da lunedì pomeriggio anche se, precisa Roberto Calderoli, difficilmente si potrà votare in giornata. Finora, inoltre non è stato previsto alcun contingentamento dei tempi ma un interrogativo, tuttavia, avanza con il trascorrere delle ore: il governo, se da un lato è disposto a discutere, nel merito, alcune modifiche proposte, dall’altro, di fronte ad un ostinato ostru- zionismo, potrebbe in qualche modo davvero usare la «ghigliottina». Anche perchè l'obiettivo resta chiudere entro la pausa estiva, ovvero l’8 agosto. Intanto, l’ingorgo di provvedimenti in Parlamento (5 i decreti in ballo) produce un primo effetto: la proroga dell’attuale Csm oltre la sua scadenza naturale, fino al 2 settembre, dopo le 'fumate nerè dei giorni scorsi nell’elezione degli 8 componenti laici. Sul nuovo Senato - come detto - la protesta dell’Anci: «Sono pochi 21 sindaci, anche perchè i comuni italiani sono oltre 8 mila»: lo ha detto a chiare lettere al termine dell’Ufficio di presidenza dell’Associazione dei comuni italiani, il presidente Piero Fassino. Che non si è fermato qui: il metodo di elezione dei 21 sindaci che diventano senatori «affidato ai Consigli regionali, non è corretto: la nostra fonte di legittimazione deve arrivare dagli amministratori locali, non dai Consigli regionali». E il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino non si è mostrato contrario all’ampliamento della platea dei sindaci nel futuro Senato, anzi. «Io non vedrei male anche un riequilibrio a favore dei sindaci purchè resti un Senato che sia il luogo politico» dove si affrontino «le questioni del rapporto fra le autonomie locali, le Regioni e lo Stato. Questo secondo me sarebbe il grande senso» della riforma, ha affermato. Michele Esposito LE CINQUE PRIORITÀ Una corsia di emergenza per «salvare» i provvedimenti pesanti l ROMA. Sulla strada delle riforme e, soprattutto, sulla loro tabella di marcia, si frappone un classico «ingorgo» estivo di provvedimenti, tutti in attesa di approvazione. Sono decreti «pesanti» che si contendono l'attenzione del Parlamento e l’approdo in Aula tanto quanto il ddl di Riforma. Eccoli nel dettaglio. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - il dl è all’esame della commissione Affari Costituzionali della Camera. È atteso in Aula, in prima lettura, la prossima settimana, ma dopo il dl carceri. Il dl va convertito entro il 24 agosto. Il ddl, approvato in Cdm giovedì scorso, non comincerà il suo iter prima di settembre. LA STRATEGIA Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. In alto, Matteo Renzi defilato al vertice di ieri con i 5Stelle COMPETITIVITÀ - il dl per le imprese è all’esame delle commissioni Industria e Ambiente del Senato. CENTRODESTRA SI TEME «IL DOPPIO FORNO» CON L’APERTURA AI PENTASTELLATI. LA SMENTITA DI ROMANI: «IO FEDELE A BERLUSCONI» Tensione alle stelle in Forza Italia Il Cav attende la sentenza Ruby e avverte i «frondisti» e Matteo: giù le mani dal «Nazareno» l ROMA. Prima di fare rientro ad Arcore, Silvio Berlusconi trascorre la giornata chiuso a palazzo Grazioli con i suoi avvocati. Oggi infatti i giudici di Milano entreranno in camera di consiglio per decidere (al massimo entro lunedì) se confermare o meno la sentenza di primo grado del processo Ruby che lo vede condannato a sette anni di reclusione con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'umore è nero e Berlusconi non lo nasconde ai suoi uomini che provano a mettere sul tavolo anche l’ipotesi (ma in pochi ci credono veramente) di una riduzione della pena: vedrete che non c'è da aspettarsi nulla – avrebbe osservato l’ex capo di governo - fosse per il tribunale di Milano dovrei essere già in galera. Berlusconi non crede che l’atteggiamento responsabile sulle riforme e l’impegno a non tradire il patto del Nazareno possa influire sulle decisioni dei magistrati. Con i suoi fedelissimi però il Cavaliere ha voluto ribadire quanto già detto al suo partito: ho dato la mia parola a Renzi. Le riforme vanno approvate con il nostro contributo. Ecco perchè, prima di lasciare la Capitale, l’ex premier è tornato «all’attacco» chiedendo loro di riallinearsi alla maggioranza del partito: Ma come – sarebbe stato in sintesi il ragionamento fatto con diversi senatori – proprio in un momento così delicato della mia vita, vuoi tradirmi in questo modo? E sarà forse proprio per l'arrivo della sentenza di appello che l’ala «eretica» ha deciso di «sospendere» la rappresaglia. Poche dichiarazioni da parte dei dissidenti e silenzio tombale per Raffaele Fitto, l’uomo più in vista in questo momento tra i critici. La decisione di sospendere la battaglia non vuol dire che l’atteggiamento sulle riforme possa cambiare. In vista del voto a palazzo Madama i malpancisti confermano il loro dissenso che però, per evitare spaccature definitive, potrebbe tradursi per molti di loro in un’uscita dall’Aula. Il pensiero dell’ex capo del governo, però, va oltre il voto sulle riforme e guarda al rischio di uno smarcamento sempre maggiore dei suoi parlamentari di fronte alla conferma anche in appello della condanna per il processo Ruby. Ed è forse proprio per serrare i ranghi che l’ex capo del governo ha tenuto sotto stretta osservazione l’incontro tra Matteo Renzi e gli esponenti del Movimento Cinque Stelle. Berlusconi con gli uomini di fiducia continua a dirsi sicuro che anche Renzi rispetterà gli accordi sulle riforme così come sulla legge elettorale. Ma il passaggio sibillino del premier sulla possibilità di aprire una trattativa sulle preferenze, gradite ai grillini, ha fatto suonare l’allarme a palazzo Grazioli: i patti vanno rispettati da entrambe le parti - continua a ripetere l’ex capo del governo – e se Renzi apre alle preferenze allora il banco salta. Un ragionamento che non vale solo per la legge elettorale ma anche sulle riforme: dall’atteggiamento del presidente del Consiglio, e non dai miei processi, dipende il cammino delle riforme. Sul fronte dei frondisti anche la netta presa di posizione di Saverio Romani: «Apprendo stamane (ieri, ndr) dalla lettura di un quotidiano tra i più autorevoli del Paese che sarei tra coloro che spingerebbero per abbandonare l’ex Cavaliere e che lavorerei ad una scissione dentro Forza Italia. Mi preme informare l'autore del retroscena giornalistico che tra i miei progetti vi è anche quello di correre la maratona di New York in meno di due ore e di svelare quanto prima la vera identità del mostro di Loch Ness. Ovviamente questi due ultimi miei progetti sono più verosimili del primo», afferma e aggiunge: «Informo i lettori del suggestivo articolo che non mi sogno nemmeno di abbandonare Silvio Berlusconi, che per me, a differenza del giornalista, è il Cavaliere, non l’ex Cavaliere». Yasmin Inangiray I TIMORI Silvio Berlusconi è rientrato ad Arcore dove con ogni probabilità attenderà la sentenza d’Appello del processo Ruby. Sul fronte dei dissensi interni a Forza Italia ieri ha nuovamente avvertito i «frondisti» sulla necessità di rispettare il patto del Nazareno sulle riforme . RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Venerdì 18 luglio 2014 Il premier: «Fatti passi avanti ma dovete anche capire che talvolta si è un po’ scettici sulla vostra reale volontà» LA DIRETTA Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 17 Prove di disgelo M5s-Pd è quasi un patto-bis Legge elettorale, i «grillini»: preferenze e doppio turno. Renzi: ragioniamo con tutti È in calendario in Aula dal 21 luglio ma potrebbe slittare alla fine della settimana o alla successiva per l’impegno sulle riforme. È in prima lettura e deve essere convertito entro il 22 agosto. LAVORO - per la delega che completa il Jobs act il governo puntava a un primo voto del Senato entro luglio. Il ddl è all’esame della commissione Lavoro che ha votato tutti gli emendamenti tranne quelli sull'articolo 18. Il testo, se si trovasse uno «slot», potrebbe andare in Aula già l’ultima settimana di luglio ma potrebbe essere rimandato a settembre. DELEGA FISCALE - il governo ha varato i primi due decreti delegati sul 730 precompilato e altre semplificazioni e sul catasto, con le indicazioni per le commissioni censuarie. I testi sono stati trasmessi per i pareri alle commissioni competenti, che hanno tempo fino a fine luglio per esprimersi. SBLOCCA ITALIA - all’esame del Parlamento potrebbe arrivare prima della pausa estiva anche il decreto per sbloccare i cantieri. Il governo l’ha annunciato, ma il testo non è ancora passato sul tavolo del Consiglio dei ministri. Silvia Gasparetto l ROMA. Qualche battuta al vetriolo, un paio di attacchi diretti e lo scambio reciproco di accuse ma alla fine Matteo Renzi e Luigi Di Maio sembrano parlare la stessa lingua: Pd e M5S possono trovare un’intesa sulla legge elettorale. E magari allargarla anche al nodo delle riforme. Almeno queste appaiono le intenzioni del premier che, a sorpresa, riconosce «i passi avanti» dei pentastellati e non esclude un nuovo patto sulla legge elettorale: «un giro ufficiale» di consultazioni – come lo definisce lui stesso «con tutte le altre forze politiche che stanno consentendo di fare una riforma costituzionale ed elettorale». In particolare, si tratta di una apertura al confronto sulle preferenze che i cinquestelle chiedono, aprendo a loro volta sul doppio turno. L'incontro alla Camera tra le delegazioni dem e cinquestelle (a parte le difficoltà di trasmissione in streaming) «è andato bene», per ammissione degli stessi protagonisti. I grillini - guidati da Di Maio, sempre più a suo agio nei panni di numero tre del Movimento – arrivano al tavolo sulla legge elettorale con una proposta scritta. Si tratta di cinque punti: voti di preferenza; stop ai condannati in Parlamento; no alle candidature plurime; nessuno sbarramento; e infine LA DIRETTA L’incontro a porte chiuse tra gli esponenti del Partito democratico accompagnati dal premier Matteo Renzi e i rappresentanti del Movimento 5 Stelle è stato trasmesso in streaming . doppio turno di lista. Sintetizzando, l’offerta pentastellata è un primo turno proporzionale senza sbarramento e un eventuale secondo turno con un premio di maggioranza al 52%. Renzi segue la prima parte dell’incontro in disparte per dare spazio al resto della delegazione Dem (Speranza, Serracchiani, Bressa e Moretti). Il Pd non boccia le proposte della controparte pur ponendo paletti all’esuberanza 5S. È lo stesso premier a sottolinearlo: «E' oggettivo che si sono fatti passi avanti – dice – ma dovete IL PROVVEDIMENTO PASSO IN AVANTI VERSO L’ADOZIONE DEL NUOVO CODICE DELLA STRADA C’è il primo ok dalla commissione al reato di «omicidio stradale» Oltre alle conseguenze penali anche il ritiro della patente a vita l ROMA. Più prudenza alla guida. E' l'obiettivo del e della inibizione alla guida sul territorio nazionale a nuovo Codice della strada che, tra le novità prin- tempo indeterminato». Un sorta di daspo a vita per il cipali, apre le porte al reato di «omicidio stradale». guidatore. Oltre alle conseguenze di tipo penale, la violazione Gli incidenti stradali mortali, a causa della guida delle regole potrà causare il ritiro per sempre della scorretta, spesso condizionata dall’uso di alcol e patente. La Commissione Trasporti della Camera ha droghe, sono d’altronde tantissimi. L’Osservatorio il dato il suo ok alla legge delega per la riforma. L’in- Centauro-Asaps ha censito per il 2013 973 episodi di troduzione del nuovo reato nel codice penale sarà pirateria stradale con 114 morti e 1.168 feriti. Il 55,8% possibile proprio grazie ad degli autori è stato scoperto, un emendamento approvama il 44,2% è rimasto ignoto. to oggi in Commissione. Più alta, 59,7%, la percen«E' una giornata importuale dei pirati a cui era statante, la aspettavo da temto dato un nome nel 2012. Sul po. Per la prima volta un totale delle inchieste, 543 passo in avanti per sancire hanno portato all’identificala presenza del reato di zione del responsabile, aromicidio stradale nel corestato in 146 occasioni dice», commenta il vicemi(26,9%) e denunciato in 397 nistro delle Infrastrutture (73,1%). e Trasporti, Riccardo NenOra per il vice ministro cini, che parla di «ergastoNencini «non c'è più tempo lo della patente». da perdere. Ci sono questioUna fattispecie attesa, ni urgenti che non possono quella dell’omicidio straessere rimandate. Questioni dale, cara anche al premier che stanno nel cuore degli Matteo Renzi. Sono d’alitaliani e di quelle famiglie tronde 114 i morti nel solo che hanno perso un parente 2013 caduti sulle strade per a causa di persone che si la guida spericolata dei co- TRASPORTI Il viceministro Nencini sono messe alla guida viosiddetti pirati della strada. lando le norme del codice In realtà quello di ieri è solo «un passo in avanti», della strada. Abbiamo previsto l’ergastolo della pacome rilevato dal sottosegretario, perchè le modi- tente. Non guidi più». fiche dovranno poi essere apportate al Codice penale. Il nuovo Codice della strada prevede la delega al «Nel caso in cui il conducente cagioni la morte di una governo per adottare una serie ampia di misure che persona con violazione delle norme sulla disciplina hanno l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza della circolazione stradale» anche «in coerenza con sulle strade, dalla revisione dei limiti di velocità alle eventuali modifiche del codice penale che introdu- norme sulla guida in particolari condizioni atmocano il reato di omicidio stradale» – precisa l'e- sferiche, dalla maggiore riconoscibilità della segnamendamento approvato dalla Commissione di Mon- letica stradale alla maggiore attenzione per i soggetti tecitorio – sarà possibile comminare «le sanzioni vulnerabili, come i pedoni, i ciclisti e i disabili in amministrative accessorie della revoca della patente carrozzella. anche capire che talvolta si è un pò scettici sulla vostra reale volontà. Il punto vero - sottolinea – è capire se sulle preferenze riusciamo a trovare un punto di caduta o meno». Il presidente del Consiglio, in particolare, guarda con interesse alla «idea di Toninelli di dare il premio» di maggioranza «alla lista». «Ma capisco – aggiunge – che alcuni partiti possano avere dei dubbi: Fi può essere intenzionata a dire di sì, più difficile che lo siano Italia Popolare o Sel». Ed è proprio questa la novità: riaprire il dibattito sulla legge elettorale. «Da qui al primo agosto o comunque al momento in cui la riforma costituzionale sarà approvata al Senato – rimarca facciamo un giro ufficiale» di consultazioni con tutte le altre forze politiche». È una apertura di credito al M5S. D’altronde, «tra la nostra proposta e la vostra non c'è il Rio della Amazzoni – prosegue – c'è un ruscello che non è detto che riusciremo a colmare. Capiremo se nei testi, potremo trovare un punto di equilibrio». Il M5S, al di là dei soliti toni ruvidi, non chiude. «Con i nostri e vostri voti – risponde Di Maio – possono diventare legge le preferenze e l’intervento sull'immunità parlamentare". Quanto alle riforme, «dopo la legge elettorale, se volete ne parliamo»". Poi precisa. «Non siamo assolutamente d’accordo sul Senato non elettivo ma ciò non vuol dire che non possiamo votare insieme l’abolizione dell’immunità parlamentare. Vediamo – scrive su facebook dopo l’incontro – se tengono fede agli impegni di fine tavolo». L'apertura del Pd al M5S appare un avviso agli alleati. Allo stesso tempo Renzi mette in difficoltà il Movimento. I grillini sono spaccati: molti non gradiscono il protagonismo di Di Maio e gli «accordi con i partiti del sistema». Teodoro Fulgione RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Venerdì 18 luglio 2014 CAOS A BRUXELLES LA BATTUTA «Ci hanno chiamato qui ma l’accordo non era, bastava mandarci un sms e LA CORSA ALLE POLTRONE «PESANTI» c'risparmiavamo anche i solidi del volo di Stato» Renzi sfida l’Europa e «blinda» la Mogherini Il pasticcio delle nomine. Ma tutto è rinviato a fine agosto l ROMA. Matteo Renzi torna a Roma da Bruxelles con la valigia vuota: quella nomina di Federica Mogherini a Lady Pesc che pensava di portare a casa non c'è. Ma lui si mostra sicuro e non molla la presa: va avanti per la sua strada. Non apre a nuove ipotesi, non commenta e non vuole commentare le parole del consigliere della Merkel, Elmar Brok, che da Bruxelles ha detto in chiaro quello che ha tenuto banco nei corridoi del vertice: c'era un’ipotesi Enrico Letta al Consiglio Ue, su cui poteva esserci un ampio consenso. Ieri Palazzo Chigi ha lasciato cadere l’intervista di Brok. Preferendo il low profile ed evitando di accendere micce. Perchè – è il ragionamento – la partita è lunga e tutta da giocare. Con un punto fermo: il premier va avanti sulla sua strada. «Il posto di Lady Pesc spetta al Pse e la candidatura è italiana», ribadiva Renzi mentre lasciava il Justus Lipsius, sede del Consiglio Ue, parlando di una «sintesi», di un accordo con Hollande e la Merkel sul capitolo. Apparentemente quasi incurante della cronaca di una giornata che certamente non ha raccontato di una partita vinta per Roma e anche per il suo ruolo di presidente di turno Ue: il rinvio del pacchetto nomine, di fatto, inficia l’attività di parte del semestre, ha fatto notare ieri Romano Prodi. Che qualcosa si sia inceppato è indubbio. E non solo, forse, per quella fronda anti-Mogherini che Renzi continua a ignorare: «Non ho registrato obiezioni, commenti negativi», tornava a ribadire non dando peso neanche a chi riferisce che secondo Van Rompuy sul nome del ministro italiano la maggioranza non c'è. Ora c'è da capire e scoprire quali giochi si nascondono dietro quel mancato incastro delle tessere che doveva essere solo sancito – e a fronte del quale il premier aveva dato anche il via libera a Juncker – ma su cui invece l'intesa era in alto mare: «Ci hanno chiamato qui ma l’accordo non c'era, bastava mandarci un sms e risparmiavamo anche i solidi del volo di Stato», NULLA DI FATTO In alto, il presidente del consiglio Matteo Renzi e la cancelliera Angela Merkel al vertice di Bruxelles. A sinistra, il ministro degli esteri Federica Mogherini proposta dall’Italia per la carica di ministro degli esteri dell’Ue, perciò «lady Pesc» . si è lamentato. E tra le letture, forse quelle più malevole, emergono ipotesi di doppi giochi che potrebbero veder coinvolta anche la cancelleria tedesca. Ipotesi, nulla di più. Forse supportate anche dalle dichiarazioni di Brok. E se tra le tesi più benevole c'è quella di chi pensa che Berlino non si possa mettere contro quell'est che sembra guidare la fronda anti-Mogherini, c'è anche chi si spinge – tra gli osservatori - a riesumare la vecchia «battaglia» sull'altra posta in gioco, quella più alta, che riguarda l’uso maggiore possibile della flessibilità che Renzi ha spuntato sulla carta ma tutta da verificare nei fatti. La fumata nera per la Mogherini potrebbe rappresentare anche un segnale al giovane premier, forte di essere il leader del partito che ha preso più voti in Europa, sconfiggendo l’euroscetticismo. Molte delegazioni hanno parlato di un approccio «rigido», lasciando in- tendere un atteggiamento intransigente del premier, fermo sulla sua posizione e non disposto – si dice a Bruxelles – a un compromesso. Ma c'è anche da dire che per lui non è facile fidarsi ancora, dando un nome di un commissario italiano (che dovrebbe essere fornito entro fine mese) senza avere la certezza del ruolo che andrà a ricoprire. Rischiando, tra l’altro, nel caso della Mogherini, di dover poi affrontare un rimpasto di governo senza aver raggiunto il suo obiettivo, se quel nome fosse abbinato ad una poltrona diversa da lady Pesc. Lui va avanti per la sua strada e non mostra tentennamenti. E se anche gli stesse balenando un piano B per la mente, non sembra assolutamente intenzionato a svelarlo. Ha 45 giorni per provare a convincere i partner sulla sua candidata o studiare un’alternativa. Marina Perna IL TEDESCO ELMAR BROK, ESPONETE CDU: PECCATO, IL VOSTRO PREMIER NON L’HA SOSTENUTO» Il consigliere della Merkel «Letta aveva possibilità» l BRUXELLES. «Tutti sapevano da settimane che Letta avrebbe avuto buone possibilità se Renzi lo avesse proposto» alla presidenza del Consiglio europeo. «Non so se Letta ha ancora possibilità, ma le avrebbe avute. Ma Renzi non lo ha voluto proporre e non è stato proposto». È il tedesco Elmar Brok, 68 anni, a raccontare quale sia la visione dalla Germania sul caso Letta. Entrato al Parlamento europeo nel 1980, membro di spicco della Cdu, consigliere politico della Cancelliera Angela Merkel, due settimane fa Brok è stato riconfermato presidente della Commissione Esteri dell’Europarlamento. L’altro ieri ha partecipato al pre-vertice dei leader Ppe. Parlando del summit rinviato senza decisioni dice: «Ci sono state molte resistenze contro Federica Mogherini a causa della mancanza di esperienza, per il suo atteggiamento verso la Russia e perchè il programma della presidenza è totalmente neutrale e acritico verso la Russia». Dal Ppe è stato riferito che Herman Van Rompuy aveva riportato ai leader Popolari che non c'era maggioranza qualificata a favore della candidatura italiana. Ed era stato ventilato che una possibile soluzione di compromesso, per evitare lo stallo nel processo delle nomine o la bocciatura della Mogherini, sarebbe potuta essere quella di proporre Enrico Letta, gradito a tutti compresa la Merkel. «Questo nome non è stato discusso e non è stato citato – dice Brok – Ma tutti sapevano da settimane che Letta avrebbe avuto buone possibilità se Renzi lo avesse proposto». Cosa intende con «tutti sapevanò? Era pubblico. Non so se avrebbe ancora buone possibilità. Avrebbe avuto buone possibilità, però Renzi non ha voluto... E non è stato proposto, per qualsiasi ragione. Ma non posso parlare per la Cancelliera». Argomentando sulla questione della presunta mancanza di esperienza del ministro Mogherini, Brok osserva: «E' ministro degli esteri da così pochi mesi... Dovreste saperlo». E precisa: «Non ho mai detto che la Germania è contro Mogherini: è una mia opinione, non posso parlare per la Germania. Ma in Parlamento Juncker ha detto che LE ALTERNATIVE «Il Pse non può avere presidente del Consiglio e Alto rappresentante» EX PREMIER Enrico Letta. Secondo il rappresentante del Cdu, il suo nome non è mai stato proposto dall’Italia vorrebbe avere una personalità di alta esperienza. E alcuni dei paesi dell’est Europa dicono “abbiamo un problema con lei a causa della sua posizione sulla questione Russia-Ucraina"». Chi potrebbe essere quella persona di «largo consenso» e con la "vocazione ad unire" da nominare per il Consiglio di cui ha parlato il presidente Hollande? Può essere socialista o deve essere un popolare? «Spero che nelle prossime quattro settimane i socialisti abbiano tempo per dibatterne tra loro. Ma non è importante che sia socialista o popolare, credo che i socialisti non debbano avere entrambe le posizioni di Presidente del Consiglio e Alto Rappresentante». Marco Galdi Ma per «Lady Pesc» una partita difficile Candidata italiana sulla graticola l BRUXELLES. Mentre la tragedia del Boeing della Malaysian abbattuto in Ucraina alza l’allarme per le guerre alle porte dell’Europa, il flop del vertice per le nomine europee mette a rischio il rispetto dei tempi per la costruzione del nuovo governo europeo. Lo stallo tra i 28 sulla candidatura italiana di Federica Mogherini per la poltrona di ministro degli esteri europeo, il replay del tentativo di accordo sull'intera squadra del nuovo eurogoverno rinviato al nuovo summit convocato per il 30 agosto: saranno sei settimane difficili le prossime per Jean Claude Juncker, ma anche per l'Italia. I socialisti per bocca del capogruppo Gianni Pittella hanno ribadito che per loro c'è solo una candidatura per i top jobs: appunto Federica Mogherini. Intanto dalla Francia si viene a sapere che la candidatura ufficiale di Moscovici per la poltrona di Commissario per l’economia dovrebbe essere ufficializzata a breve. Ma resta il problema di trovare una figura di consenso e con la capacità di «unire» – così come è stata descritta dal presidente Hollande – per il posto di presidente del Consiglio. Non sembra che a Roma ci siano piani B e si continua a puntare su Federica Mogherini, che è, era e resta la candidata ufficiale del Pse. Nella notte di Bruxelles, constatata l’impossibilità di trovare un accordo sul suo nome, il presidente del Consiglio uscente – e negoziatore in prima battuta per conto dei governi - Herman Van Rompuy ha definito «spiacevole ma assolutamente non drammatica» la battuta d’arresto. Ma il nuovo presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, subito dopo l’elezione di martedì scorso spiegava di puntare a comporre la squadra entro la fine di luglio o i primi di agosto. A questo punto iI peso degli eurocritici si farà sentire. Marco Galdi TRIBUNALE DI FOGGIA Volontaria Giurisdizione Richiesta di dichiarazione di morte presunta Il Tribunale di Foggia, con provvedimento n. 869/2014 V.G. del 19.05.2014, ordina le pubblicazioni per la richiesta di morte presunta di Montani Pasquale Luciano, nato a Monte S. Angelo (Fg) il 22.08.1964 e scomparso dal 23.12.2001 dal suo ultimo domicilio sito in Macchia, frazione di Monte Sant’Angelo, in località Gravaglione, con l’invito a chiunque ne abbia notizie di farle pervenire al Tribunale di Foggia entro sei mesi dall’ultima pubblicazione. sig.ra Giuseppina Montani Per la pubblicità su BARI: 080/5485111 BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 POTENZA: 0971/418536 RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Venerdì 18 luglio 2014 IL FANTASMA TASSE OPPOSIZIONE SCETTICA Per il capogruppo di Forza Italia Brunetta stata «una relazione esoterica e PARLA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA èomissiva e ci attende un autunno tragico» IL MINISTRO MADIA «Non ci sarà manovra e 80 euro permanenti» Padoan alla Camera: la crescita arriverà attraverso le riforme l ROMA. «Semplicemente» nessuna manovra in arrivo. Certo, la ripresa tarda ad arrivare e il governo avrà «margini più stretti» per agire, ma questo non vuol dire che ci sarà bisogno di una correzione dei conti in corso d’anno. A ribadirlo è Pier Carlo Padoan, dopo che la settimana scorsa lo stesso premier Matteo Renzi aveva escluso una manovra bis. E, anzi, il ministro dell’Economia assicura in Aula alla Camera che con la legge di stabilità gli 80 euro del bonus Irpef diventeranno «permanenti» così come promesso. E sottolinea che «non ci sono scorciatoie» per la crescita che va perseguita con le riforme che faranno fare al Paese «il salto di qualità di cui ha bisogno». E i pilastri che l’Italia indicherà anche in Europa sono tre: «Più apertura di mercato, riforme strutturali, più investimenti per lo sviluppo». Il chiarimento sulla manovra arriva con un tweet che Padoan scrive di suo pugno (firmato PCP) dopo che il «no comment» rilasciato ai cronisti al termine dell’informativa sugli esiti dell’Ecofin aveva scatenato le perplessità della politica. «Ma si chiede il ministro - “no comment” non significa soltanto “non ho nulla da aggiungere”? Non c'è nessuna "manovra" in arrivo, semplicemente», twitta infine Padoan. Una risposta che per il capogruppo di Fi Renato Brunetta, «è una toppa peggio del buco». Peraltro per Brunetta l’intera relazione del ministro è stata «esoterica e omissiva» perché per evitare una manovra servirebbe «un miracolo» e in realtà «ci attende un autunno tragico». Che qualche preoccupazione ci sia, per il «ritardo nel ritorno a una crescita so- Gli 80 euro in busta paga risposta definitiva della Ue. Bruxelles, ricorda il ministro, ha comunque riconosciuto «il preciso e serrato cronoprogramma con cui il governo ha definito la sua strategia». Programma che da maggio intero in parte è già stato dispiegato a dicembre anno Beneficiari e i cui progressi saranno «dettagliati» con l’aggior nacontribuenti mento del Def di settembre. con reddito Già avviate le riforme del da 8.000 960 lavoro, della giustizia e della 640 a 24.000 euro euro euro pubblica amministrazione, (sono esclusi senza contare che «l'impatto gli incapienti) economico delle riforme isticosto previsto costo previsto tuzionali è estremamente ri(coperture) (coperture) levante e purtroppo spesso sottovalutato». E poi si sta procedendo spediti con l’attuazione della delega fiscale, da 24.000 così come chiesto dall’Euro6,9 14 a 26.000 euro pa, e dopo i primi due decreti miliardi miliardi il bonus decresce (730 precompilato e catasto) di euro di euro fino ad azzerarsi «a breve saranno presentati ANSA quelli sull'abuso del diritto, il riordino dell’imstenuta» è indubbio. Ma inposizione sul tanto bisogna attendere che reddito d’impresiano confermati, e il primo sa e la revisione appuntamento sarà il 6 agodelle detrazioni e sto, quando l’Istat certifichedelle deduzioni rà l’andamento del Pil del fiscali in chiave secondo trimestre, stimato al di revisione della momento al ribasso rispetto spesa». Capitolo, alle attese con una forchetta quest’ultimo, detra -0,1% e +0,4%. licatissimo e rinE poi c'è il percorso di viato più volte riforme che il governo ha dai precedenti avviato e che Padoan ha digoverni. Perché feso in Parlamento ricordanse è vero che do che le previsioni di pril’elenco delle tax mavera della Commissione expenditures stieuropea si fanno «a politiche lato a suo tempo invariate» e che nelle rac- RASSICURA Il ministro Pier Carlo Padoan dalla commissiocomandazioni i commissari ne presieduta da uscenti non hanno conside- incerto» delineano uno sce- Vieri Ceriani aveva indivirato né le misure di con- nario «in linea con i requisiti duato oltre 720 voci che valsolidamento introdotte con la di riduzione del debito e un gono oltre 250 miliardi, molte legge di stabilità per il 2014 sentiero compatibile con i sono intoccabili, come le denè «le minori spese piani- parametri europei». trazioni da lavoro dipendente ficate» dall’attuale governo e Il ministro ribadisce anche o per i carichi familiari. La neppure i «maggiori introiti, che il governo si è impegnato scelta di cosa «depennare» è come quelli attesi dalle pri- «a garantire la piena con- tutta politica e probabilmenvatizzazioni». vergenza verso l’obiettivo di te avrà bisogno ancora di Gli impegni, insomma, an- medio periodo nel 2016», an- tutto agosto per essere «meche se «siamo in un contesto che se su questo rinvio di un ditata». Silvia Gasparetto di crescita ancora debole e anno ancora si attende una 2014 2015 ATTENZIONE PER LE MAMME Il ministro Marianna Madia «Dipendenti pubblici ci sarà la mobilità ma tutela alle mamme» l ROMA. «L'impianto» della mobilità obbligatoria, entro i 50 chilometri, «resta» confermato nelle sue fondamenta. A chiarirlo è il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, che sta seguendo da vicino i lavori sul dl Pa alla Camera. Il decreto legge, su cui pendono circa 1.500 emendamenti, è infatti al vaglio della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Su alcune delle proposte di modifica il ministro però non chiude, anzi, spiega «che saranno tante» e «in positivo». Alcuni spiragli si potrebbero aprire anche per la stessa mobilità: Madia ha sottolineato che potranno essere presi in considerazione degli aggiustamenti, in modo da rendere meno gravoso il trasferimento per i dipendenti che usufruiscono della legge 104, o per le lavoratici con bambini piccoli. Per entrare nel vivo della revisione bisognerà aspettare la prossima settimana, quando arriverà anche un pacchetto di emendamenti a firma del Governo. Per ora la commissione ha votato gli emendamenti relativi agli articoli più «pacifici», con alcune correzioni tecniche riguardanti il processo telematico. D’altra parte c'è ancora tempo, visto che è di fatto slittato, per la seconda volta, l’approdo del provvedimento in Aula, impegnata su altri fronti. Il presidente della commissione Affari Costituzionali, Francesco Paolo Sisto (Fi), adesso punta a completare il lavoro per martedì o mercoledì, in modo che tutto sia pronto per portare il testo nell’emiciclo di Montecitorio giovedì e così completare il primo passaggio. Diversi sono i punti caldi del decreto, dall’abolizione del trattenimento in servizio al dimezzamento dell’importo dovuto dalle imprese alle Camere di Commercio, fino ad arrivare alla mobilità, nodo quest’ultimo su cui il ministro ha mostrato delle aperture. Di certo sulla questione non mancano emendamenti e la stessa Madia ha citato due casi. Uno fa riferimento alle proposte avanzate da Scelta Civica per l’Italia a favore delle madri con figli sotto i tre anni: prima di procedere al trasferimento l’amministrazione dovrebbe chiedere il loro consenso e male che va dovrebbe riconoscergli un voucher per l'acquisto dei servizi di baby-sitting. L’altra situazione menzionata dal ministro si ritrova invece in un emendamento siglato da deputati dei Movimento Cinque Stelle, che fa salvi i genitori con figli disabili. La riforma della P.a. però non finisce con il dl, c'è anche il ddl delega, che dovrebbe a breve essere presentato in uno dei due rami del Parlamento. Marianna Berti RASSEGNASTAMPA Venerdì 18 luglio 2014 13 ECONOMIA&FINANZA IL TEMPO STRINGE IL 25 È FISSATA L’ASSEMBLEA DELLA COMPAGNIA. TRA I NODI C’È IL NUOVO IMPEGNO DI POSTE, CHE «FRENA» Alitalia, sindacati spaccati anche sul contratto di settore Dopo l’intesa esuberi firmata senza la Cgil, arriva il «no» di Uil e Ugl l ROMA. Arriva un altro tassello per l’operazione Alitalia-Etihad. Ma senza l’accordo unitario. Dopo l’intesa sugli esuberi firmata senza la Cgil, i sindacati si sono nuovamente spaccati su contratto di settore e risparmi con il no di Uil e Ugl che parlano di dubbi sulla legittimità. Ma l’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio è fiducioso: «Sono convinto che nei prossimi giorni questa situazione con senso di responsabilità verrà risolta perché sui due temi c’è unità di visione». La decisione dei sindacati è arrivata ieri sera dopo una notte di trattative al termine della quale i testi dei due accordi erano pronti per la firma. Restava però da sciogliere il nodo della rappresentatività: tanto che ieri in mattinata è partita la convocazione del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per un ultimo tentativo di mediazione che però si è risolto in un nulla di fatto, dal momento che la Uil è rimasta sulla propria posizione così sintetizzata dal numero uno del sindacato: «Allo stato attuale non è stata trovata un’intesa, secondo noi il testo del contratto viola molti diritti e con questo testo non firmiamo». Promessa poi mantenuta all’appuntamento del 17, quando i segretari generali di categoria si sono recati al ministero per firmare: contratto di settore e accordo sui 31 milioni di risparmi per i prossimi 5 LA FONTE UNA RIVISTA TEDESCA «VW compra Fiat» i rumors fanno volare il Lingotto in Borsa Poi arriva la smentita l TORINO. Del «sogno» di Volkswagen di comprare l’Alfa Romeo si è parlato tante volte, ma le voci di interesse della casa tedesca per l’acquisizione di quote totali o parziali di Fiat Chrysler Automobiles sono una novità assoluta. Arrivano dal periodico tedesco Manager Magazin, secondo il quale ci sarebbero trattative fra Ferdinand Piech, principale azionista di Volkswagen e le famiglie Elkann e Agnelli. «Non si è tenuta alcuna discussione in merito a una fusione di Fiat con Volkswagen», smentiscono sia il Lingotto sia Exor, la società della famiglia Agnelli che detiene la percentuale di maggioranza delle azioni Fiat. «Nell’agenda di Volkswagen non ci sono al momento progetti di fusione o acquisizione», dichiara la casa di Wolfsburg. Il titolo del Lingotto vola in Borsa quando si diffondono le voci con rialzi fino al 5%, ma l’entusiasmo si affievolisce dopo le smentite: la chiusura è comunque in controtendenza rispetto al listino in aumento dell’1,38% a 7,7 euro. Piatta Exor: -0,2% a 29,6 euro. Il periodico tedesco, che cita fonti interne Volkswagen, sostiene che il gruppo Fiat Chrysler Automobiles punterebbe a concentrarsi sul marchio Ferrari, ritirandosi quasi completamente dall’impegno nel settore dell’auto. La società tedesca sarebbe invece soprattutto interessata al marchio Chrysler, una mossa che rientrerebbe nella strategia di rilancio negli Stati Uniti, confermata nei giorni scorsi dai vertici del gruppo, sfruttando la rete di distribuzione e il successo dei modelli Chrysler sul mercato statunitense. mesi sono stati sottoscritti solo da Filt-Cgil e Fit-Cisl, mentre Uil-Trasporti e Ugl-Trasporti hanno lasciato il tavolo senza firmare. «Ci sono seri problemi di legittimità su quello che stanno firmando - ha detto in serata il numero uno dei trasporti Uil, Claudio Tarlazzi - non mi pare ci sia il 50% più uno. Noi proporremo il referendum». Per la Uil questo accordo non era tra le condizioni DEL TORCHIO È FIDUCIOSO L’ad: «Sono convinto che nei prossimi giorni questa situazione con senso di responsabilità verrà risolta» di Etihad, condizione che è invece stata confermata da alcune fonti vicine al dossier. A sorpresa, però, al no della Uil si è aggiunto anche quello dell’Ugl, anche se con una motivazione diversa. Più che il contratto, quel che non va è la mancanza di unità sindacale, hanno lamentato i rappresentati del sindacato autonomo. «Noi siamo stati pronti ad una mediazione sul punto che divide i sindacati, ma qualcuno non ha voluto la mediazione e ha spaccato il tavolo», dice GLI ACCORDI Saranno sottoposti al referendum dei lavoratori Gildo Rossi che su un tema così oneroso si attendeva la condivisione di tutti. I sindacati che hanno firmato hanno difeso la loro scelta di coerenza, ma hanno anche lamentato le «beghe» tra sindacati. Nessuno può avere potere di veto, ha detto il segretario Cisl, Raffaele Bonanni: «Ha deciso la maggioranza, perché ci possono essere pareri discordanti ma è importante avere una base di maggioranza che garantisce l’accordo ed il contratto nazionale». La Cgil, che ha firmato, ha comunque ricordato il suo dissenso sull’accordo degli esuberi, che l’ha vista all’opposizione. «Trovo grave ha detto il leader Susanna Camusso - che l’azienda si sia presa la responsabilità di decidere che ci sono dei licenziamenti, anziché lavorare per la Cig e i ricollocamenti». Adesso gli accordi saranno comunque sottoposti al referendum dei lavoratori. Il tempo però stringe perché il 25 è fissata l’assemblea di Alitalia. Tra i nodi rimane anche quello del nuovo impegno finanziario che vede le Poste in posizione di frenata. «Su questo stiamo aspettando notizie», ha detto l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio che in ieri mattinata non aveva usato toni allegri. «Alitalia sta morendo - aveva detto uscendo dal ministero dei Trasporti - Mentre a Roma si discute, Sagunto veniva espugnata». I PILOTI Lamentano danni di rappresentatività INDAGINE A GENOVA LE ACCUSE, A VARIO TITOLO, VANNO DAL RICICLAGGIO ALL’EVASIONE FISCALE, FINO AL FAVOREGGIAMENTO IL DOSSIER ONDS I DATI DEL 2013 Nei guai il vertice della controllata «Centro Fiduciario Spa» «Emergenza poveri nelle stazioni di tutta Italia A Bari 1.035 utenti» Carige, nuovi arresti l GENOVA. Una «scatola» per convogliare un flusso di denaro di provenienza illecita verso i paradisi fiscali o comunque un rassicurante conto svizzero. A questo serviva secondo gli inquirenti genovesi il Centro fiduciario Spa, controllata di Banca Carige, un grande «crocevia» della gestione di pratiche finanziarie affatto trasparenti operate su capitali che non avrebbero sempre avuto origini lecite. Operazioni che quando arrivarono gli ispettori di Bankitalia, vennero manipolate e nascoste loro. Tutto questo ha portato all’emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del tribunale di Genova Adriana Petri su richiesta dei pubblici ministeri Nicola Piacente e Silvio Franz, gli stessi le altre notizie magistrati che avevano ottenuto qualche mese fa le custodie cautelari dell’ex padre padrone di Banca Carige Giovanni Berneschi, di sua nuora Francesca Amisano e di altre quattro persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e riciclaggio. Berneschi e Amisano (per loro i «domiciliari» come per la precedente inchiesta) sono finiti anche in questa tranche dell’inchiesta assieme al direttore generale del Centro fiduciario Antonio Cipollina (lo stesso al quale telefonò la moglie di Berneschi su suggerimento del marito mentre si trovava ai domiciliari), il vicedirettore del centro Gian Marco Grosso, il procuratore finanziario Marcello Senarega. Per loro a vario titolo sono scattate le accuse di ri- ciclaggio, evasione fiscale per il solo Berneschi, favoreggiamento per il solo Senarega. Per loro la misura cautelare è in carcere. Nell’inchiesta con l’accusa di riciclaggio è indagata anche la moglie di Berneschi, Umberta Rotondo. Secondo quanto appreso, tra le operazioni che vennero nascoste agli ispettori di Bankitalia ci sarebbero quelle relative ai rapporti fiduciari accesi a nome di Berneschi e della sua famiglia in cui sono confluiti gli oltre 13 milioni di euro «passati» su conti in Svizzera, e riferibili all’ex presidente di Carige in aperta violazione delle norme fiscali. Capitali non scudati, fatti poi rientrare in Italia dopo un cambio di riferimento da Berneschi alla moglie Umberta Rotondo. le altre notizie TELEFONIA FINANZA A CASA MEZZO ORGANICO NOKIA PROPORRÀ IL VICE PRESIDENTE n NEW YORK - Microsoft taglia 18.000 posti lavoro, il 14% della sua forza complessiva, in quella che è la più drastica cura dimagrante della sua storia. Obiettivo cambiare cultura e diventare più agile in linea con la nuova filosofia dell’amministratore delegato, Satya Nadella, che vuole Microsoft più orientata in avanti al mobile e al cloud. I tagli riguarderanno soprattutto Nokia, dove saranno eliminati 12.500 posti, la metà dei dipendenti Nokia assorbiti da Microsoft. La riduzione, superiore alle attese, avverrà in un anno e costerà a Microsoft 1,1-1,6 miliardi di dollari. n MILANO - Vincent Bollorè sale ancora in Mediobanca, raggiunge il 7%, e al prossimo rinnovo del Cda in ottobre si appresta a proporre uno dei due vice presidenti. Il patto di sindacato che governa la banca ha modificato ieri l’accordo come da attese, sfoltendo le regole del sindacato e abolendone la suddivisione in tre gruppi (banche, soci industriali ed esteri). Scomparsi i gruppi, i candidati designati nella lista verranno decisi seguendo lo statuto della banca e «accogliendo in linea di principio le indicazioni dei partecipanti su base proporzionale» alle rispettive quote. Microsoft taglia 18.000 posti lavoro Bolloré sale al 7% in Mediobanca l ROMA. È emergenza poveri ed emarginati nelle stazioni italiane, spesso uno dei pochi punti di riferimento per i senza fissa dimora nelle città. Fanno preoccupare, infatti, i dati del rapporto annuale dell’Onds, l’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane promosso dalle Ferrovie dello Stato italiane e dall’Anci, giunto alla decima edizione e presentato ieri: nel 2013 sono stati 215mila gli interventi di assistenza effettuati dagli Help center dislocati nelle stazioni italiane, a beneficio di 25mila persone emarginate. Di queste, ben la metà rappresentano «nuovi utenti», soggetti cioè che proprio nel corso del 2013 si sono rivolti per la prima volta a uno dei 14 sportelli/antenna della rete di solidarietà cittadina concessi in comodato d’uso gratuito (per un totale di 18mila metri quadri e un valore immobiliare di più di 120 milioni di euro) dalle ferrovie dello Stato italiane e finanziati dagli enti locali e dal Terzo settore. Complessivamente il 70% degli utenti è rappresentato da stranieri anche se, si fa sapere, la percentuale degli italiani sta progressivamente aumentando. Significativo poi anche il dato secondo cui le porte degli help center si aprono in media 725 volte al giorno, accogliendo 6 persone primi utenti ogni ora. Alla stazione Termini di Roma si è concentrato il picco delle richieste di aiuto, quasi 37mila. A Bari sono stati 10.890 gli accessi e 1.035 gli utenti, dei quali 903 uomini, 87 donne e 33 transgender; anche in questo caso gli stranieri, 695, superano del doppio i 330 italiani. RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 17 Venerdì 18 luglio 2014 PATRUNO Cercansi paradisi dietro ai «no» >> CONTINUA DALLA PRIMA A l presidente del Consiglio hanno sùbito risposto i “comitatini” pugliesi: siamo migliaia di persone, altro che. E molte di loro ti hanno anche votato. Insomma: Matteo, ascolta i cittadini. Puglia in prima linea nei “no”. Ora “no” al gasdotto che porterebbe il gas dall’Azerbaigian. E alle trivellazioni per cercare il petrolio in Adriatico. E al progetto di ampliamento dell’Eni a Taranto. No Tap, no Triv, no Tempa Rossa. Ma prima, “no” al rigassificatore di Brindisi. E “no” anche di altro genere: dalla superstrada Maglie-Leuca, al porto turistico di Otranto, a Marisabella nel porto di Bari. Dodici “no” principali in tutta la Puglia. Materia incandescente, e minacce, come sa chi ne scrive. Frutto di un ambientalismo che divide il mondo in buoni e cattivi. Che il Sud sia stato devastato da scelte fatte in passato sulla sua pelle, non ci sono dubbi. Basta vedere l’Ilva di Taranto. E basta vedere la Terra dei fuochi in Campania, il grande immondezzaio in cui la signora Italia industriale del Nord ha sepolto tutti i suoi veleni con la complicità della camorra e la disattenzione dello Stato. Ferite aperte, che fanno capire la rabbia e la paura di ricaderci. Ma c’è pure frustrazione ed esasperazione di fronte ai 127mila posti di lavoro persi in Puglia negli ultimi tre anni, ai giovani che emigrano, al miliardo di investimenti per la Tap e alle migliaia di nuovi posti cui si potrebbe rinunciare (dopo gli 800 milioni volatilizzati a Brindisi). Anche per aver capito cosa significa un’Ilva spenta, Taranto è spaccata in due. E anche per averlo capito, i Vendola sono sotto processo. Vendola che pure è capo di un partito che ha l’Ecologia nel nome. Sotto processo è la convinzione che sia folle rinunciare all’industria, il grande nemico di un’ideologia senza “se” e senza “ma”. Ma non è la stessa cosa in tutto il Sud. Il sindaco di Taranto dice “no” al progetto Eni di due nuovi grandi serbatoi nel porto per stoccare una quantità maggiore di petrolio della Basilicata: investimento 300 milioni, lavoro, aumento dell’esportazione (e il recupero di una quantità di greggio quasi pari a quello fino a poco fa assicurato dalla Libia in fiamme). Ma in Sicilia il governatore Crocetta ha dichiarato immediatamente guerra al progetto dello stesso Eni di chiudere la raffineria di Gela: la difenderò sino alla fine “a costo di apparire come l’ultimo giapponese del secondo conflitto mondiale”. Soprattutto perché sono in gioco migliaia di posti. E con lui sono gli stessi lavoratori che non si fanno alcuno scrupolo ambientale. In Puglia è in attesa da sei anni anche il progetto tedesco di pale eoliche in mare: “sì” dei ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente, “no” del ministero dei Beni culturali. A parte la riffa dei ministeri che si devono pronunciare, può un progetto aspettare tanto? E non si dovrebbe una volta per tutte capire cosa voglia dire “al largo”, anche perché qui si parla di Gargano? E più che “no” e “sì”, non si potrebbe dire che c’è un problema, quindi affrontiamolo? E poi farsi ricompensare, foss’anche con meno tasse? Ci sono i Paesi del “sì” e i Paesi del “no”. Quelli che di fronte a una proposta dicono parliamone, quelli che dicono non se ne parla nemmeno. I Paesi positivi, i Paesi negativi. Perciò i “no” dei tacciati “comitatini” sono tanto più decisi quanto indecisi sono i loro “sì” alternativi. Piacerebbe a tutti che a Taranto non ci fosse più l’Ilva. Ma non si capisce se il buco nero sarebbe riempito da un paradiso terrestre o da un’altra Bagnoli che da decenni non solo è chiusa e arrugginita, ma neanche bonificata. Ed è vero che la Puglia ha già dato con l’energia (compresa quella pulita), ma è anche vero che al momento non ci sono alternative alla porta. Molesto, questo realismo. Non riscalda le piazze né le teste. Piace a tutti l’Italia vista come la vede il turista globale, un borgo con la piazza e i bar. La foto del Sud. E piace a tutti ascoltare il fotografo-blogger americano Scott Schuman dire che in Puglia ha trovato l’eleganza, dire che è nella gentilezza dei gesti antichi». Piace a tutti ma purtroppo non basta. Cercasi comitato del “no” che ci ragioni su. E comitato del “sì” che si faccia vivo. Lino Patruno SERGIO LORUSSO Non basta un selfie per l’Europa E così Matteo Renzi ha incassato la sua prima sconfitta, consumatasi in Europa: perché di sconfitta si tratta, pur se rimediabile. Il rinvio a data da destinarsi (probabilmente alla fine d’agosto) della nomina dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza costituisce infatti uno stop improvviso e imprevisto alla sua marcia trionfale; un segno, al contempo, dello scarso peso e della limitata considerazione di cui gode il nostro Paese nell’Unione europea, nonostante il nuovo corso renziano inaugurato a colpi di selfie un paio di settimane fa. Se l’Europa, nel discorso pronunciato dal Premier lo scorso 2 luglio (con a fianco Federica Mogherini), si presenta con il volto della stanchezza e in alcuni casi della rassegnazione, o ancora per usare un’espressione sintetica con quello della noia, bisogna dire che l’Italia in quell’autoscatto appare tristemente relegata sullo sfondo, sfocata ed ignorata da tutti. Se si considera che la nomina dell’Alto Rappresentante avviene da parte del Consiglio europeo (l’insieme dei capi di Stato o di governo dei Paesi membri dell’UE coordinato dal suo Presidente) di concerto con il Presidente della Commissione europea (l’esecutivo dell’UE), su indicazione univoca dello Stato membro cui si ritiene di attribuire l’incarico, lo smacco non è da poco. Tanto che un Renzi insolitamente dimesso – e visibilmente contrariato – adesso «chiede solo rispetto» all’Europa, pur senza perdere il gusto della battuta («Ci hanno fatto venire qui per un accordo che poi non c’era […] bastava un sms e risparmiavamo anche i costi dei voli di Stato»). Il nostro Premier ha mostrato scarsa dimestichezza con le logiche assai contorte che guidano i centri del potere europeo; e, soprattutto, ha pensato che bastasse presentarsi al Vecchio Continente, forte dell’enorme consenso ricevuto alle Europee, con spirito guascone per sovvertire equilibri consolidati e rapporti di forza duraturi, per cambiare l’Europa così come ha promesso di cambiare l’Italia. È accaduto, invece, che la candidatura della Mogherini ha suscitato perplessità in molti Paesi, che l’hanno bollata come inesperta e faziosa, additandola di essere filorussa: una delegittimazione sul piano personale, tanto più grave se si considera che si tratta del Ministro degli Esteri in carica dello Stato proponente. Probabilmente ci sono precise strategie dietro l’atteggiamento di alcuni Stati dell’ex blocco sovietico, ma anche della Svezia, della Danimarca, dell’Ungheria, della Gran Bretagna e dell’Irlanda (gli ultimi due pongono l’accento sulla poca esperienza della candidata per un ruolo così importante), o forse il nostro Governo non ha fatto la scelta giusta quando ha deciso di puntare su tale incarico. Eppure l’investitura della Mogherini era stata data per certa da (forse troppo avventate) dichiarazioni del Premier che sembravano anticipare una decisione ormai scontata da parte dell’organismo europeo. Ed è proprio su uno dei requisiti indicati come caratterizzanti della candidatura dal Premier – un politico giovane e donna – che l’iniziativa italiana si è arenata. Poiché la politica per slogan e immagini fatta propria da Renzi in perfetto stile post-berlusconiano non si addice alla vecchia Europa. Vecchia sì, ma emancipata dalle ideologie vecchie e nuove a differenza dell’Italia, sempre pronta a sostituire quelle obsolete con altre “usa e getta”: come quella del “giovane è bello”, figlia (illegittima?) della rottamazione. Anche a costo di tirarci addosso commenti come quello impietoso dell’editorialista del Wall Street Journal Sohrab Ahmari, secondo il quale la Mogherini «ha frequentato le scuole giuste, ha seguito i corsi di laurea giusti, ha fatto gli stage giusti, è stata membro dei giusti gruppi socialisti giovanili, tuttavia non c’è niente nel suo curriculum che possa essere letto come una prova di leadership»; rilevando poi ironicamente che «l’amore per i viaggi calorosamente espresso da Mogherini è un segnale di apertura, una qualità utile per un diplomatico. Tuttavia, la politica estera europea di oggi richiede, oltre che apertura, una leadership salda». Non basta un selfie per conquistare l’Europa. E le tecniche di comunicazione usate con successo dal nostro Presidente del Consiglio in un Paese facile a improvvise infatuazioni e ad altrettanto repentine retromarce, vanno evidentemente rimodulate nel confronto internazionale, privilegiando la sostanza rispetto alla forma, i contenuti rispetto alla retorica. SE PER L’ACQUEDOTTO AVESSIMO FATTO COME PER LA TAP, POVERI NOI... di FABIANO AMATI S e per l’Acquedotto avessimo ragionato come per la Tap, saremmo ancora assetati e nel colera. La maggior parte dei "no" per la Tap, come per la maggior parte delle opere pubbliche italiane, si fondano sulla necessità di conservare l'ambiente e il paesaggio esistenti. Anche a dispetto dei pareri tecnici, soprattutto quando divergono dal "no". Conservare l'ambiente e il paesaggio esistente è però una suggestione. Ben divulgata, ma pur sempre una suggestione. L'ambiente e il paesaggio attualmente visibili ci sono stati tramandati dopo abbondanti trasformazioni e "devastazioni". Ciò che ammiriamo, provando incanto, è generalmente frutto di precedenti interventi umani, compiuti per migliorare le condizioni di vita dell’uomo e anche mutando l'equilibrio naturale. Un bosco, una foresta, un paesaggio agreste o un arenile dorato, sono il frutto di una selezione "genetica" - si faccia passare l'espressione - compiuta dall'uomo. Cioè un continuo distinguere, modificare, sdradicare e distruggere per ammansire il creato, vivere meglio e soprattutto per non morire troppo presto. Il caso dell'Acquedotto pugliese è emblematico. Andare oggi a piedi, di corsa o in bicicletta sul canale principale dell’acquedotto, ci fa molto ambientalisti e salutisti. Ed è un bene. C'è addirittura chi ne chiede la tutela e la conservazione come se fosse un prodotto della creazione, magari plasmato nell'ultima ora del sesto giorno. Ma i fatti non andarono precisamente così. Ogni secolo ha i suoi bisogni da appagare. Ieri come oggi. La costruzione del canale servì ad appagare quello dell’acqua. Quando finalmente la politica stanziò i soldi e i tecnici pensarono di possedere gli strumenti tecnologici per sfidare la natura, si decise che era giunta l'ora. Eravamo alla fine del lontano ‘800. FIUME -A Caposele sorgeva un fiume, il Sele, che sfociava nel mar Tirreno. Ai piedi delle sue sorgenti c'era un piccolo lago. Lì si bagnavano in tanti per ritrovare la salute; per questo le sorgenti furono dedicate a Santa Maria della Sanità. Oggi diremmo, senza sbagliare, che a Caposele si era sviluppata una "paleo" versione del turismo religioso e grazie all'abbondanza d’acqua il paese era produttivamente molto avanzato, costellato di numerosi mulini e tintorie. Per dissetare la Puglia, il sistema idrogeologico e ambientale di Caposele fu radicalmente trasformato e così il “polo” produttivo chiuse i battenti e il turismo religioso sfiorì. Pure il Tempio, dedicato alla Vergine, non fu risparmiato dall’anastilosi. Lo smontarono e ricostruirono a qualche centinaia di metri, lasciando a ricordo nel luogo originario solo il vecchio campanile. L'acqua del Sele cambiò strada, non più verso il Tirreno ma verso l'Adriatico, incamiciata in un canale di duecentoquaranta chilometri, tra perforazioni di monti (gallerie) e scavi in trincea, costruzione di immensi ponti-canale e mastodontici serbatoi di diramazione. Quando ai primi duecentoquaranta chilometri si aggiunsero gli altri centocinquanta del sifone leccese, si celebrò la memorabile impresa costruendo un monumento sull’ultimo lembo del capo di Leuca, modificando l’aspetto di uno splendido dirupo. Quando dal basso guardo la corona dello strapiombo, immaginando com’era prima dell’acquedotto e del monumento celebrativo, può sembrare il trampolino di Leandro per raggiungere la sua amata Ero a Sesto. Si resta senza fiato nel guardare la bellezza della nostra immensa Opera idraulica. E finanche il suo monumento-scalinata di Santa Maria di Leuca. La costruzione dell’Acquedotto pugliese modificò profondamente ambiente, paesaggio e economia, aiutandoci a superare una pre-esistenza di privazioni, impossibili da curare con il rimedio delle cisterne di raccolta delle acque piovane. A pensarci bene, il rimedio delle cisterne per evitare la costruzione dell’acquedotto è molto somigliante a quello del pannello solare sul tetto per appagare le notevoli esigenze energetiche della modernità. L'ambiente e il paesaggio che oggi ammiriamo con la rifrangenza del più grande acquedotto del mondo, non ha quasi niente di naturale. E ciò vale sempre e per quasi ogni lembo della Terra. Il nostro compito è solo stabilire, ora come allora, se un'opera serve all'uomo e ai suoi bisogni, e qual è il luogo, o il percorso, dove il suo insediamento porterà minori modificazioni e rischi. E tutta qui la questione, per la Tap e per ogni altra opera ingegneristica. Se non siamo diventati nemici dell'uomo e delle sue esigenze vecchie e nuove, non è concepibile l’immodificabilità per “ideologia” dell’ambiente e del paesaggio, giunti peraltro a noi già ampiamente modificati. La nostra “vecchia” sete e il colera sono in grado di raccontare al meglio questo dato di fatto. Un passaggio da Caposele sarebbe consigliabile. Per apprezzare la memoria di una città che subì e accettò una trasfigurazione per dissetare i pugliesi. RASSEGNASTAMPA 2 venerdì 18 luglio 2014 STRAGE DI GUERRA Cade Boeing malese «È stato abbattuto» L’aereo con 280 passeggeri a bordo e 15 dell’equipaggio colpito nelle regioni filorusse dell’Est Ucraina ● Accuse tra Kiev e Mosca ● I ribelli: «Noi non abbiamo armi così potenti» ● RACHELE GONNELLI ROMA La coda di fumo nero indica la zona dell’impatto del Boing 777 della compagnia aerea malese abbattuto ieri mentre transitava tranquillo nei cieli più pericolosi e contesi d’Europa, la zona del confine «morbido» e frastagliato che separa le Repubbliche separatiste ribelli a Kiev e il territorio ucraino. I 280 passeggeri e i 15 membri di equipaggio del volo MH17 della Malaysia Airlines era appena partito da Amsterdam alla volta di Kuala Lumpur e stava attraversando lo spazio aereo ucraino quando il radar dell’aeroporto olandese ha percepito la sua posizione per l’ultima volta prima di perderne le tracce. Questo è l’unico dato certo, riferito direttamente dalla compagnia aerea malese, la stessa che ha perso un altro Boing 777 - identico modello - solo quattro mesi fa con altre 239 persone a bordo, aereo in quel caso svanito nel nulla mentre andava da Kuala Lumpur a Pechino sorvolando l’Oceano indiano. Il primo ministro malese Najib Razak di fronte a quest’altra sciagura aerea si è detto «scioccato» con un tweet ma in questo caso gli elementi del mistero sono molto più concreti: chi ha sparato e con quale obice, essenzialmente si fermano a questo. E su questo si accendono roventi accuse reciproche tra le due sponde del conflitto. I separatisti filorussi si proclamano innocenti, dicono di non avere in dotazione alcuna attrezzatura militare atta a colpire un aereo che volava a 10mila metri di altezza, sostengono che casomai può essere stato colpito da un caccia ucraino, un Sukhoi 25, vecchio aereo da combattimento che era in dotazione a tutti i Paesi del Patto di Varsavia e che è ora tra gli armamenti rimasti a Kiev oltre che a Mosca. «Al massimo arriviamo a colpire a tre mila metri», ha riferito un portavoce militare della autoproclamata Repubblica del Donetsk all’agenzia Associated Press. Come contraltare, l’ex magnate del cioccolato e nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko afferma inve- ce che «non è da escludere che l'aereo sia stato abbattuto e possiamo confermare che le forze armate ucraine non sparano a nessun obiettivo in cielo». «Negli ultimi giorni - fa notare - questo è il terzo tragico caso, dopo l'abbattimento di un cargo militare An-29 e di un caccia Su-25 e le nostre forze armate non hanno realizzato alcuna azione per colpire obiettivi in aria». La prima versione dopo il disastro, è che si sia trattato di un missile terra-aria, tipo un BM21 meglio noto come «Grad», magari sparato da un camion lanciamissili mimetizzato e nascosto direttamente in territorio russo, come ipotizza una rivista di studi strategici americana. Un mezzo della contraerea del vecchio sistema missilistico sovietico Buk, che essendo dotato di radar intercettori in questo caso avrebbe evidentemente sbagliato bersaglio. Ma l’ambasciatore russo all’Onu da New York ha subito respinto l’insinuazione: «Noi non lo abbiamo fatto», ha tagliato corto. Aggiungendo: «È un’ipotesi assurda come del resto tutte le accuse fin qui mosse da Kiev alla Russia». Secondo quanto lasciano trapelare fonti filo-russe però una divisione di mezzi del sistema Buk rimasta in dotazione alle forze armate ucraine era stata trasferita al distretto di Donetsk proprio poco prima dello schianto del Boeing malese. Mentre, sempre a sentire l’agenzia Interfax, un altro battaglione dotato degli stessi missili terra-aria era diretto alla volta di Kahrkhiv. E in effetti questi tipi di missile che la Nato chiama «Gadfly» cioè Tafano, trasportati da lanciatori a quattro missili montati su cingolati, possono arrivare a colpire a 14 chilometri di distanza. L’ogiva tuttavia resta di incerta attribuzione. Due inchieste sono già partite per cercare la verità: una l’ha annunciata il presidente ucraino Poroshenko e l’altra, probabilmente più attendibile, è stata avviata dal governo della Malesia. Altro elemento non così sicuro è il luogo in cui la carlinga si è schiantata al suolo. Si tratta di un terreno agricolo nei pressi del villaggio di Grabovo, in territorio controllato dai filorussi, a circa quaranta chilometri dalla frontiera russa. Nelle foto scattate sul posto non si vede una vera e propria carcassa, ma tanti pezzi anneriti e sparsi in un raggio di una quindicina di chilometri. In quest’area sono stati rinvenuti i primi cento corpi delle vittime. Vladimir, un contadino della zona intervistato dall’agenzia Reuters ha reso questa testimonianza: «Stavo lavorando nel campo sul mio trattore, ho sentito il rumore di un aereo poi un botto e dei colpi. Ho visto l’aereo a terra diviso in due, c’era un fumo nero denso». Ma secondo ciò che scrive sul suo sito ufficiale l’altra Repubblica separatista, quella della regione confinante del Luhansk esisterebbero «testimoni oculari che hanno visto il Boeing 777 attaccato da un caccia ucraino che lo ha spezzato in due» e la carcassa si troverebbe non tra nel Donetsk ma nel Luhansk, appunto. E così si può dire solo che l’aereo passeggeri è stato colpito in volo mentre viaggiava da ovest verso est. Tutto il resto, se mai sarà chiarito in mezzo ai venti di guerra, per ora rimane sotto una spessa coltre di fumo nero. .. . Kuala Lumpur annuncia un’indagine governativa per appurare responsabilità della strage «I corpi disseminati per 15 chilometri» VIRGINIA LORI [email protected] Un inferno sparso sul terreno. Come dopo un’esplosione o un bombardamento. È questa l’impressione che suscita il luogo in cui l’aereo della Malaysia Airlines si è schiantato. I soccorritori giunti sul posto parlano di un panorama agghiacciante. Testimoni oculari hanno riferito la scoperta di diverse decine di cadaveri dei passeggeri dell’aereo. L’area è nei pressi del villaggio di Snezhnoe, nella regione di Donetsk. Per un’ampiezza di almeno un chilometro quadrato. I separati- sti filorussi hanno riferito di aver già rinvenuto nel luogo dove è caduto il Boeing malese, in una zona verde dell’Ucraina dell’est, decine di corpi, tra cui molti di bambini. Tra le vittime, secondo fonti statunitensi, ci sarebbero anche 23 cittadini Usa. Anche l’unità di crisi della Farnesina ha affermato di essere in contatto con la rete diplomatica consolare per verificare l’eventuale presenza di italiani a bordo. Andrei Purghin, primo vicepremier dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, ha promesso che le scatole nere, appena verranno ritrovate, saranno consegnate alle autorità russe «per una indagine obiettiva». La rabbia di Mosca per le nuove sanzioni occidentali L e sanzioni contro la Russia «saranno un boomerang». Così ha risposto il presidente russo Vladimir Putin al nuovo round di misure restrittive decise dagli Stati Uniti e annunciate dall’Unione europea, prima della notizia dell’abbattimento dell’aereo di linea malese. Dopo mesi di avvertimenti e misure poco più che simboliche questa volta il presidente statunitense Barack Obama ha deciso di colpire al cuore degli interessi economici di Mosca annunciando sanzioni contro banche, aziende energetiche e industrie della difesa. In particolare sono stati presi di mira i quattro colossi del Paese: l’azienda petrolifera di Stato Rosneft, la banca Gazprombank, l'azienda del gas Novatek e la banca russa per lo sviluppo economico Vnesheconombank. Sono stati anche congelati i vincoli finanziari di diversi fabbricanti di armi, tra cui Kalashnikov. In totale sono 15 le aziende colpite dalle misure americane. Non toccata dalle sanzioni Gazprom, la compagnia petrolifera numero uno che esporta energia all’Europa. Inoltre, sono state annunciate misu- L’ANALISI MARCO MONGIELLO BRUXELLES Le norme varate «saranno un boomerang» Washington contro banche e aziende russe Anche i Paesi europei verso nuove restrizioni re contro la Repubblica popolare di Lugansk e la Repubblica popolare di Donetsk, e contro Aleksandr Borodai, primo ministro di Donetsk. Alla lista dei 21 funzionari russi sanzionati a marzo, ne sono stati aggiunti altri otto. Nell’elenco c’è anche Sergey Besesda, capo del Servizio del Fsb, i servizi segreti eredi del Kgb. A convincere Washington a fare questo nuovo passo sono state le notizie arrivate dalle regioni orientali dell’Ucraina dove i separatisti filorussi continuano a ricevere il sostegno dell’esercito di Mosca. Diversi video hanno documentato il passaggio di convogli di armamenti russi diretti verso le roccaforti dei ribelli dell'Ucraina orientale. Il Cremlino però continua a negare ogni coinvolgimento. Le sanzioni, ha detto Putin ai giornalisti convocati in conferenza stampa, «spingeranno le relazioni tra Stati Uniti e Russia in un vicolo cieco e sono certo che danneggeranno gli interessi statunitensi a lungo termine». Le nuove tensioni hanno spinto al ribasso le borse mondiali, spaventate ulteriormente dalle temute conseguenze dell’abbattimento dell’aereo di linea ma- lese. A subire le conseguenze più pesanti sui mercati è l’economia russa, a partire dal crollo del rublo. L’indice della borsa di Mosca ha perso il 2,5%, mentre Rosneft ha chiuso la giornata con un meno 4,3%. Secondo il premier russo Dmitry Medvedev però queste sanzioni «non metteranno in ginocchio nessuno». SI DISCUTE A BRUXELLES Da parte loro i leader dei 28 Stati membri dell’Ue, riuniti mercoledì sera a Bruxelles, hanno deciso di varare nuove sanzioni contro la Russia, che però dovranno essere concordate entro la fine del mese. «Purtroppo non sono stati fatti progressi sull’attuazione delle nostre richieste – ha spiegato la Cancelliera tedesca Angela Merkel - e per questo faremo nuove sanzioni perché riteniamo che il contributo della Russia sull’Ucraina non sia ancora sufficiente». Secondo il presidente uscente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, «il flusso di armi e personale sul confine è ininterrotto e la violenza continua». Il Consiglio europeo ha quindi deciso di stilare una nuova lista di «entità e persone, anche provenienti dalla Federazione Russa, che stanno materialmente o finanziariamente supportando le azioni contro l’Ucraina», di sospendere le nuove operazioni finanziarie della Banca europea per gli investimenti in Russia e di «rivalutare e potenzialmente sospendere» l’applicazione dei programmi di cooperazione tra Russia e Ue. Si è deciso anche di restringere gli investimenti in Crimea chiedendo alle istituzioni finanziarie internazionali di fare lo stesso. Secondo il ministero degli Esteri russo l’Ue «ha ceduto al ricatto americano e, andando contro i propri interessi, ha seguito la strada delle sanzioni». Ma per il premier ucraino Arseny Yatseniuk il coordinamento tra Bruxelles e Washington sul nuovo round di sanzioni è il segno che «tutti i tentativi della Russia di dividere l’Ue e di impedire un accordo tra Ue e Usa sono destinati al fallimento». Soddisfatto anche il presidente russo Petro Poroshenko, secondo cui «il Consiglio europeo ha fatto un passo importante in sostegno della sovranità, della integrità territoriale e dell’indipendenza dell’Ucraina». Ora, ha concluso Poroshenko, «aspettiamo la risoluzione del Parlamento europeo». RASSEGNASTAMPA 3 venerdì 18 luglio 2014 Squilla il telefono rosso: Vladimir Putin avverte Obama È I soccorsi sul luogo dello schianto del Boeing 777 della Malaysia Airlines FOTO DI MAXIM ZMEYEV/REUTERS Testimoni dell’agenzia di stampa Reuters, che hanno raggiunto il luogo dello schianto dal vicino paese di Grabovo hanno riferito di decine di corpi disseminati tra i resti fumanti dell’aereo in una zona di campagna. Un altro soccorritore ha detto che finora sono stati contati circia cento corpi e che i frammenti dell’aereo sono disseminati in un’area di circa 15 chilometri. Nel Consiglio di Sicurezza delle autorità separatiste di Donetsk hanno riferito che sono rimasti feriti anche i residenti locali. Infatti, abitanti locali sarebbe rimasti coinvolti dallo schianto, che si è protratto per diversi chilometri. Altri testimoni oculari hanno riferito la notizia del rinvenimento di rottami del Boeing 777 in fiamme e di parti dei cadaveri dei passeggeri e dei loro effetti personali sparse all’interno del paesino di Grabovo. In serata è giunta la ricostruzione del sito ufficiale della Repubblica di Lugansk, in mano ai separatisti filorussi. La comunicazione si basa su testi- monaze oculari e si può leggere che: «dei testimoni hanno visto il Boeing 777 attaccato da un caccia ucraino. Il Boeing si è spaccato in due ed è caduto nel territorio della repubblica di Lugansk. Dopo l’attacco il caccia è stato abbattuto ed è caduto sullo stesso territorio». Da parte ucraina è emersa l’ipotesi che il volo fosse stato abbattuto da un sistema missilistico Buk. Il Consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina Anton Gerashchenko che ha scritto sulla sua pagina Facebook, che lo schianto di un aereo malese ha ucciso quasi 300 persone. Secondo lui, l’aereo stava volando ad un’altitudine di 10mila metri ed è stato abbattuto dal sistema missilistico anti-aereo «Buk». Una divisione Buk era appena stata mandata da Kiev a Donetsk. Le milizie filorusse hanno detto di non avere armi in grado di abbattere un aereo passeggeri ad un’altitudine di 10mila metri. stato lo stesso presidente russo Vladimir Putin ad avvertire il presidente degli Stati Uniti Barack Obama del disastro aereo avvenuto in Ucraina attraverso il cosiddetto «Telefono Rosso», la linea di comunicazione diretta tra la Casa Bianca e il Cremlino. Secondo il Cremlino nel corso di una telefonata preventivamente concordata, «il leader russo ha informato il presidente degli Stati Uniti che gli era arrivato poco prima della telefonata un messaggio dal controllo del traffico aereo locale che lo avvertiva dello schianto di un aereo malese sul territorio dell’Ucraina». I due presidenti hanno anche discusso nel dettaglio la grave crisi in Ucraina. Putin aveva - secondo il Cremlino - ribadito la necessità della cessazione immediata e incondizionata delle ostilità da entrambe le parti nel sud-est dell’Ucraina, che ha provocato numerosi morti e costretto centinaia di migliaia di ucraini a cercare rifugio in Russia. Putin ha posto l’accento sul fatto che Mosca non può più accettare i cecchini ucraini che sparano aldilà del confine in territorio russo, che hanno causato numerose vittime. È stata anche l’occasione per parlare delle nuove sanzioni imposte dagli Usa. Putin ha, infatti, espresso grave disappunto per la decisione di un’altra tranche da Washington di sanzioni, capaci di «danneggiare le relazioni bilaterali». Obama ha avvertito il collega russo che «ulteriori passi sono allo studio» se la Russia non cambia strada sull’Ucraina, secondo quanto ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, sottolineando che la telefonata è avvenuta su richiesta di Mosca dopo il varo di ulteriori misure che hanno colpito alcune grandi banche e aziende dell’energia e della difesa. Nel corso della conversazione, Obama ha ribadito la priorità del rispetto dell’integrità territoriale dei Paesi, sottolineando «chiaramente che la comunità internazionale, gli Stati Uniti e i nostri alleati europei sono pronti a prendere iniziative e imporre costi economici sulla Russia se non si rispettano queste norme basilari», ha aggiunto Earnest. Tuttavia Earnest ha aggiunto di non sapere se la discussione sia avvenuta prima o dopo che Obama ricevesse notizia che il volo potrebbe essere stato abbattuto. Earnest ha puntualizzato che Putin ha chiamato Obama per discutere soprattutto delle nuove sanzioni imposte da Washington sulla Rus- IL DOSSIER ROBERTO ARDUINI [email protected] «Il leader russo ha informato il presidente degli Usa del messaggio giunto dal controllo del traffico aereo locale che riferiva dello schianto» VITTIME «Moltissimi cittadini di Paesi occidentali erano a bordo» Mentre l’unità di crisi della Farnesina sta verificando l’eventuale presenza di italiani, ci sarebbero moltissimi cittadini di Paesi occidentali che viaggiavano sull’aereo precipitato in Ucraina. Nove i cittadini britannici e «numerosi» quelli olandesi. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha affermato che ci sono «almeno» quattro cittadini francesi. «Stiamo provando a verificare la presenza di cittadini statunitensi», ha detto Barack Obama, appena giunto in visita nel Delaware. La portavoce del dipartimento di Stato, Jen Psaki, non ha potuto confermare la voce che sul volo ci fossero 23 cittadini Usa. Il nostro debito verso quei morti IL COMMENTO PAOLO SOLDINI SEGUE DALLA PRIMA Forse non lo sapremo mai, perché la logica dei conflitti moderni rifiuta e disprezza l’obbligo della verità e della trasparenza. Sia stata una mostruosa provocazione o un errore, è anche possibile che nessuno potrà mai dare ai parenti e agli amici di quei morti la consolazione, minima ma dovuta, di sapere perché è toccato proprio a loro. Una cosa però la sappiamo. Quello che accade in quella parte d’Europa riguarda tutta l’Europa. Quella guerra è intollerabile e lo era anche prima che sacrificasse i 295 sventurati che avevano preso quell’aereo ad Amsterdam, una delle nostre capitali. Non c’è rivendicazione di identità, non c’è diritto di sentirsi appartenente a una etnìa, a una lingua, a una religione, a una nazione che giustifichi la scelta di prendere le armi e sparare. Non c’è in nessuna parte del mondo, ma crediamo di poter dire che c’è meno che mai in Europa, perché questo è il continente cui la Storia ha buttato in faccia le estreme conseguenze cui porta l’odio tra le nazioni e tra i popoli. Ha visto il Grande Macello di due guerre totali, ha visto Auschwitz. E poi - ed è cronaca più che storia - ha visto i massacri delle guerre balcaniche. Ha visto Srebenica. E allora, se sull’onda della tristezza e della pietà per quei 295 innocenti sacrificati c’è una riflessione da fare, essa riguarda le nostre incompiutezze, le nostre insufficienze, le nostre ipocrisie e reclama un’autocritica onesta. L’Europa, si dice, vive in pace da quasi settant’anni e questo non era mai successo prima. Ha imparato le durissime lezioni della propria storia e ha ingabbiato nazionalismi e intolleranze in un sistema politico-istituzionale maturo e democratico che è cresciuto dalla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio all’Unione di oggi, attraversata da mille tensioni e da mille particolarismi, certo, ma che ha relegato l’idea stessa di un conflitto armato tra le nazioni tra gli eventi impossibili. Fantasmi che non ci spaventano più. E però attenzione. Ai margini di questa Europa ce n’è una che vive ancora in un altro pianeta, in cui la guerra non è un evento impossibile, ma una possibilità, una prospettiva, una paura per moltissimi, ma un desiderio, una tentazione, un gioco .. . Va ripreso il filo del negoziato, di tutti i negoziati, per tornare finalmente alla ragione della politica per altri. E spesso per quelli che hanno il potere di farla, la guerra. L’abbiamo visto nei Balcani. Lo stiamo vedendo in Ucraina e, in dimensioni ancor più tragiche, nel Medio Oriente, che dall’Europa è separato da un piccolo mare che è il più frequentato del mondo. Dobbiamo sentirci in colpa, per quest’altra Europa. Perché non siamo stati capaci di offrire speranza alla sua gente, perché non abbiamo fatto abbastanza per mediare, per negoziare, per aiutare le forze che la guerra la rifiutano e cercano le vie d’un compromesso. Perché siamo venuti noi, a compromesso, con i nostri interessi, con le nostre compiacenze verso élites che non vogliono la pace. Dobbiamo riprendere il filo del negoziato, di tutti i negoziati che possono allentare le tensioni e portare verso la ragione. È il debito che abbiamo, anche noi, verso quei 295 morti. sia. Obama, ha affermato ancora la Casa Bianca, ha dato direttive al proprio staff di tenersi in costante contatto con il governo ucraino. LINEA MORBIDA Le sanzioni volute da Washington prendono di mira l’economia russa, compresa l’industria della difesa, ma pare evidente che non esiste ancora la volontà di provocare danni consistenti alla Russia, un passo che fonti dell’amministrazione Usa fanno capire sarà preso solo in caso di un’invasione a largo raggio dell’Ucraina ordinata da Putin. Le sanzioni non sono una sorpresa, dati i vari incontri organizzati a tal scopo tra i vari leader europei e Obama. Negli ultimi mesi la Russia è stata ripetutamente accusata di interferire nella situazione Ucraina, fornendo supporto militare e logistico ai dissidenti filorussi e violando continuamente i confini del Paese. L’immediata cessazione di ogni azione volta a minare l’integrità territoriale dell’Ucraina, attraverso uno stop al flusso di armi e combattenti russi che ogni giorno ne attraversano la frontiera, sono il pre-requisito necessario affinché si possa giungere ad un alleggerimento delle sanzioni. Da Washington per adesso vengono prese di mira grandi banche e aziende dei settori della difesa e dell’energia, tra cui alcuni dei colossi russi più potenti. Obama ha annunciato che la sua amministrazione imporrà sanzioni anche ad altre otto aziende del settore difesa e spazio e contro alcuni individui, tra cui quattro funzionari del governo di Mosca, compresi un consulente di Putin e un alto manager del Federal Security Service. «Abbiamo detto da tempo che la mancanza da parte di Mosca di intraprendere passi per allentare la tensione in Ucraina mette la Russia a rischio di un maggiore isolamento e di maggiori conseguenze economiche», ha voluto precisare di nuovo ieri il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest dopo aver riferito della telefonata tra Obama e Putin. Le misure adottate dagli Usa, scrive il New York Times, non arrivano a tagliare fuori interi settori dell’economia russa, come minacciato in passato, ma rappresentano un significativo passo avanti rispetto alle restrizioni ai visti e alle attività finanziarie imposte finora ad una serie di personalità politiche e del mondo della finanza di Mosca. Un aspetto sottolineato anche da funzionari della amministrazione Obama. Malaysia, in quattro mesi due sciagure Anno nero per la Malaysia Airlines, la compagnia di bandiera del Paese del sud-est asiatico che in quattro mesi ha perso due Boeing 777 che volavano con centinaia di persone a bordo. L’8 marzo il volo MH730, un Boeing 777-200ER, è scomparso nel nulla con 239 persone a bordo mentre era diretto a Pechino da Kuala Lumpur. Mesi di ricerche, con centinaia di uomini e mezzi impegnati a scandagliare un tratto vastissimo dell’Oceano Pacifico meridionale, non hanno permesso finora di spiegare cosa sia successo e dove sia finito. L'ipotesi più credibile è che sia stato il pilota a cambiare rotta con un folle gesto di cui ancora non sono note le motivazioni. Ora la seconda tragedia accaduta al volo MH17, con un identico modello di aereo caduto con 295 persone a bordo nella regione orientale ucraina di Donetsk mentre era in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur. RASSEGNASTAMPA 4 venerdì 18 luglio 2014 LE RIFORME Incontro Pd-M5S nuove prove di dialogo ● Renzi partecipa anche al secondo round, due ore di botta e risposta soprattutto con Di Maio ● I grillini disponibili al doppio turno di lista il premier apprezza e non chiude sulle preferenze NATALIA LOMBARDO @NataliaLombard2 Alla fine del secondo match tra Pd e Cinque Stelle le porte restano aperte, le distanze sono variabili ma Matteo Renzi le vede più vicine, sia sulla legge elettorale che, anche se non erano sul tavolo, sulle riforme costituzionali: «Mi pare che fra le nostre proposte e le vostre non ci sia il Rio delle Amazzoni, ma un ruscello, scriviamo cosa resta in piedi e cosa no». Il doppio turno tra liste e non fra coalizioni, le preferenze, l’immunità, sono i possibili punti di contatto da ridiscutere «entro 15 giorni, il 1 agosto», promette Renzi, «dopo l’approvazione delle riforme in Senato». Da parte dei Cinque stelle una delusione di facciata per «non avere avuto risposte precise», ma anche la soddisfazione per l’apertura sulle preferenze e sull’immunità, di cui Renzi fa notare di non godere in quanto non eletto. Quasi due ore di faccia a faccia nella sala del Cavaliere al primo piano di Montecitorio, in una diretta streaming, con singhiozzi tecnici. Renzi non solo ha deciso di partecipare, chiedendo un rinvio alle tre, ma ha tenuto le redini dell’incontro, prima un po’ defilato e rilassato in jeans e camicia bianca, poi con piglio deciso e giacca infilata («mi è arrivato un sms. “quanto ti sei ingrassato”») comincia un duetto con Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera che capeggia la delegazione 5 Stelle. Da una parte del tavolo con il premier ci sono Gianclaudio Bressa, una Bibbia vivente in fatto di legge elettorale, la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani, Alessandra Moretti e il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza. Di fronte, i grillini: con Di Maio, Danilo Toninelli e i capigruppo Paola Carinelli e Vito Petrocelli, pressoché silenti. Di Maio è il fautore della nuova linea dialogante del M5S condivisa con Casaleggio ma alla quale ora Beppe Grillo fa buon viso a cattivo gioco: «Sto seguendo la diretta streaming dell'incontro M5S Pd. I nostri ragazzi come sempre sono fantastici e competenti», commenta Grillo su Facebook. Da parte sua Renzi è «contento», apprezza i «passi avanti» e le aperture ma si chiede se Di Maio «se li porta tutti, il problema è cosa succede al loro interno». In Rete è già leader «for president», ma il dialogo col Pd non è ben visto. I 5 stelle hanno messo sul tavolo cinque proposte: sul ballottaggio, sulle preferenze, su immunità e stop ai condanni in Parlamento, no a candidature in più circoscrizioni. La prima apertura che incoraggia Renzi è quella sul doppio turno con voto di lista. L’idea M5s è un primo turno proporzionale senza sbarramento e, se nessuno raggiunge il 50%, un doppio turno di lista .. . Il premier: «Passo avanti speriamo che tutti seguano Di Maio». Grillo: «Nostri ragazzi fantastici» (tra i partiti e non fra la coalizione), con premio di maggioranza al 52%. E diritto di tribuna per i piccoli partiti. Sulle preferenze non chiude invece Renzi, «vediamo dove si trova il punto di caduta» anche con gli altri. A tratti il match prende i toni del talk show, Di Maio vuole incassare dei risultati sulla legge elettorale, il premier vuole andare avanti sul dialogo e ferma Moretti e Serracchiani quando rimproverano le precedenti chiusure; ma non fa passare a Toninelli una battuta su «deve chiedere a Arcore?»: «Battuta simpatica», ribatte Renzi, «ma tradisce il tentativo di fare polemiche», poi con Speranza chiede il rispetto e i toni non insultanti, «perché per me dire che sono un pidduista è un insulto, non so per voi..». Renzi saggia il terreno sulle riforme costituzionali: «Quali sono i vostri no?». «La non elettività del Senato, le troppe firme per i referendum», risponde Di Maio, che accusa Renzi di aver temporeggiato e di non essersi confrontato con gli altri partiti: «Se voi dite a me che sono un bradipo per averci messo una settimana, voi che ci avete messo sei mesi a rispondere cosa siete?», ribatte il premier che assicura: «15 giorni e si chiude». Ma contrattacca alla toscana: «Io sono un pericoloso e autoritario bradipo, ma voi siete pericolosamente vicino… e potete diventare autoritari come noi se vi sforzate soltanto un pimpirimpillino...». Altra richiesta M5S, il «vaglio preventivo di costituzionalità» della legge elettorale sul ballottaggio, poi la diminuzione dei parlamentari e dell’indennità. Il premier è tranchant: «Portiamo i parlamentari da 945 a 615, calano anche le indennità, è meglio un uovo oggi che una presunta gallina domani...». Però concede ai 5 Stelle di andare a vedere i loro emendamenti sulla Sanità nel Titolo V. Insomma, la porta del dialogo è aperta. Di Maio, dopo l’incontro la apre anche ai giornalisti: «Io ho iniziato il conto alla rovescia, ne parlino all’interno del Pd e nel governo ma ci diano una risposta il prima possibile» L’M5S resta all’opposizione ma «se Renzi non riesce a portare una sintesi, allora dovremmo guardare da un’altra parte, anche con i micropartiti». Come Forza Italia, che tanto «micro» non è. Ma un confronto a Arcore? «Mai», conclude Di Maio. Maroni, le indagini sui viaggi per Expo U no dei due contratti di consulenza costati l’iscrizione di Roberto Maroni nel registro degli indagati della procura di Busto Arsizio, Varese, è quello di Maria Grazia Paturzo, già collaboratrice della portavoce dell’ex ministro dell’Interno. Secondo la procura bustocca, Maroni e il capo della sua segreteria Giacomo Ciriello avrebbero fatto pressioni affinché la società Expo 2015 assumesse Paturzo per fare da trait d’union tra Expo e la Regione, e organizzare eventi come il «World Expo Tour» e il tour delle province lombarde. Ed è proprio lì che i pm Eugenio Fusco e Pasquale Addesso stanno guardando per verificare, prima di tutto, che il contratto della professionista non fosse fittizio. Nel farlo si sono IL CASO GIUSEPPE VESPO twitter@iusve Fonti vicine all’inchiesta: «Trasferte in stile Prima Repubblica». La Procura mette nel mirino anche l’assunzione di una collaboratrice imbattuti in uno degli ultimi viaggi del tour promozionale dell’Esposizione, quello che a giugno ha portato a Tokyo una delegazione della Regione guidata dal vicepresidente Mario Mantovani. Se- Tra aperture e trattative, difficile soddisfare Fi e 5stelle M ani libere per trattare fino in fondo, con chiunque, fino all’ultimo giorno, che sarà «dopo la riforma del Senato e alla vigilia di quando andremo in aula per votare la nuova legge elettorale». Le quasi due ore in diretta streaming del duello Renzi-Di Maio e rispettive squadre certo non dipanano la matassa delle riforme e delle relative alleanze. Anzi, certificano che Italicum, monocameralismo e riforma del Titolo V sono pagine della stessa intricatissima storia e che tutte le alleanze, e maggioranze, sono e saranno possibili «purché si facciano le riforme». Com’era prevedibile, Renzi non chiude con nessuno e solletica una volta di qua e una volta di là. A seconda di chi gli dà di più. E in questo momento ha bisogno di tutti, dai 5 Stelle a Forza Italia, con circa 7.850 emendamenti (è il numero fascicolato dagli uffici di palazzo Madama) che incombono sulla riforma costituzionale. «La dobbiamo approvare in due settimane» è il nuovo cronoprogramma di palazzo Chigi. «Noi abbiamo presentato solo 200 emendamenti, guardi piuttosto dalle sue parti Presidente» gli ha ricordato Di Maio riferendosi ai seimila IL RETROSCENA CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Un’intesa su preferenze e ballottaggio di lista farebbe saltare il patto del Nazareno. Il premier tiene aperti tutti i forni E ammicca a ogni maggioranza emendamenti presentati da Sel su cui i margini di trattativa sono quasi inesistenti. Tenere aperti i famosi forni significa fare le aperture giuste al momento giusto, una volta sta sulle spine Forza Italia, un’altra volta Ncd, e d’ora in poi vanno contati anche i Cinque stelle. Sulla legge elettorale, ad esempio, il premier apre alle preferenze e al secondo turno di ballottaggio tra liste, però, e non tra coalizioni. Ripetendo ogni volta il mantra «le riforme devono essere fatte con tutti quelli che ci stanno e più siamo e meglio è», il presidente del Consiglio ammette che «sulle preferenze non può essere così difficile trovare un punto di caduta». Sarebbe come stracciare in coriandoli il patto del Nazareno stretto con Berlusconi e Verdini che vedono le preferenze come il diavolo. E sarebbe invece un invito a nozze per Ncd, centristi e una buona fetta di Pd che pone come condizione imprescindibile «il voto di preferenza o i collegi uninominali». Di Maio boccia le pluricandidature (concessione questa a Berlusconi e Alfano) ma dà il via libera anche alle primarie per legge. Il Pd già le fa. Su questo si spaccherebbe la destra: il niet di Berlusconi è categorico e Alfano (Ncd) e Meloni (Fratelli d’Italia) ci hanno entrambi sbattuto la fronte un paio d’anni fa. La sintesi, «il punto di caduta che può essere trovato», resta sospeso ma è ciò di cui si parla: capolista indicati dai partiti, gli altri eletti con preferenze. Quando si dice mediare. «Governabilità», ripete Renzi. «Rap- presentanza» incalza Di Maio. Il secondo turno con ballottaggio strappato con fatica a Berlusconi, al tavolo Pd-M5S cambia colorazione: doppio turno di lista e non di coalizione, una formula che lascia vivi i partiti, anche più piccoli, e uccide i sogni di bipolarismi netti. «Premio al partito e non alla coalizione» aggiunge Renzi. Anche questo non c’è nel patto del Nazareno. E sarà difficile introdurlo. È un momento preciso dell’incontro quello in cui il premier cambia partita e dalla legge elettorale passa alla riforma costituzionale. «Siete d’accordo sul monocameralismo e sulla semplificazione delle funzioni, non mi pare siate così lontani da noi» dice Renzi che avrebbe tanto bisogno a palazzo Madama dei voti M5S per togliere peso ai dissidenti, in casa e fuori. Di Maio e Toninelli ricordano che per loro è «decisivo e dirimente che il Senato sia elettivo» e che i deputati «siano ridotti a 470». Opzione non negoziabile per palazzo Chigi anche se potrebbe avrebbe una maggioranza larga, i famosi 2/3 antireferendum. Inutile insistere, adesso. Meglio andare a vedere altro. L’immunità, ad esempio. I Cin- que stelle vogliono toglierla. Anche il governo voleva, salvo poi ritrovarla scritta nel passaggio in Commissione. È un tasto su cui Forza Italia, ma non solo, può far saltare i tavoli. «Noi siamo disposti a cambiare se sono tutti d’accordo» avverte il presidente del Consiglio. «Dovete andare ad Arcore a chiedere il permesso?» provoca Toninelli. Renzi accusa il colpo: «Io l’immunità non ce l’ho contrariamente a voi che siete parlamentari». Quando si sfiora il Titolo V, la divisione dei poteri tra Stato e Regione, tra Renzi e Di Maio scoppia quasi l’amore. I Cinque stelle chiedono di portare la sanità tra le competenze esclusive dello Stato: «Basta con venti sanità diverse, una per ogni regione». Miele per il premier che, fosse stato per lui, i poteri alle regioni li avrebbe tolti tutti. Ma s’è messo per traverso Calderoli. «Guai a chi leva poteri alle regioni» ha avvertito il relatore leghista che potrebbe fare saltare il banco fino all’ultimo emendamento. Lunedì (ore 16) si comincia a votare a palazzo Madama. E su ogni emendamento, ogni maggioranza sarà possibile. Che poi è il senso reale dell’incontro di ieri. RASSEGNASTAMPA 5 venerdì 18 luglio 2014 Forza Italia sotto coperta in attesa della sentenza Ruby Oggi la Corte d’Appello in camera di consiglio. I ribelli frenano. Polverini: «Pausa di riflessione» ● FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan L’incontro di ieri fra il Pd e i 5 Stelle in diretta streaming dalla sala del Cavaliere a Montecitorio condo fonti vicine alle indagini citate dall’Ansa, quello nella capitale giapponese sarebbe stato un viaggio in stile «prima Repubblica». Un modo per dire che non si sarebbe badato a spese. La procura sta sentendo in questi giorni diversi funzionari regionali e di Expo, e non è escluso che possa aprirsi un nuovo filone d’indagine sui viaggi del «World Expo Tour». UN MILIONE PER GIRARE IL MONDO Intanto Maroni si difende dicendo che da quando c’è lui alla guida della Lombardia i costi delle missioni istituzionali si sono ridotti: «Controllate pure». A questo proposito, la Regione ha fatto sapere che «la delegazione» spedita in Giappone «era composta solo da quattro persone compreso lo stesso Mantovani, e ha avuto un costo totale inferiore a 25mila euro: numero di partecipanti e costi infinitamente inferiori a qualunque altra missione svoltasi durante la cosiddetta Prima repubblica e anche negli anni più recenti». Ma le opposizioni al Pirellone chiedono i dettagli, vogliono avere conto di tutti i viaggi effettuati in nome di «World Expo Tour». Mentre in cosa consista il progetto lo dice l’accor- do di programma «per lo sviluppo del sistema lombardo 2010-2015», riportato nella delibera di Giunta di marzo, numero 1479. Si tratta di «una serie di eventi e missioni internazionali volte a promuovere l’Esposizione Universale, accrescere la partecipazione e consolidare i rapporti economici e istituzionali con l’estero». Costo previsto per le casse regionali, un milione e 350 mila euro. Le missioni già concluse sono quelle di Barcellona, Parigi, Dublino, Berlino, Tokyo, ma in agenda ce ne sono molte altre. L’inchiesta della procura di Busto è appena cominciata. Maroni e il suo collaboratore Ciriello, sono indagati per induzione indebita: non potendo assumere consulenti nello staff del governatore, per timore di eventuali rilievi della Corte dei Conti, secondo gli investigatori avrebbero fatto pressioni su funzionari di Expo 2015 per mettere sotto contratto Paturzo per una consulenza da oltre 5 mila euro al mese. Mentre l’altra ex collaboratrice di Maroni all’epoca del Viminale, Maria Carluccio, avrebbe avuto un contratto da 29 mila euro annui con Euopolis, l’istituto regionale di ricerca e statistica. Anche qui, la procura vuole vederci meglio. L’occhio del ciclone - ovvero la calma innaturale intorno a cui si scatena la tempesta - durerà presumibilmente fino a stasera. Quando è attesa la sentenza d’appello a carico di Silvio Berlusconi per il processo Ruby dopo la condanna in primo grado a 7 anni per concussione e prostituzione minorile. I giudici milanesi entreranno stamattina in camera di consiglio, mentre l’ex Cavaliere si recherà come ogni venerdì dagli ospiti di Cesano Boscone. Fino a quel momento, toni bassi e dossier rinviati: le riforme istituzionali come anche il deficit di democrazia interna che i ribelli di Raffaele Fitto vorrebbero colmare «dal basso». Niente cene di autoconvocati, niente riunioni, conciliaboli con il numero massimo di tre persone, e silenzio con i media. «Evitare provocazioni e inasprimento dei toni» ha Perché, come al solito e soprattutto negli ultimi due anni, il futuro è appeso a una decisione non politica bensì giudiziaria. A Milano, il procuratore generale ha chiesto la conferma dei 7 anni. Gli avvocati dell’ex premier, Franco Coppi e Filippo Dinacci, nelle rispettive lunghe arringhe hanno invece «reclamato» l’assoluzione. Sostenendo che per quanto riguarda i rapporti con Karima El Mahroug, sebbene le cene ad Arcore siano state effettivamente più «scollacciate» che eleganti, mancherebbe l’effettiva prova del sesso a pagamento con l’allora minorenne marocchina. Mentre per quanto riguarda la concussione realizzatasi con la telefonata al capo di gabinetto della questura Piero Ostuni, non c’erano violenza né minaccia, dunque non era un ordine, e può avere al massimo ingenerato timore reverenziale nel funzionario. Adesso si vedrà cosa deciderà la Corte d’Appello. Il punto è che per il primo dei due reati Berlusconi è stato condannato a un anno e per il secon- do a sei anni. Ebbene, anche in caso di assoluzione da uno dei due, basterebbe comunque una condanna con pena superiore ai due anni per revocare i benefici dell’indulto e far scattare i tre anni della sentenza definitiva per frode fiscale sulla vicenda Mediaset, finora condonati (l’anno residuo è quello che sta scontando ai servizi sociali). Si capisce, dunque, la fibrillazione che regna tra Arcore e Palazzo Grazioli. Chi conosce il leader, sa che prenderebbe molto male la conferma del marchio di reati così gravi proprio mentre siede al tavolo delle riforme «per cambiare e modernizzare finalmente questo Paese». E che in quel caso Denis Verdini e Paolo Romani avrebbero parecchie difficoltà in più nel riuscire a tenere in piedi il patto del Nazareno. Viceversa, magari i “reprobi” Fitto e Minzolini, come il bellicoso capogruppo alla Camera Brunetta tornerebbero nelle grazie di Silvio. Anche se, al di là degli inevitabili contraccolpi, pochi pensano davvero che Berlusconi farebbe saltare l’asse con Renzi. «È stato furbo il premier ad aprire proprio adesso il forno con .. . In primo grado condanna a 7 anni. Ora ne bastano più di due per la revoca dell’indulto all’ex Cav il M5S...» sussurra un azzurro trattativista. La possibile maggioranza alternativa con i grillini, infatti, è una pistola puntata alla tempia dell’ex Cavaliere. Che sa benissimo che la partita si gioca nel medio periodo. Per diventare esclusiva, infatti, la sentenza dovrà arrivare in Cassazione. E secondo un’indiscrezione, ufficiosa ma non smentita, la Suprema Corte affronterà l’argomento l’estate prossima, tra giugno e luglio 2015. Dunque, anche una mezza assoluzione o una riduzione della condanna potrebbe essere una buona notizia nell’immediato. ACQUATTATI Nell’attesa dell’ora X, i frondisti stanno acquattati. Anche perché la brutalità con cui Berlusconi ha stroncato il dibattito all’assemblea dei gruppi ha scosso molti. Minzolini (che continua a terrorizzare gli altri con il pronostico delle elezioni in primavera e secondo i maligni punta a ricollocarsi nella Rai renziana) e D’Anna, capofila dei cosentiniani, vanno avanti nel no alla riforma. Ma il fornte non è così determinato. Renata Polverini ha invocato una «pausa di riflessione»: «In un momento così drammatico, non intendo mettere il mio nome a disposizione di persone che magari pensano di intraprendere una via nella quale non mi riconoscerei». Un altolà netto a propositi di scissione, che forse i cosentiniani coltivano, e che potrebbero essere cavalcati da Alfano alle prese con la preparazione dei nuovi gruppi parlamentari di Costituente Popolare insieme a Udc e centristi sparsi. Continua l’ex governatrice del Lazio: «Oggi sarà una giornata molto delicata non per il percorso delle riforme del Paese, ma per la vita politica e istituzionale di Berlusconi e di Forza Italia». Come a sottolineare che Forza Italia è unita nel non mettere i bastoni tra le ruote a Berlusconi almeno il giorno della sentenza. Per ora, al Senato aspettano quasi 8mila emendamenti. Renzi vuole chiudere in 15 giorni, Calderoli si è aggiunto alle altre opposizioni nell’avvertire che contingentare il dibattito sarebbe una dichiarazione di guerra. I verdiniani si dicono certi che, alla fine, i voti contrari dentro Fi saranno una decina. Il vero nemico di Renzi a questo punto è il tempo. E non è detto che la minaccia di far saltare le ferie ai parlamentari sia sufficiente a spianare la strada al nuovo Senato. La strada per conciliare partecipazione e rappresentanza IL COMMENTO MASSIMO LUCIANI SEGUE DALLA PRIMA Lasciamo stare ogni valutazione di merito su quella forma di governo o anche sul semipresidenzialismo (che - comunque - non sono certo le soluzioni delle quali il Paese ha bisogno): quel che conta, adesso, è che la riforma del bicameralismo non richiede affatto l’abbandono della forma di governo parlamentare e che il solo ipotizzarlo può avere effetti così divisivi nella maggioranza che sostiene le riforme da poterne causare il fallimento. Nel pacchetto delle riforme in discussione, insomma, non tutto può essere infilato. Eppure, cambiare la struttura del Parlamento non significa solo modificare la composizione del Senato, regolare diversamente i rapporti fra le due camere o cambiare - magari con attenzione - il regime delle immunità. La discussione che si è svolta in questi mesi ha mostrato a sufficienza che, visto che tutto si tiene, se si tocca una tessera del mosaico istituzionale bisogna valutarne appieno le conseguenze. Basta pensare alla questione della composizione del collegio elettorale chiamato a scegliere il presidente della Repubblica o all’elezione di organi come il Csm o la Corte costituzionale: se cambiano le norme sul Parlamento devono cambiare anche quelle che presupponevano la vecchia disciplina. Fra le norme costituzionali che occorre ripensare entro la cornice della riforma del bicameralismo ci sono anche quelle sugli istituti di partecipazione popolare. Si sa che il nostro è uno dei pochi ordinamenti che li vede con favore, prevedendo, in particolare, un inusuale referendum legislativo di livello nazionale. Ma si sa anche che quel referendum è solo abrogativo e che proprio questa limitazione ha determinato molte distorsioni, impedendo alla volontà popolare di raccordarsi con quella rappresentativa nel modo più efficace. Ora, il cambiamento delle norme sull’iniziativa delle leggi (reso necessario dalla riduzione delle competenze del Senato) e la prospettiva di un sistema elettorale capace di garantire maggioranze forti aggravano la situazione e suggeriscono un potenziamento dell’iniziativa del corpo elettorale. Il rafforzamento delle istituzioni costituzionali, infatti, purché fatto con criterio, è un bene, ma richiede una sapiente compensazione, che permetta alle domande che vengono dal basso di arrivare al livello decisionale centrale. Si deve fare attenzione: il potenziamento degli istituti di partecipazione popolare non è un interesse solo di chi sta “in basso”, ma anche di chi sta “in alto”, perché il giuoco del consenso e del dissenso politico e sociale è complesso e non è mai opportuno comprimere eccessivamente le domande indirizzate al sistema politico-partitico, che devono avere un canale di trasmissione istituzionale se non si vuole che diventino preda del ribellismo e del populismo. Tra gli emendamenti alla riforma costituzionale in discussione ve ne sono alcuni che puntano all’introduzione del cosiddetto .. . Il cosiddetto referendum propositivo può stabilire un dialogo virtuoso tra cittadini e istituzioni referendum propositivo e che meritano attenzione. La denominazione è sbagliata (è più corretto parlare di iniziativa popolare qualificata), ma la sostanza è giusta. Si tratta, infatti, di consentire a un numero adeguato di elettori di proporre al Parlamento un testo di legge e di avere il diritto di dare al corpo elettorale l’ultima parola, se la proposta è respinta o è cambiata nella sua intima sostanza dalle camere. Un adeguato sistema di controlli impedirebbe un abuso dello strumento e permetterebbe la maturazione di quel dialogo virtuoso tra democrazia partecipativa e democrazia rappresentativa che sembra essere la prospettiva migliore verso la quale possono orientarsi i sistemi politici maturi, che riconoscono la sovranità popolare, ma allo stesso tempo accolgono il principio rappresentativo. RASSEGNASTAMPA 6 venerdì 18 luglio 2014 POLITICA Padoan: crescita bassa Tensione sui conti ● Il ministro riferisce in Parlamento sull’esito dell’Ecofin ● Manovra correttiva in arrivo? «No comment» dice. Poi chiarisce che «non c’è». Ma torna la polemica sul rigore ● 80 euro «Dal 2015 diverranno strutturali» BIANCA DI GIOVANNI ROMA Il ritardo della crescita rende più stretti i margini di manovra del governo. Pier Carlo Padoan ammette davanti ai parlamentari quello che ormai da giorni gli esperti avevano segnalato, non senza preoccupazione per i conti italiani. Le voci di una manovra correttiva si fanno sempre più pressanti. Tanto più dopo il «no comment» che Padoan ha risposto a chi gli chiedeva lumi in proposito. Una risposta che non esclude la stretta in arrivo. Anche se fonti vicine al ministro escludono questa eventualità. «Inimmaginabile che l’Italia faccia una manovra restrittiva - dicono - proprio durante il semestre di presidenza che vogliamo orientato alla crescita e all’occupazione». Fa di più lo stesso Padoan che poco più tardi affida a Twitter la sua precisazione: «Ma “no comment” non significa soltanto “non ho nulla da aggiungere”? - scrive - Non c'è nessuna “manovra” in arrivo, semplicemente». Resta il fatto che sui conti italiani i riflettori sono accesi. E che se quest’anno non dovesse esseri una manovra, la correzione arriverà l’anno prossimo per rispettare il sentiero di consolidamento richiesto da Bruxelles. Circa 8 miliardi tra reperire assieme alle altre voci che Matteo Renzi ha promesso. Primo: il taglio del cuneo fiscale strutturale. In altre pa- role, gli 80 euro in busta paga e la riduzione dell’Irap per le imprese. Padoan ha rassicurato: «Il taglio del cuneo fiscale sarà reso permanente con la legge di Stabilità». Un’affermazione che gli ha fatto guadagnare il plauso di Confindustria, di solito piuttosto fredda nei confronti dell’esecutivo. Ma su tutto il resto lo scenario è grigio cupo. Il fatto è che il rallentamento dell’economia sta colpendo tutto il Vecchio continente, sulla scia della fine della politica espansiva della Fed (il cosiddetto «tapering») che raffredda le aspettative dei mercati e rende meno gestibili i conti pubblici, già imbrigliati nella fitta rete del fiscal compact. Intervenendo a Montecitorio per comunicazioni sull’ultimo Ecofin, il ministro ha preso in rassegna le raccomandazioni mosse all’Italia dalla Commissione uscente, a cominciare dal «rafforzamento delle misure di bilancio per il 2014 a causa dell'emergere di uno scarto basato sulle previsioni di primavera 2014 della Commissione europea rispetto allo sforzo fiscale necessario a garantire il rispetto della regola di riduzione del debito». L’Europa continua a chiedere rigore. Il ministro replica che quelle osservazioni non tengono conto delle misure di contenimento delle legge di Stabilità e del piano di privatizzazioni, dunque sarebbero superate. Ma per l’anno prossimo i tagli dovranno arrivare. Si dovranno reperire almeno 8 miliardi solo per correggere il deficit strutturale di mezzo punto. Poi ci sono i 12 miliardi di taglio Irap e Irpef, e infine tutte le spese incomprimibili. Il tutto con un Pil in ristagno. Tanto che Stefano Fassina torna a parlare di una manovra da 23 miliardi, che «sarebbe insostenibile» dichiara il deputato della sinistra Pd. Secondo Fassina l’«obiettivo pur flessibilizzato, del fiscal compact è impossibile, perché irrealistico». Non la pensa così il titolare dell’Econo- .. . Il titolare dell’Economia: «Sviluppo e occupazione siano le stelle polari dell’Europa» mia, che punta a sottolineare il valore economico delle riforme messe in campo dall’esecutivo Renzi. Il ritardo della ripresa «non indebolisce la prospettiva di medio termine - spiega Padoan - indispensabile per quel salto di qualità e di cui il Paese ha bisogno tramite una decisa azione di riforma. Questa prospettiva è anche necessaria per il mantenimento difficile tra consolidamento dei conti pubblici e il sostegno alla crescita e all'occupazione che il governo è determinato a preservare». Il ministro ammette che «la disoccupazione è ancora alta», ma questo problema attanaglia non solo il Belpaese, ma tutta l’Europa. Per questo motivo l'Ue «ha messo al centro la crescita e l'occupazione - spiega - obiettivi che devono guidare l'azione dell'Ue, comunque, non solo per il semestre italiano ma per tutto il ciclo del nuovo Parlamento». I PILASTRI Le politiche per la crescita saranno realizzate mantenendo ferma l’attenzione ai conti. Maggiori risorse verranno «reperite da specifici provvedimenti senza aggravio sui saldi di finanza pubblica», continua Padoan. Ogni progresso sarà dettagliato in modo particolareggiato nell'aggiornamento del Def di settembre. «La strategia del governo - aggiunge il ministro - è convergente con le raccomandazioni della Commissione che coniuga azione strutturale con il sostegno alle famiglie, per esempio attraverso il bonus fiscale, e alle imprese, con misure diverse, tra cui il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione, attualmente in corso di ulteriore rafforzamento». E la strategia che il governo intende portare avanti in Europa e in Italia per rilanciare la crescita e creare nuova occupazione, spiega Padoan, dal momento che «non esistono scorciatoie», si fonda su tre pilastri. «Più apertura di mercato interno e globale - elenca - le riforme strutturali che devono interessare tutti i Paesi, perché la grande crisi da cui fatichiamo a uscire è anche il frutto di un ritardo accumulato molto prima che la crisi finanziaria si sviluppasse. E infine più investimenti per la crescita attivati con strumenti diversi, pubblici e privati». TRATTATIVA STATO-MAFIA La Procura di Palermo torna a chiedere la testimonianza del presidente Napolitano La Corte d'Assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, scioglierà il 25 settembre, alla ripresa del processo sulla trattativa Stato-mafia, la riserva in ordine alla richiesta di sentire il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È stato annunciato al termine della deposizione di Vitaliano Esposito, dopo che il procuratore aggiunto Vittorio Teresi aveva manifestato «l’opportunità di dare corso alle necessarie attività per la testimonianza del presidente Napolitano». A quel punto la Corte - «prendendo atto che il pm ritiene ancora utile la testimonianza del presidente della Repubblica» - ha annunciato che scioglierà «la riserva che è stata formulata il 28 novembre 2013 sulla sollecitazione rivolta da talune parti alla Corte affinché rivaluti il provvedimento di ammissione della testimonianza di Napolitano». Teresi ha altresì comunicato che alla ripresa dei lavori citerà come teste l’ex segretario Dc Ciriaco De Mita. Il procuratore aggiunto, Nino Di Matteo, ha infine comunicato il deposito, a partire dal 21 luglio, di attività integrativa di indagine. Fuori dall’austerità, scelte chiare per invertire la rotta L’ANALISI SILVANO ANDRIANI SEGUE DALLA PRIMA Lo sono per tutti i paesi europei, compresa la Germania, sollevano dubbi sulla ripresa ed aumentano i timori di una possibile deflazione. Le stesse preoccupazioni ha espresso ieri, a proposito dell’Italia, anche il ministro Padoan. L’idea di coordinare e controllare a livello europeo le politiche strutturali può avere qualche riflesso positivo ma, in generale, appare come un tentativo di razionalizzare la linea esistente che è già fallita rispetto all’obbiettivo di rilanciare l’economia reale in Europa. Innanzitutto è noto che le politiche strutturali producono i loro effetti in tempi medio-lunghi; bisognerebbe inoltre definirle in modo assai diverso da come lo furono nella famosa lettera della Bce al governo Italiano di qualche anno fa che riduceva tutto alla “flessibilità” del mercato del lavoro ed alle pensioni. Livello dell’evasione fiscale e della corruzione, funzionamento della macchina statale, dotazione di infrastrutture, squilibri territoriali e politiche strutturali per supe- rarli e per adeguare i sistemi economici alla sfida del passaggio ad un nuovo modello di sviluppo, questi dovrebbero essere i temi verso i quali orientare un governo europeo delle riforme strutturali. Il principale problema strutturale è di dimensione europea ed è la crescente divergenza tra i diversi paesi dell’Unione che è aumentata dall’entrata in funzione dell’euro e aumenta ancora in seguito alle politiche di austerità per quanto riguarda soprattutto i tassi di crescita e di occupazione e l’andamento del debito pubblico. Sarebbero necessarie politiche di dimensione europea dirette a ridurre le divergenze e rilanciare la crescita e che comporterebbero anche un rilancio della domanda interna nell’area. Questo è il problema assente nella proposta di Draghi. D’altro canto l’area europea, in seguito alle politiche di austerità - cioè a prezzo di un aumento straordinario della disoccupazione e di una riduzione delle retribuzioni e del tenore di vita - ha accumulato un robusto attivo della bilancia dei pagamenti, perciò ha ora tutto lo spazio per un rilancio della domanda interna: avere 26 milioni di disoccupati e mantenere un attivo consistente della bilancia dei pagamenti sarebbe più che un errore un crimine. L’aumento della domanda interna europea può avvenire attraverso due leve. Innanzitutto una formidabile strategia di investimenti: il passato trentennio ha conosciuto nei paesi avanzati il più basso livello di investimenti, soprattutto di quelli pubblici, della storia del capitalismo e tale livello è letteralmente collassato dall’inizio delle politiche di austerità. Si è accumulato un enorme fabbisogno di investimenti in beni pubblici, infrastrutture e nelle imprese anche allo scopo di adattare la struttura economica ad un nuovo modello di sviluppo anche più sostenibile dal punto di vista ambientale. L’altra leva può essere l’aumento delle retribuzioni e quindi dei consumi a partire dai paesi con forti attivi della bilancia dei pagamenti ciò che consentirebbe simultaneamente di aumentare la domanda interna europea e ridurre le divergenze di competitività derivanti dal costo del lavoro. Segnali in questa direzione vengono dal discorso di insediamento di Juncker e dalla decisione del governo tedesco si stabilire un salario minimo che potrebbe far lievitare il livello complessivo delle retribuzioni. Una grande strategia di investimenti può essere finanziata anche dalla politica monetaria, se, alla fine, la Bce si decidesse ad operare più direttamente verso l’economia reale come fatto dalla Fed e dalla Banca giapponese. Potrebbe essere finanziata attraverso il bilancio dell’Unione, anche attraverso l’indebitamento, aumentando fortemente le dotazione della Bei e dei Fondi specializzati di investimento per infrastrutture esistenti o da costituire; può essere finanziata con la mobilitazione di risparmio privato: bassissimo livello degli investimenti e politiche monetarie costantemente espansive hanno generato una enorme massa di risparmio che in mancanza di nuovo investimenti si riversa sugli asset esistenti con effetti speculativi. Il rilancio degli investimenti andrebbe realizzato, naturalmente, anche a livello nazionale per questo è di importanza decisiva sottrarre dal calcolo del deficit pubblico le spese per investimenti. Ma non meno importante è che lo Stato si doti di una capacità di programmazione strategica degli investimenti e di orientare il loro finanziamento. Su questo tema si sta discutendo in molti paesi: in Inghilterra sono state costituite già due banche pubbliche e si discute, su proposta della London School of Economy, di una banca pubblica di affari e di una banca delle infrastrutture; anche negli Usa si discute di una banca della infrastrutture ed Obama ha proposto la creazione di istituti di ricerca pubblici per i settori ritenuti strategici per lo sviluppo futuro; la Germania ha una enorme banca pubblica, la Kwf, con funzioni di politica industriale e di sostegno al bilancio pubblico; Il Cile ha costituito un Sistema Nazionale per gli Investimenti Pubblici, Australia e Canada vanno nella stessa direzione. L’Italia, durante la prima Repubblica, aveva il più complesso sistema di intervento pubblico nell’economia di un paese capitalistico: quel sistema fu liquidato, ma al suo posto non ne è stato costruito un altro. In Italia vi è circa un trilione di miliardi di euro di risparmio gestito e alcune associazioni di investitori istituzionali, quali Ania, hanno manifestato la disponibilità a dialogare col Governo sul tema degli investimenti. Sarebbe urgente concentrare l’attenzione sugli strumenti attraverso i quali il governo intende dotarsi della capacità di influire sulle strategie di investimento ed orientare verso di esse parte delle risorse finanziarie esistenti. RASSEGNASTAMPA 7 venerdì 18 luglio 2014 I primi scogli di Renzi «Ma vado avanti, su tutto» N Il premier Matteo Renzi con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan FOTO DI FABIO CIMAGLIA/LAPRESSE EMILIA-ROMAGNA Nuovi consiglieri nel mirino per rimborsi del 2012 Non solo ai capigruppo, ma anche ai singoli consiglieri regionali stanno arrivando in questi giorni gli inviti a dedurre dalla Procura della Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna, che accusa gli eletti in viale Aldo Moro di spese irregolari e cattiva gestione dei fondi pubblici. Nell’elenco appaiono gli ex capigruppo di Pd e Pdl, ovvero Marco Monari e Luigi Giuseppe Villani, i numeri uno di Sel, Idv, Fds e Udc, e assieme a loro diversi consiglieri regionali del Pd, tra cui spicca il segretario regionale uscente Stefano Bonaccini. on molla la presa su Mogherini, rimane convinto che l’appuntamento «storico» sulle riforme istituzionali non verrà mancato e ribadisce che non ci saranno aumenti delle tasse. Certo, poi, i problemi non mancano e la strada per Renzi non appare in discesa. Il premier se ne è reso conto mercoledì notte a Bruxelles. Lo dicono i tempi lunghi della discussione in Senato sulla riforma costituzionale. Nell’agenda Renzi a questo punto il primo sì al disegno di legge costituzionale doveva già esserci stato, invece si comincerà a votare lunedì. L’ipotesi è che ci vogliano almeno 15 giorni per smaltire i quasi 8mila emendamenti. E lo ha fatto capire anche il ministro Padoan ieri parlando di «margini stretti» per poter toccare con mano una stabile crescita dell’economia italiana. Padoan aveva anche scelto un «no comment» alla domanda sulla possibilità di una manovra correttiva. Una risposta che aveva scatenato illazioni e commenti al vetriolo visto che è noto come Renzi non abbia nessuna intenzione di mettere mano a una manovra aggiuntiva e tanto meno a un aumento della pressione fiscale. Tanto che poi è stato lo stesso ministro a chiudere ogni polemica spiegando in un tweet che «non c’è nessuna manovra in arrivo». Una precisazione ben gradita a Palazzo Chigi dove l’obiettivo di fondo rimane quello di non aumentare la pressione fiscale, ma semmai di rendere stabili e strutturali riduzioni di tasse come nel caso degli 80 euro a chi guadagna meno di 1500 euro e del taglio dell’Irap. Sugli 80 euro c’è anche l’impegno formale di Padoan preso ieri in Parlamento. Ma non sarà semplice anche perché nelle intenzioni politiche c’era la volontà di allargare il bonus Irpef anche ai pensionati, alle partite Iva e ai redditi più bassi degli incapienti. In attesa che in Europa venga tradotta concretamente (in miliardi) la flessibilità al patto di stabilità (magari non conteggiando più nei tetti i cofinanziamenti italiani ai fondi comunitari), l’alternativa alle tasse sono i tagli della spesa pubblica, ma il governo dovrà essere chirurgico per non comprimere ulte- IL RETROSCENA VLADIMIRO FRULLETTI ROMA Il premier incassa la rettifica di via XX Settembre sulla manovra E sulla partita di Mogherini in Europa dice: «È un pareggio fuori casa» riormente la domanda interna già parecchio anemica. Insomma i percorsi sono accidentati (più di quanto inizialmente prevedibile). La stessa vicenda della candidatura della ministra degli Esteri al ruolo di Ms Pesc che molti leggono come uno stop al decisionismo renziano non è vista da Palazzo Chigi come una bocciatura. «È un pareggio fuori casa», scherza Renzi coi suoi. Ma il dato oggettivo è che il nome della Mogherini non è stato tolto dal tavolo e rimane, al momento, l’unico su cui punta l’Italia. Forse si tratta solo di tattica (presentarsi con piani B alle trattative significa aver già preso in considerazione l’impraticabilità del piano A) e però è anche vero che altri nomi (Enrico Letta o Mario Monti), garantisce il premier, non ne sono stati fatti («li ho letti sui giornali italiani») e che sulla ministra italiana non c’è alcun veto o «messaggi negativi». Ma al contrario, fa notare lo stesso Renzi, il sostegno unanime di tutto il Pse. Per Palazzo Chigi il punto irrinunciabile è che quel posto di Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione spetti ai socialisti in base all’accordo fatto coi popolari che ha portato Junc- La ministra degli Esteri Federica Mogherini FOTO AP-LAPRESSE ker alla presidenza della Commissione, e che il Pse ha deciso unanimemente che lo debba indicare l’Italia, o meglio il Pd. Senza dimenticare poi che per rispondere al necessario equilibrio di genere della futura Commissione quel ruolo dovrà spettare a una donna. «L’Italia è in campo per l’Alto rappresentante», dice il premier che invita la Ue a «dotarsi presto di una squadra competitiva in cui siano presenti freschezza ed esperienza». Il 30 agosto comunque si vedrà. Prima però Renzi che da domani e fino a lunedì sarà in Mozambico, Congo-Brazzaville e Angola (l’aveva promesso che la sua prima missione da presidente del semestre europeo sarebbe stata in Africa) dovrà veder sciolto un po’ il nodo delle riforme. Anche ieri il ministro Padoan ha ricordato quanto siano indispensabili per la crescita le riforme strutturali. E come la condizione di partenza siano proprio le riforme istituzionali, il cui «impatto economico», ha spiegato Padoan ai deputati «è estremamente rilevante e purtroppo spesso sottovalutato». Certo non da Renzi che anche ieri ha cercato di dare una scossa sedendosi personalmente all’incontro coi cinquestelle (e poi bloccando i parlamentari Pd che volevano rispondere polemicamente a Di Maio) nel tentativo di vedere se il fronte favorevole alle riforme può essere allargato. Operazione riuscita a metà. I grillini hanno aperto (ballottaggio e premio di maggioranza) sulla legge elettorale («è un oggettivo passo in avanti» riconosce Renzi) e il Pd non ha chiuso sulle preferenze. Ma i cinquestelle si mantengono molto cauti sulla riforma della Costituzione. Dove forse come dice il premier la distanza è si «un ruscello e non il Rio delle Amazzoni», ma gli scogli ci sono a cominciare dall’elezione indiretta dei senatori che, al momento, pare inaccettabile ai grillini. Tanto che alla fine Renzi pur soddisfatto si chiede anche su quanti parlamentari grillini potrà mai contare Di Maio se pure l’intesa andasse a buon fine. Anche perché Renzi non pare avere alcuna intenzione di ritrovarsi senza qualche contraente del patto del Nazareno (ad esempio Ncd che direbbe di no al premio di maggioranza al partito, o Forza Italia contraria alle preferenze) per allargare ai cinquestelle, visto che quell’intesa con Berlusconi e Alfano sta garantendo un pacchetto completo fatto di riforme costituzionali e Italicum. Anche se per Renzi resta l’elemento positivo del confronto finalmente aperto (e da tenere aperto) con l’ala dialogante dei cinquestelle. «Le differenze che ci dividono ci sono, ma sono marginali» annota Renzi. «Per il ruolo di Alto rappresentante c’è un solo nome» V. FRU. ROMA «I candidati del Pse li sceglie il Pse e all’interno di una nazionalità li sceglie il governo di quella nazione». Così Sandro Gozi, sottosegretario alle politiche europee, spiega perché quella della ministra degli esteri Federica Mogherini è l’unica candidatura possibile al ruolo di Alto Commissario per la politica estera della Ue. Altre ipotesi «non esistono» taglia corto spiegando che gli altri nomi italiani sono frutto di suggestioni mediatiche e politiche di casa nostra che a Bruxelles non hanno casa. «C’è un solo nome e non per l’Italia, ma per tutti i socialisti e democratici europei», puntualizza. OnorevoleGoziilrinviodelledecisionisullenomineal vertice diBruxellesnonèuno stop alla candidatura italiana della ministra Mogherini? «No. Probabilmente il vertice doveva essere preparato meglio e di più. È vero che la riunione era stata formalmente convocata per la nomina dell’Alto rappresentante. Ma è anche evidente che questa nomina andava legata politicamente alle altre nomine da fare e all’elezione di Juncker a presidente della Commissione europea. Forse a volte dovremmo abituarci, quando sì è in Europa, a uscire dal microcosmo politico e mediatico romano e entrare un po’ di più nel macrocosmo europeo». L’INTERVISTA Sandro Gozi «L’unica candidatura in campo è quella di Mogherini. E non solo per l’Italia, ma per tutti i socialisti europei. Altre ipotesi non esistono» Che vuol dire? «Che i fattori e le variabili che entrano in campo sono tanti, soprattutto in una fase come questa in cui si sta avviando un nuovo ciclo di politiche europee e quindi anche le nomine devono essere conseguenti. Questa è la linea che sta seguendo il governo italiano anche nella sua veste di presidente di turno del semestre europeo». A che fattori si riferisce? «Innanzi tutto all’accordo raggiunto dalle grandi famiglie politiche europee che ha portato Juncker alla presidenza della Commissione. Lì s’è fatta la scelta di rafforzare la democrazia europea. Perché, in una sfida elettorale che ha visto il Pd come il partito più votato in Europa con 11 milioni di voti e come prima forza nel gruppo Pse, ai cittadini europei è stato detto che avrebbero scelto non solo da chi essere rappresentati, ma anche da chi sarebbero stati guidati nella Commissione». Il candidato del Ppe Juncker non ha vinto le elezioni. «Certo, ma ha avuto la maggioranza relativa. E infatti è stato eletto grazie a un accordo col Pse che ha come base alcune priorità programmatiche. Proposte avanzate soprattutto dall’Italia e che sono diventate parte dell’agenda strategica della Ue per i prossimi cinque anni, e su cui Juncker s’è impegnato davanti al Parlamento europeo che su quelle basi l’ha votato». Insomma per lei fin qui l’Italia ha ottenuto buoni risultati? «È così. La democrazia europea è uscita rafforzata e in più Juncker s’è impegnato a realizzare priorità chieste dall’Italia. Ha garantito un piano di investimenti pubblici e privati di 300 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al bilancio comunitario. Ha accettato di attuare le norme del patto di stabilità e crescita sfruttando a pieno la flessibilità. Ha posto al centro della sua azione il tema dei nuovi diritti fondamentali ipotizzando anche la figura di un commissario ad hoc. E s’è impegnato per una vera politica europea sull’immigrazione e l’asilo non solo col rafforzamento di Frontex ma menzionando anche la prospettiva di un comune corpo di forza per le frontiere europee. È dunque attorno a questi elementi politici che va vista tutta la questione delle nomine». Èquestochelafasentireottimistasullanomina di Mogherini? «Juncker è stato eletto grazie ai voti del Pse, quindi è ovvio che il numero due della Commissione europea deve essere della famiglia dei socialisti e democratici. Questa è stata la decisione unanime del Pse che ha candidato Federica Mogherini. Candidatura poi confermata al tavolo del Consiglio europeo». Nessun dubbio da nessuno? «Nessuno ha sollevato obiezioni, avanza- to critiche o posto veti sulla ministra Mogherini. Del resto l’Italia non pone veti, ma neppure li accetta». E i dubbi se non proprio i no dei Paesi dell’Est? «Nelle nomine ovviamente vanno tenuti presente anche gli equlibri geografici. Fra nord e sud e fra vecchi Stati membri e nuovi Paesi dell’Europa centrale e orientale che è legittimo che in una unione di 28 Stati rivendichino una posizione di rilievo, uno dei top-job. Così come andrà valutata anche la richiesta dei liberaldemocratici che fanno parte della maggioranza che ha eletto Juncker». Un’obiezione è che Mogherini sia poco esperta. «Quando diciamo che va aperta una nuova stagione poi dobbiamo essere conseguenti e promuovere una nuova classe dirigente. Non possiamo avere tutti uomini con alle spalle 20 anni di esperienza politica europea. Serve competenza, ma anche rinnovamento ed equilibrio di genere. Il quadro va composto da qui al 30 agosto». Epervoiinquelquadroresteràla ministra Mogherini? «Per il ruolo di Alto rappresentante c’è un solo nome, non per Italia, ma per il Pse». E gli altri nomi italiani usciti in questi giorni? «Frutto della stampa italiana e di qualche parlamentare italiano del Ppe». RASSEGNASTAMPA 13 venerdì 18 luglio 2014 COMUNITÀ Lettera aperta a Franceschini l’Unità in lotta Ministro, non mischi beni culturali e turismo Chi ospiterebbe il dissenso se non ci fosse questo giornale? Vittorio Emiliani ● GENTILE MINISTRO FRANCESCHINI, LA SUA IDEA DI RIDURRE IL POTERE DELLE DIREZIONI GENERALI REGIONALI per i Beni culturali va certo nella giusta direzione: semplificare la catena di comando e il rapporto diretto centro-soprintendenze. Mi lasciano invece perplesso altre idee, soprattutto una: quella di una più stretta integrazione fra turismo e beni culturali e paesaggistici. Il primo sembra, da quanto si è letto, prevalere sui secondi assoggettandoli a naturali, ovvie logiche economico-promozionali. Ciò discende dalla convinzione da lei ribadita nei giorni scorsi - che i nostri grandi musei siano «miniere d’oro» non sfruttate a dovere, cioè potenziali «macchine da soldi». Non so da dove si tragga questa convinzione, tutta italiana. Non dalle maggiori esperienze straniere: il Louvre infatti, coi suoi 180.000 mq di superfici espositive e coi suoi quasi 9 milioni di ingressi è passivo al 50% (ci pensa lo Stato) e analoga è la situazione del Metropolitan di New York. I grandi musei inglesi, come lei ben sa, sono gratuiti (tranne le mostre) e contano proprio così di attrarre più turisti. Il che è vero secondo le loro statistiche ufficiali: + 50% di turisti a Londra. Ecco uno dei punti nodali: i beni culturali e paesaggistici sono, oggettivamente, la «materia prima», il patrimonio da tutelare, da conservare, in sé e per sé, maggiore o minore che sia, mentre il turismo è un suo «indotto economico» che può ben essere potenziato se ben organizzato. E purtroppo in Italia esso è più disorganizzato e più caro che nel resto d’Europa. Nonché spesso di qualità più scadente. Nel suo progetto (per quel che se ne sa) siprevede, in una visione che privilegia l’economia, il profitto rispetto alla tutela complessiva del patrimonio, di separare i grandi musei dal territorio, dalle città,dal contesto storico in cui sono nati - da donazioni multiple di grandi famiglie, da chiusure di chiese e conventi, da collezioni o gallerie patrizie cioè dalle Soprintendenze. Popolate secondo la vulgata corrente o di studiosi troppo raffinati o di ottusi burocrati. Essi verrebbero affidati in completa autonomia a direttori anche stranieri, comunque non provenienti dai Beni Culturali. Un bello schiaffo alle nuove leve degli storici dell’arte italiani, dopo quello dell’accorpamento (deciso in astratto, sulla carta) delle Soprintendenze ai Beni Artistici e storici a quella per i Beni architettonici. Con in più qualche pericolo «politico». Chi nominerà quei venti mega-direttori e con quali criteri, il ministro? Prevarranno criteri «politici» o meritocratici? Essi potranno essere anche stranieri. Lei osserva che se vi sono italiani (per lo più, mi lasci dire, storici dell’arte) chiamati a dirigere musei vecchi e nuovi all’estero, vi potranno ben essere L’intervento Usa e Europa, buona e cattiva economia Fabio Sdogati ● che la buona teoria economica esiste e viene usata, neNON È VERO CHE L’ECONOMIA SIA UNA SCIENZA TRISTE. TRISTE È TOCCARE CON MANO gli Stati Uniti, per la crescita, l’occupazione e il benessere nello stesso momento in cui altrove, in Europa, a scanso di equivoci, essa viene ignorata. Ignorata a favore di una ideologia chiamata volta a volta austerità, riforme strutturali, flessibilità del mercatodel lavoro. E viaingannando. La presidente della banca centrale statunitense ha presen- Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 stranieri validi… Per l’arte contemporanea è molto probabile. Per quella antica e per l’archeologia i dubbi non sono pochi. Nei maggiori teatri lirici nazionali non è che i Sovrintendenti stranieri abbiano dato prova strepitosa di sé. In ogni caso si è già visto con Mario Resca come inserire manager nel corpo di un ministero «di patrimonio» abbia creato solo una gran confusione, per esempio per il «vitello d’oro» tutto o quasi privato delle società di servizi museali aggiuntivi. Ancora da sbrogliare, se non erro. Queste mega-direzioni esternalizzate sono un primo passo per privatizzare (vecchio progetto-Urbani) i maggiori musei? Retrospettivamente, anche ridurre in passato il Mibac alla canna del gas aveva probabilmente questo fine ultimo. La polpa ai privati, l’osso allo Stato. E come la si mette coi musei civici che spesso, nel Centro-Nord, sono i più grandi e prestigiosi di quelli statali? A Brescia o a Pavia, per esempio, è tutto civico. Accenno al paesaggio italiano. Un giorno stavo assistendo alla telecronaca del Giro d’Italia e mi stupii nel vedere ripresi dall’elicottero paesaggi intatti, verdi, coltivi ordinati, nessuna periferia cenciosa. Corsi a vedere dove stessero correndo: purtroppo il Giro era sconfinato in Austria… Tutto questo avviene da noi per colpa delle Soprintendenze? Al contrario, per colpa di una sottocultura molto italiana - alla quale il berlusconismo ha dato un propellente formidabile - che intende il paesaggio come qualcosa di privato, in cui «ciascuno è padrone acasa sua». Leiha costituitoun precedente pericoloso con la creazione di una commissione per il ricorso contro i pareri emessi dalla Soprintendenze ai beni architettonici. Lei sa meglio di me che gli organici di quelle Soprintendenze sono ancor più carenti degli altri a fronte di una marea di richieste di concessioni edilizie, di autorizzazio- ni a costruire ovunque, a ristrutturare in fretta e furia. Per cui ogni architetto dovrebbe affrontare in ogni giorno lavorativo almeno 4-5 pratiche ediliziee urbanistiche ognuna delle qualirichiede spesso anche una quarantina di giorni di istruttoria. Come si rimedia? Col potenziamento degli organici, ovvio. No, col richiedere, di fatto, un silenzio/assenso, sapendo che silenzio sarà, vista la incredibilemole di lavoro e la non meno incredibile pochezza di mezzi e di uomini. Le Soprintendenze vengonoaccusate di essere «organi monocratici». È difficilepensareche non losia unorgano tecnico-scientifico: non si decide a maggioranza come fare un restauro o, in campo medico, un’operazione a cuore aperto. Prima dello sciagurato Titolo V esisteva un ufficio centrale ben dotato che, nel 1998, compì oltre 135.000 istruttorie progettuali annullando 3.092 progetti, neanche tanti, però maxi-progetti, «mostri», in tempi rapidi, mediamente 42 giorni. Ma quell’utilissimo Ufficio centrale era stato dotato di mezzi e di personale tecnico adeguato. Noi ci auguravamo che accadesse per la co-pianificazione Regioni-Ministero prevista dal Codice per il Paesaggio. Dov’è finita invece, Toscana a parte? In conclusione mi sembra, signor ministro, che mescolarela materia prima«patrimonio» el’indotto «turismo» anteponendo per giunta il primo al secondo, oltre a smontare, di fatto, una tradizione, centenaria ormai, di buona tutela (nonostante gli italiani), rischi di non giovare per primo al turismo che avrebbe bisogno, quello sì, di manager, di specialisti, di promoter e di obiettivi adeguati ai 48.738.575 stranieri che sono arrivati da noi nel 2012. Oggila politica turistica la fannoi touroperator, come più conviene loro. E sul paesaggio comandano speculatori, abusivi, padroni e padroncini. Sinceri saluti Maramotti tato al Committee for Banking, Housing and Urban Affairs del Senato del Congresso degli Stati Uniti il proprio rapporto semestrale sulla politica monetaria. Normale. Normale la scadenza, normale il contenuto. Quello stesso contenuto che insegniamo nelle università, niente di trascendentale. Alcuni esempi (traduzione mia, chi non la ritiene fatta in buona fede perché austero, vada a leggersi l’originale). 1) Dice il presidente della banca centrale tedesca: i tassi di interesse sono troppo bassi.Dicela presidente della bancacentrale statunitense: «Anche quando riterremo che sia arrivato il momento di alzare I tassi di interesse, pensiamo che passerà un lasso di tempo considerevole primache noili si riporti a livelli storicamente normali». Traduzione: va bene così, sono bassi, ma ad alzarli non ci pensiamo neanche, per ora. 2) Dicono i profeti dell’austerità (salariale, ovviamente): occorre procedere ulteriormente sulla via della riforma del mercato del lavoro. Dice la presidente della banca centrale statunitense: «Non siamo ancora neanche al punto in cui i salari stanno crescendo ad un tasso che potrebbe generare inflazione. Di fatto, i salari reali sono venuti crescendo meno della produttività; ciò che abbiamo visto, piuttosto, è una redistribuzione del red- dito a sfavore del lavoro e a favore del capitale». Basta con le citazioni. Noi, oggi, in Europa, siamo di fronte a questo problema drammatico: abbiamo un tasso di disoccupazione mai visto prima; abbiamo una dinamica degli investimenti che non potrà garantire alla prossima generazione una base produttiva industriale adeguata a consentire livelli di qualità della vitadignitosi;abbiamo un debitopubblicoin crescita, in assoluto, non solo in rapporto al Pil! E questi sono i risultati delle politiche di austerità. Non dell’Europa, come si sente dire, ma delle politiche volute dagli austeri. Non dall’Europa. E oggi, senza neanche dover far ricorso alla buona teoria economica, al moltiplicatore keynesiano della spesa, alla propensione marginale al consumo, senza neanche far ricorso a questi concetti elementari, possiamo dire agli austeri: ma siete almeno capaci di copiare, di guardare dall’altra parte dell’Atlantico? La risposta, ovviamente, è che sarebbero capaci di copiare. Ma non vogliono. Punto. E in questa valle di lacrime ci rasserenano un poco, solo un poco,le parole di Junker: i membri dell’Unione Europea non sono 28, 28 Stati, come sembrerebbe. Sono 29. Il ventinovesimo? La disoccupazione. 25 milioni di disoccupati sono uno Stato. La tiratura del 17 luglio 2014 è stata di 58.861 copie Enrico Palandri Scrittore ● NON È FACILE DISTINGUERE LE IDEOLOGIE DALLA STORIA, PERCHÉ SI NUTRONO L'UNA DELL'ALTRA. L'UNITÀ È STATA il megafono del Pci. Finito il Pci, perché dovrebbe sopravvivergli? La ragione principale è che il giornale non è mai stato solo un megafono e che il Pci ha avuto molto potere, ma non è mai stato al potere. Fosse arrivato a guidare la società italiana saremmo finiti come le altre repubbliche dell'Europa dell'Est, che ancora oggi pagano il prezzo di quella catastrofe. Questo probabilmente era chiaro già alla fine della guerra e fa parte di una difficile storia che si articolò all'interno della Nato, con poteri locali invece di potere nazionale eccetera eccetera, storia complicata, che qui non interessa. Il giornale ha spesso riflesso queste ambiguità, ma ha inevitabilmente, proprio per la contraddittorietà di questo processo, ospitato dissenso. Da Gramsci a Calvino, gli intellettuali che hanno scritto sul giornale sono state sempre voci dissonanti, critiche, difficili, che rimandavano a un utopica alleanza che si realizzava in un progetto, e questo ha fatto sì che la storia del giornale e quello che il giornale è ancora oggi sia più interessante del Pci, almeno per me. Anche qui ci sarebbero tanti altri capitoli da aprire: esiste ancora l'area sociale a cui si riferiva e se esiste, vuole davvero leggere l'Unità? Ha avuto in questo mondo molto più influenza Berlusconi, Mediaset, il Milan e le sue coppe dei campioni, i quiz dedicati ai prezzi delle lavatrici. Sono loro che hanno parlato alla classe operaia negli ultimi vent' anni e non certo Lecittàinvisibili o Ilbaronerampante. Allora cosa ha significato cercare di interpretare una voce popolare e trasformarla in una proposta per tutta la società?Come appunto hanno fattoGramsci a Calvino e continuano a fare tanti di noi oggi, senza un partito e senza neppure un orizzonte internazionale o una proposta di società? Io non sono e non sono stato comunista neppure negli anni 70. Anzi, proprio in quegli anni il conflitto tra la mia generazione cresciuta con Bob Dylan e Joan Baez, i Beatles, R.D Laing, D. Cooper, il femminismo, e quella del vecchio Pci è stato più violento. A Bologna e poi ovunque la tradizione della Resistenza portasse ancora i valori della guerra (ora fredda, ora di classe, ora anti-americana, ora anti-borghese). Loro erano contro il rock, contro i capelli lunghi, contro le diverse soggettività che si affermavano con la pace. L'obiezione principale della mia generazione alla loro, che ho poi verificato nei Paesi dell'Europa dell'Est o in quello che ho visto in Cina, era che l'idealizzazione dello Stato non poteva non produrre stati di polizia. Una critica che non può non risalire da Marx a Hegel e che porterebbe troppo lontani per questo piccolo appello. C'era per me qualcosa di inaccettabile, per dirla con Leopardi, una tendenzaaspiritualizzare le cose umane. Ma certamente Antonio Gramsci, morto in prigione per un altro stato di polizia, lo sento come un mio magnifico antenato. Come Pavese, Calvino, Moravia, Pasolini, Elsa Morante, come tutto quello che si oppose al fascismo italiano. E qui la storia si separa dall'ideologia, resta fatta di eventi concreti, biografie, idiosincrasie. Un fatto, un giornale che ha raccolto dissidenza e non regime, che ascolta una parte della società difficile e non per vendergli una lavatrice, ma perché sa che lì ci sono esseri umani. Un giornale per cui scrivo da una ventina d'anni per una strana fedeltà a questa linea che ho descritto, che ha sempre vissuto del dissidio tra una dirigenza politica che faticosamente emergeva, che secondo me si è spesso sbagliata, e lo penso contro la grana di questo giornale soprattutto a proposito di Berlinguer, che mandò il capo della Cgil Luciano Lama a parlare con gli studenti romani nel 77 e ci definì tutti untorelli. La storia che è attorno al giornale è da sempre più grande anche di questo, più ampia e capace di interloquire. Gramsci più grande del Pci, Calvino più grande di chi accettò l'invasione dell'Ungheria, gli intellettuali più interessanti dei politici, anche se ovviamente meno potenti. Se un giornale può contribuire a traghettare l'Italia confusa e smarrita di questi decenni, stordita da consumi che non si possono più fare, da una tradizione cattolica da sempre impermeabile al secolo, secondo me èpiù oggi l'Unitàche con la sua storiaidiosincratica e scomoda continua a essere fuori dalla ricerca di consensi che cerca al centro, dove c'è solo conformismo, il proprio sentiero. Quest'anima dissidente, che è nel Dna del giornale non porta grandi vendite, ma un'enorme influenza perfino in chi, come ho raccontato, si è trovato spesso contrapposto al Pci, ed è così forte che io credo resisterebbe a qualunque proprietà, perché ascolta voci che altri faticano ad ascoltare e le elabora in un discorso che da sempre è piuttosto scomodo e diverso. Le difficoltà del giornale sono in fondo il segno di una virtù che non è nata ieri. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] VERTICE UE E RIFORME Il tentativo di accordo sull’intera squadra è stato rinviato al nuovo summit convocato per il 30 agosto Nomine: per l’Italia partita più difficile Il flop del vertice di Bruxelles mette a rischio il rispetto dei tempi per la costruzione del nuovo governo europeo di MARCO GALDI BRUXELLES - Mentre la tragedia del Boeing della Malaysian abbattuto in Ucraina alza l’allarme per le guerre alle porte dell’Europa, il flop del vertice per le nomine europee mette a rischio il rispetto dei tempi per la costruzione del nuovo governo europeo. Lo stallo tra i 28 sulla candidatura italiana di Federica Mogherini per la poltrona di ministro degli esteri europeo, il replay del tentativo di accordo sull’intera squadra del nuovo eurogoverno rinviato al nuovo summit convocato per il 30 agosto: saranno sei settimane difficili le prossime per Jean Claude Juncker, ma anche per l’Italia. I socialisti per bocca del capogruppo Gianni Pittella hanno ribadito che per loro c’è solo una candidatura per i “top jobs”: appunto Federica Mogherini. Intanto dalla Francia si viene a sapere che la candidatura ufficiale di Moscovici per la poltrona di Commissario per l’economia dovrebbe essere ufficializzata a breve. Ma resta il problema di trovare una figura «di consenso» e con la capacità di «unire» così come è stata descritta dal presidente Hollande - per il posto di presidente del Consiglio. Il tedesco Elmar Brok, consigliere di Angela Merkel, presidente della Commissione esteri e pezzo da novanta della Cdu, ha ribadito che «Enrico Letta avrebbe avuto buone chance, ma Renzi non lo ha proposto». Ma non sembra che ci siano piani B, Roma continua a puntare su Federica Mogherini, che è, era e resta la candidata ufficiale del Pse. Nella notte di Bruxelles, constatata l’impossibilità di trovare un accordo sul suo nome, il presidente del Consiglio uscente - e negoziatore in prima battuta per conto dei governi - Herman Van Rompuy ha definito «spiacevole ma assolutamente non drammatica» la battuta d’arresto. Ma il nuovo presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, subito dopo l’elezione di martedì scorso spiegava di puntare a comporre la squadra entro la fine di luglio o i primi di agosto «per dare il tempo ai Commissari nominati di prepararsi» per le audizioni davanti al Parlamento europeo che si dovrebbero tenere a settembre per rispettare i tempi e arrivare all’approvazione finale in plenaria a ottobre. Audizioni che non saranno solo di routine. Il peso degli eurocritici (il gruppo Ecr guidato dai Tories, terza forza dopo Ppe e S&D) e degli euroscettici si farà sentire. E le scelte traballanti potrebbero ri- schiare la bocciatura. Il precedente c’è e ci riguarda, visto che Rocco Buttiglione nel 2004 fu bocciato come Commissario per la Giustizia a causa di dichiarazioni non gradite sui gay. La consegna ai governi dopo il vertice è stata quella di presentare le proposte, possibilmente più di una e rispettando la parità di genere, per consentire a Jean Claude Juncker di costruire la sua squadra di governo in modo di rispettare le tante condizioni richieste. Come sintetizzato dal premier finlandese Alex Stubb, uno che Bruxelles la frequenta dal 1997, si tratta di trovare equilibrio «tra grandi e piccoli paesi, tra nord e sud, tra vecchi e nuovi paesi, tra paesi dell’euro e non». Insomma, fino a mercoledì scorso «20 criteri per soli tre nomi». Allargare la platea dovrebbe, almeno sul piano teorico,riuscire a facilitare un compito non certo facile. Matteo Renzi in diretta streaming durante l'incontro tra Pd e M5S | L’INTERVISTA | «Letta aveva delle chance ma Matteo non ha voluto» di MARCO GALDI BRUXELLES - «Tutti sapevano da settimane che Letta avrebbe avuto buone possibilità se Renzi lo avesse proposto» alla Presidenza del Consiglio europeo. «Non so se Letta ha ancora possibilità, ma le avrebbe avute. Ma Renzi non lo ha voluto proporre L’ex premier Enrico Letta e non è stato proposto». E’ il tedesco Elmar Brok, 68 anni, a raccontare quale sia la visione dalla Germania sul caso Letta. Entrato al Parlamento europeo nel 1980, membro di spicco della Cdu, consigliere politico della Cancelliera Angela Merkel, due settimane fa Brok è stato riconfermato (per la sesta volta dal 1999, con una sola interruzione tra settembre 2009 e gennaio 2012) presidente della Commissione Esteri dell’Europarlamento. Mercoledì ha partecipato al pre-vertice dei leader Ppe. Parlando del summit rinviato senza decisioni dice: «Ci sono state molte resistenze contro Federica Mogherini a causa della mancanza di esperienza, per il suo atteggiamento verso la Russia e perché il programma della presidenza è totalmente neutrale e acritico verso la Russia». Dal Ppe è stato riferito che Herman Van Rompuy aveva riportato ai leader Popolari che non c’era maggioranza qualifi- cata a favore della candidatura italiana. Ed era stato ventilato che una possibile soluzione di compromesso, per evitare lo stallo nel processo delle nomine o la bocciatura della Mogherini, sarebbe potuta essere quella di proporre Enrico Letta, gradito a tutti compresa la Merkel. «Questo nome non è stato discusso e non è stato citato - dice Brok - Ma tutti sapevano da settimane che Letta avrebbe avuto buone possibilità se Renzi lo avesse proposto». Argomentando sulla questione della presunta mancanza di esperienza del ministro Mogherini, Brok osserva: «E’ ministro degli esteri da così pochi mesi... Dovreste saperlo». E precisa: «Non ho mai detto che la Germania è contro Mogherini: è una mia opinione, non posso parlare per la Germania. Ma in Parlamento Juncker ha detto che vorrebbe avere una personalità di alta esperienza. E alcuni dei paesi dell’est Europa non vogliono la Mogherini». LA DICHIARAZIONE Sotto accusa per le sue ipotetiche simpatie “filorusse” Mogherini: «La partita non è su di me ma sull’Italia» Il ministro che si trova in missione in Medio Oriente si dichiara serena: «Penso solo al lavoro» di PAOLA TAMBORLINI ROMA- «Continuo a fare il mio lavoro che è molto impegnativo, importante e anche molto bello. Questo è quello che mi impegna in questi giorni». Federica Mogherini è a Betlemme, per una delicata missione in Medio Oriente, ma l’attenzione è inevitabilmente sull’esito del vertice europeo sulle nomine, che la vedeva in corsa per la poltrona di alto rappresentante per gli esteri e si è concluso con un nulla di fatto. Lei non si sottrae e spiega che continua a lavorare come sempre, che i dossier da affrontare sono importanti e delicati e non intende lasciarsi distrarre. La sua missione prosegue con una tappa in Giordania, poi in Egitto. Quella di mercoledì è stata indubbiamente una giornata lunghissima, tra l’incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, la tregua saltata sul terreno e le notizie che arrivavano da Bruxelles. L’ultima a tarda notte, con una telefonata del premier Matteo Renzi, che la aggiornava sull’esito del vertice. Nel mezzo importanti apprezzamenti, come quello del Pse che ha deciso ufficialmente di indicarla come candidata al ruolo di Lady Pesc, ma anche diverse critiche, da quella di essere troppo giovane, fino al presunto atteggiamento filorusso. Accuse chenon l’hanno particolarmente scossa, nella consapevolezza che «la partita non è in favore o contro Federica Mogherini ma sul ruolo dell’Italia». Certo la notizia del nulla di fatto «l’ha colta di sorpresa, come ha sorpreso tutti», ma quello che il ministro ripete è che «l’obiettivo è far vincere l’Italia», non Federica Mogherini. In quest’ottica anche le voci sul nome di Letta non l’hanno sorpresa. All’ex premier il ministro è legata da un ottimo rapporto personale. Il ministro Federica Mogherini RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 5 PROVE DI INTESA Si parla di Nazareno 2 Dopo battute e accuse tra Renzi e Di Maio scoppia il feeling di TEODORO FULGIONE Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi | LE RIFORME | L’ostruzionismo frena ma il premier è fiducioso di MICHELE ESPOSITO ROMA - Frenata dall’ostruzionismo e con il rischio ingorgo in Aula, si complica la corsa del treno delle riforme. Da lunedì pomeriggio, formalmente, si potrà votare sugli emendamenti ma le certezze sui tempi rapidi dell’approvazione continuano a vacillare anche se il premier Matteo Renzi torna a porre dei paletti ben saldi, affermando che, nonostante l’ostruzionismo di opposizione e dissidenti interni, il ddl Boschi avrà il suo primo placet al Senato entro 15 giorni. Nel frattempo, alla ricerca dell’ultimo sprint anche sulla legge elettorale, Renzi allarga il il raggio di dialogo e cerca un maggiore coinvolgimento del M5S, aprendo su preferenze e immunità ma incassando, a stretto giro, il warning di Silvio Berlusconi, preoccupato dalla prospettiva di un “Patto del Nazareno II” con i pentastellati. I giochi, insomma, sono tutt’altro che conclusi tanto che è lo di SILVIA GASPARETTO Piero Fassino stesso Renzi, nel suo faccia a faccia con i 5 Stelle e, soprattutto, con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ad annunciare un nuovo giro di consultazioni da qui al 1 agosto, con la prospettiva che, nel frattempo, il ddl Boschi abbia già incassato il primo sì del Senato. Del resto, il gioco di equilibri nel quale si deve muovere il premier, è fragile e mutevole. Ieri è toccato a Piero Fassino, presidente Anci, alzare la voce, affermando che 21 sindaci nel nuovo Senato sono pochi mentre a Pa- lazzo Grazioli le aperture renziane al Movimento fanno subito scattare l’allarme. I patti vanno rispettati, se Renzi apre alle preferenze, il banco salta, su legge elettorale e riforme, è il ragionamento di un Berlusconi sul quale non si allentano le pressioni dei frondisti FI. Frondisti che, a Palazzo Madama, fanno ormai da sponda ai dissidenti Pd, con entrambi i gruppi che appaiono ben lungi da arretrare. Anche ieri in Aula non sono mancati gli interventi contrari al ddl Boschi, da quello di Walter Tocci a quello della leghista Bisinella, mentre nessuno, finora, ha manifestato la volontà di ridurre i quasi 8mila emendamenti che frenano il percorso del testo in Aula. Aula che, come deciso dalla capigruppo, comincerà a votare gli emendamenti lunedì pomeriggio. Fassino «Se Renzi apre salta il banco» è capire se sulle preferenze riusciamo a trovare un punto di caduROMA - Qualche battuta al vetrio- ta o meno». lo, un paio di attacchi diretti e lo Il presidente del Consiglio, in scambio reciproco di accuse ma al- particolare, guarda con interesse la fine Matteo Renzi e Luigi Di alla «idea di Toninelli di dare il preMaio sembrano parlare la stessa mio» di maggioranza «alla lista». lingua: Pd e M5S possono trovare «Ma capisco - aggiunge - che alcuun’intesa sulla legge elettorale. E ni partiti possano avere dei dubbi: magari allargarla anche al nodo Fi può essere intenzionata a dire di delle riforme. Almeno queste ap- sì, più difficile che lo siano Italia paiono le intenzioni del premier Popolare o Sel». Ed è proprio queche, a sorpresa, riconosce «i passi sta la novità: riaprire il dibattito avanti» dei pentastellati e non sulla legge elettorale. «Da qui al esclude un nuovo patto sulla legge primo agosto o comunque al moelettorale: «un giro ufficiale» di mento in cui la riforma costituzioconsultazioni nale sarà approcome lo definisce vata al Senato - rilui stesso - «con marca - facciamo tutte le altre forze un giro ufficiale» politiche che di consultazioni stanno consenanche «con tutte tendo di fare una le altre forze poliriforma costitutiche». E’ una zionale ed elettoapertura di credirale». In particoto al M5S. D’allare, si tratta di tronde, «tra la nouna apertura al stra proposta e la confronto sulle vostra non c’è il preferenze che i Rio della Amazcinquestelle chiezoni - prosegue dono, aprendo a c’è un ruscello loro volta sul dopche non è detto Toninelli, Baldelli e Luigi Di Maio pio turno. che riusciremo a L’incontro alla colmare. CapireCamera tra le delegazioni demo- mo se nei testi, potremo trovare un cratiche e cinquestelle (a parte le punto di equilibrio». difficoltà di trasmissione in streaIl M5S, al di là dei soliti toni ruviming) «è andato bene», per ammis- di, non chiude. «Con i nostri e vosione degli stessi protagonisti. I stri voti - risponde Di Maio - possogrillini - guidati da Di Maio, sem- no diventare legge le preferenze e pre più a suo agio nei panni di nu- l’intervento sull’immunità parlamero tre del Movimento - arrivano mentare». Quanto alle riforme, al tavolo sulla legge elettorale con «dopo la legge elettorale, se volete una proposta scritta. Si tratta di ne parliamo». Poi precisa. «Non cinque punti: voti di preferenza; siamo assolutamente d’accordo stop ai condannati in Parlamento; sul Senato non elettivo» ma «ciò no alle candidature plurime; nes- non vuol dire che non possiamo suno sbarramento e infine doppio votare insieme l’abolizione dell’imturno di lista. Sintetizzando, l’of- munità parlamentare». “Vediamo ferta pentastellata è un primo tur- - scrive su facebook dopo l’inconno proporzionale senza sbarra- tro - se tengono fede agli impegni mento e un eventuale secondo tur- di fine tavolo». no con un premio di maggioranza L’apertura del Pd al M5S appare al 52%. un avviso agli alleati in vista delle Renzi segue la prima parte del- votazioni sulle riforme costituziol’incontro un pò in disparte per da- nali: è la logica del «doppio forno». re spazio al resto della delegazione Allo stesso tempo, però, Renzi Democratica (Speranza, Serrac- mette in difficoltà il Movimento chiani, Bressa e Moretti). Il Pd non Cinque Stelle. I grillini, infatti, soboccia le proposte della contropar- no spaccati al loro interno: molti te pur ponendo paletti all’esube- non gradiscono il protagonismo ranza 5S. E’ lo stesso premier a sot- di Di Maio e l’ipotesi di «accordi tolinearlo: «E’ oggettivo che si so- con i partiti del sistema». Renzi lo no fatti passi avanti - dice - ma do- sa: «E’ andata molto bene - dice a fivete anche capire che talvolta si è ne incontro - Il problema è se Di un pò scettici sulla vostra reale vo- Maio li porta tutti. Vediamo che lontà». «Il punto vero - sottolinea - succede al loro interno». L’ANALISI Non sono previste manovre ma resta il problema della crescita si attende una risposta definitiva della Ue. Bruxelles, ricorda il ministro, ha comunque riconosciuto «il preciso e serrato cronoprogramma con cui il governo ha definito la sua strategia». Programma che è già stato dispiegato e i cui progressi saranno «dettagliati» con l’aggiornamento del Def di settembre. Già avviate le riforme del lavoro, della giustizia e della pubblica amministrazione, senza contare che «l’impatto economico delle riforme istituzionali è estremamente rilevante e purtroppo spesso sottovalutato». E poi si sta procedendo spediti con l’attuazione della delega fiscale, così come chiesto dall’Europa, e dopo i primi due decreti (730 precompilato e catasto) «a breve saranno presentati quelli sull’abuso del diritto, il riordino dell’imposizione sul reddito d’impresa e la revisione delle detrazioni e delle deduzioni fiscali». Padoan: «Gli 80 euro saranno permanenti» ROMA - «Semplicemente» nessuna manovra in arrivo. Certo, la ripresa tarda ad arrivare e il governo avrà «margini più stretti» per agire, ma questo non vuol dire che ci sarà bisogno di una correzione dei conti in corso d’anno. A ribadirlo è Pier Carlo Padoan, dopo che la settimana scorsa lo stesso premier Matteo Renzi aveva escluso una manovra bis. E, anzi, il ministro dell’Economia assicura in Aula alla Camera che con la legge di stabilità gli 80 euro del bonus Irpef diventeranno «permanenti» così come promesso. E sottolinea che «non ci sono scorciatoie» per la crescita che va perseguita con le riforme che faranno fare al Paese «il salto di qualità di cui ha bisogno». E i pilastri che l’Italia indicherà anche in Europa sono tre: «Più apertura di mercato, riforme strutturali, più investimenti per lo sviluppo». Il chiarimento sulla manovra arriva con un tweet che Padoan scrive di suo pugno (firmato PCP) dopo che il «no comment», rilasciato ai cronisti al termine dell’informativa sugli esiti dell’Ecofin aveva scatenato le perplessità della politica. «Ma - si chiede il ministro - “no comment” non significa soltanto “non ho nulla da aggiungere”. Non c’è nessuna «manovra» in arrivo, semplicemente» twitta infine Padoan. Una risposta che per il capogruppo di Fi Renato Brunetta, «è una toppa peggio del buco». Peraltro per Brunetta l’intera relazione del ministro è stata «esoterica e omissiva» perché per evitare una manovra servi- rebbe «un miracolo» e in realtà «ci attende un autunno tragico». Che qualche preoccupazione ci sia, per il «ritardo nel ritorno a una crescita sostenuta» è indubbio. Ma intanto bisogna attendere che siano confermati, e il primo appuntamento sarà il 6 agosto, quando l’Istat certificherà l’andamento del Pil del secondo trimestre, stimato al momento al ribasso rispetto alle attese con una forchetta tra -0,1% e +0,4%. E poi c’è il percorso di riforme che il governo ha avviato e che Padoan ha difeso in Parlamento ricordando che le previsioni di primavera della Commissione europea si fanno «a politiche invariate» e che nelle raccomandazioni i com- missari uscenti non hanno considerato né le misure di consolidamento introdotte con la legge di stabilità per il 2014 né «le minori spese pianificate» dall’attuale governo e neppure i «maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni». Gli impegni, insomma, anche se “siamo in un contesto di crescita ancora debole e incerto“ delineano uno scenario «in linea con i requisiti di riduzione del debito e un sentiero compatibile con i parametri europei». Il ministro ribadisce anche che il governo si è impegnato «a garantire la piena convergenza verso l’obiettivo di medio periodo nel 2016» anche se su questo rinvio di un anno ancora RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] POLITICA Luca Braia alle Primarie del Partito democratico di Basilicata Congresso Pd: parla Luca Braia che da più votato sabato scorso rilancia la voglia di cambiamento lucano di SALVATORE SANTORO POTENZA - Luca Braia non si sposta di un millimetro: ha voluto più di tutti il congresso subito e ora insiste sul valore delle primarie dei 55 mila che hanno scelto un candidato su tutti. E’ risultato il primo dalle urne di sabato scorso - anche se non ha superato il 50 per cento - l’ex assessore regionale e per questo chiede di essere riconosciuto nuovo segretario regionale del Partito democratico cdi Basilicata: «I lucani hanno scelto di partecipare alle primarie. I 55 mila rappresentano un segno della validità dello strumento delle primarie. Poi questa grande partecipazione dimostra, a mio modo di vedere. che era giusto fare subito le primarie. La scelta è stata corretta: nonostante fosse sabato 12 luglio la risposta è stata importante». Ma ora che accade? «L’esito che è emerso da questa partecipazione popolare deve essere legittimato e riconosciuto da tutti. Questo anche a salvaguardia dello stesso strumento delle primarie che offre al popolo la possibilità di decidere. Poi il regolamento del Pd prevede che sia l’assemblea a decidere. Questo verrà da parte mia rispettato ma è ovvio che ciascuno ha la propria coscienza». Ma è possibile immaginare un accordo politico tra classi dirigenti con Braia non segretario? «Io ritengo che dietro questo risultato ci sia la volontà esplicità da parte degli elettori di volere un cambiamento. Abbiamo da tempo, e cioè dalle primarie di Marcello Pittella, messo un campo un progetto di rinnovamento radicale dei comportamenti e dei metodi. E’ un percorso di cambiamento che è stato confermato da allora ad oggi. Abbiamo creato un’alleanza a questo scopo. Per cui anche grazie al modello renziano che abbiamo sostenuto fortemente e che si è ritrovato intorno al sottoscritto sabato c’è stato un riscontro notevolissimo. Quell’esigenza di cambiamento che anche in questa sfida congressuale non solo è stata rappresentata da me, ma anche da Dino Paradiso che ha espresso il cambiamento con una sensibilità politica diversa, oggi dimostra a tutto il Pd lucano l’esigenza di cambiare fase e passo. In fondo stiamo parlando di una voglia di cambiamento in Basilicata che si attesta al 60 per cento circa». Luongo all’angolo? «Quella politica ancora ancorata ai modelli che hanno caratterizzato la Basilicata degli ultimi anni ha avuto un riscontro importante e credo che chi sarà il segretario regionale del Pd dovrà riconoscere tale risultato. E’ una sensibilità importante che non può essere ignorata ma il risultato del congresso mi pare inappellabile». Quindi Braia segretario magari in sintonia con Paradiso ma di certo non Luongo segretario. Intende questo? «Credo che noi dobbiamo lavorare fino all’ultimo minuto per cercare di trovare e proporre l’unitarietà del partito. Speriamo di incrociare in tal senso una consapevolezza da parte di tutti. Bisogna aiutare questo percorso. Da parte mia io sono pronto, qualora diventassi segretario, a farmi carico di tutte le sensibilità del Partito democratico e sostenere lealmente il governo regionale nel processo riformatore di cui la Basilicata ha bisogno e che tutti noi abbiamo chiesto di realizzare. Spero che si possa lavorare fino all’ultimo per questo obiettivo esaltando le caratteristiche e le qualità di ognuno come la freschezza di Paradiso con le sue proposte Disconoscere le Primarie sarebbe molto pericoloso Il candidato segretario materano assicura: «Sono pronto a farmi carico delle sensibilità e delle qualità di Luongo e Paradiso» come il riconoscimento dei diritti civili o come il limite dei mandati da declinare in maniera adeguata. Sono tutte tematiche che è giusto che il Pd se ne faccia carico. Allo stesso modo va valorizzata l’esperienza di Luongo che ritengo possano essere utili al Pd lucano. Sono dei valori che devono essere considerati imprenscindibili dentro però un percorso di cambiamento che è voluto dal popolo. Non riconoscere comunque il risultato delle primarie sarebbe molto pericoloso e dannoso per il nostro partito». Riconoscere la vittoria delle primarie ma senza mortificare gli altri... «Assolutamente no. Se fosse così sbaglierei anche se avessi conquistato il 51 per cento come qualcuno pensava». Ha introdotto il tema dei numeri e delle aspettative. Cosa pensa di quel 43 per cento? «Io sono contentissimo del risultato raggiunto. Su Matera e su Matera provincia innanzitutto. Credo che a differenza di quanto sostenuto da qualcuno io a Matera ho vinto ampiamente. Ho ottenuto nella città il 54 per cento dei consensi prendendo 700 voti più di Luongo e 500 in più di Luongo e Paradiso insieme. Questo da solo». Come da solo? «Nel senso che al netto del sostegno che mi ha potuto dare Viti o lo stesso Pittella con i loro riferimenti territoriali, tutti gli altri stavano dall’altro lato». E sulla Provincia? «Ancora di più. In provincia di Matera il sostegno di Pittella, come di Viti o Margiotta, Polese e Robortella è oggettivamente marginale. Loro sono molto presenti e forti sul territorio potentino ma molto meno in quello materano. Insom- «Sbaglia chi dice che a Matera e provincia sono andato male. Ho vinto combattendo quasi da solo mentre con Luongo c’era gran parte del governo del territorio» ma mi sento di dire che l’alleanza che si è stretta intorno a Luongo nel Materano governa tantissime amministrazioni locali: da Stigliano a Tricarico, da Matera a Scanzano fino a Montescaglioso, Novasiri, Rotondella. Pisticci tutta l’ammistrazione con in più Benedetto. Quindi tutto il governo del territorio e la sua gestione era riferimento di altri». Come giudica, invece, il voto nel Potentino? «Sicuramente abbiamo retto. Io non sono Marcello Pittella come penetrazione del territorio. In più credo che chi governa in questo momento, non essendo più in campagna elettorale sconti direttamente il fatto di essere a capo del governo delle questioni. Questa è una difficoltà oggettiva: anche quella spinta che magari Marcello poteva mettere in campo non ha trovato terreno fertile. Tanto più che intorno a Pittella in questi mesi c’è stata la colpevole assenza del Pd lucano. Anche per questo motivo abbiamo la necessità di rilanciare e organizzare il Pd per mettere meglio insieme i territori e sostenere con forza l’azione riformatrice messa in campo dal presidente della Regione». Ma parlando di primarie in Basilicata c’è sempre il tema delle polemiche relative agli elettori di centrodestra che si intromettono... «Sfido chiunque ad assegnare questa dinamica a uno dei tre candidati. Detto questo io dico che le Primarie aperte sono la risposta al partito delle tessere che dobbiamo assolutamente superare. Bisogna superare quella logica delle filiere e del Pd proprietà di qualcuno. Ovviamente le pri- marie aperte che sono la risposta più democratica a un partito volutamente chiuso hanno al loro interno questo rischio. Potrebbe essere utile creare un albo di chi partecipa alle primarie ma con la regola attuale la partecipazione dei cittadini che sono elettori non può essere limitata. Ad ogni modo nessuno può dire che i voti di chi magari ha votato in passato il centrodestra siano andati solo a un candidato. Di certo hanno votato». E ora la prima assemblea elettiva per scegliere il segretario regionale quando dovrebbe svolgersi? «Mi auguro che al termine della riunione della Commissione di garanzia del congresso regionale venga ufficializzata una data. Data che dovrebbe essere fissata entro 10 giorni. Può essere il 25, il 26 o il 27 luglio e cioè o sabato o domenica o lunedì prossimi. Questo per me è il tempo giusto. Far scattare anche il mese di agosto sarebbe sbagliato». E a chi propone addirittura di svolgere la prima assemblea a settembre cosa risponde? «Io ritengo che la partita vada chiusa subito. Abbiamo voluto le primarie prima della fase estiva perchè dobbiamo rilanciare da subito l’azione del partito. Chiudere i giochi per la scelta del segretario in maniera immediata credo sia la migliore soluzione. Questa è la mia posizione. Poi se altri dovessero presentare motivazioni plausibili che però non siano sempre le stesse ragioni e cioè dibattito pubblico ascolterò. Ma credo sia arrivato il momento di essere coerenti e di fare le cose senza più tergiversare». [email protected] «Marcello paga l’assenza colpevole del Pd. Per questo il partito va organizzato quanto prima per sostenerlo nella sua azione di governo L’assemblea si svolga entro 10 giorni» © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 7 Lo ha deciso la Commissione nazionale del Psi per i fatti delle regionali Vita, Annale e Adamo espulsi Insieme a loro cacciati dal partito anche D’Auria, Scarano e Cutro Un incontro dell’associazione riformisti e socialisti lucani con Annale, Vita e Cutro | UFFICIALIZZAZIONE ELETTI | Prosegue a oltranza la riunione della Commissione Assemblea il 28 per l’elezione del successore di De Filippo Plichi di schede elettorali del Pd POTENZA - Si terrà il 28 l’assemblea regione del Pd per l’elezione del nuovo segretario. Così si è deciso al termine dell’ennesima riunione fiume nella sede regionale dem. Sul tavolo della Commissione regionale di garanzia per il congresso ieri pomeriggio tutte le questioni in ballo: dai tre ricorsi presentati dal candidato segretario Dino Paradiso in merito ai casi accaduti nei Comuni di Campomaggiore, Salandra e Lagonegro fino alla verifica degli eletti e alla divisione dei seggi con il metodo decimale tra le tre liste di candidati di ciascun aspirante segretario regionale. E ci sarebbe anche un altro caso posto all’attenzione della Commissione di garanzia che parla di irregolarità nella votazione di sabato anche Difficile da sciogliere tutti i nodi tra i ricorsi, le verifiche degli eletti e la divisione matematica dei seggi tra le tre liste a Cersosimo. Insomma tanti i nodi da sciogliere con tutta la pressione che evidentemente esiste da parte di ciascuna fazione congressuale. Ad ogni modo per l’assegnazione dei seggi si partiva dalla divisione ufficiosa che attribuiva 42 seggi a Luca Braia, 41 ad Antonio Luongo e 17 a Dino Paradiso. Ad ogni modo ieri sera alle 23 la riunione ancora proseguiva con i cellulari dei componenti della Commissione blindati e con la porta della sezione chiusa. Impossibile escludere che la certificazione degli eletti possa essere continuato fino a tarda notte. In ogni caso nel pomeriggio erano trapelate alcune informazioni riguardo la possibile esclusione di qualche eletto nelle liste per non aver corrisposto il pagamento della tessera del Pd. Si parlava anche di big di primo piano. Ma sui nomi massimo riserbo fino alla chiusura della riunione vista la delicatezza delle questioni. Comunque a 5 giorni dalle primarie in piazza il Partito democratico di Basilicata dimostra di avere i tempi di un elefante. POTENZA - Rocco Vita, Franco Adamo, Donato Cutro, Antonio Annale, Felice Scarano e Pasquale D’Auria non fanno più parte del Psi. Da ieri è ufficiale la loro espulsione dal Partito socialista italiano. Lo ha decisione la Commissione nazionale di garanzia che di fatto ha avallato la decisione dello stesso organismo regionale. Non è un lampo a ciel sereno. In fondo Vita, Cutro, Adamo, Annale, Scarano e D’Auria erano in rotta con il Psi lucano e con il segretario regionale Livio Valvano già da un anno circa. Allor quando gli stessi sei espulsi diedero vita all’associazione autonoma “Socialisti e riformisti” assumendo una posizione politica differente dal Psi ufficiale rispetto alle scorse elezioni regionali del 2013 che videro la vittoria finale di Marcello Pittella e del centrosinistra ma con Antonio Annale candidato nella lista del presidente e non con quella del Psi. Si ricorda che all’epoca dei fatti Rocco Vita faceva parte della segreteria nazionale del Psi, mentre Donato Cutro era il segretario provinciale socialista prima di essere commissariato per gli stessi fatti. I sei sono stati espulsi per aver infranto delle norme statutarie del Psi nazionale. Quindi nessuna forzatura dal punto di vista regolamentare. Ma si tratta comunque di uomini che hanno militato per anni nel Psi lucano e nazionale. Restano socialisti. Ma non del Psi. Ovviamente non possono mancare le polemiche. Il più duro è Antonio Annale che appreso della decisione di espulsione anche nei propri confronti scrive: «Tutto per essermi candidato alle elezioni regionali nel centrosinistra con Marcello Pittella, cosa che rifarei. Ma il tema è: può considerasi un partito come il Psi non più una libera associazione democratica ma uno strumento nelle mani di un despota che pensa solo a distruggere e non a costruire, o meglio pensa a come costruirsi una propria car- Rocco Vita Franco Adamo Antonio Annale Felice Scarano Donato Cutro riera politica». Non lo cita Annale ma è evidente il riferimento al segretario regionale del Psi, Livio Valvano. Il quale contattato non entra nel merito della decisione assunta dalla Commissione ma replica telegraficamente ad Annale: «Essere definito despota da Annale non fa che confermare il mio corretto comportamento etico». Per tornare alle parole di Annale comunque c’è anche la promessa: «Continuerò a fare politica perchè non è la tessera che mi da la patente di essere socialista, io lo sono e continuerò ad esserlo in qualunque contesto mi troverò, per le idee che esprimo. Infatti, prendendo esempio da altri Comuni, ho presentato una proposta alla Pasquale D’Auria Giunta comunale di Lavello per inserire negli appalti delle opere pubbliche la cosiddetta "clausola sociale". La clausola prevede che chi vince una gara per una opera pubblica o la fornitura di servizi nel nostro comune si impegna a reperire prioritariamente manodopera e maestranze locali in particolare disoccupati e soggetti in cerca di prima occupazione che versano in condizioni di disagio economico in misura del 50 per cento del personale totale da assumere. Una azione che potrebbe dare risposte concrete a tanti giovani e meno giovani di Lavello. Spero che la Giunta Comunale prenda in seria considerazione la mia proposta». sal.san. © RIPRODUZIONE RISERVATA A gonfie vele il nuovo partito di Giuseppe Moles Rivolta l’Italia, già mille adesioni POTENZA - In un solo giorno sono arrivate già mille adesione per il progetto politico “Rivolta l’Italia” del deputato forzista lucano, Giuseppe Moles. Mentre Forza Italia rischia di uscire a pezzi dalla prova delle riforme, con Silvio Berlusconi che, per tenere i frondisti, minaccia di deferire al collegio dei probiviri chi non rispetterà il patto del Nazareno, nel centrodestra qualcosa si muove. C’è chi sta provando a cambiare le cose. L'appello lanciato da Giuseppe Moles, esponente storico di FI, che vede cofirmatario Antonio Martino (tessera numero 2 di FI) e altri esponenti della societàcivile (professori universitari, imprenditori, giornali- sti), in un solo giorno pare abbia superato addirittura le mille adesioni. Una chiamata alle armi, dal titolo eloquente "Rivolta l'Italia", «per chi crede a un'Italia piu' libera e meno statalista, piu' spazio per le libere scelte personali, meno fisco, meno burocrazia, meno divieti, meno re- Giuseppe Moles strizioni e meno sprechi». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] PETROLIO Marsiglia: «Riforma del Titolo V è sbagliata Gli enti locali vanno ascoltati» di MARIATERESA LABANCA E’ UNA posizione inaspettata quella assunta da Federpetroli, la federazione internazionale del settore petrolifero, indipendente e non sindacale, sul tema caldo degli ultimi giorni: le recenti dichiarazioni di Renzi sullo sfruttamento del sottosuolo, ruolo dello Stato e resistenze dei territori. Se era abbastanza scontata la dura reazione delle associazioni ambientaliste che lo stesso premier - dalle colonne del Corriere della Sera - aveva definito “quattro comitatini” che tengono “in ostaggio” il Paese rispetto al pieno utilizzo delle fonti fossili, nessuno poteva prevedere che anche i petrolieri si scagliassero contro la linea del Primo ministro. «I veri problemi dello sviluppo energetico in Italia non sono quelli che il Presidente chiama “quattro comitatini”. Quanto il poco potere che si dà a Regioni, Provincie e Comuni». Tuona così il presidente della Federazione, Michele Marsiglia. Che si scaglia anche contro quella riforma del Titolo V della Costituzione che prevede l’esproprio delle competenze energetiche alle Regioni per riportarle allo Stato. Modifiche che Renzi spera di riuscire a far approvare entro la fine del mese e che tanto ha animato il dibattito lucano. Con la Basilicata che prova a difendere le proprie prerogative nei processi decisionali, che la proposta di modifica mette duramente a rischio. Per il presidente di Federparchi la sfruttamento delle fonti fossili trova i principali ostacoli non tanto negli enti locali o nelle battaglie ambientaliste di chi tenta di difendersi dalle trivellazioni, ma nel mancato coinvolgimento dei territori e in una inadeguata burocrazia dello Stato. «I diversi progetti del nostro indotto, parlo di piattaforme, pozzi, oleodotti o altre semplici modifiche strutturali ad un cantiere - spiega il presidente - sono bloccati non per chissà quale problematica ambientale ma perchè le Amministrazioni locali non vengono rispettate e coinvolte e, non hanno voce in capitolo». E nel caso in cui dovesse passare la linea del Governo che vuole accentrare le competenze, «assisteremo - aggiunge Marsiglia - al blocco di gran parte dei nostri progetti. Avremo problemi anche per un semplice impianto di carburante. E poi veramente potrà chiamarsi piano blocca Italia». Poi la dice ancora più chiaramente: «Il vero problema che abbiamo in Italia è che non esiste una legge o un iter autorizzativo corretto ed efficiente in materia energetica. E’ di questo - aggiunge - che dovrebbe vergognarsi il premier in Europa». Certo, l’improvvisa presa posizione di Marsiglia suona abbastanza anomala. In fondo Renzi non si è inventato nulla di nuovo. Il tentativo di riportare ai livelli istituzionali romani le scelte che attengono al petrolio è ben sancito dalle linee di quella strategia energetica nazionale a cui stava già lavorando il ministro del Governo Monti, Corrado Passera. Ma per Marsiglia il più grande problema sta proprio in questo: nella mancanza di una vera strategia energetica. «Il ministero dello Sviluppo Economico - spiega il presidente della Federazione - rilascia una licenza/concessione e poi sul territorio si viene abbandonati e ci troviamo che un pozzo finito è fermo da dodici anni». I dicasteri competenti - suggerisce - dovrebbero curare l’iter sino a piena funzionalità. «Ma questo non succede e vengono incolpati i Comitati cittadini e gli ambientalisti». E insiste: «I comitati cittadini, le forme di protesta e, quanto altro esiste, vanno ascoltati in una politica di dialogo. Non possiamo dire ad un Comune di 1.000 abi- «Dal primo ministro parole senza senso» Anche i petrolieri contro Renzi Il presidente di Federpetroli: «Il problema non sono i “comitatini” ma assenza di coinvolgimento dei territori e inadeguata burocrazia» tanti: vengo lì, faccio un pozzo e me ne vado. In Italia esistono piccole società petrolifere (Indipendent Oil Companies) i cui nomi non si conoscono perchè non hanno rete carburanti, non sono pubblicizzate e non sono tra le major di bandiera. Ma hanno investito milioni e milioni per lo sfruttamento delle risorse nel nostro Paese e stanno subendo grosse perdite economi- che ed occupazionali per una burocrazia che è inverosimile e, questo non dipende da 'quattro comitatini'. Bisogna conferire più potere alle Amministrazioni locali e coinvolgerle». Marsiglia conclude: «Bisogna rendersi conto delle banalità che vengono dette negli ultimi tempi: vogliamo le piattaforme per estrarre gas e petrolio e dall'altra par- te si vogliono chiudere le raffinerie. Ci lamentiamo che gli impianti di carburante chiudono, non offrono servizi e la benzina è alle stelle. Solo contraddizioni, basta con le prese in giro». Infine, l’appello: «Avanti con un ridefinizione di una nuova e mirata Politica Energetica Nazionale e basta con dichiarazioni prive di senso». [email protected] IL COMMENTO L’ottimismo del premier deve fare i conti con il mancato sviluppo del passato Pochi nati, molti disoccupati, formazione zero di VITTORIO PRINZI SULLE esternazioni del Presidente del Consiglio Renzi circa la necessità di un raddoppio dell’attività estrattiva per un aumento, a suo dire, vertiginoso dei posti di lavoro, occorre riflettere molto e, intanto, mi viene con preoccupazione da pensare, mettendo in relazione alcuni fatti e cifre apparsi sulla stampa locale di questi ultimi giorni: la chiusura del punto nascite presso l’Ospedale di Villa d’Agri per mancanza di numero, decine e decine di disoccupati, organizzati e non, che chiedono all’Eni e al suo indotto tre turni di 8 ore in un mese, anzichè due turni da 12 ore per quindici giorni, per una evidente ricaduta sull’occupazione, i fondi regionali per la formazione ancora da spendere e puntualmente in ritardo, e l’accredito alla Regione Basilicata delle royalties per l’anno 2013 (159 milioni di euro), grazie al petrolio della Val d’Agri. Pochi nati, molti disoccupati, formazione zero, neanche l’ombra della crescita, a fronte di milioni e milioni di euro che affluiscono ogni anno nelle casse della Regione e dei Comuni, direttamente interessati dalle attività estrattive, e non da oggi. I conti, dunque, non tornano e la Val d’Agri sembra fare i passi del gambero! Tuttavia, l’abolizione dell’attività di parto nell’Ospedale di Villa d’Agri non ha suscitato nessun clamore e alcuna reazione da parte dei sindaci e della politica in Val d’Agri; è vero che si è trattato di una morte annunciata e che già due anni fa si riuscì ad ottenere solo una deroga da parte del Ministero della Sanità. Se poi si pensa che secondo i dati diffusi dal Ministero dello Sviluppo Economico, solo nell’arco degli anni 20082013 sono state pagate per complessivi 815 milioni di euro, e di contro alla relazione del 2014 della Banca d’Italia sull’economia della Basilicata ci si rende conto che siamo di fron- te a numeri impietosi, che ancora una volta inducono a prendere atto, con rincrescimento, che le royalties, quelle poche spese in Val d’Agri, sono finite in un colabrodo e tutte le altre sono rimaste bloccate a Potenza, utilizzate come bancomat dalla Regione. E’ questo lo sviluppo che ci si aspettava solo 20 anni fa? No, di certo, se addirittura si sopprimono servizi sanitari che trenta anni si erano ottenuti con tanta lotta e dopo lunga attesa. Ma tutto passa nell’indifferenza generale, senza che le istituzioni locali muovano un dito, quanto meno per impedire che questo processo di spoliazione continui. Con le risorse che la Val d’Agri ha è possibile innescare una tendenza in positivo. E’ che si continua a non far nulla, ad affidare “le magnifiche sorti e progressive” solo al petrolio, quando esso dev’essere considerato solo lo strumento per uno sviluppo integrato, che metta a profitto tutte le risorse del territorio. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] L’emendamento al Senato che piace molto agli ambientalisti | Se oltre all’Energia ci tolgono anche l’Ambiente Il presidente dei Federpetroli, Michele Marsiglia CONTRO la quasi inevitabile riforma del Titolo V, la Basilicata - che, in virtù del ricco patrimonio del suo sottosuolo si trova a dover combattere una battaglia quasi esclusivamente propria - si era appellata almeno a una cosa: se proprio devono portarci via la competenza in materia energetica, almeno ci lascino quella relativa all’ambiente. L’ultimo baluardo per la difesa del territorio: conservare il diritto di decidere al livello locale cosa fare in tema ambientale, il che potrebbe essere un utile scudo per tutelarsi dagli interessi delle multinazionali del petrolio. Ma ora anche questa competenza è a rischio. Al Senato il presidente della Commissione ambiente, ha presentato un emendamento per fare in modo che l’Ambiente - che nella iniziale proposta di riforma del Titolo V non era contemplato tra le materie da spostare a Roma - ritorni di esclusiva competenza dello Stato. Le associazioni ambientaliste, La proposta dell’assessore Mancini Estrazioni, la Calabria «Lavoriamo in sinergia con la Basilicata» E L’ASSESSORE al Bilancio e alla Programmazione nazionale e comunitaria della Regione Calabria Giacomo Mancini in materia energetica cerca una sinergia con la Basilicata. Più volte in occasione della presentazione del documento di orientamento strategico (Dos) in vista della nuova programmazione dei fondi Ue 2014-2020, lo ha ribadito: «Quando decliniamo la sfida delle nuove fonti energetiche dobbiamo pensare ad un lavoro in comune con la Basilicata per quanto riguarda le politiche estrattive». In un’ottica di progetti condivisi con le restanti regioni del Mezzogiorno - ne- L’assessore Mancini cessità sulla quale sta spingendo anche il governatore Pittella - l’assessore della Regione che condivide con la Basilicata le istanze di ricerca che riguardano il mar Jonio, invita alla stategia comune. NON basta utilizzarli, bisogna saperlo fare bene. Sintetizzerei in questa frase la mia idea di programmazione comunitaria e utilizzo dei fondi comunitari. Se ne parla ampiamente negli ultimi giorni: c’è chi punta il dito contro un utilizzo sbagliato dei fondi collegati alla precedente programmazione e chi fa della futura un proprio cavallo di battaglia. Quello che è certo è che le risorse disponibili per la prossima programmazione noi le paghiamo attraverso forme di contribuzione che vanno nelle casse europee. E quindi, alla luce di questo, farei un’analisi diversa dell'utilizzo dei fondi regionali: non più una specie di contributo a fondo perduto da dare senza scopo e senza giusta programmazione, ma un vero e proprio investimento che lo Stato sta facendo per noi e per la crescita della nostra Regione. Di recente è stata pubblicata un'analisi interessante sull'impiego dei fondi UE in Italia (Perrotti – Teoldi): analizza in modo capillare gli errori nell'utilizzo da parte delle Regioni dei fondi regionali, la difficoltà nel valutare i risultati e lo spreco che spesso deri- tuzionale e ai ministri per le riforme Boschi e dell’Ambiente Galletti. Questo per evitare - spiegano gli ambientalisti - un incremento del conflitto tra Stato e Regioni. Chiaramente, per la Basilicata, i risvolti potrebbero essere tutt’altro che positivi. Conferenza di Verdi e Green Italy a piazza Montecitorio Trivelle selvagge «Renzi non faccia il texano» GREEN Italy e Verdi si sono dati appuntamento questa mattina, a partire dalle 11 in Piazza Montecitorio (di fronte all'Obelisco) per la conferenza stampa sul programma energetico del governo che prevede “trivelle selvagge” nei mari e sul territorio italiano. Gli ambientalisti chiedono al premier Renzi di non indossare i panni del petroliere texano e di virare su politiche energetiche in linea con i programmi della Germania e dell'Europa che prevedono investimenti su rinnovabili e efficienza energetica. «Pensare di accreditarsi | di ANDREINA ROMANO* Lavori al Senato non solo sono d’accordo, ma spingono perché l’emendamento venga approvato. Diciannove sigle - tra cui anche Amici della Terra, Federazione Pro Natura, Inu, Italia Nostra, Legambiente e Wwf), hanno presentato uno specifico appello ai due relatori del disegno di legge di riforma costi- L’INTERVENTO Protesta contro le trivelle in Europa - si legge nella nota stampa - giocando la carta dell’estrazione degli idrocarburi in Italia, sbandierando dati su un possibile aumento dell’occupazione forniti da Assomineraria, proprio quando l’E- | Fondi comunitari 2014-2020 Non basta utilizzarli Bisogna farlo al meglio va da una sbagliata programmazione. Non amo essere disfattista quindi di questa analisi vorrei prendere quello che di positivo c'è e si può creare. Il professor Perrotti, a valle di questa sua analisi, fa una grande provocazione: si rinunci ai fondi diminuendo così la contribuzione nazionale e parallelamente il cofinanziamento collegato alle singole azioni. Un’analisi che per conti e visioni potrebbe essere giusta, ma non tiene conto del potenziale ampio che questi fondi hanno per il mezzogiorno. Io direi, invece: questi fondi continuiamo a mantenerli ma iniziamo ad utilizzarli nel modo migliore. E’ da questa considerazione che dovrebbe iniziare il lavoro di programmazione regionale: gli obiettivi sono di spessore ma spesso le azioni non hanno la stessa forza. ni si avvia a dismettere la propria raffineria di Gela, conseguenza inevitabile delle mutate condizioni del mercato mondiale è un errore non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico». Penso al numero di fondi dati per azioni uguali se non identiche, penso agli innumerevoli percorsi di formazione che spesso sono stati semplicemente un assegno di disoccupazione senza continuità. E' giusto investire nelle menti e nelle persone ma bisogna farlo nel modo corretto. La mente e la conoscenza può essere il modo per arricchire un territorio. Sono tante le eccellenze in regione e ancora di più sono quelle che potremmo richiamare nel territorio. Perchè una regione inclusiva è anche quella che da spazio ai suoi giovani ma richiama anche gli esterni: questo per crescere e imparare. Le professionalità sono cambiate: la società si è aperta a nuovi lavori e nuove competenze che spesso non sono classificabili o collegabili a ca- tegorie porfessionali. I giovani viaggiano, studiano fuori, si formano in altre nazioni e fanno percorsi diversi da quelli a cui eravamo abituati. Sono questi i giovani che potrebbero aiutare la crescita della regione. Long list, bandi chiusi e procedure burocratiche interminabili non fanno che allontanare sempre di più dall'obiettivo di una società della conoscenza che sia inlcusiva, globale e partecipata. Mi occupo di ricerca e nei miei percorsi e progetti aiuto le imprese a comprendere come innovarsi e crescere. Nella programmazione Horizon 2020 sono tanti i sostegni e gli aiuti che le PMI potrebbero ricevere direttamente dall'UE, ma in pochi conoscono questa realtà. In pochi sanno che esistono realtà in Basilicata che aiutano gli imprenditori ad innovarsi, inserendoli in cordate europee per progetti comunitari. Ecco, immagino una programmazione che possa dare spazio a reti di ricerca locale che siano la base per programmare meglio e farlo con coscienza. Perchè un futuro per questa regione c'è, va solo inquadrato negli obiettivi giusti. *Presidente Elle e ricercatrice Exo 9 NAPOLI (FI) Corte dei Conti Derivati: «Regione non metta la testa sotto la sabbia» «LA relazione della Corte dei Conti che registra perdite per 26 milioni di euro dall’operazione dei cosiddetti “derivati” che risale al 2006 attraverso la sottoscrizione di contratti di “interest rate swap” con un indebitamento nei confronti di diversi istituti di credito certifica la mia denuncia politica e tenace battaglia sostenuta, purtroppo con il solo sostegno dei miei colleghi dell’ex Pdl, in Consiglio Regionale nella precedente legislatura». E’ il commento del capogruppo di Forza Italia Michele Napoli ricordando, tra gli atti presentati, una mozione che risale al 2011 riguardante due contratti in derivati stipulati dalla Regione nel 2006 con le Banche Dexia Credito e UBS Investment, sulla base di un sottostante rapporto contrattuale di mutuo stipulato nel 2000, del valore finanziario complessivo di 218 mln di euro, avente periodicità semestrale e scadenza al 31/12/2019. «E’ da considerare, tra l’altro, – ha sottolineato Napoli – che nel corso del 2011 si è registrato l’esodo generalizzato degli enti locali dai contratti in derivati precedentemente sottoscritti, grazie ad una sentenza della Quinta Sezione del Consiglio di Stato che, chiamato a pronunciarsi in merito al contenzioso fra la Provincia di Pisa e le banche Dexia e Depla, ha sancito che il potere di autotela della p.a. comporta automaticamente la caducazione dei sottostanti derivati quando venga dimostrato che gli atti amministrativi sulla base dei quali i derivati erano stati disposti violano la normativa o sono contrari all’interesse pubblico. Purtroppo, in più occasioni – continua – abbiamo chiesto di fare chiarezza su questa operazione finanziaria iniqua che ha prodotto epiloghi decisamente negativi e perdite che vanno ad incidere sul bilancio regionale. Abbiamo anche sollecitato la Giunta a sottoporre i due contratti in derivati, attualmente in corso, a perizia tecnica che ne individui eventuali violazioni di legge o anomalie e commissioni non comunicate alla Regione. L’auspicio – conclude il capogruppo di Fi – è che adesso la nuova Giunta non metta la testa sotto la sabbia come hanno fatto le giunte De Filippo che l’ha preceduta». | RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] VENTO DEL SUD Le intercettazioni tra l’economo di via Verrastro e l’amico imprenditore sui trucchi per vincere le gare Appalti per ditte “prestanome” L’assillo della turnazione e il rimedio di facciata: «Facciamo mettere un’altra persona, te li do io i nomi» di LEO AMATO POTENZA - «Ah, un’altra cosa. Noi dobbiamo fare l’impianto dell’aria condizionata a... a Matera (...) Solo che a nome tuo non lo puoi fare (...) Come possiamo “mastriare”?» A parlare in questo modo con l’amico imprenditore Leonardo Mecca sarebbe stato l’economo della Regione Dionigi “Dino” Pastore, l’8 aprile dell’anno scorso. Proprio nel suo ufficio di via Verrastro. Si tratta di una delle tante intercettazioni che sostengono l’accusa di corruzione e turbativa d’asta per cui entrambi sono agli arresti domiciliari da martedì. Intercettazioni che rivelano trucchi e stratagemmi per preparare gli appalti in modo da riuscire ad assegnarli alla ditta prescelta e a rendere “le carte” inattaccabili, sistemandole alla perfezione. Così nessuno, né una ditta esclusa né il migliore degli investigatori sarebbe mai riuscito a cavarne nulla. Lo spezzattamento è uno di questi: «Devi fare... una unica vuoi fare? O lo facciamo spezzato?... No, dico, la gara d’appalto vuoi fare tutto una volta o diviso, è meglio o peggio? Va be’... devi invitare 10 imprese poi...» Chi parla qui è Leonardo Mecca che subito dopo viene rassicurato da Pastore: «Ma none, non dobbiamo invitare nessuno... fino a 40mila (...) Facciamo un paio alla volta... Vediamo se ci vuole una macchina, due quello che vi vuole... E poi un’altra botta la facciamo un’altra volta... per far campare un altro». Per il gip «appare evidente da tutta la conversazione che la tecnica adottata dai due indagati consistesse nel ricorrere a un frazionamento dei lavori e degli importi volutamente mantenuti al di sotto dei 40mila euro sì da poter procedere con affidamenti diretti ed evitare le ordinarie procedutre legali di partecipazione che prevedono ex lege forme di concorrenza tra i sindoli partecipanti, rimettendo la decisione dell’aggiudicazione dell’opera a criteri imparziali e trasparenti». Ma Leonardo Mecca in tasca sembra avere anche un’altra soluzione, perché oltre a incassare la commessa il problema è non fare apparire il suo nome, e l’idea di spezzettare il lavoro «per far campare un altro» non lo entusiasmano più di tanto. Per questo chiede a Pastore di chiarire le L’impianto a nome tuo non lo puoi fare Come possiamo “mastriare”? sue intenzioni: «Quindi allora possiamo fare un lavoro buono, possiamo fare un piano e qualche altro piano, come abbiamo fatto prima...». E poi rilancia per il futuro con l’amico funzionario, a cui aveva appena fatto anche alcuni lavoretti nel suo nuovo lussuoso appartamento nell’antica torre medioevale dietro il Municipio del capoluogo: «Tanto teniamo sempre aperto il rapporto». Infine c’è il problema di non fare figurare la sua ditta, Edil Termotecnica srl, che pochi mesi prima si era già aggiudicata l’appalto da un milioni di euro in 3 anni per la manutenzione degli impianti termici della Regione, a Potenza, soffiandolo a una ditta come quella dei De Vico, che queli impianti in parte li avevano costruiti e comunque li gestivano da 20 anni. «Facciamo mettere un’altra persona». Spiega allora l’imprenditore Il prescelto sarebbe stato un’imprenditore di Rotondella, che sembra essere subito di gradimento di Pastore («Questo di Rotondella è buono»), forse per la sua “diversità” geografica, che avrebbe preservato al meglio le apparenze. «Sì Rotondella è magnifico... Poi lui stesso ci dà altri... Quello mò... lui lavora ai 24 alloggi qua». Spiega ancora Mecca all’economo che «ben consapevole del gioco delle parti», così scrive il gip, gli chiede se tra loro si scambiano «favori». «Sì, sì, sì. E’ una persona tranquilla... Quello (...) Gli dobbiamo dare quello che gli dobbiamo dare». D’altronde è sempre d’affari che si tratta. DIONIGI PASTORE Era lui il riferimento del “cartello” NON ha avuto esitazioni Leonardo Mecca quando ha saputo di essere sotto inchiesta ed è andato subito a riferirlo all’amico funzionario. Ma anche Dionigi Pastore si sarebbe mosso non appena messo sull’avviso giudicando «pericoloso questo fatto», e offrendosi di indagare per scoprire chi li aveva presi di mira: «Dobbiamo stare attenti, qualche scherzetto... lo faranno». Era lui il riferimento di Mecca e di altri imprenditori che per l’accusa avrebbero composto un vero e proprio “cartello”. LEONARDO MECCA Per il pm contava le mazzette in auto A PARLARE di lui è stato per primo un altro imprenditore, finito sotto controllo dopo che un ignoto motociclista ha scaricato una pistola sull’auto del padre, in un cantiere di Potenza. Ma i guai veri per lui sono arrivati quando gli investigatori hanno piazzato una cimice nella sua auto e lo hanno sentito contare prima di entrare in Regione: «1.600»; «1.200» e in un caso «20», che per il pm sarebbero banconote da 100 euro destinate all’economo Dionigi Pastore. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 11 Così cercavano di eludere le microspie in Regione Controspionaggio fai da te “bonifiche” e stratagemmi Oggi la sfilata in Tribunale dei 7 indagati raggiunti da misure Al via gli interrogatori Intanto gli avvocati già preparano i ricorsi al Riesame Priore. «Uno dei temi di solito ricorrenti nel corso delle indagini – annota Rosa Larocca – è la sistematica e ossessiva paura di essere sottoposti a controlli investigativi da parte degli indagati». Così si spiegano i rapporti col colonnello Mario Zarrillo, a cui Mecca aveva chiesto di controllare la targa dell’auto civetta della polizia individuata dal figlio. O la consegna di un telefono “pulito” a Pastore sempre da parte dell’imprenditore potentino. O l’avvertimento al “collega” Priore, raccolto in un’altra intercettazione ambientale, sulle precauzioni da adottare per incontrare Pastore «senza destare sospetti». «E’ meglio che non chiami, stai a sentire a Leonardo (…) Se vai casa a trovarlo fanno le fotografie. Non vale la pena. Se no dopo associazione. Capito? E' pericoloso. Senti, mò ti devi stare un po’ attento. Non chiamare». Molto meglio sarebbe stato ad esempio, «farsi notare da Pastore, e poi portarsi direttamente al bar vicino alla Regione, dove il funzionario era solito consumare un panino durante la pausa pranzo». Proprio come in un film di spie. E niente telefonini, perché secondo Mecca «attraverso delle sofisticate apparecchiature sarebbe stato possibile intercettare le conversazioni tra presenti anche se il telefono si trovava a dieci metri di distanza». Ma troncare i rapporti no. Questo a detta dei due imprenditori non sarebbe stato da prendere nemmeno in considerazione, anche con il fiato della polizia sul collo. Come per il funzionario dell'ufficio economato. «Pure lui... Pure lui va trovando un po’ di moneta. Vedi che devi fare, vedi che devi fare che quello è stato... ti ha aiutato a te, a tutti ha aiutato. Mò piglia e tutti si allontanano...» D’altronde gli amici si vedono proprio nel momento del bisogno. [email protected] Gli affari sono proseguiti anche dopo la scoperta dell’inchiesta Il Tribunale di Potenza INIZIERANNO questa mattina alle 10 e mezza gli interrogatori di garanzia per i 7 indagati nell’ultimo filone dell’inchiesta Vento del sud che sono stati raggiunti martedì mattina dall’ordinanza del gip Rosa Larocca su richiesta del pm Francesco Basentini. I primi a comparire davanti al magistrato saranno i 4 sottoposti agli arresti domiciliari: Dionigi Pastore, il funzionario dell’ufficio economato della Regione, l'imprenditore potentino Leonardo Mecca e i colleghi di Ruoti Gerardo Priore e Giovanni Sileo. Poi verrà il turno del funzionario del Comune di Potenza Giuseppe Schifone, e degli imprenditori Vito Zaccagnino, di Potenza e Vincenzo Battafarano, di Rotondella. Oltre ai 7 raggiunti dall’ordinanza del gip Larocca risultano indagati a piede libero l’ex assessore del Comune di Potenza Luciano De Rosa, Antonio Mecca (figlio di Leonardo), gli imprenditori Antonio Passavanti, Nazzareno Summa, il capo dell’ufficio legale della Regione Antonio Pasquale Golia e Damarida Romaniello. A marzo Mecca era stato già raggiunto da un’altra ordinanza di misure cautelari, l’obbligo di firma, disposta dallo stesso gip nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta Vento del sud, per accesso abusivo al sistema informatico delle fiamme gialle in concorso con colonnello Mario Zarrillo, a cui aveva chiesto di sapere chi era che pedinava il figlio (in realtà si trattava di poliziotti, ndr). In quell’occasione durante l’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere. Sempre nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta risulta già indagato per traffico di influenze illecite anche Vito Zaccagnino, di POTENZA - Era almeno dagli inizi di gennaio dell’anno scorso che Leonardo Mecca sapeva di essere nel mirino degli investigatori. Dopo che il figlio si era accorto di essere pedinato, e lui si è presentato in Regione per avvisare Dionigi Pastore, l’amico funzionario dell’economato. Di qui l’idea di effettuare una bonifica del suo ufficio dalla presenza di eventuali cimici. Un‘'’operazione registrata da microfoni e telecamere piazzate dagli agenti della mobile di Potenza. C’è anche un capitolo dedicato al controspionaggio nell’inchiesta su mazzette, appalti truccati e sesso per amministratori compiacenti tra la Regione e il Comune di Potenza. «Nell’intercettazione captata il 26 gennaio del 2013 all'interno degli uffici di Pastore – scrive il gip Rosa Larocca – si registrava l’affannosa ricerca dei due indagati intenti a scoprire eventuali microspie installate dalla polizia giudiziaria». «Devi trova... dobbiamo trovare il punto giusto, così. Vedi... vai. L’hai fatto partire? Ma comunque non c’è un cazzo, perché se no l'avrebbe segnalato subito... Mò mi sento ancora tranquillo». Queste sarebbero state le parole di Mecca, a cui il funzionario avrebbe replicato indirizzando la ricerca: «Nella luce, nei quadri, in questi armadi». Fallita la ricerca i due non si sarebbero tranquillizzati che per pochi giorni, e avrebbero ripetuto il tentativo di “bonifica” prendendo in prestito le apparecchiature necessarie da un tecnico di Potenza, Giovanni Mussari, per cui «a differenza di quanto valutato dalla polizia giudiziaria, il pm non ha ritenuto di rinvenire (…) gli elementi indiziari del favoreggiamento personale». Fino a quando - a forza di cercare le cimici non sono saltate fuori sul serio. Ma a quel punto gli investigatori avevano già raccolto una serie di elementi per cui martedì scorso il gip ha disposto gli arresti domiciliari per entrambi più due imprenditori di Ruoti: Giovanni Sileo e Gerardo Il pm Francesco Basentini e il gip Rosa Larocca nuovo in concorso con Zarrillo, per cui invece la richiesta di misure cautelari era stata respinta. In pratica l’imprenditore avrebbe provato a sbloccare la pratica di un suo finanziamento al Ministero attraverso l’amico colonnello, che per il suo interessamento gli avrebbe chiesto anche un lauto compenso: per sè e per «ungere le ruote» a Roma. Di recente gli atti del secondo filone dell’inchiesta sono stati inviati per competenza nella capitale, dal momento che gli accessi abusivi al sistema informatico delle Fiamme gialle, che rappresentano il reato più grave sono avvenuti sui server che fisicamente si trovano lì. Resta invece a Potenza ed approderà a dibattimento il 17 ottobre il primo filone dell’inchiesta che ha preso di mira altri appalti e altri imprenditori tra Potenza, Pietragalla, Avigliano e Brienza. Per questo risultano indagati in 19. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] NUOVE REALTÀ Sono circa 200 gli extracomunitari che occupano i casolari nella zona nord della regione L’accoglienza possibile Ecco come vivono i migranti dell’Alto Bradano in attesa dell’apertura dei centri di GIOVANNI ROSA no subire questo “status quo” perchè vivono di quella speranza: alzarsi la mattina e trovare un SONO circa 200. Non di più. 140 stanziano nei “ingaggio”. Rino della Caritas della diocesi di pressi di Boreano; una trentina nel cosiddetto pa- Melfi-Venosa-Rapolla lo sa bene. Sono anni che lazzo Saraceno. Altri in un capannone nelle cam- con i volontari della struttura religiosa percorre pagne di Montemilone in contrada Stregaprete. “le vie del pomodoro”. Raccolgono beni di prima Sono tutti africani. Di donne se ne vedono poche. necessità e poi, quasi tutti i giorni e da diverse Di bambini nemmeno l'ombra. estati, vanno in quei luoghi dove il tempo sembra Quelli che incontriamo hanno sentito parlare essersi fermato da decenni. dei centri di accoglienza che la Regione sta orgaArriviamo a Boreano. Incontriamo “Nanni” e nizzando. Amado. Ci salutano con “calore”. Sono del BurkiQualche volontario nei giorni scorsi ha cercato na Faso. Gli chiediamo se sanno dei campi di accodi spiegargli che da quest'anno, potranno avere glienza che da metà agosto saranno aperti. «Sì, un letto e un alloggio degno di questo nome. Ci sì...Venosa» risponde il primo anche se presto proviamo anche noi. avanza una legittima richiesta: «scarpa...46» Ma al momento sembrano non pensarci immer- continua a ripetere. Rino appunta e passa ad si come sono in una quotidianità fatta dalla sola Amado. Lui ha subito un incidente. Rino gli dice speranza di poter essere “ingaggiato” e guada- che nella giornata di domani (oggi per chi legge) gnare - quando va bene - una trentina di euro. un medico lo visiterà al piede. La campagna del pomodoRiprendiamo il cammino. ro sta per partire. Alcuni già Percorriamo la strada disselavorano in quei campi dove stata ai cui lati sono dissemi“l’oro rosso” è maturato. Alnate le case abbandonate. Intri raccolgono frutta al concontriamo Abdul. fine con la Puglia. La magInsieme a un suo amico gior parte invece, aspettano. sta costruendo una capanAspettano il caporale di turna. no che la mattina presto fa la «Tutto occupato...per queconta della manodopera che sto costruire» ci dice. serve in quel determinato Quando passiamo noi, ha campo. Sperano di essere quasi finito. I muri di cartoscelti e di poter lavorare e ne sono stati già posizionati, guadagnare quel poco che manca solo il tetto. al netto di tutte le spese Di queste costruzioni ce (viaggio, pranzo, cena), può ne sono già una decina in cui rendergli la vita meno dolotrovano ristoro una cinrosa. quantina di migranti. BoUna parte - piccola al moreano è anche questo. mento - viene ingaggiata. Quando ce ne andiamo ci Gli altri invece tornano mesalutano con lo stesso calostamente nei “loro” tuguri Uno dei casolari occupati dai migranti re. senza energia e senza acqua, Nel ritornare a Venosa li nella speranza che domani possa essere un gior- vediamo questi campi di pomodoro. Sterminati. no migliore. Sono ancora pochi i migranti che vi ci lavorano. Il nostro tour incomincia proprio da quelle zone Del resto la “manodopera” è richiesta in caso di di confine in cui il “centro” ideale è il “non luogo” pioggia. E ieri sul Vulture Alto Bradano c’era un di Boreano. sole che spaccava le pietre. Un problema in più Una capitale decaduta come quei casolari anco- per i migranti. Senza luce, senza gas e a volte ra aperti (altri invece sono stati murati per evitare nemmeno senza un po’ di acqua per dissetarsi. che gli extracomunitari possano trovarvi rifugio) Chi ha la possibilità potrà comprarla, altri invece dove, loro malgrado, i migranti trovano un tetto. dovranno fare chilometri sotto il sole, per poter E non importa se non c’è energia o acqua potabile riempire la propria tanica che servirà non solo corrente. Non importa se il caporale si fa pagare, per bere, ma anche per lavarsi. con l’ausilio di un generatore elettrico, anche la Anche questa è Basilicata; persa in una zona di ricarica del cellulare (pare che il prezzo sia 50 cen- confine, dove pure il tempo sembra essersi fermatesimi per mezz’ora). A loro non importa. Sembra- to. Molti lamentano la difficoltà di accedere all’acqua Abdul alle prese con la costruzione di una capanna | LA CURIOSITÀ | Difficile integrazione con i proprietari LA FOTO che pubblichiamo la dice lunga. E’ posta su una porta di un casolare di Boreano. Uno dei pochi a non essere stato occupato. La scritta, in un italiano stentato è eloquente. Recita testualmente: “Divieto di entrare. Altrimando venire i carabinieri”. E’ il simbolo di una difficile integrazione. I migranti non fanno del male a una mosca, ma qualche proprietario terriero lì non li vuole. E piuttosto che spalancare le porte di questi casolari pericolani preferiscono apporre scritte di questo tipo quando va bene. Nella stragrande maggioranza dei casi murano le finestre. In alcuni casi e lì a Boreano ne abbiamo visti almeno due, preferiscono demolirli. LE TESTIMONIANZE Una piccola Burkina Faso nelle campagne venosine Quelle storie di confine tra Abdullah e Bruno Abdullah insieme a Rino della Caritas LO TROVIAMO mentre cucina. Ha appena appena decapitato una gallina. Abdullah Ha venticinque anni e viene come la stragrande maggioranza dei migranti stanziati a Boreano, dal Burkina Faso. In un primo momento ci guarda con circospezione. Poi capisce le nostre buone intenzioni e si avvicina al furgone. Parla un italiano stentato ma si fa capire. Come molti a cui lo abbiamo chiesto attende che vengano aperti i centri di accoglienza. Poi prende il suo portafogli e ci fa vedere il suo permesso di soggiorno. «Tutto regolare, posso lavorare» ci dice. Poi ci racconta un po’ della sua vita. «Non come altri per mare - dice - sono venuto in Italia con aereo». Abdullah parla delle condizioni di vita di Boreano. Non si lamenta. Avanza una sola richiesta: «Qui non c’è acqua - dice - ne abbiamo bisogno». Poco distante dall’abitazione di Abdullah c’è un bar fatto di cartone. Quando passiamo è chiuso. Per attirare clienti, il gestore (sempre un migrante originario del Burkina Faso) dava la possibilità di vedere i campionati del mondo di calcio. Non sappiamo come sono andati gli affari, ma la scritta - in italiano campeggia ancora su tutto il lato del bar. Quando stiamo per andarcene incontriamo Bruno. E’ molto giovane. Rispetto agli altri, lui è oramai “venosino” visto che ci vive anche d’inverno. Nei giorni scorsi - dice - ha irrigato i campi di pomodoro. Poi aggiunge: «Quest’anno ho coltivato pomodori miei. Biologici». Pare che uno dei proprietari gli abbia affidato un piccolo appezzamento di terreno e lui ha trovato il modo per farlo fruttificare. Li venderà ai suoi connazionali. Un modo per sentirsi protagonisti. Un modo per sentirsi vivo. g. r. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] Primo piano 13 IL FILM PALAZZO SAN GERVASIO IL COMPLESSO dell’ex Tabacchificio ha una superficie di 2.000 metri quadrati. La struttura da anni oramai è in disuso. Qualche anno fa è stata fatta una bonifica per rimuovere il tetto in amianto LAVELLO Emerse alcune criticità: dalla questione vitto, al permesso di soggiorno E’ CHIUSO da circa 6 anni e si vede. Dalle stanze dell’ex albergo “San Barbato” infatti sono stati asportati anche le ringhiere dei balconi. Pare che l’unico spazio utilizzato sia quello della piscina. Venosa: polemica sul web Diversi cittadini non vedono di buon occhio la soluzione dell’ex liceo ospiti dei campi inoltre VENOSA - Qualcuno ha dovranno “responsabilizstorto il naso. E lo ha detzarsi”. E’ previsto - ancora to anche a chiare lettere. non certo - il pagamento N è nata una polemica che simbolico di una somma da “Facebook” si è riverdi denaro divisa tra il lasata anche per le strade e voratore e il datore di laper le piazze. Il progetto voro, chiamato anch’egli di accogliere i migranti a dare il proprio contribunell’ex liceo, al centro del to. Per quest’ultimo, oltre paese, non è piaciuto a a rimanere nell’ambito tutti, soprattuto a chi vedella legalità è previsto il de nell’arrivo dei migrancosiddetto “bollino etico” ti una difficile integraziouna sorta di certificazione. Sono diversi giorni ne a cura del Dipartimenoramai che su alcune pato Agricoltura, rilasciata gine del social network alle aziende della filiera non si parla d’altro. Un agricola che dimostreweb diviso tra chi non ci ranno di non aver fatto rivede nessun problema e corso al lavoro nero e di altri che avrebbero voluto aver partecipato alle iniquantomeno che la popoziative della Regione per lazione ne fosse stata in- Il palazzo “Saraceno” dove sono stanziati una trentina di extracomunitari assicurare il rispetto delformata. Per adesso la polemica resta “virtuale” anche se alcu- cesso e per il soggiorno. Le strutture la legalità e della qualità del prodotni si stanno muovendo per far sentire possono essere utilizzate dai lavorato- to. Nell’ultima riunione della task forla propria voce. «Non siamo razzisti - ri di entrambi i sessi che siano o sascrive sul suo profilo facebook uno ranno impegnati nella campagna del ce sono emerse alcune criticità. La prima riguarda il vitto. Molte codei promotori - Abbiamo incontrato pomodoro. Ogni stagionale dovrà esnumerosi cittadini che hanno mani- sere munito di regolare permesso di munità di migranti preferisce cucifestato forte preoccupazione per l'ar- soggiorno e devono aver provveduto narsi in proprio attraverso anche rivo degli extracomunitari». La strut- ad effettuare la prenotazione presso i particolari rituali previsti dalla protura individuata dal Comune per far centri per l’impiego o direttamente al pria religione. L’altra riguarda la fronte all’emergenza è l’ex liceo clas- campo. I comuni della zona (Palazzo compartecipazione alle spese. Non sico. Uno stabile di proprietà di un San Gervasio, Venosa, Lavello e Mon- tutti sono d’accordo e potrebbe rapprivato che avrebbe tutte le caratteri- temilone) sono i titolari della “funzio- presentare un deterrente. Infine ed è forse la più importante stiche per dare una degna accoglien- ne” dell’accoglienza e della gestione delle strutture sotto la diretta sorve- questione da affrontare, è rappresenza ai circa 200 migranti. Quella di Venosa è solo una delle tre glianza della Protezione civile, la Cro- tato dal permesso di soggiorno. Molti zone in cui verranno stanziati gli ce Rossa, le parti sociali e le associa- infatti sono i migranti a cui è scaduto. extracomunitari. Oltre all’ex liceo zioni del volontariato e del terzo setto- E se possederne uno valido è la “conclassico è stato individuato l’ex tabac- re. Entro pochi giorni - almeno si spe- ditio sine qua non” per accedere ai chificio di Palazzo e l’ex albergo San ra - saranno costituiti comitati di ge- centri, allora ci potrebbe essere il ristione con l’individuazione dei ruoli schio concreto che queste strutture Barbato di Lavello. Nei tre centri di accoglienza indivi- che ogni attore dovrà ricoprire per- possano rimanere vuote. duati ci saranno regole ferree per l’ac- chè il tutto vada per verso giusto. Gli g. r. VENOSA DELLE strutture individuate dai comuni è quella più idonea e funzionale. La struttura dell’ex liceo classico che sorge a pochi passi dal centro storico ed è dotata di energia elettrica e di acqua LA CAMPAGNA DEL POMODORO SIAMO ancora al periodo propedeutico. Il frutto è ancora verde e molti migranti sono impegnati a irrigare i campi. La campagna partirà a metà agosto e dovrebbe concludersi per la fine di settembre RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Primo piano POLITICA Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] Potenza e il rapporto con Regione, hinterland e territorio Così l’assessore Cuoco (programmazione) spiega il salto Il futuro è una città funzionale Progettare il capoluogo attraverso un’Agenda Urbana: che cos’è e dove guarda gocita il territorio. «Davvero, la polemica va riconsiderata. POTENZA - Il capovolgimento, spiega, è La città di Potenza è stata sempre un cu«di prospettiva». Passare dalla città geo- neo, seppur in fasi diverse, nel territorio grafica alla «città funzionale» è il salto regionale. In alcuni periodi ha frenato l’eche l’amministrazione De Luca sta pro- migrazione, in altri, come accade oggi, vando a fare e che ha affidato alla visione restituisce, spostando popolazione nelle di Leonardo Cuoco, economista di lungo aree limitrofe». corso, che in esecutivo (a titolo gratuito) Ma sembra non ci sia mai equilibrio tra si è visto affidare le deleghe Potenza e il resto della a Programmazione e «Abbiamo già Regione. Agenda Urbana. «È questo il dilemma. Oggi Delega insolita: che cosa consegnato a livello di idea diffusa non al presidente Pittella significa? sappiamo bene che tipo di «Il “cosa” coincide con il la proposta città siamo. Allora bisogna “perché” e nasce in un quachiedersi: che strategia apdro normativo che guarda per determinare plicare? restituiamo a Poalla città come territorio la programmazione tenza il ruolo di città motoprivilegiato. C’è una nuova re? oppure puntiamo sulle letteratura normativa che dei fondi europei aree laterali? Potremmo recupera studi antichi e 2014-2020. Per Potenza anche scegliere questa seconsapevolezze non per chiediamo il ruolo conda ipotesi, ma con un forza recentissime, che per riequilibrio debole sarebbe un po’ sono solo state mes- di Autorità urbana inutile: non ci sarebbe crese da parte». scita». Va bene, ma in questo Quindi puntare sull’area quadro che cosa significa “città”? urbana? «La città diventa uno strumento di unifi- «Se Potenza cresce, cresce tutta la Regiocazione. Funziona persino come immagi- ne. Con questa consapevolezza abbiamo ne esplicativa, in fondo, se pensiamo al costruito l’Agenda: è un insieme di obietruolo di città di servizi in un territorio re- tivi programmatici e politici, in cui si ingionale. Se un capoluogo perde questo serisce il rapporto con la regione». ruolo, è l’intero territorio a subire la cadu- E il rapporto con Matera? ta». «Matera è già struttura urbana, ma ha Sta qui il passaggio di visione da città una forma diversa, più laterale, spinta geografica a città funzionale? verso il poligono che ha in Altamura un «Partiamo dalla vertice. La relazione con le aree interne è consapevolezza per vocazione e posizione destinata a esseche della città so- re retta da Potenza». no utilizzatori Alla città spetta il ruolo di collante? non solo i suoi «Significa immaginare una programmaabitanti, ma an- zione e un’azione quotidiana in grado di che coloro che ne affidare a Potenza la capacità di tenere utilizzano i ser- unite varie parti della regione, soprattutvizi: a Potenza to quelle di confine. Sono proprio queste significa 40.000 zone che oggi spingono verso aree urbautenti in più ne esterne alla Basilicata perché non troogni giorno. vano nella propria regione una città inUna cifra calco- terna competitiva». lata, sulla base Fin qui il quadro generale, poi cifre e della mobilità si- tempistica. Il 22 luglio scade la prostematica (stu- grammazione dei fondi europei in Redio e lavoro, ndr) gione. E il capoluogo che posto avrà? e non sistemati- «Ci siamo trovati nell’incrocio di più occa (servizi sanitari, per esempio). È tutta correnze. Ad aprile è stato approvato l’acla Basilicata ad aver bisogno di disporre cordo di parternariato (lo strumento di di una città realmente funzionale, localiz- programmazione nazionale dei fondi zata all’interno, che sia reale motore di strutturali e di investimento europei, sviluppo, centro di produzione e diffusio- ndr), pochi mesi dopo si è insediata la ne di innovazione». giunta De Luca che ha subito dovuto penRiportare il principio generale su Po- sare a questa scadenza. Ci siamo detti che tenza significa, però, recuperare le non potevamo perdere l’opportunità ofeterne polemiche sul capoluogo che fa- ferta dall’accordo in cui sono chiamate in di SARA LORUSSO | di GIANNI ROSA e CANIO SINISI Assistiamo in questi giorni a un dibattito ampio sulla “Garanzia Giovani”, piano lanciato dall’Unione Europea, per combattere il fenomeno della disoccupazione giovanile. Siamo ormai oltre la metà del mese di luglio e l’unico dato evidente è il ritardo della Regione Basilicata Canio Sinisi nell’attuazione del Piano Esecutivo e nella promozione dell’iniziativa. Ancora non è stato predisposto il portale regionale che lo “Sblocca Potenza”? «Dopo una ricognizione delle risorse impegnate sui vecchi programmi (compreso il Por 2007-2013, ndr) capiremo dove bisogna spendere subito per non perdere fondi, dove è il caso di rimodulare, dove invece si può cercare nuova linea economica, anche a livello di finanziamenti ordinari». causa le città medie. In quella programmazione si inserirà l’Agenda Urbana di Potenza, per questo abbiamo inviato una bozza delle nostre proposte alla Regione perché le valuti e le inserisca nei propri piani». Che cosa contiene la proposta? «Abbiamo strutturato la proposta su più fasi, sapendo che bisogna guardare al passato per una ricognizione e al futuro, che però è già in corso. Il sessennio di programmazione, in fondo, è già in atto». Ce cosa avete in programma? «Pensiamo a operazioni di breve periodo, centrate sul risanamento del bilancio e sulla razionalizzazione delle gestioni dei servizi. E nel frattempo operazioni che abbiamo racchiuso in un pacchetto “Sblocca Potenza”. Che cosa è | | Ecco che cosa c’è nell’Agenda IN PILLOLE LA proposta “Agenda Urbana Potenza 2014-2020, fanno sapere da Palazzo di Città, è solo «un primo passo», riassunto in alcune linee guida per rispondere alla tempistica urgente della programmazione dei fondi comunitari (la Regione deve presentare il piano al Ministero entro il prossimo 22 luglio) e non lasciare, così, Potenza fuori da quel contesto. È uno schema di obiettivi, azioni e risultati da realizzare nel sessennio di programmazione 2014-2020. Tra quegli obiettivi ci sono servizi urbani moderni per residenti e non; «diffusione di pratiche e progettazione per l’inclusione sociale»; più forza a quei pezzi di produzione di alta, altissima qualità innestati nel tessuto urbano; realizzazione dell’Agenda digitale; tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali; «prevenzione dei rischi ambientali, tra i quali L’INTERVENTO al riduzione del rischio sismico». Questo elenco di punti va però - fanno ancora sapere - condiviso con tutti gli attori istituzionali e civici che hanno «diritto a essere protagonisti» nella definizione della città di domani. Ne dovranno discutere commissioni consiliari e consiglio, ma anche soggetti privati, agenzie pubbliche, chiunque sia capace, secondo la regolamentazione europea, dare un’impronta positiva alla città che verrà. Con un punto fermo sul ruolo che spetta a Potenza. Nel trasmettere al presidente della Regione Marcello Pittella la proposta, il sindaco Dario De Luca ha richiesto di riconoscere al Comune di Potenza il ruolo di «autorità urbana» nell’ambito del POR della Regione Basilicata. La città dovrebbe così avere competenze specifiche nella spesa e nella progettazione territoriale. sa.lo. | Garanzia Giovani «Questa volta si cambi» consente ai giovani interessati di aderire al programma. Gioventù Nazionale, rappresentata da Canio Sinisi, ha partecipato al tavolo promosso dal Forum Giovani della Basilicata su “Garanzia Giovani” mettendo in evidenza i fallimenti prodotti in passato da azioni come il “Reddito Ponte” e “Work Experience”. Per il momento, di certo c’è solo una cosa, dei 17 milioni di euro, assegnate alle diverse misure offerte dalla Regione Basilicata la parte più consistente, circa 13 milioni di euro, è destinata, a vario titolo, alla formazione. Quindi, ancora una volta, sarà foraggiato il fallimentare sistema formativo, pubblico e privato, lucano e sarà, dunque, impossibile aspettarsi risultati diversi rispetto alle iniziative già adottate negli anni scorsi. Passato, presente e futuro sono la medesima cosa. Nulla cambia. È necessario, secondo noi, invertire la rotta: la disponibilità finanziaria andrebbe indirizzata verso meccanismi di autoimprenditorialità e verso esperienze lavorative in azienda dirette ad accrescere le conoscenze e le competenze dei giovani partecipanti. Sarebbe utile selezionare le aziende da includere nel progetto scegliendo quelle in grado di trasferire knowhow, conoscenze manageriali, competenze ai partecipanti, e capaci di assumere. I “ponti” pubblicizzati dalle precedenti giunte, collegate “all’innovazione continua”, si sono rivelati poi ponti verso il nulla. Non vorremmo che anche la “ga- Gianni Rosa ranzia” si trasformi in mera illusione. Vorremmo che la rivoluzione, per una volta, portasse al lavoro. Vero. *Fratelli d’Italia RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] IL PERSONAGGIO 15 Massimo Basile dal 29 al 31 luglio sarà a Pechino alla Beijing International Wine Exhibition L’arte delle etichette dipinte Partito da Cancellara, ora è un artista riconosciuto. E qui nessuno ha creduto in lui di ANNA MARTINO LA bottiglia che diventa essa stessa un’opera d’arte, una tela su cui incidere un cuore dalle forme nitide, lineari, precise, preziose come gli Swarosvski che lo incorniciano e lo rendono gioiello. E’ la Wine Art dell’artista lucano Massimo Basile, in arte Maxtin, originario di Cancellara, che dal 29 al 31 luglio prossimi sarà a Pechino alla Beijing International Wine Exhibition (Esposizione Internazionale del vino) per realizzare dal vivo, in tempo reale e davanti a un pubblico di decine di migliaia di spettatori , le sue bottiglie gioiello. E pensare che Massimo, artista già affermato, aveva esposto questo ambizioso progetto alle più importanti cantine lucane prima di spinarsi la strada altrove. «Volevo fare qualcosa per la mia terra – dice – che io adoro, infatti quando posso cerco sempre di tornare. Volevo esportare la Basilicata attraverso qualcosa di originale e unico che fosse nato in Lucania per mano di un lucano». Peccato nessuno gliene abbia dato la possibilità. Forse Massimo è apparso un visionario, un sognatore, un artista un po’ troppo stravagante ma con i piedi ben piantati a terra. “Ero consapevole che di artisti ce ne sono tanti. Per sfondare avevo bisogno di proporre qualcosa di originale». Da qui l’idea della bottiglia opera d’arte. «Avevo notato che sempre più spesso venivano apprezzate bottiglie di vino sulle quali erano semplicemente appiccicate etichette che riproducevano quadri famosi. A quel punto ho pensato che si potesse andare oltre e rendere la bottiglia stessa opera d’arte, lavorando direttamente sul vetro. Ovviamente mi sono documentato, mi sono messo a studiare anche con l’aiuto di bravi vetrai, ed ecco qui il risultato». Il primo arriva nel giugno del 2013, quando alcuni dei 100 esemplari della collezione Wine Art dell’artista lucano vengono esposti per la prima volta all’International Art Exibition, presso il Carrousel du Louvre de Paris. E’ uno dei 350 artisti provenienti da tutto il mondo. La prima conferma la aveva avuta già quando Fiorucci notò una delle sue bottiglie a un’importante mostra a Milano e decise di acquistarla. Pechino è la vera e propria consacrazione della sua arte nel mondo. Una consacrazione che certamente non è arrivata per caso, come Massimo tiene a precisare, ma che ha richiesto tanto spirito di sacrificio e flessibilità. Maxtin è un autodidatta. A 22 anni lascia Cancellara per andare a studiare a Londra, dove comincia la sua carriera come Sopra una delle bottiglie dipinte da Massimo Basile, in arte Maxtin, originario di Cancellara ma oggi cittadino del mondo. Nelle altre foto Basile con alcuni suoi disegni La bottiglia di vino diventa un pezzo unico Ma solo all’estero hanno investito ispettore di casinò. Con la sua azienda gira mezza Europa, dalla Francia - a Strasburgo - alla Spagna. Da 12 anni vive a Lugano. L’arte da passione si è trasformata in lavoro con il prestigioso concorso internazionale Ferrari per l’arte protomoteca, in cui su 800 artisti arrivano alla fine solo in 40. Da lì poi è tutto in discesa, un susseguirsi di mostre importanti in Italia e all’estero e di collaborazioni con Mercedes e il marchio di lusso Bang & Olufsen. Ciò nonostante Maxtin non ha perso la sua solare lucanità, che preserva bene nella propria personalità e nelle sua Geomart: è così che Maxtin ama racchiudere e definire le caratteristiche della sua arte. Geometrie lineari e brillanti, per forme solide e tridimensionali, sembrano trasformare le tele, i quadri, in opere scultoree e rendono il suo stile unico, inconfondibile e semplicemente inequivocabile. La perfetta fusione delle forme geometriche e dei colori caldi sembrano “animare l’ acrilico smaltato ” e dar vita ai soggetti delle pitture che l ‘artista attinge, attraverso una rielaborazione personale e dunque originale degli stessi, dal mondo della mitologia classica (“Zeus ed Hera” ), della natura ( “Butterfly” ), dello sport ( “Regata” ) dei sentimenti ( “Heart in a Cage” ), dell’ arte medesima ( “Tribute to wesselmann” ), rispecchiando la visione della realtà, gli stati d’animo e gli interessi molteplici della mano che ha dato loro forma e li ha resi vivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 17 Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] LA Basilicata occupa la quinta posizione nella graduatoria dell’indice della “sofferenza occupazionale” con una perdita di posti di lavoro tra il 2008 e il 2013 pari a meno 13,6%. Sono dati del Rapporto curato dal Servizio Politiche Territoriali e del Lavoro della UIL denominato “NO PIL? NO JOB”, che mostra come e con quale intensità la crisi abbia creato un “cratere” nel nostro tessuto sociale e produttivo, mettendo a confronto i dati del 2008 e del 2013 relativi al mercato del lavoro, agli ammortizzatori sociali e al reddito dei lavoratori dipendenti e assimilati. Nello specifico l’indice della “sofferenza occupazionale” è stato misurato analizzando il tasso percentuale di 3 in- BASILICATA QUINTA PER SOFFERENZA OCCUPAZIONALE dicatori (a loro volta articolati in 9 parametri): mercato del lavoro (6 parametri: tasso occupazione, tasso disoccupazione, tasso disoccupazione 15-29 anni, tasso ricerca lavoro, tasso inattività, tasso di flessibilità); ammortizzatori sociali (2 parametri: rapporto lavoratori in CIG su totale lavoratori dipendente, rapporto domande di Aspi su totale lavoratori di- pendenti) e reddito medio dichiarato dal lavoro dipendente e assimilato (1 parametro: media dei redditi dichiarati). Ognuno di questi indici è stato calcolato rapportandolo alla media nazionale riparametrata su “base 100”. Il punteggio attribuito alla Basilicata è di 127,8 (guida la classifica la Calabria con 135,7). Tra gli altri dati più significati- vi del Rapporto: 1 persona su 3 in età lavorativa, nel 2013, ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale. Nell’insieme di questi 6 anni di crisi, è sparito 1 milione di posti di lavoro, di cui più della metà riguarda l’occupazione dipendente; il tasso di disoccupazione passa dal 6,7% del 2008 al 12,2% nel 2013, quello giovanile dal 21,3% del 2008 al 40% nel 2013 (quasi raddoppiato). La sofferenza, tuttavia, non si misura soltanto con la quantità ma, anche, con la qualità del lavoro e delle retribuzioni. Anche il reddito medio da lavoro dipendente e assimilato segna il passo in questo periodo, ed è un ulteriore parametro indicativo dello stato di salute del nostro sistema produttivo. Si è passati dagli oltre 21,1 milioni di contribuenti del 2008 ai 20,8 milioni del 2013; il reddito medio imponibile è passato dai 19.640 euro del 2008 ai 20.282 euro del 2013, crescendo molto al di sotto dell’indice dei prezzi al consumo. UIL GIORGIO NAPOLITANO SGUARDO TECNICO E L’ANTIMILITARISMO DA CALCIO MONDIALE di FRANCESCO BOCHICCHIO NAPOLITANO ha espresso la necessità di forte attenzione prima di provvedere alla riduzione di spese militari, ciò senza cedere a pulsioni antimilitariste anacronistiche, ed ha inoltre espresso l’orgoglio per i due marò detenuti in India per l’uccisione di alcuni pescatori, i quali secondo Napolitano tengono alto l’onore dell’Italia. I due discorsi sono separati e vanno affrontati in modo separato. La sinistra radicale, invece di provvedere ad affrontarli separatamente, li affronta in maniera unitaria, cadendo così nel tranello magistralmente preparato da Napolitano. Così su “Il Manifesto” non ci si è limitati alla critica dell’attacco sull’antimilitarismo, che tutto è tranne che anacronistico, ma si è criticato il riferimento elogiativo ai due marò, che non sarebbe giustificato in quanto i due sono coinvolti nell’uccisione di pescatori mentre erano in un’azione militare a protezione di navi mercantili. Su tale ultimo punto la critica è surreale: certamente, la posizione a favore completo dell’azione condotta è tutt’altro che scontata, e ciò viene rilevato da un commentatore al di sopra di ogni sospetto come Sergio Romano, certamente non sospetto di antimilitarismo. Ma il rischio che dietro i pescatori vi fosse un’azione di pirateria è forte e non facilmente controvertibile: in ogni caso i militari hanno agito nell’ambito di ordini e sulla base del pericolo che ragionevolmente appariva. Ma non solo, da quando sono detenuti, e la detenzione è in eclatante violazione del diritto internazionale, si stanno comportando con grandissima dignità nonostante molte leggerezze dell’Italia nella prima fase. Essere antimilitarista non vuol dire essere contro i militari che fanno il loro dovere, salvo che negli atti di violenza gratuita. Negare tale differenza vuol dire non solo comportarsi in modo non giustificato e ledere la sfera di persone degne (certamente senza arrivare alla posizione incredibile di chi negli anni passati applaudiva all’uccisione di militari italiani nel Medio-Oriente), ma anche regalare i militari al militarismo e creare le condizioni per una contrapposizione politica non per contenuti ma per blocchi, e quindi intorpidendo e comunque inficiando la linearità della posizione dell’antimilitarismo. Napolitano andava criticato in modo fermo ed intransigente per l’attacco dell’antimilitarismo che ha una dignità politica che il garante della Costituzione, privo di poteri di indirizzo politico, con mancanza di rispetto che presenta non pochi punti di dileggio, non può assolutamente permettersi di mettere in discussione. Del resto, la Costituzione presen- ta molti spunti in direzione di un “pacifismo anacronistico”. Nel merito, la riduzione delle spese militari, con riferimento anche agli F35, richiede certo approfondimenti, in quanto l’antimilitarismo “senza se e senza ma” è nobile ma disarmato, e il problema di una efficace difesa nazionale non può essere messo da parte. Ma è da evidenziare che l’approfondimento è evitato da Napolitano che si trincera dietro gli accordi Nato, come se questi potessero impedire il sacrificio della sovranità nazionale: una ridiscussione degli accordi è sempre possibile ed anzi doveroso. Angelo Panebianco, su “Il Corriere della Sera”, sviluppa la critica di Napolitano (non citandolo mai e si tratta di convergenza silente molto significativa) evidenziando che non si può prescindere da un’efficace difesa militare nell’ambito della Nato. La folle politica estera americana, che lo stesso Obama non può permettersi di mettere in discussione se non in modo limitato, il che avrebbe provocato una guerra folle e rovinosa in Siria e forse in Iraq senza l’intervento di Papa Bergoglio che ha ammonito che esigenze umanitarie erano del tutto assenti alla prospettata guerra, richiesta da esigenze dell’industria degli armamenti. Gli F35 rispondono a quale criterio di politica difensiva nel Medio-Oriente? E’ evidente che si tratta di politica difensiva imperialista e che legittima la violazione del diritto internazionale in Palestina. Obama nel colloquio con Renzi ha dichiarato legittima la pretesa dell’Italia di egemonia nel Medio-Oriente, ma è evidente che Obama fa riferimento ad un’egemonia apparente o comunque esercitata su istruzioni stringenti ed imperative dell’America con l’Italia che nella Nato svolge un ruolo satellite. Panebianco, sapientemente, nel suo articolo, collega tale argomento a quello dei due marò, collocandosi implicitamente nella sciagurata scia della sinistra radicale, che unisce i due argomenti, senza accorgersi che fa il gioco degli avversari. A Panebianco (ed anche a Taino che sempre sull’autorevolissima testata ha molto sviluppato l’argomento) è da chiedere sommessamente: l’India, nella questione dei marò, ci tratta senza riguardo perché non siamo forti militarmente e non mandiamo gli F35 a bombardare Bombay e Calcutta o perché nella Nato siamo un Paese satellite e senza autonomia e autorevolezza. E tale mancanza di autonomia ed autorevolezza è militare o politica? Come diceva il sommo Poeta, ai posteri l’ardua sentenza. Parafrasando Bobbio, un dubbio irriverente: ma la sentenza è veramente così ardua? di DINO DE ANGELIS IL calcio è sempre il calcio, e anche se non sono stato mai un grande competente nè un grande tifoso, pur avendo avuto un passato di calciatore (come la maggior parte degli italiani, specie della mia generazione), non mi posso certo definire un addetto ai lavori. Guardo una partita di calcio con il distacco della persona non coinvolta e con l'occhio critico di chi, in tutte le cose – specialmente quelle a carattere competitivo sportivo -, si sforza sempre di pensare quale possa essere l'aspetto da migliorare per fare in modo che la performance del singolo giocatore, il suo talento ed il livello di spettacolo di una partita possa risultare maggiormente gratificante tanto per i ruoli tecnici, che, a maggior ragione, per il pubblico. La visione di un buon numero di partite di questi ultimi campionati mondiali mi ha posto in risalto con chiarezza lampante come il calcio sia notevolmente cambiato nel corso del tempo e che, di questo passo, sarà sempre più difficile che possa competere con altre discipline che si preoccupano di aggiornare continuamente il regolamento (a esempio, il basket) ed adattarlo secondo le mutate esigenze di un pubblico che è abituato a ricercare forme di esaltazione nello spettacolo sempre più voraci. Ecco, pertanto, a mio avviso, quali debbano essere i must imprescindibili per migliorare gli ingredienti caratteristici di una qualunque performance sportiva: aumentare il numero di segnature; esaltare il talento individuale a discapito della tattica di squadra; adeguare costantemente il regolamento di gioco all'aumento notevole del livello di competitività fisica degli atleti, per tutelare maggiormente la componente spettacolare e, parallelamente, ridurre le possibilità che un gioco troppo falloso o eccessivamente esasperato da un punto di vista tattico possa ridurre il puro talento (ovvero quella cosa per la quale consistenti numeri di spettatori sono disposti a pagare il prezzo di un biglietto – o di un abbonamento tv). Le partite dell'ultimo campionato mondiale, nell'assecondare una tendenza che ha ormai preso piede in ogni disciplina sportiva che sviluppa in maniera preponderante l'aspetto fisicoatletico rispetto a quello tecnico, ha evidenziato come molte partite sono finite a reti inviolate anche dopo i tempi supplementari (8), oppure con il minimo scarto (7), evidenziando la difficoltà sempre maggiore, per la stragrande maggioranza delle squadre, di realizzare con una certa continuità lo scopo del gioco (fare goal). La stessa nazionale campione del mondo ha espresso un calcio non particolarmente spumeggiante dal punto di vista dell'espressione del talento puro, basando tutta la sua forza su un impianto collettivo assolutamente granitico, tanto sotto l'aspetto difensivo che nella suddivisione equilibrata dei compiti offensivi, sempre meno ricadenti solo sulle spalle di attaccanti puri (pur nelle individualità notevoli rappresentate da Muller e in parte, da Klose) e su una condizione atletica obiettivamente superlativa. Tutti fattori encomiabili, ma che non premiano un calcio spettacolare e fantasioso. Oggi come oggi credo sarebbe impossibile vedere un gol come quello di Maradona che, presa la palla a centrocampo, scarta come birilli mezza squadra avversaria – portiere incluso – e fa gol dopo una discesa di 40, 50 metri. Se fossi un dirigente della Fifa mi interrogherei seriamente sul fatto che in molte partite, 120 minuti di gico non sono sufficienti a realizzare nemmeno una segnatura, e che sempre meno sono, in generale, i goal fatti dalle squadre di tutti i campionati che si rispettano. E siccome i numeri sono numeri, io apporterei significative variazioni nel regolamento, in particolare nei seguenti punti: 1. il cartellino giallo deve avere una ricaduta immediata sulla partita (e non su quella successiva) mettendo fuori gioco l'autore del fallo almeno per 15 minuti (come nella pallanuoto); 2. le punizioni dirette si fanno eseguire senza barriera, ma con tutti i giocatori dietro la linea della palla (diventa cioè un tiro in porta dalla distanza senza barriera); 3. abolizione totale del fuorigioco (le squadre sono costrette ad allungarsi maggiormente sul campo, esaltando così le doti tecniche a svantaggio di quelle meramente atletiche o tattiche). Ci possono senz'altro essere altre misure ancora più efficaci di queste, ma ad ogni buon conto, questo è quel poco che riesce a concepire uno spettatore di calcio distratto come me, per avere la possibilità di far sì che quello che viene definito lo sport più bello del mondo, ritorni ad esserlo sul campo e non solo in un immaginario collettivo costretto a ripescare dalla mente le gesta di campioni del passato per dimenticarsi di un presente sterile e poco spettacolare. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 18 Economia Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] ALITALIA Del Torchio ottimista: «C’è unità di visione. Firmeranno» Uil e Ugl non firmano il contratto Nuova spaccatura dei sindacati dopo il “no” della Cgil sugli esuberi di ENRICA PIOVAN ROMA - Arriva un altro tassello per l’operazione Alitalia-Etihad. Ma senza l’accordo unitario. Dopo l’intesa sugli esuberi firmata senza la Cgil, i sindacati si sono nuovamente spaccati su contratto di settore e risparmi con il no di Uil e Ugl che parlano di dubbi sulla legittimità. Ma l’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio è fiducioso: «sono convinto che nei prossimi giorni questa situazione con senso di responsabilità verrà risolta perché sui due temi c’è unità di visione». La decisione dei sindacati è arrivata ieri in serata dopo una notte di trattative al termine della quale i testi dei due accordi erano pronti per la firma. Restava però da sciogliere il nodo della rappresentatività: tanto che ieri in mattinata è partita la convocazione del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per un ultimo tentativo di mediazione che però si è risolto in un nulla di fatto, dal momento che la Uil è rimasta sulla propria posizione così sintetizzata dal numero uno del sindacato: «allo stato attuale non è stata trovata un’intesa, secondo noi il testo del contratto viola molti diritti e con questo testo non firmiamo». Promessa poi mantenuta all’appuntamento del 17, quando i segretari generali di categoria si sono recati al ministero per firmare: contratto di settore e accordo sui 31 milioni di risparmi per i prossimi 5 mesi sono stati sottoscritti solo da FiltCgil e Fit-Cisl, mentre UilTrasporti e Ugl-Trasporti hanno lasciato il tavolo senza firmare. «Ci sono seri problemi di legittimità su quello che stanno firmando - ha detto in serata il numero uno dei trasporti Uil, Claudio Tarlazzi - non mi pare ci sia il 50% più uno. Noi proporremo il referendum». Per la Uil questo accordo non era tra le condizioni di Etihad, condizione che è invece stata confermata da alcune fonti vicine al dossier. A sorpresa, però, al no della Uil si è aggiunto anche quello dell’Ugl, anche se con una motivazione diversa. Più che il contratto, quel che non va è la mancanza di unità sindacale, hanno lamentato i rappresentati del sindacato autonomo. «Noi siamo stati pronti ad una mediazione sul punto che divide i sindacati, ma qualcuno non ha voluto la mediazione e ha spaccato il tavolo», dice Gildo Rossi che su un tema così oneroso si attendeva la condivisione di tutti. I sindacati che hanno firmato hanno difeso la loro scelta di coerenza, ma hanno anche lamentato le «beghe» tra sindacati. Nessuno può avere potere di veto, ha detto il segretario Cisl, Raffaele Bonanni: «Ha deciso la maggioranza, perché ci possono essere pareri discordanti ma è importante avere una base di maggioranza che garantisce l’accordo ed il contratto nazionale». AUTO Fiat Chrysler Automobile fa meglio: +6,9% La crescita del mercato non si ferma dall’inizio dell’anno l’aumento è del 6,2% Un giornale tedesco rivela trattative in corso (smentite) su una fusione fra Volkswagen e il Lingotto TORINO - La crescita del mercato europeo dell’auto non si ferma: per il decimo mese consecutivo le immatricolazioni nell’Unione Europea e nei Paesi Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) sono in au- L’inghippo su “settore e risparmi” Avantaggiato incontra il management e i giornalisti Il direttore generale di Carime in visita al Quotidiano del Sud COSENZA - Il direttore generale di Banca CarimeGruppo Ubi Banca, Raffaele Avantaggiato ha fatto visita ieri mattina alla redazione di Castrolibero del Quotidiano del Sud. Il nuovo giornale nato il primo luglio dalla sinergia di tre giornali regionali, il Quotidiano della Calabria, il Quotidiano della Basilicata e il Corriere dell’Irpinia, ha destato curiosità nel manager che da tempo era a conoscenza dell'evoluzione del progetto. La visita è stata l’occasione per vedere dal vivo il cuore pulsante del progetto, la redazione di Castrolibero con annesso centrostampa dove ogni notte vengono stampate le sei edizioni locali. Un'iniziativa di aggregazione di realtà editoriali radicate sul territorio ed animate dalla volontà di ben rappresentare i territori del meridione nonché di rappresentare una voce autorevole che Il dg Avantaggiato nel centrostampa di Castrolibero con l’ad di Finedit Antonella Dodaro parli a tutto il Paese. Il dottor Avantaggiato, ha mostrato interesse anche per la versione online del Quotidiano essendo interessato dei fatti locali dove il gruppo bancario opera. Il manager ha avuto modo di vedere dal vivo come si evolve il progetto industriale del Quotidiano del Sud e conoscere la realtà del par- tner del progetto, la Finedit già editrice del Quotidiano della Calabria, società ora fornisce i servizi di stampa e tecnologici, - ma non solo – e rappresenta la realtà più importante del progetto. La visita, è stata l’occasione per approfondire la conoscenza del management e della redazione centrale oltre che delle strutture industriali e tecnologiche. mento del 4,3%, per un totale di 1.230.363 consegne. Dall’inizio dell’anno raggiungono quota 6.851.552, il 6,2% in più del primo semestre 2013. Fa meglio del mercato Fiat Chrysler Automobiles che registra a giugno un incremento del 6,9% con la quota che sale dal 5,9 al 6% e la 500 che si conferma al top delle auto più vendute del suo segmento. Nei sei mesi le immatricolazioni della casa torinese aumentano del 2,8% ma la quota scende dal 6,4 al 6,1%. Frenano gli entusiasmi i costruttori e gli operatori del settore. «I volumi sono ancora lontani dai livelli pre-crisi del 2007», sostiene l’Anfia, l’associazione delle case italiane. Anche per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di auto, «c’è poco da stare allegri, purtroppo». Il Centro Studi Promotor parla di «importanti elementi di debolezza del mercato»: «L’incremento mensile - rileva il presidente Gian Primo Quagliano - è inferiore rispetto alla crescita complessiva del semestre (+6,2%) ed evidenzia, dunque, una frenata della ripresa». Anche per l’Unrae, l’associazione delle case estere, «ci sono segnali incoraggianti, ma una ripresa stabile non è ancora partita». Tra i primi 5 mercati dell’Europa Occidentale, la Germania regi- stra un calo dell’1,9% mentre la Francia cresce del 2,5%, l’Italia del 3,8%. Fanno meglio di tutti Regno Unito (+6,2%) e Spagna (+23,9%). Nei sei mesi la casa automobilistica che registra più immatricolazioni è il gruppo Volkswagen (1.717.087, +7,1%), seguito da Psa Group (753.617, +5,2%) e dal gruppo Renault (663.063, +19,3%). Positivi i risultati del gruppo Fiat. Oltre alla 500 che supera le 19 mila immatricolazioni, il 22,2% in più rispetto a un anno fa, vanno bene anche la Panda e la 500L, prima nel suo segmento con una quota del 23,3%, in crescita da ventiquattro mesi consecutivi. Nuovo exploit per Jeep che continua a crescere sensibilmente in tutti i principali mercati europei e aumenta le immatricolazioni del 62%. E sul mercato dell’auto europeo, compare una clamorosa novità. Del “sogno” di Volkswagen di comprare l’Alfa Romeo si è parlato tante volte, ma le voci di interesse della casa tedesca per l’acquisizione di quote totali o parziali di Fiat Chrysler Automobiles sono una novità assoluta. Arrivano dal periodico tedesco Manager Magazin, secondo il quale ci sarebbero trattative fra Ferdinand Piech, principale azionista di Volkswagen e le famiglie Elkann e Agnelli. «Non si è tenuta alcuna discussione in merito a una fusione di Fiat con Volkswagen», smentiscono, però, sia il Lingotto sia Exor. LaBorsa Titolo Ultimo Prezzo Variazione Max Min A2a Atlantia Autogrill Spa Azimut Banco Popolare Bca Mps Bca Pop Emil Romagna Bca Pop Milano Buzzi Unicem Campari Cnh Industrial Enel Enel Green Power Eni Exor Fiat Finmeccanica Generali Ass Gtech Intesa Sanpaolo Luxottica Group Mediaset S.p.a Mediobanca Mediolanum Moncler Pirelli E C Prysmian Saipem Salvatore Ferragamo Snam Stmicroelectronics Telecom Italia Tenaris Terna Tod's Ubi Banca Unicredit Unipolsai World Duty Free Yoox 0,8060 19,8800 6,5600 19,1500 0,0000 1,3250 6,5150 0,6165 12,4100 6,0000 7,1350 4,1220 2,0380 19,4800 29,6800 7,7050 7,2500 0,0000 18,8900 2,2300 40,6800 3,1800 6,7650 5,7600 11,9800 11,5200 15,9400 18,3400 20,8800 4,2940 6,7050 0,8715 16,5200 3,8900 87,1500 6,0250 5,7550 2,3580 9,2400 20,8300 -0,49% -1,39% -0,53% -1,95% -3,74% -3,28% -3,34% -3,97% 0,32% -1,07% -0,49% -3,01% -1,55% -1,96% -0,20% 1,38% -1,09% -2,32% -1,56% -2,87% -1,81% -2,75% -3,56% -1,87% -0,17% -1,29% -1,48% -0,33% -2,43% -1,47% -1,61% -4,13% -1,90% -1,52% -2,30% -3,37% -3,28% -0,59% -0,75% 3,99% 0,817 20,15 6,65 19,44 11,76 1,37 6,74 0,649 12,67 6,13 7,23 4,234 2,068 19,84 30,89 7,99 7,35 15,52 19,46 2,286 41,38 3,272 7,025 5,855 12,14 11,78 16,12 18,52 21,34 4,354 6,81 0,892 16,76 3,948 89,2 6,23 5,925 2,388 9,31 21,11 0,8005 19,76 6,455 19,15 11,33 1,325 6,505 0,6165 12,4 6 7,03 4,122 2,034 19,48 29,25 7,61 7,235 15,18 18,86 2,228 40,68 3,18 6,765 5,735 11,95 11,48 15,84 18,34 20,86 4,294 6,68 0,87 16,52 3,89 87,05 6,025 5,755 2,354 9,095 20,25 Indici FTSE/Nome MIB All-Share Mid Cap Small Cap Micro Cap STAR Valore 20.603,29 21.903,68 27.364,11 18.566,25 22.513,40 18.267,31 Var % -2,21 -2,03 -0,61 -0,23 -0,05 +0,56 MaggioriRialzi Nome Yoox Fiat Buzzi Unicem ----------------------------- Valore 20,83 7,705 12,41 ------------- Var % +3,99 +1,38 +0,32 ------------- MaggioriRibassi Nome Telecom Italia Banca Pop Milano Banco Popolare Mediobanca Ubi Banca Valore 0,8715 0,6165 11,33 6,765 6,025 MercatiEsteri Var % -4,13 -3,97 -3,74 -3,56 -3,37 * ore 21 Indice NASDAQ 100 Dow Jones FTSE 100 DAX 30 CAC 40 Valore 3.899,876 17.072,83 6.738,32 9.753,88 4.316,12 Cambi aggiornato ore 21 Nome Acquisto Euro/Dollaro 1,35207 Euro/Sterlina 0,79069 Euro/Franco Svizzero 1,2141 Euro/Yen 136,997 Var. % -0,83 -0,38 -0,68 -1,07 -1,21 Vendita 1,35225 0,79091 1,21418 137,019 MateriePrime Nome Petrolio Oro Argento Valore $ 102.58 $ 1318.4 $ 21.15 Unità di misura Barile (158,987 Litri) 100 Troy Oz. (3,110 Kg) 5000 Oz. (155,517 Kg) RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 19 Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] La squadra cinofila di Trani della Polizia penitenziaria all’opera a Betlemme Hashish ai detenuti, scoperti dai cani Fermati i familiari che cercavano di introdurre la droga nell’istituto POTENZA - Stavano andando a trovare un proprio congiunto detenuto nel carcere di Betlemme. Solo che, invece di portare le classiche “arance e sigarette”, hanno provato a far entrare nelle mura del penitenziario hashish in grosse quantità. Ma il tentativo non è andato bene. La Polizia Penitenziaria di Potenza , con l’ausilio delle unità cinofile del distaccamento di Trani , hanno rinvenuto e sequestrato la droga che era destinata ai detenuti. A darne notizia, il sindacato autonomo di Polizia penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo dei “baschi azzurri”. E il segretario regionale della Basilicata, Saverio Brienza, ha espresso vivo apprezzamento sia agli operatori di Polizia Penitenziaria di Potenza che a quelli di Trani e soprattutto grande apprezzamento nei confronti dei cani antidroga che, con il loro “fiuto”, sono riusciti ancora una volta ad evitare l’introduzione di sostanze stupefacenti nel carcere lucano. Permettendo così alla Polizia Penitenziaria di interrompere il traffico illegale e procedere al sequestro della quantità rinvenuta e deferire i responsabili all’Autorità Giudiziaria. Il distaccamento delle unità cinofile della Polizia Penitenziaria di Trani non solo hanno sempre raggiunto ottimi risultati durante le numerose operazioni svolte nel tempo negli istituti penitenziari sia della Puglia che della Basilicata - fa sapere il sindacato - ma anche in occasione di impiego durante pubbliche manifestazioni ed ancora presso luoghi maggiormente a rischio come le stazioni ferroviarie oppure altri luoghi “sensibili”, da sempre utilizzate dalla criminalità organizzata per lo spaccio della droga. Il Sappe ha invitato l’amministrazione penitenziaria ad assumere un Il carcere di Betlemme, a Potenza ruolo di grande responsabilità e potenziare le unità cinofile della Polizia Penitenziaria in tutto il territorio na- centi all’interno degli Istituti Penitenziari è sempre molto elevato e sembrerebbe addirittura in crescita. IL CASO Il «carrozzone Ara» e i disagi agli allevatori La denuncia di Rosa contro l’associazione che vive di soldi pubblici Il consigliere regionale Fdi, Gianni Rosa IL consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa denuncia la situazione finanziaria dell’associazione regionale allevatori: il solito carozzone improduttivo che brucia risorse pubbliche. L’ara - associazione che ha natura privata e che, nonostante tutti i contributi regionali, ha un disavanzo di bilancio consistente, «si limita - accusa Rosa - in regime di monopolio, a fornire solo in talune aziende assistenza tecnica adeguata, garantendo alle altre solo ed esclusivamente la tenuta dei libri genealogici. «Oggi, apprendiamo - fa sapere Ammortizzatori, iniziativa di Romaniello IL consigliere regionale Giannino Romaniello, ha inviato una lettera all’assessore Liberali sulla delicata questione del pagamento degli ammortizzatori in deroga. In particolare, il Consigliere ha posto l’accento sui ritardi con cui il Governo nazionale sta procedendo alla ripartizione delle risorse per il pagamento degli ammortizzatori in deroga. Nella lettera, Romaniello ha chiesto che l’attivazione delle procedure e con- zionale in quanto i dati statistici fanno ben comprendere che il fenomeno dell’introduzione di sostanze stupefa- seguentemente la convocazione delle parti per la stipula di accordi per la collocazione in mobilità in deroga dei lavoratori dipendenti delle ex aziende: Industrie del Basento, Mahle (ex Mondial Piston), Daramic e Lucania Metalli, tutte interessate da bandi di reindustrializzazione, il cui esito appare ad oggi incerto, ai cui lavoratori, in buona parte, è scaduta o sta per scadere la mobilità ordinaria. Il Capogruppo di Sel, infine, ha messo in evidenza la necessità di fare al più presto il punto della situazione con le parti sociali in relazione alle aziende nelle quali il processo di reindustrializzazione non è ancora partito. Rosa - che l’Ara ha bloccato il conto corrente di uno dei suoi soci, Giovanni Palazzo, moroso nel versamento delle quote associative, il quale aspettava, finalmente, l’erogazione dei fondi Pac che gli avrebbero permesso di tirare un sospiro di sollievo. Le condizioni degli allevatori lucani sono disperate a causa della mancanza di liquidità generata dai ritardi dei pagamenti Agea, Arbea e a causa del crollo delle vendite di vitelli. Siamo consapevoli che molti tra loro risultano essere morosi nei confronti dell’Ara. Ma ci chiediamo come mai è stato bloccato solo quel conto e non altri? O ne sono stati bloccati altri? E se si, quanti? Sarà forse perché l’allevatore cui è stato bloccato il conto ha partecipato alla costituzione l'Associazione Allevatori del Parco "Briganti Custodi del territorio" di cui ne è il Presidente? Dobbiamo credere alle posizioni di chi lamenta un’autonomia dell’ARA che è solo di facciata? Ma soprattutto è possibile che una struttura nata per dare sostegno e supporto alla categoria degli allevatori non riesce a trovare altro modo per recuperare le quote associative che quello di mettere ancora più in difficoltà i propri aderenti? In parole povere - conclude Rosa - in un momento di crisi come quello che attraversa l’economia lucana, ci sembra che l’atteggiamento di alcune strutture, finanziate con soldi pubblici, sia più quello di creare problemi che di risolverli. Acquacoltura, il bando della Giunta La giunta regionale della Basilicata ha approvato un bando per la concessione di finanziamenti per la costruzione, l’ampliamento e l’ammodernamento di impianti di produzione per acquacoltura: i fondi disponibili ammontano a centomila euro. Lo ha reso noto, in un comunicato, l’ufficio stampa della giunta. I finanziamenti serviranno a migliorare la qualità dei prodotti, le condizioni di lavoro e di igiene, e ad «accentuare gli effetti positivi dei processi produttivi sull’ambiente». Per la realizzazione degli interventi sono previsti incentivi in forma di contributo in conto capitale. Imprenditori singoli o associati titolari di micro, piccole o medie imprese potranno ottenere il finanziamento del 60% della spesa massima ammissibile. Imprenditori singoli o associati titolari di imprese che occupano meno di 750 addetti o il cui fatturato annuo non supera i 200 milioni di euro potranno invece ottenere il finanziamento del 30% della spesa massima ammissibile. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 20 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] La riapertura della struttura “Le sirene” è vicina. Ma si sta lavorando giorno e notte Spunta il sereno dopo la tempesta Una bomba d’acqua, poi lo smottamento: il fango ha coperto i sacrifici di 12 anni ADESSO non resta altro da fare che rialzarsi. La piscina “Le Sirene”, dunque, riaprirà a giorni. Dopo l’ondata di acqua e fango che circa un mese fa ha ricoperto quasi l’intera struttura, oggi è pronta per un nuovo inizio. Merito del coraggio e della buona volontà dei suoi titolari, Marcello, Angelo e Massimo Pesce e della spontanea catena di solidarietà che subito si è mossa per permettere ai tre fratelli di riprendere il proprio progetto di vita. Perché di questo si tratta. Quando un bel giorno quello che hai costruito in 12 anni viene seppellito nel giro di 20 minuti è come se la terra ti crollasse sotto i piedi. Letteralmente. Sono da poco passate le 15 quando una bomba d’acqua si abbatte in zona Pantano di Pignola. Goccioloni cominciano a scendere forti e i pochi bagnanti che ci sono si riparano al coperto. Poi il disastro. La terra dell’area di fronte alla struttura, dall’altra parte della strada, comincia a scendere veloce, trascinata dall’acqua. Attraversa il suo regolare canale di scolo e arriva fino a quello de Le Sirene, dove esplode inondando quasi tutto: la parte in erbetta, le due vasche, il bar. Tutto perso. Le attrezzature, gli impianti. Le Sirene non esiste più. Solo la parte coperta e il campetto di beach volley si salvano. Fango e melma arrivano fino alle ruote delle vetture parcheggiate. Immediato l’intervento dei Vigili del fuoco, le cui squadre si alterneranno fino alle 4 del mattino successivo, della Protezione civile e del Co- Alcune immagini delle attuali condizioni in cui versa la piscina. Presto la riapertura mune di Pignola. Sfortuna vuole che anche il giorno dopo un nuovo acquazzone continui a trascinare con sé fango, melma e acqua. Questa si estende fino alle vasche al coperto. I giochi sono fatti. Anche gli impianti che permettono il funzionamento della piscina al coperto sono ormai andati. E’ il 14 e 15 giugno. Il primo week end di apertura in attesa che la stagione estiva prenda piede. Gli investimenti sono ormai già stati portati a termine. Dall’assunzione di personale alla manutenzione all’acquisto di materiale e prodotti. Tutto perso. Da quel momento è un continuo andirivieni di TRIBUNALE CIVILE DI POTENZA Avviso per estratto di vendita immobiliare con incanto Procedimento di espropriazione immobiliare n. 85/2010 R.G.E. Giudice dell’Esecuzione: Dott.ssa Chiara Malerba Professionista delegato: Avv. Pasquale Carlo Zanni ******** L’Avv. Pasquale Carlo Zanni, con studio in Potenza alla Piazza della Costituzione Italiana n. 35, in qualità di professionista delegato, ai sensi dell’art. 591 bis c.p.c., giusta ordinanza del Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Potenza in data 31.5.2013, RENDE NOTO che il giorno 16 settembre 2014, alle ore 17,00 presso il proprio studio, in Potenza alla Piazza della Costituzione Italiana n. 35, si procederà alla vendita con incanto del seguente bene immobile: LOTTO UNICO: diritto di piena proprietà di un appartamento per civile abitazione sito in Potenza alla Via Verderuolo Inferiore n. 59, piano primo, int. 3 piano, di mq. 121,14, confinante da tre lati con prospetti esterni e da un lato con vano scala e altra proprietà, distinta nel N.C.U. di detto Comune al foglio 46, particella 1022, subalterno 11 (già sub. 3), categoria A/2, classe 3, vani 6,5, rendita catastale euro 335,70. STATO OCCUPATIVO DELL’IMMOBILE: occupato dal debitore e dai familiari. PREZZO BASE: € 165.000,00 (euro centosessantacinquemila/00). AUMENTO MINIMO, in caso di eventuale gara nella vendita senza incanto e/o in sede di vendita con incanto: € 9.000,00 (pari al 5% del prezzo base, arrotondato per eccesso al migliaio di euro più prossimo). REGIME FISCALE: il regime fiscale da applicare dipenderà dai requisiti soggettivi del debitore, dell’aggiudicatario e dalla classificazione catastale dell’immobile oggetto della vendita. Le domande per la partecipazione all’asta, in bollo, dovranno essere presentate presso lo studio dello stesso professionista delegato, previo appuntamento telefonico al n. 0971.24468, entro le ore 18.00 del giorno 15 settembre 2014, unitamente a due assegni circolari non trasferibili, intestati al professionista delegato, per un importo complessivo pari al 10% del prezzo base d’asta a titolo di cauzione, dei quali uno pari ad 1/10 e l’altro pari a 9/10 della cauzione stessa. La partecipazione alla vendita presuppone la conoscenza integrale dell’ordinanza di vendita, dell’avviso di vendita e della relazione di stima, consultabili presso lo studio del professionista delegato previo appuntamento. Per maggiori dettagli potrà contattarsi lo studio dell’Avv. Pasquale Carlo Zanni, delegato alla vendita e custode giudiziario, al n. 0971.24468, o consultare il sito www.astegiudiziarie.it, ove sono pubblicati integralmente l’ordinanza di vendita, l’avviso di vendita e la relazione di stima. Potenza, lì 2 luglio 2014. Il Professionista delegato Avv. Pasquale Carlo Zanni gente, mezzi, pale, attrezzi. Sono gli amici, i dipendenti, i familiari e i clienti a spalare, sistemare, fare ciò che si può. «Se Le Sirene oggi può aprire – dice Marcello, con addosso ancora gli stivali sporchi di fango – il merito è il loro». Ma anche di questi tre fratelli appassionati dell’acqua e dello sport. Giovani imprenditori che il lavoro se lo sono creato, con sacrifici e soddisfazioni. La speranza, adesso, è che la banca gli vada incontro in qualche modo. Così come hanno fatto i fornitori e quanti si sono messi a disposizione comprendendo la situazione. Perché in questi casi, tecnicamente, non si parla di calamità naturale. Eppure il disastro c’è. Si vede. Si sente. E allora meglio non mollare. Qualche materiale di risulta e si ricostruisce, a mano, l’arredamento. L’erba viene sostituita dal brecciolino. E si riprende a sorridere, per non affondare. Anna Martino SULLA TANGENZIALE NORD Bus Fal in fiamme LE cause dell’incendio sono ancora in fase di accertamento, ma il risultato è piuttosto evidente (la foto è stata presa dal sito internet di Trm). Completamente distrutto dalle fiamme un autobus delle Fal in transito ieri intorno alle 13 sulla Tangenziale Nord di Potenza nei pressi dei Piani del Mattino. Per fortuna nessuno ha riportato danni, solo una ragazza sarebbe stata trasportata al San Carlo per una lieve intossicazione. Enorme, invece, il lavoro dei Vigili del fuoco, che hanno lavorato diverse ore per riportare la situazione alla normalità. CONFLITTO TRA PALESTINA E ISRAELE In piazza Prefettura per la pace Anche in piazza Prefettura a Potenza si è voluto dare un segnale di vicinanza e partecipazione al dolore delle popolazioni civili coinvolte nel conflitto arabo-israeliano. L’iniziativa è stata promossa da associazioni, movimenti politici e organizzazioni sindacali. Chiesta l’immediata sospensione di ogni attività bellica e l’avvio di un reale processo di pace per i popoli. Raccolta differenziata Al via le procedure per l’acquisto di nuovi mezzi E’ STATA avviata la procedura per l’acquisto dei nuovi mezzi che serviranno per avviare la raccolta differenziata in città. A ciò si aggiunga «una profonda riorganizzazione dell’Acta, a cominciare dal cambio della sede». Sono tutti i risultati che l’ex assessore all’Ambiente Nicola Lovallo rivendica come frutto della passata amministrazione. «L’acquisto dei nuovi mezzi, l’attivazione dell’inceneritore per quanto riguarda la sola movimentazione e gestione a freddo dei rifiuti, con la contestuale attivazione della nuova area di trasferenza nell’ambito della zona di vallone Calabrese, ancora, l’autorizzazione per la realizzazione di ulteriori volumi nella discarica di Pallareta, sono tutti provvedimenti di grande rilevanza per la città e per i Comuni dell’hinterland potentino che cambieranno completamente volto a questo settore, quello dei rifiuti appunto, di fondamentale importanza per la nostra comunità. L’impegno che chiediamo alla nuova amministrazione è quello di proseguire sul percorso intrapreso – conclude il consigliere comunale del Pd, Nicola Lovallo – per non vanificare gli sforzi compiuti». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 30 Potenza e provincia Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] Progetto presentato dalla Provincia: si punta a una pianificazione urbanistica intelligente Il futuro sono le Città Resilienti Raggiunta l’adesione al programma di tutti i 100 Comuni del Potentino POTENZA - Sostenibilità ambientale, sicurezza e adattamento ai cambiamenti climatici. Sono queste le tre macro aree al centro del programma “Città Resilienti” presentato, ieri mattina, a Potenza. Il piano, che il presidente della Provincia di Potenza ha tenuto a definire “processo e non progetto”, vede l’adesione di tutti i 100 comuni del potentino e ha come ente coordinatore proprio la Provincia di Potenza; perché, ha spiegato Valluzzi, «è necessario cambiare la cultura di una intera popolazione e il suo modo d’intendere la comunità per creare quelle che l’Onu definisce, fin dagli albori della campagna per la riduzione del rischio di catastrofi, Città Resilienti». La Provincia di Potenza, è emerso, «si è distinta già con l’approvazione del suo Piano strutturale provinciale nell’opera di messa in sicurezza dei propri centri, tanto da essere indicata, nei documenti ufficiali dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, come capofila di un nuovo modo di affrontare le emergenze ed i rischi legati ai cambiamenti climatici ed alle catastrofi naturali». Proprio per questa ragione, ha spiegato ieri l’assessore agli Enti Un momento della presentazione del progetto (Foto Mattiacci) Locali Antonio Rossino, «le amministrazioni locali hanno sottoscritto un impegno formale che, da ora in poi, dovrà essere trasformato in una serie di buone pratiche orientate alla eco-sostenibilità e alla sicurezza. Sottoscritti i protocolli - ha detto Rossino - è giunto il tempo di reperire le risorse economiche per iniziare ad agire concretamente. Risorse -ha concluso- che non potranno più pervenire dai soli enti pubblici ma dovranno vedere coinvolti anche soggetti economici privati presenti sui territori». «Siamo la prima rete a livello mondiale - ha precisato il dirigen- te del dipartimento di Pianificazione Territoriale e Protezione Civile, Alessandro Attolico- ad aver aderito a questa campagna delle Nazioni Unite. Nel resto del mondo si è assistito ad approvazioni di singoli comuni ma non di Enti in grado di coordinare le azioni di un intero territorio. L’obiettivo, ora, è quello di arrivare agli appuntamenti internazionali del 2015 con risultati tangibili». Una comunità resiliente è un insieme di territori con una pianificazione urbanistica intelligente ed anche con strumenti e piani d’evacuazione efficienti. Tutte caratteristiche all’apparenza ovvie ma, spesso, tralasciate da chi opera nel settore degli interventi strutturali. Basti pensare, ha spiegato il presidente Valluzzi, «a quanto accade dopo piogge abbondanti nella città di Potenza». «Gli interventi urbanistici fatti nella zona del Gallitello - ha detto il presidente della Provincia - probabilmente non hanno seguito nessun criterio di sostenibilità ambientale». In futuro, ha concluso Valluzzi, «bisognerà lavorare sull’accuratezza delle scelte delle amministrazioni in materia di urbanistica, ma anche di prevenzione ed energia». A tal fine la Provincia ha avviato un’azione di coordinamento territoriale proponendo di fornire supporto conoscitivo, metodologico e procedurale a tutti i Comuni per sviluppare strategie “resilienti”. La Campagna “Rendere le Città Resilienti”, lanciata dalla Unisdr (United Nations International Strategy for Disaster Reduction) dopo l’annuncio che, per la prima volta nella storia dell’umanità, oltre il 50 per cento della popolazione mondiale vive nelle città e nelle aree urbane, ha come obiettivo primario «quello di fare in modo che l’estrema urbanizzazione, nonostante un aumento dei fenome- ni meteorologici estremi, delle minacce rappresentate dai cambiamenti climatici e dai rischi naturali/antropici, non comporti un aumento ulteriore dell’esposizione al rischio». In fondo, per ridurre il rischio è emerso, «basterebbe seguire 10 regole fondamentali come: organizzare e coordinare le attività per far comprendere e ridurre i rischi da disastri; fornire incentivi per investire nella riduzione dei rischi; rinforzare i sistemi di valutazione del rischio e utilizzarli come base per i piani di sviluppo urbano; investire nelle infrastrutture critiche, come ad esempio il drenaggio per proteggere da alluvioni; mettere in sicurezza tutte le scuole e le strutture sanitarie, aggiornando continuamente gli interventi a seconda delle necessità; modificare, se necessario, i regolamenti edilizi; realizzare programmi di istruzione e formazione; proteggere gli ecosistemi e le zone naturali; installare sistemi d’allarme rapido e gestione delle emergenze, tenere regolari esercitazioni e, infine, saper gestire un eventuale disastro mettendo al centro delle politiche di ricostruzione i sopravvissuti». Michele Russomanno AVIGLIANO Contro “la politica delle parole” BREVI Il recupero delle fontane a opera di due volontari AVIGLIANO - Vito Guglielmi e Luciano Guappone, due volontari che stimolano attraverso il loro lavoro e la prestazione volontaria della loro opera, l’amministrazione comunale a puntare sul recupero delle fontane pubbliche, un patrimonio storico e culturale della comunità che deve essere valorizzato attraverso un degno decoro. Per i due volontari, recuperare una fontana non vuol dire soltanto contribuire alla tutela del patrimonio architettonico e paesaggistico, ma anche ridare ai cittadini uno spazio simbolo del tempo e della storia. Ricordano la funzione delle fontane pubbliche che un tempo erano luoghi di aggregazione: le donne andavano a risciacquare i panni e il bucato e perché no, anche a intrattenere relazioni sociali. Sottolinea il volontario Guglielmi: «Dimenticate fino a qualche anno fa, a punto per alcune, come la fontana di San Vito e il lavatoio del Pantano, da essere utilizzate come vasche degli antiestetici bidoni delle immondizie, ora, dopo la "nostra cura" stanno recuperando fascino e dignità ornamentale – ma bisogna fare di più». Va sottolineata e deve far riflettere questa frase del Volontario Guappone: «C’è troppa politica “parlata” nelle nostre vite. E pochissimi fatti». E’ in quest’ottica che stanno operando i due vo- lontari e anche quei cittadini che hanno spontaneamente messo a disposizione il proprio tempo per la buona riuscita del progetto “ripristiniamo le “vecchie Fonti, fontane e fontanons” anche supportati dall’amministrazione comunale che a detta del vicesindaco Antonio Bochicchio – «ha in programmazione un intervento che propone il restauro, la riqualificazione e la valorizzazione di fonti naturali, fontane, abbeveratoi, lavatoi e vasche presenti sul territorio comunale e appartenenti a epoche remote. La prima fase è iniziata con l’individuazione dei manufatti con la verifica delle condizioni strutturali ed estetiche e di pulizia da terra, rovi e quanto nel tempo abbia sepolto le strutture. Saranno, poi, eseguite le opere specifiche di restauro, conformi al rispetto dei caratteri di autenticità dei manufatti. Per ALLA FIREMA Rinnovo della rsu/rls nell’azienda Sopra i due volontari. A sinistra la fontana del Monastero questo sono stati ascoltati “Tra lo sciacquio dei panni gli anziani, i migliori con- e l'acqua delle vasche che si servatori della memoria andava sporcando, l'area collettiva, che con i loro ri- del “Pantano” si animava di cordi hanno raccontato co- voci, si raccontavano espeme un tempo, intorno a rienze, si scambiavano opiquesti punti, girasse la vita nioni e tanti consigli: la visociale della nazione avi- ta non era certo facile tra le glianese. Concludo con il due guerre, ma le difficoltà racconto morale di un an- quotidiane e una certa rasziano longevo di Avigliano segnazione ai colpi del deche ha voluto testimoniare stino predisponevano l’anil’importanza che ha avuto mo popolare alla comprennel passato il lavatoio del sione e alla consolazione». Enzo Claps Pantano (raccontato in dia© RIPRODUZIONE RISERVATA letto e tradotto in italiano): PIETRAPERTOSA Don Francesco Nardone spiega il progetto La Caritas a sostegno degli stagionali PIETRAPERTOSA – La diocesi di Acerenza si fa promotrice del progetto “Presidio” di Caritas Italiana per l’accompagnamento dei lavoratori stagionali. Lo ha reso noto Don Francesco Paolo Nardone referente Caritas di questa diocesi nonché parroco della Parrocchia “San Giacomo Maggiore” a Pietrapertosa: «Il progetto riguarda in particolare i lavoratori stagionali irregolari che soprattutto con l’arrivo della stagione estiva si riversano per lo più nelle campagne del Sud Italia, dove si adattano a condizioni di vita spesso degradanti, sperimentando in molti casi un vero e proprio sfruttamento». «La nostra diocesi – ha continuato don Francesco - esplicherà il Progetto Presidio attraverso le attività coordinate dalle Parrocchie SS. Crocifisso e San Nicola di Palazzo San Gervasio punto nevralgico diocesano per lo stanzio dei lavoratori stagionali immigrati. Essa si farà carico, insieme alle altre diocesi aderenti al progetto, dell’accoglienza, della fornitura di be- ni di prima necessità e della presa in carico della situazione giuridico – lavorativa – sanitaria, per contrastare la piaga del caporalato. Obiettivo del progetto sarà quello di garantire una presenza costante sul territorio attraverso operatori che girando nelle campagne con dei furgoni o dei camper, riconoscibili grazie al logo del progetto, potranno seguire, tramite anche una banca dati, gli spostamenti dei lavoratori garantendo assistenza in ogni luogo dove c’è un Presidio Caritas». Rocchina Martoccia RINNOVO della rsu/rls alla Firema di Tito, azienda che opera nel settore ferroviario, che da 4 anni è in amministrazione straordinaria. Alle elezioni ha votato oltre 93% dei lavoratori aventi diritto. Questi i risultati: la Uilm ottiene il 40% dei consensi (1 rsu, 1 rls). Identica percentuale per la Fiom (40%) dei consensi (1 rsu). La Fim circa il 17%. Il primo eletto è Mario Gesualdi (UilmUil). FESTA CARMINE Buona riuscita Felice Summa LA tradizionale festa della Madonna del Carmine è stata un successo. Lo evidenzia in una nota il sindaco di Avigliano, Vito Summa. L’evento – aggiunge - ha visto la partecipazione di migliaia di pellegrini, fedeli e turisti arrivati da tutta la regione e non solo. La buona riuscita della manifestazione, sia in termini di partecipazione che di assistenza garantita ai presenti, è stato il risultato di un sinergico e complesso lavoro di collaborazione, che ha coinvolto questa amministrazione insieme a numerosi soggetti istituzionali, autorità religiose, privati, associazioni e volontari. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 31 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] RIONERO Due dipendenti comunali e due professionisti accusati di truffa e falso Dal gup per dei lavori a un palazzo Si valuterà la richiesta di rinvio a giudizio, ma il Comune prende provvedimenti RIONERO - È fissata per il 9 ottobre di quest’anno a potenza l’udienza preliminare in relazione ad una richiesta di rinvio a giudizio per due dipendenti comunali di Rionero in Vulture e due liberi professionisti, accusati in concorso di falso ideologico in atti pubblici e truffa. Davanti al gup dovranno esserci Giovanni Placido, di Rionero, dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Rionero, Mauro Cammarelle, tecnico dell’amministrazione, Fabrizio Verrastro, tecnico comunale e Salvatore Ciani, tecnico progettista e direttore dei lavori contestati. Tutto è legato alle sorti di un immobile, in via Gioacchino Murat, dove abita lo stesso Giovanni Placido. Stando all’accusa proprio Placido in qualità di «proprietario-condomino e quale dipendente dell’ufficio tecni- Il tribunale di Potenza co di quel comune, dichiarava il falso sulla richiesta del permesso a costruire, per la chiusura del porticato a piano terra del fabbricato, dichiarandosi - contrariamente al vero - proprietario esclu- sivo del porticato, mentre lo stesso era da considerarsi pertinenza condominiale». A testimoniare la multiproprietà ci sarebbero anche due sentenze, una del 2005 e una del 2009, del tribunale di Melfi. Ma Giovanni Placido è accusato anche do aver indotto in errore un ingegnere dell’Ufficio tecnico del Comune, che gli ha rilasciato il permesso a costruire «illegittimo, atteso che mancavano i seguenti requisti: carenza i titolo di porprietà, volumetria richiesta eccedente rispetto alla disponibilità e l’atto di cessione delle superfici non corrispondente a quanto prescritto o di proprietà altrui». Ci sono poi le posizioni di Mauro Cammarelle e Fabrizio Verrastro accusati il primo in qualità di tecnico incaricato dal Comune di aver attestato il falso nella relazione allegata al piano particolareggiato del progetto. In particolare Cammarelle avrebbe indicato che le volumetrie di alcune particelle catastali potevano essere trasferite sul porticato og- getto della contesa, il tutto «non verificando l’esistenza del titolo di proprietà di quelle particelle in capo a Giovanni Placido». Il secondo invece, in qualità di tecnico comunale, avrebbe attestato il falso nella pratica istruttoria del permesso a costruire che risale al giugno del 2007, relativamente «alla congruità dei volumi rispetto alla richiesta, non verificando che i metri cubi realizzati erano 1650 e non quelli dichiarati in relazione e ometteva di verificare il titolo di proprietà di Placido sulle particelle sopra indicate. Ultima la posizione di Salvatore Ciani che, in qualità di tecnico progettista e direttore dei lavori «attestava il falso nel progetto, dichiarando che la particella non era mai stata asservita ad altre richieste di concessione edilizia, contrariamente al vero atteso che la stessa particella era stata utilizzata ai fini volumetrici» per un’altra concessione edilizia. In pratica i quattro averbbeo in concorso tra loro lavorato per la modifica di questo porticato in via Gioacchino Murat, nonostante la struttura non fosse di proprietà esclusiva del dipendente comunale Giovanni Placido. E qui entrano Mauro Cammarelle e Fabrizio Verrastro che non avrebbero effettuato le opportune verifiche sulle proprietà. Ora, stando al documento firmato dal gip Rosa Larocca, dovranno spiegare tutto all’udienza preliminare, dove si potrà anche scegliere un eventuale giudizio abbreviato sulla questione. Intanto il Comune di Rionero, costituito come parte offesa, sta valutando le possibili azioni disciplinari. [email protected] MELFI Gli interventi sono stati approvati in relazione al bilancio Un nuovo piano triennale delle opere pubbliche cittadine MELFI - Il piano delle opere pubbliche, approvato con delibera di giunta, è parte integrante del bilancio 2014 che si discuterà nel consiglio comunale a Melfi in programma la prossima prima decade di agosto. Sono diversi i progetti interessanti che potrebbero cambiare il volto della città. Per il sindaco di Melfi: «la giunta ha individuato le risorse e stabilito priorità - spiega il primo cittadino, Livio Valvano che saranno sottoposte al consiglio comunale per gli investimenti dei prossimi tre anni. Intendiamo intervenire sulla rete delle acque bianche dopo aver risolto le emergenze in via Foggia e via Trento. Tre sono le maxi aree interessate da un finanziamento che ammonta a circa 550 mila euro e si tratta di via Monteverde, via Forlì, via Scotellaro e via Alighieri». Da anni i fabbricati delle zone indicate, puntualmente, subiscono allagamenti dannosi in occasione di piogge abbondanti. Novità importanti sono previste per il piazzale della stazione: «che necessita di una riqualificazione urgente - aggiunge Valvano - con la doppia funzione di garantire maggiore sicurezza per il traffico sia veicolare che pedonale, oltre che la ridefinizione della porta di ingresso alla città». Trecento mila euro di investimento dovrebbero dare un nuovo volto a piazza Mancini come anticipa una simulazione già pubblicata sul sito del comune. Da oltre venti anni, inoltre, si attende il ponte di contrada Bicocca: «che finalmente sarà possibile realizzare grazie all'accordo con Rfi conferma il sindaco di Melfi - che stanzierà 2 milioni di euro per l'opera». Altro storico ritardo struttura- Il sindaco Valvano e la tabella con i finanziamenti 2014 di tutte le opere le si registra nei pressi della porta Troiana: «dove è prevista la riqualificazione della casette antisismiche comunali - ribadisce Valvano - con un progetto ambizioso che darà un nuovo volto all'intera zona. Per partire con i lavori, dopo aver incassato il parere favorevole della Regione, attendiamo quello del Ministero alle infrastrutture che dovrebbe arrivare a breve. Con i 5 milioni di euro previsti per questo investimento contiamo anche di realizzare il prioritario adeguamento sismico della scuola Ferrara. Sono particolarmente soddisfatto di questa operazione che ci ha visto lavorare per evitare l'abbattimento della scuola di San Teodoro proprio rimodulando un finanziamento con l'obiettivo di garantire la sicurezza degli edifici pubblici con particolare attenzione per le scuole. Non a caso completeremo con queste risorse anche la ristrutturazione dell'ultima ala della scuola elementare Nitti". Non viene dimenticata nemmeno l'emergenza che vivono i residenti in zona Cn 3, 4 e 5. Cinquecentomila euro, infatti, serviranno a realizzare urgenti opere urbanistiche per le strade in via Einaudi, Pertini e Gronchi. Qui marciapiedi mai completati e fossette per impianti elettrici rimaste aperte rappresentano un pericolo costante per chiunque frequenti la popolosa zona della città. Oltre ad un leggero ritocco previsto anche per piazza Abele Mancini resta il sogno della funivia quello più caro al primo cittadino. Infatti: "come intenzione di prospettiva - ammette il sindaco, Valvano - lavo- riamo per realizzare sul versante del Vulture nel territorio di Melfi una parte del piano degli investimenti insieme ai comuni di Rionero ed Atella con la Regione, per far diventare Monticchio punto di attrazione nazionale grazie ad una funivia che colleghi Melfi Vulture e Vulture Monticchio". Vittorio Laviano RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 32 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] MELFI La protesta degli operai dell’indotto Fiat in quota Fiom sul nuovo contratto «Questo accordo va modificato» «Ci hanno tagliato ferie e premi di produzione, serve un referendum vero» MELFI - Un centinaio di dipendenti dell'indotto Sata di San Nicola di Melfi hanno aderito ieri mattina allo sciopero organizzato dalla Fiom Cigl di Basilicata che contesta l'ipotesi di accordo siglato il 25 giugno scorso tra Acm e le principali sigle sindacali del comparto metalmeccanico lucano. «Sono soddisfatto perché nonostante la cassa integrazione - spiega il segretario della Fiom di Basilicata, Emanuele De Nicola - gli operai hanno scioperato per partecipare alla nostra assemblea e comprenderne le ragioni. Occorre modificare questo accordo perché così come è stato stipulato non offre nessuna garanzia sul piano occupazionale, salariale ma soprattutto non offre la garanzia che i lavoratori possano contrattare migliori condizioni di lavoro. I dati del referendum sono una farsa perché non certificati, né i lavoratori Gli operai durante la manifestazione hanno firmato attraverso le commissioni elettorali di stabilimento, mentre un'urna volante ha girato nei vari stabilimenti. I lavoratori non hanno potuto incidere sull'accordo perché questo è entrato in vigore dal primo luglio, la consultazione e' terminata il 15, dunque si tratta di un’autentica presa in giro». Per il responsabile dell'indotto di Fiom: «questo è solo la prima di una serie di iniziative che adotteremo nei prossimi giorni - commenta il sindacali- sta confederale, Vittorio Cilla - perché non è stato spiegato ai lavoratori in maniera chiara cosa perderanno in termini di occupazione, salario e diritti nei prossimi anni grazie ad un accordo mai certificato». Sono stati 262 i voti contrari, tra cui quello di Donato Gentile: «perché nulla ci piace di questo accordo - spiega l'operaio di Tiberina - non il premio, non il modello di contrattazione tra Rsu ed azienda, non lo straordinario. Non poter contrattare più nulla con le aziende sarà deleterio e mi chiedo a questo punto quale possa essere la funzione del sindacato». Per i delegati Lear, viceversa: «non tutto è sbagliato nell'accordo - ammette il sindacalista, Eliseo Filaferro - ma resta inaccettabile che le aziende possano decidere di cambiare la turnazione senza confronto con la Rsu. Da rivedere anche le MELFI Il piano prevede una ricostruzione completa dei fabbricati Demolizione degli alloggi di Valleverde Consegnati i lavori alle ditte partecipanti Consegnati i lavori di demolizione dei 14 fabbricati, per complessivi 123 alloggi in località Valleverde, alla ditta esecutrice ieri nel Palazzo Comunale di Melfi. Il sindaco, Livio Valvano insieme al Responsabile del Procedimento dell’Ater hanno incontrato i Responsabili dell’impresa affidataria, cioè dell’Ati “Valori Scarl Consorzio Stabile” e “Pace Rocco Costruzioni srl”. Per il sindaco Livio Valvano «il risanamento del quartiere dei noti 123 alloggi è un punto importante del programma di mandato. Ringrazio la Regione Basilicata e l’Ater di Potenza che con questo intervento manifestano un segnale importante di collaborazione a sostegno della Città di Melfi. Dopo la demolizione seguirà la realizzazione del primo intervento di ricostruzione. E’ già stato finanziato un intervento di ricostruzione dei primi 12 alloggi». Nei prossimi giorni si provvederà alla pulizia ed alla delimitazione delle aree di intervento. Le operazioni di demolizione partiranno, invece, dalla fine del mese di luglio. In relazione alla tipologia di intervento si specifica che è relativo alla demolizione di ben 14 edifici costruiti tra gli anni 1978 ed il 1980 per complessivi 123 alloggi. Le operazioni di demolizione prevedono il recupero dei materiali metallici, del vetro ed il trasporto a discarica di tutta la parte inerte non recuperabile. Per garantire il regolare svolgimento delle operazioni di demolizione e la sicurezza della pubblica incolumità è stata prevista, in sede di redazione del progetto esecutivo, la chiusura di alcune strade definendo una viabilità alternativa che non recasse eccessivo disturbo alla cittadi- Una parte delle planimetrie nanza. E’ stato previsto l’istallazione di un ponteggio con rete metallica a protezione delle strutture limitrofe dal rischio di accidentali cadute di materiale dall’alto. Il ventottenne attore sarà a Spoleto con la compagnia da lui stesso fondata Da Melfi al mondo, l’ascesa di Bruno Monico Nella prestigiosa cornice del festival di Spoleto si è registrato quest'anno il debutto del giovane attore melfitano, Bruno Monico. Ventotto anni ad ottobre, Monico si è laureato presso la facoltà di lettere dell'università la Sapienza di Roma e parallelamente ha conseguito il diploma presso l'Accademia teatrale dell'Orologio diretta da Riccardo Cavallo e Mario Moretti. Trasferitosi a New York nel 2010, l'attore melfitano ha frequentato un corso intensivo presso “HBStudio” e “Gene Frenkel Theater” mentre l'anno successivo ha conseguito il diploma presso la London Academy of music and dramatics arts. In teatro Bruno Monico ha già lavorato con attori del calibro di Gigi Proietti, Bruce Mayer, Ugo Pagliai, Giorgio Albertazzi, Lidya Biondi, Carolina Crescentini, Alessan- dro Mannarino. Oggi l'attore ha una compagnia stabile: «con cui lavoro da 5 anni spiega Monico - e abbiamo messo in scena testi di Sheakespeare, Tardieu, Campanile e riadattato film di Tarantino e Tinto Brass prediligendo spesso una chiave comica o ironica. Credo che la comicità sia una forma di comunicazione che vada oltre pregiudizi e preconcetti e parla diritto all'anima delle persone e noi italiani abbiamo una grande tradizione da rispettare e sviluppare». Per il festival di Spoleto la compagnia ha allestito uno spettacolo tratta dal testo "Gente di Dublino" di Joyce con la regia di Giancarlo Sepe: «per un esperienza unica - conferma Bruno Monico - dal momento che lavoriamo in uno spazio non deputato ad una messa in scena, una chiesa funeraria». 120 ore di straordinario, la mezz'ora a fine turno mentre il calcolo del premio farà perdere soldi ai lavoratori. Non possiamo rischiare, infine, di diventare completamente dipendenti dal ciclo produttivo di Sata che se andasse in crisi trascinerebbe nell'oblio tutti noi». Dalla Commer Tgs giungono altre proteste perché: «noi avevamo il premio più alto - ribadisce il dipendente, Domenico Carlucci - ma il nuovo metodo di calcolo sacrificherà per noi circa 1400 euro. Sarebbe come perdere uno stipendio intero in un anno. Questo per noi è inaccettabile. Diminuiscono ferie, permessi personali, ci pagherebbero solo 220 giorni lavorativi. Era chiaramente più vantaggioso per noi lavoratori il vecchio accordo». In definitiva il sindacato che non ha firmato l'accordo chiede la modifica del testo ed un referendum certificato tra i lavo- ratori senza rinunciare a mettere in campo altre iniziative come lo sciopero di ieri. La contrapposizione tra Fiom ed il gruppo Fiat e' evidente. Non un caso se si contesta un presunto finto coinvolgimento delle maestranze. «La grigliata di carne offerta da Fiat ed annunciata per oggi e venerdì 25 luglio prossimo conclude il dipendente Sata ex Pcma, Principio Di Nanni - è una vera presa in giro. Un evento mediatico che serve solo all'azienda per ben figurare. In realtà si affamano i lavoratori per tutto un anno con cassa integrazione, di nuovo appena annunciata, poi si saziano i disperati con la grigliata di carne. Da noi si premiano solo alcuni lavoratori mentre arriva il capo gestore a consigliarti di partecipare alla grigliata del venerdì. Io mi sono rifiutato di prendervi parte e ne sono fiero». vi. la. I sindacati sull’incidente di Ripacandida L’ennesima morte sul lavoro «È una ferita troppo grande per la Basilicata» «La notizia dell'ennesima che ci fa riflettere sulla inivittima su un cantiere in quità del sistema pensioniBasilicata lacera ancora stico vigente che colpisce una volta una ferita pro- soprattutto i lavoratori che fonda che colpisce la no- appartengono ad una catestra regione». goria in cui la tipologia È il comd'impiego è mento di Paopesante e licelli (Feneal usurante. Uil), Latorre Questo av(Filca Cisl) e valora Iacovino (Filquanto prelea Cgil). «A visto dalla poche settipiattaformane dai trama su fisco gici incidenti e previdensulla Sa-Rc, za di Cgil che ha visto 3 Cisl e Uil operai perdeche propore la vita sul ne il supelavoro, la notiramento zia dell’incidella legge dente di RipaFornero e Il luogo dell’incidente candida riadelle sue pre con forza iniquità. il tema delle troppe “morti Nei prossimi giorni si bianche” e ci mette dinanzi terrò il tanto atteso e rivenad una sconfitta collettiva. dicato incontro alla PrefetI dati di qualche giorno tura di Potenza fortemente fa del rapporto annuale ci voluto da Feneal, Filca e facevano timidamente Fillea per esaminare le diprendere un respiro di sol- namiche legate alla siculievo, ma questo ennesimo rezza all’interno dei cantieepisodio ci costringe ad ri, bisogna porre un argine aprire una riflessione forte a questa piaga che contisul tema della sicurezza, e nua a colpire i lavoratori ci spinge a rafforzare il del settore edile. ruolo degli enti bilaterali e Bisogna implementare i dei sistemi di prevenzione. controlli ed alzare il livello Le cause del decesso del- di guardia sui cantiere e l'operaio sono ancora al va- implementare le politiche glio degli inquirenti, ci di prevenzione attraverso rammarica apprendere l’incentivazione e il sosteche il lavoratore fosse un gno degli enti bilaterali che sessantacinquenne; tema si occupano di sicurezza». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 33 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] LAURIA L’accusa di Labanca che ha segnalato il fatto al prefetto «Mitidieri non rispetta le quote rosa» LAURIA – «Giunta Mitidieri bis, al capolinea» afferma il Capogruppo “Per Lauria”, Mariano Labanca. La Prefettura di Potenza ha dato ragione al consigliere Labanca sulla composizione della giunta comunale, che è in contrasto con la normativa in quanto non rispetta le quota rosa. Il 14 aprile scorso, il sindaco di Lauria Gaetano Mitidieri ha varato la nuova Giunta, mentre il 19 dello stesso mese, alla presenza del Governatore della Basilicata, la “nuova” macchina amministrativa, nella sala consiliare, si presentò alla cittadinanza, con tanto di conferenza stampa. «Ebbene sì – chiosa Labanca - seppur per problemi fisici abbia dovuto finanche disertare una seduta di consiglio comunale e diverse riunioni di commissione, indubbiamente sto cercando, nel mio piccolo, di controllare “l’infallibile e rinnovata” maggioranza che guida il nostro paesino. Peccato però che, gli amministratori locali con sindaco e segretario comunale in prima linea non si sono “accorti” che nel frattempo era stata varata la legge Del Rio e all’articolo 1, comma 137, dispone: “nelle Giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico». Vista tale dimenticanza, il Capogruppo “Per Lauria”, Mariano Labanca ha dovuto adire al Prefetto di Potenza, il quale, con nota diretta al sindaco e allo stesso Labanca ha rimarcato appunto che la composizione della giunta è in contrasto con la legge. «A questo punto il sindaco – prosegue il capogruppo - o adegua la giunta al disposto normativo, favorendo l’ingresso in giunta, in sostituzione di un componente maschile, di un’altra donna, oppure, dovrà motivare la diversa composizione. Ricordo a tutti che lo Statuto Il sindaco Mitidieri cittadino, recita tra l’altro “garantisce parità e pari opportunità tra uomini e donne….”, ebbene, ora aspettiamo la decisione del sindaco e dell’intera compagine ammi- nistrativa, però certamente posso affermare che anche in quest’occasione hanno fatto una brutta figura». Emilia Manco Un operaio residente a Rotondella ha perso la vita mentre era al lavoro su un cavidotto Folgorato da una scarica elettrica L’uomo, 36 anni, si trovava per conto di una ditta lucana a Giffoni Vallepiana ROTONDA - Ecco l’ennesima tragedia sul lavoro. Stavolta è toccato ad un operaio di origine rumenta ma residente a Rotondella. L’uomo stava effettuando dei lavori per conto di una ditta lucana a Giffoni Villapiana, nel salernitano. Stava lavorando in una zona impervia, impegnato a sostituire i cavi dell’elettrodotto sul quale stava lavorando quando una potentissima scarica elettrica lo ha letteralmente folgorato. L’operaio è morto sul colpo, aveva 36 anni. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i carabinieri della stazione di Giffoni Vallepiana, che stanno cercando di ricostruire la dinamica dell'incidente. Un traliccio per l’alta tensione Ad un giorno esatto di distanza dall’altra tragica scomparsa sul lavoro a Ripacandida ecco che lo schema si ripete ancora una volta. Spetterà adesso ai carabinieri capire se si è trattato dell’ennesima negligenza sulle misure di sicurezza o di un gesto avventato. Sta di fatto che la questione delle morti bianche sta diventando una vera e propria emergenza in Basilicata ma in tutto il sud Italia. Poche settimane fa un uomo ha perso la vita mentre stava lavorando sul cantiere dell’autostrada Salerno Reggio Calabria. Qualche mese prima invece è toccato ad altri due operai sempre sui cantieri dell’A3. E sempre sull’autostrada si è consumato il terribile incidente che è costato la vita a due giovanissimi camionisti di Maratea e Buonabitacolo, rimasti letteralmente schiacciati in un triplo incidente avvenuto a pochi chilometri dallo svincolo di Sicignano. Il musicista si esibirà questa sera a Maratea assieme al Solis String Quartet La notte napoletana di Peppe Servillo MARATEA - Proseguono le iniziative sulla costa marateota per la raccolta dei fondi necessari alla ristrutturazione e al recupero funzionale della chiesa della Madonna delle Grazie. Dopo il recital di Sergio Rubini “ La Guerra dei Cafoni” del 5 luglio scorso per domani sera il prestigioso Seasunset Relais torna ad ospitare un altro attraente spettacolo musicale con Peppe Servillo e i “Solis String Quartet”. Il concerto è uno straordinario omaggio alla canzone e alla sana tradizione partenopea. Tutti di origine campana gli artisti si esibiranno in un inedito show dove l’arte e lo spessore di Servillo si fondono con la maestria degli archi. Attraverso una lettura al tempo stesso raffinata e popolare di un repertorio di classici che spaziano da Raffaele Viviani a E. A. Mario fino a Renato Carosone il gruppo punta a far conoscere gli aspetti tipici di Napoli che non tutti probabilmente hanno avuto modo di apprezzare. In altre parole “Spassiunatamente” vuole restituire alla canzone napoletana quell’ambiente musicale e vocale fatto di bellezza a dir poco rara. Peppe Servillo e i “Solis String Quartet” non hanno poi tanto bisogno di essere sponsoriz- Peppe Servillo in visita a Matera zati. Il loro biglietto da visita è garanzia di bravura e competenza. Ciò che li rende unici è la peculiare rilettura dei classici allorquando utilizzano voce e un solo quartetto d’archi. Una formula e una scelta artistica ben precisa che spoglia di inutili orpelli questi autentici capolavori ren- dendoli eleganti e raffinati senza sminuire la forza e l’incisività che ne hanno decretato il successo in ogni angolo del mondo. Il concerto avrà luogo sulla meravigliosa “Terrazza dei Carrubi”. A dominare la scena non sarà solo la bellezza di uno tra i posti più suggestivi della costa ma anche l’accattivante idea coltivata da tempo dal patron Angelo Calculli di trasformare il resort in una vera e propria “Casa dell’Arte”. Il primo appuntamento della rassegna che prende il nome dallo scoglio a forma di cuore situato a picco sul mare ha visto esibirsi un incredibile Sergio Rubini in “La Guerra dei Cafoni”. Il regista di “Tutto l’amore che c’è” tornerà presto. Il 9 agosto sarà ancora al “Seasunset” per un altro spettacolo dove interpreterà diversi successi di Eduardo De Filippo. In cartellone anche Michele Placido, Uccio De Santis, Antonella Genga, Pino Quartullo e Alessandro Haber. Dopo aver trasformato la villa di famiglia in un lussuoso relais l’avvocato Calculli ha in serbo nuovi progetti di respiro ancora più ampio: dare maggiore visibilità alla tanto amata “Perla del Tirreno”. Antonio Verri LAGONEGRO Pena sospesa per il falsario LAGONEGRO – Falsificazione e spedita di banconote questo il motivo per cui è stato condannato a otto mesi con pena sospesa. Ha patteggiato la pena il 50enne Ferdinando Carbone residente nella Provincia di Napoli che martedì scorso è stato trovato in possesso di banconote false di vario taglio nell’abitato di Castelluccio Inferiore mentre esercitava la vendita ambulante di prodotti per la casa. Il giudice monocratico del Tribunale di Lagonegro, Enrichetta Cioffi, con pubblica accusa Vpo Alcune banconote false Vittoria Florimonte, lo ha condannato a otto mesi di reclusione, con sospensione della pena. L’imputato era stato intercettato dai carabinieri delle Stazioni di Castelluccio Inferiore e Rotonda, ed hanno trovato nella disponibilità dell’arrestato venti banconote contraffatte di vario taglio che sono state immediatamente sottoposte a sequestro. L’uomo, su disposizione del procuratore della Repubblica di Lagonegro che ha coordinato le attività, era stato tradotto presso la casa circondariale di Sala Consilina. Il giorno dopo il Giudice Cioffi ha convalidato l’arresto e ha inflitto una condanna a otto mesi di reclusione con pena sospesa. em. ma. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 34 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] Iniziativa in piazza Vittorio Veneto per esprimere lo sdegno per la guerra in atto Matera contro la carneficina Legambiente, Movimento per la Pace e Fucine dell’Eco col popolo palestinese Matera è città della pace, prima ancora che candidata al ruolo di Capitale europea della cultura. E la pace, in queste ore, è il tema più dibattuto, perchè ignorato ogni giorno. I bombardamenti nella striscia di Gaza che consegnano ogni giorno immagini raccapriccianti ai social network e alle redazioni di tutto il mondo, hanno provocato un’ondata di emozione che a Matera Legambiente (che ne ha fatto una campagna Nazionale), il Movimento della Pace e le Fucine dell’Eco, hanno voluto trasformare in una iniziativa pubblica. In molti si sono riuniti in piazza Vittorio veneto con alcune bandiere a sostegno del popolo palestinese. «Circa 100 persone si sono unite a noi, condividendo la nostra riflessione - spiega Pio Acito - Abbiamo parlato delle sofferenze del popolo palestinese i cui spazi sono stati ridotti dall’occupazione che, nei loro territori, dura dal 1947. Le scelte scellerate del popolo sionista - prosegue - sono state argomento del confronto che abbiamo tenuto». L’iniziativa segue l’onda emotiva che si è La manifestazione organizzata da Legambiente, Movimento per la Pace e Fucine dell’Eco creata in tutto il mondo. Le prime vittime di questa guerra sono stati i bambini colpiti anche mentre si trovavano su una spiaggia. Il caso della tregua di queste ore, da cui Hamas sembra essersi isolata, rende ancora più difficile la situazione che registra morti ogni giorno. E’ di ieri, intanto, la notizia, riportata da Net1 news che la parlamentare israeliana Ayelet Shaked ha definito "terroristi" tutti i palestinesi e ha sottolineato che tutte le "madri palestinesi" devono essere uccise durante un eventuale attacco via terra contro la Striscia di Gaza. Shaked fa parte della Casa Ebraica, un partito politico sionista religioso in Israele. Nonostante si autoclassifichi come partito di destra, alcuni mezzi di comunicazione occidentali e israeliani lo hanno descritto come "partito di estrema destra". [email protected] Tante mamme fra chi ha protestato contro la carneficina a Gaza. Accanto scene di guerra Il 26 luglio alle 17,30 visite al castello di San Basilio La collezione Berlingieri apre le sue porte al Fai Nuova iniziativa del Fai che porta a casa uno straordinario risultato. La famiglia Berlingieri infatti ha aperto eccezionalmente le porte della propria residenza al Fai Giovani Basilicata per un’esclusiva visita alla loro collezione privata. La collezione d’arte contemporanea, una delle più importanti del nostro paese, avviata nella metà degli anni settanta, vanta oggi opere di grandi nomi come Bruce Nauman, Andy Warhol e Vanessa Beecroft. L’evento si terrà sabato 26 Luglio alle ore 17,30 presso il Castello Berlingieri a San Basilio, Pisticci e a concludere la serata sarà offerto un aperitivo in spiaggia presso lo stabilimento balneare “Le Capannine” di Policoro. E’ possibile iscriversi all’evento inviando una e-mai a [email protected] , indicando nome e cognome. In occasione dell’evento sarà applicata speciale formula: Visita + Aperitivo + Iscrizione Fai Giovani 12 euro dai 18 ai 25 anni, 22 euro dai 26 ai 40 anni Per gli iscritti al Fai è previsto un contributo libero a partire da 8 euro e 12 euro per i non iscritti. [email protected] | Progetto Vademecum e commercianti sicuri Incontro col Prefetto Il Prefetto di Matera, Luigi Pizzi Martedì 22 luglio prossimo, alle ore 11, il Prefetto della Provincia di Matera, Luigi Pizzi, nella sede della Prefettura, terrà una conferenza stampa per illustrare, nel dettaglio, i contenuti del “Vademecum per la sicurezza delle attività commerciali”. Il Vademecum contiene informazioni generali e consigli utili sui comportamenti da tenere per evitare situazioni di pericolo e ridurre il rischio derivante dall’azione intimidatoria che può essere perpetrata ai danni di esercizi commerciali. L’elaborato sarà diffuso dalle associazioni provinciali della Confcommercio-Imprese per l’Italia e della Confesercenti ai rispettivi associati, anche per via telematica. [email protected] OPERE PUBBLICHE | Interventi contro i cedimenti del tratto di strada Aia del cavallo, si lavora I lavori in corso nella zona dell’Aia del Cavallo Iniziati i lavori per il ripristino della viabilità dell’Aia del cavallo, il tratto di strada che porta dalla Statale 7 a Matera centro in prossimità della caserma del comando provinciale dei Vigili del fuoco. «Si tratta – afferma l’assessore Trombetta – di un intervento atteso da molto tempo in considerazione dei sempre più pesanti cedimenti di questo tratto stradale. Fra l’altro l’Aia del Cavallo è uno dei principa- li accessi alla città e arteria di collegamento con il borgo La Martella e la sua zona industriale. Pertanto era necessario porre la massima attenzione per rendere più sicura la strada e per assicurare una migliore percorribilità”. L’investimento complessivo è di circa 40 mila euro e il tempo previsto per il completamento dei lavori è di 30 giorni a partire dalla data dell’apertura del cantiere. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 36 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 PISTICCI [email protected] MONTESCAGLIOSO Il team è stato premiato con 25 mila euro al Working Capital Accelerator Il genio che parla anche lucano Il progetto Slowfunding creato da tre ragazzi del materano e una pugliese MONTESCAGLIOSO - La Basilicata continua ad essere la “musa ispiratrice” di idee innovative con riconoscimenti a livello nazionale: è proprio il caso di Slowfunding, progetto imprenditoriale di Innocenzo Langerano di Tricarico , Domenico Dimichino, Felice Cifarelli di Montescaglioso e Lia Brisacani, tre ragazzi lucani e una pugliese plurititolati - tra laurea e dottorati - e tutti appassionati di architettura. Il team ha partecipato all’edizione 2014 di “Working Capital Accelerator”, iniziativa di Telecom Italia, ed è stato selezionato tra i 40 talenti (dei 1300 candidati) vincitori di un grant (finanziamento) di 25 mila euro, destinati ad affinare l’idea d’impresa, definire il modello di business e sviluppare il prodotto. Slowfunding è una piattaforma web che mira a valorizzare e recuperare i be- Lia Brisacani e Anna Sileo, accanto Montescaglioso da dove provengono gli altri due autori del progetto ni immobiliari di prestigio la” (crowd), data l’entità in stato di abbandono, degli investimenti richiespesso localizzati in piccoli sti, poco accessibili al sinborghi, mettendo in con- golo investitore. Prima di tatto i proprietari con più tagliare il traguardo di potenziali investitori pri- Working Capital, il team vati e creando meccanismi di Slowfunding ha lavoradi acquisto basati sul cro- to sodo ed ha fatto tesoro wdfunding, ovvero sulla dei consigli e del supporto raccolta di fondi dalla “fol- tecnico ricevuto da Bi Cu- be, l’incubatore di Basilicata Innovazione, per arrivare a definire un progetto d’impresa che fosse innovativo ma anche e soprattutto fattibile. «Sicuramente l'idea sarebbe rimasta nel cassetto se non ci fosse stato il supporto e l’incoraggiamento di Bi MONTESCAGLIOSO Musica, moda, teatro e sagre per allietare cittadini e turisti Estate in città, è meglio Cube - afferma Lia Brisacani, una delle componenti del team - per indirizzare un progetto che presentava all’inizio non poche complessità. Bi Cube - continua Lia - è stato per noi, nei mesi scorsi, un punto di riferimento ma anche un luogo di occasioni, per metterci in gioco e riuscire a confrontarci con chi non ci conosceva ancora. La nostra - conclude - è un'idea imprenditoriale con il sapore del sud e, ovunque ci porterà il futuro, è li che vuole tornare». L’idea è stata anche presentata durante l’edizione 2014 di Start Cup Basilicata, la business plan competition promossa da Basilicata Innovazione e Unioncamere Basilicata, e non è passata inosservata. Ha infatti avuto accesso alla finalissima TechGarage, e si è aggiudicata due “premi speciali”: quello “SiamoSoci”, che le ha permesso di essere inserita nel database della omonima piattaforma web d’incontro tra startup e investitori, e l’altro offerto dallo studio legale “Bird&Bird”, che ha dato accesso al team ad una giornata di formazione specialistica in ambito giuridico. [email protected] PISTICCI «Coronati anni di impegno» L’Abbazia del Casale potrà essere restaurata Messo a punto il calendario delle iniziative previste a luglio e agosto la Regione ha stanziato i fondi MONTESCAGLIOSO - Il sindaco di Montescaglioso, Giuseppe Silvaggi, gli assessori Maddalena Ditaranto (Cultura) e Pietro Avena (Sport) hanno reso noto il programma “Aspettando l’Agosto Montese…..un assaggio d’estate”, serie di iniziative che saranno aperte, venerdì 18 luglio, alle ore 21, da “Musica in Villa”, presso la Villa Belvedere e, alle 22, da “Venerdì in Piazzetta”, in Piazzetta Mianulli. Sabato 19, su Corso della Repubblica, alle 21, “A tutta birra”, mentre domenica 20 luglio, nei pressi della Chiesa Maggiore, si terrà la “Sagra del polpo arrosto”. Nella stessa serata, in Piazza Cosimo Venezia (nei pressi della casa comunale), alle ore 21, a cura della Casa editrice “Amico Libro”, incontro con l’autore Pape Gora Tall e intermezzo musicale a cura di Affinora Duo, presenterà Margherita Lopergolo. Giovedì 24 luglio, alle 21, in Via Chiesa Maggiore, “Montescaglioso in Bio: Sagra del biologico”; venerdì 25, presso la Villa Belvedere e Piazzetta Mianulli, nuove serate all’insegna della “Musica in Villa” e “Venerdì in Piazzetta”. Sabato 26 luglio, con sipario alle ore 21.30, in Piazza Giovanni Paolo II, la Futura Compagnia Senz’Arte porterà in scena “Fools”, commedia brillante in due atti di Neil Simon. Domenica 27, nella stessa piazza, alle ore 20.30, serata conclusiva del “Grest – Le Cronache di Narnia”, a cura dei ra- gazzi del Grest. Nella stessa serata, in Corso della Repubblica, “Bollicine e frutta”; martedì 29, in Via Chiesa Maggiore, “Mozzarella e dintorni”. L’associazione Capa Fresca, mercoledì 30 luglio, in Viale Giovanni XXIII, propone la sfilata “Ago e Filo”, mentre giovedì 31 luglio, in Corso della Repubblica, si terrà “Vivi il succo dell’estate”. Insomma, un cartellone che invita a rimanere in città. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La piazza di Montescaglioso. Pronto il calendario degli eventi estivi Gli alluvionati di Terre joniche oggi saranno a Montescaglioso Gianni Fabbris, portavoce del comitato MONTESCAGLIOSO - Un gruppo di alluvionati del Comitato TerreJoniche sarà oggi a Montescaglioso per distribuire del materiale in preparazione del Forum previsto a Bernalda fra il 25 e il 28 luglio. Mentre il portavoce Gianni Fabbris domattina sarà a Potenza per tenere una serie di altri incontri con la struttura della Presidenza della Regione e con l'Assessore all'gricoltura Michele Ottati, i componenti del Comitato distribuiranno un volantone in cui all'interno è riportata la piattaforma con le proposte avanzata alla Regione Basilicata e su cui il Comitato si aspetta risposte dal Presidente Pittella. Sarà anche distribuito un volantino con cui si invitano i cittadini a partecipare all'incontro pubblico della sera alle 21 in Piazza Roma. [email protected] L’Abbazia del Casale potrà essere restaurata. La Regione ha stanziato i fondi PISTICCI - Con delibera di giunta regionale n. 708 del 20 giugno 2014 è stato approvato a favore del comune di Pisticci lo stanziamento dei fondi necessari al completamento dei lavori di restauro e ricostruzione del’Abbazia Santa Maria del Casale. L’intervento fa parte del progetto “Completamento e rafforzamento Pacchetti turistici integrati Piot” del metapontino - basso Sinni. «Salutiamo - scrivono dal Comune - con viva soddisfazione il provvedimento che corona un impegno di anni dell’amministrazione comunale tutta e del vicesindaco Domenico Albano in particolare il quale, con l’impegno e la perseveranza di questi anni ha sempre sottolineato l’importanza di restituire all’intera comunità lucana l’intero complesso costruito in stile romanico pugliese tra i secoli XI e XII, su un antico convento dei monaci dei monaci di San Basilio e con lo stesso impegno ha sempre difeso con forza e dedizione il culto alla Madre della Sanità. Sentiti ringraziamenti vanno all’assessore Regionale alle Attività Produttive, prima, e al Presidente della Giunta Regionale, adesso, Marcello Pittella per la sensibilità dimostrata e l’attenzione mostrata verso la nostra Abbazia anche in occasione di una sua visita a Pisticci» [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 37 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO [email protected] L’onorevole Latronico (Forza Italia) chiede al ministro lo stato dell’arte Basento-Bradano, a che punto siamo? L’onorevole Cosimo Latronico TRICARICO - Un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti è stata presentata dall’on. Cosimo Latonico (FI) in merito al progetto di completamento dello schema idrico “Basento-Bradano: attrezzamento settore G”. Il deputato lucano, ricorda come sulla questione avesse già presentato un’interrogazione a risposta in Commissione attraverso la quale «Chiedeva quali azioni urgenti si intendevano intraprendere per garantire il completamento dell'infrastruttura che garantirebbe un più efficace ed efficiente utilizzo delle risorse idriche, contribuendo allo sviluppo del comparto agro-industriale lucano e al rilancio del settore edile della Basilicata e che la risposta del Governo fu di assicurare che entro i primi mesi del 2014 sarebbero partire tutte le opere principali relative allo schema idrico Basento-Bradano. Inoltre, nel mese di giugno - continua Latronico si apprende da organi stampa che il governatore lucano ha incontrato il Governo per affrontare i nodi irrisolti dello schema idrico Basento-Bradano ed un’accelerazione per la nomina di un commissario ad acta per la gestione del progetto “Marascione” ed a quanto pare le risorse venivano individuate in un decreto Sviluppo. L’unico provvedimento varato dal Governo che riguarda la competitività non ha stanziato, però, nulla in merito». Alla luce di tutto ciò, Latronico chiede al ministro «Qual è l’attuale stato di attuazione del progetto e quali interventi urgenti intenda adottare al fine di Il fiume Basento sbloccare il cantiere tronco di Acerenza – distribuzione 3° lotto diga Marascione e garantire le risor- se finanziarie del completamento dell’intera opera». [email protected] TRICARICO Il vice sindaco: «Tante opportunità per impegnarli nelle loro giornate» I ragazzi alla scoperta della città Presentato il programma del centro estivo per ragazzi dai 5 ai 16 anni TRICARICO - Occupare le giornate estive in maniera intelligente, per i giovani e ragazzi tricaricesi, imparando cose nuove attraverso il gioco. Con questo spirito l’amministrazione comunale di Tricarico ha inteso voler mettere in atto anche per quest’estate la programmazione di un centro estivo per ragazzi. Presente il giorno dell’inaugurazione il vice sindaco Paolo Paradiso, oltre ai responsabili della Cooperativa La Serena, gli educatori e naturalmente i 90 utenti dai 5 a 16 anni accompagnati dai genitori. «Il nostro impegno questo il commento del vice sindaco - va nella direzione di voler creare delle opportunità qualificanti per i ragazzi e di impegnare le lunghe giornate del periodo estivo con attività ludico ricreative. Un sincero ringraziamento va al parroco della parrocchia Sant’Antonio di Tricarico per aver messo a disposizione i locali, ma anche al personale qualificato Il centro estivo e il vice sindaco Paradiso della Cooperativa che accompagnerà il gruppo in queste settimane tra luglio e agosto». Dopo il saluto del vice sindaco ad illustrare il programma delle attività interne ed esterne, alcune an- che di pomeriggio, il Presidente della Coop. La Serena, Pancrazio Gagliardi che ha presentato il team di educatori e volontari della coop. La Serena, Teresa Rella, Francesco Bianco, Paolo Fedele, Amato Loris Sabato, Angela Gagliardi, Anna Maria Armento, Rosanna Coppa, Alessia Rella, Rella Valeria, Teresa Langone, Anna Elisa Montesano, Carmela Benevento, Maria Carmela Ada- mo e Adriana Locuoco. Attività di animazione, sport e divertimento , attraverso l’impiego di educatori qualificati e volontari, ancora gite, giornate alla riscoperta del territorio e visite escursionistiche, poi laboratori manipolativi, attività didattiche e corsi di inglese. «Questa nuova avventura è cominciata - questo il commento degli organizzatori ogni giorno i bambini andranno alla scoperta di un elemento: aria: uscite- gite ed escursioni, fuoco: incontro con le associazioni del territorio (Associazione Amici del Cuore Onlus, della Protezione Civile, Associazione Elementi Dinamici, Pro Loco Tricarico e l’Avis Tricarico), acqua: uscita all’acquapark e giornata dedicata alle bombe d’acqua, terra: giornata ecologica differenziata e laboratorio di riciclo creativo, e tante altre novità”. Giovanni Spadafino [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA ACCETTURA Oggi alle 10,30 cerimonia nel complesso di Gallipoli-Palazzo I forestali festeggiano il loro Patrono ACCETTURA - Si terrà oggi alle 10.30, presso il Complesso demaniale di Gallipoli – Palazzo, in territorio di Accettura inserito nella splendida cornice ambientale del Parco di “Gallipoli Cognato e delle piccole dolomiti lucane”, una iniziativa commemorativa della figura di San Giovanni Gualberto, Patrono dei Forestali d’Italia, con la celebrazione della Santa Messa in onore del Santo officiata dal Vicario generale della Diocesi di Tricarico nella Cappella dell’antico complesso monastico clariano, di origine Basiliane, annesso al centro visite del Palazzo e risalente all’XI secolo d.c. Alla manifestazione prenderanno parte autorità Isti- tuzionali ed i rappresentanti delle Forze di polizia e Forze Armate della regione Basilicata. Saranno presenti il Presidente della Regione Basilicata Pittella ed il Vice Ministro dell’Interno Bubbico. Giovanni, figlio di Gualberto, nacque probabilmente a Firenze o secondo altre fonti nel castello oggi villa di Poggio Petroio, in val di Pesa, intorno all'anno mille dalla nobile famiglia dei Visdomini o, secondo altre fonti, da quella dei Buondelmonti. Suo fratello Ugo venne assassinato e secondo i costumi del tempo Giovanni fu chiamato a vendicarne la morte con l'uccisione del rivale. Si celebra oggi S. Giovanni Gualberto patrono dei forestali La vendetta si doveva consumare fuori porta San Miniato a Firenze, ma secondo la leggenda agiografica, il suo avversario si inginocchiò e messo le braccia in forma di croce invocò pietà. Giovanni gettò la spada e concesse il perdono. A quel punto Giovanni, secondo la tradizione, andò nel monastero di San Miniato in preghiera e il crocifisso lì presente avrebbe fatto segno, con il capo, di approvazione. Gli episodi salienti della vita di san Giovanni Gualberto sono rappresentati in una serie di affreschi che decorano le lunette del chiostro dell'abbazia di San Mercuriale a Forlì, che fu a lungo sede di un monastero vallombrosano. Giovanni Gualberto morì nella badia di Passignano, un monastero che aveva accettato la sua Regola. Le sue reliquie erano conservate nel monastero di San Salvi presso Firenze, ma in occasione dell'assedio furono spostate a Passignano. In quell'occasione andò praticamente distrutto il sarcofago scolpito da Benedetto da Rovezzano. A Firenze, un grande affresco di San Giovanni Gualberto in cattedra si trova nella chiesa vallombrosana di Santa Trinita ed è opera di Neri di Bicci. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 18 luglio 2014 [email protected] 38 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] Autonomia o coalizione con le altre città ioniche, le idee sono ancora oggi divergenti Scanzano, quarant’anni di autonomia Nel 1974 diventò città. Tutti gli ex sindaci riuniti nella festa organizzata dalla Pro loco SCANZANO JONICO - Ha festeggiato i suoi primi quarant'anni il Comune di Scanzano Jonico, che nel lontano 1974 era solamente una frazione di Montalbano Jonico. Su iniziativa della pro loco cittadina, presieduta dal giovane Alessandro Gallicchio, si é tenuta una manifestazione per festeggiare il compleanno di quella che, nel frattempo, ha ottenuto l'appellativo di città. Una tavola rotonda con tutti i sindaci dei quattro decenni amministrativi trascorsi, tra le attività. Mancava soltanto Cosimo Manolio, deceduto anni or sono, e Nicola Suriano primo sindaco di Scanzano, assente per motivi di famiglia, il quale ha però affidato ad una lettera la sua presenza. Il mattatore della serata é stato il parroco emerito, don Rocco D'Uva, il quale ha avuto all'interno del Comitato per l'autonomia, presieduto da Francesco Gallitelli, un ruolo fondamentale. Sono I sindaci riuniti per il 40ennale state assegnate, tra la commozione generale, alcune pergamene ricordo ai componenti o ai loro eredi. Nicola Suriano, in carica dal 1975 al 1980, ha suggerito che: «si possono recuperare alcuni ritardi e che questo può avvenire in piena autonomia e senza pensare alla scorciatoia dell'unificazio- ne con altri comuni, ma al contrario occorre concertare con altri comuni alcuni servizi e favorire una diversificazione economica, sociale e culturale». Ad iniziare, Vittorio Condinanzi, sindaco dal 1983 al 1988 con l'allora Pci, ha detto che: «quella di sindaco fu un'esperienza bellissima, la mia vita personale migliorò. Ho accresciuto il rapporto con i cittadini. Ricordo che nel 1984 ricusammo una multinazionale canadese, che voleva creare a Terzo Cavone uno stoccaggio di gas. Ci dissero che eravamo scemi, che potevano prenderci i soldi. Ma, abbiamo rigettato l'offerta. Siamo stati inoltre la prima amministrazione che ha abbattuto un fabbricato abusivo». Subito dopo Filippo Mele, sindaco del Psi dal 1988 al 1991: «ho fatto politica fino al 1993. Mi é stato anche proposto di fare il sindaco nella seconda Repubblica. Preferisco, per ora, fare il giornalista. Non si può accettare l'impegno se non lo si fa a tempo pieno. Il mio ritiro ha voluto significare che il potere non mi interessa. Eravamo accecati dalla politica che per me era la cosa più importante. Mi fecero fuori Condinanzi e Altieri. Tirarono fuori la lottizzazione Caputi. Tra cinque o sei anni chissà, potrebbe tornarmi l'impulso della politica». Dopo Antonio Gallitelli, sindaco della Dc dal 1993 al 1997. «Sono stato sindaco in un periodo difficile - ha detto - creai il primo centrosinistra. Mi fu presentata una mozione di sfiducia contro nel 1995, dopo la nascita di Forza Italia, allora dopo due anni dovevo andare a casa, per la verità questa era la mia volontà. Dialogai con il Pds partito all'opposizione e realizzai una nuova maggioranza. Ho iniziato a lavorare con le opere pubbliche e ottenni molti finanziamenti per opere che furono poi appaltate successivamente. Fatta l'autonomia ha concluso - dobbiamo ora sentirci un popolo». Mario Altieri, in carica dal 1991 al 1993 e dal 1997 al 2006 ha esordito dicendo: «ritengo che nella piramide istituzionale non esista ruolo più bello del sindaco. Esistono egoismi politici nel non riconoscere il lavoro svolto dai predecessori. La politica dei villaggi, quando la faceva Mario Altieri, era criticata. Io, per esempio, ho abbassato le tasse. Che deve fare più un sindaco? Dobbiamo avere la lungimiranza di unire Policoro, Scanzano e Montalbano. Sarebbe la terza città della Regione. Siamo tutti figli della Riforma agraria». Infine il sindaco in carica dal 2006, Salvatore Iacobellis: «venni a Scanzano nel ‘74, avevo undici anni e arrivavo dal Svizzera. Trovai gente splendida. Cinquant'anni fa non c‘i stava’era nulla. Ora invece Scanzano é una cittadina. Fare il sindaco é stata una bella esperienza. Ero timido. Ho imparato a parlare in pubblico. Ringrazio i fondatori di Scanzano. La nuova generazione - ha concluso - vedrà il mare come grande opportunità per il turismo. Questa é la nostra sfida». Pierantonio Lutrelli [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La Carovana di Exodus domenica sarà nella cittadina Don Mazzi arriva a Policoro POLICORO - La Carovana di Exodus e don Mazzi, faranno tappa a Policoro. «Già il titolo della manifestazione, che la città di Policoro si appresta ad ospitare è chiaro: apriamo strade impossibili, infatti, è un modo per aprire la finestra della speranza, della voglia di ricominciare, della forza di risalire e cavalcare la vita, anche se si è caduti da cavallo». Il sindaco della città di Policoro, Rocco Leone, saluta con grande orgoglio la tappa che la Carovana di Exodus farà in città domenica, 20 luglio, insieme al suo fondatore, don Antonio Mazzi, padre di questa straordinaria esperienza in molti centri italiani. La manifestazione nazionale, nata con lo scopo di celebrare i 30 anni dalla creazione dell’importante Fondazione, farà tappa in Basilicata questo fine settimana, prima nella vicina città di Tursi, dove ha sede uno dei centri di recupero fortemente voluti da don Mazzi, e poi a Policoro, nella Villa Comunale, cuore pulsante di un importante progetto dell’Amministrazione Comunale di recupero dell’area mediante l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate ospiti di Exodus. «La villa comunale di Policoro - prosegue il pri- mo cittadino, Rocco Leone - è un posto che simbolicamente era stato sottratto alla città, diventando luogo di degrado e di emarginazione. La collaborazione con Exodus ci permette di riconsegnare alla città questo importante luogo di aggregazione giovanile in maniera nobile, aiutando, al contempo, i ragazzi che con il percorso Exodus hanno dimostrato di apprezzare le cose belle della vita, tornando a essere uomini liberi e senza padroni». Un momento per il quale sarà vissuta una giornata importante e particolarmente emozionante, per la quale c’è da elogiare l’attività svolta da chi si è impegnato in prima persona. «Un ringraziamento speciale - continua Leone nel suo intervento - va dato alla dottoressa Piera Vitelli, nostra concittadina Peperoni rossi nelle campagne lucane METAPONTINO - Una nutrita delegazione di agricoltori lucani, insieme con quelle di agricoltori provenienti dalle altre regioni del centro-sud, ha partecipato mercoledì scorso all'open day Balzac F1, organizzato da Bayer CropScience Vegetable Seeds ed in particolare dal novasirese Giovanni Antonio Orioli, Crop Sales Specialist Pepper, presso l'azienda agricola Capezzuto Pasquale a Francolise nel casertano e incentrato sulla visione di campi coltivati a peperone Balzac F1 in coltura protet- ta. Gli agricoltori provenienti hanno così potuto verificare l'opportunità di introdurre la coltivazione del peperone, e in particolare della varietà di peperone rosso proposta da Bayer CropScience Vegetable Seeds, già molto apprezzata da tantissimi produttori per le alte rese e l'eccellente qualità. Una opportunità tanto più rilevante se si considera che attualmente la Basilicata sta soffrendo diverse emergenze fitosanitarie, come quella della Sharka sulle drupacee. p.l. importante dal punto di vista intellettuale, con la quale abbiamo avviato un bel percorso costruttivo di crescita reciproca soprattutto su temi delicati come quello del disagio giovanile, piaga silente e serpeggiante della nostra modernità». L’arrivo di don Mazzi, sarà accolto con grande calore, come prevedibile visto il richiamo del sacerdote. «La presenza di don aaa Mazzi - conclude Leone - è per noi motivo di orgoglio: vuol dire che anche noi, qualche volta, abbiamo l’animo buono». L’iniziativa, che si terrà alle ore 21 e che sarà ospi- tata dalla Villa Comunale di Policoro, sarà moderata dalla giornalista Lucia Serino, direttore de Il Quotidiano della Basilicata. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA MONTALBANO Pubblicato il libro di Cristina Longo Viaggio nell’animo di donna MONTALBANO - Giovane di soli 28 anni, giornalista del giornale on line “Il Metapontino.it”, nonché ideatrice e curatrice della rubrica di “Filosofia dello sport” pubblicata in “AllSportMagazine”, Cristina Longo di Montalbano Jonico è, ora al suo primo libro di narrativa: “Un sospiro inaspettato” edito per la collana Edificare Universi di Europa edizioni (Roma). Laureata in filosofia, è giovane presente nel tessuto sociale. Del suo libro parla con orgoglio: «Il libro - spiega - si presenta come un flusso di coscienza, sospeso fra fantasie, ricordi, emozioni ed immagini oniriche. Svela i segreti più reconditi dell’animo di una donna bramosa di vita, viaggio di sensazioni in bilico fra lirismo, diaristica e filosofia. Un testo che propugna la necessità di un esistere autentico, lontano dalle paure di rivendica- re la propria identità femminile». Protagonista del racconto è l’ autrice in un percorso introspettivo ma non solitario. La copertina riporta la foto di Donato Fusco scattata all’ombra dei Portici Pitagora di Montalbano Jonico, sempre più patria di audaci scrittori. Il testo è introdotto dalla scrittrice ed ingegnere Edvige Cuccarese. Maria Antonietta D’Onofrio, invece, scrittrice e medico, è curatrice della postfazione. Pubblicazioni su Pde (Gruppo Feltrinelli), Vivalibri, Arianna Bookstore on line. Tramite l'AppStore di Apple è possibile scaricare una versione e-book. Il libro ha un calendario di presentazione consultabile sull apagina Fb “Un sospiro inaspettato”. Anna Carone [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO «VENTO DEL SUD» MAZZETTE, SESSO E APPALTI Venerdì 18 luglio 2014 IL RISULTATO A urne chiuse e a risultato ottenuto, l’assessore contatta l’imprenditore indagato e lo ringrazia per il risultato LO SCAMBIO DI FAVORI Dopo aver ottenuto il sostegno elettorale De Rosa è intervenuto per accelerare i mandati di pagamento nei confronti dell’amico RETROSCENA A URNE CHIUSE L’inchiesta Terzo filone d’indagine sulle gare «pilotate» È il terzo filone dell’inchiesta «Vento del Sud». Nei mesi scorsi l’indagine portò ad arresti di imprenditori e funzionari pubblici che ora attendono il processo. E proprio quando nessuno se lo aspettava è arrivato il «colpo di coda» della Procura. Dionigi Pastore, funzionario della Regione Basilicata - agli arresti domiciliari insieme a tre imprenditori del Potentino, Leonardo Mecca, Gerardo Priore e Giovanni Sileo (è fissato per oggi il loro interrogatorio di garanzia) - secondo la Procura di Potenza «gestiva il sistema» attraverso il quale venivano «truccate» le gare d’appalto e venivano assegnati lavori pubblici a ditte «amiche» in cambio di «benefici, utilità e mazzette». Benefici: da qualche ragazza compiacente. Utilità: lavori gratis nelle abitazioni dei politici. Mazzette: da 3mila euro, ricevute - stando alla ricostruzione degli investigatori della Squadra mobile di Potenza - negli uffici della Regione Basilicata. «Ti devo ringraziare L’onorevole ce l’ha fatta» M: Leonardo Mecca D: Luciano De Rosa BLITZ Uno degli arrestati (ai domiciliari) dagli investigatori della Squadra mobile si copre il volto con l’ordinanza [foto Tony Vece] Per le «Parlamentarie del Pd» spunta l’ipotesi voto di scambio Gli investigatori ricostruiscono «il sostegno dell’ex assessore De Rosa per Margiotta» FABIO AMENDOLARA «Vento del Sud». L’ipotesi: «Voto di scambio». l La avevano definite «parlamenGli investigatori della Squadra motarie», perché - come per le primarie - bile di Potenza dedicano un intero sarebbero stati gli iscritcapitolo di una corposa ti del Partito democrainformativa - di cui la tico a scegliere i canGazzetta è in possesso didati al parlamento. allo «scambio di voti». L’ex assessore del ComuScrivono: «Anche Leone di Potenza Luciano nardo Mecca (uno degli De Rosa - accusato di imprenditori al centro aver accettato favori sesdell’inchiesta, ndr) semsuali da ragazze compiabra essere coinvolto in centi mandate da lui da un gioco di promesse di imprenditori senza scruvoti. Seppure il suo coinpoli che in cambio otvolgimento è stato actenevano «aiutini» e facertato limitatamente alvori - sosteneva il can- ASSESSORE De Rosa le elezioni per le prididato, poi eletto, Salvamarie del Pd (gennaio tore Margiotta. E le preferenze le chie- 2013, ndr), non si esclude, quale logica deva proprio tra gli imprenditori ac- conseguenza, che una condotta simile cusati di corruzione nell’inchiesta sia stata reiterata in occasione delle . elezioni politiche. Rileva in ogni caso - altrimenti... Leonardo... era la mia fine secondo gli investigatori - il legame che politica, questi ci “accappottavano”». unisce il soggetto a personaggi politici Così non è stato. locali». I voti sono arrivati e il candidato E tra questi c’è proprio sostenuto (che non è inl’ex assessore De Rosa, dagato) è riuscito a corall’epoca ancora in carere alla competizione rica. La prova? In una ed è stato eletto. E lo telefonata intercettata. scambio di favori? A urne chiuse e a riL’assessore si impesultato ottenuto, l’assesgna. Promette un intersore contatta l’imprendivento sull’ex sindaco di tore e lo ringrazia per il Potenza Vito Santarsiero risultato: «Fino alle 4 con per chiedere l’assunziol’onorevole e con De Fine del figlio dell’imprenlippo e ce l’abbiamo fatta ditore nell’azienda di per 120 voti... è un grande trasporti cittadina, il Corisultato. Senti, sei la pri- ELEZIONI Parlamentarie trab, e con il presidente ma persona che ringradi Acquedotto lucano Rozio. Sei un grande... un grande... ne hai sa Gentile per accelerare il pagamento portati dieci... sei stato un tassello di alcuni crediti vantati dall’imprenimportante per la nostra rielezione... ditore. L’INTERCETTAZIONE L’ASSESSORE DE ROSA INVITA MECCA ALLA PRESENTAZIONE DELLE LISTE INDAGINE L’inchiesta è stata condotta dagli investigatori della Squadra mobile di Potenza [foto Tony Vece] «Oggi vieni al don Bosco così stringi un po’ di mani» «Ti baci col sindaco, con il deputato e poi te ne vai via, mica devi starli a sentire» «Vieni al teatro don Bosco, c’è la presentazione delle liste del Partito democratico con De Filippo, Folino, Margiotta, Santarsiero. Secondo il mio parere potrebbe essere importate venire che stringi un po’ di mani». Quello dell’assessore Luciano De Rosa è un consiglio. «Ti baci col sindaco, ti baci con Margiotta, stringi a Folino (nessuno di questi politici è indagato, ndr)». La telefonata con l’imprenditore Leonardo Mecca è stata intercettata dagli investigatori ed è trascritta in una delle informative della Squadra mobile di Potenza. M: Leonardo Mecca D: Luciano De Rosa M: «Pronto?» D: «È il manager-imprenditore Mecca?» M: «Solo una metà, l’altra è andata via, buon giorno!» D: «C’è al teatro don Bosco la presentazione delle liste del Partito democratico con De Filippo, Folino, Margiotta, Santarsiero. Secondo il mio parere potrebbe essere importante venire che stringi un po’ di mani... stai un po’ alla presentazione, ti fai vedere e via dicendo... valuta tu». M: «e sì... sì... sì... tanto è alle 10.30... fino a che ora? A mez- M: «Pronto?» D: «Leona’, ti disturbo?» M: «no... no... figurati... sono già in piedi» D: «Abbiamo finito alle 3... Leona’, grazie di tutto... per cento voti ce l’abbiamo fatta» M: «veramente?» D: «è stata una... guarda non ho dormito un minuto... fino alle quattro con l’onorevole... con De Filippo eccetera... ce l’abbiamo fatta per 120 voti... Santarsiero... nonostante tutto... è rimasto sconfitto... sai quanti ne abbiamo presi a Potenza... nonostante il sindaco contrario? 650... è un grande risultato! senti sei la prima persona che io ringrazio... sei un grande... un grande» M: «Ma no, figurati... ti ringrazio... l’importante è che ce l’abbiamo fatta... hai capito? eh...» D: «grazie anche a nome dell’onorevole Margiotta... per i tuoi figli, la tua famiglia e il tuo impegno... perché Leona’, se non ci davi quei voti... ne hai portati dieci, sei stato un tassello importante per la nostra rielezione, altrimenti, Leonardo... era la mia fine politica» M: «E sì, è chiaro» D: «questi ci accappottavano, veramente grazie» M: «sì sì, lo so... che poi la gente... se vede che non pigliano voti dice... e tu non vali niente e ti buttano...» D: «Ma no, Leona’, grazie... sono a tua completa disposizione!» M: «lo so... grazie... chi è uscito?» D: «Folino e Luongo erano sicuri... la terza posizione si giocava la partita per Roma... adesso è successo una cosa brutta... Federico ci ha svantaggiato... ha portato Margiotta e Latorraca... a noi non ci è servito a niente... perché l’antagonista era Latorraca, hai capito? Comunque, sei stato un grande personaggio... ti ringrazio». zogiorno si trattengono?» D: «Tu devi fare una cosa, secondo me... tu devi venire verso le 10.20, stringi le mani e poi te ne vai dove cavolo vuoi... l’importante è che ti fai vedere... devi perdere dieci minuti... non è che devi stare a sentire a loro... devi stare... sie- diti vicino a me e io ti faccio salutare a Santarsiero, Margiotta e Folino... gli dico questo è l’imprenditore di cui ti parlavo l’altra sera, che ha avuto qualche problema... ti fai vedere, dopo che hai stretto le mani ed è iniziato te ne vai... che te ne fotte... io lo faccio per te... come vedi non ti obbligo a stare...» M: «è giusto... è una buona idea... passo a fare un saluto e ci piagliamo un caffè, li salutiamo e me ne vado che tengo da fare, hai capito?» D: «Te ne vai, però non dire a nessuno che te ne vai»: RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Venerdì 18 luglio 2014 POLITICA L’ESTATE DI PARTITI E PALAZZI GIORNI DECISIVI L’amministrazione comunale di Potenza vive ore drammatiche. Lunedì dev’essere approvato il bilancio consuntivo 2013 De Luca: «Cuomo resta assessore senza stipendio» Il Prc all’attacco della giunta comunale e del Partito democratico l Non c’è alcun «giallo» intorno ai destini dell’assessore comunale alla Programmazione, Leonardo Cuoco, uno dei membri della giunta guidata da Dario De Luca al Comune di Potenza. Le norme volute dal governo Renzi (a cominciare dal decreto legislativo 90/2014, articolo 6) stabiliscono il divieto di incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo a soggetti in quiescenza? Bene, afferma il sindaco De Luca. Ma sono consentiti incarichi e cariche a titolo gratuito. «È esattamente con questo spirito - spiega De Luca - che ho chiamato al mio fianco i professionisti che fanno parte della Giunta comunale. Quello di lavorare per il bene della città in un momento non facile per Potenza e per tutti gli enti locali». E coglie l’occasione per tornare a ringraziare lo stesso professor Leonardo Cuoco «per la disponibilità già manifestata a continuare nel compito assegnatogli». La situazione amministrativa della città vive momenti drammatici e decisivi. Tra «buchi» che ogni giorno assumono differenti dimensioni, attese di contromisure (come il fondo proveniente dalla Regione) e l’approvazione del bilancio consuntivo 2013 che dovrebbe passare al vaglio dell’assemblea municipale il prossimo lunedì. I denari che la Regione potrebbe mettere a disposizione del Comune di Potenza, pur se dovesse essere anticipata la quota del 2015, non supererebbero comunque i nove milioni di euro complessivi. Non sufficienti a tappare le molte falle che ogni giorno vengono segnalate dalla stessa Giunta De Luca. In Municipio si sta tentando il tutto per tutto per evitare il dissesto. Intanto un duro giudizio sull’amministrazione COMUNE DI POTENZA Il sindaco Dario De Luca (sopra) e la sua Giunta [foto Tony Vece] RICORSI SU PRIMARIE PD Voto a Campomaggiore Lagonegro e Salandra Si decide di notte . comunale giunge da Rifondazione comunista secondo cui questa giunta comunale «non ha alcun presupposto per operare positivamente e che produrrà, crediamo, unicamente azioni nefaste, inutili e inconcludenti». Di qui la volontà di contrastare il suo operato con una opposizione anche costruita fuori dal Palazzo comunale (nel quale non siede alcun rappresentante del Prc). Ma Rifondazione non risparmia un duro giudizio sull’operato del Pd: a cominciare dalla secca bocciatura di quanto realizzato dalla Giunta a guida Santarsiero, ma anche per la debacle elettorale che ha portato alla sconfitta del candidato sindaco del centrosinistra, Luigi Petrone, al ballottaggio. La diagnosi di Rifondazione comunista sulle cause del crollo è netta: «la natura della coalizione, e particolarmente della sua maggiore entità, il Pd, caratterizzati fortemente da dinamiche di potere e di “rispondenza” a interessi economici e affaristici particolari (elemento peraltro trasversale alle altre coalizioni elettorali) erano per noi palesi rendendo difficile e anche controversa la scelta di partecipare alla coalizione che sosteneva Petrone». Pur trovando come dato positivo «una riaggregazione della sinistra cittadina, anche oltre gli elementi partitici». l La Commissione di garanzia per valutare i ricorsi sul voto nelle primarie per il segretario, avvenute lo scorso 12 luglio, è durata fino a tarda sera. Era stato il candidato segretario Dino Paradiso a lamentare irregolarità nello svolgimento del voto presso i seggi di Campomaggiore (68 votanti: 35 suffragi per Braia, 28 per Luongo, 5 per Paradiso), Lagonegro (585 votanti: 329 Braia, 198 Luongo, 58 Paradiso) e Salandra (426 votanti: 319 Braia, 69 Luongo, 36 Paradiso). Complessivamente i voti annullati sono stati 683 per Braia, 295 per Luongo e 99 per Paradiso. Nella sostanza non cambia nulla per gli sfidanti. Restano Braia e Luongo i due da scegliere nel ballottaggio dell’assemblea regionale con un lieve riavvicinamento rispetto al migliaio di voti di distanza. Salirebbe di un paio di punti Paradiso (si attesterebbe sul 18%). Secondo indiscrezioni, la Commissione avrebbe annullato il voto a Campomaggiore, ma non a Lagonegro e a Salandra. La squadra di Paradiso ha comunque già presentato ricorso all’organismo nazionale. RASSEGNASTAMPA IV I POTENZA CITTÀ Venerdì 18 luglio 2014 Sos rifiuti a contrada Dragonara Accanto ai cassonetti depositati vecchi pneumatici e perfino lastre di eternit GIOVANNA LAGUARDIA SCEMPIO A DRAGONARA l Ai cassonetti stracolmi e ai sacchetti che periodicamente straripano a terra i cittadini di Potenza sono ormai abituati. Le difficoltà del servizio di raccolta e conferimento in discarica della spazzatura in città sono arci note. Qualche volta, però, a complicare le cose ci si mette pure l’inciviltà, per non dire altro, dei cittadini, che abbandonano rifiuti speciali e pericolosi in luoghi impropri. Rifiuti che poi vengono abbandonati a loro stessi, nonostante le proteste di chi è costretto a convivere con quello scempio. L’ultimo allarme, in ordine di tempo, è stato lanciato da un lettore della Gazzetta, il signor Mainenti, che ha un terreno a contrada Dragonara, nei pressi del quale ci sono alcuni cassonetti della spazzatura. Come si vede dalle foto scattate dal nostro reporter Tony Vece, qualche ignoto con un’idea un po’ originale della raccolta differenziata, ha depositato accanto ai cassonetti per i rifiuti solidi urbani, non solo pile di copertoni, ma anche spezzoni di lastre di eternit, il pericolosissimo materiale che, quando danneggiato, come in questo caso, libera nell’aria fibre cancerogene di amianto. Le gomme di automobile usate, lo ricordiamo, dovrebbero essere smaltite (a pagamento) dai gommisti, mentre l’eternit deve essere affidato dai cittadini che se ne vogliono liberare, alle cure di ditte specializzate (anche questo a caro prezzo). Ma quando questi materiali vengono abbandonati di nascosto cosa accade? La risposta, nel nostro caso, è abbastanza semplice: niente. «Quella roba denunbcia il signor Mainenti - è lì da almeno sei mesi. Mi sono rivolto al Comune di Potenza, ma fino a questo momento nessuno mi ha ascoltato. Mi sono rivolto anche al personale dell’Acta, ma senza ottenere nulla». È vero, la responsabilità della presenza di quei rifiuti a Dragonara è degli ignoti che li hanno abbandonati. Ma perchè a pagarne le conseguenze devono essere i citatdini innocenti che risiedono o che frequantano la zona? RESPONSABILITÀ Ignoti hanno abbandonato rifiuti speciali e pericolosi RIFIUTI Rifiuti speciali e pericolosi abbandonati vicino ai cassonetti in contrada Dragonara [foto Tony Vece] . POTENZA OPERAZIONE DELLA POLIZIA PENITENZIARIA LOCALE CON L’AUSILIO DEL DISTACCAMENTO DI TRANI Grazie alle unità cinofile sventata l’introduzione di droga nel carcere l La Polizia Penitenziaria di Potenza , con l’ausilio delle unità cinofile del distaccamento di Trani, ha intercettato una partita di droga destinata al carecre di Potenza. Rinvenuta e sequestrata una consistente quantità di hashish ad alcuni familiari che si stavano recando a colloquio con i propri congiunti detenuti ristretti nel penitenziario. I responsabili sono stati deferiti all’autorità giudiziaria. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il cui segretario regionale della Basilicata Saverio Brienza esprime vivo apprezzamento sia agli operatori di Polizia Penitenziaria di Potenza e di Trani e dei cani antidroga che, con il loro fiuto sono riusciti ancora una volta ad evitare l’introduzione di sostanze stupefacenti nel carcere lucano. Il distaccamento delle unità cinofile della Polizia Penitenziaria di Trani non solo hanno sempre raggiunto ottimi ri- MANIFESTAZIONI Presidio in piazza Prefettura per la pace in Palestina Chiesta l’immediata sospensione di ogni attività bellica DROGA Sventato l’ingresso di droga nel carcere. Soddisfazione del Sappe . sultati durante le numerose operazioni svolte nel tempo negli Istituti Penitenziari sia della Puglia che della Basilicata ma anche in occasione di impiego durante pubbliche manifestazioni ed ancora presso luoghi maggiormente a rischio come le stazioni ferroviarie oppure altri luoghi “sensibili”, da sempre utilizzate dalla criminalità organizzata per lo spaccio della droga. Il Sappe invita l’Amministrazione Penitenziaria ad assumere un ruolo di grande responsabilità e potenziare le unità cinofile della Polizia Penitenziaria in tutto il territorio nazionale in quanto i dati statistici fanno ben comprendere che il fenomeno dell’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno degli Istituti Penitenziari è sempre molto elevato e sembrerebbe addirittura in crescita. Promosso da associazioni, movimenti politici e organizzazioni sindacali di Potenza ieri pomeriggio o in Piazza Mario Pagano si è tenuto un presidio per richiedere l'immediata sospensione di ogni attività bellica nei territori palestinesi e l'avvio di un reale processo di pace. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Venerdì 18 luglio 2014 TERRITORIO IL PROGETTO Programmare per rendere il tessuto urbano capace di sopportare eventi potenzialmente pericolosi CAMPAGNA ONU COMUNI Tutti i comuni hanno aderito al protocollo proposto dalla Provincia con un apposito network per il coordinamento della rete Il messaggio L’Unisdr dell’Onu ringrazia la Provincia Questo il messaggio alla provincia dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio da Disastri. «Vogliamo ringraziare il Presidente Valluzzi, il dott. Rossino, il dott. Attolico, i sindaci e le comunità della Provincia di Potenza nel dare alla riduzione del rischio da disastri l’attenzione e l’importanza necessarie a livello locale. La Campagna è nata qualche anno fa, nel 2010, e oggi abbiamo circa 2000 città di tutto il mondo ufficialmente impegnate nei Ten Essentials. L’approccio partecipato alla riduzione del rischio da disastri che la Provincia di Potenza ed i suoi Comuni stanno portando avanti è un grande esempio di quello che vorremmo vedere a livello locale. Il grande coinvolgimento e l’entusiasmo mostrato dai Comuni partecipanti mostra il successo della Rete che la Provinca di Potenza ha creato. Congratulazioni a tutti voi per questo traguardo e per l’impegno nella resilienza da disastri. Siamo orgogliosi di avere la Provincia di Potenza ed i suoi Comuni nella Campagna ». le altre notizie APPALTI Anci, bene la centrale unica n È con grande soddisfazione che l’Anci Basilicata, per nome del suo Presidente facente funzioni Fernando Picerno, accoglie l’accordo sancito dalla Conferenza Stato-Città sull’obbligo per i Comuni di ricorrere alle Centrali uniche di committenza dal 1° gennaio 2015. MANIFESTAZIONI Torna il mercatino delle cose usate PROVINCIA Un momento della conferenza stampa Tutti insieme per sconfiggere le catastrofi naturali Inquinamento, terremoti, cambiamenti climatici nell’agenda della Provincia GIOVANNA LAGUARDIA l Sostenibilità ambientale, rischio catastrofi e cambiamenti climatici: sono queste le tre sfide sulle quali si gioca il futuro delle comunità locali. E per vincerle bisogna stare uniti. Lo ha compreso bene la Provincia di Potenza che ha aderito alla campagna Onu «Città resilienti» (la resilienza in ecologia è la capacità di una comunità, o un ecosistema, di tornare al suo equilibrio dopo essere stato sottoposto a una perturbazione) e che ha sollecitato l’adesione al programma di tutti e cento i comuni del territorio. In pratica, tutti insieme contro le catastrofi naturali, pre prevenirne gli effetti peggiori attraverso una adeguata programmazione. L’iniziativa, illustrata nei giorni scorsi nella sede Onu di Ginevra, è stata presentata ieri mattina nella sala con- siliare della Provincia, a Potenza, dal presidente dell’Ente Nicola Valluzzi, dall’assessore agli Enti Locali Antonio Rossino e dal dirigente del dipartimento Pianificazione Alessandro Attolico. La Provincia di Potenza sta sostenendo la campagna Onu già con l’approvazione del piano strutturale provinciale. Ora l’obiettivo, ha spiegato l’assessore Rossini «è quello di consolidare la collaborazione con le comunità locali, per rendere concrete le linee guida contenute nel piano. A tal fine la Provincia ha avviato un’azione di coordinamento territoriale, proponendo di fornire ai Comuni supporto conoscitivo, metodologico e procedurale, per sviluppare una pianificazione in linea con i principi del progetto delle città resilienti». L’adesione al progetto di tutti e cento i Comuni del territorio ha favorevolmente colpito l’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di Catastrofi, come si evince dal messaggio che pubblichiamo a parte e che è stato proiettato nel corso della manifestazione di ieri mattina. «Abbiamo portato a Ginevra la nostra esperienza ha spiegato il dirigente della Provincia Attolico - che è una iniziativa unica al mondo di rete territoriale globale e che l’Onu intende replicare anche in altre parti del mondo». Per il coordinamento ddei Comuni in un’ottica di area vasta, la Provincia ha costruito il network «Provincia di potenza-Comuni». Il progetto «Città resilienti» si basa su dieci capisaldi: la messa in campo di ogni possibile azione per la mitigazione del rischio, l’integrazione e la promozione di politiche di sicurezza territoriale, il sostegno alle azioni di coo- perazione, il reperimento delle risorse economiche, l’accessibilità delle informazioni territoriali, il coinvolgimento delle comunità, il coinvolgimento del volontariato, l’accrescimento della consapevolezza nelle comunità, la sensibilizzazione del mondo politico, la messa in rete dei dati. Tutto ciò attualmente si scontra, però, con la necessità di una revisione delle normative in materia di prevenzione e con la reperibilità e l’accesso a risorse finanziarie straordinarie. «Per uno sviluppo urbano consapevole - ha concluso il presidente della Provincia Nicola Valluzzi - è necessaria una funzione di pianificazione sovracomunale, come quella della Provincia, come del resto è previsto anche nella legge Del Rio. Questa iniziativa dimostra che anche a mani nude si può fare qualcosa per salvaguardare gli interessi della collettività». POTENZA UN SEMINARIO ALLA CAMERA DI COMMERCIO SULLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE lavoro e il microcredito. Ambiti molto ampi, dunque, rispetto ai quali occorre posizionarsi per tempo, così come rispetto alle dinamiche relative ai Fondi strutturali 2014-2020, sul piano locale. Se ne è discusso nel seminario «Imprese sociali e sviluppo locale», organizzato dalla Camera di Commercio di Potenza in collaborazione con Confcooperative di Basilicata, e con il supporto operativo dell'azienda speciale Forim, nell’ambito delle attività previste dal progetto «Start up imprenditoria sociale». Giuseppe Bruno, presidente di Federsolidarietà Basilicata, ha rimarcato come rispetto al passato gli strumenti normativi mettano oggi in condizione l’impresa sociale di avere effettivamente un ruolo da protagonista: «Registriamo due elementi sostanziali: una maggiore attenzione dell’Unione europea e un processo evolutivo di riforme che, come chiediamo a gran voce, riconoscano in impresa sociale tutti quei soggetti che nel sociale svolgono attività economicamente rilevanti». Si parla dunque di cooperative sociali, associazioni, fondazioni ed enti con un’attività commerciale, anche se OCCUPAZIONE Sel su ammortizzatori in deroga n il Consigliere regionale Giannino Romaniello, (Sel), ha inviato una lettera all’Assessore alle Attività produttive e politiche d’impresa Raffaele Liberali in relazione alla problematica del pagamento degli ammortizzatori in deroga. In particolare, il Consigliere ha posto l’accento sui ritardi con cui il Governo nazionale sta procedendo alla ripartizione delle risorse. UNIVERSITÀ Serata musicale al Campus n Si è svolta ieri sera al Campus di Macchia Romana, una serata organizzata dall’Associazione universitaria Identitariamente Unibas, in collaborazione con le associazioni Caming, Sui Generis Potenza, Geobas, Unibastore. La serata è andata avanti con karaoke, musica, balli e tanto divertimento. CAMERA DI COMMERCIO Il terzo settore diventa protagonista delle nuove politiche di mercato Le imprese sociali verso un nuovo protagonismo l Le imprese sociali crescono e diventano protagoniste di processi che impattano sullo sviluppo locale, potendo operare non solo sui classici settori come i servizi alla persona, ma anche su temi come tutela ambientale, turismo sostenibile, gestione di attività ristorativa o artigianale impiegando persone disabili, ex detenuti o altre categorie di lavoratori che la normativa definisce «svantaggiati», e, grazie alla riforma del terzo settore in corso, molto probabilmente anche il commercio equo-solidale e nuove frontiere come l’housing sociale, i servizi al n Torna a Potenza il Mercatino dell'usato e d'altri tempi, domenica 20 luglio 2014, dalle ore 9.00 alle 22.00. a Piazza Mario Pagano. I prodotti commercializzati sono: oggettistica antica, antiquariato, rigatteria, fumetti e libri usati, stampe anche d'epoca, oggetti da collezione, hobbistica di cose antiche in genere, strumenti musicali, mobili. . “non prevalente” che, come ha ricordato Ugo Baldini, di Caire Urbanistica, potrebbero generare ricadute reali in termini di occupazione e Pil anche nelle aree interne della regione. Antonio Di Stefano, della Regione Basilicata, ha analizzato i nuovi strumenti della programmazione 2014-2020 in relazione ai possibili ambiti di interesse dell’ambito sociale. Luciano Gallo, avvocato, ha evidenziato la necessità di ragionare sempre di più con le Istituzioni locali su base ampia, attraverso Convenzioni o Unioni di Comuni. «Consapevolezza e partecipazione dovranno essere le parole-chiave di un nuovo percorso – ha sottolineato in chiusura il vicepresidente della Cciaa potentina, Antonio Imbrogno – da parte di un soggetto importante che forse in passato si è un po’ autolimitato, considerandosi marginale rispetto ai processi generali di sviluppo che si andavano delineando». RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA E PROVINCIA Venerdì 18 luglio 2014 LATRONICO OGGI ALLE 18 SARÀ PRESENTATO IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE DEGLI ALBERGHI Terme, un piano per portare in Basilicata 35 mila utenti Interessati al complesso gli imprenditori russi INGRESSO Il complesso termale di Latronico ora guarda al rilancio PINO PERCIANTE ANTONIETTA ZACCARA l LATRONICO. . «Oggi sarà una giornata storica per Latronico e per tutta l'area sud della Basilicata. Il progetto che presenteremo svolgerà una funzione importante come attrattore di investimenti grazie all’indotto che creerà». Il sindaco di Latronico Fausto De Maria ci crede e posta la notizia anche su Facebook. Oggi alle 18 nel cinema Nuova Italia sarà presentato il progetto di ristrutturazione degli alberghi delle terme: quello degli imprenditori russi che tempo fa hanno acquistato due dei quattro alberghi del complesso «La Calda» per rilanciare il turismo termale. «Io ci credo», scrive De Maria su Facebook. Il progetto è a cura dell’impresa Russit e di Euro Engineering progetti e rientra nel piano di espansione del brand lanciato tempo fa dallo stesso De Maria col nome di «Latronico città del benessere». «L’obiettivo – spiega il primo cittadino di Latronico - è quello di raggiungere le 35 mila utenze». Per dimostrare che si fa sul serio alla manifestazione di stasera prenderà parte anche Luca Claudio, sindaco di Abano Terme nonché presidente dell’associazione nazionale comuni termali. «Con Abano ci gemelleremo – spiega De Maria per stimolare un forte scambio di idee e di Sarà presente anche Luca Il sindaco De Maria: «Questo I SINDACATI DI CATEGORIA Claudio, sindaco di Abano investimento renderà il «Dopo l’ultimo Terme e presidente territorio un potenziale incidente mortale associazione comuni termali attrattore turistico» alza nei cantieri esperienze sullo sviluppo del turismo ter- tenziale attrattore di altri investimenti gra- il livello di guardia» male». Prevista la presenza anche del presidente del Parco del Pollino Domenico Pappaterra, del direttore dell’Apt Gianpiero Perri e del presidente della regione Marcello Pittella. «E’ un giorno importante non solo per Latronico ma per tutto l’hinterland perché comincia a prendere forma la citta del benessere – dice De Maria -. Gli imprenditori russi che hanno acquistato parte degli alberghi dalla Regione stasera spiegheranno che cosa intendono fare. Questa è la volta buona per il rilancio delle terme». E su Facebook il sindaco ribadisce che «questo investimento renderà il territorio un po- zie all’indotto. Tutte le istituzioni, gli imprenditori, e le forze politiche devono fare la loro parte. Non possiamo più sbagliare per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Costruiamo insieme la "Latronico: città del benessere», gli alberghi sono da sempre il punto dolente dell’intero complesso termale latronichese. Le struttura ricettive di proprietà della Regione hanno subito anni di degrado a causa dell’incuria del tempo e dell’uomo. Gli alberghi, quindi, non hanno mai beneficiato di ristrutturazioni che ora saranno eseguite dagli imprenditori russi. I nuovi alberghi con ogni probabilità entreranno in funzione dal 2015. RUOTI LA DENUNCIA DEL CONSIGLIERE COMUNALE GENTILESCA «Crepe, buche ed erbacce sulla ex ss 7 Appia servono interventi mirati» l Viabilità provinciale ancora in cattivo stato. E' quanto denuncia Franco Gentilesca, consigliere comunale e capogruppo di Ruoti unita che in particolare punta il dito sulla strada provinciale Potenza-Ruoti (ex SS 7 Appia). Per il consigliere Gentilesca l’ arteria ad intenso traffico automobilistico, «in molti punti presenta pesanti crepe ma soprattutto molte buche, una vera insidia per i molti utenti che vi transitano. I bordi stradali, poi, sono pieni di erbacce e sporcizia al punto che in alcuni tratti invadono le due carreggiate. Per non parlare poi della segnaletica (verticale ed orizzontale) che o non è presente oppure è ricoperta a tutt’al- tezza dalle erbacce». Insomma, per il consigliere comunale di Ruoti «una situazione di vera e propria emergenza che rischia di mettere a repentaglio la sicurezza di quanti la attraversano quotidianamente per raggiungere il capoluogo di regione». «Basta percorrere questa strda - continua - per rendersi conto dello stato di incuria o forse anche di un operato alquanto superficiale e poco scrupoloso. Le proteste dei cittadini per le buche e la crescita delle erbacce lungo le nostre strade rappresentano uno scoglio quotidiano. Mi riferisco all'operato dei cantonieri e ai criteri degli interventi manutentivi assolutamente necessari per effetto di frane, VIABILITÀ PRECARIA Nella foto un tratto della Potenza-Ruoti (ex SS 7 Appia), ridotta in condizioni davvero pietose smottamenti, nonchè per la presenza di buche nell’asfalto e per la crescita di erbacce che ostacolano la viabilità e costituisce pericolo costante per gli automobilisti. Come è facile constatare - dice ancora Gentilesca - in alcuni tratti ci si è completamente dimenticati di porre in essere degli interventi, al punto da ritrovarsi buche ed avvalla- menti nel bel mezzo della carreggiata o - peggio - cumuli di erbacce ai lati della strada o che addirittura la invadono. Laddove invece, in modo saltuario e a piacere qualche intervento è stato fatto, non si è provveduto a pulire la strada lasciando le erbacce tagliate a centro della carreggiata». Motivo per cui - conclude il consigliere comunale ecapogruppo di Ruoti Unita - mentre è auspicabile un intervento della Regione - magari attraverso i fondi comunitari - per garantire quei servizi essenziali che la “vecchia” Provincia garantiva, diventa urgente ed indifferibile porre in essere ogni provvedimento mirato ad eliminare i pericoli segnalati». l «La notizia dell'ennesima vittima su un cantiere in Basilicata lacera ancora una volta una ferita profonda che colpisce la nostra regione». Così i sindacati di settore. «A poche settimane dai tragici incidenti sulla Sa-Rc, che ha visto 3 operai perdere la vita sul lavoro, la notizia dell’incidente di Ripacandida riapre con forza il tema delle troppe "morti bianche" e ci mette dinanzi ad una sconfitta collettiva. I dati di qualche giorno fa del rapporto annuale ci facevano timidamente prendere un respiro di sollievo, ma questo ennesimo episodio ci costringe ad aprire una riflessione forte sul tema della sicurezza, e ci spinge a rafforzare il ruolo degli enti bilaterali e dei sistemi di prevenzione». «Le cause del decesso dell'operaio sono ancora al vaglio degli inquirenti, ci rammarica apprendere che il lavoratore fosse un sessantacinquenne; tema che ci fa riflettere sulla iniquità del sistema pensionistico vigente che colpisce soprattutto i lavoratori che appartengono ad una categoria in cui la tipologia d'impiego è pesante e usurante. Questo avvalora quanto previsto dalla piattaforma su fisco e previdenza di Cgil, Cisl e Uil che propone il superamento della legge Fornero e delle sue iniquità. Nei prossimi giorni si terrà il tanto atteso e rivendicato incontro alla Prefettura di Potenza fortemente voluto da Feneal, Filca e Fillea per esaminare le dinamiche legate alla sicurezza all’interno dei cantieri, bisogna porre un argine a questa piaga che continua a colpire i lavoratori del settore edile. Bisogna implementare i controlli ed alzare il livello di guardia sui cantiere e implementare le politiche di prevenzione attraverso l’incentivazione e il sostegno degli enti bilaterali che si occupano di sicurezza». LAGONEGRO IERI MATTINA SUL TRATTO LUCANO DELLA SALERNO-REGGIO Tir fuori strada sull’autostrada «A3» ferito l’autista RIONERO IN VULTURE DA QUELL’ANNO LA BALAUSTRA NON È STATA PIÙ INTEGRATA Nella chiesa madre il congresso mariano nel lontano 1954 l LAGONEGRO. . Incidente ieri mattina all’alba sul tratto lucano dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, vicino a Lagonegro. Coinvolto un autoarticolato che trasportava medicinali salva vita e che è uscito di strada all’altezza del km 120 direzione sud. L’autista, un siciliano di 41 anni, è stato soccorso e trasportato all’ospedale di Lagonegro per medicare le ferite. L’uomo, secondo quanto si è appreso, è in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita. Il traffico ha subito qualche rallentamento lungo il tratto interessato dall’incidente dove è stato istituito un senso unico alternato per permettere le operazioni di rimozione del mezzo pesante e di messa in sicurezza. l Era passata una manciata d’anni da quando, in seguito al sisma del 23 luglio 1930, era stato issato il campanone di 8 quintali, sull’alto campanile della Chiesa Madre, quando l’arciprete don Michele Di Sabato indisse l’importante Congresso Mariano svoltosi nell’agosto 1954, in onore della Madonna del Carmelo, la cui icona soggiorna, per gran parte dell’anno, nella trecentesca chiesa di Sant’Antonio Abate. Per rendere il sacro tempio dopo le grandiose giornate vissute nell’agosto 1949 con la celebrazione del Primo Congresso Eucaristico Interdiocesano con incoronazione dell’effige della Madonna, celeste patrona della città, don Di Sabato promosse una serie di interventi, fra i quali quello del rinnovo della balaustra marmorea monocromatica, che aveva, da sempre, separato le navate della chiesa destinate ai fedeli, dal cosiddetto Sancta Sanctorum.. Dal 1954, AUTOSTRADA Un tratto dell’A3 Sul posto sono intervenuti la polizia stradale di Lagonegro, per i rilievi e le indagini del caso, i vigili del fuoco di Lauria, l’Anas e il 118. L’incidente, sulle cui cause sono ancora in corso accertamenti, non ha coinvolti altre [p.perc.] mezzi. CULTO La chiesa madre [foto ddl] quindi, la balaustra policroma aveva dato un tocco diverso a tutta la chiesa. Danneggiata dal sisma del 23 novembre 1980, la balaustra del 1954, non è stata più integrata. Non ci son più aree diversificate. Tutto è accessibile. I fedeli avvertono un senso di vuoto e di invadenza al tempo stesso. Nel vecchio Ufficio dei [ddl] Morti si cantava «Sic transit gloria mundi». RASSEGNASTAMPA POTENZA E PROVINCIA I VII Venerdì 18 luglio 2014 PIANI DEL MATTINO IL MEZZO PARTITO DA GENZANO PER POTENZA. A BORDO 4 PASSEGGERI SPAVENTATISSIMI Bus sostitutivo delle «Fal» completamente distrutto dal fuoco Una ragazza in via precauzionale è stata ricoverata al «San Carlo» BUS DISTRUTTO Un improvviso e violento incendio su un mezzo sostitutivo delle Fal si è sviluppato ieri in località Piani del Mattino [foto T. Vece ] ANTONIO MASSARO l PIANI DEL MATTINO. Forse il motore surriscaldato, o un corto circuito o qualcos’altro difficile da accertare (perchè il mezzo è andato completamente distrutto) sono all’origine dell’incendio che si è sviluppato e incenerito l’autobus sostituivo delle Fal (Ferrovie Appulo-Lucane) in servizio sulla linea Genzano-Potenza. L’incidente è accaduto ieri, erano circa le 13, in località «Piani del Mattino», alle porte del capoluogo. Il pullman, come detto, proveniente da Genzano di Lucania (sostituisce da ben due anni il treno sulla tratta Potenza-Bari, per consentire i lavori di rifacimento della linea), è andato improvvisamente in tilt. Paura e spavento a bordo. Improvvisamente il mezzo è stato avvolto da fiamme e fumo. Sul bus oltre all’autista c’erano quattro passeggeri spaventatissimi che hanno cercato la INCENERITO Bus [foto T.Vece] fuga precipitandosi fuori dal bus in fiamme. Scattato l’allarme sul posto oltre al «118» e alla polizia stradale, sono arrivati i vigili del fuoco che hanno domato le fiamme, ma non hanno potuto impedire la completa distruzione del mezzo su gomme. La zona è stata messa in sicurezza, ma il traffico ha subito ovvi disagi per qualche ora. Tornando ai passeggeri tanta paura, tanto è vero che una ragazza ha riportato uno stato confusionale e per accertamenti e in via precauzionale il personale del «118» intervenuto sul posto ha ricoverato la giovane al «San Carlo» di Potenza. Tornando ai lavori sulla tratta Genzano-Potenza, vanno avanti da circa due anni e questo causa non pochi disagi ai viaggiatori. In quanto l’alternativa in bus allunga i tempi di percorrenza considerato lo stato della viabilità che non è certo edificante. GENZANO DI LUCANIA L’INCENDIO SI È SVILUPPATO IERI ATTORNO ALLE 12,30 IN UNA CASA DI VIA GIANTURCO Fiamme e paura in pieno centro L’episodio ha riproposto la mancanza di un distaccamento dei vigili del fuoco sul posto l GENZANO DI LUCANIA. Mezzogiorno di fuoco in tutti i sensi. Il caldo, visto che siamo a metà luglio ha ripreso a farsi sentire, ma ieri attorno alle 12,30 in via Gianturco, angolo con via Leonardo Da Vinci a «surriscaldare» la giornata c’è stato un incendio che si è sviluppato al primo piano di un abitazione. A dare l’allarme la stessa padrona di casa che alla vista del fumo e delle lingue di fuoco si è precipitata terrorizzata in strada. Paura e timori in tutta la zona e soprattutto fra i residenti delle abitazioni vicine a quella andata in fiamme. Sul posto oltre ad una folla di curiosi sono arrivati i carabinieri della locale stazione per i primi interventi del caso. In via Gianturco anche il sindaco Cancellara e un mezzo del Comune che in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco con alcuni getti d’acqua ha cercato alla meno peggio di domare FUMO E FIAMME L’incendio ieri a Genzano di Lucania in un’abitazione di via Gianturco. Sono intervenuti i vigili del fuoco. Per fortuna nessun ferito le fiamme. Intanto un fumo denso e nero si sprigionava da due finestre al primo piano dell’abitazione. Poi finalmente i vigili del fuoco che oltre a domare le fiamme hanno messo in sicurezza la zona. All’origine del rogo forse un corto circuito. La casa al momento è ina- ROCCANOVA INAUGURATO ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE PITTELLA Un centro diurno per anziani e persone svantaggiate l Un centro che guarda alla comunità per dare risposte alle esigenze della terza età e delle persone svantaggiate. Queste le finalità del Centro diurno per anziani inaugurato a Roccanova. Sfruttando parte dei fondi dei Pois e delle royalties del petrolio, il Comune ha realizzato la struttura ammodernando l’ex ambulatorio comunale. Due piani con ampi locali dotati di moderne ed adeguate strutture per il relax l’intrattenimento e l’assistenza di base. Un’opera strategica a favore degli anziani e delle fasce più deboli come ha sottolineato ill sindaco Giulio Emanuele. Mentre la neo assessore alle Politiche sociali, Luisa Emanuele , e la capogruppo di maggioranza in consiglio comunale, Nunzia Bellizio, hanno ribadito l’impegno che ci sarà da parte della giunta e dell’amministrazione tutta nell’avviare il servizio che potrà essere anche a disposizione dell’area. Una comunità ed un’area ha sottolineato il presidente della Regione Marcello Pittella, che di sicuro potrà far riferimento a questa struttura soprattutto in un momento di grande difficoltà e di accresciute esigenze degli anziani alle quali non sempre si può dare la risposta che si vuole. Un momento di grande partecipazione popolare colto dal governatore lucano per ribadire le scelte della politica regionale in tema di Politiche sociali inserite nei Piani sociali di zona e le battaglie che si stanno conducendo per liberare parte delle risorse eco- TAGLIO DEL NASTRO L’inaugurazione nomiche regionali come le royalties del petrolio dal patto di stabilità verso il quale – ha ribadito Pittela – ci possono essere anche interventi eclatanti non escludendo di incatenarsi davanti al centro oli di Viggiano se il governo centrale non viene incontro alla Basilicata. Riflessioni e interventi sono arrivati anche dal direttore generale dell’Asp, Mario Marra, del consigliere regionale Vincenzo Robortella, dai tecnici l’ing. Alessandro Greco progettista dell’opera e dell’ing. Giuseppe [a.laur.] Galante dirigente dell’Ufficio Pois. gibile. Il fatto è proprio il caso di dirlo ha rinfocolato vecchie polemiche sulla necessità di un distaccamento dei vigili del fuoco sul posto. «Aspettiamo che accada una tragedia per intervenire - dice il cittadino Giuseppe Laginestra - tempo fa si par- lava anche di una squadra di volontari, come succede nei Paesi evoluti del Nord Europa, ma non s e n’è fatto nulla. Da parte sua il sindaco Cancellara ricorda che «il progetto del distaccamento dei vigili non è stato accantona[a.mass.] to». PALAZZO SAN GERVASIO È IN FUNZIONE ROTONDA 36ENNE Una nuova linea dal materano a San Nicola di Melfi Operaio romeno folgorato da scarica elettrica Interessa anche i lavoratori pendolari della Sata nel Salernitano l Buone notizie per i viaggiatori e i lavoratori pendolari. Da alcuni giorni infatti è in funzione una nuova linea che collega Ferrandina Matera Palazzo San Gervasio San Nicola di Melfi . Fermate quelle di Palazzo San Gervasio fortemente sollecitate dall’assessore comunale Rosa Giannone. Il collegamento interessa anche i lavoratori pendolari che si recano sia alla Fiat Sata che alla Barilla. Tutto questo grazie all’interessamento alla questione dell’assessore Provinciale di Matera e all’assessore Rondinone che con il loro interessamento hanno fatto si che il problema si risolvesse. I lavoratori pendolari che ogni giorno si recano al lavoro a San Nicola di Melfi avranno un notevole beneficio da questa iniziativa in quanto potranno usufruire di un servizio giornaliero a costi contenuti invece di usare il proprio automezzo guadagnandone sia dal punto di vista economico che della sicurezza. Altra importante iniziativa messa in atto dal comune di Palazzo San Gervasio promossa dall’assessore Rosa Giannone riguarda il piano territoriale di intervento per la lotta alla droga, Inserimenti socio-lavorativi. Considerati, afferma Rosa Giannone, gli ottimi risultati terapeutici ottenuti con gli inserimenti socio-lavorativi, con la presente ti chiedo, in qualità di Sindaco del comune Capofila del settore di interesse, di farti portavoce presso la regione Basilicata, affinché il suddetto Piano abbia un seguito e nello specifico una proroga per gli inserimenti lavorativi. Attese la delicatezza ,la complessità, le ricadute sia sulla spesa sanitaria che sugli aspetti sociale che la patologia della dipendenza comporta, sono certa che il Dipartimento regionale competente non si sottrarrà a tale richiesta. Se il Dipartimento lo ritiene necessario si potrà convocare anche una Conferenza dei Sindaci a maggiore supporto della accorata richiesta. Al progetto sono interessati i sindaci dei comuni di Banzi, Forenza, Lavello, Maschito, Melfi, Montemilone, Rionero in Vulture, San Fele, Venosa. [fdf] l Folgorato da una scarica elettrica Ioan Foca un romeno di 36 anni, residente a Rotonda. Ennesimo incidente mortale sul lavoro. Vittima un operaio di 36 anni, di origine romena residente a Rotonda, che è rimasto folgorato da una scarica elettrica mentre stava pulendo dall’erba e dalle piante un’area attraversata da un elettrodotto. L’incidente sul lavoro è accaduto a Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno. Il trentaseienne romeno lavorava alle dipendenze di un’azienda di Rotonda che esegue lavori di manutenzione in aree attraversate da elettrodotti per conto dell'azienda Terna Spa. L’uomo stava tagliando una pianta quando all’improvviso è stato colpito da una potente scarica elettrica. Sull'episodio indagano i carabinieri della compagnia di Battipaglia. L'operaio è deceduto subito dopo l'infortunio verificatosi in una zona piuttosto isolata nelle campagne di Giffoni. [p.perdc.] RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I XI Venerdì 18 luglio 2014 PROTESTA ON LINE LE CHIACCHIERE E I CONTI CHE NON TORNANO La scuola aperta al territorio? «Servono risorse e personale» E POI ANCHE I PRESÌDI IN PIAZZA NUOVE BARRICATE Una manifestazione dei sindacati materani in Piazza Vittorio Veneto sui problemi della scuola. L’annunciato decreto governativo per riorganizzare il settore scatena proteste La scuola aperta al territorio è una grande opportunità ma ci vogliono risorse, personale e strutture adeguate perché a tutti piacerebbe poter organizzare corsi di lingua araba, cinese o di alimentazione o di alfabetizzazione informatica aperti alla cittadinanza, ma chi pagherebbe il riscaldamento, il personale di assistenza, la luce e l’acqua? La scuola sta subendo da diversi anni tagli feroci, diretti e indiretti, e, come inevitabile conseguenza, si è indebolita anche la preparazione curricolare degli alunni. Per la Flc Cgil, «manca una qualsiasi idea sul modello di scuola pubblica, una scuola che ha fatto tanto in questi anni per garantire a tutti il diritto ad un’istruzione di qualità, integrando i diversamente abili, alfabetizzando gli alunni stranieri, progettando percorsi per i dislessici e per studenti con bisogni spe- PARTI SOCIALI Il segretario della Flc Cgil, Eustachio Nicoletti ciali, potenziato la didattica e nella complessità di questa somma di relazioni ha fatto lezione e insegnato. La scuola italiana ha bisogno di riforme e non di slogan». La Flc Cgil invita tutto il personale della scuola a partecipare a tutte le iniziative di mobilitazione che a Matera e a Potenza saranno proposte nei prossimi giorni. «Una vigliaccata contro la scuola» Flc Cgil mobilitata contro il «piano» governativo l . La protesta della scuola materana avviene on line, contro quella che il sindacato della scuola della Cgil definisce «la vigliaccata di Renzi». Inviando una mail sulla posta della Flc Cgil Basilicata ([email protected]; [email protected]) e collegandosi al link http://www.change.org/it/petizioni/personale-della-scuola-universit%C3%A0-ericerca-afam-studenti-genitori-precari-cittadini-aderisci-all-appello, si aderisce all’iniziativa per opporsi alla proposta del “nuovo” piano della scuola del Governo. La Basilicata ha perso in questi anni il 18 per cento dei lavoratori della scuola, rispetto a una media nazionale del 12 per cento. Una regione che ha visto venire meno nella scuola circa 3500 posti, in sei anni. Un quadro di emergenza piena che non può sopportare altre penalizzazioni. «Quello dell’esecutivo nazionale - dice Eustachio Nicoletti, se- gretario della Flc Cgil di Matera - é l’utilizzo del consolidato metodo antidemocratico già utilizzato nel 2008 da un altro schieramento politico che vede la preparazione e l’approvazione di un decreto legge durante il periodo estivo quando, guarda caso, si interrompono le attività didattiche e le scuole sono vuote del personale docente e de- LA REALTÀ È UN’ALTRA «Per finalità ideologiche, si utilizzano i soliti slogan e stereotipi» gli studenti. Il sottosegretario Reggi ha anticipato i capisaldi del un “nuovo” piano per la scuola: istituti aperti fino alle ore 22, raddoppio dell’orario settimanale flessibile e più lungo per tutti i docenti (36 ore per tutti), premi per i docenti con incarichi aggiun- tivi (vicepresidenza, coordinamento, laboratori o competenze specifiche su inglese o informatica), formazione obbligatoria, supplenze brevi assegnate ai docenti di ruolo. Proposta che diventerà una legge delega nei prossimi quindici giorni. Ancora una volta, per raggiungere finalità ideologiche, si utilizzano i soliti slogan e stereotipi (gli insegnanti che lavorano solo fino a giugno e solo la mattina) senza considerare gli impegni reali dei docenti come le ore di preparazione delle lezioni e correzione dei compiti, le attività aggiuntive, i corsi di recupero, il ricevimento genitori, i consigli di classe, i collegi docenti, gli esami di stato, l’autoformazione e altro ancora». Gli insegnanti italiani le 36 ore le fanno già, ricorda il sindacato materano. L’orario di cattedra é di 18 ore frontali per 33 settimane; il ricevimento genitori é di 1 ora a settimana (oltre le 18); le attività Vice presidenza Federsolidarietà Confcooperative confermato Bruno PRECARI Manifestazione degli insegnanti nel centro di Matera funzionali, quindi collegi docenti, consigli di classe, ricevimenti generali, riunioni di materia, sono strutturate secondo un calendario pomeridiano preciso per 80 ore annue (circa 2 ore a settimana). E poi la preparazione delle lezioni e delle verifiche, un totale difficile da stimare, variabile da disciplina a disciplina, da docente a docente. «UN’ASSURDITÀ» Istituti aperti fino alle 22, raddoppio dell’orario settimanale «Approssimando per difetto - fa presente Nicoletti - si tratta di circa 30 minuti per ogni ora di lezione per un totale di circa 9 ore settimanali. E che dire della correzione dei compiti: dipende dal numero di alunni e dalla disciplina, si tratta di almeno 9 ore settima- nali. Il totale complessivo è di circa 40 ore settimanali, che come si vede sono facilmente dimostrabili e accertabili. La verità è che non traspare dalle proposte di questo Governo un’idea complessiva della scuola pubblica, mentre risulta evidente che chi sta lavorando a questo provvedimento, oltre a non conoscere la drammatica situazione in cui oggi versa la scuola italiana, dimostra incoscienza sulle ulteriori ripercussioni negative che gli interventi prospettati determinerebbero, e mi riferisco all’abbassamento della qualità del percorso formativo con la riduzione di un anno della secondaria superiore, al sovraffollamento delle classi, all’aumento della dispersione scolastica». Insomma, ribadisce la Flc Cgil, «siamo di fronte alla solita pratica dei tagli lineari con la vecchia richiesta, di stampo montiano, di far lavorare gratuitamente i docenti (dopo 7 anni di blocco dei contratti) e licenziare i precari». IMPIANTO ATOMICO CONFAPI CHIEDE A SOGIN DI COINVOLGERE LE IMPRESE LOCALI PER APPALTI, SERVIZI E FORNITURE Dismissione dell’Itrec? Le ricadute sul territorio sono davvero scarse FILIPPO MELE l Lavoro cercasi per le piccole e medie imprese locali. Ma dalla grande occasione della dismissione dell’impianto atomico Itrec della Trisaia di Rotondella sinora la ricaduta sul territorio è stata scarsa. Da qui l’ennesima lettera, garbata nei toni ma dura nei contenuti, inviata dal presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, all’amministratore delegato della Sogin spa, Riccardo Casale. Acito ha chiesto un incontro a Casale. Come aveva fatto anche in precedenza. Ma dalle parti di Roma pare che “non ci sentano da quell'orecchio”. Ma qual è l’oggetto della missiva inviata anche al responsabile dell’impianto della Trisaia, Edoardo Petagna, ed al sindaco Vito Agresti? E’ quello di sedersi attorno ad un tavolo per discutere del coinvolgimento delle aziende locali ne- gli appalti di lavori, servizi e forniture all’impianto atomico. «Il piano di committenza per i lavori di dismissione del sito nucleare di Rotondella – ha scritto Acito - rappresenta un’importante opportunità per le nostre imprese. Tuttavia, finora, la forte limitazione delle condizioni di accesso alle gare ha prodotto una scarsa ricaduta sul territorio». Il presidente Confapi, a questo punto, ha ricordato come «tra Sogin e Confapi Matera esista un protocollo d’intesa che instaura un rapporto di collaborazione e corrette relazioni tra la spa governativa (il 100% delle azioni è di proprietà del ministero del tesoro, ndr) e l’associazione imprenditoriale, con lo scopo di creare nel tempo maggiore valore per le imprese locali e per il territorio». Protocollo, oltretutto, chiesto e voluto proprio dalla spa pubblica. Ma come fare per garantire il lavoro alle aziende del territorio nel rispetto di trasparenza e legalità? Così Acito: «Coinvolgendole in un’opera di informazione e formazione sui lavori da effettuare, del sistema di qualificazione e delle procedure di gara. Confapi Matera auspica, pertanto, che le imprese locali siano maggiormente coinvolte, quando sussistono i requisiti tecnici ed economici per partecipare alle gare, nel pieno rispetto del codice degli appalti e del regolamento di qualificazione proprio di Sogin. Conosciuti i piani di committenza, Confapi chiede la suddivi- L’ASSOCIAZIONE «Il piano di committenza del sito è un’importante opportunità» LE OPERE Lavori all’Itrec di Rotondella sione degli appalti in lotti più piccoli e, soprattutto, la previsione di criteri di qualificazione non preclusivi per le imprese del territorio». Ed ecco la conclusione: «Confapi chiede che, data la discrezionalità che la legge concede negli inviti per determinate procedure di gara, Sogin inviti un numero più elevato di imprese del territorio rispetto al minimo previsto per legge, al fine di garantire una piena e leale concorrenza e qualità, dando a tutti gli operatori locali l’opportunità di concorrere». Il lucano Giuseppe Bruno è stato riconfermato vice presidente nazionale di Federsolidarietà Confcooperative. L’elezione é avvenuta a Roma, dove si è tenuto il consiglio Nazionale di Federsolidarietà/Confcooperative, la più grande federazione della cooperazione sociale, che rappresenta 6052 cooperative sociali ( di cui 26 consorzi) impegnate nei settori socio assistenziale, sanitario ed educativo e nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. All’unanimità del Consiglio nazionale è stato eletto il Consiglio di presidenza e i vice presidenti. «È un riconoscimento importante anche per l’intera regione Basilicata che conferma il grande lavoro che la cooperazione sociale di Confcooperative in questi anni ha prodotto», ha dichiarato Giuseppe Bruno. «Siamo in una fase storica – ha aggiunto- ove occorre agire con la massima coesione possibile, soprattutto con idee chiare e strategie per valorizzare quanto la cooperazione sociale ha dimostrato di concretizzare in questi anni. Oggi lo scenario evoluto richiede maggiore impegno ma soprattutto una istituzione pubblica capace di ascoltare e recepire le proposte di futuro per le nostre comunità e i nostri giovani. Federsolidarietà Confcooperative, oggi nel solco anche dell’Alleanza delle cooperative sociali, agisce quotidianamente con le passioni, talenti, persone che lavorano per assistere le persone anziane, disabili, i ragazzi i nostri bambini, futuro della regione». Federsolidarietà/Confcooperative conta 228.00 soci di cui 22.500 volontari, circa 224.000 lavoratori di cui 15.600 soggetti svantaggiati. Il fatturato aggregato, nel 2012, superava i 6 miliardi di euro. Numeri di significato. Federsolidarietà, infatti, rappresenta circa il 55% dell’occupazione totale della cooperazione sociale in Italia e pressoché il 17% dell’occupazione dell’intero settore non profit. Non solo, le cooperative sociali della Federazione hanno una capacità di inserimento lavorativo dei disabili ben 25 volte superiore rispetto al resto del sistema economico RASSEGNASTAMPA XII I MATERA CITTÀ Venerdì 18 luglio 2014 L’ALTRA SOLIDARIETÀ PSICOLOGI PER I POPOLI I pionieri della sezione lucana al momento Isidoro Gollo, Luciano Antezza ORA NON PIÙ ESIGENZA SOMMERSA sono Antonietta De Fina e Giuseppe Fagnano A CHI SI RIVOLGE L’INTERVENTO Persone e comunità colpite da disastri calamità naturali e incidenti critici anche quelli di media e di piccola entità Ecco come funziona Risposte equilibrate In caso di catastrofi i volontari pianificano e realizzano interventi rivolti alle vittime dirette e indirette, ai soccorritori, alla comunità colpita e alle organizzazioni impegnate nell'organizzazione e nella gestione della risposta all'evento. Scopo primario riportare equilibrio nella comunità colpita. Si mira, in particolare, a ristabilire il funzionamento psicologico e sociale delle persone e delle comunità e a limitare il verificarsi di problemi e difficoltà psicologiche. Il lavoro si svolge con obiettivi, modalità e strumenti diversi a seconda della quantità di tempo trascorso dall'evento, dal luogo d’intervento e dall'identità e le caratterisiche dei destinatari. Con le persone direttamente colpite, gli psicologi cercano innanzitutto di proteggere da ulteriori traumi, riorientare le persone confuse, aiutare a ritrovare i propri cari o l'assistenza di prima necessità. Soddisfatte le esigenze primarie, si aiutano le vittime a capire quello che è successo, mettere a fuoco le cause, prepararsi a reagire alle conseguenze prevedibili, riprendere o riorganizzare la quotidianità e altro ancora. le altre notizie NUOVO ANNO SOCIALE Lions, tre giorni e tre regioni nei rioni Sassi VOLONTARI Dopo un evento traumatico decisiva diventa l'organizzazione e la gestione della risposta all'evento Mai più soli nella tragedia con quattro psicologi volontari «Dopo i morti di vicolo Piave non si poteva rimanere impassibili» l La paura palpabile tra le macerie ancora fumanti, lo strazio incontenibile dei parenti, il dolore e il lutto di un’intera città. La mattina dello scorso 11 gennaio, il giorno del crollo della palazzina in vicolo Piave, che ha causato la morte di due persone, difficilmente verrà cancellata. I segni, non solo quelli materiali, rimarranno a lungo impressi nella memoria collettiva della comunità. E non può essere diversamente, no, non potrà dimenticare nulla o quasi chi quella tragedia l’ha vissuta in una strada dove ha perso tutto, affetti e casa. A valle di questo tragico evento quattro medici hanno deciso di dare vita anche nel territorio materano a una sezione dell’Associazione di volontariato Psicologi per i Popoli. Si tratta di Isidoro Gollo, Antonietta De Fina, Luciano Antezza e Giuseppe Fagnano. Iniziano in quattro contando sull’effetto emulazione e, al momento, sperando che il discorso maturi ancora, ESPERTI DELLA MATERIA In caso di catastrofi i volontari pianificano e realizzano interventi rivolti alle vittime dirette e indirette mettono a disposizione una sede a Montesacaglioso, al civico 70 di via delle Serre, e due numeri di telefono, 3280670399 e 0835 207872. È il primo passo di un cammino che parte da una consapevolezza di fondo, «sempre più spesso - spiega Gollo - persone e comunità del nostro territorio vengono colpite da disastri, calamità naturali e incidenti critici di media e piccola entità. Non solo alluvioni, terremoti, crolli di abitazioni, ma anche incidenti stradali, aggressioni, intimidazioni. Avvenimenti che, per loro caratteristiche, attivano reazioni di stress ed espongono al rischio di disturbi post-traumatici, anche persistenti. Non bisogna sottovalutare le conseguenze del vissuto di pericolo e la paura di morire che può colpire tutti, adulti e bambini coinvolti direttamente o indirettamente». La dimensione di riferimento è dunque quella psicologica e relazionale delle situazioni di crisi, sia riferita ai processi di protezione dalle minacce, sia a quelli di riparazione dei danni. Diventa decisivo attuare interventi psicologici precoci ed efficaci. I quattro volontari sono esperti nel campo dell’emergenza sanitaria e dell’assistenza psicosociale in situazioni di calamità, disastri, incidenti provocati da cause naturali o dalle mani dell’uomo. Nello specifico, l’associazione opererà con due obiettivi. Il primo consiste nel costruire una cultura della sicurezza, della protezione civile e della prevenzione dagli effetti dello stress traumatico sulla salute delle persone e della collettività. Il secondo punta a offrire supporto psicologico specialistico alle vittime dirette, ai loro familiari e amici, ai soccorritori e alle comunità coinvolte. Intanto, partirà un sito internet dedicato e l’associazione diventerà operativa con tutte le altre forze istituzionali e di volontariato operative nei settori dell’emer[p.d.] genza e della Protezione civile. n Incontro programmatico dell’anno sociale 2014-2015, oggi domani e dopodomani a Matera, del Lions Club International Distretto 108 Ya di Basilicata, Calabria e Campania. «Libertà, armonia, equilibrio, lavoro» i temi che caratterizzano le attività presiedute dal Governatore, la materana Liliana Caruso, a partire da stamane, alle 9, fino alle 18,30 quando, in piazza San Francesco d’Assisi, si svolgerà la cerimonia d’inaugurazione con la sfilata delle bandiere, i saluti dei presidenti Lions Club Matera, delle autorità e del presidente di circoscrizione. L’intervento del Governatore precederà la cerimonia di chiusura del Campo Vesuvio. I lavori riprenderanno domani mattina alle 9,30 all’Auditorium di piazza del Sedile, dove continueranno anche nel pomeriggio, e si concluderanno domenica all’Hotel San Domenico. POSTE ITALIANE Ora è più facile pagare con le carte di credito n Poste Italiane amplia la gamma di carte di credito e di debito accettate dagli uffici postali per effettuare pagamenti allo sportello. Negli uffici postali Matera città (via Passarelli), Matera 1 (via Liguria), Matera 3 (via Eustachio Paradiso) e Matera 4 (via Mattei) e in altri 19 uffici della provincia è a disposizione la nuova piattaforma di pagamento che, collegata al circuito nazionale Pago Bancomat e con i circuiti internazionali Mastercard e Visa, al pari di quanto già avviene negli esercizi commerciali, consente l’utilizzo delle principali carte. In particolar modo, sarà possibile utilizzare le carte di credito Visa e Mastercard, e le carte di debito e prepagate dei circuiti Pagobancomat, Vpay, Mastercard, Maestro, Visa, Visa Electron dotate di chip o di banda magnetica. Saranno inoltre accettate anche le carte dotate di tecnologia contactless ed il pagamento tramite smartphone abilitati alla tecnologia Nfc che consentono di effettuare la transazione avvicinando la carta o il cellulare al Pos. COMUNE OPERE TRA LE VIE LIVATINO E FALCONE E NELLE ZONE DI CEDIMENTO DELL’ARTERIA CHE SI COLLEGA ALLA STATALE 7 Avviati i cantieri al rione Arco e sulla strada «Aia del cavallo» l Comune, opere pubbliche. Avviati due cantieri. Il primo. Sono iniziati i lavori per il completamento delle opere di urbanizzazione primaria al Peep “Arco”IV Stralcio per un investimento complessivo di 395 mila euro. Lo rende noto l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Nicola Trombetta. Più precisamente è prevista la realizzazione della sede stradale prospiciente gli alloggi Ater lungo via Livatino e la parte di ingresso su via Falcone a valle con relativi marciapiedi su ambo i lati, nonché la realizzazione di tre ampie zone di parcheggio su via Livatino. E’ prevista anche la pavimentazione bituminosa del parcheggio terminale di via Falcone. Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione di muri di contenimento in cemento armato lungo la sede stradale sia per contenere il terrapieno presente su via Livatino sia per contenere le parti di carreggiata risultanti più elevate rispetto ai piani stradali limitrofi. Infine è prevista la realizzazione dei marciapiedi lungo le strade interne alla lottizzazione. Per tutte le altre opere non realizzate col presente progetto esecutivo, si provvederà con successivo stralcio fermo restando la disponibilità finanziaria dell’Ente. Per l’esecuzione della totalità dei lavori sono necessari novanta giorni naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna. «Con l’intervento nel quartiere Arco - afferma Trombetta - abbiamo dato un chiaro segnale di attenzione verso un quartiere periferico della città dove, nonostante la lottizzazione sia stata completata da poco tempo, i primi residenti attendevano da anni il completamento delle urbanizza- zioni. Ora si tratta di completare il piano e l'amministrazione si impegna entro il prossimo anno a realizzarlo». È stato avviato, inoltre, il cantiere per la risistemazione della viabilità dell’Aia del cavallo, il tratto di strada che porta dalla Statale 7 a Matera centro in prossimità della caserma del comando provinciale dei Vigili del fuoco. L’investimento complessivo è di circa 40 mila euro e il tempo previsto per il completamento dei lavori è di 30 giorni a partire dalla data di apertura del cantiere. Sarà garantita la percorribilità strada- ZONA ARCO Come si presenta la viabiltà oggi le senza creare alcuna forma di difficoltà agli automobilisti. La somma messa disposizione dall’ente locale, in questo caso, non sembra tale da poter incidere a livello strutturale sulla sagoma della carreggiata. A d ogni modo, «si tratta – afferma Trombetta – di un intervento atteso da molto tempo in considerazione dei sem- pre più pesanti cedimenti di questo tratto stradale. Fra l’altro l’Aia del Cavallo è uno dei principali accessi alla città e arteria di collegamento con il borgo La Martella e la sua zona industriale. Pertanto era necessario porre la massima attenzione per rendere più sicura la strada e per assicurare una migliore percorribilità». RASSEGNASTAMPA XIV I LETTERE E COMMENTI Venerdì 18 luglio 2014 FELICE SANTARCANGELO * CENTRO STUDI THALIA Pittella, social e comitatini Lo stato del turismo nel tempo della crisi Successo agriturismi A pprendiamo dalla stampa che anche Pittella dopo qualche altro parlamentare e politico dai toni solidal-moralisti, usa il social n. per solidarizzare con i comitatiti contro i commenti di Renzi sul corriere della sera, dove il premier si vergogna di andare in Europa a parlare di energia per colpa dei “comitatini”che bloccano le estrazioni in Basilicata. Entrambi purtroppo dimenticano che la politica non si fa con le frasi fatte sui social network. La comunicazione potrebbe cambiare il modo di pensare delle persone momentaneamente, ma non cambia purtroppo l’economia, l’ambiente e lo stato di salute degli abitanti della Basilicata. Lor signori non dimentichino che sono i rappresentanti istituzionali della Basilicata ( pagati dalla collettività) per fare leggi a favore e tutela della comunità e a difenderla da eventuali sfruttamenti non graditi. Pur sempre apprezzando la solidarietà riteniamo opportuno un impegno nelle sedi opportune per fermare i disegni di sfruttamento ambientale, sociale ed economico della Basilicata e del Mar Jonio. Se Renzi vuole sfruttare le risorse di terra e mare della Basilicata, dopo quanto accaduto in questa regione in termini ambientali ed economici, loro hanno il dovere-po- REGIONE Marcello Pittella [foto Tony Vece] tere di fermarlo .Quale migliore occasione ha Pittella con il prossimo incontro con il ministro Guidi nel c.m. per ribadire un NO secco alle politiche di sfruttamento minerario del territorio lucano e del mar Jonio ? Se Pittella ancora non ha capito i numeri che sono a favore delle popolazioni e non delle lobby petrolifere siamo pronti a spiegarglieli cosi come vorremmo fare con Renzi e con tutti i quei politici che trattano la questione marginalmente e senza cognizione economica-scientifica pro popolazioni. E' facile solidarizzare e fare promesse sui social n., ma dove sono le leggi e i piani di tutela delle acque dalle estrazioni pe- trolifere? Dove sono le leggi che abbassano i limiti delle emissioni degli inquinanti ? Quelle che impongono leggi severe sul trattamento dei rifiuti? Dove sono gli studi scientifici imparziali come prevede il principio di precauzione? Dove’ la massima partecipazione territoriale alle scelte del territorio come prevedono le convenzioni internazionali del diritto? Dov’è la tutela delle attività economiche territoriali dal rischio inquinamento –estrazioni petrolifere? Dov’è lo stop in parlamento alla riforma del titolo V della Costituzione in tema di esproprio poteri alle regioni in tema di energia e ai comuni in tema di ordinamenti ? Dov’e l’opposizione e la mozione del consiglio regionale di Basilicata contro la riforma del titolo V della costituzione come hanno fatto altre regioni come la Sardegna? Da dove provengono gli idrocarburi e i metalli presenti nel Pertusillo e nel Basento? Quando le commissioni parlamentari si interesseranno per bonificare il Pertusillo e il Basento e stabilire per legge che è l’acqua la vera riserva strategica nazionale e non il petrolio? Possiamo continuare in un lungo elenco e darvi pure una mano a risolvere queste gravi situazioni , ma per favore non perdete tempo sul social. [* NoScorie Trisaia] IGNAZIO MESSINA * Tagliare uffici Regioni all’estero P er tagliare sulle spese non serve andare molto lontano monitoraggio chiaro su costi e numeri effettivi e procedere alla ma cominciare a fare pulizia a casa propria. Non è verifica della reale utilità degli uffici. Se non servono e costano ancora chiaro quanti siano gli uffici delle regioni sparsi soltanto, si diano profonde sforbiciate. Ad esempio, l’Antenna nel mondo ma sappiamo che della Regione Basilicata a Bruxelles, istisono uno spreco, oltre 120 per la Fartuita nell'ambito dello SPRINT, Sportello nesina. È assurdo che mentre si cerchi di regionale per l'internazionalizzazione tagliare per recuperare risorse da una delle imprese. L'Antenna della Regione parte e spesso a danno dei cittadini, che si Basilicata nella capitale belga ègestita ritrovano senza soldi, senza servizi e daSviluppo Basilicata SPAsocietà finansenza lavoro, si lascino in vita uffici che ziaria in house alla Regione Basilicata, non si capisce neppure che ruolo abbiano, che opera con fondi regionali-comunitari salvo mantenere costi, privilegi e pola sostegno dello sviluppo, della ricerca e trone. delle competitività del territorio dellaBaChiediamo al Commissario per la silicata. È il caso di verificarne effiSpending Review Cottarelli di intervecienza, produttiva e naturalmente costi nire con controlli mirati ed evitare il ITALIA DEI VALORI Ignazio Messina mentre si rafforza l’idea che le sedi di proliferare di strutture che impegnano in rappresentanza delle Regioni a Roma maniera onerosa lo Stato. Dalla Calabria alla Basilicata, dal abbiano uffici e personale in comune proprio per tagliare Piemonte a Roma, le sedi non si contano più e spesso rivelano sprechi. [* Segretario nazionale Italia dei Valori] una vera e propria giungla di spese incontrollate. Serve un UIL Dolore e ammortizzatori sociali L a Basilicata occupa la quinta posizione nella graduatoria dell’indice della “sofferenza occupazionale” con una perdita di posti di lavoro tra il 2008 e il 2013 pari a meno 13,6%. Sono dati del Rapporto curato dal Servizio Politiche Territoriali e del Lavoro della UIL denominato “NO PIL? NO JOB”, che mostra come e con quale intensità la crisi abbia creato un “cratere” nel nostro tessuto sociale e produttivo, mettendo a confronto i dati del 2008 e del 2013 relativi al mercato del lavoro, agli ammortizzatori sociali e al reddito dei lavoratori dipendenti e assimilati. Nello specifico – precisa la UIL – l’indice della “sofferenza occupazionale” è stato misurato analizzando il tasso percentuale di 3 indicatori (a loro volta articolati in 9 parametri): mercato del lavoro (6 parametri: tasso occupazione, tasso disoccupazione, tasso disoccupazione 15-29 anni, tasso ricerca lavoro, tasso inattività, tasso di flessibilità); ammortizzatori sociali (2 parametri: rapporto lavoratori in CIG su totale lavoratori dipendente, rapporto domande di Aspi su totale lavoratori dipendenti) e reddito medio dichiarato dal lavoro dipendente e assimilato (1 parametro: media dei redditi dichiarati). Ognuno di questi indici è stato calcolato rapportandolo alla media nazionale riparametrata su “base 100”. Il punteggio attribuito alla Basilicata è di 127,8 (guida la classifica la Calabria con 135,7). Per gli ammortizzatori (rapporto di ore di cassa integrazione e di domande ASPI sul totale dell’occupazione dipendente), sono 12 le Regioni con indici di disagio al di sopra della media nazionale: esclusa la Calabria con un indice al di sotto della media, troviamo le altre 7 Regioni del Sud a cui si aggiungono le Marche, le Province Autonome di Trento e Bolzano, la Val d’Aosta ed il Piemonte. Capofila in questo indice è la Basilicata seguita dall’Abruzzo e dal Molise. Inoltre, per l’indice di sofferenza reddituale, alle Regioni del Mezzogiorno che occupano le prime 8 posizioni in classifica, si aggiungono le province Autonome di Trento e Bolzano, l’Umbria, le Marche, la Toscana che presentano tutte un indice di disagio al di sopra della media nazionale. Guida questa triste classifica la Calabria, seguita dalla Puglia e Basilicata. Tra gli altri dati più significativi del Rapporto: 1 persona su 3 in età lavorativa, nel 2013, ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale. Nel solo 2013, 4,2 milioni di persone hanno vissuto l’esperienza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, mobilità, ASPI e mini ASPI), con un aumento del 57% rispetto al 2008 (1,5 milioni di persone in più); 3,1 milioni di persone sono alla ricerca attiva di un posto di lavoro, in aumento dell’83,8% rispetto al 2008 (1,4 milioni di persone in più); 1,8 milioni sono le persone che, rassegnate, un lavoro neanche lo cercano. È aumentato, inoltre, il ricorso al part-time involontario (70,1% in più), con circa 500 mila persone coinvolte; 2,2 milioni di persone hanno un lavoro a termine; infine oltre 1 milione di persone ha un contratto di lavoro non subordinato (collaborazioni, buoni lavoro, tirocini), ma che in realtà nasconde rapporti di lavoro dipendente. A questi andrebbero aggiunti ulteriori 400 mila persone che, pur lavorando con partita IVA, svolgono di fatto lavoro subordinato. Nell’insieme di questi 6 anni di crisi, è sparito 1 milione di posti di lavoro, di cui più della metà riguarda l’occupazione dipendente; il tasso di disoccupazione passa dal 6,7% del 2008 al 12,2% nel 2013, quello giovanile dal 21,3% del 2008 al 40% nel 2013 (quasi raddoppiato). La sofferenza, tuttavia, non si misura soltanto con la quantità ma, anche, con la qualità del lavoro e delle retribuzioni. Anche il reddito medio da lavoro dipendente e assimilato segna il passo in questo periodo, ed è un ulteriore parametro indicativo dello stato di salute del nostro sistema produttivo. Si è passati dagli oltre 21,1 milioni di contribuenti del 2008 ai 20,8 milioni del 2013; il reddito medio imponibile è passato dai 19.640 euro del 2008 ai 20.282 euro del 2013, crescendo molto al di sotto dell’indice dei prezzi al consumo. Questi dati - afferma Guglielmo Loy, segretario generale UIL che ha coordinato il Rapporto - confermano la necessità vitale del saper costruire sistemi di promozione al lavoro aderente a ciò che esprime il mercato del lavoro locale. La UIL crede fortemente che un “buon cambiamento” non possa prescindere da due fattori fondamentali: il lavoro e l’inclusione sociale. Lavoro per il maggior numero di persone, lavoro di qualità e che garantisca certezza di reddito e inclusione sociale, come condizione per evitare che il cambiamento “lasci per strada” i più deboli. S e le previsioni dell'Osservatorio turistico della montagna sono all’insegna di un'altra estate difficile per il turismo in montagna, che soffre soprattutto un calo delle presenze italiane (in flessione tra i 7 e i 10 punti percentuali) a causa della crisi, anche in Basilicata dove comunque il turismo estivo in montagna rappresenta da sempre un target limitato, gli effetti si faranno risentire. E’ l’analisi fatta dal Centro Studi Turistici Thalia in riferimento allo studio elaborato da Trademark Italia che contiene la contrazione di giro d'affari e purtroppo posti di lavoro. Non si sottovaluti, piuttosto, cosa rappresenta nel Paese la vacanza alternativa al mare. Secondo l'Osservatorio turistico della montagna gli arrivi complessivi (alberghiero ed extralberghiero) si attesteranno sui 3,7 milioni con 2,8 milioni di italiani e 900 mila stranieri. Le presenze complessive saranno di 17,5 milioni (alberghiero ed extralberghiero) di cui 13 milioni di italiani e 4,5 milioni di stranieri. Il fatturato diretto sarà di 1,70 miliardi di euro e il giro d'affari complessivo si aggirerà sui 2 miliardi. Da noi in Basilicata il turismo montano coincide con quello dei Parchi Nazionali e regionali e con l’agriturismo “ad alta quota”. Nello specifico del turismo montano-rurale, per zona altimetrica, le aziende agrituristiche lucane si trovano per il 52,4% in montagna, per il 25,5% in collina e per il 22,1% in pianura e sono pertanto l’unico segmento valido del mercato turistico montano. Quanto alle attività proposte agli ospiti, in 31 aziende agrituristiche è possibile praticare l’equitazione, 36 la montain bike; 59 propongono itinerari di escursionismo, 45 di trekking e 12 osservazioni naturalistiche. Una trentina sono anche fattorie didattiche e in una decina si svolgono corsi-laboratori di cucina. Dunque sono soprattutto gli agriturismi di montagna a doversi “difendere” in questa stagione estiva dalle previsioni a tinte fosche. Le “ar mi” di difesa sono essenzialmente tre: la buona cucina, le attività innovative da proporre agli ospiti in azienda, l’organizzazione di itinerari escursionistici e di visite al patrimonio culturale, artistico-monumentale e naturalistico dei comprensori più vicini. Tra gli esempi di innovazione, nel Marmo-Melandro, l’Agriturismo Taverna del Pastore di Bella, proseguendo la scelta della partnership di Slow Food – come ha sottolineato Marisa Gabriele, co-titolare insieme al marito Sandro Doino – ripropone antichi menù conta- VACANZE Opzione agriturismi dini tramandati da generazione a generazione rivisitati attraverso i menù della via Herculeia. Un’occasione per rivalutare l’antica cucina povera per richiamare interesse ed attenzione per la salvaguardia e la valorizzazione delle attività contadine, di riavvicinare, persone sensibili e attente alle problematiche culturali e ambientali, al mondo dell’allevamento tradizionale e alla sua ricchezza di valori ed umili sentimenti e di sviluppare la filiera agroalimentare del suino, in un contesto turistico, come viaggio enogastronomico. E poi c’è la proposta originale di un turismo rurale vissuto all’aria aperta attraverso l’area attrezzata riservata ai camper con tutti gli organi sensoriali: oltre al gusto e all’olfatto della cucina povera, alla vista di prodotti, produzioni e oggetti della vita contadina, c’è la percezione di un “altro” mondo. Inoltre un’impresa agrituristica con gli occhi di donna sa sempre diversificare la propria offerta. Non solo cibo e pernottamenti, ma proposte di itinerari, escursioni, attività in azienda, lezioni di cucina. L’altro esempio è invece nell’area delle Dolomiti Lucane, l’Agriturismo Molino della Contessa, nato nel 2004 da un antico mulino Baronale del XII restaurato da pochi anni, alle falde della foresta naturalistica del Parco, che continua a scommettere sugli arrivi di turisti appassionati della natura. L’effetto Grancia e quello rappresentato dal Volo dell’Angelo sono richiami per convincere specie gli appassionati del “volo” a non andar via subito dopo l’ebrezza del “volo”. La crisi pesa soprattutto sul numero dei coperti a tavola che – riferiscono gli operatori agrituristici Rosanna e Michele – sono in diminuzione specie nei primi giorni della settimana”. Ma a testimonianza che nell’area delle Dolomiti Lucane c’è gente tenace che non demorde ecco il progetto, a buon punto, di una piscina a fianco l’azienda per offrire un’ulteriore attrazione da aggiungere oltre che alla cucina genuina con i prodotti tutti rigorosamente del posto, agli itinerari alla scoperta del Parco, alle passeggiate, una novità richiesta dagli ospiti amanti delle vacanze in campagna Su ogni offerta il prezzo è l’elemento essenziale: almeno 2 turisti su 3 puntano su un acquisto conveniente e sono alla ricerca del miglior rapporto prezzo-qualità, non di sole ''emozioni''. La rete poi ha accentuato la concorrenza tra gli operatori, che sempre più frequentemente competono sul fronte dei prezzi ma spesso lo fanno tagliando comfort, servizi, garanzie e qualità. La vacanza estiva in montagna o in agriturismo ad alta quota da un triennio almeno è diventata un patchwork di proposte di vacanza attiva e dinamica, molto distante dai tradizionali ace. Cercando di attrarre i più giovani, si investe in nuove attività: cicloturismo, mountain bike, cross country, downhill, rafting, nordic walking, etc. introducendo ritmi, rumori e agonismi incoerenti con la tradizionale vacanza montana di pace e silenzio. RASSEGNASTAMPA corriere.it Lavorano alla manutenzione dei binari: tre operai travolti e uccisi da un treno Impatto tragico con un regionale sulla Gela-Licata, tratta poco utilizzata. Indagato il macchinista CALTANISSETTA - Tragedia nel Nisseno. Tre operai di Rfi - gruppo Ferrovie dello Stato -sono stati travolti e uccisi da un treno regionale mentre lavoravano ai binari della ferrovia Gela-Licata vicino Butera (Caltanissetta). Sul posto ci sono i carabinieri di Gela. I tre si occupavano di manutenzione dei binari in un tratto della ferrovia che è poco utilizzata. Sul treno c’erano due passeggeri che non sono feriti. LE VITTIME - Le vittime sono Vincenzo Riccobono, 54 anni, di Agrigento, Antonio La Porta, 55 anni, di Porto Empedocle (Agrigento), Luigi Gazziano, 57 anni, di Aragona (Agrigento). INDAGATO IL MACCHINISTA - La procura di Gela ha aperto un fascicolo d’inchiesta che ipotizza l’omicidio colposo plurimo. Indagato sarebbe il macchinista della carrozza automotrice - un unico vagone - che dopo una curva sulla linea ferrata Caltanissetta- Gela, tra Gela e Licata a poche centinaia di metri dalla zona industriale di Butera, ha investito i tre operai che stavano controllando lo scartamento delle rotaie del binario. La procura ha fatto sequestrare la scatola nera del treno che sarà portato a Caltanissetta. La polizia ferroviaria di Caltagirone ha effettuato i rilievi tecnici. Sembra che non vi fossero segnali per indicare la presenza degli operai. CORDOGLIO DI FS E MINISTRO - Rfi spiega in una nota che l’incidente è avvenuto alle 17.55 quando il «treno regionale 12852 Gela-Caltanissetta ha investito mortalmente tre operai della nostra società (che cura l’infrastruttura del gruppo FS, ndr)». La direzione di Ferrovie dello Stato ha espresso ai familiari dei colleghi deceduti «il più sentito cordoglio per il grave lutto». Anche il ministro ai Trasporti Maurizio Lupi ha diramato una nota sull’accaduto: «Ricevo in questo istante la notizia di un incidente sulla linea ferroviaria nei pressi di Gela. Alle famiglie dei tre operai voglio far arrivare le mie condoglianze e la mia partecipazione al loro indicibile dolore. Piangiamo ancora una volta per delle morti assurde. Non si può perdere la vita così mentre si sta compiendo il proprio lavoro. Il senso di pietà - continua il ministro - non può fare a meno che ci si chieda e si chiarisca nel più breve tempo possibile che cosa è successo, e quali siano le responsabilità di questo ennesimo incidente mortale sul lavoro. Ho chiesto alla dirigenza di Ferrovie dello Stato di farmi immediatamente una relazione sull’accaduto». 17 luglio 2014
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