TRIBUNALE DI FIRENZE Concordato preventivo Dario Moranduzzo

TRIBUNALE DI FIRENZE
Concordato preventivo Dario Moranduzzo Srl in liquidazione
C.P. n. 70/2012
Giudice Delegato Dott.ssa Isabella Mariani
Commissario Giudiziale Dott. Gino Mazzi
Liquidatore Giudiziale Dott. Francesco Milani
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Relazione di stima del ramo di azienda di proprietà di Dario Moranduzzo Srl
in liquidazione organizzato per l’esercizio dell’attività di produzione e
commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed ornamenti
natalizi ed articoli da regalo e da arredo
***
Il sottoscritto Dott. Francesco Milani, Liquidatore giudiziale della
procedura in epigrafe,
premesso
- che tra i beni facenti parte dell’attivo della società Dario Moranduzzo Srl in
liquidazione, ceduti ai creditori del concordato preventivo, è individuabile un
compendio organizzato costituente un ramo di azienda per l’esercizio dell’attività
di produzione e commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed
ornamenti natalizi ed articoli da regalo e da arredo;
- che in data 08.05.2013 la società concordataria ha stipulato con Argenplast Srl,
meglio di seguito individuata, un contratto di affitto di un ramo di azienda per
l’esercizio della suddetta attività, con scadenza 31.12.2014, allo stato in essere;
- che, nell’ambito della liquidazione concordataria, lo scrivente ritiene necessario
individuare un nuovo ramo di azienda non esattamente coincidente con quello
concesso in affitto, da definire secondo un criterio di stretta funzionalità dei beni
per l’esercizio della suindicata attività, anche alla luce delle risultanze
dell’inventario della procedura, allo stato in corso di ultimazione;
- che le differenze tra il ramo di azienda in affitto e quello da individuare per la
vendita sono ascrivibili al fatto che, nel primo, non sono stati inclusi taluni beni
necessari all’esercizio dell’attività, mentre invece ne sono stati compresi altri non
funzionali, ovvero strutturalmente connessi all’immobile e quindi non separabili
dallo stesso, ovvero non rinvenuti nelle operazioni di inventario;
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- che lo scrivente ritiene necessario esperire la vendita del ramo di azienda
opportunamente ri-perimetrato secondo il citato criterio di stretta funzionalità per
l’esercizio dell’attività, dotato quindi degli elementi necessari alla continuazione
dell’impresa, per la migliore collocazione sul mercato;
- che la vendita dell’azienda è preferibile rispetto alla liquidazione disgiunta dei
beni per il migliore realizzo nell’interesse dei creditori concorsuali, atteso che
permette di preservarne quei valori impliciti, individuati nel prosieguo, che
diversamente verrebbero dispersi;
- che si rende indispensabile valutare il suddetto complesso aziendale, che non è
stato oggetto di perizia nella fase di omologazione;
- che lo scrivente ha ricevuto indicazioni dall’Ill.mo G.D. di procedere
direttamente alla valutazione;
presenta
la seguente relazione di stima del ramo di azienda di proprietà di Dario
Moranduzzo Srl in liquidazione e concordato preventivo, organizzato per l’attività
di produzione e commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed
ornamenti natalizi ed articoli da regalo e da arredo, con riferimento alla data del
31.12.2013, predisposta per addivenire alla determinazione del più congruo valore
economico per la vendita nell’ambito della liquidazione concordataria, da attuarsi
con le modalità competitive di cui all’art. 107 L.F. previste dal decreto di
omologazione.
1) INDIVIDUAZIONE E SITUAZIONE ATTUALE DEL RAMO DI
AZIENDA
L’oggetto della presente valutazione è identificato dal ramo di azienda
organizzato per l’attività sopra descritta, costituito dai beni strumentali necessari
al ciclo produttivo, da elementi immateriali e da contratti di lavoro subordinato di
manodopera specializzata.
Non costituiscono oggetto di valutazione i crediti e i debiti della società
concordataria, fatti salvi i debiti riferiti ai suddetti contratti di lavoro, che
rimangono rispettivamente in favore e a carico della liquidazione del concordato
preventivo, così come gli altri beni dell’attivo concordatario (cespiti e rimanenze
di magazzino) non compresi nella presente perizia.
Si precisa inoltre che i termini “azienda” e “ramo di azienda” verranno utilizzati
indistintamente nella presente relazione.
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1.1) Soggetto proprietario
Il ramo di azienda di cui trattasi è di proprietà di Dario Moranduzzo Srl in
liquidazione, con sede legale in Scandicci (FI), Via Pisana n. 463, codice fiscale,
partita Iva e n. iscrizione al Registro delle Imprese di Firenze 01496710482. La
società è attualmente assoggettata a una procedura di concordato preventivo,
omologato con decreto del Tribunale di Firenze del 25.09.2013, depositato in data
09.10.2013 (rep. 401/2013).
1.2) Oggetto dell’attività, ciclo produttivo e mercato di riferimento
Il
core
business
aziendale
consiste
nella
produzione
e
commercializzazione di una vasta gamma di articoli per l’addobbo natalizio (in
particolare presepe, alberi artificiali e ghirlande ornamentali). A seguito
dell’apertura della procedura concorsuale in continuità della società proprietaria,
l’azienda ha subito un sensibile ridimensionamento strutturale, con particolare
riguardo alla forza lavoro impiegata e di conseguenza della capacità produttiva
attuale; tramite la prosecuzione dell’impresa in capo all’affittuaria (par. 1.3), sono
stati preservati le competenze tecniche e i rapporti commerciali consolidati in un
lungo periodo di attività della precedente gestione da parte della società
concordataria, che per quasi settanta anni ha operato esclusivamente nel mercato
dell’addobbo natalizio.
Ancora oggi, stante la prosecuzione dell’impresa da parte dell’affittuaria,
l’azienda continua a costituire uno dei punti di riferimento a livello nazionale del
proprio settore per articoli di alta qualità, mantenendo quei punti di forza
(derivanti da elementi immateriali impliciti di seguito individuati), che hanno
consentito alla società concordataria di contrastare per molti anni la concorrenza
orientale, basata soprattutto sul prezzo. Tali punti di forza sono identificabili in:
a) una struttura produttiva propria che, seppure ridimensionata rispetto al
passato sia per capacità produttiva sia per gamma degli articoli prodotti, consente
all’impresa che la gestisce di essere identificata sul mercato come “produttore” e
non come semplice “importatore”. Si tratta di una struttura con un elevato know
how di prodotto e di processo, maturato in decenni di attività esclusiva nel settore,
che è in grado di realizzare articoli di elevata qualità, soprattutto nel comparto del
presepe;
b) un assortimento completo di articoli non paragonabile per gamma e
modelli a quello di alcun concorrente, che permette alla clientela di acquistare da
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un solo referente l’intera fornitura per l’addobbo natalizio.
La clientela storica dell’azienda è costituita da rivenditori di medio-grandi
dimensioni facenti parte della G.D.O. (dagli anni Novanta sono stati tenuti
rapporti con i maggiori operatori a livello nazionale), e da una numerosa platea di
piccoli e medi dettaglianti dislocati su tutto il territorio nazionale, che si sono
approvvigionati sia direttamente sia per il tramite dei propri gruppi di acquisto.
Il mercato dell’addobbo natalizio è attualmente in una fase di declino, che
risente marcatamente della presente congiuntura economica, trattandosi di articoli
non di prima necessità. E’ ragionevole ritenere che nei prossimi anni la domanda
di mercato si concentrerà verso prodotti di alta qualità, destinatati a un pubblico di
intenditori e collezionisti (soprattutto per gli articoli da presepe), rappresentati da
quella fascia che storicamente costituisce il punto di riferimento della produzione
aziendale.
Il mercato dell’addobbo natalizio ha caratteristiche peculiari per il fatto
che le vendite sono correlate a una festività, e ciò si riflette sui cicli aziendali con
un carattere marcato di stagionalità. Pur con una discreta marginalità, l’attività nel
comparto dell’addobbo natalizio richiede consistenti volumi di operatività e
presenta criticità di gestione in termini di ciclo finanziario, di tempistica delle
consegne e del rischio dell’invenduto.
La marcata stagionalità dell’attività genera un ciclo finanziario squilibrato
della gestione corrente, con un’esposizione per 9-10 mesi dell’esercizio; si
consideri che a fronte di tempi di incasso dei crediti che si attestano in media a 90120 gg dalla fine dell’anno, l’impresa ha dovuto sostenere un ciclo produttivo con
acquisti di materie prime in prevalenza nei mesi di marzo-giugno dell’anno
precedente.
Per la stagionalità della domanda, le vendite sono concentrate in due mesi
all’anno, in cui anche piccoli ritardi di consegna possono costituire motivo di
annullamento degli ordini da parte dei clienti, con l’effetto di non ritirare la merce,
che resta quindi in magazzino fino alla stagione successiva.
La stagionalità della domanda di mercato determina inoltre una forte svalutazione
dei prodotti, che impatta negativamente la marginalità economica dell’azienda,
soprattutto in presenza del diritto di reso all’invenduto preteso da molti clienti
(soprattutto G.D.O.); successivamente alle festività natalizie, i clienti tendono
infatti a ridurre i propri magazzini, restituendo i prodotti non venduti, che tornano
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quindi in capo del produttore fino al prossimo anno.
1.3) Situazione attuale
Il ramo di azienda, pur non esattamente coincidente con quello della
presente perizia, è attualmente concesso in affitto a certa Argenplast Srl, con sede
legale in Tavarnelle Val di Pesa (FI), loc. Sambuca, Via L. Da Vinci n. 7, codice
fiscale e n. iscrizione al Registro delle Imprese di Firenze 00562870378, in forza
del citato contratto del 08.05.2013 autenticato dal notaio Cudia di Firenze (rep.
33.692 - racc. 16.558), registrato all’Agenzia delle Entrate di Firenze 2 il
20.05.2013 al n. 3535, serie 1T (all. 1). Tale contratto ha durata fino al
31.12.2014, e non prevede il diritto di recesso anticipato da parte della procedura.
Il canone di affitto è pari a € 4.000,00 mensili oltre Iva, da corrispondersi in via
posticipata entro i primi dieci giorni di ciascun mese successivo, da ridurre ad €
1.500,00 mensili oltre Iva dal momento della riconsegna alla procedura
dell’immobile attualmente occupato dall’azienda (par. 1.4).
L’affittuaria ha preso in consegna il magazzino della società in concordato
sulla base di un contratto estimatorio ai sensi dell’art. 1556 c.c. contenuto nel
suddetto atto, avente durata pari a quello dell’affitto di azienda. Nello stesso atto,
la stessa società ha inoltre formulato una proposta di acquisto del compendio
aziendale per un prezzo di € 350.000,00, da corrispondere mediante imputazione
in conto prezzo dei canoni di affitto pagati, e accollo di passività della società
concordataria verso dipendenti compresi nel ramo di azienda nonché di taluni
agenti di commercio che hanno proseguito il rapporto con l’affittuaria.
L’affitto ha consentito la continuità dell’attività del ramo di azienda anche in
pendenza della liquidazione concordataria. L’azienda ha continuato a ricevere ed
evadere commesse, mantenendo il portafoglio clienti, il funzionamento degli
impianti e l’occupazione di forza lavoro specializzata nel processo produttivo, e
quindi tutti quegli elementi essenziali che permetteranno all’acquirente di
subentrare nella conduzione della stessa in tempi molto rapidi, con evidenti
economie di costi di start-up.
1.4) Ubicazione
Il ramo di azienda è al momento ubicato nei locali facenti parte di un
fabbricato industriale in Scandicci (FI), Via Pisana n. 463, di proprietà della
società concordataria. Tale immobile è concesso in uso all’affittuaria per la durata
del contratto di affitto di azienda, senza alcun corrispettivo in quanto ricompreso
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nel relativo canone, con obbligo di rilascio dietro semplice richiesta della
proprietà con un preavviso di 180 giorni in caso di cessione a terzi dell’immobile.
In seguito alla notizia dell’aggiudicazione dell’immobile nella vendita
competitiva esperita in data 22.01.2014, con comunicazione ricevuta il giorno
11.02.2014, la società affittuaria ha notiziato lo scrivente di trasferire il ramo di
azienda presso lo stabilimento industriale in Tavarnelle Val di Pesa (FI), loc.
Sambuca, Via L. Da Vinci n. 7. Allo stato sono in corso le operazioni di trasloco
presso tale nuova sede.
1.5) Titoli abilitativi all’esercizio dell’attività
Per quanto consta allo scrivente, l’attività dell’azienda non è soggetta ad
autorizzazioni amministrative, fatte salve quelle eventualmente afferenti nello
specifico al soggetto che svolgerà l’impresa, da ottenere a propria cura,
responsabilità e spese. Resta inteso che l’acquirente dovrà verificare, sempre a
propria cura, responsabilità e spese, l’adeguatezza dei luoghi e degli impianti,
nonché la conformità degli stessi alle normative vigenti, prima dell’inizio
dell’attività, con riferimento ai locali in cui l’azienda dovrà essere ubicata,
sopportando ogni onere per le eventuali opere di adeguamento che fossero
richieste dalle competenti Autorità.
1.6) Contratti in essere
Fanno parte del ramo di azienda tredici contratti di lavoro subordinato a
tempo indeterminato con lavoratori (dipendenti in azienda e lavoranti a domicilio)
già in forza di Dario Moranduzzo Srl, e attualmente occupati presso la società
conduttrice dell’azienda, subentrata nei suddetti rapporti, giusto il citato contratto
di affitto.
Tali contratti sono stati stipulati secondo il CCNL Giocattoli Industria, e alla data
della presente perizia risultano tutti in essere. Nell’allegato n. 2 si riepilogano i
nominativi dei dipendenti con indicazione delle loro qualifiche professionali. Si
tratta di manodopera altamente specializzata nel processo produttivo aziendale,
dotata di adeguate capacità tecniche e di esperienza pluriennale (know how
produttivo), che è stata individuata dell’affittuaria per la continuazione
dell’attività del ramo di azienda nell’ambito della maggiore forza lavoro in carico
della società concordataria.
Si fa presente che il ramo di azienda è libero da ogni obbligazione verso i
(trentasei) lavoratori della società concordataria non transitati alle dipendenze
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dell’affittuaria, in forza dell’accordo sindacale del 08.05.2013 esperito nell’ambito
della procedura collettiva ex art. 47 L. n. 428/90 e degli accordi individuali in
sede sindacale redatti anch’essi in pari data ai sensi dell’art. 2113, co. 4, c.c. e
dell’art. 411 c.p.c., successivamente depositati presso la D.T.L. di Firenze in più
volte nei mesi di febbraio e marzo 2014, con cui in via transattiva i lavoratori
hanno rinunciato all’applicazione dell’art. 2112 c.c.
Tali accordi individuali sono stati sottoscritti anche dai tredici dipendenti transitati
in capo all’affittuaria, che hanno mantenuto il trattamento economico e normativo
vigente alla data del trasferimento, rinunciando per le competenze pregresse che
sono state accollate dell’affittuaria alla solidarietà prevista dall’art. 2112 c.c., con
piena liberazione di Dario Moranduzzo Srl.
2) SCELTA DEL METODO DI VALUTAZIONE
Per l’individuazione del congruo valore da attribuire all’azienda oggetto di
stima (valore del capitale economico in ipotesi di cessione), lo scrivente ha
innanzitutto preso in esame gli elementi patrimoniali, che sono costituiti da:
- le immobilizzazioni materiali (beni strumentali) individuate tra quei beni
rinvenuti in sede di inventario che sono funzionalmente necessari per l’esercizio
dell’attività di produzione;
- le immobilizzazioni immateriali, costituite da segni distintivi (marchi
registrati), modelli industriali (modelli ornamentali registrati) e diritti di autore
(diritti di utilizzazione);
- le passività relative ai tredici contratti di lavoro subordinato compresi nel
ramo di azienda (par. 1.6) maturate fino alla data di effetto dell’affitto, che in
forza dei suddetti accordi collettivi e individuali sono state accollate dalla società
conduttrice.
Nell’individuazione dell’azienda, quale compendio organizzato per
continuazione dell’attività già svolta dalla società in concordato, il sottoscritto ha
ravvisato l’esistenza anche di taluni elementi impliciti, che, nonostante la
situazione di crisi irreversibile che ha portato Dario Moranduzzo Srl alla
liquidazione concorsuale, sembrano ancora oggi sussistere con riferimento al
complesso unitario dei beni, anche in considerazione della prosecuzione
dell’attività da parte dell’affittuaria.
Come meglio verrà indicato nel successivo par. 4), si tratta di risorse immateriali
ulteriori rispetto alle suddette immobilizzazioni immateriali, che non sono
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tangibili e non trovano una rappresentazione contabile. Tale risorse immateriali
afferiscono sia all’area commerciale (clientela, reputazione e notorietà
dell’azienda sul mercato) sia a quella produttiva (know how di prodotto e
processo della forza lavoro), e costituiscono parte integrante dell’organizzazione
da trasferire congiuntamente agli altri beni e diritti all’acquirente, che potrà
beneficiarne nell’esercizio della propria attività, in quanto non strettamente riferiti
a una specifica figura imprenditoriale. Si tratta di fattori che hanno un
apprezzabile valore economico, di cui tenere conto nella valutazione aziendale.
Stante quanto sopra, il sottoscritto ritiene che il criterio di valutazione che
meglio consenta di addivenire alla determinazione del capitale economico
dell’azienda in esame sia quello che in letteratura economico-aziendale è
denominato “metodo patrimoniale complesso”. La scelta di tale metodologia
valutativa discende dall’oggetto della presente stima, che porta a preferire
un’impostazione concettuale di tipo patrimoniale rispetto a metodologie
finanziarie e reddituali, atteso che l’azienda di cui trattasi è costituita
essenzialmente da beni (immobilizzazioni materiali e immateriali). Nel caso in
questione lo scrivente ritiene, infatti, che le metodologie di tipo finanziario e
reddituale in uso nella prassi professionale sarebbero poco significative per la
stima delle potenzialità dell’azienda, soprattutto in considerazione della difficoltà
di previsione di grandezze finanziarie ed economiche da estrapolare sulla base di
dati storici riferiti a una società in procedura concorsuale, con una struttura
aziendale inefficiente che è già stata oggetto di ristrutturazione da parte
dell’affittuaria del ramo di azienda. Pertanto ogni analisi avente ad oggetto la
gestione della società in concordato sarebbe allo stato priva di significatività, così
come del resto sarebbero altamente soggettive, fin quasi al limite dell’arbitrarietà,
le valutazioni delle perfomance dell’affittuaria, atteso che la stessa, subentrata
nella gestione del ramo aziendale dal mese di maggio 2013 (e quindi a stagione
produttiva già iniziata), svolge anche altre attività di produzione, con l’effetto di
non potere separare la gestione dell’azienda di cui trattasi per una valutazione
epurata da possibili sinergie (stand alone).
La stima del valore aziendale deve basarsi invece su un criterio che prenda in
considerazione i punti di forza dell’azienda, che, ad avviso dello scrivente,
continuano ad esistere nonostante la procedura concordataria della società che per
quasi settanta anni l’ha gestita, fino a divenire un punto di riferimento del settore
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degli articoli per addobbo natalizio a livello nazionale; da tali potenzialità,
trasferibili con l’azienda e non specificamente collegate a un soggetto economico,
l’acquirente potrà trarre un apprezzabile vantaggio competitivo sul mercato.
Secondo la metodologia individuata, il valore del capitale economico di
un’azienda (W) è determinato quale somma algebrica del patrimonio netto stimato
a valori correnti di realizzo (K) e del valore degli elementi immateriali non
contabilizzati (I). La formula che esprime il suddetto metodo è la seguente [1]:
W
K
I
In sostanza: le risorse tangibili formano il patrimonio fisico dell’azienda, mentre
le risorse intangibili sono finalizzate a fare acquisire all’azienda un vantaggio
competitivo duraturo e stabile sul mercato, senza dover sostenere i costi di avvio
per creare ex novo una struttura similare. Il capitale economico dell’azienda è
quindi costituito dal “patrimonio netto rettificato di secondo livello”, che
rappresenta l’aggregazione, espressa a valori correnti, di tutti gli elementi
materiali e immateriali strutturali per l’esercizio dell’attività in una posizione di
vantaggio competitivo.
Le risorse tangibili vengono valutate sulla base del valore corrente di realizzo in
ipotesi di cessione, facendo emergere le eventuali plusvalenze o minusvalenze
rispetto ai dati di bilancio, che sono iscritti al costo storico di acquisto al netto
degli ammortamenti.
Il valore delle risorse tangibili deve quindi essere integrato con la valutazione
autonoma degli elementi intangibili, che lo scrivente ritiene necessario stimare nel
loro complesso (immobilizzazioni immateriali e risorse immateriali) per evitare il
possibile rischio di sovrapposizioni o duplicazioni, che potrebbero derivare da
distinte valutazioni dei singoli elementi.
Tenuto conto del “criterio della dominanza”, lo scrivente ritiene di attribuire un
maggiore peso agli intangible dell’area commerciale, rispetto a quelli dall’area
produttiva, concentrandosi quindi sulla sola stima dei primi e tralasciando i
secondi, che restano insiti nella forza lavoro da trasferire con il subentro da parte
dell’acquirente nei contratti di lavoro descritti al par. 1.6).
Assunto quindi che gli elementi immateriali da valutare in questa sede sono riferiti
all’area commerciale, lo scrivente ritiene opportuno avvalersi di un criterio di
stima diretta, basato su una percentuale dei ricavi annui previsionali da
attualizzare per un periodo limitato a un tasso di interesse che tenga conto della
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rischiosità dell’impresa anche in considerazione dell’opportunità di rendimento di
investimenti alternativi con similari livelli di rischio. Il criterio ritenuto più
appropriato può essere rappresentato dal cosiddetto “metodo delle royalties”, che
costituisce una metodologia empirica, basata su un approccio sintetico che si
rende necessario in questo caso, stante la non comparabilità dell’azienda oggetto
di valutazione, e la scarsa significatività dei dati consuntivi. Tale metodo è
rappresentato dalla seguente formula [2]:
I
Rnp * r *Vn
dove:
Rnp= ricavi medi prospettici annui;
r= tasso di royalty annuale;
n= periodo di attualizzazione;
Vn= coefficiente di attualizzazione di una rendita unitaria costante posticipata di
n anni al tasso i annuo (tasso di attualizzazione), coefficiente che può essere
espresso algebricamente come segue [3]:
Vn
n
(1 i )
1
n
ovvero
Vn
1 (1 i )
i
n
Nella presente valutazione, l’applicazione della metodologia sopra esposta sarà
ispirata a un generale principio di prudenza, anche in considerazione dell’attuale
situazione di assoggettamento della società proprietaria a una procedura
concorsuale, nonché delle effettive possibilità di collocazione dell’azienda sul
mercato nella contingente situazione di crisi economica.
3) VALUTAZIONE DEGLI ELEMENTI PATRIMONIALI
Lo scrivente passa a illustrare le voci che costituiscono gli elementi
patrimoniali
dell’azienda
(immobilizzazioni
materiali,
immobilizzazioni
immateriali e passività afferenti ai contratti di lavoro), provvedendo alla loro
individuazione e valutazione.
Il patrimonio netto a valori correnti (K) risulta dalla somma algebrica delle
valutazioni attribuite a tali elementi.
3.1) Immobilizzazioni materiali
Si tratta del complesso dei beni costituenti novantuno lotti formati in sede
di inventario, rappresentati da attrezzature, macchinari, costruzioni leggere,
automezzi, autovetture e macchine elettroniche, così classificati secondo le
categorie contabili della società. I beni sono stati individuati secondo il criterio di
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stretta funzionalità per l’esercizio dell’attività di produzione più volte richiamato,
e vengono elencati nell’allegato 3, con indicazione dell’appartenenza al contratto
di affitto di ramo di azienda di cui al par. 1.3), per significarne l’attuale
disponibilità da parte della società affittuaria (lettera “a” nella colonna stato).
Tali beni sono stati oggetto di stima da parte del rag. Giovanni Gallo di Firenze,
perito estimatore della procedura, in una prima relazione redatta nella fase
concordataria e depositata in Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Firenze in
data 16.05.2013 (colonna “perizia Gallo” numero), e in una successiva
integrazione richiesta dallo scrivente con riferimento ai cespiti non compresi nella
prima, depositata il 04.02.2014 (colonna “perizia Gallo” numero/S). Si precisa che
trattasi entrambe di relazioni meramente estimative nelle quali non vengono
fornite indicazioni di natura tecnica circa il corretto funzionamento dei beni, né
riguardo alle conformità a normative in materia di sicurezza di cui al D.Lgs. n.
81/08 e successive modificazioni per le attrezzature da lavoro.
I criteri seguiti dal perito estimatore sono in linea con quelli della presente stima,
in quanto volti all’individuazione del più probabile valore di mercato dei beni
nella cessione. Si tratta di valutazioni rese per ciascun lotto nell’ipotesi di vendita
disgiunta e in loco.
Vengono quindi assunte le stime dei beni rese dal perito, che di seguito si
riepilogano per categorie omogenee, intese quale somma dei valori dei singoli
beni che le compongono:
attrezzature
€
93.400,00
macchinari
€
54.540,00
costruzioni leggere
€
7.000,00
automezzi
€
10.500,00
autovetture
€
24.900,00
macchine elettroniche
€
2.600,00
Totale beni materiali
€
192.940,00
Tenuto conto che la cessione dell’azienda presuppone una vendita in blocco dei
suddetti lotti, e considerato che tali beni dovranno essere oggetto di messa in
opera presso altri locali con la predisposizione della relativa impiantistica, lo
scrivente ritiene opportuno effettuare una svalutazione forfettaria nell’ordine del
15%, addivenendo quindi al valore complessivo di € 164.000,00 (arrotondato).
Resta inteso che i beni costituenti il compendio aziendale verranno venduti nello
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stato di fatto in cui si trovano, anche riguardo alle norme in materia di sicurezza
sul lavoro di cui al D.Lgs. n. 81/08 e successive modificazioni, e senza alcuna
garanzia per vizi ex art. 2922 c.c. Per i beni non conformi alle suddette normative,
l’acquirente dovrà fare quanto necessario, a sua cura, responsabilità e spese, per
renderli rispondenti alle stesse prima del loro utilizzo.
3.2) Immobilizzazioni immateriali
Trattasi di beni immateriali costituiti da:
- segni distintivi: piena titolarità di due marchi commerciali individuali di
prodotto, registrati per l’utilizzo sul territorio nazionale e USA, e dei relativi
marchi internazionali per l’utilizzo in vari Paesi. Sono costituiti in particolare dal
marchio figurativo con immagine di fantasia di un Babbo Natale, e dal marchio
figurativo
formato
dall’impronta
della
denominazione
“Moranduzzo”
e
dall’immagine di fantasia di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio;
- modelli industriali: piena titolarità di un modello ornamentale con tutela
internazionale in vari Paesi, costituito da sei ghirlande per alberi di natale;
- diritti di utilizzazione economica su opere figurative costituite da svariate
statuette da presepe con tutela in USA.
Tali beni e diritti sono stati riscontrati mediante consultazioni dirette
dell’archivio tenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico - Ufficio Italiano
Brevetti e Marchi per le tutele nazionali, e dalla documentazione messa a
disposizione dal consulente aziendale all’uopo incaricato per quelle internazionali.
Tali beni e diritti sono meglio individuati e descritti nell’allegato 4, anche con
riferimento alle relative classi merceologie e scadenze delle tutele; taluni di essi
(contrassegnati da lettera “a” nella colonna stato) sono oggetto del contratto di
affitto di ramo di azienda di cui al par. 1.3), e sono quindi attualmente nella
disponibilità della società affittuaria.
Tra le immobilizzazioni immateriali è compresa inoltre la titolarità del sito
internet “www.moranduzzo.it”, allo stato gestito dalla società affittuaria in quanto
ricompreso nel citato contratto di affitto di ramo di azienda.
Tenuto conto del criterio di valutazione scelto, lo scrivente ritiene di non
dover attribuire a tali beni e diritti alcun valore, ritenendo, per evitare
duplicazioni, che la loro valorizzazione sia ricompresa nella più ampia
determinazione degli elementi immateriali di cui al cap. 4).
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3.3) Passività
Come precisato al par. 1.6), concorrono a formare il ramo di azienda anche
tredici contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a cui sono
specificamente riferibili passività della società concordataria per TFR e altre
competenze (ferie, ex festività, permessi, e ratei 13-esima e 14-esima), maturate
fino alla data di effetto del noto contratto di affitto di azienda (08.05.2013).
Atteso che in forza dei citati accordi individuali, stipulati in pari data ai sensi
dell’art. 2113, co. 4, c.c. e dell’art. 411 c.p.c., la società affittuaria si è accollata le
competenze pregresse relative ai suddetti contratti di lavoro, e che gli stessi
lavoratori hanno liberato Dario Moranduzzo Srl dall’obbligo di solidarietà di cui
all’art. 2112 c.c., tali debiti sono divenuti obbligazioni dell’affittuaria del ramo di
azienda, fatto salvo il suo diritto di rivalsa nei confronti della società
concordataria, così come tra l’altro previsto anche dall’art. 9.3 del contratto per gli
importi che dovessero essere anticipati in pendenza dell’affitto.
In considerazione di quanto sopra esposto, e tenuto conto altresì che la parte
prevalente del debito (TFR) non risulta allo stato esigibile, stante la continuazione
dei rapporti di lavoro senza soluzione di continuità in capo all’affittuaria, lo
scrivente ritiene che ad oggi tali debiti non abbiano carattere di passività
concorsuali, bensì di passività che gravano sull’azienda. Stante il richiamo operato
dal decreto di omologazione del concordato preventivo all’art. 105 L.F. per le
modalità di realizzo dell’attivo, considerata la natura non concorsuale di tali
passività, lo scrivente ritiene di poter dedurre le stesse dalla valutazione dell’attivo
aziendale, onde addivenire al valore netto di effettivo realizzo del ramo di
azienda, nel pieno rispetto dell’art. 105, co. 9, L.F., giacché trattasi di passività
privilegiate (in parte anche prededucibili per le competenze successive alla
presentazione della domanda di concordato) per le quali il piano concordatario
prevede una soddisfazione integrale, confermata tra l’altro dal Commissario
Giudiziale nella relazione ex art. 172 L.F.
Tanto premesso, lo scrivente ha provveduto a verificare le competenze
spettanti ai tredici lavoratori al 08.05.2013 mediante un riscontro dei documenti
contabili consegnati dal liquidatore e dal consulente del lavoro della società, rag.
Sandro Bargellini di Firenze, che ha attestato gli importi. Il credito dei tredici
dipendenti per le competenze maturate alla data dell’affitto di azienda è risultato
pari complessivamente a € 128.315,91 (all. 2), al lordo del carico fiscale da
14
liquidare al pagamento, di cui quanto a € 76.930,77 per TFR, quanto a €
43.657,17 per Fondo Tesoreria INPS e quanto a € 7.727,97 per altre competenze.
Considerato che il credito del dipendente verso il Fondo Tesoreria non costituisce
una passività aziendale, bensì un debito dell’Istituto Previdenziale, che è tenuto al
pagamento dell’intero importo indipendentemente dagli effettivi versamenti degli
accantonamenti da parte dell’impresa (principio di automaticità delle prestazioni
ex art. 2116 c.c.), e considerato altresì che anche qualora l’ultimo datore di lavoro
dovesse effettuare anticipazioni al lavoratore, avrà un diritto di rivalsa per intero
nei confronti dell’Istituto previdenziale, è evidente che i crediti dei dipendenti
verso il Fondo Tesoreria non possono essere considerati un debito del ramo di
azienda, con l’effetto che il valore degli stessi non può quindi essere detratto.
Le passività che gravano sul ramo di azienda sono quindi costituite dai debiti di
rivalsa per TFR e per le altre competenze, e ammontano complessivamente a €
84.658,74.
Resta inteso che per potere dedurre il valore delle suddette passività dal
prezzo di acquisto del ramo di azienda, è necessario che al momento del
trasferimento debbano verificarsi entrambe le seguenti condizioni:
- accollo di tali debiti da parte dell’acquirente con integrale liberazione
della società affittuaria a cui fanno attualmente carico, in forza dei citati accordi
sindacali individuali;
- liberazione dell’affittuaria da parte dei lavoratori in forza al momento
della cessione di azienda dalla solidarietà delle obbligazioni relative a tali debiti
prevista dall’art. 2112 c.c.
Tali modalità dovranno essere indicate nel bando di vendita, onde evitare
l’esercizio del diritto di rivalsa da parte dell’affittuaria, attualmente unico
debitore.
Resta altresì inteso che l’importo delle passività da dedurre dal valore del
ramo di azienda dovrà essere rideterminato, qualora uno o più dipendenti
dovessero cessare il rapporto di lavoro in pendenza del contratto di affitto, con
l’effetto di far divenire esigibile il loro credito nei confronti dell’affittuaria, che
eserciterebbe il diritto di rivalsa nei confronti della procedura.
***
Il valore patrimoniale del ramo di azienda a valori di presumibile realizzo
(K) viene quindi determinato come segue:
15
immobilizzazioni materiali
€ 164.000,00
immobilizzazioni immateriali
€
passività verso i dipendenti in forza
€ - 84.658,74
Totale patrimonio aziendale (K)
€
0,00
79.341,26
4) VALUTAZIONE DEGLI ELEMENTI IMMATERIALI
I beni immateriali dell’azienda oggetto di valutazione sono costituiti sia
dalle immobilizzazioni immateriali di cui par. 3.2), sia dalle risorse intangibili
afferenti all’area commerciale, riconducibili in particolare alla clientela (liste di
clientela e relazioni di clientela), alla reputazione e notorietà dell’azienda sul
mercato, indicate al cap. 2). La gestione dell’azienda in affitto ha consentito di
evitare interruzioni dell’attività, che prosegue anche in pendenza della procedura
concorsuale, seppur ridimensionata nei volumi produttivi, senza sostanziali effetti
sulla clientela più fidelizzata, mantenendo il valore degli elementi immateriali.
Si tratta infatti di un’azienda che, come meglio descritto nel par. 1.2), da quasi
settanta anni produce e commercializza nel settore dell’addobbo natalizio,
divenendo un punto di riferimento nel mercato italiano per articoli di alta qualità.
L’azienda può vantare un solido bacino di clientela (rivenditori di piccole e medie
dimensioni e G.D.O.), che nel tempo hanno stabilito relazioni di mercato,
portando la società proprietaria a realizzare ricavi medi netti nel periodo 20002010 nell’ordine di 15 milioni di euro all’anno, sebbene con una struttura dotata di
una maggiore capacità produttiva di quella attuale. Anche negli ultimi anni di
attività (2011-2012), nonostante la situazione di forte crisi del settore nell’ambito
della generalizzata congiuntura economica sfavorevole, e le difficoltà della società
proprietaria che scontava inefficienze gestionali per non essersi tempestivamente
ridimensionata alla minore domanda di mercato, l’azienda conseguiva fatturati
annui medi nell’ordine di 6,7 milioni di euro.
Tali elementi immateriali costituiscono un vantaggio competitivo di mercato
immediatamente disponibile per l’acquirente, senza dover sostenere i costi di
avvio di una nuova attività; tale vantaggio è trasferibile con l’azienda,
indipendentemente dalla figura economica del soggetto gestore, poiché basato su
elementi impliciti della stessa. Lo scrivente ritiene che tali risorse debbano essere
oggetto di apprezzamento, a prescindere dai risultati negativi di gestione della
società concordataria, atteso che questi sono ascrivibili prevalentemente a criticità
proprie di quest’ultima. Tali fattori potrebbero essere valorizzati soprattutto
16
qualora l’acquirente riuscisse a ridurre l’effetto della stagionalità della
produzione, ad esempio affiancando produzioni complementari con cicli aziendali
più regolari sotto il profilo produttivo ed economico-finanziario.
Dopo tale precisazione, si procede di seguito nella stima autonoma degli
elementi immateriali nel loro complesso, mediante l’applicazione del “metodo
delle royalties” individuato nel par. 2) in quanto meglio rispondente con la
presente valutazione per le motivazioni esposte, secondo la formula [2]:
I
Rnp * r *Vn
formula che, tenuto conto dell’espressione [3], può essere così sviluppata [4]:
1 (1 i ) n
I ( Rnp * r ) *
i
4.1) Determinazione dei ricavi prospettici e del tasso di royalty
I ricavi prospettici rappresentano i risultati delle vendite che, sulla base
degli elementi della gestione caratteristica e ordinaria, è dato attendersi
dall’azienda nei prossimi anni, senza l’intervento di investimenti per il suo
rilancio.
Per la stima dei ricavi prospettici, il sottoscritto ha preso a riferimento di dati medi
della società concordataria degli ultimi due anni di attività (esercizi 2011 e 2012)
e quelli della società affittuaria del ramo di azienda con riferimento alla frazione
di esercizio 2013, ponderando in favore di questi ultimi (75%), in quanto riferiti a
una struttura corrispondente per capacità produttiva a quella oggetto di
valutazione in una situazione attuale di mercato che risente in modo rilevante
della grave crisi congiunturale.
Tenuto conto che dall’esame dei dati contabili a consuntivo i ricavi della società
proprietaria si sono attestati a € 8.562.759 e a € 4.894.021 rispettivamente per gli
anni 2011 e 2012, e che i ricavi dell’affittuaria per l’anno 2013 sono risultati pari
a circa € 1.580.000,00 (come da dichiarazione resa dal legale rappresentante),
considerato il coefficiente di ponderazione sopra individuato, è possibile
determinare i ricavi medi prospettici annui (Rnp) come segue:
ricavi medi prospettici annui (Rnp) = (€ 6.728.390 * 25%) + (1.580.000 * 75%) =
€ 2.867.098, che si arrotonda a € 2.800.000.
Stante la continuità dell’attività, si ritiene di non dover svalutare tale importo, che
rappresenta l’ammontare dei ricavi annui attesi per i prossimi esercizi in
condizione di normale svolgimento dell’azienda, senza tenere conto dei possibili
17
effetti derivanti da investimenti di mercato (marketing a supporto dei marchi e
forza di vendita). Si tratta in sostanza del valore dei ricavi a regime post crisi,
attesi dalla gestione dell’azienda ristrutturata, che sulla base dei riscontri effettuati
(bilanci di esercizio estrapolati dal Registro Imprese) sono sostanzialmente in
linea con quello medio di imprese concorrenti di dimensioni similari.
Per quanto concerne il tasso di royalty annuale (r), sulla base
dell’orientamento della dottrina e della prassi professionale, il valore è in genere
compreso tra l’1% e il 10% per la maggior parte delle aziende. Tenuto conto del
posizionamento dei prodotti sul mercato, della tendenziale contrazione della
domanda da parte dei consumatori finali soprattutto nell’attuale congiuntura
economica, e della redditività della gestione di imprese concorrenti1, in via
prudenziale si ritiene di poter utilizzare un tasso intorno al 2,5%.
4.2) Orizzonte temporale di attualizzazione e tasso di attualizzazione
Il parametro “n” della formula [2] rappresenta il numero di anni in cui
proiettare i ricavi attesi; in generale, tanto più tale periodo è lungo, tanto più
aumenta il valore dell’azienda, in quanto si presume che il vantaggio competitivo
si realizzi per un arco temporale maggiore.
Nella prassi professionale, l’arco temporale da prendere a riferimento per le
aziende di piccole dimensioni varia, in genere, fra 3 e 7 anni. Lo scrivente, preso
atto delle condizioni dell’azienda oggetto di procedura concorsuale e dell’impatto
della crisi economica generalizzata sulla domanda di mercato, ritiene congruo
utilizzare un periodo di 5 anni (n= 5), nell’ipotesi che, in tale orizzonte temporale,
le condizioni che porteranno al conseguimento dei ricavi stimati resteranno
sostanzialmente invariate in termini di vantaggi competitivi aziendali e di
concorrenza di altre imprese.
Il tasso di attualizzazione indicato nella formula [2] è costituito dal tasso di
rendimento del capitale proprio, che esprime il saggio di redditività normale del
settore in cui opera l’azienda, e quindi la remunerazione che i soggetti conferenti
il capitale proprio si aspettano per aver investito in quel particolare business.
La definizione del tasso suddetto è, in genere, determinata sulla base del costo di
opportunità per l’investitore, inteso come rendimento offerto da impieghi
alternativi, comparabili per dimensioni e profilo di rischio a quello dell’impresa. Il
1
Dall’analisi dei bilanci di esercizio di imprese concorrenti per il biennio 2011-2012 è risultato
che il valore della produzione si attesta mediamente intorno al 5% dell’ammontare dei ricavi netti,
mentre l’utile netto è intorno all’1%.
18
tasso di rendimento del capitale è espresso in funzione del saggio di rendimento di
un’attività priva di rischio (risk free rate) e del profilo di rischio associato
all’investimento (premio per il rischio specifico di mancata remunerazione).
Per la determinazione del tasso di rendimento del capitale proprio, è stato
utilizzato un approccio di tipo finanziario, costruito sulla base di metodi statistici
e matematici largamente utilizzati nella prassi dei mercati finanziari. Tra questi, la
metodologia maggiormente accreditata per il calcolo del rendimento atteso di un
investimento è rappresentata dal modello C.A.P.M. (Capital Asset Pricing Model)
secondo cui il rendimento del capitale proprio può essere inteso come somma di:
i = Rf + *(Rm - Rf)
Il rendimento atteso, secondo tale procedimento, è pari alla somma tra il “risk
free” (Rf), vale a dire il tasso di rendimento di un’attività priva di rischio, e il
caratteristico del settore di appartenenza dell’impresa moltiplicato per un “premio
di rischio” di mercato (Rm – Rf).
Il
rappresenta un indice di sensibilità del rendimento di un titolo al rendimento
del mercato, e costituisce una misura del rischio del mercato di riferimento
dell’impresa, mentre il “premio di rischio del mercato” è pari alla differenza tra il
tasso di rendimento medio offerto da un ampio portafoglio di titoli di rischio
presenti sul mercato azionario (Rm) e il “risk free” (Rf).
Nella fattispecie, è stato assunto come tasso “risk free” il tasso EURIRS (Euro
Interest Rate Swap) a 5 anni (durata del periodo di attualizzazione), che, al
momento della presente valutazione (dicembre 2013), in media si attesta intorno a
1,10%, così come rilevato sulla stampa economica specializzata (fonte: Il Sole 24
Ore).
Premesso che l’applicazione di tale metodologia non è sempre agevole, date le
numerose variabili coinvolte nel calcolo, per l’individuazione del coefficiente
e
del “premio di rischio di mercato” sono stati utilizzati i dati disponibili presso la
New York University – Leonard Stern School of Business elaborati sulle
rilevazioni finanziarie Bloomberg.
Sulla base di tale fonte (dati 2012 ultimo anno disponibile), stante l’attività
dell’azienda, è stato assunto un indice
pari a 2,32 come misura della rischiosità a
livello europeo delle piccole imprese operanti nel settore commerciale in generale,
e un premio di rischio per gli investitori sul mercato azionario italiano (Rm – Rf)
pari a 7,50%.
19
Da ciò discende che il tasso di rendimento prospettico del capitale (i) è pari a
18,50%:
i = 1,10% + (2,32 * 7,50%)
Tenuto conto della breve durata del periodo di proiezione temporale, si è ritenuto
di non dover procedere alla deflazione del suddetto tasso.
4.3) Stima degli elementi immateriali
Sulla base dei dati calcolati nei par. 4.1) e 4.2), è quindi possibile
determinare il valore della royalty annuale, come segue:
Rnp * r 2.800.000,00 * 2,5% 70.000,00
Il valore degli elementi immateriali (I) risulta quindi dall’attualizzazione della
royalty annuale al tasso annuo del 18,50% (tasso di attualizzazione uguale al tasso
del costo del capitale) per 5 anni, da calcolarsi mediante applicazione della
formula [4], ed è pari a:
I
70.000,00 *
1 (1 18,50%)
18,50%
5
216.445,08
che si arrotonda a € 216.000,00.
5) CONCLUSIONI
Sulla base delle considerazioni sopra esposte e dei valori calcolati mediante
applicazione del metodo patrimoniale complesso, assunta la determinazione del
valore patrimoniale (K) in € 79.341,26 al netto delle passività relative ai contratti
di lavoro dipendente meglio specificate nel par. 3.3), e la determinazione degli
elementi immateriali (I) in € 216.000,00, lo scrivente ritiene di poter stimare il
valore (W=K+I) del ramo di azienda per l’esercizio dell’attività di produzione e
commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed ornamenti
natalizi ed articoli da regalo e da arredo, di proprietà di Dario Moranduzzo Srl in
liquidazione e concordato preventivo in € 295.341,26, arrotondato a € 295.000,00
(duecentonovantacinquemila/00).
***
Con la presente relazione lo scrivente ritiene di aver determinato il più
congruo valore economico dell’azienda nell’ipotesi di vendita competitiva ai sensi
dell’art. 107 L.F., come da indicazioni dell’Ill.mo G.D.
Con Osservanza
Dott. Francesco Milani
20
Firenze, 18 marzo 2014
Allegati:
1) copia del contratto di affitto di azienda;
2) elenco dei dipendenti compresi nel ramo di azienda;
3) elenco dei beni strumentali;
4) elenco delle immobilizzazioni immateriali.
N.
Denominazione
Tipologia
Paese
data
Deposito
n. domanda
data
Concessione
n. concessione
Classe
Stato
Scadenza
1
Marchio figurativo costituito dall'immagine di fantasia di
marchio nazionale
un Babbo Natale
Italia
23/03/2011
FI-2011-C-435
29/03/2011
1.439.192
28
2
Marchio figurativo costituito dall'impronta della
denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia marchio nazionale
di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio
Italia
09/07/2004
FI-2004-C-949
09/05/2008
1.111.526
28
a
30.10.2014
3
Marchio figurativo costituito dall'impronta della
denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia marchio nazionale
di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio
USA
10/07/1996
75/138089
26/05/1998
2.159.936
28
a
26/05/2018
4
Marchio figurativo costituito dall'impronta della
denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia marchio nazionale
di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio
USA
25/02/2009
77/678.297
08/06/2010
3.800.572
20 21
02/07/2006
664.684
11 28
5
Marchio figurativo costituito dall'impronta della
denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia
di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio
marchio
internazionale
Austria, Benelux,
Croazia,
Federazione
Russa, Francia,
Germania,
Polonia,
Portogallo,
Repubblica Ceca,
Romania,
Slovacchia,
Slovenia, Spagna,
Svizzera,
Ungheria
13.11.2021
08//06/2020
a
02/07/2016
N.
Denominazione
Tipologia
Paese
data
Deposito
n. domanda
data
Concessione
n. concessione
Classe
Stato
Scadenza
6
Marchio figurativo costituito dall'impronta della
denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia
di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio
marchio
internazionale
estensione
territoriale
Serbia e
Montenegro,
Albania,
Bielorussia,
Bosnia
Erzegovina,
Bulgaria,
Danimarca, Gran
Bretagna,
Lettonia, Lituania,
Moldavia,
Norvegia, Svezia,
Ucraina
7
Modello ornamentale costituito da n. 6 ghirlande per
alberi di natale
modello
ornamentale
internazionale
Benelux,
Svizzera,
Germania,
Francia, Italia
27/06/1996
DM/036773
8
Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n.
diritto di autore
31 statuette da presepe
USA
02/01/1996
VA 725-627/657
50 anni dopo
la morte
dell'autore
9
Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n.
4 statuette da presepe (Maria, Giuseppe, Gesù Bambino,
diritto di autore
Angelo)
USA
24/04/1996
VA781/743-746
50 anni dopo
la morte
dell'autore
50 anni dopo
la morte
dell'autore
50 anni dopo
la morte
dell'autore
Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n.
10 9 statuette da presepe (Re Magi, Maria, Giuseppe,
diritto di autore
Angelo)
USA
13/12/1996
VAu382285/286/288
VAu382913/914/915/916/9
17/918
Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n.
diritto di autore
3 statuette da presepe (Re Magi)
USA
21/03/1997
VAu403111/112/113
11
27/06/2000
664.684
27/06/1996
DM/036773
11 28
02/07/2016
27/06/2016
Descrizione
N.
Categoria
Perizia Gallo
Stato
1
ATTREZZATURA
58
a
MOLA HEBES TIPO SA/3 MATR. 1306
2
ATTREZZATURA
59
a
SEGA A DISCO COMPA 300 ET
3
ATTREZZATURA
61
a
SEGA A NASTRO PEDRAZZOLI BROWN SN 220
4
ATTREZZATURA
62
a
FLESSIBILE A DISCO
5
ATTREZZATURA
66
a
TRAPANO COLONNA DRILL MOD. 22
6
ATTREZZATURA
67
TRAPANO ELETTRICO
7
ATTREZZATURA
70
AGITATORE BARATTOLI PER VERNICIATURA ANIMALI PRESEPE PICCOLO GRACO
8
ATTREZZATURA
90
9
ATTREZZATURA
91
10
ATTREZZATURA
92
a
CASSETTIERA IN FERRO 11 CASSETTI
50,00
11
ATTREZZATURA
93
a
CASSETTIERA IN FERRO 11 CASSETTI
50,00
a
Valore di stima
50,00
50,00
250,00
15,00
120,00
15,00
1.500,00
SCAFFALE ATTREZZATURA CASSETTIERE E VASCHETTE CM 40x200x300
150,00
CARRELLO PORTA UTENSILI VERDE FONTANA CON UTENSILI
130,00
BANCO IN FERRO CON ALZATA PORTA ARNESI DI CIRCA CM 150x65, MORSA ED
ATTREZZATURA VARIA DA LAVORO
12
ATTREZZATURA
94
13
ATTREZZATURA
95
a
BANCO IN FERRO CON MORSA DI CIRCA CM 150x65
14
ATTREZZATURA
96
a
CARRELLO IN METALLO COLORE ROSSO PORTA UTENSILI
15
ATTREZZATURA
97
a
N° 4 TAVOLI DA LAVORO TELAIO METALLO CON PIANO LAMINATO CM180x80
120,00
16
ATTREZZATURA
100
a
CESOIA PNEUMATICA MOD.022
130,00
17
ATTREZZATURA
111
BILANCIA AVERY BERKEL PORTATA KG 200
130,00
18
ATTREZZATURA
112
BILANCIA CONTAPEZZI FULGOR
100,00
19
ATTREZZATURA
113
BILANCIA ELETTRONICA HGS-600 PORTATA GR 600
20
ATTREZZATURA
114
BILANCIA FULGOR CON PIANALE E QUADRANTE A OROLOGIO PORTATA KG 300
200,00
21
ATTREZZATURA
116
BILANCIA DI PRECISIONE ELETTRONICA EUROMEC STRUMENTI
150,00
22
ATTREZZATURA
2/S
23
ATTREZZATURA
31/S
a
a
100,00
50,00
80,00
80,00
STRUTTURA IN FERRO CON MONTANTI PER PESANTE E SOPPALCO DI CA. MQ. 300,00 DI
CALPESTIO COMPOSTO IN PARTE DI PANNELLI A DOGHE IN LAMIERA ZINCATA E PARTE IN
PANNELLI DI LEGNO PRESSATO TRUCIOLARE CON SCALA DI ACCESSO IN FERRO - NON A
NORMA - PRIVO DI DOCUMENTAZIONE PREVISTA DALLE NORME VIGENTI IN MATERIA DI
SICUREZZA.
3.500,00
N° 430 CIRCA STAMPI A SOFFIAGGIO PER VECCHIE PRODUZIONI CON 8 SCAFFALATURE
METALLICHE CON PIANI IN LEGNO VARIE DIMENSIONI - TRATTASI DI VECCHI STAMPI NON
PIU' UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VALORE RECUPERO METALLO USATO
6.000,00
N.
Categoria
Perizia Gallo
Descrizione
Stato
Valore di stima
a
N° 40 CIRCA STAMPI VARIE FORME E DIMENSIONI NON UTILIZZATI PER PRODUZIONE VALORE RECUPERO METALLO USATO
45/S
TRAPANO A BATTERIA AVVITATORE MAKITA 6319D
a
N° 2 REFRIGERATORI: N° 1 MITA; N° 1 PIOVAN MOD. 120-10 MATR. 01198 CON SCAMBIATORE
DI CALORE A PIASTRE R&B
a
N° 45 CESTI GRANDI CARRELLATI E N° 25 CESTI PICCOLI A MANO PER OUTLET
600,00
N° 18 CONTENITORI IMPILABILI GRANDI PER BOBINE
900,00
N° 2 CUCITRICI ELETTRICHE PER GANCI ARIA COMPRESSA ISM
300,00
24
ATTREZZATURA
44/S
25
ATTREZZATURA
26
ATTREZZATURA
55/S
27
ATTREZZATURA
57/S
28
ATTREZZATURA
61/S
SALDATRICE MANUALE A ELETTRODI SENZA MARCA RILEVABILE
29
ATTREZZATURA
72/S
30
ATTREZZATURA
73/S
31
ATTREZZATURA
78/S
INCOLLATRICE ROCAFIX EG 318
N° 180 STAMPI E RELATIVE MATRICI IN GESSO UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VARI
MODELLI, MISURE E TIPOLOGIE
a
500,00
50,00
800,00
50,00
30,00
32
ATTREZZATURA
94/S
a
33
ATTREZZATURA
95/S
a
N° 12 DIME ROTANTI MANUALI PER FRANGE DIVERSE MISURE
34
ATTREZZATURA
100/S
a
N° 15 STAMPI A TRANCIA (FUSTELLE) UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VARI MODELLI,
MISURE E TIPOLOGIE
35
ATTREZZATURA
104/S
a
N° 44 STAMPI IN GHISA CON RELATIVA CASSETTE SERIGRAFICHE E TELAI - UGUALI A
QUELLI RISCONTRATI PRESSO LA SEDE UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VARI
MODELLI, MISURE E TIPOLOGIE - BENI PRESSO MORANDUZZO ROMANIA SRL
60.000,00
400,00
2.250,00
14.500,00
93.400,00
TOTALE ATTREZZATURE
Descrizione
N.
Categoria
Perizia Gallo
Stato
36
MACCHINARI
51
a
PARANCO ELETTRICO A CATENA DEMAG - PORTATA KG 1.000
Valore di stima
350,00
37
MACCHINARI
52
a
TRAPANO FRESA SERRMAC TCS40 TC MATR. 973398 KG 780
250,00
38
MACCHINARI
53
a
IMPIANTO PER PATINATURA COSTR. ARTIGIANALE
400,00
39
MACCHINARI
54
a
GRANULATORE RAPID 30206K MATR. 1003353
40
MACCHINARI
55
a
PRESSA AD INIEZIONE NEGRI & BOSSI MOD.NB 130 MATR. 37-833
2.500,00
41
MACCHINARI
56
a
PRESSA AD INIEZIONE N.7 NEGRI E BOSSI NB 175 ANNO 1982 MATR. 38-213
2.500,00
42
MACCHINARI
57
a
PRESSA STAMPAGGIO A INIEZIONE NEGRI & BOSSI MOD. NB 60 MATR. 40-729
2.500,00
43
MACCHINARI
60
a
IMPIANTO DI SALDATURA 205 TD MIG MAG "CEMONT"
44
MACCHINARI
63
a
TRANCIA SITEA E TAGLIERINA ASSEMBLATA INTERNAMENTE SU PEZZI SANSON
45
MACCHINARI
64
a
TORNIO AKRON 180 EXCELSIOR
300,00
200,00
20,00
200,00
Descrizione
N.
Categoria
Perizia Gallo
Stato
46
MACCHINARI
65
a
FRESATRICE BRIDGEPORT MATR. 2834207784
Valore di stima
47
MACCHINARI
68
a
MACCHINA SERIGRAFICA COSTR. ARTIGIANALE
48
MACCHINARI
69
a
MACCHINA SERIGRAFICA ELETTRONICA 13-97 N 004 COSTR. ARTIGIANALE
49
MACCHINARI
71
a
CABINA DI RITOCCO PER STATUE DA PRESEPE - IMPIANTO PATINATURA - COSTR.
ARTIGIANALE
100,00
50
MACCHINARI
72
a
MACCHINARIO TL-10A CATENA LAV. FILO MATR. 0200003 COSTR. ARTIGIANALE
400,00
51
MACCHINARI
73
a
ROCCATRICE ELETTRICA (AVVOLGITORE GHIRLANDE) COSTR. ARTIGIANALE
52
MACCHINARI
74
53
MACCHINARI
75
54
MACCHINARI
76
250,00
200,00
3.500,00
100,00
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA
1.200,00
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA DOPPIA
1.200,00
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA DOPPIA
1.200,00
1.200,00
55
MACCHINARI
77
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA VASCA DOPPIA KARL MULLER MATR. 307395065 TLK
160/4F
56
MACCHINARI
78
a
MACCHINA BIDONE VASCA DOPPIA KARL MULLER MATR. 273889042 TLK 130/6F
1.200,00
1.200,00
57
MACCHINARI
79
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA DOPPIA- MARCA A
MATRICOLA NON RILEVABILI
58
MACCHINARI
80
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA
59
MACCHINARI
81
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA
60
MACCHINARI
82
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA MULLER DHG 6 RULLI
1.000,00
61
MACCHINARI
83
a
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE DOPPIA VASCA
1.000,00
62
MACCHINARI
84
TAGLIERINA PER TENDE COSTR. ARTIGIANALE
200,00
63
MACCHINARI
85
TAGLIERINA PER RIGO MARRONE ALBERI COSTR. ARTIGIANALE
200,00
64
MACCHINARI
86
a
PRESSA ECCENTRICA MIOS T10
100,00
65
MACCHINARI
87
a
MACCHINA TAGLIERINA BIELLONI MATR 1147 CON ALBERO ESPANSIBILE E ACCESSORI
200,00
88
a
MACCHINA TAGLIERINA BIELLONI SAGE MOD. 140 MATR. 1270 CON ALBERO ESPANSIBILE E
ACCESSORI - ANNO 1988
200,00
a
MACCHINA A OLIVETTE (PALME) COSTR. ARTIGIANALE
700,00
700,00
66
MACCHINARI
67
MACCHINARI
89
68
MACCHINARI
101
69
MACCHINARI
102
a
CARRELLO ELEVATORE TOYOTA A TIMONE MOD.TSM12 MATR. 913218/2005 KH 1.200
COMPLETO DI CARICABATTERIE - UOMO A TERRA
800,00
70
MACCHINARI
115
a
BILANCIA ZURIGO CON PIANALE E QUADRANTE AD OROLOGIO PORTATA KG 200
150,00
71
MACCHINARI
21/S
MACCHINA PER IMBALLAGGIO PALLET AUTOMATICA ROBOPAC FIAM
MACCHINA PER IMBALLAGGIO PALLETT ROBOPAC FILMA MOD. FP 3.CP12411 SERIE 0209
COMPLETA DI PEDANA ROTANTE
120,00
1.500,00
1.500,00
N.
Categoria
Perizia Gallo
72
MACCHINARI
25/S
73
MACCHINARI
26/S
74
MACCHINARI
27/S
75
MACCHINARI
28/S
76
MACCHINARI
29/S
77
MACCHINARI
30/S
78
MACCHINARI
71/S
79
MACCHINARI
74/S
80
MACCHINARI
75/S
81
MACCHINARI
96/S
82
MACCHINARI
97/S
N.
Categoria
83
COSTRUZIONI
LEGGERE
Perizia Gallo
10/S
Descrizione
Stato
METALLIZZATORE ORIZZ. V201 BQ MATR. 01078 GALILEO
a
PRESSA STAMPAGGIO A INIEZIONE NEGRI & BOSSI TIPO V7/9 F.A
BIDONE MATR.2003041001 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE
GHIRLANDE
BIDONE MATR.2003041002 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE
GHIRLANDE
BIDONE MATR.2003041003 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE
GHIRLANDE
BIDONE MATR.2003041004 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE
GHIRLANDE
a
Stato
a
N.
Categoria
Perizia Gallo
Stato
84
AUTOMEZZI
125
a
85
AUTOMEZZI
129
a
1.000,00
100,00
3.000,00
3.000,00
3.000,00
3.000,00
MACCHINA PER GLOBI (PALME)
500,00
MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA
700,00
CARRELLO MODIFICATO ARTIGIANALMENTE DA ABBINARE AL MACCHINARIO TL
ROCCATRICE
BOBINATRICE SPIRALINA PER CONFEZIONATURA GHIRLANDA IN ASTUCCIO COSTR.
ARTIGIANALE
a
Valore di stima
MACCHINA SERIGRAFICA COSTRUZIONE ARTIGIANALE
TOTALE MACCHINARI
Descrizione
STAND PER FIERE CIRCA 200 MQ CON STRUTTURA IN FERRO E PANNELLI IN LEGNO
LAMINATO BIANCO
TOTALE COSTRUZIONI LEGGERE
Descrizione
AUTOCARRO NISSAN NAVARA DOUBLE CASSONE CON CABINA ALLUNGATA TG. DD233KZ
IMMATRICOLATA 02.2007 ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 2.488 KM 66.000 CIRCA
FURGONE FIAT SCUDO EL 2.00 JTD COLORE BIANCO TG. CB316DM IMMATRICOLATO
28.06.2002 ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 1.997 KM 160.000 CIRCA
TOTALE AUTOMEZZI
400,00
2.500,00
8.000,00
54.540,00
Valore di stima
7.000,00
7.000,00
Valore di stima
8.000,00
2.500,00
10.500,00
N.
Categoria
Perizia Gallo
Descrizione
Stato
86
AUTOVETTURE
121
a
87
AUTOVETTURE
123
a
88
AUTOVETTURE
124
BMW 320D BERLINA COLORE NERO TG. CY182MZ IMMATRICOLATA 16.11.2005
ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 1.995 KM 98.000 CIRCA
AUDI A5 V6 3.0 TDI COLORE NERO TG. DN149YG IMMATRICOLATA 18.03.2008
ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 2.967 KM 112.000 CIRCA
FIAT NUOVA PANDA EMOTION 1.2 COLORE GRIGIO METALLIZZATO TG. CW414PJ
IMMATRICOLATA 21.06.2005 ALIMENTAZIONE BENZINA CIL CC 1.242 KM 107.000 CIRCA
TOTALE AUTOVETTURE
Descrizione
N.
Categoria
Perizia Gallo
MACCHINE ELETTR.
48/S
N° 10 PISTOLE DL-KYMAN 700-902 UNITEC
90
MACCHINE ELETTR.
76/S
STAMPANTE PER CARTELLINO TOSHIBA DG-ST Sx4T&ST
MACCHINE ELETTR.
80/S
6.500,00
15.400,00
3.000,00
24.900,00
89
91
Stato
Valore di stima
N° 4 PC ASSEMBLATI CON MASTERIZZATORE DVD CORREDATI DI SISTEMA OPERATIVO
WINDOWS 7 PROFESSIONAL E N° 2 MONITOR LCD 18,5"
TOTALE MACCHINE ELETTRONICHE
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Valore di stima
1.300,00
900,00
400,00
2.600,00
192.940,00