TRIBUNALE DI FIRENZE Concordato preventivo Dario Moranduzzo Srl in liquidazione C.P. n. 70/2012 Giudice Delegato Dott.ssa Isabella Mariani Commissario Giudiziale Dott. Gino Mazzi Liquidatore Giudiziale Dott. Francesco Milani *** Relazione di stima del ramo di azienda di proprietà di Dario Moranduzzo Srl in liquidazione organizzato per l’esercizio dell’attività di produzione e commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed ornamenti natalizi ed articoli da regalo e da arredo *** Il sottoscritto Dott. Francesco Milani, Liquidatore giudiziale della procedura in epigrafe, premesso - che tra i beni facenti parte dell’attivo della società Dario Moranduzzo Srl in liquidazione, ceduti ai creditori del concordato preventivo, è individuabile un compendio organizzato costituente un ramo di azienda per l’esercizio dell’attività di produzione e commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed ornamenti natalizi ed articoli da regalo e da arredo; - che in data 08.05.2013 la società concordataria ha stipulato con Argenplast Srl, meglio di seguito individuata, un contratto di affitto di un ramo di azienda per l’esercizio della suddetta attività, con scadenza 31.12.2014, allo stato in essere; - che, nell’ambito della liquidazione concordataria, lo scrivente ritiene necessario individuare un nuovo ramo di azienda non esattamente coincidente con quello concesso in affitto, da definire secondo un criterio di stretta funzionalità dei beni per l’esercizio della suindicata attività, anche alla luce delle risultanze dell’inventario della procedura, allo stato in corso di ultimazione; - che le differenze tra il ramo di azienda in affitto e quello da individuare per la vendita sono ascrivibili al fatto che, nel primo, non sono stati inclusi taluni beni necessari all’esercizio dell’attività, mentre invece ne sono stati compresi altri non funzionali, ovvero strutturalmente connessi all’immobile e quindi non separabili dallo stesso, ovvero non rinvenuti nelle operazioni di inventario; 2 - che lo scrivente ritiene necessario esperire la vendita del ramo di azienda opportunamente ri-perimetrato secondo il citato criterio di stretta funzionalità per l’esercizio dell’attività, dotato quindi degli elementi necessari alla continuazione dell’impresa, per la migliore collocazione sul mercato; - che la vendita dell’azienda è preferibile rispetto alla liquidazione disgiunta dei beni per il migliore realizzo nell’interesse dei creditori concorsuali, atteso che permette di preservarne quei valori impliciti, individuati nel prosieguo, che diversamente verrebbero dispersi; - che si rende indispensabile valutare il suddetto complesso aziendale, che non è stato oggetto di perizia nella fase di omologazione; - che lo scrivente ha ricevuto indicazioni dall’Ill.mo G.D. di procedere direttamente alla valutazione; presenta la seguente relazione di stima del ramo di azienda di proprietà di Dario Moranduzzo Srl in liquidazione e concordato preventivo, organizzato per l’attività di produzione e commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed ornamenti natalizi ed articoli da regalo e da arredo, con riferimento alla data del 31.12.2013, predisposta per addivenire alla determinazione del più congruo valore economico per la vendita nell’ambito della liquidazione concordataria, da attuarsi con le modalità competitive di cui all’art. 107 L.F. previste dal decreto di omologazione. 1) INDIVIDUAZIONE E SITUAZIONE ATTUALE DEL RAMO DI AZIENDA L’oggetto della presente valutazione è identificato dal ramo di azienda organizzato per l’attività sopra descritta, costituito dai beni strumentali necessari al ciclo produttivo, da elementi immateriali e da contratti di lavoro subordinato di manodopera specializzata. Non costituiscono oggetto di valutazione i crediti e i debiti della società concordataria, fatti salvi i debiti riferiti ai suddetti contratti di lavoro, che rimangono rispettivamente in favore e a carico della liquidazione del concordato preventivo, così come gli altri beni dell’attivo concordatario (cespiti e rimanenze di magazzino) non compresi nella presente perizia. Si precisa inoltre che i termini “azienda” e “ramo di azienda” verranno utilizzati indistintamente nella presente relazione. 3 1.1) Soggetto proprietario Il ramo di azienda di cui trattasi è di proprietà di Dario Moranduzzo Srl in liquidazione, con sede legale in Scandicci (FI), Via Pisana n. 463, codice fiscale, partita Iva e n. iscrizione al Registro delle Imprese di Firenze 01496710482. La società è attualmente assoggettata a una procedura di concordato preventivo, omologato con decreto del Tribunale di Firenze del 25.09.2013, depositato in data 09.10.2013 (rep. 401/2013). 1.2) Oggetto dell’attività, ciclo produttivo e mercato di riferimento Il core business aziendale consiste nella produzione e commercializzazione di una vasta gamma di articoli per l’addobbo natalizio (in particolare presepe, alberi artificiali e ghirlande ornamentali). A seguito dell’apertura della procedura concorsuale in continuità della società proprietaria, l’azienda ha subito un sensibile ridimensionamento strutturale, con particolare riguardo alla forza lavoro impiegata e di conseguenza della capacità produttiva attuale; tramite la prosecuzione dell’impresa in capo all’affittuaria (par. 1.3), sono stati preservati le competenze tecniche e i rapporti commerciali consolidati in un lungo periodo di attività della precedente gestione da parte della società concordataria, che per quasi settanta anni ha operato esclusivamente nel mercato dell’addobbo natalizio. Ancora oggi, stante la prosecuzione dell’impresa da parte dell’affittuaria, l’azienda continua a costituire uno dei punti di riferimento a livello nazionale del proprio settore per articoli di alta qualità, mantenendo quei punti di forza (derivanti da elementi immateriali impliciti di seguito individuati), che hanno consentito alla società concordataria di contrastare per molti anni la concorrenza orientale, basata soprattutto sul prezzo. Tali punti di forza sono identificabili in: a) una struttura produttiva propria che, seppure ridimensionata rispetto al passato sia per capacità produttiva sia per gamma degli articoli prodotti, consente all’impresa che la gestisce di essere identificata sul mercato come “produttore” e non come semplice “importatore”. Si tratta di una struttura con un elevato know how di prodotto e di processo, maturato in decenni di attività esclusiva nel settore, che è in grado di realizzare articoli di elevata qualità, soprattutto nel comparto del presepe; b) un assortimento completo di articoli non paragonabile per gamma e modelli a quello di alcun concorrente, che permette alla clientela di acquistare da 4 un solo referente l’intera fornitura per l’addobbo natalizio. La clientela storica dell’azienda è costituita da rivenditori di medio-grandi dimensioni facenti parte della G.D.O. (dagli anni Novanta sono stati tenuti rapporti con i maggiori operatori a livello nazionale), e da una numerosa platea di piccoli e medi dettaglianti dislocati su tutto il territorio nazionale, che si sono approvvigionati sia direttamente sia per il tramite dei propri gruppi di acquisto. Il mercato dell’addobbo natalizio è attualmente in una fase di declino, che risente marcatamente della presente congiuntura economica, trattandosi di articoli non di prima necessità. E’ ragionevole ritenere che nei prossimi anni la domanda di mercato si concentrerà verso prodotti di alta qualità, destinatati a un pubblico di intenditori e collezionisti (soprattutto per gli articoli da presepe), rappresentati da quella fascia che storicamente costituisce il punto di riferimento della produzione aziendale. Il mercato dell’addobbo natalizio ha caratteristiche peculiari per il fatto che le vendite sono correlate a una festività, e ciò si riflette sui cicli aziendali con un carattere marcato di stagionalità. Pur con una discreta marginalità, l’attività nel comparto dell’addobbo natalizio richiede consistenti volumi di operatività e presenta criticità di gestione in termini di ciclo finanziario, di tempistica delle consegne e del rischio dell’invenduto. La marcata stagionalità dell’attività genera un ciclo finanziario squilibrato della gestione corrente, con un’esposizione per 9-10 mesi dell’esercizio; si consideri che a fronte di tempi di incasso dei crediti che si attestano in media a 90120 gg dalla fine dell’anno, l’impresa ha dovuto sostenere un ciclo produttivo con acquisti di materie prime in prevalenza nei mesi di marzo-giugno dell’anno precedente. Per la stagionalità della domanda, le vendite sono concentrate in due mesi all’anno, in cui anche piccoli ritardi di consegna possono costituire motivo di annullamento degli ordini da parte dei clienti, con l’effetto di non ritirare la merce, che resta quindi in magazzino fino alla stagione successiva. La stagionalità della domanda di mercato determina inoltre una forte svalutazione dei prodotti, che impatta negativamente la marginalità economica dell’azienda, soprattutto in presenza del diritto di reso all’invenduto preteso da molti clienti (soprattutto G.D.O.); successivamente alle festività natalizie, i clienti tendono infatti a ridurre i propri magazzini, restituendo i prodotti non venduti, che tornano 5 quindi in capo del produttore fino al prossimo anno. 1.3) Situazione attuale Il ramo di azienda, pur non esattamente coincidente con quello della presente perizia, è attualmente concesso in affitto a certa Argenplast Srl, con sede legale in Tavarnelle Val di Pesa (FI), loc. Sambuca, Via L. Da Vinci n. 7, codice fiscale e n. iscrizione al Registro delle Imprese di Firenze 00562870378, in forza del citato contratto del 08.05.2013 autenticato dal notaio Cudia di Firenze (rep. 33.692 - racc. 16.558), registrato all’Agenzia delle Entrate di Firenze 2 il 20.05.2013 al n. 3535, serie 1T (all. 1). Tale contratto ha durata fino al 31.12.2014, e non prevede il diritto di recesso anticipato da parte della procedura. Il canone di affitto è pari a € 4.000,00 mensili oltre Iva, da corrispondersi in via posticipata entro i primi dieci giorni di ciascun mese successivo, da ridurre ad € 1.500,00 mensili oltre Iva dal momento della riconsegna alla procedura dell’immobile attualmente occupato dall’azienda (par. 1.4). L’affittuaria ha preso in consegna il magazzino della società in concordato sulla base di un contratto estimatorio ai sensi dell’art. 1556 c.c. contenuto nel suddetto atto, avente durata pari a quello dell’affitto di azienda. Nello stesso atto, la stessa società ha inoltre formulato una proposta di acquisto del compendio aziendale per un prezzo di € 350.000,00, da corrispondere mediante imputazione in conto prezzo dei canoni di affitto pagati, e accollo di passività della società concordataria verso dipendenti compresi nel ramo di azienda nonché di taluni agenti di commercio che hanno proseguito il rapporto con l’affittuaria. L’affitto ha consentito la continuità dell’attività del ramo di azienda anche in pendenza della liquidazione concordataria. L’azienda ha continuato a ricevere ed evadere commesse, mantenendo il portafoglio clienti, il funzionamento degli impianti e l’occupazione di forza lavoro specializzata nel processo produttivo, e quindi tutti quegli elementi essenziali che permetteranno all’acquirente di subentrare nella conduzione della stessa in tempi molto rapidi, con evidenti economie di costi di start-up. 1.4) Ubicazione Il ramo di azienda è al momento ubicato nei locali facenti parte di un fabbricato industriale in Scandicci (FI), Via Pisana n. 463, di proprietà della società concordataria. Tale immobile è concesso in uso all’affittuaria per la durata del contratto di affitto di azienda, senza alcun corrispettivo in quanto ricompreso 6 nel relativo canone, con obbligo di rilascio dietro semplice richiesta della proprietà con un preavviso di 180 giorni in caso di cessione a terzi dell’immobile. In seguito alla notizia dell’aggiudicazione dell’immobile nella vendita competitiva esperita in data 22.01.2014, con comunicazione ricevuta il giorno 11.02.2014, la società affittuaria ha notiziato lo scrivente di trasferire il ramo di azienda presso lo stabilimento industriale in Tavarnelle Val di Pesa (FI), loc. Sambuca, Via L. Da Vinci n. 7. Allo stato sono in corso le operazioni di trasloco presso tale nuova sede. 1.5) Titoli abilitativi all’esercizio dell’attività Per quanto consta allo scrivente, l’attività dell’azienda non è soggetta ad autorizzazioni amministrative, fatte salve quelle eventualmente afferenti nello specifico al soggetto che svolgerà l’impresa, da ottenere a propria cura, responsabilità e spese. Resta inteso che l’acquirente dovrà verificare, sempre a propria cura, responsabilità e spese, l’adeguatezza dei luoghi e degli impianti, nonché la conformità degli stessi alle normative vigenti, prima dell’inizio dell’attività, con riferimento ai locali in cui l’azienda dovrà essere ubicata, sopportando ogni onere per le eventuali opere di adeguamento che fossero richieste dalle competenti Autorità. 1.6) Contratti in essere Fanno parte del ramo di azienda tredici contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato con lavoratori (dipendenti in azienda e lavoranti a domicilio) già in forza di Dario Moranduzzo Srl, e attualmente occupati presso la società conduttrice dell’azienda, subentrata nei suddetti rapporti, giusto il citato contratto di affitto. Tali contratti sono stati stipulati secondo il CCNL Giocattoli Industria, e alla data della presente perizia risultano tutti in essere. Nell’allegato n. 2 si riepilogano i nominativi dei dipendenti con indicazione delle loro qualifiche professionali. Si tratta di manodopera altamente specializzata nel processo produttivo aziendale, dotata di adeguate capacità tecniche e di esperienza pluriennale (know how produttivo), che è stata individuata dell’affittuaria per la continuazione dell’attività del ramo di azienda nell’ambito della maggiore forza lavoro in carico della società concordataria. Si fa presente che il ramo di azienda è libero da ogni obbligazione verso i (trentasei) lavoratori della società concordataria non transitati alle dipendenze 7 dell’affittuaria, in forza dell’accordo sindacale del 08.05.2013 esperito nell’ambito della procedura collettiva ex art. 47 L. n. 428/90 e degli accordi individuali in sede sindacale redatti anch’essi in pari data ai sensi dell’art. 2113, co. 4, c.c. e dell’art. 411 c.p.c., successivamente depositati presso la D.T.L. di Firenze in più volte nei mesi di febbraio e marzo 2014, con cui in via transattiva i lavoratori hanno rinunciato all’applicazione dell’art. 2112 c.c. Tali accordi individuali sono stati sottoscritti anche dai tredici dipendenti transitati in capo all’affittuaria, che hanno mantenuto il trattamento economico e normativo vigente alla data del trasferimento, rinunciando per le competenze pregresse che sono state accollate dell’affittuaria alla solidarietà prevista dall’art. 2112 c.c., con piena liberazione di Dario Moranduzzo Srl. 2) SCELTA DEL METODO DI VALUTAZIONE Per l’individuazione del congruo valore da attribuire all’azienda oggetto di stima (valore del capitale economico in ipotesi di cessione), lo scrivente ha innanzitutto preso in esame gli elementi patrimoniali, che sono costituiti da: - le immobilizzazioni materiali (beni strumentali) individuate tra quei beni rinvenuti in sede di inventario che sono funzionalmente necessari per l’esercizio dell’attività di produzione; - le immobilizzazioni immateriali, costituite da segni distintivi (marchi registrati), modelli industriali (modelli ornamentali registrati) e diritti di autore (diritti di utilizzazione); - le passività relative ai tredici contratti di lavoro subordinato compresi nel ramo di azienda (par. 1.6) maturate fino alla data di effetto dell’affitto, che in forza dei suddetti accordi collettivi e individuali sono state accollate dalla società conduttrice. Nell’individuazione dell’azienda, quale compendio organizzato per continuazione dell’attività già svolta dalla società in concordato, il sottoscritto ha ravvisato l’esistenza anche di taluni elementi impliciti, che, nonostante la situazione di crisi irreversibile che ha portato Dario Moranduzzo Srl alla liquidazione concorsuale, sembrano ancora oggi sussistere con riferimento al complesso unitario dei beni, anche in considerazione della prosecuzione dell’attività da parte dell’affittuaria. Come meglio verrà indicato nel successivo par. 4), si tratta di risorse immateriali ulteriori rispetto alle suddette immobilizzazioni immateriali, che non sono 8 tangibili e non trovano una rappresentazione contabile. Tale risorse immateriali afferiscono sia all’area commerciale (clientela, reputazione e notorietà dell’azienda sul mercato) sia a quella produttiva (know how di prodotto e processo della forza lavoro), e costituiscono parte integrante dell’organizzazione da trasferire congiuntamente agli altri beni e diritti all’acquirente, che potrà beneficiarne nell’esercizio della propria attività, in quanto non strettamente riferiti a una specifica figura imprenditoriale. Si tratta di fattori che hanno un apprezzabile valore economico, di cui tenere conto nella valutazione aziendale. Stante quanto sopra, il sottoscritto ritiene che il criterio di valutazione che meglio consenta di addivenire alla determinazione del capitale economico dell’azienda in esame sia quello che in letteratura economico-aziendale è denominato “metodo patrimoniale complesso”. La scelta di tale metodologia valutativa discende dall’oggetto della presente stima, che porta a preferire un’impostazione concettuale di tipo patrimoniale rispetto a metodologie finanziarie e reddituali, atteso che l’azienda di cui trattasi è costituita essenzialmente da beni (immobilizzazioni materiali e immateriali). Nel caso in questione lo scrivente ritiene, infatti, che le metodologie di tipo finanziario e reddituale in uso nella prassi professionale sarebbero poco significative per la stima delle potenzialità dell’azienda, soprattutto in considerazione della difficoltà di previsione di grandezze finanziarie ed economiche da estrapolare sulla base di dati storici riferiti a una società in procedura concorsuale, con una struttura aziendale inefficiente che è già stata oggetto di ristrutturazione da parte dell’affittuaria del ramo di azienda. Pertanto ogni analisi avente ad oggetto la gestione della società in concordato sarebbe allo stato priva di significatività, così come del resto sarebbero altamente soggettive, fin quasi al limite dell’arbitrarietà, le valutazioni delle perfomance dell’affittuaria, atteso che la stessa, subentrata nella gestione del ramo aziendale dal mese di maggio 2013 (e quindi a stagione produttiva già iniziata), svolge anche altre attività di produzione, con l’effetto di non potere separare la gestione dell’azienda di cui trattasi per una valutazione epurata da possibili sinergie (stand alone). La stima del valore aziendale deve basarsi invece su un criterio che prenda in considerazione i punti di forza dell’azienda, che, ad avviso dello scrivente, continuano ad esistere nonostante la procedura concordataria della società che per quasi settanta anni l’ha gestita, fino a divenire un punto di riferimento del settore 9 degli articoli per addobbo natalizio a livello nazionale; da tali potenzialità, trasferibili con l’azienda e non specificamente collegate a un soggetto economico, l’acquirente potrà trarre un apprezzabile vantaggio competitivo sul mercato. Secondo la metodologia individuata, il valore del capitale economico di un’azienda (W) è determinato quale somma algebrica del patrimonio netto stimato a valori correnti di realizzo (K) e del valore degli elementi immateriali non contabilizzati (I). La formula che esprime il suddetto metodo è la seguente [1]: W K I In sostanza: le risorse tangibili formano il patrimonio fisico dell’azienda, mentre le risorse intangibili sono finalizzate a fare acquisire all’azienda un vantaggio competitivo duraturo e stabile sul mercato, senza dover sostenere i costi di avvio per creare ex novo una struttura similare. Il capitale economico dell’azienda è quindi costituito dal “patrimonio netto rettificato di secondo livello”, che rappresenta l’aggregazione, espressa a valori correnti, di tutti gli elementi materiali e immateriali strutturali per l’esercizio dell’attività in una posizione di vantaggio competitivo. Le risorse tangibili vengono valutate sulla base del valore corrente di realizzo in ipotesi di cessione, facendo emergere le eventuali plusvalenze o minusvalenze rispetto ai dati di bilancio, che sono iscritti al costo storico di acquisto al netto degli ammortamenti. Il valore delle risorse tangibili deve quindi essere integrato con la valutazione autonoma degli elementi intangibili, che lo scrivente ritiene necessario stimare nel loro complesso (immobilizzazioni immateriali e risorse immateriali) per evitare il possibile rischio di sovrapposizioni o duplicazioni, che potrebbero derivare da distinte valutazioni dei singoli elementi. Tenuto conto del “criterio della dominanza”, lo scrivente ritiene di attribuire un maggiore peso agli intangible dell’area commerciale, rispetto a quelli dall’area produttiva, concentrandosi quindi sulla sola stima dei primi e tralasciando i secondi, che restano insiti nella forza lavoro da trasferire con il subentro da parte dell’acquirente nei contratti di lavoro descritti al par. 1.6). Assunto quindi che gli elementi immateriali da valutare in questa sede sono riferiti all’area commerciale, lo scrivente ritiene opportuno avvalersi di un criterio di stima diretta, basato su una percentuale dei ricavi annui previsionali da attualizzare per un periodo limitato a un tasso di interesse che tenga conto della 10 rischiosità dell’impresa anche in considerazione dell’opportunità di rendimento di investimenti alternativi con similari livelli di rischio. Il criterio ritenuto più appropriato può essere rappresentato dal cosiddetto “metodo delle royalties”, che costituisce una metodologia empirica, basata su un approccio sintetico che si rende necessario in questo caso, stante la non comparabilità dell’azienda oggetto di valutazione, e la scarsa significatività dei dati consuntivi. Tale metodo è rappresentato dalla seguente formula [2]: I Rnp * r *Vn dove: Rnp= ricavi medi prospettici annui; r= tasso di royalty annuale; n= periodo di attualizzazione; Vn= coefficiente di attualizzazione di una rendita unitaria costante posticipata di n anni al tasso i annuo (tasso di attualizzazione), coefficiente che può essere espresso algebricamente come segue [3]: Vn n (1 i ) 1 n ovvero Vn 1 (1 i ) i n Nella presente valutazione, l’applicazione della metodologia sopra esposta sarà ispirata a un generale principio di prudenza, anche in considerazione dell’attuale situazione di assoggettamento della società proprietaria a una procedura concorsuale, nonché delle effettive possibilità di collocazione dell’azienda sul mercato nella contingente situazione di crisi economica. 3) VALUTAZIONE DEGLI ELEMENTI PATRIMONIALI Lo scrivente passa a illustrare le voci che costituiscono gli elementi patrimoniali dell’azienda (immobilizzazioni materiali, immobilizzazioni immateriali e passività afferenti ai contratti di lavoro), provvedendo alla loro individuazione e valutazione. Il patrimonio netto a valori correnti (K) risulta dalla somma algebrica delle valutazioni attribuite a tali elementi. 3.1) Immobilizzazioni materiali Si tratta del complesso dei beni costituenti novantuno lotti formati in sede di inventario, rappresentati da attrezzature, macchinari, costruzioni leggere, automezzi, autovetture e macchine elettroniche, così classificati secondo le categorie contabili della società. I beni sono stati individuati secondo il criterio di 11 stretta funzionalità per l’esercizio dell’attività di produzione più volte richiamato, e vengono elencati nell’allegato 3, con indicazione dell’appartenenza al contratto di affitto di ramo di azienda di cui al par. 1.3), per significarne l’attuale disponibilità da parte della società affittuaria (lettera “a” nella colonna stato). Tali beni sono stati oggetto di stima da parte del rag. Giovanni Gallo di Firenze, perito estimatore della procedura, in una prima relazione redatta nella fase concordataria e depositata in Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Firenze in data 16.05.2013 (colonna “perizia Gallo” numero), e in una successiva integrazione richiesta dallo scrivente con riferimento ai cespiti non compresi nella prima, depositata il 04.02.2014 (colonna “perizia Gallo” numero/S). Si precisa che trattasi entrambe di relazioni meramente estimative nelle quali non vengono fornite indicazioni di natura tecnica circa il corretto funzionamento dei beni, né riguardo alle conformità a normative in materia di sicurezza di cui al D.Lgs. n. 81/08 e successive modificazioni per le attrezzature da lavoro. I criteri seguiti dal perito estimatore sono in linea con quelli della presente stima, in quanto volti all’individuazione del più probabile valore di mercato dei beni nella cessione. Si tratta di valutazioni rese per ciascun lotto nell’ipotesi di vendita disgiunta e in loco. Vengono quindi assunte le stime dei beni rese dal perito, che di seguito si riepilogano per categorie omogenee, intese quale somma dei valori dei singoli beni che le compongono: attrezzature € 93.400,00 macchinari € 54.540,00 costruzioni leggere € 7.000,00 automezzi € 10.500,00 autovetture € 24.900,00 macchine elettroniche € 2.600,00 Totale beni materiali € 192.940,00 Tenuto conto che la cessione dell’azienda presuppone una vendita in blocco dei suddetti lotti, e considerato che tali beni dovranno essere oggetto di messa in opera presso altri locali con la predisposizione della relativa impiantistica, lo scrivente ritiene opportuno effettuare una svalutazione forfettaria nell’ordine del 15%, addivenendo quindi al valore complessivo di € 164.000,00 (arrotondato). Resta inteso che i beni costituenti il compendio aziendale verranno venduti nello 12 stato di fatto in cui si trovano, anche riguardo alle norme in materia di sicurezza sul lavoro di cui al D.Lgs. n. 81/08 e successive modificazioni, e senza alcuna garanzia per vizi ex art. 2922 c.c. Per i beni non conformi alle suddette normative, l’acquirente dovrà fare quanto necessario, a sua cura, responsabilità e spese, per renderli rispondenti alle stesse prima del loro utilizzo. 3.2) Immobilizzazioni immateriali Trattasi di beni immateriali costituiti da: - segni distintivi: piena titolarità di due marchi commerciali individuali di prodotto, registrati per l’utilizzo sul territorio nazionale e USA, e dei relativi marchi internazionali per l’utilizzo in vari Paesi. Sono costituiti in particolare dal marchio figurativo con immagine di fantasia di un Babbo Natale, e dal marchio figurativo formato dall’impronta della denominazione “Moranduzzo” e dall’immagine di fantasia di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio; - modelli industriali: piena titolarità di un modello ornamentale con tutela internazionale in vari Paesi, costituito da sei ghirlande per alberi di natale; - diritti di utilizzazione economica su opere figurative costituite da svariate statuette da presepe con tutela in USA. Tali beni e diritti sono stati riscontrati mediante consultazioni dirette dell’archivio tenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi per le tutele nazionali, e dalla documentazione messa a disposizione dal consulente aziendale all’uopo incaricato per quelle internazionali. Tali beni e diritti sono meglio individuati e descritti nell’allegato 4, anche con riferimento alle relative classi merceologie e scadenze delle tutele; taluni di essi (contrassegnati da lettera “a” nella colonna stato) sono oggetto del contratto di affitto di ramo di azienda di cui al par. 1.3), e sono quindi attualmente nella disponibilità della società affittuaria. Tra le immobilizzazioni immateriali è compresa inoltre la titolarità del sito internet “www.moranduzzo.it”, allo stato gestito dalla società affittuaria in quanto ricompreso nel citato contratto di affitto di ramo di azienda. Tenuto conto del criterio di valutazione scelto, lo scrivente ritiene di non dover attribuire a tali beni e diritti alcun valore, ritenendo, per evitare duplicazioni, che la loro valorizzazione sia ricompresa nella più ampia determinazione degli elementi immateriali di cui al cap. 4). 13 3.3) Passività Come precisato al par. 1.6), concorrono a formare il ramo di azienda anche tredici contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a cui sono specificamente riferibili passività della società concordataria per TFR e altre competenze (ferie, ex festività, permessi, e ratei 13-esima e 14-esima), maturate fino alla data di effetto del noto contratto di affitto di azienda (08.05.2013). Atteso che in forza dei citati accordi individuali, stipulati in pari data ai sensi dell’art. 2113, co. 4, c.c. e dell’art. 411 c.p.c., la società affittuaria si è accollata le competenze pregresse relative ai suddetti contratti di lavoro, e che gli stessi lavoratori hanno liberato Dario Moranduzzo Srl dall’obbligo di solidarietà di cui all’art. 2112 c.c., tali debiti sono divenuti obbligazioni dell’affittuaria del ramo di azienda, fatto salvo il suo diritto di rivalsa nei confronti della società concordataria, così come tra l’altro previsto anche dall’art. 9.3 del contratto per gli importi che dovessero essere anticipati in pendenza dell’affitto. In considerazione di quanto sopra esposto, e tenuto conto altresì che la parte prevalente del debito (TFR) non risulta allo stato esigibile, stante la continuazione dei rapporti di lavoro senza soluzione di continuità in capo all’affittuaria, lo scrivente ritiene che ad oggi tali debiti non abbiano carattere di passività concorsuali, bensì di passività che gravano sull’azienda. Stante il richiamo operato dal decreto di omologazione del concordato preventivo all’art. 105 L.F. per le modalità di realizzo dell’attivo, considerata la natura non concorsuale di tali passività, lo scrivente ritiene di poter dedurre le stesse dalla valutazione dell’attivo aziendale, onde addivenire al valore netto di effettivo realizzo del ramo di azienda, nel pieno rispetto dell’art. 105, co. 9, L.F., giacché trattasi di passività privilegiate (in parte anche prededucibili per le competenze successive alla presentazione della domanda di concordato) per le quali il piano concordatario prevede una soddisfazione integrale, confermata tra l’altro dal Commissario Giudiziale nella relazione ex art. 172 L.F. Tanto premesso, lo scrivente ha provveduto a verificare le competenze spettanti ai tredici lavoratori al 08.05.2013 mediante un riscontro dei documenti contabili consegnati dal liquidatore e dal consulente del lavoro della società, rag. Sandro Bargellini di Firenze, che ha attestato gli importi. Il credito dei tredici dipendenti per le competenze maturate alla data dell’affitto di azienda è risultato pari complessivamente a € 128.315,91 (all. 2), al lordo del carico fiscale da 14 liquidare al pagamento, di cui quanto a € 76.930,77 per TFR, quanto a € 43.657,17 per Fondo Tesoreria INPS e quanto a € 7.727,97 per altre competenze. Considerato che il credito del dipendente verso il Fondo Tesoreria non costituisce una passività aziendale, bensì un debito dell’Istituto Previdenziale, che è tenuto al pagamento dell’intero importo indipendentemente dagli effettivi versamenti degli accantonamenti da parte dell’impresa (principio di automaticità delle prestazioni ex art. 2116 c.c.), e considerato altresì che anche qualora l’ultimo datore di lavoro dovesse effettuare anticipazioni al lavoratore, avrà un diritto di rivalsa per intero nei confronti dell’Istituto previdenziale, è evidente che i crediti dei dipendenti verso il Fondo Tesoreria non possono essere considerati un debito del ramo di azienda, con l’effetto che il valore degli stessi non può quindi essere detratto. Le passività che gravano sul ramo di azienda sono quindi costituite dai debiti di rivalsa per TFR e per le altre competenze, e ammontano complessivamente a € 84.658,74. Resta inteso che per potere dedurre il valore delle suddette passività dal prezzo di acquisto del ramo di azienda, è necessario che al momento del trasferimento debbano verificarsi entrambe le seguenti condizioni: - accollo di tali debiti da parte dell’acquirente con integrale liberazione della società affittuaria a cui fanno attualmente carico, in forza dei citati accordi sindacali individuali; - liberazione dell’affittuaria da parte dei lavoratori in forza al momento della cessione di azienda dalla solidarietà delle obbligazioni relative a tali debiti prevista dall’art. 2112 c.c. Tali modalità dovranno essere indicate nel bando di vendita, onde evitare l’esercizio del diritto di rivalsa da parte dell’affittuaria, attualmente unico debitore. Resta altresì inteso che l’importo delle passività da dedurre dal valore del ramo di azienda dovrà essere rideterminato, qualora uno o più dipendenti dovessero cessare il rapporto di lavoro in pendenza del contratto di affitto, con l’effetto di far divenire esigibile il loro credito nei confronti dell’affittuaria, che eserciterebbe il diritto di rivalsa nei confronti della procedura. *** Il valore patrimoniale del ramo di azienda a valori di presumibile realizzo (K) viene quindi determinato come segue: 15 immobilizzazioni materiali € 164.000,00 immobilizzazioni immateriali € passività verso i dipendenti in forza € - 84.658,74 Totale patrimonio aziendale (K) € 0,00 79.341,26 4) VALUTAZIONE DEGLI ELEMENTI IMMATERIALI I beni immateriali dell’azienda oggetto di valutazione sono costituiti sia dalle immobilizzazioni immateriali di cui par. 3.2), sia dalle risorse intangibili afferenti all’area commerciale, riconducibili in particolare alla clientela (liste di clientela e relazioni di clientela), alla reputazione e notorietà dell’azienda sul mercato, indicate al cap. 2). La gestione dell’azienda in affitto ha consentito di evitare interruzioni dell’attività, che prosegue anche in pendenza della procedura concorsuale, seppur ridimensionata nei volumi produttivi, senza sostanziali effetti sulla clientela più fidelizzata, mantenendo il valore degli elementi immateriali. Si tratta infatti di un’azienda che, come meglio descritto nel par. 1.2), da quasi settanta anni produce e commercializza nel settore dell’addobbo natalizio, divenendo un punto di riferimento nel mercato italiano per articoli di alta qualità. L’azienda può vantare un solido bacino di clientela (rivenditori di piccole e medie dimensioni e G.D.O.), che nel tempo hanno stabilito relazioni di mercato, portando la società proprietaria a realizzare ricavi medi netti nel periodo 20002010 nell’ordine di 15 milioni di euro all’anno, sebbene con una struttura dotata di una maggiore capacità produttiva di quella attuale. Anche negli ultimi anni di attività (2011-2012), nonostante la situazione di forte crisi del settore nell’ambito della generalizzata congiuntura economica sfavorevole, e le difficoltà della società proprietaria che scontava inefficienze gestionali per non essersi tempestivamente ridimensionata alla minore domanda di mercato, l’azienda conseguiva fatturati annui medi nell’ordine di 6,7 milioni di euro. Tali elementi immateriali costituiscono un vantaggio competitivo di mercato immediatamente disponibile per l’acquirente, senza dover sostenere i costi di avvio di una nuova attività; tale vantaggio è trasferibile con l’azienda, indipendentemente dalla figura economica del soggetto gestore, poiché basato su elementi impliciti della stessa. Lo scrivente ritiene che tali risorse debbano essere oggetto di apprezzamento, a prescindere dai risultati negativi di gestione della società concordataria, atteso che questi sono ascrivibili prevalentemente a criticità proprie di quest’ultima. Tali fattori potrebbero essere valorizzati soprattutto 16 qualora l’acquirente riuscisse a ridurre l’effetto della stagionalità della produzione, ad esempio affiancando produzioni complementari con cicli aziendali più regolari sotto il profilo produttivo ed economico-finanziario. Dopo tale precisazione, si procede di seguito nella stima autonoma degli elementi immateriali nel loro complesso, mediante l’applicazione del “metodo delle royalties” individuato nel par. 2) in quanto meglio rispondente con la presente valutazione per le motivazioni esposte, secondo la formula [2]: I Rnp * r *Vn formula che, tenuto conto dell’espressione [3], può essere così sviluppata [4]: 1 (1 i ) n I ( Rnp * r ) * i 4.1) Determinazione dei ricavi prospettici e del tasso di royalty I ricavi prospettici rappresentano i risultati delle vendite che, sulla base degli elementi della gestione caratteristica e ordinaria, è dato attendersi dall’azienda nei prossimi anni, senza l’intervento di investimenti per il suo rilancio. Per la stima dei ricavi prospettici, il sottoscritto ha preso a riferimento di dati medi della società concordataria degli ultimi due anni di attività (esercizi 2011 e 2012) e quelli della società affittuaria del ramo di azienda con riferimento alla frazione di esercizio 2013, ponderando in favore di questi ultimi (75%), in quanto riferiti a una struttura corrispondente per capacità produttiva a quella oggetto di valutazione in una situazione attuale di mercato che risente in modo rilevante della grave crisi congiunturale. Tenuto conto che dall’esame dei dati contabili a consuntivo i ricavi della società proprietaria si sono attestati a € 8.562.759 e a € 4.894.021 rispettivamente per gli anni 2011 e 2012, e che i ricavi dell’affittuaria per l’anno 2013 sono risultati pari a circa € 1.580.000,00 (come da dichiarazione resa dal legale rappresentante), considerato il coefficiente di ponderazione sopra individuato, è possibile determinare i ricavi medi prospettici annui (Rnp) come segue: ricavi medi prospettici annui (Rnp) = (€ 6.728.390 * 25%) + (1.580.000 * 75%) = € 2.867.098, che si arrotonda a € 2.800.000. Stante la continuità dell’attività, si ritiene di non dover svalutare tale importo, che rappresenta l’ammontare dei ricavi annui attesi per i prossimi esercizi in condizione di normale svolgimento dell’azienda, senza tenere conto dei possibili 17 effetti derivanti da investimenti di mercato (marketing a supporto dei marchi e forza di vendita). Si tratta in sostanza del valore dei ricavi a regime post crisi, attesi dalla gestione dell’azienda ristrutturata, che sulla base dei riscontri effettuati (bilanci di esercizio estrapolati dal Registro Imprese) sono sostanzialmente in linea con quello medio di imprese concorrenti di dimensioni similari. Per quanto concerne il tasso di royalty annuale (r), sulla base dell’orientamento della dottrina e della prassi professionale, il valore è in genere compreso tra l’1% e il 10% per la maggior parte delle aziende. Tenuto conto del posizionamento dei prodotti sul mercato, della tendenziale contrazione della domanda da parte dei consumatori finali soprattutto nell’attuale congiuntura economica, e della redditività della gestione di imprese concorrenti1, in via prudenziale si ritiene di poter utilizzare un tasso intorno al 2,5%. 4.2) Orizzonte temporale di attualizzazione e tasso di attualizzazione Il parametro “n” della formula [2] rappresenta il numero di anni in cui proiettare i ricavi attesi; in generale, tanto più tale periodo è lungo, tanto più aumenta il valore dell’azienda, in quanto si presume che il vantaggio competitivo si realizzi per un arco temporale maggiore. Nella prassi professionale, l’arco temporale da prendere a riferimento per le aziende di piccole dimensioni varia, in genere, fra 3 e 7 anni. Lo scrivente, preso atto delle condizioni dell’azienda oggetto di procedura concorsuale e dell’impatto della crisi economica generalizzata sulla domanda di mercato, ritiene congruo utilizzare un periodo di 5 anni (n= 5), nell’ipotesi che, in tale orizzonte temporale, le condizioni che porteranno al conseguimento dei ricavi stimati resteranno sostanzialmente invariate in termini di vantaggi competitivi aziendali e di concorrenza di altre imprese. Il tasso di attualizzazione indicato nella formula [2] è costituito dal tasso di rendimento del capitale proprio, che esprime il saggio di redditività normale del settore in cui opera l’azienda, e quindi la remunerazione che i soggetti conferenti il capitale proprio si aspettano per aver investito in quel particolare business. La definizione del tasso suddetto è, in genere, determinata sulla base del costo di opportunità per l’investitore, inteso come rendimento offerto da impieghi alternativi, comparabili per dimensioni e profilo di rischio a quello dell’impresa. Il 1 Dall’analisi dei bilanci di esercizio di imprese concorrenti per il biennio 2011-2012 è risultato che il valore della produzione si attesta mediamente intorno al 5% dell’ammontare dei ricavi netti, mentre l’utile netto è intorno all’1%. 18 tasso di rendimento del capitale è espresso in funzione del saggio di rendimento di un’attività priva di rischio (risk free rate) e del profilo di rischio associato all’investimento (premio per il rischio specifico di mancata remunerazione). Per la determinazione del tasso di rendimento del capitale proprio, è stato utilizzato un approccio di tipo finanziario, costruito sulla base di metodi statistici e matematici largamente utilizzati nella prassi dei mercati finanziari. Tra questi, la metodologia maggiormente accreditata per il calcolo del rendimento atteso di un investimento è rappresentata dal modello C.A.P.M. (Capital Asset Pricing Model) secondo cui il rendimento del capitale proprio può essere inteso come somma di: i = Rf + *(Rm - Rf) Il rendimento atteso, secondo tale procedimento, è pari alla somma tra il “risk free” (Rf), vale a dire il tasso di rendimento di un’attività priva di rischio, e il caratteristico del settore di appartenenza dell’impresa moltiplicato per un “premio di rischio” di mercato (Rm – Rf). Il rappresenta un indice di sensibilità del rendimento di un titolo al rendimento del mercato, e costituisce una misura del rischio del mercato di riferimento dell’impresa, mentre il “premio di rischio del mercato” è pari alla differenza tra il tasso di rendimento medio offerto da un ampio portafoglio di titoli di rischio presenti sul mercato azionario (Rm) e il “risk free” (Rf). Nella fattispecie, è stato assunto come tasso “risk free” il tasso EURIRS (Euro Interest Rate Swap) a 5 anni (durata del periodo di attualizzazione), che, al momento della presente valutazione (dicembre 2013), in media si attesta intorno a 1,10%, così come rilevato sulla stampa economica specializzata (fonte: Il Sole 24 Ore). Premesso che l’applicazione di tale metodologia non è sempre agevole, date le numerose variabili coinvolte nel calcolo, per l’individuazione del coefficiente e del “premio di rischio di mercato” sono stati utilizzati i dati disponibili presso la New York University – Leonard Stern School of Business elaborati sulle rilevazioni finanziarie Bloomberg. Sulla base di tale fonte (dati 2012 ultimo anno disponibile), stante l’attività dell’azienda, è stato assunto un indice pari a 2,32 come misura della rischiosità a livello europeo delle piccole imprese operanti nel settore commerciale in generale, e un premio di rischio per gli investitori sul mercato azionario italiano (Rm – Rf) pari a 7,50%. 19 Da ciò discende che il tasso di rendimento prospettico del capitale (i) è pari a 18,50%: i = 1,10% + (2,32 * 7,50%) Tenuto conto della breve durata del periodo di proiezione temporale, si è ritenuto di non dover procedere alla deflazione del suddetto tasso. 4.3) Stima degli elementi immateriali Sulla base dei dati calcolati nei par. 4.1) e 4.2), è quindi possibile determinare il valore della royalty annuale, come segue: Rnp * r 2.800.000,00 * 2,5% 70.000,00 Il valore degli elementi immateriali (I) risulta quindi dall’attualizzazione della royalty annuale al tasso annuo del 18,50% (tasso di attualizzazione uguale al tasso del costo del capitale) per 5 anni, da calcolarsi mediante applicazione della formula [4], ed è pari a: I 70.000,00 * 1 (1 18,50%) 18,50% 5 216.445,08 che si arrotonda a € 216.000,00. 5) CONCLUSIONI Sulla base delle considerazioni sopra esposte e dei valori calcolati mediante applicazione del metodo patrimoniale complesso, assunta la determinazione del valore patrimoniale (K) in € 79.341,26 al netto delle passività relative ai contratti di lavoro dipendente meglio specificate nel par. 3.3), e la determinazione degli elementi immateriali (I) in € 216.000,00, lo scrivente ritiene di poter stimare il valore (W=K+I) del ramo di azienda per l’esercizio dell’attività di produzione e commercio all’ingrosso di alberi artificiali, bigiotteria, articoli ed ornamenti natalizi ed articoli da regalo e da arredo, di proprietà di Dario Moranduzzo Srl in liquidazione e concordato preventivo in € 295.341,26, arrotondato a € 295.000,00 (duecentonovantacinquemila/00). *** Con la presente relazione lo scrivente ritiene di aver determinato il più congruo valore economico dell’azienda nell’ipotesi di vendita competitiva ai sensi dell’art. 107 L.F., come da indicazioni dell’Ill.mo G.D. Con Osservanza Dott. Francesco Milani 20 Firenze, 18 marzo 2014 Allegati: 1) copia del contratto di affitto di azienda; 2) elenco dei dipendenti compresi nel ramo di azienda; 3) elenco dei beni strumentali; 4) elenco delle immobilizzazioni immateriali. N. Denominazione Tipologia Paese data Deposito n. domanda data Concessione n. concessione Classe Stato Scadenza 1 Marchio figurativo costituito dall'immagine di fantasia di marchio nazionale un Babbo Natale Italia 23/03/2011 FI-2011-C-435 29/03/2011 1.439.192 28 2 Marchio figurativo costituito dall'impronta della denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia marchio nazionale di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio Italia 09/07/2004 FI-2004-C-949 09/05/2008 1.111.526 28 a 30.10.2014 3 Marchio figurativo costituito dall'impronta della denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia marchio nazionale di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio USA 10/07/1996 75/138089 26/05/1998 2.159.936 28 a 26/05/2018 4 Marchio figurativo costituito dall'impronta della denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia marchio nazionale di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio USA 25/02/2009 77/678.297 08/06/2010 3.800.572 20 21 02/07/2006 664.684 11 28 5 Marchio figurativo costituito dall'impronta della denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio marchio internazionale Austria, Benelux, Croazia, Federazione Russa, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ungheria 13.11.2021 08//06/2020 a 02/07/2016 N. Denominazione Tipologia Paese data Deposito n. domanda data Concessione n. concessione Classe Stato Scadenza 6 Marchio figurativo costituito dall'impronta della denominazione "Moranduzzo" e dall'immagine di fantasia di un Babbo Natale racchiuso in un cerchio marchio internazionale estensione territoriale Serbia e Montenegro, Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Danimarca, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Moldavia, Norvegia, Svezia, Ucraina 7 Modello ornamentale costituito da n. 6 ghirlande per alberi di natale modello ornamentale internazionale Benelux, Svizzera, Germania, Francia, Italia 27/06/1996 DM/036773 8 Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n. diritto di autore 31 statuette da presepe USA 02/01/1996 VA 725-627/657 50 anni dopo la morte dell'autore 9 Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n. 4 statuette da presepe (Maria, Giuseppe, Gesù Bambino, diritto di autore Angelo) USA 24/04/1996 VA781/743-746 50 anni dopo la morte dell'autore 50 anni dopo la morte dell'autore 50 anni dopo la morte dell'autore Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n. 10 9 statuette da presepe (Re Magi, Maria, Giuseppe, diritto di autore Angelo) USA 13/12/1996 VAu382285/286/288 VAu382913/914/915/916/9 17/918 Diritto di utilizzazione economica di opera costituita da n. diritto di autore 3 statuette da presepe (Re Magi) USA 21/03/1997 VAu403111/112/113 11 27/06/2000 664.684 27/06/1996 DM/036773 11 28 02/07/2016 27/06/2016 Descrizione N. Categoria Perizia Gallo Stato 1 ATTREZZATURA 58 a MOLA HEBES TIPO SA/3 MATR. 1306 2 ATTREZZATURA 59 a SEGA A DISCO COMPA 300 ET 3 ATTREZZATURA 61 a SEGA A NASTRO PEDRAZZOLI BROWN SN 220 4 ATTREZZATURA 62 a FLESSIBILE A DISCO 5 ATTREZZATURA 66 a TRAPANO COLONNA DRILL MOD. 22 6 ATTREZZATURA 67 TRAPANO ELETTRICO 7 ATTREZZATURA 70 AGITATORE BARATTOLI PER VERNICIATURA ANIMALI PRESEPE PICCOLO GRACO 8 ATTREZZATURA 90 9 ATTREZZATURA 91 10 ATTREZZATURA 92 a CASSETTIERA IN FERRO 11 CASSETTI 50,00 11 ATTREZZATURA 93 a CASSETTIERA IN FERRO 11 CASSETTI 50,00 a Valore di stima 50,00 50,00 250,00 15,00 120,00 15,00 1.500,00 SCAFFALE ATTREZZATURA CASSETTIERE E VASCHETTE CM 40x200x300 150,00 CARRELLO PORTA UTENSILI VERDE FONTANA CON UTENSILI 130,00 BANCO IN FERRO CON ALZATA PORTA ARNESI DI CIRCA CM 150x65, MORSA ED ATTREZZATURA VARIA DA LAVORO 12 ATTREZZATURA 94 13 ATTREZZATURA 95 a BANCO IN FERRO CON MORSA DI CIRCA CM 150x65 14 ATTREZZATURA 96 a CARRELLO IN METALLO COLORE ROSSO PORTA UTENSILI 15 ATTREZZATURA 97 a N° 4 TAVOLI DA LAVORO TELAIO METALLO CON PIANO LAMINATO CM180x80 120,00 16 ATTREZZATURA 100 a CESOIA PNEUMATICA MOD.022 130,00 17 ATTREZZATURA 111 BILANCIA AVERY BERKEL PORTATA KG 200 130,00 18 ATTREZZATURA 112 BILANCIA CONTAPEZZI FULGOR 100,00 19 ATTREZZATURA 113 BILANCIA ELETTRONICA HGS-600 PORTATA GR 600 20 ATTREZZATURA 114 BILANCIA FULGOR CON PIANALE E QUADRANTE A OROLOGIO PORTATA KG 300 200,00 21 ATTREZZATURA 116 BILANCIA DI PRECISIONE ELETTRONICA EUROMEC STRUMENTI 150,00 22 ATTREZZATURA 2/S 23 ATTREZZATURA 31/S a a 100,00 50,00 80,00 80,00 STRUTTURA IN FERRO CON MONTANTI PER PESANTE E SOPPALCO DI CA. MQ. 300,00 DI CALPESTIO COMPOSTO IN PARTE DI PANNELLI A DOGHE IN LAMIERA ZINCATA E PARTE IN PANNELLI DI LEGNO PRESSATO TRUCIOLARE CON SCALA DI ACCESSO IN FERRO - NON A NORMA - PRIVO DI DOCUMENTAZIONE PREVISTA DALLE NORME VIGENTI IN MATERIA DI SICUREZZA. 3.500,00 N° 430 CIRCA STAMPI A SOFFIAGGIO PER VECCHIE PRODUZIONI CON 8 SCAFFALATURE METALLICHE CON PIANI IN LEGNO VARIE DIMENSIONI - TRATTASI DI VECCHI STAMPI NON PIU' UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VALORE RECUPERO METALLO USATO 6.000,00 N. Categoria Perizia Gallo Descrizione Stato Valore di stima a N° 40 CIRCA STAMPI VARIE FORME E DIMENSIONI NON UTILIZZATI PER PRODUZIONE VALORE RECUPERO METALLO USATO 45/S TRAPANO A BATTERIA AVVITATORE MAKITA 6319D a N° 2 REFRIGERATORI: N° 1 MITA; N° 1 PIOVAN MOD. 120-10 MATR. 01198 CON SCAMBIATORE DI CALORE A PIASTRE R&B a N° 45 CESTI GRANDI CARRELLATI E N° 25 CESTI PICCOLI A MANO PER OUTLET 600,00 N° 18 CONTENITORI IMPILABILI GRANDI PER BOBINE 900,00 N° 2 CUCITRICI ELETTRICHE PER GANCI ARIA COMPRESSA ISM 300,00 24 ATTREZZATURA 44/S 25 ATTREZZATURA 26 ATTREZZATURA 55/S 27 ATTREZZATURA 57/S 28 ATTREZZATURA 61/S SALDATRICE MANUALE A ELETTRODI SENZA MARCA RILEVABILE 29 ATTREZZATURA 72/S 30 ATTREZZATURA 73/S 31 ATTREZZATURA 78/S INCOLLATRICE ROCAFIX EG 318 N° 180 STAMPI E RELATIVE MATRICI IN GESSO UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VARI MODELLI, MISURE E TIPOLOGIE a 500,00 50,00 800,00 50,00 30,00 32 ATTREZZATURA 94/S a 33 ATTREZZATURA 95/S a N° 12 DIME ROTANTI MANUALI PER FRANGE DIVERSE MISURE 34 ATTREZZATURA 100/S a N° 15 STAMPI A TRANCIA (FUSTELLE) UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VARI MODELLI, MISURE E TIPOLOGIE 35 ATTREZZATURA 104/S a N° 44 STAMPI IN GHISA CON RELATIVA CASSETTE SERIGRAFICHE E TELAI - UGUALI A QUELLI RISCONTRATI PRESSO LA SEDE UTILI ALLA PRODUZIONE ATTUALE - VARI MODELLI, MISURE E TIPOLOGIE - BENI PRESSO MORANDUZZO ROMANIA SRL 60.000,00 400,00 2.250,00 14.500,00 93.400,00 TOTALE ATTREZZATURE Descrizione N. Categoria Perizia Gallo Stato 36 MACCHINARI 51 a PARANCO ELETTRICO A CATENA DEMAG - PORTATA KG 1.000 Valore di stima 350,00 37 MACCHINARI 52 a TRAPANO FRESA SERRMAC TCS40 TC MATR. 973398 KG 780 250,00 38 MACCHINARI 53 a IMPIANTO PER PATINATURA COSTR. ARTIGIANALE 400,00 39 MACCHINARI 54 a GRANULATORE RAPID 30206K MATR. 1003353 40 MACCHINARI 55 a PRESSA AD INIEZIONE NEGRI & BOSSI MOD.NB 130 MATR. 37-833 2.500,00 41 MACCHINARI 56 a PRESSA AD INIEZIONE N.7 NEGRI E BOSSI NB 175 ANNO 1982 MATR. 38-213 2.500,00 42 MACCHINARI 57 a PRESSA STAMPAGGIO A INIEZIONE NEGRI & BOSSI MOD. NB 60 MATR. 40-729 2.500,00 43 MACCHINARI 60 a IMPIANTO DI SALDATURA 205 TD MIG MAG "CEMONT" 44 MACCHINARI 63 a TRANCIA SITEA E TAGLIERINA ASSEMBLATA INTERNAMENTE SU PEZZI SANSON 45 MACCHINARI 64 a TORNIO AKRON 180 EXCELSIOR 300,00 200,00 20,00 200,00 Descrizione N. Categoria Perizia Gallo Stato 46 MACCHINARI 65 a FRESATRICE BRIDGEPORT MATR. 2834207784 Valore di stima 47 MACCHINARI 68 a MACCHINA SERIGRAFICA COSTR. ARTIGIANALE 48 MACCHINARI 69 a MACCHINA SERIGRAFICA ELETTRONICA 13-97 N 004 COSTR. ARTIGIANALE 49 MACCHINARI 71 a CABINA DI RITOCCO PER STATUE DA PRESEPE - IMPIANTO PATINATURA - COSTR. ARTIGIANALE 100,00 50 MACCHINARI 72 a MACCHINARIO TL-10A CATENA LAV. FILO MATR. 0200003 COSTR. ARTIGIANALE 400,00 51 MACCHINARI 73 a ROCCATRICE ELETTRICA (AVVOLGITORE GHIRLANDE) COSTR. ARTIGIANALE 52 MACCHINARI 74 53 MACCHINARI 75 54 MACCHINARI 76 250,00 200,00 3.500,00 100,00 MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA 1.200,00 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA DOPPIA 1.200,00 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA DOPPIA 1.200,00 1.200,00 55 MACCHINARI 77 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA VASCA DOPPIA KARL MULLER MATR. 307395065 TLK 160/4F 56 MACCHINARI 78 a MACCHINA BIDONE VASCA DOPPIA KARL MULLER MATR. 273889042 TLK 130/6F 1.200,00 1.200,00 57 MACCHINARI 79 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA DOPPIA- MARCA A MATRICOLA NON RILEVABILI 58 MACCHINARI 80 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA 59 MACCHINARI 81 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA 60 MACCHINARI 82 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA MULLER DHG 6 RULLI 1.000,00 61 MACCHINARI 83 a MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE DOPPIA VASCA 1.000,00 62 MACCHINARI 84 TAGLIERINA PER TENDE COSTR. ARTIGIANALE 200,00 63 MACCHINARI 85 TAGLIERINA PER RIGO MARRONE ALBERI COSTR. ARTIGIANALE 200,00 64 MACCHINARI 86 a PRESSA ECCENTRICA MIOS T10 100,00 65 MACCHINARI 87 a MACCHINA TAGLIERINA BIELLONI MATR 1147 CON ALBERO ESPANSIBILE E ACCESSORI 200,00 88 a MACCHINA TAGLIERINA BIELLONI SAGE MOD. 140 MATR. 1270 CON ALBERO ESPANSIBILE E ACCESSORI - ANNO 1988 200,00 a MACCHINA A OLIVETTE (PALME) COSTR. ARTIGIANALE 700,00 700,00 66 MACCHINARI 67 MACCHINARI 89 68 MACCHINARI 101 69 MACCHINARI 102 a CARRELLO ELEVATORE TOYOTA A TIMONE MOD.TSM12 MATR. 913218/2005 KH 1.200 COMPLETO DI CARICABATTERIE - UOMO A TERRA 800,00 70 MACCHINARI 115 a BILANCIA ZURIGO CON PIANALE E QUADRANTE AD OROLOGIO PORTATA KG 200 150,00 71 MACCHINARI 21/S MACCHINA PER IMBALLAGGIO PALLET AUTOMATICA ROBOPAC FIAM MACCHINA PER IMBALLAGGIO PALLETT ROBOPAC FILMA MOD. FP 3.CP12411 SERIE 0209 COMPLETA DI PEDANA ROTANTE 120,00 1.500,00 1.500,00 N. Categoria Perizia Gallo 72 MACCHINARI 25/S 73 MACCHINARI 26/S 74 MACCHINARI 27/S 75 MACCHINARI 28/S 76 MACCHINARI 29/S 77 MACCHINARI 30/S 78 MACCHINARI 71/S 79 MACCHINARI 74/S 80 MACCHINARI 75/S 81 MACCHINARI 96/S 82 MACCHINARI 97/S N. Categoria 83 COSTRUZIONI LEGGERE Perizia Gallo 10/S Descrizione Stato METALLIZZATORE ORIZZ. V201 BQ MATR. 01078 GALILEO a PRESSA STAMPAGGIO A INIEZIONE NEGRI & BOSSI TIPO V7/9 F.A BIDONE MATR.2003041001 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE GHIRLANDE BIDONE MATR.2003041002 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE GHIRLANDE BIDONE MATR.2003041003 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE GHIRLANDE BIDONE MATR.2003041004 DA COMPLETARE - PROTOTIPO BIDONE PER PRODUZIONE GHIRLANDE a Stato a N. Categoria Perizia Gallo Stato 84 AUTOMEZZI 125 a 85 AUTOMEZZI 129 a 1.000,00 100,00 3.000,00 3.000,00 3.000,00 3.000,00 MACCHINA PER GLOBI (PALME) 500,00 MACCHINA BIDONE PER FRANGIA COSTR. ARTIGIANALE VASCA SINGOLA 700,00 CARRELLO MODIFICATO ARTIGIANALMENTE DA ABBINARE AL MACCHINARIO TL ROCCATRICE BOBINATRICE SPIRALINA PER CONFEZIONATURA GHIRLANDA IN ASTUCCIO COSTR. ARTIGIANALE a Valore di stima MACCHINA SERIGRAFICA COSTRUZIONE ARTIGIANALE TOTALE MACCHINARI Descrizione STAND PER FIERE CIRCA 200 MQ CON STRUTTURA IN FERRO E PANNELLI IN LEGNO LAMINATO BIANCO TOTALE COSTRUZIONI LEGGERE Descrizione AUTOCARRO NISSAN NAVARA DOUBLE CASSONE CON CABINA ALLUNGATA TG. DD233KZ IMMATRICOLATA 02.2007 ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 2.488 KM 66.000 CIRCA FURGONE FIAT SCUDO EL 2.00 JTD COLORE BIANCO TG. CB316DM IMMATRICOLATO 28.06.2002 ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 1.997 KM 160.000 CIRCA TOTALE AUTOMEZZI 400,00 2.500,00 8.000,00 54.540,00 Valore di stima 7.000,00 7.000,00 Valore di stima 8.000,00 2.500,00 10.500,00 N. Categoria Perizia Gallo Descrizione Stato 86 AUTOVETTURE 121 a 87 AUTOVETTURE 123 a 88 AUTOVETTURE 124 BMW 320D BERLINA COLORE NERO TG. CY182MZ IMMATRICOLATA 16.11.2005 ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 1.995 KM 98.000 CIRCA AUDI A5 V6 3.0 TDI COLORE NERO TG. DN149YG IMMATRICOLATA 18.03.2008 ALIMENTAZIONE GASOLIO CIL CC 2.967 KM 112.000 CIRCA FIAT NUOVA PANDA EMOTION 1.2 COLORE GRIGIO METALLIZZATO TG. CW414PJ IMMATRICOLATA 21.06.2005 ALIMENTAZIONE BENZINA CIL CC 1.242 KM 107.000 CIRCA TOTALE AUTOVETTURE Descrizione N. Categoria Perizia Gallo MACCHINE ELETTR. 48/S N° 10 PISTOLE DL-KYMAN 700-902 UNITEC 90 MACCHINE ELETTR. 76/S STAMPANTE PER CARTELLINO TOSHIBA DG-ST Sx4T&ST MACCHINE ELETTR. 80/S 6.500,00 15.400,00 3.000,00 24.900,00 89 91 Stato Valore di stima N° 4 PC ASSEMBLATI CON MASTERIZZATORE DVD CORREDATI DI SISTEMA OPERATIVO WINDOWS 7 PROFESSIONAL E N° 2 MONITOR LCD 18,5" TOTALE MACCHINE ELETTRONICHE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI Valore di stima 1.300,00 900,00 400,00 2.600,00 192.940,00
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