Autunno 2014 - PARROCCHIA S. ANDREA APOSTOLO IN

NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA DI S. ANDREA APOSTOLO IN PRALBOINO (BS) - OTTOBRE 2014
ROMA:
PAPA PAOLO VI
SARÀ BEATIFICATO
IL 19 OTTOBRE 2014
2
SOMMARIO
● La parola del Parroco
“Un nuovo anno di attività pastorale” 3
● La parola del Papa
“Si possono amare i nemici?”
4
● La parola del vescovo
“Maria appare all’ora stabilita”
5
● Testimoni della fede
“San Francesco”
“Beatificazione di Paolo VI”
6
7-8
● A.I.M.C.
“Educazione oggi e domani:
una passione che si rinnova
9
● Unità pastorale
“Da un gruppo di solisti a orchestra”
“Auguri a Don Massimo”
10
10
● Ognissanti e commemorazione dei defunti “Al cader delle foglie”
11-12
● Pellegrinaggi parrocchiali
“Santuario della B. V. dello Zuccarello”
“Sotto il Monte - Giovanni XXIII”
13
14
“B. Pandolfi, Armida Barelli,
una donna oltre i secoli ”
“A. Espinosa, Braccialetti rossi”
● Viva il “Latinorum”
15-16
16
16
● Angolo dell’oratorio
“Grest 2014 - Fototeca”
“I santi in stile manga”
17
18
● A.Ge.
“Festa degli anniversari di matrimonio”
19
● Bilancio parrocchiale
20
● Anagrafe parrocchiale 20-21
● Calendario liturgico e pastorale
22-23
● Festività patronale di San Flaviano
24
Visita il sito della Parrocchia Sant’Andrea
Apostolo di Pralboino:
www.parrocchia.pralboino.net
● Libri per la mente e per il cuore
“R. Carello, Racconti di papa Francesco” 15
Nella foto di copertina: Papa Paolo VI sarà beatificato il 19 ottobre 2014 a Roma
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Direzione e redazione:
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3
La parola del parroco
Un nuovo anno di attività pastorale
Iniziando il nuovo anno pastorale ci attende un avvenimento particolare oltre la Festa patronale di
S. Flaviano: la Beatificazione di
Papa Paolo VI.
Il periodo delle vacanze ha impedito una efficace preparazione all’avvenimento. Per questo il
nostro Vescovo ha indetto per la
nostra diocesi l’Anno Montiniano
(dal 19 ottobre 2014, data della Beatificazione, all’8 dicembre 2015,
cinquantesimo dalle conclusione
del Concilio Vaticano II).
Durante l’anno vogliamo essere
attenti alle sollecitazioni della Chiesa universale che per quest’anno
propone il tema della vita consacrata a Dio.
Il nostro Vescovo nella lettera pastorale dice quanto sia “importante, in questo momento della nostra
storia, cercare di capire e di vivere
nel modo migliore questo straordinario dono di Dio al mondo. La
diminuzione delle vocazioni di speciale consacrazione è chiaramente
il segno della fatica che la nostra
fede fa ad affermarsi nella società
contemporanea. La vita consacrata, infatti, manifesta nel modo più
chiaro la trascendenza della fede
rispetto al mondo e agli interessi
del mondo… stiamo diventando
‘mondani’…”.
Quanto sarebbe importante nella nostra comunità avere ancora,
come nel passato, la presenza di
‘consacrati/e’ che ci portino con la
loro presenza testimonianza di ‘religiosità’.
L’anno che iniziamo sarà un periodo nel quale saremo chiamati
a riflettere anche sul valore e sulla forma della famiglia nel mondo.
Dal 5 al 19 ottobre 2014 si terrà in
Vaticano il Sinodo dei Vescovi che
ha come tema : “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto
dell’evangelizzazione”.
La famiglia è e deve diventare
sempre più il soggetto primo della
trasmissione della fede “e si capisce bene, scrive Mons. Luciano
Monari, quanto questo obiettivo sia
Sinodo dei vescovi sulla Famiglia (Roma 5 - 19 ottobre 2014)
difficile nel contesto della cultura
attuale… La nostra azione pastorale avrà molto da fare per giungere a
sostenere le famiglie nel loro cammino di fede e di amore. Dal Sinodo
dei Vescovi attendiamo indicazioni
che orientino la nostra riflessione e
il nostro impegno”.
La Chiesa italiana si sta preparando inoltre al 5° Convegno ecclesiale
che si terrà a Firenze nel novembre
2015 sul tema: “In Gesù Cristo il
nuovo umanesimo”. Sarà un’altra
occasione per vedere il nostro impegno di Chiesa che cammina sulle
strade dell’uomo e che proprio per
questo trova modo di presentarsi,
come diceva Paolo VI, “esperta in
umanità”.
Parteciperemo allo sforzo della
Chiesa bresciana nel verificare il
nuovo modo di vivere la catechesi
e quindi l’andamento dell’I.C.F.R.
dopo questi anni di sperimentazione. Non c’è possibilità per i nostri
ragazzi di crescere nella fede se
questa non è vissuta e sperimentata in famiglia.
Spiace che qualche genitore pensi di poter delegare alla parrocchia,
come era possibile nel passato, la
preparazione ai sacramenti. Le situazioni sono cambiate perché non
si può più dare per scontata le fede
nel contesto delle nostre famiglie.
Non c’è più il ‘contesto cristiano’
del passato. Ne è conferma il sostanzioso ‘abbandono’ del catechi-
smo e della pratica religiosa, Santa
Messa compresa, dei ragazzi dopo
la Cresima.
“Come tutte le cose umane – scrive il Vescovo – anche l’ICFR ha
bisogno di verifica, di revisione, di
correzione, di arricchimento. A questo tende l’inchiesta che abbiamo
impostato e alla quale spero vorranno rispondere in molti. Abbiamo
bisogno di pareri, di suggerimenti,
di proposte per trovare le vie più
efficaci del Vangelo oggi”. Questa
ricerca sarà effettuata con l’aiuto
dell’Università Cattolica perché sia
il più scientifica possibile.
Con Pavone Mella, Milzano, Seniga e Comella continueremo a confrontarci circa il progetto di costituirci in Unità Pastorale.
Questa scelta è una necessità per
la nostra chiesa locale. I parroci e
i laici nella propria parrocchia non
possono continuare ad essere ‘battitori liberi’. E’ necessario trovare
occasioni per una maggior collaborazione istituzionalizzata fra queste
nostre parrocchie vicine e omogenee.
Inoltre il Consiglio Pastorale Diocesano sta elaborando un progetto di pastorale missionaria che ci
sarà consegnato a fine anno, mentre in oratorio si è iniziato il percorso
per un nuovo progetto educativo.
Le proposte sono tante. La realizzazione dipenderà anche dal nostro impegno.
4
PAROLA DEL PAPA
Si possono amare i nemici?
Come è difficile essere cristiani
Nella meditazione di giovedì 11
settembre 2014, papa Francesco è
andato al cuore della fede cristiana:
l’amore per i nemici. Si può ritenere per vero, infatti, senza sbagliare,
che l’essenza del cristianesimo è
l’amore verso tutti, anche e soprattutto verso coloro che ci fanno del
male e ci procurano prove e tribolazioni.
È mai possibile amare coloro che
ci fanno del male? Forse è più facile suggerirlo agli altri, così come si
può predicare il perdono, la fratellanza, l’attenzione al prossimo, al
forestiero, ai poveri… Ma quando il
male e la sofferenza toccano, per
colpa di qualcuno, le nostre vite,
come anche le nostre famiglie, noi
andiamo subito in crisi e ci ribelliamo alla logica del Vangelo: amare
come Gesù, sino al dono di sé.
Papa Francesco ha ribadito che
proprio questa logica ci rende stolti, ossia non compresi dagli altri.
D’altronde, la differenza cristiana è
questa: amare tutti, anche i nemici.
Non possiamo capire le parole di
Gesù, soprattutto quelle delle Beatitudini, senza avere come punto
di riferimento il Regno di Dio o dei
cieli che in Gesù si avvicina e si
compie. Solamente facendo nostra
la logica delle Beatitudini sentiremo
meno dolore nel mettere in pratica
l’amore per i nemici. Ognuno di noi
si sente ribellato, vive una certa
resistenza nel concedere il perdono o nel dare comprensione a chi
ci fa un torto grande. Pensiamo,
ad esempio, a chi ha ucciso, a chi
perseguita i cristiani. Pensiamo, ad
esempio, alla Shoah, alla morte di
circa sei milioni di ebrei (e non solo)
nei campi di sterminio nazisti.
Come si può perdonare il proprio
carnefice? Come si possono dimenticare gli atti di violenza dell’Isis, dei
terroristi internazionali? Come scordare il disastro dell’11 settembre
2001? Quanti morti in Siria, in Iraq,
in Libano, in Egitto, in Sudan… Il
segreto non è quello di non avere
nemici o di farsi amico il nemico,
bensì di cambiare completamente
prospettiva e di vedere gli altri e il
mondo con gli occhi di Gesù, ossia con la luce dello Spirito Santo.
Qui, infatti, c’è in gioco la nostra
vita, come pure il senso della fede
evangelica. Ma che senso ha morire per gli altri e rispondere al male
con il bene sempre? Perché non difendersi davanti al nemico? Perché
non desiderare la sua morte?
Papa Francesco ha ricordato che
Gesù ci ha dato la legge dell’amore: amare Dio e i fratelli. L’atteggiamento del cristiano è rivelato nelle
Beatitudini: fare del bene a chi ci
odia. È la novità del Vangelo. Si
tratta, ha detto papa Francesco, di
un semplice scambio: “tu mi ami, io
ti amo”. Purtroppo, non sempre si
vive la reciprocità: “io ti amo, ma tu
non mi ami”; “io ti faccio del bene e
tu mi ricambi con il male”. Evidentemente, il Vangelo è una novità
difficile da portare avanti e ciascuno di noi deve ancora molto camminare prima di diventare un vero
discepolo.
Il papa l’ha riconosciuto: il cammino del cristiano non è facile. Da qui
scoraggiamenti, abbattimenti: ma
chi ce lo fa fare? Perché devo amare i nemici? Perché devo sempre
perdonare? Perché fare sempre il
primo passo? La risposta è data da
Gesù che cammina verso il Padre.
La vita cristiana non è auto-referenziale: dobbiamo uscire da noi
stessi come Gesù per abbracciare
la croce e andare verso il Padre,
compiendo in tutto la sua volontà.
Certamente, anche se ci sentiamo assai spesso lontani da questa
logica del Vangelo, prendiamone
atto perché non è per niente facile
essere o diventare cristiani!
5
LA PAROLA DEL VESCOVO
Maria appare all’ora stabilita?
“Domenica alle 16.30 dopo la recita del Santo Rosario, la veggente avrà l’apparizione della Madonna…” Il vescovo di Brescia, Monari, partendo da questo avviso esposto in una chiesa parrocchiale, scrive una lettera aperta ai fedeli e ai sacerdoti sul tema delle apparizioni mariane
Ma si può programmare il giorno e
l’ora dell’apparizione della Madonna? Il vescovo di Brescia, Luciano
Monari, è partito da questa domanda retorica per scrivere sul settimanale diocesano “La Voce del Popolo” un lungo intervento sul tema
delle apparizioni “programmate”.
“Negli ultimi tempi le ‘apparizioni’ della Madonna si moltiplicano,
tanto che si ha l’impressione di
una strategia di rivelazione universale. Ai luoghi tradizionali (Fatima, Lourdes, La Salette…) se ne
aggiungono molti nuovi, tanto che
i Vescovi – scrive – fanno fatica a
seguire tutto, a valutare la veridicità delle esperienze, a suggerire o
scoraggiare l’afflusso dei pellegrini
nell’uno o nell’altro luogo. Incoraggiare potrebbe essere un invito alla
superstizione, al gusto dello straordinario; scoraggiare potrebbe essere una mortificazione dello spirito
religioso”.
Monari è preoccupato di assistere
a una riduzione della fede cristiana a “fenomeni straordinari, mentre
la vera misura della fede è l’obbedienza a Dio nel quotidiano”.
Bisogna, inoltre, stare attenti di
non correre il rischio che il “gusto
del miracoloso allontani dalla fatica
di vivere la durezza del mondo per
gustare la dolcezza dei mondi immaginari”.
Il punto centrale deve restare la
figura di Maria e non gli elementi
secondari. Non allontanarsi dall’essenziale significa ribadire alcune
virtù di Maria: l’ascolto della Parola, la fede obbediente, la maternità
divina e l’esemplarità nei confronti
del mistero della Chiesa”.
E cosa si può rispondere a chi
trova “conforto” in queste esperienze? “Se qualcuno trova in queste
esperienze un arricchimento della
fede, se ne serva con semplicità.
vita più evangelica, cioè più ricca di
fede in Dio, di amore verso gli altri,
di dominio di te stesso, di servizio
umile…? O in questa esperienza sei
portato a dimenticare Gesù Cristo,
ad abbandonare la Messa, a considerare superflua la Chiesa? Cerchi
forse una via di fuga facile dalla realtà troppo pesante?”.
Ma stia bene attento a verificare
in sé stesso gli effetti reali: sappia
distinguere una reale crescita di
maturità spirituale da un’emozione spirituale ambigua”.
Per un cristiano il criterio vero è
Gesù Cristo: “Questa esperienza – continua Monari – ti porta a
conoscere meglio e ad amare di
più Gesù Cristo? Ti spinge a una
Beata Vergine Maria di Guadalupe: patrona del Messico e
dell’America Latina
Il vescovo di Brescia precisa di aver
steso queste riflessioni senza riferimenti particolari, anche se è facile
pensare al fenomeno Medjugorje
quando scrive: “Un prete deve stare attento che i suoi comportamenti
non si configurino (e non possano
essere interpretati) come un’approvazione indebita di fenomeni sui
quali la Chiesa non ha ancora dato
un giudizio; si renderebbe responsabile delle illusioni e delle conseguenti deformazioni spirituali delle
persone”.
Monari non entra, però, nei singoli
casi. La speranza è che questi messaggi siano “conformi con l’insegnamento del Vangelo, con la fede della
Chiesa, con la morale cristiana; se
un messaggio si oppone alla fede (al
Credo), il messaggio certo non viene da Dio.
Soprattutto bisogna essere cauti
quando si tratta di ‘profezie’ che anticiperebbero eventi (generalmente
paurosi) del futuro.
Nella maggior parte dei casi queste
profezie sono fughe da un presente
difficile da capire e da vivere, nascono da un risentimento inconsapevole nei confronti del mondo e della
storia, distraggono le persone dalla
responsabilità di vivere qui, oggi, la
volontà di Dio.
Ma su tutto questo il giudizio ultimo
appartiene al Papa e al collegio dei
vescovi insieme con lui”.
Luciano Zanardini
(Vatican Insider)
6
4 OTTOBRE 2014 - TESTIMONI DELLA FEDE
Festività di S. Francesco d’Assisi
Non c’è dubbio: Francesco d’Assisi è il personaggio più celebre di
tutta l’agiografia (= vite dei santi)
cristiana: noto, ammirato e amato
in tutto il mondo, anche in ambienti
assai lontani dalla Chiesa Cattolica,
dalla stessa cultura cristiana e occidentale, per esempio nel lontano
oriente. A lui si sono ispirati letterati
di tutte le tendenze, artisti di tutte
le scuole, storici di qualsiasi impostazione, uomini politici e addirittura rivoluzionari, che hanno visto in
lui un apostolo della contestazione
violenta, un precursore dell’opposizione contro il materialismo e il
consumismo. Persino molte ribellioni, da quella medioevale dei fraticelli a quella recentissima degli
hippies, si sono rifatte, più o meno
esplicitamente, a lui.
Francesco di Pietro Bernardone, “Poverello di Assisi”, amante
riamato di Madonna Povertà, santo della rinuncia e cantore della
“perfetta letizia”, cioè della felicità
nell’infelicità, nell’incomprensione
e nel disprezzo di sé.
Ma è importante fissare i caratteri
che garantiscono la fedeltà di san
Francesco ad un ideale interamente cristiano, presentato e vissuto in
modo originalissimo, ma non mai
gratuito e ribelle.
Prima di tutto la sua aderenza costante all’insegnamento evangelico, alle parole e alla stessa figura di Gesù, di cui divenne la copia
perfetta. Un Gesù che Francesco
d’Assisi, con geniale intuizione,
presenta agli uomini del suo tempo,
e di tutti i tempi, come salvatore per
amore e con l’amore; non più e non
solo Signore onnipotente, giudice
supremo, maestro indefettibile, ma
fratello tra i fratelli, sofferente tra i
sofferenti, creatura amabilissima
tra le creature, che lo amano e lo
lodano, e tra tutte le cose create –
dall’acqua alle piante, dalle stelle al
fuoco, dagli animali alla terra, e alla
stessa morte. Ma soprattutto gli uomini, perché è per loro che il Figlio
di Dio si è fatto uomo, per loro è
stato creato l’universo, creato con
il piano dell’universale redenzione
per mezzo dell’amore già presente
nella mente di Dio fin dal principio
dei secoli.
Poi la costante fedeltà di Francesco d’Assisi alla Chiesa, mistica
sposa del Cristo. Una fedeltà testimoniata da infiniti episodi. Per ben
tre volte, a tre diversi Papi, il Poverello chiede l’approvazione della
sua “Regola”, la conferma e ricon-
ferma. Persino prima di realizzare il
primo presepe nella storia cristiana,
un presepe vivente, a Greccio, nel
Natale del 1223, chiese e ottenne
l’approvazione del Papa per quella
novità. Del resto, all’inizio stesso
della vocazione del santo, il Crocifisso dipinto di san Damiano, che
ancora si conserva ad Assisi, aveva chiesto a Francesco di restaurare la sua Chiesa. Di restaurarla,
non di criticarla, o di combatterla, e
neppure di riformarla.
Costante fu poi in lui il senso
della cristiana letizia. Introdotta
per la prima volta con i suoi frat e
approvata da papa Innocenzo III,
egli cominciò a ballare dalla gioia.
A San Leo (Montefeltro), durante
una festa, predicò dicendo: “E’ tanto il bene che mi aspetto, che ogni
pena mi è diletto”. A frate Leone
dettò dove fosse perfetta letizia:
nella tribolazione e nella persecuzione accettata per amore.
E finalmente, nell’orto di san Damiano, piagato dalle stigmate, dopo
una tormentosa notte insonne, intonò il “Cantico delle Creature”, il
più alto inno di ringraziamento e di
lode.
In quella serena letizia morì, pochi mesi dopo, ad Assisi il 4 ottobre
1226. Aveva 44 anni. Di lui disse
anche Mussolini: “Il più santo degli
Italiani, e il più italiano dei Santi”.
“Quanto sono felici
e benedetti
coloro che amano Dio
ed adempiono
esattamente
il precetto dell’Evangelio.
Amiamo Dio
ed adoriamolo
con grande purità di mente
e di cuore”.
S. Francesco D’Assisi
7
19 OTTOBRE 2014 - TESTIMONI DELLA FEDE
Beatificazione di Paolo VI
Giovanni Battista Montini nasce il
26 settembre 1897 a Concesio, allora un piccolo paese a nord di Brescia. Il padre, l’avvocato Giorgio
Montini, al momento della nascita
del futuro papa, dirigeva il quotidiano cattolico Il Cittadino di Brescia,
e fu poi nominato deputato per tre
legislature nel Partito Popolare di
don Luigi Sturzo.
Gli inizi della sua “carriera”
Nel 1908 è iscritto come studente
esterno (a causa della cagionevole
salute) nel collegio “Cesare Arici” di
Brescia. Nel 1916 ottiene la licenza
presso il liceo statale “Arnaldo da
Brescia” e nell’ottobre dello stesso anno entra nel seminario della
sua città. Nel 1919 diventa membro della Federazione Universitaria
Cattolica Italiana (FUCI), che raccoglieva i gruppi studenteschi universitari cattolici (di cui in seguito
diverrà assistente nazionale).
Il 29 maggio 1920 riceve l’ordinazione sacerdotale nella cattedrale
di Brescia dal vescovo Giacinto
Gaggia; il giorno successivo celebra la sua prima messa nel Santuario delle Grazie.
Nel novembre dello stesso anno
si trasferisce a Roma dove si iscrive ai corsi di diritto civile e diritto
canonico alla Pontificia Università
Gregoriana ed a quelli di lettere e
filosofia all’Università statale.
Nel 1923 è avviato agli studi diplomatici e inizia la sua collaborazione
con la Segreteria di Stato, per volere di papa Pio XI.
Il 13 dicembre 1937 è nominato
sostituto della Segreteria di Stato
e inizia a lavorare strettamente al
fianco del cardinale segretario di
stato Eugenio Pacelli che nel 1939
sarà eletto pontefice con il nome di
Pio XII.
Durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale svolge
un’intensa attività nell’Ufficio informazioni del Vaticano per ricercare
notizie su soldati e civili e per aiutare rifugiati ed ebrei.
Il 1° novembre 1954, dopo la mor-
Papa Montini in visita ai luoghi della Terra Santa (Palestina)
te del cardinale Schuster, Pio XII lo
nomina arcivescovo di Milano, diocesi dove risolleva le precarie sorti
della Chiesa in un momento storico
difficile dal punto di vista sociale e
politico.
Alla morte di Pio XII, il conclave
elegge papa, il 28 ottobre 1958,
Angelo Giuseppe Roncalli, che ha
grande stima di Montini e che lo
nomina presto cardinale. Il breve
ma intenso pontificato di Giovanni
XXIII vede il cardinale Montini attivamente coinvolto nei lavori preparatori del Concilio Vaticano II.
Eletto Papa, diventa Paolo VI
Il Conclave che segue alla morte
di Giovanni XXIII si conclude con
l’elezione di Montini, che assume
il nome di Paolo VI, il 21 giugno
1963.
Davanti a una realtà sociale che
tendeva sempre più a separarsi dalla spiritualità, di fronte a un difficile
rapporto chiesa-mondo, Paolo VI
mostra sempre con coerenza quali
sono le vie della fede e dell’umanità attraverso le quali è possibile
avviare una solidale collaborazione
verso il bene comune. Di grande ri-
lievo, ad esempio, fu la sua scelta
di rinunciare, nel 1964, all’uso della
tiara papale, mettendola in vendita
per aiutare, con il ricavato, i più bisognosi.
Un Papato difficile, intenso, memorabile
Uomo mite e riservato, dotato di
vasta cultura e, allo stesso tempo,
profondamente legato a un’intensa
vita spirituale, ha saputo proseguire il percorso innovativo iniziato da Giovanni XXIII, portando a
compimento il Concilio Vaticano
II con una grande capacità di mediazione, garantendo la solidità
dottrinale cattolica in un periodo di
rivolgimenti ideologici ed aprendo
fortemente verso i temi del Terzo
mondo e della pace.
Particolarmente significativo fu il
suo primo viaggio in Terrasanta nel
gennaio 1964. Per la prima volta un
pontefice viaggiava in aereo e tornava nei luoghi della vita di Cristo.
In occasione di quella visita abbraccia il patriarca ortodosso Atenagosegue a pagina 8
8
19 OTTOBRE 2014 - TESTIMONI DELLA FEDE
Paolo VI incontra Atenagora, patriarca di Costantinopoli, nel 1964
segue da pagina 7
ra I. Il rapporto tra i due porta ad un
riavvicinamento tra le due chiese,
cattolica ed ortodossa.
Il dopo Concilio Vaticano II
Concluso il Concilio l’8 dicembre
1965, si apre un periodo ancora
difficile per la Chiesa a causa del
forte antagonismo tra i difensori di
un cattolicesimo tradizionale e gli
innovatori, accusati di diffusione di
ideologie marxiste, laiciste e anticlericali. La stessa società civile è
attraversata da forti scontri e contrasti politici e sociali, che sfoceranno nel sessantotto in quasi tutto il
mondo occidentale.
Nel 1966 Paolo VI abolisce, dopo
quattro secoli, e non senza contestazioni da parte dei porporati più
conservatori, l’indice dei libri proibiti.
Nel 1967 annuncia l’istituzione della Giornata mondiale della
Pace, che si celebra la prima volta
il 1° gennaio 1968.
Decisioni difficili e controverse
Una questione assai rilevante, per
la quale papa Montini stesso dichiarò di non aver mai sentito così
pesanti gli oneri del suo alto ufficio,
è quella della contraccezione.
Paolo VI fissa a 120 il numero
massimo dei cardinali elettori del
papa e stabilisce che al compimento dell’80° anno di età essi perdono
il diritto alla partecipazione al Con-
clave per l’elezione del nuovo papa,
ma non il diritto di essere eletti.
Un “bilancio” del suo papato
Il 6 agosto 1978 muore nella residenza estiva dei papi a Castel
Gandolfo.
Numerose ed importanti le sue
lettere encicliche. Tra esse ricordiamo: Ecclesiam suam (6 agosto
1964), sul dialogo all’interno della
Chiesa e della Chiesa con il mondo;
Mysterium fidei (3 settembre 1965)
sull’Eucaristia; Populorum progressio (26 marzo 1967) sullo sviluppo
dei popoli, che lo fece chiamare
“marxista” dall’ancora ampio “popolo dei conservatori”; Sacerdotalis
caelibatus (24 giugno 1967) sul celibato sacerdotale; Humanae vitae
(25 luglio 1968) sul matrimonio e
sulla regolazione delle nascite.
Significative e ancora oggi di
grandissima attualità, come ha riconosciuto anche papa Francesco, la lettera apostolica Octogesima adveniens (14 maggio 1971)
in occasione dell’80° anniversario
dell’enciclica di Leone XIII Rerum
novarum e l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre
1975) sull’evangelizzazione.
La beatificazione
Paolo VI sarà beato: la data scelta da papa Francesco per la celebrazione della beatificazione è il 19
ottobre 2014, giorno in cui termineranno le due settimane del Sinodo
dei vescovi, organismo consultivo
voluto subito dopo il Concilio Vaticano II proprio da papa Montini.
Il miracolo che porta Paolo VI alla
gloria degli altari è la guarigione,
avvenuta nel 2001 negli USA, di un
feto che al quinto mese di gravidanza si trovava in condizioni critiche
per la rottura della vescica fetale,
la presenza di liquido nell’addome
e l’assenza di liquido nel sacco amniotico.
Il 12 dicembre scorso la consulta
medica della Congregazione delle
cause dei santi ha certificato l’inspiegabilità della guarigione, mentre il 18 febbraio scorso i teologi del
dicastero vaticano hanno riconosciuto l’intercessione di Giovanni
Battista Montini.
Il 6 maggio 2014 la conferma definitiva da parte della plenaria dei
cardinali e dei vescovi della Congregazione delle cause dei santi.
Agnese Santi,
dai “Testimoni della fede”
Foto a lato: Paolo Vi incontra l’on Aldo Moro...
Il papa Paolo VI cercò di salvare l’amico e uomo politico
scrivendo alle Brigate Rosse,
che l’avevano sequestrato.
Nell’appello le implorava di
restituire Moro “alla libertà,
alla famiglia, alla vita civile...
Vi prego in ginocchio, liberate
l’on. Aldo Moro, semplicemente senza condizioni”.
Il corpo di Moro venne ritrovato il 9 maggio 1978 a Roma.
9
13 GIUGNO 2014 CONVEGNO DELL’A.I.M.C.
“Educazione oggi e domani,
una passione che si rinnova”
Anche quest’anno si è svolto l’annuale convegno presso il santuario
di Comella. L’appuntamento, esteso al mondo della scuola bresciano, ha visto la partecipazione di un
folto gruppo di insegnanti di ogni
ordine e grado.
Don Raffaele Maiolini, Direttore dell’Ufficio per l’Educazione, la
Scuola e l’Università della diocesi
di Brescia, ha svolto il seguente
tema: “Riflessioni sul percorso e
sulla giornata vissuta con il Papa il
10 maggio 2014”. La sua relazione
ha avuto come filo conduttore il discorso di Papa Francesco, cogliendone alcuni elementi essenziali.
Nel suo intervento ha sottolineato l’amore del Santo Padre per la
scuola, evidenziandone le motivazioni: la scuola ti aiuta a crescere;
è un luogo di incontro; educa al
vero, al bene e al bello; nella scuola non si imparano solo conoscenze e contenuti, ma si acquisiscono
anche abitudini e valori.
Alla esposizione coinvolgente di
don Raffaele, è seguita la comunicazione di due esperienze, da
parte di un’insegnante di religione
e di un’insegnante prevalente, presenti nella stessa classe. Sono sta-
te esperienze fresche e spontanee,
incentrate sulle giornate trascorse
a Roma, dove è stata massiccia
la presenza di insegnanti, studenti, genitori ed operatori scolastici.
Essi, sollecitati dal Papa Francesco, hanno vissuto questo incontro speciale come “una festa per la
scuola”. I partecipanti sono tornati
con tanto entusiasmo e soprattutto con il desiderio di impegnarsi
perché la scuola aiuti veramente i
nostri ragazzi nel loro cammino di
crescita.
Il prof. Davide Guarneri, responsabile per la pastorale della scuola
della nostra diocesi, ha presentato il documento della Santa Sede:
“Educazione oggi e domani, una
passione che si rinnova”, redatto in
vista del 50° dell’esortazione conciliare “Gravissimum educationis”.
In preparazione allo studio di questo importante ed ancora attuale
documento, è stato predisposto un
questionario, presentato nei vari incontri che saranno organizzati prossimamente, e servirà come traccia
per la riflessione e per offrire concreti suggerimenti. Sarà un lavoro
impegnativo, ma anche un’occasione per raccogliere le indicazioni
del magistero e una guida per gli
orientamenti educativi nei decenni
futuri.
Sempre suggestiva la celebrazione eucaristica ai piedi di Maria Annunziata, per ringraziare, mediante
la sua intercessione, Dio che ci ha
donato l’anno scolastico appena
concluso e per chiedere luce e coraggio in vista della ripresa autunnale del cammino educativo nelle
aule di ogni ordine e grado.
Mons. Giacomo Canobbio, delegato vescovile per la pastorale culturale, ha celebrato la santa Messa, commentando le letture bibliche
con autorevolezza e con riflessioni
teologiche altamente significative.
Un momento finale di convivialità
non poteva mancare dopo un pomeriggio così intenso, ricco di contenuti e di esperienze fraterne.
Come conclusione dell’incontro,
invitiamo tutti i lettori a far proprio
l‘augurio che Papa Francesco ha
rivolto a studenti ed educatori in
Piazza S. Pietro: “La scuola diventi
la strada che aiuta a maturare la lingua della mente, del cuore e delle
mani… E per favore … per favore,
non lasciamoci rubare l’amore per
la scuola”.
10
UNITA’ PASTORALE
Da un gruppo di solisti a orchestra
Mi auguro che tutti siano al corrente del cammino che le parrocchie della diocesi di Brescia stanno
facendo per un miglioramento del
modo di vivere la pastorale soprattutto in relazione alla sempre più
preoccupante scarsità del clero:
quest’anno ai primi di settembre
contiamo già l’assenza di 16 sacerdoti, pensando che nessuno è
stato ordinato.
Una delle possibili scelte è
quella dell’Unità pastorale. Per non
arrivare all’accorpamento di una
parrocchia più piccola ad una più
grande affidata ad un solo sacerdote si pensa di prepararsi a far sì che
più parrocchie vengano affidate a
due o tre sacerdoti che collaborino
fra di loro. Si sente la necessità di
mettere in sinergia parrocchie vicine per rendere più efficienti le forze a disposizione. La sostenibilità
del ministero va cercata soprattutto
mediante una ritrovata fraternità fra
i preti. E’ una premessa necessaria
perché i sacerdoti imparino a lavorare in squadra.
L’Unità Pastorale richiede a
noi parroci di abbandonare forme
di governo solitario, in alcuni casi
impregnato di protagonismo individuale, per aprirsi ad un nuovo
modo di vivere le relazioni nell’ambito delle azioni pastorali. L’invito
che è emerso anche dal Sinodo
sulle Unità Pastorali del dicembre
2012 è quello di allargare il respiro
della parrocchia tradizionale, tendenzialmente autoreferenziale, e di
approfittare dei mutamenti in atto
per un lavoro missionario nuovo.
Vivere insomma il nuovo scenario della scarsità del clero come
un’opportunità e non come costrizione, per esempio per quanto
riguarda nuove forme di collaborazione tra i sacerdoti, o di vita comunitaria. E’ necessario passare
da un insieme di solisti a una orchestra, investendo più sulle persone che sulle strutture. Il tutto va
fatto, però , con debita accortezza.
E’ chiaro che si farà fatica.
Non solo noi sacerdoti ma anche
le varie parrocchie che dovranno
abituarsi a non più alimentare campanilismi ma a saper collaborare
e partecipare (qualcuno tranquillamente lo fa già per partecipare alla
S. Messa) alle varie proposte che
possono essere realizzate nelle
parrocchie vicine.
Le difficoltà ci sono: soprattutto
pensando alla nostra Unità Pasto-
rale che comprenderà, oltre a Pralboino, anche le comunità di Pavone
Mella, Milzano, Seniga e Comella.
Guardando al male che incontriamo ogni giorno con facilità pensiamo come il demonio, da parte
sua, stia lavorando bene. Ma Gesù
ci ha assicurato che alla fine non
sarà il demonio a vincere ma Cristo
Re. Se guardiamo alle cose della
vita ci accorgiamo che nel mondo
c’è anche tanto bene anche se non
emerge. Significa che con certezza possiamo dire che “Dio sta operando”. Diceva un saggio orientale:
“Fa più rumore un ramo secco che
cade da un albero nella foresta che
tutta la foresta che continuamente
e silenziosamente cresce”.
Per questo dobbiamo essere
fiduciosi e continuare il cammino
(lo stiamo facendo soprattutto con i
Consigli Pastorali) perché abbiamo
ad entrare con la mentalità giusta
nella costituzione della Unità Pastorale.
AUGURI DI FRUTTUOSO APOSTOLATO A DON MASSIMO
Sabato 20 settembre 2014 Massimo Pucci, il seminarista che il Vescovo e il Rettore del Seminario hanno inviato fra noi lo scorso anno,
è stato ordinato diacono. Ora è don Massimo. A lui i migliori auguri perché si prepari al meglio per essere sacerdote e si “comporti
in modo degno del Vangelo di Cristo” come scrive, insieme ai suoi
compagni, nella immaginetta-invito.
Ci è già stato riferito in modo ‘ufficioso’ che anche per questo prossimo anno sarà con noi. Non più solo il sabato sera e la domenica
ma anche per tutta la giornata di venerdì e sabato. Come già ricordato lo scorso anno, don Massimo Pucci è originario della parrocchia di Orzinuovi. Dopo aver conseguito la Maturità presso un Istituto
Tecnico Agrario ed essersi laureato in Giurisprudenza (laura breve),
a 24 anni è entrato in Seminario per l’anno propedeutico e il Corso
Teologico. Negli anni precedenti ha fatto esperienza pastorale e oratoriana nelle parrocchie di Zanano e Flero. Un anno è stato assistente (prefetto) al Seminario Minore e due anni fa è stato impegnato alla
C.V.G. (Comunità delle Vocazioni Giovanili).
Lo scorso anno fra noi gli è servito a conoscerci e, tramite l’esperienza del Grest, ha stabilito un buon rapporto, basato sul rispetto e
la reciproca fiducia, con i ragazzi e gli adolescenti della nostra realtà
locale
Gli auguriamo di vivere ancora un anno spiritualmente fruttuoso
nella nostra comunità per arricchirsi nella esperienza pastorale che
gli servirà nella futura vita sacerdotale.
11
Ognissanti e Commemorazione dei defunti
Al cader delle foglie
Novembre inizia con due celebrazioni importanti, due momenti per
riflettere e ricordare. Il primo del
mese si festeggiano i Santi. Il 2 novembre è il momento di ricordare
chi non c’è più: una giornata ricca
di significati religiosi, che si fondono
con antichi riti e credenze popolari.
Finita la stagione dei frutti copiosi,
con l’autunno che si inoltra, la terra, dopo aver accolto i semi del frumento, entra nel tempo del letargo.
In questo periodo per noi cristiani
si celebrano due feste assai importanti: Ognissanti (1° novembre) e la
Commemorazione dei defunti (2 novembre).
Secoli fa, nelle terre abitate dai
Celti, terre che comprendevano anche l’Italia settentrionale, questo periodo era considerato il Capodanno,
detto “notte di Samhain”. Per cristianizzare la solennità, visto che veniva
celebrata ancora anche all’inizio del
Medioevo con riti pagani, l’episcopato franco istituì il 1° novembre come
festa di Ognissanti. In questo modo,
la Chiesa intendeva cristianizzare la
festa pagana del Capo d’anno del
popolo celtico, che cadeva, come s’è
detto, ai primi di novembre. Di essa
si fece ardente promotore e sostenitore Alcuino (735-804), apprezzato
e ascoltato consigliere di Carlo Magno. Successivamente l’imperatore
Ludovico il Pio, su richiesta di papa
Gregorio IV (827-844) e dietro pressante incitamento dei vescovi locali,
la estese a tutto il regno franco. Ci
vollero però parecchi secoli perché
la festa si diffondesse in tutta l’Europa occidentale. Fu papa Sisto IV, nel
1475, a renderla obbligatoria.
Tuttavia la decisione di festeggiare
tutti i santi, anche quelli sconosciuti,
nasce in Oriente nel II secolo dalla tradizione di commemorare ogni
anno i martiri celebrando presso il
loro sepolcro una messa nell’anniversario del “dies natalis”, cioè nel
giorno della loro morte considerata
come una nuova nascita al cielo.
Nel IV secolo invalse la tradizione
di onorare chi, pur non essendo stato martirizzato, aveva però
“sacrificato”, ossia “reso sacra” la
propria vita con l’esercizio eroico
delle virtù cristiane.
Terminato con l’imperatore Costantino il periodo delle persecuzioni dei cristiani, i fedeli cominciarono ad onorare altre figure di
testimoni della fede come i Padri
del deserto, gli asceti, i fondatori
di monasteri, le vergini, le vedove
consacrate e nel Medioevo a tutti
costoro fu attribuito l’appellativo
di Santi (dal latino “sanctus”, cioè
“sacro, ben accetto alla divinità”).
Il 1° novembre, quindi, si celebra
la morte di tutti i Santi intesa come
assunzione nella comunità divina,
cristianizzando in questo modo
lo spirito pagano del Capodanno
celtico che celebrava la semina
del grano ed esprimeva l’auspicio
di una rinnovata rinascita in primavera. Che i Santi siano come i
chicchi di frumento è una simbologia già nota nelle parole che Gesù
disse ai discepoli Andrea e Filippo: “In verità, in verità vi dico: se
il chicco di grano caduto in terra
non muore, rimane solo; se invece
muore produce molto frutto” (Gv
12,24).
Il giorno successivo, 2 novembre,
secondo una usanza ormai universale, la Chiesa commemora tutti i
defunti.
I cristiani cominciarono ad onorare i propri cari trapassati, che erano
stati sepolti nelle necropoli costruite
lungo le vie consolari, celebrando
una messa davanti al loculo scavato nel tufo in occasione della ricorrenza del giorno della morte.
Nella seconda metà del I secolo
l’usanza era talmente diffusa che la
Chiesa, per porre freno agli abusi,
stabilì che la messa fosse celebrata solo sulle tombe dei martiri e nel
IV secolo proibì anche l’usanza dei
banchetti funebri, rilevando il loro
carattere pagano. Si usava, infatti
(e Prudenzio, poeta e politico romano cristiano (348–413 circa) ne
dà testimonianza), spargere fiori
sui sepolcri, effettuare inopportune
libagioni e spesso, attraverso fori
segue a pagina 12
12
Ognissanti e Commemorazione dei defunti
Foto sopra: Beato Angelico (1395 - 1455), Ognissanti
segue da pagina 11
praticati sui coperchi dei sarcofagi, far gocciolare direttamente sulla
salma latte e miele oppure preziosi
unguenti.
L’avvento delle invasioni barbariche rese insicure le catacombe e
si cominciarono a seppellire i morti
all’interno dei centri abitati, nelle chiese, nei sagrati (il sagrato è,
propriamente, lo spazio consacrato
davanti alla facciata principale di
una chiesa, spesso sopraelevato
di qualche gradino rispetto al livello
della strada. Nell’antichità esso era
il luogo deputato alla sepoltura dei
fedeli cristiani).
La festa della Commemorazione
dei defunti nacque nel Medioevo
ad opera di Sant’Odilone di Cluny
che nel 998 ordinò ai monasteri dipendenti dall’abbazia francese di
far suonare a morte le campane
dopo i solenni vespri del 1° novembre per ricordare ai monaci che dovevano celebrare il rito dei defunti a
cui avrebbe fatto seguito, il giorno
dopo, la messa “pro requie omnium
defunctorum”, un’usanza che ben
presto si diffuse in tutta l’Europa
cristiana e che fu ufficialmente istituzionalizzata da papa Gregorio IV.
Come già detto, fu Papa Sisto IV,
nel 1474, che rese obbligatoria la
solennità in tutta la Chiesa d’Occidente, per celebrare la comunione
tra la Chiesa gloriosa e la Chiesa
ancora pellegrinante e sofferente.
La tradizione vuole che in questo giorno ci si rechi ai cimiteri e si
adornino le tombe soprattutto con
i crisantemi (usanza che giunge
dall’estremo oriente dove questo
fiore è simbolo di immortalità).
Noi, però, diversamente dagli antichi, viviamo questa ricorrenza con
tristezza e mestizia. Dovremmo
forse considerare i cimiteri come
luoghi familiari: essi contengono
le nostre radici perché lì riposa chi
ci ha preceduto trasmettendoci, insieme con la vita, un patrimonio di
affetti, di gesti, di parole, di regole
morali e di tradizioni che noi, a nostra volta, portiamo avanti.
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PELLEGRINAGGI PARROCCHIALI
Santuario dello Zuccarello
E’ bello riscoprire luoghi sconosciuti ma ricchi di tradizione, di spiritualità, di arte.
Il 30 giugno 2014 la meta prescelta è stata il santuario dello Zuccarello a Nembro (Bergamo).
La storia del santuario – Ai piedi
del monte Pedona, che domina la
bassa Valle Seriana, adagiato su
un colle tondeggiante chiamato per
questo Zuccarello, sorge il santuario della Beata Vergine Addolorata,
vanto dei Nembresi.
La sua nascita non è dovuta a
un’apparizione, ma a una privata
devozione che si perde nell’Alto
Medioevo. Dalla sua antica origine
(1374), l’edificio religioso fu ampliato e trasformato a più riprese e, fatto singolare, lassù la Madonna fu
onorata sotto vari titoli.
La devozione a Maria – Molti titoli
sono stati attribuiti lungo gli anni a
Maria, connotando così il santuario
in modi diversi: da Maria Immacolata delle Grazie a Maria Madre
della Misericordia, a Maria Beata
Vergine Addolorata, a santuario
della Natività, a Maria Madonna
della Neve.
Ma forse il più appropriato è il richiamo del santuario della Beata
Vergine Addolorata. Infatti nel 1500
si andava diffondendo la devozione all’Addolorata, immortalata nel
1498 dal grande Michelangelo nelle sue celeberrime Pietà.
L’ignoto autore dell’affresco la
dipinse sulla parete principale e,
per non coprire troppo l’affresco
precedente, usò un accorgimento
che rende unica la Pietà dello Zuccarello: la Madonna sorregge Gesù
con il braccio sinistro e non con il
destro, che tiene invece disteso per
indicarci, così dice la scritta posta
in calce, quanto per noi ha sofferto.
Natura e spiritualità – A monte
della chiesa, per valorizzare di più
il santuario, è stato realizzato un
centro di spiritualità.
In ambienti da anni abbandonati e inagibili, si sono ricavati
due saloni e tre salette per gruppi
alla ricerca dei valori dello spirito.
L’ingresso della chiesa, inoltre, è
stato arricchito di un ampio ter-
razzo, ricavato dalla copertura dei
nuovi ambienti di accoglienza, che
fa da sagrato, dal quale si gode
una vista incantevole sulla bassa
Valle Seriana, con la visuale anche
di Bergamo Alta.
Il nostro pellegrinaggio – Accompagnati da un clima gradevole
(l’aria buona della collina, immersa
in un verde lussureggiante) abbiamo trascorso un pomeriggio ideale
in preghiera e in fraternità. Momenti
salienti sono stati la recita del santo
rosario, la esauriente presentazione della località da parte del cappellano, la celebrazione eucaristica, resa più intensa e significativa
dai dipinti di pregevoli fattura sui
muri interni del santuario. Non è
mancato il particolare ricordo per la
nostra comunità, affidando a Maria
soprattutto i nostri ammalati.
Ritorno - Prima di lasciare quell’
incantevole posto, abbiamo vissuto
tutti insieme il tradizionale momento conviviale. Un grazie veramente
di cuore a Rosy e a chi ha contribuito al buon esito di questo pellegrinaggio parrocchiale.
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PELLEGRINAGGI PARROCCHIALI
Sotto il Monte - Giovanni XXIII
Un numeroso gruppo ha partecipato, martedì 16 settembre 2014,
al pellegrinaggio avente come
meta “Sotto il Monte”, località ben
conosciuta per aver dato i natali al
papa Giovanni XXIII.
Da quando egli è stato proclamato “santo”, si segue un itinerario
preparato appositamente e la visita
si svolge in quattro momenti:
1- Approfondimento della conoscenza della vita di Papa Roncalli
attraverso la proiezione di cinque
video, predisposti in ambienti separati uno dall’altro, per cogliere i momenti essenziali della sua infanzia,
della sua vocazione ed ordinazione
sacerdotale, della sua formazione
teologica a Roma, del suo impegno
come nunzio apostolico e della sua
elezione al Pontificato. Tutti i partecipanti seguono in silenzio i filmati,
che coinvolgono emotivamente ma
che diventano anche fonte ed ispirazione di preghiera.
2- Visita alla casa natale. Custodita con cura e devozione dai Padri del PIME, è il luogo che ci fa
rivivere le origini povere, ma nello
stesso tempo piene di umanità e di
profonda fede, che hanno permes-
so ad Angelo Roncalli di crescere
e di educarsi nella più profonda e
vera religiosità cristiana della civiltà contadina, fortemente attaccata
alla terra ma con gli occhi rivolti al
cielo.
3- Il cammino continua con la visita ad altri luoghi che riportano alla
mente il lungo percorso di vita di
papa Giovanni XXIII, in particolare
la stanza degli ex-voto, a dimostra-
zione della devozione di tutti coloro
che, tramite la sua intercessione,
hanno ottenuto “grazie”, e la stanza dei fiocchi, ambiente molto suggestivo per la testimonianza delle
mamme che, affidandosi alla sua
intercessione, hanno avuto la gioia
di generare figli.
4- La celebrazione eucaristica,
partecipata con intensità e in comunione spirituale di preghiera da
parte di tutti noi con il santo Papa,
così caro alla nostra devozione, ha
concluso il pellegrinaggio.
Molto attesa ed apprezzata, come
sempre, è stata la merenda condivisa in serenità ed allegria, come
segno di fraternità. Da parte di tutti
i partecipanti un grazie particolare
a Rosy ed amiche per le squisite
torte.
A conclusione del bel pomeriggio,
ci piace condividere una riflessione:
“la vita e gli insegnamenti di questo
grande uomo, sacerdote, vescovo
e papa, sono il segno tangibile di
una Chiesa pellegrina nel mondo.
Sostare in questo luogo così bello
e rivedere la propria vita sotto la
lente di ingrandimento di un uomo
divenuto Papa per volontà di Dio,
significa fare un viaggio dentro il
nostro cuore, un viaggio di conversione e di amore”.
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Libri per la mente e per il cuore
Consigli di lettura
Un seme, per diventare fiore, ha bisogno di essere seminato, atteso, curato.
Un incontro, per diventare amore, ha bisogno di tempo, di pazienza , di delicatezza.
Un uomo, per diventare uomo, ha bisogno di una vita.
1 - Rosario Carello, I racconti di
Papa Francesco, Ed. San Paolo.
Una biografia originale di Papa
Francesco, composta da 80 aneddoti, in ordine alfabetico, che inizia
con A di abbigliamento e termina
con Z di zii.
Ottanta piccole storie, tutte con
protagonista Papa Francesco, per
raccontare dove nascono il coraggio, la simpatia, la coerenza, la forza, la fede dell’uomo chiamato nel
2013 a guidare la Chiesa.
Ottanta piccoli racconti di vita, che
ci aiutano a capire le scelte di Papa
Francesco: la povertà, la sobrietà,
il rigore personale, la tenerezza, la
vicinanza alla gente.
Storia dopo storia, un viaggio avvincente che getta una nuova luce
su una delle personalità più folgoranti del secolo: Jorge Mario Bergoglio.
Il Papa, nei suoi messaggi, dimostra come sappia usare le parole:
ha il dono infatti di inventare immagini e costruire metafore che sono,
nello stesso tempo, eleganti e popolari, cariche di significato e semplici da ricordare.
Alla lettera I di immagini, l’autore
ne propone alcune:
- Una carezza nella notte: in
mezzo alla “notte”, alle tante “notti”, ai tanti peccati che noi facciamo
c’è sempre quella carezza del Signore che ci fa dire: “Questa è la
mia gloria”.
- Le lacrime? Sono occhiali: a
volte nella vita gli occhiali per vedere Gesù sono le lacrime.
- Turbolenza spirituale: nei tempi di turbolenza spirituale il posto
più sicuro è sotto il manto di Maria.
- Chiesa babysitter: se annunciamo Gesù con la nostra vita, la
Chiesa diventa una madre che genera figli; ma quando non lo faccia-
mo, la Chiesa diventa non madre,
ma babysitter, che cura il bambino
per farlo addormentare.
- Un dio spray: in quale Dio crediamo? Un “dio diffuso’’, un “dio
spray”, che è un po’ dappertutto
ma non si sa che cosa sia? Noi
crediamo in Dio che è Padre, che è
Figlio, che è Spirito Santo.
- Gesù non è una tintoria: il confessionale non è una tintoria; è un
incontro con Gesù, con quel Gesù
che ci aspetta, ma ci aspetta come
siamo.
- Cristiani da museo: il sale ha
senso quando si usa per insaporire i cibi. Ma se il sale rimarrà nella
saliera, esso perderà la sua forza
e noi diventeremo cristiani da museo, incapaci di dar sapore alla
nostra vita e a quella del prossimo
con la Grazia ricevuta tramite i Sacramenti.
Per concludere: un testo semplice, ma ricco di spunti per la riflessione personale e comunitaria,
finalizzata ad un cammino sempre
più evangelico.
2 - Barbara Pandolfi, Armida Barelli, una donna oltre i secoli, Editrice Ave
Il libro presenta la vita di Armida
Barelli come un ininterrotto cammino di fede e di attenzione alle sollecitazioni e alle sfide della storia.
Un cammino interiore lungo e
affascinante, che si è intrecciato
con il suo cammino esteriore, fisico, instancabile, su ogni mezzo di
trasporto, sotto il cielo azzurro di
Lombardia e le bombe di due guerre mondiali; attraverso città e paesi
italiani “dall’Alpe nevosa all’isola
ardente”.
Un cammino che ha attraversato
due secoli, che le ha permesso di
raggiungere migliaia di persone,
soprattutto giovani, per portare a
tutti l’annuncio del Regno.
Un cammino mai solitario, ma
condiviso, da “sorella maggiore”,
che rimane per noi testimonianza perenne di un tratto importante
della storia del movimento cattolico
italiano.
Armida Barelli amava la vita, il
mondo, la bellezza. Amava i bam-
segue a pagina 16 →
16
Libri per la mente
e per il cuore
← segue da pagina 15
bini, le persone, gli incontri, l’amicizia. Amava le creature con tutti i
doni che Dio le aveva dato, con la
sua viva intelligenza, la sua forza di
volontà, il suo grande cuore.
Amava Dio che è Amore e che per
amore si è fatto uomo e ha vissuto
in mezzo agli uomini fino a dare tutto sé stesso, fino alla morte di croce per la salvezza di tutti.
E’ questa grande passione per la
vita che la condurrà ad uscire dal
suo mondo ricco e borghese per
avvicinarsi prima ai poveri, a coloro
che cercano Dio, e poi ai giovani,
alle giovani donne in particolare.
Così fonda la Gioventù Femminile
di Azione Cattolica (1918).
Con padre Gemelli, Olgiati e Necchi, dà vita nel 1921 all’Univerità
Cattolica del Sacro Cuore e nel
1929 inizia l’Opera della Regalità di
nostro Signore Gesù Cristo, avente il compito di avvicinare il laicato
cattolico alla liturgia.
La sua figura si staglia “tra due
secoli, anzi tra due ere della civiltà
della donna: l’era della sottomissione più o meno incondizionata e
l’era dell’autonomia economica e
giuridica”, scrive Maria Sticco.
Certamente la venerabile Barelli
ha speso la vita con passione al
servizio del Regno di Dio ed è un
esempio per tutti i cristiani, ma in
particolare per ogni donna desiderosa di spendere la sua vita per
Dio e per gli altri. I suoi cammini di
formazione e missione per i laici
meritano ancora oggi di essere conosciuti e messi in atto.
3 - Albert Espinosa, Braccialetti
rossi, Salani Editore
E’ un libro unico nel suo genere,
perché in esso l’autore fa il resoconto di dieci anni di malattia, vissuti nell’incertezza della guarigione
e a contatto con tanti altri compagni, con i quali condivide con coraggio momenti di grave sconforto,
ma anche di vera amicizia.
Albert Espinosa ha compiuto un
miracolo: malato di cancro per dieci anni, è riuscito a guarire trasformando il male in una grande esperienza.
A ben vedere, è lui stesso miracolo, perché capace di contagiare gli
altri con la sua vitalità.
In questo libro esemplare racconta la sua giovinezza segnata dal
male: più di un diario, più di una testimonianza, è una raccolta di tutto
ciò che la sua condizione gli ha insegnato.
E non c’è niente di astratto o dolente in queste pagine, ma la semplice volontà di mettere in pratica
tutta la bellezza di quelle lezioni:
come capire all’improvviso che
perdere una parte di sé non è sottrazione di vita, ma l’occasione per
guadagnarne di più.
In ventitré capitoli, che non a caso
vengono chiamati “scoperte”, l’autore mostra come unire la realtà
quotidiana ai sogni più segreti,
come trasformare ogni istante di
vita, anche il più cupo, in un momento di gioia.
Albert Espinosa, nato a Barcellona nel 1973 e laureato in ingegneria
chimica, è uno dei più noti scrittori,
registi e autori di teatro spagnoli
contemporanei.
VIVA IL “LATINORUM”
Sono moltissime le parole che,
senza che noi ce ne accorgiamo,
fanno irruzione nel nostro lessico
quotidiano
Chi sa più parlare latino? E’ una
lingua dei nostri avi lontani, dalla quale è nata la nostra, e che in
qualche modo ci appartiene; ma
nessuno di noi si sogna di dire che
può abitualmente parlare latino. Eppure, più spesso di quanto ci rendiamo conto, noi parliamo latino.
Per ottenere un lavoro presentiamo un curriculum, o, per usare
l’espressione completa, il nostro
curriculum vitae, che il latino significa appunto il corso della nostra vita
(curriculum, diminutivo di currus,
carro, significava oltre che piccolo
carro, anche corso, carriera).
Per verificare il consenso del popolo su una legge si indice un referendum. In latino la forma completa
era convocatio ad referendum, cioè
convocazione per riferire, sottinteso, la propria scelta.
E’ possibile che ci capiti di scrivere un memorandum, che in latino significa cosa da ricordare, dal verbo
memorare, appunto.
Se ci preoccupa la tintarella, niente di meglio di un solarium, che
anche per tanti latini era un luogo
esposto al sole.
Fin dal Cinquecento usiamo il lapis, parola (che in latino significa
pietra) con riferimento alla grafite
che è contenuta all’interno di quel
cilindretto o bastoncello per scrivere e disegnare che chiamiamo anche matita.
Pure la parola album è latina, e ci
arriva attraverso la Germania del
Settecento, dove le fanciulle usavano tenere un libro dalle pagine
bianche (bianco, album in latino)
per la raccolta di ricordi, di versi e di
autografi augurali.
Anche ala è una parola latina, e
così anima, aquila, audio, video,
monitor, basilica, corona, gratis,
idea, gloria, mollìca, pro memoria
e tantissime altre; e se scivoliamo
in politica, par condicio, casus belli,
ad personam, moratoria, iter, bonus, ultimatum, super partes… E’
proprio vero, siamo figli dei latini.
Viva il “latinorum”.
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ANGOLO DELL’ORATORIO
Grest 2014 - Fototeca
La parola Grest sta per Gruppo Estivo o anche Grande Estate. Un’esperienza estiva che è stata vissuta anche
quest’anno come un momento di crescita da parte dei ragazzi e dei bambini delle elementari e delle medie insieme con don Massimo e gli animatori. Un’esperienza che i partecipanti ci vogliono raccontare per... immagini!
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ANGOLO DELL’ORATORIO
Arrivano i santi in stile “manga”
Che santo è? Mostra di cartoline e ‘santini’ per far conoscere i santi
In oratorio nei giorni di S. Flaviano
è possibile visitare una nuova ‘mostra’. Ancora di cartoline ma anche ‘santini’. Due anni fa abbiamo
potuto ammirare la cartoline della
‘repubblica dei ragazzi’ e lo scorso
anno quelle della città di Brescia.
Quest’anno si tratta di tre serie di
cartoline che illustrano le figure dei
santi ‘in stile manga’, cioè simile
alle figure dei cartoni animati giapponesi tanto cari ai nostri ragazzi.
E’ l’occasione per avvicinare i ragazzi, e non solo loro, all’iconografia dei santi.
“I ragazzi di oggi non sanno più
riconoscere i santi, guardano solo
i cartoni animati”. Questa frase del
pittore don Renato Laffranchi ha
ispirato Paolo Linetti nel 2008 a
realizzare il progetto: “Che santo
è?” con tre serie di cartoline ed ora
sfociato anche nella realizzazione
di un libro illustrato con 185 figure
di santi, che pure potrete vedere
alla mostra ed eventualmente acquistare.
Il nostro Vescovo, Mons. Luciano
Monari nel presentare la serie dei
‘santi in stile manga’ ha detto che
“nel cammino di ogni persona sono
fondamentali le figure di riferimento. E spesso le figure di riferimento
per i ragazzi non sono chiare o del
tutto positive, perché nella nostra
società se una persona ha successo diventa un modello. I Santi, senza dubbio, sono modelli positivi.
Possono sembrare fuori del nostro
tempo, anche se hanno atteggiamenti validi ancora oggi: diventa,
allora, fondamentale far vedere
la modernità dei Santi e uno stile
come quello ‘manga’ può aiutare”.
Riconoscere i santi nell’arte, conoscere la loro storia è un compito
molto difficile anche per gli addetti
ai lavori. “Che santo è?” è un vero
e proprio manuale di iconografia,
serio e accurato, ma realizzato con
il linguaggio dei fumetti. In ogni car-
Nelle foto: copertina del libro, Sant’Andrea, i quattro evangelisti
tolina è raffigurato un santo (in stile
manga) mentre sul retro viene presentato il significato del suo nome,
la storia, la festività del santo, il suo
patronato, spiega come riconoscerlo grazie agli attributi e descrive la
categoria di appartenenza secondo
il Messale Romano. Nella nostra
mostra in oratorio vedremo il santo anche in immagini tradizionali: i
cosiddetti ‘santini’. Questo progetto ha ottenuto il patrocinio del Mi-
nistero dell’Istruzione Università
e Ricerca. E’ stato realizzato sotto le revisione del prof. Giuseppe
Fusari, docente di Iconografia e
Iconologia dell’Università Cattolica
di Brescia e molte ‘schede’ sono
state realizzate dai superiori degli
ordini religiosi che fanno riferimento al santo. I disegni sono opera di
Daniela Boselli, Lucia Botta, Sara
Dalena, Francesca Uberti, Michela
Nava e Barbara Apostolico.
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Festa degli anniversari
di matrimonio 2014
Il 7 settembre abbiamo celebrato
la festa degli anniversari di matrimonio. Sono trascorsi 15 anni da
quando l’Associazione Genitori,
in accordo con la Parrocchia, ha
promosso questa iniziativa comunitaria e questo è stato un anno
del tutto particolare in quanto mai
era capitato di avere tre coppie che
festeggiassero il 65°, due coppie il
60°, otto coppie il 55° e nove coppie
il 50°. Per vari motivi, è logico che
non tutti abbiano potuto essere presenti ma lo erano certamente nelle
nostre preghiere. Nella semplicità
della cerimonia, presieduta da don
Carlo ed accompagnata dai canti
del nostro “Coretto“, abbiamo ricordato che il sacramento del matrimonio è segno dell’amore di Cristo
per la sua Chiesa, segno di fedeltà,
fonte di grazia e forza nelle difficoltà quotidiane.
Accanto alle coppie più anziane vi
sono state le giovani coppie, quasi
tutte presenti ma purtroppo poche
perché pochi sono stati i matrimoni negli ultimi anni. Per fare scelte
definitive, in un mondo che sa tutto di provvisorio, ci vuol davvero
coraggio! Ed è stato bello vedere
questi giovani accanto agli anziani:
hanno avuto l’esempio che si può
trascorrere una vita intera insieme alla persona scelta ed amata.
Anche a questo serve celebrare in
comunità la festa degli anniversari
di matrimonio.
Dopo le foto di rito, sempre ge-
nerosamente offerte all’A.Ge. da
“Fotostudio Cappelli”, è stato proposto un rinfresco-aperitivo a tutte
le coppie partecipanti nel Palazzo
Comunale.
Ringrazio veramente di cuore tutte le persone che, con il loro lavoro
silenzioso ma determinante, hanno
contribuito alla bella riuscita della
celebrazione.
Il Presidente dell’A.Ge. A. Decca
20
Bilancio Parrocchiale
DALLA CASSA ORDINARIA
Giugno 2014
Entrate: elemosine (festive): 750,48 – elemosine della settimana: 813,69 – candele: 565,58 – dagli ammalati:
655,00 – P. Pio (e cassette varie): 19,88 – Rimborso Enel: 116,60.
Uscite: enel: 544,83 – metano: 1.054,57 – telefono: 106,14 – acqua: 102,28 – ai sacerdoti: 120,00 – liturgia
(fiori, particole, vino): 30,00 – bollettino di Pasqua con spedizione: 1.096,00 – inviti festa 1° maggio: 85,28 –
confessore: 250,00.
Luglio 2014
Entrate: festive: 738,50 – settimana: 577,62 – sacramenti: 750 – rimborso enel: 298,84 – candele: 895,60 – P.
Pio: 28,93.
Uscite: enel: 385,35 – metano: 98,12 – liturgia: 205,00 – ferramenta: 130,00 – cera: 1.360,00 – ai sacerdoti:
120,00.
Agosto 2014
Entrate: festive: 1.163,27 – settimana: 618,13 – candele: 744,56 – sacramenti: 1.000,00 – P. Pio: 31,66.
Uscite: enel: 133,08 – confessore: 120,00 – ai sacerdoti: 120,00 – carta, matrici, inchiostro e varie: 286,00.
Dal 1 giugno al 31 agosto 2014
DALLA CASSA STRAORDINARIA
Entrate: (Buste della seconda domenica di) giugno: 764,19 – di luglio: 813,95 – di agosto: 847,81 – Offerte (a
mano o in urna della chiesa da €.: 20,00 (1) – 50,00 (1) – da 100,00 (2) – da 300,00 (3) – da 1.000,00 (2) da
1.500,00 (1) – pesca e lotteria di S. Anna: 413,50 – da un gruppo di donne della palestra: 275,00 – Prato ‘Tessere’: 100,00 – Interessi e cedole: 400,85 – Pellegrinaggio alla Madonna dello Zuccarello: 190,00. Per un totale
di euro: 7.475,30 =
Uscite: Rate del Mutuo di giugno: 3.477,39 – di luglio: 3.467,25 – di agosto: 3.461,13 – Mutuo ‘Fin-Lombarda’ per mobili: 1.941,96 – Per la nuova campana: 8.220,35 – nuovo amplificatore per la chiesa parrocchiale:
2.400,00 – confessionale: 400,00 – Televisore per lotteria: 500,00. Per un totale di euro: 23.868,08.
Il debito residuo del mutuo del tetto (era di € 400.000,00) al 31.08.2014 ammonta a € 300.006,88= e quello
per i mobili (il prestito era di € 40.000,00 di cui € 10.000,00 a fondo perduto) resta di € 25.245,54=
Anagrafe parrocchiale
SONO DIVENTATI CRISTIANI NEL BATTESIMO
Battezzati il
06 – Isabella Filippini di Andrea e di Monica Farina
07 – Aurora Rosetta Agrò di Giuseppe e di Maria Vittoria Rizzo
14.09.14
14.09.14
SI SONO UNITI IN MATRIMONIO
Roberto Bulgari con Alessandra Gatti 30.08.14
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I NOSTRI MORTI
11 - Giuseppina Losio
di anni 79
† 13-07-2014
“O Dio concedi a questi nostri defunti, fratelli nella fede, il perdono di tutti i peccati, perché ottengano la misericordia e la
pace che hanno sempre sperato”. Requiem aeternam...
08 - Paola Comincini
di anni 79
† 04-07-2014
09 - Giovanna Filippini
di anni 75
† 06-07-2014
10 - Caterina Gualtieri
di anni 78
† 12-07-2014
12 - Armando Guerrini
di anni 96
† 21-07-2014
13 - Carlina Mor
di anni 87
† 26-07-2014
14 - Francesco Martini
di anni 89
† 06-08-2014
Anniversari di morte dei nostri cari
15 - Francesco Migliavacca
di anni 79
† 17-08-2014
Flora Molinari ved. Mor
di anni 92
† 04-08-2014 - Brescia
Guido Azzini
† 24-11-2000
Antonia Filippini
† 16-09-2012
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CALENDARIO PASTORALE - LITURGICO
DELLA PARROCCHIA “SANT’ANDREA”
OTTOBRE 2014
Mer. 01 memoria di S. Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa
Gio. 02 memoria dei Santi Angeli Custodi
ore 16,30 – S. Messa in parrocchiale – Sono attesi in particolare i nonni e i loro nipotini.
Ven. 03 Primo venerdì del mese
ore 15,00 Adorazione e Benedizione eucaristica (al Suffragio)
Sab. 04 festa di S. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia
ore 09,00 – S. Messa nella chiesa parrocchiale
ore 17,00 – Benedizione degli animali in oratorio
Mar. 07 Memoria della B. Vergine Maria del S. Rosario
Gio. 09 Inizio della preparazione alla solennità patronale di S. Flaviano
ore 09,00 S. Messa nella chiesa parrocchiale (riflessione)
ore 16,30 Confessioni alla Casa di Riposo
Ven 10 ore 09,00 S. Messa nella chiesa parrocchiale (riflessione)
Sab. 11 Memoria di san Giovanni XXIII, papa
ore 09,00 S. Messa nella chiesa parrocchiale (riflessione)
ore 18,00 S. Messa inizio delle festività di S. Flaviano (vedi programma in ultima pagina)
Mer. 15 Memoria di S. Teresa d’Avila
Gio. 16 Memoria di S. Margherita Maria Alacoque
Sab. 18 festa di S. Luca, evangelista
Dom. 19 88° Giornata Missionaria Mondiale
Solennità nell’anniversario di Consacrazione della chiesa parrocchiale
ore 11,00 S. Ritiro dei cresimandi in oratorio
ore 15,00 Incontro coi genitori e padrini dei cresimandi
Mer. 22 Memoria di san Giovanni Paolo II, papa
Gio. 23 Memoria di S. Giovanni da Capestrano (secondo alcuni storici ha predicato a
Pralboino e ha ottenuto dai Gambara il terreno per costruire S. Maria degli Angeli)
Ven. 24 ore 20,30: Confessioni per cresimandi, padrini e familiari (in chiesa parrocchiale)
Sab. 25 S. Confessioni (dalle ore 15,30) per ragazzi, giovani e adulti
ore 02,00: cambio orario – dall’ora legale all’ora solare
Dom. 26 Domenica XXX del Tempo Ordinario
ore 10,30 Celebrazione del Sacramento della Confermazione e Prime Comunioni
(Celebra S. Ecc. Mons. A. Vincenzo Zani)
Mar. 28 Festa dei Santi Simone e Giuda, apostoli
Ven. 31 ore 09,00 S. Messa - Non c’è la S. Messa prefestiva delle ore 18,00
NOVEMBRE 2014
Sab. 01 Solennità di Tutti i Santi
ore 08,00 S. Messa
ore 10,00 S. Messa solenne
ore 15,00 S. Messa al cimitero
Non c’è la S. Messa vespertina
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CALENDARIO PASTORALE - LITURGICO
DELLA PARROCCHIA “SANT’ANDREA”
Commemorazione di tutti i fedeli defunti
ore 09,00 S. Messa in parrocchia per gli Iscritti al Sacro Triduo
ore 10,00 S. Messa in parrocchia per tutti i nostri sacerdoti defunti
ore 15,00 S. Messa al Cimitero per tutti i defunti
Non c’è la S. Messa vespertina
Memoria di S. Carlo Borromeo
Memoria del B. Sebastiano Maggi, sacerdote
Primo venerdì del mese
ore 15,00 Adorazione e Benedizione eucaristica (al Suffragio)
Dom. 09 Dedicazione della Basilica Lateranense
Giornata mondiale del ringraziamento – Raccolta di S. Martino
ore 10,00 S. Messa e benedizione delle macchine agricole
Lun. 10 ore 09,00 Ufficio funebre in suffragio di don Paolo Barchi (7° anniversario di morte)
Ven. 21 Memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria
Sab. 22 S. Cecilia, vergine e martire
Dom. 23 Solennità di Gesù Cristo, Re dell’universo
ore 10,00 S. Messa solenne - ore 17,00 Vespri e atto di consacrazione a Cristo Re
Mar. 25 Memoria di S. Caterina d’Alessandria
Sab. 29 Solennità di S. Andrea apostolo (titolare della nostra Chiesa)
ore 09,00 S. Messa – Inizio della Novena dell’Immacolata
Dom. 30 Prima domenica di Avvento
Dicembre 2014
Mer. 03 Memoria di S. Francesco Saverio, sacerdote missionario
Ven. 05 Primo venerdì del mese
ore 15.00 Adorazione eucaristica al Suffragio
Dom. 07 Seconda Domenica di Avvento
dalle ore 07.30 alle ore 11 – possibilità delle S. Confessioni
Lun. 08 Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Ven. 12 ore 09.00 Ufficio funebre in suffragio di don G. Persavalli (28° anniversario di morte)
Sab. 13 Memoria di S. Lucia, vergine e martire
Dom. 14 Terza Domenica di Avvento
Lun. 15 Memoria di S. Maria Crocifissa di Rosa, vergine
ore 09.00 S. Messa in suffragio delle suore Ancelle passate fra noi
Mar. 16 Inizio della Novena del S. Natale
Ven. 19 dalle ore 09,00 S. Confessioni
Dom. 21 Terza Domenica di Avvento
Lun. 22 ore 09.00 Ufficio funebre in suffragio di don Emilio Treccani (3° anniversario di morte)
ore 16,30 S. Confessioni alla Casa di riposo
Mer. 24 ore 09,00 S. Messa (con possibilità in mattinata delle Confessioni)
dalle ore 15,00 alle ore 19,00: S. Confessioni
Gio. 25 Solennità del Natale del Signore
Dom. 02
Mar. 04
Ven. 07
SOLENNITÀ PATRONALE DI S. FLAVIANO
DOMENICA 12 OTTOBRE 2014
CONFESSIONI (in questi orari è sempre presente anche un sacerdote forestiero)
Giovedì 09:
Venerdì 10:
Sabato 11:
Domenica 12:
ore 09,40
ore 16.30
ore 09,40
ore 16,30
ore 20,30
ore 09,00
ore 15,30
ore 08,00
adulti e anziani
casa di riposo
adulti e anziani
ragazzi elementari e medie
adolescenti e giovani
adulti e anziani
per tutti (fino alle ore 19,00)
fino alle ore 11,00 PREPARAZIONE
Giovedì 09: ore 09,00 S. Messa con riflessione (don Arturo Balduzzi - Gottolengo)
Venerdì 10: ore 09,00 S. Messa con riflessione “
Sabato 11: ore 09,00 S. Messa con riflessione “
FESTE PATRONALI
Sabato 11:
ore 18,00 Scoprimento dell’urna del S. Patrono - S. Messa solenne
Dom.
FESTA DI SAN FLAVIANO
12: ore 08,00 S. Messa
ore 10,30 S. Messa solenne (condecorata dalla nostra Schola Cantorum)
celebrata da P. Antonio Papa, Superiore Generale per 10 anni dei Padri
Canossiani di Verona.
ore 18,00 S. Messa
Lunedì
Seconda festa di S. Flaviano
13: ore 10,30 S. Messa celebrata da Mons. Gianfranco Mascher, Vicario
Generale della diocesi di Brescia. Concelebranti i sacerdoti della zona, i
sacerdoti nativi e quanti hanno svolto il ministero a Pralboino.
ore 18,00 S. Messa e coprimento dell’urna del Santo patrono.
Nei giorni delle festività patronali:
- nell’aula vicina alla canonica è allestito un mercatino di beneficenza. Il ricavato sarà utilizzato per il consistente debito dovuto alla sistemazione del tetto della parrocchiale;
- presso l’oratorio è possibile visitare una rassegna di cartoline di santi in stile ‘manga’
accompagnati da ‘santini’ vari della nostra tradizione;
- il libro “Che santo è?” - Iconografia dei santi in stile “manga” sarà disponibile per l’acquisto. Il prezzo del volumetto è €15.00. Il ricavato sarà a beneficio dell’oratorio.