NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA DI S. ANDREA APOSTOLO IN PRALBOINO (BS) - OTTOBRE 2014 ROMA: PAPA PAOLO VI SARÀ BEATIFICATO IL 19 OTTOBRE 2014 2 SOMMARIO ● La parola del Parroco “Un nuovo anno di attività pastorale” 3 ● La parola del Papa “Si possono amare i nemici?” 4 ● La parola del vescovo “Maria appare all’ora stabilita” 5 ● Testimoni della fede “San Francesco” “Beatificazione di Paolo VI” 6 7-8 ● A.I.M.C. “Educazione oggi e domani: una passione che si rinnova 9 ● Unità pastorale “Da un gruppo di solisti a orchestra” “Auguri a Don Massimo” 10 10 ● Ognissanti e commemorazione dei defunti “Al cader delle foglie” 11-12 ● Pellegrinaggi parrocchiali “Santuario della B. V. dello Zuccarello” “Sotto il Monte - Giovanni XXIII” 13 14 “B. Pandolfi, Armida Barelli, una donna oltre i secoli ” “A. Espinosa, Braccialetti rossi” ● Viva il “Latinorum” 15-16 16 16 ● Angolo dell’oratorio “Grest 2014 - Fototeca” “I santi in stile manga” 17 18 ● A.Ge. “Festa degli anniversari di matrimonio” 19 ● Bilancio parrocchiale 20 ● Anagrafe parrocchiale 20-21 ● Calendario liturgico e pastorale 22-23 ● Festività patronale di San Flaviano 24 Visita il sito della Parrocchia Sant’Andrea Apostolo di Pralboino: www.parrocchia.pralboino.net ● Libri per la mente e per il cuore “R. Carello, Racconti di papa Francesco” 15 Nella foto di copertina: Papa Paolo VI sarà beatificato il 19 ottobre 2014 a Roma Contributo normale: Contributo sostenitore: Contributo benemerito: € 15,00 € 25,00 € 50,00 Facciamo appello per una maggiore generosità a coloro che ricevono il Bollettino per posta e li invitiamo alla puntualità del versamento del contributo che vorranno elargire tramite Conto Corrente Postale n° 11945250 intestato a: Parrocchia S. Andrea Apostolo 25020 Pralboino Autorizzazione del Tribunale di Brescia n° 35/1990 del 14 luglio 1990 Direttore responsabile: Gabriele Filippini Direzione e redazione: Parrocchia S. Andrea Apostolo, Pralboino Via XX Settembre, 25020 Pralboino (Bs) Tel. 030 954174 . C.F.88005710178 Stampa: Tipo-Lito F.L. (Pralboino) Via Gatti n. 9 3 La parola del parroco Un nuovo anno di attività pastorale Iniziando il nuovo anno pastorale ci attende un avvenimento particolare oltre la Festa patronale di S. Flaviano: la Beatificazione di Papa Paolo VI. Il periodo delle vacanze ha impedito una efficace preparazione all’avvenimento. Per questo il nostro Vescovo ha indetto per la nostra diocesi l’Anno Montiniano (dal 19 ottobre 2014, data della Beatificazione, all’8 dicembre 2015, cinquantesimo dalle conclusione del Concilio Vaticano II). Durante l’anno vogliamo essere attenti alle sollecitazioni della Chiesa universale che per quest’anno propone il tema della vita consacrata a Dio. Il nostro Vescovo nella lettera pastorale dice quanto sia “importante, in questo momento della nostra storia, cercare di capire e di vivere nel modo migliore questo straordinario dono di Dio al mondo. La diminuzione delle vocazioni di speciale consacrazione è chiaramente il segno della fatica che la nostra fede fa ad affermarsi nella società contemporanea. La vita consacrata, infatti, manifesta nel modo più chiaro la trascendenza della fede rispetto al mondo e agli interessi del mondo… stiamo diventando ‘mondani’…”. Quanto sarebbe importante nella nostra comunità avere ancora, come nel passato, la presenza di ‘consacrati/e’ che ci portino con la loro presenza testimonianza di ‘religiosità’. L’anno che iniziamo sarà un periodo nel quale saremo chiamati a riflettere anche sul valore e sulla forma della famiglia nel mondo. Dal 5 al 19 ottobre 2014 si terrà in Vaticano il Sinodo dei Vescovi che ha come tema : “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. La famiglia è e deve diventare sempre più il soggetto primo della trasmissione della fede “e si capisce bene, scrive Mons. Luciano Monari, quanto questo obiettivo sia Sinodo dei vescovi sulla Famiglia (Roma 5 - 19 ottobre 2014) difficile nel contesto della cultura attuale… La nostra azione pastorale avrà molto da fare per giungere a sostenere le famiglie nel loro cammino di fede e di amore. Dal Sinodo dei Vescovi attendiamo indicazioni che orientino la nostra riflessione e il nostro impegno”. La Chiesa italiana si sta preparando inoltre al 5° Convegno ecclesiale che si terrà a Firenze nel novembre 2015 sul tema: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Sarà un’altra occasione per vedere il nostro impegno di Chiesa che cammina sulle strade dell’uomo e che proprio per questo trova modo di presentarsi, come diceva Paolo VI, “esperta in umanità”. Parteciperemo allo sforzo della Chiesa bresciana nel verificare il nuovo modo di vivere la catechesi e quindi l’andamento dell’I.C.F.R. dopo questi anni di sperimentazione. Non c’è possibilità per i nostri ragazzi di crescere nella fede se questa non è vissuta e sperimentata in famiglia. Spiace che qualche genitore pensi di poter delegare alla parrocchia, come era possibile nel passato, la preparazione ai sacramenti. Le situazioni sono cambiate perché non si può più dare per scontata le fede nel contesto delle nostre famiglie. Non c’è più il ‘contesto cristiano’ del passato. Ne è conferma il sostanzioso ‘abbandono’ del catechi- smo e della pratica religiosa, Santa Messa compresa, dei ragazzi dopo la Cresima. “Come tutte le cose umane – scrive il Vescovo – anche l’ICFR ha bisogno di verifica, di revisione, di correzione, di arricchimento. A questo tende l’inchiesta che abbiamo impostato e alla quale spero vorranno rispondere in molti. Abbiamo bisogno di pareri, di suggerimenti, di proposte per trovare le vie più efficaci del Vangelo oggi”. Questa ricerca sarà effettuata con l’aiuto dell’Università Cattolica perché sia il più scientifica possibile. Con Pavone Mella, Milzano, Seniga e Comella continueremo a confrontarci circa il progetto di costituirci in Unità Pastorale. Questa scelta è una necessità per la nostra chiesa locale. I parroci e i laici nella propria parrocchia non possono continuare ad essere ‘battitori liberi’. E’ necessario trovare occasioni per una maggior collaborazione istituzionalizzata fra queste nostre parrocchie vicine e omogenee. Inoltre il Consiglio Pastorale Diocesano sta elaborando un progetto di pastorale missionaria che ci sarà consegnato a fine anno, mentre in oratorio si è iniziato il percorso per un nuovo progetto educativo. Le proposte sono tante. La realizzazione dipenderà anche dal nostro impegno. 4 PAROLA DEL PAPA Si possono amare i nemici? Come è difficile essere cristiani Nella meditazione di giovedì 11 settembre 2014, papa Francesco è andato al cuore della fede cristiana: l’amore per i nemici. Si può ritenere per vero, infatti, senza sbagliare, che l’essenza del cristianesimo è l’amore verso tutti, anche e soprattutto verso coloro che ci fanno del male e ci procurano prove e tribolazioni. È mai possibile amare coloro che ci fanno del male? Forse è più facile suggerirlo agli altri, così come si può predicare il perdono, la fratellanza, l’attenzione al prossimo, al forestiero, ai poveri… Ma quando il male e la sofferenza toccano, per colpa di qualcuno, le nostre vite, come anche le nostre famiglie, noi andiamo subito in crisi e ci ribelliamo alla logica del Vangelo: amare come Gesù, sino al dono di sé. Papa Francesco ha ribadito che proprio questa logica ci rende stolti, ossia non compresi dagli altri. D’altronde, la differenza cristiana è questa: amare tutti, anche i nemici. Non possiamo capire le parole di Gesù, soprattutto quelle delle Beatitudini, senza avere come punto di riferimento il Regno di Dio o dei cieli che in Gesù si avvicina e si compie. Solamente facendo nostra la logica delle Beatitudini sentiremo meno dolore nel mettere in pratica l’amore per i nemici. Ognuno di noi si sente ribellato, vive una certa resistenza nel concedere il perdono o nel dare comprensione a chi ci fa un torto grande. Pensiamo, ad esempio, a chi ha ucciso, a chi perseguita i cristiani. Pensiamo, ad esempio, alla Shoah, alla morte di circa sei milioni di ebrei (e non solo) nei campi di sterminio nazisti. Come si può perdonare il proprio carnefice? Come si possono dimenticare gli atti di violenza dell’Isis, dei terroristi internazionali? Come scordare il disastro dell’11 settembre 2001? Quanti morti in Siria, in Iraq, in Libano, in Egitto, in Sudan… Il segreto non è quello di non avere nemici o di farsi amico il nemico, bensì di cambiare completamente prospettiva e di vedere gli altri e il mondo con gli occhi di Gesù, ossia con la luce dello Spirito Santo. Qui, infatti, c’è in gioco la nostra vita, come pure il senso della fede evangelica. Ma che senso ha morire per gli altri e rispondere al male con il bene sempre? Perché non difendersi davanti al nemico? Perché non desiderare la sua morte? Papa Francesco ha ricordato che Gesù ci ha dato la legge dell’amore: amare Dio e i fratelli. L’atteggiamento del cristiano è rivelato nelle Beatitudini: fare del bene a chi ci odia. È la novità del Vangelo. Si tratta, ha detto papa Francesco, di un semplice scambio: “tu mi ami, io ti amo”. Purtroppo, non sempre si vive la reciprocità: “io ti amo, ma tu non mi ami”; “io ti faccio del bene e tu mi ricambi con il male”. Evidentemente, il Vangelo è una novità difficile da portare avanti e ciascuno di noi deve ancora molto camminare prima di diventare un vero discepolo. Il papa l’ha riconosciuto: il cammino del cristiano non è facile. Da qui scoraggiamenti, abbattimenti: ma chi ce lo fa fare? Perché devo amare i nemici? Perché devo sempre perdonare? Perché fare sempre il primo passo? La risposta è data da Gesù che cammina verso il Padre. La vita cristiana non è auto-referenziale: dobbiamo uscire da noi stessi come Gesù per abbracciare la croce e andare verso il Padre, compiendo in tutto la sua volontà. Certamente, anche se ci sentiamo assai spesso lontani da questa logica del Vangelo, prendiamone atto perché non è per niente facile essere o diventare cristiani! 5 LA PAROLA DEL VESCOVO Maria appare all’ora stabilita? “Domenica alle 16.30 dopo la recita del Santo Rosario, la veggente avrà l’apparizione della Madonna…” Il vescovo di Brescia, Monari, partendo da questo avviso esposto in una chiesa parrocchiale, scrive una lettera aperta ai fedeli e ai sacerdoti sul tema delle apparizioni mariane Ma si può programmare il giorno e l’ora dell’apparizione della Madonna? Il vescovo di Brescia, Luciano Monari, è partito da questa domanda retorica per scrivere sul settimanale diocesano “La Voce del Popolo” un lungo intervento sul tema delle apparizioni “programmate”. “Negli ultimi tempi le ‘apparizioni’ della Madonna si moltiplicano, tanto che si ha l’impressione di una strategia di rivelazione universale. Ai luoghi tradizionali (Fatima, Lourdes, La Salette…) se ne aggiungono molti nuovi, tanto che i Vescovi – scrive – fanno fatica a seguire tutto, a valutare la veridicità delle esperienze, a suggerire o scoraggiare l’afflusso dei pellegrini nell’uno o nell’altro luogo. Incoraggiare potrebbe essere un invito alla superstizione, al gusto dello straordinario; scoraggiare potrebbe essere una mortificazione dello spirito religioso”. Monari è preoccupato di assistere a una riduzione della fede cristiana a “fenomeni straordinari, mentre la vera misura della fede è l’obbedienza a Dio nel quotidiano”. Bisogna, inoltre, stare attenti di non correre il rischio che il “gusto del miracoloso allontani dalla fatica di vivere la durezza del mondo per gustare la dolcezza dei mondi immaginari”. Il punto centrale deve restare la figura di Maria e non gli elementi secondari. Non allontanarsi dall’essenziale significa ribadire alcune virtù di Maria: l’ascolto della Parola, la fede obbediente, la maternità divina e l’esemplarità nei confronti del mistero della Chiesa”. E cosa si può rispondere a chi trova “conforto” in queste esperienze? “Se qualcuno trova in queste esperienze un arricchimento della fede, se ne serva con semplicità. vita più evangelica, cioè più ricca di fede in Dio, di amore verso gli altri, di dominio di te stesso, di servizio umile…? O in questa esperienza sei portato a dimenticare Gesù Cristo, ad abbandonare la Messa, a considerare superflua la Chiesa? Cerchi forse una via di fuga facile dalla realtà troppo pesante?”. Ma stia bene attento a verificare in sé stesso gli effetti reali: sappia distinguere una reale crescita di maturità spirituale da un’emozione spirituale ambigua”. Per un cristiano il criterio vero è Gesù Cristo: “Questa esperienza – continua Monari – ti porta a conoscere meglio e ad amare di più Gesù Cristo? Ti spinge a una Beata Vergine Maria di Guadalupe: patrona del Messico e dell’America Latina Il vescovo di Brescia precisa di aver steso queste riflessioni senza riferimenti particolari, anche se è facile pensare al fenomeno Medjugorje quando scrive: “Un prete deve stare attento che i suoi comportamenti non si configurino (e non possano essere interpretati) come un’approvazione indebita di fenomeni sui quali la Chiesa non ha ancora dato un giudizio; si renderebbe responsabile delle illusioni e delle conseguenti deformazioni spirituali delle persone”. Monari non entra, però, nei singoli casi. La speranza è che questi messaggi siano “conformi con l’insegnamento del Vangelo, con la fede della Chiesa, con la morale cristiana; se un messaggio si oppone alla fede (al Credo), il messaggio certo non viene da Dio. Soprattutto bisogna essere cauti quando si tratta di ‘profezie’ che anticiperebbero eventi (generalmente paurosi) del futuro. Nella maggior parte dei casi queste profezie sono fughe da un presente difficile da capire e da vivere, nascono da un risentimento inconsapevole nei confronti del mondo e della storia, distraggono le persone dalla responsabilità di vivere qui, oggi, la volontà di Dio. Ma su tutto questo il giudizio ultimo appartiene al Papa e al collegio dei vescovi insieme con lui”. Luciano Zanardini (Vatican Insider) 6 4 OTTOBRE 2014 - TESTIMONI DELLA FEDE Festività di S. Francesco d’Assisi Non c’è dubbio: Francesco d’Assisi è il personaggio più celebre di tutta l’agiografia (= vite dei santi) cristiana: noto, ammirato e amato in tutto il mondo, anche in ambienti assai lontani dalla Chiesa Cattolica, dalla stessa cultura cristiana e occidentale, per esempio nel lontano oriente. A lui si sono ispirati letterati di tutte le tendenze, artisti di tutte le scuole, storici di qualsiasi impostazione, uomini politici e addirittura rivoluzionari, che hanno visto in lui un apostolo della contestazione violenta, un precursore dell’opposizione contro il materialismo e il consumismo. Persino molte ribellioni, da quella medioevale dei fraticelli a quella recentissima degli hippies, si sono rifatte, più o meno esplicitamente, a lui. Francesco di Pietro Bernardone, “Poverello di Assisi”, amante riamato di Madonna Povertà, santo della rinuncia e cantore della “perfetta letizia”, cioè della felicità nell’infelicità, nell’incomprensione e nel disprezzo di sé. Ma è importante fissare i caratteri che garantiscono la fedeltà di san Francesco ad un ideale interamente cristiano, presentato e vissuto in modo originalissimo, ma non mai gratuito e ribelle. Prima di tutto la sua aderenza costante all’insegnamento evangelico, alle parole e alla stessa figura di Gesù, di cui divenne la copia perfetta. Un Gesù che Francesco d’Assisi, con geniale intuizione, presenta agli uomini del suo tempo, e di tutti i tempi, come salvatore per amore e con l’amore; non più e non solo Signore onnipotente, giudice supremo, maestro indefettibile, ma fratello tra i fratelli, sofferente tra i sofferenti, creatura amabilissima tra le creature, che lo amano e lo lodano, e tra tutte le cose create – dall’acqua alle piante, dalle stelle al fuoco, dagli animali alla terra, e alla stessa morte. Ma soprattutto gli uomini, perché è per loro che il Figlio di Dio si è fatto uomo, per loro è stato creato l’universo, creato con il piano dell’universale redenzione per mezzo dell’amore già presente nella mente di Dio fin dal principio dei secoli. Poi la costante fedeltà di Francesco d’Assisi alla Chiesa, mistica sposa del Cristo. Una fedeltà testimoniata da infiniti episodi. Per ben tre volte, a tre diversi Papi, il Poverello chiede l’approvazione della sua “Regola”, la conferma e ricon- ferma. Persino prima di realizzare il primo presepe nella storia cristiana, un presepe vivente, a Greccio, nel Natale del 1223, chiese e ottenne l’approvazione del Papa per quella novità. Del resto, all’inizio stesso della vocazione del santo, il Crocifisso dipinto di san Damiano, che ancora si conserva ad Assisi, aveva chiesto a Francesco di restaurare la sua Chiesa. Di restaurarla, non di criticarla, o di combatterla, e neppure di riformarla. Costante fu poi in lui il senso della cristiana letizia. Introdotta per la prima volta con i suoi frat e approvata da papa Innocenzo III, egli cominciò a ballare dalla gioia. A San Leo (Montefeltro), durante una festa, predicò dicendo: “E’ tanto il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto”. A frate Leone dettò dove fosse perfetta letizia: nella tribolazione e nella persecuzione accettata per amore. E finalmente, nell’orto di san Damiano, piagato dalle stigmate, dopo una tormentosa notte insonne, intonò il “Cantico delle Creature”, il più alto inno di ringraziamento e di lode. In quella serena letizia morì, pochi mesi dopo, ad Assisi il 4 ottobre 1226. Aveva 44 anni. Di lui disse anche Mussolini: “Il più santo degli Italiani, e il più italiano dei Santi”. “Quanto sono felici e benedetti coloro che amano Dio ed adempiono esattamente il precetto dell’Evangelio. Amiamo Dio ed adoriamolo con grande purità di mente e di cuore”. S. Francesco D’Assisi 7 19 OTTOBRE 2014 - TESTIMONI DELLA FEDE Beatificazione di Paolo VI Giovanni Battista Montini nasce il 26 settembre 1897 a Concesio, allora un piccolo paese a nord di Brescia. Il padre, l’avvocato Giorgio Montini, al momento della nascita del futuro papa, dirigeva il quotidiano cattolico Il Cittadino di Brescia, e fu poi nominato deputato per tre legislature nel Partito Popolare di don Luigi Sturzo. Gli inizi della sua “carriera” Nel 1908 è iscritto come studente esterno (a causa della cagionevole salute) nel collegio “Cesare Arici” di Brescia. Nel 1916 ottiene la licenza presso il liceo statale “Arnaldo da Brescia” e nell’ottobre dello stesso anno entra nel seminario della sua città. Nel 1919 diventa membro della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), che raccoglieva i gruppi studenteschi universitari cattolici (di cui in seguito diverrà assistente nazionale). Il 29 maggio 1920 riceve l’ordinazione sacerdotale nella cattedrale di Brescia dal vescovo Giacinto Gaggia; il giorno successivo celebra la sua prima messa nel Santuario delle Grazie. Nel novembre dello stesso anno si trasferisce a Roma dove si iscrive ai corsi di diritto civile e diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana ed a quelli di lettere e filosofia all’Università statale. Nel 1923 è avviato agli studi diplomatici e inizia la sua collaborazione con la Segreteria di Stato, per volere di papa Pio XI. Il 13 dicembre 1937 è nominato sostituto della Segreteria di Stato e inizia a lavorare strettamente al fianco del cardinale segretario di stato Eugenio Pacelli che nel 1939 sarà eletto pontefice con il nome di Pio XII. Durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale svolge un’intensa attività nell’Ufficio informazioni del Vaticano per ricercare notizie su soldati e civili e per aiutare rifugiati ed ebrei. Il 1° novembre 1954, dopo la mor- Papa Montini in visita ai luoghi della Terra Santa (Palestina) te del cardinale Schuster, Pio XII lo nomina arcivescovo di Milano, diocesi dove risolleva le precarie sorti della Chiesa in un momento storico difficile dal punto di vista sociale e politico. Alla morte di Pio XII, il conclave elegge papa, il 28 ottobre 1958, Angelo Giuseppe Roncalli, che ha grande stima di Montini e che lo nomina presto cardinale. Il breve ma intenso pontificato di Giovanni XXIII vede il cardinale Montini attivamente coinvolto nei lavori preparatori del Concilio Vaticano II. Eletto Papa, diventa Paolo VI Il Conclave che segue alla morte di Giovanni XXIII si conclude con l’elezione di Montini, che assume il nome di Paolo VI, il 21 giugno 1963. Davanti a una realtà sociale che tendeva sempre più a separarsi dalla spiritualità, di fronte a un difficile rapporto chiesa-mondo, Paolo VI mostra sempre con coerenza quali sono le vie della fede e dell’umanità attraverso le quali è possibile avviare una solidale collaborazione verso il bene comune. Di grande ri- lievo, ad esempio, fu la sua scelta di rinunciare, nel 1964, all’uso della tiara papale, mettendola in vendita per aiutare, con il ricavato, i più bisognosi. Un Papato difficile, intenso, memorabile Uomo mite e riservato, dotato di vasta cultura e, allo stesso tempo, profondamente legato a un’intensa vita spirituale, ha saputo proseguire il percorso innovativo iniziato da Giovanni XXIII, portando a compimento il Concilio Vaticano II con una grande capacità di mediazione, garantendo la solidità dottrinale cattolica in un periodo di rivolgimenti ideologici ed aprendo fortemente verso i temi del Terzo mondo e della pace. Particolarmente significativo fu il suo primo viaggio in Terrasanta nel gennaio 1964. Per la prima volta un pontefice viaggiava in aereo e tornava nei luoghi della vita di Cristo. In occasione di quella visita abbraccia il patriarca ortodosso Atenagosegue a pagina 8 8 19 OTTOBRE 2014 - TESTIMONI DELLA FEDE Paolo VI incontra Atenagora, patriarca di Costantinopoli, nel 1964 segue da pagina 7 ra I. Il rapporto tra i due porta ad un riavvicinamento tra le due chiese, cattolica ed ortodossa. Il dopo Concilio Vaticano II Concluso il Concilio l’8 dicembre 1965, si apre un periodo ancora difficile per la Chiesa a causa del forte antagonismo tra i difensori di un cattolicesimo tradizionale e gli innovatori, accusati di diffusione di ideologie marxiste, laiciste e anticlericali. La stessa società civile è attraversata da forti scontri e contrasti politici e sociali, che sfoceranno nel sessantotto in quasi tutto il mondo occidentale. Nel 1966 Paolo VI abolisce, dopo quattro secoli, e non senza contestazioni da parte dei porporati più conservatori, l’indice dei libri proibiti. Nel 1967 annuncia l’istituzione della Giornata mondiale della Pace, che si celebra la prima volta il 1° gennaio 1968. Decisioni difficili e controverse Una questione assai rilevante, per la quale papa Montini stesso dichiarò di non aver mai sentito così pesanti gli oneri del suo alto ufficio, è quella della contraccezione. Paolo VI fissa a 120 il numero massimo dei cardinali elettori del papa e stabilisce che al compimento dell’80° anno di età essi perdono il diritto alla partecipazione al Con- clave per l’elezione del nuovo papa, ma non il diritto di essere eletti. Un “bilancio” del suo papato Il 6 agosto 1978 muore nella residenza estiva dei papi a Castel Gandolfo. Numerose ed importanti le sue lettere encicliche. Tra esse ricordiamo: Ecclesiam suam (6 agosto 1964), sul dialogo all’interno della Chiesa e della Chiesa con il mondo; Mysterium fidei (3 settembre 1965) sull’Eucaristia; Populorum progressio (26 marzo 1967) sullo sviluppo dei popoli, che lo fece chiamare “marxista” dall’ancora ampio “popolo dei conservatori”; Sacerdotalis caelibatus (24 giugno 1967) sul celibato sacerdotale; Humanae vitae (25 luglio 1968) sul matrimonio e sulla regolazione delle nascite. Significative e ancora oggi di grandissima attualità, come ha riconosciuto anche papa Francesco, la lettera apostolica Octogesima adveniens (14 maggio 1971) in occasione dell’80° anniversario dell’enciclica di Leone XIII Rerum novarum e l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975) sull’evangelizzazione. La beatificazione Paolo VI sarà beato: la data scelta da papa Francesco per la celebrazione della beatificazione è il 19 ottobre 2014, giorno in cui termineranno le due settimane del Sinodo dei vescovi, organismo consultivo voluto subito dopo il Concilio Vaticano II proprio da papa Montini. Il miracolo che porta Paolo VI alla gloria degli altari è la guarigione, avvenuta nel 2001 negli USA, di un feto che al quinto mese di gravidanza si trovava in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale, la presenza di liquido nell’addome e l’assenza di liquido nel sacco amniotico. Il 12 dicembre scorso la consulta medica della Congregazione delle cause dei santi ha certificato l’inspiegabilità della guarigione, mentre il 18 febbraio scorso i teologi del dicastero vaticano hanno riconosciuto l’intercessione di Giovanni Battista Montini. Il 6 maggio 2014 la conferma definitiva da parte della plenaria dei cardinali e dei vescovi della Congregazione delle cause dei santi. Agnese Santi, dai “Testimoni della fede” Foto a lato: Paolo Vi incontra l’on Aldo Moro... Il papa Paolo VI cercò di salvare l’amico e uomo politico scrivendo alle Brigate Rosse, che l’avevano sequestrato. Nell’appello le implorava di restituire Moro “alla libertà, alla famiglia, alla vita civile... Vi prego in ginocchio, liberate l’on. Aldo Moro, semplicemente senza condizioni”. Il corpo di Moro venne ritrovato il 9 maggio 1978 a Roma. 9 13 GIUGNO 2014 CONVEGNO DELL’A.I.M.C. “Educazione oggi e domani, una passione che si rinnova” Anche quest’anno si è svolto l’annuale convegno presso il santuario di Comella. L’appuntamento, esteso al mondo della scuola bresciano, ha visto la partecipazione di un folto gruppo di insegnanti di ogni ordine e grado. Don Raffaele Maiolini, Direttore dell’Ufficio per l’Educazione, la Scuola e l’Università della diocesi di Brescia, ha svolto il seguente tema: “Riflessioni sul percorso e sulla giornata vissuta con il Papa il 10 maggio 2014”. La sua relazione ha avuto come filo conduttore il discorso di Papa Francesco, cogliendone alcuni elementi essenziali. Nel suo intervento ha sottolineato l’amore del Santo Padre per la scuola, evidenziandone le motivazioni: la scuola ti aiuta a crescere; è un luogo di incontro; educa al vero, al bene e al bello; nella scuola non si imparano solo conoscenze e contenuti, ma si acquisiscono anche abitudini e valori. Alla esposizione coinvolgente di don Raffaele, è seguita la comunicazione di due esperienze, da parte di un’insegnante di religione e di un’insegnante prevalente, presenti nella stessa classe. Sono sta- te esperienze fresche e spontanee, incentrate sulle giornate trascorse a Roma, dove è stata massiccia la presenza di insegnanti, studenti, genitori ed operatori scolastici. Essi, sollecitati dal Papa Francesco, hanno vissuto questo incontro speciale come “una festa per la scuola”. I partecipanti sono tornati con tanto entusiasmo e soprattutto con il desiderio di impegnarsi perché la scuola aiuti veramente i nostri ragazzi nel loro cammino di crescita. Il prof. Davide Guarneri, responsabile per la pastorale della scuola della nostra diocesi, ha presentato il documento della Santa Sede: “Educazione oggi e domani, una passione che si rinnova”, redatto in vista del 50° dell’esortazione conciliare “Gravissimum educationis”. In preparazione allo studio di questo importante ed ancora attuale documento, è stato predisposto un questionario, presentato nei vari incontri che saranno organizzati prossimamente, e servirà come traccia per la riflessione e per offrire concreti suggerimenti. Sarà un lavoro impegnativo, ma anche un’occasione per raccogliere le indicazioni del magistero e una guida per gli orientamenti educativi nei decenni futuri. Sempre suggestiva la celebrazione eucaristica ai piedi di Maria Annunziata, per ringraziare, mediante la sua intercessione, Dio che ci ha donato l’anno scolastico appena concluso e per chiedere luce e coraggio in vista della ripresa autunnale del cammino educativo nelle aule di ogni ordine e grado. Mons. Giacomo Canobbio, delegato vescovile per la pastorale culturale, ha celebrato la santa Messa, commentando le letture bibliche con autorevolezza e con riflessioni teologiche altamente significative. Un momento finale di convivialità non poteva mancare dopo un pomeriggio così intenso, ricco di contenuti e di esperienze fraterne. Come conclusione dell’incontro, invitiamo tutti i lettori a far proprio l‘augurio che Papa Francesco ha rivolto a studenti ed educatori in Piazza S. Pietro: “La scuola diventi la strada che aiuta a maturare la lingua della mente, del cuore e delle mani… E per favore … per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola”. 10 UNITA’ PASTORALE Da un gruppo di solisti a orchestra Mi auguro che tutti siano al corrente del cammino che le parrocchie della diocesi di Brescia stanno facendo per un miglioramento del modo di vivere la pastorale soprattutto in relazione alla sempre più preoccupante scarsità del clero: quest’anno ai primi di settembre contiamo già l’assenza di 16 sacerdoti, pensando che nessuno è stato ordinato. Una delle possibili scelte è quella dell’Unità pastorale. Per non arrivare all’accorpamento di una parrocchia più piccola ad una più grande affidata ad un solo sacerdote si pensa di prepararsi a far sì che più parrocchie vengano affidate a due o tre sacerdoti che collaborino fra di loro. Si sente la necessità di mettere in sinergia parrocchie vicine per rendere più efficienti le forze a disposizione. La sostenibilità del ministero va cercata soprattutto mediante una ritrovata fraternità fra i preti. E’ una premessa necessaria perché i sacerdoti imparino a lavorare in squadra. L’Unità Pastorale richiede a noi parroci di abbandonare forme di governo solitario, in alcuni casi impregnato di protagonismo individuale, per aprirsi ad un nuovo modo di vivere le relazioni nell’ambito delle azioni pastorali. L’invito che è emerso anche dal Sinodo sulle Unità Pastorali del dicembre 2012 è quello di allargare il respiro della parrocchia tradizionale, tendenzialmente autoreferenziale, e di approfittare dei mutamenti in atto per un lavoro missionario nuovo. Vivere insomma il nuovo scenario della scarsità del clero come un’opportunità e non come costrizione, per esempio per quanto riguarda nuove forme di collaborazione tra i sacerdoti, o di vita comunitaria. E’ necessario passare da un insieme di solisti a una orchestra, investendo più sulle persone che sulle strutture. Il tutto va fatto, però , con debita accortezza. E’ chiaro che si farà fatica. Non solo noi sacerdoti ma anche le varie parrocchie che dovranno abituarsi a non più alimentare campanilismi ma a saper collaborare e partecipare (qualcuno tranquillamente lo fa già per partecipare alla S. Messa) alle varie proposte che possono essere realizzate nelle parrocchie vicine. Le difficoltà ci sono: soprattutto pensando alla nostra Unità Pasto- rale che comprenderà, oltre a Pralboino, anche le comunità di Pavone Mella, Milzano, Seniga e Comella. Guardando al male che incontriamo ogni giorno con facilità pensiamo come il demonio, da parte sua, stia lavorando bene. Ma Gesù ci ha assicurato che alla fine non sarà il demonio a vincere ma Cristo Re. Se guardiamo alle cose della vita ci accorgiamo che nel mondo c’è anche tanto bene anche se non emerge. Significa che con certezza possiamo dire che “Dio sta operando”. Diceva un saggio orientale: “Fa più rumore un ramo secco che cade da un albero nella foresta che tutta la foresta che continuamente e silenziosamente cresce”. Per questo dobbiamo essere fiduciosi e continuare il cammino (lo stiamo facendo soprattutto con i Consigli Pastorali) perché abbiamo ad entrare con la mentalità giusta nella costituzione della Unità Pastorale. AUGURI DI FRUTTUOSO APOSTOLATO A DON MASSIMO Sabato 20 settembre 2014 Massimo Pucci, il seminarista che il Vescovo e il Rettore del Seminario hanno inviato fra noi lo scorso anno, è stato ordinato diacono. Ora è don Massimo. A lui i migliori auguri perché si prepari al meglio per essere sacerdote e si “comporti in modo degno del Vangelo di Cristo” come scrive, insieme ai suoi compagni, nella immaginetta-invito. Ci è già stato riferito in modo ‘ufficioso’ che anche per questo prossimo anno sarà con noi. Non più solo il sabato sera e la domenica ma anche per tutta la giornata di venerdì e sabato. Come già ricordato lo scorso anno, don Massimo Pucci è originario della parrocchia di Orzinuovi. Dopo aver conseguito la Maturità presso un Istituto Tecnico Agrario ed essersi laureato in Giurisprudenza (laura breve), a 24 anni è entrato in Seminario per l’anno propedeutico e il Corso Teologico. Negli anni precedenti ha fatto esperienza pastorale e oratoriana nelle parrocchie di Zanano e Flero. Un anno è stato assistente (prefetto) al Seminario Minore e due anni fa è stato impegnato alla C.V.G. (Comunità delle Vocazioni Giovanili). Lo scorso anno fra noi gli è servito a conoscerci e, tramite l’esperienza del Grest, ha stabilito un buon rapporto, basato sul rispetto e la reciproca fiducia, con i ragazzi e gli adolescenti della nostra realtà locale Gli auguriamo di vivere ancora un anno spiritualmente fruttuoso nella nostra comunità per arricchirsi nella esperienza pastorale che gli servirà nella futura vita sacerdotale. 11 Ognissanti e Commemorazione dei defunti Al cader delle foglie Novembre inizia con due celebrazioni importanti, due momenti per riflettere e ricordare. Il primo del mese si festeggiano i Santi. Il 2 novembre è il momento di ricordare chi non c’è più: una giornata ricca di significati religiosi, che si fondono con antichi riti e credenze popolari. Finita la stagione dei frutti copiosi, con l’autunno che si inoltra, la terra, dopo aver accolto i semi del frumento, entra nel tempo del letargo. In questo periodo per noi cristiani si celebrano due feste assai importanti: Ognissanti (1° novembre) e la Commemorazione dei defunti (2 novembre). Secoli fa, nelle terre abitate dai Celti, terre che comprendevano anche l’Italia settentrionale, questo periodo era considerato il Capodanno, detto “notte di Samhain”. Per cristianizzare la solennità, visto che veniva celebrata ancora anche all’inizio del Medioevo con riti pagani, l’episcopato franco istituì il 1° novembre come festa di Ognissanti. In questo modo, la Chiesa intendeva cristianizzare la festa pagana del Capo d’anno del popolo celtico, che cadeva, come s’è detto, ai primi di novembre. Di essa si fece ardente promotore e sostenitore Alcuino (735-804), apprezzato e ascoltato consigliere di Carlo Magno. Successivamente l’imperatore Ludovico il Pio, su richiesta di papa Gregorio IV (827-844) e dietro pressante incitamento dei vescovi locali, la estese a tutto il regno franco. Ci vollero però parecchi secoli perché la festa si diffondesse in tutta l’Europa occidentale. Fu papa Sisto IV, nel 1475, a renderla obbligatoria. Tuttavia la decisione di festeggiare tutti i santi, anche quelli sconosciuti, nasce in Oriente nel II secolo dalla tradizione di commemorare ogni anno i martiri celebrando presso il loro sepolcro una messa nell’anniversario del “dies natalis”, cioè nel giorno della loro morte considerata come una nuova nascita al cielo. Nel IV secolo invalse la tradizione di onorare chi, pur non essendo stato martirizzato, aveva però “sacrificato”, ossia “reso sacra” la propria vita con l’esercizio eroico delle virtù cristiane. Terminato con l’imperatore Costantino il periodo delle persecuzioni dei cristiani, i fedeli cominciarono ad onorare altre figure di testimoni della fede come i Padri del deserto, gli asceti, i fondatori di monasteri, le vergini, le vedove consacrate e nel Medioevo a tutti costoro fu attribuito l’appellativo di Santi (dal latino “sanctus”, cioè “sacro, ben accetto alla divinità”). Il 1° novembre, quindi, si celebra la morte di tutti i Santi intesa come assunzione nella comunità divina, cristianizzando in questo modo lo spirito pagano del Capodanno celtico che celebrava la semina del grano ed esprimeva l’auspicio di una rinnovata rinascita in primavera. Che i Santi siano come i chicchi di frumento è una simbologia già nota nelle parole che Gesù disse ai discepoli Andrea e Filippo: “In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto” (Gv 12,24). Il giorno successivo, 2 novembre, secondo una usanza ormai universale, la Chiesa commemora tutti i defunti. I cristiani cominciarono ad onorare i propri cari trapassati, che erano stati sepolti nelle necropoli costruite lungo le vie consolari, celebrando una messa davanti al loculo scavato nel tufo in occasione della ricorrenza del giorno della morte. Nella seconda metà del I secolo l’usanza era talmente diffusa che la Chiesa, per porre freno agli abusi, stabilì che la messa fosse celebrata solo sulle tombe dei martiri e nel IV secolo proibì anche l’usanza dei banchetti funebri, rilevando il loro carattere pagano. Si usava, infatti (e Prudenzio, poeta e politico romano cristiano (348–413 circa) ne dà testimonianza), spargere fiori sui sepolcri, effettuare inopportune libagioni e spesso, attraverso fori segue a pagina 12 12 Ognissanti e Commemorazione dei defunti Foto sopra: Beato Angelico (1395 - 1455), Ognissanti segue da pagina 11 praticati sui coperchi dei sarcofagi, far gocciolare direttamente sulla salma latte e miele oppure preziosi unguenti. L’avvento delle invasioni barbariche rese insicure le catacombe e si cominciarono a seppellire i morti all’interno dei centri abitati, nelle chiese, nei sagrati (il sagrato è, propriamente, lo spazio consacrato davanti alla facciata principale di una chiesa, spesso sopraelevato di qualche gradino rispetto al livello della strada. Nell’antichità esso era il luogo deputato alla sepoltura dei fedeli cristiani). La festa della Commemorazione dei defunti nacque nel Medioevo ad opera di Sant’Odilone di Cluny che nel 998 ordinò ai monasteri dipendenti dall’abbazia francese di far suonare a morte le campane dopo i solenni vespri del 1° novembre per ricordare ai monaci che dovevano celebrare il rito dei defunti a cui avrebbe fatto seguito, il giorno dopo, la messa “pro requie omnium defunctorum”, un’usanza che ben presto si diffuse in tutta l’Europa cristiana e che fu ufficialmente istituzionalizzata da papa Gregorio IV. Come già detto, fu Papa Sisto IV, nel 1474, che rese obbligatoria la solennità in tutta la Chiesa d’Occidente, per celebrare la comunione tra la Chiesa gloriosa e la Chiesa ancora pellegrinante e sofferente. La tradizione vuole che in questo giorno ci si rechi ai cimiteri e si adornino le tombe soprattutto con i crisantemi (usanza che giunge dall’estremo oriente dove questo fiore è simbolo di immortalità). Noi, però, diversamente dagli antichi, viviamo questa ricorrenza con tristezza e mestizia. Dovremmo forse considerare i cimiteri come luoghi familiari: essi contengono le nostre radici perché lì riposa chi ci ha preceduto trasmettendoci, insieme con la vita, un patrimonio di affetti, di gesti, di parole, di regole morali e di tradizioni che noi, a nostra volta, portiamo avanti. 13 PELLEGRINAGGI PARROCCHIALI Santuario dello Zuccarello E’ bello riscoprire luoghi sconosciuti ma ricchi di tradizione, di spiritualità, di arte. Il 30 giugno 2014 la meta prescelta è stata il santuario dello Zuccarello a Nembro (Bergamo). La storia del santuario – Ai piedi del monte Pedona, che domina la bassa Valle Seriana, adagiato su un colle tondeggiante chiamato per questo Zuccarello, sorge il santuario della Beata Vergine Addolorata, vanto dei Nembresi. La sua nascita non è dovuta a un’apparizione, ma a una privata devozione che si perde nell’Alto Medioevo. Dalla sua antica origine (1374), l’edificio religioso fu ampliato e trasformato a più riprese e, fatto singolare, lassù la Madonna fu onorata sotto vari titoli. La devozione a Maria – Molti titoli sono stati attribuiti lungo gli anni a Maria, connotando così il santuario in modi diversi: da Maria Immacolata delle Grazie a Maria Madre della Misericordia, a Maria Beata Vergine Addolorata, a santuario della Natività, a Maria Madonna della Neve. Ma forse il più appropriato è il richiamo del santuario della Beata Vergine Addolorata. Infatti nel 1500 si andava diffondendo la devozione all’Addolorata, immortalata nel 1498 dal grande Michelangelo nelle sue celeberrime Pietà. L’ignoto autore dell’affresco la dipinse sulla parete principale e, per non coprire troppo l’affresco precedente, usò un accorgimento che rende unica la Pietà dello Zuccarello: la Madonna sorregge Gesù con il braccio sinistro e non con il destro, che tiene invece disteso per indicarci, così dice la scritta posta in calce, quanto per noi ha sofferto. Natura e spiritualità – A monte della chiesa, per valorizzare di più il santuario, è stato realizzato un centro di spiritualità. In ambienti da anni abbandonati e inagibili, si sono ricavati due saloni e tre salette per gruppi alla ricerca dei valori dello spirito. L’ingresso della chiesa, inoltre, è stato arricchito di un ampio ter- razzo, ricavato dalla copertura dei nuovi ambienti di accoglienza, che fa da sagrato, dal quale si gode una vista incantevole sulla bassa Valle Seriana, con la visuale anche di Bergamo Alta. Il nostro pellegrinaggio – Accompagnati da un clima gradevole (l’aria buona della collina, immersa in un verde lussureggiante) abbiamo trascorso un pomeriggio ideale in preghiera e in fraternità. Momenti salienti sono stati la recita del santo rosario, la esauriente presentazione della località da parte del cappellano, la celebrazione eucaristica, resa più intensa e significativa dai dipinti di pregevoli fattura sui muri interni del santuario. Non è mancato il particolare ricordo per la nostra comunità, affidando a Maria soprattutto i nostri ammalati. Ritorno - Prima di lasciare quell’ incantevole posto, abbiamo vissuto tutti insieme il tradizionale momento conviviale. Un grazie veramente di cuore a Rosy e a chi ha contribuito al buon esito di questo pellegrinaggio parrocchiale. 14 PELLEGRINAGGI PARROCCHIALI Sotto il Monte - Giovanni XXIII Un numeroso gruppo ha partecipato, martedì 16 settembre 2014, al pellegrinaggio avente come meta “Sotto il Monte”, località ben conosciuta per aver dato i natali al papa Giovanni XXIII. Da quando egli è stato proclamato “santo”, si segue un itinerario preparato appositamente e la visita si svolge in quattro momenti: 1- Approfondimento della conoscenza della vita di Papa Roncalli attraverso la proiezione di cinque video, predisposti in ambienti separati uno dall’altro, per cogliere i momenti essenziali della sua infanzia, della sua vocazione ed ordinazione sacerdotale, della sua formazione teologica a Roma, del suo impegno come nunzio apostolico e della sua elezione al Pontificato. Tutti i partecipanti seguono in silenzio i filmati, che coinvolgono emotivamente ma che diventano anche fonte ed ispirazione di preghiera. 2- Visita alla casa natale. Custodita con cura e devozione dai Padri del PIME, è il luogo che ci fa rivivere le origini povere, ma nello stesso tempo piene di umanità e di profonda fede, che hanno permes- so ad Angelo Roncalli di crescere e di educarsi nella più profonda e vera religiosità cristiana della civiltà contadina, fortemente attaccata alla terra ma con gli occhi rivolti al cielo. 3- Il cammino continua con la visita ad altri luoghi che riportano alla mente il lungo percorso di vita di papa Giovanni XXIII, in particolare la stanza degli ex-voto, a dimostra- zione della devozione di tutti coloro che, tramite la sua intercessione, hanno ottenuto “grazie”, e la stanza dei fiocchi, ambiente molto suggestivo per la testimonianza delle mamme che, affidandosi alla sua intercessione, hanno avuto la gioia di generare figli. 4- La celebrazione eucaristica, partecipata con intensità e in comunione spirituale di preghiera da parte di tutti noi con il santo Papa, così caro alla nostra devozione, ha concluso il pellegrinaggio. Molto attesa ed apprezzata, come sempre, è stata la merenda condivisa in serenità ed allegria, come segno di fraternità. Da parte di tutti i partecipanti un grazie particolare a Rosy ed amiche per le squisite torte. A conclusione del bel pomeriggio, ci piace condividere una riflessione: “la vita e gli insegnamenti di questo grande uomo, sacerdote, vescovo e papa, sono il segno tangibile di una Chiesa pellegrina nel mondo. Sostare in questo luogo così bello e rivedere la propria vita sotto la lente di ingrandimento di un uomo divenuto Papa per volontà di Dio, significa fare un viaggio dentro il nostro cuore, un viaggio di conversione e di amore”. 15 Libri per la mente e per il cuore Consigli di lettura Un seme, per diventare fiore, ha bisogno di essere seminato, atteso, curato. Un incontro, per diventare amore, ha bisogno di tempo, di pazienza , di delicatezza. Un uomo, per diventare uomo, ha bisogno di una vita. 1 - Rosario Carello, I racconti di Papa Francesco, Ed. San Paolo. Una biografia originale di Papa Francesco, composta da 80 aneddoti, in ordine alfabetico, che inizia con A di abbigliamento e termina con Z di zii. Ottanta piccole storie, tutte con protagonista Papa Francesco, per raccontare dove nascono il coraggio, la simpatia, la coerenza, la forza, la fede dell’uomo chiamato nel 2013 a guidare la Chiesa. Ottanta piccoli racconti di vita, che ci aiutano a capire le scelte di Papa Francesco: la povertà, la sobrietà, il rigore personale, la tenerezza, la vicinanza alla gente. Storia dopo storia, un viaggio avvincente che getta una nuova luce su una delle personalità più folgoranti del secolo: Jorge Mario Bergoglio. Il Papa, nei suoi messaggi, dimostra come sappia usare le parole: ha il dono infatti di inventare immagini e costruire metafore che sono, nello stesso tempo, eleganti e popolari, cariche di significato e semplici da ricordare. Alla lettera I di immagini, l’autore ne propone alcune: - Una carezza nella notte: in mezzo alla “notte”, alle tante “notti”, ai tanti peccati che noi facciamo c’è sempre quella carezza del Signore che ci fa dire: “Questa è la mia gloria”. - Le lacrime? Sono occhiali: a volte nella vita gli occhiali per vedere Gesù sono le lacrime. - Turbolenza spirituale: nei tempi di turbolenza spirituale il posto più sicuro è sotto il manto di Maria. - Chiesa babysitter: se annunciamo Gesù con la nostra vita, la Chiesa diventa una madre che genera figli; ma quando non lo faccia- mo, la Chiesa diventa non madre, ma babysitter, che cura il bambino per farlo addormentare. - Un dio spray: in quale Dio crediamo? Un “dio diffuso’’, un “dio spray”, che è un po’ dappertutto ma non si sa che cosa sia? Noi crediamo in Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo. - Gesù non è una tintoria: il confessionale non è una tintoria; è un incontro con Gesù, con quel Gesù che ci aspetta, ma ci aspetta come siamo. - Cristiani da museo: il sale ha senso quando si usa per insaporire i cibi. Ma se il sale rimarrà nella saliera, esso perderà la sua forza e noi diventeremo cristiani da museo, incapaci di dar sapore alla nostra vita e a quella del prossimo con la Grazia ricevuta tramite i Sacramenti. Per concludere: un testo semplice, ma ricco di spunti per la riflessione personale e comunitaria, finalizzata ad un cammino sempre più evangelico. 2 - Barbara Pandolfi, Armida Barelli, una donna oltre i secoli, Editrice Ave Il libro presenta la vita di Armida Barelli come un ininterrotto cammino di fede e di attenzione alle sollecitazioni e alle sfide della storia. Un cammino interiore lungo e affascinante, che si è intrecciato con il suo cammino esteriore, fisico, instancabile, su ogni mezzo di trasporto, sotto il cielo azzurro di Lombardia e le bombe di due guerre mondiali; attraverso città e paesi italiani “dall’Alpe nevosa all’isola ardente”. Un cammino che ha attraversato due secoli, che le ha permesso di raggiungere migliaia di persone, soprattutto giovani, per portare a tutti l’annuncio del Regno. Un cammino mai solitario, ma condiviso, da “sorella maggiore”, che rimane per noi testimonianza perenne di un tratto importante della storia del movimento cattolico italiano. Armida Barelli amava la vita, il mondo, la bellezza. Amava i bam- segue a pagina 16 → 16 Libri per la mente e per il cuore ← segue da pagina 15 bini, le persone, gli incontri, l’amicizia. Amava le creature con tutti i doni che Dio le aveva dato, con la sua viva intelligenza, la sua forza di volontà, il suo grande cuore. Amava Dio che è Amore e che per amore si è fatto uomo e ha vissuto in mezzo agli uomini fino a dare tutto sé stesso, fino alla morte di croce per la salvezza di tutti. E’ questa grande passione per la vita che la condurrà ad uscire dal suo mondo ricco e borghese per avvicinarsi prima ai poveri, a coloro che cercano Dio, e poi ai giovani, alle giovani donne in particolare. Così fonda la Gioventù Femminile di Azione Cattolica (1918). Con padre Gemelli, Olgiati e Necchi, dà vita nel 1921 all’Univerità Cattolica del Sacro Cuore e nel 1929 inizia l’Opera della Regalità di nostro Signore Gesù Cristo, avente il compito di avvicinare il laicato cattolico alla liturgia. La sua figura si staglia “tra due secoli, anzi tra due ere della civiltà della donna: l’era della sottomissione più o meno incondizionata e l’era dell’autonomia economica e giuridica”, scrive Maria Sticco. Certamente la venerabile Barelli ha speso la vita con passione al servizio del Regno di Dio ed è un esempio per tutti i cristiani, ma in particolare per ogni donna desiderosa di spendere la sua vita per Dio e per gli altri. I suoi cammini di formazione e missione per i laici meritano ancora oggi di essere conosciuti e messi in atto. 3 - Albert Espinosa, Braccialetti rossi, Salani Editore E’ un libro unico nel suo genere, perché in esso l’autore fa il resoconto di dieci anni di malattia, vissuti nell’incertezza della guarigione e a contatto con tanti altri compagni, con i quali condivide con coraggio momenti di grave sconforto, ma anche di vera amicizia. Albert Espinosa ha compiuto un miracolo: malato di cancro per dieci anni, è riuscito a guarire trasformando il male in una grande esperienza. A ben vedere, è lui stesso miracolo, perché capace di contagiare gli altri con la sua vitalità. In questo libro esemplare racconta la sua giovinezza segnata dal male: più di un diario, più di una testimonianza, è una raccolta di tutto ciò che la sua condizione gli ha insegnato. E non c’è niente di astratto o dolente in queste pagine, ma la semplice volontà di mettere in pratica tutta la bellezza di quelle lezioni: come capire all’improvviso che perdere una parte di sé non è sottrazione di vita, ma l’occasione per guadagnarne di più. In ventitré capitoli, che non a caso vengono chiamati “scoperte”, l’autore mostra come unire la realtà quotidiana ai sogni più segreti, come trasformare ogni istante di vita, anche il più cupo, in un momento di gioia. Albert Espinosa, nato a Barcellona nel 1973 e laureato in ingegneria chimica, è uno dei più noti scrittori, registi e autori di teatro spagnoli contemporanei. VIVA IL “LATINORUM” Sono moltissime le parole che, senza che noi ce ne accorgiamo, fanno irruzione nel nostro lessico quotidiano Chi sa più parlare latino? E’ una lingua dei nostri avi lontani, dalla quale è nata la nostra, e che in qualche modo ci appartiene; ma nessuno di noi si sogna di dire che può abitualmente parlare latino. Eppure, più spesso di quanto ci rendiamo conto, noi parliamo latino. Per ottenere un lavoro presentiamo un curriculum, o, per usare l’espressione completa, il nostro curriculum vitae, che il latino significa appunto il corso della nostra vita (curriculum, diminutivo di currus, carro, significava oltre che piccolo carro, anche corso, carriera). Per verificare il consenso del popolo su una legge si indice un referendum. In latino la forma completa era convocatio ad referendum, cioè convocazione per riferire, sottinteso, la propria scelta. E’ possibile che ci capiti di scrivere un memorandum, che in latino significa cosa da ricordare, dal verbo memorare, appunto. Se ci preoccupa la tintarella, niente di meglio di un solarium, che anche per tanti latini era un luogo esposto al sole. Fin dal Cinquecento usiamo il lapis, parola (che in latino significa pietra) con riferimento alla grafite che è contenuta all’interno di quel cilindretto o bastoncello per scrivere e disegnare che chiamiamo anche matita. Pure la parola album è latina, e ci arriva attraverso la Germania del Settecento, dove le fanciulle usavano tenere un libro dalle pagine bianche (bianco, album in latino) per la raccolta di ricordi, di versi e di autografi augurali. Anche ala è una parola latina, e così anima, aquila, audio, video, monitor, basilica, corona, gratis, idea, gloria, mollìca, pro memoria e tantissime altre; e se scivoliamo in politica, par condicio, casus belli, ad personam, moratoria, iter, bonus, ultimatum, super partes… E’ proprio vero, siamo figli dei latini. Viva il “latinorum”. 17 ANGOLO DELL’ORATORIO Grest 2014 - Fototeca La parola Grest sta per Gruppo Estivo o anche Grande Estate. Un’esperienza estiva che è stata vissuta anche quest’anno come un momento di crescita da parte dei ragazzi e dei bambini delle elementari e delle medie insieme con don Massimo e gli animatori. Un’esperienza che i partecipanti ci vogliono raccontare per... immagini! 18 ANGOLO DELL’ORATORIO Arrivano i santi in stile “manga” Che santo è? Mostra di cartoline e ‘santini’ per far conoscere i santi In oratorio nei giorni di S. Flaviano è possibile visitare una nuova ‘mostra’. Ancora di cartoline ma anche ‘santini’. Due anni fa abbiamo potuto ammirare la cartoline della ‘repubblica dei ragazzi’ e lo scorso anno quelle della città di Brescia. Quest’anno si tratta di tre serie di cartoline che illustrano le figure dei santi ‘in stile manga’, cioè simile alle figure dei cartoni animati giapponesi tanto cari ai nostri ragazzi. E’ l’occasione per avvicinare i ragazzi, e non solo loro, all’iconografia dei santi. “I ragazzi di oggi non sanno più riconoscere i santi, guardano solo i cartoni animati”. Questa frase del pittore don Renato Laffranchi ha ispirato Paolo Linetti nel 2008 a realizzare il progetto: “Che santo è?” con tre serie di cartoline ed ora sfociato anche nella realizzazione di un libro illustrato con 185 figure di santi, che pure potrete vedere alla mostra ed eventualmente acquistare. Il nostro Vescovo, Mons. Luciano Monari nel presentare la serie dei ‘santi in stile manga’ ha detto che “nel cammino di ogni persona sono fondamentali le figure di riferimento. E spesso le figure di riferimento per i ragazzi non sono chiare o del tutto positive, perché nella nostra società se una persona ha successo diventa un modello. I Santi, senza dubbio, sono modelli positivi. Possono sembrare fuori del nostro tempo, anche se hanno atteggiamenti validi ancora oggi: diventa, allora, fondamentale far vedere la modernità dei Santi e uno stile come quello ‘manga’ può aiutare”. Riconoscere i santi nell’arte, conoscere la loro storia è un compito molto difficile anche per gli addetti ai lavori. “Che santo è?” è un vero e proprio manuale di iconografia, serio e accurato, ma realizzato con il linguaggio dei fumetti. In ogni car- Nelle foto: copertina del libro, Sant’Andrea, i quattro evangelisti tolina è raffigurato un santo (in stile manga) mentre sul retro viene presentato il significato del suo nome, la storia, la festività del santo, il suo patronato, spiega come riconoscerlo grazie agli attributi e descrive la categoria di appartenenza secondo il Messale Romano. Nella nostra mostra in oratorio vedremo il santo anche in immagini tradizionali: i cosiddetti ‘santini’. Questo progetto ha ottenuto il patrocinio del Mi- nistero dell’Istruzione Università e Ricerca. E’ stato realizzato sotto le revisione del prof. Giuseppe Fusari, docente di Iconografia e Iconologia dell’Università Cattolica di Brescia e molte ‘schede’ sono state realizzate dai superiori degli ordini religiosi che fanno riferimento al santo. I disegni sono opera di Daniela Boselli, Lucia Botta, Sara Dalena, Francesca Uberti, Michela Nava e Barbara Apostolico. 19 Festa degli anniversari di matrimonio 2014 Il 7 settembre abbiamo celebrato la festa degli anniversari di matrimonio. Sono trascorsi 15 anni da quando l’Associazione Genitori, in accordo con la Parrocchia, ha promosso questa iniziativa comunitaria e questo è stato un anno del tutto particolare in quanto mai era capitato di avere tre coppie che festeggiassero il 65°, due coppie il 60°, otto coppie il 55° e nove coppie il 50°. Per vari motivi, è logico che non tutti abbiano potuto essere presenti ma lo erano certamente nelle nostre preghiere. Nella semplicità della cerimonia, presieduta da don Carlo ed accompagnata dai canti del nostro “Coretto“, abbiamo ricordato che il sacramento del matrimonio è segno dell’amore di Cristo per la sua Chiesa, segno di fedeltà, fonte di grazia e forza nelle difficoltà quotidiane. Accanto alle coppie più anziane vi sono state le giovani coppie, quasi tutte presenti ma purtroppo poche perché pochi sono stati i matrimoni negli ultimi anni. Per fare scelte definitive, in un mondo che sa tutto di provvisorio, ci vuol davvero coraggio! Ed è stato bello vedere questi giovani accanto agli anziani: hanno avuto l’esempio che si può trascorrere una vita intera insieme alla persona scelta ed amata. Anche a questo serve celebrare in comunità la festa degli anniversari di matrimonio. Dopo le foto di rito, sempre ge- nerosamente offerte all’A.Ge. da “Fotostudio Cappelli”, è stato proposto un rinfresco-aperitivo a tutte le coppie partecipanti nel Palazzo Comunale. Ringrazio veramente di cuore tutte le persone che, con il loro lavoro silenzioso ma determinante, hanno contribuito alla bella riuscita della celebrazione. Il Presidente dell’A.Ge. A. Decca 20 Bilancio Parrocchiale DALLA CASSA ORDINARIA Giugno 2014 Entrate: elemosine (festive): 750,48 – elemosine della settimana: 813,69 – candele: 565,58 – dagli ammalati: 655,00 – P. Pio (e cassette varie): 19,88 – Rimborso Enel: 116,60. Uscite: enel: 544,83 – metano: 1.054,57 – telefono: 106,14 – acqua: 102,28 – ai sacerdoti: 120,00 – liturgia (fiori, particole, vino): 30,00 – bollettino di Pasqua con spedizione: 1.096,00 – inviti festa 1° maggio: 85,28 – confessore: 250,00. Luglio 2014 Entrate: festive: 738,50 – settimana: 577,62 – sacramenti: 750 – rimborso enel: 298,84 – candele: 895,60 – P. Pio: 28,93. Uscite: enel: 385,35 – metano: 98,12 – liturgia: 205,00 – ferramenta: 130,00 – cera: 1.360,00 – ai sacerdoti: 120,00. Agosto 2014 Entrate: festive: 1.163,27 – settimana: 618,13 – candele: 744,56 – sacramenti: 1.000,00 – P. Pio: 31,66. Uscite: enel: 133,08 – confessore: 120,00 – ai sacerdoti: 120,00 – carta, matrici, inchiostro e varie: 286,00. Dal 1 giugno al 31 agosto 2014 DALLA CASSA STRAORDINARIA Entrate: (Buste della seconda domenica di) giugno: 764,19 – di luglio: 813,95 – di agosto: 847,81 – Offerte (a mano o in urna della chiesa da €.: 20,00 (1) – 50,00 (1) – da 100,00 (2) – da 300,00 (3) – da 1.000,00 (2) da 1.500,00 (1) – pesca e lotteria di S. Anna: 413,50 – da un gruppo di donne della palestra: 275,00 – Prato ‘Tessere’: 100,00 – Interessi e cedole: 400,85 – Pellegrinaggio alla Madonna dello Zuccarello: 190,00. Per un totale di euro: 7.475,30 = Uscite: Rate del Mutuo di giugno: 3.477,39 – di luglio: 3.467,25 – di agosto: 3.461,13 – Mutuo ‘Fin-Lombarda’ per mobili: 1.941,96 – Per la nuova campana: 8.220,35 – nuovo amplificatore per la chiesa parrocchiale: 2.400,00 – confessionale: 400,00 – Televisore per lotteria: 500,00. Per un totale di euro: 23.868,08. Il debito residuo del mutuo del tetto (era di € 400.000,00) al 31.08.2014 ammonta a € 300.006,88= e quello per i mobili (il prestito era di € 40.000,00 di cui € 10.000,00 a fondo perduto) resta di € 25.245,54= Anagrafe parrocchiale SONO DIVENTATI CRISTIANI NEL BATTESIMO Battezzati il 06 – Isabella Filippini di Andrea e di Monica Farina 07 – Aurora Rosetta Agrò di Giuseppe e di Maria Vittoria Rizzo 14.09.14 14.09.14 SI SONO UNITI IN MATRIMONIO Roberto Bulgari con Alessandra Gatti 30.08.14 21 I NOSTRI MORTI 11 - Giuseppina Losio di anni 79 † 13-07-2014 “O Dio concedi a questi nostri defunti, fratelli nella fede, il perdono di tutti i peccati, perché ottengano la misericordia e la pace che hanno sempre sperato”. Requiem aeternam... 08 - Paola Comincini di anni 79 † 04-07-2014 09 - Giovanna Filippini di anni 75 † 06-07-2014 10 - Caterina Gualtieri di anni 78 † 12-07-2014 12 - Armando Guerrini di anni 96 † 21-07-2014 13 - Carlina Mor di anni 87 † 26-07-2014 14 - Francesco Martini di anni 89 † 06-08-2014 Anniversari di morte dei nostri cari 15 - Francesco Migliavacca di anni 79 † 17-08-2014 Flora Molinari ved. Mor di anni 92 † 04-08-2014 - Brescia Guido Azzini † 24-11-2000 Antonia Filippini † 16-09-2012 22 CALENDARIO PASTORALE - LITURGICO DELLA PARROCCHIA “SANT’ANDREA” OTTOBRE 2014 Mer. 01 memoria di S. Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa Gio. 02 memoria dei Santi Angeli Custodi ore 16,30 – S. Messa in parrocchiale – Sono attesi in particolare i nonni e i loro nipotini. Ven. 03 Primo venerdì del mese ore 15,00 Adorazione e Benedizione eucaristica (al Suffragio) Sab. 04 festa di S. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia ore 09,00 – S. Messa nella chiesa parrocchiale ore 17,00 – Benedizione degli animali in oratorio Mar. 07 Memoria della B. Vergine Maria del S. Rosario Gio. 09 Inizio della preparazione alla solennità patronale di S. Flaviano ore 09,00 S. Messa nella chiesa parrocchiale (riflessione) ore 16,30 Confessioni alla Casa di Riposo Ven 10 ore 09,00 S. Messa nella chiesa parrocchiale (riflessione) Sab. 11 Memoria di san Giovanni XXIII, papa ore 09,00 S. Messa nella chiesa parrocchiale (riflessione) ore 18,00 S. Messa inizio delle festività di S. Flaviano (vedi programma in ultima pagina) Mer. 15 Memoria di S. Teresa d’Avila Gio. 16 Memoria di S. Margherita Maria Alacoque Sab. 18 festa di S. Luca, evangelista Dom. 19 88° Giornata Missionaria Mondiale Solennità nell’anniversario di Consacrazione della chiesa parrocchiale ore 11,00 S. Ritiro dei cresimandi in oratorio ore 15,00 Incontro coi genitori e padrini dei cresimandi Mer. 22 Memoria di san Giovanni Paolo II, papa Gio. 23 Memoria di S. Giovanni da Capestrano (secondo alcuni storici ha predicato a Pralboino e ha ottenuto dai Gambara il terreno per costruire S. Maria degli Angeli) Ven. 24 ore 20,30: Confessioni per cresimandi, padrini e familiari (in chiesa parrocchiale) Sab. 25 S. Confessioni (dalle ore 15,30) per ragazzi, giovani e adulti ore 02,00: cambio orario – dall’ora legale all’ora solare Dom. 26 Domenica XXX del Tempo Ordinario ore 10,30 Celebrazione del Sacramento della Confermazione e Prime Comunioni (Celebra S. Ecc. Mons. A. Vincenzo Zani) Mar. 28 Festa dei Santi Simone e Giuda, apostoli Ven. 31 ore 09,00 S. Messa - Non c’è la S. Messa prefestiva delle ore 18,00 NOVEMBRE 2014 Sab. 01 Solennità di Tutti i Santi ore 08,00 S. Messa ore 10,00 S. Messa solenne ore 15,00 S. Messa al cimitero Non c’è la S. Messa vespertina 23 CALENDARIO PASTORALE - LITURGICO DELLA PARROCCHIA “SANT’ANDREA” Commemorazione di tutti i fedeli defunti ore 09,00 S. Messa in parrocchia per gli Iscritti al Sacro Triduo ore 10,00 S. Messa in parrocchia per tutti i nostri sacerdoti defunti ore 15,00 S. Messa al Cimitero per tutti i defunti Non c’è la S. Messa vespertina Memoria di S. Carlo Borromeo Memoria del B. Sebastiano Maggi, sacerdote Primo venerdì del mese ore 15,00 Adorazione e Benedizione eucaristica (al Suffragio) Dom. 09 Dedicazione della Basilica Lateranense Giornata mondiale del ringraziamento – Raccolta di S. Martino ore 10,00 S. Messa e benedizione delle macchine agricole Lun. 10 ore 09,00 Ufficio funebre in suffragio di don Paolo Barchi (7° anniversario di morte) Ven. 21 Memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria Sab. 22 S. Cecilia, vergine e martire Dom. 23 Solennità di Gesù Cristo, Re dell’universo ore 10,00 S. Messa solenne - ore 17,00 Vespri e atto di consacrazione a Cristo Re Mar. 25 Memoria di S. Caterina d’Alessandria Sab. 29 Solennità di S. Andrea apostolo (titolare della nostra Chiesa) ore 09,00 S. Messa – Inizio della Novena dell’Immacolata Dom. 30 Prima domenica di Avvento Dicembre 2014 Mer. 03 Memoria di S. Francesco Saverio, sacerdote missionario Ven. 05 Primo venerdì del mese ore 15.00 Adorazione eucaristica al Suffragio Dom. 07 Seconda Domenica di Avvento dalle ore 07.30 alle ore 11 – possibilità delle S. Confessioni Lun. 08 Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Ven. 12 ore 09.00 Ufficio funebre in suffragio di don G. Persavalli (28° anniversario di morte) Sab. 13 Memoria di S. Lucia, vergine e martire Dom. 14 Terza Domenica di Avvento Lun. 15 Memoria di S. Maria Crocifissa di Rosa, vergine ore 09.00 S. Messa in suffragio delle suore Ancelle passate fra noi Mar. 16 Inizio della Novena del S. Natale Ven. 19 dalle ore 09,00 S. Confessioni Dom. 21 Terza Domenica di Avvento Lun. 22 ore 09.00 Ufficio funebre in suffragio di don Emilio Treccani (3° anniversario di morte) ore 16,30 S. Confessioni alla Casa di riposo Mer. 24 ore 09,00 S. Messa (con possibilità in mattinata delle Confessioni) dalle ore 15,00 alle ore 19,00: S. Confessioni Gio. 25 Solennità del Natale del Signore Dom. 02 Mar. 04 Ven. 07 SOLENNITÀ PATRONALE DI S. FLAVIANO DOMENICA 12 OTTOBRE 2014 CONFESSIONI (in questi orari è sempre presente anche un sacerdote forestiero) Giovedì 09: Venerdì 10: Sabato 11: Domenica 12: ore 09,40 ore 16.30 ore 09,40 ore 16,30 ore 20,30 ore 09,00 ore 15,30 ore 08,00 adulti e anziani casa di riposo adulti e anziani ragazzi elementari e medie adolescenti e giovani adulti e anziani per tutti (fino alle ore 19,00) fino alle ore 11,00 PREPARAZIONE Giovedì 09: ore 09,00 S. Messa con riflessione (don Arturo Balduzzi - Gottolengo) Venerdì 10: ore 09,00 S. Messa con riflessione “ Sabato 11: ore 09,00 S. Messa con riflessione “ FESTE PATRONALI Sabato 11: ore 18,00 Scoprimento dell’urna del S. Patrono - S. Messa solenne Dom. FESTA DI SAN FLAVIANO 12: ore 08,00 S. Messa ore 10,30 S. Messa solenne (condecorata dalla nostra Schola Cantorum) celebrata da P. Antonio Papa, Superiore Generale per 10 anni dei Padri Canossiani di Verona. ore 18,00 S. Messa Lunedì Seconda festa di S. Flaviano 13: ore 10,30 S. Messa celebrata da Mons. Gianfranco Mascher, Vicario Generale della diocesi di Brescia. Concelebranti i sacerdoti della zona, i sacerdoti nativi e quanti hanno svolto il ministero a Pralboino. ore 18,00 S. Messa e coprimento dell’urna del Santo patrono. Nei giorni delle festività patronali: - nell’aula vicina alla canonica è allestito un mercatino di beneficenza. Il ricavato sarà utilizzato per il consistente debito dovuto alla sistemazione del tetto della parrocchiale; - presso l’oratorio è possibile visitare una rassegna di cartoline di santi in stile ‘manga’ accompagnati da ‘santini’ vari della nostra tradizione; - il libro “Che santo è?” - Iconografia dei santi in stile “manga” sarà disponibile per l’acquisto. Il prezzo del volumetto è €15.00. Il ricavato sarà a beneficio dell’oratorio.
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