RISCHIO CHIMICO d.lgs. 81/2008 Il “Testo Unico”, più che innovare, raccoglie e coordina gran parte della previgente e stratificata legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. TITOLO IX SOSTANZE PERICOLOSE CAPO I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI CAPO II PROTEZIONE DA AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI Agenti chimici tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato; Agenti chimici pericolosi Agente chimico pericoloso: Cioè? Sostanze classificate Preparati classificati pericolose pericolosi D.Lgs 52/97 D.Lgs 65/03 Ma non soltanto! Agenti chimici pericolosi agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai D.Lgs 52 e 65, possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimicofisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale. Classificazione in base alle proprietà chimico-fisiche secondo le vecchie Direttive DSP(1967/548/CEE) e DPP(1999/45/CE) Esplosivi : agenti che anche senza l’azione dell’O2 atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, deflagrano rapidamente; Comburenti : le sostanze o i preparati che,a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica; Infiammabili : sostanze e preparati con basso punto d’infiammabilità tra i 21°C e 55°C; Classificazione in base alle proprietà fisico-chimiche secondo le vecchie Direttive DSP e DPP Facilmente infiammabili : Le sostanze e i preparati che,a contatto con l’aria, a T ambiente e senza apporto di energia, possono riscaldarsi e infiammarsi Le sostanze e i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi a causa di un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo il ritiro della sorgente di accensione. Le sostanze e i preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è molto basso. Le sostanze e i preparati che, a contatto con l’acqua o l’aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose Estremamente infiammabili : sostanze e preparati liquidi con punto di’infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze e preparati gassosi che a T e P ambiente si infiammano a contatto con l’aria. Sono sostanze il cui punto di infiammabilità è inferiore a 0°C ed il cui punto di ebollizione è inferiore o pari a 35°C; Classificazione in base alle proprietà tossicologiche secondo le vecchie Direttive DSP e DPP Irritanti: lettera Xi; Sensibilizzanti: lettera Xi-Xn; Nocivi: Le sostanze ed i preparati che in caso di inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche; lettera Xn; Tossici: se nocivi in piccole quantità; lettera T; Molto tossici: se nocivi in piccolissime quantità; lettera T+; Corrosivi: lettera C; Classificazione in base agli effetti specifici sulla salute • • • Cancerogeni Mutageni Tossici per il ciclo riproduttivo • Pericolosi per l’ambiente Classificazione ed Etichettatura secondo DSP e DPP Le sostanze e i preparati devono essere etichettati tenendo conto della loro classificazione e vanno riportate le loro pericolosità in sintesi. LE FRASI DI RISCHIO R Sono formate dalla lettera R seguita da un numero di identificazione che indica un rischio specifico. Esempio: R 36 Irritante per gli occhi R 45 Può provocare il cancro Sono possibili anche combinazioni di frasi per rischi simili o concausa uno dell’altro. Esempio: R 36/38 Irritante per gli occhi e per la pelle LE FRASI DI RISCHIO R R26 Molto tossico per inalazione. NO guanti !! R27 Molto tossico a contatto con la pelle. NO facciale filtrante !! R11 Facilmente infiammabile. NO guanti o facciale filtrante !! Attenzione a stockaggio !! I CONSIGLI DI PRUDENZA S Sono formati dalla lettera S seguita da un numero indicante il consiglio di prudenza specifico. Esempio: S 22 Non respirare le polveri. S 45 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile mostrargli l’etichetta). Anche per le frasi S sono possibili combinazioni di più consigli di prudenza. Esempio: S 20/21 l’impiego. Non mangiare, né bere, né fumare durante S 36/37 Usare indumenti protettivi e guanti adatti. Valutazione dei rischi Articolo 28 (Titolo I): il Datore di Lavoro determina, preliminarmente, l'eventuale presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro valuta anche i rischi per la sicurezza e la salute dei Lavoratori derivanti dalla presenza di tali agenti. Documento di Valutazione Rischi Il ddl deve certificare nel Documento di Valutazione Rischi che il rischio nell’ambiente di lavoro è basso per la sicurezza e irrilevante per la salute, o adoperarsi perché lo diventi. Rischio basso per la sicurezza e irrilevante per la salute Si ritiene corretto associare il termine sicurezza alla salvaguardia dell’integrità fisica del lavoratore da effetti acuti e immediati, quali un infortunio, o le conseguenze di una breve esposizione. il concetto di “irrilevante per la salute” a condizioni di lavoro nelle quali l’esposizione agli agenti chimici pericolosi è ampiamente al di sotto dei valori limite di esposizione individuati dalla normativa. Pericolo Una situazione, una sostanza, un oggetto che, per le sue proprietà o caratteristiche, ha la capacità potenziale di causare un danno alle persone. Esempio: una bottiglia di Etere Etilico è un pericolo poiché il liquido in essa contenuto è facilmente infiammabile. Rischio E’ la probabilità che un pericolo possa provocare un danno alle persone. Esempio: il rischio che presenta una bottiglia di Etere Etilico è più elevato quando la stessa è lasciata aperta, aumenta se l’operatore sta fumando mentre la maneggia, e si incrementa al massimo se nelle vicinanze vengono prodotte scintille o addirittura fiamme. Definizioni: • Pericolo:proprietà intrinseca della sostanza • Rischio: probabilità che si verifichi un danno per la gravità del danno stesso Rischio Magnitudo in genere R= f(P,M) Probabilità Difficoltà di utilizzo della formula per il rischio associato all’esposizione ad agenti chimici R= P x M Riduzione del rischio F r e q u e n z a Protezione Prevenzione R1 R2 Magnitudo R= f(P,M) Riduzione del rischio PREVENZIONE INTERVENTI POSSIBILI PROTEZIONE Esposizione ad ACP in ambiente sanitario - Laboratori: reattivi specifici - Reparti e ambulatori: detergenti, disinfettanti, sterilizzanti – formaldeide, chemioterapici antiblastici. - Sale chirurgiche: gas anestetici Vie principali di penetrazione delle sostanze e preparati pericolosi sull’organismo umano • Inalazione durante la respirazione (polmoni) • Ingestione (bocca e apparato gastro-intestinale) • Assorbimento cutaneo (pelle) Possono provocare Effetti acuti sono effetti immediati a seguito di una esposizione di breve durata con assorbimento rapido di una sostanza tossica. Effetti cronici sono effetti tardivi e sono conseguenti alla esposizione a dosi minime, ma frequenti per lunghi periodi. Definizioni valori limite in ambiente di lavoro TLV (ACGIH) TLV - TWA (Threshold Limit Value Time Weight Average): Valore limite di soglia ( Media ponderata nel tempo): concentrazione media ponderata nel tempo per una giornata lavorativa di 8 ore e per 40 ore lavorative settimanali (per una vita lavorativa) TLV - STEL (Threshold Limit Value - Short Term Exposure Limit): Valore limite di soglia- Limite per breve tempo di esposizione: concentrazione a cui i lavoratori possono essere esposti continuativamente per un breve periodo di tempo (15 minuti), non più di 4 volte/g, purché il TLV - TWA giornaliero non venga superato) TLV-C (Threshold Limit Value - Ceiling) Concentrazione che non deve essere superata durante l’esposizione lavorativa nemmeno per un brevissimo periodo di tempo Esempi di TLV Etanolo: TWA= 1000 ppm Metanolo: TWA= 200 ppm KCN: TWA= 5 ppm LA TOSSICITA' SECONDO PARACELSO “Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit.”[ « Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto. » Tossicità La tossicità è data dalla capacità di un agente chimico di produrre un effetto negativo sull’organismo. Essa può essere espressa con diversi indici, a seconda delle modalità di penetrazione nell’organismo: nel caso di penetrazione per ingestione o contatto cutaneo, viene utilizzata la DL50 (Dose Letale 50%) che, per definizione, esprime la dose che somministrata una sola volta provoca la morte del 50% degli animali di laboratorio, in un periodo di osservazione di 2 settimane. La tossicità si esprime in mg di sostanza per Kg di peso corporeo. La tossicità di sostanze che penetrano nell’organismo per inalazione è misurata dall’indice CL50 (concentrazione letale 50%) espresso in mg/l e riferito ad una esposizione di 4 ore. Anche in questo caso si valuta la concentrazione in grado di determinare la morte del 50% degli animali di laboratorio esposti. Dose letale del 50% DL50 orale mg/Kg DL50 cutanea mg/Kg CL50 inalatoria mg/l (4h) Molto tossiche < 25 < 50 < 0,50 Tossiche 25 - 200 50 - 400 0,50 – 2,00 Nocive 200 - 400 400 - 2000 2,00 - 20,00 Categoria Esempi DL50 DL50 orale (ratto) mg/Kg Cianuro di potassio Nicotina Solfato di rame 5 53 300 I PRINCIPI DELLA PREVENZIONE Etichettare accuratamente ogni recipiente contenente prodotti pericolosi Predisporre una Scheda con i Dati sulla Sicurezza e trasmetterla agli utilizzatori; Sostituire i prodotti pericolosi, dove possibile, con altri meno pericolosi; Informare ogni lavoratore sui rischi che il prodotto presenta per la sua salute o la sua sicurezza, sulle modalità operative, sulle condizioni e precauzioni per l’uso; Limitare il numero dei lavoratori esposti all’azione dei prodotti pericolosi I PRINCIPI DELLA PROTEZIONE Art. 15 e Art. 111 1) Sviluppare i mezzi di protezione collettiva con: • sistemi di captazione alla fonte; • aerazione e purificazione dei locali; • sistemi di allarme e mezzi automatici di rilevamento; 2) Quando ciò non è possibile, utilizzare i mezzi di protezione individuali; I PRINCIPI DELLA PROTEZIONE D P I e D P C NORMATIVE IN EUROPA Direttiva Sostanze Pericolose – DSP (1967/548/CEE) Direttiva Preparati Pericolosi – DPP (1999/45/CE) Regolamento REACH (2006) – entrata in vigore 1° giugno 2007 – registrazione … autorizzazione di tutti gli agenti chimici importati in europa. Regolamento CLP (2008) - 20 gennaio 2009 – GHS del 1992 INVERSIONE DELL'ONERE DI PROVA Con l’avvento del REACH non sono più le autorità a controllare il sistema di valutazione dei rischi, bensì l’industria è tenuta a: • dimostrare che la sostanza (come tale o in un preparato o in un articolo) possiede o meno caratteristiche di pericolosità; • a effettuare una valutazione globale del rischio per ogni specifico uso; • a dimostrare che i rischi sono adeguatamente controllati o che i benefici socio-economici compensano o sono superiori ai possibili rischi. CLP Il sistema REACH è completato dal regolamento (CE) n. 1272/2008, del Parlamento Europeo e del Consiglio, relativo alla classificazione, alla etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele (CLP). Questo regolamento integra i criteri di classificazione e le norme di etichettatura del Sistema mondiale armonizzato (GHS / 1992) delle Nazioni Unite nella legislazione comunitaria e riprende le disposizioni del REACH che regolano l’inventario delle classificazioni e delle etichettature. IL CLP permette l’applicazione del sistema GHS all’interno della Comunità Europea Sostituirà progressivamente il sistema europeo esistente: DIRETTIVA SOSTANZE PERICOLOSE – DSP (1967/548/CEE) DIRETTIVA PREPARATI PERICOLOSI – DPP (1999/45/CE) che verranno abrogate completamente nel 2015 Classificazione delle Sostanze - Applicazione -Dal 1.12.2010 al 1.6.2015 è obbligatorio utilizzare contestualmente sia il vecchio sistema sia il nuovo sistema di cui al regolamento CLP; - dopo il 1.6.2015 sarà obbligatorio adottare solo il nuovo sistema di cui al regolamento CLP. Classificazione delle Miscele - Applicazione - Dal 20.1.2009 sino al 1.6.2015: è obbligatorio adottare il vecchio sistema e, in aggiunta, è facoltativo adottare il nuovo sistema di cui al regolamento CLP; - dal 1.6.2015 sarà obbligatorio adottare solo il nuovo sistema di cui al regolamento CLP. Le sostanze, in base alla natura del pericolo, non sono più divise in categorie di pericolo, ma in classi di pericolo. Le classi di pericolo nel CLP vengono suddivise in categorie che specificano la gravità del pericolo. Queste differenze fanno si che non vi sia sempre una corrispondenza fra le vecchie indicazioni (frasi R e S) e le nuove (frasi H e P). Etichettatura L'etichettatura deve riportare: - la denominazione della sostanza o della miscela e/o il numero d’identificazione; - il nome, l’indirizzo e il numero di telefono del fornitore; - la quantità nominale della sostanza o della miscela. Se del caso, l’etichettatura deve includere: ◊ i pittogrammi di pericolo ; ◊ le avvertenze «Pericolo» o «Attenzione»; ◊ indicazioni di pericolo quali «Pericolo di incendio o di proiezione», «Letale se ingerito», ecc. ; ◊ consigli di prudenza quali «Conservare soltanto nel contenitore originale», «Tenere fuori dalla portata dei bambini», ecc. Informazioni supplementari di Classificazione Inoltre, alcuni elementi fanno parte della DSP o della DPP, ma non sono (ancora) inclusi nel GHS dell’ONU, Tali elementi sono considerati informazioni supplementari di etichettatura e figurano nell’allegato I, parte 5 e nell’allegato II del regolamento CLP. Per chiarire che non derivano da una classificazione dell’ONU, tali elementi di etichettatura supplementari sono codificati in maniera diversa dalle indicazioni di pericolo del regolamento CLP. Ad esempio, si usa EUH001, ma non H001, per riflettere R1 della DSP. Etichette CLP e DSP Un raffronto fra i principali elementi dell’etichetta a norma del regolamento CLP e della DSD in relazione a una sostanza esemplificativa (glutaraldeide): Pittogrammi di pericolo ai sensi del CLP Avvertenza: Pericolo Indicazioni di pericolo ai sensi del CLP Tossicità acuta per ingestione, Cat.3 H301 Tossicità acuta per inalazione, Cat 3 H331 Corrosione cutanea, Cat.1B H314 Sensibilizzazione delle vie respiratorie, Cat. 1 H334 Sensibilizzazione cutanea, Cat. 1 H317 Tossicità acuta per l'ambiente acquatico, Cat. 1 H400 Simboli di pericolo ai sensi della DSP Indicazioni di pericolo: Tossico Pericoloso per l'ambiente Frasi di rischio ai sensi della DSP R22 Nocivo per ingestione R23 Tossico per inalazione R34 Provoca ustioni R42/43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici I PITTOGRAMMI E (esplosivo) Xn ÷ Xi (nocivo - irritante) O (comburente) F ÷ F+ (facilmente/estremamente infiammabile) I PITTOGRAMMI T ÷ T+ C (Tossico/molto tossico) (Corrosivo) Possono provocare il cancro o alterazioni genetiche Gas compressi, liquefatti o disciolti N (Pericoloso per l’ambiente) Indicazioni di pericolo Le frasi di rischio ”R” sono sostituite dagli: Indicatori di pericolo – lettera H + numeri a tre cifre questa volta sono codificati: · Il primo numero indica il tipo di pericolo: “2” per pericoli fisici; “3” pericoli per la salute: “4” pericoli per l’ambiente; • Frasi supplementari per criteri solo UE e non GHS – EU+ tre cifre (0 + il numero della vecchia frase R) Indicazioni di pericolo H221 H223 H318 H331 H332 H350 Gas infiammabile. Aerosol infiammabile. Provoca gravi lesioni oculari Tossico se inalato. Nocivo se inalato. Può provocare il cancro <indicare la via di esposizione se è accertato che nessun'altra via di esposizione comporta il medesimo rischio>. Consigli di Prudenza: P seguita da tre numeri Consigli di Prudenza: P seguita da tre numeri di cui il primo è: • 1: Consigli a carattere Generale Es. P102: “Tenere fuori dalla portata dei bambini” • 2: Consigli di Prevenzione. Es.P222:”Evitare contatto con aria” • 3: Consigli di Reazione: Es:P302+P352: “In caso di contatto con la pelle lavare abbondantemente con acqua e sapone” • 4: Consigli di Conservazione: Es P404: “Conservare in un recipiente chiuso” SdS - ruolo ed utilizzo Le schede di sicurezza sono lo STRUMENTO PRINCIPALE per il trasferimento delle informazioni relative a sostanze/preparati lungo tutta la catena di approvvigianamento Consentono: - ai responsabili: di determinare se gli agenti chimici pericolosi sono presenti sul luogo di lavoro e di valutare ogni rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, ed eventualmente degli utilizzatori a valle, derivanti dal loro utilizzo - agli utilizzatori: di adottare le misure necessarie in materia di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro PREMESSA LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO REGOLAMENTO CE 1907/2006 (REACh) (Art. 31 - Allegato II) Modificato e integrato dal Regolamento CE n. 453 / 2010 Prevista una CSR - Relazione sulla sicurezza chimica allegata alla SDS con Scenari di Esposizione (ES) Un esempio di scheda di sicurezza versione aggiornata al regolamento CE 1907/2006 (REACH) 1. Che cos’è e chi la produce 2. Quanto è pericolosa 2. Quanto è pericolosa 3. Quali altre sostanze eventualmente sono presenti 4. Come intervenire in caso di incidente 5. Cosa fare in caso di incendio… .. e 6. in caso di fuoriuscita accidentale 7. Come manipolare e dove conservare la sostanza 8. Esposizione…. Time Weighted Average: Conc. Media Ponderata per giornata lavorativa 8 ore e 40 settimanali (esposizione cronica) ….e protezione individuale ….ancora sulla protezione individuale 9. Aspetto e caratteristiche chimico-fisiche 10. Come e con cosa reagisce 11. Quanto è tossica per l’uomo.. 12 e 13. ...e per l’ambiente Scheda di Sicurezza SEZIONE 14: Informazioni sul trasporto SEZIONE 15: Informazioni sulla regolamentazione SEZIONE 16: Altre informazioni Classi e categorie di pericolo del regolamento CLP Pericoli Fisici Esplosivi (esplosivi instabili, divisioni 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5 e 1.6) Gas infiammabili (categoria 1 e 2) Aerosol infiammabili (categoria 1 e 2) Gas comburenti (categoria 1) Gas sotto pressione (gas compressi, gas liquefatti, gas liquefatti refrigerati, gas disciolti) Liquidi infiammabili (categoria 1, 2 e 3) Pericoli Fisici Liquidi piroforici (categoria 1) Solidi piroforici (categoria 1) Sostanze e miscele autoriscaldanti (categoria 1 e 2) Sostanze e miscele che a contatto con l’acqua emettono gas infiammabili (categoria 1, 2 e 3) Liquidi comburenti (categoria 1, 2 e 3) Solidi comburenti (categoria 1, 2 e 3) Pericoli per la salute Tossicità acuta (categoria 1, 2, 3 e 4) Corrosione/irritazione cutanea (categoria 1A, 1B, 1C e 2) Gravi lesioni oculari/irritazione oculare (categoria 1 e 2) Sensibilizzazione delle vie respiratorie o cutanea Mutagenicità sulle cellule germinali (categoria 1A, 1B e 2) Cancerogenicità (categoria 1A, 1B e 2) Pericoli per la salute Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT) – esposizione singola ((categoria 1, 2) e categoria 3 soltanto per la narcosi e l’irritazione delle vie respiratorie) Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT) – esposizione ripetuta (categoria 1 e 2) Pericolo in caso di aspirazione (categoria 1) Pericoli per l’ambiente Pericoloso per l’ambiente acquatico (pericolo acuto categoria 1, pericolo cronico categoria 1, 2, 3, e 4) Pericoloso per lo strato di ozono Una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione nelle categorie 1 e 2 stabilite ai sensi del D.Lgs. 52/97; Un preparato contenente una o più sostanze cancerogene; Una sostanza, un preparato o un processo di cui all’ allegato XLII del D.Lgs. 81/08 Titolo VII : Agenti cancerogeni/mutageni Si applica a: Sostanze e/o preparati che rispondono ai seguenti criteri di classificazione: Cancerogeni di categoria 1 e 2 (Frasi di rischio R45 R49 – Indicazioni di Pericolo H350 H351) Mutageni di categoria 1 e 2 (Frase di rischio R46 – Indicazioni di Pericolo H340 H341) Un preparato si definisce cancerogeno quando contiene una o più sostanze cancerogene appartenenti alle categorie 1 o 2 in concentrazione maggiore o uguale allo 0.1% Rimangono valide le frasi di rischio e indicazioni di pericolo R45 – R49 H350 - H351 CATEGORIE CANCEROGENI Categoria 1 • Sostanze note per gli effetti cancerogeni sull’uomo. • Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’esposizione dell’uomo ad una sostanza e lo sviluppo di tumori. Categoria 2 • Sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l’uomo. • Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l’esposizione dell’uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori, in generale sulla base di: – adeguati studi a lungo termine effettuati sugli animali, – altre informazioni specifiche. Classificazione delle sostanze cancerogene • Viene eseguita sulla base della letteratura scientifica disponibile, valutando gli studi eseguiti e distinguendo le sostanze in categorie diverse. Gli organismi internazionali più importanti nella valutazione, classificazione e stesura delle liste sono: • IARC-International Agency for Research on Cancer; • NIOSH-National Institute for Occupational Safety and Health; • OSHA-Occupational Safety and Health Administration; • NTP-National Toxicologic Program; Annual Report on Carcinogens; • UE- Unione Europea. Art. 62. - Sostituzione e riduzione. • 1. Il datore di lavoro evita o riduce l'utilizzazione di un agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro in particolare sostituendolo. • 2. Se non è tecnicamente possibile sostituire l'agente, il DdL provvede affinché la produzione o l'utilizzazione dell'agente avvenga in un sistema chiuso. • 3. Se il sistema chiuso non è tecnicamente possibile il DdL provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile con limitazione al minimo dei lavoratori esposti, informazione, formazione e sorveglianza sanitaria (registro degli esposti). AGENTI CHIMICI Vediamo ora alcuni agenti chimici pericolosi presenti nel posto di lavoro Disinfettanti GAS A prescindere dalle caratteristiche tossicologiche, i gas possono costituire un pericolo solo per il loro stato fisico. Infatti la particolarità di tendere a occupare tutto lo spazio a disposizione, azzera la concentrazione di tutti gli altri gas (compresi quelli respirabili) presenti. Negli ambienti di lavoro, possiamo trovarci di fronte a gas portati per linea di erogazione o compressi in bombola. GAS in bombola Colori ogive: Azoto Biossido di Carbonio Elio Idrogeno Ossigeno Protossido d'Azoto Aria Respirabile NERO GRIGIO MARRONE ROSSO BIANCO AZZURRO BIANCO+NERO Biossido di carbonio • Più pesante dell'aria, per cui tende a stratificare in basso • Nell'aria normalmente si ha circa lo 0,04% di CO2 • Limite fissato dall'OSHA è del 0,5% = 5000 ppm come TWA, e STEL di 3% • Atmosfera con il 5% è tossica per l'uomo perchè si lega sino a saturazione con l'emoglobina del sangue e provoca asfissia • Il legame è reversibile, al contrario del monossido di carbonio (CO) che forma irreversibilmente la carbossiemoglobina. Azoto liquido Anche se l'azoto è un gas inerte, inodore e insapore, bisogna ricordare che i gas inerti sono gas tossici che non supportano la respirazione umana: il problema è legato al volume di gas che si sviluppa da un litro di N2 liquido: 680 l !! Questo significa che in un ambiente chiuso, la percentuale di O2 crolla. Ricordiamoci che per respirare è necessario averne circa il 20-21%. E’ quindi necessario prevedere lo stoccaggio dei contenitori di azoto esclusivamente in locali ben areati o all’aperto. Azoto liquido Comunque, i rischi principali dell’azoto liquido sono legati alla temperatura necessaria per mantenere la sostanza allo stato liquefatto (-196°C). Il contatto con il liquido può provocare gravi ustioni da freddo e, se prolungato, può portare al congelamento della parte interessata. Guanti per la protezione contro i rischi termici da freddo seguono la norma EN 511 (guanti di protezione contro il freddo) e devono resistere al freddo per contatto e per convezione, ma anche avere caratteristiche di impermeabilità all’acqua. Rischio chimico per la sicurezza e la salute Ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. il percorso di valutazione dei rischi da agenti chimici pericolosi deve, primariamente, essere in grado di identificare e classificare gli agenti chimici che possono costituire fattori di rischio per i lavoratori tenendo conto delle proprietà intrinseche delle sostanze e delle miscele che possono rappresentare un pericolo all’atto della normale manipolazione o utilizzazione. Valutazione del rischio chimico Si devono considerare: > le proprietà chimico-fisiche delle sostanze > le quantità che si utilizzano > la tipologia d'uso > i tipi di controllo esistenti > il tempo di esposizione > la distanza dal lavoratore esposto > il pericolo (le proprietà tossicologiche) delle sostanze. VALUTAZIONE DEI RISCHI Per ogni sostanza o miscela presente negli ambienti di lavoro, devono essere noti la composizione chimica e le caratteristiche chimico-fisiche nonché quelle relative alla sicurezza nell’utilizzo, nella manipolazione e nello stoccaggio (tensione di vapore, limiti di infiammabilità, incompatibilità con altri prodotti ecc). Queste informazioni si possono ricavare dalla SDS disciplinata dall’Art. 31 del Regolamento REACH e dal Regolamento (UE) n. 453/2010 di aggiornamento dell’Allegato II del REACH. VALUTAZIONE DEI RISCHI Qualora la Valutazione dei Rischi dimostri che il rischio connesso alla presenza/esposizione ad agenti chimici pericolosi sia basso per la sicurezza e irrilevante per la salute, non si applica quanto previsto dagli Artt. 225 (Misure specifiche di protezione e di prevenzione): rischio deve essere eliminato o ridotto mediante la sostituzione, qualora la natura dell’attività lo consenta, con altri agenti o processi che, nelle condizioni di uso, non sono o sono meno pericolosi per la salute dei lavoratori. 226 (Disposizioni in caso di incidenti o di emergenze): predisporre procedure di intervento adeguate da attuarsi al verificarsi di tali eventi. 229 (Sorveglianza sanitaria): i lavoratori esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute devono essere sottoposti a Sorveglianza sanitaria. 230 (Cartelle sanitarie e di rischio): il medico competente, per ciascuno dei lavoratori esposti istituisce ed aggiorna la cartella sanitaria. Nella cartella di rischio sono, tra l’altro, indicati i livelli di esposizione professionale individuali forniti dal Servizio di Prevenzione e Protezione. Sanzioni Datore di lavoro: arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 223, 236, 248, DDL e Dirigente: per articoli 225, 226, 228, 229, 235, 238, 239… Preposto: arresto sino a due mesi o ammenda da 400 a 1.600 euro per la violazione degli articoli 225, 226, 228,235, 236, 240, 242. Grazie per l’attenzione Fine
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