I CLICK Franco Maria Messina Anni fa ebbe un grande successo una canzone della sudafricana Miriam Makeba, che si intitolava The Click Song. Click è un termini inglese che indica un rumore breve e secco, come ad es. uno schiocco delle dita. Nelle lingue occidentali i click sono onomatopee, intese a riprodurre singoli suoni: il trotto o il tappo sturato da una bottiglia1, l’incitamento di un cavallo, il tut-tut inglese e tsk tsk statunitense che indica disapprovazione, o il suono emesso in Siciliano per dire “no” sollevando la testa, che quindi di fatto è un “ideofono”, vale a dire un suono che rende un’idea. Quest’ultimo suono si riscontra anche in poesiole per bimbi turche, persiane, greche e maltesi. I click sono suoni avulsivi, vale a dire che si producono senza emissione di fiato dai polmoni, per cui vengono definiti anche “suoni non-polmonari”. In quasi tutte le lingue del mondo hanno solo valore onomatopeico, ma vi sono alcune lingue africane in cui essi sono vere consonanti. I click consonantici Di base sono cinque e si producono usando due punti della bocca: in quattro di essi uno dei due punti è fornito dalla lingua, mentre il secondo è dato dai denti incisivi, dai molari, dagli alveoli e dal palato. Il quinto click si emette invece accostando le due labbra come per dare un bacio, ma senza arrotondare le labbra stesse. Esso è il piú raro. Pertanto i cinque click si definiscono: bilabiale, dentale (incisivi), alveolare, palatale (o palato-alveolare), dentale (molari; detto anche “alveolare laterale”). In effetti il quarto si può produrre o dal palato o dal punto d’incontro di alveolo e palato: ed il quinto lateralmente dagli alveoli o dai molari. Per indicarli graficamente l’International Phonetic Association, l’autorevole organo che studia fonetica e fonologie, li rappresenta come evidenziato dalla tabella che segue.2 1 O anche la pallina respinta dalle racchette del ping-pong. Phonetic Association, Handbook of the International Phonetic Association: A Guide to the Use of the International Phonetic Alphabet, Cambridge, 1999. 2 International Quando però i primi missionari africani li studiarono nell’Ottocento e scelsero una forma grafica essa fu lievemente differente dal secondo al quinto click, come si può vedere dal brano di un mio articolo (F M Messina, 1980, con ampia bibliografia). I segni furono decisi basandosi sulla macchina da scrivere. Ancora oggi essi vengono usati per trascrivere le lingue delle genti KhoiSan (Ottentotti e Boscimani), prevalentemente parlate in Namibia e Botswana, mentre per le lingue bantu sudafricane che presentano i click si usano i caratteri latini. L’articolazione dei suoni Suggeriamo ora il modo di riprodurre i click. Va notato che si tratta dei cinque di base. Normalmente i linguisti forniscono indicazioni univoche, ma dimenticano che ciascuno ha un proprio cavo orale con maggiori o minori differenze: per cui talora i suoni possono essere riprodotti in modi lievemente diversi. Un classico esempio è dato dalla mancanza del click palato-alveolare presso i Bantu: le popolazioni negre hanno la lingua molto grossa e spessa a differenza dei KhoiSan, per cui virtualmente mancano dello spazio per articolare il suono.3 click bilabiale Si accostano le due labbra senza forzare e poi si rilasciano senza succhiare o arricciare (come per un bacio), ma tenendole “piatte”. È il cick meno diffuso, usato solo da poche migliaia di Boscimani 4 in Namibia. Il suono dà la sensazione di una ‘p’ appena accennata. / dentale Si tocca con la punta della lingua la parte posteriore degli incisivi centrali e poi si rilascia la lingua. Un suono simile si ha poggiando la lingua sotto la rima dei due incisivi centrali e quindi rilasciando. ! alveolare o post-alveolare Si ricurva la lingua e se ne poggia la punta sugli alveoli (la parte di gengiva che copre gli incisivi, in questo caso i centrali), dopo di che si rilascia la lingua e si produce uno schiocco. Lo stesso suono si può produrre appoggiando la punta della lingua tra alveoli e base del palato. 3 Mio contributo personale, dato che nessun altro linguista ha mai sottolineato tale circostanza. Tra le varie esperienze fatte in Namibia mi capitò di sorprendermi perché un’informatrice Tswana non sapeva articolare il click dentale. Le chiesi di aprire la bocca e vidi che non aveva gli incisivi anteriori centrali, per cui non poteva effettuare il suono. 4 Per una chiara spiegazione di tale termine v. sotto Le etníe. ≠ palatale o palato-alveolare Si poggia la punta della lingua sugli alveoli e la zona linguale immediatamente successiva sul palato in modo “piatto”. Poi si rilascia la lingua producendo uno schiocco. Il suono è piú delicato di quello emesso dal click alveolare, ma può essere confuso con l’altro. Molti studiosi del passato li scambiarono, e a dire il vero anche in un esempio che si può trovare su YouTube (Internet) i due suoni non si distinguono. Tale click è raro e peculiare soprattutto dei Boscimani. Esso si può riprodurre anche usando non il centro, ma un lato del palato. Tale click non esiste nelle lingue bantu. // laterale Si poggia la punta della lingua sui molari di destra o di sinistra e si rilascia succhiando. Se si è privi dei molari si possono usare gli alveoli. Spero che le descrizioni offerte sopra possano fornire una prima idea, anche se, come ho scritto altrove,5 una lingua non si impara leggendola su un testo scritto, ma solo ascoltandola da un parlatore competente e poi imitandolo. Gli esempi che ho tentato di fornire in precedenza non sono stati da me appresi da pur validi scritti scientifici, ma da parlatori nativi in Sud-Africa, Namibia e Zimbabwe: per le lingue KhoiSan tra gli altri dalla mia guida Nama (Ottentotta) nelle varie visite alle zone di Windhoek e Rehoboth, e da militari boscimani6 a Katima Mulilo (tutti in Namibia); per le lingua bantu apprendendo lo Zulu e poi parlando con informatori Xhosa e Swazi in Sud-Africa, e Ndebele nell’ex-Rhodesia del Sud. Per dare al lettore la possibilità di sentire il suono prodotto da nativi consiglio i seguenti siti tramite l’Internet su www.Youtube.com: • • • • Xhosa Lesson 2. How to say "click" sounds "Click Language" and the San Bushmen People KhoeKhoegowab Lesson No:1 Damara Click Language. Abbiamo parlato sempre e soltanto dei cinque click di base, ma va detto che essi possono essere articolati con l’aggiunta di nasalizzazioni, tramite la glottide, aspirando e con altri elementi che creano lievi differenze, per cui nella realtà tali suoni si moltiplicano da un minimo di 18 ad una eccezionale cifra di 83 in una lingua boscimane. Le etníe Mentre l’indicazione delle lingue bantu con i click nel complesso è semplice, le cose si fanno assai piú complicate quando si affrontano le lingue dei Boscimani e degli Ottentotti. Infatti oggi si tende a unificare i due gruppi sotto l’unico termine KhoiSan, che viene sempre scritto Khoisan, senza far capire che si tratta di due differenti gruppi genetici. Io preferisco far notare la differenza: infatti i Khoi o Khoikhoi (anche Khoekhoe, termine che significa “veri uomini”) sono gli Ottentotti; invece con San o Saan si intendono i Boscimani. I due vocaboli usati invece dagli Europei furono coniati dagli Olandesi dopo che giunsero al Capo di Buona Speranza nel 1652. 5 Messina, 2012. 6 Di lingua Khue (di derivazione ottentotta, con quattro click-base e 32 varianti) e di lingua Mangetti Dune !Kung. Arrivati nell’estrema punta africana i coloni delle Province Unite (Olandesi e Zelandesi) con numerosi Fiamminghi si imbatterono nelle genti che abitavano il luogo. Erano due etníe diverse, ma gli Europei per molti anni non se ne accorsero, anche se fisicamente ci sono delle differenze. I Boscimani sono di piccola statura, molto magri, con plica mongolica, capelli a grano di pepe e zigomi sporgenti: diventano grinzosi già dopo i 30 anni ed hanno un colorito giallastro. Sarebbero loro quei piccoli uomini che compaiono sulle piramidi, essendo evidente la loro origine asiatica: trasferitisi in Africa vari millenni fa, passarono per l’Egitto scendendo poi lungo le coste orientali per stabilirsi definitivamente nella punta occidentale del continente. Gli Ottentotti sono piú alti e robusti, piú scuri e non particolarmente grinzosi. Le donne di entrambe le etníe hanno la cosiddetta steatopigia o “lardosi lombare”, vale a dire un notevole deposito di grasso sui lombi. I coloni europei ebbero un immediato contatto con coloro che erano pastori e quindi fondamentalmente “stanziali”. Il nome che fu dato loro venne certamente causato dai click, che suonarono come strani o addirittura ridicoli. Non è chiara l’etimologia di “ottentotto”, ma potrebbe derivare da una possibile espressione olandese Hij hat en tat, cioè “egli balbetta”. In ogni caso è visto come un termine offensivo, per cui oggi è sostituito da Khoikhoi. Quando i Bianchi incontrarono poi dei cacciatori e raccoglitori li chiamarono Boschjesman (pr. “boscesman”), poi scritto bosjesman (stessa pronuncia), da boschje (poi bosje, che vuol dire “macchia, piccolo bosco”), e man (“uomo”) con l’aggiunta della “s” del genitivo: quindi “uomo del bosco”. Il termine non è particolarmente offensivo, per cui viene ancora usato sia nella forma inglese bushman, sia in quella afrikaans boesman (pr. “búsman”). Erano stati anche incontrati degli indigeni che raccoglievano cibo sulle spiagge e che gli Olandesi chiamarono strandlopers: “coloro che camminano sulla spiaggia”. Non è chiaro se fossero Ottentotti o Boscimani. A contatto con le popolazioni Nguni (Bantu Meridionali), giunte al Capo di Buona Speranza dopo i Bianchi, essi diedero luogo a gruppi di meticci, chiamati generalmente ”Colorati”, che acquisirono i click. Anche varie genti bantu acquisirono alcuni click, che mantengono ancora. LINGUE BANTU Hanno solo tre click (oltre alle “coloriture” nasali, gutturali, ecc.): dentale, post-alveolare e laterale, che però vengono scritti con tre lettere dell’alfabeto inglese, “c” per il dentale, “q” per il palatale e “x” per il laterale. Alcune lingue hanno solo il click dentale. A differenza delle lingue KhoiSan, nelle parlate bantu il click può essere all’inizio o nel corso del vocabolo, prima della sillaba e con una vocale dopo: ad es. ukuqoqa (“raccogliere”). Seguono le lingue delle varie etníe, le nazioni in cui sono parlate ed il numero dei parlatori. • • • • • • • Zulu (Sud-Africa 10.000.000 – Lesotho 248.000 - Swaziland 76.000 – Malawi 37.500 Mozambico 3.000) Xhosa (Sud-Africa 7.800.000 – Lesotho 18.000) Sotho Meridionale (Sud-Africa 4.250.000 – Lesotho 1.770.000) Pedi (Sotho Settentrionale) (Sud-Africa 4.100.000) Tswana (o Shangaan - solo il click dentale) (Sud-Africa 3.400.000 – Botswana 1.100.000 – Namibia 12.300 – Zimbabwe 29.500) Swati (o Swazi ) (Sud-Africa 1.050.000 – Swaziland 1.000.000 – Mozambico 1.200) Ndebele (di origine Zulu) (Sud Africa 640.000 – Botswana 17.000 – Zimbabwe 1.550.000) – • • • • • • • • • • Phuthi (Sud-Africa 10.000 – Lesotho 43.000) Tsonga (click dentale e post-alveolare) (Sud-Africa 1.950.000 - Swaziland 20.000 – Zimbabwe 100.000 – Mozambico 1.710.000) Mbukushu (Botswana 20.000 – Namibia, Caprivi Strip 6.100 – Angola 4.000 – Zambia 5.000) Birwa (click laterale e post-alveolare) (Botswana 15.000 – poche centinaia in Sud-Africa) Gciriku (o Dirku) (Botswana 2.000 – Namibia 10.200 – Angola 24.000) Kwangali (solo il click dentale) (Namibia 73.100 – Angola 11.000) Kuhane (o Subiya ) (Botswana 3.000 - Namibia, Caprivi Strip - 26.500 – Zambia 5.500) Fwe (Namibia, Caprivi Strip 10.200) Yeyi (quattro click) (Botswana 20.000 – Namibia, Caprivi Strip 35.000) Dahalo (click solo in circa 40 vocaboli) (Tanzania 400). Tutte le lingue citate hanno una serie di dialetti, taluni dei quali sembrerebbero lingue a sé stanti senza però che ci siano dati certi. LINGUE KHOISAN Come abbiamo detto, vi sono due gruppi etnici: i Khoikhoi, che una volta erano chiamati Ottentotti (termine che ora è visto come un insulto) ed i San, che però preferiscono essere chiamati col termine coloniale Boscimani, perché lo ritengono superiore a San (affibbiato loro dai Khoikhoi col significato spregiativo di “estranei”, “raccoglitori di cibo modesto”) e valido sul piano collettivo dato che non accettano un’unica denominazione, ma usano il nome di ogni singola tribú. Molti antropologi considerano i due gruppi come un’unica entità genetica, ma le differenze linguistiche e somatiche ne sottolineano la diversità. Anche da un punto di vista sociale sono diversi: i Khoikhoi vivono in grandi gruppi e sono pastori, mentre i Boscimani vivono in piccoli gruppi familiari e sono cacciatori e raccoglitori, quindi fondamentalmente nomadi. Ovviamente con il progresso tecnologico le cose stanno cambiando, per cui taluni Boscimani oggi lavorano nelle fattorie ad es. degli Herero (gruppo bantu della Namibia), ma poi, messo da parte quanto basta per vivere, tornano alle loro famiglie. Alcuni studiosi parlano di soli 3.000 cacciatori ormai, ma tali indicazioni sono spesso contraddittorie. Va detto infine che essi usano frecce avvelenate per catturare la selvaggina. È interessante sapere che, detestando i Negri (tanto piú alti e forti di loro): a lungo gruppi boscimani hanno fatto parte di battaglioni militari sudafricani del Governo bianco, sia in Namibia prima dell’indipendenza, sia poi in Sud-Africa. I Boscimani sono abilissimi nel seguire le tracce. Le difficoltà linguistiche per gli studiosi sono notevoli, per vari motivi: alcuni gruppi boscimani si sono estinti per cui non si conoscono bene le loro lingue; altri gruppi hanno finito con assumere parlate khoi perdendo cosí i loro idiomi. È per questo che oggi si accorpano le lingue ancora esistenti dei due gruppi biogenetici sotto l’unica definizione di KhoiSan. Ma ci sono differenze sia lessicali, sia fonologiche, ed ovviamente i click non fanno eccezione: anzitutto i Khoikhoi hanno quattro click, perché mancano di quello labiale, che invece è caratteristico di alcune lingue dei Boscimani; inoltre essi hanno poche aggiunte fonologiche intese come nasalizzazioni, suoni sordi, sonori e glottali, ed altro ancora, per cui articolano i click in una ventina di suoni, mentre ad es. la lingua boscimane !Xóõ arriva ad articolare 83 (sic!) varianti di click ed in totale supera le 100 consonanti, un vero record mondiale. Va infine detto che, pur classificate solo come 28 dall’autorevole Ethnologue, le parlate Khoisan sono spesso indicate con piú di un nome, per cui, se si aggiungono i dialetti, arriviamo a ben 404 nomi! Quasi un’assurdità per quello che è uno dei piú piccoli gruppi linguistici della terra. Infine, esiste un terzo gruppo biogenetico: i Damara, che oggi vengono associati ai Nama, di cui parlano un dialetto. Ma in realtà non si tratta di Khoikhoi, e sono un popolo che ha sempre creato problemi genetici agli antropologi. Molti studiosi in passato pensavano che si trattasse di Bantu venuti dal Nord e poi mescolatisi con i Khoikhoi acquisendone la lingua. Ma non è cosí perché geneticamente sono negroidi e non negri, con un’origine che rimane un mistero.7 Indichiamo le lingue specificando nazioni e numero di parlatori e suddividendole nei due gruppi. Lingue Khoikhoi (Khoi) • • • • • • • • • • • Khwe (Sud-Africa 1.200 – Namibia, Caprivi Strip 2.900 – Botswana 1.600 – Zambia 300 – Angola 790) Nama (Sud-Africa 50.900 – Namibia 200.000 con i Damara – Botswana 200) Korana (dormiente) (Sud-Africa 10.000) Xiri (meticci Griqua) (Sud-Africa circa 100) Oorlams (meticci – classificata come lingua creola) (Sud-Africa 32.000) Hai//om (parlata da Boscimani) (Namibia 18.400 – Sud-Africa e Botswana numero imprecisato) Tsoa (Botswana 3.000 – Zimbabwe 3.500) Naro (Nharon) (Namibia 4.000 – Botswana 10.000) Shua (Botswana 6.100) Kwadi (Angola, estinta) Sandawe (Tanzania 40.000) Il Sandawe, insieme con lo Hadza incluso successivamente, è un caso particolare di lingua khoi in una nazione, la Tanzania, totalmente priva di elementi Khoisan. Si pensa che alcune tribú rimasero nella regione durante la grande migrazione che portò i Boscimani dall’Asia all’Africa Meridionale. Ad ogni modo la lingua è classificata come khoi. 7 Personalmente propendo per quest’ultima ipotesi, avendo incontrato un certo numero di Damara nelle mie visite in Namibia. Lingue Boscimani • • • • • • • • • • • • • • • • N/u (Sud-Africa 500) Seroa (estinta) (Sud-Africa) /Xam (estinta) (Sud-Africa) //Xegwi (anche click bilabiale) (Sud-Africa, ultimo parlatore morto nel 1988) !Kung-Ekoka (Sud-Africa 3.500 - Namibia 1.760 – Angola 1.640) Ju/’hoan (Namibia 28.600 – Botswana 5.000) ≠Kx’au/’ain (Namibia 4.000 – Botswana 3.000) Mangetti Dune !Kung (Namibia 500) Vasekela Bushman (!O-!Khung) (Namibia, Caprivi Strip 61.300 – Angola 5.960) !Xóö (Namibia 200 – Botswana 4.000) //Xani (Botswana 1.000) //Gana (Botswana 2.000) /Gwi (Botswana 2.500) ≠Hua (Botswana 200) Maligo (Angola 2.230) Hadza (Tanzania 800) Come detto per il Sandawe, lo Hadza è un caso straordinario per la Tanzania, dove non esistono lingue con i click a parte queste due. Si aggiunga che lo Hadza non ha nessuna relazione con il Sandawe e la sua origine è oscura. In totale abbiamo elencato 27 lingue KhoiSan, come dicono la maggior parte degli studi linguistici ed antropologici. Soltanto l’Ethnologue ne elenca 28, ma non è chiaro se in realtà la lingua in piú non sia un dialetto di un’altra. Undici delle lingue sono Khoi e 16 Boscimane, ma almeno quattro lingue sono estinte ed altre presto potrebbero subire la stessa sorte. La nostra disamina è stata molto accurata, sia per esperienze personali, sia per un esame attento di ogni singola lingua. Ma può capitare che gruppi boscimani abbandonino la loro lingua e passino ad idiomi Khoi, pur mantenendo lo stesso nome, come è capitato per lo Hai//om. Ricordo, infatti, che i nomi delle lingue sono anche i nomi delle tribú che le parlano. La condizione di vita dei Boscimani è estremamente dura: vivono ai margini del Kalahari, con pochissime risorse, specie d’acqua, sempre alla ricerca di cacciagione e di altro cibo, in piccoli gruppi su base familiare. Talora per trovare piccole fonti idriche catturano delle scimmie e le nutrono di sale: una volta liberate le scimmie trovano piú facilmente degli uomini le risorse. Condizioni di vita cosí difficili spingono oggi molti gruppi a spostarsi verso i Khoikhoi, dai quali poi verranno assorbiti in termini linguistici e sociali. Infine forniamo le cifre dei parlatori delle due etníe; Khoikhoi 414.990, Boscimani 128.690 La cifra delle lingue Khoi include i due gruppi meticci ed i Boscimani Hai//om, per i quali è stata calcolata una cifra abbastanza attendibile. P.S.: Chi è interessato a sentire Miriam Makeba può digitare su YouTube “The Click Song”. Si consiglia di vedere (e sentire), sempre su YouTube, il breve video “The San People (Bushmen)”, dove si può ammirare una famiglia intervistata in inglese, che prepara collane e sonagli con i gusci delle uova di struzzo, scambiando tra i vari componenti parole con una “miriade” di rapidi click. BIBLIOGRAFIA Barnard, Alan Hunters and Herders of Southern Africa, Cambridge, 1992. Bleek, Dorothea Frances A Bushman Dictionary, New Haven, 1956. Bradfield, Julian Clicks, Concurrency and Khoisan, Edinburgh, s.d. Greenberg, Joseph H. "Studies in African linguistic classification: VI. The Click languages", Southwestern Journal of Anthropology 6, 1950. Lewis, M. Paul Ethnologue: Languages of the World, 16a ed., Dallas, 2009. Messina, Franco Maria “Naming Pattern and Reference Systems of the Basters (The Hottentot Naming System)”, VOC- A Journal for Overseas Studies, I (1), 1980. Messina, Franco Maria “Come insegnare una lingua”, in Secrets of Language and history, 2012 (rivista online su www.languageandhistory.org). Schapera, Isaac The Khoisan Peoples of South Africa, London, 1934. Traill, Anthony Khoisan Linguistic Studies 5, Johannesburg, 1979. Traill, Anthony Phonetic and Phonological Studies of !Xóö Bushman, Hamburg, 1985. Traill, Anthony A !Xóö Dictionary, Köln, 1994. Westphal, Ernst O.J. The Linguistic Prehistory of Southern Africa: Bush, Kwadi, Hottentot and Bantu Linguistic Relationships”, Oxford, 1963. ©copyright 2014 F M Messina
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