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In primo piano
LIBERTÀ
Venerdì 3 ottobre 2014
Diciannove recensioni
I produttori scelti dai curatori
del manuale coprono tutte le vallate
I VINI D’ITALIA DE L’ESPRESSO
DA OGGI IN DISTRIBUZIONE LA GUIDA 2015
C’è una ventata di novità
nelle cantine piacentine
Voti più alti, nuove segnalazioni e cambiamenti nella produzione
Campioni tra i passiti. Il Vin Santo di Vigoleno tra i primi 15 vini d’Italia
di PIER CARLO MARCOCCIA
con un’evoluzione sontuosa all’aria». Bene anche i giudizi sul resto
er i vini piacentini c’è aria di della produzione e, in particolare,
novità. E sono novità positive sul Gutturnio Frizzante 2013
quelle proposte dall’ultima («Gutturnio dell’anno...... mai priGuida dei vini d’Italia realizzata da ma tanto fresco, reattivo e profuL’Espresso, che si misurano attra- mato»), inserito tra i tre “outsider”
verso nuove cantine segnalate, vo- della Regione. Oltre ai citati Vin
ti più alti per molti vini e un’eti- santo di Albarola Valnure (17.5) e
chetta che sfiora il massimo pun- Gutturnio (17), segnalati anche:
teggio: il Vin Santo di Vigoleno pro- Cabernet Sauvignon 2011 (15.5),
dotto da Lusignani. Con un voto di Gutturnio Classico Riserva 2011
19/20 è tra i 15 migliori vini d’Italia (15) e Malvasia Vivace 2013 (15).
(13 con lo stesso punteggio e solo
Due i vini segnalati per CasaBeldue con il massimo di 20/20). E’ un la di Ziano: Cabernet Sauvignon
vino prodotto in sole 800 bottiglie Lo Schiaffo 2009 (15.5; «profumi
all’anno, con un prezzo per botti- erbacei al naso, bocca dai tannini
glia che va dai 51 ai 59 euro. «Uni- vivaci, scorrevole, tonica») e Gutco - scrivono gli
turnio Riserva
esperti della GuiMont’Arquato
da - nello spettro I riconoscimenti
Duca Di Ferro
aromatico: li- Tre produttori di casa
2010 (15.5; «Aquore di caffè,
perto, vivo, bella
miele, frutti pas- nostra hanno anche
maturità di frutsiti, toni balsami- ottenuto la stella di merito to, rimandi all’aci (finocchietto,
marena e alla
cumino, anice),
prugna, tannini
di complessità impressionante; di buona grana»).
concentratissimo e stratificato al
Della Cascinotta di Rizzolo di
gusto: fichi, datteri, mandarino, San Giorgio si rileva l’«esordio incioccolato; una tannicità sottile lo coraggiante», grazie a «un bianco
sospinge fino a una chiusura e- affilatissimo e dal taglio “nordico”
spansiva e inesauribile».
e un rosso al contrario corposo e
E, per i curatori della Guida, il generoso nella maturità del frutPiacentino appare proprio «sem- to». Menzione, quindi per il Murei
pre più caratterizzato dalla presen- 2009 (16.5; «in bocca ha densità
za di grandi vini passiti, i cui capo- importante») e per il Sammartino
fila sono ancora oggi la solare Mal- 2013 (16.5; «Limonoso, nervoso,
vasia de Il Negrese e l’opulento Vin “alpino” all’olfatto»).
Santo di Vigoleno di Alberto LusiDebutto anche per Il Boardo di
gnani», entrambi tra i «vini dell’ec- Castelsangiovanni. L’azienda di
cellenza».
Giovanni Tosca vanta, in particoIn tutto, quest’anno, le cantine lare «due vini di taglio tecnico ipiacentine citate sono 19, tre delle neccepibile»: il rosso Boardo 2012
quali hanno anche ottenuto la stel- (16.5: «maturo, concentrato, frutti
la di merito (per l’alto livello quali- scuri e spezie dolci integrate, bella
tativo, la rappresentatività nel te- definizione») e il Trelòm 2012
ritorio e la presenza di uno stile de- (15.5).
finito): Barattieri di San Pietro di
Fiore all’occhiello de Il Negrese
Albarola, Il Negrese di Ziano e Lu- di Ziano, azienda condotta da Matsignani. Altre due hanno avuto u- teo Braga è la Malvasia Passita (18),
na stella “di segnalazione” per la «prodotta ancora secondo l’antica
crescita qualitativa degli ultimi an- pratica dell’appassimento delle uni: Il Poggiarello di Scrivellano e ve su teli al sole», un vino che «conRomagnoli di Villò.
tinua ad avere un rendimento imTre vini, infine, sono stati segna- pressionante, anno dopo anno tra
lati come «migliori acquisti della i migliori vini dolci d’Italia». E poi:
regione» per il rapporto qualità- il Gutturnio Frizzante 2013 (15.5)
prezzo: Sassonero Rosso frizzante e il Gutturnio Superiore 2012
Tappo a Corona 2013 Romagnoli; (15.5).
Gutturnio frizzante 2013 BarattieIn primo piano anche Il Poggiari e Sassonero Ortrugo Tappo a Co- rello di Scrivellano di Statto (Trarona 2013 Romagnoli.
vo). «Da diversi anni collaudato
punto di riferimento del PiacentiI PROTAGONISTI
no, l’azienda di Paolo e Stefano PePubblicato in ordine alfabetico, rini (che insieme curano anche la
l’elenco delle cantine piacentine produzione delle cantine Perinelli,
segnalate si apre con Baraccone di Romagnoli e Perini & Perini) si caPontedellolio («Vini - scrive la Gui- ratterizza per una delle gamme più
da - con una certa personalità, de- eclettiche e affidabili della denolicata e elegante come quella di minazione, chiaro segnale di un
Andreana Burgazzi, la titolare, che serio progetto enologico». Citaziointerpretano le denominazioni ni per il Gutturnio Frizzante Traditradizionali del Piacentino. Un ta- zione piacentina 2013 (16.5; «Frutlento particolare lo rivelano i rossi, tato pieno, ampio, complesso e
anche frizzanti, sovente tra i pri- ricco»); il Barbera ‘l Piston 2013
missimi della provincia». Segnala- (16; «Piacevole alternanza di note
ti il Gutturnio frizzante Rì’ More morbide e rinfrescanti»); il Malva2013 (15.5 punti) e lo Zagaia friz- sia Perticato Beatrice Quadri 2013
zante 2013 (15).
(16), l’Ortrugo Frizzante TradizioDi Barattieri di San Pietro, a Al- ne piacentina 2013 (16); il Sauvibarola di Vigolzone, si evidenzia gnon Perticato il Quadri 2013 (16);
innanzitutto il «raro quanto pre- il Gutturnio La Barbona 2011 (15) e
zioso Vin Santo, creato a partire da il Pinot Nero Perticato Le Giastre
uve Malvasia di Candia appassite 2012 (16).
in solai e lasciato fermentare lentaConferma il suo tradizionale apmente in botticelle di rovere a con- puntamento con la Guida de L’Etatto con una “madre” del 1823», spresso anche La Stoppa di Ancache, all’assaggio, «apre su note di rano di Rivergaro, condotta da Elementa, poi toni di frutti in gelatina na Pantaleoni, coadiuvata da Giu(agrumi, albicocca, pesca gialla), lio Armani. «Nel tempo questa
P
cantina si è affermata come una
delle migliori firme del Piacentino,
producendo vini che praticamente in tutte le tipologie sono diventati veri e propri riferimenti per il
territorio. Oggi l’intransigente volontà di produrre vini “naturali” si
è tradotta in pratiche ancora più estreme, soprattutto sul piano delle
macerazioni interminabili e delle
fermentazioni condotte con soli
lieviti indigeni». In primo piano: il
bianco Buca Delle Canne (17; «In
bocca la dolcezza è avviluppante
sulle prime, più contrastata nello
sviluppo, la profondità è ragguardevole»); l’Ageno 2009 (16.5; «Si
staglia nella tipologia dei bianchi
macerativi come uno dei più
riusciti»); il Barbera della Stoppa 2009 (15) e il Macchiona 2009
(14.5).
Bene anche La Tosa di Vigolzone. «Nata nel 1980, la cantina dei
fratelli Stefano e Ferruccio Pizzamiglio è da tempo un indirizzo di
sicuro riferimento nella regione. Il
meritato credito si fonda sull’originalità della proposta, che nel
Sopra a sinistra:
Matteo Braga
de Il Negrese
di Ziano vanta uno
dei due vini premiati
con “l’eccellenza”;
sopra a destra:
un’immagine delle
Cantine Barattieri
di Albarola;
a sinistra:Stefano
Perini,ora alla guida
delle Cantine
Romagnoli;
a destra in alto:
Enrico e Marco
Lusignani in cantina.
corso degli anni ha saputo rinunciare, con l’eccezione del Valnure,
ai vini frizzanti, imponendosi con
vini meticolosi, di grande maturità». Hanno meritato una segnalazione: Sauvignon 2013 (16; «Molto
verticale, sentori di ortica e fiore di
sambuco, salvia, menta»); Cabernet Sauvignon Luna Selvatica 2012
(15.5); Valnure Riodeltordo 2013
(15.5); Gutturnio Superiore Vignamorello 2013 (15); Malvasia Sorri-
so Di Cielo 2013 (15); Valnure Frizzante Terrafiaba 2013 (15).
Tre i vini segnalati per Loschi
Enrico di Bacedasco Alto: Gutturnio Frizzante Adelmo 2013 (15.5;
«Bella definizione olfattiva»); Bellabé Rosato frizzante (14.5) e Malvasia Frizzante Donna Enrica 2013
(14.5).
La cantina Luretta di Momeliano di Gazzola «dell’istrionico Lucio Salamini» offre «una proposta
di vini estremamente articolata,
muovendo tra bollicine e vini
bianchi e rossi, declinati in dolce e
in secco, prodotti a partire da uve
autoctone e non». In evidenza ci
sono: Gutturnio Frizzante 2013
(16; «Toni fumé, frutti scuri, senso
di bella maturità e tonicità»); Cabernet Sauvignon Corbeau 2011
(15.5); Chardonnay
Selìn dl’Armari 2012 (15.5); Sauvignon I Nani e le Ballerine 2013
(15.5); Pas Dosé metodo Classico
Principessa 2010 (15.5); Gutturnio
Superiore 2012 (14.5); Malvasia
Boccadirosa 2013 (14.5).
Alla cantina Lusenti di Vicobarone di Ziano, «Lodovica Lusenti
ha preso le redini dal papà Gaetano e conduce l’attività di famiglia,
seguendola in tutte le fasi, con piglio e passione». Per la Guida meritano una citazione: Cabernet
Sauvignon Villante 2010 (16; «Maturo, evoluto, morbido, confettura
di prugne, calore alcolico»); Malvasia Frizzante Emiliana 2013 (16;
«Dorato, ha accenti di rifermentazione, toni di
«Una grandissima soddisfazione,il risultato
è frutto di una lunga tradizione di famiglia»
Marco Lusignani svela il metodo con cui produce un prodotto d’eccellenza
di ELEONORA BAGAROTTI
ovvio che ci sia grande soddisfazione, da
parte di tutti noi»
commenta Marco Lusignani a
proposito del traguardo raggiunto con il Vin Santo di Vigoleno prodotto dall’azienda
di famiglia, che è risultato essere tra i 15 migliori vini d’Italia con un voto di 19/20 sull’ultima Guida dei vini d’Italia
realizzata da L’Espresso.
«Già l’anno scorso sulla guida avevamo ottenuto quattro
eccellenze consecutive, in più
il risultato di quest’anno ci fa
molto piacere» prosegue Lusignani, che nel frattempo festeggia continuando a lavorare, nella sua cantina. Come a
ribadire il detto «il vino è un
liquido vivente che non contiene conservanti. Il suo ciclo
di vita comprende giovinezza,
maturità, vecchiaia e morte.
Se non trattata con ragionevole rispetto si ammala e muore». Insomma, un ciclo vitale
«È
intero, da cullare e far crescere, trattandolo con estrema
cura e amore.
Del resto, Marco Lusignani
è nipote di quell’Alberto che
fondò l’azienda negli anni
Cinquanta: una tenuta che si
dedica esclusivamente alla
produzione di vino, a partire
dagli anni Settanta. «La tradizione è fondamentale - ammette -. In particolare per
quanto riguarda il Vin Santo
che, com’è noto, si produceva
già secoli fa. E la lavorazione
delle uve di un certo tipo è
stata tramandata, pur con gli
accorgimenti dei nostri tempi».
Senza svelare il “segreto di
famiglia”, Lusignani commenta anche la situazione meteo,
che ha sempre il suo peso per
una buona annata vitivinicola. «Annate piovose come
quest’ultima, del 2014, non se
ne ricordavano da tempo. Ormai le condizioni metereologiche sono molto diverse rispetto a tanti anni fa. E si ven-
Marco Lusignani della cantina
produttrice del Vin Santo di Vigoleno
demmia prima. Anche il Vin
Santo premiato dalla Guida
dei vini d’Italia de L’Espresso
proviene da una vendemmia
precoce. Lo stesso è accaduto
quest’anno. Non è una vera e
propria difficoltà, siamo preparati. Si tratta piuttosto di un
cambiamento del metodo di
lavoro. Ci si organizza diversamente e, in questo modo,
riusciamo ugualmente ad ottenere ottimi risultati, come
in questo caso».
Traspare dalle parole di
Marco Lusignani l’orgoglio e
la grande passione per il lavoro di tutta la sua famiglia,
un’azienda di cui fanno parte
tanti lavoratori e che è ormai
entrata a far parte di un significativo pezzo di storia, non
solo locale. Se la tenuta è ormai apprezzatissima e riconosciuta in tutta Italia, le richieste arrivano copiose anche
dall’estero.
Ce lo confermano le parole
del signor Marco: «Sì, dall’estero abbiamo sempre molte
richieste. Tornando al caso del
nostro Vin Santo di Vigoleno,
ce lo richiedono da tanti Paesi ma specialmente dal nord
Europa: Inghilterra, Scandinavia... lì, sono più abituati di
noi a bere vini dolci, quindi lo
apprezzano particolarmente».
In primo piano
LIBERTÀ
Venerdì 3 ottobre 2014
Due vini dell’eccellenza
Un punteggio di almeno 18/20
premia la qualità e la lavorazione
Piemonte leader in Italia
Il Barolo resta al primo posto nella
gerarchia delle denominazioni
CURIOSITA’DAL GLOSSARIO DELLA GUIDA
Se nel bicchiere
ci sono carbone,
sangue o cuoio
AMILICO - Di sapore aggressivo, a-
lieviti e cereali»); Gutturnio Frizzante 2013 (15.5); Bonarda La Picciona 2008 (15); Gutturnio Superiore Cresta Del Sole 2010 (14.5).
Oltre al Vin Santo giudicato tra i
migliori vini d’Italia, la cantina Lusignani Alberto di Vigoleno di Vernasca (l’attuale titolare, Marco, è il
nipote del fondatore Alberto), ha
visto segnalati anche il Cabernet
Sauvignon 2012 (15) e il Gutturnio
Frizzante 2013 (14).
La cantina Manara di Vicomarino di Ziano «vanta una storia quasi secolare» e tre vini segnalati:
Gutturnio Classico Riserva La Ferraia Vigna Brigà 2011 (16; «Toni evoluti, maturi; senso di naturalezza
al gusto»); Boujardò 2013 (15) e
Gutturnio Superiore 2013 (15).
Il Podere Pavolini di Bacedasco
Alto della famiglia Terzoni ha come asso nella manica la Malvasia
di Candia che qui «sembra aver
trovato un habitat ideale per la sua
espressione aromatica più fresca e
tonica». E non a caso, per la Guida,
il Malvasia Acquapazza 2012 (16.5)
«stacca il resto della produzione e
si propone come bianco tra i più
intriganti della regione». Bene anche il Malvasia Passito Dolce Ipergea 2010 (15).
«Dal 2012 - osserva la Guida con l’arrivo al timone di Stefano
Perini», la storia dei vini della Cantina Romagnoli di Villò di Vigolzone «sembra cambiare radicalmente». E questa è un’«annata memorabile: forse la serie di vini di qualità più brillante di tutta la regione». Segnalati: Sassonero Rosso
Frizzante Tappo a corona 2013
(17.5; «Palato vivo, incalzante sul
fronte della spinta acida ma perfettamente maturo, ritmato, lungo»); Sassonero Ortrugo Tappo a
corona 2013 (17; «Il palato ha una
beva irrefrenabile, con scia sapida
lievissima ma netta»); Metodo
Classico Brut Villa D’Este 2010
(16.5; il tessuto minerale che sostiene tutto lo sviluppo propizia un
finale affilato e incessante»); Sassonero Gutturnio Frizzante 2013
(16); Sassonero Ortrugo Frizzante
2013 (16); Gutturnio Superiore
Colto Vitato della Bellaria 2013
(16); Sassonero Malvasia Dolce
Frizzante 2013 (16); Metodo Classico Brut il Pigro 2011 (15.5).
Tre i vini segnalati per Scarabelli Francesco di Genepreto di Nibbiano: Ortrugo 2013 (16; «Le note
fermentative donano un piacevole contrasto»); Gutturnio Frizzante
2013 (15); Gutturnio Superiore
2013 (14.5).
Vini bianchi in evidenza per
Torre Fornello di Ziano. Bene il
Pratobianco 2013 (16; «Profumi nitidi di buccia di limone, calendula,
succo di pompelmo»); il Malvasia
Frizzante 2013 (15.5); il Gutturnio
Frizzante 2013 (14.5); il Malvasia
Donna Luigia 2013 (14.5).
Tre segnalazioni, infine, per la
Cantina Vicobarone
di Vicobarone di Ziano: Gutturnio Frizzante 2013 (15.5; «Ben modulato nei profumi di violetta, bei
tannini, centro e finale che si semplificano»); Malvasia Aura 2013
(14.5); Gutturnio Classico Riserva
Pleione 2011 (13.5).
cidulato, dovuto a un eccesso di
alcol amilico e spesso in relazione con vinificazioni condotte a
temperature troppo basse. Il suo
riflesso nel gusto si può cogliere,
specie nei bianchi, in note di vernice, smalto, o di banana caramellata, non proprio invitanti.
AMPELOGRAFIA - Scienza che
studia la vigna e le varietà di uva.
BEVA OTTIMALE - Momento,
nella parabola evolutiva di un vino, in cui le sue caratteristiche
organolettiche trovano la migliore espressione. Può essere molto
breve (anche pochi mesi) ma a
volte può estendersi nell’arco di
un decennio o più.
BOTRITIZZATO - Si dice di un vino ottenuto da uve aggredite dalla botrytis cinerea, o muffa nobile. Vedi appunto muffa nobile.
BUCCIOSO - Aggettivo che suona obiettivamente poco attraente, ma che non usiamo in accezione negativa: per noi qualifica
un bianco dai sentori aromatici e
gustativi che rimandano alla macerazione.
CARNOSO - Restituisce un’impressione di pienezza e densità
in bocca. Si dice di un vino polposo e di spessore, ma non penalizzato da eccessi di concentrazione.
CRU - Termine francese utilizzato nei modi e con i significati
più disparati. Riferito a un vino,
indica un prodotto ottenuto da
un particolare vigneto.
EMATICO - In un vino, soprattutto rosso, la nota ferrosa che ricorda il gusto di sangue.
EMPIREUMATICO - Dal greco
“carbone che brucia”, individua
una vasta famiglia di profumi
che incorpora note affumicate
(cenere, torba) e di torrefazione
(caffè, cacao), così come quei
sentori che i francesi definiscono “grillé” (biscotti, crosta di pane) e “brûlé” (caucciù, goudron).
FIBROSO - Si dice di un vino (di
solito bianco) che ha una certa
ricchezza al palato, unita a un
tatto leggermente rugoso: un vino magari un po’ rustico, quindi,
ma basato su una materia prima
consistente e autentica.
In tutta Italia sono 520 le cantine che hanno ottenuto una stella di merito
guida “I vini d’ Italia de L’Espresso, in libreria e in edicola da oggi (euro 19,50; euro 7,99 in versione digitale), è l’ormai consueta fotografia ricca di dettagli dell’attualità vinicola del nostro
Paese. Sono stati ben 25mila i vini sottoposti a una selezione attenta e sistematica. Non mancano le informazioni di carattere
generale, con indicazioni sulla
conservazione, sul servizio del
vino, sugli abbinamenti, con anche un glossario tecnico.
Tutte informazioni forse superflue per i conoscitori più evoluti, ma indispensabili per tutti
coloro che si avvicinano con curiosità al vino e desiderano saperne di più.
Il nucleo centrale della Guida
2015 (direttore: Enzo Vizzari; curatori: Ernesto Gentili e Fabio
Rizzari) è dedicato alla recensione di vini e aziende ed è ordinato per regioni, ognuna delle quali è introdotta da una cartina
geografica, corredata dall’indicazione delle aree relative alle prin-
cipali denominazioni di origine;
nella seconda pagina di ogni regione, oltre a un commento riassuntivo sull’andamento degli assaggi, è evidenziata la tabella dei
“Migliori acquisti” che segnala i
vini dal rapporto qualità-prezzo
più favorevoli dell’anno, sotto i
15 euro. A seguire, in ordine alfabetico, le schede informative dei
produttori selezionati (2.100 nel
complesso) e dei loro vini.
Le aziende di maggiore rilevanza qualitativa sono segnalate
dall’attribuzione di stelle (da una
a tre) in funzione della loro qualità e continuità nel corso degli
anni. In questa edizione 2015 le
“stelle” sono state assegnate a
520 produttori, 17 dei quali hanno ottenuto la massima valutazione di tre stelle.
Con la menzione speciale
“Outsider” sono stati invece selezionati i migliori vini delle denominazioni o tipologie che si sono
particolarmente distinte negli
assaggi pur senza raggiungere livelli d’eccellenza. La massima
classificazione è invece costitui-
GARIGA - Termine poco usato
in italiano (più conosciuto il nome francese, garrigue), indica i
cespugli tipici delle coste mediterranee, ricchi di piante aromatiche quali rosmarino, lavanda
selvatica, salvia, santoreggia, elicriso, origano. La complessità dei
profumi di queste formazioni
viene richiamata da molti vini, in
particolare bianchi del centro
sud.
GOUDRON - In francese sta per
catrame. È un sentore particolarmente frequente nei grandi rossi
a base di uva Nebbiolo, Barolo e
Barbaresco in testa, ma si ritrova
anche in vini ottenuti da altre varietà, quali ad esempio il Pinot
nero.
INFILTRANTE - Capacità, propria dei vini migliori, di riempire
ogni area del palato di sapore.
NOTE ANIMALI - Sentori olfattivi che ricordano odori animali:
pelliccia, muschio, cuoio, selvaggina. In certi vini molto maturi
(in genere con più di 10 o 15 anni d’età) sono presenti come leggere sfumature del bouquet. Se
invece si percepiscono in modo
marcato il vino è considerato
grossolano, non fine.
PEDOCLIMATICO - Aggettivo
che si riferisce allo studio del terreno, in rapporto al suo sfruttamento agrario e alle condizioni
climatiche che su di esso insistono.
SOVRAESTRATTO - Si riferisce a
un’estrazione eccessiva o forzata di sostanze soprattutto tanniche. Più in generale definisce un
vino duro, troppo astringente,
quindi difficile da bere.
SUPERTUSCAN - Termine introdotto dalla stampa americana di
settore per identificare i vini rossi toscani di grande struttura e
ambizione che non godono di una denominazione di origine.
TERROSO - Sembra un’offesa
grave per un vino, ma noi l’usiamo in un’accezione positiva: si
dice in genere per descrivere una
particolare “grana” dei tannini,
che ricorda come sensazione tattile al palato proprio la terrosità
di certi alimenti, come ad esempio quella delle tavolette di cioccolato fondente.
VELLUTATO - Un vino vellutato
è avvolgente al palato, ha tannini soffici e offre spesso le sensazioni tattili di una materia grassa
e viscosa.
pier. carlo. marcoccia@liberta. it
Selezionati 2mila produttori con 25mila vini
Un Barolo e un Trebbiano primi a pieni voti
PIACENZA - L’edizione 2015 della
ta da I Vini dell’eccellenza, distinta dal simbolo delle cinque
bottiglie corrispondenti a un
punteggio di almeno 18/20. La
Guida 2015 ne attribuisce 263.
Sul podio più alto, alla quota
massima di 20/20, si piazzano
due vini: il Barolo Vigna Rionda
di Massolino, che con l’annata
2008 bissa il risultato ottenuto lo
scorso anno dal 2007, e il Trebbiano d’Abruzzo 2010 di Valentini, il primo vino bianco, nella
storia della Guida, a raggiungere
il punteggio più alto.
Staccati di un punto, a 19/20,
si trovano 13 vini, tra i quali si segnalano due vini dolci, il Vecchio
Samperi di De Bartoli e il piacentino Vin Santo di Vigoleno di Lusignani, un solo vino bianco (il
raffinato Fiano di Avellino di Pietracupa) e dieci vini rossi, con la
conferma di molti marchi classici, come i toscani Sassicaia e Le
Pergole Torte, o i Barolo e i Barbaresco dei ben conosciuti Giuseppe Mascarello, Roagna e Giuseppe Rinaldi, oltre al finissimo
Valtellina Vigna Regina di Ar. Pe.
9
Pe., al sorprendente Boca dell’Antico Borgo dei Cavalli e al
possente Cannonau Riserva Barrosu di Montisci.
Nel complesso il Piemonte,
con 60 vini da “5 bottiglie”, conferma la propria leadership e anche il Barolo resta al primo posto nella gerarchia delle denominazioni, con 31 vini che si sono
fregiati della massima valutazione. Non è stata da meno la Toscana che, con ben 54 eccellenze
resta un punto di riferimento
dell’enologia nazionale, grazie
anche alla conferma ad alto livello del Brunello di Montalcino e
del Chianti Classico e alla vitalità
delle altre aree della regione, con
i vini bolgheresi in bella evidenza. Molto positivo il riscontro ottenuto dai vini del Nord-Est: dal
Trentino-Alto Adige (31 le eccellenze), con i vini della Valle Isarco ancora in risalto, al Veneto (14
eccellenze), per chiudere l’ottima performance friulana (12 eccellenze).
Nel complesso l’edizione 2015
della Guida de L’Espresso ha
confermato una crescita generalizzata sul fronte dei vini bianchi,
con una valida rappresentanza
diffusa in quasi tutte le regioni italiane, con conferme “sostanziose” in Campania (ben 9 le eccellenze “bianchiste”), nelle
Marche, grazie ovviamente al
successo dei Verdicchio, e in Liguria. Note sempre più positive
si registrano anche sul fronte degli spumanti, con la Franciacorta alla ribalta.
E’ da segnalare, inoltre, come
più della metà dei vini dolci di alto livello prodotti in Italia provengano dalle isole, con un successo rimarchevole dei Passito di
Pantelleria.
Tra i vini rossi si confermano,
oltre alle tipologie sopra citate,
tutte le principali denominazioni, dagli Amarone della Valpolicella ai Montepulciano d’Abruzzo, dai Sangiovese di Romagna ai
possenti rossi pugliesi. Non
mancano però le sorprese, costituite dall’approdo ai livelli dell’eccellenza di vini di straordinaria bevibilità come il Brachetto
Vareij di Hilberg-Pasquero, il valdostano Cornalin di Rosset, il Lago di Caldaro di Klosterhof oltre
alla consueta, ma più fornita che
mai, batteria di Lambrusco emiliani.
Ricordiamo infine che più di
un quarto dei vini di eccellenza
arrivano in enoteca a un prezzo
inferiore ai 15 euro.
L’ESPERTO
La cultura
della qualità
è più diffusa
di ENZO VIZZARI
estina lente, affrettati con lentezza. Un motto latino che illustra bene lo spirito con il quale
la nostra squadra svolge il delicatissimo lavoro di questa pubblicazione.A
chi pensa che fare una guida dei vini
significhi mettere in piedi una giostra
insensata, una catena di montaggio
di degustazioni,uno stappificio in cui
la prima e irrimediabile perdita è
quella della “dignità del vino”,della sacra bevanda,rispondiamo che,al contrario,sono proprio i limiti (di tempo,
di spazio a disposizione, di numeri astronomici di etichette in gioco a generare attenzione, qualità della ricognizione critica, cura nelle valutazioni.
Come in molti altri campi della
scrittura e della critica, i confini, i paletti formali, la cornice che delimita il
quadro servono esattamente a dare
un senso al lavoro svolto.
Dopo tanti anni di esperienza,questa è la dodicesima edizione,ci siamo
infatti convinti che se avessimo a disposizione non alcuni mesi,ma due o
tre anni per realizzare un nuovo volume, il risultato non sarebbe necessariamente migliore.
Certo, ci sarebbero di sicuro qualche refuso in meno, qualche annata
sbagliata in meno, ma la sostanza
non sarebbe molto diversa. Lo scriviamo con l’orgoglio di chi sa di rispettare il lavoro dei produttori,e vorrebbe - meriterebbe - altrettanto rispetto. Fare buon vino, o addirittura
vino eccellente, è difficilissimo. Ma lo
è anche fare una buona guida dei vini.
Per quanto riguarda l’essenza più
concreta del nostro lavoro, vale a dire i risultati degli assaggi di quest’anno, dobbiamo sottolineare che la
qualità,o meglio la cultura della qualità,pare ormai uniformemente diffusa in tutta Italia.
Non ci sono aree arretrate, ci sono
solo aspetti (terreni,vitigni,tradizioni
enologiche) inevitabilmente diversi.
Con una variabile impazzita comune
a tutte le aree viticole del pianeta, ci
si creda o no: il clima. Potremmo forse evitare di trascrivere che il Piemonte e la Toscana costituiscono ancora
oggi le regioni di riferimento dell’enologia di alta qualità; ma si tratta di
un’evidenza per noi incontrovertibile.
Dobbiamo perciò deludere chi si attende solo novità e colpi di scena dalla nuova edizione di una guida. Il re
dei nostri vini continua a chiamarsi
Barolo, quest’anno in uscita con l’ottima annata 2010. A ruota si distinguono il Brunello di Montalcino, il
Barbaresco,il Chianti Classico;e a breve distanza tutte le altre tipologie più
classiche.
Per una volta evitiamo la noiosa
contabilità burocratica sui microspostamenti tra un’area vinicola e un’altra sui vini d’eccellenza: due in più
qui, tre in meno là, il sud rispetto al
nord,eccetera.Preferiamo indicare,in
ordine sparso, ciò che ci ha più emozionato o anche solo incuriosito durante l’ultima tornata di ricognizioni e
di assaggi.Per la prima volta attribuiamo il nostro massimo voto di 20/20 a
un vino bianco: lo scintillante Trebbiano d’Abruzzo 2010 di Valentini.Altrettanto emozionante per noi è stato bere un Barolo prodigioso,la Riserva Vigna Rionda 2008 di Massolino.
Quanto alle curiosità per gli amanti delle statistiche: anche quest’anno
in Campania i vini bianchi hanno surclassato i rossi;gli spumanti di altissima qualità sono il doppio del consueto e non più esclusiva del Trentino o
della Franciacorta,ma si spingono addirittura in Toscana e in Umbria. Infine, più della metà dei vini dolci premiati quest’anno provengono dalle
nostre isole:una prerogativa tutta italiana non adeguatamente conosciuta e tenuta nella giusta considerazione dal cosiddetto grande pubblico.
F
* direttore responsabile della guida
“I vini d’Italia 2015” de L’Espresso