Volume 9, numero 39 Sommario 28.09.2014 Informazione Editoriale Io non mi sento italiano La prima casa non si tocca La prima casa non si tocca Informazione 21.09.2014 Press obituary/1 Pubblicità Città invivibili in tempi da Lupi Malattia e destino dell'Italia L'#articolo18 non si tocca Minipost La vera energia della Puglia #Italia5Stelle: Abbiamo sete di acqua pubblica! La demografia dell'Italia I soldi degli europarlamentari #Italia5Stelle: Italia #senzasprechi #Italia5Stelle: Italia #ecosostenibile MoVimento Ben Hur Grillo - video messaggio dal Circo Massimo per #Italia5Stelle I soldi degli europarlamentari del M5S Passaparola Passaparola: Il Lato B di Renzi - Enrica Perucchietti Politica Bugiardo bugiardo #RenzieSparaballe La battaglia per l'articolo 18 Tv sì, Tv no - parte 1: I talk show no Tv sì, Tv no - parte 2: I telegiornali sì I Vallanzaska e la canzone contro l'Expo Vogliamo un Presidente trasparente Mi scusi Presidente non è per colpa mia ma questa nostra Patria non so che cosa sia. Può darsi che mi sbagli che sia una bella idea ma temo che diventi una brutta poesia. Mi scusi Presidente non sento un gran bisogno dell'inno nazionale di cui un po' mi vergogno. In quanto ai calciatori non voglio giudicare i nostri non lo sanno o hanno più pudore. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente se arrivo all'impudenza di dire che non sento alcuna appartenenza. E tranne Garibaldi e altri eroi gloriosi non vedo alcun motivo per essere orgogliosi. Mi scusi Presidente ma ho in mente il fanatismo delle camicie nere al tempo del fascismo. Da cui un bel giorno nacque questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese pieno di poesia ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia. Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato. E' anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato. Giorgio Gaber e non funziona niente. Sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione. Persino in parlamento c'è un'aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Giorgio Gaber 1 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Sin dall'inizio della legislatura il M5S ha portato avanti come punto qualificante la tutela della prima casa. E ora arriva la beffa che per le famiglie più indigenti la TASI è più alta dell'IMU. Questa è la giustizia sociale del governo de sinistra con i voti del pregiudicato. Qualche mese fa, durante la discussione in commissione del decreto 80 euro, il M5S presentò due emendamenti a prima firma Vacciano e Molinari. Si tentava di porre un argine alla spietata e invasiva azione di pignoramento di Equitalia in una congiuntura economica di crescente disagio sociale, tutelando il cittadino debitore. Gli emendamenti prevedevano l'impignorabilità della prima casa, estendendo la disciplina già introdotta dal decreto del Fare (9 agosto 2013) anche a quei pignoramenti già in fase di esecuzione prima dell'entrata in vigore della legge stessa. Si trattava di un principio di buonsenso perché nessuno rimanesse indietro e i disastri di un sistema a trazione neoliberista fossero almeno mitigati a difesa dei diritti essenziali. Inutile dire che gli emendamenti furono dichiarati inammissibili dalla maggioranza. A breve distanza da quei fatti, una sentenza della Corte di Cassazione del 13 maggio 2014 (terza sezione civile) premia di fatto i nostri emendamenti non ammessi alla prova del voto, ordinando di cancellare quei procedimenti di pignoramento ancora attivi quando il decreto del Fare fu approvato, nel caso in cui l'abitazione in questione fosse la prima e unica di proprietà del debitore. Non bastasse questo, un terzo emendamento del M5S voleva estendere la disciplina dell'impignorabilità a danno anche degli istituti di credito e agli intermediari finanziari (non solo di Equitalia) e comprendendo nella norma anche i beni mobili e immobili delle imprese se necessari all'attività produttiva. Tutela delle abitazioni civili e delle imprese quindi, una costante dell'azione 5 stelle. Anche questo emendamento fu dichiarato inammissibile, senza ulteriori spiegazioni. Un'altra sentenza, in questo caso della Corte di Giustizia Europea, ha impedito alle banche e alle finanziarie che abbiano stipulato contratti con i clienti provvisti di clausole abusive quantomeno il pignoramento sulla prima casa. Si dimostra una volta di più, perciò, che la maggioranza preferisce mortificare le iniziative a 5 stelle piuttosto che approvare misure a tutela dei cittadini e delle imprese. L'azione del M5S, in questo caso, è stata sostenuta dalla giustizia nazionale e internazionale e ha dato buon esito, ma non sempre è così e provvedimenti virtuosi sono regolarmente cestinati solo perché firmati dall'unica opposizione. La vera energia della Puglia Bugiardo bugiardo Minipost 21.09.2014 Politica 21.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Ieri sono stato in Puglia, insieme ai cittadini, per dire no al Tap, il progetto del gasdotto transAdriatico. Un'opera di fantascienza, un progetto calato dall'alto che minaccia il turismo e le bellezze del Salento. Il Movimento 5 Stelle chiederà un referendum, perché è la cittadinanza che deve decidere se fare un tubo. E’ una battaglia di democrazia. Non abbiamo bisogno di energia rinnovabile in più. In Puglia avete il vento, il sole, ve li hanno sfruttati e non vi è arrivata una lira. Non c’è bisogno dell’energia del gas. Faranno un impianto che funzionerà tra 20 anni. Il carburante del futuro è l’intelligenza. Se loro verranno a fare il gasdotto in Puglia da qualsiasi parte, anche con l’Esercito, noi ci metteremo il nostro di esercito. 2 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); “Non ci sono santi che tengano. Ecco l’ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta portando verso il baratro. Nel salottino di Bruno Vespa, a marzo scorso, Renzi aveva promesso che avrebbe liquidato entro oggi (giorno di San Matteo) gli oltre 60 miliardi di pendenze arretrate delle pubbliche amministrazioni. Basta farsi un giro sul sito del Mef o leggere i giornali per scoprire che siamo a circa 30 miliardi effettivamente erogati. Tra l’altro si tratta di soldi in gran parte stanziati dai governi precedenti, per cui i meriti di Renzi sono pressoché pari a zero. Cosa se ne fanno le imprese italiane dei divertiti siparietti e delle scommesse del premier con Vespa? Forse le poltroncine bianche di RaiUno hanno dato un po’ alla testa al presidente del Consiglio. Ora siamo curiosi di sapere se il capo del governo smaltirà qualche chilo andando a piedi in pellegrinaggio a Monte Senario. In ogni caso ci colpisce tanta superficialità del premier. Il M5S, dal canto suo, continua a lavorare accanto alle Pmi e, infatti, chiediamo al governo di sbloccare il decreto attuativo già scaduto per la compensazione delle cartelle Equitalia con i crediti verso la Pa. Inoltre ricordiamo a Palazzo Chigi che si avvicina la scadenza del 30 settembre, termine entro cui si sono impegnati a sbloccare il fondo dimicro-credito per le piccole e medie imprese”. M5S Camera #Italia5Stelle: Abbiamo sete di acqua pubblica! Minipost 22.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Il 10, 11 e 12 ottobre ci riuniremo tutti insieme al Circo Massimo per Italia 5 Stelle. Per la manifestazione vorremmo far brillare forte la nostra stella Acqua e far assaggiare ai tanti ospiti presenti la buonissima acqua romana. Vorremmo quindi entrare in contatto con distributori di Casette dell'Acqua o macchinette che si allacciano direttamente alla rete idrica, possibilmente laziali per questioni logistiche legate ad eventuali sopralluoghi. Non ci lasciate a bocca asciutta, per favore! Scrivete a [email protected] e grazie anticipate per la collaborazione. Press obituary/1 Pubblicità Informazione 22.09.2014 Passaparola: Il Lato B di Renzi - Enrica Perucchietti Passaparola 22.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Immagine: dal blog Carpe Diem: gli incassi pubblicitari dei giornali dal 1950 a oggi. I dati sono relativi al mercato statunitense "Questo primo post sulla morte dei giornali sarà inserito nello studio "Press obituary" di prossima pubblicazione su questo blog. La fine dei giornali è una delle cose più prevedibili del nostro futuro, gli unici che non lo sanno ancora sono i giornalisti. Clay Shirky nel suo articolo "Last call" ha scritto: "Molte persone si sono lamentate dell'imprevedibilità dei media provocata dall'arrivo dei dispositivi e delle reti digitali, ma la lenta implosione dei giornali è stata ampiamente e correttamente prevista da qualche tempo. I ricavi della stampa sono scesi del 65% in un decennio, il 2013 ha visto il picco più basso mai registrato, e il 2014 sarà peggio" Avete letto bene stampa e ricavi sono scesi del 65% in un decennio e nel 2014 andrà peggio. Shirky fa riferimento al mercato americano dove i giornali non sono finanziati dallo Stato con contributi diretti e indiretti. In Italia quindi la situazione è ancora peggiore, senza i soldi dello Stato la maggior parte dei quotidiani chiuderebbe già domani mattina. Di che vivono i giornali italiani a parte della carità dello Stato? Di copie vendute (sempre meno) e di pubblicità, ma la pubblicità sta abbandonando i giornali per Internet, e lo sta facendo molto velocemente come si vede dal grafico seguente: In pratica siamo tornati agli investimenti pubblicitari dell'inizio degli anni '50 e la pubblicità sulle edizioni on line è marginale o ininfluente e non compensa minimamente le perdite, il più delle volte l'edizione on line è un puro costo come vedremo in un prossimo post. "Contrariamente all'ignoranza artificiosa di giornalisti, il futuro dei quotidiani è una delle poche certezze del panorama attuale: la maggior parte di loro scompariranno, in questo decennio. (Se lavori in un giornale e non sai cosa è successo alla vostra diffusione o alle vostre entrate negli ultimi anni, ora potrebbe essere un buon momento per chiedere.) Siamo così avanti nel processo che possiamo anche predire le probabili circostanze della sua conclusione."" Gianroberto Casaleggio 3 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Nella squadra di governo di Renzi, non abbiamo soltanto 5 indagati, ma 27 persone tra ministri, viceministri e sottosegretari che sono stati riciclati dal governo di Enrico Letta e gli altri 30 che vengono proprio da questa area ex -democristiana, se non addirittura DC. Quindi in qualche modo cambiano poco gli interpreti e sembra più una riverniciatura più che una vera e propria rottamazione." Enrica Perucchietti "Ciao a tutti e grazie per l’accoglienza presso il Blog di Beppe Grillo, sono Enrica Perucchietti, giornalista e scrittrice, autrice del dossier il Lato B. di Matteo Renzi, biografia non autorizzata.. L’attuale premier si è presentato come un rottamatore del vecchio sistema fino dal 2010, quindi dalla prima Leopolda e quindi ha costruito tutta la sua immagine su questa idea di incarnare il nuovo, quindi di essere la speranza per l’Italia, un po’ come aveva fatto il Presidente Americano Barack Obama negli Stati Uniti. Nei fatti, ha però poi dimostrato di essere molto ambizioso e di avere molta fretta di arrivare al potere, ma anche di essere incoerente per tutte le dichiarazioni che aveva rilasciato e poi per le cose che ha concretizzato. Per quanto riguarda il fatto che sia ben lungi dall’ essere un rottamatore del vecchio sistema, addirittura del sistema DC basta vedere non soltanto il suo background, per esempio suo padre Tiziano Renzi viene proprio da quell'area, dall’area ex-democristiana, basta vedere però la sua squadra di governo, in cui abbiamo non soltanto 5 indagati, ma 27 persone tra ministri, viceministri e sottosegretari che sono stati riciclati dal governo di Enrico Letta e gli altri 30 che vengono proprio da questa area ex -democristiana, se non addirittura DC. Quindi in qualche modo cambiano poco gli interpreti e sembra più una riverniciatura più che una vera e propria rottamazione. Tra l’altro vi è anche una vera e propria continuità con gli altri governi anche per quanto riguarda le istanze europeiste, l’esempio forse più eclatante è la scelta, la nomina del ministro Padoan, che in qualche modo continua la linea di privilegiare i poteri forti e i banchieri. Un altro punto in comune con il vecchio sistema e soprattutto con il bacino berlusconiano sono i nomi influenti dei poteri forti, dell’industria che hanno sostenuto la scalata di Matteo Renzi. Ve ne sono diversi, vanno da Carlo De Benedetti, forse il nome che è stato fatto di più e in qualche modo a sproposito, passando per Paolo Fresco, per Farinetti, fino a arrivare anche a Giorgio Gori, che appartenevano proprio al bacino berlusconiano e che l’hanno aiutato molto a livello d’immagine e a raccogliere consensi nel mondo dello spettacolo, creando quasi un sistema reality legato al mondo Mediaset e Berlusconi. Vi sono poi diciamo gli amici come Marco Carrai, amico da più di trenta anni, e Davide Serra. Il primo imprenditore, il secondo un vero e proprio speculatore finanziario, considerato da alcuni il Golden Boy della finanza internazionale, che hanno aiutato a raccogliere i fondi, per finanziare la campagna elettorale di Matteo Renzi, si pensi soltanto alla famosa cena Milanese che venne organizzata in modo assolutamente blindato, dove per partecipare bisognava effettuare un bonifico di 1.000 € su una Iban comunicato in precedenza. Le persone invitate furono soprattutto grandi nomi dell’imprenditoria e banchieri e alla fine di questa cena fu intervistato il banchiere Guido Vitale, che circa due anni prima parlava dell’esistenza di una terza guerra mondiale finanziaria in atto. Proprio Vitale spese all’uscita da questa cena milanese delle parole di stima per Renzi dichiarando che era l’unico uomo della sinistra italiana a non avere mai letto Marx, per lui è una cosa positiva perché avrebbe potuto aiutare quel mondo dell’imprenditoria liberale che i poteri forti sostengono. Davide Serra, invece era già stato al centro di una accesa polemica con Bersani, che lo aveva accusato anche se ingiustamente, di essere uno speculatore con dei fondi alle Cayman, però ha alla base del suo impero finanziario, Londra. Tramite Carrai e tramite Serra Renzi si è costruito una ragnatela di contatti, che arrivano fino a Washington, sia Serra che Carrai vantano dei rapporti addirittura con la Casa Bianca e dall’altra fino a Gerusalemme, per esempio Carrai ha come partner finanziario Pacifici, ha degli ottimi rapporti con un personaggio anche a tratti inquietante come Michael Liden che è un Falco Repubblicano. Il suo nome è stato coinvolto nella storia, anche italiana, degli ultimi 30-40 anni, a partire dalla strategia della tensione, all’omicidio Moro, fino alla strage di Piazza Fontana. Il suo nome è stato associato anche a Licio Gelli, nonostante Liden abbia sempre negato di essere tesserato alla P2. Liden è soprattutto un sostenitore della guerra permanente e quindi rientra all’interno della politica mondialista, quindi, ritorna il discorso dell’istanza europeista, se non mondialista, proprio perché coloro che hanno sostenuto l’ascesa fulminea di Matteo Renzi fanno proprio parte di questi poteri forti. Tra i finanziatori della campagna elettorale di Renzi se abbiamo avuto un Davide Serra che con sua moglie avevano speso più di 100 mila Euro per la sua campagna elettorale, poi abbiamo avuto un Guido Ghisolfi con la moglie Tanzi, abbiamo avuto la ISVAFIM di Alfredo Romeo, e poi moltissimi nomi tra cui figura anche Paolo Fresco, ex-Presidente di FIAT, che tra l’altro vanta una partnership con Stefano Carrai, che è il fratello di Marco Carrai. Per questi motivi secondo molti Matteo Renzi non sarebbe un rottamatore, ma anzi un conservatore del vecchio sistema, un continuatore delle vecchie politiche e di tutto il suo sistema. La sua immagine, la sua politica, si reggerebbe su una immagine mediatica, molto scaltra, ambiziosa, capace, anche con lo sfruttamento per esempio di tecniche di PNL piuttosto che dei mezzi tecnologici. Poi ha questa capacità di fare promesse a raffica, addirittura a Firenze si parlava delle sparate del sindaco, che miravano più che altro all’impatto mediatico piuttosto che alla fattualità delle promesse, tanto è che alcuni, proprio nel feudo fiorentino avevano definito questa capacità di elargire promesse di Matteo Renzi, la avevano paragonata ai derivati: dato che Renzi fa promesse una dietro l’altra, ci si dimenticano quelle iniziali, quindi si crea una struttura virtuale molto simile a quella dei derivati, quindi poi, è difficile per l’elettorato andare a verificare se le cose che aveva dichiarato vengono poi concretizzate. Grazie per l’ascolto e passate parola." Enrica Perucchietti 4 #RenzieSparaballe Politica 22.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Matteo Renzi vuole mandare a tutti i costi Bruno Vespa in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario. Lo comprendiamo: forse non gli va di farsi tutta quella strada a piedi (gli toccherebbe, visto che ha perso la scommessa sui debiti Pa) o forse ha trovato qualche altro modo per smaltire i chili in eccesso che oggettivamente lo appesantiscono. Eppure il governo, in queste ore, tiene il punto sui soldi che lo Stato deve ai suoi fornitori privati. In sostanza Palazzo Chigi dice che la strumentazione per pagare tutti i debiti maturati entro il 31 dicembre 2013 è già stata messa a punto e che la colpa è soltanto delle imprese che ritardano e non si impegnano per venir pagate. La risposta è già di per sé surreale. Ve lo immaginate un creditore che, messo nelle condizioni di riavere subito i suoi soldi, dice al debitore: “Ma no, non importa! Non pagare adesso! Aspettiamo un altro po’, tanto i soldi non mi servono mica subito!”. Renzi dice che la piattaforma di certificazione dei crediti presso il ministero dell’Economia è già funzionante. E che le aziende, se ne conoscessero l’esistenza, potrebbero già aver accreditato le loro fatture per ottenere l’anticipazione pro soluto dalle banche che poi se la vedono con le amministrazioni debitrici ed eventualmente con la Cassa depositi e prestiti. Bene. Rispondiamo punto per punto. 1) Intanto se c’è una carenza di informazione da parte dei fornitori, la colpa non è imputabile ai fornitori ma al governo che evidentemente non comunica al meglio le cose che fa. Forse tra le tante slide-fuffa, i pesci rossi e i briefing con la stampa in stile rappresentante della Folletto, Renzi ha dimenticato di fare qualche campagna informativa seria sullo sbandierato meccanismo di accreditamento. 2) Ma soprattutto c’è un altro fatto, molto importante, che dà l’idea di come il governo fosse, da tempo, ben consapevole che non avrebbe potuto pagare tutti debiti della Pa entro 21 settembre. Prima della pausa estiva, infatti, il decreto ‘Competitività’ ha prorogato dal 23 agosto al 31 ottobre il termine per la presentazione delle istanze di certificazione. Se Renzi fosse stato convinto di pagare tutto entro il 21 settembre, non avrebbe dilazionato questo termine al 31 del mese prossimo. Tra l’altro, il premier omette di dire che una volta avvenuto l’accreditamento della fattura da parte del fornitore, la Pa debitrice ha un altro mese di tempo per fare le sue controdeduzioni ed eventualmente contestare l’esigibilità di quel credito “caricato” in piattaforma. Dunque, bene che vada, il governo potrà saldare, attraverso le banche, tutti i debiti di parte corrente entro l’inizio di dicembre. E ciò era chiaro a tutti almeno da un paio di mesi a questa parte. 3) Renzi poi si vanta del meccanismo della fatturazione elettronica per evitare in futuro gli stessi ritardi nei pagamenti. Peccato però che non sia farina del sacco del suo governo, visto che la norma risale addirittura alla Finanziaria del 2008 e il decreto ministeriale di attuazione risale a Monti. 4) Gli artigiani della Cgia di Mestre hanno stimato un arretrato che ancora grava pari a circa 35 miliardi di euro. Ma soprattutto spiegano bene che il vero problema non è quanti soldi lo Stato ha pagato sul totale dei danari messi a disposizione (circa 57 miliardi per il biennio 2013-2014, in grandissima parte stanziati dai governi precedenti), quanto piuttosto l’ammontare dei soldi dati effettivamente alle imprese sul totale dei debiti complessivi, cifra che scandalosamente questo Stato non è in grado nemmeno di produrre (viviamo di stime). Dunque, non ci sono santi che tengano. Siamo di fronte all’ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta mandando allo sfascio. Basta leggere il Financial Times di ieri per capire che c’è poco da stare allegri tra un tweet e un selfie riuscito male. Cosa se ne fanno le imprese italiane dei divertiti siparietti e delle scommesse da bar di Renzi con Vespa? Ora siamo curiosi di sapere se e quando il capo del governo cercherà di rimettersi in forma salendo a Monte Senario. Un po’ d’aria fresca gli farebbe bene tra una scorpacciata di nomine e un bell’incontro in amicizia con Berlusconi. Mentre gli 80 euro restano nelle tasche di chi li ha presi, la liquidità che arriva dalla Bce resta nei forzieri delle banche e si avvicina la scadenza dell’acconto Tasi per molti cittadini italiani, lascia comunque basiti tanta superficialità da parte del premier. Il MoVimento 5 Stelle, dal canto suo, continua a lavorare accanto alle Pmi. Infatti, chiediamo per esempio a Palazzo Chigi di sbloccare il decreto attuativo già scaduto per la compensazione delle cartelle Equitalia con i crediti verso la Pa. Noi ci siamo, accanto alle imprese. Renzi è rimasto da Vespa." M5S Camera Città invivibili in tempi da Lupi Informazione 23.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Quando pensiamo al paesaggio italiano, abbiamo di fronte due scenari. In uno di questi, tutto il territorio è diventato cementificabile. Il diritto alla proprietà privata prevale sugli interessi della collettività. L’iniziativa pubblica viene limitata per non ridurre il valore immobiliare dei terreni di pochi privati. In questo Paese il rischio idrogeologico, la protezione dell’ambiente in cui viviamo e la tutela del paesaggio sono spariti dai radar della pianificazione territoriale (che si chiama “pianificazione territoriale” per un motivo). In questa Italia aumentano ulteriormente le attività ubicate in zone a rischio di dissesto: non stiamo parlando solo di imprese, ma anche di scuole e ospedali. Il diritto di edificare, di costruire, in questo scenario è considerato primario e indiscutibile ed è qui che gli speculatori hanno trovato un Eldorado che gli permette di fare acrobazie legali, spostando da una zona ad un’altra le volumetrie, per sole ragioni di mercato. In questo tipo di Paese, i privati possono contrattare alla pari con i Comuni, possono imporre i loro interessi speculativi, possono avviare quello che chiamano “riqualificazioni” di intere porzioni di città, che tradotto significa avere il potere di stravolgere il territorio in tutta calma, a norma di legge e senza consultare chi vi abita. Sparisce anche la possibilità di essere virtuosi: le amministrazioni non potranno nemmeno più “fare bene”, perché lo Stato detta le linee e se vuole fare grandi opere, inutili e pericolose per il territorio, non deve chiedere a nessuno. In questa landa desolata non sono assicurati standard minimi di verde e servizi per tutti i cittadini, ma zona per zona e regione per regione le regole cambiano e si stravolgono secondo il massimo liberismo e le convenienze degli speculatori. Un Paese, questo, che non riconosce diritti uguali per tutti i cittadini ma che offre qualcosa in più a chi è proprietario del territorio rispetto agli altri. Questo Paese è l’Italia che il Ministro delle infrastrutture Lupi immagina e che vorrebbe trasformare in realtà, con la sua ultima prodezza legislativa presentata a luglio: “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana”, soprannominata subito “Lupi II”, in quanto il ministro ci aveva già provato tempo fa a rivoluzionare l’edilizia e l’urbanistica stravolgendo il territorio italiano, incappando però nella sua stessa maggioranza e nel PD, allora all’opposizione. Ma – si dirà – ora siamo nell’era della rottamazione: non è quindi 5 arrivata l’ora di rompere con il passato e rottamare anche questa visione anacronistica e pericolosa dello sviluppo del territorio? Sembra proprio di no, purtroppo, perché il Ministro Lupi sta agendo disturbato all’interno del governo Renzi, e sta facendo esattamente come i suoi predecessori, senza cambiare di una virgola la visione scellerata di distruzione del paesaggio a vantaggio della speculazione edilizia. Si tratta di avere il coraggio e il buon senso di superare qualcosa che non è più accettabile, né sostenibile, con tutte le relative conseguenze che abitanti e turisti in questi giorni a Peschici – ma potremmo citare molti altri casi - hanno subito sulla loro pelle. E con loro, ne hanno subito le conseguenze l’economia della regione e l’ambiente. Anche nel caso del ministro Lupi siamo per ora di fronte a un annuncio, anzi una bozza (vanno di moda, ultimamente), ma dalla bozza che il ministro ha presentato emerge già, in tutta la sua drammaticità, quello a cui non avremmo voluto assistere: la trasformazione di tutta la penisola in territorio edificabile (leggasi estensione del Far West del rischio idrogeologico). Dal secondo dopoguerra a oggi, In Italia il consumo di suolo non si è mai arrestato: vengono soffocati 8 m2 di territorio italiano al secondo, giorno e notte, ininterrottamente. Terreno coperto da asfalto, cemento, edifici, capannoni, strade e il Ministro non solo non ha intenzione di fermare tutto ciò, ma anzi sta dando un’ulteriore via libera a frane, inondazioni, dissesti, morti (stiamo parlando di 293 vittime nei quasi 2000 eventi legati al dissesto idrogeologico verificatisi nel nostro Paese tra il 2002 e il 2014). Noi siamo convinti che non esistono interessi superiori a quelli che ci spingono a proteggere noi stessi, il territorio in cui viviamo, la nostra salute,. È da questa convinzione che nasce una visione diversa. Per farlo, basta la volontà politica di rottamare davvero la visione clientelare e affaristica della gestione del territorio. Noi abbiamo già presentato quattro proposte di legge in merito, con i 5 punti fondamentali per un cambiamento di rotta che porti risultati e – già che ci siamo- anche un’evoluzione della mentalità politica: (1) stop al consumo di suolo agricolo (2) sì all’utilizzo dell’immenso patrimonio italiano, pubblico e privato, dei milioni di edifici sfitti, abbandonati o inutilizzati, anche per l’avvio di start-up innovative (3) usiamo i fondi che ci sono! Devono solo sbloccarli dal pantano del patto di stabilità in cui somemrsi: si possono rendere disponibili da subito per fare partire migliaia di piccoli cantieri contro il dissesto idrogeologico (4) rilanciamo i piccoli borghi, per favorire sia l’insediamento abitativo sia le attività economiche produttive e attiviamo un circuito turistico integrato. Infine, la chiave di svolta per il settore edilizio in Italia: (5) la riqualificazione energetica degli edifici che creerebbe migliaia di nuovi posti di lavoro. Questa è l’Italia che vogliamo, che immaginiamo e che possiamo far nascere subito!" M5S Camera e Senato PS: Le comunarie per scelta della lista da presentare a Reggio Calabria si sono concluse. Ha vinto la lista di Vincenzo Giordano. La demografia dell'Italia Minipost 23.09.2014 grado di garantire libertà di azione ai loro eletti, basta pensare a Vendola, Pisapia, Crocetta e Renzi, tutti presentati come il "vento che cambia" per poi dimostratisi più succubi delle vecchie logiche dei loro predecessori. I partiti devono sparire, largo alle idee e alla democrazia diretta e partecipata. Largo al M5S." Manlio Di Stefano Malattia e destino dell'Italia Informazione 23.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "In un giorno di marzo, l'avvocato Giuseppe Corte, dopo aver letto un volantino pubblicitario, si fa ricoverare in un moderno ospedale di una grande città italiana, specializzato nella cura del male da cui si sente leggermente affetto. L'ospedale è strutturato in sette piani: i pazienti meno gravi vengono ricoverati in quello più alto, mentre ai piani più bassi si trovano, in forma crescente da piano a piano, i casi più gravi. Corte viene accolto subito al settimo livello, in attesa che i medici riescano a convincerlo che non ha nulla e lo rispediscano a casa. Corte inizia un buon iter verso la guarigione, ma una serie di cause concatenate fa sì che venga trasferito nei piani inferiori, sempre con motivi pretestuosi." Dal racconto "Sette piani" di Dino Buzzati. L'Italia scende ormai da tempo di piano in piano e accetta qualunque cosa a iniziare dallo stravolgimento delle regole democratiche: ormai non si vota più, ma il presidente del consiglio è nominato dal presidente della Repubblica che a sua volta è stato nominato da un Parlamento incostituzionale, il Senato non è più elettivo e abbiamo Renzie come simbolo dei tempi, un buffone al comando della nazione, se lui rappresenta l'Italia, allora siamo arrivati in fondo, al primo piano. I singoli episodi di malaffare, la P2, la trattativa Stato Mafia, la corruzione, i giornalisti servi, la devastazione del territorio sono ormai pane quotidiano, ma sono solo sintomi, contro i quali singolarmente non puoi, e forse non ha senso, combattere. Sintomi di una malattia di cui l'Italia è afflitta. Qual è la malattia? Questa è la domanda da porsi. In un libro "Malattia e destino" Thorwald Dethlefsen cerca di spiegare il valore e il messaggio della malattia e del suo significato. In Italia c'è questa sensazione di voler incidere sugli effetti senza ricercare le cause e la stessa natura del male. Ci giriamo intorno, "pirliamo", denunciamo, ma il giorno dopo scendiamo di un piano e poi di un altro ancora. Ci stiamo abituando, assuefacendo. Secondo Thorwald Dethlefsen non esistono tante malattie curabili, ma soltanto una malattia che fa parte integrante della condizione patologica dell'uomo e si manifesta in molteplici forme. Da quale malattia è afflitta l'Italia? googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Mi trovavo a Merate ed entrando all'ufficio comunale ho trovato questo foglio alla parete. Un normale censimento dei movimenti demografici. Così mi sono soffermato a leggere i dati e mi hanno colpito particolarmente. I primi sono, purtroppo, tipici del nostro Paese, scarsissima natalità e bassissimo numero di nuove famiglie (politiche sociali inadatte al XXI secolo?). Il dato preoccupante è invece l'ultimo. Il rapporto immigrati/emigrati è sostanzialmente uno a uno. In pratica esportiamo i nostri giovani, spesso formati e pluri-laureati, e importiamo manodopera a basso costo e spesso non istruita. Il risultato è terrificante per l'economia italiana. Tra le spese sociali, infatti, c'è il comparto formazione, i soldi che lo stato spende per formare i giovani, un tale abbandono si traduce direttamente in mancanza di personale altamente qualificato fornendo, di contro, un esercito di personale che abbassa drasticamente il livello qualitativo. A ciò si unisce il dramma del lavoro sommerso, una moltitudine di disperati che accettano qualsiasi lavoro per andare avanti. Così assistiamo allo sfruttamento dei migranti nei campi di arance calabresi o per raccogliere pomodori ecc ecc, lavori pagati pochi euro al giorno che uccidono il mercato creandone, di fatto, uno parallelo fuori dalle possibilità di chi, invece, tiene standard alti in termini di gestione del personale. Un Governo lungimirante dovrebbe osservare questi dati col mio stesso stupore e investire per invertire questa tendenza. Occorrono misure urgenti di riduzione fiscale sulle imprese, serve investire pesantemente sulle start-up e aziende innovative (gli USA solo nel 2013 hanno investito 1 miliardo di dollari sull'artigianato 3D), serve snellire le procedure burocratiche per accedere ai finanziamenti e potersi avviare nel mercato della piccola imprenditoria, occorre eliminare qualsiasi tassa sulle giovani aziende di pochi dipendenti. Va garantito alle giovani coppie il sostegno necessario per scegliere di avere un figlio, oggi non è solo un problema economico ma anche di gestione del tempo, servono in tal senso nidi aziendali e part-time ben retribuiti come avviene in Francia e Austria. Un Governo che, non solo non va in questa direzione, ma si manifesta per la scelta nei ruoli chiave dei soliti volti noti della decennale gerontocrazia parlamentare, ci porterà al definitivo tracollo. Serve aria fresca, non nei nomi ma negli schemi, i partiti non sono in 6 La battaglia per l'articolo 18 Politica 24.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "A primo colpo d’occhio, la questione dell’articolo 18 sembra una questione di poco conto, su cui si sta combattendo una battaglia del tutto sproporzionata, forse per obiettivi nascosti e ben diversi da quelli dichiarati. Considerato che, la norma, che tutela i lavoratori dipendenti da aziende private con contratto a tempo indeterminato, si applica alle unità produttive con più di 15 dipendenti (5 se agricole), quelle con meno di 15 dipendenti (5 se agricole) se l'azienda occupa nello stesso comune più di 15 dipendenti o se l’azienda ha complessivamente più di 60 dipendenti, c’è da chiedersi quanto siano i lavoratori interessati al mantenimento di questa norma. Considerato che, di assunzioni a tempo indeterminato, le aziende private ormai ne fanno con il contagocce, preferendo i ben più comodi contratti atipici, a tempo determinato, a progetto ecc, (come nell’azienda del papà di Renzi, dove erano tutti lavoratori Co co co, salvo, il figliolo Matteo che era l’unico a tempo indeterminato… ma si capisce!), considerato che siamo di fronte alla precarizzazione di massa di una intera generazione (i 20-45enni), e ci stiamo avviando a precarizzare una seconda generazione, considerato che le aziende hanno subito un processo di spezzettamento per cui è diventata una fatica trovarne che eccedano i limiti numerici fissati dalla norma, considerato, infine, che siamo in presenza di indici di disoccupazione massimi da mezzo secolo, quanti volete che siano i lavoratori a tempo indeterminato in aziende con quei parametri? E tutti si affannano a dimostrare che pochi “privilegiati” non possono ostacolare la via delle riforme compromettendo le sorti del paese. Primo fra tutti a guidare il coro è il Capo dello Stato che, nella sua delicata sensibilità costituzionale che lo vuole sereno arbitro super partes, mette i piedi nel piatto e si pronuncia esplicitamente per la tesi governativa, invitando a farla finita con corporativismi e conservatorismi e approvare la riforma a tamburo battente. Scusate la divagazione: ma come mai questo ex dirigente di quello che fu il maggior partito dei lavoratori italiani, trova che ad essere corporativi siano i lavoratori e solo loro? Lo avete mai sentito dare del “corporativi” o, “conservatori” ai banchieri, che prendono i soldi della Ue, per investirli in altri titoli finanziari. continuando a negarli ad aziende e famiglie? Ci sono i superpagati dipendenti del Parlamento che stanno facendo un casino d’inferno perché non accettano una spuntatura delle loro ricche retribuzioni, come, peraltro, avevano fatti i manager di Stato, gli alti magistrati ecc. qualche tempo fa: Napolitano ha mai denunciato questi privilegi e particolarismi? Possiamo dire solo una cosa: Presidente si vergogni! Tornando all’asse principale del nostro ragionamento: ma se la garanzia riguarda una percentuale tanto modesta di lavoratori, quali risolutivi benefici dovrebbero venire ai bilanci delle aziende? E, più ancora, quale sarebbe la ricaduta sull’economia generale del paese? Ed allora perché prenderla così calda? Questo non lo dice nessuno, ma ci si limita, Renzi in testa, a sostenere che in questo modo si equalizzano i diritti e, poi, la “fluidificazione” del mercato del lavoro porterà a nuove assunzioni di giovani. Sull’equalizzazione dei diritti dobbiamo dire che Renzi ha ragione, solo che lui non vuole estendere i diritti esistenti a quelli che non li hanno, ma toglierli a quelli che li hanno. Geniale! Quanto poi agli effetti benefici del circolo virtuoso per cui a minori garanzie per i lavoratori corrisponderebbe una dinamizzazione del mercato, con nuove assunzioni, ci limitiamo a dire che è la stessa litania che sentiamo sin dal “pacchetto Treu” (altro regalo del “centro sinistra”) che liquidò una bella fetta delle conquiste degli anni settanta: sul piano occupazionale avete visto niente? A me risulta che i giovani sono sempre più precari, l’occupazione è in caduta libera, i consumi hanno ristagnato a lungo prima di crollare. Questa “riforma” (almeno, la chiamassero per quello che è: “controriforma”) servirà solo a licenziare un po’ di lavoratori “garantiti”, magari quelli sindacalmente più attivi, per costituirli con altrettanti precari sottopagati. I giovani continueranno ad essere precari come sempre e senza neppure il miraggio di una assunzione a tempo indeterminato che, a questo punto, non avrebbe più alcuna differenza dall’attuale regime precario. Ma quello che conta di più è il senso politico generale dell’operazione: avviare una nuova offensiva di ampia portata contro il lavoro e le sue garanzie. Dopo verrà l’attacco all’illicenziabilità della Pa, l’ulteriore taglio dei salari, l’ulteriore dequalificazione della forza lavoro e la definitiva espulsione del sindacato alle aziende. Tappe che vedremo succedersi rapidamente, una volta ottenuta la legittimazione di una vittoria sulla questione dell’art. 18: quello che conta qui, più che la questione in sé, è la sua valenza simbolica. La Cgil oggi se ne lamenta, e si può capire, ma in fondo raccoglie quel che ha seminato: per tre anni è stata complice assidua delle sciagurate politiche rigoriste di Monti e di Letta, poi ha servito Renzi con zelo degno di miglior causa, sostenendolo massicciamente anche nelle ultime elezioni europee. Adesso riscuote il prezzo dei suoi servigi: viene licenziata come una colf, senza neanche i sette giorni di preavviso e da un Presidente del Consiglio che è anche il segretario del partito che loro votano. Ma lo scontro che si sta profilando impone che abbiamo tutti molta generosità, mettendo da parte recriminazioni pur giuste, per realizzare la massima efficacia dell’azione da cui non ci attendiamo solo il ritiro di questa infame “riforma”, quanto l’occasione per mandare definitivamente a casa Renzi: con l’azione parlamentare e con l’azione di piazza, con gli scioperi, spingendo la minoranza Pd a trarre le dovute conseguenze di quanto accade. Renzi sta riuscendo dove non sono 7 riusciti Monti e Berlusconi, lui, segretario del Pd, sta trattando la Cgil come uno straccio per la polvere: compagni del Pd cosa aspettate ad occupare le sedi e far sentire la vostra voce? O siete diventati tutti democristiani? Questo sarà uno scontro generale che avrà conseguenze che andranno molto oltre la questione in sé, esattamente come si pensa di fare dall’altra parte della barricata." Aldo Giannuli I soldi degli europarlamentari Tv sì, Tv no - parte 1: I talk show no Minipost 24.09.2014 Politica 24.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "I portavoce del MoVimento 5 Stelle eletti in Europa hanno deciso di restituire ai cittadini italiani una parte del loro stipendio. Gli eurodeputati devolveranno da 1000 euro mensili delle loro indennità personali al sostegno di iniziative e servizi che facilitino il rapporto di cittadini e piccole medie imprese con l'Unione Europea. Ciò nel rispetto dei regolamenti del Parlamento Europeo che prevedono che ogni altra indennità (per spese generali o per assistenza parlamentare) riconosciuta al deputato e non integralmente utilizzata per i fini per i quali viene stanziata debba essere restituita esclusivamente al Bilancio del Parlamento Europeo stesso. Informazioni che siano state diffuse omettendo o travisando quanto sopra sono da ritenersi false e non rappresentative delle volontà dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in Europa." I portavoce M5S al Parlamento Europeo googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Prima parte di "Tv sì, Tv no" di Alberto Airola. Domani la seconda parte "Vorrei fare una riflessione personale anche alla luce della mia esperienza professionale nel settore dell'informazione e di quella da parlamentare. Molti di voi si chiedono come mai si sia deciso di non comparire in Tv. In primis chiariamo: non andare in Tv significa non andare nei talk show, siamo invece (per quanto possibile) presenti nei Tg. Il problema parte da due domande: perchè ci sono così tanti talk show in tv? E perchè siamo poco presenti nei Tg? Alla prima domanda la risposta è semplice: i talk sono tanti perché questo sistema politico e governativo si regge grazie alle insignificanti chiacchiere che oramai saturano l'etere televisivo senza mai chiarire al cittadino i veri problemi da affrontare e le soluzioni proposte. In gergo si chiama "rumore": una miriade di parole e a volte schiamazzi che si sovrappongono, che non sono dibattito politico ma show, finalizzato a creare ancor più confusione sui temi e scatenare un tifo da stadio tra i "contendenti". Lo sapete anche voi, non c'è bisogno che mi dilunghi. In genere a questo punto mi si dice che è vero quello che dico ma troppi Italiani guardano solo la TV e quindi bisogna andarci lo stesso. Capisco molto bene il problema e vi prego di continuare a leggere. Anche gli spazi di dialogo diciamo "più equilibrati" non possono (per varie questioni di share e tempi del mezzo televisivo) approfondire adeguatamente le problematiche del paese e quindi restano sempre a un livello superficiale e non bastano due slogan e quattro parole per spiegare come affrontare questa crisi economica, politica e culturale, allora ecco che il TALK in realtà non serve a informare, al limite sembra una forma di intrattenimento (non a caso si parla di infotainement un mix di informazione e intrattenimento) dove si scatenano più istinti che ragionamenti, con contenuti superficiali e generici. Questi diventano quindi luoghi della TV predisposti al tifo come un'arena dove incanalare rabbia e frustrazione del cittadino per poi disinnescarle definitivamente. Andarci significa dargli audience, forza e collaborare alla disinformazione. Inoltre i talk "meno peggio" li guardano coloro che già conoscono il M5S e non si raggiunge comunque chi non sa nulla di noi, dovremmo andare da Giletti e dalla D'Urso ma come si fa a parlare con tali personaggi? Con Giletti che grida a Carla Ruocco che dovevamo fare 8 l'accordo col PD? Ma come si permette di sbroccare così? Lo dicesse alla Moretti in spiaggia, e lasciasse il servizio pubblico a chi lo sa fare. Oppure vedere Fazio come uno zerbino mentre la Boldrini ci da impunemente degli eversivi e potenziali stupratori? Non va bene per niente. Per farci vedere da chi non ci conosce bisogna passare le giornate in tv: la mattina fare un salto a Coffe Break e non dimenticare Agorà, poi L'Aria che Tira...al pomeriggio c'è il crogiuolo di appuntamenti non proprio politici da La Vita in Diretta a l'Arena di Giletti la domenica..senza dimenticare l'Annunziata In ½ ora... Dopo aver partecipato a 8e1/2 con la Gruber o da Floris a Diciannoveequaranta la sera poi il fenomeno esplode: DiMartedì/Ballarò, La Gabbia, Servizio Pubblico, Vespa, Matrix, Virus, Tg3 Linea notte (in genere si ciancia fino all'una di notte) e via così... Non basta andare in quei due o tre talk, per contrastare veramente la disinformazione bisogna fare i conti con dodici ore di palinsesto per almeno 7 canali tv, si deve passare la vita lavorativa in TV invece di provare a bloccare in aula e in commissione al Parlamento le porcate che producono le larghe intese, è per questo che ci avete eletto? O è per uniformarci agli altri politici: vincere perché si ha la battuta pronta anche se non si argomenta, ubriacando di slogan gli Italiani? A me sembra che si voglia vedere la squadra M5S che fa goal quando una Picierno o Bonafè qualsiasi sparano una cazzata. Lo possiamo anche fare ma la cosa finisce lì, non cambia né la politica né gli Italiani." [continua...] Alberto Airola, M5S Senato - Commissione di Vigilanza RAI Clicca sul banner per fare la tua donazione! TUTTE LE INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE: #Italia5Stelle: Italia #senzasprechi Minipost 25.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Alla fine ce l’abbiamo fatta, abbiamo fatto approvare la norma sugli affitti d’oro e abbiamo tagliato immediatamente e radicalmente gli sprechi della politica. I partiti in questi mesi hanno tentato in ogni modo di ostacolarci, ma grazie soprattutto alla vostra mobilitazione è diventata norma di legge. E’ stata una battaglia dunque vinta da tutti noi assieme, a beneficio di tutti, perche lo Stato spende miliardi di euro oggi in Italia per contratti onerosi che servono solamente a lobby e clientele dei partiti. Abbiamo dato disdetta ai famosi Palazzi Marini, 32 milioni di euro risparmiati ogni anno, e abbiamo dimostrato che si possono tagliare gli sprechi, ma l’unico modo per farlo è portare i cittadini nelle Istituzioni e dare la disdetta alla Casta! Questo è l’unico modo, e subito voi ci avete aiutato facendo una mobilitazione incredibile e portando mozioni nei Comuni. Da Bolzano, dove si sono risparmiati in una sola consiliatura 600 mila euro, a Barletta, dove si spendevano 80 mila euro l’anno di affitti e oggi li abbiamo risparmiati, a Faenza, Viterbo, Pontedera, Trento, Viareggio, Scafati, Taormina, Santa Maria Capua Vetere, Tuscania. In tutti i Comuni della Puglia avete portato delle mozioni, delle richieste di disdetta degli affitti d’oro. Più di 150 in pochissimi giorni. A tutti voi, a tutti voi cittadini che avete detto “basta alla solita politica” io voglio dire grazie, grazie di cuore, perche questa è l’Italia a 5 Stelle." Riccardo Fraccaro, portavoce M5S Camera PS: Qual è la tua idea di #Italia5Stelle? Come sarà il nostro Paese quando saremo al governo? Scrivi il tuo spunto nei commenti o carica il tuo video con l'hashtag #Italia5Stelle su Youtube e diffondilo su Twitter e Facebook. I video saranno tutti visibili qui e i migliori saranno pubblicati sul blog. Ci vediamo al Circo Massimo! L'Italia non sarà più la stessa. Trovi tutte le informazioni su Italia 5 Stelle qui. Sostieni Italia 5 Stelle con una donazione! L'#articolo18 non si tocca Informazione 25.09.2014 I Vallanzaska e la canzone contro l'Expo Politica 25.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Qui, qualcuno deve ancora spiegare le ragioni per cui togliere diritti ai lavoratori come l'abolizione dell'articolo 18 possa far ripartire l'economia. Senza certezze un lavoratore investirà di meno, la banca gli negherà un prestito. Qualcuno ci prende per il culo parlando di "conservatorismi" dopo che è stato mantenuto dagli italiani a fare il "poitico" come deputato dal 1953 (Napolitano, ndr). Una riforma per ricattare i lavoratori che possono essere licenziati senza giusta causa. E perchè? Perchè ce lo chiede l'Europa... ma l'Europa, con rispetto parlando, può andarsene a fanculo. I lavoratori si sono guadagnati quei diritti minimi con decenni di lotte e non li cederanno alla massoneria o alle banche che hanno distrutto intere economie con la bancarotta della finanza del 2008. L'equazione che vogliono far passare questi pescecani è semplice: chiudere i buchi della finanza internazionale con la sottrazione dei diritti sociali. Trasformare i lavoratori in schiavi. E per farlo, da noi hanno messo lì un vecchio e un bambino. L'articolo 18 non si tocca. Clicca sul banner per fare la tua donazione! TUTTE LE INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE: 9 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Un grazie ai Vallanzaska che suoneranno al Circo Massimo per Italia 5 Stelle. Nei prossimi giorni pubblicheremo le adesioni di tutti gli artisti "Cosa direbbe Renato Vallanzasca, il più famoso rapinatore italiano di tutti i tempi, se potesse commentare il giro d’affari e malaffari che hanno acceso la cronaca giudiziaria su Expo 2015? Il rischio che diventi l’ennesima occasione per pochi di diventare ancora più ricchi in maniera illecita è dietro l’angolo, anzi, forse è già realtà. Nel video del brano Expo 2015, che i Vallanzaska hanno affidato al regista milanese Alessandro Brunello. Ha partecipato alla realizzazione del brano lo stesso Renato Vallanzasca (voce) che, sopra le righe come sempre, dice la sua… perché lui di “lavoretti” se ne intende. Lo storico gruppo italiano Vallanzaska non si tira indietro nè quando c’è da far ballare e divertire i suoi fans nè tantomeno quando si tratta di toccare con mano argomenti scomodi molto, scomodi per i Palazzi della Politica! L’hanno sempre fatto e guarda un po’ che casualità: siamo nel 2009 quando i Vallanzaska scrivono un testo che parla di Expo2015, pur non sapendone molto. Eppure, sono passati circa 5 anni e sapete tutti che sta succedendo… Soffiata, premonizione o semplice impegno politico di artisti italiani che hanno ancora molto da dire?" La Cosa Il testo della canzone: “Altro che I lavoretti alla Vallanzasca” Milano voti 65, Smirne voti 86, l’Expo va a Sm….. Milano e suoi cantieri non si ferman più, sistemano il salotto per le auto blu Nel 2015 sai cosa c’è, preparan l’arca di Noè Milano inondata dagli espositori, la giunta è disponibile a gestirne i tesori Milano ha un occasione, Milano ha l’Expo che poi lo fanno a Pero-Rho (e come no) Expo, Expo viva l’Expo, una pioggia di milioni qualche goccia io ne avrò Expo, Expo viva l’Expo e le nuove linee del metrò di Pero/Rho Expo, Expo viva l’Expo, di tutti quei milioni chissà quanti ne farò Expo, Expo in Italia e in Turchia, trionfo dell economia Che cosa c’ha l’Italia piu della Turchia, a parte corruzione, mafia e pizzeria Che cosa c’ha Milano piu di Smirne poi, cantatelo insieme a noi (e come no) Expo, Expo viva l’Expo, una pioggia di milioni qualche goccia io ne avrò Expo, Expo viva l’Expo e le nuove linee del metrò a Pero/Rho Expo, Expo viva l’Expo, di tutti quei milioni chissà quanti ne farò Expo, Expo in Italia e in Turchia, trionfo dell economia" “Soldi a palate, affari, business proprio…ma per chi? Altro che i miei lavoretti.Queste si che sono rapine con i contro cazzi…e ve lo dice uno che se ne intende!” Expo, Expo viva l’Expo, esposizione universale con I padiglioni a Rho Expo, Expo viva l’Expo spendendo un capitale in Metrò, ma guarda un pò Expo, Expo viva l’Expo, una pioggia di milioni che mi sa io non vedrò Expo, Expo come farò? Per averli mi candiderò…a Pero-Rho" “M’han fregato il nome…il che è tutto dire, fregare Vallanzasca, c’han messo una K e m’hanno inchiappettato” Clicca sul banner per fare la tua donazione! TUTTE LE INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE: Tv sì, Tv no - parte 2: I telegiornali sì Politica 25.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Seconda parte di "Tv sì, Tv no" di Alberto Airola. Leggi la prima parte "[...] Per i Telegiornali il discorso cambia. Avete ragione: dobbiamo essere più presenti. Ecco allora la seconda domanda fatta all'inizio? Perchè è così difficile passare nei TG? Perché ovviamente sono lottizzati e i direttori protetti dalla politica e ci tengono ai margini dell'informazione...pur avendo la presidenza della Vigilanza Rai, è una battaglia molto molto dura. E' vero che noi siamo contrari alla lottizzazione ma ciò non significa che il servizio pubblico non sia obbligato a liberare dall'occupazione di altre forze politiche degli spazi informativi che sarebbero per legge destinati a noi e gestirli in modo autenticamente indipendente dalla Politica, come la famosa BBC che citano in continuazione. In questi mesi di riforma della Rai sarà la nostra battaglia per ottenere proprio questa liberazione e ristrutturazione del servizio pubblico di informazione (o almeno di una rilevante parte di esso). In un anno e mezzo di Vigilanza siamo riusciti a fare molte cose anche se si percepiscono poco. Siamo riusciti a denunciare le sovraesposizioni di Renzi e delle larghe intese, siamo riusciti ad aumentare di almeno il 10% la presenza nei tg del M5S e Agcom, anche se vigliaccamente non ha punito le reti Rai, ha comunque riconosciuto le gravi violazioni su Renzi e i partiti governativi di regime. Su questo non molleremo la presa, e ripeto i vari Orfeo, Masi, Berlinguer, dovranno andarsene (e vedrete che succederà se non per merito nostro per la guerra interna scatenata da Gubitosi che vorrà tenere solo la Maggioni, non è un caso che Orfeo e Berlinguer in questi giorni protestino contro la mancanza di pluralismo in Rai...che facce di bronzo). Infine non basta fare dichiarazioni in Tv, servono anche giornalisti indipendenti: se io compaio e dico che la disoccupazione sale e dopo di me un bamboccetto come il piddino Speranza dice che la disoccupazione scende, serve un giornalista preparato e autonomo che dica chi sta mentendo dei due e non un servo che celebri la preparazione del pupazzo Speranza... è anche questo il motivo per cui nei Talk non si capisce mai chi ha ragione. Se i TG dicessero la verità agli Italiani, già basterebbe per far capire quanto il M5S lavori nell'interesse del paese, senza bisogno dei talk che finalmente dopo anni di saturazione TV, stanno perdendo audience pesantemente. Ho sentito minacciare che se non andiamo nei talk arriveremo al 10%. Ma come? Abbiamo preso il 10 25% senza andarci? E abbiamo diminuito i voti quando ci siamo andati! Per piacere siate realistici. La rivoluzione inizierà per davvero quando chi vede solo la tv, la spegnerà, si alzerà dal divano e parteciperà attivamente alla vita politica. Ci serve una vera rivoluzione culturale. Noi stiamo andando nelle università, dai lavoratori, nelle scuole, dalle associazioni, tra i comitati, bisogna coinvolgere la gente e non cantarle la ninna nanna dalla TV. Credetemi, la TV genera passività e non basta andarci per cambiare il paese soprattutto se praticamente tutti i media sono in mano ai partiti delle larghe intese: saremo sempre armati di bastoni a combattere contro le armi atomiche con giornalisti e conduttori strapagati per disinformare e spargere letame su di noi. Sarà il primo grande passo perché chi non vuole cambiare, chi crede alla Picierno, alla Boschi, a Salvini, alla Santanchè non cambierà idea solo vedendoci in TV a fianco a loro, o la cambierà per il tempo di permanenza in Tv, salvo poi dimenticare tutto alla prima battuta di un presenzialista usuale del Pd, della Lega o di FI... molti Italiani hanno una memoria cortissima e attraverso i media sono già riusciti a farci dimenticare che sono stati al governo con Berlusconi , che fanno le riforme della Costituzione insieme a Verdini mentre stanno al Governo con Alfano, Giovanardi e Schifani. E tutto questo pur essendo noi stati in tv durante tutta la campagna per le europee a ricordarlo e a parlare dei nostri programmi e delle nostre proposte. Bisogna rompergli il giochino e per farlo abbiamo bisogno di voi. Spegnetela o usatela come monitor. PS: a chi propone una TV a 5 Stelle dico che non abbiamo né l'intenzione né le risorse. Un media come la TV è moribondo e impiegarci immani energie oggi, è uno sforzo assurdo. Ce la guarderemmo tra noi e oramai siamo in un contesto con dei giganti come Mediaset, la Rai, La7, con miliardi di di risorse investite. Impossibile (e inutile) competere. Se volete fare una TV libera potete farlo, non sarò certo io a impedirvelo ma consiglio a tutti di impiegare le vostre forze in qualcosa di nuovo, proiettato al futuro e veramente rivoluzionario. Grazie. Spero ci riflettiate sopra seriamente." Alberto Airola, M5S Senato, Commissione Vigilanza RAI Clicca sul banner per fare la tua donazione! TUTTE LE INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE: #Italia5Stelle: Italia #ecosostenibile Minipost 26.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Un altro nostro successo è stato la legge Micillo. La Legge Micillo sui delitti ambientali è passata alla Camera, e adesso è al Senato, un importante passaggio di testimone, una vera pietra miliare di civiltà. Perché si introducono quattro fattispecie di reati nel Codice Penale, ossia quelli che fino a ieri erano dei reati amministrativi diventano finalmente dei delitti. E questo è un importante strumento nella mani della Magistratura, perché si allungano i tempi di prescrizione e finalmente chi ha inquinato paga e chi ha fatto degli illeciti potrà finalmente essere incarcerato. Noi su questo abbiamo una grande sfida, perché sarà importantissimo portare all’approvazione anche al Senato questa legge. Noi vi aspettiamo il 10, 11 e 12 ottobre al Circo Massimo, e vi chiediamo un piccolo contributo perché come sapete noi non prendiamo contributi elettorali, e quindi abbiamo bisogno del contributo di tutti quanti voi, grazie!" Stefano Vignaroli e Paola Nugnes, M5S Parlamento PS: Qual è la tua idea di #Italia5Stelle? Come sarà il nostro Paese quando saremo al governo? Scrivi il tuo spunto nei commenti o carica il tuo video con l'hashtag #Italia5Stelle su Youtube e diffondilo su Twitter e Facebook. I video saranno tutti visibili qui e i migliori saranno pubblicati sul blog. Ci vediamo al Circo Massimo! L'Italia non sarà più la stessa. Trovi tutte le informazioni su Italia 5 Stelle qui. Sostieni Italia 5 Stelle con una donazione! Ben Hur Grillo - video messaggio dal Circo Massimo per #Italia5Stelle MoVimento 26.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Clicca qui per vedere il video con i sottotitoli sul canale Youtube di Beppe Grillo "Romolo e Remo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio. Qui le gare, le gare di bighe! Anco Marzio, Tarquinio il Superbo. 250.000 persone arrivavano al Circo Massimo da tutto il mondo conosciuto per vedere le grandi bighe. Tarquinio! Dove sei Tarquinio? Qui c'erano commerci, c'erano incontri, gente che si trovava e faceva incontri. Quello che vorremmo fare noi: incontrare le popolazioni del mondo. Venite qui a chiedere a noi e ai parlamentari! Potrete chiedere quello che volete! Sarà un grande raduno cari signori, un grande raduno. Vi aspettiamo il 10, 11 e 12 ottobre al Circo Massimo, Roma, per Italia 5 Stelle!" Beppe Grillo Clicca sul banner per fare la tua donazione! TUTTE LE INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE: 11 I soldi degli europarlamentari del M5S MoVimento 26.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Per fare chiarezza circa i compensi degli Eurodeputati, alleghiamo breve scheda sintetica. Ogni portavoce in Parlamento europeo del M5S riceve mensilmente: 1) Indennità parlamentare Dal 2009 il Parlamento Europeo (PE) ha deciso di uniformare questa indennità alla media europea per tutti i MEP (Member of the Europen Parliament). Gli europarlamentari del M5S percepiscono 6200 €/mese NETTI; da impegno sottoscritto all'atto della candidatura 1000 €/mese NETTI dovrebbero essere destinati allo staff comunicazione per acquisto di materiale funzionale al loro lavoro. A seguito di confronto con i funzionari della DG Finanza, è emerso che i MEP non possono effettuare donazioni con cadenza mensile regolare nei confronti della medesima società. Per far fronte, così come previsto, alle spese necessarie al funzionamento dello staff comunicazione, è stata destinata quindi quota parte dei fondi del gruppo (Fondi 400). Ad ogni modo, per far fronte all'impegno sottoscritto, i portavoce europei del M5S intendono comunque destinare almeno 1000 euro/mese netti per finalità da valutare a seguito di risposta scritta da parte della DG finanza e degli uffici legali del PE, già interpellati. 2)Indennità di soggiorno Si tratta di una indennità di soggiorno di 304 €/presenza, che viene erogata esclusivamente quando il MEP è presente ad attività istituzionali riconosciute ed ufficiali (non viene erogata per parte di luglio, agosto, dicembre, gennaio, i fine settimana -indipendentemente dal fatto che il MEP sia comunque al lavoro in parlamento o sul teritorio- e durante le cosiddette settimane verdi, circa una settimana al mese). Non tiene inoltre conto del fatto che il MEP ha doppie spese di soggiorno durante le attività di plenaria a Strasburgo (hotel Strasburgo+casa Bruxelles). Come tutte le indennità forfettarie, e’ destinata ESCLUSIVAMENTE alle finalità per cui e’ prevista: ogni utilizzo differente è formalmente e severamente vietato dal regolamento e soggetto alla ripetizione dell’indebito nei confronti del MEP. L’eventuale eccedenza può essere restituita al PE. 3) Indennità di assistenza parlamentare: Ogni MEP ha a disposizione una cifra per i collaboratori che non rientra nelle disponibilità dirette del MEP ma viene gestita direttamente dal Parlamento Europeo ESCLUSIVAMENTE a remunerazione di collaboratori regolarmente assunti secondo le normative del PE o dello Stato membro. L'importo mensile massimo utilizzabile per stipulare questi contratti è di 21.209 €/mese. Eventuali eccedenze accumulate durante l'anno solare e non utilizzate restano nelle casse del PE. 4) Indennità per spese generali I parlamentari europei ricevono mensilmente un'indennità forfettaria pari a 4.299 € destinati SOLO ED ESCLUSIVAMENTE alle spese legate all'esercizio del mandato (ad esempio spese di cancelleria degli uffici di Bruxelles e Strasburgo e in Italia, spese per affitto di uffici locali, spese di comunicazione, software, hardware, ecc). L'utilizzo di questi fondi è vincolato al regolamento del PE e a tal proposito viene tenuto un conto corrente separato e dedicato che è soggetto al controllo degli organi preposti del Parlamento Europeo. L'eventuale residuo potrà essere restituito esclusivamente al PE al termine del mandato. Ogni altro utilizzo (es. spese personali del deputato) è FORMALMENTE e SEVERAMENTE vietato dallo Statuto del PE e soggetto alla ripetizione dell’indebito nei confronti del MEP. 5) Fondi 400 Si tratta di fondi destinati alla promozione dell'attività politica del gruppo parlamentare europeo EFDD, che rientrano nella esclusiva disponibilità del gruppo politico EFDD e non gestiti dai singoli MEP che possono solo richiederne l’utilizzo per i fini previsti nel regolamento del Parlamento Europeo, rispettando la procedura interna del PE e certificata da sistema di auditing. I portavoce europei del M5S stanno valutando, insieme alle altre delegazioni del gruppo e ai funzionari, le modalità per utilizzare i suddetti fondi per eventi e attività di promozione dell'attività politica europea sul territorio, sempre nel rispetto dei vincoli imposti dal PE. 6) Partito politico Europeo e Fondazione Europea Tutte le delegazioni parlamentari hanno dei fondi a disposizione per costituire dei partiti politici europei e delle fondazioni europee, la somma prevista per le delegazioni facenti parte del gruppo EFDD ammonta a circa 3 milioni di euro. La delegazione del MoVimento 5 Stelle HA RINUNCIATO TOTALMENTE alla possibilità di usufruire di questi fondi. Quanto sopra è verificabile consultando il sito del PE. A corredo di quanto sopra si sottolinea che: - Il regolamento del Parlamento Europeo è molto severo e prevede responsabilità personali di ogni singolo MEP in relazione all'uso delle indennità (anche personali) e dei fondi citati. I portavoce M5S hanno richiesto e sollecitato i funzionari del Parlamento circa le modalità di impiego lecito di queste risorse per evitare di incorrere in sanzioni ed illeciti. Ogni destinazione differente delle indennità dovrà, come forma di tutela del MEP, essere preventivamente autorizzata dal PE in forma scritta." I portavoce del M5S al Parlamento Europeo Clicca sul banner per fare la tua donazione! TUTTE LE INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE: Vogliamo un Presidente trasparente Politica 27.09.2014 googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Napolitano, perché non testimoni in pubblico sulla trattativa Stato - Mafia? Napolitano deve dire quello che sa sugli "indicibili accordi" fra lo Stato e la mafia. Lo ha deciso la Corte d'assise di Palermo dimostrando che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla giustizia. Ma il Sig. Napolitano testimonierà in privato nella sala ovattata del Quirinale. Perché non lo fa pubblicamente? Il numero 1 dei cittadini dovrebbe dare l'esempio per primo. Sig. Napolitano, fra Stato e mafia chi vuole orecchie tappate e bocche cucite non dovrebbe essere lo Stato. Il testimone eccellente teme il modo sprezzante in cui potrebbe essere trattato, domande inquisitorie e magari... che compaia "il capo dei capi" Totò Riina in videoconferenza. Se il boss mafioso (Riina) volesse, la legge glielo consentirebbe dato che è "imputato interessato all'esame". Tutti i cittadini italiani, in quanto vittime di questo accordo, sono interessati all'esame e devono sapere! Non vogliamo altri segreti di Stato, non accettiamo più situazioni dallo "stantio odore di massoneria". Sig. Napolitano si prenda le sue responsabilità e parli pubblicamente!" Nicola Morra 12
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