Aprile 2014 - N. 143 PERIODICO DEL C.U.S.I. FONDATO NEL 1951 DA ALDO DE MARTINO POSTE ITALIANE s.p.a. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, DCB PARMA CIAO LILLI Le tue idee per sempre Sport Universitario N. 143 - Aprile 2014 C.U.S.I. (Centro Universitario Sportivo Italiano) Sede: Roma - Via Brofferio, 7 Tel. (06) 37.22.206 fax (06) 37.24.479 Presidente: Lorenzo Lentini Vice Presidente: Artemio Carra. Consiglio Federale: Nicola Aprile, Gianfranco Beltrami, Gianluca Bianchi, Francis Cirianni, Elio Cosentino, Riccardo D’Elicio, Mario Di Marco, Carlo Dolfi, Francesco Franceschetti, Gianni Ippolito, Romano Isler, Piero Jaci, Eugenio Meschi, Giacomo Zanni. Segretario Generale: Antonio Dima Direttore Tecnico: Mauro Nasciuti Collegio Sindacale: Danilo Zantedeschi - Presidente Collegio dei Probiviri: Enrico Bordi - Presidente Sport Universitario Direttore Responsabile: Ruggero Cornini Direttore Editoriale: Giorgio Gandolfi I testi vanno inviati a [email protected] Le foto a: [email protected] Stampa: Grafiche STEP, Via Barbacini 10/b, 43122 Parma Tel. 0521/771707 - [email protected] Editore: Cusi, Via Brofferio, 7 Roma Autoriz. Tribunale di Parma n. 434 (ottobre 1969) Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana «Sport Universitario», pubblicazione quadrimestrale in cinquemila copie, viene distribuito gratuitamente ad amministratori pubblici, dirigenti centrali e periferici, docenti, studenti, giornalisti, atleti e federazioni sportive, società. La collaborazione è aperta a tutti. Manoscritti e fotografie non si restituiscono. Gli articoli pubblicati possono essere riprodotti citando la fonte. Gli articoli firmati impegnano soltanto la responsabilità degli autori. Di ogni riproduzione è citata la fonte. Lilli, Amico mio Lettera di Antonio Dima al Presidente Leonardo Coiana C iao Presidente Coiana, ti voglio scrivere con molta semplicità due o tre cose che non ho avuto occasione di dirti. Ci sono giorni che mai vorresti arrivassero e persone di cui non immagini nemmeno di privarti. Per me sei stato un maestro, una guida imprescindibile. La tua grandezza stava anche nel tuo saper essere intransigente ed al tempo stesso comprensivo. Quante discussioni sono state stemperate dal tuo sorriso, quanti confronti duri si sono risolti in una stretta di mano, in un abbraccio. Non sto qui a ricordare quanto tu abbia fatto a beneficio del Cusi e del movimento sportivo universitario del nostro Paese. Gli ideali in cui credevi e le battaglie che hai portato avanti sono noti a tutti. La tua biografia è ricca di tanti capitoli luminosi e parla chiaro. Ho avuto dapprima la ventura di conoscerti per il lavoro e poi il privilegio di essere tuo amico per il legame d’intesa che immediatamente e naturalmente si è instaurato tra di noi. Lealtà, schiettezza, stima, lungimiranza, sincerità e coerenza i pilastri del nostro rapporto. Il vuoto della tua assenza fisica è colmato dalla pienezza dei tuoi insegnamenti, il dolore è lenito dalla soddisfazione per le tante conquiste realizzate insieme e lo smarrimento è fugato dall’impegno verso le tante cose che mi hai lasciato il compito di portare a compimento. Ho avuto il privilegio di conoscere le tue qualità, la tua forza e proprio per il rispetto che ti devo cercherò di fare un modello del tuo ricordo. Il ricordo è importante. Si dice che non si muore davvero fino a quando qualcuno dedica un momento al tuo ricordo. Io penso che la nostra mente si difenda dall’insopportabile sofferenza della separazione dagli affetti, selezionando e fissando in modo indelebile la memoria degli episodi sereni trascorsi insieme, di quella microstoria positiva che appartiene a tutti, anche ai grandi come te. Io non ti dimenticherò. Con me ti salutano Angelo, Antonella, Emanuele, Yuri, Massimo e Paolo. Ciao Lilli, Amico mio. Antonio Il presidente Coiana all’Universiade di Kazan con Antonio Dima e Marcello Vasapollo. 2 L’annuncio della Fisu e dell’Ansa al mondo sportivo universitario LAUSANNE – With the death of CUSI President Leonardo Coiana, FISU has lost a faithful friend and an enthusiastic collaborator. It is with great sadness indeed that we learned of the passing of Leonardo Coiana, which occurred this morning, 11 February following a long illness. Born in 1937 in Cagliari, Italy, Leonardo Coiana was a well-known surgeon, specialised in sports medicine. He was also a member of UNESCO’s ‘Sport and Culture Commission and a member of the Anti-Doping Committee of the Italian Ministry of Health. Leonardo had an immense sports experience in general and of university sport in particular. Italian University Football Champion in 1957 and 1959, Leonardo was a member of the Italian ‘Sport for All’ Commission. He also served on the Italian Council of Sports Medicine. Six times he headed the medical staff of the Italian Team at the Olympics. But it is his Universiade honor roll which is the most impressive. He headed the Italian delegation at more than 40 Universiades! He was Acting President of CUSI, the Italian University Sports Federation, one of the most dynamic member associations of FISU. He was also the FISU technical delegate for golf from 1991 to 2011 and currently chaired of the FISU Sports Regulations Committee (CRS) since his appointment in 2011. Rest in peace ‘Lilli’, the FISU Family already misses you... Y. Dufour, Editor-in-Chief (ANSA) -Cagliari 11 febbraio – È morto il medico sportivo Leonardo Coiana, 76 anni, uno dei più grandi dirigenti dello sport italiano e presidente nazionale del Centro Universitario Sportivo Italiano. È stato anche coordinatore sanitario di otto Olimpiadi (da Città del Messico ‘68 a Barcellona ‘92) e di quaranta Universiadi(27 estive, 13 invernali). Responsabile anche dello staff medico del Cagliari Calcio, lo fu per vent’anni anche della Fidal nazionale ed uno dei padri fondatori del Cus Cagliari, di cui era vicepresidente. 3 Un grande Presidente per il Cusi, per noi tutti di Lorenzo Lentini C i sono persone che parlano, ci sono persone che agiscono. Lui, Leonardo Coiana, appunto, rientra nella categoria di chi agiva. Molto impegnato nella sua professione di medico, ma soprattutto nelle sue due grandi passioni: lo Sport e la Medicina Sportiva. Due poli che si sono intrecciati, quotidianamente, nel suo ideale di vita. La notizia, ieri, della sua scomparsa. Per un attimo, un senso di vuoto. Poi, subito dopo, antichi e nuovi ricordi. Il mio incontro, negli anni ’80, con la figura di Carlo Merola, a Salerno, che mi avvicinò, con grande timore, alla grande famiglia dei NEBIOLO, degli SCARPIELLO, dei LOJACONO. Carlo Merola fu il primo che mi parlò di Lui, il dott. Leonardo Coiana, con grande rispetto delle Sue doti professionali e del sano realismo, nella guida delle istituzioni. Lo conobbi a Cagliari, durante il I congresso, a cui presi parte, come osservatore, nel mio ruolo di Commissario del Cus Salerno. Carlo, avevi ragione. Lilli Coiana sin dal lontano 1995, è L’ultimo Lilli, quello sofferente dell’Universiade, mentre tifa per Nenzi a Baselga di Pinè con Zanda, Ippolito e D’Elicio. stato un grande Presidente, per il CUSI, per noi tutti. Caparbio, riservato, di grande equilibrio era un vero conoscitore dell’uomo dei suoi pregi, perché no, delle Sue debolezze. Egli ha saputo guidare il CUSI e noi tutti rivestendo innumerevoli cariche in ambito Nazionale ed Internazionale, in una profonda epoca di crisi, tenendo la barra del timone “dritta”! È vero Lilli, occorre tenacia, perseveranza, fatti e, soprattutto, spirito di sacrificio, verso l’Istituzione che rappresentiamo. 4 Se dopo oltre 60 anni, lo Sport Universitario esiste, Amici tutti, credetemi , lo dobbiamo soprattutto a Lui, alla Sua forza di coesione, alla Sua tenacia, anche per superare alcune sconfitte, che la vita quotidianamente ci riserva. Ignazio Lojacono ha fondato i pilastri della disciplina dello Sport Universitario, nel nostro Paese. Primo Nebiolo, ha riunito lo Sport Universitario nella FISU. Leonardo Coiana un condottiero fiero e silenzioso che ha traghettato il CUSI nel buio di una crisi finanziaria e di ideali senza precedenti, nel terzo millennio. Non è stato facile. A Lui il merito della nostra riforma statutaria, la riorganizzazione strutturale del CUSI, che ci ha consentito di superare crisi di sistema dei CUS, senza precedenti. A Lui, ancora la nuova era del CUSI l’accordo con la CRUI il nuovo corso di rapporti con il CONI ed il suo Presidente Giovanni Malagò, che lui ha voluto fortemente, insieme all’amico del CUSI, oggi Segretario Generale del CONI Roberto Fabbricini. A Lui la recente costituzione della Fondazione CUSI. A Lui le ultime Universiadi Invernali di Trento, durante le quali, nonostante Coiana con i suoi fedelissimi vice presidenti, Carra e Lentini. 5 un precario stato di salute, con fierezza e dignità, ha continuato a svolgere il suo ruolo Istituzionale, incurante delle dolorose applicazioni terapeutiche. Grazie Lilli Ti siamo grati! Durante la Tua vita sei stato un grande uomo di Sport e del CUSI. Una guida continua, che ha “costruito” una nuova classe di Dirigenti dello Sport Universitario del nostro Paese. Siamo certi che da lì continuerai a guidarci, nel nostro faticoso percorso, attraverso il solco che hai tracciato, nella realtà sportiva universitaria ma soprattutto nell’animo di tutti noi e di quanti Ti hanno conosciuto ed apprezzato. Ecco perché, cari amici, abbiamo il dovere di continuare, per non disgregare quei valori di unione, coesione, solidarietà che Lilli, prima di tutti, ci ha tramandati. Occorre fermamente credere, anticipando eventi e destino, come ha saputo fare solo Lui, il Grande Leonardo Coiana, con impegno e caparbietà, senza paura, mai di nulla, nemmeno della morte! Ed allora, occorre andare avanti, verso il futuro uniti, insieme. Questo il suo testamento morale, che tutti noi raccogliamo, con orgoglio, insieme alla Sua famiglia, intorno alla quale ci stringiamo, nella piena consapevolezza di una grande eredità Spirituale. Il messaggio al Cusi del Rettore Attaianese Ricordiamolo proseguendo il suo lavoro Carissimo Antonio, al di la dei messaggi istituzionali di cordoglio, volevo testimoniare a te e a tutto il CUSI la tristezza e il dolore che provo, come persona prima ancora che come Rettore. Conoscevo non da molto Leonardo ma ho avuto modo di apprezzare le Sue grandi doti umane, la Sua capacità gestionale, la Sua passione, il Suo impegno per la crescita del suo movimento sportivo universitario da cui sono stato contagiato e che ho finito con il condividere in pieno. È sicuramente un giorno triste per lo Sport Universitario, ma sono sicuro che proseguire il lavoro di Leonardo costituirà il modo migliore per ricordarlo come merita e per raggiungere nuovi importanti traguardi. Con stima e affetto. Ciro Attaianese (Rettore di Cassino) Il suo testamento spirituale nelle ultime giornate dell’Universiade Il Cusi è promotore degli eventi U n inaspettato nervosismo, dovuto sicuramente al male che l’affligeva – in retrospettiva molto premonitore – ha caratterizzato le ultime giornate del presidente Leonardo Coiana nelle giornate dell’Universiade. Ma non si è mai arreso anche se qualcuno lo ha spesso invitato a riposarsi. Era con noi anche nella giornata conclusiva delle gare a tifare per Pellegrin, a sperare invano nel podio per il giovane fondista invece del cucchiaio di legno. Così come a Baselga di Pinè aveva gioito per Nenzi, per la sua collezione di medaglie, per le fiammate azzurre sul ghiaccio. Nel corso delle due interviste, ha posto l’accento ripetutamente su una frase di cui ora si capisce a fondo il significato anche se poteva sembrare l’espressione di un malcontento che serpeggiava nella delegazione del Cusi. “Noi del Cusi – aveva detto e ripetuto – siamo promotori dell’evento e garanti a livello italiano quindi non possiamo essere in sintonia con chi vorrebbe ignorarci. Certe lezioni del passato non dovrebbero essere dimenticate”. Era dall’inviato Giorgio Gandolfi chiaro il riferimento all’Universiade di Tarvisio dove gli organizzatori avevano corso praticamente da soli pur avendo a disposizione dirigenti esperti come quelli del Cusi. Un riferimento anche a quanto emerso dal Convegno di Rovereto con intendimenti che travalicavano certi compiti istituzionali dell’Università trentina. “Se l’Universiade è stata assegnata a Trento è perchè noi siamo stati garanti nei confronti della Fisu che riconosce soltanto il Cusi e la nostra organizzazione”. Parole ben chiare anche a chi non volesse intendere considerato quanto era successo in precedenza. Sono parole precise, dette con fermezza nonostante il dolore che negli ultimi tempi aveva scavato il suo volto facendogli perdere quella serenità che l’ha sempre contraddistinto soprattutto nei momenti difficili – che non sono mancati nei suoi vent’anni di conduzione – facendogli prendere ugualmente e puntualmente le decisioni giuste. Il suo testamento è chiaro: Quando si parla di Sport Universitario si parla soltanto di Cusi e viceversa. 6 Il maestrale l’ha accompagnato nell’ultimo viaggio La sfida con la malattia nel racconto di Mario Frongia Il viaggio per salutare la figlia in America quindi l’Universiade e poi il ricovero. U Un formicolio alle gambe. Fastidioso. Ma poco preoccupante. Leonardo Coiana era fiducioso. Lottava da tempo con un tumore. Sapeva che sarebbe stata una delle sue partite più complesse. “Combatto. Vedremo chi ha la pelle più dura” si era lasciato sfuggire con un mezzo sorriso lo scorso novembre, nel ricevere il premio alla carriera donatogli dall’Ussi Sardegna. Poi, il salto alle Universiadi. E il viaggio a Miami, dalla figlia. Quindi, il forfait all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo di Cagliari. Il rientro in città è un incipit imprevisto e amaro. Lo ricoverano nel reparto di neurologia dell’Azienda Brotzu. È il suo ultimo passaggio. Sta qualche piano più su del figlio Nicola, ortopedico. E a qualche rampa di scale dalla fisiatria, disciplina che nell’isola lo vede come indiscusso pioniere, teatro di uno dei suoi più affezionati allievi, Pietro Braina. Forse, questi collegamenti sono connessi da un filo invisibile. Lilli, come lo chiamavano amici, conoscenti e colleghi, se ne è andato 7 in una soleggiata mattinata di febbraio. Il maestrale l’ha accompagnato alla chiesetta di San Luca, Margine Rosso, versante orientale del Poetto sulla litoranea per Villasimius. Aveva 76 anni. E una passione illuminata per lo sport che andrebbe inserita nei manuali di formazione di quanti si avvicinano, a qualsiasi titolo, a campi, piste, pedane e palestre. Il Cus Cagliari, di cui era vicepresidente e fondatore, ha reso al numero uno del Cusi onori e rispetto. Gli uni e l’altro, meritati con gli interessi. Le ragazze della A1 di basket, le delegazioni di calcio, hockey, scherma, atletica, tennis e canoa si sono strette attorno all’uomo che appena tre giorni prima di andarsene ha chiamato Marcello Vasapollo, dirigente della pallacanestro rossoblù per sapere lo score dell’ultimo match. Sulle vicissitudini del Cagliari, la telefonata a Stefano Arrica. I suoi ragazzi. Sport, politica, amministrazione. Lilli Coiana, ha sempre preferito metter mano e faccia nelle cose che seguiva. Non a caso, anche dal mondo imprenditoriale, associativo e della riabilitazione hanno fatto la fila per portargli un saluto. Tra i tanti, il collega medico e socio di tante remate, Oreste Murgia, l’ex assessore regionale Domenico Pili, i politici Emilio Floris, Mauro Pili, Piergiorgio Massidda. In omaggio alla salma del presidentissimo anche i numeri uno dell’Ordine dei medici e del Coni Sardegna, Raimondo Ibba e Gianfranco Fara. Una cornice commossa e partecipata. Con i presidenti dei Cus e i consiglieri Cusi in prima fila. Tra questi, alle spalle di Franco Arese e Adriano Rossi (affranto e incredulo per la scomparsa di un compagno di innumerevoli battaglie), Antonio Dima: segretario generale ma soprattutto fidato collaboratore. Da Sochi il messaggio di un altro fraterno compagno di viaggio, Roberto Fabbricini. Con Lilli, il braccio destro di Malagò ha condiviso pagine importanti dello sport tricolore. Addolorati i vicepresidenti del Coni, Luciano Bonfiglio e del Cusi, Lorenzo Lentini e Artemio Carra. Sconforto e amarezza dai tanti dirigenti. Con in testa il sassarese Gianni Ippolito, Mauro Nasciuti (Genova) e Riccardo Delicio (Torino). Figure e personalità di pregio. Ma anche tanti sconosciuti, operai, artigiani, tecnici e specializzandi, che lo avevano apprezzato per bonomia e spigliatezza. La chiesetta di San Luca ha ospitato anche il rettore dell’ateneo di LENTINI PRESIDENTE AD INTERIM A MAGGIO ASSEMBLEA A CASSINO Il Consiglio Federale, convocato a Roma, dopo la scomparsa di Lilli Coiana, ha ratificato l’elezione del vice presidente vicario Lorenzo Lentini alla presidenza. Nel corso dell’Assemblea Federale del Cusi già convocata per il 10 maggio a Cassino si avrà il rinnovo di tutte le cariche sociali a completamento del quadriennio. Cagliari, Giovanni Melis. A pochi passi dal feretro, i familiari. Il figlio Nicola con moglie e figli: i nipoti Leonardo Jr, Francesco e Margherita, vero e proprio tesoro di un nonno che solo con loro si ritrovava a ricacciare indietro lacrime di gioia. Lilli ha detto addio circondato dai tanti che gli volevano bene. Viene facile immaginarlo con un fugace sorriso. Una smorfia sornione e pratica. Sintesi e azione al tempo stesso. Capace di individuare il traguardo, le fatiche per raggiungerlo, la rabbia per dover lottare contro burocrazie e mulini a vento: detestava protocollo e zelo fuori luogo. “Se pensano di darmi una scrivania e una cravatta si sbagliano di grosso” lo spot appena salito sulla poltrona del Cusi. Aveva ragione, si sono sbagliati. Con alle spalle otto Olimpiadi, da Città del Messico ’68 a Barcellona ’92, 27 Universiadi estive e 13 invernali da coordinatore sanitario, Leonardo Coiana sapeva di sport e medicina come pochi. Si muoveva rapido e diretto. Era innamorato di un ambiente calamitante come pochi. Il feeling con il profumo del campo e della pista erano per lui un elisir portentoso. Ha lasciato a testa alta. Così come aveva fatto al fianco dei pazienti prima, degli atleti poi. È stato anche responsabile medico della Fidal e del Cagliari calcio: “Massimo, ti voglio bene, ma se vuoi fare a modo tuo, me ne vado” il suo saluto a Cellino. Risoluto, concreto, di modi spicci. Amava tenere rapporti trasversali: “È da stupidi pensare di essere indispensabili”. Relazioni a 360 gradi, apertura verso l’innovazione e gli studenti (“È folle che solo in Italia lo sport negli atenei venga considerato così poco”), capace di tessere tele di alto profilo. Ad esempio, andava fiero della Fondazione Cusi. Nel board, da lui delineato e sostenuto dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Maria Chiara Carrozza, l’ex ministro e già presidente del Coni, Mario Pescante, Pasquale De Lise, presidente emerito Corte Costituzionale e Francesco Profumo, ex rettore a Torino. La Fondazione è stata l’ultima opera di Coiana da numero uno di 50 Cus e 400mila tesserati. Buon amico del presidente del Coni, Giovanni Malagò DALLA FISU IL SALUTO DI ERIC SAINTROND A Lilli, Sei partito come sempre con il passo pesanti e le mani in tasca. Sei partito come probabilmente hai voluto, come sempre, senza ascoltare i consigli di chi ti stava vicino Sei partito e malgrado ciò sei sempre vicino a me, come se solo il tuo corpo avesse raggiunto l’al di là. Sento ancora la tua voce e la tua risata, una voce che non si dimentica, una voce che non si può dimenticare Sento ancora le tue guance e la tua barba ruvida che mi abbracciano e nello stesso tempo mi graffiano Una barba ruvida come te e delle guance morbide come te Perché tu avevi la ruvidezza delle (intenso il suo telegramma da Sochi), era riuscito a recuperare risorse anche in tempi di allarme finanziario. “Lo sport è questione di cultura e benessere fisico. Senza, si rimane più poveri e deboli”. Da qui, il sostegno particolare ai centri sportivi del Meridione e agli atenei di Cagliari e Sassari. Aiutava gli atleti meritevoli e i dirigenti lungimiranti e capaci di organizzare senza frignare attività ed eventi. “Anche il dottor Coiana aveva debolezze e fragilità. Quelle di tutti noi. Ma – ha sintetizzato il parroco – sapeva elevare attenzioni e sensibilità”. Specializzato in chirurgia, fisiatria, pietre della Barbagia e la dolcezza dell’olio che sgorga dalla Tonda E non hai mai tentato di dissimulare ne la forza delle tue idee, ne la saggezza del tuo pensiero, ne la bellezza del tuo cuore. Per me sei e sarai sempre Lilli, l’amico che se ne è andato con il passo pesante e le mani in tasca Senza nemmeno girarti indietro Buona strada Lilli Eric Saintrond* Bruxelles, 11 gennaio 2014 * Segretario generale della Fisu medicina dello sport e ortopedia, Lilli è stato festeggiato dall’Ordine dei medici nel maggio 2013 per aver centrato mezzo secolo di medicina. “Lo sportivo che bara danneggia se stesso e l’ambiente” ripeteva. Non a caso aveva fatto parte della Commissione antidoping del ministero della Salute, fautore del regolamento attuativo. Ha lasciato con orgoglio. Sulla scrivania le carte dei Campionati universitari in programma fra tre mesi a Milano. Lo sport universitario perde un suo patrimonio. Sarebbe un peccato farsi sfuggire una lezione robusta ed efficace. 8 Nenzi Borghetti L’Italia del Cusi ha fatto tredici sulle nevi trentine MALAGO’ A PAVIA CUSSINO AD HONOREM Cazzaniga Il ringraziamento di Gallien a Coiana e la conferma della sinergia Cusi-Coni nel convegno di Rovereto di Francis Cirianni I n concomitanza con l’apertura dell’Universiade si è svolto un convegno internazionale “University sport: inspiring innovation” con tema conduttore lLinnovazione legata alla Sport Universitario. Numerose presentazioni di professionisti e sportivi dell’area trentina oltre a relatori provenienti da Atenei italiani e non, della Fisu, del Cusi del Coni, dei Ministeri e di istituti di ricerca nazionali ed internazionali. Se nella prima giornata le sessioni sono state prevalentemente tecnico sportive, nella seconda parte vi sono stati gli interventi che maggiormente si sono soffermati sulla politica dello sport universitario. I lavori sono stati aperti dall’intervento del Presidente della Crui, il professor Stefano Paleari che ha prodotto una lecture tanto interessante quanto azzeccata sui luoghi di incontro dello sport e dello studio universitario, il virtuoso prodotto della contaminazione tra il mondo accademico ed il mondo sportivo. Dalla esposizione del prof Paleari la ripetizione dei valori sportivi nell’Università, emergono quale propulsore per il sistema universitario italiano nell’accreditamento negli scenari internazionali, sia per la ricerca che per la qualificazione dei nostri studenti. L’approccio nell’intervento, da bravo ingegnere è sistemico e sistematico, e con linearità conduce all’assioma “impegno nello sport = risultati nella vita” e mostra tutti i presupposti di una tendenza della leadership del parlamentino dei rettori verso una importante apertura verso lo sport per gli universitari. Da parte sua,Pasquale De Lise, presidente emerito del Consiglio di Stato e presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Cusi, ha esposto gli aspetti giuridici entro cui è cresciuto e si è fortificato nell’ordinamento legislativo repubblicano lo sport universitario, presentando, come solo un maestro del diritto sa fare, con semplicità e aspetti altrimenti complessi ad un profano della dottrina. I lavori sono stati conclusi con l’intervento del Presidente Galien, che ha ricordato che se il motto di questa universiade è “inspired by U”, la lettera U può ben stare per Universiade, Università, Universalità e perché no... giovinezza (yoUth)! Galien ha ringraziato il Presidente Leonardo Coiana, artefice di questa Universiade in Italia, ricordando che senza il suo impegno l’Universiade non si sarebbe potuta realizzare. Il ringraziamento del Presidente della Fisu è andato anche agli organizzatori locali, l’amministrazione Provinciale di Trento ed i suoi dipendenti, il comune e l’Università di Trento nonchè tutti i volontari che sono intervenuti contribuendo con energie ed impegno alla riuscita della manifestazione goliardica. In conclusione le riflessioni del Presidente Coiana, e del Presidente del Coni Malagò, arrivato con il segretario generale Roberto Fabbricini insieme alla torcia. Il Presidente Malagò non ha mancato anche in questa sede di ripetere il suo impegno per la diffusione e la promozione dello sport, e la vicinanza di intenti e di finalità con il Cusi e con lo sport universitario. E anche se non fosse stato scandito a chiare lettere, la presenza del Presidente e del Segretario Generale del CONI all’Universiade è stata una testimonianza lampante della sinergia che si vive oggi tra Coni e Cusi. 10 Un documento punto di partenza per l’allenza “Sport-Università” I grandi eventi sportivi come acceleratore di sviluppo per i territori che li ospitano: questo il messaggio della conferenza internazionale di Roverto su Sport e innovazione, come ha sottolineato il presidente della Crui, Stefano Paleari: “Lo sport è un linguaggio universale, ha un valore sociale ed economico. Può essere fonte di ispirazione per la ricerca e spingere l’innovazione in un’ottica interdisciplinare e una forte propensione al trasferimento tecnologico”. Da tutto questo la base del documento sottoscritto dallo stesso Paleari, da quello della Fisu, Claude-Louis Gallien, dal direttore dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio, Giovanni Panebianco, quindi dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente del Cusi, Leonardo Coiana, la rettrice dell’Università di Trento, Daria De Pretis e il presidente dell’ateneo triestino, nonchè presidente del Comitato d’onore dell’Universiade, Innocenzo Cipolletta. Da sinistra, il presidente della Crui, professor Stefano Paleari, il presidente Fisu, Gallien e la torcia dell’Universiade presenti Coiana e gli altri delegati , quindi il dirigente francese col Rettore De Pretis e il professor Paolo Bouquet, animatore della manifestazione. Il documento intende attivare un gruppo di lavoro per dare voce alla nuova alleanza tra sport e università e poggerà su due livelli. Da un lato intende promuovere una forte connessione con il mondo industriale e imprenditoriale. Dall’altro, a livello accademico, farà leva sulle Università affinchè promuovano programmi di doppia carriera per i giovani studenti-atleti e sfruttino lo sport ed il sistena ad esso collegati come strumento efficace di educazione e come spunto per l’innovazione nella ricerca. Nella dichiarazione è infine rivolto un appello alle istituzioni pubbliche affinchè riconoscano nello sport uno strumento La delegazione del Cusi ed il gruppo della Fisu in senso orario: Leonardo Coiana, Antonio Dima, Artemio Carra (Comitato organizzatore) Mauro Nasciuti (Fisu) Riccardo D’Elicio (capo delegazione) Gianni Ippolito e Francesco Franceschetti vice capi delegazione, Francis Cirianni, Gianfranco Beltrami (direttore sanitario) Eugenio Meschi (Fisu) Francesco Bizzarri, Davide D’Elicio, Franco Zanda e Marco Nasciuti medici; Nazzareno Rocchetti fisioterapista, Massimo Buccini, Peppino Minervini, Angelo Orsillo, segreteria e Giorgio Gandolfi, ufficio stampa. 11 utile per affrontare alcune delle grandi sfide sociali del 21° secolo, come l’invecchiamento della popolazione, l’obesità, l’immigrazione, la poverà e la sostenibilità ambientale. “La competizione fra le Università – ha aggiunto Paleari – avrebbe molto da imparare dallo sport, a cominciare dal rispetto delle regole e dallo spirito di squadra. In effetti fra sport, ricerca e università ci sono molti parallelismi: basta pensare al concetto di record che si ispira a qualcosa che non è mai stato fatto prima o alla competizione che nello sport ha regole e arbitri che possono dare una missione a chi vince e chi perde. Questo forse è ciò su cui si può lavorare di più e che lo sport insegna: anche nel mondo dell’università non può esserci competizione se non ci sono regole condivise. Gli accademici, così come gli atleti, sono sempre alla ricerca di qualcosa che li stimoli. Per loro, come gli atleti, l’importanteè fare rete”. Luci (tante) ed ombre dell’Universiade trentina di Mauro Nasciuti L a lettera “T” come comune denominatore: dopo Tarvisio e Torino, Trento. O meglio, il Trentino, con i suoi scenari mozzafiato. Per la terza volta in pochi anni l’Italia ha avuto l’onore di ospitare le Universiadi invernali. Il marchio del Trentino è garanzia di successo, e non ha deluso le aspettative. Successo dal punto di vista prettamente sportivo, ma anche da quello della partecipazione e dell’entusiasmo. Entusiasmo degli atleti stranieri, di certo meno abituati dei nostri connazionali a gareggiare in una cornice così suggestiva; ed entusiasmo del pubblico, coinvolto e caloroso, e che ha particolarmente apprezzato la scelta della delegazione di conferire al pattinatore trentino Paolo Bacchini – giunto alla sua terza Universiade – il ruolo di portabandiera. Che sarebbe stata un’edizione fortunata lo si era capito fin dalla cerimonia di inaugurazione, celebrata l’11 dicembre nella splendida Piazza Duomo di Trento. Confesso di essere stato un po’ preoccupato dalla scelta della location, pensavo che la capienza limitata fosse un fattore limitante. Un problema brillantemente superato grazie alle scelte impeccabili degli organizzatori, che hanno sistemato le Rappresentative al centro della piazza, dopo averle fatte sfilare nelle vie della città dando così vita ad un festoso clima di amicizia ed integrazione. Dopo la bellezza della presentazione, la manifestazione è entrata nel vivo con la disputa delle prime gare. Siamo stati protagonisti fin dall’inizio, smentendo le preoccupazioni di tante persone, che nei giorni immediatamente precedenti mi avevano manifestato alcune perplessità sul valore della squadra italiana. Il tredici dicembre, in discesa libera maschile, sono infatti arrivate – tra le altre – le splendide prestazioni di Davide Cazzaniga (oro) e Guglielmo Bosca (bronzo). Lo stesso Guglielmo ha replicato il risultato anche nella giornata successiva nella gara di Super-G. Proprio il Super-G è stata la disciplina che ci ha dato molte soddisfazioni, vedendo trionfare, nella competizione femminile, una grande Giulia Borghetti. Insomma, molto bene nello sci alpino (secondi solo alla Francia, che si è presentata con una formazione addirittura superiore a quella schierata in Coppa Europa) e nel pattinaggio, dove mi corre l’obbligo di sottolineare le prestazioni, in campo maschile, di Mirko Giacomo Nenzi, capace di portare a casa quattro medaglie, con un oro e due argenti nelle discipline di velocità. Il bottino di medaglie è stato ottimo, e non mi è quindi possibile citare tutti FOTO SPORT UNIVERSITARIO 13 quelli che lo meriterebbero in questo breve resoconto; basti pensare che l’Italia si è piazzata al sesto posto del medagliere, preceduta soltanto da colossi quali Stati Uniti, Russia, Cina e Corea. Tra i “pari grado” ha fatto meglio di noi soltanto la Polonia, mentre siamo stati capaci di tenere a distanza rappresentative di assoluto livello come Francia, Germania e Gran Bretagna. Come sempre, dietro a questo risultato c’è stato grandissimo aiuto da parte delle Federazioni interessate; a questo proposito vorrei sottolineare la collaborazione con la Federghiaccio, concretamente attuata grazie al prezioso lavoro del Segretario Generale Alberto Berto e del Vice Presidente Sergio Anesi, che in talune circostanze è riuscito per un attimo a distrarsi dal ruolo di Presidente del Comitato Organizzatore. In tutte le discipline questa collaborazione ha portato risultati concreti, uno per tutti la presenza di un’atleta di assoluto livello come Valentina Marchei, che, con un argento conquistato nel pattinaggio di figura, non ha fatto rimpiangere l’assenza (più che giustificata) della star Carolina Kostner. Solo nel Curling non sono arrivati risultati soddisfacenti, guardando le cose da un prospettiva ottimistica possiamo dire che non sarà difficile fare meglio nella prossima edizione. Per quanto riguarda l’hockey maschile, la squadra ha sfiorato la semifinale e si è tolta la soddisfazione di battere gli Stati Uniti nelle gare di qualificazione, coagulando intorno a sé entusiasmo e partecipazione. Stesso entusiasmo da cui è stato circondato il fondista Mattia Pellegrin nella gara dell’ultima giornata, quando, sotto gli occhi dell’intera delegazione e di un pubblico numeroso, ha sfiorato un bronzo che sarebbe stato più che inaspettato. Male invece il biatholon, disciplina che non sembra ancora essere entrate nel DNA della nostra nazione. Così come male lo snowboard, dove tuttavia possiamo dire di aver schierato il miglior elemento nello staff, il Presidente del Cus L’Aquila Francesco Bizzarri, apprezzatissimo dai ragazzi nella duplice veste di medico e team leader. Parziale delusione anche per quel che riguarda il salto, dove le aspettative erano di certo più alte vista la grandissima prestazione in campo femminile della passata edizione. Infine, il rapporto con la FISI. Se, sia nello sci alpino che nello sci nordico sono stati messi a disposizione i migliori atleti in circolazione, non altrettanto soddisfacente può essere considerato l’apporto ricevuto sul piano dell’assistenza, tecnica e non. E questo nonostante il grande contributo offertoci dal Consigliere (e medaglia d’argento olimpica) Gianfranco Martin. Non temo smentita se affermo che, senza la preziosa collaborazione del Cusi, questo aspetto sarebbe stato deficitario. Per chiudere e sintetizzare, un bilancio positivo, dal punto di vista tecnico ma non solo. Al momento di guardare il medagliere, tutti noi non potevamo che sorridere. 14 Il “giallo” del portabandiera di Lisa Demetz Toccava ad Elisa Demetz l’onore di fare la portabandiera dell’Universiade quale ultima medaglia in Turchia. Poi all’ultimo momento la notizia che l’azzurra era a Parma per dare un esame e non intendeva rinunciare. Così nasceva il ballottaggio fra Maurizio Zandron di Bolzano (nella foto) e Paolo Bacchini, pattinatore fiemmese che vanta una notevole esperienza internazionale ed era alla sua quarta Universiade. Alla fine il Cusi ha optato su di lui. Ecco l’articolo che Elisa, gentilissima, ha inviato dal Giappone, mentre era impegnata in Coppa del mondo, a Sport Universitario. L’ Universiade è un bellissimo evento, con tante nazioni che vi partecipano: l’atmosfera è pari ad un mondiale. La prima universiade alla quale partecipai era quella di Erzurum in Turchia nel 2011dove la mia collega di squadra Elena Runggaldier si era classificata prima ed io terza, entrambe sul podio, io col bronzo. Quest’anno i Giochi universitari sono stati disputati a Predazzo. Per me è stato molto emozionante perché ho potuto gareggiare in casa e per di più sul trampolino dove spesso mi alleno. Purtroppo il periodo non era il migliore. La stagione invernale, 15 ovvero le gare di coppa del mondo, era appena iniziata e considerato che faccio parte della squadra nazionale di salto, ero già in piena stagione. Un altro fattore al cui dovevo tenere conto era un esame di lingua francese all’Università di Parma che era in programma proprio nei giorni liberi che avevo dal ritorno della prima coppa del mondo a Lillehammer e l’inizio dell’Universiade. Il giorno precedente l’impegno universitario, mi chiesero se ero disponibile a fare la portabandiera per l’Italia il giorno della cerimonia d’apertura a Trento. Mi sarebbe piaciuto moltissimo, era un grande onore ma a malincuore dovetti rinunciare perché avevo già programmato di dare l’esame di francese e mi ero impegnata a fondo per ottenere un buon punteggio. Quando si è un atleta che gareggia in coppa del mondo e in concomitanza si studia bisogna essere molto organizzati. Per me lo sport ha la priorità e poi dopo le gare e gli allenamenti devo programmare bene quando studiare e quando dare gli esami. Durante l’Universiade avevo deciso di non alloggiare in albergo e così sono rimasta a casa mia che si trova in Val Gardena e dista 45 minuti da Predazzo, per recuperare bene dopo gli allenamenti e per non pensare troppo al salto. Nella gara individuale mi sono classificata al settimo posto, sono contenta con questo risultato perchè il livello era molto alto in quanto gareggiavano tante ragazze della coppa del mondo e anche perché torno da un anno molto difficile con alti e bassi. A dicembre del 2012 mi ero rotta il legamento crociato e così dovetti rinunciare alla stagione invernale. Durante l’estate avevo ripreso a saltare e ad allenarmi ma come si sa non si recupera da un infortunio da oggi a domani, ci vuole del tempo e devo dire che è stato un periodo duro dove ho imparato a stringere i denti e a guardare avanti. La gara si è svolta alla sera, c’era una bellissima atmosfera, gli allenamenti ufficiali erano andati abbastanza bene ed io mi sentivo carica e serena per la gara. Il pubblico non era molto numeroso ma i tifosi presenti hanno fatto un bel tifo: il bello quando gareggi in casa è che tutta la tua famiglia, i tuoi amici e conoscenti vengono a vedere la gara, in più sono arrivati anche tantissimi amici miei di Parma a tifare per me. Per molti di loro era la prima volta che mi vedevano in una gara di salto dal vivo. Nel programma di questa Universiade c’era anche una competizione a squadre miste, una donna ed un uomo. Alessio De Crignis ed io ci siamo piazzati al 13 posto. Anche qui il livello era di nuovo molto alto perché oltre che alle donne della coppa del mondo c’erano anche tanti uomini che partecipano al circuito mondiale. L’Universiade trentina sarà un evento indimenticabile nei miei ricordi. Tante emozioni anche se mi resta il rammarico di non avere partecipato alla sfilata nel cuore di Trento. Speriamo per la prossima in Spagna… Nenzi il jet dell’altopiano di Giorgio Gandolfi FOTO SPORT UNIVERSITARIO Baselga di Pinè è la sua seconda casa, anzi la prima in tante occasioni, come appunto l’Universiade. Per questo giovanotto di mare, lui veneziano di Marano, l’altopiano trentino non fa differenza, basta che ci sia il ghiaccio della pista.. Tre anni fa Mirko Giacomo Nenzi correva ancora coi pattini a rotelle. Ecco perchè ha dedicato queste medaglie ai suoi allenatori, Stefano Donagrandi e Giorgio Baroni che gli fecero scoprire la bellezza dello sprint sul ghiaccio vincendo il primo argento nei mondiali sui 10mila. Stavolta è andato meglio, primo! “L’Universiade – ha detto – crea entusiasmo, proprio come l’Olimpiade. È un sogno!”. 17 I bambini della Scuola primaria di Centa San Nicolò sono stati i suoi maggiori sostenitori: agli ordini della maestra hanno cantato e sbandierato il tricolore tornando a casa con gli autografi del campione. Fra le urla anche i belati delle sportivissime pecore che vivono su un fianco dell’impianto. Bronzo, argento e oro, crescendo fantastico Soltanto quattro atleti hanno vinto quattro medaglie, gruppo che si riduce a tre quando si prendono in considerazioni quelli che hanno completato l’en plein, ovvero oro, argento e bronzo. Renzi è in entrambi i gruppi: nel primo con Kim Bo (Korea), Nowakowska (Polonia) e Shakirzianov (Urss). Nel secondo con Markisimochkin (Urss) e Pidruchnyi (Ukraina). Inoltre ha battuto sia il record di Fabris nei 1.000 metri, ottenuto nell’Universiade di Torino e quello della pista di Baselga col tempo di 1.09.32, un fulmine. 18 FOTO SPORT UNIVERSITARIO Semplicemente fantastico l’impianto di Baselga di Pinè. Dove un tempo c’era un acquitrino ecco il paradiso dei pattinatori l’Ice Rink Piné . Del complesso fanno parte una pista di velocità ed un campo per il pattinaggio artistico e per i giochi dell’hockey, del curling e del broomball. Quest’ultimo campo è parte di un palazzetto nel quale trovano ubicazione tutte le strutture di servizio, complessivamente ci sono 1906 posti a sedere. Stile e potenza dell’atleta veneziano che ha ricordato sotto tanti aspetti il grande Fabris. Il bottino raccolto dai pattinatori è stato essenziale per il Cusi considerato il bronzo della staffetta femminile (Speedy Skating Trial) con Francesca Bettrone, Yvonne Daldossi, Francesca e Giulia Lollobrigida) e di quella maschile (Team Pursuit) con Ian Daldossi, Andrea Giovannini, Mirko Nenzi ed Andrea Stefani. 19 Francesca Lollobrigida in azione ed il gruppo dei volontari con Nenzi FOTO SPORT UNIVERSITARIO Il cin cin dei fratelli Bosca C on un cielo così squillante gli azzurri dello sci alpino non potevano stonare. Dopo le prime apprensioni, ecco i successi che hanno ridato fiato al tifo a dirigenti e atleti del Cusi. Dopo il bronzo di quel ragazzo terribile che è Giuliano Bosca (quante volte abbiamo brindato con lo spumante di questa importante famiglia di Canelli che già nell’800 esportava i suoi vini nel mondo) ben imitato dal fratello Guglielmo, ecco la sinfonia di Davide Cazzaniga, preludio a quello di Giulia Borghetti, una ragazza che ha saputo ricostruirsi dopo le disavventure che l’hanno colpita ma mai domata. La vediano nella foto a fianco del cartellone. Go Italia! Cazzaniga e Bosca ragazzi d’oro e di bronzo 20 La quarta vittoria nella libera nella storia dell’Universiade N on per niente ma sono state le prime due medaglie azzurre quelle di Davide Cazzaniga, 21enne, brianzolo di Biassono che risiede a Bormio e frequenta l’Università di sociologia a Como. Ha battuto il francese Balisie Giezendanner e il milanese Guglielmo Bosca che frequenta la facoltà di ingegneria al Politecnico di Milano. Lo stesso Bosca che aveva vinto il bronzo battuto dai francesi Fabre e Favrot 21 (foto nel riquadro). Fu il padre, grande appassionato, ad indurlo a scegliere la Valtellina per coronare i suoi sogni sulle nevi e lì pratica altri sport come l’arrampicata, la bici e la moto. Allo Stelvio la sua pista preferita, quella di San Pellegrino non gli è piaciuta “perchè l’hanno tracciata con quattro curvoni da gigante”. È stata una vera e propria sfida Italia-Francia su quel percorso che presenta un dislivello di 520 metri con tre atleti delle due squadre nei primi sei posti. Secondo gli esperti il percorso era particolarmente tecnico nella prima parte e molto armonico in quello conclusivo. Davide ha staccato il francese di 48 centesimi e l’altro azzurro di 73. In sesta posizione Emanuele Buzzi, veneto di Sappada, primo anno di giurisprudenza a Udine. Ha deluso il comasco Michelangelo Tentori mentre Rocco Del Sante è stato tradito da una buca dopo una buona prestazione nell’intertempo. Quella di Cazzaniga è Dal simpatico cartellone per i fratelli Bosca (...la faccenda si fa losca!”) al gruppo di dirigenti convenuti a San Pellegrino per tifare Italia: Roberta Nasciuti, Francesco Franceschetti, Mauro Nasciuti, Gian Luca Tasin, Claudio Danesi e Roberto Scotti del Cus Brescia col loro presidente Artemio Carra. In alto lo sprint vincente di Cazzaniga ritratto con due... ammiratori quindi l’elegante saltino di Bosca che poi festeggia il bronzo a fianco dei francesi Fabre e Favrot. la quarta vittoria dell’Italia nella storia dell’Universiade nella discesa libera (Confortola, Marconi e Cigolla gli azzurri che l’hanno preceduto). L’argento gigante del dottor Bosca C La scioltezza di Buzzi, uno dei più giovani in gara, nella sua bella prova e il gesto di rassegnazione di Rocco Del Sante, le braccia aperte, sconsolato, dopo che una buca l’ha tradito. ome ha titolato il giornale di Trento, un Bosca tira l’altro. Dopo Guglielmo ecco il fratello maggiore Giulio vincere l’argento nello slalom gigante nell’apertura delle gare di disciplina tecniche sulla pista Alloch (che spettacolo di sera) di Pozza. Laureatosi da poco in Economia Europea all’Università di Milano, nono dopo la prima manche, con il quarto tempo nella seconda, si è messo in mezzo ai due francesi, il grande Jonas Fabre e Thibaut Favrot. Solo nono il ceco Adam Zanca, protagonista della Coppa del mondo. MUSICA E MEDAGLIE Chi ha vinto la medaglia, Davide o Giuliano? in serata nelle piazze di Moena e Predazzo con pubblico inesistente visto che la stagione cominciava il 19. Ecco Cazzaniga e Bosca sul podio: l’atleta dell’Esercito ha dedicato il bronzo alla nonna Giampiera e al grande Amato Cerise, il valdostano che nel ‘94 guidò la nazionale di sci, entrambi scomparsi da poco. Per Cazzaniga l’obiettivo è un posto nella squadra della Coppa del mondo. 22 FOTO SPORT UNIVERSITARIO by Claudio Danesi e Francesco Franceschetti Elena Re ottava Quando Giulia fa sul serio P ochi la davano vincente questa ragazza assai tosta della Brianza che era reduce da una lunga serie di infortuni, ovvero tre legamenti ai crociati delle ginocchia e la frattura di un braccio: zitta zitta la Borghetti ha recuperato ed ha cancellato dalle labbra della polacca Chrapek il sorriso del trionfo. Sembrava fatta per il bronzo di venerdì ma Giulia l’ha bruciata col tempo di 1.28”43 contro l’1.28.58 di Karolina 23 e l’1.29.22 della russa Golenkova. Quinta Valentina Rossi Cellara 1.29.30, ottava Elena Re 1.29.87. Nelle foto la cerimonia, i festeggiamenti dei dirigenti italiani capeggiati dal vice presidente Carra con D’Elicio, Ippolito, Franceschetti, il federale Martin, Davide D’Elicio. Quindi il podio e l’altra cerimonia a Moena con le tre finaliste che ascoltano il Gaudeamus con l’alzabandiera. Presenti gli scoiattoli del Club Monti Pallidi di Moena. Protagonisti anche nella danza I Magnifici 13 Ecco gli azzurri che da Trento sono andati a Sochi: Corinna Boccacini, David Bosa, Yvonne Daldossi, Francesco De Fabiani, Virginia De Martin Topranin, Nicole Della Monica, Andrea Giovannini, Matteo Guarise, Francesca Lollobrigida, Aaron March, Valentina Marchei, Mirko Giacomo Nenzi, Mattia Pellegrin. Q uanti bei sorrisi da parte delle nostre pattinatrici specie quando contribuiscono al bilancio finale con un argento (Valentina Marchei, figure skating) e un bronzo (Nicole Della Monica e Matteo Guarise, figure a coppie). Nella foto i due bresciani in azione quindi un gruppo azzurro con la solita intrusione di Rocchetti (con loro Simone Vaturi, Francesca Rio, Federica Bernardi, Lorenza Alessandrini e Valentina Marchei) quindi un bellissimo primo piano di Valentina Marchei battuta soltanto dalla russa Biryukova con 161,91 punti contro 160,18. Con la studentessa dell’Università telematica del San Raffaele, hanno gareggiato anche Roberta Rodeghiero giunta 8° e Francesca Rio, 10°. Da notare che Valentina si è inserita nella lotta delle dominatrici russe che hanno occupato primo, terzo e quarto posto. Da Trento a Sochi Era il sogno in famiglia quello di sfilare all’Olimpiade: Valentina c’è riuscita, papà Marco no, condizionato dalla partecipazione alla Maratona che a Mosca ‘80 e Los Angeles ‘84 era dopo due settimane di gare. Al contrario per i pattinatori si parte subito quindi con la possibilità di essere disponibili per la sfilata. Com’è avvenuto appunto per Valentina che vediamo in alto a fianco di Zoeggeler. 24 Festeggiati dal rettore Promossi e Bocciati fuori...gara I due universitari bresciani che hanno vinto il bronzo all’Universiade sono stati ricevuti e festeggiati dal Magnifico Rettore dell’Università, Pecorelli e dal Presidente del Cus, Artemio Carra. Con loro il presidente della Camera di Commercio, Francesco Bettoni. È davvero singolare questa coppia iscritta al primo anno del corso di laurea in economia aziendale della Statale ma che vive per metà dell’anno in Russia, a San Pietroburgo dove si allenano agli ordini di Oleg Vassilev. Nei restanti mesi vivono a Milano, dove pattinano, e Albano Sant’Alessandro, in provincia di Bergamo dove risiedono. “Siamo entrati per la prima volta in contatto con Brescia – dicono – due anni fa quando abbiamo firmato un contratto di sponsorizzazione con la Centrale del latte. Ci tenevamo a partecipare all’Universiade 25 Più che un commento quello di Pozza di Fassa sembrava il clou di una serata in discoteca con musica assordante e parole incomprensibili con le partenze degli azzurri dette puntualmente quando...stavano arrivando. Da mandare a “studiare” da Broll... così come all’Olimpiade di Sochi”. Matteo è diplomato geometra, Nicole dirigente di comunità. Notevoli i loro impegni: dopo l’Universiade e l’Olimpiade, ed i campionati italiani. A Marzo li vedremo in azione ai Mondiali in Giappone. S Nella foto con l’insegnante italiana, la signora Mauri. emplicemente fantastica la radiocronaca di Mario Broll, presidente del GS Castello di Fiemme a Lago Tesero col collega di lingua tedesca. Non immaginiamo che toni avrebbe raggiunto se Pellegrin o un altro azzurro avessero vinto. Bravi, il massimo del voto per questa coppia che sa unire entusiasmo, ritmo, linguaggio e competenza. Si chiama Maria Chiara e poi Leonardelli ma noi l’abbiamo battezzata “Il mastino di Baselga”. Nel coordinare la premiazione più che parlare, ruggiva. Ordini perentori a cameramen, fotografi e giornalisti e guai a fiatare. Il dubbio è che abbia organizzato moltissime manifestazioni o soltanto questa. Propendiamo per la seconda ipotesi perchè si puà benissimo dare ordini con quella parola che si chiama stile. Pellegrin, protagonista Cento km di gare in due settimane. Mattia tocca Roncador per la terza staffetta nella 4x10 km. D’ accordo che è giovane e ha un fisico da corazziere più che da poliziotto delle Fiamme Oro ma mettergli nelle gambe 100 chilometri di saliscendi in due settimane, oltretutto da un capo all’altro dell’Europa, non è stato certo un modo per aiutarlo. Così Mattia Pellegrin, da non confondere con il noto Pellegrini, ha combattuto in Norvegia (Lillehammer) poi sul Lago Tesero quindi in Austria per rientrare a casa ed entusiasmare nella staffetta 4x10 dove l’Italia per un soffio ha mancato il podio. Diceva un tecnico della specialità a pochi metri dal responsabile Mauro Artusi – che ha evitato di 26
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