non di solo PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Tempo di Natale Domenica 28 Dicembre 2014 anno XIV n. 690 E’ venuta la vera luce Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente” Sussidio di preghiera per la famiglia Sito di Non di Solo Pane: www.latracciameditazioni.it Dicembre 2014 - Gennaio 2015 Offerta quotidiana Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre • Perché gli appartenenti alle diverse tradizioni religiose e tutti gli uomini di buona volontà collaborino nella promozione della pace. Intenzione missionaria Perché questo anno dedicato alla Vita consacrata i religiosi e le religiose ritrovino la gioia della sequela di Cristo e si adoperino con zelo al servizio dei poveri. Intenzione dei vescovi Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore. • perché coloro che hanno ricevuto il Battesimo, ma non ne vivono le esigenze le esigenze, scoprano la gioia della fede. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo. Non di solo pane Numero 691 Tempo di Natale pagina 2 Tempo di Natale Il nuovo anno ci sta davanti come un libro non ancora scritto. Cerchiamo di scrivere sulla pagina d’ogni giorno cose che alla fine dell’anno rileggeremo con gioia e non con rammarico. Domenica 4 Gennaio II Settimana del Salterio Il santo del Giorno: S. Elisabetta Anna Bayley Originaria di New York, figlia di un medico, Elisa betta Anna Bayley Seton, è nota per aver fondato le «Suore delle carità di san Giuseppe», Congregazione religiosa molto diffusa ne gli Stati Uniti. Nata il 28 agosto 1774, era di confes sione episcopaliana ma dopo la morte del marito da cui aveva avuto 5 figli si convertì al cattolicesimo. Le Sister of charity come vengono chiamate negli Stati Uniti, rappresentarono la prima Congregazione femminile americana. Furo no costituite il 1 giugno 1809 e la futura santa ne fu Superiora generale per quasi un decennio dedicandosi con grande impegno al servizio dei poveri e dei sofferenti. Parallelamente s'impegnò con grande dedizione alle scuole parrocchiali. L'Ordi ne crebbe rapidamente e il 17 gennaio 19812 ottenne l'autorizzazione a seguire, come regola, quello delle suore di san Vincenzo De' Paoli. Elisabetta Anna Ba yley vedova Seton morì il 4 gennaio 1821 a 46 anni. Beatificata nel 1963 da Papa Giovanni XXIII, fu canonizzata il 14 settembre 1975 da Paolo VI. Brano Evangelico: Gv 1,118: E il Verbo si fece Carne In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. E’ venuta la luce vera Il Vangelo di Giovanni è un inno sublime all'amore di Dio, e anche la descrizione di una realtà storica, che è la presenza di Gesù-Dio tra gli uomini. Anche se «Dio, nessuno lo ha mai visto», noi sappiamo che al principio di tutte le cose c'è Dio, Creatore, Salvatore e Santificatore. «Tutto è stato fatto» per mezzo del Verbo di Dio e «la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo». Se la storia non è ancora finita, «le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera» (1Gv 2,8). Non di solo pane Numero 691 pagina 3 meditazione Per “spiegarsi” meglio... Preghiamo la Parola Meditazione di don Luciano Vitton Mea Porre la tua tenda La liturgia quest’oggi ci presenta una delle pagine più dense e significative dell’intero Evangelo, il prologo di San Giovanni. Quella che a tutti gli effetti ci sempre una vera e propria prefazio ne al Quarto Vangelo con molta probabilità è stata scritta da San Giovanni come suggello al suo itinerario di fede, una sorta di sintesi dove vuole raccontare alla sua comunità, e quindi anche a noi, la sua esperienza prima e la sua riflessione dopo del cammi no fatto con Gesù. Questi diciotto versetti sono la chiave di lettu ra dell’intera teologia giovannea, un concentrato meraviglioso dove ci viene rivelato il volto di Gesù, cosa effettivamente Lui ha fatto per ciascuno di noi e per l’intera umanità; una chiave di volta per capire veramente quello che è successo ma soprattutto per lasciare nascere Cristo in noi, perché il suo mistero diventi carne e ponga la sua tenda nel nostro cuore e in quello di ogni uomo. Giovanni con un linguaggio di per se non facile ci raccon ta, al pari di Matteo e Luca, come è andata, quello che effettiva mente è successo. Quel bambinello che i pastori hanno contem plato adagiato in una mangiatoia, quel Dio che i magi hanno tan to cercato, quel Dio che tutti vorremmo vedere è Parola. Tutto sembra tornare ai primordi, le lancette della storia ritornano all’istante in cui la Parola di Dio tutto ha creato, ha diviso la luce della tenebre, a riempito il nulla con l’esistenza. Nel caos Dio vuole che le cose siano, nel caos della nostra storia e della nostra esistenza Dio è l’unico che vuole che le cose siano. Giovanni, in sostanza, ci dice che a un certo punto questa Parola si è fatta car ne, ha in Gesù un volto ben preciso, una voce chiara e definitiva; e questo avviene perché Dio vuole “spiegarsi meglio”, vuole vin cere la nostra sordità, illuminare definitivamente le tenebre del male e della cattiveria. La forza e la luce di questa Parola fatta carne, continua San Giovanni, non è stata assorbita dalle tenebre, l’oscurità nulla può contro la voce di Dio che separa il bene dal male. E la storia, che è maestra, ce lo insegna: se ad Auschwitz l’uomo rimane tale nonostante le tenebre, se un piccolo frate, fragile ed indifeso, ha il coraggio di prendere il posto di un padre di famiglia nella cella della morte, se un pastore evangelico, co me Bonhoeffer, scrive prima di essere impiccato “che non biso gna opporsi all’odio se vogliamo che esso si esaurisca in se stes so” significa che le tenebre non l’hanno vinta. “E il Verbo si fece carne”. La Parola diventa uomo per “spiegarsi meglio”, per farci capire che la sua luce sarà sempre lampada che illumina i passi dell’uomo che vaga nella penombra della sera per portare la fioca luce dell’amore; una luce debole e flebile ma che è in grado di sconfiggere il male e la cattiveria. Ti ringraziamo Signore Gesù. Ti celebriamo e di lodiamo per la tua presenza in noi, nel profondo di noi, Là dove tu solo puoi “porre la tua tenda”, abitare in noi così come siamo. Signore, noi non saremo mai degni di ciò, ma tu aiutaci a liberare il nostro cuore per “farti posto” e accoglierti con tutto l’amore Che ci è possibile. Emmanuele, Dio con noi! Agisci Chiedo al Signore il do no della pace nel mio cuore e in quello di chi mi sta accanto. Oggi, di fronte alle difficoltà e nelle incom prensioni con gli altri, scelgo di es sere una persona di pace nelle in tenzioni, nelle parole, nelle azioni. Non di solo pane Numero 691 Tempo di Natale pagina 4 M e d i ta z i o ni Dai discorsi del Beato Paolo VI na t a li zi e Una nuova vita, una nuova natura, una nascita che conso la ogni mortale. L'infanzia d'un secolo eterno s'inaugura questa notte; e dovunque l'an nu nc io perviene, è l'«evangelo» che arriva, e apre a chi ha fede nel Dio vivo nel tabernacolo della carne del fanciullo Gesù; a chi ha il so gno, povero pietoso sogno d'un'alba di vita ignota e no vella; a tutti l'invito ad inter pretare la natura come un sa cramento, la vita come un se greto celeste, l'infanzia come un'immagine divina. L'Incar L'Incarnazione di Dio nazione di Dio è il mistero latente in questa notte della Nel tenue palpito della canzone, tutta sembra viva e tranquil che non so se vicina, o lontana, la. Respira, e l'alito è canzo mi par di sorprendere il linguag ne idilliaca. Ma come mai gio delle cose fra loro; bisbiglio tanta poesia e tanta pace è sommesso, che, appena si conce entrata nel mondo? Donde de all'aria notturna, diventa gen questo tile cadenza; e cresce, senza quest'Amore: donde la Pace sforzo e sicuro, fino a pervadere sovrana? Un brivido di gio il cielo, e poi ne ritorna, con e ia corre per le vene della guale motivo, ma infinitamente natura, e qualche cosa si de più dolce e profondo, come una sta in lei. Qualcuno nasce in risposta amica delle stelle. La lei che le dà di rinascere. La natura respira, questa notte, e vita, si celebra questa notte. Spirito, donde meraviglia. Il progresso con cettuale dei Vangeli delle tre Messe di Natale mi porta que sta meditazione, a questa rive lazione. O cuore mio, ecco la prima tappa del tuo spirituale cam mino. Tu qua sei arrivato. Dalla preghiera angosciata e solitaria della prima domenica d'Avvento, a questa confiden za, a questa intimità, a questa compagnia sei arrivato. Non di solo pane Numero 691 Tempo di Natale pagina 5 Tempo di Natale “Io so che Dio non mi dà nulla che non possa gestire. Spero solo che non si fidi troppo di me.” Lunedì 5 Gennaio II Settimana del Salterio (Madre Teresa) Il Santo del giorno: Sant’Amata Palladio (morto prima del 431) narra di aver visto ad Antinoe in Egitto dodici monasteri femminili e di avervi incontrato parecchie religiose di eccezionale virtù. Tra esse ricorda Amata o Amma Talida, abbadessa di uno di quei monasteri, quando era ormai ottantenne, circondata dall'affetto e dalla venerazione di sessanta monache, che le ubbidivano con animo veramente filiale. Di lei Palladio sottolinea in particolare l'eccezionale castità conservata illibatissima per così lunghi anni e diventata in lei come una seconda natura, al punto da consentirle di trattare con serena familiarità persone d'altro sesso. Nei cataloghi del De Natalibus, del Canisio e del Ferrari, come negli Acta Sanctorum, è ricordata col titolo di santa al 5 gennaio; la sua memoria manca invece nel Martirologio romano. Brano Evangelico: Gv 1,4351 In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e ve di». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedre te il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Vedrai cose più grandi di queste Alla fine del suo Vangelo, Giovanni afferma «che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere» (Gv 21,25) su tut to ciò che ha compiuto Gesù. E nella sua Prima Lettera lo stesso Evan gelista ci insegna che in qualche modo possiamo vedere Dio quando a miamo i nostri fratelli: «Siamo passati dalla morte alla vita, perché a miamo i fratelli». Anche se il nostro cuore è piccolo «Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa». L'Amore fa grandi cose! Non di solo pane Numero 690 Tempo di Natale pagina 6 meditazione L’incontro col Messia Preghiamo la Parola A cura di don Fabio Marini L'incontro col Messia è contagioso: l'evangelista Padre, tu mi ami: Giovanni parla della chiamata dei discepoli co- tu sai ciò che fai, me di un dialogo fra amici, fra conoscenti. Chi fa esperienza di Cristo non può tacere, non può più farne a meno, sente dentro di sé il desiderio impellente di raccontare, di dire, di dare. Anche Natanaele/Bartolomeo viene coinvolto. Conosce la Scrittura, Bartolomeo, lo troviamo tu hai esperienza e non sbagli i colpi... Tu sei l'artista; io sono la pietra da scolpire, tocca a te fissarmi nella tua forma. Le prove sono un sacramento seduto sotto un fico, l'albero alla cui ombra ri- della tua volontà: flettevano i rabbini, conosce bene la Parola: fa' che io non renda inutili Nazareth non viene mai citata nella migliaia di questi tuoi gesti, pagine che descrivono tutti gli angoli più remoti con le mie impazienze. della terra di Israele. È un conoscitore della Amen Bibbia ma la sua lingua è tagliente e il suo giudizio impietoso. Ma non è feroce come appare: è amico di Filippo, il cui nome evoca un'origine meticcia, non deve essere un esaltato tradizionalista come i farisei. Bartolomeo ha un cattivo carattere, si sente. Ma appena Gesù, di quel suo carattere irruento, sottolinea il positivo: Agisci che almeno si sa sempre cosa pensa... egli si scioglie! È stupito, Bartolomeo: mai nessuno gli Gesù, il tuo sguardo aveva fatto un complimento del genere! E pro- si posa su ognuno di fessa, esagerando, la sua fede. Ricordiamoci noi e ci cambia... Fa' sempre che l'annuncio passa attraverso la rela- che anche io possa guardare i miei fratelli con a- zione positiva fra le persone… more, affinché anche attraverso i miei occhi possano incon- di P.C. trarti e trovare la gioia. Non di solo pane Numero 690 Tempo di Natale pagina 7 Martedì 6 Gennaio Tempo di Natale “Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grandeamore.” II Settimana del Salterio (Madre Teresa) Il Santo del giorno: Epifania del Signore L'origine orientale di questa solennità è nel suo stesso nome: "epifania", cioè rive lazione, manifesta zione; i latini usava no la denominazione "festivitas declaratio nis" o "apparitio", col prevalente significato di rivelazione della divinità di Cristo al mondo pagano attra verso l'adorazione dei magi, ai Giudei col battesimo nelle acque del Giordano e ai discepoli col mira colo alle nozze di Ca na. So lennit à dell’Epifania del Si gnore, nella quale si venera la triplice ma nifestazione del gran de Dio e Signore no stro Gesù Cristo: a Bet le mme, Gesù bambino fu adorato Brano Evangelico: Mt 2, 112 per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. dai magi; nel Giorda no, battezzato da Gio vanni, fu unto dallo Spirito Santo e chia mato Figlio da Dio Padre; a Cana di Gali lea, alla festa di noz ze, mutando l’acqua in vino nuovo, mani festò la sua gloria. […] Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esat tezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partiro no. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, pro varono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli of frirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Ero de, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Vedrete il Bambino con Maria «Quanto grande è la fede dei Magi! Quanto sono sicuri della luce che lo Spirito del Signore ha acceso nei loro cuori! Con quanta tenacia la seguono. Con quanta coerenza cercano il neonato Messia. E quando finalmente hanno raggiunto la meta "provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, in censo e mirra" (Mt 2,10-11)» (Giovanni Paolo II). Non di solo pane Numero 690 Tempo di Natale pagina 8 meditazione Una dimensione straniera Preghiamo la Parola di don Luciano Vitton Mea Oggi, sul muschio ancora fresco del nostro presepio, mettiamo tre nuovi personaggi: sono i saggi Magi che dal lontano oriente sono venuti fino a Betlemme per rendere omaggio al re dei Giudei. I doni che portano, i vestiti sgargianti che indossano sono molto diversi da quelli dei pastori; ma c’è qualcosa che li accumuna, un filo sottilissimo che lega i poveri guardiani di pecore e i sapienti arrivati da lontano. Cosa? Una porta aperta, un uscio socchiuso, la salvezza di Dio che da un lato raggiunge tutti i poveri di Javè, gli esclusi, i malati, i peccatori e le pecore sperdute del popolo d’Israele; dall’altro lato però questa salvezza va oltre i confini della terra promessa, si irradia verso nuovi orizzonti, raggiunge tutti i popoli, ogni singolo uomo. Il bimbo Gesù viene sempre rappresentato con le braccia aperte, pronto a ricevere tutti coloro che accorrono all’umiltà del presepe, che desiderano salvarsi, che hanno capito che il Dio lontano si è fatto “prossimo”, si è incarnato, è diventato il Dio bambino, una presenza che cammina al nostro fianco, che redime ogni Calvario umano. Ma i tre magi ci ricordano anche che c’è e permane in noi una dimensione “straniera”, pagana; il Dio cristiano è si vicino ma rimane comunque inafferrabile, richiede una continua ricerca, uno stato di perenne conversione. La strada, la ricerca, lo scrutare il cielo, l’uscio socchiuso di una stalla diventano il presupposto dell’epifania di Dio che vuole incontrare il ramingo che giace nel cuore di ogni uomo. Stanco sulla lunga strada e la sete mi opprime sotto il solleone; quando mi punge la nostalgia di sera e lo spettro della notte copre la mia vita, bramo la tua voce, o Dio, sospiro la tua mano sulle spalle. Fatico a camminare per il peso del cuore carico dei doni che non ti ho donati. Mi rassicuri la tua mano nella notte, la voglio riempire di carezze, tenerla stretta: i palpiti del tuo cuore segnino i ritmi del mio pellegrinaggio. Amen Agisci Qual è il dono che oggi posso lasciare davanti a Gesù bambino? Potrebbe essere un atto d'amore ma anche una preoccupazione o il mio egoismo... potrei donarli a lui perché li trasformi. Rifletto su questo. Non di solo pane Numero 691 pagina 9 M e d i ta z i o ni L’Epifania Dai discorsi del Beato Paolo VI Davanti a Cristo, i Gentili. Questi Pagani Fedeli sono i primi a rappresentare l'ampiezza del regno di Dio. «Riconosciamo nei magi adoratori di Cristo le primizie della nostra vocazione e della nostra fede, e con anima esultante celebriamo il primo aprirsi della beata speranza. Da allora abbiamo cominciato a entrare nella eterna eredità; da allora si svelarono davanti a noi quegli arca ni delle Scritture che parlavan di Cristo, e la verità irraggiò il suo lume su tutte le nazioni» (S. Leone Magno)'. Davanti a Cristo, i Sa pienti. Questi Savi, Astrologi delle Stelle e Ricercatori di misteri sacri e uma ni, sono i primi a mostrare l'armo nia tra il sapere dell'intelligenza nostra e dell'Intelligenza divi na, della scienza e della fede. Cercano le stelle e vi scoprono la vocazione a Cristo; guarda no il cielo e vedono i segni di Dio; studiano la natura e pene trano nella Soprannatura. Gli eletti del Popolo sacro non si giovano delle Scritture che conoscono; i reietti del popolo disperso ne scoprono il signi ficato con l'umiltà della loro ricerca. «Stella di nuova chiarezza ap parve in Oriente ai Magi, che, degli altri astri più luminosa e più bella, subito a sé attraeva animi e sguardo. I tre perso naggi seguono la guida del superno lume, e accompagnan do con fisa contemplazione la na t a li zi e traccia del raggio che li prece de, sono condotti alla conoscen za della verità mediante la luce della grazia [...1 Già quindi la parola profetica passava ad i struire le genti, e cuori di popoli forestieri venivano a conoscere l'annunciato da oracoli antichi: Cristo; mentre l'infedeltà dei Giudei nella parola professava la verità, e nel cuore mentiva»'. Davanti a Cristo, chi Lui cerca. Davanti a Cristo, chi Egli cerca. Mistero della fede: ricerca no stra e vocazione di Dio; dedi zione nostra e dono di Dio. Tut ta nostra la fede; tutta sua. No stra nell'accettazione e nell'e spressione, sua nell'ispirazione e nella certezza. Nostra nell'os servazione empirica del suo miracoloso linguaggio, sua nel significato dei fatti prodigiosi in cui si palesa. «Sorprende i magi abitatori del lontano O riente una stella fra tutte più splendida, ed essi, non ignari nel mirar tali cose, comprendo no la grandezza del significato della chiarezza della mirabile luce; ed era indubbiamente l'i spirazione divina che produceva questo nei loro cuoriaffinchè non rimanesse celato il mistero di sì grande visione, e ciò che era insolito agli occhi non rima nesse oscuro alle menti» (ibid.). Non di solo pane Numero 690 Tempo di Natale pagina 10 Tempo di Natale “Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quando amore mettiamo nel dare.” (Madre Teresa) Mercoledì 7 Dicembre II Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Luciano di Antiochia Prete dotto e discusso, morì martire a Nicomedia il 7 gennaio 312, durante la per secuzione di Massimino. Esplicò in tutto l'Oriente, con fulcro ad Antiochia, la sua opera esegetica rivelan do in ciò una estrema e tor mentata esigenza di preci sione per i testi della tradi zione. La sua «Recensione lucianica» dell'Antico e del Nuovo Testamento era di ventata dalla fine del IV secolo in avanti il testo usu ale di un gran numero di Brano Evangelico: Mt 4,12 Chiese. Nel 330 l'impera tore Costantino fondò Elenopoli. Qui vi si ono rava e continuò a onorar si nel tempo il corpo del martire San Luciano. Fantasia vuole che per il trasferimento delle reli quie di Luciano da Nico media a Elenopoli, la provvidenza si sia servi ta, via mare, di un delfino miracoloso. Quello che è più certo è che Costanti no, poco prima di morire, fu battezzato nel 337 dal vescovo Eusebio nei pressi della tomba di Luciano. Questo Santo, testimone sofferente nella ricerca di Dio, attestò con la presenza della mem oria la «conversione» di un impe ro: soltanto a vicenda terre na pressoché conclusa, l'imperatore Costantino suggellò la nuova fede ve nerando la madre Elena e assumendo per testimone san Luciano. il regno dei cieli è vicino In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato det to per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Ga lilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si dif fuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Il regno dei cieli è vicino Seguendo il Vangelo di Matteo, noi, fortunati in modo diverso dai sapienti Magi, sappiamo che Gesù non lo troviamo più a Betlemme, o nella sua casa di Nàzaret, o in quella di Cafàrnao, oppure a Gerusalemme, ma lo troviamo nella conversione del nostro cuore, e questo «per mezzo della sua risurrezio ne, tra i suoi santi e fedeli, provenienti sia dai giudei, sia dalle genti, riuniti in un solo corpo che è la sua Chiesa» (Ignazio di Antiochia). Non di solo pane Numero 691 pagina 11 meditazione Il piccolo “sì” A cura Preghiamo la Parola di Don Carlo Moro Le feste del Natale sono finite e noi riprendiamo le nostre attività abituali. I grandi eventi che abbiamo appena festeggiato hanno avuto tutti origine dal «sì» di Maria, dalla sua risposta all'arcangelo Gabriele, con la quale ha sposato, senza porre condizioni, il progetto di Dio su di lei. Pensando alle richieste semplici che il Signore fa a noi tutti i giorni e alle piccole risposte di fedeltà che siamo chiamati a dare, ci rendiamo conto di vivere in un'altra dimensione spirituale rispetto a Maria. Noi possiamo soltanto ammirare la grandezza del suo «sì» e chiederle che anche su di noi possa posarsi un raggio della sua celeste disponibilità ad accogliere la volontà del Signore nella nostra vita. Ci è più vicina la dimensione di quei discepoli che, oggi, mettono a disposizione di tutti i loro cinque pani e i due pesci. Persone che sono semplicemente di buona volontà, come credo siamo anche noi. Tuttavia, anche in questo caso il Signore ha operato un grande miracolo partendo dal loro piccolo «sì» di disponibilità totale: hanno offerto tutto quello che avevano. Il Signore si serve sempre dei nostri «sì» per fare delle cose grandi. Prendiamo allora, oggi, un impegno: ogni volta che facciamo una scelta di vita, piccola o grande che sia, chiediamoci se abbiamo lasciato al Signore lo spazio per «esserci», per illuminar ci, per agire in noi e attraverso di noi. Se abbiamo l'impressione che lui non sia minimamente presente per realizzare cose grandi nel nostro piccolo quotidiano, forse abbiamo tenuto troppo stretti i nostri pani e i nostri pesci. Liberami, o Signore, dalla pigrizia che ho e dalla paura che mi prende, dal comodo compromesso e dal facile disimpegno. Aiutami, o Signore, ad essere come non sono e come vorresti che io fossi. Non importa ciò che muore in me, m'interessa ciò che nasce insieme a te. Aiutami, o Signore, a prendere sul serio il tempo, a rispettare la vita, a conservare l'amore; ho bisogno di te per vivere come tu vuoi. Donami, o Signore, la tua forza per agire, la costanza dell'impegno, la gioia di una fede che cresce, la speranza e l'abbandono fiducioso al tuo amore. Amen Agisci Come Gesù ci ha insegnato, non chiu derò il mio cuore a chi mi chiede aiuto, ma farò quanto è nelle mie possibilità. Non di solo pane Numero 690 Tempo di Natale pagina 12 Tempo di Natale “Se vogliamo che un messaggio d'amore sia udito, spetta a noi lanciarlo. Se vogliamo che una lampada continui ad ardere, spetta a noi alimentarla ad olio.” (Madre Teresa) Giovedì 8 Gennaio II Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Lorenzo Giustiniano Di nobilissima fami glia, si diede ad una vita ascetica dopo una visione della Sapienza Eterna. Entrò nella Congregazione dei Ca nonici Secolari dell'i sola di San Giorgio, di cui fu Superiore, conti nuando a dedicarsi alla preghiera e alla con templazione ma anche alla questua per le stra de. Vescovo di Ca stello, riformò con zelo apostolico la sua diocesi e, nomi nato prima patriarca di Venezia seppe, grazie anche alla sua umiltà e santità, sa nare la frattura tra la Chiesa e il potere civile. Nei suoi scritti, opere varie e sermoni c'è l'idea madre dell'Eterna Sa pienza, elemento do minante della sua mi stica. Essa, negli scritti del periodo mo nacale, guida l'uomo al vertice della perfe zione interiore e, de gli scritti successivi, al vertice della vita episcopale. Brano Evangelico: Mc 6, 3444 «Voi stessi date loro da mangiare». In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano com prarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Tutti mangiarono a sazietà «Dio è amore» (1Gv 4,8) e come un buon Padre distribuisce il nutri mento del corpo e soprattutto quello più duraturo, nello Spirito. Lo ha promesso nel Salmo 21: «I poveri mangeranno e saranno saziati». E lo ha realizzato con la presenza del suo Figlio e con il Dono del suo Spi rito in mezzo a noi. Lo canta Maria nel Magnificat: il Signore «ha ri colmato di beni gli affamati», cioè quelli che non confidano nelle ric chezze e nella potenza degli uomini, ma nella potenza e ricchezza di Dio. Non di solo pane Numero 691 pagina 13 meditazione Il poco che hanno Preghiamo la Parola A cura di don Carlo Moro La logica del Natale che abbiamo appena celebrato, logica dell'accoglienza del volto inatteso di Dio, ci spinge a cambiare completamente il nostro modo di vedere la vita. Fatichiamo a convertire la nostra vita alla luce del vangelo e corriamo il rischio di stravolgere anche la più evidente della verità di fede pur di non dover cambiare la nostra mentalità. Natale, dicevamo, è Dio che chiede accoglienza, che si fa bimbo, innocuo, inerme, fragile. E noi tutti, invece, continuiamo a cercare un Dio potente, muscoloso, efficiente, miracolistico... Così i dodici, nel vangelo di oggi, sperimentano un altro paradosso cristiano: davanti alla folla affamata Gesù chiede loro di mettere a disposizione il poco che hanno, invece di aspettarsi una soluzione ai problemi. Dio vuole salvare Dammi, mio Dio, te stesso, restituiscimi te stesso: io ti amo, e se è poco, fà che ti ami di più. Non posso misurare, così da saperlo, quanto mi manca dell'amore necessario a gettare la mia vita tra le tue braccia e a non toglierla di là finché non si nasconda «nel segreto del tuo volto». So soltanto questo: che, all'infuori di te, tutto è male per me, e non solo ciò che è fuori di me, ma anche ciò che è dentro, e che ogni mia ricchezza, che non sia il mio Dio, è povertà. il mondo attraverso di noi, con le nostre fragili Amen mani, riempiendo i nostri fragili cuori della sua consolazione, affinché possiamo consolare coloro che ci stanno vicini con la consolazione che ci Agisci proviene da Dio, come direbbe san Paolo. Invece di passare il tempo a lamentarci delle cose che non funzionano, delle ingiustizie che quotidiana- Metto il mio cuore nel mente si consumano, delle solitudini che ci sfio- sacro cuore di Gesù rano, rimbocchiamoci le maniche, mettiamo a disposizione del Signore quel poco che siamo! perché mi insegni ad amare veramente lui, me stesso, ogni creatura... Cercherò di tradurre questo amore in un gesto concreto verso Non di solo pane Numero 690 Tempo di Natale pagina 14 M e d i ta z i o ni Meditazioni natalizie Dalla lettera a Dionieto Nella bontà e nella mitezza Colui che è veramente Signore e creatore di ogni cosa, l'invisibile Dio, egli stesso mandò dai cieli la verità e la parola santa e in comprensibile agli uomini e la stabilì saldamente nei loro cuori; e non mandò, come alcuni po trebbero immaginare, un servito re, un angelo, un arconte, uno di coloro che reggono le realtà ter restri o di coloro ai quali è affi dato il governo delle realtà cele sti, ma lo stesso autore e creato re dell'universo, per mezzo del quale creò i cieli e racchiuse il mare entro i suoi confini ... è lui che Dio ha inviato agli uomini. Forse, come qualcuno po trebbe pensare, [fece questo] per imporre tirannia, paura, spavento? No di certo! Lo ha inviato, invece, nella bontà e nella mitezza, come un re che invia suo figlio re; lo ha inviato come Dio; lo ha inviato come uomo agli uomini; lo ha inviato per salvare, per convincere e non per costringere; la co strizione non si addice a Di o. Lo ha inviato per chiama re, non per accusare; lo ha inviato per amare, non per giudicare (cf. Gv 3,16-17) ... na t a li zi e Nessun uomo ha visto o ha conosciuto [Dio] (cf. Gv r, r8; iGv 4,12), ma egli stesso si è ma nifestato. E si è manifestato attraverso la fede, alla quale soltanto è consentito vedere Dio. Dio infatti, il padrone e il creatore di tutte le cose, colui che le ha fatte tutte e le ha di sposte secondo un ordine, non solo si è mostrato pieno di amore per gli uomini, ma an che longanime. Sempre fu, è e sarà tale: benevolo, buono, senza ira e veritiero, il solo buono. Avendo concepito un progetto grande e inesprimibi le, lo comunicò soltanto al Figlio. Finché dunque conser vava e custodiva nel mistero il suo sapiente proposito, sem brava non interessarsi di noi e non preoccuparsene. Ma quando lo ebbe rivelato attra verso il suo Figlio amato ed ebbe manifestato ciò che fin da principio era stato prepara to (cf. Rm 16,25-26; Ef 3,4-12), ci offrì un tempo per ogni cosa: l'essere partecipi dei suoi do ni, il vedere e il comprendere. Chi mai di noi se lo sarebbe aspettato? Non di solo pane Numero 690 Tempo di Natale pagina 15 A Diogneto 7-8 Tempo di Natale “La fede che passa all’azione diventa amore, e l’amore che si trasforma in azione diventa servizio.” Venerdì 9 Gennaio II Settimana del Salterio (Madre Teresa) Il Santo del giorno: San Basilio Magno Beata Alessia Le Clerc Nacque a Remiremont in Francia il 2 febbraio 1576. A 20 anni decise di consacrarsi a Dio con il voto di castità. Incontrò san Pietro Fourier (1565 1640) allora parroco di Mattaincourt e un anno dopo, la notte di Natale del 1597, insieme a quat tro compagne incominciò il suo apostolato: l'inse gnamento alle fanciulle povere. Nel 1598 aprì la Brano Evangelico: Mc 6, 4552 prima scuola a Poussay, mentre il vescovo di Toul approvava una prima ste sura della Regola del nuo vo Istituto: le Canoniches se regolari di Nostra Si gnora sotto la Regola di sant'Agostino, composta da Pietro Fourier. L'Istitu zione fu approvata nel 1603 dal cardinale legato di Lorena e poi nel 1615 e 1616 da papa Paolo V; un anno dopo, nel novembre 1617, fu eretto il primo monastero ufficiale della Congregazione con clau sura e Alessia Le Clerc, con le compagne, poté iniziare l'anno del novizia to, prendendo il nome di suor Maria Teresa di Ge sù. Dopo aver emesso i voti nell'anno successivo, fu eletta superiora genera le, carica che tenne fino al dicembre 1621. Morì il 9 gennaio 1622, nella Casa di Nancy. «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Dopo che i cinquemila uomini furono saziati, Gesù subito costrinse i suoi disce poli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non aves se congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a prega re. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Veden doli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gri dare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito. Non abbiate paura Nel nostro cammino sono sempre presenti «la fatica», la «notte», il «vento contrario». Gesù ci invita a non avere paura, e sale egli stesso sulla nostra barca, per condurci sani e salvi alla meta. La barca è la Chiesa, «la casa di Dio» (Eb 10,21); «la sua casa siamo noi, se conser viamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo» (Eb 3,6). «Noi abbia mo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi» (1Gv 4,16). Non di solo pane Numero 691 pagina 16 Meditiamo la Parola Una barca, un presepe ... Preghiamo la Parola Meditazione di don Luciano Vitton Mea Sia questo il segno Ho avuto la fortuna di trascorre i primi dieci anni del mio ministero sacerdotale a Toscolano sul lago di Garda. Un anno, in un grigio pomeriggi di Ottobre , vidi sulla piccola spiaggia antistante la canonica una vecchia barca. Era evidente che da anni “non dondolava”, tra le onde del lago: troppo malandata, dimessa, non in grado di reggere ai “venti contrari”. Mi venne un’idea: portarla nel Santuario di Santa Maria del Benaco per allestirvi il presepe. Ne parlai con i ragazzi: «Bella idea don, ma devi convincere il proprietario a prestarcela». Già, convincerlo a prestarcela. Aspettai il momento propizio. Infatti in occasione delle feste dei Santi e dei fedeli defunti venne a confessarsi. Dopo l’assoluzione gli domandai: «Scusi è sua la barca che si trova sulla “spiaggetta”?». «Certo che è mia! Perché?». «Vorrei portarla in Santuario e allestirvi al suo interno il Santo Presepe». « Se trova “un matto” che viene a prenderla e la porta in Santuario gliela presto». Poi soggiunse: « Lei reverendo è un tipo stravagante: perché fare un presepio nella barca?». « Vede», gli spiegai, «l’umana esistenza è proprio come quella barca: fragile, debole, inadeguata ad affrontare i pericoli e i “venti contrari” della vita. Facciamo fatica a portare “certi pesi” e finiamo per naufragare su una delle tante spiagge che incontriamo. Ma se il Signore è con noi tutto cambia, se Gesù nasce nel nostro cuore anche i marosi si placano e i venti gelidi diventano “brezza mattutina”». «Trovi qualcuno che viene a prenderla! Lei è proprio originale». Il giorno dopo squillò il campanello di casa:« Chi è?». « Sono il pescatore di ieri: gli ho portato la barca. Se mi apre il Santuario gliela sistemo io». Che bei tempi …. Sia questo il segno di questo Natale: Tu, Emmanuele, Dio con noi, ci sostieni e ci solleciti a restare saldi con la zattera della nostra vita, a restare senza timore, fedeli alla rotta decisi a proseguire, perché non siamo soli e nulla potrà la bufera del male su di noi. Tu ci infondi coraggio, Signore, i fratelli ci accompagnano e ci sostengono: minore sarà la fatica è grande , più grande, la gioia nel nostro andare. Così sia, Signore Gesù! Agisci Il Signore può rigene rarci a nuova vita ogni volta che ne abbiamo bisogno. Oggi mi accosterò al sa cramento della Riconciliazione per un incontro vivo con l'amore rige nerante del Padre. Non di solo pane Numero 691 Tempo di Natale pagina 17 Sabato 10 Gennaio Tempo di Natale A volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio. Impariamo da Maria la capacità di decidere, affidandoci a Dio. (Papa Francesco) Il Santo del giorno: S. Paolo Incomincia e finisce da solo. Non fa neppure un discepolo. Nemmeno ci pensa. Sarà considerato il primo degli eremiti cristiani, forse, ma non gli importa che ce ne sia un secondo. Avvolto nel mistero e affascinante, questo Paolo: non ha lasciato scritti o parole memorabili, moren do all’insaputa di tutti in un posto sconosciuto a moltissi mi. Però è da vedere se que sto Paolo corra dalla città al deserto già con quell’idea di II Settimana del Salterio eremita Egitto III-IV secolo vivere in solitudine e pre ghiera fino alla morte. Sap piamo che è di famiglia egi ziana nobile, già cristiano. E che fugge verso il deserto inizialmente per salvare insieme la fede e la vita. Presto la persecuzione di Decio termina perché l’imperatore muore in una cruenta battaglia. sentire realizzato e mai più bisognoso di tornare indietro verso la città, la famiglia, i beni. Un luogo montagnoso con nascondigli propizi; una fontana, e quindi degli albe ri, dei frutti: questo diventa per lui il migliore dei mondi. Ci resterà per sessant’anni, morendo vecchissimo. noti zie certe. Ma Paolo non ritorna. Non lo si vede più: il deserto e la solitudine lo hanno conqui stato. Lo appagano, lo fanno Etimologia: Paolo = piccolo di statura, dal latino Brano Evangelico: Lc 4,14 22a Emblema: Corvo Lo Spirito del Signore è sopra di me In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annun cio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca. Chi ama Dio, ami anche il fratello «Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a pro clamare ai prigionieri la liberazione» (Canto al Vangelo). Questo lieto annuncio è l'amore di Dio che si è manifestato in Gesù e che ci rende capaci, a nostra volta, di amare i fratelli. È un lieto annuncio perché non siamo chiamati a fare miracoli o cose straordinarie, ma ad amare, a servire e ad accogliere quanti vivono accanto a noi. In questo modo saremo veri figli di Dio. Non di solo pane Numero 691 Tempo di Natale pagina 18 Meditiamo la Parola Preghiamo la Parola La nostra Nazareth Meditazione di don Luciano Vitton Mea La Sinagoga del nostro cuore chiusi, non trovano il loro Signore Gesù, noi ti rendiamo grazie, perché non disdegni di entrare «nella sinagoga del nostro cuore». Tu ci aiuti a decifrare il mistero della nostra esistenza compimento. Una voce, non guidandoci nei primi passi certo quella di Dio, ci invita di una lettura sapiente Le profezie, la stessa parola di Dio, si realizzano solo nella Nazareth del nostro cuore. Lontano dagli aridi deserti del nostro nulla i rotoli della Sacra Scrittura rimangono costantemente a fuggire da noi stessi, si scandalizza della nostra vita, di noi, mette a nudo i nostri limiti, insinua che le una sapienza d'amore profezie dobbiamo cercarle altrove. Le parole di Lu- che può venire solo ca invece sono chiare: “Si recò a Nazareth, dove era e soltanto da te. stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato Emmanuele, Dio con noi! nella sinagoga e si alzò a leggere”. Dobbiamo entrare in noi stessi, tra le incongruenza di sempre, dove sia- Amen mo cresciuti, tra le quattro mura di casa nostra. Lì dobbiamo srotolare i rotoli divini. Non lasciamoci distrarre da chimere lontane, dal fascino di una terra che non ci appartiene, dai profumi dei giardini vicini. Accettiamo di rimanere in noi stessi, nella Nazareth dove siamo stati allevati. “Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, Agisci perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi cioè le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto con Dio, evita le chicchere inutili”. (San Carlo Borromeo) Solo così troveremo noi stessi, la profezia che Dio ha fatto su di noi. Solo così la Parola di Dio porterà frutto abbondante. Infatti “la perfezione consiste nell’essere ciò che Egli vuole che siamo ….” (S. Teresa di Lisieux) Gesù è venuto ad annunciarci il Vangelo per la nostra gioia. Oggi (e sempre), anche nelle piccole scelte della giornata, mi chiedo cosa sarebbe coerente coi Vangelo e agisco di conseguenza. Non di solo pane Numero 691 Tempo di Natale pagina 19 Sussidio di preghiera per la famiglia Coordinatrice Fiorella Elmetti Anno XIV- n. 690 Domenica 28 Dicembre 2014 Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti Chiuso il 23 Dicembre 2014 Numero copie 1300 333/3390059 don Luciano Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea Per la tua vita spirituale visita il Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo Ti aspetto ogni giorno su: http://www.latracciameditazioni.it/
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