A Acque di strato (o di produzione): sono le acque associate agli idrocarburi nei giacimenti e, quindi, estratti insieme ad essi. Le loro proprietà chimico‐fisiche variano a seconda della localizzazione del giacimento, delle caratteristiche delle rocce di cui esso è costituito, delle caratteristiche degli idrocarburi. Acquifero: Il suolo e le rocce contengono sempre quantità variabili di acqua. Quando l'acqua contenuta nelle porosità, negli interstizi, nelle cavità e nelle fratture geologiche può fornire una quantità utilizzabile/estraibile di acqua, questa formazione si definisce acquifero. Attività antropiche: attività umane. B C Ciclo di invaso e svaso stagionale: fenomeno ciclico di riempimento e svuotamento di un bacino idrico che si ripete in maniera periodica nel corso dell’anno. Concessione di coltivazione di idrocarburi: titolo conferito da parte dell’Autorità Statale del permesso relativo alle attività di coltivazione in una determinata area. D E Epicentro: si intende quel punto della superficie terrestre posto esattamente sulla verticale condotta dall'ipocentro ed è rappresentativo della zona, piuttosto ristretta, della superficie terrestre in cui un terremoto si presenta con la massima intensità. F Faglia (o zona di faglia): è una frattura (planare o non planare) della roccia che mostra evidenze di movimento relativo tra le due masse rocciose da essa divise. La superficie lungo cui si è verificata la frattura si chiama superficie di faglia oppure piano di faglia, o anche specchio di faglia. Le faglie sono raramente singole unità planari; generalmente si osservano gruppi di piani paralleli lungo cui si è verificato un movimento più o meno esteso. Questi settori vengono chiamati zone di faglia. Faglia attiva: nella letteratura scientifica vi sono numerose definizioni di faglia attiva, ciascuna con riferimento ad un diverso intervallo temporale in cui si sono avute evidenze di movimento; di seguito ne sono riportate alcune: • l’EPA (Environmental Protection Agency) definisce attiva una faglia che si è mossa almeno una volta negli ultimi 10.000 anni; • per la Regulatory Commission americana una faglia attiva deve avere evidenze di almeno un movimento negli ultimi 35.000 anni e di due negli ultimi 500.000 anni; • Boschi et al. (1996) definiscono attiva una faglia che presenta evidenze di attività a partire dal tardo Pleistocene (ultimi 125.000 anni) e una dimostrabile capacità di generare terremoti di magnitudo elevata; • Slemmons and McKinney (1977), Wood (1916) and Willis (1923) definiscono, più in generale, attiva una faglia il cui movimento è avvenuto in un arco di tempo in cui si sono mantenute le attuali condizioni tettoniche; • Muir Wood and Mallard, (1992) affermano che non si può dare una definizione basata su precisi intervalli temporali; piuttosto potrebbe essere utile, secondo gli stessi autori, determinare degli intervalli di ricorrenza per ciascuna faglia o dei periodi di tempo in cui si sono mantenute le attuali condizioni tettoniche. Faglia sismogenetica: Singole faglie, o sistemi di faglie, in grado di generare terremoti. Per individuare le faglie sismogenetiche è necessario avere una buona conoscenza delle caratteristiche tettoniche della regione oggetto di studio, per delimitare spazialmente le faglie esistenti e caratterizzarne il potenziale sismico. E’ inoltre fondamentale avere cataloghi dei terremoti verificatisi nell’area studiata con informazioni quanto più possibile lontano nel tempo e/o, quando mancano informazioni storiche, studi paleosismici, che analizzano la geologia recente visibile in scavi e trincee. G Giacimento di idrocarburi: è un deposito minerario contenente idrocarburi in quantità economicamente sfruttabile. I Ipocentro: In sismologia, il punto o meglio la zona della Terra in cui ha origine un terremoto; la profondità dell’i. varia da pochi chilometri sino a varie centinaia di chilometri. Isosista: In sismologia, linea luogo dei punti della superficie terrestre in cui l’intensità di un terremoto ha raggiunto lo stesso valore. Sono linee, più o meno regolari, chiuse intorno all’epicentro del terremoto. K L M Magnitudo: In sismologia è una misura indiretta dell'energia meccanica sprigionata da un evento sismico all'ipocentro, basandosi sull'ampiezza delle onde sismiche registrate dai sismografi in superficie. Magnitudo locale (Richter): la magnitudo Richter è una misura oggettiva della forza di un terremoto ed è espressa attraverso un numero puro. Essa è stata definita nel 1935 dal sismologo statunitense Charles Francis Richter (1900 – 1985) come misura della quantità di energia elastica emessa durante un terremoto. In omaggio a Richter, si parla quindi di “magnitudo Richter", o impropriamente di “Scala Richter". La magnitudo Richter segue un andamento logaritmico quindi ogni incremento di una unità di magnitudo corrisponde ad un incremento di trenta volte dell’energia emessa. I terremoti più piccoli percettibili dall’uomo hanno una magnitudo intorno a 2.5‐3. Magnitudo del momento sismico (conosciuta anche con l'acronimo inglese MMS, da moment magnitude scale, spesso chiamata semplicemente magnitudo momento) è utilizzata dai sismologi per misurare le dimensioni dei terremoti in termini di energia liberata. La scala fu sviluppata negli anni settanta come aggiornamento della scala Richter degli anni trenta. Analogamente a quest'ultima ogni aumento di un grado corrisponde a circa 31 volte l'energia del terremoto del grado precedente. Così, un terremoto di magnitudo 5 libera trentuno volte l'energia di uno di magnitudo 4 e 1000 volte l'energia di uno di magnitudo 3 e così via. Microsisma: scossa sismica, di origine naturale o artificiale, di piccola magnitudo della scala Richter (inferiore o uguale a 3), valori che sono registrabili solo dai sismografi, non sono mai percettibili dall’uomo, e non provocano danni a manufatti e persone. O P Permeabilità: in geologia è una proprietà delle rocce o dei terreni e rappresenta la capacità di essere attraversati dai fluidi. Il valore della permeabilità è di grande importanza per determinare la produttività dei giacimenti di idrocarburi o dei pozzi per la produzione d'acqua. Pozzo: foro realizzato nel sottosuolo, mediante perforazione per l’esplorazione e la produzione di idrocarburi. R Re‐iniezione: è il processo di reiniezione nel sottosuolo di fluidi generalmente acque di strato, erogati dal pozzo insieme agli idrocarburi. Rischio sismico: è la misura dei danni attesi in termini economici, sociali, ambientali e di vite umane derivante da eventi sismici che possono occorrere su un certo territorio in un dato periodo di tempo. S Scala Mercalli: l’intensità di un terremoto viene espressa con la Scala MCS (Mercalli‐Cancani‐Sieberg), più nota come Scala Mercalli, dal nome del sismologo italiano che propose una scala basata sugli effetti dei terremoti (Giuseppe Mercalli, 1850 – 1914). La Scala Mercalli, composta di dodici gradi, misura l’intensità di un terremoto, quantifica e classifica esclusivamente gli effetti provocati sull’ambiente, sulle cose e sull’uomo; pertanto, a differenza della magnitudo Richter, essa può assumere valori diversi in luoghi diversi per uno stesso terremoto. Di norma l’intensità di un terremoto diminuisce con l’aumentare della distanza dall’epicentro. In genere l’uomo avverte terremoti a partire dal III grado, dal VI all’VIII si verificano danni alle abitazioni, mentre a partire dal IX, si possono avere crolli totali e stravolgimenti del paesaggio (deformazioni del suolo, frane, alterazioni del regime idrico). Scossa sismica: ciascuno dei movimenti della superficie terrestre che costituiscono un terremoto; spesso, con valore collettivo, lo stesso che terremoto. Con più particolari qualificazioni: s. sussultoria, diretta secondo la verticale del luogo; s. ondulatoria, in senso orizzontale; s. rotatoria, derivata dall’incontro o dalla sovrapposizione di onde di diversa provenienza; Sciame sismico: In sismologia è un fenomeno localizzato in una determinata zona, caratterizzato da una sequenza di scosse sismiche, che può durare fino a diversi mesi, senza la presenza di un singolo terremoto individuabile come scossa principale. Sismicità di un’area: Caratteristica di un territorio che descrive la frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti. Sismicità Indotta: sismicità dovuta ad attività antropiche, in corrispondenza di strutture geologiche altrimenti quiescenti. Sismicità Innescata: sismicità in cui le attività antropiche sono responsabili solo in minima parte degli eventi sismici, causati principalmente dal pre‐esistente campo di stress tettonico. Sismicità Stimolata: indica genericamente sia la sismicità indotta sia quella innescata. Sismografo: strumento per rilevare e registrare movimenti sismici. Di solito indica l’insieme del sismometro e del dispositivo di registrazione dei segnali rilevati dal sismometro. Sismometro: strumento che misura le oscillazioni del terreno causate dai terremoti. Sismologia branca della geofisica che studia i fenomeni sismici. È nata sul finire del 19° sec. e si è successivamente sviluppata secondo 4 principali direzioni: ricerca sulle modalità di propagazione delle onde sismiche e sulla struttura della Terra; studio dei caratteri fisici dei terremoti e interpretazione geologica delle loro principali cause; osservazioni sugli effetti dei terremoti, sulla loro distribuzione geografica e sulla loro frequenza, dirette all’elaborazione di norme per la salvaguardia delle persone e dei beni; studio della previsione dei terremoti. Strutture sismogenetiche: sono le strutture geologiche attive a livello regionale da cui si originano i sismi. T Terremoto: detto anche sisma o scossa tellurica, è una vibrazione o oscillazione , provocata dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa lungo fratture della crosta terrestre dette faglie, oppure da attività vulcanica o da frane . In genere, la causa è da ricondurre alle forze di natura tettonica che agiscono costantemente all'interno della crosta terrestre. La zona in cui è localizzata la sorgente è detta ipocentro, tipicamente in corrispondenza di fratture preesistenti;; a partire dalla frattura creatasi una serie di onde elastiche, dette "onde sismiche", si propagano in tutte le direzioni dall'ipocentro, dando vita al fenomeno osservato in superficie; il luogo della superficie terrestre posto sulla verticale dell'ipocentro si chiama epicentro ed è generalmente quello più interessato dal fenomeno. La branca della geofisica che studia questi fenomeni è la sismologia. Terremoti tettonici: I terremoti tettonici hanno origine dai movimenti lungo fratture nella crosta terrestre, dette faglie. Sono i terremoti più frequenti. L’energia emessa dipende anche dalla lunghezza delle fratture: quelli più potenti possono essere generati da fratture lunghe centinaia di chilometri. W Z
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