18 COR RI E RECONO M I A LUNEDÌ 9 GIUGNO 2014 DOSSIER Uomini, storie e strategie La graduatoria 1 MICROSOFT ZI A TIN L MU 2 W.L. GORE & ASSOCIATES Great Place to Work Le classifica delle imprese europee dove si lavora meglio Aziende Corrono i risultati di chi coccola i dipendenti Per il quarto anno consecutivo Microsoft si conferma prima tra i big Davidson Consulting vince tra le grandi, la svedese Cygni tra le small DI FAUSTA CHIESA M olte conferme, alcune sorprese, ma soprattutto la dimostrazione di una tendenza generale: gli ambienti di lavoro in Europa stanno migliorando. Il Great Place to Work, istituto americano presente in 49 Paesi al mondo, ha appena pubblicato la classifica europea 2014 dei Best Workplaces. La classifica, giunta quest’anno alla dodicesima edizione, ha valutato oltre 800 aziende in 19 Paesi. La prima conferma è Microsoft, che ancora una volta risulta la miglior azienda in Europa e si piazza al primo posto della classifica relativa alla multinazionali per il quarto anno consecutivo. Le altre conferme sono la «W.L. Gore Associates», universalmente conosciuta per il marchio registrato Gore-Tex, che scala tre posti e conquista la seconda posizione, e la compagnia assicurativa Admiral Group, presente in Italia con il brand «Con Te», al terzo posto tra le 25 multinazionali selezionate. La sorpresa è la società di consulenza informatica francese Davidson, che conquista sette posizioni e arriva prima tra le 25 grandi aziende in classifica, mentre l’azienda svedese dell’information technology Cygni è in cima al ranking delle 50 piccole e medie imprese. Fiducia Se singolarmente tutte le cento società classificate hanno qualcosa di cui andare fiere, anche l’Europa nel suo insieme dovrebbe essere soddisfatta. Le migliori aziende in cui lavorare stanno ulteriormente salendo di livello: l’indice di fiducia e il punteggio sono costantemente cresciuti da quando Great Place to Work conduce l’indagine, cioè dal 2002. «Abbiamo condotto un’analisi che per cinque anni ha preso in esame la fiducia dei lavoratori, che è il fondamento delle imprese migliori e un ingrediente chiave per il successo dei risultati aziendali — si legge nell’analisi —. L’esito dello studio mostra che nella maggior parte dei Paesi si è registrato un aumento del livello di fiducia nelle aziende e diversi Paesi hanno avuto un miglioramento notevole. In nessun Paese si è, invece, verificato un netto calo della fiducia». L’analisi, dunque, dimostra un miglioramento del clima di lavoro in generale in Europa. Anche se nessuna impresa italiana si è classificata tra le migliori, l’indice di fiducia dei Best Workplaces di casa nostra sta crescendo. Tra il 2009 e il 2013 lo standard nazionale del trust index è salito e ha toccato un massimo di 77 punti nella stagione 2011/12. La fiducia dei lavoratori nelle imprese, e la felicità sul lavoro, non sono soltanto valori fini a se stessi, ma si riflettono anche sulle performance societarie. Prova ne sono i risultati delle aziende che hanno un tasso elevato di fiducia. L’anno scorso, per esempio, i Best Workplaces danesi hanno registrato un aumento del fatturato di tre volte superiore alla media delle imprese danesi nel loro complesso. I Best Workplaces italiani hanno fatto meglio rispetto ai concorrenti dello stesso settore per sei anni consecutivi e nel 2012 hanno registrato un aumento del 6,2% dei risultati, mentre i diretti competitor hanno accusato un calo del 4,3. Anche le aziende sono consapevoli dell’importanza di avere la fiducia dei loro dipendenti e in base a un’indagine che PricewaterhouseCooper ha condotto su 1.300 ceo in 68 Paesi, questo aspetto è in cima ai pensieri dei top manager. «Numerose aziende danesi ed europee — sostiene Ditte Vigsø, direttore generale di Great Place to Work in Danimarca — si sono rese conto che un ambiente di lavoro positivo e alti livelli di fiducia e orgoglio per l’azienda in cui si lavora, sono una precondizione affinché si possa realizzare la strategia aziendale. I dipendenti non sono soltanto visti come la risorsa più importante, ma come il Dna dell’azienda». Sembrerà strano in un periodo in cui si parla di allarme disoccupazione, ma considerando il contesto europeo dove, dopo la crisi, l’economia sta tornando a crescere, è in corso una «guerra dei talenti»: nei settori ad alta specializzazione le imprese sono spinte a fare sempre di più per attrarre e trattenere lo staff. Benessere 1 Il metodo O gni anno «Great Place To Work» pubblica la classifica nazionale, europea e mondiale delle migliori aziende in cui lavorare. La valutazione di un’azienda si basa su due fattori: il livello di fiducia (trust index) espresso da un campione rappresentativo di lavoratori, che risponde a un questionario in forma anonima, e un’analisi (audit) delle pratiche e delle politiche di gestione delle risorse umane svolta dall’istituto. Nel punteggio finale, le risposte dei lavoratori pesano per due terzi, l’audit per un terzo. La classifica europea è come la Champions League: possono partecipare soltanto le aziende che si sono classificate tra i primi posti a livello nazionale. I dati nazionali vengono aggregati a livello europeo e vince chi ha il punteggio più elevato. La classifica europea è divisa in tre categorie: le multinazionali, le grandi aziende (oltre 500 dipendenti) e le piccole e medie (da 50 a 500 dipendenti). Le multinazionali devono avere almeno 1.000 dipendenti nel mondo ed essere presenti in almeno tre classifiche nazionali. Per questa categoria conta anche il numero di singoli Paesi in cui figurano nella classifica del Great Place To Work. F. CH. © RIPRODUZIONE RISERVATA Un altro tratto comune alla gestione «eccellente» delle risorse umane è il trattamento dei dipendenti come individui. Le aziende stanno prendendo le distanze dal considerare i lavoratori come mere ruote dell’ingranaggio e stanno cercando di «personalizzare» l’esperienza lavorativa di ogni singolo membro dello staff. Ne è un esempio concreto il caso di Cygni, l’azienda svedese che ha vinto nella categoria delle piccole e medie imprese. Ai dipendenti viene chiesto che tipo di tecnologia preferiscono utilizzare, dove e in quali fasce orarie vogliono lavorare, quali benefit individuali gradirebbero di più. «Nessuno vuole essere soltanto un numero – commenta Jon Persson, il ceo di Cygn– e tutti vogliono essere presi in considerazione e apprezzati». Per contrastare lo stress crescente, dovuto alla richiesta di dare sempre di più sul lavoro, si sta instaurando la tendenza a chiedere momenti di benessere fisico e mentale. Le aziende, confortate da ricerche che mostrano l’influenza che le tecniche di meditazione e rilassamento hanno sulle performance umane, stanno cominciando a offrire corsi di yoga e training sull’intelligenza emotiva. «L’era dei Great Workplace è un tempo in cui tutte le persone possono aspettarsi di essere orgogliose di ciò che fanno e di lavorare per un’azienda in cui i leader godono della loro fiducia e i colleghi sono piacevoli — dice China Gorman, Ceo globale di Great Place to Work —. Quest’era sta arrivando in Europa e in altre parti del mondo. Ed è una buona notizia per tutti». 3 ADMIRAL GROUP1 4 SAS INSTITUTE Servizi finanziari Information Technology Information Technology 6 CISCO SYSTEMS Telecomunicazioni 7 EMC COMPUTER SYSTEMS Information Technology 8 DIAGEO2 Beni di consumo 9 EBAY Commercio 10 GRUPPO MARS Beni di consumo 11 VOLKSWAGEN FINANCIAL Servizi finanziari 12 AFFECTO4 Information Technology 13 MUNDIPHARMA MEDICAL COMPANY Farmaceutico 14 MCDONALD'S Alimentare 15 DAIMLER FINANCIAL SERVICES5 Servizi finanziari 16 ABBVIE Farmaceutico 17 HILTI Commercio 18 ROCHE Farmaceutico 19 ADECCO GROUP6 Risorse umane 20 FEDEX EXPRESS Trasporti 21 JTI – JAPAN TOBACCO INTERNATIONAL Alimentare/Tabacco 22 SC JOHNSON Beni di consumo 23 MEDTRONIC Biotecnologia 24 QUINTILES7 Servizi farmaceutici 25 HYATT Gestione hotel e resort BIG Servizi professionali 1 DAVIDSON CONSULTING 2 DOMINO-WORLD™ Assistenza anziani 3 TORFS Commercio 4 CAPITAL ONE (EUROPE) Servizi finanziari 5 ACCENT JOBS Risorse umane 6 SOFTCAT LIMITED Information Technology 7 ROFF Information Technology 8 IMMOBILIEN SCOUT Media 9 BEIERHOLM Servizi professionali 10 ENERGIMIDT Energia 11 BIPA PARFÜMERIEN Commercio 12 SPARDA-BANK MÜNCHEN Servizi finanziari 13 COMWELL HOTELS Gestione hotel e resort 14 RACKSPACE Information Technology 15 IRMA Commercio/alimentare 16 HEILIGENFELD KLINIKEN Health Care / Hospital 17 BOUVET Information Technology 18 PENTLAND BRANDS Commercio tessile 19 DIAMANTIS MASOUTIS SUPERMARKETS Commercio alimentare 20 3 Telecominicazioni 21 BRIGHT HORIZONS FAMILY SOLUTIONS Education & Training 22 TOPAZ ENERGY LIMITED Commercio 23 PRAMERICA SYSTEMS IRELAND Servizi finanziari 24 EXTIA Servizi professionali 25 SBK SIEMENS-BETRIEBSK. Assic. sanitaria aziendale © RIPRODUZIONE RISERVATA di ANDREA ZOLLO* Che la forza (del capitale umano) sia con voi In crescita la fiducia. Nella crisi ha vinto chi ha saputo fare gioco di squadra delle elezioni europee, che preoccupa per il nascere di movimenti nazionalisti potenzialmente dannosi per i mercati. Gli studiosi di «Great Place to Work» d e v o n o av e re fa t to qualche errore di valutazione? E i nv e ce n o , d o p o aver analizzato 2.330 imprese nel solo 2013 e aver ascoltato la voce di più di un milione e mezzo di lavoratori, l’Istituto con base a San Franci- sco e presenza in 49 Paesi del mondo (di cui 19 in Europa) assicura che le 100 aziende migliori d’Europa continuano ad investire sul capitale umano, aumentano la forza delle loro relazioni interne e puntano sulle loro persone per competere sui mercati. Ma perché mai queste aziende continuano ad investire sulle loro persone quando le altre riorganizzano, delocas.F. IL TERMOMETRO La fiducia nelle aziende europee Fonte: Great Place to Work S Dispositivi medicali 5 NETAPP L’intervento econdo le ultime analisi di «Great Place to Work», la fiducia all’interno dei luoghi di lavoro europei aumenta di quasi il 6 per cento negli ultimi undici anni, Italia compresa (vedi il grafico qui a fianco). Co m ’è p o s s i b i l e? Questi numeri proprio negli anni più difficili dell’economia europea, in un tempo che ha visto due crisi economiche e a fronte del risultato I AL Information Technology N O 90% 86% 82% 2003 2014 lizzano o, nel peggiore dei casi, chiudono i battenti? Perché hanno capito ciò che le differenzia dagli altri, soprattutto in tempi difficili: la voglia di farcela tutti insieme, la necessità di evitare di ridurre il business a un mero susseguirsi di processi, con la consapevolezza che anche i processi migliori hanno bisogno di persone motivate, attente e disponibili. Ogni anno dimostriamo quanto i dati delle nostre survey siano positivamente correlati ai dati di business e oggi più che mai questo legame molto stretto è diventato evidente. La fiducia all’interno delle organizzazioni «Great Place to Work» genera risultati finanziari migliori rispetto alla media delle aziende comparabili per mercato, settore e area geografiche. Noi di «Great Place to Work» crediamo che stia per nascere una nuova Era, L’Era in cui le persone possano aspettarsi di lavorare in organizzazioni nelle quali avere fiducia nei loro capi, possano beneficiare di positive relazioni con i propri collaboratori e siano orgogliosi di quello che fanno. Siamo ancora molto lontani da questa visione, ma le 100 imprese che ogni anno laureiamo «Best Workplaces in Europe» dimostrano che il sogno è raggiungibile. *Amministratore delegato di Great Place to work Institute Italia © RIPRODUZIONE RISERVATA 19 LUNEDÌ 9 GIUGNO 2014 DOSSIER 17 2.290 6 5.743 3 1.831 8 1.583 6 1.783 6 7.335 12 2.186 8 4.732 5 6.315 15 5.927 3 625 4 198 3 133.744 9 497 4 5.325 10 1.067 5 784 4 4.405 11 3.758 5 852 4 521 4 3.285 7 4.893 5 2.355 3 Il personaggio S. Franchino 13.475 Francia 535 Germania 583 Belgio 1.000 UK 598 Belgio 542 UK 528 Portogallo 706 Germania 656 Danimarca 762 Danimarca 4.068 Austria 728 Germania 560 Danimarca 977 UK 2.350 Danimarca 682 Germania 988 Norvegia/Svezia 1.203 UK 6.140 Grecia 1.534 Svezia 3.138 UK 1.600 Irlanda 1.040 Irlanda 514 Francia 1.853 Germania Al top Dal settimo al primo posto. Davidson Consulting ha puntato sulla partecipazione Consulenza La lezione francese: il potere di decidere è di chi lavora Il ceo Bailly: «Chi vede un problema o una soluzione si attiva per primo» DI FAUSTA CHIESA Scatola delle idee (1) Admiral Group (UK)-Balumba & Qualitas Auto (Spagna) -ConTe.it (Italia); (2) Diageo Demand (Irlanda)-Diageo Supply (Irlanda); (3) Mars (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Spagna, Svizzera)-Royal Canin (Italia, Spagna, Polania, Portogallo-Wrigley (Spagna, Svezia); (4) Karttakeskus (Finlandia); (5) Daimler Financial Services (Francia, Spagna)-Mercedes-Benz Bank (Polonia)-Mercedes-Benz Finansman (Turchia); (6) Adecco (Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Spagna, Svezia, Paesi Bassi, UK)-Ajilon (Paesi Bassi)-Computer People (UK) -Spring Technology (UK)-Office Angels (UK); (7) Quintiles (Italia, Polania, Spagna, UK)-Quintiles Commercial Germany (Germania) Fonte: Great Place to Work «Il concetto di partenza è quello dell’impresa orizzontale, in cui si ridà il potere di decisione ai dipendenti — spiega l’amministratore delegato Bertrand Bailly —. Le decisioni sono condivise perché poggiano principalmente sulle idee e i suggerimenti dei dipendenti, in una logica di sviluppo del senso di appartenenza». Esistono diversi momenti di incontri e canali di comunicazione. Uno di quelli principali è la cosiddetta «scatola delle idee» in cui i lavoratori possono pubblicare un’idea o una proposta e i manager sono tenuti a dare una risposta entro 15 giorni. «I manager devono ispirare i dipendenti a essere creativi, l’ispirazione e lo stimolo prendono il posto della governance — spiega l’amministratore delegato Bertrand Bailly —. Una regola del “Davidson code”, il nostro un aumento salariale, devono trovarsi una loro sistemazione. Volevamo proporre una soluzione e non restare lì con le mani in mano». L’ispirazione e lo stimolo prendono il posto della governance F elicità è partecipazione. Riassumendo, potrebbe essere questo lo slogan di Davidson Consulting, società di consulenza informatica francese che svetta in cima alla classifica europea delle grandi aziende stilata da «Great Place to Work», dove è balzata dal settimo posto del 2013 al primo posto quest’anno. Fondata nel 2005, secondo gli esperti del Gptw, Davidson era già un posto di lavoro eccellente sin dall’inizio. Quando è nata, la società si è posta come obiettivo quello di attrarre i migliori software engineer sulla piazza e per farlo doveva essere un’impresa «attraente». I fondatori hanno pensato di renderla una sorta di «casa» in cui i lavoratori si sentissero parte del processo decisionale e percepissero l’ambiente di lavoro caldo e accogliente come una casa e non freddo e impersonale come quello delle aziende tradizionali. PAESE 890 Uomini, storie e strategie Stipendi Idee Bertrand Bailly, alla guida di Davidson Consulting codice interno frutto di un’opera collettiva, dice: «You see it, you do it», lo vedi, lo fai. Quando qualcuno vede un problema o una possibilità di miglioramento, se ne fa carico, si attiva». In questa «responsabilità» il dipendente non è lasciato solo. I manager si fanno coinvolgere e stanno vicini ai loro collaboratori: non ci sono barriere con la direzione, l’accesso è libero e fluido. «Noi parliamo di “cura della Il 92% dei lavoratori si dichiara felice. E le donne guadagnano più degli uomini persona” – dice Bailly – cioè di un nuovo modo di stabilire il rapporto con i collaboratori basato sull’empatia, che si fonda su un ascolto attivo e sincero. Per questo puntiamo molto sull’aprire al massimo le possibilità di comunicazione». Un esempio di ascolto concreto è la risposta data a un problema sorto sul forum di comunicazione. «Diversi dipendenti ci dicevano che a Parigi e in periferia era difficile trovare un alloggio — dice Bailly —. Così abbiamo deciso di comprare un edificio e di ricavarci nove appartamenti da proporre ai neo assunti, che possono rimanere per un anno e poi, anche a fronte del fatto che nel frattempo avranno ricevuto Il termometro italiano Le politiche di gestione del personale funzionano, non soltanto in termini di felicità dei lavoratori ma anche a livello di risultato economico. Il 92% dei dipendenti Davidson si dichiara felice e non c’è erosione nel corso degli anni, tanto che in un settore in cui il turn-over è mediamente del 30-35 per cento l’anno, in Davidson il tasso scende al 7 per cento. La società è prima nella classifica europea e anche in quella francese di Great Place to Work e può vantare un altro punto a suo favore: degli 890 dipendenti, le donne – che rappresentano il 23% del totale – guadagnano in media 37 euro al mese in più rispetto agli uomini. Il fatturato cresce costantemente ed è passato da 78 milioni del 2012 agli 87 milioni del 2013 e quest’anno è atteso verso quota 110 milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA La geografia L’indice Great Place to Work delle aziende italiane La suddivisione delle 100 migliori aziende dove lavorare per Paese 78 Regno Unito 76 13% 74 Germania 9% Danimarca 9% 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13 2013/14 Spagna 7% Stravince l’hi tech La suddivisione delle 100 migliori aziende europee dove lavorare per settore Svezia Information Technology e telecomunicazioni Irlanda 7% Altri Servizi professionali 33% Commercio 6% Belgio Servizi finanziari 5% Produzione Biotecnologie 74 Fonte: Great Place to Work 6% ITALIA Francia 78 82 86 90 5% s.F. CO R RI ER ECO NO M I A La società alimentare Mars: la priorità è dare a ciascuno un piano di sviluppo Le Bechec, il ceo italiano: «crediamo all’imprenditorialità personale. Poche gerarchie, molta responsabilità» Q ualità. Responsabilità. Reciprocità. Efficienza. Libertà. Sono i cinque principi alla base della filosofia del gruppo Mars, multinazionale americana che quest’anno è salita dal 16° al 10° posto della classifica europea «Great Place To Work». Cinque principi che sono stati individuati e codificati sulla base dei valori definiti nel corso degli anni dalla famiglia Mars, che ha fondato l’azienda nel 1911 e ne è tuttora proprietaria. L’azienda è presente in 74 Paesi e occupa circa 72mila «associati», di cui oltre 230 nella filiale italiana di Assago (Milano) che fattura oltre 320 milioni di euro. «La responsabilità e la reciprocità sono parte integrante della nostra cultura — spiega Stéphanie Le Bechec, amministratore delegato di Mars Italia —. Siamo un’azienda caratterizzata da una struttura piatta e con pochi livelli gerarchici, in cui le persone sono incentivate ad assumersi responsabilità. In cambio ottengono reciprocità: ti chiedo tanto ma ti do anche tanto. La responsabilità individuale e condivisa dei nostri “associati” (così definiamo tutte le persone che lavorano in Mars) crea vantaggi reciproci e durevoli nel tempo». Tutti i dipendenti hanno un piano personale di sviluppo delle competenze che viene rivisto due volte all’anno. La parte prevalente è composta da un apprendimento sul campo e da progetti ad hoc che servono a sviluppare la competenza identificata. Il lavoratore ha un coach o persone di riferimento alle quali ispirarsi e la possibilità di seguire corsi di formazione. Inoltre, ogni team svolge circa 3/4 riunioni all’anno dedicate al miglioramento dell’ambiente di lavoro. Mars investe moltissimo anche sulla leadership del management affinché sap- Mars Italia Stéphanie Le Bechec pia cogliere al meglio le potenzialità delle persone. «L’imprenditorialità è un tema molto sentito — dice Stéphanie Le Bechec - . Tutti, a prescindere dal ruolo ricoperto, possono contribuire al successo di Mars lavorando al raggiungimento di obiettivi comuni, gestendo in autonomia il proprio lavoro, nel rispetto di scadenze predefinite. Questo aspetto fa sì che ognuno abbia la possibilità di mettere alla prova e sviluppare il proprio talento. Da noi quello che conta è il raggiungimento di un risultato. Il come, nel ri- spetto dei nostri principi etici, è lasciato alla capacità e alla creatività del singolo». Altro tema molto importante è quello del merito: l’ambiente è fortemente meritocratico e l’azienda incentiva politiche per mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza. Gli orari di lavoro sono flessibili, i dipendenti possono lavorare da casa e sono premiati sulla base del risultato e non del tempo trascorso in ufficio. La diversity è considerata un valore nel senso più ampio del termine. L’ambiente è multiculturale, la di- versa esperienza aziendale è valorizzata e la presenza tra uomini e donne è bilanciata anche a livello dirigenziale. In Mars Italia il 44% dei top manager è donna: oltre all’amministratore delegato Stéphanie Le Bechec che è francese, sono donne il direttore risorse umane, il direttore finanziario (di nazionalità turca) e il direttore logistica. «Prestiamo massima attenzione alle necessità di work life balance e abbiamo una politica di ascolto molto forte — dice Le Bechec — . Da dieci anni conduciamo due indagini di clima all’anno: oltre all’analisi del Great Place To Work, ne svolgiamo internamente un’altra che ci dà un feedback e ci stimola a migliorare le nostre politiche». F. CH. © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 COR RI E RECONO M I A LUNEDÌ 9 GIUGNO 2014 DOSSIER Uomini, storie e strategie L’analisi Classifiche La gestione delle risorse umane è diventata un fondamentale fattore competitivo. Ma da noi pochi manager l’hanno capito Azienda Dev’essere un’orchestra che suona senza spartito Perché le imprese tricolori non brillano nel selezionare e sviluppare i talenti. Si premiano fedeltà e affidabilità, non il merito LE MIGLIORI SMALL CAP DI ROGER ABRAVANEL L a classifica europea di «Great place to work» continua a essere impietosa nei confronti delle aziende italiane che, purtroppo, non sono troppo presenti. Tra le 25 multinazionali, le 50 piccole e medie aziende e le 25 grandi locali premiate non ce n’è nessuna italiana. Evidentemente alle aziende nazionali il benessere del personale interessa meno che alle loro concorrenti di altri paesi. Ma perché alcune imprese si preoccupano tanto del benessere di impiegati e dirigenti? La risposta è una sola: hanno capito che la gestione delle risorse umane è diventata veramente importante in una società post-industriale dove il personale anche di livello più basso non deve più solo applicare delle procedure decise dai capi, ma deve improvvisare e risolvere problemi senza l’aiuto di nessuno. E’ la differenza che c’è tra un operaio di una linea di montaggio di un’automobile e l’addetta al IMPRESA SETTORE NUMERO DIPENDENTI IMPRESA NUMERO DIPENDENTI SETTORE 1 Cygni Information Technology 51 26 EiendomsMegler 1 Immobiliare 194 2 Bofællesskaberne Edelsvej Servizi sociali 64 27 Version 1 Information Technology 338 3 Key Solutions Servizi professionali 73 28 Tenant & Partner Immobiliare 4 One Vision Housing Immobiliare 255 29 Middelfart Sparekasse Servizi finanziari 210 5 Hartmanns Servizi professionali 114 30 Omicron electronics Elettronica 417 6 Centiro Information Technology 73 31 Baringa Partners Servizi professionali 287 7 Webstep Information Technology 269 32 Blocket Media 125 8 Vincit Information Technology 85 33 Stretch Information Technology 133 9 Conscia Information Technology 52 34 Umoe Consulting Information Technology 59 102 35 Goodman Masson Servizi professionali 116 55 10 Fondia Servizi professionali 11 Herning Kommunale Salute 69 36 Ergon Informatik Information Technology 192 12 Impact International Servizi professionali 81 37 MaibornWolff Information Technology 110 13 Axcess Information Technology 179 38 Rewe Markt Servizi professionali 397 14 AE Information Technology 152 39 Mnemonic Information Technology 108 15 Mjølner Informatics Information Technology 73 40 Spirit Link Servizi professionali 56 16 Piteå Kommun städenheten Servizi sociali 86 41 Madgex Information Technology 54 La quota dei dipendenti che in media fa lo stretto necessario. Solo il 30% dà il meglio di se stesso 17 Core Media Servizi professionali 165 42 Ormit Servizi professionali 166 18 Abakion Information Technology 51 43 Solita Information Technology 245 19 St. Gereon Seniorendienste Salute 312 44 Intuit UK Information Technology 81 20 UMB AG Information Technology 117 45 Brand Learning Servizi professionali 101 check-in di un aereoporto: il primo deve eseguire delle operazioni al meglio e non mancare sul posto di lavoro (e infatti si misura l’assenteismo), la seconda deve improvvisare quasi tutto quando un volo viene ritardato o cancellato. 21 Gatewit Information Technology 95 46 Anecon Information Technology 129 22 Arcusys Information Technology 71 47 Easi Information Technology 130 23 Liquid Personnel Servizi professionali 57 48 PasàPas Information Technology 54 24 Vertica Information Technology 51 49 Teleopti Information Technology 132 25 Propellernet Media 52 50 Globoforce Servizi professionali 130 50% Tutti dirigenti Fonte: Great Place to Work S. Franchino Oggi le aziende che vogliono vincere le sfida della competitività esigono addetti che siano «tutti dirigenti» e quindi capaci di lavorare in piena autonomia e negli interessi dell’azienda. Purtroppo non avviene sempre: un’indagine di Gallup negli Stati Uniti rivela che solo il 30% del personale «dà sempre il meglio di se stesso», il 50% «si limita a fare solo lo stretto necessario» e il 20% «pratica regolarmente l’assenteismo, esercita un’influenza negativa sui colleghi e si comporta poco professionalmente con i clienti». E’ per questo che la prima cosa che le aziende cercano nei giovani non è la competenza tecnica e professionale (che viene comunque insegnata in azienda), ma «l’etica del lavoro». Che non è facile da valutare in un giovane candidato durante una selezione e per questo alcune aziende sono più brave di altre a scegliere i talenti utili. Ma una volta che il personale con la giusta «etica del lavoro» viene selezionato, deve essere anche motivato. Ed è qui che l’inda- gine di «Great place to work» è rivelatrice. Una lettura attenta, oltre l’indice complessivo sulla «fiducia», evidenzia enormi differenze tra le migliori e le peggiori aziende nella percezio- ne che gli impiegati hanno della meritocrazia, nella loro valutazione delle opportunità di sviluppo professionale che vengono offerte e nello spirito di collaborazione tra i colleghi. Chi deve realizzare tutto questo? Solo il top management delle aziende, che nella società post-industriale deve acquistare caratteristiche di leadership che nel secolo scorso erano meno importanti. I buoni manager dell’era industriale erano esperti nel settore, affidabili (rispettavano i piani e i budget) e intelligenti. Oggi le aziende hanno bisogno al vertice di veri talenti, capaci di motivare tutto il personale (conta l’intelligenza emotiva non solo quella tradizionale), coinvolgendoli nel fronteggiare sfide sempre nuove, dimostrando flessibilità e adattabilità a un contesto che richiede capacità di improvvisazione. Non ci sono più le «job description», ma si lavora come in un’orchestra jazz in cui tutti sono in sintonia, ma senza uno spartito. Figli e nipoti Nel Belpaese questi tipi di talenti sono rari, non perché gli italiani non abbiano la leadership nel loro Dna, ma in quanto le aziende sono state quasi sempre governate da imprenditori che premiavano la fedeltà e l’affidabilità e non cercavano veri talenti, che potevano essere solo gli imprenditori stessi o nel migliore dei casi i loro figli e nipoti. Aziende familiari italiane come Luxottica e Coesia del gruppo Seragnoli, dove gli Il capo del personale? Deve diventare un partner per l’amministratore delegato imprenditori hanno scelto dei veri talenti a guidare la azienda per fare nascere cento, mille imprenditori nell’azienda stessa, sono rare. In queste realtà il responsabile delle risorse umane è un vero partner dell’amministratore delegato e lavora a stretto contatto con lui, nel fare crescere la capacità di gestione delle risorse umane. Purtroppo nelle aziende private italiane, soprattutto quelle più piccole, questo avviene raramente e il suo ruolo è confinato a una funzione di vecchia «direzione del personale» che svolge soprattutto un ruolo di tipo amministrativo. L’indagine rivela molto di più del giudizio di massima sul come ci si ritrova in azienda, perché , soprattutto oggi, un impiegato che ha un posto di lavoro sicuro, una serie di benefit, uffici piacevoli, colleghi simpatici e una buona mensa, alla fine dà comunque un giudizio positivo, anche se non crede che la meritocrazia sia un valore diffuso e che per lui ci siano dei veri vantaggi a impegnarsi di più. Ma una great company è molto di più di un great place to work. Meritocrazia.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA La premiazione di Roma Quando il business sposa la ginnastica L’approccio salutista di Microsoft, il lavoro in team di Gore: due storie di eccellenza È Microsoft la migliore multinazionale dove lavorare. Si è tenuta al Parco dei Principi di Roma, di fronte al Parco dei Daini di Villa Borghese, la premiazione delle migliori aziende europee (multinazionali, grandi imprese, medie e piccole), dove tutti vorrebbero lavorare per clima aziendale ed opportunità di crescita personale, di Great Place to work. Quando Eimear Harty, senior Hr manager di Microsoft Irlanda, è salita sul palco nessun dirigente in platea si sa- rebbe mai aspettato di dover fare ginnastica. Eppure è stato così. La giovane manager irlandese ha esortato i circa 100 manager in sala ad alzarsi dai tavoli, a distogliere lo sguardo dal pc e ad iniziare a respirare con consapevolezza. Dopo di che ha chiesto al pubblico di eseguire piccoli esercizi di ginnastica: rotazione delle spalle avanti ed indietro, chiusura ed apertura delle gambe. L’intervento della manager che si occupa di gestione del personale nella sede di Dublino dell’azienda informatica, voleva mettere in pratica il suo programma Fuel Your Energy, che approccia in modo olistico il benessere individuale, permettendo ai dipendenti di accrescere la propria energia, mantenendo nel tempo livelli superiori di prestazione. «La flessibilità è un valore — racconta Harty —. Abbiamo imparato a lavorare in un modo smart (intelligente) praticando yoga, una corretta alimentazione ed usando Yammer il social network per il mondo business. Essendo Dublino equidistante da Asia ed America, abbiamo imparato a massimizzare il tempo dei nostri collaboratori, che oggi molto più felici e soddisfatti. Il mio approccio si focalizza Bottega Veneta Marco Bizzarri su 4 tipi di energia: fisica, mentale (capacita di concentrarsi e raggiungere un obiettivo), spirituale (avere un atteggiamento positivo) ed emozionale. Flussi che arrivano diretti al raggiungimento degli obiettivi». Microsoft ha registrato così il 96% di tasso di soddisfazione aziendale da parte dei propri dipendenti. Gore, invece, basa da sempre le sue strategie sul lavoro in team e promuove l’iniziativa personale. Non ci sono diagrammi organizzativi tradizionali, catene di comando, né canali prestabiliti. «In azienda non abbiamo gerarchie piramidali, ma strutture piatte basate sul networking —afferma Monika Fattorello, responsabile risorse umane di Gore —. Non abbiamo manager che vengono scelti dall’alto, ma leader selezionati dai followers. Quando due anni fa è andato via il presidente del gruppo, abbiamo fatto una consultazione orizzontale ed abbiamo scelto tutti insieme cinque nuovi country coordination team. Non ci piace definirci dipendenti, siamo tutti associati. Il valore da noi sono le persone». Sul palco di Roma è stata poi la volta di eccellenza italiana che ha legato il proprio successo imprenditoriale al talento delle persone, quella di Bottega Veneta. Il ceo Marco Bizzarri dal 1 luglio è stato promosso ad amministratore delegato della divisione Luxury-Couture Leather Goods del gruppo francese Kering. «Quando nel 2008 sono arrivato in Bottega Veneta — spiega Bizzarri — c’era un approccio razionale su tutto. Per fare il salto di qualità, bisognava arrivare all’aspetto irrazionale ed emozionale delle persone». Tra le iniziative più interessanti a favore del buon clima aziendale il take away serale per portarsi la cena a casa, il servizio lavanderia, il car-sharing. Entro l’anno verrà inaugurata anche una palestra. La ginnastica, insomma, sembra far bene al business. BARBARA MILLUCCI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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