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Anno XXXVI – n. 246 – Luglio-Agosto-Settembre 2014
NOTIZIARIO
Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo”
dei Frati Minori
“Nutrire il pianeta. Energia vitale” Condividendo con tante altre persone il tema scelto per Expo 2015, ci lasceremo
accompagnare visivamente dalle copertine del nostro notiziario, attraverso i dipinti e le raffigurazioni che stanno
sotto i nostri occhi durante i nostri pasti.
Il refettorio non è per i frati solo luogo di nutrizione ma di convivialità, scambio, dialogo e perché no
contemplazione. Non siamo solo ciò che mangiamo ma siamo anche ciò che contempliamo e ci nutriamo anche di
dialogo e bellezza; alla luce della Parola possiamo allora gustare un sapore nuovo in ciò che mangiamo e scoprire
cosa davvero dà energia alla nostra vita.
Ultima Cena
Anonimo area lombarda, sec.XVII, olio su tela, Convento S.Antonio Milano
Dalla cupa penombra dell’architettura che fa da sfondo, emergono Gesù e i Dodici, seduti intorno alla tavola
dell’Ultima Cena. Dalla figura di Gesù che campeggia al centro dell’assemblea, ha origine un movimento che
attraversa le figure dei discepoli fino a raggiungere lo spettatore a cui è lasciato un varco per permettergli di
assistere alla scena. Alle spalle dei commensali, si muovono nella penombra tre figure femminili che servono a
tavola. Il colloquio degli apostoli si articola variamente tra le figure, da cui resta escluso Giuda, avvolto nel manto
giallo alla destra dello spettatore. Dalla parte opposta del tavolo il Discepolo amato (antitesi di Giuda) poggia il
capo sulla spalla del Maestro. Gesù benedice la tavola e l’agnello arrostito che diviene fulcro non solo della festa
ma anche della composizione. L’agnello pasquale è al centro dell’asse verticale della composizione su cui si
distribuiscono, dall’alto in basso: la persona di Gesù, un pane coperto da un tovagliolo, l’agnello pasquale, un altro
pane su un piatto e ai piedi della tavola il vino in una fiasca in vimini, tenuto al fresco in un bacile.
Il vino, il pane e l’agnello simboli eucaristico-pasquali rimandano direttamente alla persona di Gesù, vero agnello,
vero pane. Questa serie di elementi è allineata verticalmente verso lo spettatore invitandolo a prendere parte a ciò
che sta succedendo. Questo invito è ulteriormente sottolineato dallo spazio che si crea tra i due discepoli in primo
piano e dal pane sul piatto che sembra essere stato preparato per chi si affaccia alla scena, strumento e simbolo di
condivisione.
La centralità dell’agnello è sottolineata anche dal chiarore della tovaglia, e dalla direzione dei coltelli appoggiati
sulla tavola.
Giuda è colui che si esclude dalla comunione con il Maestro, così non solo volge lo sguardo altrove, ma sotto il
tovagliolo al posto del pane c’è la borsa dei denari per saziare altra fame. Ai piedi di Giuda, riverso nel bacile sta
inutilizzato o caduto un calice di vetro. Giuda non mangia e non beve è altro che vuole assaporare.
In basso nell’angolo a destra un cagnolino rivolge il suo sguardo allo spettatore, riportandoci al livello dei
cagnolini che stanno sotto la tavola del padrone in attesa che cada qualcosa da poter mangiare.
Fr. Carlo Cavallari
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Indice
Consiglio di Cooperazione Provincie Nord Italia
Bardonecchia 25-29 settembre
Calusco d’Adda 6 settembre
Arco di Trento 9 settembre
4
4
7
10
Dalla Provincia
Festa della provincia di Lombardia – Dongo
12
12
Testimonianze di Vita Fraterna
Ordinazioni diaconali
Monastero Cademario
OFS e GiFra
Eremo San Michele
La vigna
19
19
21
27
29
31
FilmiAmo
34
Notizie di Casa
36
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia
Presiede l’incontro Fr. Massimo Fusarelli. I Ministri sono tutti
presenti: fr. Bruno Bartolini, fr. Francesco Bravi, fr. Francesco Patton,
fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa, fr. Mario Vaccari.
Alle 11.10 iniziamo la sessione di Consiglio, nel tempo occupato
dall’incontro dei Gruppi Misti durante la Assemblea Definitòri che si
sta svolgendo dal 25 al 29 agosto.
Bardonecchia
26 Agosto
2014
Viene concordata la sospensione del CdC previsto a Verona per il
mese di ottobre, a motivo dei 3 incontri che il Consiglio avrà a
distanza di pochi giorni a breve: oltre al presente incontro, anche il 6 e
9 settembre.
Nome della Provincia: Fr. Massimo Fusarelli chiede ai Ministri di
pensare a 3 proposte per il Nome della Provincia da proporre ai
Definitori nella giornata di dopodomani durante la 13° Sessione della
Assemblea. Emergono tre proposte. Si concorda che la votazione
orientativa che verrà chiesta alla Assemblea sia in forma palese per
alzata di mano; i singoli Definitòri poi ratificheranno la votazione che
verrà infine trasmessa al Definitorio generale.
Enti ed Economia: i Ministri e Fr. Massimo concordano nel constatare
il clima positivo che si sta creando nella Assemblea anche affrontando
in modo così concreto le questioni economiche. Il Consiglio ritiene che
a seguito di ciò che la Assemblea deciderà, sarà importante un
incontro su queste questioni con il Ministro generale, per spiegare la
procedura che si sceglierà di realizzare per il ridimensionamento degli
Enti. Fr. Massimo avrà a breve un incontro con il Ministro generale e
potrà già accennare a tutto questo.
Fondo Missioni al popolo: su richiesta dei Responsabili del progetto
Missioni al popolo, vengono affrontate alcune questioni economiche
relative alla gestione del Progetto.
Auto per Visita canonica: si rende necessaria una automobile per la
Visita canonica che inizierà ai primi di novembre e si protrarrà fino a
marzo 2016. I Ministri a questo proposito concordano che si usi di
volta in volta una auto messa a disposizione dalle varie Province. Si
verificherà comunque la fattibilità concreta di questa proposta, in
quanto il percorso progettato per la Visita è suddiviso in blocchi di più
settimane che comprendono Case di Province diverse.
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Fr. Mario
lavoro di
confronta
questioni:
tariffe.
Vaccari rende nota la spesa di onorario all’avvocato Giacomo Bertolini per il suo
consulenza riguardo agli Enti: si concorda di dividerla tra le 6 Province. Ci si
quindi sulla necessità di essere seguiti anche in avvenire da esperti su queste
si concorda di chiedere all’Avvocato Bertolini la sua disponibilità in merito e le sue
Fr. Massimo Fusarelli domanda se gli Economi abbiano trattato anche la questione dei
Rappresentanti legali: Fr. Mario Vaccari risponde che se ne è parlato ma che si è data la
precedenza al problema più urgente che era quella degli Enti. Le due questioni non sono
comunque legate tra loro: un Rappresentante legale può infatti esserlo di vari Enti.
Preventivo Software Data Base per la Segreteria OFM Nord: si sta valutando la possibilità di
disporre un Software per la gestione informatica dei dati completi di ogni frate, ad uso della
Segreteria della nuova Provincia che si andrà a creare nel 2016. Verranno chiesti vari preventivi
e valutata la spesa e la opportunità.
Comunicazioni:
-
i 4 futuri postulanti albanesi trascorreranno le 3 settimane di settembre a Verona san
Bernardino, prima di iniziare il postulato ad Arco di Trento;
-
la Assemblea dei Definitòri del Nord Italia del prossimo anno si svolgerà dal 24 al 28
agosto 2015;
-
il Capitolo unitario del 2016 si svolgerà a Camposampiero (PD) dal 19 giugno al 2 luglio
2016. Il luogo è stato scelto in riferimento alla significatività della figura di s. Antonio: la
vicinanza con Padova inoltre permetterà una celebrazione presso la Basilica del Santo.
Concludiamo l’incontro alle 12.50 per il pranzo.
26 agosto, nel pomeriggio:
Proseguiamo nel pomeriggio, alle ore 17.00, sempre nel tempo della sessione occupata dai
Gruppi Misti.
In questa seconda parte dell’incontro, ci si sofferma particolarmente sulla programmazione dei
prossimi incontri CdC del 6 settembre a Baccanello e del 9 settembre ad Arco di Trento. Per
quanto riguarda l’incontro della mattina di sabato 6 settembre, è previsto il saluto a Fr.
Giuseppe Bonato che conclude il suo servizio di Maestro ad Arco di Trento, e l’incontro con il
Segretariato F&S.
Per quanto riguarda invece l’incontro di martedì 9, l’orario previsto è dalle 9.30 fino alle 17, e
comporterà al mattino l’incontro con il Coetus della Fraternità formativa di Arco di Trento, e al
pomeriggio l’incontro con il Coetus di Verona s. Bernardino.
Visita Canonica: si ipotizza durante il tempo della Visita canonica la partecipazione del
Visitatore Fr. Massimo ad un incontro del Definitorio di ciascuna Provincia.
L’ultimo punto all’ODG – l’accompagnamento del CdC al lavoro dell’Animatore vocazionale
unico - viene rimandato, in quanto richiede di essere affrontato con calma e discernimento.
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Lo si prenderà in esame più avanti, dopo che anche nei settori PG e CPV maturerà la riflessione
e la accoglienza del Progetto formulato a tal riguardo dal CdC - di un centro unitario per la
pastorale di ambedue i settori - e fatto conoscere ai due frati responsabili con la lettera dello
scorso 25 giugno (Prot. 18/2014).
Fr. Massimo Fusarelli chiude il nostro incontro alle ore 18.30 per poter pregare il Vespro con gli
altri fratelli.
fr. Stefano Dallarda
Segretario
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Presiede l’incontro fr. Massimo Fusarelli. I Ministri sono tutti
presenti: fr. Bruno Bartolini, fr. Francesco Bravi, fr. Francesco Patton,
fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa, fr. Mario Vaccari.
Iniziamo alle ore 9.00 con la preghiera ispirata dal Vangelo del giorno,
e preparata da fr. Stefano.
Saluto a fr. Giuseppe Bonato:
Il primo punto all’ODG prevede l’incontro con fr. Giuseppe Bonato al
termine del suo servizio come Maestro dei Postulanti: fr. Giuseppe
ringrazia il CdC per la esperienza fatta in questi anni ad Arco di
Trento, e suggerisce alcune indicazioni per il cammino futuro. La
gratitudine è reciproca, e fr. Giuseppe viene congedato.
I Sessione
Baccanello
di Calusco
d’Adda
6 Settembre
2014
Incontro con il Segretariato Formazione e Studi
Sono assenti fr. Fabio Piasentin, fr. Roberto Ranieri e fr. Giampaolo
Cavalli per impegni già assunti in antecedenza. All’incontro partecipa
anche il Ministro provinciale francese, fr. Michel Laloux, insieme al
Segretario fr. Batitte, giunti a Baccanello per partecipare all’inizio del
noviziato del postulante della Provincia francese, fr. Jean-Noël Daly.
L’incontro verte sui seguenti punti:
 confronto sugli orientamenti e la prassi nelle diverse tappe
della Formazione iniziale;
 partecipazione dei Vicemaestri al Segretariato;
 legame tra Segretariato e CdC.
Fr. Massimo Fusarelli accoglie i responsabili dei Settori del
Segretariato presenti, sottolineando che questo incontro vuole anche
rappresentare un nuovo inizio per un collegamento più efficace tra
CdC, Segretariato e Settori.
Fr. Lorenzo Raniero, Segretario, relaziona sul lavoro del Segretariato
nell’anno 2013-14: i responsabili dei Settori si sono trovati 4 volte: la
prima si è risolta in un breve incontro a carattere conoscitivo, mentre
nelle 3 seguenti si sono fermati più tempo, rispettivamente il 21-22
gennaio a Baccanello, il 24 marzo a Bologna, a fine maggio a Genova.
La modalità di conduzione di questi incontri comprendeva uno spazio
di comunicazione e condivisione sulle situazioni delle varie Case di
formazione e dei Settori (Fope, Studi, Ministeri). Dal mese di gennaio
si è aggiunta anche la riflessione ed il confronto sulla figura del
Responsabile ai Ministeri, e la richiesta al CdC di formalizzare e
ratificare la procedura da seguire in questi casi, e che ogni Guardiano
dovrebbe conoscere.
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Ci si è interrogati e confrontati su alcuni contenuti della Formazione iniziale (trattati anche in
separata sede da fr. Lorenzo Raniero, fr. Andrea Contini e fr. Almiro Modonesi ) che
necessitano di cura e di valorizzazione: ad esempio la storia dell’Ordine e la conoscenza del
patrimonio artistico e agiografico - temi che in noviziato non vengono affrontati – o anche altri
come la “fraternità evangelizzante”. Si riconosce il ruolo importante che lo Studio teologico di
Verona e le settimane di studi francescani a Cavallino possono avere in tutto questo ambito.
Altri temi trattati: il rapporto tra la Formazione e lo studio e i suoi tempi, la Formazione
teologica dei fratelli laici, il rapporto tra Casa formativa ed esperienze pastorali (si è ribadito che
queste ultime: siano finalizzate prima di tutto al bene del formando, si privilegino le nostre
realtà pastorali, il formando sia accompagnato in queste esperienze da un Professo solenne)…
Il lavoro che resta da fare:
• i temi trattati non sono conclusi e necessitano ancora di tempo;
• il contributo chiesto al Segretariato per il lavoro di preparazione al Capitolo generale
2015 sui testi inviati dalla Segreteria generale;
• la FoPe (con il materiale che verrà consegnato al Convegno di novembre);
• il contributo sulla prospettiva qualificante;
• il rapporto da curare tra i due Segretariati (Evangelizzazione e F&S);
• il parere chiesto al Segretariato su alcuni articoli dei futuri SSPP da parte della
Commissione;
• sarebbe da rivedere la Ratio Formationis interprovincialis.
Infine fr. Lorenzo, citando il Documento finale della Assemblea Definitòri 2013 di Assisi al n°
4.1, sollecita da parte del CdC una più puntuale interazione con il Segretariato, e domanda che
si specifichi come questa collaborazione possa avvenire in modo più proficuo.
Fr. Massimo Fusarelli rivolge un saluto ai nuovi Formatori, e ricorda che questo incontro e
quello di martedì prossimo 9 settembre con il Coetus di Arco e di Verona hanno il carattere di
un nuovo inizio e vengono incontro a quanto espresso da fr. Lorenzo al termine della sua
esposizione. Il Ministro del territorio che seguirà ciascuna Casa di formazione è un ulteriore
segno del legame con il CdC. E’ necessario però cercare insieme il modo di attuare questo
legame, data la complessità della relazione tra le 6 Province, i Ministri e i Settori dei Segretariati.
Fr. Massimo ricorda inoltre – a proposito della Formazione ai Ministeri - che nel prossimo
Convegno verrà consegnata una proposta dei Maestri di PT italiani, che sarà bene far conoscere
e pubblicizzare, dato che su questa questione c’è un vuoto legislativo; realisticamente bisognerà
aspettarsi che ci vorrà del tempo prima che questa prassi sia concretamente assimilata.
Segue un adeguato spazio di confronto e di dialogo. Vengono toccati i temi della interazione tra
CdC e Segretariati e Settori, dell’Accompagnamento ai Ministeri, degli incontri tra i Formatori.
Si concorda con i Formatori che facciano avere al CdC, per il necessario confronto e la
approvazione, entro il 13 novembre i Progetti e i Programmi formativi di ciascuna Casa.
Vengono ringraziati e congedati i fratelli del Segretariato.
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Documento finale Assemblea Definitòri di Bardonecchia:
Il Documento finale della Assemblea dei Definitòri, conclusasi a Bardonecchia il 29 agosto
scorso, viene analizzato nella sua presentazione finale, comprensiva della introduzione e della
conclusione, e di brevi correzioni linguistiche. Le aggiunte e le modifiche vengono approvate. Si
concorda che il testo verrà presentato per la prima volta ai Guardiani durante la Assemblea di
ottobre, e che per quella occasione venga stampato e preparato per la presentazione in aula. Si
concorda inoltre che nella stampa vengano inseriti per intero i 4 allegati, ma siano graficamente
ben distinti dal testo.
Fr. Massimo Fusarelli chiude l’incontro alle ore 11.50 per poter partecipare al rito di iniziazione
alla Vita consacrata dei nuovi novizi.
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Iniziamo il nostro incontro alle ore 9.30 con la preghiera iniziale. Fr.
Massimo Fusarelli introduce i lavori ed accoglie il Coetus
formativo della fraternità di Arco di Trento (fr. Saverio Biasi, fr.
Devis Rutigliano, fr. Michele Passamani, fr. Enzo Pellegatta) per il
previsto incontro con il CdC all’inizio del cammino del nuovo anno
e dell’avvio della comunità FAV-Postulato. Dopo una
presentazione da parte del Guardiano fr. Saverio Biasi, del nuovo
Maestro fr. Devis Rutigliano e del Responsabile FAV fr. Michele
Passamani, si lascia uno spazio per un confronto su alcuni temi, e
precisamente: il ruolo specifico del Maestro e quello
dell’accompagnatore spirituale, le modalità del ricorso alle scienze
umane e alle diagnostiche psicologiche, la formazione dei
Formatori.
II Sessione
Arco di Trento
9 Settembre
2014
Fr. Massimo Fusarelli ringrazia i confratelli di Arco che vengono
congedati.
Aspetti economici del Progetto Missioni al popolo:
Su richiesta dei responsabili, fr. Federico Righetti e fr. Michele
Montemitro, dopo adeguato spazio di confronto, si concorda su
questi punti riguardanti la gestione economica delle Missioni al
popolo:
 il fondo economico della Provincia lombarda riservato alle
Missioni al popolo diventi fondo unico a servizio del livello
1 del Progetto (residente nella Casa di Rezzato): questo unico
Fondo si alimenterà come di consueto anche da ciò che
rimane dei proventi delle Missioni, tolto il compenso ai
Missionari;
 le spese sostenute dai frati del livello 2, est e ovest, saranno
possibilmente coperte dalle Case ove i frati risiedono;
 il pulmino utilizzato a Chiampo da fr. Federico Righetti
rimarrà in loco a servizio della zona est del Progetto;
 verrà acquistata una nuova auto ad uso di fr. Federico, la cui
spesa verrà divisa tra le 6 Province; si chiederà pertanto a fr.
Federico una proposta con due preventivi di spesa.
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Pomeriggio, ore 14.30:
Incontro con il Coetus formativo di Verona s. Bernardino:
A questa parte dell’incontro è assente fr. Francesco Patton che partecipa alle esequie del
Definitore provinciale e Guardiano di Mezzolombardo fr. Tarcisio Bortoli, morto
improvvisamente sabato 7 settembre.
Fr. Massimo Fusarelli introduce l’incontro salutando i frati a nome di tutti e ringraziandoli
cordialmente per il difficile servizio formativo. Viene ribadito che il Ministro del luogo (fr.
Antonio Scabio) sarà elemento di dialogo, di legame, di vicinanza tra CdC e Casa di
formazione. In questo incontro si darà spazio anche ad un confronto riguardo al ruolo che le
scienze umane possono avere nella formazione: le competenze reciproche, i limiti e le attenzioni
da salvaguardare. Dopo una presentazione da parte del nuovo Maestro, fr. Andrea Contini, e
del Guardiano, fr. Giampaolo Cavalli, lo scambio verte poi anche sulla ricca e complessa realtà
di s. Bernardino, e precisamente sulla realtà della mensa, sulla accoglienza, sul coinvolgimento
degli studenti nelle attività pastorali, su alcune problematiche affettive. Il confronto e lo
scambio risulta per tutti ricco e fecondo per il cammino del nuovo anno, e si auspica che
favorisca un puntuale dialogo e collaborazione tra Casa di formazione, Segretariato F&S e CdC.
Fr. Massimo Fusarelli ringrazia e saluta i frati, e l’incontro termina alle ore 16.48.
fr. Stefano Dallarda
Segretario
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Dalla Provincia
Saluto di fr. Francesco Bravi – Ministro provinciale
per la festa della Provincia di Lombardia
Egregio Signor Sindaco, un grazie sincero per l'ospitalità che
così gentilmente ha voluto offrire a noi frati minori di Lombardia nel
giorno in cui ricordiamo gli anniversari più significativi di
consacrazione religiosa e sacerdotale di alcuni confratelli unendoci,
come fraternità provinciale, ai frati della comunità di Dongo che
ricordano in questi mesi i quattrocento anni dell'arrivo dei frati minori
a servizio del santuario della Madonna delle Lacrime o del fiume
secondo l'antico titolo.
Dongo
Palazzo
comunale
25 settembre
2014
Il santuario e il convento furono costruiti per volontà della gente del
posto e ancora oggi rivelano un profondo legame con il territorio e
con la chiesa locale. Il Santuario, affidato alla nostra cura pastorale, è
considerato dalla gente del posto un punto di riferimento spirituale
molto importante, un “luogo dello spirito” profondamente inserito nel
tessuto della vita sociale ed ecclesiale e amato come un “luogo del
cuore” che custodisce la memoria viva della storia della propria gente,
delle proprie tradizioni. Questo ci impegna a custodire con amore e
con cura quanto ci è stato affidato.
Il ricordo di una presenza carica di storia e la concomitante memoria
del percorso di vita francescana di alcuni confratelli, creano una
provvidenziale occasione innanzi tutto per noi frati, per collocare
dentro una storia più grande il cammino della attuale fraternità
provinciale, tesa tra passato da riscoprire con rendimento di grazie,
un presente fatto da volti e storie precise e condivise e un futuro da
costruire nella consapevolezza del percorso verso la nascita della
nuova provincia. Ed è sicuramente per la gente di Dongo un
conoscere ed apprezzare ancora di più una presenza religiosa che ha
segnato e segna ancora la storia di questa comunità civile ed
ecclesiale. Una giornata dunque dove passato, presente e futuro
mirabilmente si intrecciano per aiutarci a sostenere l'impegno di tutti
noi – con le nostre diverse responsabilità - a dare qualità alla nostra
vita civile e religiosa.
Saluto con sincero affetto tutti i miei confratelli, specie coloro che oggi
ricordano anniversari particolari di consacrazione religiosa o
sacerdotale. Un saluto e un ringraziamento al signor Parroco, al
Vicario foraneo a tutti i sacerdoti presenti; grazie per la fraterna
amicizia.
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Un sincero grazie alla fraternità di Dongo per l'accoglienza fraterna e per tutto quello che i frati
hanno fatto per poter vivere al meglio questa giornata. Colgo l'occasione per ringraziare tutti i
cittadini donghesi ( quelli presenti ) per l'affetto, la vicinanza e l'attenzione che hanno sempre
dimostrato e ancora oggi dimostrano in tanti modi verso i loro frati.
A Lei signor Sindaco, ai sacerdoti, ai miei confratelli, a tutti i presenti l'augurio e il saluto
francescano di ogni Pace e bene.
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Omelia di fr. Francesco Bravi
Convento di Dongo
Carissimi fratelli, mentre rendiamo grazie al Signore per chi tra noi oggi ricorda i
significativi anniversari di ordinazione sacerdotale e di professione religiosa, tutti insieme
accogliamo ancora una volta la Parola di Dio che, se da una parte illumina di luce nuova il
mistero eucaristico che stiamo celebrando, dall'altra ci invita a rivedere la nostra fedeltà ad
una chiamata vocazionale che segna così profondamente la nostra vita da diversi anni. Una
Parola dunque per tutti noi che siamo qui, una Parola per i fratelli festeggiati, una Parola
per tutta la nostra fraternità provinciale. Celebrare un anniversario di vita religiosa o
sacerdotale, o semplicemente fare memoria della nostra consacrazione, non è solo scoprire
che il tempo passa con la sua ineluttabilità, come ci ha ricordato la prima lettura nel testo
del Qoelet, ma vivere tutto questo come una rinnovata occasione di grazia per metterci alla
continua ricerca di Gesù, anche noi come Erode e probabilmente con intenzioni ben
diverse, per cercarlo continuamente in un profondo desiderio di vederlo, come ci propone
la pagina evangelica.
A tutti noi la Vergine del fiume e delle lacrime – così come è raffigurata nell'immagine
venerata in questo santuario - offre nuovamente suo Figlio, ce lo dona come Parola viva ed
eterna, ce lo ripresenta come pane di vita che nutre il nostro cammino. La Vergine che qui
ha pianto ci invita innanzitutto a valutare – come ci hanno ricordato la prima lettura e il
salmo responsoriale - in modo saggio e intelligente lo scorrere dei nostri giorni. Siamo
chiamati a non metterci all'ansiosa ricerca di una felicità altrimenti irraggiungibile; chiamati
a “ contare i nostri giorni” per acquistare “ un cuore saggio”; chiamati a cogliere con
semplicità e misura i beni che la vita offre nella consapevolezza dello scorrere del tempo;
chiamati a dare serena e pacificante concretezza al nostro vivere “sine proprio” che ci fa
considerare sempre penultime tutte le cose di questo mondo nella certezza che “ non c'è
niente di nuovo sotto il sole”; chiamati ogni giorno ad essere e non solo a dirci “ pellegrini e
forestieri in questo mondo” consapevoli che “ vanità delle vanità..tutto è vanità”; chiamati
ad essere profondamente convinti di essere incamminati verso “ la terra dei viventi” tanto
da vivere ogni attività nel segno della finitezza e della provvisorietà, nella sicura certezza
che l'uomo ritorna alla polvere come ci ha ricordato il salmo 89. Un pianto – quello della
Vergine – che ci mette dunque in guardia; un pianto che ci invita – come una buona madre
– a ricentrare bene la nostra vita sulle cose che contano. E noi di fronte a tanto amore
abbiamo detto e diciamo con le parole del salmo: “ rendi salda per noi l'opera delle nostre
mani, l'opera delle nostre mani rendi salda”. A te o madre affidiamo il nostro proposito e il
nostro anelito di santità che oggi rinnoviamo.
La Vergine che qui ha pianto ci invita poi a cercare Gesù con tutte le nostre forze nel
profondo desiderio di vederlo, di contemplarlo, di adorarlo. L'impegno a dare unità
profonda alla nostra esistenza proprio attorno a questa ricerca, che è ovviamente diversa da
quella di Erode, e che deve connotare tutti i nostri giorni.
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Qui allora non contano soltanto gli anni, più o meno tanti di professione o di ordinazione, conta
quanto ancora e con quale amore ci possiamo definire cercatori del volto santo del Signore
Gesù. Quanto e come facciamo dei nostri giorni un continuo pellegrinaggio nella fede , nella
speranza e nella carità per cercare la ragione profonda del nostro vivere e operare: il Cristo
Signore, che ci ha affascinato e ci ha fatto percorrere la via di Francesco nella famiglia dei Frati
minori. La Vergine che qui ha pianto ci invita ad essere come Lei pellegrina nella fede in una
continua riflessione che diventa verifica della vita nella meditazione “ degli eventi di suo
Figlio”. Un pianto – quello della Vergine – che ci invita e ci sollecita a crescere continuamente in
una ricerca appassionata ed amante del Signore Gesù, colui che abbiamo chiamato al canto al
Vangelo “ la via, la verità e la vita”. A te o madre affidiamo il nostro proposito e il nostro anelito
di santità che oggi rinnoviamo.
Mi piace poi pensare che oggi la Vergine Maria in questa sua dimora pianga ancora, ma pianga
di gioia. Pianga di gioia per i suoi figli che ricordano un cammino di anni fatto di fatiche e di
slanci d'amore, carico di fedeltà insieme alle inevitabili umane fragilità e peccati. Pianga di gioia
nel ricordo di una storia fatta di quattrocento anni di presenza francescana, insieme variopinto
di volti concreti di numerosi confratelli che hanno animato e servito questo luogo e questa
gente. Pianga di gioia nel vedere i nostri sforzi per dare una qualità sempre più evangelica alla
nostra vita nel cammino verso la nascita della nuova Provincia. Pianga di gioia nel vederci
riuniti con Lei a pregare suo Figlio e a celebrare i misteri pasquali della nostra salvezza
riscoprendoci ed edificandoci ancora come fratelli. Mi piace poi pensare che queste lacrime di
Maria possano diventare anche le nostre, quelle di ogni frate minore lombardo o che per lo
meno le lacrime che ognuno di noi piange per i propri peccati, per le fatiche che fa a vivere
fedelmente quanto promesso al Signore, per le incomprensioni e le esclusioni che sperimenta,
per la solitudine e le malattie, per i limiti umani e per le infedeltà dei fratelli che frenano i
desideri di una vita più evangelica, si possano trasformare in lacrime di gioia, di speranza e di
condivisione in una rinnovata accoglienza di ogni fratello che con la sua storia, le sue scelte, le
sue fedeltà e infedeltà, sta scrivendo una pagina di vangelo vissuto.
Non siamo e non vogliamo essere un'insieme di piangenti, per altro un po troppo sentimentali e
retrò, vogliamo semplicemente essere uomini di fede che rinnovano il loro impegno di servire il
Signore e i fratelli con tutta la loro umanità e che magari sanno anche piangere per la gioia di un
incontro fraterno, sanno commuoversi e piangere di gioia per tutto il bene che c'è nell'altro e
nella bellezza di una storia concreta come la nostra presenza quattro volte centenaria di Dongo.
O Vergine delle lacrime e del fiume accogli i desideri profondi del nostro cuore; accogli la lode e
il rendimento di grazie di chi tra noi oggi ricorda anniversari importanti di vita francescana e
sacerdotale. O Vergine delle lacrime e del fiume riempi di consolazioni celesti tutti coloro che
qui ti invocano; a noi e a tutti “ rivolgi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”.
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Testimonianze di vita fraterna
Ordinazioni diaconali
Raccontare quanto il buon Dio sta operando nella mia vita, significa
testimoniare la misericordia che Egli continua ad usare verso di me, suo
servo.
Durante la settimana di esercizi in preparazione al Diaconato, siamo
stati aiutati a meditare sulla figura del “servo del Signore” descritta nel libro
di Isaia. Questo mi ha permesso di riflettere abbondantemente sul nuovo
servizio che il buon Dio mi chiama a svolgere all’interno della porzione di
Chiesa in cui sono inserito.
Prendere consapevolezza di essere suo servo e di dover portare la sua
missione di annunciare la sua parola a coloro che sono sfiduciati, mi ha
permesso di inquadrare nel giusto modo il servizio del Diaconato. Infatti
questo sguardo prospettico spazza via ogni ansia, in quanto io sono stato
chiamato ad essere suo servo fin dal seno materno, con la certezza di fondo
che il suo servo avrà successo e sarà onorato, anche se dovrà passare per il
crogiuolo della sofferenza.
Il Signore, più di prima, mi invita a fare attento il mio orecchio alla sua
parola ogni mattina, perché io possa parlare come suo discepolo e curare con
l’olio della sua parola i cuori spezzati.
Sono consapevole dell’aumento di responsabilità (e questo mi fa
tremare le gambe), ma sono ancor più consapevole dell’aumento della grazia
che il buon Dio non farà mancare al suo servo.
Avanti con fiducia, quindi, in un cammino di sequela, che si fa sempre
più totale e coinvolgente, di Colui che da sempre ha avuto cura speciale e
sollecitudine grande per me suo servo.
Davanti ho un chiaro modello di sequela nella figura della Vergine
Maria, la quale ha concepito e generato il Verbo della vita, diventando punto
di riferimento per coloro che vogliono servire e amare il Signore Dio vivo e
vero.
Non voglio dimenticare certo il serafico padre Francesco, il quale
seguendo Cristo Gesù ha visto sbocciare la sua vita, attraverso una
trasformazione interiore che lo ha portato ad assaporare una dolcezza dove
prima aveva sperimentato l’amaro.
L’augurio che faccio a me, e a coloro che leggeranno queste righe, è di
gustare e vedere come è buono il Signore verso coloro che ripongono il lui
tutta la loro speranza.
Chiampo
27 settembre
2014
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Dedicazione della chiesa e dell’altare del monastero Ss. Francesco e Chiara
Una piccola chiesa attorno al suo vescovo, che fa memoria delle sue origini
francescane
Insieme alle mie Sorelle qui presenti, desidero ringraziare con tutto il
cuore Mons. Valerio, nostro Vescovo, che ha voluto presiedere questa
celebrazione, insieme a Mons. Càusero, - la sua presenza è un dono grande e
inaspettato! - che rappresenta per noi qui Papa Francesco. Questa loro
partecipazione ci fa sentire tutto l’affetto e tutta la cura che ha per noi Sorelle
la Chiesa universale e in particolare quella ticinese a cui apparteniamo.
Il nostro Vescovo emerito Mons. Pier Giacomo purtroppo, per motivi di
salute, all’ultimo momento non ha potuto essere qui e l’abbiamo ricordato in
questa Eucaristia, per tutta la paternità grande che ha sempre saputo
dimostrarci, in momenti anche molto difficili.
Ringrazio P. Francesco Bravi ofm, nostro Ordinario, Provinciale della
Provincia del Frati Minori della Lombardia: la sua presenza è assai preziosa,
perché corrisponde al desiderio che dalle sue origini questa nostra comunità
ha manifestato, di essere legata a Francesco d’Assisi, di cui Chiara si sentiva
“pianticella”.
Grazie anche al Sindaco, Sig.
A. Servalli, per essere qui con noi,
rappresentando tutti i cittadini di Cademario.
Cademario
31 agosto
2014
La fedeltà e la novità di Dio
Il cuore è tornato spesso, in questi giorni di preparazione alla festa di oggi,
alle due altre importanti feste del Monastero, quella dell’Inaugurazione – il
28 maggio 1992 – e quella dell’Erezione Canonica – il 18 giugno 2006 -. A
queste due date alcuni tra noi sono stati presenti, altri non a tutte.
Personalmente ero assente all’inaugurazione del Monastero e la mia
vocazione era ancora tutta nel cuore di Dio, così come quella della
maggioranza di noi Sorelle presenti oggi.
Del giorno dell’inaugurazione ho ascoltato – per così dire – sulle
ginocchia delle mie sorelle e madri le parole che Mons. Corecco
pronunciò nell’omelia della S. Messa e che risuonano proprio oggi nel
loro significato più vivo e pieno:
Suor
M. Maddalena
“Una scintilla di amore per il Cristo si accende oggi qui in mezzo a noi,
che non stiamo ponendo la prima pietra di un monumento,
ma di una storia di persone, una storia che ci porta verso l’eternità”.
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Davvero non abbiamo posto in questi anni solo delle nuove pietre all’edificio della chiesa di
Cademario, o al nuovo edificio monastico che abbiamo potuto costruire con l’aiuto di Dio, ma
abbiamo costruito una storia, una storia di amicizia, legami di vera parentela spirituale, che
spesso divengono più forti – se possibile – di quelli di sangue.
Scorgo ora con grande riconoscenza dei volti che sono come una “memoria storica” per la
nostra comunità e il segno commovente della tenerezza e fedeltà del Signore alla nostra piccola
fraternità:
- Madre Chiara Raffaella, abbadessa del nostro Monastero Madre di S. Erminio, a Perugia,
presente, come un segno di provvidenza grande e di unità, a tutte e tre le tappe più
importanti della nostra storia;
- Tra le nostre sorelle desidero ringraziare in particolare Sr. Maria Giuseppina, prima
responsabile della comunità, e Sr. Chiara Noemi, prima maestra: le prime “fondatrici” (o
sfondatrici!); Sr. Chiara Myriam – che è stata nostra madre per molti anni -, se posso dire,
il Giovanni Paolo II della nostra piccola comunità, a cui ha dato per sempre un’impronta
e un volto di comunione e di apertura grande: queste tre piccole grandi donne ci hanno
guidate “al largo” in tanti momenti di difficoltà, di “guado” e di prova, con una fede
nuda e coraggiosa, spesso con lacrime che rimangono nascoste nel cuore di Dio per il
Paradiso… sono certa che è grazie alla loro fede, speranza e carità che Dio ci ha fatto la
grazia di essere qui oggi, e cresciute e moltiplicate…
- Mons. Valerio e P. Francesco Bravi, nostro Provinciale, già presenti all’erezione canonica
- Vari volti di amici qui presenti che il Signore ha legato alla nostra storia e che qui non
posso ricordare purtroppo ad uno ad uno (ma lo abbiamo fatto volentieri nel cuore nel
corso di questa celebrazione).
Il cuore va anche ai nostri cari defunti , Mons. Torti, alcuni sacerdoti a noi cari e tanti altri, che ci
hanno sostenute con particolare affetto e ora seguono il nostro cammino dal Cielo.
Ci sono però anche nuovi volti, amicizie nate da poco, o che stanno nascendo, e che sono il
segno della fantasia sempre nuova di Dio.
Una dimora di Dio ma anche dell’uomo
Dio ha voluto per noi questa bellissima vocazione: essere
“dimora di Dio con gli uomini, ove lieta risuona la liturgia di lode e la voce degli uomini si
unisce ai cori degli angeli nella preghiera incessante per la salvezza del mondo”
(cfr. Preghiera di Dedicazione nel rito della dedicazione).
Vorremmo mostrare umilmente al mondo, nella misura in cui Dio ce ne darà la forza e il
coraggio, quanto è bello, amabile, desiderabile e fonte di gioia abitare nella casa del Signore!
Testimoniando questa bellezza, speriamo di attirare al Suo cuore tanti altri uomini e di
riscaldarne i cuori al focolare del Suo amore! Si apre oggi un’intera messe davanti ai nostri
sguardi: il compito della “nuova evangelizzazione”, l’invito che possiamo rivolgere assieme, se
uniamo le forze, alla riscoperta delle radici Cristiane del nostro continente, della nostra
Europa…
Una casa costruita da una comunità, ma anche da un popolo
Ringrazio pertanto, a nome di tutte le mie sorelle qui presenti, quanti in mille modi hanno
collaborato alla costruzione di questa dimora di Dio - non fatta da mano d’uomo e al contempo
opera delle nostre mani che Dio ha portato a compimento per noi.
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Ringrazio l’architetto Cedro che ha sapientemente disegnato il progetto del nuovo monastero e
pazientemente si è disposto all’ascolto di noi sorelle, che abbiamo pensato a lungo già sulla
carta queste mura e questi spazi, perché potessero essere luogo dello Spirito.
Ringrazio le imprese, gli ingegneri, gli artigiani e i muratori che con l’esperienza, l’arte, il lavoro
delle mani e dell’intelligenza e il sudore della fronte hanno lavorato qui.
Ringrazio quanti sono stati mossi a simpatia e tenerezza per noi, così da mettere gratuitamente
a disposizione i mezzi materiali per far fronte alle importanti spese della costruzione.
Ringrazio anche le persone cui il Signore ha ispirato la generosità di un’offerta speciale delle
loro lacrime, sofferenze, malattie, acqua che si è unita alla calce di queste mura…
Così Dio e uomo, materia e Spirito sono per sempre uniti in un’unica opera!
Questa casa rimarrà per sempre indissolubilmente “dimora di Dio con l’uomo”, costruita da
una comunità di Sorelle ma anche costruita da un intero popolo.
La tappa vissuta oggi ci lega per sempre assieme, in vocazioni differenti ma unite, in varie
sfumature di bellezza, nell’unica comunione con Cristo Sposo della Chiesa e “ci porta verso
l’eternità” anche proprio assieme.
Soprattutto vogliamo dire tutta la nostra gioia di appartenere a questa bella e accogliente chiesa
del Ticino, Galilea delle genti, terra di mezzo… poi di appartenere ai nostri cari fratelli frati
minori e cappuccini, della Svizzera, della Lombardia e del “Nord Italia” (!), poi a tutti i
sacerdoti cui spetta un posto speciale nei nostri cuori di claustrali, e infine alle tante famiglie e
consacrati laici, al Terz’Ordine francescano con cui camminiamo assieme.
Una dedicazione del nostro cuore a Dio e ai fratelli
Dedicando oggi a Cristo il “cuore” del nostro Monastero – che sono la chiesa e l’altare -,
dedichiamo tutto il nuovo Monastero, nel quale ci troviamo a vivere con grande riconoscenza e
gioia già da due anni circa.
Sia questa per sempre “Casa di Dio”, luogo di incontro con la sua presenza che sempre ci
trasforma, con la sua bellezza misteriosa che ci attrae, luogo per sperimentare la sua
accoglienza, la sua porta sempre aperta per noi, la sua infinita misericordia.
Dedicando il cuore del monastero, non possiamo non
dedicare anche il nostro cuore a voi, carissimi fratelli e
sorelle qui presenti ricordati tutti nella odierna Eucaristia,
assieme a quanti non hanno potuto partecipare di persona e
ai cari defunti:
Maria, Vergine fatta Chiesa, faccia di tutti noi il Corpo santo
del Signore e ci renda Sua dimora santa, gioiosa, bella,
accogliente!
Fare memoria e ringraziare suscita e attira lo Spirito Santo
Desidero comunicare infine che ogni anno avremo la gioia di
rinnovare la grazia e la memoria di questa vocazione e
missione di essere totalmente dedicate al Signore, al suo
servizio di lode e di intercessione per tutto il popolo.
Nell’ultima domenica di agosto di ogni anno celebreremo la
festa di questa Dedicazione solenne e rinnoveremo il nostro
grazie a Dio per questa stupenda vocazione, che è per tutti!
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Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Cronaca 31 agosto 2014
Tra tutti gli eventi vissuti dalla nostra piccola fraternità nei suoi 22 anni di presenza a
Cademario, la dedicazione della chiesa e dell’altare è indubbiamente il culmine, il sigillo
definitivo di Dio che ha stretto con noi un’alleanza e ha deciso di porre la sua dimora su questo
monte, in questa porzione di chiesa ticinese.
Ci siamo preparate al 31 agosto con stupore e gratitudine; don Nicola Zanini, cerimoniere
vescovile e fedele amico della comunità, ci ha introdotte con una lezione nella ricchezza dei
segni liturgici del rito e il 28 agosto ha predicato il ritiro fornendoci alcuni spunti di
meditazione a partire dal testo della preghiera di dedicazione. Questa giornata è stata una
pausa ristoratrice nel bel mezzo dei preparativi e del grande trambusto che regnava in casa in
quei giorni, non solo per la presenza degli artigiani che dovevano posare l’altare e l’ambone, ma
anche perché, nell’imminenza della scadenza delle garanzie di cantiere, si erano date
appuntamento altre ditte…pareva di essere tornate in cantiere e Gesù ha condiviso con noi la
precarietà e il disagio. Da lunedì 25 agosto, infatti, il tabernacolo si è spostato in biblioteca dove
celebravamo l’Ufficio divino e la S. Messa. Al termine della giornata di ritiro una ricca
condivisione fraterna ha permesso di donarci reciprocamente ciò che lo Spirito stava dicendo al
nostro cuore; pur nella diversità delle esperienze personali e del tempo trascorso a Cademario
alcune parole erano ricorrenti: meraviglia, gioia, gratitudine per essere state scelte dal Signore
ad essere spettatrici della sua opera, per aver visto crescere, nella fatica e nella pazienza dei
giorni, una dimora “costruita non da mani d’uomo”- perché solo l’onnipotenza di Dio poteva
compiere il miracolo di un nuovo monastero e di una chiesa- eppure anche edificata con i
talenti, lo sforzo, la collaborazione dell’uomo.
Sabato 30 abbiamo accolto tra noi Madre Chiara Raffaella Sara, abbadessa del nostro monastero
madre di Perugia che ha condiviso tanti momenti importanti della nostra storia: la sua presenza
semplice e fraterna è stata un dono per tutte e ci ha fatto sperimentare l’abbraccio delle sorelle
della Federazione, ricordandoci le nostre origini. Dopo una notte di temporali e ancora qualche
rovescio di pioggia al mattino, il tempo è stato clemente (sicuramente il Signore ha premiato la
perseveranza e la fede di quanti, e in prima fila la nostra sr. Giuseppina, hanno pregato) e ha
permesso alle centinaia di persone convenute (si sono stimate circa 400 presenze) di assistere
comodamente all’esterno della chiesa dove erano stati installati 3 maxischermi. Sì, nei volti di
questo popolo per la gran parte ticinese era evidente come il Monastero sia ormai inserito nella
chiesa locale!
La celebrazione è iniziata alle ore 16 con una processione partita dalla sacrestia allestita per
l’occasione in un parlatorio, mentre noi Sorelle e il resto dei sacerdoti e del popolo di Dio
attendeva in chiesa e all’aperto. S.E. Mons. Valerio Lazzeri, Vescovo di Lugano, presiedeva il
rito; accanto a lui concelebrava S.E. Mons. Diego Causero, Nunzio apostolico in Svizzera, e il
M.R.P. Francesco Bravi ofm. nostro ordinario.Il servizio liturgico era assicurato da don Nicola
Zanini, dal diacono don Fabio Minini e da alcuni seminaristi della nostra Diocesi.Il sig. Antonio
Bonvicini, organista della cattedrale di Lugano, ha suonato l’organo. All’esterno il servizio
d’ordine è stato garantito in maniera esemplare da alcuni Scout del Ticino. I segni di questo rito
sono stati molto pregnanti: il rito dell’aspersione sui presenti, a memoria del nostro battesimo, e
sulle pareti della chiesa a ricordare che in Cristo il male è sconfitto; la benedizione del nuovo
ambone con l’intronizzazione della Parola.
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L’omelia di Mons. Valerio è stata costellata di riferimenti all’esperienza dei nostri santi
fondatori. Quindi, dopo la recita del credo, il canto delle litanie dei santi e la deposizione delle
reliquie dei santi Francesco e Chiara ai piedi dell’altare hanno reso manifesta quella comunione
che già ci lega con quanti sono nella Gerusalemme celeste. Il momento culminante è stato però,
dopo la preghiera di dedicazione pronunciata dal Vescovo, l’unzione dell’altare e delle croci
della chiesa con il sacro crisma, mentre noi sorelle cantavamo “Myron santo, dolce rugiada,
Cristo in principio e crisma nel tempo, santifica noi”. Quando dopo l’incensazione, la
preparazione dell’altare, l’accensione di tutte le luci l’organo e le campane hanno accompagnato
il momento di festa, davanti ai nostri occhi tutto risplendeva di bellezza e gloria! Anche il
momento della consacrazione del pane e del vino è stato particolarmente intenso: mentre noi
eravamo inginocchiate,di fianco e dietro di noi i numerosi sacerdoti concelebranti in piedi con le
mani elevate ci hanno fatto sperimentare la forza dello Spirito che riempie tutto l’universo.
Prima della benedizione finale, il Nunzio Apostolico ha letto il telegramma con la benedizione
apostolica di Papa Francesco e Madre Maddalena, ripercorrendo anche le tappe salienti della
nostra storia, ha ringraziato quanti hanno lavorato per la costruzione del nuovo Monastero,
quanti hanno contribuito con la loro generosità, le loro preghiere e sofferenze alla realizzazione
dell’opera. Un semplice rinfresco preparato sul piazzale del monastero ha concluso la festa,
offrendoci anche la possibilità di salutare i presenti in un “parlatorio” preparato con una
separazione sul cancello del passo carraio.
In questi giorni, entrando in coro, si sente ancora il buon profumo del crisma: nutrite alla mensa
della Parola e del corpo di Cristo, anche la nostra vita dedicata a Lui possa essere per sempre
offerta gradita al Padre che diffonde nel mondo il profumo delle realtà celesti.
Le vostre Sorelle di Cademario
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Incontro assistenti locali OFS e GiFra
Sabato 20 Settembre si è tenuto, presso il Convento dei Cappuccini a
Milano in piazza Velasquez, l’incontro degli Assistenti spirituali locali OFS e
GI.FRA di tutte le Obbedienze, a livello regionale, dell’Ordine dei Minori e
del TOR.
È stato un momento voluto fortemente dai Ministri Provinciali e dagli
Assistenti nazionali OFS per cercare di rivitalizzare il rapporto esistente tra il
Primo Ordine, il TOR e l’OFS attraverso l’attenzione premurosa degli
Assistenti locali e la loro formazione personale.
È da qualche anno che non si teneva un incontro per gli Assistenti locali e
ormai si sentiva l’esigenza di riprovare a ritrovarsi insieme per un cammino
di formazione che, ci auguriamo, ora continui con costanza nel futuro.
Milano
20
settembre
2014
Durante la fraterna mattinata è intervenuto fr. Roberto Francavilla,
Assistente Nazionale di turno, introdotto dalle parole di Lorenzo Verri,
Ministro Regionale OFS. Fr. Roberto ha voluto sostenere e incoraggiare il
servizio
degli
Assistenti
locali,
sottolineando
l’importanza
dell’accompagnamento spirituale affinché i vari membri delle fraternità OFS
siano aiutati nell’intessere relazioni fraterne autentiche: nel sostenere questa
tesi si è appoggiato alle parole di Papa Francesco, con la Evangelii Gaudium, ai
numeri 169-173 e 284-288. Di seguito ha ricordato l’esperienza di don Tonino
Bello, Terziario francescano, che ha fatto della “convivialità fraterna” un
principio fondamentale per il proprio ministero sacerdotale.
Dopo l’intervento di fr. Roberto, l’incontro è proseguito con vari liberi
interventi dei presenti. Nel fare una sintesi di tali interventi mi piace
evidenziare due aspetti: aver notato, da una parte, la passione presente in
alcuni frati nel vivere il proprio servizio a favore dell’OFS, dall’altra la fatica
di portare avanti questo incarico da parte di tutti, dovuta sostanzialmente
alle “troppe cose” che già fanno i singoli frati e a una certa “ignoranza” (nel
senso etimologico del termine) nei confronti della realtà OFS.
Con questo primo incontro si auspica, ovviamente, che l’intesa, la passione,
l’attenzione e la relazione fraterna con l’OFS possano crescere sempre più,
secondo il desiderio originario del Serafico Padre Francesco, che si è rivolto
con premuroso amore ai “fratelli e alle sorelle della penitenza”, esortandoli
all’amore verso Dio e verso il prossimo (cf. FF 200-201: Lettera ai fedeli).
L’incontro si è poi concluso in convivialità fraterna con il pranzo, insieme ai
frati della fraternità.
Fr. Giuseppe
Dell’Orto
Assistente
Regionale Ofs
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Un’esperienza familiare
… raccontare agli altri l'esperienza che abbiamo condiviso nel tempo di
Eremo a Tremosine…sembra un racconto semplice perché semplici sono state
le attività che ci hanno impegnato: svegliarsi, pregare, riflettere, vivere la
messa, cucinare, mangiare, chiacchierare facendo la classifica dei piatti più
prelibati, riposare…ma provate voi a condividere tutto questo 24 ore su 24
per 5 giorni con 5 perfetti estranei, senza il cellulare che funzioni e con 4 ghiri
come compagni di stanza…da un affare semplice, diventa un’avventura di
quelle che piacciono a Dio! Dove, nonostante il ritmo lento, la quotidianità
non propone cose eccezionali da fare, perché la ricchezza sta nella
disponibilità a rischiare per costruire legami che dicono la Verità di ciò che
sei. Legami con Dio, col creato, con te stesso, con lo sconosciuto che hai
accanto.
La bellezza di questo tempo, che ognuno ha scelto di ritagliarsi, risiede
proprio nello sguardo e nei gesti ricevuti in dono e donati, attraverso i quali
intuire e far intuire all’altro l’Amore di Dio, che è l’origine di quei doni
scambiati. Questo tempo ha concesso a ciascuno di noi, e credo di poter
esprimere un’esperienza condivisa da tutti, di rientrare in se stessi per
rispolverare e focalizzare l’essenziale della nostra identità di creature nel
dialogo con Dio e con l’altro: noi stessi ci siamo riconfermati figli del Padre
che si prende cura di noi e l’altro sconosciuto ha finito per diventare un
familiare, del quale adesso, dopo tre settimane e con la geografia che ci
separa, ne avvertiamo forte una presenza-assenza. Penserete voi che forse
“familiare” sia davvero una realtà un po’ eccessiva e quindi forse un modo di
dire….sapete, potreste aver ragione se questa familiarità fosse opera nostra,
fatta da mani d’uomo ma, guardandoci in faccia nell’ultima colazione,
abbiamo avuto tutti la chiara percezione che questo fosse il miracolo che Dio
aveva in serbo per noi. Che sia stato Dio a radunarci e a sorridere dei nostri
caratteri diversi, dei nostri precedenti vissuti così lontani ma che, per opera
sua e coraggio nostro nel fidarci, sono riusciti a stare insieme, felici, in
armonia.
Le avventure che Dio propone sono così, sembrano un po’ folli perché è a lui
che scegli di lasciare il pallino del gioco, ti fidi! Lui però non si accaparra il
ruolo del protagonista principale ma lavora per permettere alla libertà di
ciascuno di diventare protagonista a sua volta, senza escludere il fratello.
Queste sono le due meraviglie del regnare di Dio ma per me la seconda, è
davvero la più strabiliante: “protagonisti senza soffocare il fratello”…essere
forti perché capaci di mettere la propria forza, la propria capacità di
condividere a servizio del più debole, anche se si fa fatica. La Vera forza che
si realizza nella capacità di lasciare spazio, di far essere l’altro anche se
sconosciuto. Questo è il segreto con cui Dio costruisce le Famiglie attraverso
di noi.
Eremo
S. Michele
Tremosine
(BS)
Chiara
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La vigna
“Fedele è il Signore in tutte le Sue parole.”(Salmo 144,14)
Cosa ti aspetti dalla Vigna? A questa domanda che mi è stata fatta dai frati la
sera di venerdì poco dopo il mio arrivo ho detto: “Gioia e risposte”.
Anche di vendemmiare…beh sì, le mie mani hanno toccato poco in tutti
questi anni, ma i miei piedi han fatto tanta strada e il mio cuore anche,
eppure non ho mai fatto l’operaia in una vigna, non mi sono mai messa a
salario dal padrone!
Vado a letto la prima sera piena di aspettative e con una sensazione di
abbandono, ho visto intorno a me volti giovani e assetati di Lui, di incontrare
l’indomani il Padrone nel Suo campo e mi sento bene, mi sento a casa, anche
se ancora non conosco quasi nessuno.
Sveglia, lodi e già la Sua parola arriva. Parla di terreni, inizia il Padrone del
campo a spiegarmi come Lui getta i semi, a come li ha messi anche nel mio, e
già mi spiazza perché scopro che questo seminatore, questo coltivatore di vite
semina ogni terreno, e ogni terreno lo riceve… non l’avevo mai letto così
questo passo, non avevo capito questo particolare, la mia attenzione si sposta
dal terreno e va al seme che già è stato buttato.
Arriviamo nella vigna, guanti e forbici, gambe forti e mani curiose di chi
vuole toccare quei frutti della terra e lavorare, lavorare con il corpo e con il
cuore.
Mentre vendemmiamo iniziano gli scambi di parole, pochi sguardi, gli occhi
sono tutti concentrati a cercare i grappoli tra i pampini, ma sembra che
danziamo a ritmo di sforbiciate, tra le parole che ci scambiamo e pezzi delle
nostre vite che raccontiamo ai nuovi amici si sente il rumore deciso del taglio
e poi il tonfo leggero del grappolo che cade nel timo… c’è una certa magia,
diventiamo fratelli e compagni operai di quella vigna e nello stesso tempo
pensiamo a Gesù, alle Sue parole.
Già, per la prima volta io vendemmio, e mentre passo di filare in filare mi
chiedo perché Gesù abbia avuto così a cuore l’immagine di questa vite; chissà
in Palestina a quei tempi… forse per Gesù questo era un paesaggio
famigliare… mi piace questo pensiero e le mie mani continuano quell’allegro
sforbiciare.
Fra Matteo arriva con la saggezza del buon maestro nascosta sotto due
bizzarre bretelline da contadino e mi spiega che nell’antico testamento la vite
e i suoi tralci erano l’immagine del popolo d’ Israele, Gesù prende il vecchio e
lo fa nuovo… questi tralci ora siamo noi, “Rimanete in me!”.
Caprino
Veronese
(VR)
19-21
settembre
Marilisa
Bravi
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I miei occhi di contadina inesperta si trovano a scegliere quali grappoli cogliere e quali lasciar
seccare o cadere: alcuni chicchi sono grossi, gonfi e li assaggiamo con la sete che il nuovo sole ci
sta regalando, ma altri sono piccoli, secchi e il padrone che passa amabilmente a controllare il
nostro lavoro ci aiuta a capire quali frutti non cogliere; io mentre scelgo e passo oltre penso alla
fatica di quel tralcio, alle stagioni che ha passato, alla pioggia e alla grandine che quest’anno lo
ha devastato e con grande dignità penso anche a quel tralcio secco, che ha ricevuto la stessa cura
e la stessa attenzione del viticoltore… eppure ora è il momento del raccolto, ora quel tralcio va
tagliato.
Quante riflessioni nascono in me, mi sento un piccolo tralcio di questa grande vite (un ettaro di
terreno, che a noi sembra già tanto grande), come sono i miei frutti?
Veniamo accolti a pranzo da una famiglia amica dei proprietari della vigna, restiamo tutti
piacevolmente sorpresi dalla generosità di tanta accoglienza, mangiamo in fraternità il buon
cibo che le nostre cuoche ci han preparato accanto ad un bicchiere di buon mosto e gustiamo il
dono dei dolci e di quella ospitalità gratuita che ci viene regalata senza un perché… perché
siamo umili operai nella stessa vigna.
Il lavoro riprende fino a sera, la gioia cresce di filare in filare, così come l’armonia tra di noi,
guardiamo incuriositi il padrone esperto che riempie i tini ripassando tra i filari che avevamo
appena dato per fatti, quanta pazienza il Signore ci vuole insegnare! Quanti frutti dobbiamo
imparare a cogliere! Qualcuno si butta sul carro dell’uva, abbiamo voglia di mischiarci in questa
natura, quasi immergerci…e le cinque e mezza arrivano troppo presto! Stanchi ma felici ci
avviamo verso il meritato riposo e la cena, ma sappiamo che il meglio deve ancora venire,
sappiamo che il Padrone ci aspetta per parlarci, per dare a ciascuno ciò che aveva stabilito.
E così grazie a Suor Margherita e Fra Enrico viviamo il momento della veglia, stretti in cerchio
intorno alla croce e davanti al calice col vino buono: la cena del Signore. E il Padrone arriva
puntuale, arriva e parla a ciascuno di noi; è una veglia forte, ripercorriamo ognuno passo dopo
passo sulle note delle Sue parole d’amore per noi un po’ tutta la nostra vita, lo riconosciamo
quando si è preso cura di noi, ecco, alla mente arriva ora quella volta d’inverno in cui il tralcio
doveva essere potato, ecco, riconosciamo la mano che ha preso in mano la nostra vita,
riconosciamo quel preciso istante, sentiamo nella bocca il gusto di quel chicco che non era
abbastanza maturo e ha portato acidità nella nostra storia, lo gustiamo attentamente secondo
per secondo, e poi ancora consegniamo alle stesse mani che han tagliato e colto frutti il compito
di disegnare coi nostri colori le tinte del nostro fallimento, di quel giorno che non ci avremmo
più creduto in noi stessi, e poi ecco ancora, come in una corsa verso l’amato Lo vediamo
arrivare saltando per le colline di questo vigneto che ormai ha assunto tutte le sfumature della
nostra vita e ci gustiamo l’incontro con Gesù, con l’Amato bevendo dal Suo calice.
È una storia d’amore, e quando sei innamorato non puoi essere triste!
È domenica mattina, la festa della gioia, il giorno del raccolto è arrivato in abbondanza,
nuovamente alla Sua mensa non possiamo che ascoltare la Sua Parola, sentire la bontà che ha
avuto nel dare a ciascuno di noi la sua ricompensa e torniamo a casa vivi, fratelli e amati.
Grazie a chi si è preso cura di noi, grazie a Fra Gibo, a Fra Matteo, a Fra Enrico e Suor
Margherita, grazie a chi ci ha fatto dono di questa gratuità e grazie al Padrone della Vigna per
essere stato fedele, come sempre alle Sue promesse.
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FilmiAmo…
Anime nere
L’anima ha un colore. E si vede. Nelle vicende di una famiglia
calabrese dell’Aspromonte segnata da un delitto passato e rinchiusa in
presente senza futuro. Due fratelli – Luigi e Rocco - trapiantati a
Milano sono trafficanti internazionali di droga, il fratello maggiore –
Luciano - rimasto nel paese d’origine alleva capre. Le loro vite si
rincontreranno per risolvere un problema causato dall’orgoglio e dalla
vendetta di Leo, il figlio di Luciano. Il nero è qui il colore della
criminalità, del potere, del lutto, del male. E’ il colore delle notte in cui
piombano queste vite che sembrano incapaci di scegliere la luce.
Il terzo film di Francesco Munzi avrebbe sicuramente meritato un
riconoscimento, non solo di pubblico e di critica, all’ultima Mostra del
Cinema di Venezia perché è un’opera girata con maestria che incide
l’anima dello spettatore. Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di
Gioacchino Criaco, Munzi racconta il dramma di una numerosa
famiglia calabrese da sempre in lotta per sopravvivere in un territorio
aspro come il nome che porta, duro come le rocce che lo circondano. Il
padre è stato ammazzato a tradimento anni prima a causa di una lite
per un riscatto e questo sangue versato sembra aver macchiato
indelebilmente l’esistenza dei figli. Luciano – Fabrizio Ferracane - il
fratello maggiore vive ad Africo il paese natale, fa il pastore e cerca di
rimanere estraneo ai traffici illeciti degli altri due fratelli, Luigi –
Marco Leonardi - e Rocco – Peppino Mazzotta -, immigrati a Milano
dove gestiscono lo smercio di enormi quantità di droga proveniente da
un cartello sudamericano con base in Olanda. Leo, figlio di Luciano,
non accetta la rassegnazione del padre, ai suoi occhi codardia, e vuole
seguire le orme degli zii. Parte per Milano, ma prima distrugge la
vetrina di un bar a colpi di fucile come avvertimento al proprietario
che gli ha mancato di rispetto. Questo episodio è l’evento scatenate di
una catena inarrestabile di violenza. Luigi fa ritorno al paese per
sistemare la bravata del nipote, ma resta coinvolto nelle mai sopite
faide tra famiglie. Il potere cresciuto a livello internazionale si sgretola
in un piccolo paesino calabrese. Gli arcaici rancori, i sospetti, le
nascoste trame malavitose per eliminare i clan concorrenti sfociano in
una tragedia degna dei drammi greci. Anche Rocco torna ad Africo per
piangere il fratello e per chiudere definitivamente i conti con la
famiglia rivale.
Scheda
a cura di
Fr. Davide
Sironi
Anime nere
di Francesco
Munzi
Drammatico
Durata 103 min.
Italia-Francia
2014
Anno XXXVII – n. 246 – Giugno-Luglio-Agosto 2014
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Scorrerà altro sangue.
Munzi realizza un film potente, duro, attraversato da una tensione costante, dove il non detto è
più eloquente del detto. Bravi tutti gli attori che sanno trasmettere il malessere della’anima. Un
film di straordinario impatto visivo e simbolico, dominato dal nero: la fotografia è fortemente
contrastata con predominanza dei toni scuri, i protagonisti sono vestiti di nero, le loro auto sono
nere, i loro capelli, i loro occhi, il loro sguardo. Luciano è teso tra oscurità e luce, le donne di
famiglia vestono sempre il lutto. Tutto manifesta visivamente la loro anima nera. Solo Valeria –
Barbora Bubolova -, la moglie di Rocco, di origine milanese, ha capelli chiari e veste con abiti
colorati: è un corpo estraneo, ma subirà le spietate conseguenze del male che contamina
chiunque. Anche la lingua è oscura e dura, un dialetto spigoloso che si contrappone alla
musicalità dello spagnolo. Luigi quando ritorna ad Africo dismette gli abiti scuri, sembra
respirare aria diversa, canta, ma lo spirito malavitoso lo possiede. Anche la festa – a Milano o in
Calabria - passa per lo sgozzamento di un vitello o di un capretto, si versa sangue, ci si sporca le
mani: simbolicamente un presagio. Il rapporto con la realtà è sotto il segno della morte altrui,
necessaria per la propria sopravvivenza. Ma il sangue versato colora l’anima. Il potere necessita
della vendetta, la propria incolumità del tradimento. C’è un mare nero che tutto bagna.
Sembra non esserci speranza. La dimensione religiosa è superstizione, Cristo e la Madonna sono
nominati solo per giurare vendetta, come mitologiche figure apotropaiche. Anche chi ha lottato
per un’altra vita alla fine non regge al dolore, all’ineluttabilità del destino. Si bruciano i ricordi
di un passato drammatico che non lascia vie d’uscita. Bisogna eliminare tutto ciò che ancora ha
un legame con un male che sta addosso come la pelle, che sta dentro come l’aria che si respira.
Eliminare affetti e se stessi.
Il mare blu che accarezza la spiaggia e un gregge appare come un mito di altri tempi, appartiene
a una vita primitiva che sembra avere possibilità d’esistenza solo nella memoria e nella rinuncia
al mondo reale.
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Notizie di Casa
A cura di
fr. Enzo
Pellegatta
Luglio
Monastero di Lovere: alle 15.30 si celebrano nella chiesa del monastero i
funerali di suor Maria Fedele, chiamata alla Gerusalemme celeste il giorno
04 luglio.
06
Lovere
(BG)
Curia provinciale: si riunisce il Consiglio di Cooperazione.
07-08
Milano
Il Definitorio si raduna per la Seconda Sessione del tempo forte.
14-16
Albino (BG)
Ha inizio la Marcia Francescana che nella prima parte, attraverso i Monti
Lessini, giunge fino a Verona. Come ogni anno si conclude poi alla
Porziuncola il giorno 3 agosto.
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Chiampo (VI)
27, Paisco Loveno (BS): per iniziativa del Comune, viene collocata e
benedetta una targa commemorativa in onore di fr. Abele Calufetti e fr.
Ilarino Mastaglia in una cappella del cimitero del loro paese natale. Il rito si
svolge a conclusione dell’Eucaristia celebrata nel cimitero stesso alle ore
11.00.
27
Paisco Loveno
(BS)
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Agosto
Fr. Massimo Fusarelli predica un corso di Esercizi spirituali per i frati del
Nord Italia.
18-22
Monte Mesma
(NO)
I sei Definitòri del Nord Italia si riuniscono con il Consiglio di
Cooperazione per l’Assemblea annuale.
25-29
Bardonecchia
(TO)
Nella casa “Regina Mundi” si svolge la Settimana francescana il cui tema
riguarda la “Vita Seconda” di Tommaso da Celano. In concomitanza ha
luogo la Settimana terapeutica.
31/08 - 05/09
Cavallino (VE)
Settembre
06, Baccanello: si riunisce in mattinata il Consiglio di Cooperazione dei
Ministri provinciali. A fine mattinata si celebra il rito della Vestizione.
Vestono i panni della prova Christian Vallarsa e Daniele Viviani della
Provincia Veneta, Giovanni Mariotti della Provincia Trentina, Simone della
Fondazione Beato Egidio di Assisi (Palestrina) e Jean Noel della Provincia
Francese. Presiede il Ministro della Lombardia fr. Francesco Bravi, assieme
al Ministro del Veneto fr. Antonio Scabio, al Ministro del Piemonte fr.
Maggiorino Stoppa, al Ministro della Liguria fr. Mario Vaccari, al Ministro
di Emilia-Romagna fr. Bruno Bartolini, al Ministro del Trentino fr.
Francesco Patton. Nel pomeriggio alle ore 16.00 concludono il Noviziato
con la Professione temporanea fr. Matteo Rizzo e fr. Francesco Bogoni della
Provincia del Veneto. L’Eucaristia è presieduta dal Ministro della Liguria
fr. Mario Vaccari. Fr. Jak Kolgjeraj e fr. Kastriot Demaj della Provincia di
Albania emetteranno la Professione a Scutari il giorno 17 p.v.
06
Baccanello
Si riunisce il Consiglio di Cooperazione formato dai sei Ministri provinciali
del Nord assieme al Delegato del Ministro generale fr. Massimo Fusarelli e
al Segretario fr. Stefano Dallarda. In mattinata si incontra con il Coetus
formatorum di Arco. A pranzo si aggiungono i sette componenti del
Coetus formatorun di Verona san Bernardino, che si incontrano con il
Consiglio nel pomeriggio.
09
Arco di Trento (TR)
Nella chiesa parrocchiale si celebra alle ore 21.00 la s. Messa in suffragio e
ricordo di fr. Angelo Radaelli.
15
Turate (CO)
Nel convento della Madonna delle lacrime si celebra la festa della
Provincia.
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Dongo (CO)
di Calusco D’Adda
(BG)
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Nel santuario del Beato Claudio Granzotto, alle ore 11.00, S.E. Mons.
Beniamino Pizziol, Vescovo di Vicenza, conferisce l’Ordine del
Diaconato a fr. Davide Ferla e fr. Sandro Audagna (Piemonte), fr. Enrico
Russotto (Lombardia), fr. Franco Drigo (Veneto).
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Chiampo (VI)
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