RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 11 aprile 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 100 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 #EUROPEE2014 DELITTO GIANFREDI Nuovo ordine di arresto Il Riesame crede agli indizi a carico del quarto uomo Emiliano rinuncia a candidarsi Si rafforza la posizione di Pittella E’ il 63enne Angelo Nolè. Per la Dda avrebbe partecipato ai sopralluoghi IL PROBLEMA NON È MORIRE PITTELLIANI di VINCENZO VITI a pagina 6 AMATO a pagina 12 { SANTORO alle pagine 6 e7 Petrolio, la Corte dei Conti contribuisce a infiammare il dibattito di questi giorni: amministrazioni sotto accusa, inadeguate a investire «Royalty spese male dai comuni» Un calcio al Consiglio Il “pallone” passione bipartisan di chi ci governa SCOGNAMIGLIO a pagina 15 DUE GIORNI A MATERA La tecnologia? Deve avere una finalità pratica Intervista al professore Ricardo Pietrobon A giorni la decisione della sezione di controllo con i rilievi da inviare anche in Parlamento Fondi Ue: lucani in ritardo, entro luglio la Regione dovrà presentare la programmazione di SILVIA DELL’ORCO a pagina 16 IL CASO A CORLETO Il furto del medagliere a Palazzo Lacava: le suore non se n’erano accorte AMATO e LABANCA alle pagine 8,9, 10 e11 BERNALDA Il centrosinistra trova la quadra: c’è l’accordo CORRADO a pagina31 TITO Furto alla Daramic, bottino ritrovato POTENZA Asi-Comune e il passaggio delle aree a pagina 21 Parte del medagliere di Lacava a pagina 19 SPORT Medaglia di bronzo alla potentina Palumbo Paolo Mieli OGGI a Latronico a pagina 43 40411 MENONNA a pagina 39 9 771128 022007 PANETTIERI a pagina 13 RASSEGNASTAMPA TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 Venerdì 11 aprile 2014 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it "" ' %%#'" ! B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 (direzione [email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected]) - Cronaca di Bari 5470430-431 ([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected]) - Economia 5470265 ([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni 5470209 ([email protected]) - Regioni 5470364 ([email protected]) - Spettacoli 5470418 (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected]) - Sport 5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected]). Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 100 UNIVERSITÀ IL FATTO DI BARI DIVENTA UN CASO NAZIONALE. ANNUNCIATI RICORSI OLTRE UN MILIARDO DI FONDI FRA 2001 E 2012 Medicina, doppia indagine sul plico mancante ai test Basilicata, sulle royalty la Corte dei Conti fa le pulci agli enti locali LAGUARDIA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >> In campo la Digos. Il rettore ordina accertamenti amministrativi. Gli studenti: «Prova da annullare» PETROLIO Il Centro oli di Viggiano BARILE A PAGINA 18 >> IL CASO TRA 5-15 GIORNI LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA. IL GOVERNO: LA SENTENZA NON INFLUENZERÀ I RAPPORTI CON NOI EUROPEE «GIRAVO COME CAPOLISTA, POI UN SMS...». «TI STIMO MOLTO» Verso i servizi sociali: sì della procura alla richiesta della difesa Potrà fare campagna elettorale. Maxisequestro per Formigoni sùbito una ragione si ritira Berlusconi evita il peggio Emiliano ma Renzi se ne fa IL VERDETTO DEFINITIVO ALLE EUROPEE DI MAGGIO ED ECCO A VOI LE ULTIME DUE BUGIE SUL SUD NICHI E MICHI TEMPO DI GELATE PER LA PRIMAVERA PUGLIESE di XXX di LINO PATRUNO di BEPI MARTELLOTTA D ifficilmente il tribunale di sorveglianza potrà rovesciare il parere favorevole espresso dalla procura sulla richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali presentata dalla difesa di Silvio Berlusconi. Si profila meno drammatica del previsto, per il Cavaliere, la fase successiva alla condanna (4 anni) inflittagli dai giudici del processo Mediaset. Nei mesi scorsi l’ex premier aveva sollecitato la grazia da parte di Giorgio Napolitano. Ma dal Quirinale non sono mai sopraggiunti messaggi confortanti in tal senso. Poi Berlusconi ha invocato l’«agibilità» politica in vista delle elezioni europee. Staremo a vedere cosa deciderà, in dettaglio, il tribunale di sorveglianza. Ma l’«agibilità» politica sembra scontata. Tra l’altro, a Berlusconi gliel’avevano già concessa due personaggi assai distanti tra loro e distanti anche dal leader forzista: Antonio Padellaro, direttore del Fatto Quotidiano, che ha auspicato la partecipazione del Cavaliere alla campagna elettorale; e Matteo Renzi, premier, che ha rieletto Silvio interlocutore privilegiato in materia di riforme. Se il numero uno del giornale più antiberlusconiano in circolazione e il numero uno dell’esecutivo non chiedono l’emarginazione di Berlusconi, qualcosa significa. Il Cav resta pur sempre il leader di un partito di milioni di voti. E i giudici non sono insensibili al Contesto. Ma il vero responso sul futuro politico di Silvio «socialmente utile» lo daranno gli italiani con le europee di maggio. Se va male, addio. Se va bene, risorge.(g.d.t.) N IN ATTESA L’ex premier Berlusconi rivendica «agibilità politica» uovo attacco sul fronte meridionale. Si pubblica la mappa della pericolosità fiscale, già inquietante nel termine. E nell’Italia a totale rischio di evasione viene compreso più o meno tutto il Sud. SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4, 5, 8 E 9 >> SEGUE A PAGINA 25 >> OGGI L’ASSEMBLEA NE DECIDE LA SORTE. DEBITI A 25 MILIONI Fiera del Levante i soci in «conclave» FIERA L’assemblea dei soci dell’ente decide oggi sui 45 esuberi e sull’attuazione del piano di ristrutturazione richiesto dalla Regione Puglia. Sul tavolo i dati di bilancio SCAGLIARINI A PAGINA 12 >> ETEROLOGI NELLA TESTA di FABIANO AMATI N Nel Paese di Galilei, Copernico si insegna a correnti alternate. La Corte costituzionale ha dato via libera alla fecondazione assistita eterologa. Il seme o l'ovulo potranno essere donati da persone esterne alla coppia. Servirà qualche adeguamento legislativo, ma il più è fatto e la decisione pare quadrata. SEGUE IN 24, SERVIZI IN 11 >> A CANDIDATO, ANZI NO Emiliano SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7 >> A GROSSETO «Nozze gay, tutto ok» Procura contro Tribunale SERVIZIO A PAGINA 20 >> MORTI A MOLFETTA Padre e figlio sono annegati nei liquami BALSAMO E NORSCIA A PAGINA 15 >> scesa e declino di Nichi e Michi. Era il 2009, cinque anni fa, quando il magistrato prestato alla politica Michele Emiliano riconquistava a suon di preferenze la città più a destra d’Italia, Bari, confermandosi uno dei sindaci più suffragati del Belpaese. Ed era il 2010, quattro anni fa, quando l’unico governatore comunista d’Italia, Nichi Vendola, riconquistava la Regione più a destra d’Italia, la Puglia. Entrambi, punto più punto meno, con migliaia di consensi in più rispetto ad una coalizione, il centrosinistra, risultata vincente a Bari come in Puglia - solo grazie a loro, i campioni della sinistra nazionale. Di anni in realtà ne sembrano passati molti di più. E di quegli ultimi fasti della «primavera pugliese» pare non ve ne sia più traccia. SEGUE A PAGINA 25 >> RASSEGNASTAMPA Venerdì 11 aprile 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 POTENZA IL REFERTO DEL TRIBUNALE CONTABILE RIGUARDA I SOLDI ARRIVATI NELL’ARCO DEGLI ANNI DAL 2001 AL 2012 POTENZA AL VOTO DOMENICA PRIMARIE DELL’ALTRO CENTROSINISTRA Adunanza pubblica della Corte dei Conti sui fondi del petrolio del Municipio» e la città Oltre un miliardo di royalty Falotico «La prima cosa I conti in tasca agli enti locali è evitare il dissesto IMPARA L’ARTE E POI RESTA COLTO E DISOCCUPATO CON LIGA O SENZA di MIMMO SAMMARTINO In alcuni casi è mancato «il passaggio dagli obiettivi di massima alla concretezza dell’azione» l Dal 2001 al 2012 sono arrivati agli enti locali della Basilicata qualcosa come un miliardo e più di royalty petrolifere, secondo i risultati del referto sull'utilizzo delle risorse generate dall’estrazione petrolifera in Basilicata, illustrato ieri mattina a Potenza, nel corso di un’adunanza pubblica della Corte dei Conti. Ma in alcuni casi è mancato «il passaggio dagli obiettivi di massima alla concretezza dell’azione». LAGUARDIA A PAGINA II >> REGIONE: BANDITO NEL 2009, FERMO ALLE PRE-SELEZIONI I mpara l’arte e mettila da parte. Deve pensarla così chi, da anni, ha indetto nuovi concorsi pubblici per i quali gli aspiranti occupati si sono ripiegati. Hanno studiato sperando di vincere la selezione e guadagnarsi un lavoro. Ma, complice il blocco imposto dall’alto (Europa, Italia), molti sono stati i chiamati (preparati), pochi (nessuno) gli eletti. Risultato: sono senza lavoro, ma che erudizione... Impara l’arte e mettila da parte deve preoccupare anche Roberto Falotico, Luigi Padula e Maria Luisa Cantisani. Il pezzo di centrosinistra in procinto di sfidarsi alle primarie dopo aver declinato la proposta di Pd, Sel, Pu, Cd, Sc di puntare direttamente su Luigi Petrone come candidato sindaco di Potenza. Competitore del duo lanciato dalle destre (Michele Cannizzaro e Dario De Luca), di Savino Giannizzari, M5S, e di qualche candidato civico (circola l’ipotesi di Dino De Angelis). Ma perché Falotico, Padula e Cantisani dovrebbero temere l’arte? Perché domenica 13, giorno delle primarie, sono previste file estenuanti per conquistarsi il biglietto per il concerto di Ligabue. È proprio il buon Liga a dispensare pillole di saggezza: «E si può restare soli / certe notti qui / che chi s'accontenta gode / così così... ». Ma il dilemma resta: che faranno i fan fra i «primaristi» o il rocker di Correggio? E chi lo sa. Di sicuro «certe notti la macchina è calda / e dove ti porta lo decide lei»... SINDACATI l Domenica le primarie dell’altro centrosinistra fra i candidati Roberto Falotico, Luigi Padula e Maria Luisa Cantisani. Oggi ci occupiamo del piano programmatico di Falotico. L’INTERVISTA A PAGINA V >> LAGONEGRO Ammortizzatori Altri 2 indagati sociali in deroga per l’omicidio «È allarme rosso» di Pasqualino Il concorso fantasma BASILICATA, UNA REGIONE ANCORA SENZA UN PROGETTO di LORENZO ROTA * H MINISTRO Federica Guidi Se accadesse, un terzo dei 530 dipendenti comunali si troverebbe in «mobilità» o apprezzato moltissimo il fondo «Petrolio, bene ridiscutere le intese, ma per fare cosa?», perché coglie nel cuore i termini della questione risorse energetiche. La riapertura del tavolo istituzionale mette brutalmente in piena luce l’impreparazione di una Regione che non è in grado di presentarsi nei luoghi ove si decide il proprio destino. [* presidente Inu Basilicata] CONTINUA A PAGINA II >> l Tra patto di stabilità e parametri del turn over, la Regione ha pochi margini di manovra per assumere nuovo personale. In questo contesto s’inserisce il blocco del concorso del 2009 per la copertura di 78 posti e la mancata assunzione di vincitori di concorso negli enti strumentali. BRANCATI A PAGINA III >> l Ammortizzatori sociali in deroga, una situazione insostenibile per migliaia di lavoratori e disoccupati lucani. I segretari delle organizzazioni sindacali, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro tuonano: «Dobbiamo avviare azioni risolutive anche di mobilitazione, in ragione dei ritardi nell'erogazione dei sussidi fermi ad ottobre 2013 e della insufficienza ed inconsistenza delle risorse finanziarie stanziate per il 2014». I sindacalisti ricordano di aver più volte sollecitato il Ministero del Lavoro a reperire un ulteriore miliardo di euro per dare piena copertura al fabbisogno dell’anno. Nella maggioranza delle Regioni si sta arrivando al blocco di nuove autorizzazioni per la cassa integrazione. Nonostante tutto i sindacati hanno ieri rinnovato l’accordo per gli ammortizzatori sociali in deroga per ulteriori tre mesi con l’obiettivo di evitare che le aziende avviino le procedure di licenziamento, consapevoli però che tale accordo deve ora diventare esecutivo con l’assegnazione delle risorse sia da parte dello Stato, per le prime mensilità 2014, sia da parte della Regione che si è impegnata ad anticipare le mensilità restanti del 2013 con l’approvazione della legge regionale finanziaria. Cgil, Cisl e Uil chiedono un forte impulso alle politiche attive del lavoro, sperimentando anche soluzioni innovative. IMPRENDITORIA A MATERA LA FASE FINALE DI «TECHGARAGE» Dieci idee innovative per creare nuove aziende INCONTRO La manifestazione di ieri che si è svolta a Matera. Sono stati proclamati i progetti vincitori [foto Antonio Genovese] . SERVIZIO A PAGINA IV >> VITTIMA Pasqualino Di Salvio SERVIZIO A PAGINA IV >> CORLETO P. Rubato il prezioso medagliere di Lacava SERVIZIO A PAGINA VIII >> POTENZA Viaggio nelle parrocchie la realtà di Santa Cecilia VIGGIANO A PAGINA XII >> RASSEGNASTAMPA È un grande momento per il Paese. Ma la parola torni al legislatore perché affronti il tema fecondazione senza alcun approccio ideologico, come purtroppo abbiamo visto troppo spesso accadere su argomenti bioetici. Umberto Veronesi 1,30 Anno 91 n. 99 Venerdì 11 Aprile 2014 Il rigore e la passione di Garboli Ferrari pag. 18 Come battere il «Food divide» Simeone «killer» del tiki-taka De Marzi pag. 23 Moro pag. 17 U: Formigoni, bloccati 50 milioni ● ● Sequestrati all’ex presidente della Regione Lombardia una villa in Sardegna e i conti correnti Nell’inchiesta sul caso Maugeri-San Raffaele è accusato di corruzione ● La difesa: «Non ho quei beni» Una villa sequestrata in Sardegna, altre proprietà immobiliari a Lecco e a Sanremo. Il blocco dei conti correnti. Valore complessivo: 50 milioni. Per il gup milanese Paolo Guidi che ha ha disposto i provvedimenti è il prezzo della corruzione contestata a Roberto Formigoni ed altri impuutati nell’ambito dell’inchiesta Daccò-San Raffaele. IL CASO Grillo insulta le donne Pd «Maschilista che ha paura» VESPO A PAG. 2 Quel celeste tesoretto ● Per il capo dei 5 Stelle le capolista alle Europee sono «veline» ● Emiliano e Giusy Nicolini si ritirano in polemica con le scelte Pd ORESTE PIVETTA ● «NON VI FATE TESORI SULLA TERRA, OVE LA TIGNOLA E LA RUGGINE CONSUMANO, E DOVE I LADRI SCONFICCANO E RUBANO; MA FATEVI TESORI IN CIELO…» Grillo insulta le capoliste Pd alle europee: veline. È rivolta contro le offese del capo M5S: ha paura del voto. Renzi: lui offende, noi pensiamo a cambiare il Paese. Intervista a Alessia Mosca. Emiliano e Giusy Nicolini ritirano le loro candidature. (Matteo 6:19-20). Non ha letto il Vangelo il senatore Roberto Formigoni, che probabilmente ignora anche l’esistenza della tignola, perfido insetto che divora le cortecce di viti e ulivi, mentre non ignora i benefici che l’amicizia con i ladri può recare. SEGUE A PAG. 2 È una stangata uscire dall’euro IL COMMENTO NICOLA CACACE In queste elezioni europee si fronteggiano due linee, «Si euro ma con più Europa» e «No euro e quindi No Europa». Mentre per i primi l’euro doveva essere il viatico per l’unione politica, come testimonia il motto «money first» lanciato da Jenkins e Delors a sostegno del progetto euro, per i secondi si invoca sovranità monetaria e quindi l’uscita dall’euro e dall’Europa. SEGUE A PAG. 15 ANDRIOLO CARUGATI FRULLETTI A PAG. 4-5 Roberto Formigoni, senatore di Ncd ed ex presidente della Regione Lombardia Berlusconi a un passo dai servizi sociali ● Il Pg chiede l’affidamento in prova per l’ex Cavaliere così come sollecitato dagli stessi difensori ● In Forza Italia cresce l’allarme elettorale Staino IL DEF Per gli statali contratti congelati fino al 2020 Il sostituto procuratore generale, Antonio Lamanna, ha dato parere favorevole alla richiesta di affidamento in prova dopo la condanna di Silvio Berlusconiper frode fiscale al processo Mediaset. Per l’ex Cavaliere sembrano dunque avvicinarsi i servizi sociali. Il Tribunale deciderà nei prossimi giorni. ● Rinviato l’adeguamento I sindacati: i lavoratori non sono un bancomat FANTOZZI FUSANI A PAG. 3 LA POLEMICA BONZI A PAG. 12 FRONTE DEL VIDEO MARIA NOVELLA OPPO «Nozze gay D’Alema per interposto cane subito la legge ● Il governo si muova» MASSIMO D’ALEMA NON È IL TIPO DA FARE IL PIACIONE NEI TALK SHOW. ● Mobilitazione dopo la sentenza di Grosseto COMASCHI A PAG. 9 Anzi, si ricordano vari episodi di indisponenza, che hanno fatto di lui uno dei politici meno compiacenti e presi a simbolo di «politica politicante» e altre invenzioni lessicali di stampo populista. Invece l’altra sera, intervistato da Daria Bignardi, appariva particolarmente spiritoso e quasi (e sottolineo quasi) accattivante. Particolarmente quando ha parlato della Roma, rinunciando comunque ad arruffianarsi la grande maggioranza del pubblico, che non è romanista. Mentre è rimasto piuttosto urtato dalla proiezione del filmato «privato», che lo vedeva in campagna, tra i suoi cani. E siccome l’autore della registrazione, Alan Friedman, gli aveva in qualche modo estorto quelle immagini bucoliche, D’Alema ha sostenuto che i due animali, di solito buonissimi, hanno ringhiato il giornalista, avendo percepito la trappola contro il loro padrone troppo ingenuo (figurarsi!). Così un vero politico si vendica anche per interposto cane. RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Venerdì 11 aprile 2014 POLITICA E GIUSTIZIA DOPO LA CONDANNA Da quanto si è saputo, ci sarebbe il parere favorevole - non è vincolante – ma non nei termini proposti dal leader di FI Il destino di Berlusconi approda ai servizi sociali Il pg favorevole all’affidamento. La decisione tra pochi giorni l MILANO. Si saprà al massimo entro due settimane quale sarà il «destino» di Silvio Berlusconi e in che modo dovrà espiare quell'anno di pena che gli rimane dopo la condanna definitiva a quattro anni di carcere, di cui tre condonati. Il giudice del Tribunale di Sorveglianza Beatrice Crosti, al termine dell’udienza per discutere la richiesta di affidamento ai servizi sociali avanzata dal leader di Forza Italia e nella quale il pg ha dato parere favorevole alla proposta dell’Ufficio esecuzione penale esterna di un’eventuale attività di volontariato presso una struttura per anziani disabili, si è preso da un minimo di cinque giorni a un massimo di quindici per depositare il provvedimento. Non si era ancora visto che un’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza su una richiesta di misura alternativa alla detenzione durasse circa un’ora e mezza. Eppure è quel che è accaduto nel pomeriggio quando, dopo aver trattato i casi di altri 58 «condannati», tra cui quello di un boss della «ndrangheta, il Tribunale di Sorveglianza ha affrontato il fascicolo intestato al leader di Forza Italia. Cominciata un poco prima dell’orario previsto, le 17, in aula, oltre al Presidente Pasquale Nobile De Santis, al giudice Crosti e a Federica Brunelli e Silvia Guidali, i due esperti esterni, c'erano il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna e i due legali dell’ex premier, il prof. Franco Coppi e l'avvocato Niccolò Ghedini i quali arrivati prima del tempo, alla fine della discussione, per dribblare i giornalisti, sono usciti da una porta secondaria. Il pg, da quanto si è saputo, MILANO La ressa al Tribunale LE UDIENZE Il nome del Cav ha dato il parere favorevole non è vincolante – all’affidamento in prova ma non nei termini proposti dall’ex Cavaliere, bensì con le modalità del progetto di riparazione che, su input dei magistrati di Sorveglianza, ha presentato nei giorni scorsi l’Uepe, l’Ufficio Esecuzione penale esterna, diretto da Severina Panarello: assistere gli anziani, anche disabili, in una struttura dell’hinterland milanese, non molto lontano da Arcore, per mezza giornata una volta alla settimana. Un’attività, quindi, ben diversa da quella messa nero su bianco dall’ex capo del governo in una memoria depositata nei giorni scorsi con la quale, oltre ad assicurare che gli attacchi alla magistratura avrebbero solo motivazioni politiche, si sarebbe proposto come «motivatore» in un «centro terapeutico ospedalizzato» ancora da costruire nel milanese per disabili mentali e fisici con lo scopo di aiutarli a sviluppare l MILANO. Un centro di assistenza per anziani vicino ad Arcore o una cascina nell’hinterland milanese gestita da un’associazione che si occupa di disabili. In una di queste due strutture Silvio Berlusconi potrebbe andare a svolgere il suo «programma riparatorio» nel caso in cui i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano accogliessero la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna nell’udienza ieri pomeriggio ha dato l’ok all’affidamento e, da quanto si è saputo, avrebbe dato parere favorevole alla proposta dell’Ufficio esecuzione penale esterna che è pervenuta nelle scorse settimane sul tavolo dei giudici della Sorveglianza: Berlusconi dovrebbe assistere «nuovi stimoli». Un piano riparatorio caldeggiato oggi dai suoi difensori assieme a prescrizioni non troppo rigide, per consentire al leader di Forza Italia di essere in prima linea nella campagna elettorale per le Europee. Certo è che, comunque vada, per Berlusconi è fondamentale ottenere l’affidamento ai servizi sociali: in questo modo si vedrebbe estinguere anche la pena accessoria dei due anni di interdizione dai pubblici uffici. Cosa che non accadrebbe se la decisione fosse la detenzione domiciliare. Dunque ora, come ha detto a udienza conclusa Nobile De Santis, "la decisione verrà depositata tra un minimo di cinque giorni a un massimo di 15 giorni", il tempo tecnico affinchè il giudice Crosti scriva il provvedimento. E, poi, dopo il deposito e la notifica alle parti della decisione, per la stampa, «verrà fatto un comunicato e lo farò io». Francesca Brunati Che cosa è l’affidamento Con l’ordinanza fissati orari e possibili movimenti. – E' considerato la misura alternativa alla detenzione più ampia, l’affidamento in prova ai servizi sociali, che Silvio Berlusconi ha chiesto al tribunale di sorveglianza di Milano. Disciplinato dall’articolo 47 dell’ordinamento penitenziario, ha l’obiettivo di evitare alla persona condannata i danni derivanti dal contatto con l’ambiente penitenziario e consiste nel suo affidamento al Servizio sociale per un periodo uguale a quello della pena da scontare. Può essere concesso solo a chi deve scontare una condanna, anche come residuo di pena, non superiore ai tre anni di reclusione (ma questi limiti non valgono se il reo è un malato affetto da Aids conclamata) a condizione che il suo comportamento faccia ritenere che questa misura possa avere per lui effetti rieducativi. Se il condannato è in libertà, come nel caso di Berlusconi, la richiesta va presentata al pm. La decisione spetta però al tribunale di sorveglianza competente, che provvede con un’ordinanza, dopo aver valutato se ricorrono i presupposti necessari e se non c'è pericolo di fuga. Con l’ordinanza vengono anche fissate le prescrizioni che il condannato dovrà seguire: sul lavoro e sui rapporti con il Centro di Servizio Sociale, innanzitutto, ma anche sulla sua stessa libertà di movimento; obblighi che possono arrivare sino al divieto di frequentare determinati posti o di svolgere attività o avere rapporti personali che possono portare al compimento di altri reati. Se il condannato rispetta quanto gli è stato prescritto, per il periodo corrispondente alla condanna da scontare, la pena ed ogni altro effetto penale si estinguono. Assistenza agli anziani nel futuro di Silvio Sono due i centri in lista. Ma ci sono altre ipotesi gli anziani, anche disabili, in una struttura non molto distante da Villa San Martino per mezza giornata una volta alla settimana, se i giudici seguiranno le indicazioni dell’Uepe. In una memoria di una decina di pagine depositata a inizio settimana dalla difesa, però, l’ormai ex Cavaliere ha segnalato un’altra «strada»: fare il «motivatore» e fornire nuovi «stimoli» a persone con pro- blemi di disabilità fisica e psichica in un centro terapeutico nel Milanese, anche questo non distante da Arcore, che un’associazione benefica sta realizzando. Una proposta che, verosimilmente, è stata illustrata anche in udienza dai legali Niccolò Ghedini e Franco Coppi. Anche l’ex premier pare essersi speso, in prima persona, per avere una decisione favorevole da parte della Sorveglianza. Punterebbe anche a prescrizioni più blande per conservare quella agibilità politica utile per la compagna elettorale in vista delle Europee. Berlusconi, infatti, avrebbe giustificato i suoi attacchi nei confronti dei magistrati spiegando che sarebbe stato mosso solo da finalità elettorali e non da un odio personale nei confronti delle toghe. C'è da considerare che non sarebbero del tutto tramontate altre due soluzioni per far scontare la pena al leader di Forza Italia. Per evitare, infatti, l’assedio mediatico alle strutture, l’affidamento in prova potrebbe anche risolversi in colloqui nella sua residenza con un’assistente sociale. Ma c'è chi parla anche dell’ipotesi della detenzione domiciliare ma senza eccessive limitazioni negli orari e negli spostamenti. Tutti i personaggi dell’udienza Il presidente del collegio esperto in terrorismo. Difesa affidata agli immancabili Ghedini e Coppi l MILANO. Ecco chi sono i personaggi che hanno discusso, in un’udienza a porte chiuse, la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi. IL DIFENSORE Il professor Franco Coppi uno dei legali del Cav I GIUDICI - Il collegio è presieduto dallo stesso presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Pasquale Nobile De Santis, 67 anni, di origini campane. E' stato nominato responsabile dell’Ufficio milanese alla fine del gennaio 2008. Negli anni precedenti, a partire dal 2000, è stato in forza, come giudice penale, al Tribunale milanese ed è stato alla guida della quarta sezione penale. Come presidente della seconda Corte d’Assise, invece, condannò 11 persone, tra cui l'ex imam di Milano Abu Imad accusato di associazione per delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo. Nel capoluogo Valtellinese, invece, nell’89, fu giudice a latere al processo che si concluse con 5 condanne per la morte di 7 operai travolti da una frana in Val Pola. Il giudice relatore è Beatrice Crosti, 52 anni, milanese. Nella sua carriera di magistrato è stato pm alla Procura di Siracusa fino al 1994, per poi passare alla Procura presso la Pretura di Milano dove ha coordinato inchieste sugli infortuni sul lavoro e sui reati in famiglia. Dal 2007 è uno dei 15 magistrati di Sorveglianza. A lei sono stati assegnati i casi di Fabrizio Corona, di Massimo Tartaglia (che nel 2009 colpì al volto Berlusconi con una statuetta del Duomo) e di Ruggero Jucker, l’imprenditore che a luglio 2002 uccise a coltellate la fidanzata Alenya Bortolotto. Meno si sa, infine, dei due esperti esterni, cioè non togati che fanno parte del collegio che deciderà se accogliere la richiesta di Berlusconi o disporre la detenzione domiciliare. Si tratta di Silvia Guidali, 33 anni di Varese, avvocato dal 2010, laureata in Criminologia all’Università dell’ Insubria, ateneo dove lavora come ricercatrice, e di Federica Brunelli, milanese, 43 anni, tutor alla facoltà di Sociologia dell’Università Bicocca e coordinatrice del Centro per la Mediazione dei conflitti di Pavia. PROCURA GENERALE -Prenderà la parola anche il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna, 60 anni, milanese e in magistratura da 33 anni. Ha sempre lavorato negli uffici giudiziari di Milano e da un paio di anni è passato in Procura generale. GLI AVVOCATI - Per Berlusconi ci saranno Niccolò Ghedini, difensore del Cav in quasi tutti i processi, e il professor Franco Coppi, legale di fiducia di innumerevoli imputati eccellenti, da Giulio Andreotti all’ex Governatore di Bankitalia Fazio, all’ex capo del Sismi Nicolò Pollari, passando per Sabrina Misseri. RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Venerdì 11 aprile 2014 «Sto pagando per qualcosa che non ho commesso – è lo sfogo – vista la mia storia non meritavo questa umiliazione» L’EX PREMIER Silvio Berlusconi: sale l’attesa per la decisione sul suo futuro . Le liste sono oggetto di discussione in una serie di riunioni in corso al partito e che proseguiranno anche oggi Il Cav allontana l’incubo degli arresti domiciliari E Toti incalza: i giudici gli permettano di fare la campagna elettorale Le reazioni dei partiti Alfano: giusto sentire la sua voce Guerini (Pd): contiamo su clima sereno. Reazioni contrastanti all’ipotesi di affidamento di Berlusconi ai servizi sociali: «Berlusconi è un simbolo - dice Brunetta e i simboli non si impediscono, non si imbavagliano, non si bloccano. I simboli (pensi ad Aung San Suu Kyi, era bloccata a casa sua ed è diventata un simbolo mondiale) quando si tenta di zittirli e bloccarli, diventano ancora più forti». Il paragone tra Silvio Berlusconi e il Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è del capogruppo Fi alla Camera, Renatop Brunetta. Parole che hanno subito fatto scattare la polemica. "Ancora una volta Brunetta sbalordisce per l’assurdità delle sue parole. Quando dice che Berlusconi è un simbolo come Aung San Suu Kyi o non conosce Berlusconi, o non conosce Aung San Suu Kyi. Il mondo intero sa chi sono e le parole di Brunetta coprono ancora una volta di ridicolo il nostro Paese", dice Sandra Zampa, vicepresidente dell’assemblea del Pd. Afano dice che sarebbe bene che la sua voce si potesse sentire durante la campagna elettorale per le Europee. Non ho apprezzato le scelte recenti di Forza Italia, ma ritengo giusto possa fare campagna elettorale. Mentre il vicesegretario Guerini auspica che le decisioni del Tribunale di Milano siano assunte all’interno di un clima politico sereno. Serve da parte di tutti grande serenità e mi sembra che per ora le dichiarazioni del presidente Berlusconi vadano in questa direzione». «A noi dice - interessa dialogare con un’importante forza politica presente in Parlamento e vorremmo continuare a discutere con loro. Non abbiamo quindi nulla in contrario a fare un incontro anche se al momento non è necessario. L’incontro, ha continuato si fa quando serve e ora non c'è necessità". l ROMA. «Cosa volete che vi dica? Sono e rimarrò un innocente condannato ingiustamente». Silvio Berlusconi lo ripetere ai pochi fedelissimi che riescono a parlargli al termine dell’udienza del tribunale di Milano che, ascoltate le ragioni dell’accusa e degli avvocati difensori, dovrà ora decidere il suo futuro. Ad Arcore l’aria è meno cupa dei giorni scorsi perchè il via libera del procuratore generale alla richiesta dei legali di affidare il Cavaliere ai servizi sociali ha l’effetto di scacciare dalla mente dell’ex premier l'incubo dei domiciliari, o peggio, del carcere. Impossibile parlare di soddisfazione ovviamente: Sto pagando per qualcosa che non ho commesso – è lo sfogo – vista la mia storia non meritavo una simile umiliazione. Parole però che l’ex capo del governo tiene all’interno delle mura domestiche dove ha trascorso la giornata insieme ai figli ed in contatto continuo con i suoi legali. La strategia infatti rimane, almeno stando ai consigli dei suoi avvocati, quella del «low profile». Nessuna dichiarazione o uscita pubblica prima che i giudici depositino la VILLA SAN MARTINO Alcuni militanti di Forza Italia in attesa della decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano sentenza. La diffidenza ed il rischio di qualche sorpresa impone all’ex premier prudenza. Silenzio forzato per lui e sordina anche al partito per evitare di alzare la tensione. L’unica voce ufficiale a spiegare gli umori di Fi è quella di Giovanni Toti, consigliere politico del Cavaliere: «Non facciamo nessuna previsione. Speriamo che i giudici si rendano conto della persona, del suo valore umano e politico per milioni di moderati e non vogliano con una decisione incidere sulla vita del paese. Stia- mo per entrare in campagna elettorale speriamo che possa avere tutta l'agibilità politica per farla». Le liste sono ancora oggetto di discussione in una serie di riunioni in corso al partito e che proseguiranno anche oggi. Una bozza poi verrà inviata ad Arcore per l’approvazione del Cavaliere che ha già convocato per il week end lo stato maggiore azzurro. Fosse stato per il Cavaliere il verdetto sarebbe dovuto arrivare ieri stesso: vogliono tenermi sulle spine fino alla fine prolungando l’agonia, è sta- to uno dei commenti fatti dall’ex capo del governo con alcuni uomini di fiducia. Già perchè l’intenzione di dover aspettare anche 15 giorni prima di conoscere il verdetto dei magistrati rischia di avere pesanti ricadute anche in termini di consensi. La campagna elettorale per le europee entra nel vivo, le liste devono essere presentate e Berlusconi rischia di dover rimanere nell’angolo peggio di com'è ora. Nei piani dell’ex capo del governo infatti rimane l'idea di poter continuare a fare politica anche se in modo più limitato: la legge va rispettata – avrebbe sostenuto – per cui ad una persona, anche ai servizi sociali, non può essere impedito di svolgere il proprio lavoro ed il mio è quello di fare politica. Nessuna voglia di scomparire insomma per evitare che il partito vada nel caos e rischi di spaccarsi senza una guida riconosciuta ma soprattutto Matteo Renzi occupi tutta la scena: Non pensi di trattarmi come uno già estinto – avrebbe detto nei suoi discorsi – io farò sentire il mio peso a partire dal giro delle future nomine. Yasmin Inangiray RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Venerdì 11 aprile 2014 POLITICA E ECONOMIA I PROVVEDIMENTI IN ESAME LE LINEE Ipotizzato un «piano di rientro di consolidamento tra i 3,5 e i 4,9 miliardi» per avvicinarsi al pareggio di bilancio il prossimo anno Padoan: «Conti sostenibili» Ma si rischia una «manovrina» Il governo stringe sulle nomine e apre a «persone nuove e competenti» l ROMA. «Sono contento di poter dire che l'Italia è uno dei sistemi fiscali più sostenibili fra le economie avanzate». Il ministro dell’Economia porta il Def a Washington dove parteciperà alle riunioni del Fmi. Ed evidenzia la solidità dei conti indicati nelle ultime previsioni programmatiche. Il governo punta ad una crescita più sostanziosa dello 0,8% indicato «prudenzialmente» nel documento di economia e finanza. Ed esclude che il principale stimolo all’economia, gli 80 euro in più in busta paga dal 27 maggio, possa essere «mangiato» dall’aumento dell’imposizione sulla casa. Ma tiene anche alta la guardia sui conti pubblici. E ipotizza un «piano di rientro» definito «manovra di consolidamento» per avvicinarsi al pareggio di bilancio a valere sul 2015 tra i 3,5 e i 4,9 miliardi. C'è poi un dato confortante (già scontato sul bilancio): il risparmio dalla spesa per interessi calcolato con il criterio di competenza per l’anno in corso di ben 3,5 miliardi e per il 2015 di 6,7 miliardi. Non a caso il premier Matteo Renzi è esplicito: «Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le banche se vogliono risparmiare possono stare più attenti a risparmiare sui super stipendi degli Ad. Sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. È giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato». Non solo, ribadisce, «Siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni». Quindi il governo spera su un effetto «propulsivo» sia dello sconto Irpef, sia delle altre riforme, ma si lascia anche le mani libere per eventuali interventi aggiuntivi. Il piano si sostanzierebbe per il 2015 in «una manovra di consolidamento interamente finanziata da riduzioni di spesa per 0,3 punti percentuali di Pil», pari quindi a 4,9 miliardi. E questo con l’obiettivo di ridurre il deficit strutturale. Un piano di rientro che però, secondo alcune fonti, potrebbe ridursi a 0,2 punti (3,2 miliardi). Mentre per il 2015 l’ammontare, in termini di Pil, viene quantificato espressamente, per il 2016 l’intervento emerge dalla differenza tra il Pil tendenziale e quello programmatico, che vede proprio uno scostamento di 0,6 punti: chiaramente se la manovra dell’anno precedente è strutturale l'ulteriore correzione cala a 0,3 punti. L’indicazione è quella di agire solo sul fronte della spending review che dovrebbe garantire fino a 17 miliardi nel 2015 e fino a 32 nel 2016. Il nodo è rappresentato dal fatto che parte di queste risorse sarebbero già impegnate. In ogni caso ulteriori chiarimenti arriveranno tra lunedì e mar- tedì quando prima Carlo Cottarelli e poi Pier Carlo Padoan saranno ascoltati in Commissione Bilancio alla Camera. Padoan ha poi fatto riferimento alle nomine. «Persone competenti e in alcuni casi nuove». Ma non si è sbilanciato mentre manca soltanto una manciata di giorni per mettere a punto le liste di nomi scelti da presentare prima dell’apertura dei mercati di lunedì. Col Renzi che a Palazzo Chigi Renzi ha ricevuto Angelino Alfano e Maurizio Lupi e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini per una consultazione, mentre fonti vicine alle trattative hanno ribadito che non verranno considerate le candidature dei manager che hanno accumulato più di tre incarichi consecutivi come Paolo Scaroni (Eni) e Fulvio Conti (Enel). Il momento decisivo per chiudere la partita sarà tra sabato e domenica, ovvero al ritorno di Padoan da Oltreoceano previsto per sabato. E l’attesa maggiore è per l’Eni. I nomi che circolano sono quelli di Claudio Descalzi, Stefano Cao e Lorenzo Maugeri. Mentre per la presidenza, scontato l’addio di Giuseppe Recchi prossimo in Telecom, vengano indicati Lorenzo Bini Smaghi, Domenico Siniscalco e Claudio Costamagna anche se non si esclude una sorpresa dell’ultima ora con la candidatura di una donna. Gli statali annunciano la controffensiva anti-Def Bocciato un nuovo blocco dei contratti pubblici l ROMA. «Inaccettabile», «aberrante», «ingiusto»: i sindacati bocciano senza appello l’ipotesi di un nuovo blocco dei contratti pubblici, l’ultima volta rinnovati nella parte economica per il biennio 2009-2010. E, al contrario, chiedono al governo di trovare subito le risorse necessarie per rinnovarli. Il Def indica fino al 2020 il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale (dello 0,3% per il triennio 2018-2020) per i dipendenti della Pubblica amministrazione. Il fatto che si faccia riferimento solo all’indennità di vacanza contrattuale, che viene corrisposta quando i contratti sono scaduti, senza che al momento siano previsti stanziamenti per il rinnovo, allarma i sindacati. L’effetto del blocco dei contratti è chiaro se si guarda alle tabelle del Def. Nel 2011 l’ammontare pagato per le retribuzioni dei dipendenti pubblici è diminuito del 2,1% sull'anno precedente, nel 2012 dell’1,9%, nel 2013 di un ulteriore 0,7%. Quest’anno la contrazione sarà ancora dello 0,7% scendendo a 162,8 miliardi. Nelle previsioni del governo il triennio successivo la spesa si stabilizzerà per poi crescere dello 0,3% nel 2018, appunto per il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale. «Un ulteriore blocco sarebbe inaccettabile e la nostra risposta non si farebbe attendere», attaccano i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili. I lavoratori delle P:A: «hanno già subito una lunga pausa e perso una parte consistente del loro potere d’acquisto»: i contratti del pubblico impiego sono già bloccati da cinque anni – viene ricordato – con una perdita media mensile di 250 euro a testa. È «aberrante spostare in avanti il contratto dei dipendenti pubblici. Questo significa mettere a terra la pubblica amministrazione», avverte Bonanni. RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Venerdì 11 aprile 2014 FIOM IN AGRODOLCE Landini: «Gli 80 euro una cosa positiva» ma anche un bell'avvertimento, confezionato sotto forma di hashtag: «Matteo non stare sereno» IL GIUDIZIO COMPLESSIVO «Alcuni provvedimenti sono accettabili ma se guardo alle questioni economiche e alle politiche industriali, tutti quei cambiamenti annunciati non li vedo» L’Italicum entro settembre il nuovo Senato a fine 2015 Le nuove scadenze per attuare le riforme inserite nel programma nazionale l ROMA. L'ultima ad emergere è la stretta su tutti i dipendenti pubblici, non solo dunque sugli stipendi dei manager di prima fascia. Tra calo Irpef, riforme istituzionali, pagamento dei debiti p.a., spending review e privatizzazioni, il Def presentato martedì in consiglio dei ministri prevede anche il blocco dei contratti del pubblico impiego, misura contro cui si sono già scagliati i sindacati. Sulle riforme istituzionali l’obiettivo è una nuova legge elettorale (da approvare entro settem- bre 2014) capace di garantire governabilità, l’abolizione delle Province, la revisione delle funzioni del Senato e l’abolizione del Titolo V (entro dicembre 2015). Dal fronte sindacale, un giudizio agrodolce da parte della Fiom: un buffetto, con quegli 80 euro in più in busta paga definiti «una cosa positiva» ma anche solo «un primo passo» e un bell'avvertimento, confezionato sotto forma di hashtag: «Matteo non stare sereno». Nella sala anfiteatro del Palacongressi di Rimini – in cui trovano posto anche l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il leader di Sel, Nichi Vendola – il presidente del Consiglio non c'è ma dal palco del Congresso della Fiom, il segretario generale, Maurizio Landini, non pare farci caso: è a lui che dedica un bel pezzo di una relazione durata oltre due ore. «Dare dei soldi a chi ha redditi bassi, 80 euro netti - scandisce prima di presentarsi alla platea dei delegati – è di per sè una cosa positiva: il problema vero degli 80 euro - aggiunge riferendosi alla riduzione Irpef contenuta nel Def – è che non vengono dati ai pensionati e ai giovani precari che prendono meno di 25mila euro». Quindi, concede, «penso che debba essere un primo passo» di un percorso che al mondo sindacale pare ancora tutto da delineare. «Al presidente del Consiglio – attacca rifacendosi alla passione renziana per Twitter – sarei per dire: hashtag Matteo non stare sereno perchè noi alle nostre richieste non rinunciamo e non ce ne faremo una ragione». D’altronde, sottolinea Landini strappando il plauso dei 700 delegati giunti in IL CASO IL DIRETTORE GENERALE LAGARDE CHIEDE UNA SVOLTA PER AIUTARE I GIOVANI E FAVORIRE L’OCCUPAZIONE Il Fondo monetario: riforma del mercato del lavoro ECONOMIA Il commissario Cottarelli e in alto Padoan l WASHINGTON. L'Italia ha bisogno di una riforma del mercato del lavoro inclusiva, una riforma che aiuti soprattutto i giovani. Il suggerimento arriva dal direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, che lamenta a cinque anni dalla crisi ancora milioni di disoccupati nel mondo. Per Eurolandia «il peggio è alle spalle»: il mercato del lavoro mostra «primi segnali di miglioramento» afferma la Banca Centrale Europea. E proprio alla Bce Lagarde – in toni più morbidi rispetto a quelli della ultime settimane – torna a dire: servirebbe un allentamento monetario. «Ovviamente sono sulla stessa linea del mio capo economista», Olivier Blanchard, sul fatto che un’azione della Bce «è meglio prima che dopo. Ma – afferma Lagarde – abbiamo un dialogo in corso con le autorità europee e ri- spettiamo la valutazione della Bce, che ha il polso della situazione. Siamo incoraggiati dall’aver visto nell’ultima riunione del board e nella seguente conferenza stampa che la Bce considera ogni strumento per rispondere alla situazione. Ritengo che il fatto ora sia solo la tempistica». Una «tregua» quella della Lagarde, che incontrerà il presidente della Bce Mario Draghi nelle prossime ore a Washington per i lavoro del Fmi. Romagna, «dico con molta sincerità che ci sono alcune delle cose annunciate" nei giorni scorsi dall’Esecutivo "che, in sè, sono positive. Alcuni provvedimenti non sono accettabili – affonda - ma, complessivamente, se guardo alle questioni economiche e alle politiche industriali, tutti quei cambiamenti annunciati non li vedo e vedo il rischio che si continui con le scelte sbagliate del passato». Insomma, taglia corto, «non c'è niente di nuovo». Frasi secche che sembrano stridere con le congetture di chi aveva individuato nella Fiom e nella sua guida una sorta di 'spondà, per il premier, nell’universo del sindacato. «Il problema – riflette Landini – è capire che il governo Renzi è lo specchio delle nostre difficoltà: a cosa è servita la concertazione in questi anni? Il problema non è chi sta con Renzi o no ma cosa fa la Cgil, quali proposte». Organizzazione, a Congresso ai primi di maggio a Rimini, cui Landini invia il suo messaggio. «Facciamo una discussione vera e non delle caricature – osserva -: non prendiamoci in giro e accettiamo un confronto democratico vero». gia.ang RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 11 Venerdì 11 aprile 2014 FECONDAZIONE IL NO DI RODOTÀ E SANTOSUOSSO Il primo sostiene che vi sia «già un insieme garanzie per il nascituro». Per il secondo DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA di «ora il regime giuridico è “perfetto”» Eterologa, la nuova legge divide le forze politiche Prestigiacomo a Lorenzin: il ministro eviti di perseverare nell’errore l ROMA. L’ipotesi di intervenire con una nuova legge invocata da alcune parti subito dopo la sentenza della Consulta che ha abbattuto il divieto alla eterologa, ultimo caposaldo della ormai smontata legge 40, divide il Parlamento e le coscienze. La decisione della Corte Costituzionale, secondo la Conferenza Episcopale Italiana, lascia «alcuni nodi problematici che suscitano dubbi e preoccupazioni». In particolare «viene affermato un non meglio precisato diritto al figlio o diritto alla genitorialità, col rischio di confondere o, peggio, identificare il piano dei desideri con il piano dei diritti, sottacendo che il figlio è una persona da accogliere e non l’oggetto di una pretesa resa possibile dal progresso scientifico». Ma mentre i centri in tutta Italia si dicono già pronti a praticare l’eterologa, cioè utilizzando «materiale genetico» come seme e ovuli di donatori esterni alle coppie, si solleva il dubbio di un vuoto normativo. Per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin servirà capire se toccherà al Parlamento occuparsi di aspetti come l’eventuale anonimato di chi cede i gameti. «Come ci comporteremo con i figli dell’eterologa? In certi Paesi spediscono una lettera a casa il giorno del diciottesimo compleanno per comunicare l’identità del padre, ad esempio. Poi c'è da risolvere il problema dei fratelli naturali. Ci vorrà una norma, non credo che bastino i decreti». In sostanza viene ipotizzata una situazione giuridica negata però dal giurista Stefano Rodotà così come da Amedeo Santosuosso. Per il primo non c'è bisogno di una legge che regolamenti la fecondazione eterologa, come invece paventato dal ministro. «C'è già un insieme di garanzie per il nascituro dettate da diverse norme esistenti, italiane ed europee, che tutelano ad esempio il diritto all’anonimato del donatore pur permettendo di accedere ai suoi dati genetici» ha sottolineato. «Nessun vuoto normativo» anche secondo il giudizio di Santosuosso, bioeticista e consigliere di Corte d’Appello a Milano. «Ora il regime giuridico è “perfetto”», ha detto. E anche la ex collega di partito di Lorenzin, la parlamentare di Fi Stefania Prestigiacomo, prende le distanze dalla posizione del ministro. «Ci sono voluti 10 La procreazione assistita in Italia Centri procreazione Embrioni medicalmente assistita (PMA) crioconservati BIOLOGA Estrae embrioni congelati da un contenitore di azoto liquido Relazione al Parlamento del 2011 7.337 Ovociti congelati (% prelievi in cui si congela parte degli ovociti) 350 Totale 130 12% 9,9% 2008 2009* Pubblici 27 Convenzionati 193 Privati Cicli di PMA nel 2009* 763 2008 2009* 75,3% 24,7% da ovociti scongelati da embrioni scongelati 99.258 Embrioni formati *anno in cui la Corte Costituzionale emette una sentenza che elimina l'articolo della legge 40 che consentiva la produzione di un massimo di tre embrioni da impiantare contestualmente 81% trasferito 19% non sopravvissuto 18,5% dei casi hanno dato luogo a gravidanze ANSA anni perché la Corte Costituzionale demolisse la legge 40 sulla fecondazione assistita, legge sbagliata e inumana, che offendeva le donne e il desiderio di tante coppie di avere un figlio. Non è bastato il caos in cui una normativa “ideologica” ha gettato migliaia di famiglie per 10 anni? Eviti un ministro giovane e donna di perseverare nell’errore e lasci ai medici, alla scienza e alle coppie la responsabilità di decidere». Ora si guarda agli effetti post sentenza: migliaia di coppie danneggiate dalle norme della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, cancellate dalla Corte Costituzionale, potrebbero chiedere un risarcimento allo Stato. A valutare l'ipotesi sono ora gli avvocati dell’associazione Coscioni, che hanno seguito buona parte dei procedimenti contro la legge. E si guarda anche al futuro, dove l’oncologo Umberto Veronesi vede coppie gay e i single che possano avere accesso alla fecondazione assistita mentre conferma la sua preoccupazione Carlo Giovanardi che parla di follia eugenetica e arroganza delle toghe. Maria Emilia Bonaccorso Centri già bersagliati dalle richieste Coccia (Cecos Italia): «Soprattutto per l’utilizzo di ovociti e, dunque, per la ovodonazione» NAPOLI Un’operatrice del Centro Mediterraneo l ROMA. All’indomani delle sentenza della Consulta che ha bocciato il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, i centri per la fecondazione sono già «bersagliati da richieste da parte di coppie che chiedono l’accesso alla tecnica». Ad affermarlo è Elisabetta Coccia, presidente del Cecos Italia, l’associazione che riunisce i Centri di Studio e Conservazione Ovociti e Sperma Umani privati e convenzionati. «Da ieri (mercoledì, ndr) i nostri Centri per le tecniche di fecondazione - ha sottolineato Coccia – stanno ricevendo moltissime richieste da parte di coppie che chiedono di poter effettuare la fecondazione eterologa. La richiesta è soprattutto per l’utilizzo di ovociti e, dunque, per la ovodonazione. Oggi, infatti, sono suffi- cienti anche pochissimi spermatozoi nell’uomo perché sia possibile dare luogo alle tecniche di procreazione assistita, mentre il problema insormontabile è, appunto, l'assenza di ovociti nella donna, tanto che ben il 65% delle donne italiane che attualmente si recano in Spagna per avere l'eterologa fa appunto richiesta di ovodonazione». Ma i Centri sono pronti ad effettuare gli interventi? «In termini tecnologici lo siamo sicuramente – risponde Coccia - anche perché da anni è attiva in Italia la normativa Ue che identifica i Centri di fecondazione come banche di tessuti, autorizzati alla conservazione di gameti, maschili e femminili, ed embrioni». I gameti conservati nei centri non possono però essere ovviamente utilizzati per l’eterologa: «Ciò che ora urge - spiega Coccia – è dunque una normativa o delle linee guida per attivare un percorso per la donazione dei gameti. Occorre cioè un tavolo tecnico, con la partecipazione di ministero, Centri ed associazioni, per attivare e normare l’aspetto relativo al reclutamento dei donatori, insieme ad esempio alla possibilità di utilizzare per la fecondazione eterologa i gameti abbandonati dalle coppie nelle banche dei centri». Ma per fare ciò, precisa l'esperta, «non c’è bisogno di un intervento parlamentare, che allungherebbe enormemente i tempi e non risulta necessario perché la legge è già esecutiva». Restano ovviamente da regolamentare anche altri importanti aspetti, come quello relativo all’anonimato dei donatori, «ma anche questi punti - conclude – potrebbero essere affrontati nell’ambito di un tavolo tecnico». SCOPRI IL MARTA E GLI ORI DI TARANTO APERTO ANCHE A PASQUA www.museotaranto.org www.viaggiareinpuglia.it DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA PUGLIA SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA PUGLIA RASSEGNASTAMPA 21 Venerdì 11 aprile 2014 ECONOMIA&FINANZA Alitalia-Etihad il sigillo di Renzi ECONOMIA I PARLAMENTARI PUGLIESI DEL MOVIMENTO 5 STELLE Il decreto su Bankitalia ha sottratto quattrini agli italiani Il premier incontra l’a.d. Hogan a Palazzo Chigi l Matteo Renzi scende in campo per Alitalia e stringe sull'accordo con Etihad. Il premier, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, ha infatti ricevuto a Palazzo Chigi l’amministratore delegato di Etihad James Hogan. Un incontro che sembrerebbe preludere ad un annuncio positivo nelle prossime ore e che arriva dopo giorni di attesa per la lettera di intenti che fisserebbe le condizioni della compagnia emiratina per investire nel vettore italiano. L'annuncio di Etihad potrebbe arrivare dunque prestissimo, tempistica che fa supporre che siano stati sciolti anche gli ultimi nodi che, 3 giorni fa, lo stesso Hogan aveva spiegato riguardare soprattutto aspetti commerciali. Hogan, nei giorni scorsi, aveva infatti ricevuto mandato di proseguire la trattativa dal board di Etihad, dopo una prima fase di vera e propria due diligence che ha riguardato i conti. E aveva fatto capire che, dopo un primo passaggio in cda, l’esito di questa prima fase di negoziato era stato positivo. Poi il focus si sarebbe spostato sugli aspetti commerciali: "il mandato che abbiamo avuto dagli azionisti, dal board, è che se riusciamo a raggiungere un accordo che soddisfi il mandato commerciale allora torneremo al cda e glielo presenteremo. Al momento questo è lo stato cui siamo arrivati con le discussioni", aveva detto. Ma a preoccupare il Governo e le organizzazioni sindacali italiane sono soprattutto gli aspetti più industriali del possibile accordo. In particolare la questione occupazionale (nei giorni scorsi si è parlato di una richiesta che avrebbe riguardato 2.500-3.000 unità lavorati- OPERAZIONE AL DECOLLO La compagnia di bandiera di Abu Dhabi pronta al salvataggio di Alitalia. Attesa per i programmi su esuberi e sviluppo delle linee. Nella foto a sinistra l’amministratore delegato di Etihad, James Hogan . ve), ma anche la riqualificazione e la centralità dell’hub Fiumicino e il rilancio dello scalo di Malpensa, che recentemente il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha ribadito debba essere "strategico" nei piani della compagnia di Abu Dhabi. Ora, dopo l’incontro con il premier, l’attesa è dunque tutta rivolta al numero dei tagli occupazionali che Etihad indicherebbe. Nello specifico si è era parlato di esuberi (convertendo la cig a rotazione o la solidarietà in cig a zero ore) da un minino di 2.500 ad un massimo di circa 3.100, coinvolgendo i circa 900 dipendenti che stanno facendo la cig a zero ore su base volontaria e quelli coinvolti dall’ultimo accordo di febbraio (1.437 con cig a rotazione nel personale di terra e 800 contratti di solidarietà nel personale di volo). Ma sul fronte dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare anche una richiesta di riduzione degli stipendi. Tutte ipotesi che erano state rigettate dalle organizzazioni sindacali. Tra le altre possibili condizioni del gruppo emiratino per decidere di investire 250-300 milioni in Alitalia (ma la cifra, nei rumors, è arrivata anche a 500), c'è poi la questione del debito della compagnia italiana, di cui Etihad sembrerebbe volere una ristrutturazione per almeno 400 milioni. Nelle richieste di Abu Dhabi ci potrebbero essere anche il collegamento ad alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione degli slot di Linate. L’INIZIATIVA PRESENTAZIONE CON IL SEGRETARIO NAZIONALE CNA SILVESTRINI E IL PRESIDENTE DI COFIDI PUGLIA, LUCA CELI Il Cofidi Puglia in Calabria con la Cna offre nuovi servizi alle imprese l “C'e' bisogno di una sferzata in Calabria come nel Paese” e “i confidi italiani in questi anni hanno dato esempio di politica economica efficiente”. Così il segretario nazionale CNA, Sergio Silvestrini, ha concluso il convegno “Lo sviluppo delle imprese con il COFIDI del sistema CNA” che si e’ svolto a Rende (Cs), organizzato da CNA Calabria e da COFIDI Puglia per aprire le porte del sistema del credito e delle garanzie del consorzio fidi, oltre la Puglia, anche alla imprese calabresi. Gli fa eco il presidente di COFIDI Puglia, Luca Celi: “dei nostri 10.200 soci gia' quasi 500 sono fuori dalla Puglia, questo perché stiamo facendo un’operazione di allargamento”, di espansione territoriale. Un confidi non puo' andare solo se il sistema va male, quindi anche la sinergia e' importante”, con la CNA, in Puglia come in Calabria e in altri territori. Secondo Silvestrini, “c'e' crisi ma – ha sottolineato stiamo rispondendo alla crisi”, anche con l’attivismo dell’Associazione e delle sue imprese. Su questa base si innesta l’intervento proficuo di COFIDI che interviene a sostegno delle imprese per agevolare l’accesso al credito bancario. L'erogazione del credito bancario si è ridotta dell'8% nel 2013, le somme a garanzia delle imprese pugliesi da parte di COFIDI sono aumentate del 20% rispetto al 2012. Un risultato, quello di COFIDI, che si ritrova facilmente nei numeri: oltre 64 milioni di euro di finanziamenti erogati nel 2013, che hanno generato il 55% di investimenti. “Sono gli imprenditori che oggi fanno il futuro – ha ricordato il presidente CNA Puglia, Francesca Soardi - i mattoni dell'economia siamo sempre stati noi artigiani e gli artigiani servono ai grandi imprenditori”. CNA Calabria, CNA Puglia e il sistema della garanzia lanciano, così una sfida a se stessi e alla Calabria, “che riguarda la necessità di stare insieme – ha detto il segretario CNA Calabria Vincenzo Pepparelli - il credito e' fondamentale per la crescita e per la sopravvivenza delle imprese”. “Quale migliore fusione se non con un confidi della CNA – ha affermato Vincenzo Pepparelli - perche' vogliamo stare nella cornice della CNA, con cui condividiamo i valori fondanti; lo facciamo in un momento di forte crisi ed e' una risposta sia alla crisi economica che della rappresentanza, perche' le nostre imprese insistono sui territori e se crescono loro cresce il territorio”. Per il segretario CNA Bari, Giuseppe Riccardi,“l’Organizzazione e Cofidi Puglia non sono due cose diverse; il confidi del sistema CNA e’ la capacità di dare ulteriore servizio alle imprese: noi diamo risposte alle imprese”. Per COFIDI, imprese e territorio sono il perno attorno a cui svolgere al meglio la funzione di intermediario finanziario vigilato da Banca d’Italia: una garan- zia in più per le imprese, anche quelle calabresi. Sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente Provinciale di CNA Cosenza, Francesco Rosa, il Presidente Regionale di CNA Calabria, Mauro Zumpano, ha moderato Valerio Caparelli. l Alla luce dell’articolo di Antonio Dell’Atti “Nessun regalo alle banche, solo sana economia”, a beneficio di tutti i lettori pugliesi, ci preme chiarire qual è la reale situazione del Decreto IMU-Bankitalia. Innanzitutto, nelle società private (SpA-Srl), il valore delle quote di mercato è stabilito dal patrimonio netto, rappresentato dal capitale sociale e dalle riserve. Le riserve sono generalmente costituite da accantonamenti di utili non distribuiti. Dal valore del patrimonio netto dipende la redditività attesa della società e, quindi, il valore di mercato della partecipazione al capitale. Trattare Bankitalia come se fosse una normalissima impresa che costituisce riserve al fine di autofinanziarsi non solo è sbagliato, ma chi insiste a sostenere questa tesi, oltre a fare la lezioncina da quattro soldi, è in malafede se non dice come si producono gli utili in una normale impresa, i rischi correlati a tale attività commerciale e il modo con cui Bankitalia (istituto di diritto pubblico) ha costituito le sue riserve tra cui anche quella aurea. Vale la pena ricordare che la Banca d’Italia è un ente di diritto pubblico dal 1936 e tale è rimasta anche dopo la privatizzazione delle banche dei primi anni '90. In tutti i Paesi, le banche centrali hanno il monopolio della creazione della moneta, il che fornisce loro risorse denominate con il termine di “signoraggio”. Fino a prima dell'emanazione del decreto, non essendo le quote di Bankitalia commerciabili, il valore nominale delle stesse era rimasto arbitrario. Dato che le banche centrali hanno il monopolio della produzione di moneta (solo esse producono signoraggio) per mantenere la gran parte degli introiti di tale attività al Tesoro il valore nominale del capitale sociale di Bankitalia era stato mantenuto a soli 156.000 euro, tenuto conto che vi era un limite del 4% ai dividendi pagabili ai “soci” fondatori (non più di 4% delle riserve). Anche il controllo della governance della Banca d’Italia era di fatto e sostanzialmente lasciato a Tesoro e Parlamento, i “soci”: anche se partecipavano formalmente a definire i soggetti che controllavano e vigilavano sulla gestione amministrativa della banca, non avevano voce in capitolo nella definizione delle funzioni istituzionali della Banca. Insomma, i “soci” fondatori di Banca d’Italia, fino all'emanazione del decreto, non controllavano Bankitalia, non potevano vendere le proprie quote e da esse ricevevano dividendi minimi ed indipendenti dagli introiti del signoraggio, che restavano nelle casse dello Stato. Con l'entrata in vigore del decreto Imu - Bankitalia le cose sono cambiate, naturalmente in peggio per gli italiani. Il valore delle quote azionarie passa a 7,5 miliardi di euro. Questa ricapitalizzazione avviene a fronte delle riserve statutarie della Banca. Al 31.12.2012, il patrimonio netto (capitale+riserve) di Bankitalia ammontava a circa 23 miliardi di euro. Da un punto di vista sostanziale questo patrimonio è pubblico e appartiene al Tesoro, perché è stato accumulato grazie al potere di monopolio fornito dalla legge a chi emette mo- neta e non attraverso l’attività e gli investimenti dei soci, come avviene per una qualsiasi azienda privata, quindi ogni similitudine è fuori luogo. Le quote sono rese trasferibili, si dice, al fine di permettere ai soci di rispettare un limite massimo del 3% per la quota di partecipazione. Essendo trasferibili, il loro valore non è più arbitrario ma determinato dal mercato. Semplificando, il valore delle quote di Bankitalia sarebbe il valore scontato dei dividendi previsti futuri. Le quote riceveranno una remunerazione massima pari al 6% del loro (nuovo) valore nominale, portando il valore dei dividendi distribuiti ad un massimo di 450 milioni di euro (contro i 70 milioni di utile attribuiti nel 2012). Il 6% è un dividendo eccessivo per un investimento senza rischio. Molto più appropriati sarebbero 70 milioni, l’1% circa anziché il 6%. Si noti che anche 70 milioni di dividendi annuali sono un regalo alle banche (che hanno investito un capitale minimo un secolo e passa fa e che, soprattutto, non contribuiscono affatto a generare i rendimenti che vengono dal signoraggio). Qualche professorone, con l'obiettivo di dare lezioni, sostiene che “l'operazione Bankitalia va vista come un'attività dinamica produttrice di ricchezza per effetto dei maggiori finanziamenti concedibili alle imprese, specie in questi periodi di forte necessità”. Ci si dimentica di dire che la Bce tra il 2011 e il febbraio del 2012 ha prestato alle banche europee circa mille miliardi di euro al tasso agevolato dell'1%. Di questi, 250 miliardi sono finiti nelle casse delle banche italiane e con essi, le stesse, anziché promuovere una politica espansiva che avrebbe permesso un rilancio dell'economia finanziando famiglie e imprese, hanno ben pensato di comprare titoli del debito pubblico (BTp) per 163 miliardi di euro conseguendo lauti guadagni senza rischiare nulla. Un altro aspetto che non viene citato, quando si parla di banche, è che la Banca d'Italia, alla fine degli anni ottanta, ha tentato di imporre alle banche un limite minimo tra capitale (soldi che dovrebbero tirar fuori i soci di tasca propria) e attivo patrimoniale. Il Comitato di Basilea ha cercato di alzare tale limite ad un misero 3% (la gran parte degli analisti sostiene che tale limite dovrebbe essere almeno del 10%), ma come al solito, grazie alle forti pressioni delle grandi banche, tutto è stato rinviato al 2017. Insomma, quando alle banche si chiede di fare la loro parte e mettere soldi di tasca propria, i banchieri hanno sempre qualcosa da ridire e soprattutto impegni da spostare. Preferiscono lavorare senza rischiare nulla, esclusivamente con i soldi degli altri e, magari, con qualche regalone concesso dal governo per patrimonializzarsi e fare affari. Barbara Lezzi Giuseppe Brescia Giuseppe D’Ambrosio Francesco Cariello Emanuele Scagliusi Giuseppe L’Abbate Diego De Lorenzis Maurizio Buccarella Daniela Donno Lello Ciampolillo RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 25 Venerdì 11 aprile 2014 PATRUNO Le ultime due bugie sul Sud >> CONTINUA DALLA PRIMA Q ualche zona simile qua e là nelle otto Italie della mappa. Ma Centro Nord quasi al completo con l’etichetta “stanno tutti bene”, come la solitamente grigia Agenzia delle entrate l’ha definito prendendo a prestito titoli di film. Ovvio il dito sùbito puntato sul solito Sud, non c’è classifica che non lo confermi brutto, sporco e cattivo. Tanta la soddisfazione di potersi assolvere trovando il consueto colpevole di tutti i mali del Paese, che nessuno stavolta ha obiettato: con l’attuale livello di tasse, l’evasione potrebbe essere legittima difesa. Ma le tasse sono tanto più alte quanto più le si evade. Per la verità sono tanto più alte quanto più uno Stato inqualificabile continua a spendere. Però senza tasse, niente servizi pubblici, anche se con quel bassissimo livello di servizi pubblici a Sud lo Stato bara e pretende ugualmente. Così restiamo nella tenaglia di uno Stato dissennato e di una evasione altrettanto. La certezza resta però sempre quella: Sud più evasore del Nord. Quindi palla al piede eccetera eccetera. Vai però oltre le apparenze e le convenienze del partito preso, e fai qualche scoperta. Anzi è lo stesso Stefano Pisani, responsabile della mappatura, a spiegare. Al Sud è più alto il numero degli evasori, al Nord è incommensurabilmente più alta la quantità evasa. Logico se non ci fossero preconcetti: non si sono mai visti poveri che maneggiano somme più alte dei ricchi. Allora si può continuare a dire Sud più evasore del Nord, sia pure in una poco edificante gara? Fatto è che il Pisani è stato molto snobbato dai giornali. E poco diffusa è stata quindi anche la sua definizione di evasione di “sopravvivenza” per il Sud e di evasione di “arricchimento” per il Nord. Traduzione: al Sud un sommerso spesso d’obbligo per non morire, al Nord astuzie e costosi commercialisti per nascondere i grandi capitali esentasse. Nessuno innocente, ma almeno la verità. Ma siccome non è la prima volta che si è tentato di spacciare la bugia, si dovrebbe fare solo qualche cenno ai precedenti. Tipo il famigerato federalismo, quello che avrebbe dovuto ridurre le tasse di tutti e costringere il Sud a gestirsi da solo e ad essere più responsabile e meno sprecone. Conclusione: tasse di tutti aumentate, ma aumentate addirittura del 130 per cento al Sud, pur non essendo più sprecone in un Paese in cui il più virtuoso si dovrebbe fare l’ergastolo. Come dire: sempre peggio per chi sta peggio. Né in precedenza il signor Fisco si era dimostrato meno ingiusto fra Nord e Sud. Vedi le due tenaglie del governo Letta (e tali rimaste anche dopo): il prelievo sugli immobili, l’aumento dell’Iva e delle accise (alcolici e sigarette elettroniche). La stessa percentuale incide in maniera diversa sulla cosiddetta base imponibile: una cosa è imporla su chi ha 50 (il Sud), un’altra è imporla su chi ha 100 (il Nord). Invece di essere progressiva, diventa regressiva, cioè colpisce di più chi ha meno. E così l’Iva aumentata sui consumi: più pesante per chi compra pane che per chi compra caviale. Anche qui regressiva, al contrario di quanto prevede la Costituzione (questa “Chi l’ha vista?”). Stessa cosa l’imposta di registro e dintorni. Così il Sud si vede definire fiscalmente più pericoloso, quando è fiscalmente più massacrato. Chissà se anche stavolta i puri e duri del meridionalismo accusatorio, quelli dell’”è tutta colpa nostra”, considereranno “sudismo” denunciare qualcosa che va anche a loro danno. Magari è colpa del Sud tenersele tutte, con i suoi politici ciechi, sordi, muti. Se è per questo, nessuna buona notizia dal fronte meridionale neanche per quanto riguarda la mitica Banca del Mezzogiorno, quella che fece dire al suo papà Tremonti: ecco cosa serve al Sud. Una banca che avrebbe dovuto sostenere le piccole e medie imprese, come se per questo il Sud fosse un deserto. Tre anni dopo la sua nascita, la doccia gelata solo per chi si illudeva del contrario: respinto l’87 per cento delle richieste di credito, appunto, delle piccole e medie imprese. E soldi dati soprattutto a grandi imprese, dalla Fiat all’Enel, dall’Enav all’Ansaldo. Per non dire di quelli ai postini dietro cessione del quinto dello stipendio. Ma non doveva essere Banca del Mezzogiorno? Si è dimenticato sempre che azionista di maggioranza è Poste Italiane, che un po’ di attenzione ai postini deve concederla. Il problema è che azionista delle Poste sono le maggiori fondazioni bancarie del Nord, e un po’ di attenzione alle aziende del Nord si deve parimenti concederla. Di concessione in concessione, è andata a finire che l’attenzione è mancata solo al Sud. Da parte della Banca del Mezzogiorno. Per la serie: nulla di nuovo sotto il sole. Lino Patruno MARTELLOTTA Nichi e Michi, tempo di gelate >> CONTINUA DALLA PRIMA V endola, ancora nel 2011, contava su un largo consenso nel Paese e sfondava anche nella sinistra di un partito, il Pd, che lo aveva sempre visto come un «pericolo». Fino al punto da diventare il candidato-premier in pectore del centrosinistra che si armava a guerreggiare con Berlusconi. Sappiamo com’è andata a finire: quel «treno» per Roma ha deragliato dinanzi alla resistenza prima del Cavaliere e poi del governo dei tecnici. E ha finito per fermarsi nella «stazione» meno auspicabile: la «non vittoria» del duo Bersani-Vendola, dopo che i due si erano misurati nei gazebo delle primarie, alle urne vere del 2013. Altro che «cantiere della sinistra», come annunciava l’allora ferreo sodalizio: lo tsunami Grillo e, subito dopo, «l’onda anomala» di Renzi hanno travolto tutto ciò che restava di quella (vecchia?) guardia che presidiava il cantiere. Ed oggi - sembra passata un’epoca - per loro c’è a malapena spazio nel «palazzo». Sel, il partito Vendola, vola basso nei sondaggi e finan che sotto il fatidico 4% delle Europee: lui, il leader del partito, non vi correrà e, ogni giorno che passa, pare intenzionato a mollare i remi dalla «fatica della politica». C’è chi è pronto a scommettere che risorgerà al momento opportuno, quando si dovrà andare alla conta e lui vorrà dimostrare a tutti di essere in grado, dopo il bis, di fare anche il tris alla guida della Puglia. Ma chi gli è più vicino parla di un Vendola intenzionato a ritirarsi a vita privata, sfiancato sia nell’immagine (dagli schizzi di fango dell’inchiesta Ilva) sia nel proscenio della politica, con il Matteo nazionale che gli ha sbarrato la strada. Ma non se la passa bene, a quanto pare, anche l’altro campione delle primavere pugliesi, Emiliano. Le quotazioni di Michi, come quelle di Nichi, appaiono in discesa se non in Puglia - dove i due continuano ad essere amati a sinistra - almeno sul fronte nazionale. Il Gladiatore, cominciata con largo e precipitoso anticipo la corsa alla successione di Nichi, ha perso fiato lungo il tragitto e ha, invano, sperato che il primo sindaco-premier Matteo Renzi (suo ex «nemico» alle nomine dell’Anci, dove spinse per Delrio e lasciò indietro il sindaco di Bari) lo rilanciasse verso quel trampolino chiamandoselo a Roma come ministro. Le speranze s’infransero nel giro di 24 ore e ce ne vollero altre 48 per capire che, anche nelle fila dei sottosegretari, non c’era posto per lui. L’appeal del sindaco uscente di Bari, conservato con cura nelle comparsate sulle tv nazionali, sembra meno scoppiettante e nel partito, che pure ne aveva subite di intemperanze quando lo volle segretario regionale in Puglia, la «vecchia guardia» che ora lo vezzeggiava e ora lo coccolava, sembra messa nell’angolo: ci sono i Renzi-boys a tirare le fila, gente che - un po’ come i movimentisti di Grillo - non ci sta alle mediazioni e va dritta per la sua strada. Michi, però, non molla: comincia a fare pressing su Nichi perché gli dia la sua benedizione alla successione sul trono da governatore nel 2015 e, nel frattempo, guadagna a Roma un’altra promessa: non uscirai dal Comune di Bari senza un paracadute, sarai capolista per il Sud alle Europee. Ecco arrivare lo sperato «risarcimento» per la mancata nomina del campione delle urne. Ed ecco, ancora una volta, arrivare nel giro di pochi giorni la «doccia gelata»: i capilista saranno tutte donne, anche il «Gladiatore» del Sud deve far posto a loro. Anche il terzo paracadute, quello che gli avrebbe consentito di restare lontano dalla Magistratura (da cui è in aspettativa) senza perdere un posto nelle istituzioni, è bell’e sfumato. E a Michi non resta che riprendere da zero la corsa verso la Regione, sperando che il «nuovo corso» del Pd non gli crei nuovi problemi di qui a un anno. Tempi bui per la sinistra «made in Puglia», quel laboratorio che l’ingegnoso D’Alema aveva accarezzato nei primi anni Duemila e col quale, complici gli eserciti romani e pugliesi, aveva espugnato la roccaforte del centrodestra. Gli attaccanti rischiano di tornare in panchina e la nuova «squadra» lanciata dal ct Renzi corre senza pietà. FINE DI UN DOMINIO C’ERA UNA VOLTA L’INVENZIONE DEI SESSI di RENATO QUADRATO S i sono tenuti a Bari nei giorni scorsi gli Stati generali delle donne: un’iniziativa volta a discutere del ruolo della donna nelle istituzioni e nella politica, a promuoverne una sempre maggiore partecipazione. È un evento a cui è seguita l’approvazione in via definitiva da parte del Parlamento delle norme che sanciscono la presenza paritaria di uomini e donne nelle liste per le elezioni europee, anche se soltanto a partire dal 2019. Un precedente che si spera possa orientare anche il cammino della legge elettorale, il c.d. Italicum, dopo il recente, contrastato affossamento alla Camera delle “quote rosa”. SVOLTA -È il segno di un cambiamento, di una svolta: l’abbandono di una mentalità arcaica, di una concezione della donna che affonda le sue radici in un passato ormai remoto, risalente alla cultura maschilista del mondo antico, in Grecia come a Roma. In Grecia Aristotele ne è uno dei rappresentanti più accaniti: come emerge dalla Politica, dove ricorrono numerosi squarci dedicati al potere dell’uomo sulla donna (I,2,1252b; I, 12-13, 1259b; I, 13, 1260a), ridotta ad un ruolo subalterno e marginale anche nella comunità domestica (“casa nella sua essenza è la donna e il bove che ara”, come Aristotele ricorda citando Esiodo; “ l’uomo esercita la sua autorità sulla moglie e sui figli”, rammenta con Omero; “alla donna il silenzio reca grazia”, riferisce insieme a Sofocle), e assegna al maschio la “virtù del comando”, alla donna quella della “subordinazione”, giudicando “assurdo trarre esempi dagli animali per dimostrare che le donne devono avere le stesse occupazioni degli uomini”. Anche a Roma si registra una tradizione volta a discriminare la donna, ad escluderla “da tutte le funzioni pubbliche e civili, di giudice, magistrato, rappresentante in giudizio, garante, procuratore”, come si legge nella sequenza di un passo del Digesto di Giustiniano (50.17.2), collocato fra le “regole del diritto”, che fornisce un elenco, e neppure completo, di preclusioni: un catalogo delle incapacità femminili. Sono compiti considerati prerogativa dei maschi, munus masculorum, come si ricava ancora dal Digesto (26.1.18), e questa volta a proposito di un altro divieto per la donna, quello di diventare tutrice. L’idea dell’inferiorità femminile si lega ad una presunta debolezza fisica, ad una maior vis (maggiore forza) del maschio: di qui l’etimologia, tramandata da Varrone (De lingua latina) e Lattanzio (De opificio Dei), di vir (uomo) da virtus (vigore), e di mulier (donna) da mollities (debolezza). Il maschio e la femmina finiscono così col diventare termini di una polarità, di una opposizione di genere. Non mancano però, anche se rare in uno scenario decisamente maschilista, voci controcorrente. In Grecia spicca la parola di Platone, il quale, nell’opera che contiene la summa della sua teoria politica, La Repubblica, pur ammettendo la diversità dei corpi, non esita a sostenere la parità di genere nelle funzioni pubbliche, spingendosi ad affermare che “molte donne per molti aspetti sono superiori a molti uomini”, e che “nel governo dello Stato non c’è nessuna funzione propria dell’uomo o della donna in quanto tali, ma le inclinazioni sono casuali in entrambi” (V, 455d). A Roma risaltano le voci di un filosofo e di un giurista: Musonio Rufo e Gaio, vissuti rispettivamente nel primo e secondo secolo d. C. Due intellettuali che avevano trovato nello stoicismo le ragioni di un’etica nuova, attenta anche alla emancipazione femminile. Ebbene, nelle sue Diatribe il “Socrate romano”, come Musonio viene reputato, pur riconoscendo che, a causa della specificità biologica dei sessi, alcuni lavori si addicono più all’uomo che alla donna e sono perciò considerati maschili o femminili, esclude tuttavia che certe attività possano ritenersi di pertinenza esclusiva di un sesso: “tutti i lavori umani”, afferma, “sono comuni all’uomo e alla donna e nessuno è di necessità riservato all’uno o all’altro”, tant’è che talora, in determinate circostanze, “certi uomini potrebbero a buon diritto sbrigare lavori leggeri e che sembrano donneschi mentre le donne potrebbero fare lavori più pesanti e che sembrano adattarsi di più agli uomini”. Nel suo pensiero, insomma, la biologia non si trasforma in ideologia. TUTELA -Dal canto suo il giurista, esaltato da Giustiniano come il “nostro Gaio”, si batte, e lo si evince dal suo Manuale di diritto privato, contro la regola che condanna la donna ad essere sottoposta ad una tutela a vita, a differenza del maschio che, invece, raggiunta la pubertà, “cessa di avere il tutore” (Inst. 1.145); e giudica “più pretestuosa che vera” (magis speciosa quam vera) la “ragione secondo cui le donne, per occuparsi delle loro cose avrebbero bisogno di una guida”, asserendo, contro un radicato stereotipo, la loro capacità di “trattare da sole i propri affari” (ipsae sibi negotia tractant: Inst. 1. 190). Ora, tornando all’oggi, a distanza di quasi duemila anni, sembra essere arrivato finalmente nel nostro Paese il momento di decidersi a riconoscere e garantire alla donna un ruolo davvero paritario nella società. La nostra Costituzione, la quale, già nella prima formulazione dell’art. 51 disponeva che “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”, si è poi arricchita nel 2003 di un comma, il secondo, in cui si afferma che “A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. È una disposizione che ha eliminato quelle remore derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale, la n. 422 del 1995, dove si legge che “le quote di genere vanno contro gli articoli 3, 49 e 51 della Costituzione”. Ebbene, fugati i rischi di incostituzionalità, è ormai spalancata la via per assicurare la giusta presenza femminile nella vita politica. C’è, dunque, da augurarsi che cessi del tutto quello che il sociologo Pierre Bourdieu chiamava in un saggio del 1998 “il dominio maschile”. La ratio sexus, argomento a lungo usato per giustificare la disparità di trattamento tra uomo e donna, non esiste. È solo un pretesto, una invenzione: “l’invenzione dei sessi”, per dirla con J. Lorber (1995). RASSEGNASTAMPA 2 venerdì 11 aprile 2014 POLITICA Formigoni, blocco per 50 milioni I giudici di Milano dispongono il sequestro della villa in Sardegna e dei conti correnti dell’ex presidente della Lombardia ● Per il gup «è il prezzo della corruzione» ● La difesa: «Non ho quei beni» ● GIUSEPPE VESPO MILANO E pensare che quella splendida villa con vista su Cala di Volpe, in Costa Smeralda, sarebbe solo una piccolissima parte di un «tesoretto» nascosto chissà dove. Per anni gli amici di Roberto Formigoni che con lui sono finiti nell’inchiesta Maugeri, che ipotizza a vario titolo i reati di associazione a delinquere e corruzione, avrebbero messo da parte ricchezze per oltre 61 milioni di euro. La procura di Milano ne cerca 49,8 milioni. Sono «le somme complessivamente trasferite, successivamente al 12 aprile 2006, dalle casse della Fondazione Maugeri alle società di Daccò e Simone e destinate alla remunerazione di questi ultimi e di Formigoni ed alla sopportazione di tutti i relativi costi». Dal 2006. Prima la legge non permette di andare. Ottenuto l’ok del giudice, i pm del pool guidato da Francesco Greco hanno spedito ieri i finanzieri del nucleo tributario a caccia di quella montagna di soldi, o di quello che ne resta. Il decreto di sequestro preventivo, in attesa che il sei maggio cominci il processo, ha portato la polizia giudiziaria a mettere i sigilli sulla villa in Sardegna. Tredici vani con vista sul mare, per un valore di circa tre milioni di euro, acquistati dal coindagato e amico di Formigoni, Alberto Perego, grazie ad un maxi sconto concesso dal lobbista Pierangelo Daccò. Secondo l’inchiesta, anche quello sconto rientrerebbe nei famosi «benefit» con i quali Formigoni sarebbe stato ricompensato per la «protezione globale» garantita alla fondazione che gestiva le cliniche Maugeri. Un occhio di riguardo, quello dell’ex governatore lombardo, che in una quindicina d’anni avrebbe «assicurato» alle cliniche con sede a Pavia «provvedimenti di favore dagli organi della Regione Lombardia», che «riconoscevano erogazioni in danaro e altri indebiti vantaggi per un importo pari a circa duecento milioni di euro». Da questi soldi, poi, i lobbisti e amici di Formigoni, Daccò e Antonio Simone, avrebbero stornato 61 milioni di euro che in parte sarebbero serviti a ricompensare l’ex Celeste. Secondo i pm, l’ammontare dei «benefit» percepiti da Formigoni sarebbe di circa otto milioni di euro. «NON POSSEGGO QUEI SOLDI» Per conoscere il valore di quanto effettivamente sequestrato dai finanzieri, bisognerà aspettare un po’. Il decreto del giudice Paolo Guidi è stato emesso nei confronti di Formigoni, Perego, Daccò, Simone e Costantino Passerino. Il documento indica complessivamente in 49,883 milioni di euro il «frutto» della presunta corruzione, ma sembra improbabile che si possa trovare quella cifra. D’altra parte non è la prima volta che scattano i sigilli sulle ricchezze dell’affaire Maugeri. Tempo fa era stato disposto un altro sequestro preventivo - non nei confronti di Formigoni e Perego - per complessivi 53,2 milioni di euro. Di questi solo 20,9 sono stati effettivamente scovati dai finanzieri e messi da parte. Lo stesso Formigoni ha voluto precisare che nelle sue disponibilità .. . Il provvedimento è stato deciso nell’ambito dell’inchiesta sul caso Maugeri-San Raffaele non ci sono cifre di tali portate. Anzi. «Su uno dei miei due conti correnti - ha detto - figura un attivo di 18,20 euro, sull’altro un passivo di 75 mila euro. Le mie tre auto sono: una Alfa Mito del 2012 per uso personale, una Panda del 2009 e una Multipla del 2008 in dotazione ai miei collaboratori». Quanto agli immobili, l’ex governatore dichiara di non aver «mai posseduto ne posseggo una casa in Sardegna. Le proprietà immobiliari sono: un micro appartamento nella periferia di Sanremo di 36 metri quadrati e tre appartamenti in Lecco di 400 metri quadrati complessivi, che sono stati ereditati dai miei genitori. Di tutti questi immobili condivido la proprietà con i miei due fratelli». Al senatore dell’Ncd sono state bloccate tutte le disponibilità salvo il conto corrente nel quale gli viene versato lo stipendio da parlamentare. Formigoni ha detto anche di sentirsi sotto attacco, e di subire «l’ennesima calunnia». Ma per il giudice Guidi l’ex numero uno della Lombardia «ha avuto la disponibilità di ingenti somme di denaro in contante non giustificate dai suoi legittimi introiti». E né lui né l’amico Perego «hanno prodotto indagini difensive o indicato fonti di prova o dati indiziari che portino ad una lettura di segno opposto o anche solo diverso» rispetto alle accuse contestate. Piuttosto, rileva il giudice, «Formigoni non ha contestato il fatto materiale di aver ricevuto tutto una serie di utilità da Daccò e Simone», come i viaggi e le vacanze sugli yacht, «limitandosi a sostenere che si trattava di somme e utilità erogate per mera stima ed amicizia». Un atteggiamento legittimo. C’è però chi, come l’ex patron della Fondazione, Umberto Maugeri, e il consulente Gianfranco Mozzali ha «confermato in sede di incidente probatorio il sistema di pagamento delle tangenti - e la connessa ed articolata struttura societaria e contrattuale di supporto in Italia e all’estero, con la compiacenza di numerosi professionisti - che hanno concorso a mettere in piedi nel rapporto tra Fondazione Maugeri e Regione Lombardia». «ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE» Rinviati a giudizio Mastella e la moglie Clemente Mastella, in qualità di leader dell’Udeur, la moglie Sandra Lonardo e altre 17 persone sono state rinviate a giudizio per associazione a delinquere. A decidere è stato il gup del Tribunale di Napoli Maurizio Conte. Il processo inizia il 18 giugno. Per i pm napoletani, l’Udeur era «un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati Il tesoretto di mance e favori del ciellino insaziabile SEGUE DALLA PRIMA Avrà in gioventù fatto voto di castità, come fino a un certo punto della propria esistenza ha sempre dichiarato, ma di sicuro non ha mai fatto voto di povertà. Ha seguito le orme di Don Giussani, l’ispiratore di Comunione e liberazione, ma non al cento per cento: non risulta che il Gius sia morto ricco. Di sicuro non ha mai rivolto un pensiero a Francesco, il santo dei poveri, e neppure, per stare ai nostri tempi e alle buone pratiche comunitarie, a don Bosco e, tanto meno, per non allontanarsi troppo da casa, a don Colmegna o a don Gino Rigoldi, che pure gli abitano vicino, in periferia, a Milano. Non possiamo però rimproverare all’eterno ragazzone, avvicinatosi ormai ai settanta, d’aver coltivato l’amore per il denaro più ancora che quello per Dio e per gli uomini. Non si fa peccato arricchendosi, come spiega anche la Chiesa. Ogni persona normale ci prova, i più, usando mezzi leciti, senza riuscirci. Con quali mezzi il nostro Roby sia invece riuscito ad accumulare quattrini e beni per quasi cinquanta milioni di lire non lo sappiamo. Deciderà la magistratura. Certo custodendo tutti gli stipendi incassati in mezzo secolo di poltrone, scommettendo sulla sua precocità nel sacrificio e nella dedizione, ammesso che mai una lira o un euro sia- IL COMMENTO ORESTE PIVETTA Tra l’eterna presidenza della Lombardia, Cl, San Raffaele, Compagnia delle opere, Formigoni è riuscito a costruirsi anche un piccolo regime no stati attinti a quei risparmi, per una giacca o per un flacone di sciroppo, per una insalatina e una manciata di riso, l’indispensabile insomma per sopravvivere, non si arriva a tanto, neanche si sfiora l’entità del tesoretto scoperto: otto nove milioni (consideriamoli esentasse) che cosa sarebbero mai al confronto? Peraltro la somma matematica sarebbe impossibile, a giudizio dello stesso ex governatore. Quando gli si chiese dei suoi viaggi e dei suoi soggiorni al mare o a bordo di un lussuoso yacht con l’amico Daccò (condannato in appello a nove anni per associazione a delinquere e bancarotta), lui rispose d’aver sempre pagato tutto: purtroppo non aveva conservato gli scontrini, neppure quello del caffè. Lo mise anche per iscritto, rivolgendosi ai giornalisti strumenti del complotto accusatorio, plotone d’esecuzione al soldo della parte politicamente avversa: “Le spese delle carte di credito di Daccò sono elevate perché si riferiscono a conti collettivi. E se ci sono biglietti aerei e una settimana di vacanza alle Antille con cifre importanti, scusate tanto, non sono Brad Pitt ma me le posso pagare, me le sono pagate col mio stipendio. Le ricevute dei rimborsi delle spese anticipate da Daccò? Non le ho tenute, le ho buttate. Scusate, è un reato? “. Che cosa si inventerà ora Formigoni? Qualche eredità, una cassa stracolma d’oro nel giardino di casa, una vincita al superenalotto? Mostrerà la fronte imperlata di sudore, segno di tanto lavoro e di tante fatiche e quindi di sacrosante ricompense? Si parerà dietro la buona abitudine di tanti manager di incassare, alle dimissioni per cattiva gestione, premi da nababbi… in fondo solo pochi mesi fa l’amministratore delegato di uno dei più cospicui gruppi bancari se ne andò licenziato con una buona uscita di 39 milioni più uno, pattuito per la beneficienza. Formigoni, con un salario di consigliere lombardo o di parlamentare della repubblica, si è sempre dovuto accontentare e dovrebbe ancora accontentarsi di quel tanto che gli bastava e gli basta per superare quella soglia di povertà, al di sotto della quale starebbe una decina di milioni di concittadini Italiani che vivono con sei o settecento euro al mese (una notizia confortante: al sequestro è sfuggito il modesto stipendio elargito dal Senato della Repubblica). Niente fantasie. Come era prevedibile, Formigoni non ha cercato scuse, non si è giustificato. È nello stile, arrogante, dell’uomo. Semplicemente ha negato: “Tranquillizzo tutti, non ho mai posseduto nemmeno la centesima parte di 49 milioni di euro”. Allo- ra, si chiede inquieto, tutt’altro che tranquillo, il cittadino qualunque, a chi saranno mai stati sequestrati quei soldi e quelle ville? Possibile che la Guardia di Finanza o i Carabinieri girino in Sardegna o in Brianza e sequestrino una casa qui e un’altra là, come capita capita? Vuoi che un giorno succeda anche a me… Ma non abbiamo nulla da dichiarare e solo una infinità di ricevute da mostrare. La verità è che a suo modo, tra l’eterna presidenza della regione Lombardia, Comunione Liberazione, Compagnia delle opere, San Raffaele, Fondazione Maugeri, Daccò e Memores Domini (la comunità in cui vive in compagnia del Perego, titolare della villa in Sardegna) Formigoni è riuscito a costruirsi oltre che un tesoretto anche un piccolo regime, che qui e là mostra le sue crepe, ma regge anche perché il successore Maroni non ha alcuna voglia di mandare a monte una vecchia alleanza per smontare un sistema di potere e di affari: si accontenta di rosicchiare la sua parte. Formigoni che nega tutto, le ville e gli scontrini, fa la parte di Berlusconi che nega ancora di più dopo la triplice condanna e tira fuori dal cappello le “carte americane”, sempre quelle: l’uno e l’altro, nelle dovute proporzioni, saldamente convinti di essere immutabili, indispensabili, insaziabili. RASSEGNASTAMPA 3 venerdì 11 aprile 2014 Berlusconi, la Procura dice sì ai servizi sociali I Roberto Formigoni in vacanza in Sardegna a bordo del suo yacht FOTO LAPRESSE contro la pubblica amministrazione connessi con nomine e assunzioni illegali e soprattutto all’acquisizione del controllo delle attività pubbliche di concorso per il reclutamento di personale e gare pubbliche per appalti ed acquisizioni di beni e servizi bandite da Enti territoriali campani, Aziende sanitarie e Agenzie regionali, attraverso la realizzazione di numerosi reati». L’indagine riguarda anche un presunto episodio di concussione ai danni dell'allora presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. doneo all’affidamento in prova ai servizi sociali», considerata l’età (78 anni), l’entità della pena da scontare (un anno già ridotti a dieci mesi), il profilo della persona, sia per i ruoli pubblici assunti in passato e in quanto incensurato (quella per frode fiscale è la prima condanna definitiva). Il procuratore generale Antonio Lamanna dà parere favorevole a che il condannato Silvio Berlusconi sconti la pena e affronti un percorso riabilitativo in affidamento ai servizi sociali. La decisione trapela dopo circa due ore di udienza al primo piano del palazzo di giustizia di Milano. Sono le 18 e trenta del pomeriggio. il tribunale di sorveglianza si era riunito dalle 16 e 30. Gli avvocati Niccolò Ghedini e il professor Franco Coppi lasciano il tribunale senza fare dichiarazioni. Scappano ad Arcore, a villa S. Martino dove il loro assistito aspetta da ore, da giorni e da mesi questa notizia. Non siamo ancora a nulla. Il tribunale - il presidente Pasquale Nobile de Santis, la relatrice Beatrice Crosti, la psicologa Federica Bruschi e la criminologa Silvia Guidoli - ha solo finito di mettere le carte in tavola. Da ieri sera è in camera di consiglio e il verdetto può arrivare entro cinque giorni (termine non perentorio) ma anche molto dopo. «Fino a 10-15 giorni, dopo Pasqua» correva voce a palazzo di giustizia. Ma il passaggio stretto, quello più decisivo di altri, che doveva dare un segno o il suo opposto alla vicenda umana di Silvio Berlusconi ma anche a tutto il paese e al suo equilibrio politico, è arrivato quando il pg ha espresso parere favorevole ai servizi sociali. Quando ha detto, cioè, che l’ex premier può «percorrere un percorso di ravvedimento e di risarcimento nei confronti del patto sociale da lui violato con il reato di frode fiscale offrendo servizi alla società». Attenzione, però: non alla proposta un po’ surreale avanzata dai legali dell’ex Cavaliere ma a quella dell’Ufficio esecuzione penale esterna. Il pg, infatti, ha ritenuto «non valida» l’offerta di dare «assistenza psicologica ai disabili fisici e mentali che hanno perso ogni motivazione e hanno bisogno di nuovi stimoli» in una struttura L’UDIENZA CLAUDIA FUSANI MILANO Il verdetto entro cinque giorni. Il parere del Pg non è vincolante per i giudici e potrebbe anche essere ribaltato in camera di consiglio che però, purtroppo, è in fase di costruzione e sorgerà nel parco di villa San Martino ad Arcore oppure in quello di Macherio. Resta quindi la proposta già avanzata nel programma dell’Ufficio esecuzione penale esterna, ovvero dedicare mezza giornata a scelta nell’arco della settimana a un istituto per anziani e disabili nell’hinterland milanese. Se sarà questa la conclusione della vicenda, bisogna vedere come reagirà Berlusconi. In questi mesi non ha perso occasione per dire che non avrebbe mai accettato questa «umiliazione». Intenso è stato, in questa direzione, il lavoro di Coppi e Ghedini. La cronaca dell’udienza si ferma qua. Rigorosamente a porte chiuse, dopo due ore di contraddittorio, nessuno dei protagonisti ha voluto rilasciare dichiarazioni. Come è giusto che sia visto che si tratta di una camera di consiglio. Si sa anche il giudice Crosti nella sua relazione ha preso in esame tutte le possibilità, anche gli arresti domiciliari visto che il condannato non ha mai mostrato né durante il processo né dopo alcun segno di pentimento o di ravvedimento. Che sono la condizione imprescindibile per accedere al beneficio dei servizi sociali. E però la condanna lieve e l’età fanno pendere la decisione verso la pena più tenue. Di questa ennesima giornata di attesa al palazzo di giustizia di Milano meritano la citazione alcuni dettagli. Il luogo dove di è celebrata l’udienza, ad esempio: in quell’ala del palazzo che si chiama Corridoio Lisistrata, dal nome della protagonista della commedia di Aristofane che proclamò il primo sciopero delle donne nell’Atene del IV sec AC, simbolo, quindi del primo femminismo. La causa di Silvio Berlusconi «libero» era la numero 9 di una lista di 59, tra il marocchino Badri Sadik e il boss Giuseppe Nirta. I fogli con il ruolo di giornata sono stati appesi tutta la mattina sulla porta e, tra una chiamata e l’altra delle cause - tutte all’altoparlante come al supermercato - molti di quelli in attesa si sono messi in posa per una foto ricordo accanto al nome dell’ex premier. Ora comincia l’attesa per il verdetto finale. Che potrebbe anche essere ribaltato nella camera di consiglio dove i quattro giudici, due togati e due popolari, voteranno la proposta finale del presidente Pasquale de Santis il cui voto vale doppio. Ma sarebbe veramente clamoroso. La sensazione forte nel palazzo di giustizia milanese è quella di levarsi di torno il prima possibile e senza polemiche questa patata bollente. I servizi sociali sono «il male minore», una decisione che terrebbe conto «del profilo politico» di un condannato molto speciale e gli darebbe ampi margini di movimento. La tanto inseguita «agibilità politica». A quel punto, infatti, Berlusconi dovrebbe rispettare solo l’obbligo di stare a casa tra le 22 e le 7 del mattino e il divieto di incontrare pregiudicati o tossicodipendenti. A parte l’impegno settimanale di sei ore nella casa di cura, potrebbe continuare ad esercitare la leadership politica ma non potrà fare campagna elettorale. Sarà interessante qui vedere come i giudici scriveranno i divieti. E come delimiteranno il confine del tutto inedito e labile tra leadership politica (lecita perché un partito è un ente di diritto privato) e la campagna elettorale che invece, investendo la sfera pubblica, dovrebbe essere interdetta dalla pena accessoria. Il quotidiano britannico Guardian ha lanciato il gioco on-line: «Scegli la pena per Berlusconi» Ma l’ex Cav ora teme i tempi lunghi: così ci paralizzano U na dose di ottimismo per il parere favorevole della procura all’affidamento ai servizi sociali, che lascia presagire che il peggio sia scongiurato. Un sospiro di sollievo. Ma resta l’amarezza per questo passaggio, e soprattutto per i tempi che si allungano: da 5 a 15 giorni. Sulla carta, fino a due settimane di apnea che rischiano davvero di tagliare le gambe alla campagna elettorale di Forza Italia. Che già si troverà a chiudere e liste praticamente al buio: martedì 15 la scadenza. Silvio Berlusconi è chiuso ad Arcore, nella villa che ama e considera il principale rifugio dalle intemperie della vita. Con lui la fidanzata Francesca Pascale, l’assistente Maria Rosaria Rossi, tutti e cinque i figli. E ovviamente Dudù. Sepolte ambizioni divergenti, rivalità e frizioni caratteriali, la famiglia è unita intorno al padre. In quello che i giornali con parecchia retorica hanno chiamato «il giorno del giudizio» ma che resta per lui l’ora più difficile. Secondo la linea con concordata con i legali Ghedini e Coppi, il leader azzurro è stato alla larga dall’udienza, che peraltro si è tenuta rigorosamente a porte chiuse. Per evitare manifestazioni di insofferenza o di nervosismo, ma anche per non fornire a fotografi e cronisti assiepati nei corridoi del tribunale l’immagine di un uomo che vive quella che considera «un’umiliazione ingiusta». Con il IL RETROSCENA FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan L’ex premier è chiuso ad Arcore con la famiglia Cauto ottimismo ma pesa l’«umiliazione». Restano ora tutte le incognite sulla campagna elettorale paradosso di un condannato che vive come un’offesa l’idea di «riabilitazione» e per non fare cattiva impressione sui giudici preferisce non presentarsi. L’ex Cavaliere è stato di umore nero per tre quarti della giornata. Sospettoso, sfiduciato, negativo verso quelli che «sono pur sempre giudici di Milano». Intorno a lui, un irreale clima sospeso. Con il partito raggelato nel silenzio e nell’attesa. Fino al momento in cui il procuratore generale Lamanna ha aperto alla tesi della difesa, ha accolto la richiesta dell’affidamento in prova. Luce verde a quel mezzo pomeriggio a settimana nel centro anziani non distante da casa. Sia pure con la massima cautela l’orizzonte mostra uno spiraglio di ragguardevoli dimensioni. «Una decisione positiva e coerente» apprezza subito la fedelissima Michaela Biancofiore. «Berlusconi non è abbattuto. Prendiamo atto del parere favorevole - commenta il consigliere politico Giovanni Toti - sull`affidamento. Restiamo fiduciosi che il tribunale di sorveglianza saprà giudicare tenendo ben presente la statura umana e politica della persona che ha di fronte e soprattutto la responsabilità verso i milioni di moderati che si riconoscono in lui». Fiducia e speranza, appunto: «A questo punto sarebbe bizzarro che i giudici non si uniformassero a questa richiesta - ragiona un dirigente vicino a Berlusconi - Ma quan- do c’è in gioco Silvio la cautela non è mai troppa...». E difatti la parola d’ordine nel partito è: prudenza. Nessuno scopre il fianco. «Resta comunque un giorno infausto per la democrazia, stiamo vivendo un’ingiustizia» commenta Mariastella Gelmini. Troppe le incognite. A partire dal tempo di attesa. Berlusconi e i suoi sperano che la decisione arrivi tra cinque giorni e non tra due settimane. Segnali in questo senso, secondo alcuni, ce ne sono. E già questa road map complica le cose. Nel fine settimana è prevista la riunione decisiva per le candidature alle Europee - la deadline è appunto martedì 15 - con Toti e Verdini in udienza dal leader. Ultima grana, il caso Mastella. «Le liste saranno pronte entro lunedì» ha annunciato l’ex direttore di Tgcom. L’auspicio è che possa presentarle proprio Berlusconi. Già, perché la domanda resta eternamente quella: che tipo di «agibilità politica» avrà Berlusconi nell’immediato futuro? E quindi in che forme, con quali limitazioni e fino a che punto potrà par- .. . Si lavora alle liste, pronte per lunedì. Toti: «I giudici tengano conto che è il leader dei moderati» tecipare alla campagna elettorale? Un quadro che verrà chiarito soltanto dalla decisione finale dei magistrati. E che per Forza Italia - oltre che per la serenità personale di Berlusconi - è cruciale. Nessuno, da Toti a Verdini in giù, nutre dubbi sul fatto che con Silvio fuori dal campo la partita delle Europee si fa difficilissima. Nonostante i video e gli appelli già registrati che Mediaset è pronta a diffondere fino al 25 maggio. Del resto, lo si è visto con le telefonate seriali ai vari club Forza Silvio: l’effetto galvanizzante sui sondaggi è stato minimo. «Se a questa tornata c’è il tracollo - spiega sconfortata una parlamentare - non ci riprenderemo. Alfano ci sta con il fiato sul collo e perdiamo pezzi...». Berlusconi aspetta. Pronto a chiedere - se ne avrà la possibilità - tutti i permessi necessari per comizi, interviste e incontri. Quel «la giustizia deve fare il suo corso» lanciato da Renzi è stato interpretato come una frase di maniera. L’ex Cavaliere non ha deposto le armi: appena il suo destino sarà certo, tornerà a battere il chiodo dell’incontro con il premier sulle riforme. Pronto a interpretare il doppio ruolo di padre nobile delle riforme e volonteroso assistente degli anziani a beneficio dei media. Quello di cui ha bisogno, è il tempo necessario per risollevare il partito di piazza in Lucina. Che nei sondaggi continua a calare. RASSEGNASTAMPA 4 venerdì 11 aprile 2014 POLITICA Insulti alle donne Pd Rivolta contro Grillo Il leader M5S: «Le cinque capolista sono veline» ● Il premier: «Lui pensa solo a come insultarci Vuol dire che ha paura» ● Da Sel a Forza Italia attacchi al «maschilista» ● Michele Emiliano sindaco di Bari FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO Liste Pd, Emiliano e Giusi Nicolini non si candidano La sindaca: «Prevalse altre logiche» ● Domani a Torino Renzi apre la campagna elettorale ● Cuperlo a Roma ● VLADIMIRO FRULLETTI [email protected] In Transatlantico Fausto Raciti, assieme a Matteo Orfini, distribuisce a deputate e giornaliste dolcetti di pasta di mandorle arrivati direttamente da Acireale. Buonissimi ma probabilmente insufficienti a far scomparire nel segretario regionale del Pd siciliano l’amaro in bocca che gli ha lasciato lo scontro col presidente della Sicilia Rosario Crocetta alla direzione di mercoledì sulle liste per le europee. Anche perché dall’Isola intanto la sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha già fatto sapere che non si candiderà. Aveva accettato l’offerta per guidare la lista (dopo parecchie insistenze), ma poi, fa notare, «sono prevalse altre logiche». Cioè la scelta del partito siciliano, confermata dalla segreteria nazionale e quindi dalla direzione di mettere come capolista Caterina Chinnici, figlia del magistrato Rocco ucciso dalla mafia. Una rinuncia che il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, spiega come frutto «di una situazione prettamente regionale». Insomma questioni siciliane. E più precisamente lo scontro fra il presidente Crocetta e l’ex parlamentare Beppe Lumia da una parte e il segretario regionale Raciti dall’altra. Risultato? Lumia che non viene proposto dal partito siciliano e il consigliere regionale Antonello Cracolici che pur proposto dalla direzione regionale esce dalla lista: «sono stato vittima della vendetta di Crocetta» spiega. Fratture profonde che rischiano di far affondare la nave guidata da Crocetta (con Cracolici stanno 9 consiglieri regionali su 18). La lista del Sud comunque andrà ritoccata perché oltre a ricoprire (con una donna) il terzo posto lasciato libero da Nicolini, c’è anche la questione Raciti che considera la propria candidatura come «figurativa». Stessa operazione dovrà essere fatta anche sulla lista per la circoscrizione Sud da dove s’è tolto il sindaco di Bari Michele Emiliano, colpito, come dice lui «dall’elettroshock» di Renzi. Emiliano al telefono ha spiegato (e «concordato») con Renzi il proprio passo indietro. «Avevo accettato la proposta di fare il capolista - spiega - perché mi sembrava un’occasione per mostrare che c’è un’altro Sud in grado di essere protagonista in Europa. È stata fatta poi un’altra scelta politica, che condivido, di candidare capolista 5 donne, e quindi è venuta meno la motivazione della mia candidatura». Certo non si dice felice ma assicura che non tirerà i remi in barca. Anzi. Ieri ha fatto 4 comizi in Salento e da oggi e fino a domenica sarà in Abruzzo: «Farò campagna come se fossi candidato e per dare una mano alla capolista Picierno». Restano due rinunce pesanti, ma del resto lo stesso Renzi aveva messo in conto che qualche scossone «fisiologico» la sua scelta di candidare 5 capolista donne l’avrebbe provocata. E Guerini non si mostra particolarmente preoccupato. A margine della conferenza stampa col segretario del Psi Riccardo Nencini per presentare il patto federativo fra i due partiti (il Psi ha un proprio candidato in ogni circoscrizione) per le europee del 25 maggio, il vicesegretario democratico fa notare come le liste siano state approvate all’unanimità dalla direzione e che comunque «c’è tempo fino al 15 aprile» per aggiustamenti e che «se qualcuno si ritira verrà sostituito». Quello che conta insomma è il «messaggio politico» voluto lanciare da Renzi con le 5 capolista donne. Messaggio che domani il Pd rilancerà da Torino (appuntamento al PalaOlimpico dalle 10,30) per l’avvio della propria campagna elettorale quando sul palco saliranno proprio le cinque capolista alle europee: Alessia Mosca, Alessandra Moretti, Simona Bonafè, Pina Picierno e Caterina Chinnici. L’appuntamento, che servirà anche a far partire la corsa di Sergio Chiamparino vero la guida della Regione Piemonte, vedrà la presenza di trecento candidati sindaci provenienti da tutt’Italia (il 25 maggio si vota anche in oltre 4mila comuni) e sarà chiuso dallo stesso Renzi che poi nel pomeriggio sarà a Lucca al festival del volontariato. E domani quasi nelle stesse ore (dalle 10) andrà in scena al teatro Ghione, di via delle Fornaci a Roma, la convention della minoranza interna del Pd convocata da Gianni Cuperlo. All’iniziativa, tra gli altri, parteciperanno Don Massimo Mapelli, della Caritas di Milano, Pietro Crosta, Direttore di Banca Etica, Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, Massimo D'Alema, Guglielmo Epifani, Andrea Orlando, Roberto Speranza, Pippo Civati, Carla Cantone, Francesco Boccia. ANDREA CARUGATI ROMA «Quattro veline e un Gabibbo», titola Beppe Grillo, con un poco garbato fotomontaggio in cui le capolista del Pd alle europee vengono raffigurate come le veline di Striscia. Grillo le definisce paracadutate, ricorda che «essere donna, di per sé, non é un valore e offende: «Sono donne usate a fini di marketing secondo la migliore tradizione berlusconiana: quattro veline e Renzie a fare il Gabibbo. Una presa per il culo, ma tinta di rosa. Chi occupa una carica elettiva non dovrebbe concorrere per un’altra fino alla scadenza del mandato, come fanno gli eletti del M5s». «Perdere contro questa “armata Brancaleone” è impossibile, auspica il leader dei 5 stelle. La reazione dei democratici questa volta è durissima: «Grillo tutte le mattine si sveglia e pensa: “Come posso attaccare il Pd”. Io mi alzo e penso: ”Come posso oggi cambiare l’Italia?”», dice il premier Renzi. «Le parole di Grillo dimostrano che ha sempre più paura: l’aver presentato cinque donne alla testa delle liste è una cosa che evidentemente lo ha spiazzato» e in fin dei conti «le sue parole dimostrano la considerazione che ha delle donne», dice il vicesegretario Lorenzo Guerini. Sulla stessa linea la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro: «Grillo non ha davvero più pallottole in canna, è preoccupato per le elezioni e il nervosismo gli gioca brutti scherzi. Cadere nel più becero maschilismo, al quale peraltro non è nuovo, non fa onore alla sua intelligenza e impoverisce il dibattito politico». L’accusa di maschilismo riecheggia in tutte le dichiarazioni: «La paura delle elezioni fa straparlare. Grillo insulta le donne nella migliore tradizione maschilista e sessista», commenta il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, ma anche fuori dal Pd c’è chi attacca duramente il comico genovese: «Penso che liquidare con il titolo di veline le donne scelte dal Pd come capilista alle europee sia quasi un atto razzista più che maschilista e cafone», dice Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. Tra le protagoniste dell’attacco del leader Cinquestelle a rispondere alle offese sono Pina Picierno, Alessandra Moretti e Alessia Mosca, che ribalta l’accusa rivolta al suo partito e dichiara: «Grillo, vergogna! Offende le donne per fini di marketing elettorale. Il 25 maggio merita una lezione da tutte le donne italiane e il 26 di maggio ci vedrà a rappresentare l’Italia, con piena competenza, in Europa». «È un comico che non fa nemmeno più ridere», dice Moretti. Picierno invece si affida a Twitter e cinguetta: «Ci sentiamo il 26 maggio Beppe Grillo. E l’unica (carta) velina che riconoscerai sarà quella utile a asciugarti i lacrimoni». Contro il leader LEGA NORD Bossi a giudizio per gli insulti a Napolitano Offesa all’onore e al prestigio del Capo dello Stato e vilipendio alle istituzioni con l’aggravante della discriminazione etnica i capi d’accusa per Umberto Bossi rinviato a giudizio. Era il 29 dicembre del 2011 quando, partecipando alla Berghem Frecc di Albino, l’ex segretario della Lega affermò dal palco esibendo le corna: «Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terùn…». Dal Parlamento nessuna risposta sul possibile conflitto di poteri sollevato dalla difesa. Quindi rinvio a giudizio per un processo il cui inizio è stato fissato per il 3 febbraio. 5 stelle anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, Emanuele Fiano, Dario Ginefra, Roberta Agostini e Isabella De Monte. Attacchi all’ex comico anche da Sel: «Le battaglie politiche non si fanno con gli insulti. Quello di velina poi è particolarmente irritante e rivela una cultura politica medievale, un linguaggio sessista e misogino», dice la vicepresidente dei deputati Titti Di Salvo. Che chiude con una domanda: «Ma le donne del Movimento 5 stelle non hanno nulla da dire?». Certo che no, visto che le uniche due che si erano schierate a difesa di Laura Boldrini, chiedendo di mettere uno stop agli insulti, Laura Bignami e Monica Casaletto, sono state espulse con un post sul medesimo blog. Anzi, la deputata Giulia Sarti interviene in difesa del Capo: «Sono d’accordo con Grillo, per noi candidare deputate che già stanno svolgendo il loro lavoro in Parlamento significa tradire il mandato degli elettori. Il Pd si serve di quattro visi che piacciono e tradisce il mandato degli elettori. È marketing». «Commenti ignobili, Grillo dovrebbe vergognarsi», dice Valentina Vezzali di Scelta Civica. «Piena solidarietà alle brave e valide colleghe del Pd, che Grillo ha cercato di sminuire con attacchi sessisti e con la pochezza tipica del più becero maschilismo», attacca Elena Centemero di Forza Italia. TENSIONE CON PIZZAROTTI Non si placa lo scontro tra Grillo e il sindaco di Parma, che aveva chiesto un incontro: ieri il Capo ha risposto citando Guccini e pubblicando il video di una presentazione a Milano con Pizzarotti, Civati e Pisapia. «È difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già». Dal quartier generale di Milano spiegano alla AdnKronos che, in quell’occasione, il «Pizza» non sarebbe passato neppure per un saluto a Casaleggio. Preferendo presentare il suo libro con due “nemici” del M5s. Poi c’è la questione inceneritore. «Avrebbe dovuto incatenarsi, magari dimettersi», dicono da Milano. Ieri la telefonata con Beppe, non risolutiva. «Io gli ho citato una canzone di Leonard Cohen, “C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce”», dice Pizzarotti. «Il dialogo serve a tutti...». Tra i dissidenti della Camera il nervosismo cresce. E c’è chi ipotizza nuove uscite dopo le europee. «Bombassei sbaglia, Scelta civica non è diventata di sinistra» FEDERICA FANTOZZI Twitter@Federicafan Domani a Milano Scelta Civica avvia con una convention di presentazione delle candidature la campagna elettorale per le Europee. Un rassemblement nel segno dell’Alde insieme a Bruno Tabacci e Michele Boldrin. «Saremo i più europeisti di tutti. È il primo passo verso un nuovo e più ampio soggetto liberal-democratico» dice il capogruppo alla Camera Andrea Romano. Ma a guastare in parte la festa è arrivata la notizia delle dimissioni dell’industriale Alberto Bombassei da presidente del partito, dopo appena cinque mesi dalla nomina. Bombassei si è appena dimesso perché nonriconoscepiùlo«spirito»el’«identità» di Sc e, con l’Italicum ritiene che la «terzietà» non sarà più possibile. Anche se resterà nel partito. Lascia la presidenzaperchévisieteschieraticonilcentrosinistra? L’INTERVISTA Andrea Romano Il capogruppo parla dopo le dimissioni del presidente Domani al via la campagna per le Europee: «Primo passo verso un contenitore più ampio con Tabacci» «Non credo sia questo il motivo. La sua scelta, che mi addolora, la vedo come presa d’atto che l’ipotesi centrista classica è in crisi. Ma questo riguarda tutti: piaccia o no, ci muoviamo in un contesto bipolare. In questo senso, la scommessa iniziale di Scelta Civica di mettere in crisi il bipolarismo non ha funzionato». Senza il fondatore Mario Monti, senza il presidente, provati da una scissione. C’è ancora un ruolo per Scelta Civica? «Sì. Non diventeremo un partito di sinistra. Siamo già il soggetto più riformista che pungola Renzi verso scelte più avanzate. Una funzione più importante del passato». Bombassei critica anche l’aver accettato il ministero dell’Istruzione anziché dicasterieconomici.Vieranostatefatteofferte su Lavoro e Sviluppo Economico? «Ovviamente no, ha deciso Renzi. Ma la scuola è tema fondamentale per il Paese e le nostre ambizioni politiche». Domani parte la campagna di Scelta Eu- RASSEGNASTAMPA 5 venerdì 11 aprile 2014 «Offese sessiste che fanno orrore La nostra è una scelta coraggiosa» NINNI ANDRIOLO ROMA «Doppiamente sgradevoli gli insulti di Grillo...». Trentotto anni, a Montecitorio dal 2008, Alessia Mosca guiderà il Pd nel Nordovest alle Europee del 25 maggio. «È stata una sorpresa - spiega - Non mi aspettavo di essere capolista e mi ha piacevolmente stupita la scelta al femminile compiuta dalla direzione». Immaginava una candidatura la deputata lombarda del Pd. «La mia storia politica e personale, come la mia formazione, sono indissolubilmente legate all’Europa - spiega - Molti mi chiedono: “Ma come, lasci Roma per Strasburgo?”. Vorrei ricordare che il 70% della legislazione nazionale è di derivazione europea...». Nata a Monza, tesi di dottorato sul Parlamento europeo, Alessia Mosca è espressione della prima generazione Erasmus. Poche settimane fa ha pubblicato un instant book - «l’Unione in pratica, un’Europa a misura d’Italia» - che racconta la sua concezione dell’Ue. Nell’Università prima, l’attuale capolista Pd nel Nordovest si è impegnata successivamente nell’Arel di Enrico Letta. Durante il governo dell’ex premier ha lavorato nello staff tecnico della presidenza del Consiglio. «La più grande soddisfazione da parlamentare è stata l’approvazione della legge sulle quote femminili nei consigli d’amministrazione delle società quotate, la cosiddetta Golfo-Mosca - ricorda - E il fatto che io sia capolista Pd, con le altre capolista, mette insieme due grandi pezzi della mia vita: l’impegno per le donne e quello per l’Europa». Cinque «veline» alla guida delle liste Pd, secondo il solito Grillo... «Gli insulti di Grillo hanno un duplice effetto di cui mi vergogno. Da un lato viene fuori l’aspetto più gretto della nostra cultura, quello che ricade nell’offesa sessista e che mi fa orrore. Pensiamo di essere un Paese moderno e poi emergono i rigurgiti di vecchie abitudini che non vengono superate. Dall’altro lato fa tristezza il fatto che un leader politico ricorra a questi strumenti per celare un’evidente carenza di argomenti. ll Partito democratico ha compiuto una scelta politica di grandissimo coraggio, ed è questo che ha spiazzato Grillo...». C’è chi ipotizza liste Pd guidate da donne per bilanciare il no alla parità di generenell’Italicumcheavrebbeminatoilpatto Berlusconi-Renzi... Il premier Matteo Renzi FOTO LAPRESSE ropea, il rassemblement liberale con GuyVerhofstadt(chesaràprsenteaMilano)candidatopresidentedellaCommissione Europea. Quale sarà il messaggio che lancerete? «Nella prima elezione che vede l’europeismo messo in discussione, diciamo con chiarezza che serve più Europa. Finora regnava un europeismo di maniera, Bruxelles come una mamma a cui non si poteva non voler bene. Oggi sono esplosi anti-europeismi diversi: Grillo, Lega, Forza Italia, la lista Tsipras». Non sarà una campagna facile di questi tempi. Bruxelles non è un tema popolare... «Avremo l’onere di spiegare che dire sì all’Europa significa servizi pubblici di qualità, università e riforma del lavoro adeguate. Mentre uscire dall’euro sarebbe catastrofico per la quotidianità degli italiani, dai mutui ai servizi. Siamo il partito più europeista». Più del Pd di Renzi? «Beh, tra i Democratici c’è un’ambiguità. L’idea di mettere in discussione quella che è stata l’Europa degli ultimi 15 anni c’è. Per noi, invece, la competizione è al rialzo: riforme più coraggiose della Germania, liberalizzazioni più avanzate del Regno Unito». All’inizio volevate denunciare Bruno «Si tratta di una falsa polemica. Vorrei Tabacci per aver lanciato Scelta Europea, adesso marciate insieme nel segno dell’Alde. Tutte le divergenze sono state appianate? «È stata una trattativa complicata come sempre accade quando si definiscono le alleanze elettorali. Ma ora facciamo il primo passo per la costituzione di un nuovo soggetto liberal-democratico con Fare di Michele Boldrin, il Partito liberale, il Partito repubblicano, Ali di Oscar Giannino». Si va verso il superamento di Scelta Civica? «Saremo il perno della costruzione di un contenitore più ampio». SulleriformemontaunafrondatrasversalecontroilSenatodisegnatoda Renzi e dal ministro Maria Elena Boschi. Da ChitiaMinzolinisimoltiplicanoitestialternativi. La battaglia sarà sugli emendamenti. Voi da che parte state? «Da quella di una democrazia decidente. La vera minaccia alla democrazia non è quella temuta da Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky, è se resta tutto come è oggi. Il testo si può migliorare, ma un Senato non elettivo potrà compensare i conflitti tra Stato e Regioni che oggi ingolfano la Corte Costituzionale. Così come il job act va nella giusta direzione, ma mi auguro che ne seguano altri due o tre. La riforma del mercato del lavoro è solo iniziata». L’INTERVISTA Alessia Mosca «Triste che Grillo ricorra a questi strumenti per celare un’evidente carenza di argomenti. L’Europa deve tornare a essere vista come un’opportunità» Qual è la sua idea di Europa, e di Italia in Europa, onorevole Mosca? «Non abbiamo sufficientemente utilizzato le opportunità messe a disposizione dall’Unione, poco sfruttate perché poco conosciute. Un esempio? Abbiamo utilizzato appena il 45% delle risorse che possono essere spese dai Comuni, dagli enti o dalle associazioni per fornire servizi ed essere più efficienti. Io appartengo a quella generazione che ha visto nell’Europa un sogno e un’opportunità. Questo sogno è stato tradito negli ultimi anni perché ci si è arroccati dentro l’idea di un’Europa di pochi Stati e di pochi interessi economici. Il nostro impegno deve essere quello di andare verso l’Europa di tutti. Per tutti i cittadini, per tutti i diritti, un’Unione accessibile in cui si stia meglio tutti». Il socialisti europei e il Pd dentro il Pse puntanosuun’altraEuropachepromuova lavoro e crescita. ricordare che il 25 maggio, esprimendo le preferenze, per la prima volta ogni elettore sceglierà almeno un candidato di genere diverso. Un passo avanti normativo importante frutto dell’iniziativa del Pd. Dello stesso partito, cioè, che decide cinque donne capolista. Per quanto riguarda l’Italicum, poi, noi abbiamo fatto la battaglia e la direzione ha preso l’impegno di modificare la legge in Senato. Una conferma dell’ispirazione fondativa del Partito democratico» Un’altra donna, il sindaco di Lampedusa GiusiNicolini,rifiutalacandidaturainpolemica con le scelte del Pd... «Non voglio entrare in vicende che mi sembrano legate a fatti regionali che non conosco a sufficienza. Non mi sento di esprimere commenti. A me sembra che le elezioni europee rappresentino un momento in cui tutto il partito deve lavorare unito, in cui finalmente si determini una volontà di investire molto forte. In Europa, ancora più che in Italia, è necessario esprimere grande compattezza, sia come delegazione Voto di scambio, rissa sfiorata al Senato Nuova giornata ad alta tensione nell’aula di Palazzo Madama. Dopo la bagarre di mercoledì sulla Tav, ieri in Senato il Movimento Cinque Stelle ha protestato in modo plateale contro la legge che vieta il voto di scambio politico mafioso, sfiorando la rissa con un senatore di Gal. Visto il caos in aula la discussione generale è stata sospesa (prima lo ha annunciato il presidente di turno Roberto Calderoli, poi è stato deciso con il voto di Pd, Ncd, Fi e Sc) e i grillini hanno urlato alla «ghigliottina» sul dibattito. Ora si passa direttamente alla discussione del testo, martedì 15. Cosa è successo? I senatori 5 Stelle avevavo avviato l’ostruzionismo (iscritti a parlare in 27) per far tornare la legge in commissione. Proposta bocciata dal voto. Allora hanno ritmato cori, come in un corteo, «fuori la mafia dello Stato», puntando il dito sulla riduzione delle pene per l’art. 416 ter. Il capogruppo M5S Vincenzo Santangelo, appena incaricato, insulta i colleghi: «Sie- italiana sia come Partito democratico che ne costituirà sicuramente la maggioranza e che dovrà far valere la propria idea di Unione europea» te ben poco onorevoli e non degni di essere parlamentari» urla tra le proteste degli altri gruppi, «vi accompagneremo fuori uno a uno, anche alla luce della vostra età avanzata. Andrete tutti a casa». Va avanti così, tra battibecchi con il forzista Nitto Palma e un pelo dallo scontro con Vincenzo D’Anna: il senatore di Gal si è diretto verso i banchi grillini con un sarcastico saluto romano per dire che sono «i nuovi squadristi». A difenderli, solo Scilipoti. Grillo sul blog ha rilanciato: «Ghigliottina contro il M5S, i mafiosi ringraziano». Insomma, alla fine il voto slitta a martedì con il pentastellato Buccarella che promette «quattro giorni di fuoco» anche in piazza. Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali, Pd, ritiene «inspiegabile e inaccettabile il comportamento dei senatori del M5S, come non è più tollerabile l’atteggiamento di Beppe Grillo» perché, se pure l’iter della legge è stato controverso, il Pd vuole approvarlo pri- «L’Europa deve garantire crescita, lavoro, benessere. Questa Ue non ha semplificato la vita ai cittadini, ai lavoratori, alle imprese. Serve più Europa, ma un’altra Europa. Non temiamo che gli Stati perdano un pezzo di sovranità, non ha senso che ci siano ventotto normative diverse sul lavoro o ventotto tipi diversi di welfare. Il sogno grande è quello degli Stati Uniti d’Europa». Lei propone più Europa, ma c’è il rischio che alle prossime elezioni si affermino le listeantieuropeeel’astensionismo.L’austerità esasperata ha fatto crescere l’idea di un’Europa nemica causa di crisi. UnondalungacheinItaliapuòavvantaggiare Grillo. «Il rischio vero è che vadano a votare solo gli arrabbiati. Ma c’è la gran parte, soprattutto del nostro mondo di riferimento, che chiede paradossalmente più Europa e non meno Europa. Ho incontrato molte persone, molti gruppi, molte associazioni in questi mesi. Il filo rosso che lega tutti non è “usciamo dall’Europa”. Si scorgono ancora le potenzialità enormi dell’Unione. Si chiede un’altra Europa, certamente. Un’Europa diversa che vuol dire anche di più. Il tema quindi non è andare controcorrente rispetto a un sentimento diffuso che chiede, ad esempio, l’uscita dall’euro. Questo elemento non è maggioritario. Può non diventarlo se rilanciamo la grande Europa dei popoli e dei cittadini» ma delle elezioni per evitare altri scambi, e aggiunge che «si tratta di una legge che Raffaele Cantone, presidente dell'Authority Anticorruzione, e Franco Roberti, procuratore nazionale Antimafia, hanno definito “equilibrata” e “perfetta”. Perché i senatori del M5S vogliono bloccare questo provvedimento?», chiede Finocchiaro. E, secondo Donatella Ferranti, Pd, presidente della commissione Giustizia alla Camera «il grande risultato dell’ostruzionismo a 5 stelle èl’aver ritardato ancora una volta l’approvazione di una legge attesa da 20 anni» con critiche «immotivate e strumentali» e un atteggiamento «cinico e vergognoso». Per Felice Casson, senatore Pd, il testo tornato dalla Camera è «un compromesso al ribasso», ma è «meglio questo che le norme di vent’anni fa», perché se a Montecitorio le pene sono state abbassate, è stata vietata la promessa di un voto di scambio tra mafioso e politico. Mercoledì sera Casson e il Pd in commissione Giustizia si sono astenuti su alcuni emendamenti (al Senato è come votare contro); quelli del Pd erano «uguali a quelli dei 5 stelle», prosegue, ma sconfessa i grillini quando dicono che «è stato costretto a ritirarli»: «No, li ho ritirati perché la legge sarebbe tornata alla Camera e non si finiva più». NATALIA LOMBARDO RASSEGNASTAMPA 6 venerdì 11 aprile 2014 POLITICA Il Dg Rai: resto ma va cambiata la governance Bene il bilancio ANDREA CARUGATI ROMA Un governo «più semplice e meno costoso rafforzerebbe la fiducia fra gli italiani e gli investitori». E «non a caso le riforme istituzionali sono uno dei punti centrali» del governo Renzi, spiega dagli Stati Uniti il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il cronoprogramma delle riforme è stato inserito nel Def, Documento di economia e finanza varato martedì dal Consiglio dei ministri. Per l’Italicum, l’approvazione definitiva è prevista a settembre 2014, mentre l’ok «finale» alle riforme costituzionali arriverà «entro dicembre 2015». Il timing ristretto è stato ribadito ieri anche dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, che è intervenuta a un convegno di costituzionalisti liberal in Senato. Boschi ha allontanato le polemiche con i «professoroni» dei giorni scorsi, si è detta pronta ad ascoltare ancora proposte e suggerimenti e a «migliorare» il testo partorito dal governo. «Ma c’è anche l’esigenza di mettere dei punti fermi e di decidere». Alcuni dei promotori del convegno, tra cui Stefano Ceccanti, Michele Salvati, e Paolo Segatti hanno consegnato a Boschi un documento che dà un sostanziale via libera al ddl del governo, chiedendo però che la componente regionale sia prevalente rispetto ai sindaci e che il collegio chiamato a eleggere il presidente della Repubblica sia allargato, in modo da evitare che la maggioranza della Camera sia il dominus assoluto della scelta. Nessun dubbio invece sull’elezione indiretta dei senatori e una critica ai colleghi Rodotà e Zagrebelsky, che avevano evidenziato rischi per gli equilibri democratici nella bozza del governo: «Critiche frutto di un antistorico complesso del tiranno, per fortuna ormai ampiamente minoritario», dicono Ceccanti e gli altri. Michele Ainis, invece, ha proposto di eliminare i 21 senatori scelti dal Quirinale e ha evidenziato la necessità di arrivare in ogni caso a un referendum confermativo sulla riforma. In Senato resta alta la tensione per il ddl Chiti, che prevede l’elezione diretta di 106 senatori, e che ieri è stato rilanciato con Forza da Pippo Civati, che ha auspicato la convergenza su questa base di un’ampia maggioranza con Fi e M5S e ribadito che quel ddl «non sarà ritirato». Un gruppo di una trentina di senatori di Fi e Ncd guidati da Augusto Minzolini ha infatti presentato una proposta sull’elezione diretta. Il testo Chiti è stato firmato ieri da 12 senatori ex M5s, ma due firmatari del Pd, Claudio Broglia e Giuseppe Cucca, si sono detti pronti a ritirare la firma. «Pronti a discutere su un testo comune alternativo a quello del governo», ha fatto sponda a Civati il coordinatore di Sel Fratoianni. Mentre Gaetano Quagliariello di Ncd spiega che «è possibile trovare una mediazione tra Boschi e Chiti, potenziando le funzioni di garanzie e controllo della seconda camera». Una linea su cui converge anche il gruppo dei 25 Pd guidati da Francesco Russo, che si candidano a fare da «facilitatori» per recuperare l’unità del gruppo in Senato». NATALIA LOMBARDO @NataliaLombard2 L’aula di Palazzo Madama Riforme, Renzi striglia i ribelli Pd: «Adeguatevi» Il premier alla minoranza: «Si discute e poi si fa quanto deciso dalla maggioranza» ● Il timing inserito nel Def ● Emendamenti dalle Regioni ● Renzi però tira dritto e striglia i ribelli Pd. «Ci chiamiamo Partito democratico, e ne siamo orgogliosi. Significa che la minoranza non va per i fatti suoi, si discute e poi si fa quello che ha deciso la maggioranza». E il ddl Chiti? «Un’ipotesi da sventolare sui giornali per tre giorni non ha alcuna possibilità di passare», ribadisce il premier. «Il Pd manterrà il suo impegno». Quanto al possibile nuovo incontro con Berlusconi, dice Renzi: «Per ora non è previsto, ma è un bene che Forza Italia resti al tavolo delle riforme». Nella ex area Cuperlo cresce il numero dei pontieri. La neonata area riformista di Epifani e Fassina ha ribadito, nell’incontro di mercoledì sera, di non voler ostacolare la riforma del Senato, ma di puntare a radicali modifiche dell’Italicum. «Giusto partire dal testo del governo, ma il Pd deve ancora discutere», ha detto Cuperlo. Ieri alcuni firmatari del ddl Chiti si sono ritrovati a un convegno del Centro per la riforma dello Stato di Mario Tronti, con molti esperti come Stefano Rodotà e Massimo Luciani. «Il mio giudizio severo sul ddl del governo non era sba- gliato», ha chiosato Rodotà, dopo una sfilza di interventi molto critici, tra cui Carlo Galli e Mario Dogliani, che hanno parlato di «populismo» in relazione all’impianto di riforma del governo. I governatori annunciano un pacchetto di emendamenti su Senato e Titolo V. A partire dalla richiesta di un numero di senatori proporzionale agli abitanti delle varie regioni: dai 16 della Lombardia giù fino al minimo per la Valle d’Aosta. E dalla richiesta di chiarire per legge «in modo più rigoroso» i confini delle competenze tra centro e periferia. ENTI LOCALI Salva-Roma, la Camera vota sì alla fiducia L’aula della Camera, con 325 sì e 176 no, ha approvato la fiducia chiesta dal governo Renzi sul cosiddetto Salva-Roma ter, il decreto legge in materia di finanza locale e misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche. Il provvedimento sulla finanza degli enti locali approvato ieri è l’ultimo dei tre decreti originati dallo «spacchettamento» delle misure contenute nell’ex Salva Roma all’esame del Parlamento, richiesto dal presidente della Repubblica per l’eterogeneità delle misure contenute nel testo originario. Il Senato avrà ora tempo fino al 5 maggio per convertirlo definitivamente in legge. Le modalità di applicazione della nuova Tasi si accompagnano nel testo con una serie di stanziamenti dello Stato a sostegno dei bilanci di Comuni e Provincie. Tra le novità è previsto che per l’anno 2014 le aliquote Tasi possono essere incrementate dello 0,8 per mille a condizione che siano finanziate detrazioni d'imposta o altre misure tali da generare un carico d'imposta equivalente a quelli determinatosi con l'Imu. Il versamento della Tasi dovuta può essere effettuata al comune per l'anno in corso in due rate di pari importo, la prima il 16 giugno e la seconda il 16 dicembre. Sono esenti dal tributo per i servizi indivisibili gli immobili posseduti dallo Stato dalle regioni, dalle province, dai comuni, dalle comunità montane, dai consorzi fra questi enti, dagli enti del servizio sanitario nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali. Conclude tre ore di presentazione del piano industriale ai giornalisti con lo scorrere di 200 slide («le uso dall’86», scherza) e con un significativo spezzone di Good Night e Gook Luck, il film di Clooney sulla libertà d’informazione ai tempi del maccartismo, Luigi Gubitosi, per dire che resterà direttore generale della Rai: «Credo che il governo abbia espresso fiducia su di me, io e la presidente Tarantola abbiamo un commitment e vogliamo portarlo avanti», ha detto il dg a viale Mazzini. Il suo mandato scade a giugno 2015 e ora non è entrato nel giro di nomine sulle società, come ha detto ieri Antonello Giacomelli, il viceministro allo Sviluppo con delega alle Telecomunicazioni, Pd: «Io non credo che siano prevedibili cambi al vertice della Rai, francamente non me lo auguro nemmeno». Gubitosi ieri ha illustrato anche la chiusura del bilancio 2013 con un utile netto di 5,3 milioni (approvato dal Cda all’unanimità). «Avrei vinto la scommessa con chi - Grillo - diceva che avremmo perso 400milioni», dice con soddisfazione; nel 2012 era andata male, con una perdita di 245 milioni, e il 2014 si prevede in pareggio. Il Dg pensa in grande, alla digitalizzazione di radio, tv e archivi, alla modernizzazione di una società che resta leader negli ascolti al 40%. Si adeguerà alla riduzione del suo stipendio se sarà legge, (non è un manager bensì il primo dirigente «precario») e guarda al passaggio cruciale del rinnovo della concessione di servizio pubblico nel 2016 al quale propone di arrivare con una consultazione modello Bbc. E, prima di allora, Gubitosi suggerisce «di rivedere la governance della Rai» e i criteri di nomina del vertice della legge Gasparri che impongono le mani della politica sulla tv pubblica. Anche il governo, secondo il dg, vorrebbe cambiare: «Non credo che le manterrà invariate». Renzi al momento non ha interesse a ribaltare una Rai che non gli rema contro, prima del 2016 nella sua agenda entrerà anche il superamento della Gasparri, vista la scadenza del Cda nel 2015. Il vero tema, ha detto Giacomelli incassando il plauso dell’Usigrai, «non è il soggetto, che è la Rai, ma quale Rai, quale servizio pubblico». Nel primo trimestre 2014 più 3,9% di ricavi pubblicitari, ma dal 2013 c’è più morosità sul canone. La spending review è stata forte,tagliati 98 milioni di euro nel 2013. E i tagli che vuole Cottarelli? Parliamone... left e la fine del «tabù giustizia» nel dopo-Berlusconi Il numero domani in edicola analizza le vicende giudiziarie dell’ultimo ventennio e le prospettive future ● GIOVANNI MARIA BELLU Un giorno la sinistra smise di occuparsi della cattiva giustizia. Non se ne conosce la data precisa, ma si può affermare con certezza che l’inizio di questa «distrazione» coincide col momento in cui l’uomo più ricco e potente d’Italia cominciò ad attaccare i giudici, e a cambiare le leggi, per difendere se stesso. Prima del’inizio dell’era berlusconia- na la questione della difesa dei diritti dei più deboli era stabilmente all’ordine del giorno del dibattito della sinistra. Si parlava senza imbarazzo di procure che occultavano le inchieste (i «Porti delle nebbie») o che si accanivano su figure deboli e marginali per distogliere l’attenzione dalle responsabilità degli apparati dello Stato nelle stragi (il «caso Valpreda»). Poi tutto (o quasi) tacque. Abbiamo dedicato il prossimo numero di left (in edicola domani con l’Unità) a questo tabù. Ne abbiamo parlato con giuristi come Luigi Ferrajoli, con storici come Salvatore Lupo. Nell’editoriale di apertura il giudice Alberto Cisterna chiarisce un aspetto cruciale della questione. E cioè che a questo silenzio della sinistra si è accompagnata, da parte della politica, di tutta la politica, la progressiva rinuncia all’esercizio della sua funzione di controllo, per esempio attraverso le au- thority. È una questione complessa e delicata. Ma proprio per questa ragione è opportuno cominciare ad affrontarla. Perché se il «tabù-giustizia» è stato uno dei più nocivi tra gli «effetti collaterali» del berlusconismo, romperlo è una delle condizioni indispensabili per tornare a essere un Paese normale. E per chiudere definitivamente col berlusconismo. Uno dei servizi è dedicato all’autogoverno dei giudici e a specifiche vicende che – nell’assegnazione degli incarichi direttivi, nella elezione dei membri del Csm e dell'Associazione nazionale magistrati – richiamano modi e metodi della cosiddetta «vecchia politica». Perché il silenzio, l’attribuzione di una sorta di delega illimitata, ha fatto male anche ai giudici e ai loro «partiti interni». Gli unici a essere sopravvissuti al passaggio tra la prima e la seconda Repubblica. Un problema di difesa e di riconosci- mento del merito esiste anche tra i magistrati. Le «logiche correntizie» sono spesso decisive per la scelta di capi di uffici delicatissimi. Col risultato paradossale che così come la politica delega alla giurisdizione scelte che non è in grado di compiere (dalla riforma elettorale a quella della legge 40), gli stessi giudici finiscono con l’affidare ad altri giudici (quelli del Tar) la risoluzione dei conflitti interni generati da un uso improprio dei poteri di autogoverno. In definitiva, parliamone. Col senso di responsabilità dovuto a una materia che, contemporaneamente, attiene al buon funzionamento della democrazia e alla vita quotidiana di tutti noi. Parliamone in modo semplice e chiaro. Come la vignetta-editoriale di Sergio Staino (che non anticipiamo qua per non guastare la sorpresa) suggerisce, in apertura del numero, con amara e feroce ironia. RASSEGNASTAMPA 7 venerdì 11 aprile 2014 JOLANDA BUFALINI ROMA Un settore in cui l’export vale 33 miliardi di euro, che nel 2013 ha esportato prodotti di punta del made in Italy per il 5 per cento in più, rispetto allo stagnare di altri ambiti, è un settore, quello agricolo, su cui spingere l’acceleratore e puntare. È quello che sta provando a fare il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, forte anche del fatto che nella Pac, politiche agricole comuni, 2014-2020 ci sono 52 miliardi di euro, «belle risorse», chiosa il ministro, «che serviranno a progettare l’agricoltura italiana del futuro». Ministro, con il suo hashtag “Campolibero” lei chiama alla partecipazioneicittadini.Èunainiziativainconsueta inuncampoincuilapoliticaèpienaditecnicismi,nonlepare? «Credo sia in assoluto la prima volta che si fa una “call” aperta in campo agro-alimentare per raccogliere idee e ipotesi di lavoro. Ho lanciato l’hashtag a Vinitaly proprio per la carica simbolica che il settore vitivinicolo ha in Italia. Attraverso il sito del ministero delle politiche agricole, tutti avranno tempo sino al 30 aprile, di suggerire idee. Sul sito c’è una prima griglia di lavoro elaborata da noi. Vi si valorizzano i temi della legge di stabilità 2014 e si sviluppano temi a mio avviso cruciali, alla cui elaborazione tutti possono concorrere. Dopo il 30 aprile questo lavoro si trasformerà in un atto legislativo». C’èilproblemadeirapportidegliagricoltoriconlaPubblica amminstrazione? «È uno dei due assi su cui si basa il piano d’azione: snellire, sburocratizzare. Ci sarà un registro unico dei controlli, si riduce da 180 a 60 giorni il silenzio-assenso, per consentire a chi impianta una azienda agricola di entrare rapidamente in attività. Sarà più facile la vendita diretta, che è una grande peculiarità italiana, le percentuali di vendita diretta che si fanno in Italia non hanno eguali in Europa, c’è la dematerializzazione dei registri di carico e scarico e c’è un provvedimento molto apprezzato che è l’introduzione della diffida». Perevitaredi pagaresubito lasanzione ? «Precisamente, si dà tempo a chi ha sbagliato di mettersi in regola, solo trascorso quel tempo si dovrà pagare la sanzione». Sempre più giovani scelgono di tornare a lavorare nei campi «Meno burocrazia, più idee E l’agricoltura darà lavoro» L’INTERVISTA Maurizio Martina Il ministro parla di «Campo Libero»: chiama i cittadini a sviluppare i temi di un settore che sarà più snello e più attento ai prodotti «Punteremo sulla ricerca» I numeri dicono che il settore agricolo esprime molte cose positive, l’export, per esempio, aumenta. Ma è anche un settore sovraccaricatodipesi,unagiungladientie anche tanti scandali clientelari avvenuti nelle nomine. Come si muove il piano da questopunto divista? Eip, europeaninnovationpartnership. La filosofia di “Campolibero” poggia su tre pilastri, i giovani, la Pac 2014-2020 e il progetto per la ricerca». C’è un’altra cosa interessante nella filosofia che ispira questi progetti,è la distinzioneframercato ebene comune «È una delle novità, un metodo nuovo nella applicazione delle politiche comunitarie. L’agricoltura in montagna o in zone svantaggiate assolve funzioni non solo economiche ma anche sociali, di cittadinanza, e di territorio. Distinguere fra agricoltura come bene pubblico e agricoltura come mercato fotografa meglio il paese e questo avrà un peso nella ripartizione delle risorse». Comerealizzarel’obiettivodelleassunzionidei giovaniin agricoltura? «Intanto con i mutui a tasso zero per le imprese condotte da under 40. Poi ci saranno gli incentivi per le assunzioni con uno sgravio di un terzo della contribuzione sulla retribuzione lorda, mutuando dal jobs act la formula dei 36 mesi. Infine ci saranno le misure per incentivare la stabilizzazione». «Abbiamo la necessità di disboscare la rete di enti e società ministeriali. In “Campo libero” ci sono 18 azioni per la riorganizzazione degli enti, riducendo i consiglieri di amministrazione da 5 a 3 e anche, dove possibile, da 5 a 1. Ma la semplificazione riguarda anche aspetti molto tecnici come, nel settore vinicolo, le norme sui solfiti o quelle sulle operazioni di carico e scarico». Come si stabilizza il lavoro dei giovani in agricoltura? «Stiamo lavorando all’ipotesi di una nuova forma contrattuale, reperendo risorse su un altro fronte, che inneschi un meccanismo virtuoso, rimodulando il numero delle giornate lavorative (102 l’anno) che, in agricoltura, dà accesso agli ammortizzatori sociali». Iricercatorisidiconod’accordoconleintegrazioni degli enti però, aggiungono, non sideveperderedivistailruolodellaricerca inagricoltura, cheva tutelata. «Condivido e penso che dobbiamo fare di più dal punto di vista strategico. Nei prossimi mesi presenteremo un piano nazionale per la ricerca, sulla base delle risorse di Horizon 2020 e sulla base della nuova Pac che prevede 4 miliardi di euro per le Misuresulfrontedellaconcorrenzaglobale? «Crediti d’imposta per lo sviluppo dell’e-commerce, la rete è la nuova frontiera ed è chiaro che quello è un terreno I NUMERI 33,4 L’export in miliardi Il settore agricolo vale 33,4 miliardi di export, che è aumentato, nel 2013, del 48% a fronte degli altri settori dell’economia rimasti stabili. 52,2 I miliardi del Pac 2014-2020 Il finanziamento europeo alle politiche agricole si è ridotto, ma resta una bella risorsa su cui puntare per rafforzare il settore. 75 I milioni annui per i giovani A tanto ammonta la fiche europea per incentivare il lavoro dei giovani in agricoltura. 19 I giorni di attesa alla dogana Uno degli handicap da superare è il numero di giorni in cui le merci italiane sono ferme alla dogana. Le merci francesi si fermano 9 giorni, quelle tedesche 7. 4 I miliardi per la ricerca La nuova Pac finanzia con 4 miliardi la eip, European innovation partnership privilegiato, da contrastare, per la contraffazione, per la diffusione dei falsi prodotti italiani. L’altra cosa importante è lo sviluppo delle piattaforme di distribuzione all’estero, la cui mancanza è una tara storica per l’agroalimentare italiana, che non ha, come la Francia, grandi catene di distribuzione, né, come la Germania, una logica di organizzazione come paese». Chipuòfarsicaricodiquestotipodiveicologlobale? «Imprese che si aggregano e imprese che lavorano sulla internazionalizzazione dei prodotti italiani». Spedire prodotti alimentari all’estero, è unaavventurasconsigliabile. «Le do un solo dato statistico, la sosta alle dogane italiane è di 19 giorni, contro i 9 della Francia e i 7 della Germania. Una bella differenza! Infatti stiamo lavorando con l’agenzia delle dogane per affrontare questo problema». Per assumere giovani immagino ci voglia una certa dimensione aziendale, in Italia prevalgonolepiccoleepiccolissimeaziende. «È vero, però ci sono esperienze come quella delle mele del Trentino, dove le piccole aziende si sono aggregate e hanno portato nel mondo il prodotto, facendo un miliardo di fatturato. Inoltre la Pac 2014-2020 prevede per i giovani in agricoltura un budget di 75 milioni di euro l’anno». Ci sono due temi molto caldi nei rapporti conl’Europa,l’etichettaturae gliOgm. «Sono due temi che tratteremo durante il semestre di presidenza Ue dell’Italia. Sugli Ogm siamo d’accordo anche con gli assessori regionali che l’obiettivo è che ciascun paese membro decida autonomamente se coltivare Ogm oppure no. La Grecia e diversi altri stati sono su questa posizione. L’etichettatura, poi, è molto importante, per valorizzare e difendere i nostri prodotti dalle falsificazioni. Sappiamo che è una battaglia difficile in Europa ma la vogliamo portare fino in fondo. Per questo avvieremo subito, anche prima dei tempi previsti da Bruxelles, un’indagine sulla sensibilità dei nostri consumatori sulla provenienza del prodotto». Il Papa: la tratta delle persone delitto contro l’umanità ROBERTO MONTEFORTE CITTÀ DEL VATICANO «La tratta degli esseri umani è un delitto contro l’umanità». Ha ribadito con forza la sua denuncia ieri Papa Francesco incontrando, nella Casina Pio IV in Vaticano, i partecipanti alla seconda Conferenza internazionale sulla tratta delle persone umane organizzato dalla Conferenza episcopale d’Inghilterra e del Galles. Vescovi, religiose, responsabili di organizzazioni di volontariato, operatori sociali e i responsabili delle forze dell’ordine di oltre 20 Paesi, tra cui l’italiano Alessandro Pansa, si sono confrontati per due giorni sulle strategie di collaborazione più efficaci per contra- stare l’«abominio di commerciare in donne, bambini, uomini» e su come prevenirlo, garantendo percorsi di tutela e di accoglienza per le vittime, recuperandole alla dignità e alla vita. Ma anche con azioni di efficace contrasto verso i carnefici, i «trafficanti». «La tratta è una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea e nel corpo di Cristo» ha aggiunto il pontefice che prima di salutare i partecipanti al Convegno riuniti nell’Aula magna della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ha voluto incontrare quattro donne vittime della tratta e costrette a prostituirsi: una cilena, una della Repubblica Ceca, un’ungherese e un’argentina che hanno portato al convegno la loro drammatica testimonianza. Le ha ascol- tate e rincuorate. «Basta» ha esclamato, ribadendo l’impegno della Chiesa e sottolineando l’importanza dell’incontro «delle autorità di polizia, impegnate soprattutto a contrastare questo triste fenomeno con gli strumenti e il rigore della legge», con «gli operatori umanitari, il cui compito principale è di offrire accoglienza, calore umano e possibilità di riscatto alle vittime». «Sono due approcci diversi - ha osservato - ma che .. . Francesco incontra quattro ex prostitute straniere che attualmente vivono sotto protezione possono e devono andare insieme». L’impegno, infatti, è straordinario. Il fenomeno delle nuove schiavitù va crescendo. Secondo gli ultimi dati forniti dal Global Slavery Index, alla fine dello scorso anno erano quasi trenta milioni gli individui vittime del traffico di esseri umani in 162 Paesi, che interessa il cosiddetto Terzo mondo (solo in India si contano 14 milioni di «nuovi schiavi»), ma anche i «Paesi avanzati», luogo di destinazione di chi va ad alimentare il mercato della prostituzione o quello del lavoro clandestino. Le conclusioni dei lavori sono state presentate alla stampa dal cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster e dal cardinale nigeriano John Olorunfemi Onaiyekan, insieme a suor Aurelia Agredano, vice generale della congregazione spagnola delle Adoratrici che ha sottolineato come il percorso di liberazione delle donne sottratte al racket della prostituzione, per essere efficace, debba essere di «condivisione», più che di «riabilitazione», libero da giudizi e pregiudizi. Che preveda una mentalità diversa e vada oltre i pur essenziali interventi di polizia. Resta fondamentale la collaborazione con le forze dell’ordine, rappresentate alla conferenza stampa da Sir Bernard Hogan-Howe, capo della polizia di Londra. L’impegno comune contro questa nuova forma di schiavitù è stato sancito da una «dichiarazione finale» sottoscritta alla fine dell’incontro. Il prossimo si terrà l’anno prossimo a Londra. RASSEGNASTAMPA 12 venerdì 11 aprile 2014 ECONOMIA Def: gli statali avranno il contratto nel 2020 ● Nuovo rinvio per l’adeguamento delle buste paga ferme al 2009 ● I sindacati sul piede di guerra: «Basta usare i dipendenti pubblici come un bancomat» ● Cig in deroga, manca un miliardo ANDREA BONZI [email protected] Sono i sindacati a rimarcare le spine del Documento di programmazione economica e finanziaria (Def), il giorno dopo la presentazione fatta dal premier Matteo Renzi. Due le storture da correggere, secondo i confederali: la prima l’ulteriore proroga del rinnovo per i dipendenti statali, spostata al 2020, la seconda i timori per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, per la cui copertura mancherebbe ancora un miliardo di euro. SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA A far arrabbiare Cgil, Cisl, Uil e Ugl un passaggio del Def in cui si legge che «la spesa per redditi da lavoro dipendente è stimata diminuire dell 0,7% per il 2014, per poi stabilizzarsi e crescere dello 0,3% nel 2018, per effetto dell’indennità di vacanza rela- tiva al triennio contrattuale 2018-2020». Si tratta di un’indennità che scatta per legge quando non sono previsti rinnovi. È dal 2009 (governo Berlusconi) che le buste paga degli statali - circa 3 milioni e 400mila persone - non vengono adeguate: già la finanziaria messa a punto dall’esecutivo di Enrico Letta aveva fissato al 2017 la possibilità di rinnovo, ora si rischia di differire gli aumenti di ulteriori tre anni. Si stima che ogni punto percentuale di aumento valga circa un miliardo. Soldi che non sono previsti nel Def ma che, dicono i sindacati, vanno trovati. «È aberrante spostare in avanti .. . Poletti: «Stiamo cercando le coperture». Camusso avvisa: «Si avvicina il rischio di licenziamenti» il contratto dei dipendenti pubblici attacca a testa bassa Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, intervistato a Radio Uno -, significa mettere completamente a terra la Pubblica amministrazione». Un ulteriore blocco, dicono in coro i sindacati del pubblico impiego, «sarebbe inaccettabile. È un’inutile ingiustizia alla quale, in caso di conferma, ci opporremo con tutti i mezzi a disposizione». Antonio Foccillo, segretario Uil, aggiunge: «Ancora una volta si utilizza questo settore come un bancomat. Non è più possibile continuare con questo andazzo: se non si corregge questa anomalia, la risposta sarà molto ferma». Ma i sindacati chiedono risposte anche su un altro tema, ugualmente se non più urgente: il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga. Serve almeno un miliardo, che non è stato ancora trovato. La conferma arriva dal ministro Giuliano Poletti, ieri a Torino a margine della fiera «Io lavoro». «La legge di stabilità non ha finanziato adeguatamente questo strumento - osserva il ministro -, è un problema che stiamo gestendo». Ma, sottolinea Poletti rivendicando la riforma degli ammortizzatori in cui è in prima linea, «dobbiamo sapere tutti che è uno strumento che va a chiudere, non possiamo continuare in eterno dopo aver utilizzato cassa ordinaria, straordinaria e mobilità. È insostenibile per il bilancio dello Stato e non è giusto per le persone, che devono provare ad avere tutte un lavoro dignitoso». Urge una soluzione, e in fretta. Per questo, la risposta del governo finora «è generica e insufficiente - tuona Susanna Camusso, leader della Cgil, abbiamo regioni nelle quali sono iniziati i licenziamenti». «Non si può interrompere la Cig in deroga, che rappresenta per i lavoratori l'unica forma di sussistenza - sottolinea Camusso a margine di un convegno alla Federazione nazionale della stampa - ma rimane anche l'unico strumento che riesce a mantenere una prospettiva per l'attività produttiva che altrimenti sarebbe chiusa. Servono finanziamenti e che non ci siano cambiamenti in corso d'opera che impediscano l'attuazione degli accordi». Parlando poi più in generale del Def, Camusso ha promosso la riduzione Irpef che porta 80 euro in tasca a chi guadagna fino a 25mila euro lordi, aggiungendo però che «quest’unico stimolo alla crescita è un primo passo ma non basta», rimarcando inoltre l’assenza di un aiuto per i pensionati. A spingere per l’erogazione urgente delle risorse per la Cig sono anche i territori: il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha scritto a Poletti per rappresentare la drammaticità della situazione in cui versano decine di migliaia di lavoratori. Per il 2013 sarebbero necessari 680 milioni, e richieste crescenti per l’anno in corso. I DATI Lavoro, Bce: «Il peggio è passato» Ma per il Fmi la crescita è a rischio Il tasso di disoccupazione resta alto. Ma la sua stabilità e un leggero miglioramento di alcuni indicatori fanno dire alla Bce che, con tutta probabilità, l’Europa può lasciarsi alle spalle il periodo peggiore della crisi. Lo segnala l’ultimo bollettino trimestrale dell’istituto guidato da Mario Draghi, rilevando come «l'occupazione, rimasta stabile nel secondo e terzo trimestre del 2013, ha segnato un lieve incremento sul periodo precedente nell'ultimo trimestre - si legge nel rapporto Bce -. Allo stesso tempo, i dati più recenti suggeriscono che il tasso di disoccupazione si è stabilizzato su un livello elevato». In realtà, il ritardo con cui i mercati rispondono ai miglioramenti macroeconomici è una costante. Tuttavia i dati campionari sono meno negativi del previsto e «hanno registrato un ulteriore miglioramento e indicano nondimeno un rafforzamento solo graduale dei mercati nel prossimo futuro». Sviluppi che secondo l'istituzione monetaria «segnalano con chiarezza la fine del precedente prolungato periodo di perdita di posti di lavoro». E il tasso di disoccupazione, sceso nell’ultimo trimestre del 2013 per la prima volta dal primo trimestre del 2011, è rimasto stabile all’11,9% tra ottobre 2013 e febbraio 2014. Preoccupata per la crescita è Christine Lagarde, il numero uno del Fondo monetario internazionale, che ieri, da Washington, è tornata a fare pressioni proprio sulla Bce. L’avvertimento è chiaro: «L'inflazione bassa e per un lungo periodo mette a rischio la crescita. L’Eurotower usi le misure non convenzionali necessarie». Deoleo, l’olio che divide Italia e Spagna LA. MA. MILANO Non diventerà un caso diplomatico, ma di sicuro la guerra dell’olio ha già suscitato parecchia tensione tra Italia e Spagna. Con il premier Renzi che definisce «inaccettabile» la «sorta di avversione alla italianità» che gli è parso di cogliere da parte di Madrid nella battaglia per il controllo del primo produttore mondiale di olio. La vicenda è quella del gruppo spagnolo Deoleo, leader di settore che controlla tre marchi italiani storici quali Bertolli, Carapelli e Sasso: messo sul mercato, finirà probabilmente in mano alla Cvc Capital Partners, finanziaria britannica specializzata in private equity e hedge fund. L’offerta è di 0,38 euro per azione per la totalità delle azioni, secondo quanto dichiarato dal gruppo Deoleo, che conferma: «Si sta negoziando». Ma, oltre all’ipotesi inglese, venerdì scorso era stato il Fondo strategico di Cdp, in alleanza con il Fondo sovrano del Qatar, a presentare un’offerta per il 100% di Deoleo. Il governo spagnolo, però, si è mobilitato per difendere quello che considera un settore strategico, segnalando che potrebbe arrivare anche un’offerta di Sepi, società pubblica spagnola di partecipazioni industriali. In lizza, anche il fondo di private equity Carlyle, Rhone Capital, e i francesi di Pai Partner. Deoleo ha messo in vendita il 31% del capitale, una quota al momento in mano a Bankia, Caixa, Kutxabank e Banca Mare Nostrum, che farebbe poi scattare l’obbligo di opa sull’intera società. «Così come qualche anno fa le aziende italiane hanno venduto i marchi agli spagnoli, se oggi il Fondo della Cdp o qualcun altro volesse ricomprare quelle aziende sul mercato, hanno il diritto di farlo». Così Renzi l’altro giorno. Chiedendo «reciprocità di trattamento» in Europa, «non possiamo pensare di avere un rapporto con la Spagna meno che corretto - ha chiuso Renzi - e lo segnalerò al primo ministro Rajoy». ... Carapelli, Bertolli, Sasso vendute al fondo inglese Cvc. Renzi: «Avversione inaccettabile» Interviene anche il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, secondo il quale «se l’intervento pubblico spagnolo andasse in porto, 300 milioni di litri di olio spagnolo all’anno continuerebbero ad essere venduti come italiani sfruttando i marchi storici del made in Italy». Coldiretti ricorda anche l’escalation della presenza spagnola in Italia che nel 2013 ha visto il passaggio del 25% Riso Scotti alla multinazionale alimentare iberica Ebro Food, dopo che il gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca) era salito al 75% nella proprietà di Star, mentre già nel 2011 la Fiorucci salumi era stata acquisita dalla Campofrio food. Il marchio Bertolli era finito in Spagna nel 2008, acquisito dal gruppo Sos che nel 2006 aveva già rilevato Carapelli e Sasso. «80 euro e poi bloccano i rinnovi: è uno scambio inaccettabile» L’INTERVISTA Rossana Dettori La leader della Funzione pubblica Cgil: «Abbiamo lottato unitariamente contro altri governi, lotteremo anche contro Renzi» MASSIMO FRANCHI “Far passare gli 80 euro in busta paga come uno scambio per la rinuncia al rinnovo contrattuale è inaccettabile”. Il segretario generale della Funzione pubblica Rossana Dettori risponde da Assisi, dove è in corso il Congresso dei pubblici della Cgil. E la notizia contenuta nel Def di un blocco dei contratti non ha sorpreso nessuno. Segretario Dettori, vi aspettavate questo ulteriore blocco? “Lo scambio lo avevamo già denunciato prima di trovare nel Def che fino al 2017 continua il blocco che va avanti già da 5 anni. E che dal 2017 al 2020 ci saranno aumenti una tantum. Per noi è inaccettabile anche perché quegli 80 euro promessi dal governo Renzi non andranno a tutti i 3 milioni di dipendenti pubblici. Abbiamo lottato unitariamente contro tutti i governi, lo faremo anche contro quello Renzi”. Per voi poi ci sono anche gli 85mila esuberi indicati da l commissario Cottarelli. È possibile trattarli con i prepensionamentiannunciatidalla ministra Marianna Madia... “Madia ha sempre detto che gli 85mila sono un numero indicato da Cottarelli e non dal governo. Gestire 85mila esuberi con i prepensionamenti è impossibile per le casse dell'Inps, visto che l'idea del governo è scaricare i costi spostandoli dallo Stato all'ente pensionistico. Noi ci siamo detti disponibili a discutere lo strumento prepensionamenti con il ministro Madia. Ma con alcuni paletti: nessuna contrapposizione con i lavoratori privati, evitare nuovi esodati e penalità sugli assegni. La staffetta generazionale è poi possibile senza dimenticare i 130mila precari e i 70mila vincitori di concorsi”. La situazione dei dipendenti pubbliciitalianihasimilitudiniconquelli greci... “Sì, le politiche di austerità della troika e dei governi si sono abbattute soprattutto sul settore pubblico, riducendone il perimetro. In Grecia hanno privatizzato gli ospedali. Noi per ora ci siamo fermati alla Croce Rossa, dove è stato scelto un contratto altamente peggiorativo e mettendo a rischio l'assistenza ai cittadini. Per cambiare politica e abbandonare l'austerità le elezioni europee sono fondamentali”. Passiamo ai temi del congresso Cgil. Sarà unitario come era stato previstoolarappresentanzaporterà a divisioni? “Noi riteniamo il Testo unico utile perché permetterà ai lavoratori pubblici di votare su piattaforme e contratti. Poi toccherà alla capacità delle singole categorie migliorarlo specie sulla questione sanzioni ai delegati. Ma faccio notare che le sanzioni erano previste anche per i datori di lavoro. Le togliamo per tutti e due?”. RASSEGNASTAMPA 13 venerdì 11 aprile 2014 Niente licenziamenti per Micron. Una Newco per Irisbus GIUSEPPE CARUSO MILANO Trovata l’intesa, scongiurati i licenziamenti. Arrivano buone notizie dal fronte Micron, la multinazionale americana specializzata nella produzione di semiconduttori, che aveva individuato 419 esuberi nelle varie sedi di Arzano, Agrate e Vimercate (Monza Brianza), Catania e Avezzano (L'Aquila). ACCORDO Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore Ict, ieri ha spiegato come nella notte tra mercoledì e giovedì è stata firmata «un'ipotesi di accordo che evita i 419 licenziamenti alla Micron e che MASSIMO FRANCHI INVIATO A RIMINI L'applauso più forte dei 725 delegati al congresso di Rimini, Maurizio Landini lo strappa quando dice: “Chiedersi se Renzi è di destra, centro o sinistra è una stronzata pazzesca, la sua forza è data proprio dal disastro sociale e dalla crisi delle forze politiche e sindacali, il governo Renzi è lo specchio delle nostre difficoltà”. E poco dopo, aggiunge: “Il problema non è chi sta con Renzi, ma le politiche che fa la Cgil”. Ma subito arrivano le critiche e gli affondi: “Renzi non può dire che la centralità del governo è l'occupazione e poi fare le privatizzazioni con cui fare cassa con aziende strategiche per la ripresa del Paese”, “mentre gli 80 euro non vanno ai pensionati e ai giovani precari”, mentre sulle pensioni chiede “il ripristino di quelle di anzianità e l'abolizione del cumulo”, chiudendo con un “non vedo i cambiamenti promessi”, lanciando l'hashtag #Matteononstaresereno. Evocato e forse atteso per una visita a sorpresa, il presidente del Consiglio che usa Landini in chiave anti-Camusso e che il segretario della Fiom usa per avere la benedetta legge sulla rappresentanza che consentirebbe ai metallurgici Cgil di tornare pienamente in gioco, è il fantasma che aleggia sull' astronave della Fiera di Rimini. prevede tutta una serie di passaggi. A partire dalla riduzione del numero degli esuberi di 85 unità, continuando poi con l'assunzione da parte di StMicroelectronics di 170 lavoratori, proposte di ricollocazione in altri siti italiani per 40 lavoratori e all'estero per 62 lavoratori a fronte di un incentivo di 30.000 euro. Per il resto dei lavoratori è prevista la Cassa integrazione per riorganizzazione con rotazione trimestrale. Verrà riconosciuto un trattamento di integrazione del trattamento di cassa di 500 euro mensili». «Verrà inoltre istituita una cabina di monitoraggio» ha continuato la Turi «a cui parteciperanno le organizzazioni sindacali, i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico e le istituzioni territoriali che si riunirà ogni due mesi, anche al fine di individuare congiuntamente soluzioni di gestione delle criticità che dovessero emergere. Il Governo ha confermato il sostegno al settore della microelettronica che considera strategico per il Paese e ha dichiarato che avvierà concrete politiche di sostegno e investimenti innovativi in coerenza con i programmi europei». Per i lavoratori che non si opporranno alla collocazione in mobilità è previ- .. . Bloccata la mobilità di 300 lavoratori di Irisbus un nuovo progetto per tornare a produrre sto un incentivo pari a 28 mensilità più 5.000 euro. «L'accordo, che non sarebbe stato possibile senza la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, non è la svolta che chiedevamo, non risolve tutti i problemi, ma è un punto di partenza da cui procedere per provare, durante il prossimo anno, a trovare una nuova collocazione a tutte le lavoratrici e i lavoratori in esubero che saranno coinvolti dalla cassa integrazione» conclude la sindacalista. REFERENDUM Lunedì e martedì si svolgerà il referendum tra le lavoratrici e i lavoratori della Micron che decideranno se approvare l'ipotesi di intesa. Anche Nicola Alberta, coordinatore nazionale Fim Cisl Micron, ha parlato di «un risultato Landini chiede a Renzi cambiamenti profondi Il segretario della Fiom apprezza e critica il premier e lo invita a «non stare sereno» ● È immutata la distanza dalla Cgil sulla rappresentanza ● nelle categorie”. Il cambiamento, dunque. Anche perché “non abbiamo più niente da perdere, non c'è rimasto niente” perché “la concertazione non è servita a niente”. “Si deve partire dall'Europa, dalla riforma della Bce e dall'inserire la piena occupazione tramite intervento pubblico nei trattati”. Cambiare anche il sindacato, partendo dai dati di partecipazione del congresso Cgil (“hanno votato solo il 17 per cento degli iscritti”), ribadendo che “la forma congresso così com'è non funziona più”. Tra una citazione di Pio Galli, Claudio Sabattini e Don Gallo, davanti agli amici Gino Strada e Don Ciotti, Landini non ha mancato di sfidare Sergio Marchionne. “Dicono che a maggio a Detroit dirà che Fiat Chrysler avrà come obiettivo di costruire 6 milioni di auto all'anno. Bene, allora il governo, invece che dire che la Fiat è una azienda privata e può fare come vuole, imponga che almeno un milione di quelle auto siano prodotte in Italia, visto che l'anno scorso ne sono state prodotte solo 380mila”. FISCHI A FIM E UILM La vicenda Fiat è il vero casus belli della rottura con i dirimpettai di Fim e Uilm. E Landini, davanti a Beppe Fari- na e Rocco Palombella, ritenta di aprire il dialogo: “fra maggio e giugno rinnoviamo tutte le Rsu aziendali per ripartire per una nuova stagione”. Qui però lo stallo rimane. Palombella e soprattutto Farina vengono fischiati – come era stato fischiato Landini al congresso Fim di Lecce l'anno scorso – quando ribadiscono il “No” alla legge sulla rappresentanza, con la Uilm più aperta sulla possibilità di trovare una convergenza su singoli punti. Oggi arriva Susanna Camusso, domani il tanto atteso confronto con l'intervento del segretario generale della Cgil, seguito dalla replica finale di Landini. «MI SPEZZI IL CUORE» DA MIRAFIORI A POMIGLIANO NOI VOGLIAMO CAMBIARE In un gioco sapiente di critiche e complimenti, Landini convince i suoi delegati sospettosi che “Renzi è l'unico che può portare cambiamento. Noi vogliamo il cambiamento più di tutti, ma lo vogliamo per i lavoratori, questa è la sfida”. Una sfida che dà il titolo alla relazione che apre il 26esimo congresso Fiom Cgil: “Cambiare si può”. Si tratta della sua prima relazione da segretario generale, che lo costringe a leggere un discorso scritto, da cui scapperà per i passaggi più efficaci nelle oltre due ore e mezza di eloquio ininterrotto in cui la parte sul governo ha molta più sostanza rispetto ai problemi interni in Cgil, per i quali usa toni molto accorti, senza comunque cambiare la sostanza delle critiche al Testo unico, bocciato - annuncia Landini - nella consultazione separata dei metalmeccanici dall'86,5 per cento dei lavoratori, anche non iscritti. Un voto che “vincola la Fiom” a non rispettare l'accordo sulla Rappresentanza, anche se la formula usata ieri è più soft: “è un mandato preciso per cambiare e migliorare il Testo su 5 punti: garantire sempre il diritto di voto, riportare la titolarità a firmare i contratti aziendali in modo congiunto fra Rsu e livelli territoriali (questi ultimi ora esclusi, ndr), garantire a tutti i lavoratori l'agibilità sindacale, togliere l'arbitrato interconfederale che deve dirimere le controversie .. . «La forza del premier è il disastro sociale, chiedersi se è di destra o di sinistra è una stronzata pazzesca» importante, che giunge dopo la straordinaria mobilitazione dei lavoratori di Micron, l'appoggio prezioso dei lavoratori, la solidarietà dell'opinione pubblica e il sostegno delle istituzioni. Ci saranno investimenti per 20 milioni di dollari e la focalizzazione delle attività di ricerca dei siti locali di Agrate, Vimercate, Arzano, Avezzano, Catania e Padova». C’è uno spiraglio positivo anche per Irisbus, la controllata del gruppo Fiat che produce autobus. È stata bloccata la mobilità per 300 lavoratori in attesa di un nuovo progetto allo studio del ministero dello Sviluppo. Grazie ad una newco, infatti, nel sito di Valle Ufita, fermo ormai da quasi tre anni, entro il 2014 ricominceranno a produrre autobus. Marketing Fiat, ma chi ha studiato questa campagna? Dopo Mirafiori e Melfi, anche le auto di un centinaio di dipendenti dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco sono state impacchettate ieri perché di marche straniere. Alcuni operai dello stabilimento, infatti, hanno ritrovato nel parcheggio aziendale, lato ingresso numero 4, le proprie vetture avvolte nel cellophane. Utilitarie e berline di case automobilistiche straniere erano state sigillate nella plastica e avevano bene in vista «il cuore spezzato» della Fiat. Un'iniziativa pubblicitaria di «parking marketing» che ha lo scopo di invitare i lavoratori ad acquistare auto del Gruppo utilizzando gli incentivi concessi ai dipendenti. L’iniziativa è stata già criticata da una parte di lavoratori e sindacati. Ma bisogna chiedersi se una campagna di questo genere sia stata studiata e decisa dai vertici del gruppo Fiat. Possibile che nel 2014 siamo ancora a questi livelli? Se Marchionne vuole che i suoi dipendenti usino solo auto della gamma Fiat perchè almeno non concede il rinnovo del contratto? Se passa questa linea il Lingotto potrebbe suggerire domani ai dipendenti di tifare solo per la Juventus o di leggere solo la Stampa. A proposito: questo è un tema che meriterebbe almeno l’interesse delle penna pungente di Massimo Gramellini o una battuta di Luciana Littizzetto. Si vedrà. La sede della tv di Murdoch Accordo Sky e Telecom canali sul web dal 2015 MARCO VENTIMIGLIA MILANO È un accordo che in altre nazioni, tecnologicamente più avanti della nostra, fa parte della normalità delle cose. In Italia, invece, quanto annunciato ieri da Sky e Telecom assume una particolare importanza perché è la prima volta che un grande broadcaster televisivo “affida” integralmente i suoi palinsesti ad un colosso delle telecomunicazioni per farli diffondere attraverso una rete in fibra ultraveloce. In particolare, le due aziende hanno siglato un accordo che consentirà ai clienti di Telecom Italia di accedere all'intera offerta televisiva di Sky attraverso le reti ultrabroadband con un decoder My Sky HD appositamente realizzato per la tv via Internet. «Questa partnership - sottolinea il comunicato congiunto - conferma l'importanza industriale per le due società, leader nei rispettivi settori, di operare nel grande mercato dell'intrattenimento mettendo in sinergia i propri asset e le rispettive competenze, anche in un'ottica di sviluppo della banda larga nel Paese. L'offerta Sky diventa l'elemento chiave della strategia ultrabroadband di Telecom Italia e l'accesso alla rete di nuova generazione permette a Sky di beneficiare di un'ulteriore piattaforma distributiva per i suoi programmi». L’intesa avrà effetti pratici per il consumatore a partire dal 2015, quando i clienti di Telecom Italia potranno accedere a un'offerta Sky equivalente, in termini di contenuti, servizi e prezzo, a quella tradizionalmente disponibile via satellite. Il fatto che i palinsesti verranno diffusi sfruttando le reti ultraveloci di nuova generazione è anche una garanzia di qualità, considerando che molti dei canali Sky sono in Alta Definizione e richiedono quindi una banda più larga per essere ricevuti correttamente via Internet. Per l’emittente satellitare, poi, si aprirà un nuovo mercato rappresentato da potenziali abbonati che però non hanno la possibilità o l’intenzione di installare una parabola. RASSEGNASTAMPA 15 venerdì 11 aprile 2014 COMUNITÀ Il commento L’analisi Riforme, Italicum contro Senato L’uscita dall’euro costerebbe diecimila euro a cittadino Claudio Sardo ● L’ITALICUM E LA RIFORMA DEL SENATO - ALMENO NEI TESTI ATTUALI - MINACCIANO GLI EQUILIBRI E LE garanzie costituzionali. Proprio perché non si può fallire di nuovo, è assolutamente necessario correggere le storture. La proposta di Chiti (e di altri 21 senatori Pd) pone questioni serie, ma per ricostruire pesi e contrappesi non è obbligatorio concentrare sul Senato le funzioni di garanzia. Si può ancora lavorare sullo schema del governo, migliorando l’impianto del Senato delle Autonomie, rendendolo più coerente a un federalismo cooperativo, soprattutto affrontando la questione delle garanzie in una logica di sistema. Riforma del Senato, legge elettorale, nuovo Titolo V sono vasi comunicanti. E i sostenitori di Renzi farebbero bene ad affrontare le critiche senza cedere alla tentazione di delegittimare chiunque le faccia. Oggi il premier ha molta forza, ma i cicli si accorciano sempre più e il senso di precarietà dipende proprio dal fatto che poco è pensato per durare nel tempo. C’è anche un’altra tentazione da scongiurare: legare le riforme a determinate formule politiche. Il tavolo delle istituzioni è per definizione aperto a tutti. Renzi fa bene a dialogare con Forza Italia, nonostante sia all’opposizione del suo governo. Berlusconi però non può rivendicare poteri di veto. Né può escludere da quel tavolo il partito di Grillo, qualora decidesse di sedersi e assumersi la sua quota di responsabilità sulle modifiche costituzionali. Hanno destato scandalo le aperture dei senatori grillini alla proposta Chiti. Ma Brunetta non può alzare la voce con il Pd sostenendo che «sarebbe inaccettabile il ricorso a una doppia maggioranza». La doppia maggioranza è esattamente ciò che pratica Forza Italia: per questo la pretesa di blindare un’intesa a due sulle riforme è inaccettabile. Il tripolarismo italiano è un dato stabile nel medio periodo. Se Grillo dovesse derogare alla linea sfascista che sta perseguendo e dire la sua sulle riforme in modo costruttivo, non ci sarebbe ragione per non ascoltarlo. Purtroppo pensiamo che Grillo non derogherà alla linea sfascista. Così come pensiamo che, alla fine, anche Berlusconi si sfilerà dall’intesa come ha fatto nel passato. Ma la regola al tavolo delle riforme non può cambiare. Per tutelarsi, Renzi e il Pd non possono far altro che impegnarsi ancor di più sulla qualità e gli equilibri complessivi delle riforme. E rafforzare l’intesa nella maggioranza di governo: non per contraddire le aperture sulle regole ma perché qui c’è il nucleo che più ha scommesso sul successo riformatore. Peraltro, alla fine del percorso il referendum popo- La polemica Che offesa alla memoria il Grand Hotel Gramsci Vittorio Emiliani ● ILNOMEDIANTONIOGRAMSCIEVOCASENTIMENTI DI AMMIRAZIONE, DI AFFETTO RICONOSCENTE per quanto ha fatto e scritto per noi, e di dolore acuto per quel decennio di carcerazione che dovette patire per mano fascista. Detenuto, di fatto, sino alla morte, avvenuta il 21 aprile 1937, nonostante la prima emottisi risalisse al 1931 e al 1933 il primo attacco di arteriosclerosi. E con tutto ciò capace di scrivere libri tuttora fondamentali di riflessione storica e politica. Ora, la notizia che a questo martire dell’antifascismo verrà intitolato un Grand Hotel a Torino non può non suscitare contrarietà, insofferenza, opposizione senza equivoci. Proprio nel palazzo dove il giova- lare sarà inevitabile. Di Senato delle Autonomie si parla in Italia da almeno trent’anni. Il progetto governativo per la prima volta ridimensiona, e in modo drastico, i poteri delle Regioni. Da qui ha preso forza la riflessione sul Senato delle garanzie, che invece è una novità nel nostro dibattito pubblico. Ma prima di abbandonare il Senato delle Autonomie - oggi deficitario e incoerente - bisogna tentare di aggiustarlo. Il federalismo cooperativo, tanto per cominciare, deve poggiare anzitutto sulle rappresentanze regionali. Le Regioni hanno funzioni legislative, i Comuni solo amministrative. Il numero dei sindaci-senatori va dunque ridotto. E i 21 esperti nominati dal Capo dello Stato non hanno alcun senso in una Camera espressione delle Autonomie. Ma è soprattutto sul terreno dei pesi e dei contrappesi che il governo deve rispondere a chi teme «derive autoritarie». Si vuole un Senato senza elezione diretta? Allora alla Camera, come minimo, vanno evitate le liste bloccate. Che equilibrio avrebbe un Parlamento con senatori nominati (dai consigli regionali e dai sindaci) e con deputati altrettanto nominati (da due o tre leader di partito)? Sarebbe un Parlamento mostruoso, inaccettabile per una coscienza democratica. L’Italicum va cambiato in profondità se si vuole preservare lo schema del Senato delle Autonomie. La strada delle preferenze di genere è ormai segnata in tutte le elezioni (comprese le europee): non c’è ragione perché i cittadini debbano essere esclusi proprio dalla scelta dei deputati. Non c’è ragione perché la soglia di sbarramento non debba essere uguale per tutti, per le liste alleate e per quel- le avversarie. Non c’è ragione perché i voti delle liste che non superano la soglia minima debbano essere contati a favore dei partiti coalizzati (questo è un incentivo alle liste civetta, alle coalizioni infedeli e a loschi scambi politici). Se vogliamo che governi uno solo dei poli del tripolarismo italiano, dobbiamo rendere pulita la competizione e fornire ai cittadini valide garanzie. In un bicameralismo non più paritario, è logico attribuire un maggiore potere al primo ministro. Ma questo va compensato, ad esempio, consentendo a una minoranza qualificata della Camera il ricorso in via preventiva alla Consulta sulle leggi di dubbia costituzionalità. E non sarebbe certo uno strappo se per alcune categorie di leggi, come quelle attinenti ai diritti di libertà, fosse richiesto il voto del Senato (magari obbligando la Camera a una seconda deliberazione con maggioranza qualificata). Così il Senato non elettivo di Renzi diventerebbe più solido. Ovviamente, con un sistema iper-maggioritario per la Camera, la scelta del presidente della Repubblica dovrebbe essere affidata a una platea di grandi elettori nella quale i deputati siano in minoranza. Su questa traccia Renzi può rafforzarsi, insieme al suo partito e alla sua maggioranza di governo. Altrimenti, negando il problema delle garanzie, la proposta dei 22 senatori Pd diventerà la sola ciambella di salvataggio. E lo scontro potrebbe sfuggire di mano. La cosa peggiore è che nello stesso Pd si alimenti l’antipolitica, con Renzi che proclama un Senato senza stipendi e gli oppositori che mostrano come, nel loro progetto, il taglio dei parlamentari è ancora maggiore. Maramotti ne leader socialista e poi comunista abitò e dove creò nel dopoguerra L’Ordine Nuovo il giornale del «biennio rosso», la fucina giornalistica della occupazione delle fabbriche. Sarò anche influenzato dalla lunga consuetudine avuta con Alfonso Leonetti che a più di ottant’anni mi parlava ancora con entusiasmo del periodo trascorso con Gramsci quale redattore capo de L’Ordine Nuovo, e tuttavia a me sembra uno sfregio alla memoria gramsciana l’insegna luminosa di un Grand Hotel Gramsci pluristellato con area fitness, piscina, suite lussuose. Riferisce Repubblica che l’impresa la quale sta ristrutturando il vastissimo palazzo (10mila metri quadrati) nato come Albergo «di virtù per il ricovero e l’istruzione dei poveri» preserverà restaurandoli i locali dove ebbe sede la mitica redazione ordinovista, e per questo va elogiata, come per lo spazio riservato alla biblioteca dell’Istituto Gramsci del Piemonte e alla sala convegni. Pare tuttavia che gli stessi vertici della catena spagnola NH Hotel avessero manifestato serie perplessità sul nome Gramsci così legato ad una tragedia personale, familiare e politica sanguinante. Poi si sono convinti che fosse comunque un nome di richiamo turistico internazionale. Vorremmo far risorgere in loro - sulla scorta anche di un appello indignato sottoscritto da numerosi intellettuali dopo le prime obiezioni dello storico Nicola Tranfa- glia - i fondati dubbi originari. Antonio Gramsci è stato uno dei primi antifascisti arrestati e condotti davanti al Tribunale Speciale mussoliniano. Al processo venne condannato a vent’anni di galera, col pubblico accusatore Michele Isgrò che, ben interpretando il pensiero del duce, affermò: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». Scontò fra carcere e ospedali (guardato a vista) un decennio senza mai rassegnarsi a non pensare, a non predicare fra i compagni - come ben scrisse Giuseppe Fiori nella prima completa biografia gramsciana - il dialogo coi socialisti, per esempio con Sandro Pertini recluso anch’egli a Turi. Mentre la linea staliniana della «svolta» aveva imposto nel 1930 la disastrosa teoria del socialfascismo facilitando la vittoria di Hitler in Germania e portando all’espulsione di numerosi compagni, fra i quali Leonetti, Tresso, Ravazzoli, Camilla Ravera, Silone, lo stesso Terracini. Per quella sua posizione dialogante, subito definita «socialdemocratica», il pur infermo Gramsci subì intimidazioni e aggressioni. Che c’entra questa vicenda terribile, di lacrime, dolore e sangue, con un Grand Hotel? Nulla, davvero nulla. L’accostamento è offensivo quanto un Grand Hotel Matteotti, Gobetti, o fratelli Rosselli. La memoria storica non va offesa. Tanto più per ragioni turistico-commerciali. Nicola Cacace SEGUE DALLA PRIMA Sono due linee legittime ma devono essere declinate correttamente. Cosa che non avviene quando gli antieuropeisti utilizzano le critiche all’euro senza Europa politica, fatte da premi Nobel come Krugman, Stiglitz, Amartya Sen, o da illustri italiani come il professor Savona, a sostegno delle loro tesi. O come i fautori dell’uscita tendono ad ignorare i costi, enormi, che graverebbero sui cittadini. Il professor Savona è quello più citato a sproposito dai fautori dell’uscita dall’euro, Lega in testa, che ha messo la scritta «no euro», nel simbolo per le elezioni europee. Vediamo cosa scrive Savona in merito (Milano finanza, 28.12.2013): «Uscire dall’euro? Mai detto, ma ciò non può significare che non si debba essere preparati a farlo (il piano B)….Uscire oggi dall’euro è un problema molto serio che richiederebbe una intensa azione diplomatica preparatoria per nuove alleanze, come lo richiedono le norme per restarvi…In breve, no uscire dall’euro ma dall’incubo e rientrare nel sogno europeo, è quello in cui abbiamo sempre creduto e che resta un passaggio storico indispensabile». Mi pare che Savona invochi, giustamente, più Europa per non morire di austerità da euro senza Europa. Vorrei consigliare gli anti euro ed anti Europa, tra cui Matteo Salvini di interpretare correttamente i messaggi di quanti sono .. . «per l’euro ma con più Europa» e le stime dei costi di una L’uscita facile uscita dall’euro. A questo basterebbe che dalla moneta proposito consultasse gli amici svizzeri unica della banca Ubs, che sono stati i primi, a quantificare in non esiste 10mila euro, la perdita netta e la stima che ogni cittadino di un eventuale Paese uscente dall’euro economica avrebbe subito nel primo anfatta da Ubs è no dell’operazione. Va preche per uscire dall’euassai gravosa messo ro non esistono norme specifiche, che sarebbero da inventare e con potere contrattuale minimo di un paese contro altri 17. Oltre l’Opting-out, evocato dal professor Savona (art.cit.) come possibile norma per uscire dall’euro, ma che a me pare valere per non entrare in un «patto ristretto», come fece la Gran Bretagna rifiutando l’eurozona, una norma che potrebbe essere invocata è l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che tratta di «recessione dalla Ue» e non specifica alcunché sulla uscita dall’Uem. Secondo quest’articolo uscire dall’euro, implicherebbe anche l’uscita dalla Ue. Sembrerebbe un po’ troppo, ma le carte sono queste, e danno un’idea delle complicazioni reali e burocratiche che una eventuale dichiarazione di intenti del genere aprirebbe. Tanto per cominciare l’affermazione che «basterebbe un week end per uscire dall’euro» è una balla, tra le tante fatte dagli euroscettici in questi giorni. Bisognerebbe avvisare l’Uem e la Bce delle nostre intenzioni ed inventare una procedura che non c’è. E cosa farebbero nel frattempo gli investitori-risparmiatori con titoli del Tesoro e con conti correnti in euro, italiani e stranieri? Non starebbero ad applaudire. Farebbero la fila agli sportelli per vendere Bot e Btp e per spostare i loro euro all’estero in mani più affidabili. Con probabili fallimenti bancari se lo Stato non intervenisse come con divieti e chiusura delle banche come in Argentina. Una delle cose su cui tutti gli esperti convengono è nella quantificazione di una svalutazione della nuova lira del 30%-50%. Senza contare i problemi del debito e dei tassi d’interesse. I possessori di titoli di Stato, alla scadenza, avendo acquistato in euro, vorranno essere ripagati in euro e lo Stato o si adatta ed in pochi mesi esaurisce la valuta, perché i rimborsi superano le vendite di nuovi titoli, o pretende di rimborsare in lire. Ma a che cambio? Quello fissato dal Tesoro un euro=una lira o quello fissato dal mercato 1 euro= 1,3-1,5 lire? La differenza sta i 2 cambi vale tra il 30% ed il 50%. Il rapporto debito/Pil passerebbe in breve tempo oltre 150 e lo spread salirebbe al cielo! C’è un’altra soluzione, obbligare Bankitalia a comprare i titoli, com’era una volta, stampando moneta e, naturalmente, facendo salire l’inflazione a due cifre. Allora salirebbero anche i tassi di interesse per combattere l’inflazione, con pene elevate per i possessori di mutui. Poiché salari e pensioni sarebbero in lire e senza scala mobile, ecco in pochi mesi l’erosione del potere d’acquisto dei cittadini che la Ubs stima in almeno 10mila euro «per il primo anno». E poi? Poi Dio vedrà, se non saremo tutti morti, malgrado i maghi dell’uscita facile dall’euro. RASSEGNASTAMPA 16 venerdì 11 aprile 2014 COMUNITÀ Dialoghi Un fantasma si aggira per gli ospizi della Lombardia Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta La notizia getta l'ospizio nel panico: «Berlusconi svolgerà il servizio sociale assistendo gli anziani». Lionello ha una crisi di nervi: «Non voglio che Berlusconi mi assista!.. La pena la deve scontare lui, non noi!». Le infermiere cercano di riportare la calma, proponendo una tombola extra, ma è tutto inutile. MASSIMO MARNETTO L’idea balenata sui giornali su Berlusconi condannato ad occuparsi di anziani invalidi in un qualche ospizio della Lombardia propone in modo che non potrebbe essere più chiaro, l’assurdità della situazione cui si può arrivare nel momento in cui si tenta di piegare le leggi ed i regolamenti alle esigenze di un uomo inutilmente importante. L’impegno nelle attività socialmente utili è sicuramente importante nei programmi di messa alla prova o di riabilitazione di tanti giovani e giovanissimi ma l’immagine cui potremmo trovarci di fronte se la si applicasse in questo modo a Berlusconi è quella di un leader politico condannato per frode fiscale che, affidato al servizio sociale, può scorrazzare per l’Italia continuando a raccontare di essere perseguitato da una giustizia ingiusta e che potrebbe utilizzare le sue visite in un ospizio diffondendo fotografie (in camice? ) con cui dimostra insieme la sua pelosa «bontà» e la costrizione cui è sottoposto dai giudici «cattivi». Moltiplicata per due, l’agibilità politica di cui lui e i suoi parlano da mesi gli permetterebbe così di insegnare ancora una volta agli italiani che dei propri reati non bisogna mai pentirsi, che la legge non è uguale per tutti e che quella che vince è sempre e solo l’arroganza del denaro. E dei giornalisti e dei servi e degli avvocati che da quel denaro vengono pagati. CaraUnità Un’altra tragedia sul lavoro La tragedia sul lavoro di Molfetta, dove l'8 aprile sono morti sul lavoro due operai e un terzo operaio si è miracolosamente salvato, ricorda molto da vicino la tragedia della Truck Center di Molfetta, dove il 3 marzo 2008 morirono sul lavoro 5 operai. Proprio sull'onda dell’indignazione scaturita da quella tragedia, venne varato dall'allora governo Prodi (tra l'altro dimissionario), il Testo unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs n 81 del 9 Aprile 2008). Un testo che conteneva molte novità positive. Ma il governo Berlusconi, invece di varare i 38 decreti attuativi necessari per rendere operativo il Dlgs 81/08, lo stravolse con il Dlgs 106/09, con sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti e preposti, norma salvamanager. Tanto che abbiamo anche una procedura d'infrazione aperta, fatta aprire grazie alla mia denuncia del settembre 2009, la procedura n 2010/4227 (deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e sub delega e proroga per nuove imprese e modifiche sostanziali apportate ad imprese esistenti), che è in stato avanzatissimo (probabile un ricorso alla Corte Il ricordo L’eredità di Livio Labor «scandaloso» leader Acli Domenico Rosati ● IL9APRILE ÈCADUTO IL QUINDICESIMOANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI LIVIO LABOR, una delle figure più vigorose del mondo cattolico della seconda metà del secolo scorso. Viene ricordato nelle Acli, l’associazione dei lavoratori cristiani che lo ebbe come …scandaloso presidente negli anni Sessanta. Dove lo «scandalo» (espressione usata da Piero Pratesi) era quello per cui un’entità che non era né azione cattolica, né sindacato, né partito, riusciva ad entrare a pieno titolo nel dibattito pubblico della chiesa, del sindacato e della politica italiana. Nel sindacato, ad esempio, Labor rilanciava, dopo anni di risse, il tema dell’unità garantita dall’incompatibilità tra le cariche sindacali e quelle parlamentari. Difficile da attuare sia in casa comunista, perché intaccava la supremazia del partito, sia in casa democristiana perché indeboliva un circuito di potere. E, quanto alla politica, Labor si adoperò, dapprima, per forzare i limiti del «collateralismo» con la Dc e poi, nel clima del Concilio, per dare sbocco alla libera scelta di Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 Via Ostiense,131/L 00154 Roma [email protected] di Giustizia Ue da parte della Commissione europea). Il dramma delle troppe morti sul lavoro è un tema troppo spesso dimenticato. Perché i mezzi d'informazione non «riaccendono i riflettori» su queste tragedie? Perché il governo Renzi non fa qualcosa di concreto per fermare queste stragi sul lavoro? Il tema della salute e sicurezza sul lavoro dovrebbe essere prioritario per qualsiasi governo, di qualunque colore politico sia. Ma non mi sembra che il governo Renzi, si preoccupi molto del dramma delle troppe morti sul lavoro! Inoltre, molti decreti attuativi del Dlgs 81/08, non sono stati ancora varati o sono fermi in Conferenza Stato-Regioni, anche se mi risulta che siano pronti da tempo. Perché? Il Sistema Informativo Nazionale Prevenzione doveva partire dal 1 gennaio 2014, ma non è stato ancora varato il decreto attuativo. Perché? Ci vuole l'impegno di tutti per fermare questo triste bollettino di guerra sul lavoro, che non fa solo morti, rovina famiglie e rende tanti giovani orfani e soli. Ma la cosa più importante, è che ci vogliono i fatti, ma sul serio questa volta. Un Paese, come l'Italia, che si definisce civile, non si può permettere di avere oltre 1300 ammazzati sul lavoro. voto dei credenti, superando il comando dell’unità patrocinata dalla gerarchia. Con lui le Acli, da retrovia che erano considerate, si trovarono ad assolvere ad una funzione d’avanguardia esercitando in più direzioni un’influenza culturale ed una pressione sociale sempre più riconosciute anche se, naturalmente, non da tutti apprezzate. Nell’esplorazione della condizione operaia, all’interno di quella che allora veniva chiamata la «società del benessere», si dispiegavano le potenzialità di confronto tra la componente cristiana del movimento operaio e le tradizioni della sinistra più aperte alla ricerca. Nel «dialogo sul pianerottolo» cadevano diaframmi e preclusioni e, sempre ad esempio, ci si rivolgeva ai comunisti come «democratici tra democratici». Negli anni del Concilio – e qui siamo all’habitat ecclesiale – parve a Labor di trovare più di una convalida circa il nesso tra animazione cristiana e impegno per la giustizia da perseguire nella dimensione politica della carità. Con una duplice ricaduta: da un lato un’immediata attrazione sulle giovani generazioni e, dall’altro, una forte pulsione a fare coerenza tra fede e impegno politico. Teologi conciliari e preti delle Acli spingevano in questa direzione. Una speciale commissione di studio sul marxismo era sponsorizzata dallo stesso Paolo VI. In tale situazione era naturale che lo scarto tra il rigore dell’ispirazione cristiana e la prassi politica democristiana fosse uno dei fotogrammi più analizzati; ed era anche per questa via che si andava enucleando una «nuova domanda politica» della quale le Acli – escludendo una risposta diretta – tendevano a favorire la maturazione. L’immagine di Labor era il «missile a tre stadi»: il sociale, il sindacale e il politi- co. Uno sviluppo di questo genere, tuttavia, doveva misurarsi con le abitudini consolidate nel ceto politico non meno che in quello ecclesiastico. La Dc mirava a mantenere il massimo della copertura clericale mentre in Vaticano si cominciò ad ipotizzare una riduzione dell’autonomia delle Acli, secondo un canone applicato tutte le volte che queste si esponevano, come nel passaggio al centrosinistra, nell’esplorazione di strade canonicamente sconsigliate. Anche dopo il Concilio si manifestava, infatti, la fatica che in Italia faceva (e fa? ) la chiesa nell’indicare rispetto alla politica una netta demarcazione, mancando la quale né la comunità cristiana si libera da antiche ipoteche né i cittadini cristiani crescono in libertà e responsabilità. Labor, in verità, si sottrasse ai dilemmi intraecclesiali correndo in solitudine l’avventura delle elezioni anticipate del 1972; aveva, infatti, già lasciato la guida delle Acli per dar vita ad un Movimento politico dei lavoratori; un’impresa che, al di là dell’insuccesso, mantiene il significato del primo esperimento di una libera scelta a sinistra compiuto da un gruppo di credenti in Italia. Ma per quell’iniziativa, che aveva creato apprensioni e timori, ha pagato proprio nel suo mondo il prezzo iniquo della damnatio memoriae. Oltretutto per una trasgressione ad una direttiva pastorale che, per quel che se ne conosce, non ha più …corso legale. C’è dunque ancora una memoria da riscattare prima che il ricordo sfumi, anche per Labor, in un’immaginetta incolore. Di quelle che, con superiore approvazione, circolano per Sturzo, Mazzolari, Milani per tacere di Rosmini e di altri cristiani autentici ma problematici. Marco Bazzoni OPERAIO RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA-FIRENZE Fame di giustizia giusta Parliamoci chiaro: a me sembra una notizia di drammatico rilievo - e quindi è assurdo il silenzio stampa che la circonda - che Rita Bernardini sia giunta al suo 40esimo giorno di sciopero della fame e che il suo «satyagraha» sia seguito a staffetta da almeno un migliaio di persone, per lo più militanti radicali, detenuti e loro parenti. La segretaria di Radicali italiani lotta per il ripristino della legalità nel nostro Stato in tema di giustizia e carceri, cioè per l'uscita dell'Italia da quella «flagranza criminale di reato» che già ci è valsa una «sentenza pilota» della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea , che sarà effettiva il prossimo 28 maggio nel caso che il nostro Paese non smetta di perpetrare «trattamenti inumani e degradanti» ai suoi reclusi. Paolo Izzo La tiratura del 10 aprile 2014 è stata di 66.262 copie L’intervento Fecondazione, una vittoria per quei 10 milioni di «sì» Lanfranco Turci ● CS7.5>CONLASENTENZADELLACORTECOSTITUZIONALE CHE CANCELLA IL DIVIETO DELLA FECONDAZIONE ETEROLOGA SUBISCE UN ALTRO COLPODECISIVOLALEGGE40CONTROCUIPROMUOVEMMO A SUO TEMPO I REFERENDUM ABROGATIVI. >In quanto fui tesoriere e coordinatore del Comitato referendario, non posso perciò non esprimere anche una particolare soddisfazione personale. Ma il mio pensiero grato va allo schieramento delle forze politiche, culturali e scientifiche che sostennero quella dura prova. Una costatazione obiettiva, anche ad anni di distanza, non può non riconoscere al loro interno il ruolo decisivo che ebbero le donne dei Ds e i Radicali. Furono mesi terribili quelli del 2004 dedicati alla raccolta delle firme. Complice anche il generale agosto, sembrava che non ce la facessimo a raggiungere la soglia di sicurezza. Con il maggiore partito della campagna che per una parte (le donne e alcune componenti interne) era decisamente impegnato e per l'altra parte frenava vistosamente, per il timore di scontrarsi con lo schieramento guidato dal cardinale Ruini e da Paola Binetti, eletta non a caso nel 2006 nelle liste dell'Ulivo. Poi si arrivò al referendum e il mancato raggiungimento del quorum fu valutato da molti come una sconfitta irrecuperabile e meritata, ignoran.. . do il fatto che referendum analoghi Il referendum pochi mesi prima sulla Legge 40 avevano avuto successo in Svizzera e non raggiunse in California peril quorum ché in quei Paesi non era prevista il ma sapevamo limite del cinquanche quella non ta per cento degli per la valiera la sconfitta elettori dità dei referendefinitiva dum stessi. Di fronte ai dieci milioni di «sì» e alla qualità di quel consenso, raccolto soprattutto nei centri urbani e fra i cittadini più acculturati, noi parlammo invece di quel risultato come di un investimento positivo che avrebbe dato i suoi frutti nel futuro. Così è stato, grazie alla tenacia delle persone che hanno sofferto sulla loro pelle i danni di quella legge ingiusta e oppressiva, dei comitati di medici e di giuristi che le hanno sostenute e della permanente vitalità dei principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana che guidano il lavoro della magistratura ordinaria e della Corte Costituzionale. Il referendum non fu affatto uno scontro fra portatori di un presunto valore umano inderogabile, quale la sacralità dell’embrione, e i propugnatori nichilisti della libertà senza limiti. Chi contestava la legge 40 lo faceva in nome di altri valori non meno eticamente difendibili, quali la difesa della salute delle donne, la speranza dei portatori di malattie genetiche di poter generare figli immuni da quelle terribili tare, la possibilità della ricerca scientifica di esplorare nuove terapie contro alcune delle più gravi e diffuse malattie, il diritto delle coppie sterili di realizzare la loro aspirazione alla procreazione. Le sentenze dei tribunali e la maturazione di un più vasto consenso fra l’opinione pubblica stanno dando ragione a quella battaglia. Un grazie particolare e personale voglio esprimere a Luca Landò, che seguì con passione il referendum da l’Unità di quegli anni e a Ugo Sposetti, che ci aiutò anche verso gli altri partiti referendari a raccogliere la parte di fondi che non raccogliemmo direttamente dalla sottoscrizione pubblica. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it GOVERNO E PARTITI L’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano è durata moltissimo, circa un’ora e mezza Affidamento ok Ora la decisione Parere favorevole del pg per l’attività di volontariato presso una struttura per anziani disabili come richiesto dal leader di FRANCESCA BRUNATI MILANO - Si saprà al massimo entro due settimane quale sarà il destino di Silvio Berlusconi e in che modo dovrà espiare quell’anno di pena che gli rimane dopo la condanna definitiva a quattro anni di carcere, di cui tre condonati. Il giudice del Tribunale di Sorveglianza Beatrice Crosti, al termine dell’udienza per discutere la richiesta di affidamento ai servizi sociali avanzata dal leader di Forza Italia e nella quale il pg ha dato parere favorevole alla proposta dell’Ufficio esecuzione penale esterna di un’eventuale attività di volontariato presso una struttura per anziani disabili, si è preso da un minimo di cinque giorni a un massimo di quindici per depositare il provvedimento. Non si era ancora visto che un’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza su una richiesta di misura alternativa alla detenzione durasse circa un’ora e mezza. Eppure è quel che è accaduto nel pomeriggio quando, dopo aver trattato i casi di altri 58 «condannati», tra cui quello di un boss della ’ndrangheta, il Tribunale di Sorveglianza ha affrontato il fascicolo intestato al leader di Forza Italia. Cominciata un poco prima dell’orario previsto, le 17, in aula, oltre al Presidente Pasquale Nobile De Santis, al giudice Crosti e a Federica Brunelli e Silvia Guidali, i due esperti esterni, c’erano il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna e i due legali dell’ex premier, il prof. Franco Coppi e l’avvocato Niccolò Ghedini i quali arrivati prima del tempo, alla fine della discussione, per dribblare i giornalisti, sono usciti da una porta secondaria. Il pg, da quanto si è saputo, ha dato il parere favorevole - non è vincolante - all’affidamento in prova ma non nei termini proposti dall’ex Cavaliere, bensì con le modalità del progetto di riparazione che, su input dei magistrati di Sorveglianza, ha presentato nei giorni scorsi l’Uepe, l’Ufficio Esecuzione penale esterna, diretto da Severina Panarello: assistere gli anziani, anche disabili, in una struttura dell’hinterland milanese, non molto lontano da Arcore, per mezza giornata una volta alla settimana. Un’attività, quindi, ben diversa da quella messa nero su bianco dall’ex capo del governo in una memoria depositata nei giorni scorsi con la quale, oltre ad assicurare che gli attacchi alla magistratura avrebbero solo motivazioni politiche, si sarebbe proposto come «motivatore» in un «centro terapeutico ospedalizzato» ancora da costruire nel milanese per disabili mentali e fisici con lo sco- po di aiutarli a sviluppare «nuovi stimoli». Un piano riparatorio caldeggiato ieri dai suoi difensori assieme a prescrizioni non troppo rigide, per consentire al leader di Forza Italia di essere in prima linea nella campagna elettorale per le Europee. Certo è che, comunque vada, per Berlusconi è fondamentale ottenere l’affidamento ai servizi sociali: in questo modo si vedrebbe estinguere anche la pena accessoria dei due anni di interdizione dai pubblici uffici. Cosa che non accadrebbe se la decisione fosse la detenzione domiciliare. Dunque ora, come ha detto a udienza conclusa Nobile De Santis, «la decisione verrà depositata tra un minimo di cinque giorni a un massimo di 15 giorni», il tempo tecnico affinché il giudice Crosti scriva il provvedimento. E, poi, dopo il deposito e la notifica alle parti della decisione, per la stampa, «verrà fatto un comunicato e lo farò io». Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi | LE NOMINE | Padoan: «Saranno delle persone nuove» di NICOLA CAPODANNO ROMA - Persone «competenti e in alcuni casi nuove». Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, non si sbilancia sul dossier nomine per Eni, Enel e Finmeccanica (Terna e Poste in un secondo momento) mentre manca soltanto una manciata Il ministro Pier Carlo Padoan di giorni per mettere a punto le liste di nomi scelti da presentare prima dell’apertura dei mercati di lunedì. Col Governo Renzi che in queste ore sta stringendo la cerchia dei papabili sentendo anche le altre forze politiche per decidere pure sugli altri nomi da candidare nei posti chiave dei rispettivi consigli d’amministrazione. E così intanto a tracciare un sommario identikit dei papabili top-manager è il numero uno di Via XX settembre, intervistato alla Cnbc a Washington in occasione dell’Fmi, che ha ribadito la prossima ventata di rinnovamento. «Nel mondo - ha detto Padoan - ci sono investitori pronti a investire e se il Governo dimostra che le cose stanno cambiando, il denaro confluirà in nuovi investimenti nel Paese». Dichiarazioni che fanno il paio con quelle del sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio: il criterio con cui il governo procederà, ha detto a SkyTg24, è quello della scelta «della qualità delle persone e della loro capacità manageriale». A Palazzo Chigi, dunque, Renzi ha ricevuto Angelino Alfano e Maurizio Lupi (Ncd) e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini per una consultazione, mentre fonti vicine alle trattative hanno ribadito che non verranno considerate le candidature dei manager che hanno accumulato più di tre incarichi consecutivi come Paolo Scaroni (Eni) e Fulvio Conti (Enel). Il momento decisivo per chiudere la partita sarà tra sabato e domenica, ovvero al ritorno di Padoan da Oltreoceano previsto per sabato. E l’attesa maggiore è per l’Eni (assemblea 8 maggio) che dirà addio a Scaroni dopo oltre nove anni di sua guida. I nomi che circolano sono quelli di Claudio Descalzi, Stefano Cao e Lorenzo Maugeri. Mentre per la presidenza vengono indicati Lorenzo Bini Smaghi, Domenico Siniscalco e Claudio Costamagna LA CONTRAPPOSIZIONE Di Maio preoccupato per le analogie con la trattativa Stato-Mafia Bagarre sul voto di scambio: slitta l’esame L’esame degli emendamenti e del testo è slittato a martedì prossimo per la protesta dell’M5s di ANNA LAURA BUSSA ROMA - Dopo anni di «gestazione», quattro letture tra Camera e Senato, e a meno di due mesi dalle Europee, il Parlamento non riesce a dare il via libera al provvedimento che ridisegna il reato di voto di scambio tra politici e mafiosi. L’esame degli emendamenti e del testo, fissato per ieri, è slittato a martedì prossimo per la protesta dei senatori M5S che contestano il ddl nella nuova versione licenziata dalla Camera il 3 aprile scorso. Una protesta che rallenta i lavori e che scatena nell’emiciclo di Palazzo Madama la guerra a chi è «più antimafia dell’altro». Tra insulti, saluti romani e accuse bipartisan di «fascismo». Con tanto di tweet finale di Grillo che chiede a Renzi: «Stai con la mafia o con chi la combatte?». A rendere furiosi i pentastellati è l’accordo di maggioranza raggiunto alla Camera che consente lo «stravolgimento» del testo votato dal Senato, «subito dopo gli incontri avvenuti tra Napolitano e Berlusconi e tra Renzi e Verdini». Come sottolinea con forza il vicepresidente di Montecitorio, Luigi Di Maio che vede peraltro «inquie- tanti analogie» tra quanto sta avvenendo ora e «il periodo in cui si realizzò la trattativa Stato Mafia». «Non è possibile - incalza il neocapogruppo di Palazzo Madama, Maurizio Buccarella - che si siano addirittura ridotte le pene del reato passando dalla forbice 7-12 anni a quella 4-10». «Con la pena minima a 4 anni - osserva - non sarà nemmeno possibile arrestare il politico incensurato che va a chiedere voti alla mafia! «Al Senato - ricorda infine Buccarella - noi avevamo rafforzato il concetto di «altra utilità» con l’avverbio «qualsiasi» che invece è stato tolto a Montecitorio, ma che è presente nel codice penale nella norma che punisce lo straniero che corrompe il cittadino italiano ». Luigi di Maio RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 SENATO I non allineati aumentano Caos sulla riforma Renzi alla minoranza «Dovete adeguarvi» Il premier Matteo Renzi | EUROPEE | Scontro Renzi-Grillo Nel Pd lasciano in due di CRISTINA FERRULLI ROMA - La campagna elettorale per le europee è ufficialmente cominciata. A suonare il gong è il primo scontro tra i due principali sfidanti: Beppe Grillo, che definisce «veline» le 5 donne capolista del Pd, e Matteo Renzi, convinto anche dai sondaggi favorevoli che M5S «ha paura» e per alzare i consensi «pensa solo ad attaccarci». Ma sulla scelta del premier di far guidare le liste da 5 donne, i malumori degli esclusi portano al ritiro del sindaco di Bari Michele Emiliano e del primo cittadino di Lampedusa Giusy Nicolini. Matteo Renzi aprirà la campagna elettorale venerdì da Torino. Una volata verso le europee e le amministrative che il premier vuole condurre all’attacco: portando in porto a Palazzo Madama la riforma del Senato, piegando i malumori della minoranza e sfornando provvedimenti economici che portino la chiara impronta, come gli 80 euro in busta di FRANCESCO CARBONE Giusy Nicolini paga, di stare dalla parte dei cittadini. «Vinciamo l’antipolitica con la buona politica», è il refrain che il leader Pd ripete ai suoi. Il leader Pd punta lo stesso campo da gioco e i consensi del M5S e Beppe Grillo non fa sconti. «Donne usate a fini di marketing secondo la migliore tradizione berlusconiana: quattro veline e Renzie a fare il Gabibbo», sberleffa il comico genovese con tanto di fotomontaggio sul suo blog. La reazione delle 5 candidate democratiche non si fa attendere. «Grillo offende le donne a fini di marketing elettorale», reagisce la lettiana Alessia Mosca, numero 1 del nord-ovest. Mente Pina Picierno, capolista al sud, manda a dire a «Beppuzzo» che «l’unica (carta) #velina che riconoscerai sarà quella utile ad asciugarti i lacrimoni dopo il 26 maggio». Ma la «misoginia a 5 stelle» del leader M5S, come sostiene Dario Ginefra, per il vertice del Pd altro non è che fifa del voto. «Grillo dimostra sempre più di aver paura del Pd», ribatte il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini. Il numero 2 del partito, che di corsa, su input di Renzi, ha dovuto la notte scorsa rivoluzionare le liste mettendo in testa le donne. Il malumore di chi si è visto scavalcare ha portato a due forfait eccellenti, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini e Michele Emiliano, che doveva guidare il sud. Emiliano e Nicolini “scavalcati” si tirano indietro ROMA- Si ingrossano le fila dei non allineati al progetto del governo di riforma del Senato. Dodici ex grillini sommano le loro firme alle 22 del Pd in calce al ddl Chiti: Sel plaude. E Minzolini prepara una proposta forzista sulla stessa linea d’onda. Il Senato deve essere elettivo, dicono i non allineati. Non se ne parla, replica il governo. La frattura sembra insanabile. Ma il premier Matteo Renzi ostenta tranquillità: «FI manterrà gli impegni». E richiama all’ordine la minoranza Pd: voterà come decide la maggioranza. «Il Pd ha delle regole interne: la minoranza non va per i fatti suoi ma dove va la maggioranza», afferma in un’intervista al Tg3 Matteo Renzi. Che derubrica la proposta di Chiti a «ipotesi buona per essere sventolata sui giornali». Certo, ci Pippo Civati sono anche le perplessità di FI, partito a sua volta spaccato sul ddl del governo. E Renzi non esclude un incontro con Silvio Berlusconi. Ma si dice convinto che «FI manterrà gli impegni». Va avanti a testa bassa, insomma, il premier. Le riforme del resto «sono uno dei punti centrali» del governo, ricorda il ministro Pier Carlo Padoan. «Il sistema politico e istituzionale italiano» ha «rallentato, e talvolta ostacolato, la gestione della cosa pubblica», nonché «ritardato la ripartenza dell’economia», denunciano Renzi e Padoan nel Programma nazionale di riforme allegato al Def. Un‘accusa dura, che spiega le ragioni della profonda revisione che si è avviata e si conta di concludere in tempi certi. La nuova legge elettorale sarà approvata, scrivono Renzi e Padoan nel Pnr, «entro settembre» (con buona pace di Forza Italia, che chiedeva il via libera prima delle europee). E sempre «entro settembre» il governo conta di incassare il via libera in prima lettura delle due Camere al ddl costituzionale su Senato e titolo V, per poterlo va- rare in via definitiva «entro dicembre 2015». Il fattore tempo resta centrale per Renzi: il primo ok in Senato al ddl costituzionale deve arrivare entro le europee del 25 maggio. Perciò va bene il confronto, ma poi «arriva il momento di decidere» da parte della politica, sollecita il ministro Maria Elena Boschi. Nei corridoi di Palazzo Madama serpeggia però scetticismo sulla possibilità di rispettare la tabella di marcia, visto che solo martedì prossimo inizieranno le audizioni in commissione. Ma soprattutto, a frenare il ddl del governo potrebbero essere i non allineati, con proposte di legge e poi emendamenti. Per «cercare di fermare il ddl del governo» 12 senatori ex M5S firmano il ddl Chiti, sostenuto da 22 parlamentari Pd. E Sel, con il coordinatore Nicola Fratoianni, ventila una “maggioranza su una proposta alternativa». Che potrebbe suscitare interesse anche in altri senatori dei piccoli partiti della maggioranza e di una fronda interna a FI (Minzolini sta preparando il suo ddl). Non «un asse», spiega Pippo Civati, ma un incontrarsi di «perplessità» che accomunano «molti partiti, se non tutti». Non c’è vincolo di mandato, è il messaggio di Civati a Renzi: «Non si ricorra alla disciplina di partito». Martedì i senatori Pd torneranno a discuterne nell’assemblea del gruppo, in vista dei lavori della commissione. Ma lunedì il ministro Maria Elena Boschi ne parlerà in un seminario a porte chiuse con costituzionalisti e giovani ricercatori: un tentativo, osservano fonti parlamentari, di aprire la strada a modifiche condivise che non alterino l’impianto del governo. Intanto anche le Regioni annunciano emendamenti al testo. E ne discuteranno lunedì mattina in un incontro tra le commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. dal lato della spesa I CONTI L’Italia, per il ministro dell’Economia, uno dei sistemi fiscali più sostenibili mente pubblica». Mentre per il Il Def approda all’Fmi di Washington ROMA- «Sono contento di poter dire che l’Italia è uno dei sistemi fiscali più sostenibili fra le economie avanzate». Il ministro dell’Economia porta il Def a Washington dove parteciperà alle riunioni del Fmi. Ed evidenzia la solidità dei conti indicati nelle ultime previsioni programmatiche. Il governo punta ad una crescita più sostanziosa dello 0,8% indicato prudenzialmente nel documento di economia e finanza. Ed esclude che il principale stimolo all’economia, gli 80 euro in più in busta paga dal 27 maggio, possa essere mangiato dall’aumento dell’imposizione sulla casa. Ma tiene anche alta la guardia sui conti pubblici. E ipotizza un «piano di rientro» definito «manovra di consolidamento» per avvicinarsi al pareggio di bilancio a valere sul 2015 tra i 3,5 e i 4,9 miliardi. C’è poi un dato confortante (già scontato sul bilancio): il risparmio dalla spesa per interessi calcolato con il criterio di competenza per l’anno in corso di ben 3,5 miliardi e per il 2015 di 6,7 miliardi. Non a caso il premier Matteo Renzi è esplicito: «Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le banche se vogliono risparmiare possono stare più attenti a risparmiare sui super stipendi degli ad. Sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. E’ giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato». Non solo, ribadisce, «Siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni». Quindi il governo spera su un effetto propulsivo sia dello sconto Irpef, sia delle altre riforme. Basterebbe infatti poco di più di crescita (uno 0,5% ad esempio) per avvicinare il pareggio di bilancio (e far iniziare a calare il debito pubblico) che il Def pospone di un anno al 2016. Ma il governo, pur avendo più volte annunciato di voler rivedere le regole europee e sottolineando di aver comunque rispettato i patti con Bruxelles, si lascia anche le mani libere per eventuali interventi aggiuntivi. Così anche se il premier ha escluso manovre aggiuntive si rintraccia la possibilità di interventi per superare il gap fino al pareggio di bilancio che si sostanziano in ta- gli alla spesa e che emergono in dettaglio elaborando i dati contenuti nel Def. Il piano si sostanzierebbe per il 2015 in «una manovra di consolidamento interamente finanziata da riduzioni di spesa per 0,3 punti percentuali di Pil», pari quindi a 4,9 miliardi. E questo con l’obiettivo di ridurre il deficit strutturale. Un piano di rientro che però, secondo alcune fonti, potrebbe ridursi a 0,2 punti (3,2 miliardi). Il Def spiega che «nel 2015 e nel 2016 il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali richiederà misure aggiuntive per colmare il gap residuo, che il governo ipotizza perverranno esclusiva- 2015 l’ammontare, in termini di Pil, viene quantificato espressamente, per il 2016 l’intervento emerge dalla differenza tra il Pil tendenziale e quello programmatico, che vede proprio uno scostamento di 0,6 punti: chiaramente se la manovra dell’anno precedente è strutturale l’ulteriore correzione cala a 0,3 punti. L’indicazione è quella di agire solo sul fronte della spesa. Il riferimento è ovviamente alla spending review che dovrebbe garantire fino a 17 miliardi nel 2015 e fino a 32 nel 2016. Molto probabilmente è proprio da questa posta che sarà utilizzata per ridurre il deficit, cioè a fini contabili, e centrare gli obiettivi europei.Il nodo è rappresentato dal fatto che parte di queste risorse sarebbero già impegnate, come fatto rilevare dal commissario alla Spending Carlo Cottarelli. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA LUCANA L’eurodeputato lucano con un avversario “pericoloso” in meno sempre più lanciato verso il ritorno a Bruxelles Fuori Emiliano Pittella più forte Il sindaco di Bari “stizzito” per non essere stato indicato come capolista del Pd per il Sud si ritira dalla competizione di SALVATORE SANTORO POTENZA - Michele Emiliano si ritira. Gianni Pittella sorride. Il sindaco di Bari del Partito democratico non ha gradito la retrocessione dal primo al secondo posto nella lista alle europee per la Circoscrizione Sud. E così dopo i malumori palesati a margine della Direzione nazionale del Pd di mercoledì pomeriggio, ieri mattina il sindaco pugliese Emiliano ha annunciato di non partecipare più alla competizione elettorale per il Parlamento europeo. Il pomo della discordia è stato il ruolo di capolista. Emiliano che era il favorito a capeggiare la lista del Pd nel collegio meridionale (Puglia, Basili- Gianni Pittella cata, Campania, Calabria, Molise e ti non chi sta in testa alle liste». Aveva Abruzzo) alla fine è stato retrocesso al dichiarato dalla sua Lauria lo stesso secondo posto per far posto alle donne Gianni Pittella. Ed è vero. e in particolare a Pina Picierno. Una Ma l’abbandono di Emiliano è indipolemica abbastanza “strana” se si scutibile che toglie dalla competizioconsidera che il regolamento eletto- ne un avversario temibile. Non c’è rale per il Parlamento europeo non dubbio. Il sindaco di Bari è prevede liste bloccate. In pratica o pri- politico conosciuto e vero simo o ultimo il lista cambia poco: vince gnore delle preferenze in chi ottiene più preferenze. Ma eviden- terra pugliese. Fuori dai giotemente per Emiliano era una que- chi lui, gli avversari temibili stione di prestigio. Non si spiega al- per l’eurodeputato lucano si trimenti la sua scelta. riducono. Nelle scorse eleMa la cosa non può che far piacere al zioni del 2009, Pittella fu selucano, e attuale vicepresidente vica- condo in assoluto al Sud. E rio del parlamento europeo uscente, gli eletti in totale furono 4: il Gianni Pittella. Innanzitutto sale di campano Andrea Cozzolino un gradino in lista e si piazza al secon- (136.859 voti), lo stesso Pitdo posto proprio dietro la Picierno. tella (136.455 voti), Paolo De Non che la cosa fosse “importante” Castro (111.882 voti) e Mario Pirillo per Pittella che anche nelle settimane (110.313). Possibile che anche in quescorse aveva dichiarato di non essere sta occasione il Pd elegga 4 eurodepupreoccupato per il ruol odi capolista tati. E c’è di nuovo Cozzolino da batteaffidato a Emiliano: «Vince chi ha i vo- re. Poi altra “favorita” e la Picierno Michele Emiliano che potrebbe essere sostenuta direttamente da Renzi. Con Emiliano e qualche “outsider” (è ricandidato anche Pirillo) la sfida sarebbe stata delicata. Senza Emiliano tutto pare più semplice ache se va detto che in molti danno Gianni Pittella come favorito a fare il primo degli eletti questa volta. Si vedrà il 26 maggio a urne chiuse. Ad ogni modo non è una cattiva notizia l’uscita di scena del sindaco di Bari. Tanto più che superato lo scoglio del voto, per Gianni Pittella a Bruxelles si aprirebbero partite importanti. E’ tra i papabili per diventare addirittura presidente del Parlamento europeo. Per l’italia e per la Basilicata sarebbe il bis dai tempi di Emilio Colombo. [email protected] Tra i big da battere restano Picierno e Cozzolino | di VINCENZO VITI L’amico Nino D’Agostino, persona che conosco da quarant’anni cultore di quella materia subliminale che è il lavoro con le sue promesse, suggestioni e derive, compagno di strada nelle mie reiterate esperienze di governo in Basilicata, mi consentirà di dirgli che il pericolo che si para di fronte a noi non è di morire “pittelliani” (che non può essere ovviamente una forma di suicidio assistito) ma di morire punto e basta. E di morire anche per effetto di qualche provincialismo con il quale guardiamo alle volute della politica regionale osservandola dalle finestre di un vissuto di contrada o magari di gruppo catecumenale portatore di qualche istanza laica di salvezza. Chi ha attraversato le vicende della nostra storia recente, portandone addosso le ustioni e subendo le inaudite stupidità delle polemiche di accatto, non potreb- LATRONICO (FI) «La tassa sugli immobili è diventata fissa» «IL Def presentato dal governo Renzi purtroppo conferma che la tassazione sugli immobili nata come tassazione provvisoria con il governo Monti si consolida per i prossimi tre anni». Lo ha dichiarato il deputato lucano di FI secondo cui «un prelievo tramite Imu e Tasi che deprime il valore immobiliare determinando una perdita secca nel patrimonio delle famiglie. Il governo dimentica che finché il comparto immobiliare non si riprende attraverso politiche fiscali adeguate, è difficile che l'economia italiana conosca un ciclo espansivo». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INTERVENTO | Il problema non è morire pittelliani ma eccedere in moralismo sociologico be condividere valutazioni così trancianti e definitive, aggravate da qualche moralismo sociologico, peraltro molto al di sotto dell’intelligenza (che conosco e che apprezzo) di D’Agostino. Non credo si possa definire la realtà politica lucana in forza di categorie semplificatrici che dispongono il bene e il male separandole con la linea del pregiudizio antropologico e sopratutto ignorando che ogni valutazione politica va immersa in un’analisi ampia, complessa, problematica, carica di dubbi e di prudenze, perciò onesta, come D’Agostino certamente sa per lascito culturale e professionale. La vicenda dei Pittella appartiene al racconto delle tante saghe familiari che hanno fatto la storia della politica regionale e nazionale. Aggiungo che essa non difetta di intelligenze e di sperimentate abilità . Può suscitare qualche apprensione (ed è naturale per chi vive la politica come competizione) ma non dovrebbe eccitare valutazioni così manifestamente militanti. Soprattutto se si considerano le condizioni della politica regionale, quelle che hanno condotto alle primarie e al successo di una candidatura data per “eroica” e perdente eppoi manifestatasi più forte di ogni aspettativa (e non per magheggi o per incursioni extraterrestri). L a verità è che è emersa una domanda di cambiamento (come quella che poi avrebbe accompagnato la cavalcata di Renzi) non difficile da decodificare con il senno di poi. Leggevo sul “Corriere” la riflessione di un politico che apprezzo molto, Emanuele Macaluso. Sono sue le parole tranquillamente applicabili all’universo del pd lucano:un partito che qui, come altrove, agisce “in un sistema politico in cui il soggetto non è più il partito ma le persone forti di consensi popolari,cordate e gruppi di potere locali in grado di governare le istituzioni e collegarsi con le forze politiche nazionali”. Perfetto. Non è così? Ma è davvero Pittella la pietra dello scandalo, l’orizzonte mortuario al quale D’Agostino si rifiuta, o non è invece quella complessa orditura del niente(e del tutto) nel quale il pd è ridotto anche per nostre (mie non escluse) responsabilità? Ed è utile gettare la pietra e ritirare la mano quando il mondo nel quale come ombre ci muoviamo si arrovella intorno a competizioni personali dietro le quali c’è una vana e inquietante sensazione di vuoto, un’assenza insieme leggera e tragica?. Queste sono le domande pur se l’eta e l’esperienza mi suggerirebbero di fermarmi anche per non espormi a legittime osservazioni. Tuttavia nella vita è giusto difendere scelte e convinzioni, quelle alle quali sono liberamente pervenuto, sciogliendo collaudati sodalizi e votando Pittella, consapevole che talvolta è meglio rischiare scegliendo l’imponderabile (talvolta l’impossibile)che perdere condividendo costumi e convenienze già sperimentati. Il mio sommesso invito perciò è a tornare a guardare dentro i processi reali e a coltivare il seme di quel poco di utopia che ancora è possibile sognare. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 Comunali a Potenza con la novità di “Azione civica” E ora aumentano gli aspiranti sindaci POTENZA - Oggi è la volta di Luigi Petrone. Il di associazioni che si è aggregato intorno al candidato sindaco voluto dal Pd potentino e so- Comitato “13 Ottobre” di Dino De Angelis che stenuto da Scelta civica, Centro democratico, si dichiarano slegati dai partiti tradizionali. Popolari uniti e Sel, presenterà Non è stato ufficializzato il noufficialmente la propria candime del candidato sindaco. La datura nella sede regionale delpresentazione avverrà domani l’Assostampa a Potenza. mattina alle 11 e 30 presso la seSarà la prima occasione pubde del Comitato 13 Ottobre nelle blica in cui i 5 partiti del centroadiacenze di via Pretoria a Posinistra presenteranno insieme tenza. Pare quasi scontata la il loro aspirante sindaco. candidatura a sindaco dello E sarà l’occasione anche per stesso De Angelis. “replicare” (probabilmente) agli Ad ogni modo con Petrone, il attacchi portati nei giorni scorsi vincitore tra Falotico, Padula e da Realtà Italia, Idv, Verdi e alCantisani, il candidato grillino cuni movimenti e in particolare Savino Giannizzari e quello di dall’ex assessore regionale Ro- Sopra Dino De Angelis “Azione civica” i candidati uffiberto Falotico. Il Pd quindi po- sotto Luigi Petrone ciali salgono a quattro. trà spiegare pubblicamente la Poi c’è l’ex direttore generale propria scelta e spiegare il motidel San Carlo, Michele Cannizvo del no alle primarie che invece zaro che è sostenuto da Forza verranno svolte dallo stesso FaItalia, Udc altri partiti e movilotico in competizione con Mamenti del centrodestra. E infine ria Luisa Cantisani e Luigi Paci dovrebbe essere Dario De Ludula (domenica dalle 8 alle 21 ca che come è stato ampiamente nella palestra di via Roma a Poscritto nei giorni scorsi è la sceltenza). ta voluta da Fratelli d’Italia. Ma Ma al netto delle fratture e delnelle ultime ore, dal centrodele sfide intestine al centrosinistra è calato il silenzio. Tutto ristra la platea degli aspiranti alla mane cristallizzato. Prove di inpoltrona di sindaco della città tesa dell’ultima ora? Si vedrà. capoluogo si allarga. Ieri è stato Intanto i candidati ufficiali iniresto noto infatti, che alla competizione parte- ziano a svelarsi pubblicamente. sal.san. ciperà anche un candidato sindaco del movi© RIPRODUZIONE RISERVATA mento “Azione civica”. Si tratta di un cartello L’IRONIA “Votate Gianluca u’ sfiammat” Il Trio comico potentino “La Faina” ironizza sulla campagna elettorale e così il personaggio inventato “Gianluca u’ sfiammato” si candida a sindaco Braia parla e polemizza da ex assessore Vetrina importante agli Stati generali nazionali per la Salute «RIENTRATO da Metaponto in sopralluogo lungo la costa dove sono iniziati i lavori di posa delle Barriere soffolte. Promesse da tempo e da me con l'aiuto del Commissario Acito e con fatica portate avanti». Così l’ex assessore regionale Luca Braia parla su Facebook rilanciando: «I lavori proseguono per completarsi entro giugno prossimo. Ci sono ancora molto altri problemi da sistemare dopo l'alluvione del dicembre scorso e le ultime mareggiate». Braia quindi che ha “subito” il rinvio del congresso regionale del Pd poi sottolinea il proprio impegno: «Io farò la mia parte e an- ROMA - Prima vetrina importante a livello nazionale per l’ex governatore lucano De Filippo. Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, infatti ieri è stato uno degli ospiti importanti alla seconda giornata degli Stati generali della sanità che si sta svolgendo a Roma. E De Filippo in qualità di Sottosegretario di Stato proprio con delega alla Sanità ha dichiarato: «Il patto per la salute in questi anni si é dimostrato uno strumento rivoluzionario, virtuoso, che se fos- Avanti per Metaponto De Filippo sulle minori risorse drò dall’assessore Berlinguer e dal presidente Pittella». E poi il riferimento polemico: «Almeno su questi temi evitiamo i rinvii. Ne va di mezzo la comunità lucana». | LA RIFLESSIONE se replicato in altri ambiti del Paese, come ad esempio la scuola o le infrastrutture, potrebbe essere di grande aiuto. Con meno risorse si possono comunque offrire più servizi, scovando o rimettendo in moto modelli organizzativi». «Sul patto per la Salute - ha aggiunto l’ex governatore lucano Vito De Filippo - c’é un lavoro in corso, spero si chiuda velocemente perché abbiamo interesse a difendere le eccellenze della sanità e ad essere rigorosi e virtuosi nei controlli». | Il prossimo segretario regionale del Pd sia bravo e non per forza giovane MATERA - Dopo le ultime,a dir poco, comiche veleggianti precongressuali, vorrei da soldato semplice del Pd (senza pretese, nè ambizioni di carriera politica, ma semplicemente al servizio della mia città e della mia regione) fare alcune considerazioni. A mio modesto parere essere segretario di un partito significa farsi carico delle proposte di tutti, sintetizzarle, farle conoscere e realizzarle. Il segretario deve dare una rotta e indicare dove andare e con quali mezzi. Deve essere capace di ascoltare dicendo dei forti si e forti no. Io penso che governare questi processi di cambiamento, di peculiarità che provengono dalla nostra regione non eè compito che si possa lasciare all'improvvisazione, al buon cuore dei singoli o al nuovismo. Pur essendo molto giovane, penso che la partecipazione giovanile ha da un lato un enorme aspetto positivo che e' il desiderio di rinnovare di trovare idee fresche ,capacità di impegnarsi ecc. Dall'altro esiste secondo me un aspetto negativo, e cioe è che l'idea di nuovismo può fare esaltare l'età come l'unica cosa importante e considerare il giovane come spazzino che deve ripulire il vecchio. Questa idea a me non piace ,sia perchè si affida al giovane un futuro senza basi (l' apprendistato politico) sia perche'si demolisce il lavoro positivo di chi ha alle spalle una nobile e onesta cultura politica. Dun- que, il prossimo segretario regionale del Pd lo vorrei capace di porre al centro del partito queste dinamiche di governo dei processi di cambiamento e le problematiche dei territori. Sapere come guidare un partito, vuol dire coadiuvare e sostenere il governo regionale nella fase più difficile, cioè nell'attuazione dei programmi. Il partito gioca un ruolo fondamentale in questi casi, altrimenti non è un partito. Lo vorrei inoltre capace di mettere a disposizione il proprio "capitale umano e sociale" di leadership, di conoscenze ,di esperienza,di forza morale per guidare le sfide della momentaneità e cercare di risolvere i mille problemi di un partito sempre piu'allo sbando. La nostra regio- ne ha un disperato bisogno di solidarietà, di rispolverare il nostro antico senso di comunità. Abbiamo bisogno che i giovani non vadano più via, e chi è andato, che ritorni. C'e'bisogno di un partito che sappia programmare e creare opportunità di lavoro e prospettive. Che sostenga i diritti allo studio, all'assistenza sociale, il welfare, che sostenga le imprese e i lavoratori. Insomma vorrei un segretario e un partito che sappiano costruire un modello di sviluppo territoriale e di coesione sociale sostenibili e duraturi. Vorrei, vorremmo... lo avremo così: non molto giovane, ma molto capace. Pasquale Andrisani Tesserato Pd E quindi ha concluso il sottosegretario lucano: «Ricordiamoci che il nostro é uno dei migliori sistemi sanitari del mondo». MOVIMENTO 5 STELLE Petrocelli al Senato sull’Enel ROMA - «I conti dell'Enel non ci ritornano. E’ ondivaga e contraddittoria la posizione dell'Enel in merito alla nomina del presidente del gruppo. Prima "raccomanda" - nel Consiglio d'amministrazione dell'11 marzo scorso - la scelta di un presidente "indipendente all'atto della prima nomina", e poi sirimangia tutto con un lancio di agenzia nel quale dichiara, in data 8 aprile, che la sua stessa enunciazione di principio deve essere ritenuta "nonvincolante"». E’ questo il testo della nota a firma del senatore grillino lucano, Vito Petrocelli che è componente a Palazzo madama della Commissione Industria. Petrocelli quindi spiega: «Ribadiamo che il M5s vigilerà attentamente nei prossimi giorni, affinché la partita politica dei rinnovi delle cariche, la più importante in gioco in questo periodo, avvenga nel rispetto delle procedure indicate dalle direttive e della risoluzione approvata in Commissione». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it OBIETTIVO EUROPA A maggio la sessione comunitaria del Consiglio che apre alla partecipazione, ma fino a ora non c’è molto Nuovi programmi, lucani in ritardo Di questo passo si rischia di ricalcare la precedente che ha fatto retrocedere la Basilicata di MARIATERESA LABANCA POTENZA - Nel giorno in cui il ministro Delrio lancia l’allarme sui cinque miliardi di euro di fondi comunitari del precedente settennio ancora a rischio, il Consiglio regionale pubblica lo stato dell’arte in Basilicata rispetto a vecchia e nuova programmazione, aprendo alla partecipazione sul web. Un quadro su quanta parte, e in che modo, i fondi europei dei programmi Fesr, Fse e Feasr siano stati spesi fino a questo momento. Ma soprattutto un resoconto sulle iniziative per le prossima programmazione. In vista del Consiglio ad hoc che si terrà il prossimo 13 maggio. E soprattutto in vista delle scadenze ormai imminenti: entro luglio le Regioni dovranno presentare i documenti programmatici. Per settembre, invece, dovrà essere stipulato l’ Accordo di Partenariato definitivo tra Commissione Europea e Stato Membro. A che punto è la Basilicata? Sulla base della relazione disponibile sul sito del Consiglio regionale, non è possibile dire molto. Solo poche delle cinquantasei pagine danno indicazione sulle attività fino a ora portate avanti per la nuova programmazione. Tra cui, la costituzione e l’avvio di gruppi di lavoro per la partecipazione attiva sui tavoli del partenariato per la redazione delle bozze degli Accordi, procedure per l’affidamento della valutazione ex ante per individuare le priorità tematiche territoriali di cui tener con- to per la scrittura del nuovo programma, iniziative per il coinvolgimento del partenariato, consultazione on line e una serie di di incontri sul territorio con le parti economiche e sociali per una condivisione delle nuove proposte programmatiche. Insomma, poco, ancora troppo poco: è questa la sensazione. Soprattutto in vista di quella partecipazione attiva che si sta tentando attraverso il web, ma che, in assenza di informazioni più precise, è davvero difficile dire su cosa possa essere basate. Commenta così a esempio Marco Percoco, il docente della Bocconi originario di Potenza, che da facebook offre il suo contributo: «Ahimè ben poco c’è sul 20142020 e quel poco è francamente irritante. Ancora una volta la criticabile Autorità di Gestione ha liberamente interpretato le direttive ministeriali (che pure sono state criticate dalla Commisione Europea, tanto che l'Accordo di Partenariato è stato brutalmente restituito senza approvazione). Non ci sono idee forti, dunque, non c’è programmazione. Business as usual, il problema che questo, per la Basilicata, significa replicare la performance recente. Brutto, molto brutto. Si gioca con centinaia di milioni di euro sulla pelle delle persone». La verità è che la nuova programmazione viaggia in ritardo. Anche per cause che non dipendono dalla Basilicata, per i tempi dilatati con cui Parlamento e, successivamente, Consiglio europeo hanno approvato le pro- Il vuoto amministrativo ha dilungato i tempi spettive finanziarie 2014-2020 e, quindi, hanno determinato le risorse destinate alla politica di coesione per la programmazione 2014-2020 (novembre 2013). A questo, però, si è aggiunto anche il vuoto amministrativo determinato dalla fine anticipata dalla precedentemente legislatura, che ha in fatto in modo che la Basilicata viaggiasse a ritmi ancora più lenti. Con il concreto rischio che - in assenza di una pianificazione ben pensata - il nuovo programma di allocazione delle risorse finisca per ricalcare il precedente. Che di risultati non ne ha portati tanti: la Regione non solo non è stata in grado di fare quel balzo in avanti che sarebbe stato logico aspettarsi, ma che addirittura ha fatto segnare un passo indietro, con il ritorno della Basilicata nell’ex Obiettivo 1. Non siamo gli unici è vero. La Calabria non ha fatto meglio. Ma in Lazio, proprio ieri il Consiglio ha iniziato l’esame della proposta concernente le linee di indirizzo per un uso efficiente delle risorse finanziarie destinate allo sviluppo 2014-2020. Le risorse finanziare a disposizione In base ai criteri di riparto delle risorse finanziarie fra Regioni del Mezzogiorno proposte dal ministero economico, e sulla base della “retrocessione” della Basilicata tra le regioni dell’obiettivo convergenza e quindi non più di transizione, il contributo comunitario per i soli Fesr ed Fse dovrebbe essere pari a 863,850 milioni di euro. A cui bisogna aggiungere - si legge sempre nella relazione - il cofinanziamento nazionale del 50 per cento. Com- plessivamente le risorse europee destinate alla Basilicata per il prossimo settennio dovrebbero arrivare a un miliardo e 700 mila euro. A cui vanno aggiunti i 400 milioni derivanti dalla precedente programmazione. C’è da dire che l’allocazione del- le risorse finanziarie a livello di Regioni e di Programmi operativi non è stata tuttora approvata. Ed è ancora in fase di definizione la stima della quota di risorse destinate a ciascun Fondo. L’auspicio è che per maggio le idee siano un pò più chiare. Benedetto (Cd): «Fiscalità di vantaggio e più flessibilità sui fondi strutturali» «Occasione per una nuova Basilicata in Europa» Il consigliere commenta l’appuntamento del prossimo 13 maggio: «Una sfida che va raccolta» Nicola Benedetto «LA sessione comunitaria che il Consiglio Regionale terrà il 13 maggio prossimo si carica di ulteriore significato in previsione della nuova programmazione comunitaria 20142020. Dobbiamo cogliere questa occasione per definire una nuova idea di Basilicata in Europa all’insegna di una più ampia autonomia». Questo il commento del consigliere di Centro democratico, Nicola Benedetto. Che aggiunge: «Tra i progetti dobbiamo puntare ad ottenere la facoltà, in particolare per sostenere il Mezzogiorno di introdurre forme più estese e differenziate di fiscalità di vantaggio e di utilizzare in modo più flessibile i fondi strutturali europei e di istituire ulteriori zone franche; negoziare la possibilità di escludere temporaneamente ed entro deter- minati limiti dalla nuova regola del debito le passività connesse alle garanzie statali accordate a banche e istituzioni finanziarie, quali ad esempio la Cassa depositi e prestiti, per la concessione di finanziamenti per l’attuazione di investimenti ambientali e macro progetti di sviluppo sostenibile, in particolare nei settori dell’energia e del ciclo delle acque e dei rifiuti. Sono convinto che un futuro prospero per l’Italia possa realizzarsi solo all’interno della cornice europea e che ogni pulsione antieuropeista fa male al Paese. Ma non possiamo far finta - aggiunge Benedetto - di non accorgerci che l’Unione europea è ancora purtroppo percepita da larga parte degli italiani solo come una tecnocrazia inflessibile, che assume le vesti di un guardiano severo dei nostri conti pubblici. Una tecnocrazia che chiede continuamente sacrifici agli italiani, assolutizzando la dimensione della di- sciplina di bilancio e del rispetto di rigide regole sul deficit, il debito e la spesa pubblica. Tale percezione non è del tutto priva di basi oggettive, poiché, almeno fino a pochi mesi fa, l’obiettivo di costruire un’Unione europea unita, solidale e democratica, capace di assicurare una crescita economica sostenuta, sostenibile e inclusiva, promuovere la competitività e potenziare l’occupazione, è stato posto in secondo piano rispetto a una logica monetarista, tesa esclusivamente a ripristinare la stabilità dei mercati finanziari sulla base di ricette di politica economica improntate al rigore e all’austerità di bilanci. Per questo l’Europa che scelgo è buongoverno, con criteri di convergenza misurabili e vincolanti non solo economici ma anche per la protezione sociale, la libertà di informare e di essere informati, gli investimenti per l’innovazione. L’Europa che scelgo è concretezza di risorse per imprese, territori, ricercatori, società civile, col pieno uso dei fondi UE oggi non impiegati dall’Italia per carenza di informazione, di formazione, di semplicità e trasparenza delle procedure, di capacità progettuale». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 9 In alto lo stato di attuazione al 31 dicembre 2013 dei tre programmi comunitari In basso il grafico della spesa certificata e da certificare del Po Fesr 2007-2013, al 31 dicembre 2013 La novità Finanziamenti, liberi professionisti come imprese Unione europea PER la prima volta il piano d’azione deciso mercoledì scorso a Bruxelles, e presentato dal vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, prevede che anche i liberi professionasti potranno essere beneficiari di finaziamenti rinvenienti tanto dai fondi strutturali, tanto da quelli gestiti direttamente da Bruxelles. Considerati, quindi, come vere e proprie imprese. Secondo i dati del 2010, in Europa ci sono circa 3,7 milioni di liberi professionisti che danno lavoro a 11 milioni di persone con un giro di affari di 560 miliardi. Successivamente verranno lanciate iniziative mirate per insegnare ai professionisti come beneficiare di fondi europei visto che le conoscenze sono poco diffuse. Per il futuro i liberi professionisti verranno invitati a partecipare al Forum per l'accesso delle Pmi alle fonti di finanziamento. Per favorire la formazione di liberi professionisti con competenze richieste dal mercato sarà organizzata una piatta- forma in grado di porre in contatto università e liberi professionisti, coinvolgendo anche le associazioni di imprese. Sarà finanziata l’organizzazione di iniziative mirate per la diffusione delle competenze riguardo alla gestione di impresa da parte dei liberi professionisti. Anche creando sinergie con iniziative già esistenti. Tra le altre cose, come spiegato mercoledì, saranno riletti tutti gli strumenti per l'internazionalizzazione con le lenti dei liberi professionisti. A Potenza e Matera l’iniziativa dell’associazione Comitas Microimprese, nasce lo sportello anticrisi L’ASSOCIAZIONE delle microimprese italiane Comitas lancia a Potenza e a Matera lo “Sportello Anticrisi”che fornirà assistenza a piccoli imprenditori e artigiani della regione in difficoltà. «Oramai non passa giorno senza che un imprenditore schiacciato dalla crisi economica si tolga la vita – spiega Comitas in un comunicato stampa – La conferma a tale fenomeno arriva dai numeri: negli ultimi 4 anni in Italia i suicidi per cause economiche sono aumentati del 30%. Una vera e propria emergenza che può essere affrontata fornendo strumenti utili di difesa agli artigiani e ai titolari di piccole attività». Attraverso lo “Sportello Anticrisi” uno staff di legali, commercialisti ed esperti darà assistenza agli imprenditori della Basilicata su diversi fronti: cartelle esattoriale, debiti col Fisco, ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amminsitrazione, banche, interessi usurari e malaburocrazia. Tutte le situazioni in cui i titolari di attività risultano vessati o subiscono una violazione dei propri diritti, verranno denunciate in sede penale, al fine di far valere le ragioni dei piccoli e salvare realtà che con il giusto supporto possono continuare ad operare”. «I piccoli imprenditori sono abbandonati a loro stessi – afferma il presidente Comitas, Francesco Tamburella –Con tale Sportello Anticrisi vogliamo non solo offrire strumenti concreti di difesa, ma anche far sentire meno solo chi oggi, schiacciato dalla crisi economica, arriva a compiere gesti estremi perché dimenticato dalle istituzioni». Lo Sportello Anticrisi Comitas di Potenza fa capo all’AVV. Giuseppe Giuzio - Via Pretoria, 262; quello di Matera all’Avv. Ivana Giudice - Via Gattini 4 bis. Per info e appuntamenti è possibile contattare il numero nazionale 06.99341843 Ammortizzatori in deroga, l’allarme dei sindacati In ritardo quelli del 2013 Troppo pochi per il nuovo anno STA diventando una situazione d’allarme quella dei beneficiari degli ammortizzatori in eroga. E’ l’allarme lanciato ieri da tre segretari generali du Cgil, Cisl e Uil di Basilicata, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro. Parlano di «preoccupanti tensioni in tutto il territorio regionale, che ci impongono di intraprendere azioni risolutive anche di mobilitazione, in ragione dei ritardi nell'erogazione dei sussidi fermi ad ottobre 2013 e della insufficienza ed inconsistenza delle risorse finanziarie stanziate per il 2014». «Non è comprensibile attaccano i sindacati - che le risorse già stanziate ed immediatamente disponibili non siano ripartite per dare una risposta alle migliaia di lavoratori che sono in attesa del sussidio da mesi creando una vera e propria emergenza sociale». Cgil-Cisl-Uil metteranno in campo una serie di iniziative, a livello locale e nazionale, con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e la stessa opinione pubblica ed arrivare ad una soluzione strutturale del problema. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it PETROLIO Al vaglio della Corte dei conti il bilancio di 10 anni di estrazioni in Basilicata di LEO AMATO POTENZA - Comuni inadeguati per gestire i proventi delle royalties del petrolio. E’ il senso del referto sull’utilizzo delle risorse generate dalle estrazioni in Basilicata, illustrato da Giuseppe Teti, ieri a Potenza, nel corso dell’ultima adunanza pubblica della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Nei prossimi giorni spetterà al collegio presieduto da Francesco Russo deliberare in proposito. Ma a meno di sorprese l’orientamento dovrebbe essere confermato, delegittimando «i livelli più bassi di governo» della cosa pubblica che dal 2001 al 2012, questo l’ambito temporale esaminato, hanno ricevuto in cassa oltre un miliardo di euro, di cui circa 100 milioni soltanto per il Comune di Viggiano. I dati presentati ieri mattina sono il risultato di 3 anni di contraddittorio con Regione ed enti locali sulla sulla gestione dei petrol-euro. Un controllo sulla «la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa, al termine del quale, in caso di bocciatura, «le amministrazioni dovranno attenersi alle indicazioni del controllore per eliminare i fattori di scarsa efficacia della gestione e migliorare la propria azione». I rilievi dei magistrati contabili verranno inviati anche a Parlamento e Consiglio regionale per valutare il da farsi, inclusi eventuali interventi legislativi. E potrebbero pesare non poco nel dibattito in corso tra Potenza e Roma sull’aumento delle estrazioni di petrolio in Basilicata e sul ritorno allo Stato delle competenze in materia energetica, che oggi sono condivise con le Regioni. Una prospettiva che sembra favorire proprio quei Comuni che la Corte dei conti si accinge a bacchettare per la loro inadeguatezza a gestire una risorsa del genere. Infatti, stando a quanto emerso dal referto presentato ieri, l’80 per cento circa delle amministrazioni comunali ha utilizzato le royalties per finanziare le proprie spese correnti, e non per «sviluppo e lavoro» come previsto dalla legge. Inoltre «manca ancora un’analisi dettagliata degli obiettivi e dei risultati dei progetti in questo settore». Critiche sui soldi utilizzati per le spese correnti Utilizzo delle royalties Sotto accusa i comuni A giorni la decisione della Sezione di controllo con i rilievi da inviare anche in Parlamento Per Teti, in primo luogo, le royalties non andrebbero «considerate entrate tributarie, e questo cambierebbe alcuni dei vincoli». In più va sempre tenuto a mente che «il petrolio non è una risorsa di proprietà regionale, intesa come sia come entità amministrativa che come comunità sociale, ma è nazionale e strategica, come si deduce in modo inequivocabile dalle fonti legislative e anche dall’ultimo memorandum». Ma il magistrato ha evidenziato persino una discrepanza tra i dati forniti dalla Regione e quelli delle compagnie petrolifere su estrazioni e proventi delle stesse. Tanto per rendere le cose ancora più difficili. «Con rammarico registriamo l’assenza del contraddittorio della Regione stessa, e di molti dei 35 Comuni che ricadono nelle aree di estrazione». Così in aula il relatore, che si è detto anche perplesso «sull’ammontare dei fondi complessivamente andati alla ricerca e all’innovazione, solo 7 milioni, mentre questo avrebbe dovuto es- sere uno dei punti cruciali dei programmi». Discostandosi dal tema delle royalties in senso stretto Teti ha sottolineato anche la «lentezza» nell’attuazione delle intese tra enti e compagnie: «basti pensare che il monitoraggio ambientale, deciso nel 1998, ha portato solo lo scorso anno alla nascita di un osservatorio». In più ha denunciato diversi «enti locali che hanno avuto difficoltà a reperire e a inviarci i dati, e anche questo è un elemento di criticità». LA RIFORMA DEL TITOLO V Il capogruppo FI sui progetti del Parlamento «Sul territorio competenze alle Regioni» Napoli insiste sulla capacità di gestione Michele Napoli «SUL riparto delle competenze legislative previsto dal titolo V, sarebbe auspicabile il mantenimento della competenza concorrente, anche perché alcune materie, ad esempio il “governo del territorio” richiedono necessariamente un intervento di dettaglio del legislatore regionale». E’ quanto afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Michele Napoli sul progetto di riforma costituzionale allo studio del Parlamento che è stato oggetto di discussione anche a Potenza, per le evidenti implicazioni sulla questione petrolio, con l’idea di riportare la competenza esclusiva in materia di energia allo Stato, oltre alla questione sulle macroregioni. «Contro il disordine istituzionale che compromette fondamentali diritti dei cittadini e frena le potenzialità di settori strategici per lo sviluppo economico, il vero fattore di cambiamento – sottolinea l’esponente di Fi - è l’impegno delle forze politiche di garantire la funzionalità del sistema. Deve, quindi, essere valutata positivamente l’apertura nell’attuale legislatura di una nuova fase costituente che, per proiettare efficacemente il Paese verso il futuro, non può prescindere dalla realizzazione di quella che può essere definita la grande ‘incompiuta’ della seconda repubblica: il federalismo fiscale. Una necessità immanente alla luce di una considerazione semplice, per certi aspetti banale: il 77 per cento delle tasse pagate dagli italiani finisce nelle casse dello Stato, ma il 60 per cento della spesa pubblica, al netto di quella previdenziale e degli interessi sul debito, è in capo alle autonomie territoriali. Insomma, le tasse vanno a Roma, ma i centri di spesa sono in periferia. Periferia che non può rice- vere i soldi necessari allo svolgimento delle funzioni amministrative che le competono sulla base del criterio della spesa storica, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti». «E’ innegabile – sostiene Napoli - che la polverizzazione delle competenze determina un rischio costante di sovrapposizione di ruoli e di moltiplicazione dei passaggi che finisce per ritardare il momento della decisione (...) Per riportare sotto controllo l’assetto organizzativo e il sistema delle competenze occorre che la distribuzione delle stesse tra i diversi enti non avvenga solo in virtù del principio di sussidiarietà, ma anche attraverso quello dell’adeguatezza, cioè valutando la capacità dell’ente di svolgere una funzione sulla base della dimensione demografica o della dotazione di risorse umane e finanziarie di cui dispone». «Positiva l’apertura ad una nuova fase costituente» ROSA (FD’I) «Con il coltello tra i denti» «CREDO sia arrivato il tempo in cui la politica lucana a Roma, a trattare, ci vada con il “coltello tra i denti” e punti a rinegoziare le royalties al 25% e apretendere massima attenzione alle ricadute delle estrazioni sull’ambiente e sulla salute dei cittadini». E’ quanto afferma il consigliere regionale dei Fratelli d’Italia. «Si faccia fronte comune a quel tavolo, si lascino a casa le proposte frammentate avanzate dalla politica lucana fino ad oggi. Il petrolio è dei lucani, Governo e multinazionali devono capire che non è più tempo di colonizzatori e colonizzati. La palla adesso passa al governatore Pittella. Se vuole davvero cominciare la sua rivoluzione non ha che da fare il primo passo». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 11 «Le misure di sicurezza garantite per tutti i lavoratori diretti e indiretti» Lavoro, le ragioni dell’Eni Sui salari dell’indotto: «Non abbiamo titolarità sulla questione» A sinistra la Corte dei Conti e in alto il Centro Oli di Viggiano | L’INTERVENTO | «Un gioco delle parti utile ad oscurare chi si è opposto al petrolio» VACCARO (UIL) «Sostenere il lavoro» «LE royalties non generano sviluppo e occupazione». Così il segretario regionale della Uil, Carmine Vaccaro, in riferimento alla relazione della Corte dei conti, e le istituzioni e la politica «sono chiamati a rispondere ai rilievi dei giudici contabili sulle cosiddette “discrepanze” di dati». Secondo Vaccaro, «è ancor più necessario determinare le condizioni per una svolta nella gestione all’altezza delle esigenze di lavoratori, di cassaintegrati o in mobilità e delle famiglie lucane che vivono in condizioni di povertà o comunque di disagio». Maurizio Bolognetti di MAURIZIO BOLOGNETTI* SULLA questione del Titolo V della Costituzione, strettamente collegata alla vicenda delle attività estrattive in Basilicata, stiamo assistendo a uno stucchevole gioco delle parti finalizzato a gettare fumo negli occhi e soprattutto ad oscurare chi con serietà si è opposto alla definitiva trasformazione della Lucania infelix in hub petrolifero nazionale. Tra “Gladiatori”, schiavi, leoni, sciacalli e giraffe, il circo petrolifero lucano si è nuovamente messo in moto, e questa volta lo spettacolo è davvero grandioso. Leggo della convocazione di un “tavolo istituzionale” con un Ministro e un Governo che non hanno certo fatto mistero delle loro reali intenzioni. Leggo e mi chiedo se questo “tavolo” non si trasformerà in una veglia funebre per quel che resta della Basilicata e nell’ennesimo ban- chetto che ingrasserà tutto ciò che da tempo ruota attorno alle attività petrolifere made in Lucania. Il Presidente “Gladiatore”, essendo legato a filo doppio con Renzi, di tutta evidenza è inadatto a difendere - ammesso che davvero lo voglia - i nostri interessi e il nostro territorio. Le opposizioni, se tali vogliamo definirle, si stanno rivelando una volta di più solo parte del “coro”. L’unica possibile “conciliazione”, l’ho detto e lo ripeto, è rappresentata da uno stop a qualsiasi ulteriore concessione in materia di estrazione idrocarburi. Al ministro Guidi, che dice che la nostra regione diventerà un caso che farà scuola, rispondo che le sue parole mi ricordano il lupo della favola di Cappuccetto Rosso.Ahinoi, la Basilicata un “caso di scuola”lo è già e non è un caso da imitare. * Direzione partito Radicali Italiani POTENZA - Oggi doveva essere il giorno dello sciopero di due ore dei lavoratori dell’indotto Eni di Viggiano, sciopero poi revocato il giorno dopo dell’annuncio da parte delle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil per il sopraggiunto accordo relativo alla questione dell’aumento degli orari di lavoro per creare una linea a ciclo continuo, forse in relazione all’apertura della quinta linea del centro oli di Viggiano. Le speculazioni per il sopraggiunto accordo ci sono: l’intensificazione della produzione, come annunciato con tanto di aumento della turnazione di 12 ore, non ci sarà? Oppure sono previste nuove assunzioni? Questo è solo uno dei problemi, i sindacati in questo momento stanno portando avanti la battaglia per cercare un accordo che possa equiparare i compensi dei lavoratori dell’indotto con quelli del centro oli e poi c’è da mettere in La fiammata al centro oli campo tutta una serie di tavoli per ridiscutere la questione sicurezza. Il 13 gennaio quella fiammata ha fatto capire molte cose: è vero che si è trattato di un errore umano di un addetto esterno alla struttura, ma è anche vero che occorre potenziare le misure di sicurezza, così come ribadito anche nella relazione del ministero dello Sviluppo Economico all’indomani dell’indagine svolta per constatare le cause del blocco della linea del 13 gennaio scorso. L’accusa, quindi, resta ancora una ferita aperta, soprattutto per quel «mancato confronto in tema di sicurezza sul lavoro. Confronto dicono i sindacati - che non può più essere rimandato a data da destinarsi». E ieri è arrivata una replica della società del cane a sei zampe che sostanzialmente mette punto per punto i problemi relativi allla questione. «Nel 2013 - scrive Eni - si sono tenuti 12 incontri presso Confindustria Basilicata che hanno portato alla sot- toscrizione di quattro verbali di accordo, permettendo la ricollocazione del 96% dei lavoratori interessati da cambi d’appalto». La compagnia petrolifera, inoltre, «ribadisce il proprio impegno costante e continuativo sulle tematiche relative alla salute dei lavoratori che ha portato a risultati di eccellenza: all’interno dei propri siti operativi il medesimo livello di sicurezza è garantito per tutti i lavoratori, diretti e indiretti. Tale impegno ha consentito di ridurre di 10 volte, dal 2009 al 2013, il numero di infortuni per milione di ore lavorate da dipendenti e contrattisti presso Distretto Meridionale Eni». «Sin dal 2008 - è scritto nel comunicato - con la decisione di collocare il Distretto Meridionale in Val d’Agri, ha dato un forte impulso alle attività dell’indotto dimostrando il proprio impegno verso il territorio in cui opera. Con la sottoscrizione del Protocollo del 5 Ottobre 2012, Eni ha rafforzato le iniziative di sostegno all’economia locale ,impegnandosi a massimizzare, nel rispetto delle normative vigenti, la partecipazione delle aziende locali a gare regionali e locali. Nel 2013 Eni ha agevolato l’applicazione dell’Asse 5 del medesimo Protocollo in tema di cambi d’appalto, contribuendo al mantenimento dei livelli occupazionali di lavoratori lucani nelle aziende aggiudicatarie dei contratti come confermato dalle organizzazioni sindacali». Poi la “doccia fredda”: «sulle rivendicazioni salariali delle organizzazioni sindacali relativamente ai dipendenti delle aziende dell’indotto», l’Eni, «non avendo alcuna titolarità circa i rapporti di lavoro oggetto di confronto, conferma la propria impossibilità a partecipare ad eventuali trattative». «Grazie all’accordo con Confindustria abbiamo ricollocato il 96% dei dipendenti interessati dai cambi d’appalto» La lettera congiunta dei segretari regionali Cgil di Umbria e Basilicata «Con la riforma delle autonomie locali resteremmo senza Provincia e Regione» POTENZA – I segretari regionali della Basilicata e dell’Umbria della Cgil, Alessandro Genovesi e Mario Bravi, hanno espresso, in maniera congiunta, «perplessità e contrarietà rispetto alle modalità, con cui si intende affrontare una questione delicata come quella che fa riferimento al riordino delle autonomie locali» e in particolare sul «destino» delle piccole Regioni in seguito a una possibile riforma del Titolo V della Costituzione. «Oggi semmai - hanno aggiunto - occorrerebbe contrastare la crescente tendenza alla centralizzazione» e se la propo- «Perplessi e contrari al metodo di Renzi» sta di soppressione «andasse avanti ci troveremmo nella assurda situazione per cui i cittadini umbri e lucani vedrebbero, contemporaneamente, il superamento di province e delle regioni, con il risultato, veramente unico in Europa, di due realtà importanti del paese, che avrebbero come unico organismo elettivo sul territorio solo il Comune». «L’esperienza regionalista secondo i due segretari in conclusione del comunicato - ha costituito e costituisce un elemento fondamentale di sviluppo e di coesione delle nostre due realtà regionali, a partire dai fondi europei e dalla più generale capacità di leggere eccellenze e potenzialità specifiche dei territori». Alessandro Genovesi RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it DELITTO A PARCO AURORA Nuova ordinanza contro Angelo Nolè Accolto l’appello della Dda di Salerno Quarto arresto per i Gianfredi Avrebbe partecipato ai sopralluoghi prima dell’agguato, esecuzione sospesa per la Cassazione di LEO AMATO POTENZA - C’è una quarta ordinanza d’arresto per il duplice omicidio dei coniugi Gianfredi. Rischia di finire in carcere Angelo Nolè, 63enne di Filiano accusato di essere stato tra gli organizzatori dell'agguato di Parco Aurora il 29 aprile del 1997. Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Salerno accogliendo l'appello del pm Rosa Volpe contro l'ordinanza del gip Maria Zambrano che ha febbraio aveva respinto la richiesta di una misura cautelare anche nei suoi confronti, spiccandone altre 3 nei confronti di altrettanti personaggi ai vertici del nascente clan dei basilischi: il fondatore Gino Cosentino, il pignolese Saverio Riviezzi e il potentino Carmine Campanella. A fare il suo nome prima con gli investigatori dell'antimafia lucana, e poi con i colleghi campani, sono stati i due pentiti rei confessi, che nel 2010 con le loro dichiarazioni hanno segnato la svolta nel mistero sui killer di Pinuccio Gianfredi e Patrizia Santarsiero. Per Alessandro D’Amato, l'ex camionista melfitano che ha ammesso di aver sparato senza sapere che nell'auto ci fossero anche la donna e i figli della coppia scampati, soltanto per miracolo, Nolè avrebbe fatto da intermediario tra lui e Riviezzi. “Io so solo che si sono riuniti tutti e tre, Cossidente, Riviezzi e Nolè, e hanno deciso che comunque si doveva incominciare ad ammazzare queste persone. A fare rumore. E a far rumore significava far rumore forte (…) I rilievi sulla scena del crimine il 29 aprile del 1997 dovevamo colpire il pezzo”. Que- glia Nolé e la famiglia Campaste sono state le parole di D'Ama- nella. Perché Campanella, il pato ai pm di Salerno nell'interro- dre è di origini di Rionero (…) gatorio del 5 dicembre del 2012. Molte volte anche il Nolè accomMentre Antonio Cossidente, il pagnava il Campanella nei vari boss pentito della calciopoli ros- appostamenti anche perché Nosoblu e delle relazioni scottanti lè non era conosciuto in quella coi palazzi che contano, ha riferi- zona e neanche dal Gianfredi. to di sopralluoghi effettuati da Quindi spesso, mi diceva CamNolè assieme a Campanella, con panella, che qualche volta è capicui sarebbe stato legato anche da tato che Nolè andava anche sotto un rapporto di parentela. casa, così passeggiando come «E’ andato pure Angelo Nolè una persona normale, Perché qualche volta insieme a lui, per- poi lui aveva l'abitudine di portaché poi erano... i due sono, tra pa- re sempre un camice. Nolè portarentesi, dovrebbero essere an- va un camice questi qua che usache, se non sbaglio, cugini o no spesso nelle falegnamerie o compari». Così il padrino diven- nelle officine. I camici blu coi bottato collaboratore di giustizia toni ecco». due mesi dopo le prime dichiaraIn altri termini Nolè sarebbe zioni di D’Amato. «Tra la fami- stato «una persona molto discre- | ta». Ideale per raccogliere informazioni sulle abitudini della vittima designata senza destare sospetti. «Poi l’età che aveva, i capelli bianchi una pesona... non... non dava nell’occhio. Quindi spesso col camice si faceva la passeggiata pure davanti al piazzale di Gianfredi». Di più sul suo conto gli investigatori della Mobile di Potenza hanno recuperato un tabulato telefonico in cui compare il numero di sua moglie affianco a quello di Massimo Cassotta, considerato il referente del clan dei basilischi nel melfitano e fratello di Marco Ugo, un’altra delle vittime di Alessandro D’Amato. Per il gip di Salerno si sarebbe trattato comunque di elementi L’OMICIDIO CHE HA SCOSSO POTENZA insufficienti. A suo dire infatti i coollaboratori sarebbero stati «vaghi nel tracciarne il contributo limitandosi a identificarlo tra i mandanti ed organizzatori». «Peraltro - prosegue l’ordinanza impugnata dalla procura - la figura del Nolè non appare nemmeno particolarmente caratterizzata nel contesto delinquenziale del quale si è parlato. Assolto dal processo Basilischi (nell'ambito del quale, peraltro, non era accusato del reato di cui all’articolo 416 bis) egli vanta diversi precedenti, ma nessuno per associazione di stampo mafioso; né infine i controlli di polizia di cui alle più recenti informative ne hanno fornito elementi significativi quanto ai suoi rapporti con gli altri indagati». Prima che l’ordinanza del Riesame diventi esecutiva e scattino le manette per il 63enne di Filiano occorrerebbe il passaggio in giudicato. Ma il suo legale, l’avvocato Valeria D’Addezio, ha già annunciato ricorso in Cassazione. Nei giorni scorsi lo stesso Riesame di Salerno, aveva respinto anche i ricorsi presentati dai legali di Campanella, Riviezzi e Cosentino. Quest’ultimo, in particolare, era stato collaboratore di giustizia a sua volta da settembre del 2007 fino della revoca del programma di protezione nei suoi confronti avvenuta a maggio dell’anno scorso, ma non aveva mai ammesso responsabilità per i fatti di sangue dei primi anni di attività della nuova “famiglia” lucana [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA | La vendetta per uno sfregio mancato e il segnale ai clan Il battesimo di sangue della nuova famiglia “basilica” e le ultime inchieste dell’Antimafia QUELLO in cui sono morti i coniugi Gianfredi è stato un agguato deciso dai vertici della famiglia “basilisca”, come hanno confessato Alessandro D’Amato e Antonio Cossidente, l’esecutore materiale e uno dei suoi organizzatori. E’ quanto ha sostenuto più di recente anche il Tribunale del Riesame di Salerno che ha respinto i ricorsi del fondatore della “quinta mafia”, il 59enne Gino “faccia d’angelo” Cosentino 50enne, del pignolese Saverio Riviezzi e del 51enne potentino Carmine Campanella. Cosentino è accusato di essere stato il mandante dell’agguato in cui morirono Pinuccio Gianfredi e sua moglie Patrizia Santarsiero, il 29 aprile del 1997. Dei 3 destinatari dell’ordinanza di misure cautelari spiccata a fine febbraio dal gip Maria Zambrano era l’unico ancora in libertà, mentre Riviezzi e Campanella erano già detenuti per altro. La svolta è arrivata nel 2010 Pinuccio Gianfredi e Patrizia Santarsiero Il fascicolo sul duplice omici- chiesta di arresti nei confronti di dio di Parco Aurora con le confes- Riviezzi, Campanella e del potensioni del melfitano Alessandro tino Claudio Lisanti, che oggi D’Amato e del potentino Antonio non può difendersi perché è morCossidente era tornato a Salerno to a gennaio dell’anno scorso, ma è tuttora indicato come il seconagli inizi del 2011. A disporre la sua partenza era do sicario del “gruppo di fuoco” stato il gip di Potenza Gerardina entrato in azione dopo D’Amato. Per il gip le dichiarazioni di Romaniello, dato che negli anni le indagini sul duplice omicidio D’Amato e Cossidente nei condi Parco Aurora avevano coin- fronti di Riviezzi risultavano volto anche il marito di un ex pm «contraddittorie», mentre a sul potentino. Ma lo stesso magi- ruolo di Campanella e Lisanti strato aveva anche respinto la ri- mancavano i riscontri necessari. Cosentino, d’altra parte, all’epoca godeva ancora dei privilegi del programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia. In precedenza, per l’esattezza a luglio del 2004, erano già finiti in carcere Antonio Cossidente e Claudio Lisanti, assieme a un altro ex pentito, il pignolese Gennaro Cappiello, indicato come il mandante. Ma il Riesame avrebbe scarcerato subito i primi due e il processo nei confronti del solo Cappiello si è chiuso a dicembre del 2006 con la sua assoluzione. Quattro anni dopo sono arrivate le confessioni di D’Amato, camionista di professione ma di fatto braccio armato del clan Cassotta, e di Antonio Cossidente, l’ex boss della calciopoli rossoblu e delle amicizie nei palazzi che contano. Stando a quello che ha dichiarato D’Amato, Saverio Riviezzi e Antonio Cossidente l’avrebbero “reclutato” tramite i loro referenti del melfese. L’agguato di Parco Aurora sarebbe stata la sua “prova del fuoco”. Mentre sei mesi prima Claudio Lisanti ne avrebbe compiuto un altro assie- me a Carmine Campanella, che è accusato di aver effettuato i sopralluoghi sotto casa di Gianfredi. Obiettivo: Michele Danese, un “basilisco” che aveva sgarrato rifiutando di sfregiare la sua stessa sua sorella per vendicare l’onore del compagno, che poi altri non era che Gino Cosentino. Un antefatto ripercorso anche da Cossidente. L’ex boss ha confessato di aver organizzato il tutto perché con Cosentino si era deciso di «mandare un segnale» al clan egemone sugli affari criminali nel capoluogo. Dato che i loro esponenti principali all’epoca si trovavano in carcere la scelta del bersaglio sarebbe ricaduta su Gianfredi considerato l’«eminenza grigia» del gruppo, mentre la morte della moglie Patrizia Santarsiere sarebbe stata soltanto un errore, dovuto alla mira di Lisanti col fucile a canne mozze utilizzato per l’occasione. [email protected] La donna non sarebbe dovuta morire RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it IL FURTO 13 La teca era custodita nella casa natale del ministro a Corleto Perticara ora di proprietà di un istituto religioso, il fatto forse risale a settembre Trafugato il medagliere di Lacava Secondo gli esperti il valore è inestimabile e ci sono indizi per riconoscerlo di VALERIO PANETTIERI POTENZA - Ladruncoli o esperti che hanno lavorato su commissione? Difficile dirlo adesso, ma il compito è affidato al nucleo tutela del patrimonio culturale. La questione è seria: il medagliere del ministro Pietro Lacava è sparito dalla sua casa natale di Corleto Perticara. Insieme a quella cornice contenente oggetti di inestimabile valore storico sono stati rubati anche altri oggetti, di valore certamente minore. E qui il primo dubbio sulla reale entità del furto: in quella casa sono custoditi oggetti importantissimi, alcuni semplicemente lasciati lì. Potrebbe quindi essere un furto su commissione “mascherato” alla perfezione per farlo sembrare opera di topi d’appartamento. Tutte supposizioni. Sta di fatto che quel medagliere, che contiene onorificenze italiane e straniere di valore altissimo, contiene degli indizi che lo rendono unico e facilmente rintracciabile. Tant’è che collezionisti di mezzo mondo sono stati già avvisati. Perché il mercato di questi oggetti sta tutto lì, nel collezionismo di alto profilo. IL LUOGO - Pietro Lacava in quella casa di Corleto Perticara c’era nato nel 1835, e ci era cresciuto assieme al fratello Michele, garibaldino, storico e studioso di archeologia. Ed è stato anche il luogo dove si preparò l’insurrezione lucana del 1860 a favore dell’Unità d’Italia. In questa casa fu ospitato Giuseppe Zanardelli nel suo passaggio in Basilicata per constatare lo stato di una delle regioni più povere del Mezzogiorno, viaggio in cui lo accompagnò proprio il ministro Lacava. Ed è proprio qui che Ida Lacava, unica figlia del ministro, custodì il patrimonio di suo padre. La stessa mise in ordine le medaglie all’iterno di una cornice. Tant’è che alcune sono disposte non nell’ordine giusto, fatto che rende estremamente riconoscibile, oltre alla sua unicità, l’itero manufatto. Alla sua morte le proprietà passarono all’Istituto di Cultura e formazione Religiosa, Educativa e Morale del Popolo con sede a Campomorone in provincia di Genova. IL FATTO - Il furto, molto probabilmente, risale a settembre dello scorso anno. Questo perché le religiose furono avvertite riguardo un’irruzione nella casa, ma un controllo dei carabinieri non sembrò destare alcuni sospetti. In realtà, solo oggi, è stata scoperta la clamorosa mancanza al ritorno delle La parte del medagliere di Lacava con le fasce, considerate di alto pregio e le placche degli Ordini, in basso a sinistra: il ministro con alcune delle medaglie | LO SCATTO | La targa storica, con la data sbagliata La targa dedicata a Giacinto Albini al piano terra del palazzo della Prefettura segna la data in numeri romani del 1893, il problema è che la cifra corretta dovrebbe essere MDCCCXCIII e non MDCCCLXXXXIII come riportato. Errore “storico”. religiose all’interno del palazzo. La questione quindi è già vecchia di suo, e sembra che non ci siano segni o tracce utili ad individuare i colpevoli. Oltre al medagliere sono spariti altri oggetti, ma tutti di scarso valore. IL “TESORO” - Un ochcio esperto sarebbe capace di riconoscerlo subito, anche soltanto per la posizione delle medaglie, che in alcuni casi non sono associate alle preziosissime fasce di riferimento. E questo perché fu proprio la figlia Ida a comporre, alla morte del ministro, il medagliere. Perché se proprio si dovesse dare un valore economico al medagliere si potrebbe partire dalle fasce, alcune rarissime e introvabili, prima ancora delle stesse medaglie. Ce ne sta una poi che è quasi impossibile da trovare, un preziosissimo oggetto che potrebbe fare gola a tantissimi collezionisti. Ma di cosa si tratta? In primo luogo ci sono le fasce da Cavaliere di Gran Croce o di prima Classe, ovvero uno dei gradi più elevati dell’ordine ca- valleresco. Nel medagliere ce ne sono otto. Poi ci sono le fasce di Gran Croce in raso con le relative placche metalliche a smalti colorati. Si tratta dell’Ordine del Salvatore di Grecia, Ordine di prima Classe di Sant’Anna di Russia, il rarissimo Ordine della Corona di Prussia, l’Ordine equestre di San Marino, l’Ordine della Corona d’Italia, l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. SEGNI PARTICOLARI - Abbinati alle fasce dell’Ordine del Salvatore e di San Marino ci sono due placche non corrispondenti, ovvero i pendenti dell’Ordine di Medjidiyye, conferito dall’Impero Ottomano, e dell’Ordine della Stella di Romania. Anche i pendenti della Corona d’Italia e di San Marino risultano accoppiati impropriamente. In alto, in prima fila, sono esposti un paio di distintivi e sette medaglie tra commemorative e campagne risorgimentali, una è la Campagna per l’Indipendenza per l’Unità d’Italia con la fascetta del 1860, a ricordo della partecipazione del Mi- nistro alla campagna garibaldina della Bassa Italia nei giorni dell’Insurrezione Lucana e la Medaglia data per la liberazione di Roma (Agro Romano) con la Breccia di Porta Pia nel 1870. A giudicare dalla lista si può capire l’elevata importanza di questo medagliere, che in sostanza è un pannello rivestito da un tessuto broccato rosso porpora e contenuto in una bacheca di vetro. LA DICHIARAZIONE - «Sono davvero dispiaciuto per l’accaduto che ci priva di un pezzo importante di storia politica non solo della nostra regione, ma nazionale». Sono el parole di Rocco Galasso, presidente del Centro Studi Storico Militari “ G. Salinardi”, che ha avuto in custodia i cimeli dei fratelli Lacava. «Il Ministro Lacava, per i tempi che aveva vissuto, fu sicuramente uno degli uomini politici in grado di ricevere attestazioni di profonda stima a livello internazionale, come lo dimostrano le concessioni di altissime decorazioni estere (prussia- ne, turche, greche, russe). Nel consultarmi con uno dei maggiori cultori di militaria ed esperto di Ordini e Decorazioni ho avuto ancor più conferma della rarità di alcuni pezzi. Sarebbe cosa gravissima , nonché bruttissima, non poterli più ritrovare. Quel medagliere è stato amorevolmente custodito nei cento anni che vanno dalla morte del Ministro (avvenuta nel 1912) ai nostri giorni. Le religiose che hanno ricevuto l’immobile hanno avuto sempre grande attenzione e prudenza con i beni loro affidati. Anche le concessioni del materiale che hanno voluto affidare, mio tramite, per l’esposizione presso il Museo Provinciale, sono avvenute con un forte senso di responsabilità ed all’insegna delle migliori garanzie di proprietà e di buona custodia. Confido molto nell’opera di recupero di questo patrimonio storico. I carabinieri sapranno fare del loro meglio. Lo spero vivamente». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Primo piano Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it SCIENZA E CONOSCENZA Domani e domenica due giornate a Matera sul tema dello sviluppo della personalità e dei processi d’apprendimento. Intervista al professor Ricardo Pietrobon della Duke University Usiamo la tecnologia per risolvere i problemi Oltre il post di un gattino su Facebook: siamo sempre connessi perchè siamo esseri sociali, ma le informazioni devono avere una finalità pratica di SILVIA DELL’ORCO UN aspetto critico dei sistemi educativi è il loro essere potenziali sistemi uniformanti, agenti di un processo di appiattimento che deriva da un tentativo di socializzazione. È senz’altro vero. Ma se l'educazione ha di certo esteso la cultura ad un larghissimo pubblico, oggi le persone sono interessate a qualsiasi informazione si adatti alle loro esigenze in una situazione specifica. In altre parole, mi importa poco avere grandi quantità di informazioni su un certo argomento se non riesco a risolvere un problema specifico da affrontare. E questo non solo nella vita professionale, ma in qualsiasi area. Ad esempio, se il mio paese è stato governato da un dittatore e credo sia giunto il momento di una rivoluzione, devo essere in grado di agire per realizzare il cambiamento sociale. Se i bambini nel mio paese muoiono di fame, devo poter contribuire alla soluzione del problema. Nessuna di queste domande viene sollecitata nelle nostre scuole. Per non parlare delle risposte - infinitamente più importanti di qualsiasi contenuto scolastico - che potrebbero apprendere nel nostro sistema educativo, per molti aspetti ormai desueto e progettato per un mondo che non c’è più. Le società esigono sempre più dalla scuola una trasmissione di saperi pragmatici, utilitaristici, rivolti al mondo del lavoro. Fino a che punto, oggi, gli educatori sono centrali nella sfida alla conoscenza? Non metterei sullo stesso piano il pragmatismo e la consapevolezza che si applica solo ad una professione. Negli esempi precedenti ho illustrato questa differenza. Pragmatismo significa realizzare un progetto che porterà a qualcosa di pratico: un lavoro miglio, uno stipendio più alto, una carriera. Ma potrebbe anche avere un valore sociale o umanitario. Il pragmatismo è necessario, penso, per contribuire a cambiare il mondo. Certo, si può vivere nel mondo delle idee pure, nell’olimpica indifferenza per le cose prossime. Direi di più. A volte abbiamo bisogno di persone slegate dalle necessità quoti- “Ad esempio, se il mio paese è stato governato da un dittatore e credo sia giunto il momento di una rivoluzione, devo essere in grado di agire per realizzare il cambiamento sociale” Il professor Ricardo Pietrobon diane che possano espandere i nostri orizzonti oltre i limiti del conosciuto. Detto questo, una società in cui troppe persone non hanno preoccupazioni pratiche, è una società votata all’autoestinzione. Non credo, ad esempio, che con l'alto tasso di disoccupazione che sta devastando le nuove generazioni in Italia, l'Università possa occuparsi solo di questioni non-pragmatiche. La realtà è che le speranze di una intera generazione, e le aspettative di cambiare la propria vita stanno sfumando. In una tale situazione, una Università che si occupi solo di questioni non-pragmatiche sarebbe irresponsabile. Gli educatori del mondo intero sono perplessi dinanzi all’effetto seduttivo delle tecnologie sui giovani. Nella sua opinione cosa li seduce tanto? L'istruzione è sempre stata circondata dalla tecnologia. Scrivere con carta e matita è usare tecnologie. Il problema non sono le tecnologie, ma l'asincronia tra i metodi didattici tradizionali e la tecnologia a cui le nuove generazione hanno accesso. Se mi chiede chi vincerà, le dico che non c'è dubbio che vinceranno le nuove tecnologie: sono più ricche, più interessanti, aperte ad una quantità e qualità di informazioni senza precedenti. Le critiche da parte degli educatori derivano, credo, dall’uso improprio di queste tecnologie, che vedono gli studenti trascorrere il proprio tempo alle prese con social network, videogiochi ecc. Ma direi che la mancanza di interesse dei ragazzi per le questioni rilevanti, come la situazione economica e sociale del proprio paese, è responsabilità degli educatori e dei genitori stessi. Ogni secondo impiegato dagli educatori in questa critica dovrebbe essere speso per capire perché gli studenti non vi prestano attenzione ed elaborare, dunque, una strategia per cambiare la situazione. Ora, tornando alla sua domanda su ciò che rende le tecnologie così seducenti, direi che è la loro capacità di essere sempre connessi. Siamo esseri sociali, e la nostra più grande attrazione è essere in contatto e interagire con gli altri. Il punto, ancora una volta, è che gli educatori dovrebbero cercare di capire come questa connettività potrebbe essere utilizzata per qualcosa che vada oltre il post di una immagine del gatto di un amico pubblicata sul profilo Facebook. Ci parla delle sue ricerche attuali? La mia ricerca attuale si concentra su come l’apprendimento permanente personalizzato possa essere guidato da dati quantitativi. Le ricerche che stiamo conducendo con il gruppo del Prof. Mauro Maldonato vanno anche in questa direzione. In discontinuità con questo approccio tradizionale, tentiamo di utilizzare i dati raccolti da singoli studenti per creare percorsi di apprendimento personalizzati. Ad esempio, come faranno gli operatori sanitari alle prese con le esigenze specifiche della loro pratica clinica quotidiana a migliorare il proprio livello di conoscenze attuali? Inoltre ci stiamo concentrando sulla formazione dei ricercatori in modo che possano pubblicare più facilmente i loro risultati su riviste ad alto impatto, e sulla formazione dei professionisti che richiedono abilità interpersonali. © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] La Regione dovrà approvare il nuovo perimetro del Consorzio: il ponte torna alla città Sarà sostenibile l’accordo con Asi? La spesa maggiore sarà la manutenzione straordinaria di partenza per la viabilità L’ACCORDO c’è, ed è tutto politico. Ma senza portare a compimento la legge regionale dedicata al passaggio dell’area Asi sotto la titolarità del Comune di Potenza, difficilmente l’intesa potrà essere messa in pratica. L’attuazione dell’accordo - che è stato annunciato come uno dei passaggi istituzionali più importanti degli ultimi anni - servirà a rimettere in ordine un pezzo della programmazione urbanistica cittadina. L’area che oggi è di titolarità Asi non è più a vocazione industriale, fatta eccezione per poche realtà. Dove un tempo la città di Potenza consegnava alle politiche industriali la sua periferia, oggi sorgono negozi, capannoni disabitati, centri di servizi o spazi ad alta specializzazione tecnologica. «Una pietra miliare dopo tanti anni di schemi, ipotesi, bozze», avevano scritto in una nota il sindaco decaduto Vito Santarsiero e l’assessore all’Urbanistica, ora sindaco di Potenza in questo finale di legislatura Pietro Campagna, commentando l’approvazione dello schema di intesa. Anche il Consorzio ha fatto altrettanto, mettendo nero su bianco il proprio impegno all’iter: «È un passaggio importante - spiega il commissario Asi, Donato Salvatore - Spero il percorso possa andare avanti presto e bene. Non ha più senso che il Consorzio si interessi di spazi in cui non ha più ragione Il ponte Musmeci e l’area industriale, oggi zona urbanizzata di lavorare, per potersi concentrare su altro». Lo schema di protocollo d’intesa approvato dai due enti sarà consegnato in regione. L’assessorato alle Attività produttive dovrà poi redigere una proposta di riperimetrazione dell’area Asi da sottoporre al Consiglio regionale. Saranno escluse dal perimetro tre aree ancora a vocazione industriale, quelle in cui sorgono l’Italtractor, la Siderpotenza e lo stabilimento Marcegaglia, una superficie di 489.530 metri quadrati. Al Comune andranno 2.266.859 metri quadrati. E in questa superficie sono compresi il ponte Musmeci, numerosi servizi, diversi chilometri di viabilità, l’illuminaizone pubblica. Il viadotto sul Basento è sicuramente il pezzetto più oneroso dell’accordo: l’opera ha bisogno di un restauro, oltre che di una manutenzione ordinaria continua. È la porta d’accesso alla città, viene sollecitata ogni giorno anche da mezzi pesanti; è un’opera d’arte in cemento armato che non ha mai ricevuto una manutenzione importante. Meno problematica per le vuote casse comunali sarà la spesa per l’illuminazione pubblica della zona (tra gli 80 e i 100 mila euro all’anno). L aviabilità, invece, avrebbe bisogno di un intervento importante di manutenzione straordinaria, per poi ripartire con al gestione quotidiana. In questo caso il Comune spera nell’applicazione della norma regionale che anticipava dal 2000 il passaggio di titolarità sulla programmazione e che ipotizza un accompagnamento nella messa in pratica dell’accordo. Il protocollo prevede inoltre l’immediato trasferimento delle aree di proprietà consortile dove oggi si svolge il mercato: almeno per evitare di dover sviluppare una procedura burocratica complessa ad ogni appuntamento con il mercato. Sara Lorusso L’APPUNTAMENTO Progetto Sagittarius A Castel Lagopesole si parla di sviluppo LAGOPESOLE - Oggi nel Castello di Lagopesole si potrà partecipare a un bel progetto di promozione del patrimonio culturale e naturale nelle regioni prevalentemente rurali dell’Area Programma Basento Bradano Camastra. Fino al prossimo 14 aprile si svolgeranno delle giornate di incontri, all’interno del progetto Sagittarius (un progetto di cooperazione dei territori transnazionali finanziato per l’85% dal Programma di cooperazione transnazionale del sud est europa (SEE) , per il 15% dagli Stati Membri dell’Unione Europea), promosso da partenariato internazionale formato da otto paesi e venti partner diversi. Il progetto introduce un concetto nuovo per utilizzare dei tipi differenti di valori culturali relativi alle risorse del patrimonio naturale e culturale come un motore per lo sviluppo, creando in questo modo delle nuove opportunità per l’innovazione nell‘imprenditorialità. L’integrazione delle istituzioni academiche e di ricerca, del settore pubblico-privato, delle comunità locali e dei soggetti nella preservazione e la promozione del patrimonio naturale e culturale. Il progetto è stato preparato per la piattaforma di partecipazione nella conoscenza e nell’esperienza trasferibile in capitale umano che sarà utile nelle aree del See. I territori rurali sono spesso pieni di ricchezze naturali, storiche e culturali tuttavia tali “beni”, anche se ben conservati, sono poco noti ai turisti (se non addirittura sconosciuti). Molte zone inoltre sono sottosviluppate e caratterizzate da forte emigrazione giovanile. Tale fenomeno è causato essenzialmente dalla mancanza di opportunità di lavoro e di crescita economico-culturale. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza e provincia Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 Carretta (Pd) tira il bilancio di una consiliatura penalizzata dal debito storico «Abbiamo lavorato per il risanamento» Amministrative, «noi e il centrosinistra abbiamo fatto una scelta innovativa» UN’attività amministrativa di fine consiliatura che ha dovuto fare i conti con i pesanti debiti di bilancio - « un’eredità di ben 170 milioni di euro di debiti, di cui circa 70 pagati» - il mancato ottenimento dei canoni di locazione per il Tribunale e i tagli del governo. Ma, nonostante questo, «siamo riusciti a rispettare il progetto etico del risanamento delle casse comunali, pur nella consapevolezza di criticità della spesa corrente che ciò ha comportato per la città». E’ quanto ha riferito ieri pomeriggio il ca- pogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Potenza, Gianpaolo Carretta, nel corso di una conferenza stampa. Sul completamento infrastrutturale «20 milioni di euro sono stati spesi in tutta la città per riqualificare i parchi urbani» e «50 milioni per le infrastrutture della viabilità e del trasporto, accanto alla realizzazione del ‘mobility center’ e il completamento del nuovo regolamento urbanistico». Sul settore dei rifiuti, «con coraggio abbiamo rimodellato la ge- stione dell’Acta», con «risultati, tra spending review e organizzazione, che si stanno vedendo, anche in termini di risparmio e di efficienza del servizio». Per Carretta, inoltre, «altro elemento strategico ha riguardato la questione del rione di Bucaletto, con l’esigenza etica di risolvere questo problema»: il dato «fondamentale della gestione della legislatura riguarda quindi questi aspetti, etici ed economici - ha concluso Carretta - sicuramente si poteva fare di più, e meglio, ma abbiamo svolto un’azione propositiva e propulsiva». Poi un passaggio anche sulle amministrative, prima con una precisazione sulle mancate primarie: «Il Pd e il centrosinistra hanno La conferenza stampa del capogruppo Carretta così evitato il rischio di contrap- simo programma elettorale - ha posizione tra persone e non tra aggiunto - «riteniamo cruciali le programmi, e quindi si è scelta questioni che riguardano la mouna modalità innovativa, puntan- difica dello Statuto e del regolado su un candidato che proviene mento, il miglioramento della dalla società civile al di sopra dei spesa corrente e il rilancio del ruopartiti, di qualità morale e profes- lo strategico di centro capoluogo sionale indiscutibile». Per il pros- per i servizi». Tito: i macchinari del valore di 50mila euro erano tra Ravenna, Napoli e Volla Furto alla Daramic, bottino ritrovato Denunciati dai carabinieri alcuni campani con un “gancio” nello stabilimento POTENZA - Avrebbero avuto un “gancio” nello stabilimento e persino una pseudo autorizzazione i soggetti denunciati dai carabinieri per il furto avvenuto alla Daramic a metà marzo. E una volta individuati è stato facile risalire ai luoghi di destinazione dei macchinari prelevati, del valore stimato di circa 50mila euro, sparsi tra Napoli, Volla (periferia nord del capoluogo campano) e Ravenna. E’ stato riconsegnato ai legittimi proprietari dai militari dell’aliquota di polizia giudiziaria del Tribunale di Potenza, al comando del tenente colonnello Gianfilippo Simoniello, il bottino prelevato dalla fabbrica nello stabilimento abbandonato di Tito Scalo meno di un mese fa. Il maltolto restituito ai legittimi proprietari BREVI CAMPAGNA Incontri con vescovo e prefetto L’articolo nel quale abbiamo parlato del furto allo stabilimento ormai chiuso Ad accorgersi di quanto suc- vertenza, 3 dal presidio dei lavocesso sarebbero stati gli attuali ratori per evitare che qualcuno responsabili dell’impianto che portasse via i macchinari, dopo il hanno allertato i carabinieri. fallimento del piano di reinduProprio alcune indicazioni forni- strializzazione di Sistema srl e la te in sede di denuncia avrebbero “scomparsa” dalle casse della guidato gli investigatori verso controllata Step One, che ha rilel’individuazione dei responsabi- vato impianto e dipendenti, dei li, tutti di origine campana. soldi degli incentivi all'esodo e di Il colpo alla ex Daramic arriva parte del trattamento di fine rapa quasi 6 anni dall’inizio della porto. Su tutta la vicenda è in corso tra i vecchi soci un contenzioso di cui da tempo si sono perse le tracce. Le ultime notizie risalgono a febbraio dell’anno scorso quando un tragico incidente stradale ha spezzato la vita del giovane amministratore delegato di Sistema e Step One. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA IL sindaco di Potenza, Pietro Campagna, ha portato il saluto nella sua nuova veste all’arcivescovo Agostino Superbo e al prefetto Rosaria Cicala. Campagna ha confermato la volontà di «andare incontro alle necessità e, purtroppo, alle tante emergenze sociali che anche a Potenza si registrano, cercando di fare quanto possibile per attenuarle». DETENUTI A Bella il seminario promosso dalla Gs snc e il Comune Appalti pubblici, una giornata di studio per approfondire le novità normative BELLA - Un seminario di studio per capire come funziona il nuovo sistema per la verifica dei requisiti dei concorrenti alle gare per l’affidamento di appalti pubblici. Una giornata di 6 ore quella promossa dalla società Gs (Servizi Integrati) snc, con il patrocinio del Comune di Bella, che si è svolta presso la sala consiliare con la partecipazione di diversi operatori economici del territorio (provincia di Potenza) e diverse stazioni appaltanti, in tutto circa 25 partecipanti. Docente della giornata l’avvocato Angelita Caruocciolo. Scopo, chiarire il nuovo articolo 6 bis (Banca dati nazionale dei contratti pubblici) del codice dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture. Questo articolo ha previsto che dal 1 gennaio 2013 la documentazione comprovante il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico – organizzativo ed economico finanziario per la partecipazione alle procedure disciplinate dal presente Codice è ac- quisita esclusivamente attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (Bdncp) istituita presso l’Autorità. La deliberazione stabilisce i dati concernenti la partecipazione alle gare in relazione ai quali è obbligatoria l’inclusione della documentazione nella Banca dati, nonché i termini e le regole tecniche per l’acquisizione, l’aggiornamento e la consultazione dei predetti dati. Con tale atto l’Autorità istituisce per perseguire le finalità di semplificazione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici, un sistema per la verifica online dei requisiti per la partecipazione alle procedure di affidamento denominato “AVCpass”. Per Enrico Stolfi della GS (Servizi Integrati): «Le giornate di studio come questa sono fondamentali sia per le stazioni appaltanti che per le imprese interessate considerando la complessità della normativa in materia». Davide Di Vito Oggi Via Crucis per il centro di Potenza Domani a Vaglio “Il fiume” SI svolgerà oggi si svolgerà, per le vie del centro storico di Potenza, una Via Crucis animata dal laicato diocesano. La partenza è prevista alle 18,30 dal sagrato della chiesa di S. Lucia e l’arrivo dopo circa un’ora in Cattedrale. Lungo il percorso saranno proposte all’attenzione di tutti le profonde meditazioni di Massimo Camisasca, le suggestive immagini di Marko Rupnik e lo struggente canto dello Stabat Mater di Jacopone da Todi (XIII sec). Al termine l’arcivescovo di Potenza, Agostino Superbo rivolgerà un breve messaggio ai partecipanti. L’iniziativa vuol essere un itinerario degli occhi, della mente e della immaginazione, per consentire ai partecipanti di rivivere personalmente l’avvenimento della passione e morte del Cristoin cui si rapprendono inscindibilmente il peccato più tremendo insieme all’Amore più grande. SARA’ presentato domani a Vaglio, nei saloni del Museo delle Antiche genti di Lucania, il libro “Il fiume”, di Giuseppe Arcangelo e Michele Santangelo. Appuntamento alle 18. Alla presentazione saranno presenti anche il direttore della Lucana Film commission, Paride Leporace, il docente del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di salerno, Donato Verrastro, il sindaco di Vaglio di Basilicata, Giancarlo Tamburrino e il curatore del romanzo, Emilio Santangelo. Il romanzo, ambientato a fine settembre 1929, racconta del fiume, gonfio e tumultuoso, che travolge nei suoi gorghi una giovane vita. È lì che la dolce maestrina Paola e Leonardo si incontrano, si comprendono, si amano. Un sentimento fatto di silenzio e di desideri nascosti il loro, che sfocia in dubbio, tormento e disperazione quando l’intero paese si oppone alla loro unione. Piano e opportunità E’ stata licenziata la delibera “Approvazione Piano cittadino per l’esecuzione penale”, su proposta dell’assessore Donato Pace. Il Piano «avrà l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone in esecuzione di pena, di offrire opportunità di formazione al lavoro e all’apprendimento sociale ed educativo all’interno dell'Istituto penitenziario e dare occasioni di inserimento sociale e professionale ai soggetti che si trovano in esecuzione penale esterna». ISCRIZIONI Si parte con il Nido DA oggi al 12 maggio sono aperte le iscrizioni agli Asili Nido e alla sezione “Primavera” del capoluogo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 22 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] I falsi diplomi all’istituto tecnico “Falcone e Borsellino” di Viggianello Avviso conclusione indagini per gli indagati VIGGIANELLO – Notificati gli avvisi di conclusione indagine disposti dalla Procura della Repubblica di Lagonegro ai 22 indagati nell’inchiesta dei falsi diplomi all’istituto tecnico con indirizzo geometri “Falcone e Borsellino” con sede a Viggianello. Gli indagati sono Massimo Branca, Mattia Dideco, Giovanna Castellano, Rocco Costanza, Anna de Luca, Giuseppa Di Nubila, Egidio Ianielli, Francesca Perretta, Teresa Ponzio, Maria Algieri Fancesco Carè, Mariachiopia Scalise, Matteo Cantisani, Gerardo Di Mitro, Giuseppe Russo, Miro Su- cato, Gioacchino Gualtieri, Gianluca De Febo, Saverio Caputo, Fabrizio ronchi, Vito Basile e Marco Fortino. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Boccia, Vincenzo Bonafine, Pasquale Ciancia, Vincenzo Viceconte, Michele Montuori, Vincenzo Stoppelli, Antonio Albano, Vincenzo Palopoli. Negli atti del procedimento trasmesso dalla Procura capoluogo a quella di Lagonegro per competenza territoriale risultano 22 indagati e tra i reati contestati il concorso di persona, il falso, la truffa e la corruzione in atto pubblico. I destinatari dell’avviso sono tutte persone residenti tra Viggianello, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Laino Castello, Rivello, Episcopia, Nemoli, Senise, San Cosmo Albanese, Catanzaro, Rossano, Lauria, Bisignano, Cembra, Livorno, Borgia, Taranto, Imola e Potenza. I fatti sono stati accertati nelle province di Potenza e Matera tra il settembre 2006 all’agosto 2011. E’ stato riscontrato nella fase delle indagini la falsa attestazione della regolare presenza di alcuni alunni e gli insegnanti, di concerto, con l’amministratore unico e il dirigente scolastico omettevano di annotare le assenze degli studenti riportando sempre sul giornale di classe false annotazioni. Dai riscontri è stato accertato che gli alunni mentre erano in classe a Viggianello nello stesso giorno e nello stesso orario svolgevano attività lavorativa a Napoli, Bisignano, Cembra, Rossano, Bianzè e quindi gli orari sono risultati incompatibili e/o coincidenti con quelli scolastici. Il corpo docente ha compiuto numerosi atti contro il proprio dovere con lo scopo volto a garantire l’ottenimento di un titolo di studio abilita- Un esame di maturità tivo ad una professione altrimenti non ottenibile senza il rispetto delle condizioni richieste dalla legge e in particolar modo dall’obbligo di frequenza. La retta scolastica versata da ogni alunno è stata quantificata in circa tremila euro cadauno. L’avviso di conclusione indagine è stato firmato dal sostituto procuratore della Repubblica di Lagonegro, Francesco Greco che dopo i canonici venti giorni dall’ultima notifica dovrà valutare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio degli indagati. Emilia Manco A Viggiano oggi la seconda giornata dedicata alla 60esima edizione dell’assemblea Ada Piano comune per lo sviluppo Focus sul valore della Carta europea per il turismo sostenibile nelle aree protette «Abbiamo le potenzialità per far arrivare la Basilicata molto in alto» VIGGIANO - I “Parchi Lucani e la Carta Europea del Turismo Sostenibile”. E’ il tema della tavola rotonda che aprirà, questa mattina, la seconda giornata celebrativa della 60esima edizione dell’assemblea nazionale dell’Associazione direttori d’albergo (Ada). Un focus sul valore e l’importanza della Carta Europea per il Turismo sostenibile nelle Aree protette (Cets) che rappresenta uno strumento metodologico ed una certificazione ad una migliore gestione delle aree protette per lo sviluppo del turismo sostenibile. L’elemento centrale della Cets è la collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune e un piano d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale. Gli obiettivi specifici a cui risponde la Cets sono: il sostegno alle Aree Protette d’Europa, soggetti fondamentali del nostro patrimonio, che devono poter essere preservati e tutelati per le presenti e future generazioni; il miglioramento dello sviluppo sostenibile e la gestione di un turismo nelle aree protette che tenga conto delle necessità dell'ambiente, delle comunità locali, delle attività imprenditoriali locali e dei visitatori. Dieci i principi che tutti i partecipanti al processo della Cets sottoscrivono e che ispirano tutte le azioni della Carta, tra cui: lavorare in Partnership, elaborare una strategia - predisporre e rendere effettiva una strategia per il turismo sostenibile ed un piano d’azione per l’area protetta con la responsabilità di tutti gli attori coinvolti. Dieci obiettivi prioritari, uno per ciascun principio Cets identificati dal Forum che rappresentano gli elementi portanti della strategia e forniscono gli indirizzi per l’identificazione delle azioni. Diversi gli obiettivi del Parco nazionale dell’Appennino Lucano, come: «consolidare il dialogo e la collaborazione tra Parco, attori locali ed enti sovraordinati, per migliorare la gestione del turismo nel Parco; migliorare l’attrattiva e la fruibilità delle risorse attraverso la qualificazione delle strutture e dei servizi; diffondere i valori del turismo sostenibile tra la comunità locale e i visitatori». Il Piano delle azioni del Pnal si compone di 62 azioni ed è stato approvato dal Forum. Per ciascuna azione sono stati individuati: un soggetto responsabile e uno o più soggetti coinvolti, con le rispettive funzioni. Il soggetto responsabile è il coordinatore dell’azione e ne segue tutte le fasi della realizzazione; stimola tutti gli attori coinvolti, si rapporta con l’Ufficio Cets e risponde al Forum relativamente allo stato d’attuazione. Ventinove azioni hanno come soggetto responsabile un ente pubblico (Parco o Ufficio CETS, Comuni, Pro Loco), 19 azioni hanno come soggetto responsabile uno o più operatori privati, 14 azioni hanno come soggetto responsabile un’associazione. «Il conferimento della Cets - spiega il presidente del Parco, Domenico Totaro - non è da considerarsi un traguardo definitivo e acquisito sul quale adagiarsi, ma l’inizio di un percorso, un programma di lavoro per le istituzioni, per gli operatori privati e per le associazioni che operano sul territorio. Per tutti noi si prospetta la possibilità di coniugare la vocazione turistica del nostro Parco, ricco di natura, storia e cultura, con la mission specifica dei Parchi, che è quella di salvaguardare e valorizzare il patrimonio di biodiversità di cui è ricca l’area protetta. L’adozione dei principi della Cets ci aiuta ad acquisire maggiore consapevolezza di questo patrimonio, e ci spinge verso un Turismo Responsabile che, se da un lato risponde alla domanda di un mercato turistico che chiede sempre più natura, dall’altro ci permette di rispondere in modo adeguato alle priorità dettate dalla Strategia Nazionale per la Biodiversità. Un tale traguardo, però, è raggiungibile se le positive sinergie che si sono verificate nei diversi Forum territoriale, vengono messe a sistema in un percorso comune che vede tutti gli stakeholder del territorio procedere nella stessa direzione e continuare nella pratica di relazioni e condivisione che hanno caratterizzato l’iter di adesione alla Carta. Il mio auspicio è che l’adozione della Cets possa presto estendersi a tutti i Parchi lucani, quale strumento comune e funzionale per le quattro aree protette della nostra regione. Tale risultato sarebbe utile per rafforzare e rendere omogenea l’azione strategica complessiva tra gli Enti Parco. Un plauso – conclude Totaro - va all’Associazione dei Direttori d’Albergo che, nell’ambito della celebrazione della 60esima Assemblea Nazionale, ha voluto dedicare una giornata di approfondimento al tema dei “Parchi Lucani e la Carta Europea del Turismo Sostenibile”, incontro utile per divulgare i contenuti della Carta e per contribuire al processo che essa ha innescato a beneficio della qualità del turismo nel territorio del Parco del’Appennino Lucano». Angela Pepe A sinistra il presidente Michele Tropiano. Sopra Totaro mentre riceve il certificato Cets VIGGIANO – «L’occasione dell’assemblea rappresenta una conferma del valore delle nostre potenzialità e della capacità di far conoscere il prodotto Basilicata ai massimi livelli». E’ciò che dichiara il presidente regionale dell’Associazione direttori albergo (Ada), Michele Tropiano per la celebrazione del 60esimo anniversario dell’Assemblea nazionale Ada che ha aperto i lavori giovedì 10 e terminerà domenica 13 aprile prossimo presso l’hotel Kiris di Viggiano. Una quattro giornate in cui i direttori di albergo provenienti da tutta Italia visiteranno diverse località della Basilicata e parteciperanno anche a diversi momenti di formazione e di incontri – confronti con l’obiettivo precipuo di potenziare la crescita culturale manageriale italiana nel settore alberghiero. «L’Ada nazionale - continua Tropiano - è nata per mettere insieme attori del comparto turistico-ricettivo per una crescita professionale attraverso la partecipazione a seminari di settore, organizzati dall’Ada nazionale in collaborazione con il centro studi manageriali di Ada “Raffaello Gattuso”, coadiuvato dal presidente nazionale, Franco Arabia». «Ada rappresenta un anello portante della catena turistica e pertanto offre spiega - un concreto contributo tecnico professionale per lo sviluppo turistico –ricettivo del territorio ed in particolar modo nella formazione professionale degli attori principali dell’ospitalità ricettiva alberghiera. Purtroppo, oggi non basta avere una buona location, ma serve professionalità e conoscenza della materia a trecento sessanta gradi con servizi di qualità costanti nel tempo. Ciò si può acquisire - prosegue Tropiano - con la giusta formazione professionale attraverso esperti del settore che al sapere aggiungono, il saper fare ed il sapere essere». Per il presidente dell’Ada Basilicata «la Cets rappresenta per la comunità una grande opportunità di sviluppo e un’occasione che non possiamo e ne dobbiamo perdere. Noi – chiarisce - vogliamo offrire il nostro contributo concretamente sia nella pianificazione di progetti mirati e sia nella fase operativa. Valutare insieme ad altri soggetti, di volta in volta le varie opportunità o proposte pervenute, saper decidere ed essere lungimiranti nelle scelte che devono avere una ricaduta positiva sul territorio, a breve e medio - lungo termine. Dunque - aggiunge l’albergatore grazie all’Apt e all’ente parco che hanno voluto iniziare un percorso - spero lungo con la nostra associazione. Con questa assemblea nazionale – conclude - si vuole raggiungere l’obiettivo di unire intorno ad un tavolo sinergie sane e fare sistema per far ripartire qualitativamente il settore turistico – ricettivo in Basilicata». a. p. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] A Melfi la manifestazione organizzata da Aquiliecchia non fa molti proseliti In piazza contro il sindaco Valvano Rifiutato l’invito al confronto in Comune. Appena una ventina i partecipanti MELFI - Si sono ritrovati in pochi. Nonostante i tanti appelli su Facebook e sui social, nonostante gli inviti fatti attraverso sms, nonostante i manifesti affissi in città. Eppure la manifestazione, che nelle intenzioni degli organizzatori, avrebbe dovuto rappresentare un tangibile segno di malcontento nei confronti del Sindaco di Melfi Livio Valvano, non ha attecchito. Anche le forze dell’ordine, puntualmente presenti, con volanti e alcuni uomini, hanno rimarcato che alla fine «Non erano che una ventina i partecipanti all’evento». Davvero pochi. La manifestazione intendeva esprimere dissenso nei confronti dell’amministrazione comunale. L’organizzatore dell’iniziativa, Arturo Aquiliecchia, ex esponente dell’Udc da cui si è autosospeso, da tempo invitava con forza e rabbia i cittadini a partecipare a questo corteo che si sarebbe poi concluso, proprio davanti al Nel Vulture iniziati i riti pasquali Alcuni momenti della manifestazione organizzata contro l’amministrazione di Livio Valvano (Foto Alessandro Zenti) Palazzo di città, in via della non incontrare il Primo citCittadinanza attiva. Cosa tadino». che è puntualmente avveLa manifestazione che è nuta. scivolata via nella massima «Il sindaco Valvano è sce- tranquillità, pacificamenso e ha incontrato i cittadi- te, è durata meno di un’ora. ni, invitandoli a entrare in Poi tutto è rientrato nella Comune e accomodarsi norma. Qualche slogan, presso la Sala Giunta, nella l’invito a dimettersi, ma casa di tutti - sottolinea il re- null’altro. Anche politicasponsabile dell’ordine pub- mente la manifestazione blico - I cittadini e l’organiz- non ha avuto peso. D’alzatore in primis hanno de- tronde sono in molti a sosteclinato l’invito, preferendo nere che l’organizzatore sia animato da rivendicazioni personali, legate anche a presunte aspirazioni in qualità di assessore. Aspirazioni che non si sono poi materializzate nei fatti. Aquilecchia era un fervido sostenitore di Antonio Corbo, da cui aveva ricevuto l’incarico in coabitazione, di vice segretario provinciale. Sia lui che Corbo non sono più Udc e di fatto, non sono più maggioranza. ATELLA - Il vescovo diocesano padre Gianfranco Todisco ha presenziato, a Rionero in Vulture, alla “esortazione” quaresimale per l’imminente Domenica delle Palme, che ciascuna delle parrocchie celebrerà con fervore spirituale. Ogni parrocchia della zona è stata presente a Rionero con i rispettivi parroci, con i diaconi e con rappresentanze dei gruppi ecclesiali laicali. Accanto al vescovo Todisco, don Gilberto Cignarale (Atella), don Giuseppe Cacosso (S. Marco evangelista), don Sandro Cerone (Santissimo Sacramento), don Giuseppe Di Stasi (SS. Annunziata), don Tommaso Garzia) (Madonna delle Grazie) e don Giuseppe Cappello (Monticchio e Radio Kolbe). La Processione quaresimale ha raggiunto, attraverso via Umberto I, la Chiesa Madre di S. Marco Evangelista. Ciascuna parrocchia è stata rappresentata nella lettura di brani del documento sulla Quaresima 2014 offerto da Papa Francesco alla Chiesa universale. Il vescovo Todisco si è soffermato su alcuni punti, più vicini alla spiritualità e sull’essenzialità del magistero di Papa Bergoglio rivolto ai cristiani attuali. Con l’invito a utilizzare le “sacre rappresentazioni” dei nostri paesi in occasioni non turistiche, ma ricche di storia della spiritualità. Benedetto Carlucci RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] Un cittadino di Melfi ha presentato denuncia contro i dirigenti della Salernitana Ufficiale giudiziario al botteghino Fuori dallo stadio i tifosi avevano distrutto l’auto. Uno “scherzo” da 3.000 euro MELFI - La giustizia arriva con un anno di ritardo, ma è stato comunque un brutto colpo per i dirigenti della Salernitana. Un ufficiale giudiziario, infatti, domenica scorsa si è presentato al botteghino dell’Arechi per pignorare una quota dell’incasso. Attimi di tensione, incertezza, stupore. Poi la spiegazione: tutto nasce da una denuncia sporta da un cittadino di Melfi, che in occasione della gara dello scorso anno tra la formazione gialloverde e la Salernitana (campionato di Seconda Divisione Lega Pro, girone d’andata) vide danneggiare la sua auto nella zona antistante lo stadio Arturo Valerio. Danni attribuiti ai tifosi granata, arrivati in massa (quasi 2mila i presenti) quella domenica in Basilicata. A quel punto lo sfortunato proprietario della vettura presa di mira da qualche facinoroso decise d’intraprendere le vie legali per ottenere il risarcimento, citando in giudizio la società di Lotito e Mezzaroma. Indispettita dalla visita dell’ufficiale giudiziario, che sembra abbia «battuto cassa» per una somma di 3mila euro, la dirigenza granata non ha comunque lasciato alcun commento in proposito, né ufficiale né informale. Rubano all’ex titolare: “U Cernecchie” e le storie di vita due arresti a Venosa della Lavello di un tempo VENOSA - Li hanno arrestati all’alba mentre portavano via lastre di alluminio per infissi. Così sono stati sorpresi dai carabinieri in flagranza di reato due uomini a Venosa. I due, probabilmente per ritorsione, stavano rubando le barre proprio nella ditta di cui in passato sono stati dipendenti. Sono stati scoperti durante dei servizi di pattugliamento sul territorio da parte dell’Arma. Non hanno opposto resistenza e hanno ammesso il furto. Dopo le formalità di rito, sono stati condotti alle rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari. In altri controlli, invece, sono stati sanzionati o denunciati diversi cittadini. A Rapolla due titolari di panifici sono stati denunciati per omesso controllo sull’impianto elettrico e violazioni delle norme sull’inquinamen- to ambientale. A Muro Lucano due uomini di Cerignola sono state denunciate per trasporto abusivo di rifiuti speciali. Il veicolo e il carico sono stati sequestrati e affidati a una ditta specializzata per lo smaltimento. Ancora, a Rionero in Vulturedue giovani sono stati denuciati alla Procura della Repubblica di Potenza, per guida senza patente. I due, infatti, sono stati sorpresi alla guida di autovetture nonostante la patente gli fosse stata revocata e in un caso sprovvvista di copertura assicurativa. I mezzi sono stati sequestrati. Infine a Genzano di Lucania è stato denunciato un cittadino di origine calabrese per truffa. L’uomo ha simulato la vendita di un elettrodomestico su un sito e poi, dopo aver precepito la somma pattuita, non ha mai spedito il pezzo. LAVELLO – Si rinnova l’appuntamento con le storie di vita della Lavello di un tempo che rivivono nella penna di Mimmo Cancellieri autore di numerose commedie in vernacolo ed appassionato di storia e tradizioni locali. Due giorni di spettacolo sulle tavole del teatro San Mauro per la compagnia teatrale U Cernecchie che porterà in scena l’ultimo lavoro di Cancellieri “I fantasm d mast Pepp”. Dopo il successo della commedia L’Allegra Storia di Calandridd rappresenta- La compagnia al completo ta nel corso della Festa della caserma dei Carabinieri . Mietitura in Piazza Mattei, Tornano a calcare le tavotorna alla ribalta la scop- le del palcoscenico Maura piettante compagnia tea- Lucente, Emma Spennactrale made in Lavello. chio, Mauro Scibelli, Maria Un cast collaudato sotto Mancone, Mauro Zuccaro, la guida della regista Mau- Giuseppe Maria Larotonda, ra Lucente metterà in scena Benedetto Di Fazio, Marco la commedia in vernacolo Palmieri, Vanessa Catariche si annuncia piena di nella, Gerardo Danza, Prinsketch esilaranti ambienta- ciapia Muscio, Lucia Zeccoti nell’antico quartiere della la, Giuseppe Larotoronda, cittadina dauna,il Pescarel- Giacomo D’Angella, Giusy lo e all’interno della locale Checa con le scene di Mp Promotion di Mauro Petruzzelli . La manifestazione è stata organizzata dalla Pro Loco Florindo Ricciuti con il patrocinio del comune di Lavello e si svolgerà sabato e domenica prossimi al Teatro San Mauro. Cultura e antichi aneddoti legati a personaggi realmente esistito o di fantasia rivivono nelle pagine di Mimmo Cancellieri. Daniele Masiello RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] Parte da Matera il tour di Repubblica attraverso le candidate a capitale della Cultura Next, il festival delle idee nei Sassi Trenta progetti innovativi per raccontare il futuro e un altro Sud possibile MATERA, aspettando il 2019, è “Next”. Parte dalla città dei Sassi il tour fra le sei città italiane in corsa per diventare capitale europea della cultura nel 2019 de La Repubblica delle idee. A illustrare il programma, alla presenza dell’assessore al Turismo Alberto Giordano, è il giornalista Riccardo Luna. Tra un sorso di aperitivo e uno stuzzichino ai tavolini del caffè Tripoli, si parla di innovazione, ricerca e futuro. E’ questo il senso del viaggio di “Next”: «valorizzare e far conoscere all’Italia al mondo le idee, le proposte e i progetti innovativi delle nuove generazioni». A raccontare questo pezzo di Sud circa una trentina di idee innovative: dal Bibliomotocarro del maestro Antonio La Cava al Fab lab di Grassano sono tante le storie in positivo attraverso cui comporre il ritratto di una terra tutt’altro che arresa alla crisi o al disfattismo. A farlo dal palco del teatro Duni, questa sera, nel corso di una conferenza spettacolo sarà lo stesso Luna. «Presenteremo iniziative - ha detto il giornalista - che dimostrano come infondere ottimismo, investire in idee, innovazione e progettualità possa mettere in luce un'importante risorsa del Paese, costituita dai giovani». A precedere la conferenza di Luna, alle 18.30, con una diretta streaming aperta al pubblico, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, il sindaco, Salvatore Adduce, il direttore del Comitato Matera 2019, Paolo Verri, la soprintendente Marta Ragozzino, intervistati dai giornalisti Carmen Lasorella e Stefano Costantini, racconteranno il percorso di candidatura. In mattinata, dalle 9 alle 11, l’incontro con gli studenti. I giornalisti di Repubblica Stefano Costantini, Luca Fraioli, Angelo Melone e Gregorio Botta spiegheranno ai ragazzi il ruolo dell’informazione e come si fa un giornale. Nel pomeriggio di ieri, “Next” ha fatto visita, in Casa Cava, all'ultima fase del progetto “Tech Garage” ideato da Basilicata Innovazione, mentre in piazza Vittoria Veneto una serie di totem delle prime pagine del giornale fondato nel 1976 da Eugenio Scalfari ne ricorda la presenza in città. «Nelle prossime settimane - ha concluso Luna - visiteremo anche le altre candidate. A Matera abbiamo avuto modo di apprezzare un fermento e una progettualità organica con una grande attenzione alla ricerca, all'innovazione e al territorio. Il progetto UnMonastery, voluto dal comitato Matera 2019, ne è un esempio straordinario». Margherita Agata [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA | LA NOVITA’ | La giunta regionale in città è la “Basilicata per Matera 2019” Al fine di dare un ulteriore segnale di sostegno da parte di tutta la Regione Basilicata al cammino di Matera verso la candidatura a capitale europea della Cultura, la Giunta regionale si riunirà con tutti i direttori generalialle ore 11.30, nella sala delle arcate di Palazzo Lanfranchi. Tutta la Giunta ed i direttori generali si sposteranno da Potenza a Matera in un pulmino con la scritta sovrimpressa “Regione Basilicata per Matera 2019”. Del resto si assommanno nelle ultime settimane le conferme dell’attenzione da parte della giunta regionale nei confronti dell’impegno e dell’obiettivo che Riccardo Luna ha spiegato l’iniziativa del Next START CUP BASILICATA Ecco le proposte vincenti per il 2014 prevale il “Dizionario dei rifiuti” È sul palco di Casa Cava, a Matera, che si sono sfidati i dieci team finalisti di Start Cup Basilicata, durante l’evento TechGarage Basilicata che ha chiuso la terza edizione della business plan competition promossa da Basilicata Innovazione e Unioncamere Basilicata, con la collaborazione di dPixel. Hanno presentato, in soli 5 minuti, il loro progetto d’impresa ad una giuria tecnica che, esprimendo il proprio giudizio con una votazione, ha decretato i tre vincitori dell’iniziativa e di premi in denaro. Primo classificato: Dizionario dei rifiuti; secondo classificato: Cliccaenergia; terzo classificato: Sehkmed. Il Dizionario dei Rifiuti è un’app ed un sito web che consente di semplificare e ottimizzare la raccolta differenziata nel proprio Comune. Scaricando l’app, il cittadino può risolvere il problema di “dove, quando e come buttare” uno specifico rifiuto nella località in cui vive. Sono stati inoltre consegnati due premi speciali: quello “SiamoSoci”, vinto da Cliccaenergia, Cibiamoci, Gonnadisco, Slowfunding, Dizionario dei rifiuti che avranno un profilo nel database di SiamoSoci.com - piattaforma web d’incontro tra startup innovative e potenziali investitori. L’altro è il premio “Bird&Bird”, anche questo aggiudicato dal team di Slowfunding, che potrà frequentare una giornata di formazione specialistica, curata dal noto studio legale “Bird&Bird”, volta a realizzare un check up legale della startup. E, last but not least, una ulteriore sorpresa: un premio in denaro denominato “Premio Speciale Banca per il Territorio”, offerto dalla BCC di Laurenzana e Nova Siri e vinto da Cibiamoci. “È tempo di bilanci - ha detto Andrea Trevisi, direttore di Basilicata Innovazione - dopo tre anni di business plan competition: abbiamo intercettato quasi 200 idee e scovato una nuova generazione di imprenditori da cui sta nascendo un vero e proprio eco-sistema di startup. Alcune idee si sono trasformate in progetti, grazie al supporto del nostro incubatore Bi Cube, che guardano alle nuove tecnologie applicate al settore del turismo, editoria ma anche delle smart city”. Matera si è posto e che il presidente della Regione Marcello Pittella ha dichiarato decisamente di voler sostenere energicamente. La riunione odierna rappresenta, certamente, un’ulteriore conferma dopo che nei giorni scorsi era anche arrivato l’annuncio che aveva riguardato l’azienda di promozione turistica lucana la cui sede a Matera rappresenta una scelta di evidente portata strategica. Al termine della riunione,intorno alle ore 13, la Giunta regionale, i direttori generali, ed i rappresentanti del comitato Matera 2019 incontreranno i giornalisti sempre nella sala delle arcate. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 27 Prima riunione della commissione bilancio. Nascono dubbi e preoccupazioni Dall’Imu alla Tasi non cambia niente Paterino: «I cittadini rischiano di non risparmiare nulla, solite iniquità» Il satellite Sentinel 1 controllato da Matera UNA simulazione che non lascia tranquilli. Una prima base di discussione ma che già fa esplodere le prime contrarietà. E soprattutto le difficoltà di scelte che avranno di certo un peso sul futuro dei cittadini materani. Il concetto che emerge è soprattutto uno e cioè il rischio che l’abolizione dell’Imu e il passaggio alla Tasi di fatto non produca benefici concreti per i cittadini. Sono queste alcune delle questioni che sono state affrontate nel corso della commissione comunale bilancio che ha anticipato il dibattito sulle scelte che l’Amministrazione comunale andrà ad operare nelle prossime settimane. Su basi solide e con una deliberazione chiara della giunta. Un incontro di approfondimento delle norme necessarie per Tasi e Tari era stato anticipato dall’assessore Cappella. Poi si è aggiunta anche la riunione della commissione e la possibilità di una discussione su un’ipotesi di simulazione che costituisce una primissima base di discussione. «Emerge chiaramente che l’abolizione dell’Imu non c’è, le somme vengono semplicemente spostate sulla Tasi. Tra l’altro con una serie di iniquità» spiega Michele Paterino, «perchè si tengono presenti le rendite catastali dunque non si hanno delle proporzioni realmente adeguate al valore degli immobili. Permangono di fatto le sperequazioni tra il centro (molto basse) e la periferia (molto alte) che ho più volte sottolineate e con una recente delibera saranno ridefinite ma ci vorrà non poco tempo. Diciamo anni. Nel frattempo il rischio è che una casa in cooperativa in periferia costi dieci volte di più di una in centro senza tener conto adeguatamente dei servizi erogati». Ma a rendere ancora imprevisa ogni valutazione è anche il fatto che non si conosce (almeno non c’è stata comunicazione in commissione) la somma che il Governo Il consigliere comunale Michele Paterino nazionale non trasferirà più za poi alcune possibili ecceall’ente locale e che dovrà es- zioni. sere recuperata dunque at«Molto meglio sarebbe di traverso la Tasi. fatto aprire un ragionamen«Noi ragioniamo in base al- to per microzone in modo da la simulazione che ci è stata garantire il recupero di somconsegnata in commissione» me per categorie di abitazioni continua Paterino che avan- e non per singolo contribuen- te e poi operare ricorrendo alle detrazioni evidentemente in rapporto all’Isee dei singoli». «Altra cosa importante è poi quella di poter applicare alle subconcessioni la Tasi, una possibilità prevista e che suggerisco di verificare all’Amministrazione». Ragionamenti questi ultimi che certamente avranno la possibilità di essere analizzati nello specifico nei prossimi mesi. Oggi ciò che emerge da un primissimo approccio è il rischio sempre più concreto che rispetto al pagamento della prima casa e dell’Imu nel 2012 non ci siano benefici per i cittadini e che inoltre la necessità di ridefinire le rendite catastali possa esasperare alcune sperequazioni. Problemi legati alle scelte nazionali che il Comune dovrà però applicare nella maniera migliore. Anche perchè poi bisognerà affrontare anche il tema della Tari, la nuova tassa sui rifiuti ed anche lì cosa succederà e cosa si farà rimane da scoprire. Piero Quarto Il consigliere Angelino chiede un intervento del Presidente Pittella «La facoltà di ingegneria potrebbe essere soppressa dai tagli di Renzi» «I tagli del governo Renzi potrebbero coinvolgere molto presto anche l’Università degli Studi della Basilicata ed in particolare la facoltà di Ingegneria presente a Matera nella sede di via Lazzazzera, che rischia di essere soppressa con inevitabili conseguenze negative per l’utenza e per il sistema economico della città di Matera e della sua provincia». E’ quanto sostiene in una nota alzando un grido d’allarme sulla vicenda il consigliere comunale Giovanni Angelino. «Un’ipotesi da scongiurare e pertanto rivolgo il mio accorato appello al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella affinché si faccia portavoce degli interessi del nostro territorio in vista di un incontro sul tema previsto nei prossimi giorni a Roma» ha spiegato il consigliere sottolineando l’importanza di questa presenza sul territorio. «Nella città di Matera si sta per consumare l’ennesimo scippo al nostro territorio dopo quello della Banca d’Italia e dello stabilimento Barilla, solo per citare i casi più clamorosi degli ultimi anni e l’Università rappresenta probabilmente l’ultimo presidio da tutelare per rilanciare Matera anche in vista della candidatura a capitale europea della cultura nel 2019. Una facoltà di Ingegneria rappresenta un servizio fondamentale per migliaia di studenti di Matera e provincia che non possono permettersi un trasferimento in altre facoltà del nostro Paese e la sua presenza risulta fondamentale anche sotto il profilo economico, per le evidenti ripercussioni positive sul nostro territorio». «Mi affido pertanto» ha concluso l’esponente del Consiglio comunale materano, «alla sensibilità del nostro governatore Pittella e sono certo che il presidente della Regione Basilicata sarà mettere in campo tutte le energie per non perdere questa importante facoltà all’interno della sede materana e anche dell’Università degli Studi della Basilicata». La chance di un filo diretto con l’Etiopia una crescita di circa 10 punti percentuali. Negli ultimi sei anni, è stato il Paese africano con il più alto tasso di sviluppo, tra quelli senza risorse petrolifere. Una corsa allo sviluppo che combinata con la stabilità politica e con l’ammodernamento infrastrutturale, dopo la costruzione di 3 grandi dighe è in fase di realizzazione una quarta, rende il nostro Paese interessante per quanti decidano di investire. Altro elemento importante, che riteniamo sia un incentivo significativo, è l’assenza del pagamento di tasse per i primi 7 anni agli imprenditori stranieri.” L’ambasciatore etiope ricevuto in Prefettura tissima fase di Leop e Commissioning della missione, iniziata immediatamente dopo il lancio di Sentinel-1A. Nel corso delle fasi di routine del programma, il Centro Spaziale di Matera acquisirà i dati anche della missione Sentinel2A, e realizzerà il processamento in Near Real Time dei prodotti di entrambe le missioni». «A questo risultato - spiega Mario Fonti, responsabile del Centro Spaziale di Matera di e-Geos - siamo arrivati con un grande lavoro di squadra». Sentinel-1A, realizzato da Thales Alenia Space, «è un satellite radar in orbita polare che sarà in grado di operare giorno e notte in ogni condizione atmosferica, e fornire servizi per il monitoraggio ambientale». © RIPRODUZIONE RISERVATA La visita dell’ambasciatore Gessese ha aperto ad un nuovo confronto Prima una visita in Prefettura ospite di Luigi Pizzi e poi ieri anche in Provincia da Franco Stella. E’ il percorso dell’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Federale Democratica di Etiopia in Italia, Mulugeta Alemeseged Gessese. Poi subito dopo una visita in Provincia dove c’era il presidente dell’ente Franco Stella ed una delegazione di sindaci ed altre istituzioni. L’ambasciatore si è soffermato sulle numerose opportunità che offre l’Etiopia: «che ha fatto registrare uno straordinario trend economico nell’ultimo decennio, Il Centro spaziale di Matera di e-Geos ha supportato la fase Leop (Launch and Early Orbit Phase) e verificato il buon funzionamento della piattaforma e dello strumento radar a bordo del satellite per l’osservazione della Terra Sentinel- 1A dell’Agenzia Spaziale Europea. «In particolare, nelle prime ore della mattina di domenica sono stati ricevuti in banda X i primi dati di telemetria di bordo e di navigazione». Il Centro spaziale di Matera di e-Geos «è una delle tre stazioni di terra del Core Ground Segment realizzato sotto la guida di ESA per il programma europeo di monitoraggio ambientale Copernicus. Matera è stata scelta come prima stazione a essere coinvolta nella delica- W:144.745pt H:196.903pt 2255_A065654_F01~056 Giovanni Angelino No Inceneritore: «Scelte responsabili dal Consiglio» La questione della trasformazione dello stabilimento Italcementi, dopo le oltre 2000 firme della petizione di “Io no n mento sul cemento” approderà mercoledì prossimo in Consiglio comunale. E’ uno dei punti all’ordine del giorno e l’associazione confida «nel buon senso della presidente del Consiglio Comunale Brunella Massenzio perché inserisca la questione al primo punto, in modo da permettere la più ampia partecipazione. E tutti dovranno assumersi la responsabilità di un eventuale rigetto della petizione di fronte ai cittadini che il Comitato invita a partecipare numerosi all’assemblea». Insomma la questione rimane in primo piano. Ma intanto l’attività «non si ferma, continua la raccolta firme in piazza Vittorio Veneto nel corso di questo week end mentre domani a Melfi davanti ai cancelli dell’inceneritore Fenice, alle 17.30 si terrà una manifestazione organizzata da un gruppo di comitati e associazioni civiche per scongiurare il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale all’impianto della EDF». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 28 Matera Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it L’evento precede la tournée dell’Orchestra del Duni ad Amburgo e Berlino Musica senza confini a teatro Gli allievi del conservatorio in concerto con i musicisti della Romania e Finlandia PRIMA della tournée che vedrà impegnata l’Orchestra del Conservatorio di Musica “E.R. Duni” di Matera il 24 aprile nella “Laiszhalle” di Amburgo e il 27 aprile alla Filarmonica di Berlino, 20 giovani musicisti provenienti dall’Università delle Scienze Applicate - Dipartimento di Musica di Oulu (Finlandia) e dall’Università delle Arti di Iasi in Romania con i nostri studenti terranno un concerto sinfonico sabato 12 Aprile presso il Teatro “Duni” di Matera con inizio alle ore 20:30 con ingresso libero sino ad esaurimento posti. Il programma musicale, con forte connotazione tradizionale e popolare delle tre nazionalità coinvolte, prevede l’esecuzione di musi- Gli allievi del conservatorio con quelli della Finlandia e Romania ospiti a Matera che di autori finlandesi, romeni e italiani. Particolarità della serata è assoluta mondiale. dal 2 aprile prevedendo laboratori, l’esecuzione di alcune opere, tra cui Il concerto vuole rappresentare i lezioni storico-interpretative-comquella del compositore romeno Ion risultati del progetto “Multicultu- positive, manageriali e sessioni di Ciprian e dei nostri studenti di com- ral Innovative Youth Orchestra – studio d’insieme interagendo con posizione Antonio Bollettieri e Vit- Traditional/Popular approach” che numerosi docenti del Conservatotorio Pasquale, in prima esecuzione si è svolto nel nostro Conservatorio rio Duni attraverso docenze, azioni di tutoraggio e supporto didattico affiancati dai colleghi europei Diana Andron, Anca Michaela Lehau, Ion Ciprian, Jaana Kristiina Saraiola e Heikki Risto Timonen. L’azione formativa, progettata e coordinata dal nostro docente Prof. Antonio Tinelli, è finanziata nell’ambito del programma comunitario Lifelong Learning Programme “IP Erasmus”. L’Orchestra Sinfonica, formata da oltre 50 musicisti delle tre nazioni europee, sarà diretta da studenti che stanno completando la loro formazione in direzione d’orchestra presso il nostro Conservatorio e dal loro docente Daniele Belardinelli nonché dalla docente romena Anca Michaela Lehau. L’intero concerto sarà accompagnato dalla proiezione di videoclips appositamente realizzate nell’ambito del progetto a cura degli studenti in multimedia e audiovisivo dell’Università di Oulu sotto la guida del docente Timonen. CONVEGNO FIDAPA Il “BenEssere come stile di vita” LA FIDAPA BPW Italy sezione di Matera ha organizzato per lunedì alle 18 presso la Sala" Levi" di Palazzo Lanfranchi, Piazzetta Pascoli, il convegno: IL BenEssere come stile di vita”. Interverranno la dottoressa Carmela Bagnato, responsabile dell’unità operativa di Nutrizione Clinica e dietetica dell’Asm di Matera. Il dottor Gollo direttore della struttura complessa di psicologia dell’Asm, Giuseppe De Ruggieri presidente dell’Uisp. Interverranno la Presidente del Distretto Sud-Est Fidapa, Maria Antonietta Amoroso, la vice presidente. Angela Pisicchio e la responsabile nazionale della Commissione Igiene e Sanità Paola Anafora. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. PISTICCI Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 29 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 [email protected] PISTICCI SCALO Non si può bere neppure l’acqua perchè risulta inquinata Slalom tra sedie rotte e pericoli La difficile situazione dell’asilo comunale denunciata dai genitori PISTICCI SCALO - La scuola è un diritto, ma lo è anche la sicurezza. E per i piccoli alunni della scuola materna di Pisticci scalo la sicurezza, da troppo tempo, è solo un sogno lontano. All’interno, servizi igienici fatiscenti e sedie semidistrutte (al confronto quelle di Totò in Miseria e nobiltà erano delle poltrone), all’esterno due grossi ceppi di alberi tagliati da tempo immemorabile, lasciano tutt’altro che tranquilli i genitori dei 30 bambini, che quotidianamente frequentano l’unica classe delle scuola. «E’ dall’inizio dell’anno scolastico, che invochiamo invano l’intervento del Comune –spiega Salvatore Losenno, il rappresentante dei genitori degli alunni- ma sembra che i problemi dei residenti del borgo non siano meritevoli di risposte. In fondo non chiediamo cose impossibili: si tratta di sostituire 30 sedioline ridotte ormai a pezzi, ed estirpare due ceppi che rappresentano un’insidia all’incolumità di bambini così piccoli». Il problema è stato segnalato con lettera protocollata il 28 ottobre del 2013 (a poche settimane dall’inizio delle lezioni in pratica), sia al sindaco di Pisticci, Di Trani, che all’assessore comunale all’Istruzione, ma nulla è cambiato. Inutile anche il colloquio intercorso tra i genitori e il vicesindaco, come è caduta nel vuoto la nota indirizzata al dirigente con cui si evidenzia come «in base al decreto legge 81 del 2008 per l'incolumità e la sicurezza dei bambini sono lavori che vanno eseguiti in modo celere, prima che accada qualche spiacevole incidente, dal momento che i rischi per i bambini ci sono tutti». Nel frattempo, a rendere ancora più complicata la vita dei 30 alunni della Materna del borgo è l’impossibilità di bere l’acqua della scuola, alla luce del forte inquinamento rilevato nelle acque del borgo. «Ai limiti da tempo segnalati del servizio mensa - dice Losenno– adesso per i genitori si aggiunge anche la preoccupazione di accollarsi l’onere dell’acqua da far portare ai bambini per poter bere a pranzo e durante l’orario scolastico. Il Comune pare non abbia fondi disponibili ma –sottolinea il rappresentante dei genitori– questo non esime l’ente dall’obbligo di reperirne per porre fine ai disagi. Il quartiere, i suoi residenti, ma soprattutto i bambini meritano di avere una scuola degna di questo nome». Margherita Agata [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’interno dell’asilo e una sedia Il tronco nel cortile TINCHI «Sul terzo piano nessuna notizia, intanto la gente vaga» Montescaglioso Ospedale, ancora nulla di fatto Frana, Oliva generoso con gli sfollati TINCHI - «Ancora silenzio sul Terzo Piano di Tinchi. L'Ambulatorio per il trattamento del piede diabetico è solo sulla delibera, ma i servizi ancora non partono. Marzo è passato da un pezzo». Il Comitato Difesa Ospedale di Tinchi torna ad alzare la voce, dopo che di recente aveva avuto un proficuo incontro con i vertici Asm. «Quell'atteggiamento di fiducia resta -spiegano- ma sugli impegni presi non c'è da perdere altro tempo. Meglio, allora, ribadire con fermez- MONTESCAGLIOSO Il sindaco di Montescaglioso, Giuseppe Silvaggi, l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione e Cultura, Maddalena Ditaranto, e l’intera Giunta hanno espresso il loro plauso e apprezzamento per il nobilissimo gesto compiuto dal prof. Giovanni Oliva, giornalista, poeta, prosatore e saggista originario di Montescaglioso, da anni residente a Bernalda. L’autore ha voluto mettere a disposizione delle famiglie montesi interessate dalla frana, avvenuta lo scorso 3 dicembre, i ricavi della vendita di 200 copie del suo libro “Terra Nostra – Montescaglioso - Note di storia di ieri e di oggi, tradizioni, identità e Religiosità del popolo montese”. Oliva, nel suo corposo testo, un vero e proprio esempio di memoria collettiva, ha degnamente omaggiato Montescaglioso con note storiche e testi lirici che sottolineano tutto il suo legame con la sua terra d’origine, delle quali sono esaltate e ricordate tradizioni, religiosità ed identità. Il libro è patrocinato dal Comune di Montescaglioso, dalla Pro loco e dal Centro Studi delle Tradizioni Popolari di Puglia, Basilicata e Calabria. L’opera di Oliva è distribuita dalla locale Caritas, non ha fini di lucro: la somma di 20 euro versata sarà totalmente devoluta ai nuclei familiari gravemente danneggiati. Il Comitato civico torna a segnalare lo stato di abbandono za le aspettative». “Entro la fine del mese avremo la relazione dell'Università di Basilicata sul terzo piano”, è la frase richiamata da Comitato ed utilizzata dall'Asm per dare garanzie in merito ad una vecchia questione tutt'ora senza epilogo. «Siamo alla seconda settimana di aprile -fa presente adesso l'organizzazione civica- e tutto tace. L'orrore strutturale dell'ospedale di Tinchi continua come prima. Intonaci a pezzi, buchi nei muri lasciati da chi ha fatto i carotaggi, dappertutto e su tutti i piani, senza i dovuti ripristini. Volatili e guano dappertutto, i piccioni si sono impossessati dell'ospedale. Un girone dantesco, dove gente vaga nei corridoi senza guida e nessun rispetto per la privacy; scarsa informazione sugli ambulatori, il Pronto soccorso che manda gente in giro con una ferita da taglio dicendo "No, non si può fare qui. Bisogna andare a Policoro". Irresponsabilità e disorganizzazione paurosa». [email protected] MIGLIONICO Braico: «Ora c’è il problema dell’Iva», Ottati: «Lo stiamo già risolvendo» I Gal chiedono più attenzione Rimarcato durante un incontro in Regione il ruolo nella promozione territoriale MIGLIONICO - Il convegno organizzato dal coordinamento regionale dei Gal Bradabnica presso la sala "Inguscio" della Regione, ha messo in risalto l'importanza che i Gal hanno acquisito, dopo 20 anni di attività per lo sviluppo del territorio, sotto profilo storico, artistico, culturale, ambientale ed enogastronomico rispettoal fallimento delle strategie messe a punto fino ad oggi come le ex comunità montane e le aree programma. Il responsabile del coordinamento, Leonardo Braico, aprendo i lavori del convegno, hadetto che «i Gal sono stati istituiti dalla Regione per l'attuazione del programma Leader voluto dall'Ue; per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, valorizzando e pubblicizzando le peculiarità del territorio lucano; Il metodo Leader è stato premiato, diventando Asse 4 del Psr 2007/13 per la programmazione bottom-up e per aver rendicontato nel Leader 2 e L’assessore «Per il Psr c’è il tavolo dei partner» Leonardo Braico plus il 98% del propriobudget;i disagi dei Gal riguardano il problema legato all’Iva non ancora risolto completamente, la programmazione 2007/13 iniziata con molto ritardo,alla fine del 2012 e la lentezza burocratica nei pagamenti». Sono intervenuti i presidenti dei Gal, chiedendo più attenzione e auspicando che l'assessore Ottati, uomo di provata esperienza nel settore agricolo, si adoperi fattivamente nella definizione di una strategia operativa tesa a rimuovere gli inconvenienti esposti, anche in previsione della nuova programmazione 2014/20 e faciliti il rapporto tra i Gal, l'Autorità di gestione e il futuro Ente pagatore. La testimonianza di un imprenditore nel presentare una buona prassi è servita a far capire che quando i Gal funzionano, il territorio risponde. L'assessore Ottati ha detto che «il problema dell'Iva è in fase di soluzione; la Giunta regionale ha già deliberato la sostituzione dell'Arbea con un Ufficio regionale che prevede l'accorpamento delle funzioni amministrative, la semplificazione amministrativa e più efficienza gestionale; è a favore dei Gal perchè sono facilitatori di sviluppo locale e per questo occorre sensibilizzare i giovani sui numerosi progetti a livello europeo, nazionale e regionale; ha istituito il Tavolo regionale di partenariato per il Psr 2014/20 e i Gal sono importanti per l'applicazione del metodo leader su ciascuna area di applicazione; è necessario “delucanizzare” e i Gal devono coinvolgere maggiormente le comunità locali per creare nuove prospettive occupazionali nelle attività agricole e in altri settori permettendo ai giovani di rimanere nei loro paesi di origine; il nuovo regolamento europeo sullo sviluppo rurale prevede un accorpamento di alcune misure riducendo il numero da 40 a 25 e su queste si dovranno presentare i progetti». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO [email protected] TRICARICO Uno stage all’accademia del Veneto con la realizzazione di un catalogo Le nuove leve dell’artigianato Domani la presentazione del progetto dedicato ai giovani e agli antichi mestieri TRICARICO - La riscoperta del manufatto artistico come strumento di promozione dell’artigianato locale, per la creazione di nuovi sbocchi occupazionali. E’ questo l’obiettivo del progetto formativo per “Esperto tecnico-commerciale per la promozione e valorizzazione delle produzioni di artigianato artistico”, i cui primi importanti risultati verranno illustrati al pubblico ed alla stampa sabato 12 aprile 2014, alle ore 17.00, presso la Sala Conferenze del Comune di Tricarico, in via Vittorio Veneto, 1. Il progetto, attuato dalla Securproject Scarl e finanziato dall’Avviso Pubblico “Cultura in Formazione” Po Basilicata Fse 2007/2013, nasce in collaborazione con l’Accademia dell’Artigianato di Este (Pd) e con l’associazione “Ulisse” di Bernalda ed ha l’obiettivo di formare figure professionali dotate di una buona conoscenza del settore dell’artigianato artistico, con competenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione del legno, della pietra e del metallo, in grado di articolare strategie di promozione; valorizzazione e comunicazione a sostegno delle imprese Le opere realizzate dai giovani corsisti operanti nella filiera regio- tive, saranno affiancate, innale dell’artigianato artisti- fatti, quelle non meno imco. portanti di tipo manageria«Il percorso formativo -si le e legate al marketing, che legge in una nota degli or- consentiranno di valorizzaganizzatori- coinvolge sedi- re e promuovere la filiera ci giovani lucani fortemen- dell’artigianato artistico, te motivati ad operare per la attraverso la progettazione salvaguardia dal rischio di e realizzazione di eventi, estinzione dell’ingente pa- mostre e manifestazioni trimonio di tradizioni lega- culturali. te all’artigianato della BasiSapientemente guidati, licata, in quanto elemento durante i laboratori teoricosu cui poter fare leva per lo pratici, da professionisti ed sviluppo del territorio e del- esperti di settore, gli allievi le economie locali. già a partire dalle prime setAlle competenze specifi- timane di corso hanno avucamente tecniche ed opera- to modo di ideare numerosi GRASSANO Convegno su tecniche dell’apprendimento oggetti di artigianato. Le attività d’aula saranno seguite da un periodo di stage, che si svolgerà in Veneto, presso l’Accademia dell’Artigianato, e si concluderanno con la redazione di un catalogo di tutte le opere di artigianato artistico». Al seminario di diffusione dei risultati intermedi del progetto formativo parteciperanno i responsabili organizzativi, gli allievi del corso, operatori di settore, organizzazioni professionali, rappresentanti degli enti territoriali e delle istituzioni scolastiche. Tra gli argomenti di dibattito in cui verranno coinvolti gli ospiti: le prospettive di promozione dell’artigianato artistico lucano, nuove idee per lo sviluppo dell’imprenditoria artigiana, l’innovazione applicata alla produzione artigianale tradizionale. L’incontro, che si terrà nella sede della “Secur project Scarl” in via Lucana 59/B, parteciperanno anche operatori di settore, organizzazioni professionali e rappresentanti di enti ed istituzioni scolastiche cittadina, per aprire gli orizzonti ai giovani che fossero interessati. [email protected] TRICARICO Avis parole Alta formazione a scuola prLeotagoniste Proposta de “Il grillo parlante” di Sperduti GRASSANO - Un seminario tematico sulla Dsa, organizzato dalla cooperativa “Il Grillo Parlante”, avrà come titolo: “Il successo formativo tra scuola e territorio”. L’incontro, previsto per oggi alle ore 16.30, si terrà nell’aula magna dell’Isituto tecnico commerciale “Carlo Levi”. L’evento, che rappresenta la parte finale di un progetto sui disturbi specifici dell’apprendimento, è stato promosso dal Centro psico-pedagogico “Il Grillo Parlante”, in collaboraizone con l’Istituto Comprensivo di Grassano “Arcangelo Ilvento”. Il progetto, fanno sapere gli organizzatori, è stato pensato per offrire risposte concrete e strutturate ai ragazzi in età scolare con svariate esigenze legate alla scuola, sia attraverso un potenziamento scolastico, sia con un potenziamento cognitivo rispondente ai diversi bisogni educativi nell’ottica di favorire il suo processo completo di autostima e di autoefficacia, funzionale allo sviluppo armonico di ogni persona. Per questa ragione, il Centro psico-pedagocico Il Grillo Parlante: Pensiero, Parola, Coscienza, attività nata in seno alla cooperativa “I Dieci Talenti”, entra in collegamento con l’istituzione scolastica e con tutti i soggetti del territorio, che perseguono la medesima finalità educativa e formativa, con la convinzione che non c’è formazione senza educazione e non c’è Collaborazione con istituzioni scolastiche del territorio Una scolaresca educazione senza formazione. Al Convegno, che prenderà l’avvio con il saluto del sindaco di Grassano, Francesco Sanseverino e con gli interventi di monsingnor Vincenzo Orofino, vescovo di Tricarico, e Rocco Gentile, direttore del Centro; parteciperanno in qualità di relatori Pamela Varvara, psicologa clinica Uoc del Dipartimento Neuropsichiatria Infantile presso l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Domenico Milito, professore di Didattica e pedagogia speciale presso l’Università degli studi di Basilicata, i quali tratteranno il tema all’interno del più ampio spettro dei bisogni educativi speciali. Giovanni Spadafino © RIPRODUZIONE RISERVATA TRICARICO - Si può amare così tanto le parole, da farle diventare protagoniste incontrastate di un racconto? Sarà domani Carlo Sperduti, scrittore romano, a rispondere alla domanda. L’Avis Tricarico presenta “Un tebbirile intanchesimo e altri rattonchI” (edito da Gorilla Sapiens) alle ore 18 nell’ex biblioteca comunale, in via Rocco Scotellaro. A intervistare l’autore ci sarà Gianluca Caporaso, vecchia conoscenza dell’Avis Tricarico e ormai anche di tutti i tricaricesi appassionati di lettura dopo la presentazione del suo libro “I racconti di Punteville”. Il libro di Sperduti è una raccolta di racconti. Brevi fiabe per adulti scritte separatamente e poi unite per la pubblicazione. Perno di tutte è l’attenzione per la forma e per il linguaggio, non come mezzo per meglio raccontare, bensì come punto focale, argomento reale che li accomuna. Lo stesso scrittore ha dichiarato: «Ciò che mi interessa non è tanto quello che si dice, ma come lo si dice; la parola e la sintassi diventano la storia vera e propria, basta che ci sia una struttura narratologica che regga». STIGLIANO Il sindaco Barisano replica a Pasciucco Frane e ospedale «Comune e Regione stanno operando» STIGLIANO - «Leproble- nità, di concerto con le matiche della propria co- istituzioni provinciali e munitàsono atto respon- regionali, è nei fatti e nella sabile delle forze politi- programmazione. Sono che, che dovrebbero impe- in corso i lavori di complegnarli costantemente e tamento della trasversale non solo in coincidenza di Cavonica con sbocco a Caappuntamenti elettorali». porotondo sulla ex Ss 103, E’ la replica piccata del come i lavori di realizzasindaco di Stigliano, An- zione della prosecuzione tonio Barisano (Pd) alle della trasversale da Capocritiche di Pasciucco rotondo alla Saurina. Cer(Fdi), che ha definito Sti- tamente la situazione delgliano l’emblema dello la frana in attività presso sfacelo regionale. l'ingresso del Comune di «Il rischio di isolamento Stigliano, crea forti disadella comunità di Stiglia- gi e interruzione dei colleno (dopo la recente frana gamenti più veloci verso ndr) -spiega Barisano- è la valle del Sauro che quecertamente un dato di fat- sta amministrazione ha to che, però, non trova ri- continuamente sensibiscontro nella presunta in- lizzato alle Istituzioni redifferenza o gionali e namancata prozionali e che grammazionon potevano ne della amessere afministraziofrontati con i ne locale e, in "lavori non particolare, indispensadella attuale bili ed urgenamministrati" che si lazione. Gli atti mentano, esamministrasendo questi tivi sono un ultimi lavori dato di fatto che attengoincofutabile no all'urbanied incontestica e che, distabile che, versamente, probabilmennon potevano te un partito Antonio Barisano essere impiepolitico atgati. Sicuratento alle problematiche mente l'intervento che ogdel territorio, dovrebbe es- gi è in corso di progettasere a conoscenza. La zione da parte della Regiostrada Stigliano-Acinel- ne, consentirà di affrontalo, è stata oggetto di stu- re il consolidamento della dio di fattibilità presenta- frana all'ingresso dell'ata anche al governo nazio- bitato. nale di centrodestra e le Le situazioni di dissesto forze politiche che lamen- che vive la comunità -protano ritardi, dovrebbero segue Barisano- oltre ad farlo con memoria e co- essere stati affrontati e gnizione complessiva. La programmati, come è fafrana, che di fatto isola i cile verificare con gli atti collegamenti verso la Val- amministrativi comunale del Sauro e la Val d'Agri, li, scontano un ritardo doper quanto oggetto anche vuto alle difficoltà della di richieste di intervento politica che non ha colori, presso ministeri e presi- avendo sopratutto il cendenza del Consiglio dei trodestra contribuito Ministri del centrodestra, energicamente a creare oggi nelle more di un in- situazioni di difficoltà di tervento globale su que- bilancio pubblico». sta importante strada di Sul capitolo ospedale, collegamento, vede inte- Barisano spiega che «poressata la Regione con un trà essere oggetto di improgetto di consolida- plementazione e potenziamento della frana che vie- mento delle funzioni prene ricordata, la cui quie- viste per gli Ospedali discenza è anche nelle stan- strettuali, come convenuze della politica di centro to con la delibera del considestra e che, comunque, glio comunale di Stiglianon attiene ad una man- no, votata e prodotta unacata programmazione di nimemente dal Consiglio, questa amministrazione che è oggetto di positiva comunale. L'attività di valutazione da parte della programmazione per la istituzioni competenti». [email protected] viabilità di questa comu- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 11 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 32 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] Con la regia di Donatella Puce ballano anche il sindaco Iacobellis e gli anziani Scanzano, esplode la Happy mania Migliaia di visite per il video realizzato dai giovani sulle note di Pharrell Williams SCANZANO JONICO - Quale miglior spot per una location turistica qual è Scanzano Jonico, se non un video che in soli tre giorni, da quando è stato postato su YouTube, ha raggiunto quasi cinquemila visualizzazioni? Basta cercare sui motori di ricerca “We are happy from Scanzano Jonico (Mt)”, per imbattersi in un filmato della durata di sei minuti e trentasei secondi. Un progetto della scanzanese Donatella Puce, che ha curato anche la regia. Le riprese e il montaggio video sono di Ivan Ditaranto. Il lavoro, postato sul canale dell'associazione di giovani "Terre sonore" è stato ispirato dalla hit di Pharrell Williams, Happy. Linkato su Facebook con la ormai tradizionale tecnica del "condividi", Happy from Scanzano è giunto oltre confine, proprio alle porte delle festività pasquali e non lontano dalla stagione estiva. Si tratta di una iniziativa originale a costo zero, se vogliamo Donatella Puce che promuove più di tante altre il territorio del Comune. La rete, già questa grande infrastruttura immateriale che fa viaggiare, idee ed economia. Quello di Donatella Puce è, senza dubbio, destinato a diventare un must e segna una tecnica di comunicazione per volti versi inesplorata. Infatti, quale attrattore migliore se non quello di vedere la gente felice che balla a modo suo, Anziani contagiati da Happy durante il normale svolgimento delle mansioni lavorative quotidiane? E poi il video, sapientemente e intelligentemente, è stato girato in modo da evidenziare tutte le peculiarità e potenzialità del territorio: dal mare, all'agricoltura intensiva di qualità, tanto che in Happy non mancano in bella mostra le fragole; alla zootecnia, ai monumenti storici, quali il Palazzo baronale e la Torre saracena. Tanti giovani e meno giovani mostrano la loro felicità, sprigionando la loro energia positiva nella danza. Non mancano personaggi anche famosi, immortalati dalla camera di Di Taranto e Puce, come il sindaco Salvatore Iacobellis, sempre serioso, che viene colto dalla felicità improvvisa e contagiosa della musica di Pharrell. Nel video anche il segretario e capogruppo consiliare del Pd, Claudio Scarnato, che balla seduto ad un muletto montacarichi nella sua azienda ortofrutticola mentre carica pedane di fragole. Suggestiva anche la scena all'interno del Centro sociale anziani, in cui il presidente Mario Vitale si scatena insieme ad alcuni soci. Happy from Scanzano, ha stupito tutti, segnando una discontinuità comunicativa con il passato: chissà quale sarà ora la prossima iniziativa di Donatella Puce e dei tanti giovani di cui la comunità dispone? Pierantonio Lutrelli [email protected] Una bella vetrina su bellezze attività produttive e curiosità della città jonica © RIPRODUZIONE RISERVATA Alcuni frame del video Happy Scanzano, nel fotino il sindaco Iacobellis che balla COMUNALI A ROTONDELLA Colpo grosso per l’ex primo cittadino Marranchelli e Bianco dell’Udc sosterranno la civica di Cucari ROTONDELLA –La notizia era trapelata già nei giorni scorsi ma da ieri è ufficiale: l’Udc correrà con Mario Cucari. E’un colpo da 90, quello dell’ex sindaco, che assicura al suo progetto un sostegno elettorale non da poco. L’Udc, come è noto, i suoi numeri li ha sempre confermati, o almeno li hanno sempre dimostrati i suoi due principali esponenti locali, Rudy Marranchelli e Tina Bianco. La seconda, in particolare, è risultata la candidata più suffragata nelle ultime due competizioni elettorali in termini di preferenze. Quello dei giorni scorsi, perciò, è un accordo che potrebbe pesare non poco sull’esito elettorale del 25 maggio. Cucari, insomma, non brancolava nel buio, come a molti era parso subito dopo le Primarie, quando anche all’interno del suo partito sembrava mancargli la fiducia di tutti. La sua volontà di “guardare verso il centro”, dichiarata al Quotidiano dopo le Primarie, era molto più di una buona intenzione e oggi si concretizza in un accordo pesante. L’ex sindaco avrebbe la lista già quasi pronta, con giovani al lavoro sul programma. Il partito di Casini era stato tra quelli dati in fibrillazione per la creazione di un’eventuale terza lista, alternativa a quelle di Cucari e di Vito Agresti, ma alla fine ha scelto un’alleanza in direzione diversa rispetto a quella degli ultimi anni, quando si era sempre posizionato in alternativa all’area del Partito democratico. Anche se Cucari, per la verità, presenterà un cartello civico. «Condividendo le impostazioni generali e le regole interne per la costituzione della lista –si legge nella nota dell’Udc diramata ieri– il partito ha posto dal primo incontro alcuni suggerimenti di carattere tecnico/programmatico e trova interlocutori di alto livello, attenti alle proposte della delegazione centrista. Grande intesa su giovani, lavoro e #RotondellaPrimaDiTutto, in un clima sereno e di estrema tranquillità. L'Udc è pronta a partecipare alla costituzione di una lista civica per l’interesse rotondellese». Pino Suriano Marranchelli e Bianco, con al centro la parlamentare Carlucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Il messaggio dalla Prefettura, che riconosce solo l’allarme furti «Nel Metapontino non c’è racket» C’ERANO anche i rappresentanti dell’Amministrazione provinciale, i sindaci di Policoro, Rotondella, Scanzano Jonico, Montalbano Jonico; il Commissario straordinario di Bernalda e i rappresentanti dei Comuni di Matera, Pisticci e Nova Siri, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria agricola della Confagricoltura Basilicata, della Federazione provinciale della Coldiretti, della Federazione Provinciale della Cia, del Copagri Basilicata ed il coordinato- re nazionale di Altragricoltura, Gianni Fabbris. E’ emersa la necessità di adottare misure di sicurezza passiva integrate, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e dei rappresentanti delle associazioni di categoria. Nel dare atto dei numerosi servizi di controllo attuati dalle Forze di Polizia, i rappresentanti degli Enti locali, i sindaci e le organizzazioni di categoria hanno riconosciuto all’unanimità l’efficacia dei capillari controlli effettuati anche in ambito rurale -recentemente intensificati– che hanno rassicurato gli operatori del settore, nonostante la consumazione di alcuni furti, il cui incremento può essere agevolmente indotto anche dall’attuale crisi economica. E’ Il Comitato per la sicurezza riunito stato, altresì, confermato che, allo stato, non vi è alcun sentore dell’esistenza di fenomeni legati al racket estorsivo lungo la fascia costiera metapontina. Pertanto, si è convenuto di: intensificare ulteriormente tutte le attività di controllo del territorio, finalizzate alla prevenzione dei furti nelle aree maggiormente esposte a rischio; incentivare i contratti di vigilanza privata - anche in forma consortile con Istituti autorizzati, valido per tutte le aziende agricole, in relazione alle criticità del territorio; realizzare sistemi di allarme e di videosorveglianza; sensibilizzare gli operatori economici a sporgere denuncia anche per i furti di limitato valore economico; coinvolgere maggiormente le Polizie municipali. RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO I GIACIMENTI LUCANI ADUNANZA PUBBLICA Venerdì 11 aprile 2014 RITARDI L’osservatorio ambientale defintio una priorità nel 1998 nell’accordo con Eni, è stato inaugurato solo nel 2011 FONDI Dal 2001 al 2012 sono arrivati agli enti locali della Basilicata qualcosa come un miliardo e più di royalty petrolifere Il sindacato Vaccaro (Uil) «Serve una svolta» «La relazione della Corte dei Conti “certifica” quanto sosteniamo da sempre: le royalties non generano sviluppo ed occupazione». È il commento del segretario regionale della UIL Basilicata Carmine Vaccaro. Per la Uil soprattutto in questa fase caratterizzata dalla riforma del Titolo V che riconduce allo Stato le competenze in materia di energia è ancor più necessario determinare le condizioni per una svolta nella gestione delle royalties all’altezza delle esigenze dei lavoratori e delle famiglie lucane che vivono in condizioni di povertà o comunque di grave disagio economico e sociale. Le proposte della UIL passano attraverso la valorizzazione ed il consolidamento dell’esistente con la creazione di meccanismi di attrazione degli investimenti in ricerca e sviluppo, innalzando la competitività delle aziende negli indotti industriali e creando partnership di sviluppo. Le compagnie petrolifere in particolare devono diventare soggetti moltiplicatori di crescita economica e lavoro diretto ed indiretto. BASILICATA UNA REGIONE ANCORA SENZA UN PROGETTO di LORENZO ROTA * >> CONTINUA DA PAGINA I L PETROLIO Un pozzo in Val d’Agri [foto Tony Vece] Le royalty del petrolio tra lentezze e dubbie priorità Indagine della Corte dei Conti sui fondi arrivati in Basilicata dal 1998 al 2012 GIOVANNA LAGUARDIA l Dal 2001 al 2012 sono arrivati agli enti locali della Basilicata qualcosa come un miliardo e più di royalty petrolifere. Ma gli obiettivi di sviluppo e le priorità fissati all’atto della stipula degli accordi con le compagnie petrolifere e con lo Stato sono stati raggiunti? La domanda è lecita ed è legittimata dai risultati del referto sull'utilizzo delle risorse generate dall’estrazione petrolifera in Basilicata, illustrato dal giudice contabile Giuseppe Teti, ieri mattina a Potenza, nel corso di un’adunanza pubblica della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Teti, nell’illustrare i risultati del referto (che sarà depositato in forma integrale dopo le controdeduzioni degli enti locali interessati), ha rimarcato, in RICERCA «Destinati alla ricerca soltanto sette milioni, nonostante fosse un obiettivo strategico» particolare, come in alcuni casi sia mancato «il passaggio dagli obiettivi di massima alla concretezza dell’azione». Tra gli esempi eclatanti, quello dall’osservatorio sull’ambiente. «Il monitoraggio ambientale - ha detto Teti - era indicato già nel 1998 nell’intesa con l’Eni come una priorità per la quale dovevano essere investiti 10 miliardi delle vecchie lire. L’osservatorio è stato inaugurato solo a marzo del 2011. A questo punto bisogna chiedersi che priorità aveva veramente questo intervento». Ma questo non è l’unico interrogativo sulle reali priorità negli investimenti da attuare grazie alle royalty petrolifere. «C'è perplessità sull'ammontare dei fondi complessivamente andati alla ricerca e all’innovazione, solo sette milioni, mentre questo avrebbe dovuto essere uno dei punti cruciali dei programmi», ha detto ancora Teti. Un discorso analogo è stato fatto per i fondi destinati alla compensazione ambientale che, è stato rilevato, «è un termine molto generico che non dà un’idea precisa di cosa si voglia intendere: sono somme vincolate, un indennizzo forfettario o una compartecpazione delle compagnie petrolifere ad azioni da rendicontare?». Per la Corte dei Conti, inoltre, «le royalty non dovrebbero essere considerate entrate tributarie, e questo cambierebbe alcuni dei vincoli», anche se «il petrolio non è risorsa di proprietà regionale, intesa come sia come entità amministrativa che come comunità sociale, ma è nazionale e strategica, come si deduce in modo inequivocabile dalle fonti e anche dall’ultimo memorandum». Comuni in difficoltà nello spendere i soldi L'80 per cento circa delle amministrazioni ha utilizzato questi fondi per spese correnti l L’ottanta per cento dei Comuni beneficiari di royalty petrolifere ha investito quei fondi per la spesa corrente dell’amministrazione. È un altro dei dati emersi dal referto della Corte dei Conti di Basilicata sull’utilizzo dei proventi dell’oro nero. In sostanza la Corte dei Conti nel referto presentato ieri (basato sui dati forniti dagli stessi enti locali), ha evidenziato una difficoltà dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, a spendere le risorse assegnate. «C’è stata una diversità - è stato detto - nella capacità di gestire le risorse assegnate, anche perché agli enti locali è mancato il sostegno logistico». Ha funzionato meglio, invece, il Pov, programma operativo Val d’Agri, soprattutto per la sua natura di strumento di programmazione di area vasta, quindi con maggiori strumenti per operare. Rilevata, però, una certa lentezza della macchina organizzativa, quanto meno in fase di avvio. Anche qui, comunque, c’’à qualche dato che salta all’occhio, come il fatto che vi sia stata maggiore capacità di spesa delle risorse assegnate allo sport che non all’edilizia scolastica (70 contro 50 per cento). Anche per quanto riguarda i servizi sociali i fondi (circa 13 milioni) risultano tutti impegnati ma spesi solamente al 50 per cento. Secondo il relatore Teti, poi, a riapertura del tavolo istituzionale sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, mette brutalmente in piena luce la «follia» di una Regione che non è in grado di presentarsi nei luoghi ove si decide il proprio destino, con una visione, un progetto chiaro e condiviso, di organizzazione del suo territorio e di costruzione del proprio futuro identitario e sociale. Progetto per il quale chiedere, a buon diritto, che vengano investite parte delle risorse che lo Stato estrae da quello stesso territorio. La necessità di dotarsi di un tale progetto, dovrebbe essere constatazione elementare, di buon senso politico-istituzionale; ma per la nostra Regione, e per chi da molti anni la governa, sembra una scelta inutile se non impossibile (o dannosa, per certe logiche di gestione del potere), e quindi mai praticata. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: l’inarrestabile declino della Regione Basilicata, nonostante le sue cospicue risorse (delle quali altri utilizzano i vantaggi). L’avvento della nuova Amministrazione Regionale aveva aperto la speranza di un «cambio di passo» (peraltro esplicitamente dichiarato dal presidente della Giunta Regionale nelle sue dichiarazioni programmatiche), in direzione delle politiche di organizzazione del territorio regionale: da quanto è dato fin qui vedere (siamo quasi ai 100 giorni?) nulla di buono (o di diverso) si profila all’orizzonte, che non sia il consunto tran-tran dell’ordinaria rincorsa alle «emergenze», tra cui quelle, appunto delle estrazioni petrolifere: con il risultato che anche l’ utilizzo di una risorsa del territorio, da opportunità si trasforma in emergenza: roba da non crederci! Per questo esprimo sincero apprezzamento per la linea politico-culturale che i «fondi» di Mimmo Sammartino da tempo esprimono dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno. [* presidente Inu Basilicata] CORTE DEI CONTI L’adunanza pubblica sulle royalty petrolifere della Corte dei Conti [foto Tony Vece] . esiste una discrepanza tra i dati forniti dalla Regione e quelli delle compagnie petrolifere «e con rammarico registriamo stamani l’assenza del contraddittorio in aula della Regione stessa, e di molti dei 35 Comuni che ricadono nelle aree di estrazione». Di difficile calcolo rima- ne la stima della «contropartita» ricevuta dagli enti locali non direttamente dalle royalty, ma attraverso accordi con le compagnie petrolifere, in quanto non si tratta solo di fondi liquidi ma anche di utilità. In conclusione, l’impressione ricavata dal referto della Corte dei Conti è che fino a questo momento nella gestione delle royalty «ci sia stata la mancanza di un quadro chiaro degli obiettivi e la mancata corrisponddenza tra gli obiettivi enunciati e quanto di fatto si è verificato». [g.lag.] RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Venerdì 11 aprile 2014 IL LAVORO CHE NON C’È LA LETTERA-DENUNCIA «Abbiamo pure pagato per partecipare a quei test» BANDITO CINQUE ANNI FA E DIMENTICATO l È una questione irrisolta e che ha ormai superato la fase del ridicolo essendo ormai approdata sulle sponde dell’assurdo. Nel 2009 la Regione Basilicata ha indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di 78 posti a tempo pieno e indeterminato, categorie C1-D1-D3 nel ruolo della giunta. Nel luglio 2011 si sono svolte le preselezioni, dopo il nulla. Nessuna comunicazione, nessun avviso, nessun rinvio. Sono trascorsi quasi 5 anni dal bando e ancora tutto tace. Inutile chiamare il numero verde a disposizione… inutile. Senza risposta le mail inviate ai dirigenti e al presidente di turno. In questa lunga attesa cosa è successo? Osservando il lavoro dei nostri rappresentanti politici abbiamo assistito a scandali su scandali, giochi di scontrini, corruzione, avvisi di garanzie che li raggiungono come fosse la normalità, imbrogli, contratti a termine rinnovati all’infinito. È ora di rompere il silenzio su questa PALAZZO L’ingresso della Regione Basilicata [foto Tony Vece] TEST Preselezioni per abbattere il numero di pretendenti ai posti . situazione, riportandola alla memoria, per evitare che il silenzio copra e distrugga tutto a vantaggio di chi ama ed è abituato ad agire nel buio e fra gli imbrogli. È una selezione pubblica, non può scomparire nel nulla. Anche perché abbiamo pagato una quota di iscrizione per partecipare al concorso. Che si fa? La restituiscono a tutti gli iscritti? Rocco Potenza Regione, concorso nell’oblìo tra precari, vincoli e turn over Il direttore Marsico: «La questione occupazionale va vista nel suo complesso» MASSIMO BRANCATI l Erano in trentamila. Erano giovani (non tutti) e forti. Preparati, reduci da giorni di studio in attesa della prova. In tanti sono passati attraverso le pre-selezioni, test di accesso al concorso vero e proprio, una necessaria scrematura per abbattere il numero dei pretendenti, sceso così a circa duemila. Ma a distanza di cinque anni dall’avviso pubblico bandito dalla Regione per la copertura di 78 posti di lavoro siamo al punto di partenza. Del concorso si sono perse le tracce. Ed è calato il silenzio. E dire che era stato preso letteralmente d’assalto da aspiranti impiegati e funzionari, un esercito di trentamila persone: per 18 posti di esperto giuridico amministrativo, in particolare, erano state inviate ben 5.043 domande, seguito a ruota dalle selezioni per 11 «Professionisti giuridico-amministrativo» (2.259). Per i 5 posti di «esperto tecnico», infine, speravano in 1.579. Complessivamente il «concorsone» era composto da 15 bandi divisi per tipologia di incarico da occupare a tempo indeterminato. L’avvocato Vito Marsico, direttore ge- UFFICIO Il direttore generale della presidenza della giunta, Vito Marsico [foto Tony Vece] nerale della presidenza della giunta regionale, ha ereditato questa situazione. Più che una «patata bollente» è un minestrone, dal momento che s’inserisce in un quadro molto più ampio relativo all’assetto occupazionale della Regione. Che ne sarà del concorso? «Stiamo facendo - spiega Marsico - una ricognizione generale sul fronte lavoro, tenendo conto anche della platea dei precari, degli enti sub-regionali e delle società partecipate. Si tenga conto anche - aggiunge il direttore - che dal 2015 il personale delle Province sarà trasferito alla Regione. Al momento non sono in grado di dire quale sarà il destino del concorso. Lo farò dopo aver comple- tato il monitoraggio effettuato, ripeto, in una prospettiva unitaria. I tempi? Tra un paio di settimane speriamo di poter avere un’idea su come muoverci». Il concorso dei 78 non è nato sotto una buona stella. Non molto tempo dopo la pubblicazione del bando, infatti, il patto di stabilità ha stretto ulteriormente i vincoli sulla capacità assunzionale della Regione: il cosiddetto turn over ora prevede un nuovo ingresso ogni cinque pensionati, parametro drasticamente abbattuto rispetto al passato. A questo aggiungiamoci il fatto che è aumentata l’età pensionabile da 65 a 66 e tre mesi e, inevitabilmente, i margini di manovra risultano ancora più risicati. Traduzione: nonostante la pianta organica preveda circa 1.200 lavoratori e attualmente, in servizio, ce ne siano poco più di 800, compreso i dirigenti, la Regione non può assumere. Lo sanno bene i vincitori e gli idonei in graduatoria di concorsi, già espletati in enti come Arpab e Apt, che ancora aspettano una risposta. I preselezionati - e chi ha fatto domanda al concorsone - si renderanno conto che qualcuno è stato beffato più di loro. CREDITO L’ASSUNZIONE DI 120 GIOVANI LUCANI NEL GRUPPO INTESA SANPAOLO DOPO L’APPRENDISTATO di pochi apprendisti che andranno in scadenza nei prossimi mesi la cui stabilizzazione avverrà comunque senza problemi) rivendichiamo con orgoglio la bontà di quella scelta lungimirante». Intesa Sanpaolo ha annunciato e in parte già realizzato un importante progetto che coinvolge proprio questi lavoratori: si tratta di un polo di eccellenza per il «Recupero crediti», attività sempre più vitale per qualunque istituto bancario nel critico scenario economico di questi anni. «Una scelta aggiunge Castello - che premia le grandi qualità e competenze messe in campo quotidianamente dai lavoratori e che conferma la volontà aziendale di continuare ad investire con profitto sul nostro territorio». Anche il segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, rivendica con orgoglio quella scelta ed invita a riflettere chi criticò aspramente l'accordo parlando di precarietà e gabbie salariali. «Lo strumento della deroga contrattuale temporanea si è rivelata una scelta azzeccata e noi siamo pronti a firmare altri accordi in deroga se l'obiettivo è creare nuovi posti di lavoro per i giovani in una regione in cui solo due giovani under 29 su dieci hanno un'occupazione. Si deve comprendere che la vera precarietà è quella della disoccupazione che impedisce ai giovani di costruirsi un progetto di vita». Per il segretario lucano della Fiba Cisl «la flessibilità negoziata, dentro un quadro di regole chiaro e condiviso, in cui ciascuna parte assume impegni precisi e vincolanti, è un valido strumento per creare buona occupazione e sottrarre al rischio dell'inattività migliaia di giovani che oggi, anche per la miopia ideologica di certi sindacati, hanno come unica alternativa quella ASSOCIAZIONISMO Comitas lancia lo sportello anticrisi n L’associazione delle microimprese italiane Comitas lancia a Potenza e a Matera lo «Sportello Anticrisi» che fornirà in assistenza a piccoli imprenditori e artigiani in difficoltà. Lo sportello fa capo all’avv. Giuseppe Giuzio, in via Pretoria, a Potenza, e all’avv. Ivana Giudice, in via Gattini a Matera. Per informazioni è possibile contattare il numero nazionale 06.99341843. CONSIGLIO COMUNALE «A Potenza la sede di Music Commission» n Con un ordine del giorno approvato all’unanimità dall’ultimo Consiglio comunale il capogruppo del Movimento per le Autonomie Salvatore Lacerra ha chiesto che l’istituenda «Music Commission» abbia la sua sede nel capoluogo. Lo stesso odg riguarda anche la sede dell’Apt affinché la stessa, contrariamente a quanto annunciato dalla Regione, resti a Potenza. WELFARE Federsolidarietà incontro a Rifreddo n Si terrà presso l’Hotel Giubileo a Rifreddo, oggi alle 9.30, l’assemblea regionale di «Federsolidarietà\Basilicata 2014 #welfarelucano – Innovazione, Occupazione, Sviluppo Locale». Apriranno gli interventi Giuseppe Suanno, presidente di Confcooperative Basilicata, Marcello Pittella presidente della Regione e Don Giordano Stigliani, assistente Ecclesiastico Confcooperative Basilicata. Dissero sì al taglio del salario ora la banca li ha stabilizzati l È una delle poche notizie positive che provengono dal fronte del lavoro in Basilicata. La stabilizzazione dei 120 giovani lucani nel Gruppo Intesa Sanpaolo presso le due strutture create a Potenza nel 2010 è il risultato di un accordo sindacale (siglato con Cisl e Uil) che allora suscitò anche qualche reazione critica, perché prevedeva la rinuncia di una parte di salario per il quadriennio di apprendistato professionalizzante. Il segretario regionale Uilca (Uil Credito Esattorie e Assicurazioni) Tonino Castello, spiega che «si trattava di una rinuncia in cambio di una prospettiva di occupazione stabile nel settore del credito per 120 giovani lucani under 30. Noi come Uilca accettammo con coraggio e senso di responsabilità quella scommessa. Ora che tutti i contratti di apprendistato sono stati trasformati in contratti a tempo indeterminato (con l’eccezione le altre notizie RISARCIMENTO DANNI La Provincia e le strade cifre dell’esborso di emigrare, impoverendo il capitale umano della regione. Se la sfida è attrarre nuovi investimenti – continua Macchia – il sindacato deve mettersi in gioco e percorrere sentieri innovativi di contrattazione. Il modello della deroga contrattuale negoziata può essere replicato con successo e contribuire ad invertire la politica di tagli e razionalizzazioni che ha colpito il settore bancario nella nostra regione svuotando il territorio di ogni centro decisionale. La Fiba è pronta, mi auguro che questa volta anche altri lo siano». ISTITUTO DI CREDITO La storica sede del banco di Napoli nel centro storico di Potenza [foto Tony Vece] . n Nell’edizione di ieri ci siamo occupati del fenomeno delle richieste di risarcimento danni di automobilisti per strade dissestate. In riferimento alla cifra sborsata dalla Provincia di Potenza nel 2013 va precisato che l’importo richiesto dai ricorrenti era di 109.232 euro, mentre l’amministrazione ha erogato 20.843, vale a dire il quantum del danno riconosciuto. RASSEGNASTAMPA IV I ATTUALITÀ INNOVAZIONE INTUIZIONE, CAPACITÀ E TALENTO Venerdì 11 aprile 2014 MADE IN BASILICATA La «business plan competition» promossa da Basilicata Innovazione, Unioncamere e dPixel Dieci idee di impresa in rampa di lancio Finale di Techgarage: primo posto per «Dizionario dei rifiuti» l In cinque minuti hanno presentato il loro progetto d’impresa ad una giuria tecnica che, esprimendo il proprio giudizio con votazione, ha decretato tre vincitori. Ieri fase finale di TechGarage Basilicata, terza edizione della business plan competition promossa da Basilicata Innovazione e Unioncamere Basilicata, con la collaborazione di dPixel. I premi in denaro offerti da Confidi del Potentino (Cofidi Sviluppo Imprese, ConartFidi e Cooperativa Artigiana di Garanzia «Continuità artigiana») e dalla Banca di Credito Cooperativo di Laurenzana e Nova Siri sono andati a «Dizionario dei rifiuti» (primo classificato), «Cliccaenergia» (secondo), «Sehkmed» (terzo). Consegnati, inoltre, due premi speciali: quello «SiamoSoci», vinto da «Cliccaenergia», «Cibiamoci», «Gonnadisco», «Slowfunding», «Dizionario dei rifiuti» che avranno un profilo nel database di «SiamoSoci.com» piattaforma web d’incontro tra startup innovative e potenziali investitori - e che saranno promossi all’interno delle sue newsletter settimanali, con un’utenza di oltre 6.000 contatti interessati a contribuire alla crescita delle startup italiane. L’altro è il premio «Bird&Bird», anche questo aggiudicato dal team di «Slowfunding», che potrà frequentare una giornata di formazione specialistica, curata dal noto studio legale «Bird&Bird», volta a realizzare un check up legale della startup. Un ultimo pre- mio in denaro offerto dalla Bcc di Laurenzana e Nova Siri è stato vinto da «Cibiamoci». «È tempo di bilanci - ha detto Andrea Trevisi, direttore di Basilicata Innovazione - dopo tre anni di business plan competition: abbiamo intercettato quasi 200 idee e scovato una nuova generazione di imprenditori da cui sta nascendo un vero e proprio eco-sistema di startup. Alcune idee si sono trasformate in progetti, grazie al supporto del nostro incubatore Bi Cube, che guardano soprattutto alle nuove tecnologie applicate al settore del turismo, editoria ma anche delle smart city». «È con piacere che continuiamo a vedere nei ragazzi lucani - ha detto il presidente di Unioncamere Pasquale Lamorte, - la volontà e la determinazione per crescere, investendo in questa regione con un progetto d’impresa innovativo. Quest’anno siamo entrati anche nel circuito nazionale delle iniziative dedicate alla creazione d’impresa, aderendo al Premio Nazionale dell’Innovazione. E questo conclude Lamorte - è ulteriore motivo di orgoglio». Durante l’evento ha inoltre preso la parola Paolo Cellini (autore del libro «Internet Economics») che, assieme a Gianluca Dettori, ha fornito degli spunti sull’imprenditoria web based. E Riccardo Luna che ha ricordato l’appuntamento con «Next - La Repubblica delle Idee», lo spettacolo dedicato agli innovatori lucani, in programma stasera, alle 20, al teatro Duni di Matera. GONNADISCO Pubblicizzazione e gestione degli ingressi durante eventi organizzati da discoteche l Gonnadisco di Riccardo Brugugnoli, Francesco Leone e Marco Minutoli. Si tratta di una «App» e un software gestionale finalizzati alla pubblicizzazione e alla gestione delle adesioni e degli ingressi della clientela, in occasione di eventi organizzati da discoteche. La gestione degli eventi in discoteca vede coinvolti tipologie di soggetti: il proprietario e lo staff del locale; coloro che si occupano di Public Relations; i potenziali clienti. Attualmente il processo viene gestito in maniera manuale ed off line: chiamate ed sms per l’inserimento nella lista di ingresso, conteggi a mano, liste cartacee. MITICA Comunica via web ai centri di assistenza eventuali guasti delle caldaie e degli impianti termici l Mitica di Giuseppe Ranù, Ivan Trebisacce, Francesco Ranù, Eugenio Nucera e Fedele Cirillo. Mitica sta per Manutenzione Impianti Termici Interfaccia Caldaie. È un sistema di diagnostica che elimina le difficoltà di comunicazione tra gli utilizzatori degli impianti termici e i centri di assistenza tecnica. Si basa su un’interfaccia hardware installata sull’impianto che rileva la presenza del guasto e lo comunica via web al centro di assistenza. In questo modo il manutentore, che si reca presso l’abitazione, sarà già a conoscenza dello specifico problema da risolvere. EVENTO L’incontro di ieri a Matera [servizio fotografico di Antonio Genovese] SLOWFUNDING Come aggregare piccoli investitori intorno ai beni immobiliari di pregio l Slowfunding di Innocenzo Langerano, Domenico Dimichino, Lia Brisacani, Felice Cifarelli. È una piattaforma web di crowdfunding immobiliare, che mette in relazione i proprietari di edifici - in particolare quelli di elevato pregio - con potenziali investitori privati. Attualmente il patrimonio immobiliare di pregio è in stato di forte degrado e, inoltre, questa tipologia di patrimonio - vista l’entità degli investimenti richiesti - risulta poco accessibile al singolo investitore privato. La soluzione proposta dal progetto imprenditoriale è nel crowdfunding, ovvero aggregare piccoli investitori intorno ai beni immobiliari di pregio. CIBIAMOCI Una «App» che gestisce le eccedenze alimentari l Cibiamoci di Andrea Passaro, Carmen Craca e Marcus Paolo Pace. È un progetto imprenditoriale, collocabile nell’ambito della social innovation, finalizzato a rendere disponibili le eccedenze alimentari alla miriade di mense, associazioni, fondazioni e persone in difficoltà, attraverso la digitalizzazione del processo. Cibiamoci è un’app che consente di gestire il processo di redistribuzione delle eccedenze alimentari, prodotte principalmente dall’industria agro-alimentare, ottimizzandone i tempi di recupero. PERSONAL SHOP Una guida che assiste il cliente nelle scelte di acquisto, partendo dalla consulenza sul look l Personal Shop di Michele Franzese, Antonella Cosenza, Donatella Allegretti e Anna Laura Franzese. È una «App» e un sito web che offre l’opportunità di acquistare on line il proprio personal shopper. Il personal shopper è una guida che assiste il cliente nelle scelte di acquisto, dalla consulenza di immagine fino allo shopping tour. Con l’«App» ed il sito web sarà possibile scegliere quello più in linea con le proprie esigenze, ovvero in base alla città che si intende visitare, al proprio stile, a ciò che si intende comprare, a quanto tempo si ha, al budget di cui si dispone, ed acquistarne la consulenza on line. DIZIONARIO DEI RIFIUTI Risolve il problema di dove, quando e come buttare uno specifico rifiuto nella città in cui si vive l Dizionario dei Rifiuti di Francesco Cucari, Enzo Vergalito, Nicola Cucari, Stefano Mucciarella e Giovanni Cucari. È una «App» ed un sito web che consente di semplificare e ottimizzare la raccolta differenziata nel proprio Comune. Scaricando l’applicazione, il cittadino può risolvere il problema di «dove, quando e come buttare» uno specifico rifiuto nella località in cui vive. Operativa dal 2011, la «App» (iOS ed Android) ha ottenuto oltre 20.000 download, il sito web conta più di 10.000 visitatori unici (ultimi 9 mesi) e sono circa 36.000 gli utilizzi nei Comuni che hanno già aderito al progetto. AGRIMONDO Prodotti biologici sotto uno stesso marchio dal produttore al consumatore finale l Agrimondo di Mariangela Zara e Rocco Iacovera. Si punta a produrre e commercializzare una propria gamma di prodotti biologici, sotto l’omonimo marchio, proponendo un approccio basato sulla filiera integrata, dal produttore al consumatore finale. L’offerta è basata su prodotti biologici lucani da forno, caseari e dolciari di alta qualità, di cui Agrimondo cura l’intera filiera: dalla coltivazione di materie prime, alla produzione e commercializzazione sotto un unico marchio, inteso come garanzia di qualità e sostenibilità. In particolare, si prevede sia il ricorso al canale dell’e-commerce che l’apertura di punti vendita con il brand Agrimondo. CLICCAENERGIA Energia fotovoltaica venduta a prezzi vantaggiosi da piccoli produttori l Cliccaenergia di Emanuele Grilli e Luigi Camerlingo. È una piattaforma web che consente ai piccoli produttori di energia fotovoltaica, operativi in Italia, di vendere a prezzi vantaggiosi quella prodotta dal mercato libero dell’ingrosso. I produttori di energia fotovoltaica, inserendo i dati relativi all’impianto (profilo, kilowatt disponibili, localizzazione, ecc.) possono offrire, attraverso Cliccaenergia, l’eccedenza di energia prodotta al mercato dell’ingrosso. Le società grossiste potranno visionare l’offerta dei produttori direttamente sulla piattaforma web e approvvigionarsi dell’energia di cui necessitano. FOOLISH Produzione e commercializzazione di collezioni moda mare l Foolish di Maddalena Giasi e Rosa Vuoci. Il progetto produce e commercializza collezioni di moda mare, completamente made in Italy, offerte in serie limitate ed attraverso concept corner. Si basa sulla realizzazione di prodotti di moda mare (costumi, borse, copri-costumi, ecc.), avvalendosi dell’esperienza manifatturiera di artigiani ed artisti ed utilizzando materiali innovativi. Foolish propone quindi prodotti unici, basati sul «saper fare» della manifattura italiana, da commercializzare tramite il canale dell’e-commerce. SEKHMED Piattaforma web che informa gli iscritti su notizie riguardanti la cura della propria salute l Sekhmed di Ezio Baratta, Manuel Molfettone e Luigi Lapolla. Opera nel settore dell’i-health, proponendosi come piattaforma web che consente di notificare agli iscritti, via sms, mail, app, le informazioni più importanti relative alla cura della propria salute. L’utente, inserendo i propri riferimenti di base sulla piattaforma web (età, sesso, residenza), potrà ricevere messaggi periodici relativi, ad esempio, a quando effettuare un controllo medico, un vaccino, o circa la disponibilità di prodotti in far macia. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Venerdì 11 aprile 2014 COMUNE DI POTENZA COME SE NE ESCE Urge un piano di rientro sensato, da Corte dei Conti, e azioni LA SFIDA PER I CANDIDATI SINDACO controllato virtuose capaci di promuovere risparmi ALCUNE MISURE VIRTUOSE Raccolta differenziata, razionalizzazione dei trasporti, contrasto all’evasione fiscale, stop ad auto blu e all’autista anche per il sindaco Falotico all’assalto delle primarie Priorità? «Evitare il dissesto». «Stop alla cementificazione e alla Ztl nel centro» MIMMO SAMMARTINO l Meno tre giorni alle primarie dell’«altro» centrosinistra. Quello che ha organizzato le primarie domenica 13 fra i candidati Roberto Falotico (Potenza condivisa), Luigi Padula (Movimento Nuova Repubblica) e Maria Luisa Cantisani (Italia dei valori). Raggruppamento contrapposto alla candidatura dell’avvocato Luigi Petrone, che non passerà dalle primarie, ed è sostenuto da Partito democratico, Centro democratico, Sel, Popolari uniti, Scelta civica. Al di là del metodo seguito, c’è da capire se, dire centrosinistra, contempli anche un comune sentire sui contenuti. Roberto Falotico, qual è a suo giudizio la priorità principale per la città di Potenza? «Che il Comune non vada in dissesto. Se accadesse, un terzo dei CENTROSINISTRA Alle primarie confronto fra Falotico, Padula e Cantisani. Poi c’è Petrone 530 dipendenti comunali si troverebbero in mobilità senza più prospettive». Secondo i suoi calcoli, in tema di debito, di che cifre stiamo parlando? «Parliamo di 135 milioni di debito, di cui 115 sono i mutui contratti presso la Cassa depositi e prestiti da restituire. La città sta pagando una retta di 11-12 milioni l’anno». E come si evita il dissesto? «Va pianificato un piano di rientro sensato, controllato dalla Corte dei Conti, che ci consenta di respirare. E nel frattempo occorre avviare azioni virtuose per garantire risparmi: raccolta differenziata, razionalizzazione dei trasporti, contrastare l’evasione fiscale. Il tema non è il “salva-Potenza”, perché ci sono anche altri Comuni in grande difficoltà. La Regione può fare da garante per un nuovo prodotto da contrattare in modo da allungare i tempi di restituzione e avere un po’ di respiro. Ma, nel contempo, vanno eliminati tutti gli sprechi e individuate le grandi priorità da salvaguardare». Qual è la critica più severa che sente di fare all’amministrazione comunale uscente? «La cementificazione. C’è un regolamento urbanistico che rischia di far approvare in area urbana oltre 6mila e 400 nuovi vani. Un assurdo se si tiene conto che, dal 1998, gli abitanti di Potenza sono diminuiti. C’è stato un calo compreso fra le 2mila e le 4mila unità. Bisognerebbe riqualificare l’esistente». E un merito della giunta Santarsiero? Riconoscerà che qualcosa di buono è stato pur fatto, o no? «Il parco Elisa Claps». Non reputa una positività anche le scale mobili aperte? «Questa città è ammalata di memoria corta e di irriconoscenza. Scale mobili, piano mobilità e piano parcheggi furono pensati e voluti dal compianto assessore Mimmo Locatelli, all’epoca della giunta Sampogna. Ma, a quanto pare, nessuno se lo ricorda di più. E a Locatelli non è stato intitolato neanche un angolo cittadino». E sul caso Siderpotenza, a suo parere, cosa va fatto? «Basta balletti. Servono dati certi e massima trasparenza. Prima di tutto c’è la salute delle persone e, se si dovesse dimostrare che si inquina, allora sarei per la tolleranza zero. Se così non è invece, con la garanzia di controlli seri, si potrebbe pensare a un “patto con l’azienda”. Per esempio mettendo a valore, per il riscaldamento di aree cittadine, del vapore prodotto. È inutile blaterare di delocalizzazione se non si capiscono quali sono le condizioni per attuarla». E come valuta la situazione dei trasporti urbani? «Serve un nuovo piano della mo- ASPIRANTE CANDIDATO Roberto Falotico si misurerà, domenica prossima, alle primarie di un pezzo del centrosinistra, con Luigi Padula e Maria Luisa Cantisani. Il vincente troverà Luigi Petrone [foto Tony Vece] bilità integrata. Nel 2013 i trasporti urbani ci sono costati 13 milioni e 500mila euro. Vanno riviste molte cose: bisogna che i servizi funzionino e siano pagati il giusto da tutti (con l’eccezione delle persone indigenti). E il sindaco per primo deve rinunciare ad autista e auto blu». Da sindaco confermerebbe la Ztl nel centro storico? «No, va eliminata. Ma i problemi del centro storico non sono riducibili alla Ztl. Vanno restituite al centro strutture e funzioni che sono state spostate in periferia. Il centro non può essere ridotto a dormitorio. Deve tornare a essere amato e frequentato da tutti. A cominciare dalle famiglie potentine». Falotico, ma queste primarie sono una sfida vera o un rito che servono a lanciarla nella competizione con Petrone e gli altri? «Sono una sfida vera. Vedrete quello cosa faranno Luigi Padula e Maria Luisa Cantisani...». Lei conntinua a riconoscersi nel centrosinistra... «Certamente». E in che cosa si sente diverso da Luigi Petrone? Perché un elettore di centrosinistra dovrebbe preferire lei? «Perché io voglio riportare la città in mano ai cittadini. Altri hanno fatto un’operazione verticistica. Da nominati». E dal governatore Marcello Pittella, che lei appoggiò nelle primarie per la presidenza regionale, si aspetta soste- gno, riconoscenza o cosa? «Da Pittella mi aspetto che faccia bene, come sta facendo, il presidente della giunta regionale». Per concludere, Falotico. Qual è, secondo lei, la soglia per poter dire che le sue primarie sono state un successo? «Dico duemila partecipanti. Alle primarie fra Pittella e Lacorazza, quando s’è detto che votarono anche settori di destra, si recarono ai seggi 4.600 cittadini. Se a Potenza una parte del centrosinistra porta 2mila votanti, credo che possa considerarsi un risultato importante. E, a scanso di equivoci, il centrosinistra che non partecipa alle primarie, se vuole, può mandare i suoi supervisori. Così evitiamo le polemiche del giorno dopo». CANDIDATURE E... CONSIGLI Azione Civica lancia De Angelis Un decalogo di chi non votare l Il quadro delle candidature a sindaco si sta delineando. Domani mattina sarà ufficializzato anche l’aspirante primo cittadino di Azione civica/Comitato 13 ottobre: nella sede dell’associazione, alle 11.30, in vicoletto Branca, a Potenza, si terrà la conferenza stampa di Azione Civica per presentare la candidatura di Dino De Angelis, uno dei fondatori del comitato cittadino che costituisce una novità assoluta nel panorama politico di Potenza. Una volta completata la griglia di partenza dei sindaci scatterà la corsa alla composizione delle liste (vanno presentate il 26 aprile). E proprio in vista di quello che si annuncia un «esercito» di candidati, il nostro lettore Rocco Casella, attento osservatore della realtà potentina, ha messo a punto un decalogo di chi non votare: 1. chi ha più di 60 anni; 2. chi è figlio di politici in carica; 3. chi è medico; 4. chi sta da troppo tempo in politica; 5. chi ha cambiato troppi partiti; 6. chi è disoccupato e pensa di occuparsi con la politica; 7. chi fa un lavoro molto importante per la collettività; 8. chi ha molti vizi; 9. chi ha precedenti penali o procedimenti pendenti; 10. chi ha alle spalle un clan familiare. Quanti dei candidati che concorreranno alle elezioni del 25 maggio prossimo superano questi «paletti»? Il bilancio del Pd in città «Condizionati dai tagli» Vetrina dei candidati sullo smartphone Incontro di fine consiliatura verso le elezioni di maggio Nasce l’applicazione «PotenzaVota» EMANUELA FERRARA l Incontro di fine consiliatura in quel della sala dell’Arco per il Partito democratico. Chi credeva di avere un quadro sulle prossime imminenti elezioni è rimasto sicuramente deluso. Nessun nome, se non quello del candidato sindaco (avvocato Luigi Petrone scelto dalla società civile senza più l’ausilio delle primarie) reso noto già giorni addietro, nessun riferimento a chi si rimetterà in gioco. Solamente un’analisi, più o meno dettagliata, di quanto fatto in questi ultimi cinque anni. Un lustro difficile, scandito dalla crisi economica che ha investito la penisola intera e che ha colpito, chiaramente, anche il capoluogo regionale della Basilicata. Nonostante i tagli e le difficoltà il gruppo consiliare si vanta, per voce del capogruppo Giampaolo Carretta, dell’egregio lavoro svolto. «Non sono mancate le criticità ed i problemi – ha sottolineato Carretta – ma questi sono frutto della carenza di fondi a cui siamo stati sottoposti, non della nostra volontà». E giù con un elenco di risultati ottenuti negli anni dell’avventura Santarsiero. «Un’avventura unica, entusiasmante, ricca. Anni di pieno lavoro, di progetti e di innovazione», si legge nell’opuscolo redatto dal sindaco uscente. Niente di nuovo rispetto a quanto detto nel commiato tenutosi nello Stabile. Scale mobili, mobility centre, parchi cittadini, nodo complesso del Gallitello e riduzione notevole del debito storico, i fiori all’occhiello della sua amministrazione. Oltre, come ci tengono a sottolineare, alle iniziative sociali quali la «Bella Estate», progetto estivo per anziani e disabili, ed i vari servizi di assistenza. Un excursus dell’ultima legislatura con poco occhio critico, ma anche un voler guardare al futuro e proporsi come forza politica in grado di ben amministrare la città. Lavoro, occupazione, viabilità, trasporti e decoro urbano al centro del pro- COMUNE L’incontro di ieri [foto Tony Vece] gramma elettorale del Pd ma, soprattutto, la battaglia a livello regionale per il riconoscimento di Potenza come vera “città capoluogo». «Amministriamo quotidianamente – ha ribadito Carretta – un terzo in più dei residenti effettivi. Ogni giorno, infatti, nella città circolano numerosi cittadini extraurbani il cui costo, riferito in termini di pulizia, trasporti e quant’altro, ricade unicamente sulle tasche dei nostri potentini. È bene che la Regione, in un’ottica che vada oltre i colori politici, riveda la posizione del capoluogo regionale con leggi pensate ad hoc». È questo il vero centro del prossimo programma elettorale. Riconoscimento di un ruolo forte a questa città che ha subito nel tempo troppi soprusi. l Un’applicazione per smartphone dedicata alle elezioni amministrative comunali 2014. È «PotenzaVota», un progetto molto innovativo, presentato ieri nel capoluogo di regione, che utilizza la tecnologia mobile per presentare i candidati e le liste, offrendo ai cittadini una possibilità in più di conoscere e confrontare i programmi. L’idea è quella di superare una volta per tutte il manifesto cartaceo come strumento di comunicazione, perchè poco dinamico e molto invasivo per l’ambiente, intercettando più facilmente i giovani dai 18 ai 25 anni. Tutti i candidati, per il rispetto della par condicio, saranno inseriti all’interno dell’applicazione con le informazioni di base, mentre sarà possibile acquistare servizi aggiuntivi di comunicazione, come link ai social, videointerviste, podcast, gallery fotografiche e comitati elettorali. Verrà data anche la possibilità di inviare un messaggio diretto al candidato per sottoporre un quesito o proporre idee programmatiche. «Il valore civico del progetto – ha spiegato Michele Franzese, dell’agenzia Scai Comunicazione che ha ideato il progetto in collaborazione con tre giovani programmatori, Domenica Sileo, Sergio De Costanzo e Luigi Rizzi - è proprio quello di superare alcuni limiti della campagna elettorale, soprattutto quella comunale, dove spesso contano più le relazioni corte [al. boc.] della comprensione reale dei programmi». RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ ANNUNCI E RITARDI ANONIMATO METEOROLOGICO Venerdì 11 aprile 2014 COPERTURA FINANZIARIA L’intesa tra Università, Comune e Areonautica è stata formalizzata oltre un anno fa. Mancano i soldi Non è ancora tempo per la stazione meteo Promessa e annunciata più volte, ma resta un progetto MARIO LATRONICO l Una piccola luce in fondo al tunnel. Dopo mesi di silenzio (davvero troppi) può tornare di stretta attualità la questione della stazione meteo di Potenza. La nota vicenda, ancora bloccata per la mancanza di copertura finanziaria, potrebbe prendere a breve una piega favorevole. Serve però un ultimo sforzo per riavere finalmente nel capoluogo lucano, per la precisione presso il «Polo Universitario» di Macchia Romana, un presidio di ricerca e raccolta dati meteorologici con la collaborazione dell’Aeronautica Militare. Dopo l’ac- cordo trilaterale tra Università, Comune e la stessa Aeronautica già formalizzato da più di un anno, è arrivato il momento di passare dai progetti alla realizzazione dei lavori. Un certo ottimismo, ma anche un sano realismo, sono arrivavi dall’Ufficio Gestione Patrimonio del Comune di Potenza ed in particolare dalle parole dell’ingegner Gerardo Lariccia dell’Ufficio Manutenzioni e Servizi Tecnologici dello stesso Comune. «Siamo agli ultimi dettagli della progettazione – conferma Lariccia – come attività del nostro ufficio abbiamo quasi del tutto ultimato gli adempimenti progettuali e stiamo predisponendo l’altro necessario pas- . POLO UNIVERSITARIO La sede dell’ateneo di Macchia Romana [foto Tony Vece] saggio amministrativo che riguarda la prenotazione delle spese per la costruzione della stazione». Dopo qualche iniziale riflessione sulla reale corrispondenza della stazione ai criteri richiesti, l’Aeronautica ha dato il benestare ai lavori ed attende che sia il Comune a fare il passo decisivo relativo alla realizzazione del sito. «L’Aeronautica di Roma - prosegue Lariccia del Comune di Potenza – ci ha dato precise indicazioni sul palo da istallare e sulla superficie da recintare. Credo che si possa passare a breve alla determinazione. Una volta arrivata la somma faremo l’affidamento dei lavori con le relative procedure per l’appalto dell’opera». L’opera che dovrebbe portare alla città capoluogo, dopo oltre sette anni di oblio, un servizio tanto utile quanto necessario costerà all’Amministrazione comunale di Potenza circa 25 mila euro. Oltre al basamento, nel nuovo sito posto in una collinetta poco al di sopra del Polo Universitario di Macchia Romana ad una altitudine attorno ai 750 metri, sarà realizzato un palo di 10 metri che servirà per la collocazione dell’anemometro e altri lavori riguardanti la rete elettrica. Si tratterà di una stazione automatica, cioè senza personale umano stabile, anche se di tanto in tanto serviranno dei controlli e delle operazioni di manutenzione da parte COMUNE UNA DELLE ULTIME DELIBERE APPROVATE DALLA GIUNTA SANTARSIERO DUE ANALOGHE SENTENZE DELLA CORTE DEI CONTI SU TITOLARI DI AGENZIE della stessa Aeronautica. Il problema però è che pur essendo il progetto ormai ultimato, l’opera non potrà andare ancora in appalto senza la necessaria copertura finanziaria. L’Ufficio Ragioneria del Comune di Potenza, a causa del bilancio in rosso dell’amministrazione, aveva dovuto fermare l’iter del progetto proprio per la mancanza di una cassa spese. Nei prossimi giorni se ne tornerà a parlare sperando che arrivi il tanto atteso via libera. L’importanza di avere una stazione meteo deve costituire per la comunità cittadina anche un fatto di cultura e deve rispondere ad impellenti necessità di ordine scientifico e professionale. Un piano di inclusione Incassano i bolli auto per i detenuti in città e non li versano all’ente l Un piano cittadino per l’esecuzione penale. È una delibera, su sollecitazione dell’assessore comunale alle politiche sociali, Donato Pace, approvata in una delle ultime sedute della giunta Santarsiero. Il piano avrà l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone in esecuzione di pena, di offrire opportunità di formazione al lavoro e all'apprendimento sociale ed educativo all'interno dell'Istituto penitenziario e dare occasioni di inserimento sociale e professionale ai soggetti che si trovano in esecuzione penale esterna. L'idea del piano cittadino per l'esecuzione penale nasce nel 2012 con la delibera di Giunta n. 219 del 14 dicembre 2012, attraverso la quale l'assessorato alle Politiche e Servizi sociali si impegnava a mettere in atto azioni concrete volte ad avere una visione globale degli interventi da effettuare in favore delle persone detenute, anche al fine di diminuire l’alta percentuale di recidiva. Il gruppo di lavoro ristretto, costituito dall’assessorato alle Politiche e Servizi sociali del Comune di Potenza, rappresentato da Lucia Ruoti, dal Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria per la Basilicata rappresentato da Giuseppe Palo, dall’ufficio Servizio sociale per i minorenni rappresentato da Caterina Ferrone e dall'associazione Psicolaminerva rappresentata da Maria Rosaria Colangelo ha messo in evidenza le necessità e i bisogni dei cittadini in esecuzione penale all’interno della comunità locale, quest’ultima dovrà garantire i diritti civili e sociali di questa fascia di utenza, che non può e non deve essere segnata da un marchio negativo e indelebile che difficilmente riesce a conciliare l’integrazione nel contesto socio-lavorativo. «Spesso subentra anche il pregiudizio di chi, convinto che le persone detenute debbano scontare la pena in modo esemplare e senza indulgenze, – sostiene l’assessore Pace – vede ogni iniziativa di sostegno e di integrazione come eccessivo favore nei confronti di chi commette reato. Il piano permette di avere una visione globale sull’intera materia al fine di assicurare più incisivi interventi formativi, di orientamento e di inserimento lavorativo delle persone detenute». FILIPPO MELE l Hanno incassato soldi di bolli auto ma non li hanno versati alla Regione. Per questo sono state condannate dalla Sezione giurisdizionale della Basilicata della Corte dei conti la titolare di una agenzia ACI di Muro Lucano e la società di gestione di una autoscuola di Lauria con il suo legale rappresentante. Debbono risarcire un danno prodotto al massimo ente locale rispettivamente di 42.440,43 e di 270.328,71 euro. La Corte ha emesso nei giorni scorsi due sentenze separate ma sullo stesso argomento per giudizi di responsabilità chiesti dalla Procura regionale. Nel primo, a carico di Maria Teresa Travaglio, nata a Castelgrande il 20 marzo 1958 e residente in Muro Lucano. Nel secondo, nei confronti della «Autoscuole Pintozzi & C. srl», con sede a Lauria, e di Antonio Pintozzi, nato a Maratea il 19 aprile 1977 e lì residente, all’epoca dei fatti amministratore unico della srl. Il «fatto» al centro delle due vicende è analogo, tranne che per le cifre. Sia la Delegazione Aci sia la «Autoscuole Pintozzi» erano state autorizzate dalla Giunta regionale alla riscossione della tassa automobilistica con l’obbligo di assicurare gli adempimenti e di rispettare le condizioni della «Convenzione tipo» stipulata tra Regione e Aci. Ma l’Ufficio fiscalità regionale ha verificato mancati versamenti. Iniziava, così, un iter, con l’intervento della Guardia di finanza, per tentare di riscuotere le somme pagate dagli automobilisti anche attraverso polizze fideiussorie a garanzia. Ma alla data del 14 marzo 2013 la Ragioneria generale della Regione ha comunicato che la situazione debitoria della delegazione Aci di Muro Lucano, periodo 29 giugno 2009 – 17 giugno 2010, risultava essere di 42.440,43 euro. La situazione debitoria della «Pintozzi & C. s.r.l.» alla stessa data, ma per il periodo 23 maggio 2011 – 15 gennaio 2012, era di 270.328,71 euro. Proprio le cifre con cui debbono risarcire, secondo la sentenza di condanna emessa dalla Sezione presieduta da Maurizio Tocca, la Regione. FESTA PATRONALE SCATTA IL CONTO ALLA ROVESCIA PER LA PARATA DEI TURCHI. INIZIATIVA DI «IO POTENTINO» Tornano le magliette per San Gerardo Tradizioni, look e solidarietà: il ricavato va al centro diurno di Bucaletto EMANUELA FERRARA l Si entra ufficialmente in clima San Gerardo. L’associazione Io Potentino ha voluto, in concomitanza con l’inizio delle selezioni per la Storica Parata dei Turchi, rinnovare l’appuntamento con l’iniziativa della vendita di magliette appositamente create da indossare nei giorni dei festeggiamenti in onore del santo patrono. Le t-shirt sono state presentate alla stampa presso l’enoteca Cibò del rione Poggio Tre Galli. Torna, insomma, per il terzo anno consecutivo, quello che l’associazione stessa definisce un gesto d’amore per la propria città. Ecco spiegato il simbolo raffigurato sulle t-shirt edizione 2014: “I love Pz”. I potentini, si sa, negli ultimi giorni di maggio adorano esibire magliette fai da te con sopra stampati proverbi della tradizione cittadina o richiami a San Gerardo. Io Potentino vuole semplicemente mettere sul mercato, come oramai fa da tempo, due t-shirt e lo fa non solo per mantenere viva una tradizione se vogliamo folkloristica ma, anche e soprattutto, per solidarietà. I proventi ricavati dalla vendita delle magliette, prenotabili fino al 9 maggio sui canali social dell’associazione e sul loro sito, saranno utilizzati per l’acquisto di un service audio da donare al Centro Socio Educativo Diurno–Rotary situato a Rione Bucaletto e dedicato a persone con disabilità. Due i modelli tra i quali poter scegliere: versione verde con stampa vintage oppure modello «Walt» di colore grigio la cui stampa richiama il font Walt Disney. Entrambi saranno disponibili per uomo, donna e bambino ed avranno un costo di 10 euro. IO POTENTINO La presentazione della t-shirt le altre notizie SOLIDARIETÀ Da oggi raccolta fondi per «Telethon» n Da oggi e per una settimana parte a Potenza una fitta raccolta fondi da destinare a Telethon, che interesserà più punti di raccolta in tutto il capoluogo lucano. Oggi e domani stand di Telethon, con la sua rete di volontari, saranno presenti presso il centro commerciale di Iperfutura, sabato è la volta degli asili nido di via Delle Acacie e via Adriatico della Cooperativa La Giostra, per continuare lunedì e martedì (14 e 15 aprile) presso l’Ospedale San Carlo e ancora venerdì e sabato (18 e 19) presso piazza Prefettura. I punti di raccolta saranno guidati da Carmine Rosa, Nicola Becce, Raffaele Olita con il supporto di volontari appassionati che mettono a disposizione il loro tempo per una nobile causa: credere nella possibilità che si possa arrivare a una cura per qualcuna delle oltre 6000 malattie genetiche rare. A LEZIONE DI CREDITO La Monte Paschi Siena entra nella scuola n Settimo appuntamento del progetto «bancAscuola - conoscere per decidere», promosso da Banca Monte dei Paschi di Siena con le associazioni dei consumatori. Ieri circa 90 studenti del Liceo delle Scienze Umane «E. Gianturco» di Potenza hanno partecipato ad un incontro dedicato al contesto economico e finanziario. «bancAscuola» è un progetto rivolto alle scuole superiori con l’obiettivo di preparare gli studenti ad affrontare con maggiore consapevolezza la lettura dei temi bancari e finanziari. L’iniziativa coinvolge ragazzi delle ultime classi. Alla tappa di Potenza hanno partecipato il dirigente scolastico del Liceo Antonio Laguardia, oltre ad Antonio Pirolo di BMps, Rocco Messina, titolare della filiale BMps, Felice Zuardi, specialista di prodotto BMps, Vincenzo Telesca di Adiconsum e Rosanna Vinci di Assoutenti. RASSEGNASTAMPA POTENZA E PROVINCIA I VII Venerdì 11 aprile 2014 LAGONEGRO SONO I TESTIMONI CHE PER GLI INQUIRENTI COPRONO I 4 PROTAGONISTI DELLA RISSA FINITA IN TRAGEDIA Omicidio del giovane Di Silvio due indagati per favoreggiamento PINO PERCIANTE l Ci sono due indagati per favoreggiamento nell’indagine della Procura di Lagonegro sul delitto del diciottenne Pasqualino Di Silvio, avvenuto lo scorso febbraio a Lagonegro durante una rissa. Sono due testimoni che, secondo gli inquirenti, non dicono quello che hanno visto e coprono tutti e quattro i protagonisti di quella zuffa finita in tragedia. Si tratta di un ventitreenne di Lagonegro che lavora nel bar davanti al quale tutto ha avuto inizio e di una donna di 38 anni, residente a Lagonegro, che lavora nel minimarket che si trova di fianco al bar. Sono finiti nel fascicolo del pubblico ministero di Lagonegro, Francesco Greco, titolare dell’inchiesta, perché non direbbero la verità. Nei giorni scorsi, su delega della Procura, i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Lagonegro li hanno sentiti. Per i due, difesi dagli avvocati Michele Canonico e Pier Luigi Ferrara, l’accusa è che sono reticenti. Pasqualino Di Silvio è stato ucciso il 19 febbraio scorso da Nicola Viceconte che lo avrebbe accoltellato durante una rissa tra le due famiglie (padre e figlio e padre e figlio) scoppiata vicino al parcheggio multipiano in via Umberto I. Se- Tentò di investire Cc Patteggia la pena 27enne di Viggianello condo gli inquirenti i due testimoni erano sulla scena ma non collaborano alle indagini. Nel corso dell’interrogatorio davanti ai carabinieri i due hanno detto di aver assistito solo alla prima lite, quella tra Giuseppe Viceconte e Antonio Di Silvio, fratello della vittima. Poi entrambi sarebbero tornati al loro lavoro e non avrebbero visto quello che è accaduto dopo. Gli inquirenti, però, non credono a questa versione e non è escluso che chiedano il rinvio a giudizio anche per loro a chiusura delle indagini. Gli avvocati Ferrara e Canonico negano l’ipotesi favoreggiamento e dicono che i loro assistiti hanno chiarito tutto. Frattanto il gip, Vincenzo Del Sorbo, ha tolto gli arresti domiciliari ad Antonio Di Silvio, fratello di Pasqualino. Nei giorni scorsi il giudice aveva concesso gli arresti domiciliari al padre della vittima, Nicolino Di Silvio, accogliendo l’istanza presentata dal suo difensore, l’avvocato Antonio Boccia, che aveva chiesto la scarcerazione dell’uomo per motivi di salute. Il giudice si era pronunciato, accogliendole, anche sulle istanze presentate dagli avvocati Antonella Latronico e Pasquale Gentile, difensori di Giuseppe Viceconte che ora si trova ai domiciliari ma ha ottenuto il permesso di poter andare a lavoro. In carcere, quindi, resta solo Nicola Viceconte, papà di Giuseppe. MISSANELLO Ha patteggiato la pena di sei mesi il 27enne di Viggianello arrestato un mese fa perché aveva tentato di investire un carabiniere e aveva opposto resistenza all’arresto. In questi giorni si è tenuto il processo per direttissima che era stato rinviato di qualche settimana perché il difensore dell’uomo, l’avvocato Santo Lamoglie, dopo la convalida del fermo aveva chiesto i termini a difesa. Durante l’udienza tra il difensore e il pm è stata concordata l’entità della pena che poi il giudice ha applicato: sei mesi con il beneficio della sospensione. Il ventisettenne era stato arrestato giovedì 6 marzo. All’alt dei carabinieri di Viggianello si era fermato ma senza spegnere il motore della sua auto e quando uno dei due militari si era avvicinato per controllarlo aveva tentato di inve[p.perc.] stirlo. L’APPELLO DEL SINDACO SENATRO VIVOLI ALL’ANAS PERCHÉ RIPRISTINI IL TRAFFICO «Quel tratto sulla ss 92 è impraticabile da mesi» MARIAPAOLA VERGALLITO SMOTTAMENTO La strada interrotta POTENZA l MISSANELLO. E’ un vero e proprio ultimatum quello che il sindaco di Missanello Senatro Vivoli lancia ai gestori del tratto dell’ex statale «92» dell’Appennino meridionale in prossimità del suo comune, interessato da tempo, ormai, ad una interruzione della strada. L’arteria, interessata da un perenne dissesto idrogeologico, al km 96+200, nel tratto che da Missanello attraversando il ponte sul torrente Alvaro, tocca la provincia materana, con il passaggio al bivio del ponte Agri per SETTE RICONOSCIMENTI A MARTINO Nella settimana del «Vinitaly» a Pramaggiore premiati i migliori vini della Basilicata l POTENZA. Nella settimana del «Vinitaly» che ancora una vota ha sancito la crescita delle produzioni e della qualità dei vini lucani si è tenuto il prestigioso concorso nazionale di Pramaggiore (Venezia). In grande spolvero le aziende della Basilicata e i loro prodotti. In particolare ha fatto incetta di riconoscimenti con diplomi e medaglia d’oro la Casa Vinicola Armando Martino di Rionero in Vulture. Diciassette i vini lucani premiati ben sette dell’azienda Martino, una casa che fa della tradizione di famiglia la sua arma vincente nella realizzazione di un prodotto che esalta la terra vulcanica del Vulture. Ecco i vini premiati tutti Aglianico Doc: «Oraziano» 2008, «Oraziano» 2009, «Pretoriano» 2007, «Martino» 2010, «Bel Poggio» 2007, Bel Poggio 2009, «Basilicata Igt Greco» 2013. Riconoscimenti importanti anche per l’azienda Francesco Marino di Noepoli con con 5 vini premiati: i due «Rosato Biologico», l’Aglianico vinificato in bianco biologico, il «Matera Dop Primitivo» biologico e l’«Aglianico biologico». Di spicco anche la prestigiosa «Cantine del Notaio» di Rionero con l’Aglianico Doc «La Firma» 2010, e «Il Sigillo» 2009, terzo riconoscimento al «Rosè Brut» 2010. Sul podio a Pramaggiore anche Casa Maschito con il Basilicata Igt Moscato Biancospino 2013 e l’Aglianico Doc «Portale Adduca» 2011. Insomma un successo in tutti i sensi del buon vino luca[a.mass.] no. LA VITTIMA E LE INDAGINI A lato il giovane Pasqualino Di Silvio e sopra i carabinieri sul posto dove avvenne la rissa di Lagonegro terminata in tragedia con la morte del 18enne Aliano per poi ritornare in terra potentina in quel di Santarcangelo, è interrotta. Questa interruzione crea naturalmente non pochi disagi, con il traffico pesante che viene deviato su di una strada comunale. Strada che permette di raggiungere la statale 598 Fondovalle dell’Agri. Possibilità che di contro è negata a quanti da Missanello hanno necessità di raggiungere le proprie aziende con il servizio pubblico della Sita, che come è stato segnalato alla stampa, non serve ormai più diversi km della tratta. «Questo è un problema increscioso AVIGLIANO e che dura da molti anni- dice il sindaco di Missanello Vivoli- Circa tre anni fa ci uno smottamento che fece chiudere metà carreggiata. L’Anas ha provveduto a collocare apposita segnaletica e il traffico procedeva in senso alternato. In questi anni nessun tipo di intervento è stato fatto ma già si sapeva che lo smottamento si sarebbe aggravato, come è accaduto nel novembre scorso. La cosa grave è che, dopo l’interruzione del tratto in seguito al secondo smottamento, non c’è neanche una adeguata segnaletica che possa indicare la direzione da prendere per raggiungere la 598 in direzione Salerno o Taranto. Inoltre, cosa ancora più grave, la deviazione dei mezzi pesanti lungo la strada comunale è stata indicata senza alcun tipo di parere all’amministrazione comunale. Nessuna richiesta ci è stata inviata. Io mi prodigherò in questo mese affinchè l’Anas proceda in tempi brevi a ripristinare il traffico sulla 92». le altre notizie SICIGNANO-POTENZA Limitazioni al traffico raccordo autostradale n L’Anas comunica che a partire dalle ore 13 di sabato 12 aprile, e fino al termine delle esigenze, saranno attive limitazioni al transito veicolare sul Raccordo autostradale «Sicignano-Potenza», nel tratto compreso tra il km 20,500 e il km 21,200. Nello specifico, tutti i veicoli provenienti da Buccino e diretti a Balvano – Potenza, saranno deviati allo svincolo di Vietri di Potenza. I veicoli di massa a pieno carico fino alle 3,5 tonnellate e/o larghezza fino ai 2,30 metri, potranno rientrare sul raccordo attraverso la rampa di innesto dello svincolo di Vietri di Potenza, in direzione Potenza. LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI SI È CONCRETIZZATO CON UN GEMELLAGGIO CON I RAGAZZI DEL CILENTO Alunni interagiscono attraverso la scrittura con i loro coetanei di una scuola di Agropoli SANDRA GUGLIELMI l Insegnare passando attraverso il gioco e gli esempi concreti, così da aiutare i piccoli scolari ad appropriarsi degli strumenti del sapere e rafforzare le conoscenze attraverso l’esperienza e non con il semplice e passivo ricevere di nozioni. Dopo l’esperienza, ancora in corso, dello studio della matematica filtrato attraverso attività logico - matematiche e ludiche, ormai al terzo anno, alcune insegnanti della primaria «Silvio Spaventa Filippi» della cittadina hanno pensato di rafforzare la spiegazione di come si scrive una lettera trovando per i propri alunni dei piccoli interlocutori con cui intraprendere uno scambio epistolare. Tina Centola, Carmela Samela, Gelsomina Salluzzi, Maria Rosaria Santangelo e Rosanna Santoro, insegnanti della 4ªA e 4ª B della primaria dell’istituto comprensivo aviglianese, hanno deciso, a quel punto, di proporre al dirigente scolastico, Salvatore Mascolo, l’idea di far interagire concretamente i piccoli con dei loro coetanei utilizzando la scrittura. A rispondere positivamente all’invito dell’Istituto della cittadina gianturchiana, che risale già allo scorso anno scolastico, è stata didattica statale «G. Landolfi» di Agropoli, i cui scolari delle attuali classi 4ªE e 4ª D hanno iniziato uno IL GRUPPO I ragazzi di Avigliano e Agropoli scambio di missive con gli studenti aviglianesi. Con il passare del tempo, lo scambio di informazioni si è trasformato in un vero e proprio gemellaggio che mercoledì scorso si è concretizzato attraverso la conoscenza diretta. Sono stati 47 i bambini del comune del Cilento che, accompagnati dalle loro insegnanti, hanno trascorso la giornata nella cittadina al piè del Carmine. «Dopo l’accoglienza – raccontano le insegnanti -, la mattinata è stata dedicata ad una serie di attività, tra le quali la presentazione dei costumi e dei canti tradizionali, anche grazie alla collaborazione del gruppo folkloristico, la presentazione di manufatti dell’artigianato artistico aviglianese, come la balestra, nonché l’illustrazione, attraverso la mostra della Retrospettiva dei Quadri plasti- ci», dell’intenso ed emozionante spettacolo di scene viventi, fatte rivivere grazie all’impegno della locale Proloco, che riproducono, attraverso personaggi immobili, opere d’arte figurative in uno spettacolo diventato negli anni uno dei più noti ed importanti della tradizione aviglianese. Prima di pranzo i bambini hanno visitato anche l’Antico forno di Valvano, dove ancora si produce pane ed affini con metodologie tradizionali. Nel pomeriggio l’imponente maniero federiciano di Lagopesole ha fatto da cornice ad un’altra serie di attività alle quali ha partecipato l’Associazione Parimpari, che porta avanti già da qualche anno ad Avigliano il progetto «La palestra di Archimede». «Abbiamo animato l’escursione con attività logico-matematiche – ha spiegato il presidente Giuseppe Guarino». «La “Palestra di Archimede” – continua - nell’anno scolastico in corso vede impegnati più di mille ragazzi, di cui 300 del Comprensivo di Avigliano, dove le insegnanti si adoperano attivamente e con grande entusiasmo, con la consapevolezza che con il gioco ed i rompicapo si possono stimolare attivamente i ragazzi, rafforzando il loro il ragionamento e l’elasticità mentale». «Abbiamo vissuto – hanno raccontato le insegnanti – davvero una bellissima e formativa esperienza». RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA E PROVINCIA Venerdì 11 aprile 2014 La raccolta conteneva la rarissima Gran Croce di Prussia. Per Rocco Galasso spariti « pezzi rarissimi» MINISTRO Pietro Lacava, nella sua casa ospitò anche Giuseppe Zanardelli all’inizio del ‘ 900. A sinistra il medagliere ANTONIO MASSARO l In tempi di crisi i ladri non si fermano davanti a nulla. Anche i cimeli storici fanno gola. E infatti a Corleto Perticara ha preso il volo Il medagliere con alcune importanti e rare onoreficenze assegnate a Pietro Lacava (1835-1912) – che fu a lungo deputato e più volte ministro nell’Italia riunificata pochi anni prima. Il furto nella casa di famiglia del famoso uomo politico potrebbe essere avvenuto mesi fa ed è stato scoperto dalle componenti di un ordine religioso al quale la casa era stata donata dai discendenti di Lacava che, in quelle stanze, ospitò anche Giuseppe Zanardelli nel suo storico viaggio in Basilicata, all’inizio del '900. Il medagliere conteneva, fra l’altro la «Gran Croce di Prussia», considerata rarissima, e altre medaglie e placche, tutte di «altissimo valore». I malviventi hanno rubato anche altri oggetti, considerati però di valore più contenuto. Sul furto indagano i carabinieri. Non sono mancate le reazioni di stupore dopo il furto in casa Lacava. In primis quella di Rocco Galasso, amico di Casa Lacava e Presidente del Centro Studi Storico Militari «G. Salinardi». CORLETO PERTICARA I LADRI HANNO PRESO DI MIRA LA CASA DELL’UOMO POLITICO, A LUNGO DEPUTATO E PIÙ VOLTE MINISTRO DOPO L’UNITÀ D’ITALIA Rubato il prezioso medagliere storico nell’abitazione della famiglia Lacava «Sono davvero dispiaciuto per l’accaduto - dice Galasso - che ci priva di un pezzo importante di storia politica non solo della nostra regione, ma nazionale. Il ministro Lacava, per i tempi che aveva vissuto, fu sicuramente uno degli uomini politici in grado di ricevere attestazioni di profonda stima a livello internazionale, come lo dimostrano le concessioni di altissime decorazioni estere (prussiane, turche, greche, russe). Nel consultarmi con uno dei maggiori cultori di militaria ed esperto di Ordini e Decorazioni ho avuto ancor più conferma della rarità di alcuni pezzi. Sarebbe cosa gravissima non poterli più ritrovare». «Quel medagliere - conclude Galasso - è stato amorevolmente custodito nei VIGGIANO ENI CONFERMA IL SUO IMPEGNO PER IL MANTENIMENTO DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI cento anni che vanno dalla morte del ministro ai nostri giorni. Le religiose che hanno ricevuto l’immobile hanno avuto sempre grande attenzione e prudenza con i beni loro affidati. Anche le concessioni del materiale che hanno voluto affidare, mio tramite, per l’esposizione presso il Museo Provinciale, sono avvenute con un forte senso di responsabilità ed all’insegna delle miglio- ri garanzie di proprietà e di buona custodia. Confido molto nell’opera di recupero di questo patrimonio storico». Va detto infine che il ministro ha avuto una sola figlia Ida, alal sua morte le proprietà sono state donate all’Istituto di cultura e formazione religiosa. Mentre l’imponente biblioteca, per volontà di Ida Lacava, è stata donata al Comune di Corleto. SPINOSO VALLE DELL’ENERGIA VENOSA DAI CC «In Val d’Agri sicurezza e lavoro per i lucani» Rubano barre Si parla oggi in alluminio di giovani arrestati e di occupazione ex dipendenti l VIGGIANO. Eni ribadisce il suo « tribuendo al mantenimento dei livelli impegno costante su sicurezza e man- occupazionali di lavoratori lucani neltenimento dei livelli occupazionali in le aziende aggiudicatarie dei contratti Val d’Agri». Il colosso petrolifero fa come confermato dai sindacati». sapere che «sin dal 2008, con la decisione di collocare il Distretto Meridionale in Val d’Agri, ha dato un forte impulso alle attività dell’indotto dimostrando il proprio impegno verso il territorio in cui opera». Inoltre «con la sottoscrizione del protocollo del 5 ottobre 2012, Eni ha rafforzato le iniziative di sostegno all’ economia locale ,impegnandosi a massimizzare, nel rispetto delle normative vi- PETROLIO IN VAL D’AGRI L’impegno dell’Eni genti, la partecipazione delle aziende locali a gare regionali e lo«In particolare - prosegue Eni - nel cali. 2013 si sono tenuti 12 incontri presso Nel 2013 Eni ha agevolato l’appli- Confindustria Basilicata che hanno cazione dell’Asse 5 del medesimo pro- portato alla sottoscrizione di 4 verbali tocollo in tema di cambi d’appalto, con- di accordo, permettendo la ricolloca- l . «Giovani e lavoro nella Valle dell'Energia». È il tema che si tiene oggi a Spinoso, ore 18, nella sala Giovanni Paolo II. «Visto che il lavoro non è uno dei temi, ma "il tema" sul quale si gioca il futuro della stessa esistenza di tanti piccoli paesi lucani, abbiamo voluto centrare l'attenzione sulle strategie e le politiche che i principali attori del nostro tempo hanno in mente di attuare in materia di lavoro». Così il sindaco di Spinoso Pasquale De Luise «La concentrazione dice il primo cittadino va proprio verso il lavoro giovanile, considerando che proprio in tale segmento la percentuale di disoccupazione in Basilicata risulta altissima. E' anche il modo per capire le strategie e il piano sul lavoro che il nuovo presidente della Regione ha in mente di attuare e come intende mettere al servizio di tale scopo, le ingenti risorse che dal petrolio arrivano alla Regione Basilicata, magari prevedendo, come i "Sindaci Ribelli" hanno da tempo consigliato, che il reperimento di personale da impiegare in tutte le attività estrattive sia acquisito da manodopera locale in misura non inferiore all’80% di tutto il personale impiegato». zione del 96% dei lavoratori interessati da cambi d’appalto». Eni ribadisce «il proprio impegno costante e continuativo sulle tematiche relative alla salute dei lavoratori che ha portato a risultati di eccellenza: all’interno dei propri siti operativi il medesimo livello di sicurezza è garantito per tutti i lavoratori, diretti e indiretti. Tale impegno ha consentito di ridurre di 10 volte, dal 2009 al 2013, il numero di infortuni per milione di ore lavorate da dipendenti e contrattisti presso Distretto Meridionale Eni E&P (Dime). Sulle rivendicazioni salariali dei sindacati relativamente ai dipendenti delle aziende dell’indotto, Eni, non avendo alcuna titolarità circa i rapporti di lavoro oggetto di confronto, conferma la propria impossibilità a partecipare ad eventuali trattative». LAGOPESOLE DA OGGI E FINO AL 14 APRILE NELLA CORNICE DEL CASTELLO BRINDISI DI MONTAGNA DOPO IL SUCCESSO 2013 Al via la 4 giorni del progetto Sagittarius Ritorna 1° maggio al Parco Grancia L’obiettivo è promuovere il patrimonio culturale e naturale l Si terranno nella suggestiva cornice dal Castello di Lagopesole, da oggi al 14 aprile, 4 giornate di incontri, all’interno del progetto «Sagittarius». Un progetto volto alla promozione del patrimonio culturale e naturale nelle regioni prevalentemente rurali dell’Area-Programma Basento-Bradano-Camastra, favorendo in questo modo il processo di identificazione dei giovani nei propri luoghi d’origine. Il progetto Sagittarius introduce un concetto nuovo per utilizzare dei tipi differenti di valori culturali relativi alle risorse del patrimonio naturale e culturale come un motore per lo sviluppo, creando in questo modo delle nuove opportunità per l’in- novazione nell‘imprenditorialità. L’integrazione delle istituzioni accademiche e di ricerca, del settore pubblico-privato, delle comunità locali e dei soggetti nella preservazione e la promozione del patrimonio naturale e culturale. Il progetto è stato preparato per la piattaforma di partecipazione nella conoscenza e nell’esperienza trasferibile in capitale umano che sarà utile nelle aree del See. I territori rurali sono spesso pieni di ricchezze naturali, storiche e culturali tuttavia tali «beni», anche se ben conservati, sono poco noti ai turisti (se non addirittura sconosciuti).Molte zone inoltre sono sottosviluppate e caratterizzate da forte emigrazione giovanile. «La Basilicata in vetrina 2014» l Ritorna la manifestazione «1° Maggio al Parco Grancia - La Basilicata in vetrina 2014». Dopo il successo del 2013 con oltre 5000 visitatori provenienti da tutto il centro Sud, venti gruppi musicali lucani, e più di 40 espositori regionali, si riconferma la forte volontà dello Spazio Grancia di far rete e squadra tra diversi operatori lucani in una cornice affascinante e coinvolgente come quella del Parco Grancia. Questa 2° edizione, organizzata dalla Proloco di Brindisi Montagna, l'associazione Spazio Grancia in collaborazione con il Comune di Brindisi Montagna e altre associazioni (tra cui Prima Persona Basilicata e Forum dei Giovani), si pone come obiettivo quello di valorizzare e far conoscere le eccellenze lucane in uno spazio condiviso di idee e contenuti. Durante la giornata 1° maggio si potranno visitare gli stand espositivi delle varie associazioni aderenti, degustare prodotti tipici lucani presso il «Borgo dei Sapori». l Intensa nelle ultime ore l’attività dei carabinieri della compagnia di Melfi e di quella di Venosa. partendo da quest’ultima, all’ alba di ieri i militari del nucleo operativo e radiomobile hanno arrestato due cittadini venosini per furto aggravato in concorso. Difatti i carabinieri alla periferia della cittadina oraziana hanno sorpreso all’interno di una società del posto due giovani impegnati ad asportare barre in alluminio per infissi. I due ladri, già dipendenti della suddetta ditta, alla vista dei militari non hanno opposto resistenza e sono stati arrestati. Ora sono ai domiciliari. A Lavello invece i carabinieri hanno denunciato una persona che alla guida di un’auto, seppure in evidente stato di ebbrezza alcolica si rifiutava di sottoporsi all’accertamento del tasso alcolemico. Invece a Genzano di Lucania i militari della locale stazione hanno denunciato per truffa un cittadino di origine calabrese. L’uomo tramite inserzione su internet simulava la vendita di un elettrodomestico ad una signora del posto. Ha incassato indebitamente il denaro pattuito senza corrispondere nessuna apparecchiatura. Invece a Rapolla sono stati denunciati due titolari di panifici, per aver omesso le verifiche all’impianto elettrico. A Muro Lucano due persone di Cerignola sono state denunciate per trasporto illecito di rifiuti speciali. Infine a Rionero due giovani denunciati per guida senza patente. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I IX Venerdì 11 aprile 2014 UN BEL PRIMATO SVILUPPO DEL TERRITORIO A GONFIE VELE Il 26,4 per cento sul totale delle nuove entità con un valore aggiunto prodotto a livello territoriale di 158,5 milioni di euro Imprese turistiche cresce la linea verde Provincia di Matera in testa alle aziende giovanili del settore SOUVENIR Un banco con oggetti ricordo della visita ai Sassi [foto Genovese] l La provincia di Matera è la prima in Italia con il 26,4 per cento delle imprese culturali sul totale delle nuove realtà produttive giovanili, con un valore aggiunto prodotto a livello territoriale di 158,5 milioni di euro. Il dato è stato reso noto ieri nel corso dell’incontro sul tema “Azioni di sistema sul turismo per favorire lo sviluppo locale”, promosso dalla Regione Basilicata e con l’apporto del partenariato economico e sociale del Po Fse Basilicata, composto da associazioni imprenditoriali e sindacali. L'attenzione e le potenzialità delle imprese culturali rappresentano una componente importante per l’attivazione di strategie mirate nel settore turistico, con mia del mare per formare figure e attivare iniziative di livello europeo. L’assessore provinciale al Turismo, Nicola Buonanova, ha ricordato i risultati dell’iniziativa Provincia in bus che lega le aree interne e costiere. Il vicepresidente della Camera di commercio, Alfredo Ricci, si è soffermato sui progetti di rete avviati dall’Ente nel settore turistico come Mirabilia, tra le città Unesco, Siaft per agroalimentare e turismo, dieta mediterranea. Le produzioni agrobiologiche della Basilicata alla conquista dei mercati, in ascesa, dei buongustai e della rete di distribuzione di Australia e Giappone, grazie alle opportunità del progetto “Eatalian Bio’’. le opportunità dei programmi europei Fse, Fesr e Feasr. La definizione di strategie per nuovi investimenti, legati a settori che vanno dalla creatività alle infrastrutture, sarà supportata da un questionario conoscitivo tra gli operatori con l’apporto della società Ismeri Europa – convenzionata con la Regione Basilicata e da progetti proposti dalle imprese. Alcuni di questi potrebbero venire dalle esperienze maturate dall’azione programma con il patto formativo locale 2000-2006 sulla filiera turistico culturale, che ha avuto un investimento di 1,5 milioni di euro, e dai Pacchetti integrati per l’offerta turistica (Piot). Il Piot Matera con dieci milioni di euro di contributi ha por- tato a investimenti per 20 milioni di euro, altri due sono stati investiti in comunicazione e tre in infrastrutture. «Da esperienze come queste – ha detto il direttore di Confapi Basilicata, Nicola Fontanarosa – si possono rafforzare reti e partenariati per sviluppare strategie locali incentrate sul binomio turismo cultura, utilizzando le potenzialità e le risorse in corso di quantificazione dell’Unione europea. La risorsa giovani è una leva importante per creare occupazione e sviluppo». Nel corso degli interventi di vari operatori, come il presidente del Circolo Velico Lucano, Sigismondo Mangialardi, sono venute proposte interessanti come il progetto dell’Accade- Quanto alla Camera di commercio, è anche stato reso noto che tramite l’azienda speciale Cesp, partecipa al progetto sul bioalimentare italiano “Eatalian Bio” finanziato dal ministero dello Sviluppo economico e realizzato da Assocameraestero in collaborazione con le Camere di Commercio Italiane di Sydney e Tokyo, con l’obiettivo di promuovere sui mercati australiano e nipponico i prodotti agroalimentari Made in Italy. La promozione riguarda soprattutto le produzioni biologiche legate ai territori di produzione per incrementarne l’esportazione e il corretto consumo. Le aziende interessate possono contattare contattare il Cesp allo 0835 338437- 42. PROPOSTE VINCENTI LA TESTIMONIANZA DI MARIANGELA FALCIGLIA E I DUE PREMI ASSEGNATI A VITO CIFARELLI RACCONTANO UN CAMMINO CHE STA PROSEGUENDO Il vino con l’accento materano Una scoperta continua per gli estimatori che hanno scelto lo stand «Basilicata Wine» l Il vino, parla anche lucano. Segnali confortanti per gli imprenditori materani del vino che hanno partecipato all’edizione numero 48 di Vinitaly, a Verona. L’interesse per i vini lucani, proposti nello stand Basilicata Wine, è stato confermato dalla buona affluenza di buyer internazionali alla ricerca di nuove nicchie di mercato tra le etichette lucane. Una testimonianza diretta sull’andamento della prima fiera al mondo per il settore del vino è quella di Mariangela Falciglia. «I vini lucani oltre ad essere apprezzati per il gusto - afferma - l’amministratrice delegata di «Cantine Falciglia» attive tra Matera e il Metapontino - rappresentano sempre più il territorio, la storia e la nostra cultura sociale. Un modello di eccellenza che abbiamo promosso con convinzione quest’anno qui in fiera. E i risultati non sono mancati per quanto riguarda il numero dei contatti avuti con i buyer nazionali ma soprattutto europei. Per quanto riguarda il mio SAPER BERE Sono confortanti i segnali per gli imprenditori materani del vino che hanno partecipato all’edizione numero 48 di Vinitaly a Verona . brand ho registrato un notevole interesse per il primitivo “Don Antonio Falciglia” annata 2012 vinificato con cura artigianale ed attenzione al recupero della biodiversità. Un rosso apprezzato dai buyer per le sue intense note speziate, il gusto armonico e la facilità di abbinamento a diverse pietanze. Un aspetto, Stamane riunione in città Il Consiglio regionale sostiene Matera 2019 Gita a Matera. Con l’obiettivo di “dare un ulteriore segnale di sostegno da parte di tutta la Regione Basilicata al cammino di Matera verso la candidatura a Capitale europea della cultura 2019”, la Giunta regionale si riunirà con tutti i direttori generali nella città dei Sassi. L’inizio dei lavori è previsto alle 11.30 nella sala delle arcate di Palazzo Lanfranchi. Lo ha reso noto l’ufficio stampa del Comune di Matera specificando che “tutta la Giunta ed i direttori generali si sposteranno da Potenza a Matera in un pulmino con la scritta sovrimpressa «Regione Basilicata per Matera 2019». quest’ultimo, che ha convinto numerosi gourmet nordeuropei alla ricerca di un rosso un po più leggero quindi in grado di risultare ‘flessibile’ cioè adatto ad accompagnare varie pietanze come aperitivi, antipasti, primi piatti ed anche il pesce o frutta, in particolare le fragole». Mariangela Falciglia ha ere- ditato dal padre Antonio la passione per il vino e l’amore per la terra, quei pianori di Tursi espressione autentica dell’impegno e della tradizione vinicola dell’azienda, frutto di ricerca e qualità sia in vigna che in cantina, ma anche di un ecosistema viticolo naturale di qualità con un “terroir” unico ed insostitui- bile. Ma al diciottesimo concorso internazionale Packaging di Vinitaly sono stati assegnati anche due premi ai vini Cantine Cifarelli, di Vito Cifarelli. Si tratta del premio Etichetta d’Argento al Primitivo di San Vito e il premio Etichetta di Bronzo al Rosato di San Vito. Tra le 160 etichette in concorso provenienti da tutto il mondo, Cantine Cifarelli si è distinta per la sua immagine raffinata, conquistando il gusto della giuria altamente qualificata composta da nomi eccellenti quali: Alberto Alessi, presidente di giuria, già presidente di Alessi spa e responsabile di design management, marketing strategico e comunicazione, Riccardo Facci art-director e fondatore dell’agenzia creativa Facci & Pollini, dal designer Luca Fois, creative advisor e docente a contratto alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano, da Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, e dalla giornalista Elena Caccia di Civiltà del Bere. FORMAZIONE INIZIATIVA DEL COMUNE E DELL’AATO PER SVILUPPARE INTERESSE E SPIRITO DI PARTECIPAZIONE Raccolta differenziata tra i banchi Attività di sensibilizzazione nelle scuole, ma pensando alle famiglie l Prosegue il piano di Comunicazione e sensibilizzazione che il Comune, in collaborazione con l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale dei rifiuti, ha avviato per incrementare le percentuali di raccolta differenziata in città. Dopo una serie di incontri nei quartieri Acquarium e Contrada San Francesco dove è stata estesa la raccolta differenziata “porta a porta” che hanno visto una folta ed attiva partecipazione dei cittadini, sta per iniziare l’attività di sensibilizzazione nelle scuole con la collaborazione di alcune associazioni cit- tadine. «L’obiettivo – spiega l’assessore all’Igiene urbana, Rocco Rivelli – è quello di aiutare gli studenti a comprendere il significato della raccolta differenziata dei rifiuti in modo che possano portare nelle loro famiglie questa cultura del rispetto dell’ambiente. L’approccio al tema sarà di tipo ludico attraverso due progetti di formazione, Rico e le Ricicliadi, le olimpiadi della raccolta differenziata in modo da determinare interesse e partecipazione. Queste attività che interesseranno le scuole saranno sviluppate nel mese di maggio e nel prossimo anno scolastico». Il cronoprogramma è stato definito nel corso di una riunione, svoltasi nei giorni scorsi, che ha visto una folta presenza degli insegnanti e dei dirigenti scolastici insieme all’assessorato all’Ambiente, l’Aato e alle associazioni. Intanto, è sempre possibile scaricare dal sito internet del Comune il Vademecum per eseguire in modo corretto la raccolta differenziata: www.comune.matera.it/it/servizi sotto la voce “In evidenza”. le altre notizie COMITATO DEL NO Inceneritore, tocca ai cittadini decidere n Ora tocca alla città, lo dice il Comitato No Inceneritore. «I cittadini materani - è scritto in una nota - si sono già ampiamente espressi contro la trasformazione dell’impianto Italcementi di contrada Trasanello in un inceneritore che bruci 60 mila tonnellate di rifiuti all’anno, tanti quanti ne produce l’intera provincia di Matera. Ora però la voce della città deve arrivare chiara all’interno del Palazzo di città. L’occasione è data dall’assemblea del Consiglio Comunale del 16 aprile, alle 16, in via Sallustio. C’è la discussione della petizione popolare promossa dal Comitato No Inceneritore MentoSulCemento che ha raccolto 2 mila firme. Si confida nel buon senso affinchè s’inserisca la questione al primo punto, in modo da permettere la più ampia partecipazione. Nel corso dell’assemblea esponenti del Comitato illustreranno contenuti e motivazioni dell’iniziativa. Nessuno ora potrà più dire di non sapere. E tutti dovranno assumersi la responsabilità di un eventuale rigetto della petizione di fronte ai cittadini che il Comitato invita a partecipare numerosi all’assemblea». DOPO LA MESSA IN SICUREZZA Riapertura al traffico di due provinciali n La Provincia ha disposto la riapertura al traffico della strade provinciale Accettura-Gallipoli- Ponte Balzano e della Fondovalle Salandrella. La chiusura al transito era stata disposta a seguito delle alluvioni dei mesi scorsi che avevano impegnato l’Ente a mettere in sicurezza i tratti stradali. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Venerdì 11 aprile 2014 DONNA SIMBOLO NON SOLO UN MAGISTRATO UN IMPEGNO A FAVORE DEI DEBOLI Fu l’accusa nel processo contro i responsabili dello sterminio dei Tutsi e adesso è impegnata per il sud dell’Europa Il Ruanda e il Sud sono le sue ragioni Arbia, i 20 anni del genocidio e i nuovi obiettivi EMILIO SALIERNO l Si è spesa per le vittime dei genocidi e dei crimini contro l’umanità. Fare giustizia è una ragione della sua vita. Il magistrato Silvana Arbia, lucana e con forti radici a Matera, è un simbolo dell’azione per la ricerca della verità e dell’impegno per la costruzione della pace nel mondo. Un lungo lavoro nella Corte penale internazionale dell’Aja e nel Tribunale penale internazionale per il Ruanda (istituito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite). In questi giorni si stanno svolgendo le celebrazioni per il 20esimo anniversario di quel genocidio in terra d’Africa, che nel 1994 causò la morte di 800mila ruandesi dell’etnia tutsi (Arbia ha rappresentato l’accusa contro i responsabili delle stragi). Una storia che Arbia ha anche raccontato nel suo libro “Mentre il mondo stava a guardare”. «Tra il sei e il sette aprile di vent’anni fa - ricorda Arbia - cominciò il massacro. Il Tribunale per il Ruanda è servito anche a stabilire le ragioni di quel genocidio e come fu pianificato. Sappiamo, oggi, che non accadde per caso in quanto ci fu un vero e proprio progetto che, anni prima, lo generò». Siamo ad una generazione da quei fatti. Quella tragedia sarà un insegnamento per i ruandesi e per altri popoli? «È una questione che ci si deve porre. Le celebrazioni sono un omaggio alle vittime, ma abbiamo bisogno di una memoria attiva per sapere che cosa è accaduto, cercando di prevenire che cosa potrà ancora avvenire in qualsiasi parte del pianeta. Abbiamo l’obbligo di chiederci quale impatto ha avuto e ha il genocidio del 1994. Durante il massacro spiega Arbia - il mondo fece finta di niente, non si interessò nemmeno per cercare di ridurre la portata del genocidio. La “distanza” della comunità internazionale ha lasciato che si arrivasse all’attuazione di quella che fu definita, dalla propaganda ufficiale, la soluzione finale per tutti i mali del Ruanda, ossia l’eliminazione dei Tutsi. Al di là dell’Onu, serve una coscienza civile che deve battersi per questi problemi, la società deve intervenire sempre. Certo, ci sono delle istanze per capire se, in futuro, sarà possibile modificare il regolamento del Consiglio di sicurezza, in particolare per quanto riguarda il potere di veto di alcuni Stati». Dopo l’attività a l’Aja, è rientrata in Italia come magistrato e adesso vuole spendersi su altri fronti, a cominciare dalla elezioni europee, nella lista di Tsipras e nel collegio del sud Italia. «Perché cambia la mia area di impegno, è una questione che qualcuno potrebbe porre. Sono alla fine della mia carriera di magistrato e per l’unione europea c’è ancora tanto da fare. Andrò in aspettativa DALL’AFRICA ALL’EUROPA Silvana Arbia all’Onu «Preservare l’ambiente serve allo sviluppo della Basilicata» Ai temi della tutela dell’ambiente, Silvana Arbia sta già dedicando una parte del suo impegno. «Seguo le vicende di Aliano dice - paese a me caro, in particolare la questione di una discarica situata nel cuore dei calanchi. In passato, in quel comune, ho anche proposto la creazione di un Istituto per la formazione e la ricerca, nel solco dello sviluppo delle regioni che devono crescere nel rispetto del patrimonio culturale e naturale del territorio. Quello della difesa dell’ambiente è per me un altro grande fronte di azione». La Basilicata e l’Africa sono sempre nel senza retribuzione in vista delle elezioni. Dal mio angolo di osservazione, non penso che si stia andando nella direzione giusta dei principi fondatori dell’unione. C’è una predominanza degli interessi finanziari, bancari, e c’è invece una disattenzione sui problemi centrali come la CORTE PENALE Arbia all’Aja suo cuore. Nei giorni scorsi, a San Marino, Arbia ha lanciato l’idea della Fondazione per i bambini soldato. «Ho devoluto il premio di 20mila euro assegnatomi a Berlino dall’organizzazione Soroptimist per l’impegno a favore della pace proprio per istituire a Kigali un osservatorio sul fenomeno dei bambini soldato della regione dei grandi laghi, anche perché se la crisi si è chiusa in Ruanda resta comunque aperta in altre aree geografiche del mondo. E’ un fenomeno su cui bisogna fare qualcosa per capire i motivi di un crimine di guerra che colpisce tanti minori». [em.sa.] dignità della persona, sulla situazione di benessere delle aree più vulnerabili, sulla crisi dei lavoratori che perdono il posto, sui giovani che non realizzano i loro progetti professionali, sugli anziani che non trovano i servizi di cui hanno bisogno. Insomma, siamo di fronte ad una invo- luzione del progetto comunitario. Siamo ancora molto lontani dall’Europa dei cittadini. E il fatto che ci sia una burocrazia così complicata può favorire la corruzione, che è uno dei problemi più importanti dell’Unione europea, stando ai dati secondo cui 120 milioni di euro vengono spesi per farvi fronte. Se si vuole una lotta seria alla criminalità organizzata serve un sistema che rafforzi la cooperazione tra gli Stati. E non avrei potuto fare questo nuovo passo senza pensare al Sud, che significa oggi tutta l’Italia, perché oramai il nostro Paese è Sud. Io voglio partiredalla Basilicata per riprendere e riaffermare i principi dell’unità europea, che si sono smarriti». Matera e la sua aspirazione a diventare capitale europea della cultura nel 2019, che cosa ne pensa? «Può essere il luogo giusto per quella possibile investitura, per la sua memoria storica, per la sua conformazione. Cultura europea e Matera sono elementi che possono stare benissimo insieme. Sono molto legata a questa città, qui trovo le mie radici e riscopro una storia affascinante che tutti ci invidiano nel mondo». LA GIORNATA A PALAZZO LANFRANCHI PER LA PRIMA VOLTA SI CELEBRA ANCHE DA NOI LA GIORNATA MONDIALE DI CONSAPEVOLEZZA PROMOSSA DA GLOBUS ONLUS Autismo, si inizia a guardare con più attenzione a tutte le necessità di chi è affetto dal disturbo l L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disturbo del neuro-sviluppo, con esordio nei primi 3 anni di vita, e compromissioni qualitative del linguaggio fino a una totale assenza dello stesso, iperattività, disturbi di comportamento e di relazione, interessi ristretti e disturbi del comportamento. Tutti questi aspetti possono accompagnarsi anche a ritardo mentale. Nei giorni scorsi, a Palazzo Lanfranchi, per la prima volta, Matera ha partecipato alla VII Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo, grazie alla iniziativa promossa dall’Associazione Globus Onlus, dal titolo “I Disturbi dello spettro autistico: una sfida aperta”. Dal 2008, ogni anno, in tutte le principali città l’Italia e del mondo il 2 aprile si celebra il World Autism Awareness Day, istituito dalle Nazioni Unite attraverso la risoluzione 62/139 del 18 dicembre 2007, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dell’autismo, diffondere la solidarietà nei confronti di chi è affetto da tale patologia, di prevenire i pregiudizi culturali che circondano l'autismo e per combattere l'isolamento delle persone che ne sono affette e le loro famiglie. La serata materana è stata presentata da Domenico Mangione, neuropsichiatra Infantile dell’Azienda sanitaria. «La struttura di neuropsichiatria infantile di Matera - ha detto - lascia il camice bianco con il taschino pieno di penne, i fascicoli con le vite di centinaia di assistiti e viene fra la gente, è con noi, con la città, i cittadini, con chi ha bisogno di rassicurazioni, di un sorriso, di un braccio sulla spalla, di consigli». È seguita la proiezione di un cortometraggio dal titolo “Una mail per Laura”, realizzato e con la partecipazione di Rosemary Mantovani e di suo figlio autistico Saulo, con attenzione speciale su come è vissuto in famiglia l’autismo, documentario che ha vinto tre premi. L’assessore comunale alle Politiche Sociali, Simonetta Guarini, ha fatto presente che il Comune di Matera, sull’autismo e le altre disabilità, sugli anziani, ha previsto un capitolo di spesa che non è mai diminuito negli ultimi tre anni. Gianfranco Pandiscia, per l’Associazione Globus Onlus, ha percorso le attività svolte nelle due sedi di Bernalda, dal 2008, dal presidente e fondatore Enzo Dell’Isola, cheha portato l’associazione anche a Matera, dal 2013. Tra i punti principali evidenziati: le persone autistiche sono una risorsa per il territorio, non sono malati psichici, serve per loro un progetto di vita personalizzato che prenda in carico il prima possibile la persona autistica e la sua famiglia per tutta la vita, come prevede la normativa e le più recenti indicazioni mediche, con interventi sanitari, riabilitativi, assistenziali in tutte le forme, educativi, ludico-ricreativi, laboratoriali e sportivi, e ha ricordato il ruolo della scuola; le eccellenze ci sono tutte (peraltro anche presenti all’incontro), l’ associazione vuole valorizzare tali eccellenze, metterle in rete, portare le reali necessità note solo qui per una migliore razionalizzazione di processi e spesa. Francesco Ferrandina ha evidenziato l’impegno profuso dall’Associazione dalla parte dell’Handicap dal 1990, che ha ripreso in continuità una attività presente che si esercita gratuitamente dal 1983, a favore di interventi odontoiatri per persone non collaboranti, come i diversamente abili, un team di una cinquantina di le altre notizie CONTINUANO GLI INCONTRO A «Scuola di città» a piazza degli Olmi n Continua il processo fondativo di una Scuola di città-Natura nel mondo, promosso del prof. Armando Sichenze, dell’Università della Basilicata. Si inizia oggi alle 16, nelll'Istituto comprensivo “Bramante”, plesso di piazza degli Olmi a matera, e si prosegue a maggio nei giorni 10 e 31. Il workshop si occuperà della rigenerazione degli spazi sottoutilizzati di piazza degli Olmi, in cui è temporaneamente presente l'IC Bramante. La scuola collaborerà, con la partecipazione di allievi, insegnanti e famiglie con studenti e professori dell’Unibas, autori di diversi esercizi di progettazione sul tema della rigenerazione di piazze e scuole. PRESENTAZIONE DEL CORSO SINDROME L’autismo provoca problemi comportamentali per un disturbo del neuro-sviluppo Procedure concorsuali alternativa al fallimento professionisti che in sala operatoria hanno curato oltre 600 pazienti e portato molti di loro dalla sala operatoria alla poltrona, perché anche in tale campo è necessario cercare il più possibile di stabilire una relazione con il diversamente abile, tanto che, la sala operatoria si usa solo per casi eccezionali ma sempre con l’intento di portare gli interventi successivi a completamento del lavoro iniziato in sala operatoria su poltrona. Tra gli interventi, quello di Rocco Di Santo, sociologo, che ha proiettato e commentato il filmato "Mon pétit frére de la lune" (il mio fratellino dalla luna). Premiato nell’ambito di molti festival in Europa e in altri Paesi, il filmato ha l’obiettivo n Sarà presentato oggi alle 16,30, nella Casa Cava, il corso di aggiornamento promosso dall'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Matera col supporto scientifico dei Colloqui baresi di Diritto commerciale , su “Procedure concorsuali alternative al fallimento: regole, prassi, criticità” in programma a partire dal 10 maggio. Parteciperanno il sindaco Salvatore Adduce e il prof. Antonio Uricchio, Rettore dell'Università di Bari. Introdurrà il prof. Sabino Fortunato dell'Università Roma3. di avvicinare all’autismo anche i bambini più piccoli.Carlo Calzone, direttore dell’Unità di Neuropsichiatria dell’Asm, ha concluso la prima parte dell’incontro con la presentazione “La paura dell’altro”, che ha posto diversi spunti interessanti e innovativi sulle due culture che si incontrano, quella della disabilità e quella dei normodotati. Luigi Bradascio, impegnato dal 1983 per i problemi dell’handicap, presidente della IV Commissione regionale sanità, ha assicurato che in Regione tutti hanno compreso le grandi difficoltà delle persone autistiche e delle loro famiglie, e che i lavori e la collaborazione sul tema autismo continueranno. RASSEGNASTAMPA MATERA PROVINCIA I XI Venerdì 11 aprile 2014 METAPONTO L’ALLARME DEL SERVIZIO DI DIFESA INTEGRATA DELL’ALSIA SU UN SEGMENTO ORTOFRUTTICOLO DI ECCELLENZA Pesco e albicocco, produzioni minacciate dal virus «sharka» FILIPPO MELE l METAPONTO. «L'infezione da sharka, il letale virus che colpisce le drupacee (pesco, albicocco, susino), è ormai epidemica nel Metapontino». La notizia, estremamente preoccupante per il futuro di una parte rilevante della frutticoltura regionale, circa 10.000 ettari, è stata fornita dal Servizio di difesa integrata dell’Alsia, ubicato nell’azienda Pantanello. «Diventa fondamentale, allora – ha reso noto il Servizio citato - l’individuazione precoce dei sintomi per tentare di arginare l’epidemia». Da qui la diffusione di una sorta di vademecum per i produttori: «La sharka o vaiolatura è ritenuta la più pericolosa malattia delle drupacee tanto che in Italia è stata dichiarata malattia da quarantena a lotta obbligatoria per cercare di eradicare il suo insediamento nelle aree indenni. Va ricordato, infatti, che le piante colpite producono frutti scadenti, non commercializzabili e, nel giro di qualche anno, muoiono o vanno incontro a gravi deperimenti». Ma come si trasmette il virus? «Attraverso la moltiplicazione vegetativa di piante infette (materiale di vivaio e innesti) e tramite varie specie di afidi. Il materiale di propagazione è il mezzo di diffu- sione del virus più importante su lunga distanza e per questo sono importanti il controllo e la certificazione del materiale vivaistico. E quando in un’area vengono introdotte delle piante infette, come nel caso proprio del Metapontino, la diffusione in campo a partire dai primi focolai è dovuta prevalentemente agli afidi vettori». E siamo alla domanda clou: Che fare? «Per l’attuale mancanza di valide cultivar commerciali “resistenti” a sharka – si legge nel comunicato dell’Alsia - il controllo della malattia è possibile solo con mezzi preventivi che essenzialmente consistono nell’uso di materiale vivaistico certificato esente da virus e nel monitoraggio scrupoloso dei campi, per la tempestiva individuazione ed eradicazione dei focolai di infezione. Il monitoraggio del territorio è compito dei Servizi fitosanitari ma è importante che i coltivatori ed i tecnici siano consapevoli del grave pericolo che l’infezione di sharka può rappresentare per il patrimonio frutticolo di un intero comprensorio e che esaminino accuratamente e periodicamente le piante per individuare l’eventuale presenza di sintomi su fiori, foglie e frutti. I casi sospetti, ovviamente, vanno comunicati all’Ufficio fitosanitario regionale». Ufficio fitosanitario I consigli in caso di attacco dei parassiti METAPONTO. Se si individuano piante di pesco, albicocco, susino, con sintomi sospetti di sharka cosa non fare? Così, il Servizio di difesa integrata dell’Alsia: «Ignorare il problema; tagliare le piante senza avvertire l’Ufficio fitosanitario regionale». Cosa fare? «Segnalare le piante con sintomi; comunicare i casi sospetti all’Ufficio fitosanitario regionale (tel. 0835.284350; fax 0835.284250); conservare in frigorifero i frutti con sintomi sospetti, se in fase di raccolta. In questo modo si ottempera ad un obbligo di legge, si usufruisce delle analisi diagnostiche gratuitamente, si riducono i rischi di trasmissione dell’infezione alle piante sane, si rende possibile risalire ad eventuali partite infette da vivaio, si può usufruire di eventuali contributi all’abbattimento». [fi.me.] EPIDEMIA Le albicocche colpite dal virus della sharka [foto Mele] SOTTO ATTACCO La vaiolatura mette a repentaglio i raccolti PISTICCI LA «SETTIMANA DELLA BELLEZZA» DI LEGAMBIENTE SVELA LE AREE INTERNE DELLA BASILICATA le altre notizie Dalla costa ai calanchi si riscopre il territorio MARE Il lido di san Basilio a Pisticci l PISTICCI. Un percorso alla scoperta delle forme della bellezza italiana: dei luoghi, dell’arte e dei gesti. È la mission della “Settimana della Bellezza” che, organizzata da Legambiente, è in corso di svolgimento, fino a domenica, anche in Basilicata grazie alla collaborazione con i circoli locali. A Pisticci previsto un percorso di promozione e valorizzazione del sistema dunale costiero, minacciato da erosione, eccessivo consumo di suolo e scarsa manutenzione. Domani, dalle 9 alle 13, è in programma un’escursione guidata alla spiaggia di San Basilio, alla scoperta delle bellezze del sistema dune, per porre l’attenzione sull’importanza di una sua maggiore tutela e valorizzazione. Domenica, invece, iniziative a Matera e Montalbano Jonico: due escursioni alla scoperta della città dei Sassi e della cittadina devota a San Maurizio, luoghi rappresentativi di un’intera area e strategici per promuovere una riflessione sulle politiche di uso del territorio e della sua valorizzazione, anche in chiave turistica e di sviluppo locale. A Montalbano appuntamento alle 9.30 alla scoperta della via dei contadini, dai Giardini delle arance alla Terra Vecchia. Nel POLICORO PERSONE CHE NON POSSONO PASSEGGIARE LUNGO LE STRADE O ANDARE IN BICI pomeriggio, tè alla “Petrolla”, uno spettacolare sperone roccioso immerso in un mare di argilla, ai margini della “Riserva dei Calanchi” e punto ideale di contatto tra Montalbano, Pisticci e Craco. A Matera, appuntamento alle 16 per visitare il Cristo la Gravinella, uno degli insediamenti rupestri di maggior fascino ed a rischio nella adiacenza della città. Alle 18 visita al Palombaro grande di Piazza Veneto: una maestosa cisterna che si dirama sotto la parte antica di Matera che rappresenta uno degli esempi di sistemi di raccolta d’acqua più importanti al Mondo. Infine, nell’ambito dell’iniziativa, lanciato il Premio Sterminata Bellezza per far emergere esperienze e persone che hanno dato vita a nuova bellezza: il bando è articolato in due sessioni, generatori di Sterminata Bellezza e promotori di Sterminata Bellezza, ognuna delle quali [p.miol.] avrà poi tre ambiti. PISTICCI COMITATO SU STRUTTURA DI TINCHI Galline sbranate dai cani randagi «Ospedale, ritardi cresce l’allarme nelle campagne inspiegabili» FILIPPO MELE Alle 2.30 ho sentito il mio cagnolino, che tengo nella sua cuccia e libero di girare attorno all’area della l POLICORO. «I cani nelle campagne vanno tenuti palazzina protetta da rete metallica, si è messo ad nei recinti delle case coloniche e non lasciati liberi di abbaiare. Mi sono svegliato, ho acceso la luce, ho spadroneggiare giorno e notte nella zona. A questi guardato fuori ma non ho visto nulla. La paura era animali, poi, si aggiungono quelli randagi. Io ci ho quella di gente venuta a rubare. Poi, alle 5.30, di rimesso 32 polli ma anche nuovo il volpino si è messo altre aziende sono state atad abbaiare. Questa volta taccate da animali incustouna “luce” si è accesa nella diti e randagi. Ed i miei nimia testa e sono corso qui. potini non possono fare una Un grosso cane mi è passato passeggiata nel podere per davanti seguito da altri tre il pericolo di essere azzanpiccolini. Lì ci sono le imnati». Lo ha detto alla Gazpronte». zetta Armando Bonavita, Così, Bonavita ha scoperagricoltore di via Pellico, to la strage nel pollaio. «Il nella zona Madonnella, doproblema, però – ha puntuapo che nella notte tra merlizzato – non è solo quello dei coledì e giovedì 4 cani hanmiei polli da buttare quanto no sbranato i 32 polli che delle persone che non poscustodiva in gabbie dietro sono passeggiare lungo le alla casa colonica. «Polli - ha strade o andare in bici incontinuato il nostro inter- SBRANATE L’espressione affranta dell’allevatore seguiti da cani che abbaiano locutore - già quasi pronti a più non posso. Io penso che per essere macellati, cucinati e mangiati. Per la mia sia dovere dei cittadini segnalare alle autorità comfamiglia, soprattutto per i miei 6 nipotini, un cap- petenti questo problema che, al pari delle strade pone ruspante vale ancora. Ma non è solo quel che è dissestate e delle bonifiche sporche, fa quel che si successo a me. Altri agricoltori ci hanno rimesso chiama qualità della vita. Anche nelle campagne conigli e galline. Senza contare lo spavento notturno. vivono famiglie con i loro sacrosanti diritti». l PISTICCI. «Ancora silenzio sul terzo piano di Tinchi». Lo ricorda il Comitato di difesa dell’ospedale pisticcese, precisando che anche «l’ambulatorio per il trattamento del piede diabetico è solo sulla delibera, ma i servizi ancora non partono. Marzo è passato da un pezzo – si legge in una nota – mentre ci avevano assicurato che entro la fine del mese avremmo avuto la relazione dell’Università di Basilicata sul terzo piano. Siamo alla seconda settimana di aprile e tutto tace. L’orrore strutturale dell’ospedale di Tinchi continua come prima: intonaci a pezzi, buchi nei muri lasciati da chi ha fatto i carotaggi, dappertutto e su tutti i piani, senza i dovuti ripristini. Volatili e guano dappertutto, i piccioni si sono impossessati dell’ospedale». Insomma, «un girone dantesco dove la gente vaga nei corridoi senza guida e nessun rispetto per la privacy, scarsa informazione sugli ambulatori, il pronto soccorso che manda gente in giro con una ferita da taglio dicendo che non si può fare qui, ma bisogna andare a Policoro». Il comitato parla di «irresponsabilità e disorganizzazione paurosa. Abbiamo in questi giorni chiesto ripetutamente che ci fosse un incontro tra i responsabili per organizzare il percorso per far partire il famoso ambulatorio chirurgico per il trattamento del piede diabetico che è ancora solo su un paio di delibere. I direttori, dopo il positivo incontro del 24 marzo, sono rimasti immobili altre faccende affaccendati e la rabbia cresce tra cittadini e componenti del comitato. Restiamo fiduciosi – conclude la nota – ma, nello stesso tempo, rimaniamo [p.miol.] pronti a riprendere la lotta. E sarà dura». SCANZANO JONICO STAMERRA, PSI «La guerra in Consiglio non produce niente» n Vicende amministrative di Scanzano Jonico. È rimasto “molto deluso dalla baraonda” che si è creata a Scanzano Jonico nell’ultimo Consiglio comunale il giovane segretario della sezione del Psi, Giuseppe Stamerra. Che ha dichiarato: «Quell'aria di negatività tra maggioranza e opposizione mi ha scosso. Hanno ragione i miei coetanei a consigliarmi di mollare la mia passione per la politica soprattutto quando i consiglieri di minoranza parlano di democrazia, giustizia e rispetto verso il prossimo, per poi terminare il discorso rivolgendo minacce verso i colleghi della [fi.me.] maggioranza». BERNALDA TRATTAMENTO ANTILARVALE Disinfestazione in centro e al borgo n Il Comune di Bernalda ha avviato il trattamento antilarvale e di disinfestazione primavera estate 2014. Con due interventi mensili, il 15 e il 30 di ogni, a partire da aprile e fino ad agosto, si interverrà su piante e aree verdi degli abitati di Ber[an.mor.] nalda e Metaponto. IN RESTRIZIONE GIUDIZIARIA Ricovero dei minori ecco i fondi regionali n Fondi regionali del Comune di Bernalda e Metaponto per il ricovero di minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e ospitati in varie strutture di accoglienza sul territorio cittadino. Ammontano a 17 mila 883 euro. Serviranno a liquidare le spese di ospitalità ricettiva. Lo ha deliberato L’Ufficio socio economico di Bernalda, in base alle somme stanziate dal Dipartimento alla sicurezza sociale e dei servizi alla persona della Regio[an.mor.] ne. RASSEGNASTAMPA XII I LETTERE E COMMENTI Venerdì 11 aprile 2014 VITTORIO VIGGIANO * ANTONIA LOSACCO * La parrocchia Santa Cecilia Nuovi orchestrali ma stessa musica L a parrocchia S. Cecilia sorge sul piazzale Adriatico, a Potenza, e serve un rione di grande estensione, Poggio Tre Galli che, negli ultimi anni, si è arricchito di nuovi grandi palazzi, creando un’atmosfera di “moderna realtà urbana”, apparentemente più vivibile rispetto ad altre poco riuscite del capoluogo. Il parroco responsabile (moderatore per l’art. 517 del diritto canonico) è don Domenico Florio, da tutti conosciuto semplicemente come don Mimmo, sacerdote di enorme simpatia, nato nella Chiesa potentina, con precedenti alquanto significativi per essere stato segretario dell’Arcivescovo Vairo prima e Parroco (ad appena 31 anni) della Chiesa Cattedrale della Città. Parroco in solidum (corresponsabile, cioè) è don Rocco Colucci, sacerdote mite ma di solide basi culturali e spirituali, caratterialmente diverso da don Mimmo, con il quale, però, fa coppia incomparabile, tanto da offrire alla comunità parrocchiale il meglio del servizio che viene richiesto ai sacerdoti, quali operai di Cristo sul territorio loro assegnato. Fernando Giangrande, ne è il diacono da lunghi anni e rappresenta, per così dire, la «memoria storica» della comunità ecclesiale. La Parrocchia è dedicata a S. Cecilia (protettrice, come si sa, della musica) e questo nome ci riporta immediatamente al ricordo di don Pinuccio Lattuchella, il parroco precedente che, venuto a mancare or sono 10 anni, nessuno ha mai dimenticato non soltanto per la sua capacità di aggregazione e di creatività, ma anche per la sua alta cultura ed esperienza musicale. Oggi, la Parrocchia rappresenta il vero riferimento del grosso rione nel quale opera che, ritenuto periferico e territorialmente lontano dal centro storico, l’Amministrazione comunale, ha inteso riavvicinarlo, creando la ormai famosa Scala mobile di S. Lucia, struttura a mo’ di serpentone strisciante , che si allunga per ben 600 metri , tanto da collegare in pochi minuti le due entità territoriali potentine. Essa vive ed opera intensamente per la comunità rionale , che conta circa ottomila anime, molte delle quali la frequentano con partecipazione e collaborazione significative. Le Messe sono il servizio fondamentale: la Santa Eucaristia viene partecipata alle ore 8,30 e 19 (18,30 in periodo invernale) nei giorni feriali, e alle ore 8,30, 10, 11,30 e 19 (18,30). in quelli festivi, con la frequenza costante dei fedeli di ogni età e ceto sociale. Con continuità vengono offerti anche gli altri servizi parrocchiali, quelli formalmente costituiti (i sacramenti in primo luogo) e quelli più specificamente legati alle esigen- posti, è sede di Incontri a vario livello, sia ze ed ai bisogni dei singoli(contributi spi- ecclesiali che culturali e sportivi. Molto la rituali e formazione personale). A questo Parrocchia sta facendo a sostegno delle faproposito, va ricordato che la istituzione si sce più povere e bisognose:attraverso il seravvale di una efficiente struttura residen- vizio svolto sia dal Gruppo Caritas che da ziale, composta dalla Casa Canonica, quello delle Vincenziane, i quali sono vidall’Oratorio, che comprende il Centro Gio- vamente a contatto di chi soffre ed ha bivanile , dall’Auditorium, e da tutta una serie sogno di autentica assistenza. Con questi di ambienti, ove vengono svolte le attività e opera anche il Gruppo Missionario di Sole iniziative dell’anno liturgico. Tra queste, lidarietà, che rivolge la sua particolare atfondamentale è la Formazione catechistica, tenzione alla condizione di disagio dei Paesi che si rivolge a circa 400 bambini ed ado- esteri (in particolare del Senegal), con la lescenti compresi tra i sette ed i dodici anni, raccolta di offerte in denaro, beni di conl’opera dell’Azione Cattolica, che coinvolge sumo e medicinali. Significativa, in questi Ragazzi, Giovani ed Adulti in una forma- ultimi anni, è stata anche la esperienza della zione permanente, il reparto dei Ministran- “Porta Sociale”, nata come centro di ascolto ti, che sono preparati per servire le cele- a supporto di chi vive il disagio sociale, brazioni liturgiche festive, ed il Gruppo Fa- familiare e personale. miglia. L’Oratorio, in particolare, dotato di campetto polifunzionale e di attrezzature sportive, operante nell’intero pomeriggio di ogni giorno, rappresenta l’alternativa alla strada per i tanti adolescenti, che ivi trascorrono le ore libere dagli impegni scolastici. Alla S. Cecilia, naturalmente non poteva mancare la musica e, anche per la spinta a suo tempo promossa da don Lattuchella, (oltre che per la passione dello stesso attuale Parroco), è venuta via via sviluppandosi una ve- POGGIO TRE GALLI La chiesa di Santa Cecilia [foto Tony Vece] ra e propria Scuola della Musica per lo studio delle varie discipline Non per ultimo, va menzionata la inimusicali, che è frequentata da circa un cen- ziativa che va sotto il nome di Festa dello tinaio di giovani (e qualche adulto), con Sport che è divenuta ormai una vera e protanto di Saggio di Fine d’Anno , che li im- pria Festa rionale, la quale coinvolge tutta la pegna per ben tre giorni . Non manca, in comunità ed è animata da tanto sport e tanta questo ambito, la Corale parrocchiale, che musica. Don Mimmo e don Rocco si sentono comprende giovani e meno giovani con la gratificati nel servizio parrocchiale che passione del canto, pronti ad animare le stanno svolgendo ormai da anni insieme ; in celebrazioni dell’anno liturgico. In questi questa occasione, mi hanno dichiarato che il ultimi tempi, opera anche un gruppo tea- calore che dimostrano i parrocchiani è tantrale. to, per cui ringraziano tutti quelli che ofUn circolo ricreativo, poi, viene frequen- frono la loro gratuita e preziosa collabotato quotidianamente dagli anziani, che così razione che, sottolineano ancora, è poi fontrascorrono le ore serali in lieta compagnia damentale per aiutare la comunità rionale a e in un clima di sereno svago. Altra im- crescere sempre di più all’insegna dei prinportante struttura parrocchiale è quella cipi cristiani e della reciproca solidarietà dell’Auditorium che, dedicato ad un giova- umana, nel contesto di una città che ha nissimo prematuramente scomparso, An- bisogno di migliorarsi sempre di più. [* cattolico impegnato] gelo Laurino, con una capienza di circa 200 RAFFAELE GORPÌA * La guerra di tutti contro tutti L a disoccupazione ferisce la dignità delle persone e se poi a questa si aggiunge una campagna giornalistica di dileggio e irrisione verso i disoccupati stessi, allora è lecito chiedersi in quale tempo viviamo. Il furore giornalistico, degno di ben altre cause, volto ad alimentare la guerra tra poveri, lo zelo di chi desidera scatenare la rabbia del disoccupato verso l’occupato precario perché più fortunato di lui, fa molto riflettere. Mi riferisco al caso degli articoli di stampa contro alcuni precari della Regione che da due mesi manifestano in presidio costante davanti la Giunta regionale di Basilicata che non gli ha rinnovato il contratto dopo dieci anni di impiego precario. Badate bene, il livore giornalistico non è tanto verso chi ha causato tale situazione di precariato permanente ora trasformato in disperante disoccupazione ma al contrario è rivolto contro chi dopo dieci anni da precario si ritrova senza lavoro con situazioni in molti casi di famiglie monoreddito e con figli a carico peraltro in assenza di qualsiasi welfare di sostegno. Coloro che protestano, tutti indistintamente, sarebbero rei di aver accettato un impiego precario senza concorso per cui ora possono starsene a spasso o meglio sarebbero finti disoccupati. Se tutti tra gli 87 precari di cui stiamo parlando sono finti disoccupati, come è stato scritto, è oramai opportuno che lo accerti la Magistratura. Purtroppo la demagogia non conosce limiti e quindi viene fuori il teorema che chi è dovuto emigrare per lavorare ha più dignità di chi è rimasto in Basilicata, se pur precario a vita, ed anzi il suo nemico è proprio quest’ultimo; ma chi è emigrato si dà per scontato che avrebbe rifiutato un lavoro in loco se senza preventiva selezione; lascio a voi lettori le considerazioni. Perché alcuni giornalisti non si documentano in modo preciso e puntuale su argomenti così delicati e in questo caso su chi davvero tra gli ottantasette precari regionali vive del solo lavoro precario che ora ha perduto? Perché si preferisce sparare nel mucchio ed alimentare il risentimento plebeo? Perché parlare solo alla pancia dei lettori e tacere sul fatto che tutti i precari che oggi protestano sono quarantenni difficilmente ricollocabili sul mercato del lavoro? Si è invece giunti addirittura ad affermare che tanto ci sarà presto «il padrino politico» che li ricollocherà tutti da qualche altra parte. Quali sono le prove di tali affermazioni? Bisognerà fare un po’ di chiarezza e di giustizia su certe affermazioni nei modi e nei luoghi preposti. Se l’obbiettivo fosse «la giustizia sociale» allora ci si dovrebbe almeno sforzare di trovare delle soluzioni, intanto però è mai sorto il dubbio che proprio chi non protesta possa forse godere di un qualche privilegio sia che abbia già sostenuto o non abbia sostenuto un preventivo concorso? Ma chiedo a taluni giornalisti, perché non ci si reca al presidio dei precari almeno una volta per confrontarsi invece che scrivere nel chiuso della propria scrivania e dei propri pregiudizi? Perché non ci si informa sulle buste paga vere invece di sparare dati a casaccio? Ma se facessimo una inchiesta su come si selezionano e a quali condizioni lavorano i giornalisti in Basilicata? Forse scopriremmo che anche lì vi sono molti precari come noi e a noi di prendercela con i precari proprio non ci va, abbiamo un’altra etica. E pure vi sono giornalisti lucani disoccupati che probabilmente saranno costretti ad emigrare; allora questi devono prendersela coi loro colleghi precari? E invece pare proprio che quando si mescolano situazioni di malessere sociale ad altre di privilegio, sono sempre queste ultime ad essere messe in evidenza: questione di cultura. [* lettore] C ambia il Governo regionale, con un aspetto più professionale, cambiano i Consiglieri, con la promessa elettorale che faranno scintille, ma il carattere che manifestano è sempre lo stesso. Anche questa volta siamo fuori tempo massimo, la domanda che da un po' di tempo ci poniamo è: qual è il nostro futuro e cosa succederà agli utenti e alle centinaia di operatori della sanità privata accreditata? Abbiamo assistito per l'ennesima volta a sonori proclami pre e post elettorali sulla necessità di potenziare la medicina del territorio e ancora una volta abbiamo assistito al gioco di chi la spara più grossa! Non sappiamo più come chiederlo! Da anni auspichiamo una riorganizzazione della medicina territoriale e domiciliare perchè è il filtro preventivo da cui passa la domanda, un riassetto che coinvolga il momento prescrittivo e quello erogativo e valorizzi l'azione operativa delle strutture ambulatoriali deputate ad operare come fornitori. Da qui la necessità di fare sistema, non possiamo immaginare di ragionare fuori da questa condizione che continua a vedere le strutture sanitarie private solo come momento erogativo. Il sistema è un unico segmento a monte del quale vi è il Medico di famiglia, lo Specialista e il Pediatra di libera scelta, coloro cioè che generano la domanda attraverso il momento prescrittivo e bisogna mettere in sinergia il momento prescrittivo con quello erogativo. Il territorio è la continuità e la capacità di accesso e di presa in carico del paziente in tutte le realtà che lo compongono ma, questo territorio deve essere organizzato: così come si immagina la diversificazione della funzione degli ospedali così si deve immaginare anche una diversificazione dell'attività del territorio. Gli Stati Generali della Sanità a Roma hanno ripetuto quanto andiamo dicendo da anni: bisogna entrare nell'ordine di idea che il paziente ha bisogno di un riferimento unico, la realizzazione della cosiddetta presa in carico, che deve essere qualcosa di sistemico in una nuova logica di organizzazione moderna, che non sia solo una sommatoria di prestazioni erogate. Da anni assistiamo impotenti ad interventi e comportamenti che non solo non favoriscono l'integrazione pubblico-privato ma che continuano a mantenere in vita un modello vecchio e sprecone di due comparti a cui ambiamo: specialistica ambulatoriale e riabilitazione e su cui nessuno interviene se non con provvedimenti punitivi per i soli centri accreditati. Qual è il ruolo dei privati e il rapporto tra pubblico e privato in tutto questo? È bene ribadire che il privato non è qualcosa da cui tenersi alla larga, il privato non è residuale rispetto all'attività pubblica, il privato è la funzione sanitaria pubblica svolta con capitale privato, per cui l'integrazione non è l'eccedente cioè quanto rimane della fetta che il pubblico è riuscito a garantire ma è qualcosa che deve entrare nell'organizzazione globale. Noi abbiamo un ruolo da compiere e lo vogliamo fare in sinergia e dialogo costante con la parte pubblica e la parte pubblica deve comprendere che non può continuare ad organizzarsi a prescindere da noi e che non può continuare a sprecare risorse. Le due macroaree: Specialistica Ambulatoriale e Riabilitazione-socio-sanitaria, vanno riorganizzate subito attraverso composizioni di reciproco interesse e comunque per il bene della collettività che è quello di assicurare un servizio all'altezza delle aspettative dei cittadini. Corre l'obbligo rammentare che la partecipazione del privato all'attività della P.A. è un dovere; la nostra non è un'attività di contrasto ma la naturale funzione che svolgiamo come erogatori di un pubblico servizio al pari della P.A. che deve esercitare il Pubblico potere. Il contenzioso è un aspetto patologico non usuale che la P.A. dovrebbe evitare e non favorire, in un rapporto di lealtà, trasparenza e imparzialità sancita e tutelata dalla legge, art. 97 della Costituzione. Il dispendio di tante energie non solo economiche ma mentali che vengono impiegate per andare nelle aule del tribunale, potrebbero essere più proficuamente utilizzate per trovare reale soluzioni ai problemi. Cosa sta facendo il nuovo governo con tutto l'apparato apicale per il futuro di questo sistema? per i problemi incancreniti delle strutture? Non comprendiamo le motivazioni della mancata convocazione da parte del nuovo assessore più volte sollecitato, così come non comprendiamo l'indugio di tutti a realizzare velocemente la riqualificazione delle attività sanitarie riabilitative pubbliche e private, attraverso una fattiva attività che favorisca la crescita e lo sviluppo nel territorio regionale di una corretta attività riabilitativa sanitaria. Il futuro non si aspetta, si prepara, e questo futuro ci preoccupa molto. [* presidente Fenasp Basilicata] RASSEGNASTAMPA corriere.it Def, Renzi: giusto che le banche paghino, nessuna demagogia E sulle Riforme: la minoranza del Pd non vada per i fatti suoi Matteo Renzi al Tg3 (Ansa/Raitre) Matteo Renzi al Tg3 (Ansa/Raitre) «Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le banche se vogliono risparmiare possono stare più attenti a risparmiare sui super stipendi degli ad. Sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. È giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato». Così Matteo Renzi in un’intervista a Bianca Berlinguer al Tg3, in cui spazia dal Def (Documento di Economia e Finanza) alle riforme a Beppe Grillo. Il premier torna quindi sulle polemiche dei super manager per l’annuncio del taglio degli stipendi«Ho sentito super manager dire: “allora io per 238 mila euro me ne vado nel privato”. Se ti prendono vai, vorrei vederli. Noi abbiamo detto che ci deve essere un limite nel pubblico e 238 mila euro lordi sono tanti soldi». Renzi conferma poi che il taglio del cuneo sarà strutturale: «Siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni, è una piccola 14/ma agli italiani per un motivo semplice: per troppi anni hanno pagato sempre i soliti». Le riforme e il Pd Renzi, a proposito delle riforme, si rivolge anche al Pd: «Ha delle regole al proprio interno. La minoranza non va per i fatti suoi ma va dove va la maggioranza. Lo dico io che per anni sono stato in minoranza. Tutti noi sappiamo che quell’ipotesi è buona per essere sventolata sui giornali ma non ha possibilità di essere realizzata. Forza Italia manterrà gli impegni». Quindi, sul partito di Berlusconi aggiunge: «Per quanto riguarda la politica è fondamentale fare le riforme e per come la vedo io è un bene che anche Forza Italia ci sia a scrivere le regole del gioco. È un bene che sia presente al tavolo». «Grillo pensa solo ad attaccare il Pd» Il presidente del Consiglio contrattacca anche al leader M5S Beppe Grillo, che aveva definito le donne capolista alle europee delle «veline»: «Grillo ogni mattina si alza e dice: “Come attacco il Pd?”. Io invece penso come posso cambiare l’Italia». Sempre sul tema delle donne capolista, Renzi risponde anche al sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ha ritirato la sua candidatura. «Il punto - sottolinea - è politico: arriva un momento in cui, dopo settimane e settimane durante le quali tutti hanno detto “che vergogna, non si fanno leggi sulla parità di genere”, noi abbiamo riposto con i fatti». 10 aprile 2014 | 20:24
© Copyright 2024 Paperzz