Strumenti del Dottorato di Ricerca in Scienze della Rappresentazione e del Rilievo Nuova serie diretta da Cesare Cundari volume 1° Comitato scientifico Albisinni Piero Bianchini Carlo Carnevali Laura Carpiceci Marco Chiavoni Emanuela Cundari Cesare De Carlo Laura Ippoliti Elena Migliari Riccardo Cura redazionale Monica Filippa Crediti L’impaginazione del volume è dovuta a Eliana Capiato, Alekos Diacodimitri, Matteo Flavio Mancini, Giulia Pettoello Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A-B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-7454-1 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore I edizione: settembre 2014 Sapienza Università di Roma Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura Dottorato in Scienze della Rappresentazione e del Rilievo Sul disegno dell’architettura: esperienze e riflessioni a cura di Piero Albisinni, Emanuela Chiavoni contributi di Piero Albisinni, Emanuela Chiavoni, Cesare Cundari Andrea Angelini, Michela Ardito, Tommaso Berini, Eliana Capiato, Giovanna Cresciani, Alekos Diacodimitri, Ramona Feriozzi, Prokopios Kantas, Marcella Macera, Matteo Flavio Mancini, Valentina Nuccitelli, Floriana Papa, Giulia Pettoello, Mauro Zennaro ARACNE EDITRICE Indice Presentazione Cesare Cundari 7 Introduzione Piero Albisinni, Emanuela Chiavoni 9 Elogio della mano Piero Albisinni 11 La città di-segni. Spazi, forme e colori Emanuela Chiavoni 15 esperienze e sperimentazioni 2012 il disegno e l’analisi - Il caso del Verano Disegno dal vero e acquarello: esperienze al cimitero monumentale del Verano Tommaso Berini 29 Il Verano: dal disegno di un percorso alla costruzione astratta di un’immagine mentale Eliana Capiato 33 Il disegno dal vero Giovanna Cresciani Rilettura di una esperienza di disegno dal vero come saggio di percezione e rappresentazione ambientale Matteo Flavio Mancini Disegno vero, disegno dal vero Mauro Zennaro 37 41 45 esperienze e sperimentazioni 2013 il disegno e l’analisi - Il caso dell’Asse delle Arti e della Musica a Roma Il disegno dal vero tra realtà e immagine rappresentata Andrea Angelini 51 Sperimentare l’osservazione per un processo di comunicazione Michela Ardito 57 Il disegno dell’architetto Alekos Diacodimitri 63 Il disegno dal vero come conoscenza e interpretazione del luogo Ramona Feriozzi 69 La percezione della realtà attraverso la genesi del modello figurativo Prokopios Kantas 75 Il disegno dal vero come conoscenza, espressione e comunicazione Marcella Macera 81 Forme, linguaggi e tecniche Valentina Nuccitelli 87 Sul disegno dal vero Floriana Papa 93 Dal vero alla carta: layers on/off Giulia Pettoello 99 disegno/progetto - Riflessioni tra pensiero e rappresentazione Giornate di studio sul disegno dell’architettura: forme, linguaggi e tecniche Il disegno nella progettazione: verso una nuova estetica Piero Albisinni 107 Considerazioni sul rapporto tra disegno e progetto Tommaso Berini 110 Nuove forme di comunicazione del progetto, oltre il progetto Eliana Capiato 117 Il disegno di progetto nell’era digitale. La qualità espressiva fra tradizione e rivoluzione Giovanna Cresciani 124 Sul disegno di progetto. Dallo schizzo al diagramma di architettura Matteo Flavio Mancini 131 Disegno, progetto, rappresentazione Mauro Zennaro 138 Presentazione Cesare Cundari Nella formazione dell’architetto e dell’ingegnere non v’è sempre la possibilità di dedicare la necessaria attenzione all’esercizio del Disegno quale strumento per osservare, vedere, comunicare; l’organizzazione didattica riserva alle discipline del Disegno al massimo 24 CFU (nell’ambito dei 300 che compongono un percorso quinquennale) e, in più, esse sono normalmente collocate nei primi anni di studio. Il caso che noi esaminiamo è quello del corso di laurea con riconoscimento europeo (in Architettura e in Ingegneria edile-architettura); in altri corsi di laurea lo spazio curricolare si riduce anche a soli 6 CFU. Essendo, inoltre, il Disegno lo strumento di comunicazione per eccellenza, viene richiesto ai suoi docenti una sempre maggiore attenzione all’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche anche in funzione dei successivi corsi di progettazione. Naturalmente lo spazio temporale disponibile è assolutamente insufficiente per l’assimilazione adeguata anche dei soli fondamenti delle tre discipline che costituiscono il corpus del Disegno: la Geometria descrittiva e le sue applicazioni, il Disegno dell’architettura, il Rilievo dell’architettura. Da qui nasce l’esigenza – a livello di un Dottorato di ricerca finalizzato a formare ricercatori e docenti – di delineare un percorso di conoscenza e sperimentazione che consenta di riflettere, innanzitutto, sulle valenze del Disegno nell’ambito dell’analisi, della rappresentazione e della comunicazione, coniugando antiche ma sempre efficaci tecniche (il disegno dal vero, l’acquarello) con i nuovi sistemi di rappresentazione informatica (tipo BIM) e sperimentando in maniera completa seppur paradigmatica la trasversalità della disciplina che si estende in tutto il processo di ideazione, rappresentazione (anche esecutiva) e realizzazione/ trasformazione dell’architettura e del territorio. Per corrispondere a tale esigenza, da diversi anni nel Dottorato romano si svolgono, nell’ambito della programmazione didattica del primo e del secondo anno, attività didattiche e workshop rivolti al disegno dal vero ed all’acquarello. Dell’organizzazione di queste attività – nell’ambito delle quali ha assunto per diversi anni un ruolo emblematico la partecipazione del maestro Pedro Cano – si sono fatti carico nel corso del tempo i professori Piero Albisinni e Emanuela Chiavoni, cui recentemente si è affiancata la professoressa Laura Carnevali. Certamente, negli ultimi anni, nel Dottorato si è riflesso il mio 7 Sul disegno dell’architettura: esperienze e riflessioni duplice ruolo, quello di Coordinatore e di Direttore della Scuola Nazionale di Dottorato, per la ricerca di una organizzazione dell’attività didattica che potesse risultare paradigmatica e al tempo stesso utile anche ai dottorandi attivi in altre sedi. Anche per questa ragione, il Collegio ha assunto l’iniziativa di organizzare delle Giornate di studio nel campo del Rilievo architettonico e della Geometria. Contemporaneamente, anche il Dottorato in “Scienze della Rappresentazione e del Rilievo” della Sapienza, in conseguenza dei criteri fissati dall’ANVUR per l’accreditamento, si è unito (dal XXIX ciclo) con l’altro in “Storia e Restauro dell’architettura” in un unico nuovo Dottorato in “Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura” – riflettendo contemporaneamente l’articolazione del Dipartimento nel quale è attivo – che ha adottato una organizzazione curricolare che consente di salvaguardare una organizzazione didattica consolidata. In considerazione di tutto quanto sopra ho sintetizzato, alcuni mesi addietro ho chiesto ai colleghi Albisinni e Chiavoni di realizzare, per questo volume, una silloge delle attività svolte nell’ambito del “Disegno dell’Architettura” negli ultimi due anni, accompagnandola con una selezione delle migliori elaborazioni dei dottorandi (sia di tipo grafico che testuale). è opportuno segnalare, infine, che questo volume vede la luce dopo la istituzione del nuovo Dottorato entro il quale – come è già stato detto – si colloca il curricolo del Disegno; anche per questa ragione, pur essendo stata fondata molti anni addietro una collana “Strumenti del Dottorato di Ricerca in Scienze della Rappresentazione e del Rilievo”, di alto valore scientifico e diretta dal collega professor Riccardo Migliari, il Collegio del Dottorato in esaurimento (che coincide sostanzialmente con i docenti del nuovo curricolo) ha deciso che il presente (che viene pubblicato sotto l’egida del Dottorato in esaurimento) costituisca il primo volume di una nuova Collana prevedendo che il suo direttore sia il referente del curricolo ICAR 17 e che ad egli si affianchi per ciascun numero un ristretto numero di colleghi con il ruolo di Comitato scientifico. La Collana è destinata ad ospitare gli esiti maggiormente significativi delle attività didattiche e di ricerca che verranno svolte all’interno del Dottorato nell’ambito delle discipline del Disegno. 8 Introduzione Piero Albisinni, Emanuela Chiavoni Come già sperimentato da tempo, l’esperienza formativa dei dottorandi dei primi anni è stata indirizzata al consolidamento delle basi teoriche e applicative nei diversi aspetti disciplinari che caratterizzano l’area della rappresentazione. Il Seminario sul Disegno dell’Architettura, di cui si dà testimonianza attraverso una selezione dei contributi degli allievi, aveva come obiettivo quello di indagare forme, linguaggi e tecniche sia del disegno inteso come analisi del reale sia del disegno inteso come prefigurazione del progetto, con tutte le relative problematiche di trascrizione e comunicazione. Per sviluppare il primo aspetto, si è operato con gli allievi che iniziavano il percorso del Dottorato attraverso una sperimentazione applicativa, all’interno della tradizione del disegno dal vero per la formazione dell’architetto, finalizzata alla restituzione dell’immagine dei luoghi urbani. Si è indagato, in parallelo, alla scala del singolo edificio, attraverso l’utilizzo dei metodi e degli strumenti della analisi grafica, sviluppando inoltre una indagine critica sul significato e sullo sviluppo storico di un modo di affrontare lo studio dell’architettura come premessa formativa all’approccio alla progettazione architettonica. Per quanto riguarda il secondo aspetto indagato, quello relativo al rapporto disegno/progetto, si è operato attraverso specifiche comunicazioni sul tema, all’interno di un Seminario dal titolo: “Disegno/Progetto. Riflessioni fra pensiero e rappresentazione”. Seminario indirizzato agli allievi del secondo anno, ai quali è stato richiesto, a conclusione, un esercizio critico sul tema della prefigurazione del progetto, contenente personali considerazioni e riflessioni sull’argomento. Riflessioni che sono state oggetto di verifica e di confronto critico con i docenti coordinatori del Seminario, per essere offerte come base di eventuali successive elaborazioni di ricerca sulle variegate facce della rappresentazione del progetto di architettura. Infine, l’obiettivo più generale di offrire una testimonianza di queste esperienze a chi vorrà intraprendere lo stesso percorso, ha permesso di sperimentare anche le capacità di espressione grafica e di sintesi critico-interpretativa, utili alla maturazione della propensione alla ricerca nel campo disciplinare, componente essenziale ad una formazione di livello superiore come quella di un Dottorato di Ricerca. 9 Elogio della mano Piero Albisinni The practice of “freehand drawing”, employed in transcribing images taken from reality, becomes indispensable when used as a design tool. It is the drawing that is part of that heuristic stage of the design process where the initial idea comes into being, and is thus the depositary of infinite possibilities. Today, if digital technology has brought radical changes in how we produce and perceive images, we can say that it has also marked the return of the hand, as takes place, for example, in images produced by lenses, where the computer has brought photography closer to drawing and painting. Drawing is in fact decisive, even if the image is produced by using the hand to move a mouse. Key words: hand, drawing, sketch. Parole chiave: mano, disegno, schizzo. La natura del disegnare è stata discussa per secoli, ma le problematiche derivanti dal significato stesso del termine emergono ogni qual volta ci si interroga sulle motivazioni di una esperienza in cui il disegno è il principale protagonista. In questa occasione come gli architetti, noti per portare con sé i propri sketch-books e taccuini in qualunque posto vadano, allo scopo di registrare idee e impressioni, gli allievi sono stati invitati a interrogarsi sul senso del disegno, sulla efficacia delle diverse tecniche, a spiegare il significato che per loro riveste il disegno o di raccontare la breve esperienza cui sono stati indirizzati, presentando i loro lavori, scaturiti dalla sintesi di una azione originata dalla reciprocità tra mano, occhio e mente. Ogni disegno rivela, infatti, l’incontro tra questi tre elementi: misteriose fusioni di interiorità e architettura, che noi chiamiamo schizzi o più genericamente disegni. Potrebbe sembrare anacronistico incentrare i primi passi di un percorso formativo di tipo specialistico, come quello di un Dottorato di ricerca, sul tema di un disegno di architettura elaborato “a mano libera”, quando siamo immersi in un mondo di immagini digitali sempre più mirabolanti e gli strumenti informatici sembra abbiano sostituito del tutto la matita. Una frase di Fucillon1 è però illuminante: «L’azione della mano definisce il vuoto dello spazio e il pieno delle cose che lo occupano. Superficie, volume, densità, peso, non sono fenomeni ottici. L’uomo li riconosce innanzitutto tra le dita, sul palmo della mano. Lo spazio non si misura con lo sguardo, ma con la mano e il passo». Il mondo delle forme vive attraverso la vista e, in senso lato, attraverso il tatto, coinvolgendo l’occhio e la mano. L’architettura nasce, innanzitutto, proprio dalla osservazione e dalla misura del mondo reale, supportata dalla immaginazione. La mano non può essere separata dalle capacità più propriamente intellettuali, in quanto è fortemente legata al linguaggio. Ma la mano, sottolinea Gadamer2, non è un mero strumento al servizio della mente, bensì «un organo spirituale, un arto che serve a molti scopi e che si serve di molte cose. Per tale motivo questo organo è così strettamente legato al linguaggio». Va a questo punto ricordato come la pratica del “disegno a mano libera”, messa in atto nella operazione di trascrizione di immagini tratte dalla realtà che ci circonda, diventi indispensabile, per un architetto, soprattutto quando utilizzato come strumento di pro11 Sul disegno dell’architettura: esperienze e riflessioni 1/ Alvaro Siza, Centro metereologico per il Villaggio Olimpico, Barcellona 1992. Inchiostro su carta. gettazione. Si tratta dello schizzo, realizzato di getto, teso a fissare un pensiero, una suggestione, a fermare un’idea: il tratto a matita, a penna o a pennarello, è la prima, istintiva e al tempo stesso meditata espressione dell’idea; rappresenta il mezzo attraverso il quale la forma disegna i suoi spazi nella mente di chi l’idea la concepisce, è l’immagine che nasce tra pensiero e disegno. È il disegno che fa parte di quella fase euristica del processo progettuale, che ha a che fare con l’ideazione iniziale e, in quanto tale, depositario di infinite potenzialità. Lo schizzo è sempre contemporaneamente atto di rappresentazione/figurazione e atto progettuale: «è la compresenza interagente tra il mezzo (disegnare) e il fine (progettare) che consente di avanzare verso la soluzione cercata e soltanto talvolta trovata»3. Pensare e disegnare diventano quindi atto inscindibile, allo stesso modo in cui lo scrivere è indissolubilmente legato ai contenuti dello scritto stesso e non alla calligrafia delle lettere utilizzate. «Disegnare è come scrivere o creare le parole per un poeta»4. Sottolinea ancora Focillon5 «tra la mente e la mano le relazioni non sono quelle semplici che intercorrono tra un padrone ubbidito e un docile servitore. La mente fa la mano, la mano fa la mente». Infatti «la linea tracciata da un architetto mira a definire lo spazio ed è quindi direttamente coinvolta con la mente e il corpo dell’uomo»6. Tutto ciò, quindi, è particolarmente vero nel campo dell’architettura: si è in grado di immaginare e, di conseguenza, di progettare, ciò che si riesce a disegnare o modellare e viceversa. In questa luce il disegno non è solo una pratica terapeutica di fronte alla perdita delle potenzialità di immaginazione, ma anche una strategia per reimparare a governare la nostra capacità di immaginare qualcosa che assomiglia molto all’essenza del fare architettura. Potremmo concludere queste brevi considerazioni osservando come oggi se il digitale ha cambiato radicalmente il modo in cui produciamo e percepiamo le immagini, si può dire che ha anche segnato il ritorno della mano, così come avviene, ad esempio, nelle immagini prodotte dalle lenti, per cui il computer ha riavvicinato la fotografia al disegno e alla pittura. Il disegno è infatti determinante, anche se l’immagine viene realizzata tenendo la mano su un mouse. L’esercizio del disegno è rimasto il solo rapporto corporeo che l’architetto attua con la fisicità della materia da formare: è la sua 12 Piero Albisinni. Elogio della mano 2/ Mario Botta, casa in Berganzona, Ticino 1988. Matita su carta da schizzi. 3/ Raiumund Abraham, chiesa presso il muro di Berlino, 1984. Inchiostro su carta. 4/ Pagina seguente. Hans Hollein, Museo Guggenheim, Salisburgo, 1989. Penna e acquarello. 5/ Pagina seguente. Aldo Rossi, Palazzo Hotel Fukuoka, Giappone, 1989. Penna e acqurello. l’ultima manualità che dovrebbe accanitamente difendere. L’alta tecnologia ha allora bisogno della bassa tecnologia; le due cose sono costantemente congiunte, ma si dovrebbe aggiungere che la mano, il cuore e l’occhio sono assai più complessi di quanto potrà esserlo qualsiasi computer. Le immagini che corredano questo scritto sono tratte da Bill Lacy, 100 contemporary architects. Drawings & Skatches. London: Thames and Hudson LdT, 1991. Henri Focillon. Elogio della mano. In Vita delle forme, seguito da Elogio della mano. Torino: Einaudi, 1972, p. 110. Ed. orig. Herri Focillon. Vie des formes suivi de éloge de la main. Paris: Presses Universitaires de France, 1943. 2 Hans Georg Gadamer. Lob der Theorie. Frankfurt: Suhrkamp, 1983. Trad. it. Elogio della teoria. Milano: Guerini, 1989, p. 104. 3 Tomas Maldonado. Questioni di similarità. Rassegna, 32, dicembre 1987, p. 57. 4 Osvald Mathias Ungers. Dall’imago al progetto. Domus, 735, 1992, p. 17. 5 Henri Focillon. Elogio della mano, cit., p. 130. 6 Tadao Ando. Sul progetto di architettura. Domus, 738, 1992, p. 17. 1 13 Sul disegno dell’architettura: esperienze e riflessioni 14 La città di-segni. Spazi, forme e colori Emanuela Chiavoni To develop creative and imagination, we must reflect on our surroundings and broaden our personal sensitivity by acquiring a strong civic sense and a discerning judgment to enable us to contribute to making the world more beautiful. Drawing is a way of seeing the world, of clearly identifying reality, and it is also a system whereby we can express with signs what we are not always able to describe with words. The relationship between drawing and seeing, between doing and, at the same time, discovering the things around us is indeed the essence of thought. Those who draw do so not only to make something perceptible to others, but also to capture something that would otherwise be lost. Often, what remains inside us is blended with other images and, at certain special moments, reemerges to stimulate new possibilities for discovery. Key word: architectural heritage, knowledge, drawing, watercolour. Parole chiave: patrimonio architettonico, conoscenza, disegno, acquarello. «La ramificazione del pensiero trova nel foglio di carta una prima gestazione, una disposizione di segni e simboli che è già architettura creativa e vitale. L’arte e l’ingegno hanno attestato da secoli un primato del disegno, riconoscendone l’originaria fonte ispiratoria, il terreno sul quale l’umano bisogno di memoria e comunicazione muove i primi e fondamentali passi. Che sia un appunto sommario o un dettagliato progetto, che cerchi un senso compiuto o sembri il frutto di ennesimi ripensamenti il disegno può dirsi l’etimologia della lingua visiva»1. Inizia con queste parole l’introduzione alla prima Biennale Disegno Rimini dal titolo “Il nido delle idee”2, rassegna di lavori, mostre e incontri che ripercorrono i vari campi di applicazione del disegno attraverso i secoli ma anche momento di attenta valutazione e dibattito su un argomento così essenziale come quello del disegno. Il disegno è un linguaggio che più di ogni altro appartiene al corpo; parte dalla testa e arriva direttamente alla mano senza orpelli esprimendosi spesso in modo estremamente spontaneo e diretto come sono i linguaggi della voce e della musica. Tale aspetto viene molto apprezzato nell’epoca contemporanea perché rispecchia la velocità dei tempi, i suoi improvvisi e continui cambiamenti. Il disegno è anche una modalità antichissima che muta nel tempo collegando i vari momenti della storia dell’uomo: dalle rappresentazioni primitive sulla pietra fino ai disegni digitali attuali, rapidamente modificabili. L’arte del disegno non ha perso mai la sua unicità e ha sperimentato il sapersi riproporre sempre, integrandosi con i tempi, migliorando le sue capacità espressive e sperimentando tecniche sempre diverse3. Anche questo è uno del motivi per il quale si reputa di rilevante importanza nella formazione e nella ricerca insistere sul ruolo che la disciplina del disegno riveste nei processi di gestione dell’architettura e della città. Acquisire una buona capacità di osservazione del patrimonio urbano e architettonico consente di svolgere un costante monitoraggio a vista sul suo processo di sviluppo e il disegno dal vero, favorendo l’analisi degli aspetti legati alla diversità urbana, si pone come base di partenza per contribuire a sostenerla e valorizzarla. Per sviluppare la creatività e l’immaginazione è necessario riflettere su ciò che ci circonda, intendere anche le qualità segrete degli oggetti valutati, e ampliare la personale sensibilità acquisendo inoltre un raffinato giudizio e un senso civico che porti a dare un contributo personale all’abbellimento 15
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