La didattica e gli studenti con Bisogni Educativi Speciali Franco Castronovo Liceo Statale “Carlo Porta” Erba, 28 ottobre 2014 La Direttiva MIUR Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica 12 dicembre 2012 Parole-chiave dalle slides MIUR Seminario 6 dicembre 2012 Punti-chiave •Approccio educativo per superare la discriminante alunni con disabilità/alunni senza disabilità; •Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta; •Dal paradigma dell’integrazione al paradigma dell’inclusione. Dall’integrazione all’inclusione Portare l’alunno disabile a essere quanto più possibile simile agli altri. Ciò che avviene quando ognuno sente di essere apprezzato e che la sua partecipazione è gradita. La via italiana all’inclusione: le tracce 1967 : Don Milani , la Scuola di Barbiana e “Lettera a una professoressa” “ non c’è peggiore ingiustizia che far parti eguali tra diversi “ 1977 : Legge 517 – documento comm. Falcucci 1978 : Legge 180 (Legge Basaglia) 1992 : Legge 104 2009 : Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità 2009: Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) 2010: L. 170/2010 … La via italiana all’inclusione: le tracce Il nostro modello di integrazione scolastica - assunto quale punto di riferimento per le politiche di inclusione in Europa – mirava a rendere il sistema di istruzione italiano un luogo di conoscenza, sviluppo e socializzazione per tutti, quindi inclusivo piuttosto che selettivo. Legge 517/77… 7. Al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare, organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse, ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni. (…) Le attività di cui al primo comma del presente articolo si svolgono periodicamente in sostituzione delle normali attività didattiche e fino ad un massimo di 160 ore nel corso dell'anno scolastico con particolare riguardo al tempo iniziale e finale del periodo delle lezioni, secondo un programma di iniziative di integrazione e di sostegno che dovrà essere elaborato dal collegio dei docenti sulla base di criteri generali indicati dal consiglio di istituto e delle proposte dei consigli di classe. Documento commissione Falcucci 1975 “(…) Il superamento di qualsiasi forma di emarginazione degli handicappati passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per favorirne lo sviluppo personale, precisando peraltro che la frequenza di scuole comuni da parte di bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete culturali minime comuni. Lo stesso criterio di valutazione dell’esito scolastico, deve perciò fare riferimento al grado di maturazione raggiunto dall’alunno sia globalmente sia a livello degli apprendimenti realizzati, superando il concetto rigido del voto o della pagella.(…)” Oggi… Passati più di trent’anni dalla legge n.517 del 1977, siamo in grado di considerare le criticità emerse e di ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema. La discriminante tradizionale alunni con disabilità / alunni senza disabilità non rispecchia pienamente la complessa realtà delle nostre classi. …e dunque… aver cura Costruire identità a partire dalle fragilità (la fragilità al centro e non al limite) La centralità della fragilità all’interno della convivenza Insegnare che le fragilità sono “sopportabili” Costruire politiche a partire dal diritto del fragile Evitare la trappola degli specialismi che ci fanno prendere le distanze attraverso la separazione (c’è un dovere del sapere) Coltivare i legami tra le parti Il “merito” è un debito nei confronti degli altri: se sei più bravo hai la fortuna di poter fare qualcosa di più per gli altri Le buone pratiche inclusive Capacità di far evolvere il sistema (le differenze sono la normalità e fanno evolvere il sistema, la “danza evolutiva” include le differenze…) Soluzione documentata e trasferibile di un problema Pratiche che raggiungono i risultati attesi (evidence based) Pratiche orientate alla “speciale normalità” (Ianes) Pratiche “normali” orientate a mantenere le differenze (Booth e Ainscow) Destinatari: tutti 3 tipi di specialità (Ianes) La specialità dei bisogni educativi in particolari condizioni di human functioning (Special Educational Needs su base antropologica ICF/OMS); La specialità delle “normali” differenze individuali; La necessaria ed efficace specialità di alcuni interventi. Fatica della «Speciale normalità» specialismo normalizzazione Risposte uguali Risposte speciali ….terapie Laboratori speciali Solo per lui o i z a z z i l a n o s r Pe ? e n Rappr teatrali Gite/uscite Esplorazioni Per tutti ma NON in risposta al suo bisogno Fatica della «Speciale normalità» riconoscere Risposte speciali ignorare Risposte uguali • Quale rapporto tra docenti curricolari / di sostegno? • Percorsi di classe / percorsi individualizzati / di gruppo? • Progetti straordinari / quotidianità? • Dentro / fuori la classe? • Obiettivi uguali / risultati diversi? Fatica della «Speciale normalità» riconoscere Risposte speciali ignorare Risposte uguali “Ci sono molto fortunatamente delle risposte alle incertezze dell’azione: l’esame del contesto in cui si deve compiere l’azione, la conoscenza dell’ecologia dell’azione, il riconoscimento delle incertezze e delle illusioni etiche, la pratica dell’auto-esame, la scelta riflettuta di una decisione, la coscienza della scommessa che la decisione comporta.” (E. Morin, Etica, Milano, Raffaello Cortina 2005, p. 44) I principi-chiave dell’inclusione dalle slides di Cristina Devecchi Convegno USRL La scuola è aperta a tutti Milano 25 marzo 2013 Immaginare una scuola diversa “…esiste ormai una cospicua letteratura sperimentale che indica come, rispetto alla tradizionale lezione frontale e al lavoro individuale, i vari modelli di apprendimento cooperativo siano più efficaci non solo per gli apprendimenti cognitivi e interpersonali ma anche per l’inclusione degli alunni in difficoltà e per fornire a ognuno di loro adeguati ruoli e possibilità di partecipazione e di apprendimento.” Da Dario Ianes INDEX per l’inclusione: Dai Bisogni educativi Speciali ai livelli essenziali di qualità Immaginare una scuola diversa Peer education Cooperative learning Flipped classroom Khan Academy Valutazione autentica Portfolio Classi 2.0 – generazione web Episodi di Apprendimento Situati (Rivoltella) Apprendere ricercando: toolbox, problem solving cooperativo, situation-room (Ferri) • Il metodo iPad (Pian) • ….. • • • • • • • • • Immaginare una scuola diversa? Fonte: Esiti del monitoraggio sulle Indicazioni (art. 1, c.4 DPR 89/2009) (MIUR, 2012) http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1771 I Bisogni Educativi Speciali •“…quando quello che fa la scuola non è abbastanza…”; (Cristina Devecchi) •alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione; (la direttiva) •“Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o istruzionale, causata da un funzionamento, nei vari ambiti definiti dall’antropologia ICF, problematico per il soggetto in termini di danno, ostacolo al suo benessere, limitazione della sua libertà e stigma sociale, indipendente dall’eziologia (bio-strutturale, familiare, ambientale-culturale, ecc.) e che necessita di educazione speciale individualizzata”. (Dario Ianes) Evitare gli automatismi Un elemento importante contenuto nella Direttiva: la necessità di guardarsi dal pericolo degli automatismi, il meccanismo che produce "preclusive tipizzazioni" (Premessa) La Direttiva si esprime in modo chiaro ed inequivocabile: non ritiene che tutti gli studenti appartenenti alle categorie esemplificative elencate nella Direttiva inevitabilmente vivano situazioni di BES, ma soltanto che alcuni di loro, a causa delle difficoltà elencate o di altre problematiche, possono esservi coinvolti. “In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.” (Premessa) Evitare le categorizzazioni Ciò è ulteriormente rafforzato dalla citazione dell'ICF. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. (Premessa). Si vuole cercare di dirigere l'attenzione sulle situazioni personali specifiche, al di là e al di fuori delle etichette categoriali: ad esempio: “il” borderline, “lo” svantaggiato, “lo” straniero, e così via. In sostanza, si indica chiaramente che occorre partire dalla constatazione - o meno - dell'esistenza di un bisogno di personalizzazione e non dall'appartenenza ad una categoria nosografica o socioculturale. Cos’è l’ICF ? È la classificazione delle caratteristiche della salute delle persone all’interno del contesto delle loro situazioni di vita individuali e degli impatti ambientali. Prima Prima “salute” “salute” == assenza assenza di di malattia malattia Ora Ora “salute” “salute” == stato stato di di benessere benessere fisico, fisico, psichico psichico ee sociale sociale L’individuo L’individuonon nonviene viene considerato consideratoin insé séma manel nelrapporto rapporto dinamico dinamicoed edinterattivo interattivocon conililproprio proprioambiente ambientedi divita vita International Classification of Functioning Il funzionamento e la disabilità sono viste come una complessa interazione tra le condizioni di salute dell'individuo e l'interazione con i fattori ambientali e personali. La classificazione considera questi aspetti come dinamici e in interazione, non come statici. Inoltre essa non valuta solo la disabilità e l'handicap. Siccome la disabilità è un'interazione con l'ambiente, l'ICF è applicabile a tutte le persone, anche quelle in perfetta salute. Il linguaggio nell'ICF è neutrale rispetto all'eziologia, enfatizzando la "funzione" rispetto al "tipo di malattia". Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/International_Classification_of_Functioning,_Disability_and_Health International Classification of Functioning Capacità–performance / Facilitatore-barriera L’obiettivo per la scuola -lettura più ampia dei bisogni per una scuola più equa e più inclusiva -superamento dell’anacronistica e non equa lettura del bisogno basata solo sulle certificazioni sanitarie di disabilità Definizione dalla Direttiva MIUR 27 dicembre 2012 dalle slides MIUR Seminario 6 dicembre 2012 Classificazione in base al tipo di bisogno Bisogni Educativi Speciali A.Disabilità B.Disturbi evolutivi specifici DSA, deficit linguaggio, ADHD, livello intellettivo limite, ritardo maturativo, Asperger non certificati… C.Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale Da “Il PDP per DSA e altri BES Flavio Fogarolo - Parma Classificazione in base al tipo di tutela riconosciuta Bisogni Educativi Speciali A.Disabilità B.DSA certificati secondo la legge 170 C.Altri BES • DSA con certificazione non riconosciuta, deficit linguaggio, ADHD, livello intellettivo limite, ritardo maturativo, Asperger non certificati… • socio-economico, linguistico, culturale Da “Il PDP per DSA e altri BES Flavio Fogarolo - Parma Schema operativo 1 - disabilità Da “Il PDP per DSA e altri BES Flavio Fogarolo - Parma Schema operativo 2 – legge 170 Da “Il PDP per DSA e altri BES Flavio Fogarolo - Parma Schema operativo 3 – altri BES Da “Il PDP per DSA e altri BES Flavio Fogarolo - Parma …ma gli insegnanti devono certificare / diagnosticare…?!? Differenza fra certificazione, diagnosi, individuazione BES Direttiva MIUR 27 dicembre 2012 dalle slides MIUR Seminario 6 dicembre 2012 Sottolineature dalla circolare MIUR n.8 6 marzo 2013 Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 •“…è compito doveroso dei Consigli di classe o dei team dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi (oltre a quelli certificati NdR) sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale e inclusiva di tutti gli alunni.” •“Il PDP è lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale.” Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 •Il Consiglio di classe (il team docente) delibera l’attivazione del percorso individualizzato e personalizzato, dando luogo al PDP. •Ove non vi sia certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe (il team docente) motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche, ciò al fine di evitare contenzioso. Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 • Per gli alunni DSA in possesso di diagnosi da struttura privata, si raccomanda di adottare preventivamente e comunque il PDP e le misure previste dalla legge 170, qualora i CdC ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondamentalmente riconducibili al disturbo. • Negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, le certificazioni dovranno essere presentate entro il 31 marzo (come previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012). Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 - l’organizzazione territoriale GLI GLI CTI Cantù2 Referente BES USR-Lombardia GLI GLIR GLI GLI CTI Appiano Referente BES UST Como GLI GLI CTI Ossuccio GLI GLI GLI CTI Como-lago CTS Como GLIP Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 – il GLI e il PAI •Il GLH di istituto diventa Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) •Estensione dei propri compiti a tutti i BES •Composto da FS, docenti sostegno, AEC, assistenti alla comunicazione, docenti “disciplinari”, genitori, esperti istituzionali o esterni convenzionati Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 – il GLI e il PAI • Rilevazione dei BES presenti nella scuola • Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi • Focus/confronto su casi, consulenza e supporto ai colleghi su strategie/metodologie di gestione delle classi • Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività (INDEX per l’inclusione pdf 1,58 Mb, Progetto QUADIS) • Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai GLH Operativi • Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività, entro il mese di giugno • Approvazione del Piano da parte del Collegio docenti • A settembre adattamento del Piano • Assegnazione definitiva risorse funzionali (Dirigente scolastico) • Completamento della redazione dei PEI (GLHO) Circolare MIUR n.8 - 6 marzo 2013 – il GLI e il PAI • Riunioni mensili in orario di servizio o in orari aggiuntivi o funzionali (suggerimento) • Possibile articolazione temporanea per grado scolastico in base alle necessità • A settembre proposta al Collegio docenti di una programmazione degli obiettivi da perseguire (confluenza nel Piano per l’Inclusività), da verificare a fine anno scolastico • Cura che nel POF siano esplicitati: • Impegno programmatico per l’inclusione • Criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti, seguendo logica qualitativa • Impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale Sottolineature dalla nota MIUR n. 2563 22 novembre 2013 Nota MIUR 22 novembre 2012 •Differenza fra •difficoltà di apprendimento temporanee •difficoltà di apprendimento più stabili •disturbi di apprendimento (a carattere permanente) •“…la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre all’attivazione di un percorso specifico con la conseguente compilazione di un Piano Didattico Personalizzato.” •Tutela dei disturbi clinicamente fondati, diagnosticabili ma non ricadenti nella L. 104 e nella L.170; e delle situazioni che si pongono oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento. Nota MIUR 22 novembre 2012 Il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un PDP, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA; avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione. Nota MIUR 22 novembre 2012 •È quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o del team docenti individuare - eventualmente anche sulla base di criteri generali stabiliti dal Collegio docenti casi specifici per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e personalizzati, formalizzati nel PDP, la cui validità rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di riferimento. •Per alunni stranieri, interventi didattici sulla lingua e solo in via eccezionale e transitoria formalizzazione di un PDP (NAI). Nota MIUR 22 novembre 2012 •Lo scopo è offrire maggiori opportunità formative attraverso la flessibilità dei percorsi, non certo abbassare i livelli di apprendimento. •Il PDP come strumento in più per curvare la metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla sua persona, rimettendo all’esclusiva discrezionalità dei docenti la decisione in ordine alle scelte didattiche, ai percorsi da seguire e alle modalità di valutazione. La scuola non è chiamata a identificare gli alunni con BES ma quelli che hanno bisogno di una personalizzazione, definita in un PDP. Pertanto il PDP non è una conseguenza di questo riconoscimento come per la disabilità e i DSA (“Questo alunno è BES, quindi la scuola deve predisporre un PDP”) ma parte integrante dell’identificazione della situazione di bisogno (“Questo alunno è BES, perché secondo la scuola ha bisogno di un PDP”). Tratto da Alunni con BES Bisogni Educativi Speciali Erickson 2013 Differenza fra certificazione, diagnosi, individuazione BES Quale ruolo per la famiglia? Conoscenza di: •Bisogni dei propri figli rilevati dagli insegnanti •Proprio ruolo di corresponsabilità •Necessità della collaborazione Verifica e valutazione Tratto da “Strumenti di intervento per alunni con BES e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”: Concetti chiave e orientamenti per l’azione USR Lombardia gennaio 2014 Verifica e valutazione - alunni con disabilità •Verifiche uguali, semplificate o differenziate sulla base del PEI •Valutazione secondo criteri educativi e didattici stabiliti nel PEI, svolta da tutti i docenti del CdC-team •PEI semplificato/facilitato: titolo di studio •PEI differenziato: attestazione delle competenze Verifica e valutazione - alunni con DSA (1) •Verifiche coerenti con quanto stabilito nel PDP (tempi più lunghi, verifiche graduate, uso di strumenti compensativi, svolgimento di un numero minore di esercizi…) •Valutazione secondo quanto dichiarato nel PDP (prestando attenzione alla padronanza dei contenuti e prescindendo dagli errori connessi al disturbo) •Massima flessibilità didattica nell’apprendimento delle lingue straniere Verifica e valutazione - alunni con DSA (2) •Condizioni dispensa lingua straniera scritta: •certificazione con richiesta esplicita •richiesta della famiglia •approvazione da parte del CdC •Condizioni per l’esonero dalla lingua straniera: •certificazione con richiesta esplicita •richiesta della famiglia •approvazione da parte del CdC •non conseguimento del titolo di studio ma dell’attestazione delle competenze Verifica e valutazione - alunni con BES (1) •Distinguere monitoraggio, controllo, verifica e valutazione degli apprendimenti •Valutazione sommativa ma anche, e soprattutto, formativa •Valutazione globale e multifattoriale, mai parcellizzata e segmentata Verifica e valutazione - alunni con BES (2) •La valutazione deve tener conto: • della situazione di partenza • dei risultati raggiunti nel personale percorso di apprendimento • dei risultati riconducibili ai livelli essenziali previsti • delle competenze acquisite •È importante che il Collegio: • stabilisca i livelli essenziali di competenza disciplinare • concordi eventuali modalità di raccordo con i contenuti disciplinari previsti per l’intera classe Verifica e valutazione - alunni con BES (3) Il CdC / team docenti deve: • definire chiaramente che cosa, come e perché si sta valutando • separare i contenuti della valutazione dalle capacità strumentali necessarie a condividerli ed esplicitarli • dedicare attenzione al processo più che al solo elaborato • predisporre lo svolgimento delle verifiche secondo le condizioni abituali individuate per lo studente La didattica inclusiva Didattica inclusiva La didattica inclusiva è “la didattica”. da Pasquale Moliterni, Rimini 2013 L’insegnante rappresenta il primo, vero strumento compensativo, il primo facilitatore, il catalizzatore dell’apprendimento, l’amplificatore dei risultati, un modello di identificazione. da Ambrosini, Alunni con BES, Erickson 2013 pag. 333 …ma insomma, non c’è il rischio di fare solo… “filosofia dell’inclusione”? Didattica inclusiva per Dario Ianes, Rimini 2013 materiali a diversi livelli di difficoltà materiali per diverse modalità di attivazione cooperazione tra alunni didattica laboratoriale tecnologie inclusive Fasi costitutive del raggiungimento di un obiettivo Azione Input •Comprensione •Elaborazione •Output Condizioni di “stimolo”, nei confronti dei quali il soggetto agirà, e varie forme di indicazioni, aiuti, suggerimenti. Quello che il soggetto farà, nella componente comprensione dell’input (decodifica e generazione di significato), elaborazione (lavoro a vari livelli sui significati per costruire ciò che l’azione richiede…), output (programmazione e realizzazione del prodotto agito…). Microdinamica di insegnamento-apprendimento Azione dell’alunno che apprende INPUT Attenzione Percezione Aggiunta di indizi visivi al comportamento esploratorio di un testo Comprensione dell’input Elaborazione e altre operazioni mentali Generazione di output RISULTATO Fornire uno schema parzialmente costruito che lo aiuti a ricordare come si riassume MEDIAZIONE DIDATTICA Fornire check list di auto-correzione ortografica nella fase di scrittura del testo L’input all’azione - esemplificazioni Istruzioni, consegne, aiuti verbali (educazione all’autoistruzione) 2. Testi, spiegazioni, didascalie scritte, script 3. Schemi, immagini, colori, aspetti grafici 4. Conflitti cognitivi e sociocognitivi 5. Conversazioni, storie, narrazioni, dialoghi, antropomorfizzazione 6. Situazioni reali problematiche 7. Modelli competenti 8. Guida fisica 9. Indicazioni gestuali 10. Caratteristiche del materiale (es. amplificazione percettiva) 1. Livelli di adattamento degli obiettivi e dei materiali 1. sostituzione 2. facilitazione – Ricontestualizzazione II. – Modifica tempi o spazi III. – Ricorso agli aiuti I. 3. semplificazione – Semplificazione nella comprensione II. – Semplificazione nell’elaborazione III. – Semplificazione dell’output I. 4. scomposizione nei nuclei fondanti 5. partecipazione alla cultura del compito Livelli di adattamento degli obiettivi e dei materiali TIPO DI ADATTAMENTO CONDIZIONE sostituzione Difficoltà sensoriali Difficoltà motorie Difficoltà percettive facilitazione Difficoltà non eccessive Difficoltà specifiche semplificazione Difficoltà di comprensione ed elaborazione più marcate scomposizione in nuclei fondanti Difficoltà notevoli partecipazione alla cultura del compito Difficoltà nell’individuare obiettivi collegabili 1 - Sostituzione • Obiettivo uguale, si modifica l’accessibilità (registrazione audio dei testi, CAA, cards per alunni sordi…). • Comporta un cambiamento dei canali comunicativi, degli strumenti, dei linguaggi con cui il materiale viene proposto (fase di input). • Oppure un cambiamento nei canali comunicativi o negli strumenti e materiali con cui l’alunno produrrà il proprio lavoro (fase di output). Strumenti compensativi 1 – Sostituzione • • • • • • • • • • • Strumenti compensativi Sintesi vocale e software di gestione della sintesi vocale Libri digitali e e-book Audiolibri e libri parlati Registratore e video-fotocamera (penne elettroniche, software LIM di registrazione) Agenda o diario elettronici Software per l’uso della tastiera Software di videoscrittura con controllo ortografico Fogli elettronici e calcolatrice Enciclopedie e dizionari digitali Software per la creazione di mappe e schemi Tabelle, formulari, schemi, grafici, linee del tempo, linea dei numeri, mappe non digitali 1 – Sostituzione Strumenti compensativi Alla ricerca della soluzione tecnologica più semplice Caratteristiche di funzionamento dello studente Contesto Attività da sviluppare 1 – Sostituzione Strumenti compensativi Bisogni Educativi Speciali A.Disabilità Strumenti compensativi e misure dispensative sono impalcature, per loro natura né fisse né stabili (scaffolding) che verranno tolte con gradualità (fading). B.Disturbi evolutivi specifici DSA, deficit linguaggio, ADHD, livello intellettivo limite, ritardo maturativo, Asperger non certificati… C.Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale 1 – Sostituzione Strumenti compensativi • Competenze compensative • padronanza nell’uso degli strumenti per raggiungere l’autonomia • Strategie compensative • • • • valorizzare linguaggi comunicativi altri dal codice scritto e utilizzare mediatori didattici quali immagini, video, registrazioni audio, eccetera osservazione indici testuali e paratestuali espedienti vari accorgimenti sulle verifiche (tempi, predisposizione differenziata in base agli stili cognitivi…) STUDIARE Cornoldi – PQ4R – Scaletta/mappaFogarolo PRENDERE APPUNTI Annamaria Testa – Luisa Carrada – Metodo Cornell 2 - Facilitazione • Fornire aiuti che portano a raggiungere gli obiettivi propri, pur con strategie diverse. • L’obiettivo non è diversificato. • Si riducono le difficoltà derivanti dal contesto e dagli strumenti. • Si lavora con una tempistica più distesa. • Uso di tecnologie motivanti (LIM, software) e contesti didattici interattivi (cooperative learning, tutoring, laboratori…); proposto anche in ambienti reali. • Dimensione ludica, organizzatori anticipati. LIM, webquest (apprendimento cooperativo..), mappe 3 - Semplificazione • Abbassare la difficoltà dell’obiettivo, agendo su una o più delle sue componenti (comprensione, elaborazione, output). • Modificazione del lessico. • Riduzione dei concetti, dei criteri di esecuzione dei compiti (uso della calcolatrice, consentire più errori…). Semplificazione del testo 3 – Semplificazione …del testo • Semplificare un testo è renderlo più accessibile • Si semplifica il testo, non il concetto • La leggibilità è influenzata da SINTASSI – LESSICO • Qualsiasi unità di contenuto può essere modificata e rielaborata in modo speciale se non si adatta alle capacità cognitive degli alunni 3 – Semplificazione …del testo • Riscrittura-adattamento • Le 3 semplificazioni di Scataglini: • Evidenziazione del testo (presenza di difficoltà percettive e di decodifica, concetti essenziali) • • Schematizzazione e ristrutturazione del testo (rafforzamento dell’idea principale con altre informazioni, linguaggio più semplice, evidenziazione delle parole-chiave, uso di caratteri grandi) Riduzione del testo (netta riduzione, uso di immagini esplicative, forte contenuto mnestico e motivazionale nella realizzazione grafica) • Uso dell’Indice di Gulpease (con Word o con Faciltesto) 4 – Scomposizione nei nuclei fondanti • Si identificano attività fondanti. • Si identificano attività accessibili in base alle difficoltà dell’alunno. • L’obiettivo è modificato / semplificato, facendolo diventare più accessibile. • Si presta minor attenzione alle nozioni della disciplina. • Si presta più attenzione ai processi cognitivi della disciplina affrontata. 5 – Partecipazione alla cultura del compito • Aiutare l’alunno a partecipare a momenti significativi. • L’obiettivo è più sociale che cognitivo. • Si attribuisce importanza ai prodotti elaborati. • Occasione per lavorare con gli altri compagni. Il Piano Didattico Personalizzato Suggerimenti • Il modello di PDP DSA/BES dell’USR Piemonte • Il sw PDP DSA Erickson • Il sw PDP BES Erickson • Il sw on-line Erickson – il sw on-line MIUR Risorse per l’inclusione 1-Organizzazione scolastica generale 2-Spazi e architettura 3-Sensibilizzazione generale 4-Alleanze extrascolastiche 5-Formazione e aggiornamento 6-Documentazione 7-Didattica comune Da Dario Ianes – Index per l’inclusione 8-Percorsi educativi e relazionali comuni 9-Didattica individuale 10-Percorsi educativi e relazionali individuali 11-Ausili, tecnologie e materiali speciali 12-Interventi di assistenza e aiuto personali 13-Interventi riabilitativi 14-Interventi sanitari e terapeutici
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