N° 3 – Ottobre 2014 Crocevia - Comunità Pastorale S.Paolo

N.3 • ottobre 2014
Notiziario d’informazione religiosa.
Registrato al n.466
presso il Tribunale di Milano
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Vit
a di
comunit
à
LAICO PRENDI
IL TUO POSTO!
rali, nel mondo del lavoro, sulle questioni di etica.
Il laico ha un ruolo grande nella Chiesa, bisogna
riscoprirlo e viverlo!
SUORE S.MARIA
DI LORETO
L’impegno dei laici nella vita
della chiesa
I temi del ruolo e dell’identità del laico saranno sviluppati nei prossimi “i venerdì di avvento”. Il vescovo emerito di Novara, mons. Renato Corti, e alcuni
laici ci aiuteranno a comprenderli e ad approfondirli come meritano.
Don Roberto
Il chicco che muore porta
molto frutto
In questi anni il tema più dibattuto all’interno della
Chiesa riguarda il ruolo che in essa hanno i fedeli
laici.
Alcuni teologi, ricordando i cinquant’ anni del Concilio Vaticano II°, lo hanno definito il “Concilio dei
laici”, proprio a motivo dei pronunciamenti espressi
in merito alla loro identità e al loro ruolo, pronunciamenti ritenuti innovatori rispetto all’ecclesiologia
del tempo.
Il fedele laico battezzato è pari in dignità al sacerdote e al religioso ed è insostituibile alla missione
della Chiesa di annunciare il Regno.
Su questa realtà e con la sua franchezza ha parlato
Papa Francesco: “Il clericalismo è uno dei mali della
Chiesa. Ma è un male ‘complice’, perché ai preti
piace la tentazione di clericalizzare i laici ma tanti
laici chiedono di essere clericalizzati, perché è più
comodo! … Per me, il clericalismo impedisce la crescita del laico. Ma tenete presente quello che ho detto: è una tentazione complice fra i due. Perché non
ci sarebbe il clericalismo se non ci fossero laici che
vogliono essere clericalizzati. E’ chiaro, questo?”
Anche nella mia esperienza sacerdotale spesso ho
trovato laici che fanno fatica ad assumere la propria responsabilità vocazionale e quest’atteggiamento impoverisce l’annuncio del Regno e la Chiesa
stessa.
Un grande esempio viene dalla chiesa coreana. In
Corea, infatti, il Vangelo non è stato portato da un
missionario, ma da alcune persone che, leggendolo
e ascoltandolo, lo hanno diffuso nel loro paese e,
per il Vangelo hanno saputo sacrificare la propria
vita. Papa Francesco, nel suo viaggio in Corea, ha
proclamato beati non i preti ma i laici morti per il
Regno di Dio.
Possiamo dire: Laico, prendi il tuo posto all’interno
della Chiesa, aiuta le famiglie in difficoltà, trasmetti
con l’esempio la fede in Cristo, anima la liturgia domenicale, dai voce alla chiesa nelle sue scelte pasto-
I venerdì di Avvento 2014
Vai anche tu nella vigna
del Signore
Responsabilità laicale nella chiesa e nel mondo a
partire dal Battesimo
21 novembre: mons. Renato Corti
(vescovo emerito di Novara)
28 novembre: mons. Renato Corti
(vescovo emerito di Novara)
5 dicembre: risonanza
12 dicembre: Coniugi Monica
e Luciano Femminis
“una famiglia aperta al mondo”
19 dicembre: Gianbattista Armelloni
(testimonianza nel mondo del lavoro
e del sociale)
Ore 21.00
presso il salone polifunzionale
oratorio - Senago
Sabato 1 Novembre
Padre Bruno Ciceri,
missionario scalabriniano,
ricorda il suo 30° anniversario
di ordinazione sacerdotale.
Messa solenna ore 11.00 a Senago
All’inizio dell’estate la nostra comunità ha ricevuto la notizia dell’imminente ritiro delle suore dalla
Parrocchia di Castelletto e dalla direzione della
Scuola S. Maria di Loreto. Esse, infatti, concluderanno la loro presenza a Senago nel mese di dicembre.
Pur con molto rammarico comprendiamo le ragioni
di questa scelta che sono ben descritte nella lettera inviata dalla Superiora Generale pubblicata di
seguito.
Vercelli, 10 Agosto
AI carissimi fedeli della Comunità Pastorale san
Paolo apostolo e in particolare alla parrocchia di
Castelletto,
eccomi a voi con questa lettera che, purtroppo, vi
trova già con gli animi in subbuglio e, forse, increduli per quanto il parroco, don Roberto, vi ha già
preannunciato qualche domenica fa.
Avrei voluto che la comunicazione di una scelta
così difficile per tutti avvenisse in modo più sereno
e con una previa preparazione degli animi, ma si
è creata una concomitanza di circostanze che non
hanno permesso di essere sufficientemente preparati
a rendere meno scioccante la comunicazione. Sono
certa però che la vostra fede e il vostro amore per la
chiesa saprà comprendere anche la fragilità umana
e qualche involontaria superficialità con la quale è
stata affrontata questa situazione.
Tutti vi starete chiedendo per quali motivi le suore
di Loreto devono terminare così tempestivamente la
loro presenza nella comunità pastorale a Castelletto, soprattutto venendo meno alla direzione della
scuola S.Maria di Loreto.
Penso che tutti portavate nel cuore la paura che da
un momento all’altro sarebbe arrivata la notizia
della chiusura della comunità delle suore, soprattutto da quando suor Silvana Stoppa è ritornata alla
Casa del Padre. Ho ben presente come don Roberto e altre persone subito mi hanno chiesto che ne
sarebbe stato ora delle suore. Tutti infatti comprendevate che la nostra realtà congregazionale ormai
stava conoscendo il tempo dell’autunno, stagione
dei frutti maturi e buoni ma anche del riposo del
terreno per una stagione nuova che per ora, come
congregazione, non ci è dato conoscere.
Per tante Congregazioni Religiose, come la nostra,
siamo – ripeto - ormai entrate nella stagione autunnale, mentre il tempo della primavera, pur certi
del suo arrivo, rimane per il momento impegno di
preghiera e di ricerca. L’oggi nel quale ci troviamo
chiede con insistenza e urgenza di dialogare con
un cambiamento dei tempi e con un nuovo corso
della storia che sta disorientando tutti e che richiede
la pazienza dell’agricoltore e la fede di Abramo.
Ci è chiesto il “ Sì” obbediente alla volontà di Dio;
volontà che – ripeto – cerchiamo di cogliere nei
segni che il nostro tempo, con le sue bellezze e le
sue grandi contraddizioni e povertà, ci rimanda.
Con il mio Consiglio, a partire anche dalle indicazioni che ci ha dato il Capitolo Generale celebrato lo scorso anno 2013, stiamo rivedendo la
nostra situazione congregazionale e in particolare
ci stiamo interrogando quali strade lo Spirito vuole
farci percorrere perché la nostra vita di consacrate risponda alle vere esigenze del mondo di oggi,
soprattutto ai bisogni della gente del nostro tempo.
Senza paura dobbiamo quindi avere il coraggio
di fare delle scelte anche sofferte ma che aprano
al futuro di Dio. La nostra presenza a Castelletto
proseguiva da alcuni anni con un po’ di sacrificio.
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Come congregazione che ha un carisma educativo era nostro desiderio dare continuità a una delle
poche scuole dove era rimasta la nostra presenza.
Il tempo però non si ferma, gli anni delle sorelle si
aggiungono uno dopo l’altro, e anche le esigenze
della scuola si fanno sempre più impegnative e professionali, diventa quindi difficile per noi assicurare
presenze con nuove energie e rinnovata competenza.
Nella pastorale parrocchiale già avevamo ridotto la
nostra attività proprio per l’esigua presenza delle
suore nella comunità.
Da due anni stavo chiedendo ai Presidenti della
Scuola dell’Infanzia Paritaria Parificata Argenti e
della Scuola Primaria Paritaria Parificata S. Maria
di Loreto di iniziare a cercare una nuova figura di
Direttrice che potesse sostituire suor Carla Maria.
Con il mio Consiglio avevamo già deciso che avremmo dato ancora un anno per cercare la nuova Direttrice. All’inizio dell’estate, con grande sorpresa di
tutti, compresi i Presidenti, ecco affacciarsi la possibilità di una Direttrice disponibile a prendere la
Direzione della Scuola “S.Maria di Loreto”.
Questa è stata la notizia che ha poi accelerato i
tempi della scelta di chiudere, da parte nostra, la
comunità religiosa di Castelletto. Mi dispiace che
una notizia come questa, dopo tanti anni di presenza a Castelletto e soprattutto ben conoscendo che
cosa hanno significato le suore per tanti di voi, sia
arrivata come un “fulmine a ciel sereno” e comprendo come ora i vostri animi possano essere un po’
turbati, dispiaciuti, amareggiati.
Con questa mia lettera vorrei invitarvi prima di tutto
a comprendere nella fede e a leggere con sapienza
evangelica il momento storico che stiamo attraversando. Sempre alla luce della fede cerchiamo di
credere che questo è un tempo di grazia perché, nel
chicco che accetta di morire, è presente una fecondità che solo il Signore conosce.
Le suore dovranno venire via da Castelletto ma sono
certa che rimarrà il bene che hanno fatto; per tanti
di voi rimarranno le lezioni di vita che avete ricevuto
dallo loro azione educativa ma soprattutto rimarrà
la testimonianza di una vita spesa per il Signore del
cui Amore si sono alimentate per poi donarlo a ciascuno con tutto se stesse. Il buon seme che le suore
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hanno cercato di seminare saprà inoltre dare i suoi
buoni frutti anche attraverso la vostra opera che continuerà quella delle suore. Se farete questo allora,
pur dispiaciuti perché non vedrete più le suore passare tra le strade del vostro paese o operare nella
scuola dei vostri bambini, potrete dire che le suore
hanno lavorato bene perché hanno lasciato delle
orme sulle quali continuare a camminare e costruire.
Non siate dunque arrabbiati, anzi aiutateci a vivere
questo momento in solidarietà con noi: chiudere una
casa non è facile, perché entrambe le realtà coinvolte si impoveriscono di un dono che lo Spirito Santo
ha suscitato per l’edificazione comune.
Chiedo al Signore che aiuti ciascuno di voi ad accogliere questo scritto con il cuore buono e con
sentimenti di pace e serenità, pur comprendendo la
sofferenza e il dispiacere che ognuno può provare.
A tutti voi va la vicinanza e il sostegno nella preghiera di ogni suora di Loreto.
La Vergine di Loreto interceda presso suo Figlio ogni
dono di bene per ciascuno di voi, per le vostre famiglie e per la comunità intera.
Nel Signore a tutti voi il mio fraterno e spirituale
abbraccio
Superiora Generale - Suor Giovanna Sartori
E’ con profonda gratitudine per tutto il lavoro prezioso svolto dalle suore in questi lunghi anni sia nella
pastorale che nell’educazione che saluteremo e ringrazieremo la comunità delle Suore di S. Maria di
Loreto domenica 14 Dicembre durante una messa
alle ore 10,30 a Castelletto.
IN ASCOLTO
DELLA PAROLA
RUSSIA
L’ANELLO D’ORO
L’esercizio della lectio divina
Pellegrinaggio parrocchiale
A partire dallo scorso mese di ottobre, ogni lunedì
alle ore 15.00 in S. Bernardo e alle ore 21.00 in
Castelletto un gruppo di persone (15-20), si ritrovano a leggere e meditare il testo evangelico da
proclamarsi nella Eucaristia domenicale.
“ Ne di venere ne ’di marte ne’ si sposa ne’ si parte… “ , così recita un vecchio proverbio, che sembra proprio aver avuto ragione: martedì 19 agosto,
quando il gruppo parrocchiale di Senago è partito per il viaggio in Russia. Non ci sarebbe potuto
essere, infatti, un peggiore inizio di giornata. Alla
ore sette imperversava un temporale così violento
che nessuno dei partecipanti è riuscito a salire sul
pullman senza bagnarsi. Per fortuna, poi, il tempo
è migliorato e durante la settimana ci sono state anche delle bellissime giornate di sole, che ci hanno
permesso di compiere un viaggio sereno.
Russia l’Anello d’oro, così è denominato l’itinerario
che abbiamo compiuto e di oro ne abbiamo visto
veramente tanto in questo percorso circolare, che va
da Mosca verso nord-est per più di duecento chilometri. Nelle varie Cattedrali e nei numerosi complessi monastici della capitale, di Sergiev Posad, Sudzal
e Vladimir abbiamo contemplato cupole dorate o
azzurre ma cosparse di stelle d’oro, porte ricoperte
di motivi dorati, singole icone e grandiose iconostasi completamente decorate in oro.
Il nome Anello d’oro è dovuto, credo, anche alla
presenza di tanti altri edifici che, pur non essendo
ricoperti d’oro, rappresentano, però, dei piccoli gioielli dell’architettura russa antica. In un bel Museo
all’aperto, infatti, abbiamo potuto ammirare le grandi chiese di legno costruite ad incastro senza l’uso
di chiodi o le “isbe” di legno intagliato, tipiche delle
zone rurali.
Infine Anello d’oro sta a indicare anche la grande
importanza storica, culturale, artistica e religiosa
che ha avuto in passato questa regione e che ora si
sta cercando di recuperare e valorizzare con grandi
opere di restauro o ricostruzione. All’interno del
Cremlino di Mosca, per esempio, negli anni Trenta sono stati distrutti alcuni antichi monasteri che lì
sorgevano, per lasciare posto ad un nuovo Palazzo
del Governo. Ora si sta demolendo questo Palazzo
per riedificare sul loro luogo originale i monasteri
La preghiera allo Spirito apre l’incontro della lettura
perché è lo Spirito che rende viva la Parola di Dio e
rende gli ascoltatori docili ad accogliere il messaggio di Amore che Dio dona loro.
Segue la lettura attenta del testo analizzando i soggetti, le azioni, le parole, le modalità espressive per
capire il messaggio d’Amore che il Signore desidera comunicare, per far sentire gli ascoltatori amati
da Lui e interpellati ad amarlo.
Lo stupore nel constatare l’immenso Amore di Dio
che ogni testo comunica, riempie di gioia i cuori dei
frequentatori della Parola.
Con S. Gerolamo certamente ogni partecipante potrebbe dire: “Nella lettura tendo le vele allo Spirito
Santo!” per approdare al cuore di Dio, porto sicuro,
dove il proprio cuore irrequieto trova la pace come
ha sperimentato S. Agostino!
Questo primo anno si è saliti sul primo gradino della
scala della lectio divina: il gradino della lettura.
La scala, dotata di altri gradini, invita a salire sul
gradino della meditazione, su quello della preghiera, indi sul gradino della contemplazione, della condivisione, dell’azione.
Coloro che hanno iniziato a salire, pur tentati di
scendere a terra, avvertono di essere sospinti verso
il cielo dallo Spirito che abita in loro.
“Non ci ardeva il cuore nel petto mentre ci parlava
e ci spiegava le Scritture?”
(Lc 24, 32)
Don Vincenzo
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già abbattuti. Sempre nella Piazza Rossa l’opera
di restauro risalta nelle cupole della chiesa di San
Basilio: ho notato una molteplicità di colori brillanti e una fantasia di gioco e intreccio di linee, che
non ricordo di aver rilevato una dozzina di anni fa,
quando venni a Mosca per la prima volta.
L’aspetto che più mi ha colpito, però, è stato la disponibilità gratuita, la gentilezza e l’attenzione dei
moscoviti verso i turisti. Una sera, in un ristretto gruppo di persone ci siamo avventurati in metropolitana
verso il centro e soprattutto verso la parte più moderna della città. Cartina alla mano, pensavamo
di non avere alcuna difficoltà ad orientarci nelle 13
e più linee della metropolitana situata a più di 60
metri sottoterra, ma non è stato così! Quando, però,
ci mettevamo ad osservare attentamente la piantina,
subito qualcuno si avvicinava e ci offriva spontaneamente il suo aiuto. Chi, solo per il piacere di esserci
utile, ci ha indicato e poi comprato i biglietti necessari, senza accettare i soldi che già avevamo pronti.
Chi, senza paura di perdere tempo, ci ha accompagnato attraverso le varie intersezioni e stazioni per
portarci direttamente alla fermata esatta. Chi, non
sapendo dove fosse il luogo da noi richiesto, non
se n’è andato via, ma con un sorriso e una esclamazione ” Google Maps! ” ha cercato la meta sul
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cellulare e prontamente ci ha mostrato il percorso.
Quella serata bellissima mi ha lasciato entusiasta,
ma nello stesso tempo perplessa perché non so se
io avrei saputo fare altrettanto o mi sarei soltanto
limitata a dire di non avere tempo, di non sapere…
Il nostro viaggio è proseguito poi in treno verso San
Pietroburgo. Durante il tragitto abbiamo osservato
i boschi di betulle e abeti con i villaggi di dacie,
le case in legno per il week-end dei cittadini, che
vengono qui per coltivare le verdure nei piccoli orti.
Arrivati nella città che Pietro il Grande volle come
nuova capitale, abbiamo navigato sulla Neva e su
qualcuno dei 65 canali che attraversano le 42 isole
su cui sorge San Pietroburgo. Abbiamo ammirato
anche qui lo splendore di edifici grandiosi, come
il Palazzo d’Inverno con il preziosissimo Museo
dell’Ermitage o le Cattedrali di S.Isacco e quella del
Salvatore sul Sangue versato. Nei dintorni, a Puskin
ci ha colpito la residenza estiva di Caterina per le
sue imponenti dimensioni e la magnificenza delle
sue sale. A Peterhof, sede della residenza estiva
di Pietro il Grande, abbiamo ammirato, invece, il
parco con innumerevoli fontane e giochi d’acqua
e la Grande cascata che, con i suoi zampilli e statue dorate, attraverso un canale artificiale, arriva
fino al Golfo di Finlandia. Quanti altri luoghi, oltre a quelli citati, meriterebbero di essere
nominati: gli estesi
parchi cittadini, ben
curati e puliti, le grandi strade, impensabili
nelle nostre città, o i
mercatini modesti con
piccole bancarelle di
prodotti che arrivano
direttamente dall’orto.
Tutto quello, cioè, che
ciascuno di noi ha colto in modo differente
dagli altri, ma che ha
contribuito a farci conoscere un po’ meglio
una terra che, forse
non è più così lontana.
Agnese G.
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Nota Pastorale
per l’anno 2014-2015
MONTINI
ARCIVESCOVO DI MILANO
BEATIFICAZIONE
DI PAOLO VI
La comunità educante
Un legame profondo che
si rinnova
Il suo amore per la Chiesa
e per l’uomo
Continuerò ad amarvi come figli, direi primogeniti...» queste parole con le quale Papa Montini ha salutato i pellegrini milanesi giunti a Roma dopo la sua
elezione a Papa nel 1963, sintetizzano bene il rapporto di Montini con la diocesi ambrosiana sin da
quel 6 gennaio 1955 quando fece il suo ingresso
ufficiale in città già consapevole dell’impegno del
suo compito di pastore: «So i tempi difficili e critici;
so i bisogni molteplici e immensi; so l’atteggiamento
della vita ecclesiastica, così decisivo per il nome cristiano nel momento presente; so le ansie del mondo
del lavoro, agitato da inquietudini spirituali ancor
più che da quelle stesse economiche; ma so altresì che la parola di Dio è sempre viva e potente».
Mise in atto una totale dedizione per conoscere la
sua diocesi vasta sia per territorio che la molteplicità di bisogni spirituali. Uno degli atti fondamentali
del suo episcopato furono le missioni del Novembre
1957. Missione profetica e coraggiosa ma, come
egli stesso affermò: «non impossibile» egli aveva
intuito che «agli ambrosiani non occorresse insegnare a fare i soldi, ma a pregare bene…. Perché
se il mondo «sembra ogni giorno meno sensibile al
religioso, esistono anche non pochi lontani, pensosi
e solleciti».
Instancabile fu la sua attività pastorale nelle scuole,
tra gli ammalati, nei luoghi di lavoro, infatti avvertì
subito la straordinaria portata dell’evangelizzazione nei luoghi della produzione, nelle fabbriche, nelle aziende «Abbiate piena fiducia nella Chiesa. Il
lavoro non è profano, è, a suo modo, una preghiera e una collaborazione all’azione di Dio. Il lavoro
umano è sacro». Infine non possiamo non ricordare
la sua attenzione perché tutti avessero una chiesa,
in un’epoca di boom economico e di espansione del
territorio il cosiddetto ‘piano Montini’ portò all’edificazione di nuove chiese in tante zone della città
allora periferiche.
Domenica 19 ottobre è stato proclamato beato
papa Paolo VI, per la Chiesa ambrosiana è un ulteriore motivo di gioia poiché Montini è stato Arcivescovo di Milano dal 1955 al 1963 quando lascio
la nostra diocesi per salire al soglio pontificio raccogliendo l’eredita di Giovanni XXII che aveva da
poco aperto il Concilio Vaticano II.
Il suo pontificato fu difficile e sofferto a causa del
periodo di contestazione che pervase la nostra società e che ha avuto risonanze anche nella chiesa.
Vi erano coloro che premevano per un’accelerazione nel processo di rinnovamento e altri invece che
premevano sul freno accusando la Chiesa di tradire
il deposito della fede, insomma, troppo progressista per i conservatori e troppo conservatore per i
progressisti. In realtà Paolo VI ha accettato le incomprensioni mettendosi con mitezza e serenità dentro
la bufera rivelando una spiccate doti di mediazione,
prudenza e tenacia allo stesso tempo, tenendo fisso
lo sguardo su Gesù dal quale traeva la sua forza e
il suo sostegno.
Le dimensione fondamentale della sua vita e del suo
Magistero sono stati l’amore a Cristo, alla sua Chiesa e una profondo amore per l’umanità compresa
e amata nelle sua grandezze e nelle sue fragilità.
Questo desiderio di servire la Chiesa lo troviamo
da lui stesso descritto nel “Pensiero alla morte” :
«per essa, non per altro, mi pare d’aver vissuto»,
confessa Paolo VI. L’amore per la Chiesa è stata
infatti la ragione della sua scelta di vita: «fu il suo
amore che mi trasse fuori dal mio gretto e selvatico
egoismo e mi avviò al suo servizio»….Vorrei che
la Chiesa lo sapesse; e che io avessi la forza di
dirglielo, come una confidenza del cuore, che solo
all’estremo momento della vita si ha il coraggio di
fare. Vorrei finalmente comprenderla tutta nella sua
storia, nel suo disegno divino, nel suo destino finale,
nella sua complessa, totale e unitaria composizione,
Realizzare nella diocesi di Milano «comunità educanti» in
grado di accompagnare, attraverso un messaggio unitario, in
particolare i ragazzi più piccoli, durante i primi anni della formazione cristiana, quelli
scanditi da sacramenti della
Riconciliazione, Prima Comunione e Cresima
l card. Scola parte dalla constatazione che le «oggettive difficoltà» che incontra la Chiesa nel suo
compito di evangelizzazione dipendono dal «contesto di frammentazione in cui viviamo». Pensando
in particolare ai più piccoli impegnati nel percorso
di iniziazione cristiana, egli osserva che «i nostri
ragazzi passano ogni giorno dalla famiglia alla
scuola, allo sport, alla musica, all’oratorio, al catechismo, attraversano comparti stagni senza potersi
ancorare ad un filo rosso che unifichi la loro giornata. E’ proprio questa sfida che la Chiesa deve raccogliere nel prendersi cura dell’iniziazione cristiana
e nel tenere viva la partecipazione eucaristica attraverso la cura della liturgia domenicale.
L’arcivescovo spiega che «la proposta educativa
consiste dunque nell’offrire un incontro effettivo con
Gesù, per imparare a seguirlo. Nel mondo odierno,
in cui la società non offre un orizzonte unitario, è
la Chiesa stessa che si deve far carico di proporre
questo vitale principio sintetico».
Il cardinale invita gli adulti delle comunità a non
farsi prendere dallo scoraggiamento al contrario
suggerisce un fondamento per la propria azione
educativa «la comunità sarà davvero “educante” se
per primi coloro che la compongono vivono, come
sono capaci, la sequela a cristo come il fattore di
conversione permanente nella loro vita, così che
l’unità del loro io,necessaria per educare, si faccia
sempre più potente.».
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nella sua umana e imperfetta consistenza, nelle sue
sciagure e nelle sue sofferenze, nelle debolezze e
nelle miserie di tanti suoi figli, nei suoi aspetti meno
simpatici, e nel suo sforzo perenne di fedeltà, di
amore, di perfezione e di carità».
Un altro tema a lui caro è stato l’amore per l’umanità in tutte le sue dimensioni : l’intelligenza, la cultura, l’arte, il lavoro, l’impegno politico cioè tutte
quelle espressioni in cui l’uomo rivela sé stesso e che
possono essere illuminate dal Vangelo.
Anche su questo punto nel suo “Pensiero alla morte”
descrive lo sguardo sull’uomo e sul mondo: «questa
vita mortale è, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità,
un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e
commovente, un avvenimento degno d’essere cantato in gaudio e in gloria: la vita, la vita dell’uomo!
Né meno degno d’esaltazione e di felice stupore
è il quadro che circonda la vita dell’uomo: questo
mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille
bellezze, dalle mille profondità».
La grandezza e il valore della sua personalità umana e spirituale oltre che nel suo impegno alla guida della Chiesa sono rivelati anche nei suoi scritti
che costituiscono un vero patrimonio di spiritualità
sempre attuale al quale attingere per sostenere una
fede autentica fondata sulla centralità di Cristo, e
sull’amore per l’uomo.
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Pa
stor
ale gio
vanile
UN CAMPEGGIO
NEL BLU DIPINTO DI BLU
Ceresole Reale, 1° e 2° media
12 giorni,288 ore, 17 280 minuti, 1 036 800 secondi… 1 sola emozione.
Crediamo che solo le parole non riusciranno ad
esprimere a pieno l’esperienza da noi vissuta,
ma cercheremo comunque di adempiere al nostro
compito. Tutto iniziò quella mattina del 13 Giugno
2014, erano circa le 7 del mattino, per noi animatori era buffo vedere come i “nostri” futuri bambini
cercavano di trascinare quelle mastodontiche valigie e la scena che si presentava davanti ai nostri
occhi ci riportava alla memoria ricordi di campeggi
passati. L’adrenalina era la massimo (vi è sempre
un po’ di timore nel lasciare i genitori), ma l’idea
di non vederli per 12 giorni rallegrava le menti di
tutti; dopo l’appello e la sistemazione dei bagagli
ecco la partenza, in due ore raggiungemmo la nostra destinazione: Ceresole Reale. Una volta arrivati
nel luogo che sarebbe diventato la nostra casa per
le successive settimane, l’ emozione era palese e
l’argomento che teneva banco era la sistemazione delle tende; bastarono poche ore per rompere
il ghiaccio, le nuove squadre e le attività proposte
aiutarono anche i più timidi.
I giorni sono passati tra competitivi giochi al campo
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e gite sudate e talvolta odiate, dove però la vista,
una volta raggiunta la cima, ripagava ogni sforzo.
Come abbiamo già accennato le nostre giornate erano improntate sul tema della “Generazione
Rap”: con “musica altra a colazione”, per citare un
celebre rapper, iniziavano le mattinate; di li seguivano le varie attività programmate fino al momento
di riflessione: ogni giorno ascoltavamo una canzone rap differente e da questa partiva una riflessione,
a squadre, introdotta e guidata dal don Leo e dal
Simone, il nostro nuovo seminarista.
Dobbiamo ammettere di essere rimasti sorpresi poiché, nonostante la giovane età, sono emerse delle
risposte ragionate e profonde, inoltre abbiamo apprezzato la loro propensione all’ascolto e sebbene
fossimo noi a dover “educare” i bambini spesso abbiamo imparato qualcosa noi da loro.
Gite, giochi e riflessioni consumavano molte energia ma questo non ci toglieva carica, passavamo le
serate tra bosco e pagoda, la quale si trasformava
ogni volta in una nuova ambientazione; passava da
sala cinematografica a scena del delitto, da giro
dell’oca a casinò per poi diventare una discoteca
per la serata conclusiva. Il 27 Giugno arrivò in fretta
e con lui anche la tanto agognata partenza; quella
mattina vi era uno strano silenzio che nessuno sapeva spiegare, mancava la solita elettricità nell’aria.
Dopo la sistemazione delle tende, certificata dal severissimo giudice don Leo, un ultimo copioso pasto
dei cuochi e lo show di Diego nella rituale assegnazione dei toti era giunto il momento di partire; in
pullman ci scambiano sempre numeri di telefono e
promesse di rimanere in contatto sapendo che tutti
ricorderanno sempre quel luogo che ci ha donato
momenti di fatica e di sudore, ma soprattutto meravigliosi ricordi tra risa, scherzi e abbracci. Traendo
conclusioni da questa esperienza noi animatori possiamo solo dire grazie a tutti coloro che hanno preparato e allestito la “nostra casa”, grazie ai cuochi
che ci hanno viziato e sfamato e grazie al Don Leo
e al seminarista che ci hanno guidato sia tra i monti
che alla ricerca di una spiritualità interiore. Infine un
grazie a tutti i bambini che ci hanno fatto trascorrere
magnifici momenti, imparando e insegnandoci ogni
giorno qualcosa di nuovo.
GRAZIE, Gli animatori
TANTI GIOCHI
...SOTTO LA PIOGGIA!
PASSEGGIATE
E NUOVE AMICIZIE
Ceresole Reale, 3°,4°,5° el.
Ceresole Reale, 3° media e Ado
Come tutti gli anni i bambini di 3^, 4^ e di 5^
elementare hanno trascorso una vacanza insieme
come conclusione del loro anno oratoriano. Solitamente la meta prescelta è il mare, ma quest’anno si
è deciso di far provare ai ragazzi un’esperienza diversa: il campeggio di Ceresole Reale. Grazie alle
abilità ludiche di Luisella, all’esperienza montanara
(così per dire) degli animatori, all’oculata supervisione di don Roberto e Gigi Favaro e alla perizia
culinaria dei cuochi, il periodo trascorso insieme
è stato allo stesso tempo divertente ed educativo.
I bambini si sono adattati subito alla vita comunitaria, imparando il rispetto per la natura e per gli
amici, anche attraverso i turni di servizio.
Anche se il tempo non ci ha favorito, abbiamo comunque avuto la possibilità di divertirci al campo
grazie ai numerosi giochi organizzati, sebbene nella maggior parte dei casi ci siamo dovuti limitare ai
giochi in pagoda. Non sono mancate neppure le
gite, che seppur faticose, sono risultate appaganti
e piacevoli. Una delle esperienze più significative
della vacanza è stata la giornata scout, durante la
quale sono venuti in visita tre Capi del gruppo di
Senago. L’incontro tra i due stili
diversi di educazione tipici degli scout e dell’oratorio è stato
molto divertente per i ragazzi e
proficuo per gli animatori.
Nella serata conclusiva, come
da tradizione, ogni squadra si
è esibita nella rappresentazione
comica di una fiaba, nella quale sono stati inseriti personaggi
e oggetti tratti da altre storie.
Nel complesso la nuova esperienza è stata un successo che
speriamo di poter ripetere anche il prossimo anno.
Gli animatori
24 Luglio 2014: la partenza credo fosse attesa con
impazienza da tutti, e con tutti intendo proprio tutti:
per la prima volta il terzo gruppo comprendeva sia
gli adolescenti che i ragazzi di terza media. L’obbiettivo principale era quello di fare gruppo, il secondo sterminarci. Ebbene sì: abbiamo affrontato la
morte camminando per più di quattro ore in salita
per sentieri ripidi e stretti. Credo che la parte migliore della vacanza sia stata proprio il ritorno di quella
gita: per risparmiare una mezzoretta, con i nostri
k-way sotto il sedere, siamo scesi attraverso la neve,
è stato fantastico! Anche il primo obbiettivo è stato
raggiunto, sono nate sicuramente nuove amicizie;
ogni giorno dopo la preghiera c’erano i momenti
di discussione su vari argomenti che ci hanno fatto
riflettere: merito anche degli animatori sempre presenti che aprivano le discussioni e coinvolgevano
tutti. Insieme ci siamo divertiti davvero tanto. Penso
che l’esperienza del campeggio sia stata il primo
passo del nostro cammino. Altre opportunità per
fare gruppo saranno la gita in Val di Mello a fine
ottobre e il viaggio a Trieste. É stata un’esperienza
incredibile che consiglio vivamente a tutti i ragazzi.
Alessandra Cassini
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UN PERCORSO
DI LEGALITA’
Nasce il centro socio-educativo
“L’Albero del Sorriso”
Venerdì 12 settembre è stato inaugurato a Senago
“l’ALbero del Sorriso” un centro socio-educativo realizzato all’interno di un immobile sequestrato alla
mafia del 2009. In questa occasione Mattia Maiocchi ha ricordato l’esperienza, fatta nel 2012, dagli
adolescenti dell’oratorio di Senago proprio sul tema
della legalità.
Tra il 2011 e il 2012 il tema centrale su cui si è basato il percorso di catechesi del gruppo adolescenti
è stato quello del valore della legalità. Nel corso
di quell’anno oratoriano, abbiamo avuto modo di
trattare molto sull’argomento, attraverso dibattiti,
visioni di filmati e testimonianze molto interessanti,
come quella di un magistrato della Corte d’Appello
di Milano. In particolare i nostri educatori hanno organizzato le serate parlando di ciò che minaccia la
legalità ossia le Mafie e la criminalità organizzata.
Questi incontri ci hanno permesso di riflettere profondamente su queste problematiche, che spesso ci
paiono lontane, mentre in realtà (stasera possiamo
vederlo tutti con i nostri occhi) sono fin troppo vicine. Il cammino si è concluso con un’esperienza del
tutto originale: tra fine luglio e inizio agosto 2012
noi del gruppo ado siamo andati in Sicilia per partecipare ad un’attività organizzata dall’associazione
Libera che, come è noto, si occupa di lavorare e
restituire alla collettività i terreni sequestrati alla Mafia. La fatica e il sacrificio di alzarci ogni mattina tra
le 4 e le 5 per andare a lavorare nei campi gestiti
da Libera nelle zone di Palermo e di Corleone, per
togliere le pietre e prepararli così per la coltivazione
sono stati ampiamente ripagati: era bello pensare
che quei terreni, fino a pochi anni fa proprietà di
criminali, ora venivano utilizzati in modo onesto, a
beneficio dello Stato e di tutti e che, con il nostro
piccolo contributo, stavamo aiutando un’associazione che ha fatto della lotta alla Mafia il proprio fine.
Durante i dieci giorni trascorsi in Sicilia abbiamo
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anche avuto modo di continuare il nostro percorso
sul tema della legalità, attraverso i racconti delle
vite di uomini che sono vissuti e sono morti lottando
contro Cosa Nostra, come Giovanni Falcone, Paolo
Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Peppino
Impastato. I momenti più importanti e, spesso, più
toccanti della nostra esperienza sono stati gli incontri con persone che hanno subito personalmente le
violenze della criminalità: abbiamo avuto modo di
conoscere infatti il nipote di Placido Rizzotto, sindacalista ucciso da Cosa Nostra per aver difeso i
diritti dei contadini siciliani, e tre sopravvissuti alla
strage di Portella della Ginestra avvenuta il 1 maggio 1947 ad opera del bandito Salvatore Giuliano. Tornando poi a casa, certamente stanchi, ma
contenti e arricchiti, abbiamo avuto la sorpresa di
incontrare in aeroporto il fondatore di Libera, don
Luigi Ciotti, al quale abbiamo parlato brevemente
della nostra esperienza.
Non possiamo dimenticare il nostro stupore quando, già due anni fa, abbiamo visitato questo immobile che testimoniava la presenza della Mafia an-
che qui al nord, in Lombardia, addirittura nel nostro
stesso paese! Ricordiamo però quello che ci è stato
detto dal magistrato di Milano durante l’incontro in
Oratorio: se pensiamo che non ci sia la Mafia al
nord solo perché non vediamo in giro gente con la
coppola e la lupara abbiamo perso in partenza.
Tutti coloro che abbiamo incontrato durante le testimonianze hanno detto la stessa cosa: la Mafia non
è un problema solo del Sud, ma di tutta Italia, e potrà essere sconfitta solo grazie all’impegno di tutti.
Mattia Maiocchi
UN ANNO
TRA NOI
Il seminarista Simone si racconta
Dallo scorso giugno, fino al prossimo mese di maggio sarà presente nella nostra comunità pastorale
Simone Maggioni, un seminarista che risiederà stabilmente presso l’oratorio di Castelletto e collaborerà alle attività della comunità in particolare con i
ragazzi e i giovani dei due oratori. A lui rivolgiamo
un caloroso benvenuto e un grazie per tutto ciò che
la sua presenza saprà donarci.
Mi sembra opportuno cominciare con un saluto a
tutti i lettori, i miei genitori mi hanno insegnato che
il saluto è l’inizio di buon dialogo e questo articolo
vorrei che fosse questo: l’inizio di un dialogo con
tutti voi che fate parte di questa comunità pastorale.
Mi presento. Mi chiamo Simone Maggioni e vengo da Arese. Ho 31 anni, molti dei quali passati a
scuola e pensare che alle superiori ho studiato da
geometra, perché volevo un indirizzo che mi permettesse di andare a lavorare dopo il diploma, ma
evidentemente le cose sono andate un po’ diversamente. Ho sempre, o quasi, frequentato l’oratorio di
casa con i miei amici e come continuano a fare per
fortuna tanti ragazzi, almeno in questa comunità:
catechismo, squadra di calcio, animatore, educatore; insomma direi che sono uno come tanti. Di anno
in anno in me si sono fatte spazio delle domande e
una crescente curiosità: mi interrogavo su cosa volessi fare da grande, cosa avrebbe dato senso alla
mia vita, in che modo avrei potuto vivere una vita
buona, di cui essere contento. Insieme a queste domande è cresciuta una simpatia per il Signore, perché Lui certe risposte le sa e le dà. All’inizio non mi
sembrava che avessero a che fare con me, perché
non è facile amare il prossimo, amare gli altri come
Lui ci ha amato. Ma a poco a poco, con un po’ di
fatica, spronato dall’esempio dei miei genitori e di
amici più grandi, ho visto come può essere fonte di
gioia e di senso il vivere donando. In fondo credo
che sia questo il cammino di maturazione umana,
imparare a donare con gioia, e questo l’ho visto
in alcune persone più grandi che mi sono state di
esempio.
È così che
durante gli
ultimi anni
di università
mi chiedevo in quale
modo avrei
potuto donare tutta la
mia vita con
gioia. Di fronte a me avevo le esperienze di alcuni
adulti, padri e madri di famiglia, e di alcuni amici che stavano pensando a sposarsi; ma anche di
alcuni sacerdoti. Vocazioni diverse, ognuna unica
e originale, con fatiche differenti, ma vissute con
una gioia simile. E quando dico gioia, non intendo
un sentimento superficiale di felicità, ma l’impegno
paziente, fiducioso e appassionato di chi vuole fare
della propria vita qualcosa di bello e buono, per sé
e per gli altri; per il prossimo appunto.
Ho cominciato una serie di incontri con un giovane
sacerdote che mi ha ascoltato, consigliato e aiutato
a capire quale fosse la mia vocazione, cioè il modo
con cui far fruttare il dono della vita che il Signore
mi ha regalato. C’è un versetto della seconda lettera
di san Paolo apostolo ai Corinzi che al capitolo 9
dice così: “Dio ama chi dona con gioia” (v.7) ma
l’apostolo dice che va fatto con gioia, vorrei che
questo diventasse il mio stile, perché credo che potrebbe essere lo stile di ogni cristiano.
Voglio aggiungere un Grazie a tutta la comunità e
in particolare ai sacerdoti e ai cooperatori pastorali
con i quali abbiamo già avuto modo di condividere
diverse esperienze.
Sono contento di poter dare una mano a livello di
comunità pastorale e in particolare di pastorale giovanile, perche sono certo che sarà un’esperienza
formativa e di confronto che servirà al mio cammino. Oltre agli impegni legati alla vita pastorale della nostra comunità, svolgerò l’insegnamento della
religione cattolica all’Istituto Russell di Garbagnate.
Prendo spunto dal motto di questo anno pastorale
e rivolgo a noi un augurio e invito reciproco:buon
anno… Solo insieme.
Simone
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GRUPPO GIOVANI
STASERADATE
Tra convivialità e riflessione per
raccontare la fede
Dai, da te non siamo ancora venuti... e magari potresti anche invitare qualche tuo amico o amica...”
... “ok dai don ci sto!”...
Queste o altre simili parole suggellano la “chiusura
di contratto” tra il don e chi ospiterà a casa propria
una delle serate del gruppo giovani a cui si è voluto
dare il nome di Staseradate, un’iniziativa nata
ormai quattro anni fa come “continuazione” della
catechesi per i giovani.
Consiste nel trovarsi una domenica ogni tre settimane presso una casa messa a disposizione a turno
dai giovani che vi partecipano.
Dopo aver individuato un tema annuale, che
quest’anno avrà come sfondo la figura di Charles
de Foucauld e che affronterà diverse questioni che
la sua testimonianza di vita pone ad un giovane
che vuole vivere oggi la sua fede, a fine ottobre si
comincia.
Il carattere “volutamente informale” dell’incontro
comporta che ognuno venga invitato a contribuire portando qualcosa anzitutto per condividere la
cena. Prima o dopo cena si discute, dopo aver letto
o visionato il materiale a disposizione, riguardo l’argomento scelto per la serata.
Staseradate è stata da subito un’iniziativa vincente,
poiché unisce il momento della convivialità alla riflessione, oltre al fatto che è un modo per incontrarsi
e costruire nuove amicizie, le quali possono essere approfondite poi in occasioni come la giornata
mondiale della gioventù di Madrid o il cammino di
Santiago. In modo particolare pensiamo che chiedere ai giovani di mettere a disposizione la loro casa
sia stata l’intuizione che ha permesso di trasmettere
l’idea che sia possibile parlare del cristianesimo nella più normale e domestica quotidianità.
Per quest’anno abbiamo introdotto nell’itinerario di
Staseradate alcune importanti novità. Ci siamo dati
l’impegno di partecipare all’adorazione eucaristica
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comunitaria del primo mercoledì del mese, dandoci
appuntamento al mercoledì sera negli orari già programmati dalla Comunità Pastorale. Abbiamo poi
messo in calendario per il tempo dopo Pasqua una
“processione” in chiave giovanile: marceremo per
le strade della nostra città facendo sosta nelle chiese
di Traversagna, Senaghino, Senago, San Bernardo
e Castelletto leggendo insieme, dall’inizio alla fine,
il Vangelo secondo Marco, lasciando spazio alla
riflessione e alla preghiera personale. Coinvolgeremo in questo anche il gruppo dei 18enni e tutti coloro che vorranno unirsi a noi. Abbiamo già fissato
la data per la notte e il mattino presto del 10 Aprile.
I ragazzi di Staseradate si mantengono in contatto
e si trasmettono informazioni tramite un gruppo su
facebook chiamato appunto “staseradate” e uno su
whatsapp.
Inoltre, per chi fosse interessato a questa iniziativa
può contattare don Leo su [email protected]
o chiamarlo al numero 339.1116029.
Ci auguriamo che molti giovani possano raccogliere il nostro invito!
Emma Rognoni
TEMA DELL’ANNO ORATORIANO 2014-2015
Si è cristiani «solo insieme»! Nessuno diventa cristiano
da solo e nessuno può continuare a essere cristiano se
non condivide la sua fede e la sua vita insieme ad altri
che, come lui, sono discepoli del Signore. «Solo insieme» è dunque una condizione indispensabile per stare
con il Signore, per comunicare il Vangelo e per «scacciare» ogni forma di egoismo e divisione. «Insieme» si
può davvero trovare la forza di lottare contro il male,
di trovare quel coraggio che da soli perderemmo. Un
«insieme» che ha dentro tutta la variegata e «colorata»
capacità dello Spirito di rinnovare il cuore di ciascuno
per il bene di tutti.
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70 ANNI
DEL CSI
Per combinare insieme
Vangelo e Sport
Sabato 7 giugno 2014, circa ottantamila giovani
atleti insieme ad allenatori, dirigenti, arbitri e famiglie, grandi campioni di alcune discipline sportive,
hanno festeggiato con il Papa a Roma i settant’anni
di vita del C.S.I., ente nato dall’Azione Cattolica
per combinare insieme Vangelo e Sport. Via della
Conciliazione si è trasformata in un grande villaggio dello sport, davanti alla casa del Papa: calcio,
pallavolo, basket, pista di atletica, ma anche arti
marziali, ping-pong e calcio balilla. Il nostro gruppo sportivo è da sempre affiliato al C.S.I.: alcuni
di noi hanno seguito in TV la telecronaca dell’evento e vorremmo esporre alcuni punti del discorso di
Papa Francesco che ci hanno particolarmente colpito. “Da capitano”, ha detto il Papa, “vi sprono
di non accontentarvi di un mediocre pareggio, ma
venire in attacco, a giocare insieme la partita che
è quella del Vangelo”. Lo sport deve essere gioco,
la voglia di vincere non si allea con l’imbroglio e la
sopraffazione di chi è meno abile. Rifiutatevi di ingrossare la fila di coloro che stanno dalla parte dei
presunti vincitori. È meglio che facciate parte degli
scarti delle riserve. Si è rivolto ai politici mettendo
in evidenza le tre strade a disposizione dei giovani:
educazione, sport, lavoro. “I posti di lavoro devono
esserci all’inizio della vita dei giovani”, messaggio
per evitare la disperazione sociale e aprire ad un
futuro di speranza per ogni giovane. Ha spronato
a portare lo sport nelle periferie delle grandi città,
dove il disagio giovanile è più evidente. Un suggerimento alle comunità cristiane e ai gruppi sportivi :
in ogni parrocchia deve esistere un gruppo sportivo
che deve agire in piena sintonia con la comunità,
altrimenti non avrebbe ragione di esistere. Rivolgendosi agli allenatori e ai dirigenti e sottolineando la
loro funzione educativa:”Accogliete i meno fortunati e date a loro un’opportunità di esprimersi”. Agli
atleti: ”Non siate egoisti”, portando l’esempio del
calciatore che a tutti i costi ignora il compagno e
non passa la palla per arrivare da solo al gol. Ripensando allo sport del rugby ha detto: “Correte
tutti insieme, non da soli verso la meta e quando l’avrete raggiunta, esultate di gioia e siate felici con i
compagni di squadra!”. Cosa possiamo dire noi del
gruppo sportivo O.D.B. Castelletto di fronte a queste
riflessioni? Semplicemente: grazie Papa Francesco!
Il direttivo del gruppo sportivo O.D.B. Castelletto
SENAGO
VOLLEY
Si riprende con entusiasmo
Eccoci qui, dopo la pausa vacanze, ad iniziare una
nuova stagione sportiva, carichi di quell’entusiasmo
che solo le nostre atlete/atleti sanno trasmetterci. Parecchi di loro hanno iniziato la preparazione partecipando al camp estivo di Cesenatico, un momento
di preparazione e aggregazione che dà inizio al
nuovo anno. E’ inoltre con molto piacere che accogliamo nel nostro settore tante piccole nuove atlete
del mini e alcuni nuovi giovani che vanno ad
incrementare la Libera maschile, che nello scorso
anno ci ha regalato ottimi risultati. Tutte le nostre
squadre in questi anni sono cresciute, non solo numericamente, ma anche sportivamente, regalandoci
grandi soddisfazioni.
Ora, reduci dai successi e dalle emozioni vissute in
questi ultimi giorni, guardando le nostre super atlete
nazionali che hanno combattuto fino alla fine per
raggiungere un posto sul podio, auguriamo a tutte
le nostre ragazze/ragazzi di avere la stessa grinta
e tenacia, perché ci hanno dimostrato come sia possibile fare squadra, senza protagonismi né eccessi.
Lo sport, non è solo un semplice passatempo, un’attività ristoratrice, ma anche un mezzo di crescita e
di sviluppo delle proprie capacità.
Buon lavoro a tutti i ragazzi, ma non dimentichiamoci anche degli allenatori e dei dirigenti che sono
al tempo stesso educatori. Vi aspettiamo numerosi a
fare il tifo per noi
ASD Polis Senago - Settore Volley
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Sp
ort
senago
basket
Nuove sfide e tante novità
Grande partecipazione di tutte le squadre all’evento
di apertura della stagione sportiva 2014/2015 del
Settore Basket, che si è tenuto Venerdì 10 Ottobre
nel salone polivalente dell’oratorio San Luigi Santa
intervento di saluto e ringraziamento rivolto ad atleti, famiglie, allenatori e dirigenti, una crescita di
tali proporzioni non avviene per caso. La nostra si
è costruita nel tempo, soprattutto grazie all’opera
determinante di Stefano Brenna e Claudia Viale, da
sempre figure di riferimento per il settore, e si consolida oggi grazie alla passione, dedizione e competenza di tutti coloro che, a vario titolo, vi stanno
contribuendo.
Passione, dedizione e competenza sono proprio i
valori che prima di tutto con il nostro
esempio vogliamo trasmettere agli
atleti.
Partendo dai miniatleti, vogliamo ricordare che nel Minibasket ci sono i campionati, ma non c’è classifica: l’obbiettivo tra i 5 e i 11 anni non deve essere
il risultato o la tecnica, ma il “GIOCO”,
per far crescere la passione per questo
sport straordinario che li porterà, di lì in
avanti, a guardare in alto!!!
Caterina di via Repubblica, 7 a Senago.
Trecentotrentatre pizze servite in meno di un ora e
mezza, circa quattrocentocinquanta biglietti della
lotteria staccati, oltre trenta torte vendute, 11 nuovi
soci sostenitori acquisiti dalla polisportiva, ma soprattutto, centotrentacinque atleti (su circa centottanta iscritti), dai quattro anni in su, presenti sul palco
nel momento più atteso della serata, la sfilata delle
squadre. Questa è solo una piccola sintesi in numeri
del coinvolgente evento!!!
E’ tuttavia difficile descrivere con i numeri il clima di
grande partecipazione e condivisione che ha caratterizzato la serata, e che ci ha consentito di gestire
alla grande anche i momenti più difficili sul piano
organizzativo. Quando a servire ai tavoli, accanto
ai veterani, ci sono genitori dei nuovi iscritti, o quando vedi entrare in sala una torta di compleanno,
perché un’atleta ha deciso di festeggiarlo con i suoi
compagni di squadra, capisci che il settore, con il
traino del Minibasket, sta camminando sulla strada
giusta.
Come ha sottolineato Marco Quistini, neo Presidente della ASD POLIS SENAGO, nel suo apprezzato
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”Il basket è l’unico sport che tende al cielo. Per questo è una rivoluzione per chi è abituato a guardare
a terra.” Bill Russel
Solo con questo bagaglio di passione, che deve essere protetto e stimolato, crescendo potranno mettere in gioco tutta la dedizione necessaria per migliorare le proprie competenze tecniche e diventare
da grandi dei buoni giocatori di basket o magari, e
ne saremmo tutti orgogliosi, dei campioni made in
Senago!!!
Massiccia e convinta è stata anche la risposta delle squadre maggiori, dagli Under 14 agli Allievi,
per passare alla Amatori fino alla applauditissima
Prima Divisione, la cui presenza, per ovvi motivi legati all’età, era meno scontata e proprio per questo
da apprezzare e valorizzare con ancora maggiore
enfasi.
Il basket è sport di squadra e dunque porta con se
l’idea di aggregazione e condivisione. In questa
prospettiva la partecipazione alla serata deve rappresentare per tutti, istruttori, allenatori e dirigenti,
la miglior carica ed iniezione di fiducia per affrontare la nuova stagione sportiva.
Nel corso di questa stagione, tra l’altro, riusciremo
a coronare il sogno di far risorgere a Senago una
squadra femminile di basket. Le GAZZELLE (20042005-2006) esordiranno infatti in un campionato di
minibasket a loro riservato … Forza “ragazze”!!! …
e speriamo di raggiungere presto un altro traguardo
importante, il superamento di quota 200 nel numero
di tesserati.
dunque da subito mettere in campo ogni sforzo per
trovare nuove soluzioni che consentano alla ASD
POLIS Senago di essere pronta, al via della stagione
2015/2016, a sostenere una realtà che ha voglia
di continuare a crescere e che non può prescindere
dalla disponibilità di spazi adeguati.
Altri importanti progetti sono in fase di definizione
e speriamo con questi di portare al settore, e quindi
a tutta la polisportiva, un’ulteriore spinta di crescita.
Forza Polis!
Un movimento in crescita caratterizzato dal contributo assolutamente volontario di tutti coloro che vi
operano, ben consapevole che “crescere e diventare grandi”, porta con se soddisfazioni, ma anche
responsabilità e nuove sfide. Su queste Claudia Viale, responsabile del settore Basket, ha già iniziato a
lavorare con determinazione insieme allo staff tecnico e dirigenziale:
• è al via il percorso formativo per quattro nuovi
istruttori FIP di minibasket. Uno sforzo importante,
necessario per continuare a fornire agli Atleti che
vengono da noi, una risposta di qualità.
Soprattutto nel minibasket abbiamo la responsabilità di coinvolgere bambini e bambine con proposte adeguate e specifiche per fascia di età, affinché
possano appassionarsi allo sport prima ancora che
al basket.
• Sono in corso reclutamento e formazione di nuovi
cronometristi, refertisti e segnapunti, che possano
al più presto sedere al tavolo di gara nelle partite
casalinghe delle nostre squadre, nel sempre caldissimo “PALA-POLIS”.
• Si sta lavorando sul fronte arbitraggi che, con
l’aumento delle partite da coprire, richiede nuovi attori in un ruolo non sempre facile da gestire.
• E’ in via di strutturazione un “comitato” di settore
per una più capillare raccolta delle informazioni,
una maggior condivisione delle decisioni e una adeguata crescita delle capacità organizzative.
• Altra sfida decisiva, peraltro già pienamente raccolta dal Presidente Marco Quistini, è quella relativa al crescente fabbisogno di spazi di allenamento per la polisportiva. Il basket è limitato dal fatto
che sul territorio comunale non ci sono altri campi
omologati ad eccezione del “Pala-Polis”. Occorrerà
Dopo avervi fatto partecipare idealmente alla nostra
festa, spiegato in breve chi siamo e condiviso attraverso questo articolo una parte del nostro lavoro e
dei nostri progetti, vi aspettiamo nella nostra seconda casa, il “Pala Polis”!
Per allenarvi con noi, per far avvicinare i vostri figli
al basket, per seguire le nostre squadre, per sostenere il basket e la Polis o per semplice curiosità,
veniteci a trovare!!!!
Fabio Brambilla
CONTATTI:
[email protected]
Claudia Viale 3474225432
Stefano Brenna 3391455929
Presenza in palestra c/o oratorio San Luigi di via
Repubblica, 7 – Senago
Lunedì, Mercoledì, Venerdì dalle 17:00
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As
socia
zioni
coro parrocchiale
santa rita
Energia e ritmo animano
la liturgia
Il gruppo corale Santa Rita (Castelletto), nel suo solito stile con batteria, basso e chitarre, ha cominciato
la sua strada negli anni nei quali era presente a Castelletto Don Franco Manzi, che ha prestato servizio
a Castelletto dal gennaio 1997 a giugno 2000 (per
saperne di più si veda il sito della comunità http://
www.comunitaspaolo.it/le-parrocchie/castelletto ).
Scrive Marco, il nostro direttore attuale: “Nel 1998
io facevo il catechista e don Franco mi ha proposto
la creazione di un gruppo che animasse regolarmente la Messa. E’ stata sua l’idea dell’utilizzo della
batteria mentre già suonavamo solo con le chitarre
e la tastiera!
Il gruppo ha sempre voluto svolgere regolarmente le
prove: prima in oratorio maschile, nel locale adiacente al salone-cinema; poi dietro la chiesa in via
Volta, nel salone al primo piano; successivamente
nella cantina che abbiamo personalmente svuotato
ed insonorizzato.
Nel frattempo il gruppo cresceva, con qualche cantore in più, con la tastiera e qualche tempo dopo con
il basso elettrico. La formazione attuale è
nata fra l’autunno e l’inverno del 2002.
Il coro ha animato, in tutti questi anni, tutti
i momenti più importanti della storia della
parrocchia (domeniche, celebrazione dei
sacramenti dell’iniziazione cristiana , ingresso nella nuova chiesa, consacrazione
della nuova chiesa ecc.)”.
A volte ci sentiamo un coro fuori dalle righe: per la presenza di strumenti non tradizionali, certi arrangiamenti sembrano
un po’ lontani dalle esecuzioni originali,
però il ritmo di questi strumenti dona energia ai cantori e all’assemblea, ed avvicina
i canti tradizionali alla musica moderna,
attirando i giovani alla messa e di conseguenza al coro.
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Il nostro gruppo è composto da persone che provano gioia nel cantare e sono accomunate dallo spirito del servizio. Non siamo in molti e per le vicende della vita, ancora più in questo periodo di crisi,
ognuno dona il tempo che può; a volte qualcuno
non può più partecipare, a volte arrivano persone
nuove.
Le adesioni sono sempre aperte!
Ogni nuovo componente oltre a cantare, trova un
suo compito particolare all’interno del gruppo: animato dallo spirito del servizio, scoprendo qualcosa
che potrebbe essere migliorato, lo fa divenire un
suo obiettivo. In questo modo il coro si rinnova a
tutto campo.
Quando gli è possibile Don Vincenzo partecipa alle
prove, propone canti nuovi, ci sprona, ed ogni tanto a qualche proposta ... dice anche “no”, come è
giusto che sia.
Da settembre a giugno ci troviamo ogni giovedì
sera per provare i canti. Mentre proviamo per le
messe di ogni settimana, in settembre già partiamo
a valutare nuovi canti ed a provare quelli per il Natale. Eh sì! Il Natale e poi la Pasqua hanno bisogno
di numerose prove per riuscire bene.
Le trasferte! Già da alcuni anni nel mese di maggio,
dedicato alla Madonna, si va ad animare due messe presso la Parrocchia ‘S. Guglielmo’ in Castellazzo di Bollate, una in chiesa ed una nel piccolo Santuario dedicato alla Madonna venerata col titolo di
‘Madonna della Fametta’.
luigi mantica
un anno dopo
In ricordo di un vero “amico di
Senago”
E’ passato un anno da quando Luigi Mantica ci ha
lasciati ma il suo ricordo è vivo in chi, come il sottoscritto, ha avuto il piacere di frequentarlo, specie negli ultimi anni, e di apprezzarne la grande umanità.
Una delle sue caratteristiche più salienti era la saggezza, che traspariva nei giudizi e nei consigli dispensati a chi, a vario titolo, gli si rivolgeva con
fiducia, sicuro di non essere deluso.
La sobrietà ne ha poi contraddistinto i comportamenti nella maniera più naturale. Schivo degli onori
e dei riconoscimenti ufficiali non ha mai ostentato
quella superiorità che gli poteva derivare dal grado
di istruzione (laurea in veterinaria quando a Senago
i laureati si potevano contare sulle dita di una mano)
e dall’appartenenza ad una delle famiglie più in vista del paese.
Credo che si possa e si debba ricordarlo come un
vero “amico di Senago” e della sua comunità.
A questo proposito è giusto elencare i vari contributi
da lui offerti per la crescita di quest’ultima.
E’ stato Consigliere comunale per la DC, Presidente per tanti anni del Patronato Scolastico, fondatore della locale sezione dell’AVIS con don Valentino
Rigamonti, animatore e responsabile del Comitato
per il recupero della Chiesa di Senaghino, collaboratore di Franco Sioli nell’Associazione Combattenti
e Reduci, di Elia Martin e poi del sottoscritto nel
gruppo delle Brigate del Popolo.
A proposito di quest’ultima Associazione mi piace
ricordarlo come Partigiano, presente fino all’ultimo
alle varie iniziative, dalla partecipazione alle manifestazioni per l’annuale ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione, alle visite periodiche ai
cimiteri di Villasanta, Vimercate e Pagnano per ricordare don Giacomo Gervasoni di Garbagnate,
monsignor Enrico Assi di Vimercate e don Giovanni
Fumagalli di Senago, tre sacerdoti “Costruttori della
Libertà” negli anni della Resistenza.
Proprio a Pagnano amava citare l’integrità morale, scevra da compromessi, di don Giovanni che
esortava i giovani come lui a resistere all’ingiustizia
e a battersi, anche fisicamente, per il ritorno della
libertà.
E da ultimo ricordo nell’ottobre di due anni fa la sua
partecipazione alla gita-pellegrinaggio a Marzabotto, organizzata in collaborazione tra le Brigate
del Popolo e la sezione locale dei Combattenti e
Reduci di cui pure faceva parte.
Rivedo la sua commozione durante la visita al Sacrario che custodisce oltre settecento vittime della
furia nazista, per la maggior parte vecchi, donne
e bambini e la sua soddisfazione quando nell’aula
del Consiglio Comunale di Marzabotto, accolti dal
saluto della Vice Sindaco, abbiamo donato al Comune una targa con una famosa citazione di Piero
Calamandrei.
Grazie, caro Luigi, di essere stato tra noi; i Senaghesi non ti dimenticheranno perché anche per
te vale la considerazione che “ una vita dura una
generazione, il buon nome per sempre”.
Lino Pogliani
Federazione Italiana
Volontari della Libertà
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LettiVisti&Ascoltati per voi
RUBRICA
Dialoghi con Paolo VI
di Jean Guitton, edizioni Mondadori
Pubblicato per la prima volta nel 1967, il Card. Paul Paupard, in occasione
della seconda edizione del 2001, traccia un ricordo della figura del pontefice.
Dopo tanti anni riapro i Dialoghi con Paolo VI. Le pagine del libro sono ingiallite, nella mia biblioteca, ma il ritratto è vivo come quel primo giorno in
cui Jean Guitton mi diceva: «Ho voluto metterci tutto Paolo VI, e anche tutto
me stesso».
“Fu mio privilegio – ricorda Paul Poupard –, allora giovane collaboratore di
Papa Paolo VI, nella sezione francese della Segreteria di Stato, di beneficiare della sua magnanima fiducia come dell’amicizia generosa di Jean Guitton”.
In questo genere letterario così delicato Jean Guitton ci presenta un tesoro di pensiero e d’amore che la
parola raramente riesce a esprimere nella sua completezza. Se le affermazioni riportate non sono tutte
storiche, esse sono tuttavia autentiche, vere, colgono il riflesso di uno spirito mistico, che è fiamma e luce.
Questo bel libro si potrebbe intitolare: «Dialoghi con una coscienza».
Fedele al programma della sua prima enciclica, Ecclesiam suam, Paolo VI sarà l’uomo aperto a ogni
dialogo. Dopo Giovanni, l’apostolo dell’amore, Paolo fu l’apostolo missionario, dalla penna infaticabile,
dalla parola ardente, dai viaggi intrepidi. Dal 22 giugno 1963 al 6 agosto 1978 si è realizzato il desiderio espresso nel primo messaggio al mondo: «Che sul mondo intero passi una grande fiamma di fede
e di amore che avvampi tutti gli uomini di buona volontà». Il mondo intero: il successore di Pietro non si
è più accontentato di accoglierlo a Roma, gli è andato incontro con ardore: da Gerusalemme a Bombay,
da New York a Istanbul, da Fatima a Bogotà, da Ginevra a Kampala, da Manila a Hong Kong, alle porte
dell’immensa Cina, con nel cuore il messaggio dell’amore evangelico. Paolo VI ha partecipato a tutto
il lavoro dei Padri conciliari, e, nell’acuta coscienza della propria responsabilità, ha saputo condurre il
Concilio Vaticano II in porto, ciò che non è stata un’impresa di scarso rilievo. Ha eroicamente sostenuto il
magistero nell’ambito della morale coniugale, assicurando, in tal modo – lo comprendiamo meglio oggi
– la salvaguardia profetica di una civiltà della vita e dell’amore. Ha resistito alle novità che minacciavano
la fede e l’identità della Chiesa.
Fu un grande riformatore, preoccupandosi costantemente della verità cattolica trasmessa nella tradizione vivente dalla Chiesa di Cristo che egli ha instancabilmente amato e servito. Pertanto, il centro dei
Dialoghi con Paolo VI non è né il Papa, né l’autore, ma «Cristo, solo Cristo». Come dice Paolo VI con
insistenza: «Il centro è Gesù e Gesù crocifisso».
Prosegue Paul Poupard: «Jean Guitton aveva proprio ragione di dire all’ambasciata di Francia presso la
Santa sede il 27 settembre 1967, per il 70° compleanno di Papa Paolo VI: “«Ho voluto scrivere un libro
senza tempo, che sia ancora attuale e vero per altre generazioni.”».
Ripubblicati grazie all’azione congiunta di monsignor Macchi, l’incomparabile segretario di Paolo VI, e
di Bernard Billaud, il fedele discepolo di Jean Guitton, i Dialoghi con Paolo VI presentano il solco coraggioso tracciato da Paolo VI al tramonto del secolo, come un solco di speranza all’alba del terzo millennio.
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An
agra
fe par
rocchiale
Li abbiamo accolti nella comunità con il Battesimo
GIUGNO
AGOSTO
Lastaria Alex,•Gravina Elisa•Pedoto Samuel•Bornati
Zanrei Alice
Sofia•Montaldo Rebecca•Campanella Pietro•Aloi
SETTEMBRE
Viola•Zanon Elisabetta•Pettè Chiara•Penoni Greta
Fusari Noemi•Fusari Roberto•Mozzi Matteo•Volpi
Lisa•Costa Dante Valter•Grosso Mia•Bazzocchi Sofia
Elia Virginio•Cucuzza Nicolas•Di Adamo Noemi
Lippolis Gabriel•Abbaco Silvia•Amedeo Matteo•Iacobbe
•Rosa Ludovica•Faini Eleonora•Longoni Camilla
Andrea•Ardizzone Riccardo•Buggio Alessandro
•Leardini Giulia•De Palo Beatrice•Ballabio Chloe
•Marra Asia•Schiavone Iris•Schiavone Giada
Denise•Maroni Mattia•Ramieri Gioele Vincenzo
LUGLIO
•Boldrin Diego•Bricchi Tommaso
Castellini Asia•Grieco Mia Baires•Fracasso
OTTOBRE
Luca•Avolio Rebecca•Bedendi Emma•Giordano
Carrara Ginevra•Correale Alessia•Giubileo Greta
Sofia• Santiago Antonio Salas Sanchez•De Fazio
•Latora Dominic•Maniero Sara Maria•Melis Sara
Samuele• Tinnirello Lorenzo
•Rinaldi Maya•Tolando Greta•Urzia Gaia Carmela
Li abbiamo accolti nella casa del Signore
GIUGNO
Capuzzo Vanna Maria• Esposito Ernesto
Disarò Fulvio• Polato Alfredo Giovanni•Rinaldi
Antonio•Pelizzoni Giovanna• Piva Ines• Martelli
Francesco•Vasti Severina•Andreasi Luciana
Angela•Colombo Carla• Albanese Antonio
•Canali Pietro • Fioretti Teresa• Begni Augusto
•Macalli Giuliana•Stefanoni Rosa• Zanini Maria
Giuseppe•Guarino Angelo•Mandelli Renato
•Favaro Delfina
•Beltramin Attilio
SETTEMBRE
LUGLIO
Ciavola Giuseppe• Semirari Maria Teresa• Brocchieri
Segatel Paola•Pranio Angelo•Marzullo Vincenza
Triulzi Maria• Giugno Michele• Bove Antonia
•Colombo Giuseppa•Barbierato Antonietta•Soresi
Maria• Grassi Maria• Bianchi Carla• Confalonieri
Maria Liliana• Mariani Rosa•Ba’ Tiberio•Pensabene
Teresa• Del Giudice Giuseppe • Buoso Dante•Pelizzoni
Maria•Padavitte Regina•Martini Regina•Nipitella
Osvaldo• Sanginiti Antonio• Buffa Maria Virginia•
Rosa•Carcano Bruno•Colombo Alessandro
Gobbo Giannino• Formenton Edvige
AGOSTO
OTTOBRE
Scarponi Giuseppa•Zandonà Renzo
Ugolini Teresina, Romano Franceschina
Abbiamo accolto il loro amore nel Signore
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GIUGNO
Farina Andrea con De Ponti Laura
Brambilla Riccardo con Martello Monica
Ferrabue Roberto con Rainoldi Federica
Dall’Alba Giovanni con Bova Mara
Benaglia Enrico con Lipari Francesca
Bocchino Alberto con Ganzoli Elena
Mastrototaro Manolo Danilo con Cerati Lorenza
Quaroni Gianfranco con Rizzo Maria
AGOSTO
Sala Davide con Rizzi Chiara
Zanrei Riccardo con Lombardi Sabrina
LUGLIO
Renzetti Paolo con Leotta Carmela
Bellinato Camillo con Pelizzoni Silvia
SETTEMBRE
Gobbi Stefano con Simon Svetlana
Savoldelli Alessandro con Contardi Elisa
Re Massimiliano con Lavezzari Laura
Ronchi Emanuele con Nava Elisa
Perlino Domenico Mirko con Zagaria Rosa
Marchese Danilo con Festa Eleonora
“CASA FUNERARIA”
ONORANZE FUNEBRI
SANTA RITA
di CATTANEO
SENAGO
Via Ugo Foscolo 27
Tel. 02 9988113
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