Il cambiamento dei comportamenti a rischio nei giovani utenti del Punto di Primo Intervento di Correggio, Azienda USL di RE: fase di predisposizione dell’intervento Sperimentazione nell’ambito del Progetto Ministeriale CCM 2012-14: Riduzione delle diseguaglianze nell’accesso ai servizi di Promozione della Salute Accardo Angela 1, Manicardi Elisabetta1 , Dodi Angiolina1, Bassi Rita1, Gilioli Lorena1, Storani Simone 2, Anna Maria Ferrari1, Antonella Messori1, Riccò Daniela1 1 Azienda AUSL di Reggio Emilia, Luoghi di Prevenzione, 2 Lega contro i Tumori di Reggio Emilia INTRODUZIONE Gli interventi di Prevenzione selettiva rivolti ai giovani non trovano collocazione naturale all’interno delle Strutture ospedaliere, comprese quelle che operano nei contesti dell’urgenza e dell’emergenza. Tuttavia, il crescente numero di giovani che accedono ai Punti di Primo Intervento (PPI) a causa di comportamenti di rischio per la salute pone necessità di maggior attenzione in tal senso. E’ inoltre essenziale che le situazioni di rischio intercettate siano affrontate con interventi multidimensionali che comprendano l’approccio motivazionale e la trasformazione del contesto familiare a sostegno del cambiamento dei comportamenti dannosi per la salute. Nel Distretto Sanitario di Correggio dell’ Ausl di Reggio Emilia (56.200 abitanti circa), il Progetto CCM ha rappresentato l’opportunità di sviluppare una strategia congiunta tra Direzione Sanitaria dell’Ospedale “San Sebastiano”, il Punto di Primo Intervento (PPI), il Servizio per le Dipendenze (Ser.T) e Servizi di Promozione della Salute operanti sul territorio (Luoghi di Prevenzione, Lega contro i Tumori di Reggio Emilia). METODI L’analisi di fattibilità del percorso è avvenuta verificando la disponibilità degli Operatori del PPI alla partecipazione e analizzando il numero degli accessi dell’utenza 14-24enne nell’anno 2013, con i dati forniti dal sistema informatico ( AURORA) dell’Azienda USL di RE. In base alle cause di accesso del target esaminato sono stati quindi definiti i criteri per la definizione di “caso elegibile” per la proposta motivazionale: episodio di binge drinking, episodio di consumo di THC o “smart drug”, problema fumo-correlato, episodio di bullismo o vandalismo, condizione di sovrappeso/obesità e sospetto di disturbo del comportamento alimentare. Si è proceduto quindi alla formazione di tutto il Personale sanitario del PPI sul temi dell’approccio motivazionale per il cambiamento del comportamento relativo agli stili di vita nei target specifico e alla famiglia con la Metodologia di Luoghi di Prevenzione, approfondendo le specificità del contesto dell’urgenza/emergenza (es per l’avviso breve il tempo medio a disposizione è di 60 secondi). Il Personale sanitario del PPI è stato coinvolto inoltre nella predisposizione dei contenuti del materiale informativo per il target “elegibile”. Il gruppo di Lavoro ha infine costruito le Istruzioni Operative e predisposto gli indicatori per la valutazione. RISULTATI Gli utenti di età compresa tra 14 e 24 anni presso il PPI di Correggio nel 2013 sono stati 1.315 (573 femmine e 742 maschi). Di questi, si stima che il 10% presentino criteri di elegibilità per l’intervento motivazionale sul cambiamento di uno o più stili di vita. Tutti gli Operatori del PPI di Correggio (n 22 fra Medici, Infermieri e OSS) hanno ricevuto un training specifico di 6 ore per la somministrazione di un avviso breve al cambiamento del target elegibile e dei loro famigliari. Sono quindi stati predisposti il QUESTIONARIO PER LA DIAGNOSI MOTIVAZIONALE e il CONSENSO INFORMATO per la partecipazione al colloquio motivazionale di approfondimento e la locandina “BENESSERE E SALUTE PER I GIOVANI”. Sono stati selezionati i seguenti indicatori per la valutazione: N. utenti a cui è somministrato avviso breve e consegnato questionario; N. utenti che accedono a colloquio motivazionale / n. utenti a cui è somministrato avviso breve e consegnato questionario; N. di utenti che definiscono un obiettivo di cambiamento/n. di utenti che accedono al colloquio motivazionale; N. utenti che accedono a un percorso di II livello; N. di recidivi all’accesso al PPI con stessa diagnosi dopo l’intervento motivazionale. Le procedure sono state avviate in settembre 2014. Le azioni svolte hanno richiesto un periodo di circa 6 mesi. Intercettazio ne del «caso» in PPI Avviso breve e proposta del percorso motivazionale ACCETTA L’utente compila il questiona rio RIFIUTA Il personale del PPI annota su registro cartaceo Il PPI consegna il questionari o alla Direzione Sanitaria La DS notifica la scheda all’operator e MANIFESTO AGGIORNATO L’operatore contatta l’utente per il colloquio motivazionale FEEDBACK DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Il percorso finora avviato è il tentativo di dare una risposta, adeguata e teoricamente coerente con le evidenze scientifiche della prevenzione, per il cambiamento dai comportamenti dei giovani di età compresa fra 14 e 24 anni con stili di vita a rischio che accedono a un PPI. I risultati della prima fase depongono per la sua fattibilità. Efficacia e sostenibilità saranno valutate con le valutazioni di processo e di esito. Emerge da subito la necessità di inserire nella scheda di dimissione del PPI la nota di “paziente elegibile per intervento su stili di vita”. Da un punto di vista qualitativo, le prime azioni ci consentono di rilevare che esiste grande disponibilità ad affrontare le tematiche della prevenzione da parte degli operatori dell’emergenza/urgenza. L’adeguata formazione e integrazione del PPI nella rete di servizi educativi, sociali e sanitari della Promozione della Salute, è, dunque, un’ azione possibile e soprattutto doverosa di un’attenzione specifica in termini di potenziamento e diffusione. Scuole che promuovono salute: la rete di Istituti della Regione Emilia-Romagna P. Angelini (a), A.C.Finarelli (a), M.Durante (a), A.M.Ferrari (a), M.Fridel (a), S.Bosi (b) in collaborazione con il Gruppo regionale dei Referenti di Paesaggi di Prevenzione[1]. (a)Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali - Regione Emilia-Romagna; (b) Luoghi di Prevenzione – LILT di Reggio Emilia E’ nota la rilevanza del contesto scolastico nella promozione di comportamenti salutari e nella riduzione dell’esposizione a fattori di rischio; rilevanza confermata in EmiliaRomagna dal trial di valutazione dell’efficacia di “Scuole Libere dal Fumo (SLF)” (Gorini et al. Preventive Medicine, 61: 6–13). Quindi la promozione della salute a scuola nella metodologia di Luoghi di prevenzione prevede un forte impegno nel creare un contesto scolastico che favorisca il benessere psicofisico di tutti coloro che “abitano” la scuola (studenti, docenti, operatori, famiglie). Si realizza così un effetto sinergico: il contesto ambientale rende facili scelte salutari e la componente educativa sviluppa l’empowerment. Obiettivi Costituzione di una rete regionale di “Scuole che promuovono salute” che condividono, rendono esplicita e normata l’idea che la scuola è un luogo privilegiato in cui integrare educazione e formazione con la possibilità di sperimentare un “pensiero” soggettivo sul significato di salute in un contesto complessivamente coerente con la promozione di stili di vita sani. Materiali e metodi In collaborazione con l’USER e con il supporto metodologico di Luoghi di prevenzione, realizzazione di un Concorso per premiare esperienze di modifica del contesto scolastico coerenti con la promozione della salute. Le dimensioni oggetto di valutazione sono: • elaborazione di raccomandazioni educative da parte di un gruppo di lavoro interdisciplinare che renda esplicita e normata la posizione della scuola su questo ambito; • • discussione e approvazione delle raccomandazioni negli Organi Collegiali; condivisione con la componente dei genitori attraverso il Piano Offerta Formativa e il Patto di Corresponsabilità; • • coinvolgimento attivo di famiglie e studenti in progetti di promozione della salute; collegamento in rete con gli Enti locali e/o altre Istituzioni del territorio per la valorizzazione e la trasformazione in processo degli interventi di promozione della salute. Alle scuole che partecipano al concorso e dimostrano di avere i requisiti richiesti viene assegnato un riconoscimento formale con consegna di una targa attestante l’adesione alla rete regionale. Alle scuole con le esperienze più virtuose viene assegnato un premio in denaro. Risultati Nel biennio 2012-2014 attraverso il concorso “Scuole che Promuovono Salute” in Emilia-Romagna sono state individuate circa 150 Scuole Secondarie che si autoregolamentano rispetto al consumo di alimenti e di alcol a scuola (ad es. distributori automatici, viaggi di istruzione e feste a scuola) nonché al contrasto alla sedentarietà ed esposizione al fumo passivo (divieto di fumo nelle pertinenze della scuola anche prima dell’entrata in vigore della legge). Gli Istituti con certificazione hanno accesso privilegiato agli eventuali contributi regionali previsti per gli interventi curriculari di promozione della salute. Conclusioni La crescente adesione delle scuole ai programmi proposti conferma che si è intercettato un bisogno sentito anche dal mondo della scuola e, in prospettiva, si pensa a un accordo complessivo sulla promozione del benessere a scuola tra istituzioni scolastiche, e direzioni generali regionali (scuola e sanità) che possa rendere più sistematici e coerenti i progetti svolti e avviare l’iter di adesione alla rete OMS Schools for Health (SHE). [1] Referenti di Paesaggi di prevenzione nelle Az. Usl: L.Mori, S.Vattini, A.Fabbri, M.Daghio, P.Pandolfi, I.Stefanelli, G.Silvi, P.Scarpellini, F.Righi, M.Casadei Interventi di prevenzione selettiva per la gestione del rischio in utenti con disagio psichico (Progetto CCM 2012): risultati delle prime fasi della sperimentazione R. Ruta (a), D. Riccò (a), A. Chiarenza (a), A. Dodi (a), M. Durante (c) A. M. Ferrari (c), M. Ferri (c), D. Galeone (d), S. Bosi (b) (a) Az. Usl Reggio Emilia; (b) LILT Sez. Reggio Emilia, Onlus - Luoghi di Prevenzione; (c) Regione Emilia-Romagna, (d) Ministero della Salute La promozione della salute in utenti con disagio psichico risponde ad una priorità in Sanità pubblica poiché la maggiore prevalenza di morbilità e mortalità precoce nel target è spesso correlata ad abitudini non salutari in relazione a: fumo, alimentazione, sedentarietà, alcol. Fare promozione della salute su questo target richiede in particolare interventi di medicina d’iniziativa e empowerment degli operatori nei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione. Obiettivi Modificare il contesto dei dipartimenti di salute mentale con interventi di sensibilizzazione degli operatori e dell’utenza sugli stili di vita salutari. Sostenere gli utenti al cambiamento degli stili di vita non salutari con percorsi strutturati realizzati dal personale interno dopo una formazione specifica. Materiali e metodi L’intervento coinvolge 12 regioni coordinate dall’Emilia-Romagna e sperimenta modalità efficaci di accesso a programmi di prevenzione selettiva individuali e di gruppo per utenti svantaggiati. Prevede 3 linee d’azione: formazione degli operatori sull’approccio motivazionale nel sostegno al cambiamento; azioni di modifica delle policy dei contesti di cura (Ospedali, Dipartimenti di Salute Mentale, Comunità terapeutiche); interventi, individuali e/o di gruppo, di sostegno al cambiamento con contrattazione di obiettivi di salute rispetto ai 4 fattori di rischio di Guadagnare salute. Risultati Sono stati formati 40 operatori per ogni territorio, in totale 480. Tutte le Regioni partecipanti hanno approvato Raccomandazioni e Regolamenti dei Dipartimenti di Salute Mentale per la modificazione del contesto con iniziative di contrasto agli stili di vita non salutare. Il 70% dei territori coinvolti ha già attivato percorsi di sostegno al cambiamento di stili di vita salutare per l’utenza. Quasi il 50% degli operatori dei Dipartimenti di Salute Mentale formati ha dichiarato di aver modificato sul luogo di lavoro qualche abitudine personale relativa a fumo di sigaretta e comportamento alimentare. Conclusioni I risultati permettono di valutare in modo positivo gli effetti dell’intervento sugli stessi operatori formati e la ricaduta sugli utenti delle loro azioni di sensibilizzazione sul tema degli stili di vita. I dati avvalorano l’ipotesi della fattibilità e dell’efficacia di interventi di promozione della salute anche negli ambiti di cura per utenti con disagio psichico. L’intervento è già stato trasferito nelle azioni ordinarie dei Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Emilia-Romagna. Referenti Tecnici interregionali del progetto R. Cristaudo - Valle D'Aosta, S. Widmann - Friuli Venezia Giulia, A. Triani - Provincia Bolzano, L. Bondi – Umbria, G. Longo – Puglia, F. Montesano – Calabria, E. Benedetti – Marche, M. Ameglio – Toscana. La metodologia di Luoghi di Prevenzione e applicazione del Modello Transteorico del Cambiamento sugli stili di vita a rischio nella formazione universitaria e post universitaria C.Ruozi (a), E.Bedeschi (b), C.Chiamulera (c), G.Aggazzotti (d), M.Ameglio (e), P. Angelini (b), M. A.Becchi (d), E.Benedetti (f), P.Borella (d), A.Chiarenza (g), D.Galeone (h), A.M.Ferrari (g), G.Forza (i), F.M.Gobba (d), E.Massa (i), D.Riccò (g), E.Rondini (i), S.Bosi (i) (a) Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale dell’Emilia-Romagna; (b) Sanità PubblicaRegione Emilia-Romagna; (c) Università di Verona; (d) Università di Modena e Reggio; (e) Regione Toscana; (f) Regione Marche; (g) Az. Usl di Reggio Emilia; (h) Ministero della Salute; (i) Lega contro i Tumori di Reggio Emilia, onlus, - Luoghi di Prevenzione “Luoghi di prevenzione” (LdP) non è solo un Centro di riferimento regionale e interregionale per la formazione di operatori sulla promozione della salute è anche un modello formativo e organizzativo per la progettazione e realizzazione di interventi di promozione della salute nonché un laboratorio di ricerca e applicazione di buone pratiche sul tema. La metodologia LDP è di tipo olistico, integrando componenti cognitive, affettive e relazionali, e utilizza tecniche interattive per favorire il cambiamento dei comportamenti. Recentemente ha attivato una collaborazione con il Centro di ricerca “Habits Lab” dell’Università del Maryland Baltimore County (UMBC), diretto dal Prof. Carlo di Clemente, per diventare centro di eccellenza di formazione sul Modello Transteorico del cambiamento (MTC). Obiettivi Favorire la diffusione della metodologia di LdP nella formazione degli operatori che si occupano di promozione della salute per valorizzare le azioni di rete attraverso condivisione di linguaggi e strumenti culturali. Potenziare il ruolo della Formazione A Distanza (FAD) nella formazione universitaria e postuniversitaria sul MTC. Risultati L’applicazione del metodo LDP coinvolge annualmente circa 18.000 giovani, 800 persone in target a rischio, 1000 operatori sanitari, 1400 insegnanti. Quasi 100 partecipanti hanno già ultimato il primo corso FAD sui 4 determinanti del programma “Guadagnare Salute”. La FAD consente una collaborazione ordinaria con le Università, in larga parte già sorretta da protocolli di intesa e convenzioni. Materiali e metodi La metodologia LdP si sviluppa nei seguenti passaggi: • accoglienza - brainstorming e focus group; • esplorazione dei vissuti - laboratorio esperienziale, training motivazionale, rilassamento e fantasia guidata; • competenze decisionali - gioco di ruolo e playback theatre • rielaborazione espressiva - scrittura creativa, arteterapia, laboratorio musicale, • contrattazione obiettivi di salute - training di regolazione del comportamento. La formazione e la supervisione degli operatori si effettua anche attraverso modalità di formazione a distanza; le proposte formative sono confluite nel 2014 in un programma FAD sulla Gestione del rischio in promozione della salute con la collaborazione con diverse Università italiane e con la Direzione Scientifica del Prof. Di Clemente nell’ambito della convenzione tra LdP e “Habits Lab”. Conclusioni Esistono numerose evidenze a favore di interventi olistici nel contrasto delle malattie croniche e dei comportamenti a rischio: agire sulla formazione degli operatori aumenta la loro efficacia nella applicazione del MTC, facilita la modificazione dei contesti e le dinamiche interne ai gruppi di lavoro. ASUR MARCHE DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SERVIZIO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA AREA VASTA 2 SENIGALLIA ASUR MARCHE DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE AREA VASTA 2 SENIGALLIA Psiche e disparità: progettare con…stile Rossini R1, Buresta M2, Fiorenzuolo G1, Pedrolli P2, Mariangeli F3, Fiorà L4. 1, ASUR Marche, Dipartimento di Prevenzione , Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, Area Vasta 2 Senigallia 2,ASUR Marche, Dipartimento di Salute Mentale, Area Vasta 2 Senigallia 3,Servizio Sollievo, Ambito Sociale 8, Senigallia 4, Comunità Protetta “Maria Nilde Cerri”, Senigallia INTRODUZIONE-OBIETTIVO Il progetto, approvato dal Ministero della Salute /CCM (Centro Controllo Malattie) e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, Ausl Reggio Emilia, ha due obiettivi generali: 1) sostenere le reti degli operatori già attive 2) facilitare l’accesso ai servizi di promozione della salute a fasce di popolazione che hanno maggiore difficoltà a prendersi cura consapevolmente della propria salute. Nell’Area Vasta 2 – Senigallia si è scelto di avviare un processo di riduzione delle disuguaglianze nel target delle persone portatrici disagio psichico, modificando l’assetto terapeutico assistenziale dei Servizi Psichiatrici e indirizzando gli operatori sanitari verso la ricerca di un benessere globale dei malati psichici. MATERIALI E METODI Il progetto è stato coordinato localmente dall’U.O. Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione che ha operato in stretto contatto con il Dipartimento di Salute Mentale. Gruppi di lavoro: nel territorio è presente dal 2011 una “Rete per il contrasto al tabagismo” che comprende la componente educativa (Scuole), sociale (Ambito sociale e Comune capofila) e sanitaria (MMG, PLS, Dipartimento Prevenzione, Dipartimento Dipendenze, Dipartimento di Salute Mentale, Distretto, Ospedale, SPP, Servizio Infermieristico, Medico Competente). Il progetto è stato illustrato a tutti i componenti della Rete e i rappresentanti della componente sanitaria sono stati direttamente coinvolti nella docenza dei Corsi di formazione effettuati. Si è inoltre costituito un gruppo di lavoro per lo specifico progetto, comprendente il coordinatore locale e rappresentanti delle strutture psichiatriche locali, ovvero una psicologa del DSM, una psicologa del Servizio Sollievo e una psicologa della struttura socio sanitaria “Nilde Cerri”, che, in una serie di incontri, ha dettagliato le linee di lavoro e gli interventi diretti agli utenti. Formazione: si è deciso di organizzare Corsi di formazione sui corretti stili di vita non solo a tutto il personale dei Servizi e delle Strutture psichiatriche del territorio, ma anche ai Medici di Medicina Generale, ai Pediatri e a operatori dell’Ospedale e delle strutture sanitarie della zona. Ambiente: un passaggio successivo ha riguardato l’affissione di una cartellonistica mirata, tra i quali la piramide alimentare, quella dell’attività fisica, manifesti per il contrasto al tabagismo, e la distribuzione di materiale informativo nei contesti abitualmente frequentati dai pazienti (Ambulatori del dipartimento, Spdc, Struttura riabilitativa residenziale e diurna SRR, Struttura socio-assistenziale residenziale, Servizio sollievo, varie sedi, sede Associazione dei familiari “Primavera”). Corsi info-educativi: gli operatori del DSM e delle strutture psichiatriche del territorio hanno valutato autonomamente gli utenti che potevano partecipare ai corsi info-educativi di I° livello, escludendo solo quelli con patologie molto gravi. Come previsto dal progetto, agli utenti psichiatrici che hanno aderito sono stati somministrati i questionari “Il mio stile di vita”, “Competenze di salute”, “ Training per l’autoregolazione del comportamento, Grafico della disponibilità al cambiamento, Scheda motivazione al cambiamento, Bilancia decisionale. RISULTATI Gruppi di lavoro: si è costituita una rete di operatori che, pur tra mille difficoltà, continua a credere nella prevenzione. Formazione: si sono raggiunti nella formazione sugli stili di vita più di 150 operatori sanitari. Gli “stili di vita” sono inseriti nella anamnesi di routine degli Psicologi e degli Educatori delle strutture psichiatriche. Ambiente: le strutture psichiatriche del territorio stanno realizzando ambienti “che promuovono salute” Corsi info-educativi di I° livello: sono stati individuati 30 pazienti del territorio e delle strutture residenziali. Si è proceduto a costituire 2 gruppi di 15 persone e sono stati organizzati quattro incontri per ciascun gruppo. Gli argomenti trattati sono stati l’alimentazione, il movimento, il tabagismo e le sostanze stupefacenti. La partecipazione costante ai corsi è stata discreta (circa il 70%). Corsi infoeducativi di II° livello: al termine dei corsi infoeducativi di I° livello 6 utenti hanno inteso approfondire le tematiche del cibo e del movimento, per avviare una contrattazione di obiettivi minimi di salute. Alimentazione: Presso la Struttura riabilitativa di Senigallia è stata messa in atto una attività di “Cucina Sana” dove gli utenti della struttura si alternano in qualità di cuochi e vengono guidati verso una corretta alimentazione. Presso la sede del Servizio Sollievo si è organizzato un incontro di approfondimento molto partecipato sull’alimentazione con un Medico ed una Dietista del SIAN. Attività fisica: 1 volte a settimana 4 pazienti del DSM seguono un corso di ginnastica dolce presso il Servizio Sollievo 1 volta a settimana 5 pazienti della struttura riabilitativa di Cesanella partecipano ad un gruppo di cammino. 1 volta a settimana vi è allenamento e incontro di calcetto con due squadre miste tra operatori e pazienti DSM (10 persone) Un paziente del DSM ha tenuto un corso di yoga a cui hanno partecipato gli altri utenti. L’Associazione Primavera (familiari di persone con disagio psichico) ha organizzato corsi di danze popolari a cui partecipano utenti del DSM. CONCLUSIONI E’ stato avviato un percorso di conoscenza e di collaborazione tra strutture, che sembra destinato a rafforzarsi. Il progetto ha visto una buona partecipazione sia degli operatori sanitari, sia degli utenti delle strutture psichiatriche. Alcuni di essi sono interessati ad approfondire le tematiche relative agli stili di vita. Pur se sono stati contrattati obiettivi minimi di salute, non è stato ancora possibile gestire un percorso di aiuto individuale, per mancanza di risorse. LA MONTAGNA CHE CURA Autori M.Antonucci, E.Mazzoni, L.Mircoli, D.Moreschini, S.Sabbatini Contatti [email protected]; www.caiancona.it “ Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo” Lao Tzu “Sono un po’ stanchino…” Forrest Gump CLUB ALPINO ITALIANO Sezione di Ancona IL CORBEZZOLO Premessa Con il termine di montagnaterapia si intende definire un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura ed alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità; esso è progettato per svolgersi, attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo nell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna (Scoppola G. et Al. 2007). A livello regionale è presente dal 2010 il progetto “Corbezzolo”, unico in tutte le Marche, elaborato dagli operatori del Centro di salute Mentale in collaborazione con il CAI (Club Alpino Italiano), sezione di Ancona, a favore di pazienti psichiatrici. Metodologia Camminare… come risposta ad una condizione di stasi nel quale il paziente psichiatrico si trova e dal quale non riesce a tirarsi fuori, è come bloccato, immobilizzato. Come se da un mondo indistinto di possibilità nel quale il soggetto vive si arrivi ad un mondo concreto, con mete chiare da raggiungere, metafora del percorso individuale auspicabile per ciascuno. Questo tipo di attività permette a chi ne usufruisce uno stretto contatto con la Natura che restituisce equilibrio interiore e benessere psicofisico. L’escursione diviene anche un luogo di incontro e di scambio con l’altro conosciuto e sconosciuto e momento fondamentale per sperimentarsi nelle proprie capacità relazionali. Ma non da soli! Fondamentale è la guida che ci accompagna a vedere oltre i boschi, oltre le pareti rocciose, oltre le montagne, un mondo interiore che si riflette nel paesaggio esterno per rivelare un paesaggio interno altrettanto ricco e variegato. Obiettivi L’obiettivo primario è il miglioramento della qualità di vita e della salute dell’individuo in un’ottica bio-psico-sociale. Gli obiettivi specifici sono: • riconoscimento ed individuazione dei propri punti di forza e dei propri limiti; • distrazione dai pensieri portando l’attenzione al “qui ed ora”; • sviluppo della tolleranza alla frustrazione; • sviluppo dell’autonomia; • cura del proprio equipaggiamento come protezione di sé; • promuovere le occasioni di socializzazione, di solidarietà e rispetto dei ritmi altrui; • stimolare la motivazione all’esplorazione, alla curiosità, all’inaspettato; • creare un senso di appartenenza e di collaborazione, di confronto e di scambio con il gruppo. Programma Il programma prevede 5 escursioni (una al mese) nelle località montane marchigiane guidate dalla Sezione CAI di Ancona, una serie di incontri settimanali per preparare gli utenti alle uscite e alcune escursioni fuori regione. A partecipare sono 20 pazienti che afferiscono al Centro di Salute Mentale di Ancona, alcuni residenti nelle Strutture Residenziali Riabilitative “Casa Rossa” e “Gabbiano”, ed altri frequentatori del Centro Diurno “Soledalia”. Le parole dei protagonisti… “Per me è un’esperienza molto positiva perché si fanno passeggiate ed escursioni in vari sentieri di montagna, si conoscono nuove persone e si sta a contatto con la natura. Quando mi trovo in questi posti mi sento molto tranquillo perché c’è silenzio, scherzo con gli amici e la giornata passa serenamente”. (Ragazzo di 35 anni) “Sono contento di far parte di questo gruppo perché è importante camminare e stare tutti insieme; si vedono bei panorami e si respira aria buona”. (Uomo di 48 anni) “Ho provato nelle esperienze avute gioia ed anche il piacere di stare in mezzo alla Natura. Visitando i paesaggi durante l’escursione ho avuto forti sensazioni di tranquillità, che cercavo ed il piacere di stare in compagnia con persone con cui sono amico”. (Uomo di 40 anni) “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del rischio di utenti con disturbi di interesse psichiatrico e giovani problematici” Formazione integrata a largo spettro Buresta M1, Rossini R2, Moroni V2, Fiorenzuolo G2, Pedrolli P1. 1 Dipartimento di Salute Mentale Senigallia, 2 Dipartimento di Prevenzione - SISP Senigallia Operatori della “Rete per il contrasto al tabagismo” Introduzione ed obiettivi Risultati Integrare la formazione tra operatori di diversa estrazione professionale e lavorativa è un importante elemento di conoscenza reciproca e di condivisione di intenti. Consapevoli di ciò, l’Area Vasta 2 – Senigallia (ASUR Marche), ha inteso sviluppare in modo particolare questo aspetto nella prima fase del Progetto CCM “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute in ambito psichiatrico”, coordinato a livello nazionale dalla Ausl di Reggio Emilia. Nell’Area Vasta 2 – Senigallia, nell’ambito del progetto “Un approccio integrato per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute: interventi strategici per la gestione del rischio di utenti con disturbi di interesse psichiatrico e giovani problematici” sono stati effettuati 3 Corsi (6 edizioni). Vedi tabella1. Materiali e Metodi Per favorire il processo integrativo, Il Dipartimento di Prevenzione di Senigallia, che ha coordinato localmente il progetto, ha scelto di affidare la docenza dei diversi corsi organizzati nel proprio territorio agli Operatori Sanitari che fanno parte del “Gruppo di rete per il contrasto al tabagismo” costituitosi, con Determina, nel 2011 e rappresentativo di tutte le strutture sanitarie del territorio. Base comune di insegnamento di tutti i corsi proposti è stato il “Counseling motivazionale breve”, visto come mezzo utile in qualunque intervento che voglia promuovere salute. La tematica della riduzione delle disuguaglianze negli utenti psichiatrici è stata poi affrontata in modo sempre più specifico nei diversi target raggiunti. Hanno tenuto la docenza 8 Operatori sanitari del “Gruppo Rete di contrasto al Tabagismo”. Operatori del DSM hanno poi attuato 4 percorsi infoeducativi di I° livello a due gruppi ciascuno di 15 utenti con disagio psichico. Tematica dei corsi effettuati Target Docenza Counselling sanitario motivazionale breve n. 50 MMG n. 9 PLS Rete per il contrasto al Tabagismo Interventi di rete nella promozione della salute: attività fisica e contrasto al tabagismo n. 42 Rete per il Accertatori per il contrasto al controllo del Tabagismo tabagismo di Ospedale Distretto Dipartimento di Prevenzione La promozione di corretti stili di vita in ambito psichiatrico n. 50 Operatori dei servizi psichiatrici del DSM Operatori delle strutture territoriali che lavorano per il disagio psichico n. 30 utenti con disagio psichico “Percorsi info-educativi di I° livello” Rete per il contrasto al Tabagismo Operatori DSM formati Conclusioni In una piccola realtà territoriale quale quella dell’A.V.2 – Senigallia, 151 operatori sanitari, rappresentativi di tutte le strutture sanitarie e di tutte le figure professionali, hanno partecipato ai Corsi proposti per la riduzione delle diseguaglianze all’accesso ai servizi di promozione della salute negli utenti con disturbi di interesse psichiatrico. Questo sembra essere un buon punto di partenza per una più ampia condivisione operativa in un settore, quale quello della promozione della salute, che ha bisogno soprattutto di tanta buona volontà e flessibilità. Convegno Conclusivo Reggio Emilia/Luoghi di Prevenzione 28-29-30 Ottobre 2014 PROGETTO MINISTERIALE CCM 2012 : “ Interventi Strategici per la Gestione del rischio di Utenti Giovani Problematici” Progetto di attuazione in collaborazione con il Pronto Soccorso Ospedaliero A.O. Ospedale “ Pugliese–Ciaccio” di Catanzaro Ospedale di Soverato (a)Franco Montesano, (b) Donatella Pelaia, (c) Francesco Dell'Apa, (d) Costanza Pullano, (e) Eleonora Rotella, (f) Caterina Azzarito (a) U.O.C. SerT Soverato – ASP CZ – Regione Calabria (b) ARCAT - Associazione Regionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento (c) Pronto Soccorso Ospedale di Soverato – ASP CZ – Regione Calabria (d) Pronto Soccorso A.O. “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro – Regione Calabria (e) Servizio Sociale - A.O. “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro – Regione Calabria (f) Dipartimento Tutela Salute – Settore Area Lea – Regione Calabria Introduzione : Il progetto CCM prevede obiettivi strategici finalizzati alla riduzione delle diseguaglianze d'accesso ai programmi di prevenzione di utenti con problemi psichiatrici e giovani problematici. Il presente lavoro è rivolto ai giovani problematici in accesso al pronto soccorso ospedaliero per problemi alcolcorrelati. Obiettivi : Sensibilizzare i giovani, di età tra i 14 ed i 23 anni, che si presentano in pronto soccorso per P.A.C. , indirizzandoli, assieme alle loro famiglie, ai programmi di prevenzione e di cambiamento dello stile di vita. Materiali : Coinvolgimento Pronto Soccorso degli Ospedali di Soverato e Catanzaro, previa sensibilizzazione dei rispettivi direttori e successiva formazione (6 ore antimeridiane) del personale di riferimento , per la presentazione del progetto e del materiale di lavoro secondo il modello motivazionale transteorico di Di Clemente; inserimento della progettualità tra gli obiettivi di budget aziendali. Metodo :Ai Pronto Soccorso sono state fornite apposite schede per colloquio motivazionale breve e raccolta dati dei giovani con problemi alcolcorrelati ( incidenti stradali, lesioni, ebbrezza, ecc.).In caso di minore età era obbligatorio il consenso firmato dei genitori. Nei giorni successivi ogni utente, assieme ai familiari, veniva convocato dal servizio sociale ospedaliero e invitato a partecipare ad un modulo infoeducativo sui comportamenti a rischio alcolcorrelati (Scuola Alcologica) , tenuto settimanalmente da un operatore volontario. Risultati : Sono stati formati 47 operatori di Pronto Soccorso. Sono stati arruolati n. 11 utenti di cui 7/11 hanno hanno aderito alla richiesta e di questi 5/7 hanno partecipato alla Scuola Alcologica. I problemi alcolcorrelati diagnosticati erano : ebbrezza alcolica tranne 2 casi di incidente stradale. 6 OPERATORI FORMATI= 47 4 13 MEDICI Drop out Aderenti 5 4 7 3 2 33 INFERMIERI PROFESSIONALI 1 1 ASSISTENTE SOCIALE 2 5 Utenti arruolati: 11 SI Ebrezza alcolica NO Incidente stradale 2 9 0 (età media 19 aa) Frequenza Scuola Alcologica (7 /11 utenti) P.A.C. in 11 utenti Conclusioni : dopo l'iniziale e prevedibile resistenza da parte degli operatori del pronto soccorso preoccupati di un ulteriore carico di lavoro , la finalità progettuale è stata accolta con interesse e partecipazione. Ciononostante, in fase attuativa , a causa soprattutto dei ritmi operativi incalzanti , si è registrata una raccolta di schede inferiore al previsto ovvero un coinvolgimento di utenti inferiore rispetto all'effettivo numero di giovani problematici presentatisi in pronto soccorso per problemi alcolcorrelati. L'approccio motivazionale breve secondo il modello transteorico di Di Clemente si è rivelato utile. L'esperienza è stata positiva seppur suscettibile di perfezionamento attraverso un maggiore coinvolgimento degli operatori del pronto soccorso o l'individuazione di apposite figure professionali da impiegare all'uopo. Convegno Conclusivo Reggio Emilia/Luoghi di Prevenzione 28-29-30 Ottobre 2014 PROGETTO MINISTERIALE CCM 2012: Approccio integrato alla riduzione delle diseguaglianze all'accesso ai servizi di promozione della salute : interventi strategici per la gestione del rischio di utenti con disturbo psichiatrico e giovani problematici - Descrizione delle attività avviate in Calabria (a)Franco Montesano , (b) M.Caterina Anoja,(b) Attilio Insardà,(b) Antonio Sacco, (b)Donatella Pelaia , (c) Caterina Azzarito, (d)Giorgia Ritrovato, (e)Francesco Lamonica (f) Caterina Scarciglia (a)U.O.C. Sert Soverato – ASP CZ – Regione Calabria (b)Gruppo di lavoro aziendale – ASP – CZ – Regione Calabria (c)Dipartimento Tutela Salute – AREA LEA - Regione Calabria (d)Comunità Terapeutica “Centro Calabrese di Solidarietà” - Catanzaro (e) U.O.C. CSM Catanzaro – ASP CZ – Regione Calabria (f) Scuola di Formazione - Associazione Culturale “Persevera” Introduzione : Il Progetto è finalizzato all'implementazione di programmi di prevenzione nei confronti dei pazienti con disturbi psichiatrici e dei giovani problematici, maggiormente suscettibili di sviluppare comportamenti a rischio correlati all'uso di alcol, tabacco, inadeguata alimentazione e sedentarietà. La Regione Calabria è partner nella sperimentazione di cui capofila è la Regione Emilia Romagna. Obiettivi : Riduzione delle diseguaglianze nell'accesso ai servizi di promozione della salute dei soggetti deboli attraverso un'azione sperimentale, di coinvolgimento della rete dei servizi territoriali di riferimento all'uopo individuati nell'ambito dell'ASP-CZ , in Calabria. SerT Soverato - ASP CZ Materiale e Metodo : Hanno aderito all'iniziativa: NeuroPsichiatria Infantile di Soverato, CSM di Catanzaro, Comunità Terapeutica “Centro Calabrese di Solidarietà” di Catanzaro, SerT Soverato, Scuola di Formazione Professionale “ Persevera” di Catanzaro. Azioni Principali: formazione dei componenti il gruppo di lavoro aziendale; sensibilizzazione e formazione all'approccio motivazionale dei responsabili dei servizi e del personale; elaborazione protocolli ed organizzazione di corsi infoeducativi di I livello rivolti agli utenti motivati e ai loro familiari , sui rischi comportamentali legati all'uso di alcol, tabacco, alimentazione e sedentarietà; attivazione di moduli info-educativi di II livello riIstituto Scolastico “ Persevera” - CZ volti agli utenti interessati e finalizzati al cambiamento degli stili di vita pericolosi con particolare riguardo al tabagismo per i pazienti psichiatrici e ai problemi alcolcorrelati nella popolazione giovanile. Strumenti: braimstorning, schede di lavoro, training regolazione comportamentale, schede inerenti l'approccio motivaziona- CSM di Catanzaro - ASP CZ le transteorico ( Di Clemente) e la diagnosi motivazionale ( bilancia, fattori protettivi e di rischio,ecc.), questionari e tests ( audit, cage, piramide attività fisica ed alimentare, ecc.). Inoltre i Servizi coinvolti, individuati quali “ Promotori di Salute” hanno usufruito dei KIT nazionali ( triangolo fumo passivo , Piramide Alimentare ed Attività Fisica, Regolamento Nazionale, volantini e depliants ) . Risultati: Sono stati coinvolti n. 3 servizi aziendali e n. 2 servizi esterni ; sono stati sensibilizzati e formati n. 53 operatori tramite un modulo antimeridiano di 6 ore effettuato in loco. Entro la fine dell'anno, a partire dal mese di Settembre 2014 saranno avviati i moduli infoeducativi di I e II livello rivolti all'utenza, con il coinvolgimento dei loro familiari : pazienti psichiatrici del CSM, della NPI e del SerT, giovani problematici inseriti in comunità terapeutica o in dispersione scolastica. Centro Calabrese di Solidarietà - Catanzaro Conclusioni: N.P.I. di Soverato - ASP CZ il progetto ha stimolato l'interesse degli operatori e dei servizi coinvolti promuovendo azioni preventive innovative ed originali. Ci si propone di valutare, alla conclusione, l'incidenza della riduzione del tabagismo nella popolazione psichiatrica nonché degli altri comportamenti a rischio, soprattutto alcolcorrelati, nella popolazione giovanile suindicata. Convegno Conclusivo Reggio Emilia/Luoghi di Prevenzione 28-29-30 Ottobre 2014 PROGETTO MINISTERIALE CCM 2012: Approccio integrato alla riduzione delle diseguaglianze all'accesso ai servizi di promozione della salute : interventi strategici per la gestione del rischio di utenti con disturbo psichiatrico e giovani problematici Descrizione delle attività avviate nel Servizio di NeuroPsichiatria Infantile di Soverato (a)Franco Montesano, (b) M.Caterina Anoja, (c) Caterina Azzarito (a)U.O.C. Sert Soverato – ASP CZ – Regione Calabria (b) N.P.I. Soverato – ASP – CZ – Regione Calabria (c)Dipartimento Tutela Salute – Area Lea - Regione Calabria Introduzione Il Progetto è finalizzato all'implementazione di programmi di prevenzione nei confronti dei pazienti con disturbi psichiatrici e dei giovani problematici, maggiormente suscettibili di sviluppare comportamenti a rischio correlati: all'uso di alcol, tabacco, inadeguata alimentazione e sedentarietà. La Regione Calabria è partner nella sperimentazione di cui capo-fila è la Regione Emilia Romagna. N.P.I. di Soverato - ASP CZ N.P.I. di Soverato - ASP CZ N.P.I. di Soverato - ASP CZ Obiettivi Riduzione delle diseguaglianze nell'accesso ai servizi di promozione della salute dei soggetti deboli attraverso un'azione sperimentale,di coinvolgimento della rete dei servizi territoriali all'uopo individuati nell'ambito dell'ASP-CZ , in Calabria. Materiale e Metodo La NeuroPsichiatria Infantile di Soverato ha aderito all'iniziativa, Azioni Principali: sensibilizzazione e formazione all'approccio motivazionale del personale ; elaborazione protocolli; organizzazione di corsi infoeducativi di I livello rivolti agli utenti motivati e ai loro familiari sui rischi comportamentali ; attivazione di moduli info-educativi di II livello rivolti agli utenti interessati e finalizzati al cambiamento degli stili di vita pericolosi Strumenti: braimstorning, schede di lavoro, training regolazione comportamentale, schede inerenti l'approccio motivazionale transteorico ( Di Clemente) diagnosi motivazionale ( bilancia, fattori protettivi e di rischio,ecc.), questionari e tests ( audit, cage, piramide attività fisica ed alimentare, ecc.) N.P.I. di Soverato - ASP CZ N.P.I. di Soverato - ASP CZ Risultati La NPI di Soverato è stata individuata quale servizio “ Promotore di Salute” ed ha utilizzato la cartellonistica dei KIT nazionali . Sono stati sensibilizzati e formati n. 13 operatori tramite un modulo antimeridiano di 6 ore effettuato in loco. A partire dal mese di Settembre 2014 sono stati avviati i moduli infoeducativi di I e II livello rivolti all'utenza e ai loro familiari. Conclusioni: Il progetto ha stimolato l'interesse degli operatori del servizio nella promozione di azioni preventive innovative ed originali, nonché degli utenti e loro familiari. Ci si propone di valutare, alla conclusione annuale, l'incidenza della riduzione dei comportamenti a rischio correlati all'uso di alcol e/o tabacco , alimentazione e sedentarietà. Dipartimento di Prevenzione Convegno Conclusivo Reggio Emilia/Luoghi di Prevenzione 28-29-30 Ottobre 2014 PROGETTO MINISTERIALE CCM 2012: Approccio integrato alla riduzione delle diseguaglianze all'accesso ai servizi di promozione della salute : interventi strategici per la gestione del rischio di utenti con disturbo psichiatrico e giovani problematici LUOGHI DI PREVENZIONE …...........in Calabria – un'esperienza in crescita (a)Franco Montesano (a) Donatella Pelaia (a) MariaRita Notaro (b) Antonio Pellegrino (b) Diego Saia (c) Antonia Lomanno (c) Stefania Esposito (d) Virginia Capisciolto (e) Caterina Azzarito (a) U.O.C. SerT Soverato – ASP/CZ- Reg. Calabria; (b) Associazione “Obiettivo Salute” - Soverato (c) Coop. Sociale “Zarapoti” - Catanzaro; (d) U.O. Educazione alla Salute – ASP/CZ- Reg. Calabria (e) - Dipartimento Tutela alla Salute – Area LEA – Regione Calabria INTRODUZIONE : Luoghi di prevenzione è un'attività da tempo avviata a Reggio Emilia, di comprovata e riconosciuta validità; dopo uno specifico stage formativo l'esperienza è stata avviata anche in Calabria, tramite un progetto – pilota, a carattere sperimentale, nell'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro. MATERIALI E METODO: ANNO 2011/12 NUMERO ISTITUTI COINVOLTI ANNO 2012/13 ANNO 2013/14 24/28(86%) 16/28(57%) 22/28(79%) + 9 (CZ) NUMERO CLASSI COINVOLTE 27 40 44 NUMERO TOTALE INCONTRI 27 40 44 NUMERO STUDENTI SENSIBILIZZATI NUMERO DOCENTI PARTECIPANTI 823 411 745 +190 (CZ) 40 45 51 Sede di Luoghi di Prevenzione è stata individuata un'ala dello stabile all'uopo concesso dall'Istituto Scolastico Comprensivo di Soverato “U. Foscolo”; a Catanzaro è stata utilizzata parzialmente una sede concessa dal Comune . Hanno lavorato operatori interni ed esterni , specificatamente formati. E' stato utilizzato prevalentemente il materiale didattico-divulgativo di “ Paesaggi di Prevenzione” ed adottata la metodologia del Centro di Reggio Emilia. Sono stati somministrati questionari di ingresso ed uscita. I laboratori , differenziati per argomento (alcol, tabacco, alimentazione ed attività fisica) , erano basati su tecniche interattive, ludico-ricreative , con utilizzo di materiale didattico anche informatico, e con strumenti di sensibilizzazione ( occhiali dispercettivi, percorso ad ostacoli, piramide alimentare ed attività fisica, ecc.), materiale informativo e depliants. Sono state sensibilizzate e coinvolte le Scuole Medie Inferiori del comprensorio territoriale di Soverato (CZ) e, durante l'ultima annualita' scolastica, di Catanzaro. Il target era rappresentato dagli studenti delle classi medie inferiori e dai loro docenti di riferimento. Per il trasporto degli studenti è stato utilizzato un pulmino comunale. Ogni modulo-laboratorio aveva durata di circa 4 ore antimeridiane. I moduli sono stati differenziati nel triennio scolastico: corretta alimentazione ed attività fisica ( I media ) , tabacco ( II media ) alcol ( III media). I Questionari hanno permesso di elaborare i dati relativi ai suddetti comportamenti a rischio. Alla fine di ogni anno scolastico è stata organizzata una mostra dei lavori prodotti. RISULTATI : Il Progetto è stato avviato nell'anno scolastico 2011-12 fino a tutt'oggi. E' stato attivamente coinvolto l'86% degli Istituti Scolastici Medie Inferiori del distretto di Soverato ; nel 2013-14 il lavoro è stato svolto anche nella città di Catanzaro e della provincia medio-ionica . In totale sono stati sensibilizzati 1013 studenti (190 a Catanzaro e 823 nel soveratese) . CONCLUSIONI : LUOGHI DI PREVENZIONE è ormai una realtà anche in Calabria, consolidata nel tempo ed apprezzata dalle agenzie coinvolte; ci si propone di implementare le attività in tutto il restante territorio aziendale e regionale, coinvolgendo maggiormente le famiglie e i docenti.
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