Corriere della sera - 04.11.2014

MARTEDÌ 4 NOVEMBRE 2014
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La crisi di Milan e Inter
Specializzazioni
Gli ostacoli (e i segreti)
di Inzaghi e Mazzarri
Trovata la soluzione
per non far ripetere
i test sbagliati a Medicina
Bocci, M. Colombo, Fiocchini, Ravelli
nello Sport alle pagine 50 e 51
di Claudia Voltattorni
a pagina 23
IL FILO SOTTILE
DELLA MEMORIA
Tfr in busta, i dubbi di Bankitalia
di Aldo Cazzullo
Sulle previsioni Ue l’ombra della frenata tedesca. L’Italia 2015: crescita ridotta allo 0,5%
Contro l’Isis La guerrigliera che ferma i terroristi
La legge di Stabilità viene promossa da Bankitalia. Salvo su un
punto. Non da poco. La misura
che su base volontaria rende disponibile il Tfr in busta paga presenta dei rischi, secondo la Banca
centrale. Rischia cioè di compromettere i trattamenti previdenziali, specialmente le pensioni
più basse e la previdenza integrativa, se da temporanea dovesse
diventare definitiva. Anche l’Istat
ha delle riserve: giudica quasi
nullo l’impatto della manovra
sulla crescita dell’economia.
LA RIPRESA CHE FORSE VERRÀ
Chi ha ragione
Padoan o l’Istat?
di Danilo Taino
C
alle pagine 2 e 3
on la sola macroeconomia
difficilmente ce la caveremo. Lo strano dibattito che si è
aperto ieri dopo che l’Istat ha
annunciato le sue previsioni
sull’andamento dell’economia
italiana lo racconta bene.
Offeddu, Sensini
continua a pagina 3
● GIANNELLI
La leggenda di Rehana, l’angelo di Kobane
Polizia, nuove regole
«Evitare il contatto
con i manifestanti»
di Guido Olimpio
di Fiorenza Sarzanini
P
S
er i terroristi del Califfato è un incubo. Per i combattenti curdi è Rehana,
«l’angelo di Kobane» (foto da Twitter): una combattente che ha ucciso «un
centinaio di nemici» nella città siriana assediata dall’Isis. «Gli estremisti hanno
ucciso mio padre e io mi sono unita alla guerriglia», ha detto. Gli islamisti
hanno annunciato di averla decapitata, ma lei è riapparsa più viva che mai: e la
fama della sua icona — vera o finta che sia — continua a crescere.
a pagina 11
i riaccende la polemica per quanto accaduto la scorsa settimana durante la protesta degli operai della ThyssenKrupp a Roma
e i vertici della polizia varano il nuovo regolamento: il contatto fisico con i manifestanti «deve essere l’extrema ratio». Viene infatti
ribadita e dettagliata la necessità, già evidenziata dopo il G8 di Genova, di lasciare ai manifestanti la cosiddetta «area di rispetto» e
cioè una distanza congrua dai reparti schierati per evitare contatti.
a pagina 5
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Siamo più pessimisti, ci mancano i sogni
L’Italia in fondo alla classifica di 142 Paesi. Spagnoli e francesi temono meno il futuro
di Beppe Severgnini
E
9 771120 498008
Loreto (AN)
Conti pubblici e governo Allarme per le pensioni più basse e per il futuro della previdenza integrativa
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41 1 0 4>
ANNO 139 - N. 261
Significato di una ricorrenza
ggi il presidente Napolitano consegnerà la medaglia d’oro al valor
militare ad Andrea Adorno, alpino
di Catania, ferito in combattimento
sulle montagne dell’Afghanistan.
Una cerimonia che in altre democrazie sarebbe routine; ma non in Italia. È la prima volta
che si tiene al Vittoriano. È la prima volta che
il soldato insignito non è un ufficiale, ed è
vivo. In altri tempi, l’alpino siciliano sarebbe
parso un ossimoro. Oggi l’esercito ha riconquistato prestigio, grazie ai militari in missione di pace nei territori più difficili del pianeta.
E grazie anche al nostro legame con la storia e
l’identità italiana, che si sta rivelando più forte
di quanto pensassimo.
Quest’anno l’Europa ha celebrato i cent’anni
della Grande guerra. Il 4 novembre, anniversario della vittoria, chiama in causa l’Italia, che il
prossimo 24 maggio ricorderà l’ingresso nel
conflitto. Fu l’inizio di un calvario, dagli assalti sconsiderati alle decimazioni, che costò
sofferenze terribili. Davanti ai centomila morti
di Redipuglia, papa Francesco ha già avuto
parole di condanna per tutte le guerre; e sarebbe giusto che lo Stato italiano, unico a non
aver riabilitato i fanti fucilati per volontà di
una casta militare sprezzante delle vite umane, trovasse parole di pietà per tutte le vittime.
Nello stesso tempo, non è inutile ricordare
che quella guerra l’Italia la vinse. Poteva essere
spazzata via; invece superò la prima prova
della sua storia unitaria. E dimostrò di non
essere più un nome geografico, come la volevano gli austriaci, ma una nazione.
Ogni paragone con il passato è fuorviante: il
Paese che oggi si allarma per Ebola non è lo
stesso che seppellì 350 mila morti di febbre
spagnola in un mese. Ma ogni generazione ha
la sua guerra da combattere. Quella contro la
crisi è lontana dall’essere vinta. Siccome la
capacità di resistenza e la forza morale che i
nostri antenati dimostrarono cent’anni fa non
possono essere andate disperse nel tempo, sta
a noi ritrovarle dentro noi stessi e riaccenderle
dentro i nostri figli. Questo vale per gli uomini
e a maggior ragione per le donne, che un secolo fa dimostrarono di saper prendere il posto dei mariti, nelle campagne, nelle fabbriche, nelle università.
Oggi i fanti non ci sono più. La memoria è
un dovere nei confronti dei nostri padri, e
ancor più nei confronti dei 650 mila ragazzi
che padri non sono diventati. La riscoperta
dei simboli dell’unità può essere retorica,
quindi inutile, e consolatoria, quindi controproducente. Ma si rivela utilissima, quando
sentiamo che la vicenda nazionale incrocia
quella delle nostre famiglie. È di noi, come
sempre, che parla la storia.
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
In Italia (con “Living”) EURO 1,40
ra l’ultima certezza: nonostante tutto siamo un popolo resiliente e tenace, capace di
reagire alle difficoltà! Il timore è
che non sia più così. Forse stiamo perdendo anche l’ottimismo. Il rapporto Prosperity Index 2014, appena pubblicato dal
Legatum Institute, ogni anno
mette a confronto 142 Paesi.
Nell’indice di prosperità siamo
scesi al 37° posto, perdendo cinque posizioni rispetto al 2013.
continua a pagina 27
con un articolo di Berberi
● LE STORIE
IL CORPO RECUPERATO
OFFRE SANITÀ E ISTRUZIONE
L’ULTIMA CROCE
SULLA CONCORDIA
C’È UN ALTRO STATO
SI CHIAMA FACEBOOK
di Marco Imarisio
di Marta Serafini
F
I
ino a ieri la cabina sul ponte
8 della Concordia, schiacciato dal naufragio, era inaccessibile. Alle 12 è stata aperta e
il corpo di Russel Rebello, cameriere indiano, era lì.
a pagina 21
struzione e sanità. Sono questi i nuovi servizi di uno «Stato» con 1,3 miliardi di abitanti e
un Pil da 280 miliardi di dollari: Facebook.
a pagina 25 con il commento
di Daniele Manca
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
2
Primo Piano La legge di Stabilità
Bankitalia: bene la manovra, evitata spirale recessiva. La liquidazione
in busta paga sia temporanea. L’Istat avverte: crescita ferma allo 0,5%
«Tfr anticipato, rischio pensioni»
ROMA La Banca d’Italia promuo-
Secondo Banca
d’Italia la legge
di Stabilità
realizza «una
significativa
riduzione»
del cuneo
fiscale sul
lavoro e
finanzia
«riforme
potenzialmente
importanti» nel
campo
dell’istruzione
e del mercato
del lavoro.
Non mancano
alcune
perplessità:
il Tfr in busta
paga ad
esempio
«inciderebbe
negativamente
sulla capacità
della
previdenza
complementare
di integrare
il sistema
pensionistico
pubblico.
Anche
l’aumento di
Iva e accise a
garanzia degli
obiettivi
di bilancio
alimenta
dubbi
Corriere.it
Sul canale
Economia del
sito del Corriere
della Sera
analisi, spunti
e retroscena
di finanza
e risparmio
ve la manovra di bilancio del
2015, ma avverte che lo spostamento del Tfr in busta paga dovrà restare una misura temporanea per non compromettere i
trattamenti previdenziali. E
sottolinea che l’impatto della
manovra sulla crescita dell’economia, che l’Istat giudica quasi
nullo, e sul quale lo stesso governo è molto prudente, dipenderà dalle «modalità con cui
verranno effettuati i tagli di
spesa». Bisognerebbe evitare
di colpire gli investimenti anche degli enti locali, benché ci
sia il rischio di un aumento
delle tasse regionali sottolineato ieri anche dalla Corte dei
Conti, tagliare gli sprechi e ridurre i regimi agevolati.
La stessa ricetta che, secondo Bankitalia, dovrà essere
usata per scongiurare gli aumenti dell’Iva, sostenuta anche
dal presidente della Bce, Mario
Draghi, in risposta alle interrogazioni degli europarlamentari: «Tagliare la spesa improduttiva può creare margini di bilancio per ridurre il carico fiscale e aumentare gli
La liquidazione
di Mario Sensini
ROMA Sporchi, maledetti e subito. Con la crisi dell’economia
che non molla, e i redditi congelati ormai da anni, la prospettiva del trattamento di fine
rapporto in busta paga a partire
da marzo fa gola a molti lavoratori dipendenti, ma sarà una
scelta da ponderare bene, perché una volta fatta non si potrà
tornare indietro per tre anni. E,
come ha segnato anche ieri la
Banca d’Italia, avrà conseguenze sulla pensione integrativa,
che potrebbero essere anche
pesanti per i redditi più bassi.
Il testo della legge di Stabilità presentato dal governo al
Parlamento offre a tutti i lavoratori dipendenti la possibilità
investimenti pubblici». Secondo la Banca d’Italia «data l’eccezionale profondità e durata
della recessione, il rallentamento del processo di aggiustamento dei conti pubblici
può contribuire a evitare il rischio di una spirale recessiva».
Secondo il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi
Federico Signorini, ascoltato
ieri dal Parlamento, il quadro
delineato dal governo «è nel
complesso condivisibile», anche se «soggetto a rischi».
Bankitalia apprezza la blinda-
tura del bilancio con le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento automatico dell’Iva, «che rafforza la credibilità
dell’impegno italiano nel risanamento», ma quell’aumento
porterebbe l’Iva a livelli «molto
elevati». Per evitarlo, «è oppor-
Eurogruppo
Addio Troika,
piano per Atene
Giovedì i ministri
dell’Eurogruppo, sostiene il
Financial Times, dovrebbero
discutere un piano per far
uscire la Grecia del
programma di salvataggio
entro fine anno,
convertendo quasi 11 miliardi
di fondi non ancora utilizzati
in un meccanismo di
protezione per quando
Atene tornerà sul mercato
da sola. Nella foto una
saracinesca chiusa di un
negozio della capitale greca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tuno definire quanto prima
provvedimenti riguardanti la
razionalizzazione della spesa e
dei regimi agevolativi».
La manovra opera «una significativa riduzione» del cuneo fiscale e finanzia riforme,
come quella del lavoro, «potenzialmente importanti» dice
la Banca centrale, senza nascondere alcune perplessità.
Lo smobilizzo del Tfr in busta
paga «inciderebbe negativamente sulla capacità della previdenza complementare di integrare il sistema pensionistico
pubblico». Ed è «cruciale» che
la misura resti solo temporanea, dice Bankitalia, che come
l’Istat, ritiene che la crescita beneficerebbe tutto sommato in
«modo marginale» della politica espansiva. L’Istat ieri ha aggiornato le previsioni: la crescita del Pil nel 2015 sarà dello
0,5%, contro lo 0,6% stimato dal
governo. I conti pubblici, intanto, si mantengono in linea:
nei primi 10 mesi il fabbisogno
è stato di 77 miliardi, 11 in meno rispetto all’anno scorso.
M. Sen.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Una scelta volontaria e soltanto per tre anni
Ma le tasse pesano di più (e la rendita di meno)
di avere in busta paga, mese
per mese, la quota del trattamento di fine rapporto che viene maturata, e che oggi o resta
in azienda, e si rivaluta fino al
momento dell’uscita, quando
viene corrisposta in un’unica
soluzione, oppure alimenta i
fondi pensione complementari. L’opzione si potrà esercitare
da marzo del 2015 al giugno del
La legge
Con la legge di Stabilità
i lavoratori dipendenti
potranno avere il Tfr
in busta paga
2018, ma una volta fatta, la scelta non sarà revocabile.
È un provvedimento temporaneo, voluto dal governo come
ulteriore sostegno alla ripresa
dei consumi, e dell’attività economica. E secondo Bankitalia
dovrà restare temporaneo, perché i tre anni, o quel che saranno, di mancata contribuzione
al fondo pensione, o di mancata capitalizzazione in azienda,
rischiano di pesare parecchio
al momento di lasciare il lavoro. Questo soprattutto per i lavoratori dipendenti che hanno
i redditi più bassi, per i quali il
«tasso di sostituzione», cioè
più o meno la differenza di reddito tra l’ultimo stipendio e la
prima pensione, che oggi è poco sopra il 70% ma che nel giro
di un ventennio scenderà in
media a circa il 60%, è particolarmente penalizzante.
Senza contare il «costo» in
termini di pensione integrativa, o di liquidazione più bassa,
nella scelta va considerato anche l’onere fiscale, che se si sceglie per la monetizzazione è
sensibilmente superiore. Il
trattamento di fine rapporto
oggi è infatti soggetto a una
tassazione separata, che è di
solito inferiore a quella dei redditi Irpef (di fatto è l’aliquota
media effettiva dei cinque anni
precedenti). Una volta entrato
in busta paga, invece, il gruzzo-
Bankitalia
Luigi Federico
Signorini,
59 anni,
vicedirettore
generale della
Banca d’Italia
e membro
del direttorio
di via Nazionale
letto verrebbe tassato ad aliquota marginale, che in funzione del reddito dichiarato
può arrivare anche al 43%.
Il Tfr in busta paga, dunque,
non è penalizzato dal punto di
vista fiscale solo per i lavoratori dipendenti che dichiarano
meno di 15 mila euro lordi annui. Per loro, tutto il Tfr maturando in busta paga vale 66 euro netti al mese. Per chi ne dichiara 25 mila l’anno, il Tfr vale
109 euro, ma costerebbe 50 euro di tasse l’anno in più. Che
salirebbero a quasi 600 l’anno
per chi ha i redditi più alti. E,
comunque, un disperato bisogno di soldi.
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
PRIMO PIANO
● Il commento
Le stime
GLI EFFETTI DELLA MANOVRA SUL BILANCIO
Dati in miliardi di euro e in termini di indebitamento netto
2015
2016
2017
25,7
Risorse
PRODOTTO INTERNO LORDO 2010-2013 E PREVISIONI 2014-2016
Confronto tra i dati diffusi a maggio e novembre 2014
Variazioni percentuali sull’anno precedente
Pil maggio 2014
Pil novembre 2014
Chi ha ragione
tra Padoan e Istat?
45,2
2
9,6
Maggiori entrate
1,5
1
0,5
Impieghi
-0,5
14,7
Maggiori entrate
-1
Minori spese
-1,5
Effetti
su saldi
-2
-10,4
0,2
-3
2010
2011
2012
2013
2014
2015
SEGUE DALLA PRIMA
36,2
S
45
45,6
19,9
19,9
21,5
25,1
25,7
6,9
11,2
12,7
12,5
Gli interventi
sul costo del lavoro
(oneri per lo Stato)
-2,5
*Le discrepanze sono dovute agli arrotondamenti
2016
Corriere della Sera
Fonte: Istat; Audizione preliminare all’esame dei documenti di bilancio per il triennio 2015-2017 di Luigi Federico Signorini, vice direttore generale della Banca d’Italia
«Ripresa con tagli, patti da rispettare»
E Bruxelles svela la sorpresa Germania
Il richiamo di Draghi alla vigilia delle Previsioni d’autunno della Commissione
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
«Tagliare la spesa
improduttiva può creare margini di bilancio per ridurre il carico fiscale e aumentare gli investimenti pubblici». Meno sprechi, meno tasse, più crescita: la
ricetta di Mario Draghi risponde a un’interpellanza di alcuni
eurodeputati, ed è rivolta a tutti
i governi. Giunge alla vigilia di
un giorno particolare: oggi la
Commissione europea diffonde le previsioni economiche
d’autunno, «fotografa» l’ospedale Ue. Francia e Italia, prima
di tutto, ancora ricoverate nella
corsia dei malati lungodegenti.
Ma sotto esame c’è anche la forte Germania, che di colpo sembra insidiata da un virus nuovo
e la cui crescita secondo molte
previsioni rischia una nuova
forte frenata; e ancora una volta
la Grecia, che vuole uscire dal
reparto rianimazione (leggi: i
piani di salvataggio Ue-BceFmi) ma i cui titoli di Stato tornano a offrire interessi oltre il
7%, un segnale pericoloso di
debolezza.
La Commissione in carica
presieduta da Jean-Claude Juncker dirà quali sono le medicine da prendere, le probabili
BRUXELLES
Francoforte
Mario Draghi,
67 anni,
presidente
della Banca
centrale
europea
«misure aggiuntive». E ciò accade anche in tempi normali.
Ma la nuova recessione - doppia o tripla nell’arco di 7 anni, a
seconda dei punti di vista - disegna una cartella clinica collettiva senza precedenti. Chi
spera in qualche «libera uscita»
sui bilanci, può ricredersi. Almeno così lascia capire Draghi:
«Le politiche di bilancio dei Paesi dell’eurozona devono rispettare il patto di Stabilità europeo, e possono comunque
fornire ulteriore sostegno alla
crescita».
Vi sono Paesi come la Francia
o l’Irlanda, che si trovano da 5
anni, dal 2009, sotto procedura
di infrazione per deficit eccessivo. Ve ne sono altri, come la
Finlandia un tempo sana e produttiva, la patria degli ultimi
due commissari economici Olli
Rehn e Jyrki Katainen, che annuncia una crescita negativa
per il 2015. Altri ancora, come
l’Italia, si vedono consegnare
dal proprio Istituto di statistica
una prognosi sconsolante: l’attuale manovra finanziaria darà
un sollievo nel 2014, ma risultati pressoché nulli nel 2015.
La crisi non lascia spiragli di
New York
E il petrolio crolla sotto i 79 dollari al barile
Il mercato scommette ancora su un
futuro calo delle quotazioni del
greggio. Un futuro sempre più
prossimo, come dimostra la
chiusura di ieri del petrolio, sceso a
New York sotto i 79 dollari, ai
minimi da due anni. Per la
precisione il petrolio in chiusura è
stato scambiato a 78,53 dollari
(-2,50%), lontano dalla soglia
psicologica dei 90 dollari. Tra i
motivi della frenata, la debolezza
dell’economia globale anche se
l’Opec, l’Organizzazione dei Paesi
esportatori, non sembrerebbe
intenzionata a ridurre l’offerta per
frenare il calo dei prezzi. Ad ottobre
l’Organizzazione, che è responsabile
del 40% della produzione mondiale
di greggio, ha estratto 30,974 milioni
di barili al giorno, in rialzo dai 30,66
milioni di settembre, ai massimi
dal mese di agosto del 2013.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Danilo Taino
32,7
Minori spese
0
52,5
26
16,1
19,2
19,8
tempo. Dopo il giorno delle
previsioni economiche, dopodomani seguirà quello dell’Eurogruppo, il vertice dei ministri
delle Finanze dell’eurozona. La
riunione dovrà naturalmente
occuparsi delle stesse previsioni economiche, anche se forse
al di fuori dell’ordine del giorno
ufficiale. E così, inevitabilmente, sfiorerà il tema dei piani di
stabilità nazionali, tuttora sottoposti al giudizio della Commissione. Previsioni e vertici,
tuttavia, non sembrano più tener il passo con la realtà economica del continente: dal «no»
francese alle regole sul deficit,
al rinvio italiano del pareggio di
bilancio, alla stessa frenata a
sorpresa della Germania,
l’Unione è come una scacchiera
su cui sia passata una folata di
vento.
Solo sei mesi fa, a fine aprile,
le previsioni economiche di
primavera assicuravano che «le
prospettive economiche dell’Ue
si rafforzano. Mentre gli indicatori principali puntano a un’accelerazione della crescita in
tempi brevi, migliorano anche
le condizioni per una ripresa
sostenuta….».
Luigi Offeddu
«Wsj»
● «L’Italia
tossica è il test
cruciale del
Qe», dopo i
risultati degli
stress test che
hanno
penalizzato le
banche italiane,
scrive il «Wall
Street Journal»
in una lunga
analisi dedicata
alla terza
economia
dell’eurozona.
E sottolinea
che «se il
programma di
Qe non riuscirà
a salvare
l’Italia, non
potrà salvare
l’eurozona».
ostanzialmente,
l’Istituto di statistica
vede, per il triennio 20142016, la crescita in linea con
le ipotesi fatte dal governo
nella legge di Stabilità: solo
con una differenza in
peggio dello 0,1% nel 2015.
In effetti, qualsiasi analisi si
prenda, nazionale o
internazionale, mai ci si
discosta da una crescita di
mezzo punto percentuale
l’anno prossimo e di uno
quello dopo. Lo stesso vale
per la disoccupazione,
prevista dall’Istat ancora
sopra al 12% nel 2016. Ciò
nonostante, il ministro
dell’Economia Pier Carlo
Padoan ha sostenuto che la
legge di Stabilità è
«espansiva»; l’Istat lo nega.
La cosa strana è che se si
prendono le proposte di
politica di bilancio dei
partiti (lo fece il Corriere al
tempo delle ultime
elezioni) si nota che - per
quanto si cerchi di
risparmiare, tagliare le
tasse, fare investimenti l’esito finale non è mai gran
cosa: la crescita rimane
bassa e la disoccupazione
alta. Questo per dire che
l’idea di rispondere alla
grave crisi a cui l’Italia è di
fronte soprattutto agendo
sul bilancio dello Stato entrate e spese - è
zoppicante: in quella
cornice, gli spazi di
manovra sono minimi, la
spesa va avanti
autonomamente e le tasse
si adeguano. I vincoli
europei anche nella loro
versione «flessibile» più
recente non aumentano di
molto quegli spazi. Un
Paese che dagli anni
Ottanta del secolo scorso è
in perdita di velocità
economica e di
competitività ha bisogno di
un cambiamento che vada
più a fondo nei nodi
produttivi del Paese,
qualcosa di «micro» che
penetri, riformi e renda
efficiente ciò - molto - che
non lo è più. Il dibattito
tutto chiuso nel circolo
entrate/uscite è ormai
vizioso.
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
4
Primo piano Il governo
Renzi: c’è un disegno per spaccare il Paese
L’accusa dalle fabbriche bresciane. Il premier: ci chiamavano ragazzini, ora dicono che siamo poteri forti
La Cgil: evoca complotti ma non dice come rilanciare l’Italia. Fiom in piazza, tensioni tra centri sociali e polizia
In fabbrica
● L’8 maggio
il premier
è a Genova,
all’Ansaldo
energia,
per la firma
di un accordo
con Shanghai
Electric
● Renzi visita,
il 16 maggio,
la Scavolini
di Pesaro;
il giorno dopo
a Cesena, la
Technogym,
dove si
concede un po’
di palestra, e gli
stabilimenti
Orogel
e Amadori
● Il 20 maggio
il premier alla
Blackshape di
Monopoli sale
su un aereo,
prodotto lì.
Poi a Bari un
incontro alla
farmaceutica
Merck Serono
● A giugno,
in missione in
Vietnam, visita
gli stabilimenti
Piaggio
e Ariston
● A Ponticelli,
nel Napoletano,
il premier
ad agosto sale
sugli elicotteri
della K4A
● Il premier
va all’apertura,
il 6 settembre,
del nuovo
stabilimento
di Rubinetterie
bresciane,
a Gussago, del
gruppo Bonomi
● Il 17
settembre
è nella fabbrica
L’Oréal
di Settimo
Torinese
● A Detroit,
il 26, visita
lo stabilimento
Fiat-Chrysler
e incontra
Marchionne
● Il 10 ottobre
è a Zola
Predosa
(Bologna) per
la posa della
prima pietra
del nuovo
stabilimento
Philip Morris.
Poi da Yoox
REZZATO (BRESCIA) L’ultima
istantanea di Matteo Renzi in
terra bresciana è la sintesi del
messaggio che il premier lancia dal cuore produttivo della
Lombardia. La scena si svolge
nel capannone della Omr,
l’azienda del presidente dell’Associazione industriali bresciani Marco Bonometti, che
sforna componenti per la Ferrari e per tante case automobilistiche tedesche. È il momento
della foto di gruppo: da una
parte i titolari in grisaglia, dall’altra gli operai in tuta blu. Il
premier sorridente si mette fra
i due gruppi a fare da cerniera.
È la rappresentazione plastica
di quello che aveva detto poco
prima, davanti all’assemblea
dell’Associazione industriali
bresciani: «Dobbiamo evitare
un rischio pazzesco: c’è un disegno che vuole dividere il
mondo del lavoro. C’è l’idea di
fare del lavoro il luogo dello
scontro, di mettere gli uni contro gli altri gli operatori del
mondo del lavoro. Abbiamo
perso vent’anni perché si è
pensato che attraverso manifestazioni e proteste si potesse
dividere in due il lavoro, dividendo l’Italia dei lavoratori e
l’Italia dei padroni. Si attacchi il
governo, ma senza sfruttare il
dolore dei disoccupati».
Parole che non sono piaciute
alla Cgil, che ha replicato: «C’è
molto nervosismo nelle parole
del presidente del Consiglio
che ancora una volta evoca fantasmi e complotti, ma evita di
dire come si crea lavoro e come
si rilancia il Paese».
La Fiom bresciana ha manifestato ieri davanti alla Palazzoli, l’azienda in cui si è svolta
l’assemblea dell’Aib, e ha giudicato «una vergogna» il fatto
che una propria delegazione
non sia stata ricevuta dal premier. I centri sociali hanno dato vita invece a un corteo sfociato in alcuni tafferugli (due i
L’analisi
di Dario Di Vico
M
atteo Renzi si trova
di fronte a un rebus
di politica industriale. Mentre cerca con qualche fatica di riavviare il processo di privatizzazione degli asset pubblici deve
o no passare alla storia come il
premier che ha dato semaforo
verde alla ristatalizzazione della siderurgia?
È evidente come in questa
fase della crisi industriale le
attenzioni siano tutte concentrate sulle situazioni a rischio
di Terni (Thyssen), Taranto (Ilva) e Piombino (Lucchini), tre
casi di aziende importantissime per i relativi territori e che
se dovessero chiudere o sfoltire drasticamente gli organici
creerebbero un «effetto ruggine». Si presterebbero a scrivere un racconto di deindustrializzazione che complicherebbe i piani del premier in quest’autunno complicato.
Per quanto riguarda Terni la
richiesta di un intervento della
Cassa depositi e prestiti (Cdp)
è venuta nei giorni scorsi da
una deputata di Scelta civica,
Confindustria Giorgio Squinzi:
«Sono contento — ha detto —
per l’attenzione che il premier
ha dato alle imprese». Gli ha
fatto eco Giampiero Pesenti,
presidente di Italcementi:
«Renzi è un uomo intelligente.
Se riesce a fare le riforme, è un
bene per tutti noi». Pesenti ha
incontrato Renzi nello stabilimento di Rezzato-Mazzano dove Italcementi ha investito 150
milioni e il premier ha inaugurato un nuovo forno.
Dal palco bresciano Renzi
aveva toccato altri temi «caldi».
La crisi siderurgica, ad esempio: «Dalla Lombardia a Taranto, o il sistema Paese avanza
una proposta nuova o non ci
sarà modo di garantire un futuro alla siderurgia italiana». Oppure Expo: «Sono grato a Raffaele Cantone e a tutta la strut-
Il lavoro e lo scontro
Il capo del governo: si
vuole il lavoro luogo di
scontro, non sfruttare il
dolore dei disoccupati
La visita Matteo Renzi all’Italcementi di Rezzato con Giampiero (alla sua destra) e Carlo Pesenti e con Giorgio Squinzi (Imagoeconomica)
Il finanziere di Algebris
E Serra a Londra
chiede l’iscrizione
al circolo dem
È andato in sezione, al circolo Pd di Londra, e
ha chiesto la tessera, come annunciato, Davide
Serra. Che a Petrolio (Rai1) ha detto anche di
aver avuto rassicurazioni sulla sua accettazione.
Il finanziere, fondatore di Algebris, che vive a
Londra da anni, dopo le sue frasi sullo sciopero
è tornato sulla polemica: «Il diritto di sciopero è
sacrosanto se c’è un abuso, ma non mi sembra
che in Italia le aziende abusino dei dipendenti».
feriti fra le forze dell’ordine).
Renzi tornava per la quarta
volta in meno di due mesi nella
Lombardia orientale che per
vent’anni è stata cassaforte
elettorale del centrodestra, ma
dove i ceti produttivi stanno
conoscendo una rapida conversione renziana. Il feeling fra
il premier e gli imprenditori è
stato confermato ieri: prima
dagli applausi della platea, poi
dal presidente nazionale di
tura — ha detto il premier —
per aver rimesso in moto un
treno che sembrava deragliato». O ancora la questione dell’Imu sugli impianti produttivi,
che sarà risolta con l’istituzione «di un’unica tassa locale, affidata al sindaco senza che lo
Stato ci metta bocca». Infine
l’affondo: «Il clima è cambiato:
tre mesi fa eravamo una banda
di ragazzini, ora che stiamo facendo le riforme siamo diventati la quintessenza dei poteri
forti, gli uomini soli al comando. Ma non c’è un uomo solo al
comando, c’è un popolo che
chiede di cambiare». Parole accolte dagli imprenditori con
calorosi applausi.
Massimo Tedeschi
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Il rebus del ritorno all’acciaio di Stato
con l’aiuto a termine per Ilva e Piombino
Adriana Galgano, che ha parlato anche della creazione di
una public company. Non è
però questa la soluzione prioritaria sul tavolo di Renzi che
confida nelle novità che potrebbero venire da Bruxelles,
se la Ue riprendesse in considerazione il verdetto dell’Antitrust che aveva bocciato la precedente vendita da Thyssen ai
finlandesi di Outukumpu.
La decisione chiave riguarda dunque Taranto. Per entrare nel capitale dell’Ilva sono in
campo, almeno informalmente, due ipotesi: la prima fa capo al colosso indiano ArcelorMittal e la seconda al gruppo
italiano Arvedi in alleanza con
i brasiliani di Csn. La siderurgia europea è affetta in questo
momento da sovracapacità
produttiva e tutte le mosse dei
grandi player vanno lette (anche) in quest’ottica. Mittal potrebbe in linea teorica insediarsi a Taranto per evitare che
vada in mano ai concorrenti
ma di pari passo potrebbe anche agire cinicamente e ridimensionarlo. Il gruppo del re-
sto possiede altri due impianti
analoghi in Europa, in Francia
e in Romania, anche se entrambi non si fanno preferire a
Taranto quanto ad efficienza e
tecnologia.
Accanto a Mittal dovrebbe
sbarcare in Puglia come alleato anche il gruppo Marcegaglia ma il suo impegno quantitativo non è considerato sufficiente per presidiare gli interessi nazionali. Da qui l’idea
che la Cdp possa prendere una
quota azionaria a termine per
garantire il sistema Italia ovvero che Mittal non ridimensioni Taranto e completi il risanamento ambientale. L’ipotesi di
un intervento della Cassa in teoria vale anche per l’ipotesi Arvedi ma questa seconda cordata nell’entourage di Renzi si
Il meccanismo
L’idea di un intervento
della Cassa depositi e
prestiti per vigilare sui
compratori esteri
presta a un maggiore scetticismo vuoi per l’indebitamento
del gruppo Arvedi vuoi per il
profilo dei brasiliani che non
sembrano essere un soggetto
dalle spalle così forti quanto
Mittal.
È chiaro che così configurato l’intervento dello Stato in Ilva assomiglierebbe a una sorta
di golden share ma segnerebbe anche un secco ritorno al
passato. Non va dimenticato
poi che lo statuto della Cdp le
vieta (opportunamente) di
prendere quote azionarie in
società che siano in perdita. E
lo stesso vale per il Fondo strategico italiano.
L’altro dossier siderurgico
caldo è quello che riguarda la
ex Lucchini di Piombino. Esiste una candidatura anche in
questa caso indiana da parte
del gruppo Jindal, un player
considerato più che affidabile,
molto vicino alla nuova guida
politica di New Delhi. Jindal
avrebbe intenzione di entrare
a Piombino da solo senza bisogna di aggregare una cordata ma il piano industriale pre-
36
mila
i lavoratori
nella siderurgia
primaria
(produzione):
28 mila sono
operai (dati
Federacciai)
10
la percentuale
del calo di
fatturato del
settore nel
2013 rispetto
al 2012: -30%
riferito ai livelli
pre crisi
vederebbe comunque un
downsizing dello stabilimento
che rinuncerebbe all’altoforno
e opterebbe sui forni elettrici
con forti riflessi negativi sull’occupazione.
Che fare allora? Anche in
questo caso nelle valutazioni
del governo c’è la possibilità di
un intervento della Cdp per un
periodo limitato (forse due anni) per garantirsi che Jindal
faccia davvero gli investimenti
necessari. Saremmo di fronte
per la seconda volta a un’operazione stile golden share non
finalizzata a condizionare la
governance societaria ma solo
a vigilare sull’esecuzione degli
impegni presi dai compratori.
Il rebus, quindi, si presenta
per Renzi tutt’altro facile da risolvere e i prossimi giorni saranno spesi in consultazioni e
approfondimenti tecnici. I sindacati apprezzerebbero sicuramente la svolta ma tante volte in passato operazioni di intervento statale che si presumevano a termine alla fine si
sono rivelate strutturali.
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
5
#
Primo piano Il governo
A Brescia
Un gruppo di
manifestanti,
circa un
centinaio, che
voleva
protestare
contro il
premier ieri in
visita a Brescia
è stato respinto
dalle forze
dell’ordine: due
gli agenti
contusi
(Liverani)
Cortei, nuove regole di ingaggio agli agenti
Un’«area di rispetto» per evitare scontri
Domani il voto sulla mozione di sfiducia ad Alfano: un video riapre il caso e il Pd attacca il prefetto di Roma
Il contatto fisico con i
manifestanti «deve essere l’extrema ratio». Mentre si riaccende la polemica per quanto
accaduto la scorsa settimana
durante la protesta degli operai
della TyssenKrupp in piazza Indipendenza a Roma, i vertici
della polizia varano nuove «regole d’ingaggio». Il clima è ormai incandescente, il prefetto
Alessandro Pansa sa che il crescente disagio sociale e le possibili «infiltrazioni» dei violenti tra i lavoratori rischiano di
provocare gravi conseguenze. E
decide di accelerare l’entrata in
vigore di quel regolamento per
correggere le attuali storture,
frenando gli eccessi di chi va in
servizio di ordine pubblico, in
modo da tutelare «l’incolumità
dei cittadini, ma anche degli
agenti chiamati a garantire la
sicurezza».
ROMA
La vicenda
● Il 29 ottobre i
lavoratori della
Ast di Terni
insieme ai
sindacati
hanno
manifestato di
fronte
all’ambasciata
tedesca a
Roma per
contestare i
tagli
● Durante la
manifestazione
ci sono stati
scontri con la
polizia. Alfano
in Aula:
«Nessuno
vuole
manganellare
gli operai»
La distanza
● In un video
diffuso dal
programma
Gazebo si vede
un funzionario
ordinare:
«Caricate»
Il provvedimento riguarda
tutte le attività della polizia, però l’attenzione è ora puntata sul
capitolo dedicato ai cortei. Viene infatti ribadita e dettagliata
la necessità — già evidenziata
dopo il G8 di Genova — di lasciare ai manifestanti la cosid-
detta «area di rispetto» e cioè
una distanza congrua dai reparti in assetto antisommossa
proprio per evitare che si entri
facilmente in contatto. Non a
caso si ritiene indispensabile
che ai lati di chi sfila non vengano schierati agenti in divisa.
Questo naturalmente presuppone che si segua il percorso
autotizzato, dunque agenti e
mezzi a protezione delle istituzioni o delle zone vietate devono essere sistemati lontano dal
corteo. Il regolamento raccomanda l’utilizzo dei dispositivi
e degli equipaggiamenti che
possano scoraggiare gli attacchi dei manifestanti e quindi le
successive «cariche». Proprio
come accaduto a Napoli il mese
scorso, quando l’assalto al palazzo del vertice della Banca
centrale europea fu fermato
con l’uso degli idranti e questo
fu sufficiente per disperdere i
Orfini
«Il prefetto potrebbe
trovare un minuto
per spiegare le nuove
immagini sugli scontri»
poi dovranno presentare le
proprie valutazioni. Le posizioni — come si è visto anche in
questi giorni — sono molto distanti con Cgil, Siulp e Associazione funzionari che invitano
contestatori più facinorosi. Il
fine è evidente: evitare il contatto diretto con i manifestanti
e così limitare al massimo l’uso
della forza.
Manganelli e manette
Il lavoro più approfondito
svolto in questi mesi ha riguardato tutti gli strumenti in dotazione agli agenti che — in casi
di estrema concitazione oppure di scontro — possono diventare mezzo di offesa come i
manganelli, gli sfollagente, le
manette. Ma pure quelli utili a
ricostruire quanto accaduto
durante eventuali incidenti,
come le telecamere montate
sulla divisa che i poliziotti hanno chiesto e ottenuto proprio
per poter documentare gli
scontri. Grande rilevanza deve
essere attribuita all’analisi preventiva, con la valutazione sulle
componenti che scendono in
piazza proprio per poter modulare al meglio il dispositivo di
sicurezza. E così distinguere le
frange estreme da chi invece
cerca soltanto di far valere i
propri diritti. Su tutto questo ci
si confronterà con i sindacati,
già convocati per giovedì al Viminale. Riceveranno il testo e
● Il caso
Letta cita «Zac»: l’efficienza
non tolga democrazia
di Francesco Alberti
L’
ex premier Enrico Letta, per una delle
sue rare uscite dopo lo sfratto da Palazzo
Chigi otto mesi fa sotto la spinta
dell’avanzante renzismo, ha scelto Ravenna e
la figura dell’ex leader dc, Benigno
Zaccagnini, scomparso 25 anni fa. Defilato in
questi mesi, Letta ha soppesato ogni virgola
per evitare interpretazioni al cianuro nei
confronti di Renzi, mai citato. Gli è bastato
partire dal pensiero di «Zac» per marcare la
sua distanza dal premier: «L’efficienza non
vada a discapito della democrazia: la
disintermediazione non riduca la
partecipazione». E un cenno, neanche
questo casuale, al «senso del limite e del
dubbio» di gente come Andreatta.
alla pacatezza i propri colleghi,
mentre Sap, Coisp e altre sigle
minori continuano a fomentare la «base».
Il passaggio alla Camera
Una divisione riproposta in
maniera eclatante in queste
ore, alla vigilia del voto sulla
mozione di sfiducia presentata
da Sel, Movimento 5 Stelle e Lega contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano che sarà discussa domani alla Camera. A
riaccendere la polemica è un
video, trasmesso domenica sera da «Gazebo» su Raitre che
mostra un funzionario della
polizia mentre incita gli agenti
a «caricare» i lavoratori della
TyssenKrupp.
Duro è l’attacco del presidente del Pd Matteo Orfini,
condiviso da Sel: «Capisco che
è impegnato ad annullare matrimoni, ma il prefetto di Roma
potrebbe trovare un minuto
per spiegare queste nuove immagini sulla carica». E tanto
basta per comprendere come
la vicenda sia tutt’altro che
chiusa.
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
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D’Attorre: chi sbaglia è Matteo, noi così votiamo no
L’esponente della minoranza pd: impensabile una delega in bianco con una fiducia blindata
ROMA «Chi sbaglia è Renzi».
Chi è
Alfredo
D’Attorre,
41 anni,
deputato,
fa parte della
minoranza pd
Non è vero che la Cgil ha un
disegno per spaccare il Paese,
onorevole Alfredo D’Attorre?
«Sono stupito. La caratteristica più felice di Renzi era la
capacità di cogliere gli umori
del Paese, invece la Cgil si è fatta veicolo di una protesta sociale molto più ampia e lui non lo
sta capendo. La linea della
spallata per mettere fuori gioco
i corpi intermedi è fallita».
Non è la minoranza che
tenta la spallata al governo?
«No. Io vorrei che tornasse
alle ragioni per cui è nato. L’avvio, con gli 80 euro e la tassazione delle rendite, era stato
positivo. Ma dopo le Europee
ha imboccato la via sbagliata».
È arrabbiato perché Renzi
blinda il Jobs act?
«Sbaglia a non fidarsi di noi,
che ci siamo esposti all’accusa
di un eccesso di lealismo nei
confronti del governo. È impensabile che la delega possa
essere approvata alla Camera in
una versione fotocopia del Senato, sarebbe insostenibile dal
punto di vista costituzionale.
Non si può espropriare il Parlamento facendogli votare per
due volte, con una fiducia blindata, una delega in bianco».
Darete battaglia?
«Ripresenteremo gli emendamenti, ci sono correzioni
che vanno assolutamente introdotte. Ma è paradossale che
si chieda disciplina rispetto a
una decisione della direzione
del Pd che non viene attuata da
chi l’ha proposta».
Voterà la fiducia?
«Lavoreremo fino all’ultimo
per un’intesa, le condizioni ci
sono. Se così non fosse è evidente che ognuno sarà coerente e si assumerà fino in fondo le
proprie responsabilità».
Lei contesta una «disciplina da soviet» e Guerini le ricorda com’era con Bersani.
«Con Bersani il Pd ha visto
l’impallinamento di Marini e
Prodi, Guerini si riferiva a questo? E non è rispettoso accusarci di difendere una posizione
La scissione
«Talvolta Renzi sembra
più preoccupato
del fatto che
noi rimaniamo»
solo per finire sui giornali, forse Guerini è condizionato dal
modus operandi di Renzi».
Bersani sosterrà la battaglia per l’articolo 18?
«L’ex segretario si preoccupa
dell’unità del Pd molto più di
quanto non faccia il segretario
in carica. Un paradosso».
Pensa che Renzi voglia
spingervi verso la scissione?
«Talvolta sembra più preoccupato del fatto che noi rimaniamo. Il mondo del lavoro però non ci chiede di chiuderci in
una nicchia, ma di rimanere
protagonisti del confronto politico, dentro il Pd».
E la manovra, la vota?
«Non ci sono risorse aggiuntive per gli ammortizzatori sociali e il Jobs act si riduce all’abolizione dell’art. 18 più una
montagna di chiacchiere».
Volete riprendervi il Pd?
«Adesso vogliamo correggere una politica economica sbagliata che non ha ottenuto nulla di sostanziale in Europa e
che rischia l’anno prossimo di
aggravare recessione e disoccupazione».
Landini leader di una sinistra del 10 per cento?
«Landini ha ragione, sindacato e politica devono mantenere ruoli distinti. E concordo
sulla necessità di lavorare a un
patto dei produttori tra imprese e lavoratori. È uno dei grandi
errori di Renzi, che delegittima
il mondo del lavoro ed è totalmente sbilanciato sulle ragioni
dei grandi imprenditori».
Monica Guerzoni
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❞
Il premier è
totalmente
sbilanciato
sulle ragioni
delle
grandi
imprese
Non
vogliamo
riprenderci
il Pd ma
correggere
una politica
sbagliata
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
6
Primo piano Il governo
● La Nota
di Massimo Franco
LE PRESSIONI
PER PIEGARE FI
ALLA RIFORMA
DEL PREMIER
I
l nervosismo di Forza Italia sulla legge
elettorale comincia ad essere vistoso. Il
richiamo continuo agli accordi presi tra
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi lascia
capire che quelle intese si stanno
modificando; e a tutto favore del presidente
del Consiglio. I rapporti tra Pd e centrodestra
sembrano plasmati dalla volontà di Palazzo
Chigi di arrivare ad una riforma che dia un
premio alla lista vincente: e dunque al partito
maggiore. Significa assegnare un vantaggio
oggettivo al premier, che si troverebbe nella
condizione di proporre all’elettorato un
referendum tra il suo Pd e il Movimento 5
Stelle, con FI probabile terza.
I seguaci di FI non avrebbero grande scelta:
dovrebbero optare tra Renzi e Beppe Grillo. E
con un Berlusconi che non smette di
dichiarare la sua ammirazione per «la fortuna
e il coraggio» del capo del governo, l’ipotesi di
uno sfondamento del maggior partito della
sinistra sul fronte moderato diventa assai
meno inverosimile di un anno fa. D’altronde, le
elezioni europee del 25 maggio scorso sono
state una prima avvisaglia di quello che può
succedere. Giovanni Toti, consigliere-principe
berlusconiano, avverte che qualunque
modifica all’Italicum, la bozza di sistema
elettorale emersa nel famoso accordo di via del
Nazareno, va «condivisa».
Traduzione: o Renzi la concorda con l’ex
premier, o non se ne fa nulla. È possibile, ma il
Pd sembra deciso ad approvare la legge con o
senza il placet di FI. Meglio: è convinto di poter
piegare il centrodestra ad un «sì», facendo
balenare in alternativa un accordo con l’odiato
Movimento di Grillo. Gli inviti un po’ ruvidi
che arrivano dal vicesegretario Lorenzo
Guerini confermano la volontà di arrivare ad
un risultato in tempi rapidi. «La legge
elettorale è pronta per essere votata in
Il calendario
Entro un paio di giorni Renzi vuole
sbloccare la discussione sulla legge
elettorale. Ma sullo sfondo
rimane la crisi economica
Senato», assicura Renzi. E l’impressione è che
entro un paio di giorni ci saranno novità.
Il premier è convinto di avere ancora dalla
sua un consenso più o meno intatto. E constata
con soddisfazione: «Ieri dicevano che eravamo
ragazzini. Oggi che siamo poteri forti facciamo
paura». Rimane da capire a chi e per quali
motivi. Di certo, la minoranza del Pd e FI
sembrano temere il voto anticipato.
Soprattutto, lo considerano probabile se sarà
approvata la riforma elettorale. In realtà, è una
prospettiva che il vertice del Pd continua a
smentire, additando il 2018 come traguardo.
La diffidenza degli avversari, però, resta. Lo
stillicidio dei dati dell’Istat, l’Istituto di
Statistica, non dà grandi speranze di ripresa
dell’economia nel 2015. E Bankitalia allunga
l’ombra di nuove tasse delle Regioni come
conseguenza dei tagli. La stagnazione e
l’incertezza internazionale fanno pensare che
la legge di Stabilità avrà effetti limitati. E oggi
arriveranno le prime stime sui Paesi della Ue
da parte della nuova Commissione presieduta
da Jean-Claude Juncker.
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I mediatori e il testo (fantasma)
sui licenziamenti disciplinari
● Il caso
Quell’emendamento
sui giudici
alla «pubblica gogna»
di Giovanni Bianconi
ROMA È una vicenda paradossa-
le questa del braccio di ferro tra
il premier, Matteo Renzi, e la sinistra pd sul Jobs act, il disegno
di legge delega sul lavoro. Che,
oltretutto, si è già vista quando
il provvedimento è passato all’esame del Senato. Ora, appunto, si ripropone, più o meno
negli stessi termini, alla Camera.
Tutto ruota intorno al diritto
al reintegro nel posto di lavoro
in caso di licenziamento disciplinare senza giusta causa. Una
fattispecie molto importante,
certamente più numerosa di
quella dei licenziamenti per
motivi economici (anche perché qui le aziende possono ricorrere ai licenziamenti collettivi), anche se i numeri non si
conoscono perché non c’è un
codice che identifichi le diverse cause di licenziamento, e
che spesso si risolve con il giudice che dà ragione al lavoratore, disponendo il reintegro.
L’apertura
Il Jobs act prevede, secondo
il testo approvato in Consiglio
dei ministri, solo l’introduzione, per le nuove assunzioni, del
«contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti». Nulla
si dice sulla disciplina dei licenziamenti. Ma poiché Renzi
aveva annunciato che con i decreti attuativi della delega il di-
Oggi la fiducia
Giustizia, si discute
nell’Aula vuota
Semivuota: così appariva ieri
la Camera durante l’esame del
decreto legge sul processo
civile. Il ministro per le
Riforme Maria Elena Boschi ha
comunicato in Aula che il
governo ha deciso di porre la
questione di fiducia sul ddl di
conversione del decreto legge
del 12 settembre 2014, quello
appunto che prevede «misure
urgenti» per la definizione
dell’arretrato in materia di
processo civile, già approvato
dal Senato. La conferenza
dei capigruppo ha stabilito
che la prima chiama per la
fiducia sarà oggi alle 16.10. Il
voto finale sul testo arriverà
domattina a partire dalle
12.30.
(Ansa)
165
i sì alla fiducia
posta dal
governo sul
Jobs act; 111
i no, 2 astenuti
6,5
milioni
I lavoratori
coperti
dall’articolo 18
su 22 milioni
ritto al reintegro sarebbe rimasto solo sui licenziamenti discriminatori mentre su tutti gli
altri ci sarebbe stato un indennizzo economico crescente con
l’anzianità di servizio, si scatenò una bagarre nel partito e
con la Cgil finché, nella direzione del Pd del 29 settembre,
Renzi fece approvare a larghissima maggioranza un ordine
del giorno col quale riuscì a
spaccare la sinistra facendo
qualche concessione alle loro
richieste. In particolare, sui licenziamenti il testo afferma:
«Il diritto al reintegro viene
mantenuto per i licenziamenti
discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare, previa qualificazione specifica della fattispecie».
Minoranza divisa
In pratica, rispetto a quanto
già previsto dalla riforma Fornero di due anni fa, che già assegna al giudice il potere di valutare se al lavoratore spetti il
reintegro o l’indennizzo, si prevede una puntualizzazione dei
casi in modo da limitare la discrezionalità e in definitiva i
casi di reintegro. Su questa
proposta la sinistra si spaccò,
appunto. Alcuni, come Roberto Speranza e Guglielmo Epifani, si astennero. Matteo Orfini
si schierò addirittura a favore.
Dopo il 29 settembre tutti si
aspettavano che il dispositivo
approvato fosse tradotto in un
emendamento alla delega. Ma
non fu così. L’opposizione del
presidente della commissione
Lavoro del Senato, Maurizio
Sacconi (Ncd), e la volontà di
Renzi di chiudere subito la discussione portarono a un’approvazione del testo senza modifiche, col voto di fiducia.
Il nodo alla Camera
Adesso alla Camera si ricomincia. E la vicenda è appunto
paradossale sia che la si guardi
dalla prospettiva della sinistra
interna sia che la si osservi da
Palazzo Chigi. La sinistra, infatti, reclama oggi l’inserimento
nel testo del dispositivo approvato il 29 settembre e che allora
giudicava assolutamente insufficiente. Renzi, d’altra parte,
continua a non volerlo fare, nonostante sia stato lui a proporre allora, attraverso il responsabile economico del partito, Filippo Taddei, il compromesso
sui licenziamenti disciplinari.
L’impressione è che il pre-
Al Senato
La linea uscita
dalla direzione pd
non è mai diventata
emendamento
mier abbia ottenuto il successo
di spaccare la sinistra pd, ma
che poi i contenuti dell’ordine
del giorno siano diventati per
lui ingombranti, nella misura
in cui potrebbero autorizzare,
soprattutto da parte dei mercati e delle istituzioni internazionali, la lettura di un cedimento
rispetto all’obiettivo iniziale
della riforma di semplificare i
licenziamenti.
Gli opposti paradossi
Non che Renzi non sia convinto che mantenere il diritto al
reintegro sui licenziamenti disciplinari palesemente ingiusti
non sia doveroso, ma non è assolutamente disposto a far sì
che questo appaia un cedimento alle richieste della sinistra e
della Fiom. Insomma: una cosa
che ha proposto lui non può diventare il cavallo di battaglia
dei suoi oppositori. I mediatori
si stanno dando da fare. Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, esponente della sinistra pd, dice che il recepimento
del «compromesso votato dalla
direzione potrebbe diventare
un punto di unificazione». Ma
Renzi, piuttosto che dar corso
agli opposti paradossi, è tentato di chiudere la partita anche
alla Camera col voto di fiducia.
Enrico Marro
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La vicenda
● Lo scorso
29 settembre
la direzione pd
approva con
l’80% la linea
di Renzi sul
Jobs act, con
l’abolizione
dell’articolo 18
● Il premier
apre alla
possibilità
che la tutela
del reintegro
resti per i
licenziamenti
disciplinari. La
minoranza pd,
contraria
all’abolizione
dell’articolo 18,
si divide
● Il testo
approvato dal
Senato l’8
ottobre non
contiene però
questa
modifica
S
e non è una gogna
pubblica, poco ci
manca. Collegata alla
vecchia idea delle toghe
mentalmente un po’
instabili, se non proprio
disturbate. Tra gli
emendamenti al ddl sulla
responsabilità civile dei
giudici in discussione al
Senato, ne spunta uno che
suona così: se a un
magistrato viene addebitata
la «colpa grave» di
manifesta violazione di una
norma, o di aver travisato
fatti o prove, «dovrà essere
sottoposto a visita psicoattitudinale da parte di un
collegio medico composto
da professori ordinari di
psichiatria, neurologia e
medicina interna che ne
valuti l’idoneità ad
esercitare la soluzione».
Non solo. «In caso di esito
positivo della visita, entro
30 giorni, il magistrato è
tenuto a chiedere
pubbliche scuse al
danneggiato nella piazza
principale della città ove ha
sede il tribunale di
appartenenza». Firmatari
della proposta, secondo i
resoconti del Parlamento,
quattro senatori di Forza
Italia capeggiati da
Giacomo Caliendo, ex
magistrato ed ex
sottosegretario alla
Giustizia. Ma si tratterebbe
di un errore, e la paternità
dell’emendamento sarebbe
di Lucio Barani, professione
medico, appartenente al
gruppo di centrodestra Gal,
vicino a Forza Italia.
Evidentemente nella testa
del promotore ha fatto
breccia l’antica immagine
berlusconiana dei giudici
affetti «da turbe psichiche,
antropologicamente diversi
dal resto della razza
umana». E per rimediare ai
loro errori s’immagina una
sorta di contrappasso: se la
vittima ha subito la gogna
dell’ingiusto processo,
magari anche «mediatica»,
al responsabile tocca quella
sulla pubblica piazza. Resta
un dubbio: in una grande
città con tante piazze
importanti, chi sceglierà la
«principale» dove celebrare
il rito riparatorio?
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
7
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
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Primo piano I partiti
«Temerario e fortunato»
Berlusconi loda il premier
L’affondo sulla Severino
Il sindaco di Napoli al Consiglio metropolitano
«Legge sacrilega». E Tesauro: intervenga il Parlamento
La vicenda
● La legge
Severino,
varata dal
governo Monti
nel 2012 è un
provvedimento
contro la
corruzione
● Il governo
vuole ora
modificare la
parte della
legge che
riguarda gli
amministratori
locali,
eliminando la
sospensione
dall’incarico
per alcuni reati
(come l’abuso
d’ufficio del
caso de
Magistris)
ROMA A sentirlo quando parla
con Bruno Vespa, non si possono nutrire dubbi su quello che
pensa Silvio Berlusconi del «rivale», e sulla necessità di mantenere i patti siglati con lui:
«Matteo è un eccezionale comunicatore e un grande lavoratore. È molto coraggioso. E ha
altre due doti che io non ho
mai avuto: la fortuna e la temerarietà. Come vanno le cose sul
patto del Nazareno? Nella vita
ho imparato a comprendere e a
perdonare l’impulsività dei
giovani...».
Insomma, dipendesse solo
da lui, «Matteo» potrebbe ottenere tutto o quasi dal dialogo a
due. Compreso quel premio alla lista caro al premier, che in
prima lettura nell’Italicum non
era previsto e che comunque
non sarebbe materia di scambio per avere voce in capitolo
nella scelta del prossimo capo
dello Stato: «Sarebbe un patto
superfluo: i voti di FI saranno
comunque necessari per eleggere il prossimo presidente».
Se però le cose andassero così lisce, non avrebbe avuto bisogno il braccio destro di Ren-
zi, Lorenzo Guerini, di avvertire
FI sul Corriere che «o si decidono sull’Italicum, o trattiamo
con altri». Un aut aut dovuto all’aria che si respira in un partito
che, al di là delle assicurazioni
di Berlusconi, sta soffrendo
moltissimo il patto del Nazareno e tutto quello che comporta.
Con la sola consolazione di un
discorso che si riapre, invece,
sulla legge Severino definita
dal Cavaliere «sacrilega»: ieri il
presidente della Consulta, Giuseppe Tesauro, ha detto che
«se il Parlamento volesse intervenire sarebbe più sano».
Ieri a replicare a Guerini sono stati in tanti, da Toti («Non
facciano i furbetti del quartierino, noi non ci siamo mai sottratti al dialogo, sono altri che
tutte le volte rimettono tutto in
discussione») a Brunetta: «Se
Sintonia
«Matteo è un grande
lavoratore. E io so
perdonare l’impulsività
dei giovani...»
si modifica il patto, allora si ripensa tutto: soglie, composizione delle Camere, garanzie,
pesi e contrappesi... E si passa
al presidenzialismo».
Insomma, la strada per le riforme non sembra esattamente in discesa. A complicare le
cose ci sono le voci che vorrebbero Denis Verdini — appena
rinviato a giudizio nell’inchiesta sulla P3 — in difficoltà
presso Renzi proprio per una
sua sorta di «impresentabilità», con Berlusconi e lo stesso
partito in fredda con lui. Ieri in
realtà c’è stato un diluvio di dichiarazioni di solidarietà all’ex
coordinatore (dai capigruppo a
ex ministri come Gasparri, Gelmini fino a Fitto), e dal partito
assicurano che «non è cambiato nulla», la trattativa con Renzi va avanti. E però, al momento, l’incontro tra il Cavaliere e il
premier — che dovrebbe tenersi questa settimana — non
è stato ancora fissato.
D’altronde Berlusconi per tenere coeso il partito deve anche
pensare a galvanizzarlo. Lo farà
già giovedì quando è annunciato un incontro con i gruppi per
«Giornata storica»
per de Magistris
«È una giornata storica perché si incide
sul futuro della comunità». Così ieri il
sindaco di Napoli Luigi de Magistris
(foto Ansa) ha aperto la prima seduta
del Consiglio metropolitano. Intanto la
prefettura sta valutando se ricorrere al
Consiglio di Stato contro l’ordinanza
del Tar che giovedì ha revocato la
sospensione dell’ex pm da sindaco
dare la linea sia sull’opposizione a Renzi (manifestazioni a
tappeto contro le tasse sulla casa, una nazionale anche con lui
presente a fine novembre a Milano), sia sul modo di mandare
avanti il partito con il tesseramento. Da capire come si muoverà l’area di Fitto: sarà il primo
incontro tra l’ex governatore e
il Cavaliere dopo il clamoroso
scontro nell’ufficio di presidenza. Ma Berlusconi si mostra
sicuro: «Non si illuda nessuno,
Forza Italia continuerò a guidarla io. Non mollo».
Paola Di Caro
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
9
Primo piano Il Parlamento
Consulta, rinuncia anche Sandulli
E si complica il dialogo con l’M5S
Dietro
le quinte
Cena da 1.000 euro
Sugli inviti
la gara tra dem
L’appuntamento è per il 7
novembre nei 2.000 metri
quadri del Salone delle
Fontane, all’Eur. Per la cena
pd di autofinanziamento a
Roma, si è scelta una
location elegante. Nel 2013,
Gianni Alemanno lanciò
qui la sua ricandidatura a
sindaco, presente Silvio
Berlusconi: 100 tavoli da 10,
1.000 euro a persona. La
stessa cifra che sarà pagata
dagli imprenditori dem.
Ogni parlamentare deve
trovarne cinque, secondo
gli ordini di scuderia.
Michele Anzaldi è pronto:
«Ne ho già dieci». Ernesto
Carbone, fedelissimo del
premier, va oltre: «Ne ho 15,
tra Roma e Milano». Davide
Zoggia, bersaniano, è meno
solerte: «In questo periodo
ho altro da fare».
(Alessandro Trocino)
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E Sel conquista
un posto
in Vigilanza
Nicola
Fratoianni
(foto),
numero due
di Sel, entra
in Vigilanza
Rai. Il
deputato
prende il
posto di Gennaro Migliore,
passato in area Pd (e
subentrato a Silvia Velo,
sottosegretario
all’Ambiente). Un cambio
importante per il partito di
Nichi Vendola. Perché
proprio sull’informazione
tv vuole incentrare le
prossime battaglie, oltre a
quelle sul lavoro.
A cominciare, spiega
Fratoianni, dai «dati
incredibili che segnalano la
strabordante presenza di
Renzi e del Pd sugli
schermi dei telegiornali».
(Al. T.)
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Mineo, un giorno
di straordinario
antirenzismo
L’antirenzismo di Mineo, il
senatore «gufo», è a
corrente alternata. C’è il
giorno della pax apparente
e quello della guerra
dichiarata. Come ieri, ore
10, via Twitter: «Mi chiedo
se Renzi non debba
scusarsi con operai e
Parlamento». Ore 11: «A
Brescia #Renzi ha lodato gli
imprenditori (tutti) e
accusato Landini di
“dividere il lavoro e l’Italia”.
Non vi sembra troppo?».
Passa qualche minuto e...
«Renzi ha deciso a freddo
l’attacco su art. 18 per
dividere Cgil e Pd. Ora fa la
vittima e accusa gli altri di
dividere il Paese». E ancora:
«Ragazzini che corteggiano
“poteri forti”. Per favore,
“cambia verso” prima che
sia troppo tardi».
(Monica Guerzoni)
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Sfuma il ticket rosa. La candidata attaccata da FI: non ci sono le condizioni
Nulla da fare. Quando il
ticket rosa sembrava potere
aver ragione di un Parlamento
paralizzato e incapace di scegliere i due giudici della Corte
costituzionale, è saltato tutto.
Nella tarda mattinata, la professoressa Maria Alessandra
Sandulli dirama una nota nella
quale spiega di considerare un
«onore» la candidatura, ma rinuncia: «Non ci sono le condizioni per confermare la mia disponibilità». E così salta il gioco a incastro dal quale dovevano finalmente uscire i due
nuovi giudici. La prossima votazione dovrebbe tenersi giovedì alle 13 e prima bisognerà trovare un nuovo nome.
Sfuma così anche la possibilità, almeno per ora, che della
delicata partita della Consulta
facciano parte anche i 5 Stelle.
ROMA
La vicenda
● Le votazioni
del Parlamento
in seduta
congiunta per
eleggere i due
giudici della
Consulta sono
state finora
venti. Il quorum
dei 3/5
dell’Assemblea,
570 voti, non è
mai stato
raggiunto
● Dopo
l’ultima fumata
nera, il 16
ottobre, la
presidente
della Camera
Laura Boldrini,
d’accordo con i
capigruppo, ha
deciso per una
pausa di
riflessione,
sospendendo
gli scrutini
ravvicinati per
favorire
un’intesa tra i
partiti
● La
situazione
sembrava
essersi
sbloccata con
la proposta,
avanzata dal
Pd, della coppia
Silvana Sciarra
e Maria
Alessandra
Sandulli, su cui
sembrava
potesse esserci
anche la
convergenza
del M5S. Poi il
nuovo stop
● Finora le
ripetute
votazioni a
vuoto hanno
causato il ritiro
di tre candidati
indicati dal
centrodestra e
di uno
proposto dal
Pd. Forza Italia
ha prima
lanciato,
dividendosi al
suo interno, l’ex
garante per la
concorrenza
Antonio
Catricalà, poi il
parlamentare
forzista Donato
Bruno, infine il
giurista Ignazio
Caramazza. Il
Pd ha
candidato l’ex
presidente
della Camera
Luciano
Violante
to che non può avere per la Corte i voti di chi aveva in disprezzo. Archiviata!». E ora? Spiega
il ministro Maria Elena Boschi:
«Mi pare che sia una vicenda
interna a Forza Italia. Noi abbiamo dato disponibilità a tutti. Compresi i 5 Stelle». Tra i
nomi che circolano ci sono Lorenza Violini, Antonella Ma-
randola, Carla Pasini, Ginevra
Cerrina Ferroni.
Oggi si tiene un’assemblea
congiunta dei gruppi M5S per
sondare la disponibilità nei
confronti dei nomi che emergeranno. Poi la palla passerà alla Rete, che dovrà vidimare
l’opinione dei parlamentari.
In realtà, spiega Danilo Toni-
6
novembre
Il giorno in cui è
stata fissata la
votazione per i
giudici della
Consulta
Il sondaggio su premier e presidente
nelli, «i nostri nomi sono sempre lì: persone con requisiti a
posto che nessuno ha mai contestato». Vero, ma i 5 Stelle sono pronti ad abbandonarli, se
Pd e Forza Italia proponessero
«nomi di garanzia», come
spiega il capogruppo Andrea
Cecconi. Così com’è vero che i 5
Stelle potrebbero essere il «secondo forno» da usare per la
legge elettorale se Forza Italia
non accettasse il premio di
maggioranza alla lista richiesto
da Renzi. Ma il Movimento di
Grillo deve anche risolvere i
suoi problemi interni, come dimostra l’ennesimo affondo del
sindaco di Parma Federico Pizzarotti: «Non serve l’uomo solo
al comando. In tv non ci deve
andare da solo Luigi Di Maio,
ma un team. Io dico la mia opinione, anche se si percepisce la
Aperture
I parlamentari del
Movimento parevano
pronti a votare i due
nomi scelti da Pd e FI
Pizzarotti e Grillo
Sul fronte interno
Pizzarotti attacca di
nuovo Grillo: condanna
a infantilismo politico
Dopo aver nicchiato, considerando le candidature della Sandulli e di Silvana Sciarra, chiedendo che venissero ufficializzate, sembravano aver sciolto le
riserve. Anche perché, in cambio, al Movimento di Beppe
Grillo sarebbe toccato un uomo nel Csm, Alessio Zaccaria.
Ma la Sandulli è stata impallinata da molti esponenti del
centrodestra, compresa Forza
Italia. Proprio il partito che, in
teoria, avrebbe fornito il suo
nome. Tra le colpe della Sandulli, una firma nel 2005 contro la riforma costituzionale
presentata da Silvio Berlusconi. La Sandulli ha visto l’aria
che tirava e si è chiamata fuori.
Con il plauso di Maurizio Gasparri: «Bene che Sandulli —
candidata da chi? — prenda at-
mia mancanza di feeling con
Beppe Grillo». Quanto alle strategie politiche, il sindaco ha
qualcosa da dire anche su questo: «Era meglio andare a vedere, invece di sbattere la porta in
faccia a Bersani, e condannare
M5S a una sorta di infantilismo
politico».
Comunque sia, resta da risolvere il problema della Consulta, prima di passare alla legge elettorale. La presidente della Camera Laura Boldrini spiega che «io e il presidente
Grasso stiamo cercando di fare
pressione sui gruppi perché
trovino un accordo, ma non sarebbe lungimirante convocare
a oltranza il Parlamento e bloccarne le attività».
Alessandro Trocino
Nove francesi su 10: Valls al posto di Hollande
Il primo ministro «spodesta» il presidente. Almeno secondo un sondaggio. In
Francia quasi 9 francesi su 10, l’87% degli intervistati, preferiscono per l’Eliseo il
primo ministro Manuel Valls (nella foto Reuters mentre visita il centro ricerche
de L'Oréal con il presidente del gruppo Jean-Paul Agon) al presidente François
Hollande. È il risultato di una rilevazione Odoxa per la radio Rtl. Hollande è
giunto a metà del suo mandato (è in carica dal maggio 2012): secondo la
rilevazione è netto il giudizio negativo sulla sua strategia economica.
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«Sono un tecnico, non rispondo a un partito»
Lo sfogo della professoressa: rivoterei la petizione contro la riforma del Cavaliere
Università Roma Tre, al
primo piano si svolge il convegno su «La riorganizzazione
delle amministrazioni pubbliche nel ddl 1577/14 per un dialogo tra giuristi e politici sul
processo di riforma». La professoressa Maria Alessandra
Sandulli, amministrativista di
rango, è la padrona di casa: è
attorniata dai suoi studenti, dai
colleghi. Al tavolo degli oratori
si fanno vedere la senatrice Doris Lo Moro e il senatore Giorgio Pagliari del Pd mentre
Francesco Paolo Sisto di Forza
Italia è stato trattenuto da altri
impegni. Il tema è la Pubblica
amministrazione ma tutti rivolgono lo sguardo verso la
professoressa perché non succede tutti i giorni che un candidato alla Consulta dica: «No,
grazie. Ritengo un onore essere
stata indicata per il prestigioso
incarico di giudice della Corte
nel solco dell’eredità di mio padre e della mia famiglia. Tuttavia, nel contesto che si è venuto
ROMA
a creare, con l’animo sereno
dello studioso che ha sempre
manifestato le proprie opinioni in piena indipendenza, ritengo opportuno non confermare la mia disponibilità ad accettare la candidatura propostami». Ecco, la professoressa
Sandulli avrebbe voluto chiudere qui, con queste secche righe dettate alle agenzie, una
parentesi aperta il 21 ottobre
con la telefonata di un importante esponente di Forza Italia
e conclusasi con il fuoco amico
partito dalla stessa FI. È stato ripescato un episodio di 9 anni fa
quando la Sandulli, con altri
180 docenti, firmò la petizione
«Salviamo la Costituzione» ai
Telefonate
«Quando ho pensato
di ritirarmi ho fatto alcune
telefonate e nessuno mi
ha detto “ripensaci”»
tempi della riforma Berlusconi.
«Vede — spiega con pacatezza
la professoressa — mi hanno
chiamato come tecnico ma
quando ho capito che, per motivi interni a FI, mi accusavano
di non aver aiutato il partito di
Berlusconi ho capito che dovevo ritirarmi. Quindi ho fatto alcune telefonate, e non chiedetemi a chi... E devo dire che davanti alla mia decisione nessuno mi ha detto “rifletti”,
“ripensaci”...».
In piedi, davanti all’aula del
convegno, la professoressa
Sandulli prosegue con calma il
suo ragionamento che non ha
nulla di polemico. Semmai nasconde una vena di stupore:
«Io, per rimanere accanto ai
miei studenti, avevo già detto
no all’Autorità dei trasporti e
alla presidenza della Rete ferroviaria. Stavolta, però, la Corte
la consideravo un vero onore.
Ma quando hanno tentato di
incastrami nel meccanismo
della fedeltà a un partito ho ca-
Chi è
● Maria
Alessandra
Sandulli
(nella foto),
58 anni, figlia
del professore
Aldo Sandulli,
napoletana, è
ordinaria di
Diritto
processuale
amministrativo
all’Università di
Roma Tre
● Presiede
l’Associazione
dei professori
di Diritto
amministrativo
pito che il profilo tecnico che
cercavano non era la cosa più
importante».
«Io — insiste — non ho aiutato FI e neanche altri partiti.
Alla Corte avrei svolto con serenità l’incarico di giudice costituzionale. Avevo capito che il
Pd mi appoggiava ma poi in
Forza Italia hanno dimostrato
che non c’era accordo sul mio
nome. Lo ripeto: ho rinunciato
perché il mio profilo è quello di
un tecnico indipendente. D’altronde, mio padre (Aldo Sandulli, presidente della Consulta
tra il ‘68 e il ‘69, ndr) fu eletto
senatore per la Dc come indipendente. E io non potevo
rompere questa tradizione».
Ultima domanda: firmerebbe ancora la petizione contro la
riforma di Berlusconi? «Sì, lo
rifarei. Il mio faro è la legge.
Ora faccio molti auguri al Paese
e al Parlamento. Perché sappia
trovare la soluzione giusta».
Dino Martirano
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
10
Esteri
Diplomazie
di Massimo Gaggi
Finanza e Internet
I democratici
perdono amici
La sfida per il Senato
Oggi gli americani sono
chiamati a scegliere tutti
i 435 deputati della Camera
e un terzo dei membri
del Senato (più tre posti
da senatori rimasti vacanti).
La vittoria repubblicana
(prevista alla Camera)
è probabile anche al Senato.
Ecco le previsioni
DEMOCRATICI
seggi attuali
21
53
36
SEGGI
DA RINNOVARE
Michigan
Wyoming South Dakota
probabile
Nebraska
C
In bilico
New Jersey
Delaware
Illinois
Colorado
sicuro
Rhode
Island
Iowa
REPUBBLICANI
probabile
Massachusetts
West
Virginia
Idaho
sicuro
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New Hampshire Maine
Oregon
DEMOCRATICI
he i miliardari
americani siano
schierati in
maggioranza coi
repubblicani non è una
novità. La novità è, semmai,
quella delle SuperPAC —
organizzazioni politiche
che dovrebbero fare
campagne ideali, non
campagne elettorali —
finanziate da ricchi attivisti
autorizzati a celare per un
po’ la loro identità, che
sono spuntate come funghi
nelle ultime settimane in
molti collegi elettorali nei
quali si vota: entità che di
fatto partecipano
attivamente alla campagna
per il voto di Midterm, in
genere attaccando
pesantemente il candidato
locale del partito
democratico. «Spot»
pesantissimi pagati da chi?
Gli elettori lo sapranno solo
dopo aver votato. I
democratici hanno buoni
motivi per lamentarsi di
queste anomalie nell’uso
dei fondi elettorali, ma il
problema per loro rimane
quello di un sistema
economico che, nonostante
la ripresa americana, è
apertamente ostile a un
presidente che, bene o
male, ha traghettato il
Paese fuori dalla Grande
Recessione, la peggiore
crisi economica degli
ultimi 80 anni. Wall Street
ce l’ha con Obama anche se
con lui al governo gli indici
di Borsa hanno battuto tutti
i record. E le industrie? Ce
l’hanno anche loro coi
democratici nonostante
che i grandi gruppi
americani siano tornati a
dominare il «ranking»
mondiale e che l’anno
scorso le imprese non
finanziarie abbiano
realizzato ben 900 miliardi
di dollari di profitti. Perfino
la Silicon Valley, il più
potente dei motori
elettorali di Obama nel
2008, sta voltando le spalle
ai democratici. Il
presidente ha ancora una
certa popolarità personale
tra i geni della tecnologia,
ma molti ceo gli hanno
voltato le spalle. I
conservatori possono
contare su molti aiuti anche
da Zuckerberg di Facebook
e hanno trovato un fan in
Sean Parker. Tanti i motivi:
la tassazione delle imprese
al 35%, che un tempo era tra
le più basse, con la
globalizzazione è diventata
una delle più alte. Obama
ha aiutato la finanza, ma ha
imposto più controllo. E i
giganti di Internet sono
anche libertari e allergici al
prelievo fiscale.
45
Minnesota
Montana
REPUBBLICANI
seggi attuali
15
Kansas
2
New
Mexico
Indipendenti
Oklahoma
Kentucky
Arkansas Tennessee
South Carolina
Texas
Seggio
democratico
minacciato
Virginia
North Carolina
Georgia
Alaska
Alabama
Hawaii
Louisiana Mississippi
Fonte: Real Clear Politics
Corriere della Sera
Obama prepara già la controffensiva
Oggi il voto di Midterm che potrebbe portare i repubblicani a controllare il Senato
Ma il presidente è pronto a governare a colpi di decreti per il resto della legislatura
Elezioni
● Oggi gli
americani
sono chiamati
alle urne per le
elezioni di
Midterm.
L’appuntamento si tiene
ogni quattro
anni a cavallo
del voto per le
Presidenziali
● In alcuni
Stati si va alle
urne per
referendum su
cannabis,
salario
minimo,
aborto,
controllo sulle
pene e armi
● Altre
consultazioni
riguardano
anche gli Ogm
DAL NOSTRO INVIATO
L’America oggi al voto di Midterm: repubblicani
galvanizzati, convinti di conquistare anche il Senato, oltre a
consolidare la loro maggioranza alla Camera. Democratici
sulla difensiva anche se, con
Barack Obama sotto attacco, è
il suo vice Joe Biden a suonare
la carica nelle ore della vigilia:
«Sono convinto che non perderemo il controllo del Senato». Come finirà dovremmo saperlo entro poche ore, ma non
è detto che le cose vadano in
questo modo.
Il controllo di quest’Aula
(nella quale i repubblicani oggi
hanno 47 senatori su 100) potrebbe giocarsi su un seggio o
due. E in due casi — Louisiana
e Georgia — è probabile che si
vada al ballottaggio: le norme
di questi due Stati prevedono,
infatti, una nuova votazione (in
un caso a dicembre, nell’altro
addirittura a gennaio) se nessun candidato raggiunge il
quorum del 50 per cento. In
NEW YORK
Kansas e South Dakota, poi, a
spuntarla potrebbe essere un
candidato indipendente che
potrebbe anche non schierarsi
con uno dei due partiti maggiori.
Qualunque sia l’esito delle
elezioni, comunque, difficilmente verrà superato il «muro
contro muro» che negli ultimi
anni ha pressoché paralizzato
l’attività legislativa. Le analisi
sono, quindi, già proiettate sulle prossime mosse di un presidente che certamente non vuole ritrovarsi con le mani legate
negli ultimi due anni del suo
mandato alla Casa Bianca. Le
voci che vengono dal team di
Obama parlano di un leader
amareggiato, convinto di non
aver potuto governare efficacemente per i gravi malfunzionamenti di un sistema istituzionale che lui non ha avuto la forza politica di riformare. Amare g g i a to m a , co m u n q u e ,
deciso, dopo il voto e un lungo
viaggio in Asia e in Australia
per una serie di vertici internazionali, a lanciare una controf-
L’agenda
● Per gli ultimi
due anni di
mandato il
presidente
Obama ha in
agenda una
serie di riforme
● Interventi in
tema di
immigrazione,
sanatorie per i
clandestini,
aiuti per gli asili
nido per i figli di
famiglie
indigenti
fensiva: il presidente intenderebbe utilizzare i suoi poteri
esecutivi per varare una raffica
di interventi in materia di immigrazione (una sorta di sanatoria per una parte, almeno, dei
lavoratori clandestini), di investimenti in infrastrutture pubbliche e di asili-nido: una misura sociale, quest’ultima, a favore delle famiglie meno abbienti, a cominciare da quelle
con donne lavoratrici, che non
possono pagarsi il kindergarten privato.
Non un’agenda particolarmente ambiziosa, come si vede, ma i repubblicani, che fin
qui sono riusciti a bloccare
qualunque mossa del presidente, già minacciano di trattarlo da golpista se proverà ad
adottare misure di forte impatto senza passare dal Parlamento. Il team di Obama (un gruppo sempre più ristretto e compatto di assistenti e consiglieri,
mentre continua l’emorragia
dei collaboratori «storici» andati a fare altri mestieri o, come nel caso di John Podesta, in
Il generale in quarantena per Ebola:
«Stiamo tutti bene, grazie Veneto»
Ufficiale
● Darrell
Williams («U.S.
Army Africa»)
ha guidato la
missione anti
Ebola in Liberia.
Con 76 soldati
è in isolamento
alla base «Del
Din» di Vicenza
«La prima cosa quando
esco? Taglio l’erba in giardino,
una sgambata in bicicletta».
Una visita a Luca Zaia? «Un
giorno spero di incontrarlo.
Siamo molto contenti della collaborazione con le autorità».
Veramente il governatore ha
fatto di tutto per cacciarvi dal
Veneto... «Non ci lamentiamo.
Stiamo bene. Ci proviamo la
febbre due volte al giorno. Siamo felici di essere tornati a Vicenza dopo aver fatto il nostro
lavoro contro Ebola».
Il maggior generale Darryl
Williams comanda le operazioni dell’esercito americano in
Africa. Da una settimana è in
quarantena in una struttura
della base «Del Din» (la sede di
«U.S. Army Africa», 4 mila militari): lui e 10 commilitoni,
apripista della task force anti
Ebola voluta dal presidente
Obama, i primi a partire e a
rientrare dopo un mese dalla
Liberia. Con i gruppi giunti
martedì e sabato: 77 soldati.
Ogni contingente isolato dagli
altri e dal resto della base, senza contatti esterni. Tempo libero: palestra, Internet, dvd.
Notizie dall’Africa? «Al nostro posto sono partite le Aquile Urlanti della 101ma. Ho appena parlato con Monrovia: l’intervento della comunità inter-
nazionale comincia a fare
effetto. In questi giorni apre il
primo centro di trattamento»
allestito dai militari Usa, 25 posti per gli operatori sanitari infettati. «Entro fine dicembre ne
apriremo altri 12 per i malati,
uno a settimana. Stiamo formando 500 operatori ogni 7
giorni». Le ong avrebbero voluto infermieri e medici delle forze armate Usa direttamente impegnati nella cura... «Posso solo dire che il primo centro sarà
gestito da noi. Per gli altri c’è
un piano messo a punto da
Usaid: tutti saranno gestiti da
personale preparato». La cosa
che l’ha colpita di più nella
❞
Zaia voleva
cacciarci
da Vicenza?
Nessun
problema,
un giorno
spero di
incontrarlo
procinto di passare alla squadra elettorale che verrà costituita da Hillary Clinton per le Presidenziali del 2016), è, però,
convinto che la legge lasci al
presidente ampi poteri d’intervento nei campi scelti per il
«blitz autunnale».
Molto dipenderà da come
questi interventi verranno concepiti: se, ad esempio, la Casa
Bianca varerà una vera sanatoria per i clandestini, anche se
parziale, scatterà sicuramente
l’accusa di abuso di potere. Una
misura più limitata, come la rinuncia a deportare chi vive negli Usa da un certo numero di
anni o ha studiato nel Paese,
passerebbe per un altro pannicello caldo. L’altro vincolo di
Obama è quello dei tempi: nella migliore delle ipotesi, il presidente avrà ancora margini di
manovra politica per poco più
di sei mesi, fino all’inizio dell’estate 2015. Da allora in poi sarà tutto concentrato sulla campagna per le Presidenziali 2016.
M. Ga.
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missione Ebola? «La resilienza
della gente». Vede progressi?
«Ci vorrà un po’ di tempo. Ma
la strada è giusta». Come in Nigeria la guerra a Boko Haram?
Perché le 200 studentesse rapite a Chibok sono ancora prigioniere? «Stiamo collaborando
con le forze di sicurezza nigeriane. Ma non ho aggiornamenti sulle ragazze rapite».
Che effetto fa lavorare con «avversari» come cubani e cinesi?
Crede alla diplomazia di Ebola?
«È un grande punto di forza. Da
un decennio lavoriamo con altri Paesi». In Veneto meno cooperazione? «Non direi proprio.
Giusto chiedere ogni precauzione. Sono fiducioso: nessuno
di noi ha preso Ebola». Per il
generale mancano 12 giorni all’alba (del tagliaerba).
Michele Farina
mikele_farina
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
ESTERI
La leggenda dell’angelo di Kobane
la guerrigliera curda terrore dell’Isis
11
Il video
La giovane Rehana spopola su Twitter: avrebbe ucciso più di cento miliziani
Amazzoni
● La primavera
araba è stata
testimone della
presenza di
amazzoni
misteriose.
Combattenti
per la libertà o
leggende
alimentate ad
arte?
● Nell’aprile
2011 quando
la Tunisia
scende in
piazza contro
Ben Alì i
dimostranti
vedono tra i
cecchini anche
una donna. Di
lei non si
conosce
nemmeno il
nome. La
catturano e la
buttano da un
palazzo. Ma
sopravvive e fa
perdere le
tracce
● Tra i
volontari che
vengono ad
aiutare
Gheddafi ci
sono anche
tiratrici
colombiane,
forse ex
appartenenti
delle Farc
● Un anno fa,
durante la
battaglia di
Aleppo, in Siria,
insieme ai
ribelli
dell’Esercito
libero c’è anche
un’ex
insegnante
palestinese.
Che si fa
chiamare
Guevara
WASHINGTON Kobane è la sottile
linea curda. Un’enclave assediata da più di un mese dall’Isis. I guerriglieri hanno tenuto, grazie al sacrificio e ai raid
alleati. Una battaglia che ha fatto scoprire a molti il movimento YPG e i fratelli del Pkk, curdi
siriani e turchi insieme contro
il Califfo. Realtà di resistenza
dove hanno avuto un ruolo le
donne, presenti in buon numero tra i difensori della cittadina.
Partigiane spesso senza nome.
A parte la comandante Nalin
Nafrin e una combattente,
Rehana, ribattezzata l’angelo di
Kobane. Sempre che esista
davvero e non sia la figlia della
propaganda.
La storia di questa ragazza —
o meglio, del simbolo — inizia
ad agosto, quando lo scontro
nella cittadina curda al confine
siriano deve ancora accendersi.
Il giornalista svedese Carl Drott
fotografa una militante dell’YPG che lo saluta con il segno
di vittoria. La ragazza racconta:
«Vengo da Aleppo, dove studia-
Vittoria Rehana, ribattezzata
l’«angelo di Kobane», in una foto
che circola su Internet
usarla. Sull’account di Twitter
del saudita @alfaisal_ragad è
postata una foto cruda: mostra
un mujahed che tiene in mano
la testa mozzata di una curda.
Sostengono che sia proprio lei,
la ragazza che ha incarnato la
lotta. Ma è davvero così? Il 13 ottobre — come ha ricostruito la
Bbc — «Rehana» ricompare.
Anzi, sembrerebbe più viva che
mai in prima linea ma sopratutto su Twitter. È il blogger indiano Pawan Durani a rilanciare la notizia in Rete. Un’infor-
Negoziati al Cairo
mazione che corre accompagnata da un dettaglio: l’angelo
di Kobane ha ucciso «un centinaio di terroristi». L’immagine
e la fama crescono insieme all’ammirazione per quello che
stanno facendo i curdi. In inferiorità numerica, con poche armi, davanti ad un avversario
dotato di cannoni e tank, non
sono scappati. E lì c’è l’icona
Rehana, vera o finta che sia, ma
che rappresenta molte sue
compagne.
Un personaggio, quello dell’amazzone misteriosa, presente su altri fronti. Nell’aprile del
2011, quando la Tunisia scende
in piazza contro il presidente
Ben Alì, i dimostranti vedono
cecchini del regime ovunque. E
tra loro ci sarebbe anche una
donna. Molto temuta. Riescono a catturarla, la buttano giù
da un palazzo ma sopravvive.
Dopo un ricovero in ospedale,
scompare e con lei qualsiasi
prova della sua esistenza.
TURCHIA
SIRIA
Damasco
Il mistero
Su Twitter è stata diffusa
una foto: un uomo
tiene una testa mozzata
di una curda. È lei?
vo Legge, ma l’Isis ha ucciso
mio padre e allora mi sono unita alla guerriglia». All’epoca però non è ancora Rehana. Sul
taccuino del reporter svedese
restano i dettagli ma non il nome. Che spunterà più tardi, sui
media del Kurdistan.
Quando i combattimenti diventano feroci e la situazione
per i ribelli a Kobane appare disperata, i giornali di tutto il
mondo indugiano sull’azione
delle donne. E i simpatizzanti
curdi forniscono via web materiale insistendo su un tasto: «I
jihadisti temono molto le nostre ragazze». Quelli dell’Isis rispondono irritati o con sberleffi macabri quando ne eliminano qualcuna. Certamente gradiscono poco, anche perché la
vittoria che sembrava vicina diventa complicata. Gli assediati
sono tenaci. Non possono ritirarsi, alle spalle c’è la nemica
Turchia, l’unica risorsa è stare
nelle case diventate trincee. Allora ecco la parola chiave:
«Rehana».
Questa volta sono i pro Isis a
TURCHIA
Mursitpinar
iriano
Confine turco-s
Zona
controllata
dai curdi
SIRIA
L’alleanza per un «esercito arabo»
Egitto, Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi studiano la
creazione di un’alleanza militare (anche in chiave anti
iraniana) per combattere gli estremisti islamici non soltanto
in Iraq e Siria (nella foto, un campo di profughi curdi oltre il
confine turco). I colloqui in questa direzione vanno avanti
(secondo le indiscrezioni raccolte dall’agenzia Ap) al Cairo,
dove si discute della possibilità di una vera e propria forza
congiunta che possa entrare in azione in Medio Oriente. Libia
e Yemen, in pieno caos, sono i Paesi dove questa alleanza
panaraba sunnita potrebbe intervenire, con la regia dell’Egitto
del generale-presidente Al Sisi (Behrakis/Reuters)___
Linea
del fronte
Kobane
km
1
Gli insorti libici a Misurata,
invece, denunciano la presenza
di tiratrici colombiane, forse ex
appartenenti alle Farc accorse
in Libia per ricambiare l’appoggio dato a Gheddafi nel corso
degli anni. Altra battaglia:
Aleppo, gennaio 2013. Insieme
ai ribelli dell’Esercito libero
spunta una ex insegnante d’origine palestinese. Dice di chiamarsi Guevara in omaggio al
Che. Imbraccia un fucile di precisione. La fotografano tra le
rovine mentre aspetta il nemico, la descrivono in molti articoli. Il regime di Assad, con
l’aiuto della tv russa, risponde
mostrando le «Leonesse della
Difesa Nazionale» schierate a
pattugliare alcune strade di
Homs. L’Isis si gioca la sua carta. Nel bastione di Raqqa ha
un’unità femminile, la al Kansaa. Sono le poliziotte velate e,
per forza, senza volto. Nessuna
può raggiungere la leggenda
«Rehana».
Guido Olimpio
@guidoolimpio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2
luglio 2014,
il giorno in cui è
iniziata la
battaglia tra
Isis e
peshmerga per
la conquista di
Kobane, la città
al confine
siriano,
chiamata
anche la
Stalingrado del
Medio Oriente
per l’intensità
dei
combattimenti
100
i miliziani dello
Stato islamico
uccisi negli
ultimi giorni a
Kobane
durante i
combattimenti
contro i curdi,
secondo i dati
forniti
dall’Osservatorio siriano.
Nello stesso
periodo si
registrano altre
85 vittime
dell’Isis in Iraq
150
il numero dei
peshmerga
che, negli ultimi
giorni, sono
entrati dalla
Turchia a
Kobane con
camion, jeep e
veicoli blindati
per aiutare i
combattenti
curdi nella
battaglia
che li vede
opposti ai
jihadisti dello
Stato islamico
Le schiave yazide
al mercato jihadista
«Ha gli occhi blu?
Allora costa cara»
Discutono, negoziano e
scherzano su come comprare
o vendere schiave yazide
perché «oggi c’è il mercato
degli schiavi». È
l’agghiacciante scena mostrata
da un video diffuso dal canale
panarabo Al Aan TV, che
mostra un gruppo di terroristi
dell’Isis mentre si mettono
d’accordo per avere nuove
«schiave sessuali» o liberarsi
di quelle che non vogliono più.
Ognuno di loro può
comprarne una. I loro dialoghi
sono sottotitolati in inglese. Se
la schiava ha gli occhi azzurri o
verdi, o è molto giovane il
prezzo è più alto e se non ha i
«denti buoni» o magari gliene
«manca uno» allora può anche
non valere la pena di
acquistarla, perché è
necessario comprarle una
protesi. «Oggi è il giorno di
distribuzione a Dio piacendo.
Ognuno prende la sua parte»,
spiega quello che sembra il
capo del gruppo, ripreso
all’interno di una casa. «Spero
di trovarne una», dice uno di
loro e poi ridendo aggiunge,
«dove è la mia ragazza
yazida?». «Chi vuole vendere la
sua?», chiede un altro. «Io,
voglio vendere». «Te la pago
tre banconote», «o una
pistola». Intanto duecento
membri della minoranza
yazida, in maggioranza donne,
rapiti nell’agosto scorso
dall’Isis durante l’avanzata nel
Nord dell’Iraq, sono stati
liberati in cambio del
pagamento di ingenti riscatti.
Gli ostaggi rilasciati sono 130
donne e una settantina di
bambini e anziani. Altre
centinaia di donne e bambini
rimangono prigionieri.
12
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
ESTERI
I libri di scuola
dati in appalto
all’amico di Putin
«Purga» in Russia contro i testi scolastici
Vladimir Putin aveva
pensato addirittura a un solo
libro di testo per ogni materia.
Questo per tutti i 14 milioni di
studenti sparsi in 43 mila
scuole russe. Alla fine però si è
deciso «semplicemente» di
ridurre il numero dei manuali
e di accertarsi che tutti seguano le direttive dello Stato: un
«singolo standard storico-culturale», basato sui «Fondamenti della politica culturale
statale» elaborati dal ministero per la Cultura. Tanto per capirci, concetti che implicano il
rifiuto dei punti di vista «liberali dell’Occidente» e che ribadiscono il principio che «la
Russia non è Europa». Benvenuti nel nuovo sistema scolastico-educativo.
La storia, soprattutto, va
trattata con grande attenzione. Nei frenetici, caotici ma liberi anni Novanta si era proseguito con la demolizione della
figura di Stalin che, in fin dei
conti, aveva pur sempre edificato l’Unione Sovietica. E visto
che il presidente russo ebbe a
definire lo scioglimento dell’Urss «una delle più grandi
catastrofi del Ventesimo secolo», non c’è da sorprendersi se
del Piccolo Padre, dei suoi
massacri e delle sue deportazioni si parla ora in maniera
MOSCA
L’oligarca
● Arkadij
Rotenberg, 63
anni, oligarca
vicino al
presidente
Putin, è nella
blacklist della
Ue in seguito
alla crisi
ucraina
● Sono stati
congelati i suoi
beni in Italia, tra
i quali un hotel
nel centro di
Roma, ville in
Sardegna e una
villa a Tarquinia
per un totale di
circa trenta
milioni di euro
un po’ diversa.
In un recente testo si afferma che il Grande Terrore degli
anni Trenta (con milioni di
persone deportate e trucidate)
fu attuato perché Stalin «non
sapeva chi avrebbe assestato il
prossimo colpo, e per questa
ragione attaccò ogni gruppo e
ogni movimento».
Il manuale include istruzioni per gli insegnanti: «È importante mostrare che Stalin
agiva in una situazione storica
concreta». In un’altra «Storia
della Russia» scritta da due
accademici, si afferma che
quei milioni di cittadini colpiti «costituivano una potenziale quinta colonna che non era
affatto immaginaria».
In classe
Vladimir Putin
in un’immagine
che lo mostra,
qualche tempo
fa, tra gli alunni
di una scuola
d’arte del
villaggio di
Golovchino,
regione di
Belgorod. Il
presidente russo
ha deciso di
ridurre il numero
dei manuali
scolastici: tutti
quelli autorizzati
dovranno seguire
le direttive dello
Stato (Reuters)
Tolto dal cortile dell’Università
«Cook è gay»: rimosso a San Pietroburgo il monumento all’iPhone
Il monumento per ricordare Steve Jobs
sarà rimosso dal cortile dell’Università
di San Pietroburgo. La decisione dopo
il coming out dell’amministratore
delegato di Apple, Tim Cook. Il
monumento che riproduce un iPhone
gigante alto due metri è stato definito
un «simbolo di sodomia» da Maxim
Dolgopolov, presidente di Zefs, la
società russa che aveva sponsorizzato
l’installazione del monumento al
creatore di Apple, un anno e mezzo fa.
«L’abbiamo smantellato in conformità
alla legge federale che vieta ogni tipo di
manifestazione in difesa dei diritti
degli omosessuali». Ma l’Università
smentisce questa versione e riferisce
che, prima del coming out di Cook, la
Zefs avvertiva che il monumento
andava rimosso per riparazioni.
Libri attentamente selezionati, dunque. Ma a chi affidare
il compito? Come è spesso avvenuto in questi anni, nelle vicende più spinose sono sempre comparsi personaggi legatissimi al presidente russo.
Nel caso specifico colui che
sembra destinato a diventare
il supercontrollore delle nuove generazioni è Arkadij Rotenberg, compagno di judo di
Vladimir Vladimirovich dall’età di 14 anni, ricco costruttore, finito nella lista dei personaggi sottoposti a sanzioni in
Usa ed Europa. In Italia gli sono state sequestrate due ville
in Sardegna e un albergo a Roma.
Rotenberg è riuscito a mettere le mani (per quattro soldi) su quella che era l’unica casa editrice sovietica, la Prosveshcheniye (istruzione), che
oggi è il principale editore
scolastico. I libri di tutti gli altri vengono bloccati con una
scusa o con l’altra. E così rimangono solo i testi «giusti»
della Prosveshcheniye.
Ma non si epurano solo i
manuali di storia. Via, ad
esempio, un libro che illustrava problemi di matematica
parlando di Biancaneve. E in
letteratura il prossimo obiettivo potrebbe essere Aleksandr
Solzhenitsyn che, secondo il
direttore della famosa Literaturnaya Gazeta Yurij Polyakov, non andrebbe più studiato, visto che emigrò «volontariamente» in America. Il
suo Arcipelago Gulag che descrive gli orrori dei lager, poi,
«è ben lontano dai dati della
scienza storica e del buon senso».
Fabrizio Dragosei
@Drag6
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
ESTERI
L’Internazionale
La storia
I filosovietici
d’Europa
si ritrovano
a Roma
di Paolo Lepri
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO Il gioco della politica
sembra voler beffare le ragioni
della Storia nella Germania che
celebra questa settimana il
venticinquesimo anniversario
della caduta del Muro. La Repubblica democratica tedesca,
il regime che dominava ossessivamente le vite degli altri, è
certamente ancora ben presente nell’immaginario collettivo.
Sarebbe strano il contrario, in
un Paese che ha vissuto ferite
così recenti. Ma in questi giorni
di cerimonie e ricordi, il suo
fantasma recita un ruolo da
protagonista, ben al di là della
rievocazione della libertà riconquistata in quel novembre
1989 e in una prospettiva diversa rispetto al mercato ingenuo
della nostalgia.
Questo spettro che si aggira
per la Germania ha un nome e
cognome. Si chiama Bodo Ramelow, l’ex sindacalista che sta
per diventare, salvo sorprese, il
primo governatore di un Land
appartenente alla Linke, il partito che ha parzialmente raccolto l’eredità dei comunisti
dell’Est. Che tutto questo non
sia un episodio marginale, legato alla dialettica futile della
cronaca politica, lo ha dimostrato l’intervento del presidente Joachim Gauck. L’ex pastore evangelico e militante dei
diritti umani ha detto chiaramente, come del resto è abituato, che le persone della sua età
che hanno vissuto nella Ddr
trovano molto difficile accettare quanto sta accadendo in Turingia. Si è chiesto se la Linke
abbia realmente preso le distanze dalle idee in nome delle
quali i suoi predecessori hanno
oppresso la popolazione e si è
domandato se sia possibile
averne oggi fiducia. Ha dato un
forte scossone un po’ a tutti, insomma, mentre a Berlino si
preparano i palloncini luminosi che segneranno il percorso
del Muro e verranno liberati in
cielo nel giorno che ricorda la
fine delle divisioni.
Gli interrogativi provenienti
dallo Schloss Bellevue, densi di
passione e meno di diplomazia
istituzionale, hanno provocato
l’indignazione dei diretti interessati, il plauso dei conservatori, i rispettosi dissensi dei socialdemocratici. Fedele ad Angela Merkel nella grande coalizione, la Spd ha deciso infatti
di entrare in un governo «rosso-rosso-verde» nel Land di
Goethe e Schiller, scalzando
dal potere i cristiano-democra-
13
Le statue e le bandiere I monumenti a Karl Marx (a sinistra) e Friedrich Engels a Berlino, durante i campionati europei di calcio del 2012
La Germania Est torna «rossa»
E si riapre il dibattito sulla Ddr
Gli eredi dei comunisti lanciati verso la guida del Land della Turingia
La storia
● La Ddr
(Deutsche
Demokratische
Republik,
Repubblica
democratica
tedesca) è nata
nel 1949 sui
territori
occupati dai
sovietici
● Stabilita la
capitale a
Berlino Est, la
Ddr non è
sopravvissuta
al crollo del
Muro: nel 1990
cessa di
esistere per
unirsi alla
Germania
tici ed alleandosi con la Linke,
arrivata seconda nelle elezioni
con il 28 per cento dei voti. I risultati della consultazione con
gli iscritti sono attesi per oggi.
Va comunque detto che Ramelow, personalmente, non ha
niente a che vedere con l’armamentario ideologico di una
consistente ala del suo partito.
Viene da Ovest e non ha radici
nel mondo che altri suoi compagni, come Gregor Gysi o
Sahra Wagenknecht, hanno attraversato ripensando poi parzialmente il valore di quell’esperienza. E’ un interprete di
quella voglia di sicurezza socia-
Con il Corriere
Quegli eventi
in un volume
Dall’8 novembre sarà
in edicola con il
Corriere della Sera un
volume dedicato alla
caduta del Muro di
Berlino. Le firme e i
collaboratori del
nostro quotidiano
rievocano i fatti che
hanno cambiato la
Storia dell’Europa e
non solo. Il prezzo del
volume sarà di 7,90
euro più il costo del
quotidiano mentre
sarà disponibile anche
la versione ebook a
4,99 euro.
le che anima molti elettori dei
nuovi Länder.
Ma il problema del giudizio
sulla Germania comunista e
della affidabilità dei suoi eredi,
veri o presunti, non è esploso
improvvisamente con il successo della rivoluzione guidata
da Ramelow. Già nelle settimane scorse, sempre partendo
dalla Turingia, si era aperto un
dibattito sulla definizione, respinta da Gysi, della Ddr come
«stato ingiusto».
Secondo il presidente della
Linke, che ha però riconosciuto
le «ingiustizie» del regime, se
la Repubblica democratica tedesca viene descritta in questo
modo «si sostiene anche che
solo le potenze occidentali avevano il diritto di fondare la Repubblica federale, mentre
l’Unione Sovietica non aveva lo
stesso diritto». Molte le reazioni negative. Anche in questo
caso è arrivata un netta presa di
posizione del presidente
Gauck, che ha parlato di «uno
Stato totalitario senza un sistema giudiziario indipendente».
L’ex pastore vuole sconfiggere i
fantasmi. L’anniversario del 9
novembre servirà anche a questo.
❞
La Linke ha
veramente
preso le
distanze
dalle idee in
nome delle
quali il
Partito
comunista
della Ddr
opprimeva
la sua stessa
gente?
Joachim
Gauck,
presidente
tedesco
C’è chi torna ai fondamentali, al nucleo teorico del socialismo come messaggio (in)attuale di trasformazione e armonia. «Viva la Rivoluzione sovietica» è l’inequivocabile
titolo dell’evento organizzato
dall’Iniziativa dei partiti comunisti e operai d’Europa sabato
prossimo a Roma (Centro Congressi di Via dei Frentani 4, ore
14.30). In tempi di sinistre in
cerca d’autore, terze vie sperimentate con vario successo dal
Nord al Sud del Vecchio Continente, quello romano sarà «un
appuntamento dal carattere celebrativo e politico», spiega il
segretario del Partito comunista italiano Marco Rizzo.
Spagnoli, russi, greci, francesi, una nuova Internazionale
che guarda al 1917 nella convinzione che l’anima rivoluzionaria di quel progetto sia sopravvissuta alle tragedie del Novecento e possa essere oggi più
che mai in intima sintonia con
lo slancio ideale delle giovani
generazioni. «Partiamo dall’assunto che non sia stato il socialismo a fallire, ma la sua revisione, il processo storico di demolizione dall’interno tentato
da Krusciov e Gorbaciov dopo
l’era di Lenin e Stalin — prosegue Rizzo —. Da quando esistono la spada e la ruota, la storia dell’umanità è una storia di
classi sociali che cercano
l’emancipazione. Un percorso
che unisce Spartaco, Thomas
Müntzer, il socialismo scientifico». Ma anche violenze e soprusi che hanno incatenato interi popoli... «Milioni di morti,
gulag, carestie, tutto questo è
innegabile. Dall’altra parte, però, cosa c’è stato? Le camere a
gas di Hitler, le leggi razziali di
Mussolini, le bombe atomiche
degli Stati Uniti. Il punto ora
non è rimettere indietro le lancette dell’orologio ma portare
avanti una riflessione libera sul
passato guardando al futuro.
Abbiamo di fronte ventenni
che cercano risposte e il capitalismo ha dimostrato di non
averne, un sistema che viene
dal mercantilismo e dalla rivoluzione industriale, con molti
più secoli di storia alle spalle
del socialismo. Ecco, questo è il
messaggio che vogliamo lanciare, il socialismo come idea
nuova, come rinnovamento
possibile».
Maria Serena Natale
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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14
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
15
Cronache
Pignatone: fiducia nei pm. L’ira di Ilaria Cucchi
Il procuratore: pronti a riesaminare gli atti. Milioni di clic sulla Rete per Stefano. Il sindacato di polizia querela la sorella
Da un lato il riconoscimento dell’«egregio lavoro»
fatto dai pm titolari dell’inchiesta. Dall’altro, la promessa di rileggerne personalmente, con
«serenità e senza pregiudizio»,
tutti gli atti per verificare se c’è
margine di approfondimento
su persone finora estranee alle
indagini. Non ufficializza la riapertura dell’inchiesta (né potrebbe farlo in questo momento), l’impegno preso dal procuratore Giuseppe Pignatone dopo un breve incontro con la
famiglia di Stefano Cucchi.
«Dopo cinque anni abbiamo
almeno una speranza», commenta però all’uscita da piazzale Clodio il padre del 31enne
morto nel 2009, Giovanni. «Se
il procuratore difende i pm forse oggi abbiamo perso tutti del
tempo», è invece l’amara osservazione della sorella Ilaria. Che
però grida vittoria per il clamore suscitato sui social network
dall’assoluzione di tutti gli imputati in Appello: «Noi abbiamo vinto, i pm hanno perso».
Su twitter ha grande successo l’hashtag #sonoStatoio che
raccoglie moltissime foto di
persone con un cartello in mano che chiedono «verità e giustizia». E a sostegno della battaglia della famiglia romana
sono arrivati, insieme a tanti
altri, anche Adriano Celentano
che sul suo blog ha scritto «dove sei ora c’è luce vera, non
quella flebile e malata di quei
ROMA
Sul web
● È diventata
virale su
Twitter e
Facebook la
campagna
#sonoStatoio
in cui gli utenti
postano la
propria foto
contro
le assoluzioni
del processo
Cucchi
● Ha fatto tre
milioni di
visualizzazioni
il post di Ilaria
Cucchi (sopra)
su Facebook in
cui rivendica la
vittoria morale
sugli imputati:
«Abbiamo
vinto, Stefano»
giudici ignavi» e Jovanotti che
posta su Facebook: «Quando lo
Stato prende in consegna un
cittadino, quella persona deve
potersi sentire totalmente al sicuro».
I tempi per riesaminare gli
atti saranno lunghi. Se il processo va avanti su una strada
propria (dopo la sentenza di
secondo grado, venerdì, spet-
● L’analisi
La via stretta degli inquirenti
per ricominciare le indagini
di Giovanni Bianconi
una strada stretta e in
salita quella indicata dal
procuratore Pignatone
che potrebbe — forse, fra tre
mesi se non più tardi —
portare alla riapertura delle
indagini sulla morte di
Stefano Cucchi. L’hanno
capito gli stessi genitori della
vittima e la sorella Ilaria, con
i quali il magistrato è stato
chiaro: non è il caso di
alimentare aspettative che
potrebbero andare deluse. I
familiari di Stefano
continuano a chiedere
giustizia, ed è più che
comprensibile; così come è
comprensibile — oltre che
giusto — che il primo
rappresentante della
pubblica accusa abbia aperto
la porta del suo ufficio per
ascoltarne le ragioni. Ora
annuncia che farà il
possibile, ma il possibile non
potrà non tenere conto della
sentenza d’appello, della
precedente inchiesta e delle
regole imposte dai codici.
Dal momento della richiesta
di rinvio a giudizio la
famiglia Cucchi ha contestato
i pubblici ministeri
«colpevoli» di essersi legati a
ipotesi di reato (lesioni per
gli agenti di custodia e
abbandono di persona
incapace di provvedere a se
stessa per medici e
infermieri) che difficilmente
avrebbero retto al vaglio del
dibattimento. Così è stato,
ma non c’è la controprova
che una diversa
impostazione dell’accusa
È
avrebbe portato a diversi
risultati. Genitori e sorella di
Stefano vorrebbero che
alla«rilettura» degli atti
fossero destinati altri pm. Per
adesso se ne occuperà il
procuratore, che comunque
ha ribadito la propria fiducia
verso i colleghi che hanno
condotto un’inchiesta e un
processo difficili su una
morte inizialmente
certificata come «naturale»,
ordinando l’autopsia prima
ancora che i familiari
denunciassero il caso in tv. In
seguito ci potranno essere
avvicendamenti o
affiancamenti, ma la ricerca
di responsabilità fra chi non
è stato inquisito resta
un’incognita. La Corte
d’assise ipotizzò il pestaggio
ad opera dei carabinieri che
ebbero in custodia Stefano
dopo l’arresto, senza però
inviare gli atti in Procura
perché si riprendesse a
indagare; segno di una
congettura avanzata più per
sostenere che non c’era
certezza delle botte nei
sotterranei del tribunale che
per indicare altri colpevoli. In
teoria si potrebbe ripartire da
lì, ma dopo cinque anni e le
risultanze dei vecchi verbali,
sarà tutt’altro che semplice
arrivare a esiti più
soddisfacenti. Ma se, come
ha detto il procuratore, è
«inaccettabile» la morte per
cause non naturali di una
persona custodita dallo
Stato, la resa non è prevista.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
terà alle parti civili e al pg della
Corte d’Assise fare eventualmente ricorso in Cassazione),
Pignatone vuole comunque
aspettare le motivazioni della
sentenza, che arriveranno fra
tre mesi, per avere un quadro
completo.
Il ventaglio di persone mai
finite sotto indagine è ampio.
Per il pestaggio ipotizzato an-
che dai giudici in primo grado
si va dai carabinieri dell’Appio
Claudio che arrestarono Cucchi
a quelli della caserma di Tor Sapienza, dove il 31enne venne
spostato per mancanza di posti
letto. E per le possibili negligenze c’è anche la convalida del
fermo e il passaggio a Regina
Coeli, dove non vennero riscontrati traumi fisici, e quello
I volti
Un foglio con
la scritta «Ad
uccidere Stefano
sono Stato io»:
la solidarietà della
Rete alla famiglia
Cucchi
all’ospedale Fatebenefratelli,
dove Cucchi transitò prima di
finire nella struttura protetta
del Pertini. «Del pestaggio non
mi disse nulla ma ad una mia
collega Stefano disse “Mi hanno picchiato i carabinieri”», ha
raccontato ieri Giuseppe Flauto, uno degli infermieri a processo. Va detto che sia i pm Maria Francesca Loy e Vincenzo
Barba, sia il pg d’appello avevano chiesto la condanna di tutti
gli imputati. Sempre assolti i
tre infermieri e i tre agenti;
condannati per omicidio colposo e poi assolti i sei medici
(la famiglia chiedeva l’abbandono di incapace).
Ilaria Cucchi e i genitori Giovanni e Rita Calore si sono presentati a piazzale Clodio con il
corredo di gigantografie che
raccontano le condizioni del
31enne già mostrare nell’ultima udienza dall’avvocato Fabio
Anselmo (atteso in procura nei
prossimi giorni): «Questa è
l’insufficienza di prove, lo Stato
non ha saputo garantire i diritti
di mio fratello da vivo, e ora
non è in grado di dire chi l’ha
ridotto così», ha detto la sorella
di Stefano, che è stata querelata
dal sindacato Sappe per le accuse alla polizia penitenziaria.
«Non getto io fango sulla categoria», ha replicato riferendosi
anche al Sap, che aveva parlato
di «morte per vita dissoluta».
Fulvio Fiano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
16
NON CI FERMIAMO MAI:
IL FUTURO VOGLIAMO SCRIVERLO,
NON LEGGERLO.
Non fermarsi mai, anche quando sembra che non ci sia
più niente da raggiungere. È questo il DNA di Citizen:
avere una visione e realizzare il futuro attraverso una volontà
ed una evoluzione tecnologica che non hanno uguali.
Chi possiede un orologio Citizen lo sa.
Guardare oltre, cercare sempre, fermarsi mai.
BETTER STARTS NOW
€ 428
RADIOCONTROLLATO • PRECISIONE ASSOLUTA
L’orologio riceve, con trasmissione via onde radio, il segnale generato da un orologio atomico:
la sua precisione ha una tolleranza di 1 sec. ogni 10 milioni di anni.
SISTEMA ECO-DRIVE • ENERGIA INESAURIBILE
Basta una minima esposizione alla luce naturale o artificiale per accumulare
una grande quantità di energia e garantire il funzionamento dell’orologio, senza pila.
VETRO ZAFFIRO • PREZIOSO E INSCALFIBILE
Protegge l’orologio grazie alla particolare compattezza della sua composizione chimica
e ne esalta l’estetica con una trasparenza assoluta.
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
CRONACHE
«Corruzione sull’eolico»
Verdini a processo
nell’inchiesta della P3
La perquisizione allo studio
Un foglio sulla porta
a proteggere il server:
«Ufficio di Tremonti»
MILANO Dov’è ubicato l’«ufficio
Rinvio a giudizio anche per Cosentino: diffamazione
Accogliendo l’impostazione dei pm Rodolfo Sabelli e
Giancarlo Capaldo, il gip Paola
Della Monica ha rinviato a processo Denis Verdini (Fi) e il collega di partito Nicola Cosentino: il primo è accusato di corruzione, l’altro di diffamazione
e violenza privata. Verdini e gli
altri si sarebbero adoperati e
avrebbero agito come una loggia segreta, la cosiddetta P3,
per interferire nell’attività istituzionale, intercettandone le
decisioni e orientandole a proprio beneficio alla maniera della più celebre P2 (1981).
Il lungo elenco di episodi
contestati è ricostruito nell’avviso di conclusione delle indagini, spedito ai difensori ormai
un anno fa, a novembre 2013.
Secondo i pm, Verdini, Carboni
e Marcello Dell’Utri (la cui posizione sarà giudicata separatamente, per l’ex senatore in carcere a Parma si attende che le
autorità libanesi si pronuncino
sulla richiesta di estradizione
suppletiva legata a questa vicenda) «si adoperavano per influenzare la decisione della
Corte Costituzionale nel giudizio di legittimità del Lodo Alfano (le riunioni fra Carboni, l’allora sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo e i giudici Arcibaldo Miller e Antonio
Martone, ndr)».
Non solo, gli imputati sarebbero intervenuti «sui magistrati di Cassazione per favorire
una conclusione favorevole alla
parte privata di cause ivi pendenti, sia di natura civile (giudizio tributario relativo alla società Mondadori) che penale
(ricorso contro la misura cautelare disposta dalla magistratura napoletana nei confronti
di Nicola Cosentino)». Il riferimento è alla richiesta di arresto
per concorso esterno in associazione mafiosa della procura
napoletana. E ancora, sempre
secondo l’avviso di chiusura indagini, gli imputati «avvicinavano i magistrati delle procure
di Napoli e Milano allo scopo di
procurarsi informazioni circa
lo stato dei procedimenti penali ivi pendenti».
Dalle verifiche condotte all’epoca dai carabinieri del Nucleo investigativo di via in Selci,
Verdini si sarebbe speso anche
per il collega di partito Roberto
ROMA
La vicenda
● Denis Verdini
e Nicola
Cosentino (foto
sotto) sono
coinvolti in uno
dei filoni
dell’inchiesta
sulla P3 che
per le accuse
sarebbe
un’organizzazione sorta per
condizionare
gli organi dello
Stato
● A Denis
Verdini è
contestato il
reato di
corruzione e a
Cosentino
quelli di
diffamazione e
violenza
privata
● Il
procedimento
viaggerà
parallelo a
quello che vede
imputate altre
17 persone tra
cui l’uomo
d’affari Flavio
Carboni
Il processo di Garlasco
Il teste e le bici regalate a Stasi
Di una non c’è più traccia
Alla famiglia Stasi furono regalate due
biciclette: una nera da donna nel 2004
(sequestrata pochi mesi fa) e l’altra nel 2005
(non si sa di quale colore). Due regali che la
titolare di un’azienda fece avere al padre di
Alberto Stasi, morto a dicembre del 2013. La
donna, in aula come teste, ieri ha spiegato di
quei due regali ai giudici del processo d’appello
bis contro Alberto, imputato per l’omicidio di
Chiara Poggi a Garlasco, nel 2013.
Testimonianza importante, dato che la bici del
2005 non si è mai saputo nulla in questi sette
anni, né è fra quelle consegnate agli inquirenti
dopo che una donna disse di aver notato «una
bici nera da donna» davanti alla casa del delitto.
È un dettaglio emerso solo ora anche quello dei
«graffi freschi» su un avambraccio di Alberto il
giorno dell’omicidio: ieri alcuni carabinieri
hanno detto di averli notati ma nelle carte non
ci sono né foto né verbali che ne parlino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Formigoni, favorendone il ricorso dopo l’esclusione dalle
regionali della Lombardia (la
vicenda delle firme false).
Mentre, in Sardegna, avrebbe
versato denaro a un funzionario pubblico, Pinello Cossu, per
garantirsi informazioni sulla
«gestione di aree destinate a
ospitare impianti di energia
eolica» e per «curare direttamente e per conto dell’organizzazione l’acquisto di terreni da
opzionare».
L’intreccio fra ragioni di militanza politica ed esigenze di
profitto è ricostruito più avanti:
Verdini e soci «sollecitavano e
si procuravano finanziamenti,
anche in cambio della concessione di cariche di partito in sede locale, coinvolgendo terzi
imprenditori nell’attività dell’associazione». E inoltre interferivano sulla nomina di «rappresentanti e dirigenti di enti
locali, in particolare della Regione Sardegna, per ottenere la
nomina, in cariche ammini-
L’ex parlamentare
Stralciato Dell’Utri,
si attende che il Libano
decida sull’estradizione
per questa vicenda
I due filoni
● La Procura di
Milano ha
aperto
un’inchiesta nei
confronti di
Parlamentare
A destra
Denis Verdini,
63 anni,
senatore
dal 2013. Dal
2001, per tre
legislature, è
stato deputato.
Ha avuto il ruolo
di coordinatore
di Forza Italia
(Imagoeconomica)
strative apicali, di persone gradite al sodalizio e così favorire
il rilascio a imprese da loro gestite di concessioni nel settore
della produzione delle energie
rinnovabile (l’ eolico ndr)».
Quanto a Cosentino si contestano diffamazione, pressioni
e una sorta di intimidazione
volta a «costringere Caldoro a
rinunciare alla propria candidatura», sia pure «senza riuscire nell’intento per cause indipendenti dalla loro volontà».
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Per Verdini c’è stato l’«appoggio incondizionato» di Paolo Romani, presidente del
gruppo di Forza Italia al Senato, e solidarietà dal partito.
Tuona Maurizio Gasparri: «Aggressione intollerabile, agli atti
ci sono intercettazioni comiche». Per Ncd parla Fabrizio
Cicchitto: «Vale la presunzione
di innocenza per tutti». Silenzio, da centrosinistra e Lega.
Ilaria Sacchettoni
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Giulio Tremonti
(foto) con
l’ipotesi di
corruzione
sotto forma di
una consulenza
da 2,4 milioni
pagata nel
2009 da
Finmeccanica
allo studio
tributario dal
quale l’ex
ministro
dell’Economia
era uscito nel
periodo in cui
era al governo
● In un’altra
inchiesta, due
soci di studio di
Tremonti, Dario
Romagnoli e
Enrico Vitali,
sono indagati
per l’ipotesi
di riciclaggio
dopo che due
imprenditori
napoletani
hanno
dichiarato di
essersi visti
offrire dall’ex
consigliere di
Tremonti,
Marco
Milanese, per
ritrattare le
accuse mosse
allo stesso
Milanese, una
grossa somma
di denaro
custodita (a
loro dire) nello
studio
RomagnoliVitali-Tremonti
personale» del senatore Giulio
Tremonti nello studio tributario milanese di cui l’ex ministro dell’Economia è fondatore
e socio? In un locale che comunica con un bagnetto, in una
stanzetta dove c’è la sala server
che giovedì scorso era proprio
tra i bersagli della perquisizione dei carabinieri. Possibile?
Sì, almeno stando al foglio
bianco formato A/4 appiccicato in fretta e furia con il nastro
adesivo il giovedì mattina della
perquisizione da un collaboratore dello studio, nel pasticciato tentativo di segnalare agli
investigatori che da lì in poi
rischiavano di inoltrarsi nel
terreno inviolabile protetto
dall’immunità parlamentare
del senatore Tremonti. È il
curioso retroscena della perquisizione ordinata dai pm
Roberto Pellicano e Giovanni
Polizzi non nell’inchiesta sull’ipotizzata corruzione dell’allora ministro Tremonti sotto
forma di una consulenza da
2,4 milioni pagata nel 2009 da
Finmeccanica allo studio tributario dal quale Tremonti era
uscito nel periodo in cui era al
governo, giacché per questa
indagine la Procura ha dovuto
arrestarsi e trasmettere le carte
al Tribunale dei Ministri. La
perquisizione è stata invece
disposta in un altro fascicolo,
nel quale due soci di studio di
Tremonti, Dario Romagnoli e
Enrico Vitali, risultano indagati per l’ipotesi di riciclaggio
dopo che due imprenditori
L’inchiesta
L’episodio davanti
ai carabinieri
che indagano sui soci
dell’ex ministro
napoletani hanno dichiarato di
essersi visti offrire da Marco
Milanese, per ritrattare le accuse mosse all’ex consigliere
di Tremonti a Napoli, una
grossa somma di denaro custodita (a loro dire) nello studio Romagnoli-Vitali-Tremonti. Quando i carabinieri del
Nucleo Operativo milanese
entrano nello studio di via
Crocefisso, chiedono al personale che indichi loro uffici e
dotazioni di pertinenza del
senatore Tremonti, in modo
da rispettarne le prerogative
parlamentari. Accompagnati,
fanno un primo giro e non
vedono nulla di strano. Ne
fanno un secondo, e scorgono
una persona che appiccica un
foglio a una porta. È l’informatico che si occupa dei computer dello studio, e sul foglio c’è
scritto «ufficio personale del
dottor professor Tremonti
Giulio». Solo che, dietro la
porta, di certo non c’è lo studio
del senatore, ma solo il server
che custodisce i dati dei computer dello studio, dietro il
quale un’altra porta comunica
con un bagno privato, che a
sua volta comunica con l’ufficio del senatore. Resta da capire la ragione dell’estemporanea iniziativa del tecnico, che
però si risolve presto: con parole chiave, che rispettano le
prerogative del senatore, il
server viene «perquisito», tutti
i files sono trovati integri e
senza manomissione, così
come le email sequestrate.
Luigi Ferrarella
[email protected]
Giuseppe Guastella
[email protected]
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
CRONACHE
Alfano e le case popolari occupate
«Niente acqua e luce agli abusivi»
Brindisi
Il prete indagato
per pedofilia:
«Mi vogliono
ammazzare»
La denuncia dell’Unione inquilini: in Italia 40 mila alloggi pubblici sfitti
Non ha usato mezze parole il ministro dell’Interno
Angelino Alfano: «Le occupazioni illegali delle case sono
del tutto inaccettabili, siamo
pronti a intervenire».
Ieri Alfano ha risposto a una
domanda durante un programma televisivo del mattino
e sembrava con l’occasione
che avesse voluto cogliere al
balzo e rilanciare l’appello di
un suo compagno di governo,
il ministro delle Infrastrutture
Maurizio Lupi.
Anche Angelino Alfano, infatti, ha ribadito il concetto
che Lupi aveva già espresso un
paio di giorni fa: «Chiunque
occupi abusivamente una casa
non può chiedere la residenza
e l’allacciamento delle utenze». Niente gas, niente luce
quindi per chi occupa alloggi
illegalmente: «Lo dice la legge» ha decretato il ministro
dell’Interno, promettendo interventi immediati. È ritornata
alla ribalta qualche giorno fa la
questione delle case popolari
occupate abusivamente. È tornata alla ribalta in seguito all’inchiesta condotta dal Corriere tra i quartieri alla periferia
di Milano dove è successo anche che un anziano, rientrato a
casa dall’ospedale, aveva trovato il suo alloggio occupato da
una famiglia di rom.
Il responsabile del Viminale
non ci sta e vorrebbe mettere
la parola fine a un fenomeno
ROMA
che si trascina da anni. Dice infatti: «Abbiamo approvato apposta un decreto legge dove all’articolo 5 si prevede esplicitamente la lotta alle occupazioni
abusive di immobili». Poi,
sempre alla trasmissione televisiva del mattino sulle reti
Mediaset, chiarisce il suo pensiero, senza lasciare ombra di
dubbi: «Chi ha diritto deve
avere la casa, chi non ce l’ha
non può averla e chiunque occupi irregolarmente non può
avere la residenza. Non accetteremo che questa illegalità
vada avanti».
Il fenomeno delle case popolari occupate abusivamente
è diffuso a macchia d’olio un
po’ in tutto il Paese. Ma è a Milano che da qualche tempo si
sono riaccesi i riflettori per illuminare un dramma che ha
All’ospedale Pertini
Embrioni scambiati:
riapre il laboratorio
Riapre all’ospedale Pertini di Roma — sei mesi dopo
il caso dello scambio di embrioni — il Centro per la
procreazione medicalmente assistita (sopra nella foto
Imagoeconomica). La procedura utilizzata, spiegano i
vertici della struttura, è «sicura al 100% e all’avanguardia
in Europa». Ieri alla riapertura c’era anche il presidente
della Regione Lazio Nicola Zingaretti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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tutto il sapore di una «guerra
tra poveri» come ha commentato ieri Massimo Pasquini,
presidente dell’Unione inquilini proponendo una sua soluzione al caso.
«Le ragioni di quello che sta
accadendo vanno ricercate a
monte» sostiene Pasquini. E
spiega: «Quello che nessuno
dice, parlando di Milano ad
esempio, è che qui ci sono 23
mila famiglie in graduatoria
per avere una casa popolare e,
contestualmente, ci sono ottomila appartamenti popolari o
di proprietà del Comune sfitti,
in condizioni di degrado e non
assegnati. In tutta Italia questo
numero sale ad oltre 40 mila
alloggi popolari sfitti».
Secondo Pasquini sono
questi i numeri che generano
l’emergenza, la «guerra tra poveri». «Sono questi numeri
che delineano la situazione
drammatica che bisogna evidenziare. Sappiamo bene che
il mercato delle case popolari
è in mano alla criminalità organizzata per venderle a 30 o a
50 mila euro nel mercato nero.
Per questo è opportuno provvedere all’assegnazione, e in
fretta, delle case sfitte». E anche Mohamed Sameh, portavoce di un gruppo di inquilini
di Milano aggiunge: «Non
chiediamo lo stato di polizia
ma il rispetto delle regole».
Alessandra Arachi
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BRINDISI Ha formalizzato
denuncia per minacce contro
persone non identificate padre
Giampiero Peschiulli,
il parroco 72enne di Brindisi
indagato per abusi sessuali
su minori e destinatario
mercoledì scorso di un decreto
di perquisizione e sequestro
e contestuale informazione
di garanzia. Il sacerdote, difeso
all’avvocato Roberto Cavalera,
sostiene di aver appreso
da un collaboratore della
parrocchia che due uomini
a bordo di un’auto di grossa
cilindrata si sono recati
nella chiesa di Santa Lucia,
dove fino al giorno delle
proprie dimissioni
dall’incarico, giovedì scorso,
prestava la sua opera,
chiedendo di lui e riferendo di
volerlo «uccidere». Lo stesso
giorno erano apparse sui muri,
vicino alla chiesa, scritte
offensive rivolte allo stesso
sacerdote e alla Curia
arcivescovile di Brindisi.
A quanto si apprende,
don Peschiulli ha manifestato
l’intenzione di lasciare la città.
La messa, domenica scorsa,
è stata celebrata da un altro
prete designato
temporaneamente
dall’arcivescovo Domenico
Caliandro, in attesa di
assumere decisioni. Gli
inquirenti nel corso della
perquisizione a casa del
religioso avrebbero trovato
materiale pornografico.
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
La storia
di Marco Imarisio
CRONACHE
Sul ponte 8 la tomba di Russel
ultima vittima della Concordia
I resti del cameriere indiano trovati in una cabina rimasta finora inaccessibile
Aveva la divisa. Il fratello: «Ora lo dirò al figlio, lui pensa che stia navigando»
DAL NOSTRO INVIATO
Sulla Sopraelevata
sventolano le bandierine bianco e azzurre di Costa Crociere.
La strada più trafficata della
città è vestita a festa per celebrare la nascita della nuova
ammiraglia della compagnia
armatrice. Voltare pagina, come è inevitabile che sia.
L’altra nave era sparita dagli
occhi di tutti lo scorso 27 luglio, quando aveva imboccato
l’ingresso del porto di Pra Voltri, la sua ultima destinazione.
Non più metafora di chissà cosa. In quel preciso istante aveva
cominciato a diventare un
semplice relitto, da pulire,
smantellare e tagliare a pezzi,
nella speranza che ognuna di
queste operazioni generasse
qualche centinaia di posti di lavoro. L’ultimo appiglio della
Costa Concordia alla cronaca,
al mondo reale, era dato da
un’assenza. Quella di Russel
Rebello, il cameriere indiano,
la trentaduesima vittima del
naufragio, che mancava da
1.025 giorni. Lo hanno cercato
anche nelle acque del Giglio.
Avevano studiato le correnti,
ipotesi di ogni genere. Niente.
Nel settembre 2013, quando
lo scafo venne risollevato, ci
provarono i sommozzatori. Ancora nulla. La nave arrivò a Genova e il nome di Russel diven-
Il fatto
GENOVA
● Il 13 gennaio
2012 la nave
da crociera
Costa
Concordia
naufraga a
pochi metri
dalle coste
dell’Isola del
Giglio. A bordo
si trovano
4.229 persone
(di cui 3.216
passeggeri)
Il sorriso
Russel Terence
Rebello, il
cameriere
indiano morto a
32 anni nel
naufragio della
Costa Concordia
(foto Marfisi)
ne la premessa a ogni discorso,
il freno imposto dal pudore a
ogni celebrazione. Là dentro
c’era ancora qualcuno. Si diedero quindici giorni di tempo
per cercarlo nella nave ormai
riemersa prima di cominciare
la demolizione dello scafo, e
quando trascorsero invano, la
sparizione dell’ultima vittima
assunse un’aura di mistero.
Lo hanno trovato ieri a mezzogiorno. A bordo c’erano gli
operai della ditta incaricata di
liberare i locali della Costa
Concordia da ogni ingombro,
arredamento, rifiuti, tendaggi
o tappezzerie. Era dentro una
cabina passeggeri esterna del
ponte 8, l’ultimo, il più basso.
Sul lato destro, quello schiacciato dal resto dalla nave al momento del naufragio.
Qualcuno ricorda la sagoma
deformata e sporca della Costa
Concordia quando venne risol-
levata, quella specie di torsione
a fisarmonica delle lamiere rimaste per quasi due anni contro uno scoglio, con addosso le
centinaia di tonnellate dello
scafo. Russel, che aveva 32 anni
e un bambino che ancora lo
stava aspettando in India, era
chiuso lì dentro.
Le ricerche erano ricominciate dieci giorni fa per un ultimo tentativo. Lo scafo era in
pessime condizioni. Hanno
● A causa
dell’incidente
muoiono 32
persone.
Francesco
Schettino,
comandante
della nave,
è ora accusato
di omicidio
colposo
plurimo
per non avere
dato l’ordine
di emergenza
in tempo e
avere
abbandonato
la nave prima
che tutti i
passeggeri
fossero in salvo
21
cercato nelle cavità degli ascensori, nei teatri e nei negozi. Ieri
mattina hanno aperto tutte le
cabine ancora chiuse, sigillate
dalle lamiere contorte.
Il corpo era nascosto da un
cumulo di mobili e detriti.
Manca ancora il riconoscimento ufficiale, ma ci sono pochi
dubbi. Aveva ancora indosso la
divisa blu da cameriere di bordo. In una tasca della blusa
c’era la targhetta con il suo nome e la foto.
«Non c’è molto da dire. Lo
riporterò a casa, dai nostri genitori. Sapevo che era lì dentro.
Almeno abbiamo smesso di
tormentarci. Ora dobbiamo
trovare il modo per dirlo a Nic,
suo figlio. Ha appena compiuto sette anni. Lui pensa che papà stia ancora navigando». Kevin aveva abbandonato il suo
lavoro in una società di marketing milanese per seguire le ricerche da vicino. Pranzava e
cenava con i sommozzatori
che stavano cercando suo fratello, partecipava alle loro riunioni, dispensava consigli e incoraggiamenti. Era diventato
parte integrante del paesaggio
umano del Giglio, uno di casa.
«In tutto questo tempo ho visto arrivare tanti familiari delle
vittime, li ho conosciuti. So cosa mi aspetta, come ci si sente».
Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ne aveva fatto una questione d’onore. Una
volta partito dal Giglio al comando del relitto galleggiante,
anche Nick Sloane aveva inviato un sms a Kevin. «Riporteremo tuo fratello a casa». C’era
una promessa da mantenere,
prima di consegnare la Concordia al suo destino di relitto, ai
cattivi ricordi.
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
CRONACHE
23
Rimini
Pantani, distrutti i reperti dell’autopsia
Paolo Giovagnoli, procuratore capo di
Rimini, ha scoperto che i campioni istologici
di Marco Pantani sono stati distrutti sei mesi
fa dall’ufficio corpi di reato del capoluogo
romagnolo. Sono i reperti prelevati dal
professor Giuseppe Fortuni nel corso
dell’autopsia sul corpo dell’atleta, morto in
una stanza del residence «Le Rose» di Rimini
il 14 febbraio 2004: frammenti di cuore,
fegato, reni, tessuti muscolari, midollo osseo
e della mucosa gastrica e nasale che avevano
permesso a Fortuni (e avrebbero potuto
permettere al nuovo perito, il professor
Tagliaro) di definire le cause della morte.
Invece i «corpi di reato» rimasti sono finiti
nell’inceneritore: sulla scena del crimine,
infatti, non vennero rilevate impronte digitali
né raccolti campioni di Dna. La Procura ha
precisato che «la distruzione di reperti
anatomici è cosa prevista da codice penale
quando, come in questo caso, si è arrivati a
una sentenza di Cassazione». La sentenza
(l’assoluzione in terzo grado di giudizio di
Fabio Carlino) risale al 9 novembre 2011:
secondo la norma i reperti avrebbero potuto
essere eliminati il giorno dopo. Lo sono stati
a metà dello scorso mese di aprile, otto mesi
dopo che la famiglia Pantani aveva chiesto
alla Procura di Rimini gli atti del processo
per inoltrare istanza di revisione. E tre mesi
prima dell’esplosione mediatica del caso.
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I test di Medicina non vanno ripetuti
Gli errori negli esami di specializzazione. Il ministro Giannini: trovata la soluzione, prove valide
La vicenda
● Il 31 ottobre
il ministero si
accorge dello
scambio tra le
domande di
due aree delle
prove di
accesso alle
Scuole di
specializzazione in Medicina
● Il Miur decide
di annullare le
prove e farle
ripetere il 7
novembre. Ieri
il ripensamento
ROMA Si torna al punto di partenza. Come se non fosse successo niente. «Le prove per l’accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina del 29 e 31
ottobre non dovranno essere
ripetute. Abbiamo trovato una
soluzione che consente di salvare i test» dice la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini.
Nessun annullamento, dunque. I quiz sono validi, tutti, inclusi quelli con le 30 domande
invertite delle aree medica e
servizi clinici che sabato avevano fatto scoppiare il caso con il
rischio di annullamento delle
prove e ripetizione del test. Lo
ha stabilito ieri il ministero. Per
tutta la giornata Giannini si è
consultata con la Commissione
nazionale che l’estate scorsa
aveva dato l’ok alle domande
per il primo concorsone nazionale di accesso alle scuole di
specializzazione di medicina.
Insieme hanno riguardato i
quiz scambiati, e hanno stabilito che «sia per l’una che per
l’altra area, 28 domande su 30
sono valide ai fini della selezione: i settori scientifico disciplinari di ciascuna area sono infatti in larga parte comuni». I
30 quiz erano generali, poi
ognuno sceglieva un massimo
di due aree di specializzazione
con 10 domande ciascuna, e
quelle non sono state invertite.
Spiega perciò il ministero
che dopo un confronto con
l’Avvocatura dello Stato «si è
● Il caso
Il suicidio assistito di Brittany
e il dibattito sull’eutanasia negli Usa
dal nostro inviato Massimo Gaggi
Il viaggio
Una gita al Gran
Canyon con il
marito Dan Diaz
è stato l’ultimo
desiderio
di Brittany
Maynard
NEW YORK La statistica dice
che Brittany Maynard è il
malato terminale numero
1.174 che ha ottenuto
l’autorizzazione al suicidio
assistito in Oregon (dove
questa pratica è legale da 17
anni) e il 753° a ingerire
davvero le pillole killer. Ora
che questa ragazza
californiana di 29 anni ha
posto fine alla sua vita, dopo
un rinvio in extremis («non
sono pronta, non sto ancora
troppo male: voglio sorridere
per qualche altro giorno») e
un ulteriore, drammatico
ripensamento,
probabilmente per il timore
di perdere conoscenza e,
quindi, di non poter più
decidere autonomamente
del suo destino, il
movimento per la vita spera
che la gente dimentichi in
fretta. Dopo aver accusato i
«media» di essersi prestati a
una campagna per
l’eutanasia alimentata da
«Compassion & Choices»
(compassione e scelte, ndr),
proprio sfruttando
l’emozione sorta attorno al
caso di questa bella ragazza
stroncata nel fiore degli anni,
adesso questo fronte conta
sull’oblio della statistica. Chi
sostiene, invece, il diritto dei
malati terminali alla «morte
con dignità» è convinto che il
caso Brittany sarà uno
spartiacque in America: ha
già costretto un Paese da
sempre recalcitrante su
questi temi a guardare in
faccia sofferenze e problemi
dei malati terminali nella
loro lunga agonia. Più
consapevolezza ma, forse,
anche conseguenze più
concrete: si immagina la
caduta di una barriera etica
nell’elettorato sulla scia di
quello che sta avvenendo
negli Usa per matrimoni gay
e marijuana. Fin qui il
suicidio assistito è stato
approvato solo in tre Stati,
mentre in altri non è passato
nei parlamenti o nei
referendum, a volte per poco.
Ma adesso altri Stati come il
New Jersey e il Connecticut
pensano di ripresentare
questi disegni di legge,
mentre i sondaggi indicano
che il caso Brittany ha
sensibilizzato alla questione
del diritto a decidere della
propria sorte anche chi ha
meno di 35 anni: giovani che
fin qui hanno ignorato il
dramma dei malati terminali
considerandolo un problema
dei vecchi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
deciso di procedere al ricalcolo
del punteggio dei candidati
neutralizzando le due domande per area ritenute non pertinenti».
Sembra concludersi così il
caso con la ministra che sottolinea l’impegno «per tutelare
gli sforzi personali ed economici dei candidati e delle famiglie a seguito del grave errore
materiale commesso dal Cine-
Tutelare i candidati
La decisone per
«tutelare gli sforzi
personali ed economici
dei candidati»
ca». Errore che al consorzio
che ha gestito il test è costato le
dimissioni (annunciate) dei
suoi vertici, e che ha scatenato
la rivolta dei giovani medici
con l’annuncio di ricorsi, cause
collettive e proteste in piazza.
Proprio ieri l’Associazione italiana giovani medici (Sigm) e il
Comitato Nazionale Aspiranti
Specializzandi avevano lanciato (raccogliendo centinaia di
adesioni) un sit-in di protesta
davanti al Miur a Roma. Ma i
candidati non sembrano granché soddisfatti della soluzione:
«Ci tolgono due domande, chi
aveva risposto giusto perde due
punti, chi le aveva sbagliate ne
guadagna 0,6», spiega uno di
loro. Bocciano come «pessima
12
Mila I candidati
che hanno
svolto le prove
la scorsa
settimana
11
Mila Gli iscritti
che avrebbero
dovuto ripetere
il test, ma ora
non più
la soluzione e la figuraccia della Giannini» e prevedono comunque ricorsi.
Intanto scoppia una polemica con l’Ordine dei medici che,
oltre a chiedere «rispetto per i
nostri giovani, il loro impegno
e le loro speranze», parla di
«insopportabile nebbia che avvolge tutta la Formazione medica». E la ministra della Salute
Beatrice Lorenzin auspica una
soluzione al più presto aggiungendo che «dovremmo rendere normali i test di accesso a
medicina evitando che ogni
volta succedano cose straordinarie».
Claudia Voltattorni
[email protected]
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
CRONACHE
In Rete istruzione e sanità
per gli abitanti
dello Stato di Facebook
I numeri del social network
● Il commento
Il grande errore
che Zuckerberg
non può fare
di Daniele Manca
M
ark Zuckerberg sa
che la misura del
suo successo è
effimera. Aver superato il
miliardo e trecento milioni
di utilizzatori della sua
piattaforma significa poco
se non riesce a tenera unita
questa gran massa di
persone. Per sua natura il
fascino di Facebook è
fondato sul fatto che
ognuno può crearsi la sua
comunità. Anzi, può
partecipare a più di esse. Il
legame fisico con il
territorio, con
un’università, con un luogo,
è superato dalla possibilità
di essere con persone con
le quali si dividono affetti,
passioni, lavori, studi. In
cambio dobbiamo offrire la
nostra storia sotto forma di
likes, foto, post. Si discute
molto dei rischi insiti in
questo baratto in termini di
privacy, di capacità di
mantenere separati aspetti
e ambiti della nostra vita.
La pervasività dei social
network viene individuata
in questo continuamente
tendere a riconnettere ogni
nostra singola azione,
disegnando un’identità che
sembra voler arrivare a
sovrascrivere quella reale. E
questo per rendere il
sistema economicamente
stabile: per guadagnarci
insomma. L’offerta di nuovi
servizi per l’istruzione o la
sanità è l’iniziativa
(definitiva?) per tenerci
all’interno della
piattaforma. In realtà, al
mondo di Facebook manca
solo l’ultimo grande passo
che è caratteristico degli
Stati: garantire ai suoi
cittadini la sicurezza. Fisica.
@Daniele_Manca
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Il futuro
La vocazione social
arretra: l’obiettivo
è un’economia basata
sulla connessione
social, stando anche a quello
che scrive in «The Facebook Effect» David Kirckpatrick, per il
leader è superata. In un discorso pubblico due anni fa era
menzionata 24 volte, ora in un
intervento in Indonesia il vocabolo ha fatto la sua comparsa
solo in due frasi. Per i sostenitori, quella di Mark è una missione civilizzatrice che comprende anche progetti benefici
come Internet.org per portare
la connessione nel cuore dell’Africa. Per altri è solo sete di
potere e denaro. Secondo Kate
Losse, ex dipendente di Facebook che ha stigmatizzato l’approccio maschilista del colosso
in un libro dal titolo «The Boy
Kings», Zuckie era solito ripetere ai dipendenti una frase dal
sapore capitalista: «La cosa migliore che bisogna fare se si
vuole cambiare il mondo è fondare un’impresa».
Animato dalle migliori intenzioni o avido che sia, Mark,
Nei campionati Giovanissimi in Puglia
Secondo arbitro minorenne picchiato
Il figlio dell’aggressore in lacrime si scusa
Un arbitro di calcio di 17 anni
aggredito dal papà di un
giocatore che invade il campo
e lo picchia, mandandolo
all’ospedale. Il figlio
dell’aggressore, in lacrime,
che si scusa con tutti: a partire
dall’arbitro. Succede in Puglia,
durante una gara del torneo
Giovanissimi fra Tricase e
Sogliano Cavour, squadre di
ragazzi di 15 e 14 anni.
L’aggressore, un 50enne di
Corigliano d’Otranto, è stato
denunciato a piede libero in
attesa che la famiglia
dell’arbitro formalizzi la
denuncia ai carabinieri. «Per
due anni — dice Angelo
Tundo, presidente di
Sportinsieme Sogliano, la
squadra del figlio
dell’aggressore — abbiano
vinto la coppa disciplina. Mi
spiace per il nostro giocatore:
non si dava pace per il gesto
del padre». La notizia riportata
dal Nuovo quotidiano di
Puglia segue di una settimana
un episodio simile avvenuto a
Cavallino (sempre in Salento)
con un’altra aggressione a un
arbitro 17enne, Luigi Rosato,
che ha scritto una lettera ai
genitori: «Grazie papà, perché
hai sopportato la rabbia per
quello che è successo. Grazie
mamma, perché nonostante
lavavi con gli occhi lucidi la
mia divisa sporca di sangue mi
hai sempre sostenuto».
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proprio come altri suoi colleghi del settore tech, ha in mano
tutte le carte per cambiare il
mondo.
Nella Silicon Valley non è un
mistero che a Facebook stiano
pensando di creare comunità
online di supporto con cui
mettere in contatto gli utenti
che soffrono della stessa malattia. In progetto ci sarebbe
anche un’applicazione di prevenzione con consigli per migliorare lo stile di vita degli
utenti, strategia consigliata
dalla moglie Priscilla che già
nel 2012 convinse Mark a introdurre la possibilità di indicare
sulla propria pagina l’opzione
«donatore di organi».
Dal cuore si passa al portafogli. Grazie alle rivelazioni di
Andrew Aude, studente e sviluppatore della Stanford University, Messenger — la chat da
poco resa obbligatoria per chi
vuole comunicare attraverso
Facebook — potrà essere usata
per transazioni economiche.
Basterà connettersi al proprio
profilo per pagare l’affitto o fare un bonifico. E non è finita.
«Facebookland» ha anche potere in materia di educazione e
sapere. Con Graph Search si sta
infatti cercando di capire come
trasformare il social network in
un motore di ricerca, su cui tro-
152 milioni
Canada
e Stati Uniti
864
milioni
228 mln
Asia
Gli utenti attivi
ogni giorno
Il confronto
1,36
1,3
miliardi mld
Le acquisizioni
21 minuti
Il tempo di
permanenza
medio di
ciascun utente
Parakey
2007
FriendFeed
2009
Facebook Mobile
2011
Instagram
2012
StoryLane
2013
WhatsApp, Oculus
2014
1 ogni 12
persone
I profili Facebook
nel mondo
206 mln
Europa
di cui 703 milioni
da dispositivi mobili
E il «presidente»-fondatore risponderà al Question time
Benvenuti nello Stato di Facebook. Definire il social
network di Zuckerberg un Paese, molto presto, potrebbe non
essere solo un’iperbole giornalistica. La tesi arriva dal Financial Times. Si parte dai numeri,
sconvolgenti. Già, perché se Facebook fosse davvero uno Stato
sarebbe il secondo più popoloso al mondo, forte del suo miliardo e trecento milioni di abitanti, secondo soltanto alla Cina. La capitale è Menlo Park, il
Pil 280 miliardi di dollari, il
presidente è Mark Zuckerberg
che, giovedì, risponderà al
«popolo» in un Question time
pubblico.
Al leader non mancano visione strategica e linea politica.
Per Cory Ondrejka, vicepresidente del settore ingegneristico di Facebook, le fondamenta
di tutto sono tre pilastri-obiettivo: connettere e capire il
mondo, e costruire un’economia del sapere basata sui primi
due precetti. La dimensione
25
30
Le sedi
nel mondo
Numero di abitanti (Paesi)
o utenti mensili (social network)
1,25
mld
1200
900
600
milioni
600
507
mln
316
mln
300
300
mln
300
mln
284
mln
0
Cina Facebook India WhatsApp
Ue
Usa Google+ LinkedIn Twitter
Il reddito da pubblicità
stima in milioni di dollari
5,287
4,7 miliardi
I post pubblicati
ogni giorno
3,7
3,5
2
2004 05
06
0,1
0,3
07
08
09 10
280 miliardi di dollari
Il Pil complessivo
11
12 2013
Fonte: Facebook, Eurostat, Banca mondiale, Dmr
Fondatore
Mark
Zuckerberg,
30 anni
791 milioni di dollari
Gli utili (ottobre 2014)
0,8
vare immagini, dichiarazioni,
informazioni sfruttando la geolocalizzazione.
E non importa se tutti questi
pilastri hanno al loro interno
una crepa chiamata privacy. Di
recente, Zuckerberg ha dovuto
fare una concessione al suo popolo. Ossia permettere di connettersi a Facebook con Tor, sistema di comunicazione crittografata per navigare senza es-
Corriere della Sera
sere identificabili, usato anche
in quei Paesi, dalla Cina all’Iran, dove la Rete non è libera.
Una mossa che è un cerotto
sulla bocca di chi, come
Snowden, ha sempre dipinto il
suo regno come il male. E un
gesto magnanimo, da perfetto
monarca democratico.
Marta Serafini
@martaserafini
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La vicenda
● Facebook
è un social
network (una
rete sociale su
Internet)
lanciato nel
febbraio
del 2004
● È stato
fondato
all’Università di
Harvard (Stati
Uniti) da Mark
Zuckerberg e
dai compagni
Eduardo
Saverin, Dustin
Moskovitz e
Chris Hughes
● Inizialmente
era stato
pensato come
mezzo di
comunicazione
tra gli studenti
dell’ateneo. Poi
fu aperto
anche ad altre
scuole e infine
a chiunque
dichiarasse di
avere più
di 13 anni
● Nell’ottobre
del 2012 ha
raggiunto un
miliardo di
utenti ed è
disponibile
in 70 lingue
26
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
CRONACHE
27
L’intervista
ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI
De Masi:
ci deprimono
redditi bassi
da decenni
SEGUE DALLA PRIMA
L’Italia registra i picchi negativi alle domande «L’economia
andrà meglio?» e «È un buon
momento per trovare lavoro?»:
siamo 134° su 142 Paesi. Siamo
più pessimisti di spagnoli
(132°), francesi (120°) e ucraini
(107°). Uscendo dall’Europa,
più di peruviani (36°) e thailandesi (quarti!). Le grandi masse
cinesi e indiane (rispettivamente 54° e 67°) sono più ottimiste di noi.
Sorprendente? Non tanto.
L’ottimismo delle nazioni non
è legato ai numeri, ma alle prospettive. Non ai fatti, ma alle
percezioni e alle aspettative.
Gli umani sono esseri sognatori e misurano la felicità sul progresso. È un grande sabato del
villaggio globale: e in Italia
stiamo perdendo il gusto del
dopo. Kazaki (30°) e uruguayani (43°) non stanno meglio
di noi, oggettivamente; ma sono convinti che oggi sia meglio
di ieri e domani sarà meglio di
oggi. Queste cose contano, nella vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni.
I più grandi masticatori di
futuro vivono negli Usa. Non
dipende solo dall’economia e
dall’occupazione (248.000 nuovi posti di lavoro in settembre).
Vecchi residenti o nuovi arrivati, gli americani sono convinti
di poter condizionare il proprio futuro. Gli Stati Uniti sono
una nazione fondata sul trasloco, nuove residenze e nuove conoscenze. Ogni presidenza è
una catarsi; ogni elezione un
inizio; ogni lavoro una sfida. Il
fallimento, che in Italia è un
marchio d’infamia, negli Usa
vuol dire: almeno ci ho provato.
Non possiamo, né dobbiamo, scimmiottare l’America.
Ma dobbiamo ammettere che il
nostro realismo è diventato cinismo, e il cinismo ci sta conducendo al pessimismo. I continui, pessimi esempi pubblici
— 5,7 miliardi l’anno il costo
della corruzione, stimano
Guardia di Finanza e Corte dei
Conti — contribuiscono a questo umore. Altrove non accade.
I Paesi che hanno una libertà di
informazione simile alla nostra
non hanno la nostra corruzione; e i Paesi che hanno la nostra corruzione non hanno la
nostra libertà di informazione.
Una consapevolezza scoraggiante, quella italiana.
Lo studio
● Il «Prosperity
Index» del
Legatum
Institute è una
classifica
annuale
(di 142 Paesi
nel mondo)
basata su 8
grandi voci:
dall’economia
alle
opportunità
imprenditoriali,
dall’amministrazione
pubblica
all’educazione,
dalla salute alla
sicurezza,
dalla libertà
personale al
capitale sociale
Noi, i pessimisti
L’Italia che non sogna più: al 134° posto su 142 Paesi
Ci superano in ottimismo anche ucraini e thailandesi
Il confronto
La classifica
dell’indice
di prosperità
1°
Norvegia
2°
Svizzera
3°
Nuova Zelanda
4°
Danimarca
5°
Canada
6°
Svezia
7°
Australia
8°
Finlandia
9°
Olanda
10°
Stati Uniti
37°
ITALIA
L’evoluzione dell’Italia
nella graduatoria
mondiale
20°
22°
24°
25°
26°26°
28°
30°
32°
32°
34°
30°
33°
36°
38°
37°
2009 10 11 12 13 14
Le domande e la sfiducia (su 142 Paesi)
«Può contare
«Pensa
«È un buon
momento
sulla famiglia
che l’economia
per trovare
e sugli amici
andrà meglio?»
lavoro?»
per un aiuto?»
1°
1°
1°
12°
142°
134°
142°
134°
142°
Fonte: Prosperity Index 2014 – Legatum Institute
CdS
L’economia e l’occupazione
influiscono sull’umore collettivo; e l’umore collettivo, lentamente, diventa narrativa nazionale. Quali Paesi possiedono
oggi la capacità di vedere se
stessi come protagonisti di una
storia che va avanti? Dell’Ame-
Prospettive
La capacità di guardare
avanti non è legata
ai fatti ma a percezioni
e aspettative
rica, abbiamo detto. Cina e India, in competizione tra loro e
col resto del mondo, hanno
una visione epica di questo
momento storico. In Europa è
una tranquilla consapevolezza
che accomuna Germania e Polonia, Irlanda e Regno Unito.
Perfino la Russia ha un’idea di
se stessa. Putin, in cerca di con-
senso, ha rispolverato i miti sovietici. In mancanza di meglio,
molti connazionali gli hanno
creduto.
L’Italia ha saputo raccontarsi
negli anni Sessanta, quando
l’economia tirava e le famiglie
sognavano (sì, anche grazie a
un’automobile o a un elettrodomestico). A metà degli anni
Ottanta, quando ha intravisto il
sorpasso dell’Inghilterra. Nei
primi anni Novanta, quando ha
provato a battersi contro il malaffare. Negli anni Duemila,
quando la maggioranza ha creduto al «contratto con gli italiani» di Silvio Berlusconi. Tre illusioni e tre delusioni, seguite
da questi anni di crisi economica.
Facciamo fatica a sognare
ancora.
Beppe Severgnini
@beppesevergnini
(ha collaborato
Stefania Chiale)
● Il Legatum
Institute
è un pensatoio
indipendente
all’interno
del gruppo
Legatum con
sede a Londra.
L’obiettivo è
quello di
promuovere
i principi
che portano
alla prosperità
globale
● Per quanto
riguarda l’Italia
nelle singole
grandi voci,
il nostro Paese
si colloca
al 24° posto
per quanto
riguarda
la Salute, ma
peggiora nelle
altre categorie:
38esima in
Educazione
e Sicurezza;
41esima in
Imprenditoria
& opportunità;
45esima
in Economia;
63esima
in Libertà
personale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riapre Rizzoli a Milano: «La cultura crea valore»
Scott Jovane: bene la pubblicità in Spagna, offerte per le radio del gruppo. Su il titolo Rcs
40
Mila I titoli
che propone
la nuova Rizzoli
Galleria
a Milano
4
Mesi Quanto
sono durati
i lavori
di rinnovo
della libreria
MILANO «Noi della Rizzoli abbiamo una tradizione nella costruzione di librerie che diventano per via subliminale luoghi
di culto, come quella a New
York. Anche questa ha il suo carattere da sempre. Durante
l’Expo vedrete che sarà un luogo centrale. Passare del tempo
nella nostra libreria nel cuore
di Milano sarà un regalo a se
stessi, un piccolo investimento
in qualità emotiva».
Il presidente di Rcs Libri, Paolo Mieli, non nasconde l’orgoglio che accompagna l’inaugurazione della nuova libreria
Rizzoli in Galleria, nel centro di
Milano, a pochi metri da Palazzo Marino e dalla Scala. «Non è
solo una libreria — aggiunge il
presidente della Fondazione
Corriere, Piergaetano Marchetti —ma un luogo di ritrovo e
concentrazione». Dal 1949 è un
punto di riferimento della cultura milanese, ma da ieri ha un
volto nuovo, frutto di quattro
mesi di restauri e di uno sforzo
economico da parte di Rcs.
«Per noi la cultura è il migliore investimento — spiega
l’amministratore delegato di
Rcs, Pietro Scott Jovane —. La
missione del nostro gruppo fa
riferimento a un futuro in cui la
cultura, l’informazione di qualità e la comunicazione saranno sempre più rilevanti. Investire in questo momento stori-
co nella nuova libreria Rizzoli
Galleria significa credere fortemente che la cultura, oltre a essere un valore, possa creare valore».
Insomma, un fascio di luce
in un momento ancora difficile
per l’editoria. Ma non è l’unico
della giornata. Lo stesso ad, infatti, accenna i risultati, positivi oltre le aspettative, che arrivano dalla Spagna, dove i ricavi
lordi della raccolta pubblicitaria «crescono a doppia cifra». E
dal momento che «la Spagna
pesa per quasi un terzo sul nostro business — aggiunge — è
un segnale importante. Ha un
peso significativo sul consolidamento del gruppo che aiuta
All’interno Uno degli angoli di Rizzoli Galleria (Photoviews)
«Il rapporto conferma che
siamo depressi e disorientati.
Nel resto dell’Europa non va
meglio, ma noi siamo tra i meno entusiasti».
Domenico De Masi, sociologo dell’Università «La Sapienza» di Roma, sostiene che il
Prosperity Index «fotografa
quello che vedo da qualche anno: Paesi come Brasile e Cina
galoppano, noi arretriamo».
Ci classifichiamo male per i
nostri risultati economici?
«Non solo. Storicamente gli
andamenti culturali seguono
d e l l e c u r ve
che vanno su
e giù, dall’entusiasmo alla
depressione.
Oggi ci sono
nazioni che
stanno vivendo un periodo
Sociologo
Domenico De Masi di prosperità
economica
ma in parallelo anche una fase
di vivacità sociale. Noi non siamo tra questi».
E dove ci collochiamo?
«Dove dice quella classifica,
forse qualche gradino più in
basso. E non può essere altrimenti: il nostro reddito non
cresce come dovrebbe dal 1952
e da tempo siamo in attesa che
succeda qualcosa. Ma se non si
muove nulla quello che si prospetta è una lunga fase di realismo».
L’Italia quindi è depressa,
disorientata e realista?
«Sì, ci stiamo accorgendo
che le finanze personali sono
peggiorate e che il problema
non è la produzione, ma la distribuzione del denaro. Siamo
meno ricchi di prima e stiamo
perdendo il nostro posto nel
mondo che conta. Guardiamo
al passato».
Abbiamo smesso di progettare...
«Certo. Ma se non lo facciamo noi qualcun altro lo farà
per l’Italia. Ed è ovvio che questo non avverrà nell’interesse
del nostro Paese».
Però alla domanda «puoi
contare sui parenti o sugli
amici per un aiuto?» l’Italia si
colloca dodicesima...
«Il “familismo” da noi funziona ancora. Ma non dimentichiamoci delle sue conseguenze negative: il clientelismo, l’assenza di meritocrazia...».
Leonard Berberi
@leonard_berberi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
a mantenere la traiettoria». In
Italia, invece, il quadro della
raccolta pubblicitaria resta
«difficile», senza «miglioramenti né peggioramenti», ma
intanto Pietro Scott Jovane fa
sapere che esistono «più di due
offerte» per quanto riguarda il
progetto di cessione della quota in Finelco, che controlla Radio 105, Virgin e Montecarlo.
Due annunci che hanno fatto
lievitare il titolo Rcs in Borsa
(+6,55%), in controtendenza
con la giornata negativa.
A quell’ora la nuova libreria
riceveva il battesimo istituzionale, alla presenza di Angelo
Provasoli, presidente di Rcs,
della ad di Rcs libri, Laura Donnini, del direttore della Rizzoli
Galleria Massimo Taulli, del
sindaco di Milano Giuliano Pisapia e del ministro della Cultura Dario Franceschini.
Giampiero Rossi
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
28
●
L’altra sponda del Mediterraneo Il nostro dovere è non
lasciare solo il popolo al cui fianco siamo stati nella lotta per la
liberazione dalla dittatura. Tra i rappresentanti delle grandi città
c’è chi vede di buon occhio una mediazione francese
ANALISI
& COMMENTI
di Andrea Garibaldi
Quei tre pd in fuga
da Bruxelles
per una poltrona
in Regione
P
arliamo qui di tre
candidature a
governatore per le
elezioni regionali di
primavera, una già
emersa, quella di
Alessandra Moretti in
Veneto e due ancora
ufficiose, Pina Picierno in
Campania e Sergio
Cofferati in Liguria. Cosa
unisce i tre? Che sono stati
eletti cinque mesi fa al
Parlamento europeo. Le
prime facevano parte della
squadra di donne renziane
per Bruxelles-Strasburgo,
«cinque donne capolista
nelle cinque
circoscrizioni», il terzo è
invece al secondo mandato.
A Moretti e Picierno forse
non sono piaciuti i dossier
europei, troppo astratti o
burocratici. Cofferati,
invece, scriverebbe un
nuovo capitolo del suo
singolare percorso politico:
non prese in mano i Ds per
fare il sindaco di Bologna,
rifiutò il secondo mandato
a Bologna «per ritirarmi e
stare con mio figlio»,
rispuntò nelle nebbie
belghe-francesi e ora
prepara il ritorno in patria?
Dietro tutto questo si
avvertono sapori amari.
Una visione dell’Europa
politica come prestigiosa
sinecura o luogo d’attesa
di migliori occasioni,
mentre è proprio là che gli
italiani dovrebbero
accreditarsi per cambiare
le politiche dominanti,
tanto criticate. Certi nostri
esponenti politici (come
pensano finlandesi e
olandesi) una ne dicono e
cento ne fanno: si
ambientano a Bruxelles,
spariscono, vengono
sostituiti, mentre la
politica è composta anche
da relazioni e stabili
rapporti. Con la consueta
superficialità (un tedesco
direbbe: inaffidabilità) da
noi sembra contare più il
momento elettorale, quello
della raccolta dei voti che
la funzione di governo o
legislativa da svolgere poi.
In un Paese migliore e
sicuramente diverso
dall’Italia non farebbe
notizia un signore che si fa
eleggere, chiude un
mandato o due, quindi in
virtù di ciò che ha
realizzato passa a un
nuovo, più elevato,
incarico. E costruisce così,
senza strappi, una onorata
e proficua (per tutti)
carriera.
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iaggio lampo a Tunisi. All’aeroporto, alcuni nostalgici di Gheddafi, urlanti e patetici. Nelle ore
seguenti, vari siti complottistici imbastiscono i
più stravaganti scenari per spiegare la mia presenza, con Gilles Hertzog, sul suolo tunisino: un
incontro occulto con il partito Ennahda, una
conferenza immaginaria a Hammamet in compagnia di un jihadista, un appuntamento segreto con un ministro o un presidente.
Sorvolo sul resto, poiché l’essenziale evidentemente è un altro. La piccola agitazione che ci circonda non riesce a distoglierci dall’unico appuntamento che meriti, cioè quello del cuore e
dello spirito con la nostra cara e sofferente Libia.
Sabato scorso, in una sala riunioni del nostro
albergo, abbiamo di fronte Waheed Burshan,
l’ingegnere della città di Gharyan incontrato nel
giugno 2011, mentre organizzava il ponte aereo
che avrebbe rifornito di viveri e armi le montagne del Jebel Nefusa.
Attorno a lui e a Gazi Moalla, l’amico tunisino
artefice dell’incontro, alcuni rappresentanti di
Bengasi, Tripoli, Zauia, Misurata, Ifren o Nalut,
città dai nomi per noi familiari e che furono le
stazioni del calvario, poi della liberazione, di un
popolo che non era il nostro e di cui abbiamo
sposato la causa.
Uno degli invitati, soprattutto, colpisce: Fadil
Lamine che — alla maniera di André Gide in una
sua famosa battuta «nato a Parigi da un padre di
Uzès e da una madre normanna, dove vuole, signor Barrès, che metta radici?» — rivela come
gli riuscirebbe difficile, essendo suo padre di
Tripoli e sua madre di Benghazi, riconoscersi in
una delle fazioni che si disputano un potere del
resto inesistente. Non è un caso — sembra dire
— se cade su di lui la notevole responsabilità del
Consiglio del dialogo nazionale che, da aprile
2013, lavora per superare le divisioni etniche e
politiche che dilaniano la nazione libica. Con le
lacrime agli occhi, evochiamo la memoria della
sua ex vicepresidente, Salwa Bougaighis, la giovane, coraggiosa avvocatessa, militante dei diritti dell’uomo e della donna, assassinata il 25 giugno scorso a Bengasi. Ricordiamo un giorno di
marzo del 2011, quando aveva contribuito ad organizzare la prima assemblea unitaria delle tribù di Cirenaica e Tripolitania, cui eravamo stati
invitati, durante la quale aveva detto fieramente:
«C’è una sola tribù in Libia, la tribù della Libia libera»; frase che fu per noi una sorta di motto nei
sette mesi di solidarietà con la nazione araba insorta. È questo motto che bisogna resuscitare,
dice Burshan gravemente. È questo spirito che si
deve contrapporre a tutti coloro che vogliono infrangere un sogno e che, se non vengono fermati, potrebbero far scorrere i fiumi di sangue promessi dalla dittatura, ma evitati dall’intervento
alleato.
Che fare, chiediamo, quando sembra che ciascuno si preoccupi solo del proprio tornaconto
in un Paese in rovina? Quale soluzione, per una
nazione che ha due Primi ministri, due parlamenti, e dove lo Stato non esiste?
Si ricorre alla società civile, risponde pensieroso Burshan. Ci si affida a quegli uomini di buona volontà di cui parla uno dei vostri scrittori e di
cui avete qui alcuni eminenti rappresentanti.
Quando la politica fallisce e si continua con la
guerra fratricida, c’è una sola via d’uscita: far capire a tutti che nessuno può vincere da solo e che
la salvezza, o il suicidio, possono essere soltanto
collettivi. E c’è un solo programma: convocare
una sorta di Loya Jirga, una grande assemblea,
dove tutti i protagonisti di questa rivoluzione interminabile e divoratrice saranno invitati e dove
gli assenti saranno designati come nemici della
pace e della Libia.
Burshan e i suoi amici contano sulla Francia.
Non vogliono interventi esterni, ma vedono di
buon occhio una missione di mediazione condotta dalla nazione amica per eccellenza. Eravate
con noi durante la guerra, dicono, siate con noi
durante la pace. Siete stati nostri compagni di
UN’ASSEMBLEA DI PACE
PER LA LIBIA DILANIATA
di Bernard-Henri Lévy
DORIANO SOLINAS
V
● Il corsivo del giorno
armi, siate nostri compagni nella riconciliazione
e nella ricostruzione. Ora che il terrorismo è internazionale, le nostre frontiere non sono anche
le vostre? Quanto al Sud libico, diventato l’arsenale e il santuario della nuova setta di assassini
che imperversa nella regione, perché non cominciare, insieme, a renderlo più sicuro?
La riunione si conclude con un ultimo intervento dei partecipanti, che prefigura quasi il governo di saggi e di esperti sognato da Burshan e
di cui si intravede improvvisamente la fattibilità.
È giunto il momento, per lui, di tornare di corsa
in Libia: è appena arrivata la notizia di un bagno
di sangue a Kekla, nel Jebel Nefusa, vicino a casa
sua. È giunto il momento, per noi, di tornare a
Parigi: non è escluso che siamo stati i testimoni
di uno di quegli eventi che, come dice Nietzsche,
accadono a passi di colomba ma sono, talvolta, i
più decisivi, e bisogna trasmetterne la notizia
senza indugio.
Mi rendo ben conto che non abbiamo chiuso
con il nostro giuramento libico. Che non siamo
dispensati dalle nostre responsabilità nei confronti degli uomini che il nostro Paese ha aiutato
a liberarsi e che oggi ha il dovere di aiutare a risollevarsi.
La speranza non è morta. La lotta, pacifica,
continua.
( traduzione di Daniela Maggioni)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’UNIONE E LA RUSSIA
IL CONFINE LIQUIDO
CHE PASSA DALL’UCRAINA
di Antonio Armellini
Pericoli
Una divisione del Paese
aprirebbe una faglia
dalle conseguenze
imprevedibili
N
on bastano le forniture di gas per far
volgere al bello il termometro della
crisi. L’Ucraina governata da Kiev ha
votato per l’Europa, ma il testa a testa
fra il presidente Petro Poroshenko e il
primo ministro uscente Arseny Yatseniuk ha rafforzato la mano dei partiti «patriottici», ostili a
cedimenti nei confronti di Mosca.
Nel resto del Paese non si è potuto, né voluto
per la gran parte votare: l’esito — scontato —
delle elezioni indette a Donetsk e Lugansk dai
separatisti filorussi è stato riconosciuto solo da
Mosca ed è foriero di ulteriori tensioni. Il Paese
resta profondamente diviso, al di là delle rivendicazioni degli uni e dei distinguo degli altri. La
spartizione che Putin avrebbe evocato con l’allora primo ministro polacco Donald Tusk è stata
prontamente smentita, ma riflette un sentimento largamente diffuso tanto a Mosca come a Varsavia.
I dieci principi dell’Atto finale di Helsinki permisero nel ventesimo secolo la coesistenza fra
Est e Ovest: si riteneva che avessero esaurito la loro funzione con il crollo del Muro. E invece c’è chi
immagina di ritornare nel ventunesimo secolo,
in un contesto per molti versi diverso e per altri
molto più uguale di quanto si pensi, alla vecchia
regola dell’«ambiguità costruttiva» nell’applicazione congiunta dei Principi dell’intangibilità
delle frontiere e dell’autodeterminazione.
La Crimea è stata annessa dalla Russia con
l’appoggio, o quantomeno senza l’ostilità visibile della popolazione. Della cosa non si parla più
e — al di là delle proteste formali — il principio
di autodeterminazione sembra avere vinto: nessuno in Occidente ha davvero voglia di «morire
per Odessa». Forse neanche per Donetsk e Lu-
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
LA COMMISSIONE
CRESCITA E MIGRANTI
LE SFIDE IMMEDIATE
DEL NUOVO GOVERNO UE
di Enzo Moavero Milanesi
Cambio di passo
L’esecutivo di Juncker ha
un programma completo:
ora devono arrivare i fatti
I
n Europa, inizia il suo mandato di cinque
anni (2014-2019) la nuova Commissione europea, presieduta da Jean-Claude Juncker.
Sono passati alcuni mesi dall’esito delle elezioni per il Parlamento europeo, a valle delle
quali si è aperto l’iter per la designazione della
Commissione. L’insediamento è avvenuto alla data prevista, smentendo chi pronosticava slittamenti, per possibili difficoltà politiche durante
l’articolato processo di nomina. Adesso, dopo
aver illustrato i loro intenti, nel corso delle pubbliche audizioni davanti al Parlamento europeo, i
ventotto componenti sono attesi alla prova delle
azioni concrete. La situazione generale resta
complessa: la crisi economica non è superata, difetta la crescita, la disoccupazione è alta; perdurano contrasti e guerre in aree geografiche vicine; i
sondaggi mostrano la disaffezione dei cittadini
per un’Unione europea che non risponde alle loro
attese. La Commissione, benché abbia perso la
centralità di un tempo, mantiene importanti poteri esecutivi, resta molto visibile ed è bersaglio
delle critiche più accese. La nuova compagine deve agire subito e vedo soprattutto due terreni di
sfida.
Il primo è istituzionale e riguarda ruolo e funzionamento della Commissione. Juncker ha più
forza politica, in virtù della novità del suffragio ricevuto, quale candidato del Partito popolare europeo, vincitore nel voto per il rinnovo dell’Europarlamento. Potrà farne buon uso, specie con i
governi nazionali, sovente propensi a visioni unilaterali. Ha rivoluzionato gli assetti interni, conferendo funzioni effettive ai vice presidenti: ognuno coordina un gruppo di commissari e sovrintende al contenuto delle iniziative che intendono
prendere. Gli effetti su un organo collegiale come
la Commissione possono rivelarsi notevoli. L’autonomia individuale dei singoli dovrebbe ridursi,
a beneficio di più approfonditi dibattiti preparatori. È possibile che questioni consensuali o meno spinose siano risolte nei diversi gruppi e poi,
formalizzate dal plenum a 28. Così, quest’ultimo
potrebbe concentrarsi sulle decisioni difficili, delicate e magari, deliberare votando, senza rincorrere compromessi consensuali. Sarà interessante
vedere come funzionerà nelle materie in cui è più
gansk, ma qui la situazione è più complessa ed è
il principio di integrità territoriale ad avere il sopravvento.
Una divisione dell’Ucraina aprirebbe una faglia in Europa dalle conseguenze imprevedibili:
salvaguardarne l’unità richiederà l’applicazione
di una delle tante forme di autonomia — più o
meno federale — offerte dal diritto internazionale e dal pragmatismo politico. A Kiev nessuno
è disposto ad ascoltare, per ora, ma qualsiasi alternativa sarebbe ad un tempo impraticabile e
pericolosa.
L’Ucraina è in Europa, per cui la scelta europea
potrebbe sembrare tautologica. Se tuttavia ciò
che si intende non è il continente, bensì l’Unione
Europea, la cosa si fa più complicata. Kiev ha tutto il diritto di volere un rapporto privilegiato con
questa Europa, attraverso il quale consolidare le
sue fragili istituzioni democratiche. La Russia
non può né vuole far parte dell’Ue: per i filoeuropei ucraini l’adesione sembra essere non tanto
❞
Visti da Mosca
Putin potrebbe accettare
l’adesione di Kiev alla Ue, ma non alla
Nato, che ha ripreso a considerarlo
un avversario come nel passato
incisivo il potere sugli Stati o sulle imprese, quali:
la politica economica e finanziaria; l’antitrust e gli
interventi pubblici nell’economia; le procedure
per le infrazioni alle normative Ue. Altra novità
per la Commissione è l’inedita carica di «primo
vice presidente», l’olandese Frans Timmermans,
fiduciario di Juncker e vera persona chiave del
nuovo sistema, in quanto responsabile della legalità degli atti, della semplificazione normativa,
del perseguimento di uno sviluppo sostenibile.
Sulla carta, tutti questi cambiamenti sembrano
positivi, ma è indispensabile averne al più presto
la prova nella realtà operativa.
La seconda sfida per la Commissione riguarda
l’azione politica. Anche qui, bisogna che fatti concreti seguano immediatamente le dichiarazioni.
Le aspettative sono notevoli, si chiede un deciso
cambio di passo. Nel programma del presidente
Juncker c’è tutto il necessario, in particolare: priorità a crescita e occupazione, Europa digitale,
mercato unico dell’energia, attenzione al cambiamento climatico, nuova politica per le migrazioni, accordo transatlantico, tutela dei diritti fondamentali. Non sono obiettivi nuovi e sono temi obbligati: la sfida sta nei risultati e nella tempistica. I
cittadini hanno perso fiducia: bisogna ridargliela
e riconquistarli.
Fra le iniziative davvero urgenti, ricorderei le
seguenti. Entro l’anno c’è l’impegno a spiegare
come saranno mobilitati gli annunciati 300 mi-
❞
La struttura
Cambia il funzionamento interno: si
potrebbe tornare a prendere decisioni
a maggioranza e non all’unanimità
liardi di euro di investimenti europei addizionali,
pubblici e privati, nel prossimo triennio. L’interdipendenza economica nell’Unione funge da cinghia di trasmissione di problemi e opportunità:
va accentuata la convergenza, vincolando tutti i
governi — nessuno escluso — alle indispensabili
riforme, da tempo ben note. Il continuo flusso di
migranti è scandito da tragedie e ha un impatto
asimmetrico nei diversi Stati dell’Ue: s’impongono soluzioni cooperative ed eque di schietta impronta solidaristica. La sudditanza energetica e
gli effetti del cambiamento climatico preoccupano molto e — dato il rilievo —, sono questioni affrontabili solo a livello europeo: occorre rompere
gli indugi, modulare strategie industriali rispettose delle esigenze ambientali e della salute, investire su scala continentale, in un’ottica di condivisione che superi le attuali frammentazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
un modo per completare l’apertura al mercato,
quanto la via più rapida per il distacco definitivo
da Mosca. È anche per questo che piace ai polacchi e ai baltici. L’ integrazione europea non deve
finire ostaggio di logiche geopolitiche che le sono estranee: l’Ucraina diventerà membro dell’Unione Europea quando ne avrà accettato tutte
le regole; nel frattempo sarà necessario procedere con molta accortezza.
E la Nato? L’Alleanza si è ricompattata intorno
alla crisi ucraina e la combinazione di sanzioni
economiche e di fermezza politica ha indotto
Putin ad ammorbidire i toni. La crisi ha comportato una rivisitazione dell’insieme dei rapporti fra la Nato e la Russia e il clima si è fatto
più duro: riprendere una collaborazione forse
artificiosa ma politicamente utile richiederà
tempo, così come bisognerà evitare che, di soppiatto, facciano capolino nostalgie superate. Se
Mosca potrebbe al limite accettare una Ucraina
nell’Unione Europea, vederla all’interno di una
organizzazione che ha ripreso a considerarla un
avversario e non un partner, sarebbe davvero
difficile.
La linea che corre fra Europa e Russia non è
più scandita da muri e reticolati: è «liquida»,
esiste e passa oggi attraverso l’Ucraina. La Nato
ha ottenuto sin qui un risultato tanto più prezioso quanto tutt’altro che certo all’inizio. Dovrà
nel suo stesso interesse governarlo senza cedevolezze pericolose, avendo ben presenti priorità
fondamentali e limiti per entrambi.
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●H
29
KOHL CONTRO SCHRÖDER
UN ATTACCO INGENEROSO
COMMENTI
DAL MONDO
Le prime crepe
nel fronte
dei «Brics»
storia dei Brics ha
●
❞ «La
tre grossi, e nuovi,
problemi» scrive Gideon
Rachman sul Financial
Times, riferendosi al gruppo
formato da Brasile, Russia,
India, Cina e Sudafrica. Il
primo è economico: tre dei
cinque Paesi hanno
problemi di crescita. Il
secondo è politico: gli
episodi di corruzione sono
sempre più evidenti. E il
terzo riguarda l’eterogeneità
del gruppo. «I Brics —
spiega l’autore — possono
condividere l’idea che
l’Occidente abbia avuto il
potere troppo a lungo, ma
hanno visioni del mondo
profondamente divergenti».
Brittany Maynard
e la speranza
di una fine migliore
la morte di
●
❞ Dopo
Brittany Maynard — la
29enne americana che ha
annunciato il suo suicidio
assistito dopo che le è stato
diagnosticato un cancro —
Rebecca Mead parla, sul
New Yorker, di come la lotta
per una morte dignitosa
potrebbe cambiare le vite
di tutti. «Pensiamo sempre
al matrimonio come a un
esempio di artificiosa
perfezione, all’unica
occasione di preparare nei
dettagli un momento
decisivo della nostra vita.
Ma molti potrebbero avere
il diritto e la responsabilità
di fare lo stesso con la fine
della propria vita».
La storia crudele
nascosta
in Svizzera
metà dell’800 fino
●
❞ Dalla
all’inizio degli anni 70, il
governo svizzero ha tolto
centinaia di migliaia di bimbi
alle loro famiglie urbane
impoverite per spedirli in
campagna come
manodopera a basso costo.
La vergogna dei «bambini a
contratto», molti dei quali
subirono violenze e abusi, è
stata oggetto di una
petizione che, spiega
l’International New York
Times di Dean Baquet,
punta a dare risarcimenti a
diecimila vittime. Sono state
raccolte le 100 mila firme
necessarie: «Cosa farà il
governo, però, resta ancora
una domanda aperta».
a cura di Davide Casati
elmut Kohl, il Grande Europeo è tornato. Per lanciare un
grido di allarme. In
Aus Sorge um Europa, preoccupato per l’Europa, il
suo libro in uscita in Germania,
il Cancelliere della riunificazione denuncia «la mancanza di
senso della Storia e di coraggio,
la paura e la superficialità» degli attuali dirigenti europei. «È
tempo — scrive — di tornare a
prendere sul serio il progetto
europeo, ritrovare più senso e
spirito comuni».
Ma Kohl coglie l’occasione
anche per regolare alcuni conti
con il recente passato tedesco.
E accusa il suo successore, Gerhard Schröder, di essere stato
all’origine della crisi dell’euro,
violando nel 2003 i criteri di
Maastricht insieme alla Francia: «Un pezzo vergognoso della politica tedesca e un tradimento della cooperazione
franco-tedesca, che mai avrebbe dovuto essere rivolta contro
il patto di Stabilità». C’è un elemento di rancore e di ingenerosità, in questa accusa.
Il governo rosso-verde sforò
il 3% del deficit, con l’assenso
forzato dei partner europei. Ma
lo fece non per scialare, bensì
per ammortizzare socialmente
riforme radicali del mercato
del lavoro e delle pensioni,
quelle che hanno poi permesso
alla Germania di tornare forte e
prospera. Un merito che anche
Angela Merkel riconosce a
Schröder. Si possono capire
l’afflato europeo e la preoccupazione del posto nella Storia
che animano Kohl. Ma la crisi
dell’euro non può essere fatta
risalire a quell’episodio. Semmai, in quel passaggio proprio
la Germania dovrebbe cercare
ispirazione, mostrando più
flessibilità e capacità di leadership, per riportare l’Europa sulla strada indicata dal vecchio
Cancelliere.
Paolo Valentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ASSALTO AI VECCHI PARTITI
DALLA SPAGNA ALLA GRECIA
I
n Spagna è una notizia
clou: se si votasse ora, seco n d o u n s o n d a g g i o
commissionato da El
País, il primo partito sarebbe Podemos, gruppo fondato solo otto mesi fa come prosecuzione del movimento degli
Indignados che, nel 2011, occupò per mesi le piazze.
Alle elezioni europee Podemos aveva ottenuto l’8% dei voti
diventando la quarta forza politica del Paese. Ora, anche se di
sondaggio si tratta, saremmo
di fronte a un boom. Pochi
giorni fa il leader Pablo Iglesias, 35enne professore di
Scienze politiche, ha sottoposto ai militanti la scelta di diventare un partito vero e proprio: dai 7 mila sostenitori riuniti a Madrid ha ottenuto un
largo consenso e ora il sondaggio prosegue sul web.
Il voto online non è l’unica
somiglianza tra Podemos e, in
Italia, il Movimento 5 Stelle:
militanti giovani, spesso alla
prima esperienza politica, nes-
sun dialogo con i partiti tradizionali, popolari e socialisti
considerati «casta» e «ladri»
alla stessa stregua. Una furia
contro la «vecchia politica»
che, in altri Paesi europei, alimenta la destra populista.
Con i Cinquestelle ci sono
anche differenze: Podemos intanto diventa un partito, mentre l’M5S tiene molto alla sua
natura di movimento, e poi ha
un programma più connotato a
sinistra e infatti a Strasburgo
ha scelto di collocarsi nella Sinistra europea. Il boom degli
«indignati» spagnoli ha qualche similitudine anche con
l’ascesa di Syriza in Grecia. La
sinistra di Alexis Tsipras ha
«svuotato» i socialisti del Pasok, per decenni al centro della
scena. Qualcosa di simile potrebbe accadere in Spagna: lo
schema fisso di due grandi partiti tradizionali (Psoe e Pp) che
si alternano al potere potrebbe
saltare.
Massimo Rebotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PIÙ OCCUPATI STRANIERI
MA PER LAVORI SOTTOPAGATI
S
embra una buona notizia, e invece contiene
segnali critici. «Anche
negli anni più bui di
questa recessione —
annota la studiosa Laura Zanfrini nell’ultimo rapporto della
Fondazione Ismu —, gli occupati stranieri hanno continuato
a crescere».
Il dossier nazionale sull’immigrazione, presentato ieri,
per l’Ismu è il ventesimo: serve
agli esperti per tirare le somme
di due decenni di arrivi, partenze e (soprattutto) insediamenti in Italia. In vari settori,
lavoro compreso. Nel 1991 gli
archivi Inps registravano
209.220 stranieri regolarmente
assunti, nel 2000 erano già
quadruplicati. Tra il 2005 e il
2013 , i lavoratori immigrati sono aumentati di 1 milione 187
mila unità (arrivando a 2 milioni 393mila). Al tempo stesso,
gli occupati italiani si sono ridotti: meno 1 milione 329 mila.
Non sono dati sovrapponibili:
gli «autoctoni» non sono stati
sostituiti dagli stranieri.
Le cifre rendono piuttosto
«l’idea di come il nostro mercato del lavoro abbia imboccato la via bassa — spiega Zanfrini, sociologa della Cattolica —,
puntando sulla contrazione del
costo del lavoro, rinunciando a
investire sul capitale umano e
sfruttando la flessibilità degli
immigrati». Fino ai casi limite
della semischiavitù: i raccoglitori di pomodori in Puglia, gli
africani negli aranceti in Calabria, gli abusi sulle lavoratrici
romene nel Ragusano.
Se c’è ancora lavoro in Italia,
spesso è faticoso, sottopagato,
ricattabile. Ed è più probabile
che siano disposti a farlo gli
stranieri (tra i quali aumenta
anche la disoccupazione). Su
questa linea, i dati Eurostat: il
29% dei migranti ha un’occupazione elementare (rispetto al
7% degli italiani); il 52,9% è
operaio; e a svolgere un lavoro
qualificato, pur con diploma o
laurea, è meno di 1 su 10.
Alessandra Coppola
terrastraniera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
30
Economia
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La Lente
di Federico De Rosa
Intesa Sanpaolo
e la fiducia
dei dipendenti
sul titolo
I
ntesa Sanpaolo incassa
la fiducia dei
dipendenti. Il piano di
investimento a loro
riservato da Ca’ de Sass si è
chiuso con un’adesione
dell’80%. Lo hanno
sottoscritto il 91% dei
dirigenti e il 79% dei
dipendenti dell’istituto, i
quali riceveranno titoli
Intesa Sanpaolo in più
tranche e sotto diverse
forme. Il piano denominato
«Leveraged Employee CoInvestment Plan» prevede
l’attribuzione gratuita di
una prima tranche di titoli e
di una seconda legata a un
aumento di capitale,
anch’esso gratuito, infine
l’ultima tranche prevede un
ulteriore ricapitalizzazione
e l’assegnazione di azioni a
pagamento, ma a sconto.
Valore del pacchetto: 150
milioni di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Montepaschi, corsa per l’aumento
Operazione da 2,1 miliardi, senza Stato
Domani il consiglio di amministrazione. Il premier: soluzione vicina per gli istituti
ROMA Alla Borsa l’annuncio è
bastato. Il titolo del Montepaschi ha ripreso quota, guadagnando l’1,48% a 0,61 euro, ben
sotto i massimi di seduta, dopo
il crollo della scorsa settimana,
quando aveva accumulato perdite pari al 40%. Del resto la comunicazione diffusa da Rocca
Salimbeni domenica sera, dopo la triangolazione con Bankitalia e ministero dell’Economia, era stata netta. Mps farà
un aumento di capitale per l’intero ammontare del deficit segnalato dagli stress test della
Bce - 2,1 miliardi - senza ricorrere a fondi pubblici. Non ci sarà quindi, stando all’annuncio
fatto, neanche un prolungamento del prestito al Tesoro,
ma anzi, semmai, un rimborso
anticipato mentre resta in campo la cessione di alcuni asset.
L’aumento di capitale dovrebbe essere assicurato dai soci che hanno provveduto all’operazione da 5 miliardi conclusa a giugno, compresi quindi la Fondazione e i soci esteri -
Il caso
di Erika Dellacasa
GENOVA Le indiscrezioni sull’in-
teresse del fondo di Andrea Bonomi nei confronti di Banca
Carige hanno fatto bene al titolo che ieri è arrivato a guadagnare oltre l’8% nel corso della
seduta, chiusa in rialzo del
3,29%, dopo il calo seguito alla
bocciatura della Bce.
Al di là delle smentite di rito
di Investindustrial il nome di
Bonomi è tornato sulla scena
bancaria genovese, quello che
rimane aperto è il «come» il finanziere intenda muoversi soprattutto nei confronti del socio di riferimento di Carige, la
Fondazione oggi al 19 per cen-
Così in Borsa
Nell’ultimo mese
0,962
IERI
0,61 euro
per azione
+1,48
0,887
0,812
0,737
0,662
ottobre
8
14
20
26
30
Fonte: Borsa Italiana
Montepaschi
Alessandro
Profumo
0,588
d’Arco
il fondo Fintech Advisory e la
società di investimento Btg
Pactual - anche se solo Axa è
per ora uscita allo scoperto.
Dovrebbe essere lo stesso anche il consorzio di collocamento guidato da Ubs e Citicorp a
cui si potrebbero aggiungere
Morgan Stanley, Mediobanca,
Goldman Sachs, Barclays e
Merrill Lynch. Tra gli investitori interessati ci sarebbero pure
altri fondi esteri attirati dalla
possibile ripresa di valore della
banca. E proprio ieri sera, con
una nota, il fondo Nit Holdings
Limited con sede ad Hong
Kong ha annunciato - ma a Siena non è arrivata alcuna comunicazione - la disponibilità ad
investire in Mps fino a 10 miliardi.Il piano di rafforzamento
patrimoniale dovrà essere presentato a Francoforte entro il 10
novembre e Mps ha convocato
per il 5 luglio il consiglio di amministrazione per deliberare.
«La soluzione è a portata di
Btg Pactual
Il banchiere
André Esteves
mano» ha detto ieri il presidente del consiglio, Matteo
Renzi rilevando che comunque
i risultati degli esami della Bce
«dicono che la stragrande
maggioranza del sistema bancario italiano è in grado di
fronteggiare le sfide del futuro». Le due banche «che hanno
incontrato difficoltà stanno lavorando alacremente per trovare soluzioni» che sono vicine,
ha aggiunto.
Mps «ha pagato la cattiva gestione del passato», ha detto
ieri, parlando al parlamento
europeo e citando il governatore di Bankitalia Ignazio Visco,
la francese Danièle Nouy, numero uno del nuovo organismo di vigilanza della Bce, che
proprio oggi diventa operativa.
Le banche italiane «sono state
condizionate dall’economia in
recessione» ha aggiunto, assicurando che gli esami della Bce
sono stati svolti in modo «equo
e molto trasparente».
Stefania Tamburello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Carige, la Borsa guarda a Bonomi
Il titolo sale del 3,3% dopo un picco dell’8%. Confronto tra banca e Fondazione
to. Banca e Fondazione infatti
si avviano a un confronto che le
vede su posizioni diverse: il board presieduto da Cesare Castelbarco ha presentato un capital plan imperniato su un aumento di capitale fino a 650
milioni di euro (garantito da
un consorzio guidato da Mediobanca). Fondazione, che
non potrebbe sottoscrivere pro
quota, propone un aumento di
300 milioni rinviato nel tempo
affiancato da strumenti ibridi
di capitale e altre operazioni di
supporto.
A dettare la tempistica tuttavia – anche se Fondazione ha
già iniziato a tirare il freno – è
la Bce che ha chiuso l’esame
agli stress test di Carige indicando uno shortfall di 813 milioni di euro.
Bonomi potrebbe riaprire
con Fondazione il confronto
che la primavera scorsa si era
chiuso piuttosto burrascosamente, per quanto la freddezza
del presidente Paolo Momigliano consenta l’uso di questo
avverbio. Proprio Momigliano
definì «stracciato» per non dire offensivo il prezzo che Bonomi aveva allora offerto per rilevare il 20 per cento delle azioni.
Tutti, Banca e Fondazione, in-
sistono nel lanciare segnali sulla necessità di un investitore
«non speculativo» che si impegni su un periodo medio lungo, dai cinque ai dieci anni,
partecipando a un progetto industriale.
Quanto al capitolo aggrega-
19%
la quota di Fondazione Carige
L’azionista di riferimento di Banca
Carige propone un aumento
di capitale da 300 milioni di euro
zioni, Carige non lo escluderebbe ma rinvia l’esame a dopo
l’aumento di capitale mentre
Fondazione ha concluso il suo
cda venerdì scorso con un’indicazione forte sulla necessità di
considerare aggregazioni prima della ricapitalizzazione. E
mentre Banca Carige sta già
preparando la documentazione per la vendita di Creditis
(crediti al consumo) sembra
un po’ meno decisa nella cessione della private banking Cesare Ponti che, si dice, al futuro
azionista Bonomi non spiacerebbe mantenere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
Industria
Auto, vendite
in aumento del 9,2%
Chrysler spinge Fca
ECONOMIA
Dopo una battuta d’arresto registrata ad agosto, il
mercato dell’auto torna a respirare. A ottobre sono state
immatricolate 121.736 vetture, più 9,21% su base
annua. Rispetto a settembre, la variazione è del +3,68%.
Bene anche l’usato: a ottobre il mercato registra un
+7,26%. Le immatricolazioni sono in crescita per il
secondo mese consecutivo: il mercato aveva dato
segnali di ripresa a luglio (più 5,02%), poi un lieve calo ad
agosto (meno 0,20%). A settembre, invece, si è
registrato un più 3,27%. Fiat Chrysler Automobiles ha
immatricolato a ottobre 33 mila vetture con un aumento
del 5,6% rispetto all’anno scorso. La quota è stata del
27,1% rispetto al 28% di ottobre 2013. Da inizio anno
Fca ha venduto quasi 322 mila auto (+0,2%) e la quota
di mercato è stata del 27,8% (-1,1%). Chrysler corre con
Jeep Renegade (nel mese di lancio duemila auto
vendute). Il marchio americano ha peraltro segnato in
ottobre un balzo del 22% sul mercato statunitense.
Tra le case estere, leader per quota di mercato il mese
scorso nel nostro Paese è stato il gruppo Volkswagen
con una quota del 14% e vendite in rialzo del 16,5%,
davanti a Psa Peugeot Citroën con l’8,65% e vendite in
rialzo del 3,8% e Renault con il 9,5% e un incremento del
32,4%. In progresso anche Ford (+16,3%), Hyundai
(+20,8%), Toyota (+16,3%), Bmw (+12,9%) e Nissan
(+30,6%). Secondo Massimo Nordio, presidente Unrae,
l’associazione delle case estere, il mercato non coincide
con le vendite alle famiglie che sono la «vera cartina di
tornasole dello stato di salute del mercato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Tregua sulle regole o credito a rischio»
L’amministratore delegato Unicredit: in arrivo nuovi criteri più stringenti per le banche
«Il taglio Irap spingerà le assunzioni. Il gruppo? Il cambiamento ha guidato questi 15 anni»
MILANO «L’esame è passato».
Al vertice
Federico
Ghizzoni,
piacentino,
59 anni,
amministratore
delegato di
Unicredit dal
30 settembre
2010
succedendo
ad Alessandro
Profumo
alla guida
dell’istituto
di credito di
piazza Aulenti
Sicuro?
«Sicuro, sicuro. La Bce ha
certificato che abbiamo un eccesso di capitale di 8,7 miliardi.
Una base che ci fa stare tranquilli. Intendiamo tenercelo».
Sono tempi complicati per le
banche e Federico Ghizzoni,
amministratore delegato di
Unicredit, l’istituto che nasceva
quindici anni fa dalla fusione
tra il Credit e le Casse di risparmio di Verona e Torino, già ragiona su quello che sta per accadere. «C’è in corso una discussione al Financial Stability
board per un ulteriore rafforzamento del total capital, per elevarlo al 16-20% dell’attivo ponderato per le banche sistemiche. Vuol dire che nei prossimi
anni solo per i gruppi europei
cosiddetti sistemici potrebbe
servire nuovo capitale per 300
miliardi. E il mercato chiederebbe sforzi analoghi a tutte le
altre banche».
Ma non è troppo, più capitale, alla fine, vuol dire anche
meno credito alle imprese e
alle famiglie…
«Se verrà deciso le banche si
adegueranno, ma misure di
questo tipo finiscono con il frenare la crescita. L’impatto sull’economia può essere significativo. Certo i regolatori giustamente sostengono che bisogna
aiutare le imprese ad aumentare il loro capitale e a rivolgersi
ai mercati finanziari. Già oggi
lo stiamo facendo. Ma in Europa il credito vale ancora il 60%
del totale, il 40% viene dal mer-
Hi tech
di Massimo Sideri
L’edificio di
Vimercate è
uno dei sette in
Europa che ha
ottenuto la
certificazione
«leed
platinum»,
ossia la più
importante
certificazione
energetica al
mondo. La
nuova sede di
Alcatel Lucent
è di 33 mila
metri quadrati,
con un
investimento
da 60 milioni di
euro: un
migliaio i
dipendenti che
ci lavorano e
«circa 350
persone» si
dedicheranno
all’innovazione
tecnologica nei
7 mila metri
quadrati dei
laboratori di
ricerca
VIMERCATE Quella che il ceo Michel Combes chiama la seconda fase di Alcatel Lucent (il
momento dell’innovazione dopo il primo, più doloroso ma
ormai alle spalle, della ristrutturazione) passa saldamente
anche dall’Italia. Le coordinate
precise sono quelle dell’Energy
park di Vimercate dove il gruppo con un’operazione da 60
milioni di euro, di cui 40 messi
dalla società Segro che gestisce e sta rilanciando l’area, ha
rielaborato la storica sede della
ricerca del produttore di reti
franco-americano. Il risultato è
uno dei sette edifici in Europa
(solo 50 nel mondo) che hanno ottenuto la «leed platinum», la più importante certificazione energetica al mondo
(si va dal recupero delle acque
meteoriche alle vetture elettriche per muoversi all’interno
del parco in stile Google Campus). Ma, soprattutto, ha sottolineato il chief executive officer
per l’Italia e l’area mediterranea di Alcatel Lucent, Roberto
Loiola, è la polizza assicurativa
sulla presenza del gruppo sul
nostro territorio: «Siamo qui
in Italia da quasi cento anni
considerando i cambi societari. Abbiamo contribuito a co-
Così in Borsa
L’andamento del titolo nell’ultimo mese
Ieri 5,72 euro
per azione
(-0,69%)
6,028
5,866
5,705
5,544
5,211
5,211
8 ott
14 ott
Fonte: Borsa Italiana
cato finanziario e azionario.
Non siamo gli Stati Uniti dove
Borsa e bond valgono il 70%
delle risorse finanziare delle
aziende. Il periodo di transizione potrebbe essere difficile per
le imprese, in particolare le
medio-piccole».
Meglio una tregua delle regole, e un po’ di tempo prima
di arrivare a Basilea 4?
«Non dico questo ma i governi devono rifletterci».
Unicredit quanti fondi ha
preso dal Tltro della Bce?
«Un finanziamento da 7,75
miliardi per l’Italia. A venerdì
ne avevamo erogati 2,2 e abbiamo altre richieste per un totale
di cinque. Abbiamo inviato già
70 mila lettere a piccole e medie imprese per attivare questi
fondi, intendiamo coinvolgerne altre 80 mila. Il tutto,collaborando con il Fondo centrale
di garanzia e i confidi. E se è vero che oggi i tassi sono la metà
rispetto al 2011, che fu il picco
della crisi, molti imprenditori
considerano vantaggiose le
condizioni economiche ma vedono mancare il secondo pilastro, la fiducia. Necessaria per
investire».
Della legge di Stabilità qual
è il provvedimento che potrebbe funzionare?
«Il taglio dell’Irap aumenterà le assunzioni e la flessibilità
del jobs act darà effetti sul lavoro. Credo che molte imprese
potrebbero rivedere, in positivo, le loro scelte».
Unicredit compie 15 anni.
Da banca di Stato, come Credit, a gruppo che occupa 140
mila persone…
«È cresciuta perché non ha
avuto paura del cambiamento.
Il salto è avvenuto con l’occasione irripetibile delle privatizzazioni nell’Europa dell’Est, poi
c’è stata l’acquisizione in Germania di HypoVereinsbank. E
ora la sfida è un servizio adeguato alle esigenze di clienti
20 ott
26 ott
❞
Su 7,7
miliardi
presi dalla
Bce, ne
abbiamo
impiegati
cinque
Le filiali? La
tecnologia
ha cambiato
le abitudini.
Pioneer,
avanti con
il Santander
30 ott
d’Arco
sempre più globali».
Il cambiamento vuol dire
anche tecnologie…
«Oggi solo il 16% della clientela va esclusivamente in filiale.
E ci va poco, una decina di volte
l’anno. Oltre il 40% utilizza strumenti, come gli smartphone e i
tablet, con cui interagisce con
noi almeno 200 volte in dodici
mesi. Il cambiamento è già avvenuto. Una volta l’amministratore delegato era il garante della stabilità, oggi dev’essere il
garante del cambiamento, delle soluzioni nuove. Anche molti imprenditori stanno cambiando...».
Esempio…
«Prima della crisi erano ossessionati dal controllo al 100%
delle loro azienda. Ora molti
sono pronti ad aprirsi a partner
finanziari e industriali, rinunciando al controllo totale per
crescere insieme. Una specie di
rivoluzione per le aziende italiane. Diluirsi per crescere. Co-
L’Energy park di Alcatel Lucent
Loiola: puntiamo sulla ricerca
struire la rete di questo Paese.
Ora con questo investimento
molto significativo le mille
persone che lavorano qui saranno il fulcro mondiale per le
ricerche sull’ottica e sulle mi-
croonde per l’intero gruppo.
Inoltre qui a Vimercate ci sarà
anche un supporto tecnico
globale per tutti i clienti». In
realtà, ad attenderlo all’ingresso oggi c’era anche una rappre-
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RaiWay, al via
l’operazione
Piazza Affari
è trapelata da un consigliere regionale
di opposizione, il forzista Edoardo
Tocco. Peccato che Meridiana - spiega
l’azienda - «non è in vendita». Almeno
non prima di aver completato la
ristrutturazione che prevede 1.634
esuberi. Oggi confronto con i sindacati.
Fabio Savelli
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La sede
La nuova sede
di Alcatel
Lucent
all’Energy park
di Vimercate
Una manifestazione di interesse
recapitata alla Regione Sardegna e non
al management dell’azienda-target.
Con una missiva indirizzata al
presidente Francesco Pigliaru. La
presunta offerta per rilevare la
compagnia Meridiana da parte del
fondo cinese Pingji Equity Investments
(che ha appena rilevato il Pavia Calcio)
me hanno fatto le nostre Fondazioni-azioniste, scese dal 40
a circa il 12%. Essere disposti a
controllare meno pur di aumentare dimensione e valore
delle imprese. E delle banche».
A proposito di controlli, da
oggi i poteri di Vigilanza passano da Bankitalia alla Bce…
«Abbiamo già conosciuto il
team che si occuperà di noi da
Francoforte. E a Francoforte,
Unicredit ha un nuovo ufficio
per i rapporti con l’autorità di
vigilanza. È una svolta molto
importante, un passo nella direzione del mercato unico. Si
tratta di definire gli ultimi dettagli di funzionamento del
nuovo sistema e del passaggio
di consegne con Bankitalia. Ma
ormai ci siamo».
Il primo test europeo ha visto due bocciature, Mps e Carige. Troppo severi con noi?
«Purtroppo l’Italia è in una
situazione peggiore degli altri.
Veniamo da tre anni di recessione e negli scenari degli
stress test se ne ipotizzano altri
tre. Sei anni così mettono a dura prova i bilanci delle banche.
È accaduto questo, nessuna discriminazione».
A che punto è la trattativa
con Santander per Pioneer?
«Stiamo andando avanti».
Mediobanca ha ribadito
che conserverà solo la quota
Generali (Unicredit è primo
socio con il 9%, ndr)…
«Hanno definito un piano
industriale, ora devono attuarlo. Una cosa mi sembra evidente, si sta trasformando in una
banca molto diversa da qualche tempo fa. Resta un punto
di riferimento nell’advisory e
nell’investment banking, ma è
sempre più attiva come banca
commerciale. È cambiata molto, come il mercato».
Nicola Saldutti
Prima la Borsa, poi altri soci? È
previsto il 19 novembre il
debutto in Borsa di RaiWay, la
società Rai con 2.300 torri di
trasmissione. Presentata ieri a
Milano, è la seconda
privatizzazione dell’anno dopo
Fincantieri (- 17% a ieri dal
collocamento). L’azienda ha i
conti in ordine (155,2 milioni
di ricavi, 80,4 di margine e
72,9 di debiti netti, bilancio
pro-forma nei nove mesi 2014)
e vuole crescere con gli
operatori telefonici. Non ha
preso impegni sui dividendi
(ma non li esclude), si quota
senza aumento di capitale e
con poco flottante: al massimo
il 35%. Per un ulteriore 14,9%,
però, non viene esclusa una
cessione successiva, visto che
la Rai può vendere fino al
49,9%. «Ci teniamo un
margine per il futuro», dice il
presidente Camillo Rossotto.
Un interesse potrebbe forse
venire da F2i, se riuscisse ad
aggiudicarsi le torri Wind.
L’offerta in corso ha due
calamite: un’azione gratuita
ogni 20 per i risparmiatori,
una ogni 10 per i dipendenti.
Alessandra Puato
sentanza dei 200 in cassa integrazione e dei 300 ex dipendenti esternalizzati. Una decisione che comunque il gruppo
difende («l’alternativa erano i
licenziamenti»).
Le difficoltà degli ultimi anni non sono un mistero: nei
momenti di massimo splendore proprio qui a Vimercate
c’erano oltre duemila dipendenti. Ma lo stesso Loiola ha ricordato che «siamo tornati a
crescere in termini di fatturato
nei primi nove mesi del 2014. E’
la premessa per fare tornare il
gruppo in salute, cosa che ci
attendiamo già dal 2015». Dopodomani è atteso il premier
Matteo Renzi per fare visita alla
nuova sede del gruppo.
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Trasporto aereo
Meridiana,
il mistero
dell’offerta
del fondo cinese
31
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
32
AZIENDA SANITARIA LOCALE MILANO N. 1
Sede Amministrativa: Via Al Donatore di Sangue, 50
20013 Magenta (MI)
ESTRATTO BANDO DI GARA
Questa Amministrazione rende noto di aver indetto le seguenti gare d’appalto a procedura aperta, ai sensi del D.Lgs.
163/2006 e s.m.i.: 1) Deliberazione del Direttore Generale
n. 533 del 2/10/2014 - Indizione gara d’appalto a procedura
aperta per l’affidamento del servizio di spedizione postale e
consegna della corrispondenza, in unione d’acquisto tra
l’ASL Milano 1 (capofila) e l’ASL Milano 2. Periodo 36 mesi,
per un importo complessivo pari ad € 1.540.857,62 IVA
esclusa, di cui oneri per la sicurezza riferiti a rischi da interferenze nelle lavorazioni (DUVRI) pari a Euro zero. Categoria di servizi: 7. CPV 64112000. N. CIG: 5954261B9B.
Scadenza presentazione buste telematiche di offerta:
20.11.2014 entro le ore 16.30. Data di seduta pubblica:
21.11.2014 alle ore 10.00, sala riunioni Palazzina “L”, Via
al Donatore di Sangue 50 - 20013 Magenta. 2) Deliberazione
del Direttore Generale n. 534 del 2/10/2014 - Indizione gara
d’appalto a procedura aperta per l’affidamento dei servizi
infermieristici e di assistenza alla persona per l’Hospice di
Magenta. Periodo 36 mesi, per un importo complessivo di
Euro 1.662.632.= IVA esclusa, di cui oneri per la sicurezza
riferiti ai rischi da interferenza nelle lavorazioni (DUVRI) pari
a euro zero. Categoria di servizi: 25. CPV 85.10.00.00. N.
CIG: 5837913E32. Sopralluogo obbligatorio, secondo le
modalità indicate nella documentazione di gara. Scadenza
presentazione buste telematiche di offerta: 21.11.2014 entro
le ore 16.30. Data di seduta pubblica: 24.11.2014 alle ore
10.00, sala riunioni Palazzina “L”, Via al Donatore di Sangue
50 - 20013 Magenta. Le presenti procedure saranno gestite
interamente utilizzando il Sistema di intermediazione telematica di Regione Lombardia “SINTEL”, dove è pubblicata
l’intera documentazione di gara, al quale è possibile accedere attraverso l’indirizzo internet corrispondente all’URL
www.arca.regione.lombardia.it. Bandi di gara integrali pubblicati ai sensi del D.Lgs.163/06 sulla GUUE e sulla GURI e
reperibili sul sito aziendale www.aslmi1.mi.it. Responsabile
del Procedimento: Responsabile UOC Gestione Risorse Materiali. Punti di contatto: Area supporto gare e contratti dell’ASL (tel.02.97973.821/992, fax 02.97973.980) eMail PEC:
[email protected]
Magenta, 27.10.2014
Il Direttore Dipartimento Amministrativo
Avv. Marino Bottini
COMUNE DI GENOVA
STAZIONE UNICA APPALTANTE DEL COMUNE
Via Garibaldi 9 Ge 16124 • [email protected]
AVVISO D’APPALTO AGGIUDICATO
Si rende noto che il Comune di Genova,
mediante procedura aperta, ha assegnato al
R.T.I.
MARIO
MENICHINI
S.R.L.
/
MUSTACCHIO GIOACCHINO COSTRUZIONI
S.R.L. la procedura avente oggetto
Affidamento
della
realizzazione
e/o
completamento di impianti antincendio a
servizio degli istituti scolastici: mat. Villa Banfi
via Pegli, 39 a – media Barbino via Cantore, 29
b - comunale Inf. San Luigi Salita Carbonara,
65 – materna Bertani via Bertani, 7 – media
Assarotti-Quasimodo via Sapello, 3 –
elementare Barrili piazza Palermo, 11 –
materna Olivieri via Angelo Olivieri, 71 – elem.
Fermi Piazza Duca Abruzzi, 6 a – elem. Pascoli
via Opisso, 37 – media Don Milani-Colombo
salita Carbonara, 51 – elem. Maria Mazzini
corso Firenze, 1 – elem G. Mazzini media
Lucarno via Lodi, 4 – elem Ferrero via Cervetto,
42 – media Barrili/Paganini via Montezovetto, 7
– asilo, materna, elementare e media via
Calamandrei, 57. • L’avviso di appalto
aggiudicato è affisso all'Albo Pretorio del
Comune, è in corso di pubblicazione sulla
G.U.R.I. ed è scaricabile sui siti internet
www.appaltiliguria.it
www.serviziocontrattipubblici.it
www.comune.genova.it
IL DIRIGENTE
Dott.ssa Cinzia MARINO
Per la pubblicità
legale e finanziaria
rivolgersi a:
TRIBUNALE DI RIMINI
Sezione Fallimentare
Fallimento METHA GESTIONI SRL CON SOCIO UNICO IN LIQUIDAZIONE
Giudice Delegato Dott.ssa Maria Antonietta Ricci
PEC [email protected]
AVVISO DI VENDITA DI COMPENDI AZIENDALI
OPERANTI NEL SETTORE ALBERGHIERO
La procedura intestata
vende
in lotti distinti le singole aziende alberghiere di seguito descritte al prezzo base indicato in corrispondenza di ognuna di esse:
LOTTO 1) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Plus Firenze Business, esercitata in Scandicci, Via Pantano n. 16 - PREZZO BASE euro 53.000.
LOTTO 2) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Torino Mirafiori, esercitata in Torino, Via
Paolo Gaidano n. 113 - PREZZO BASE euro 120.000.
LOTTO 3) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Plus Udine Tavagnacco, esercitata in Tavagnacco, Via Adia Alpi n. 10 - PREZZO BASE euro 88.000.
LOTTO 4) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Milano Wattredici, esercitata in Milano,
Via G. Watt n. 13 - PREZZO BASE euro 1.290.000.
LOTTO 5) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Milano Bicocca, esercitata in Milano, Via
della Giustizia n. 10 - PREZZO BASE euro 214.000.
LOTTO 6) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Plus Milano San Siro, esercitata in Milano,
Via Gaetano Airaghi n. 125 - PREZZO BASE euro 679.000.
LOTTO 7) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Milano Corso Genova, esercitata in Milano, Via Conca del naviglio n. 20 - PREZZO BASE euro 595.000.
Le modalità e formalità della vendita sono riportate nel disciplinare pubblicato sul sito internet
del Tribunale di Rimini. Copia del disciplinare e maggiori informazioni sulla vendita potranno
essere richieste alla pec della procedura: [email protected].
La gara tra gli offerenti per ciascun Lotto, con inizio dal Lotto 1, si terrà avanti il Giudice Delegato al Fallimento nel suo Ufficio presso Tribunale di Rimini Via C. A. dalla Chiesa n. 11, il
giorno 21.11.2014 ore 11.30. Le aziende sopra indicate sono allo stato oggetto di contratto di
affitto temporaneo con scadenza al 31.12.2015.
Si precisa che il presente annuncio non costituisce proposta né offerta al pubblico ex art. 1336
c.c. né sollecitazione al pubblico risparmio, né impegna in alcun modo la curatela fallimentare.
Rimini-Milano,
I Curatori dei fallimenti
Dott. Claudio Ferrario Dott. Giuseppe Chiarelli
Ministero dei Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici della Campania
Via Eldorado, 1 - Castel dell’Ovo - 80132 Napoli
ESTRATTO DI BANDO DI GARA
STAZIONE APPALTANTE: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania - Via Eldorado 1 - Castel dell’Ovo - 80132 Napoli - tel. 081/2464111 - Fax 081/7645305.
PROCEDURA DI GARA: Procedura aperta ai sensi dell’art 55 del D.L.vo 163/06.
LUOGO DI ESECUZIONE LAVORI: Museo Archeologico Nazionale - Comune di Napoli.
FINANZIAMENTO: Museo Archeologico Nazionale - Lavori di restauro del c.d. Braccio Nuovo
- Fondi di bilancio della Ex Soprintendenza Speciale di Napoli e Pompei.
IMPORTO COMPLESSIVO DELL’APPALTO: € 3.297.013,54 oltre I.V.A. Categoria Prevalente
OG2 Classifica IV bis - CIG 59545000D9.
IMPORTO SOGGETTO A RIBASSO D’ASTA: € 2.364.219,95 oltre IVA.
CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: Prezzo più basso ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs n. 163/2006
con il sistema di cui all’art. 86, all’art. 122 comma 9 e all’art. 253 comma 20 bis del D.Lgs. n.
163/2006.
PUBBLICAZIONE DEL BANDO: G:U.R.I. n. 125 del 31/10/2014 V Serie Speciale.
DOMANDA DI PARTECIPAZIONE: la domanda do partecipazione deve essere inviata in plico
sigillato per mezzo di raccomandata A.R. dal servizio postale ovvero mediante agenzie autorizzate, alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania - Via Eldorado 1 - Castel dell’Ovo - 80132 Napoli, entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 3.12.2014.
Il bando integrale e il disciplinare di gara, contenente le norme integrative del bando, è pubblicato sul sito della Direzione Regionale (www.campania.beniculturali.it).
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Arch. Maddalena Marselli.
APERTURA DELLE OFFERTE: in seduta pubblica alle ore 9,30 del giorno 11.12.2014.
IL DIRETTORE REGIONALE - Gregorio ANGELINI
COMUNE DI NAPOLI
Regione Siciliana
U.R.E.GA.
Sezione Provinciale di Palermo - Per
conto del COMUNE DI PALERMO - Area
Tecnica della Riqualificazione Urbana e
delle Infrastrutture.
Il giorno 10.12.2014 si celebrerà la procedura aperta per lavori di rinnovamento e ristrutturazione degli impianti
di pubblica illuminazione all’interno del
quadrilatero Sciuti - Lazio - Libertà - Paternò. Importo complessivo dell’appalto
€ 1.337.248,87 - CIG: 44160786D8. Informazioni: www.comune.palermo.it e
Albo Pretorio.
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114
Via Campania, 59 C - 00187 Roma
Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682
IL DIRIGENTE
(Dott. Salvatore Incrapera)
Vico II San Nicola alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12
C.so Vittorio Emanuele II, 60
70122 Bari
Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126
Dichiarazione di assenza
Il Tribunale Civile di Roma Rg. 13309/13
con sentenza n. 59/14 del 21.2.2014 depositata il 6.3.2014 Giudice Contento dichiarava l’assenza del sig. Enio Zucca nato
ad Iglesias il 11.11.1928 residente in
Roma in via di Villa Spada 52 con relativo
ordine di pubblicazione.
Avv. Claudia Marocchini
SACUAG AREA GARE LAVORI
ESITO DI GARA - CIG: 52591471661
Si avvisa che il 30/10/2014 è stato inviato alla GUUE l’esito della gara “Lavori dell’intervento Parchi, sistemazione a verde - Realizzazione del Parco della Marinella” - Procedura aperta - offerta economicamente più vantaggiosa - Aggiudicatario: ATI RE.AM.srl/Vivai
Barretta srl/Green’S Service di Riccio Paolo - Napoli - valore totale aggiudicazione euro
4.204.207,20 oltre IVA. Determina aggiudicazione n. 34 del 17/09/14. Testo integrale sul
sito www.comune.napoli.it.
Il Coordinatore - dr. G. Silvi
Politecnico di Milano
Estratto bando procedura aperta
Il Politecnico di Milano indice appalto per la
fornitura un sistema di misura 3D ed esame
radiografico dei materiali basato su tomografia computerizzata a raggi X (X-Ray Computed Tomography) per il Politecnico
di Milano. L’importo a base d’asta è di
€ 225.000,00 + IVA. L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Termine per il
ricevimento delle offerte: ore 12:00 del
01/12/2014. Tutta la documentazione di gara
può essere consultata e scaricata all’indirizzo http://www.polimi.it/imprese/partecipaaunagara. Il bando integrale è stato inviato
in GUUE il 20/10/2014.
Il RUP
Dott. Francesco Cecchet
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
ECONOMIA
Trasporti
ROMA Non è una pronuncia facile quella che
l’Autorità dei trasporti sta mettendo a punto in
questi giorni. E forse per questo, pur essendo
attesa ad horas, tarda a arrivare. L’organismo
regolatorio, guidato da Andrea Camanzi (nella
foto), deve valutare se il pedaggio pagato in questi
anni di attività da Ntv, il concorrente privato di
Ferrovie dello Stato sull’Alta velocità per l’uso della
rete, sia adeguato.
Tutto nasce da un ricorso di Ntv che contesta
Ntv e il nodo pedaggi
L’Authority decide
sui costi della rete
l’esosità della tariffa pagata al gestore della rete,
che è Rfi, la controllata di Fs che si occupa di essa.
La decisione ha delle ripercussioni non indifferenti
per entrambi i concorrenti. Se il pedaggio verrà
considerato eccessivo, la conseguenza sarà che
Ntv richiederà di essere risarcita per il pregresso,
per i 120 milioni complessivi pagati sin qui, con ciò
creando un buco per ora non quantificabile nei
conti di Fs, che si sta preparando per la
privatizzazione. Del resto Ntv, che nel 2013 ha
chiuso in perdita e ha appena avviato alla cassa
integrazione quasi 250 dipendenti, tagliando
alcune linee, ne trarrebbe giovamento per il
presente ma soprattutto per il futuro.
In queste condizioni è ovvio che la decisione sia
attesa con trepidazione e dovrà necessariamente
essere assunta con il bilancino per mettere fine a
una disputa durata fin troppo.
A. Bac.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Moncler accusa il colpo in Borsa
Inchiesta di «Report», giù il titolo
Classifiche
Bezos,
per Harvard
è il campione
Gabanelli: il nostro servizio è rigoroso. Ruffini: dati inattendibili e fuorvianti
Scivolata in Borsa per il
colosso dei piumini Moncler,
che ieri ha perso il 4,88%, in
una giornata in cui il Ftse Mib
si è aggiudicato la maglia nera
in Europa (-2,1%). A far cadere il
titolo, secondo gli analisti, l’inchiesta tv Report trasmessa l’altra sera su Rai3 sullo sfruttamento degli animali in Ungheria per la produzione di piume
d’oca.
L’azienda guidata da Remo
Ruffini ieri è intervenuta sulla
vicenda e ha annunciato di avere «dato mandato ai propri legali di tutelarsi in tutte le sedi
opportune». Moncler spiega
che «tutte le piume utilizzate in
azienda provengono da fornitori altamente qualificati che
aderiscono ai principi dell’ente
europeo Edfa e che sono obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi di tutela degli animali, come riportato dal codice etico di Moncler». Quanto alla provenienza
dei fornitori, il gruppo spiega
che «sono ad oggi in Italia,
MILANO
-4,8
per cento
La caduta
del titolo
Moncler ieri
in Piazza Affari
23%
la quota
del capitale
custodita dal
fondo francese
Eurazeo
489
milioni di euro
il fatturato
registrato
da Moncler
(161,5 milioni il
margine lordo)
Un anno a Piazza Affari
15.637
14.418
-4,88%
a 10,52 €
13.300
la chiusura di ieri
12.182
11.063
9.945
Dic
2013
Apr
Giu
Ago
2014
Ott
d’Arco
Francia e Nord America. Non
sussiste quindi alcun legame
con le immagini forti mandate
in onda e riferite ad allevatori,
fornitori o aziende che operano in maniera impropria o illegale e che sono state associate
in maniera del tutto strumentale a Moncler». Sui ricarichi di
prezzo, la società definisce «le
cifre menzionate nel servizio
del tutto inattendibili e fuorvianti». Inoltre sottolinea «che
Tagliati i rendimenti,
il mercato punisce Snam
Giù dell’11,3%, per Terna calo del 6,6%
MILANO Quando si dice «rischio
regolatorio». È quello che hanno sperimentato ieri Snam e
Terna, i cui titoli hanno lasciato
a Piazza Affari rispettivamente
l’11,3 e il 6,67%, con volumi di
scambio decisamente superiori alla media. A spingere al ribasso le due società possedute
dallo Stato che trasportano gas
e energia elettrica (il 30% è nelle mani della Cassa depositi attraverso Cdp Reti) sono state le
decisioni annunciate venerdì
scorso dall’Autorità per l’energia, che ha tagliato le tariffe per
il servizio di stoccaggio del gas
naturale per il periodo 20152018.
Una revisione attesa, che viste però le modalità con le quali si è concretizzata ha scatenato un effetto negativo a catena.
Intanto perché il tasso di remunerazione del capitale investito
nello stoccaggio è sceso dal 6,7
Feb
a 6%. Ma soprattutto perché, a
quanto pare per la prima volta
in casi del genere, nei suoi calcoli l’Autorità avrebbe mantenuto il livello di inflazione fisso
all’1,5% anche per gli anni futuri, aprendo così alla possibilità
di limature dei rendimenti per
tutti gli altri segmenti di attività (per qualche analista si potrebbe arrivare a un taglio del
30% degli utili per azione
Snam).
La cosa, ovviamente, non è
piaciuta al mercato, che ha venduto non solo i titoli delle
aziende maggiormente soggette al «rischio regolatorio», ma
anche altre utilities come Enel
(-4,2%) e A2A (-3,26%). E neppure deve essere piaciuta ai cinesi di State Grid, che a fine luglio avevano acquistato il 35%
di Cdp Reti.
Stefano Agnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
300 milioni
Multa a
Hyundai
Il Dipartimento di
giustizia Usa ha
inflitto 300 milioni
di dollari di multa
a Hyundai e Kia
Motors per aver
dichiarato che le
loro automobili
consumano meno
carburante di
quanto in realtà
non facciano.
non ha mai spostato la produzione come afferma il servizio,
visto che da sempre produce in
Est Europa».
Milena Gabanelli, curatrice
della trasmissione, replica che
«la società ha deciso di non
confrontarsi con Report e alla
domanda per iscritto se fosse
dotato di qualche certificazione non ha risposto. Come è visibile dall’etichetta, non sono
dotati di alcuna filiera tracciata
Al vertice
Remo Ruffini
presidente
e amministratore delegato
di Moncler
33
contro la spiumatura da vivo,
come invece fanno altri marchi». «Per quanto riguarda i ricarichi – spiega Gabanelli – si
evince dai fatturati e dai costi
della materia prima e di confezione che Moncler potrebbe
produrre comunque in Italia,
tanto più quando è entrato il
fondo Carlyle, invece ha preferito chiudere i laboratori nel
Sud Italia. Se vuole portarci in
tribunale, lo faccia: non lo temiamo, noi produrremo le nostre di prove».
Il titolo è da tempo sotto osservazione in Borsa: c’è chi ricorda che il mercato era a conoscenza dall’estate dell’intenzione del socio finanziario
Eurazeo di ridurre la propria
quota in Moncler dell’8-12% entro la fine dell’anno (ora ha il
23,3%, dati Consob). Sul dossier starebbero lavorando le
stesse banche della quotazione. Il titolo negli ultimi sei mesi ha perso il 17,4%.
Francesca Basso
Il miglior ceo del mondo?
Jeff Bezos, 50 anni, fondatore e
numero uno di Amazon. A decretarlo è la rivista Harvard Business Review, che piazza l’imprenditore proprietario del
Washington Post al primo posto nella sua classifica annuale
dei 100 manager «più performanti» del pianeta secondo risultati misurati non solo nel
breve ma anche nel lungo periodo. Al 2° posto figura John
Martin, fondatore e ceo di Gilead Sciences, seguito da John
Chambers di Cisco System.
Scorrendo l’elenco si scopre
che i ceo con una laurea in ingegneria sono ben 22 su 100,
anche se molto spesso hanno
anche un Mba. Nell’elenco non
ci sono i grandi banchieri di
Wall Street eforse non è una
sorpresa. Gli italiani presenti
sono solo due: Paolo Rocca, 62
anni, ceo di Tenaris e fratello di
Gianfelice che guida l’Assolombarda (21°), e Fabrizio Freda, 57 anni, al timone di Estée
Lauder (81°).
Giuliana Ferraino
@16febbraio
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
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S
PECIALE
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ECOMONDO
Torna l’evento internazionale punto di riferimento del sistema ambiente. Oltre mille imprese su 16 padiglioni
Ecomondo piattaforma mediterranea
della green economy
Da domani all’8 novembre a Rimini Fiera le principali
strategie europee ed internazionali sull’ecoinnovazione
e la trasformazione dei rifiuti in risorsa
L’
economia “verde” dal 5
all’8 novembre ha il suo
domicilio a Rimini Fiera
con sei saloni dedicati
all’ambiente e, nelle prime due
giornate, gli Stati Generali della Green Economy. Ad aprire le
giornate di Rimini Fiera il Ministro
dell’Ambiente Gian Luca Galletti,
mentre nella seconda giornata –
sempre agli Stati Generali - interverrannoFedericaGuidi,Ministro
perloSviluppoEconomicoeGiuliano Poletti, Ministro del Lavoro.
In fiera, gli esiti del fruttuoso
dialogo aperto con i Paesi del
Mediterraneo e in Germania,
Slovenia, Giordania, Romania,
Bulgaria e Colombia.
I buyer provengono da ex Repubbliche CSI (Russia, Ucraina,
Kazakistan, Bielorussia, Lettonia, Uzbekistan), Polonia,
Slovenia, Croazia, Bulgaria e
Romania. A loro si aggiungeranno delegati dall’America
Latina (Paraguay, Costarica,
Brasile, Argentina, Perù, Messi-
Simone Castelli
Lorenzo Cagnoni
Fabio Fava
Nei quattro giorni sono attesi
oltre 90mila operatori da tutto
il mondo.
“Da 18 anni - dice il presidente
di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni
- siamo al fianco delle imprese,
e in questa edizione con ancora più incisività, per accompagnarle verso nuove occasioni di
business. In fiera indicheremo
percorsi e favoriremo nuove
relazioni coi mercati internazionali più appetibili”.
“Il polo espositivo dedicato alla
green economy che abbiamo
allestito - spiega il direttore di
business unit Simone Castelli - è
una concreta piattaforma sulla
quale si concentrano soluzioni
e progetti per l’innovazione. Nei
saloni si troverà la bussola per
orientarsi con concretezza ed
efficacia verso un nuovo sviluppo”.
co, Colombia, Uruguay e Cile)
e dal Bacino del Mediterraneo
(Turchia, Algeria, Tunisia, Egitto
e Giordania). In collaborazione
con ICE, operatori da Cina, Stati
Uniti, Libano ed Emirati Arabi
Uniti. E in collaborazione con
UNIDO Roma (United Nations
Industrial Development Organisation) operatori da Ghana,
Camerun e Pakistan.
Ancora, ECOMONDO ha orga-
IL LAY OUT DEL POLO
FIERISTICO EUROPEO DEDICATO
AL ‘SISTEMA AMBIENTE’
A Rimini Fiera in contemporanea ad ECOMONDO si svolgeranno KEY ENERGY (fiera internazionale per l’energia e la
mobilità sostenibile), KEY WIND
(Salone dell’energia del vento),
COOPERAMBIENTE (salone del
sistema cooperativo legato
all’ambiente), H2R - Mobility
for Sustainability e Condominio ECO. In totale, oltre mille
imprese sui 16 padiglioni del
quartiere riminese.
VOLANO DI BUSINESS
NAZIONALE E INTERNAZIONALE
È lo sviluppo del business, in
Italia e all’estero, a fare di ECOMONDO, coordinata dal project
manager Alessandra Astolfi, il
salone più significativo per le
imprese della green economy.
nizzato due ‘Focus Paese’ dedicati a Cina e Russia.
ECOMONDO,
LA FIERA CONCRETA
Il programma dei convegni
di ECOMONDO 2014 è il frutto del lavoro di un Comitato
Tecnico Scientifico formato
dai più autorevoli esperti nazionali del settore della green
economy, coordinati dal Prof.
Fabio Fava.
“Vorrei sottolineare - dice
Fava - lo sforzo compiuto per
dare alla fiera una connotazione il più possibile concreta,
ritagliata sulle domande attuali delle imprese che si affacciano alla green economy,
sia per la loro attività sia per
i processi adottati. ECOMONDO ha superato la logica tradizionale inserendo all’interno
dello spazio espositivo convegni e workshops dedicati
alle problematiche aziendali,
all’innovazione tecnologica,
alla cooperazione internazionale, creando un’intimità non
comune fra accademia, industria ed istituzioni, fra policy,
ricerca ed innovazione”.
COLPO D’OCCHIO
La mascotte 2014
di ECOMONDO sarà la farfalla
monarca (Danaus plexippuss).
Creata dal Prof. Luciano Morselli,
rappresenterà una delle specie
a rischio scomparsa
a causa dell’inquinamento
Qualifica: Fiera internazionale
Periodicità: annuale
Ingresso: operatori e grande pubblico
Biglietti: intero 20 ; ingresso gratuito bambini 0-6 anni;
ingresso ridotto 8 ; ingresso universitari (con presentazione
libretto) 3
Orari: 9-18, ultimo giorno 9-17
Direttore business unit: Simone Castelli
Project manager Ecomondo: Alessandra Astolfi
Project manager Key Energy: Barbara Padovan
Info visitatori: tel. 0541.744317
Website: www.ecomondo.com - www.keyenergy.it
In treno direttamente a Rimini Fiera
RIMINI FIERA è raggiungibile direttamente in treno con la stazione di linea (Milano – Bari) a soli 50
metri dall’ingresso sud della manifestazione (www.riminifiera.it/
stazione o www.trenitalia.com).
Ogni giorno 15 treni, in direzione
sud e nord, fermeranno alla stazione interna al quartiere.
FOCUS SULLE MANIFESTAZIONI
Città ed auto sostenibili,
efficienza energetica ed energia
eolica in primo piano
KEY ENERGY, LA VETRINA
DELL’EFFICIENZA ENERGETICA
Da otto anni la manifestazione, coordinata dal
project manager Barbara Padovan valorizza
la produzione di Energia Rinnovabile e
dell’Efficienza Energetica in Italia. Uno dei
focus più apprezzati a KEY ENERGY riguarda il
Bio-Green Processing. Inoltre, l’edizione 2014
di KEY ENERGY conterrà una grande novità
KEY ENERGY WHITE EVOLUTION: dedicata
all’efficienza energetica per l’industria e il
terziario, presenterà le migliori tecnologie del
mercato e le soluzioni delle ESCO.
test drive esterna, in corrispondenza della
stazione ferroviaria.
KEY WIND
È la fiera delle imprese della filiera dell’energia
eolica proposta in collaborazione con ANEV Associazione Nazionale Energia del Vento che raccoglie i principali operatori eolici italiani ed esteri.
LA GREEN ECONOMY È SOCIAL:
I TOP BLOGGER IN FIERA
A Ecomondo si terrà anche la notte della
comunicazione ambientale, con i 150
giornalisti FIMA. Inoltre dieci top blogger
diffonderanno la fiera in rete. Twitter: @
ecomondo #ecomondo @keyenergyit
#keyenergy Facebook: www.facebook.com/
EcomondoRimini Linkedin: http://www.
linkedin.com/groups?home=&gid=3860658
http://www.linkedin.com/groups/Key-Energythe-platform-for-8135546/about
H2R – MOBILITY FOR SUSTAINABILITY
Nella hall centrale di Rimini Fiera gli ospiti potranno visionare l’esposizione statica delle ultime
novità a basso impatto ambientale offerte dalle
Case automobilistiche (non mancheranno delle
prime italiane!) e provare alcuni modelli nell’area
LA‘CITTÀ SOSTENIBILE’
Ricco l’impianto di Città Sostenibile, il progetto
di Rimini Fiera - con il supporto del Comitato
di Indirizzo e la collaborazione commerciale e
progettuale di eAmbiente - per la “Città delle
reti intelligenti”: occupa 6.000 metri quadri
mostrando soluzioni, tecnologie e progetti che
consentono di migliorare la qualità di vita del
cittadino e favorire lo sviluppo dei territori in
chiave sostenibile ed efficiente.
A Rimini Fiera gli Stati Generali
della Green Economy
Come ricordavamo in apertura, la terza edizione degli
Stati Generali della Green Economy 2014, promossa dal
Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione
con i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico
e con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo
Sostenibile, si terrà il 5 e 6 novembre prossimi a Rimini Fiera
nell’ambito delle prime due giornate delle manifestazioni
del sistema ambiente.
La due giorni di confronto e dibattito, dedicata a
“Lo sviluppo delle imprese della green economy per uscire
dalla crisi italiana”, sarà aperta con la sessione
della mattina del 5 novembre
dal Ministro dell’Ambiente e a seguire
interventi di rappresentati di istituzioni
e organizzazioni europee. I lavori
proseguiranno nel pomeriggio del
5 novembre in 7 sessioni tematiche
di approfondimento e consultazione.
I risultati della discussione verranno
presentati la mattina del 6 novembre in
occasione della sessione conclusiva alla presenza del
Ministro dello Sviluppo Economico. Parteciperanno
complessivamente oltre 100 autorevoli relatori, tra i quali
rappresentanti istituzionali, imprese e organizzazioni
di imprese, mondo della ricerca e associazioni.
PRESS CONTACT
Servizi di comunicazione e media relation, Rimini Fiera Spa
[email protected]
responsabile: Elisabetta Vitali
coordinatore ufficio stampa: Marco Forcellini
addetti stampa: Alessandro Caprio e Nicoletta Mancini Evangelisti
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
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CONAI
Raccolta differenziata e riciclo al centro del nuovo accordo nazionale fra Consorzio e Comuni
Da Anci e Conai
un nuovo piano
per il territorio
O
ltre 7.000 comuni convenzionati,
77,5% di rifiuti di
imballaggio recuperati di cui il 67,6% riciclati
nel 2013. Sono, in cifre, alcuni
dei traguardi raggiunti in 15
anni di attività da Conai, il sistema che coordina l’attività
di sei Consorzi rappresentativi dei materiali che vengono
utilizzati per la produzione di
imballaggi: acciaio, alluminio,
carta, legno, plastica, vetro.
Un modello che basa la sua
forza sul principio della “responsabilità condivisa”, in
quanto presuppone il coinvolgimento di tutti gli attori
della gestione dei rifiuti: dalle imprese, che producono e
utilizzano gli imballaggi, alla
Pubblica Amministrazione,
che stabilisce le regole per
la gestione dei rifiuti sul territorio, ai cittadini, che con il
gesto quotidiano della raccolta differenziata danno inizio
ad un processo virtuoso per
l’ambiente, fino ad arrivare
alle aziende che riciclano.
Campagne di sensibilizzazione,
corrispettivi economici più elevati e più
stretta collaborazione con i Comuni:così
vengono perseguiti gli obiettivi di riciclo
e recupero dei rifiuti di imballaggio
visti dalla legge è l’accordo
quinquennale 2014-2019
fra l’Associazione dei Comuni Italiani (Anci) e Conai che
sarà illustrato nel corso di
Ecomondo, la fiera dedicata
all’ambiente in programma a
Rimini dal 5 all’8 novembre.
Walter Facciotto, direttore generale Conai, ne illustra i punti
salienti.
“Il nuovo Accordo AnciConai contiene molti punti
qualificanti. Sotto il profilo
economico, la negoziazione
ha portato ad un aumento
complessivo dei corrispettivi
economici pattuiti del 17%.
Particolarmente importante
UN ACCORDO
DI VALORE STRATEGICO
Elemento cardine ai fini del
raggiungimento degli obiettivi di riciclo e recupero pre-
Concorso
“Io riciclo,
e tu?”
Cartelloni, spot
radiofonici o televisivi,
manifesti. Sono tanti
i mezzi e i linguaggi
che i ragazzi potranno
usare per convincere
i propri concittadini
ad impegnarsi nella
raccolta differenziata
dei sei materiali di
imballaggio: acciaio,
alluminio, carta,
legno, plastica e vetro.
Dopo il successo
delle passate edizioni,
torna “Io riciclo, e tu?”,
il concorso a premi
promosso da Conai.
Destinatari dell’iniziativa
sono gli alunni delle
scuole secondarie di
1° Grado e del biennio
delle secondarie di
2° Grado. Bellissimi
i premi in palio. Alla
classe vincitrice andrà
un Kit L.I.M (lavagna
interattiva multimediale
e proiettore), quella
al secondo posto si
aggiudicherà una
postazione completa PC
(con monitor, tastiera
e tavoletta grafica),
mentre la classe terza
classificata riceverà una
libreria di eco-design. I
progetti devono essere
presentati entro il 27
marzo 2015.
Tutte le informazioni sul
sito www.riciclotvb.it.
Walter Facciotto
è stato l’incremento garantito per la filiera vetro, il 20%,
fermo restando che tutti i
Consorzi di Filiera hanno incrementato i corrispettivi da
erogare ai Comuni”. In questo
scenario complesso è naturale chiedersi quali possano
essere gli strumenti per raggiungere gli obiettivi di programma. “Prima di tutto - dice
Facciotto - sosterremo le aree
in ritardo, prevalentemente nel centro-sud del Paese,
nell’avvio di nuovi progetti
di sviluppo della raccolta differenziata degli imballaggi,
offrendo loro supporto nella
progettazione del servizio e
nella realizzazione di campagne di comunicazione locale
dirette ai cittadini”.
NOVITÀ IN VISTA
PER CARTA E PLASTICA
L’accordo contiene inoltre
alcune sostanziali novità dal
punto di vista tecnico. Per
garantire la maggior tutela
dei convenzionati, l’accordo
prevede una maggior trasparenza nel monitoraggio dei
flussi di materiale conferiti
ai Consorzi di Filiera e la revisione di alcune procedure di
verifica della qualità dei conferimenti. “Oltre alle novità
Cosenza, città virtuosa del Sud
Buone notizie per i cittadini e per l’ambiente. Succede
a Cosenza, dove grazie all’avvio di un nuovo sistema
di gestione dei rifiuti urbani la raccolta differenziata è
arrivata al 52,5 %, ben al di sopra della media italiana
(42,3%) e dello stesso Mezzogiorno (28,9 %), secondo i
dati del rapporto ISPRA 2014. Il risultato, estremamente
positivo e incoraggiante, è un esempio concreto
dell’applicazione dell’Accordo Anci-Conai sul territorio. Un
successo frutto dell’impegno del Conai a favore delle aree
impegnate nel perseguimento degli obiettivi di raccolta
differenziata, che potrà essere utile riferimento per altre
comunità della regione. Il nuovo servizio di raccolta
differenziata, realizzato con modalità porta a porta, è stato
preceduto da una fase di comunicazione agli utenti e di
formazione mirata all’interno di alcuni istituti scolastici. E
proprio gli studenti si sono dimostrati un prezioso vettore
di informazione all’interno delle famiglie.
previste dalla parte generale
dell’accordo - precisa Facciotto - vi sono da segnalare due
importanti cambiamenti nei
singoli Allegati Tecnici. Per
gli imballaggi di carta è stata
introdotta una revisione nel
contenuto convenzionale di
rifiuti di imballaggio all’interno della raccolta urbana
congiunta, dal 25% al 32%,
con possibilità di ulteriori incrementi ogni anno. Rilevante
anche la novità introdotta per
gli imballaggi di plastica. Per
questi ultimi è stato abbandonato il sistema di erogazione
dei corrispettivi in funzione
delle fasce di qualità, preve-
dendo che il corrispettivo sia
erogato in funzione dell’effettivo contenuto di rifiuti di
imballaggi in plastica nella
raccolta”.
Il nuovo accordo realizza
un’intesa che, nel segno delle precedenti, costituisce un
valido strumento di sostegno
economico e di supporto tecnico a tutti i Comuni italiani
nello sviluppo della raccolta
differenziata dei rifiuti di imballaggi da avviare a riciclo.
Secondo Walter Facciotto: “è
un ottimo punto di partenza
per incrementare ulteriormente i risultati nel prossimo
futuro”.
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
ECONOMIA
Sanofi
Parte il progetto per selezionare ventenni di talento
Trovolavoro
Sanofi ha avviato un progetto di selezione rivolto a
giovani under 29 di talento per far parte
dell’azienda. La selezione è rivolta a laureati in
Medicina, Farmacia, Biologia, Chimica, Ctf,
Economia o Statistica con un’ottima conoscenza
dell’inglese, disponibilità alla mobilità
internazionale, un approccio al lavoro etico e
multidisciplinare, con elevate doti di flessibilità e
capacità di lavorare in team. Info per registrarsi e
presentare la propria candidatura nell’area
dedicata del sito www.sanofi.it, accessibile dalla
homepage (Lavora con noi / Cercasi Talenti). I
candidati maggiormente in linea con le necessità
di Sanofi verranno inseriti nel corso del 2015 in
diverse aree e divisioni dell’azienda.
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Alberghi e villaggi, 2.500 offerte
● Giovani all’estero
La storia di Davide, 28 anni,
I colloqui di Voihotels, Accor, Hilton e Obiettivo Tropici in Italia e all’estero medico nel cuore della Norvegia
di Enzo Riboni
Il “made in Italy” di qualità
continua ad essere la carta vincente. Anche nel settore turistico. La conferma arriva dai lusinghieri risultati di Voihotels,
acronimo di Vera Ospitalità Italiana, neonato marchio alberghiero del gruppo Alpitour,
che raddoppia le presenze internazionali. Con i conseguenti
risvolti occupazionali. «Nel
2013 gli ospiti stranieri nei nostri resort erano stati 76 mila,
nel 2014 sono saliti a 175 mila»
dichiara Gabriele Burgio, presidente e ad Alpitour. «Puntiamo ad una clientela internazionale cui offrire la qualità italiana giocata sui servizi, sul calore
dell’accoglienza, della cortesia,
della nostra cucina». Attualmente nei 15 Voihotels, di cui 9
sul territorio nazionale, lavorano un migliaio di addetti. Ma
sono imminenti nuove acquisizioni. L’ultima è il lussuoso Voi
Amarina di Nosy Be, in Madagascar, un pacchetto interamente tricolore: dal volo Neos
Air alla commercializzazione
Francorosso, alla gestione alberghiera. Così stanno per es-
Il manager
Gabriele Burgio,
presidente e
amministratore
delegato del
gruppo di
viaggi e
vacanze
Alpitour
sere selezionate 50 nuove figure (front office, cucina, sala)
più 50 stagisti da inserire in larga parte nel Voihotels di Roma.
Ma la domanda potrebbe aumentare in modo consistente
già nella prima metà dell’anno.
Indispensabile l’inglese mentre ricerche mirate riguardano
chi parla russo, tedesco, francese.
Devono conoscere almeno
una lingua straniera — inglese,
tedesco o russo — anche i 300
giovani che Obiettivo Tropici,
società che opera nella ricerca
Per gli studenti
Google: due assegni
da 7 mila euro
(i.co.) Due borse di studio da 7
mila euro, firmate Google e
annunciate sul blogpost del
gruppo: la «Anita Borg
Memorial» per le studentesse
universitarie in Europa, Medio
Oriente o Africa nel 2015-2016,
e una borsa europea per
studenti con disabilità.
e formazione di personale turistico a Bari, Catania, Milano e
Roma, sta ricercando per la stagione invernale.
Mentre il gruppo francese
Accor a livello mondiale offre
2170 posizioni tra offerte di stage e lavoro. In Italia le vacancy
sono tre a Milano, Roma e Venezia. Le opportunità in Europa salgono a 1.248, di cui 663 in
Francia e 244 nel Regno Unito.
Per chi poi volesse volare oltreoceano i posti in Asia sono 647.
Le posizioni più richieste riguardano ricevimento, cucina,
ristorante, vendite e distribuzione, revenue management.
Anche Hilton Worldwide ha
la necessità strategica di trovare, formare e coltivare nuovi talenti. Attualmente il gruppo in
Italia accetta candidature in tre
hotel: Rome Cavalieri Waldorf
Astoria, Hilton Milan e Molino
Stucky a Venezia. Le posizioni
vanno dal front office al dipartimento finance e riguardano
tutti i livelli di esperienza dallo
stage fino ai ruoli manageriali.
Anna Maria Catano
Davide
Impieri, 28
anni, di Lerici
(La Spezia)
uando vivi in una società che
funziona, in un ambiente di lavoro
stimolante, la malinconia di casa si
sente meno». Davide Impieri ha 28 anni, viene
da Lerici (La Spezia) ed è laureato in medicina
a Pisa. Per dare più chance alla sua carriera,
però, ha dovuto puntare sull’estero. «Ho scelto
la Norvegia perché mi aveva già attratto
quando ero un ragazzino». A 16 anni, infatti,
grazie a Intercultura Davide ha frequentato il
quarto anno di liceo in quel Paese. Seguono
sei anni di studi all’università, compreso un
Erasmus, finché nel luglio del 2011 arriva la
laurea in Medicina. «Fin da bambino sognavo
di fare il chirurgo, ma la laurea non basta e
così, non essendo riuscito ad entrare in una
scuola di specializzazione mi sono adattato a
fare qualche guardia medica in attesa di una
nuova, improbabile chance. Allora mi sono
stancato e nell’estate del 2012 ho spedito i miei
titoli all’istituzione norvegese che convalida i
documenti». Così, pochi mesi dopo, Davide è
già all’ospedale universitario di Oslo, reparto
di chirurgia plastica. «Ora, dopo un anno, mi
trovo a Molde, a 500 chilometri a nord-ovest
della capitale. Resterò un anno e mezzo, poi
cercherò lavoro come specializzando, ma sono
tranquillo, qui valgono solo cv e capacità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Pro e contro
Le occasioni della settimana
La faccia nascosta
delle ferie senza limiti
Vacanza Illimitata? Sembra
una splendida prospettiva. E lo
sa bene Richard Branson, l’eccentrico patron della Virgin.
Tanto che qualche settimana fa
ha lanciato, direttamente dal
suo blog, la politica delle “ferie
libere” per i suoi dipendenti: i
170 degli headoffice in Gran
Bretagna e Stati Uniti già possono “prendersi” tutte le ore e i
giorni off che vogliono senza
chiedere il permesso a nessuno. L’effetto della notizia in ufficio ancora non si sa, ma di sicuro è rimbombata in tutto il
globo (Italia compresa). Su
giornali, siti, blog sono fioccati
commenti che spaziano dal
misurato “Fa sentire i lavoratori
«Q
più autonomi e in controllo
delle loro vite” all’entusiasta
“Potrebbe rivoluzionare il
mondo del lavoro”. E qualcuno
è arrivato, addirittura, a evocare la “Libertà dalla schiavitù”.
Nominiamo Sir Richard
“Santo subito”? Meglio non essere troppo impulsivi. Perché,
malgrado la barbetta, il miliardario britannico non è Babbo
Natale. Tant’è che, sempre dal
suo blog, si è affrettato a precisare che si può stare a casa dal
lavoro sì, ma quando si è certi
al 100% di aver sotto controllo
tutto (anche i progetti della
propria squadra), di non danneggiare il business e, magari,
pure la propria carriera. In-
Necker Island, aperta ai dipendenti Virgin
somma la “generosità sulle vacanze” ha un rovescio della medaglia. E la cosa ovviamente
non è passata inosservata sul
suolo Usa e britannico.
L’interrogativo più diffuso
tra i non-supporter è sostanzialmente questo: “Ma cosa
succede se quel momento di
tranquillità non arrivasse
mai?”. La giornalista Venessa
Wong ricorda da Businessweek
che in America ben il 40% delle
persone già non usufruisce
delle ferie. Altri avvertono che
tra “vacanze quando vuoi (e
puoi)” e sfruttamento, il passo
può essere pericolosamente
breve. Altri ancora prendono di
mira direttamente il tycoon.
“Ha davvero intenzione di dare
alle hostess della Virgin, che attualmente non sono neanche
libere di scegliere la sfumatura
del rossetto, la libertà di decidere quando stare a casa?”
chiede Lucy Kellaway, ironica
management columnist del
londinese Financial Times. C’è
il dubbio che la grande rivoluzione, in realtà, non sia altro
che un’astuta mossa pubblicitaria. David Prosser, vent’anni
di giornalismo finanziario alle
spalle, da Forbes non lo manda
a dire. La prima frase del suo
articolo è già piuttosto eloquente: “Il vecchio maestro
delle pr l’ha rifatto”.
Iolanda Barera
Da Milano fino a Napoli,
le opportunità nella consulenza
Maurizio
Mondani, alla
guida di
Capgemini Italia
Capgemini
100 neolaureati e professionisti
Capgemini — servizi di consulenza, tecnologia
e outsourcing — estende il piano di assunzioni
del 2014 e dopo aver inserito già 375 persone ne
ricerca ora altre 100 per posizioni su tutto il
territorio nazionale, da Milano a Torino, Roma,
Bologna, Venezia, Napoli e La Spezia. Fra i
candidati ideali, 50 senior e 50 neolaureati in
discipline tecnico scientifiche/economiche con
un ottimo inglese. I junior saranno inseriti con
un contratto di apprendistato di 24 mesi.
Max Mara
20 ricerche
Il gruppo Max Mara ha aperte 20 ricerche di
selezione per ruoli nel marketing, commerciale,
retail e controllo di gestione. Ai neolaureati —
meglio se con un percorso orientato sul sistema
moda — sono rivolti diversi programmi.
a cura di Luisa Adani
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www.trovolavoro.it
Experis, la talent company di ManpowerGroup, è attiva in oltre 50 paesi e gestisce talenti esperti nei principali
segmenti di mercato. La Divisione Projects Solutions, che offre e realizza Servizi Professionali, Servizi in Outsourcing e Progetti in ambito ICT ed Engineering, ricerca:
Primario gruppo Italiano, attivo nel settore dei beni di largo consumo detergenti
destinati al canale di vendita della GDO, cerca un
azienda leader nel settore giardinaggio per il potenziamento della propria struttura, ricerca:
COMMERCIALE ESTERO
che gestisca ed elabori la pianificazione dei fabbisogni derivanti dalle esigenze commerciali per trasmetterli alle società produttive
Il candidato ideale è un brillante laureato in discipline economiche o gestionali che abbia maturato una significativa esperienza in
contesti strutturati che sia in grado di interfacciarsi con i comparti produttivo, commerciale e marketing. In particolare dovrà:
gestire il flusso di informazioni provenienti dalla Forza Vendita, in termini sia di previsioni di prodotti gestiti a stock che di promozioni
pianificate a commessa. Vigilare sull’affidabilità dei dati di forecast e monitorare costantemente il flusso di emissione sia in termini
di tempistica che di quantità. Interfacciarsi con i reparti di programmazione dei siti produttivi e di logistica. Una consolidata
esperienza nel lavoro in team e una mentalità problem solving costituiscono elementi essenziali del profilo.
Inviare c.v. digitando il codice 6415 nel campo “cosa” sulla homepage di Trovolavoro.it.
Il candidato, avrà il compito di contribuire allo sviluppo della rete commerciale e di potenziare le vendite
all’Estero. Le principali attività a cui sarà chiamato sono:analisi del mercato;gestione portafoglio clienti e
sviluppo del business; monitoraggio dello scenario di mercato; gestione dei clienti esistenti, apertura nuovi
clienti. Il candidato, in possesso di diploma o laurea, deve, preferibilmente, aver maturato esperienza in analoga
posizione, soprattutto nel settore giardinaggio. È richiesta la conoscenza fluente della lingua Inglese e la
disponibilità a trasferte all’Estero. Retribuzione ed inquadramento saranno in linea con esperienza e
competenza acquisita. L’azienda offre l’opportunità di operare in ambiente professionale di alto livello ed in
continua crescita. Sede di lavoro: Correggio (RE).
Inviare Cv a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail [email protected], autorizzando
il trattamento dei dati in conformità alla Legge 675/96 sulla privacy e successive modifiche
Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03.
Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03.
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PROFESSIONISTI IN AMBITO JAVA O .NET
Job description
I candidati saranno coinvolti su progetti di sviluppo, manutenzione ed implementazione di soluzioni applicative
personalizzate e verranno inquadrati, in base alle competenze e le esperienze acquisite, in ruoli di sicuro interesse
sulle diverse fasi del Ciclo di vita del Software.
Si richiede competenza sulle tecnologie Java o .NET e sulle tecnologie ad esse correlate (HTML, XML, Javascript,
JQuery, Ajax, Angular, Drupal) con conoscenza dei framework applicativi e dei principali application server. Si richiede inoltre conoscenza dei principali Database (Oracle, SQL server, MySQL).
Sede di lavoro Milano/Torino/Roma/Napoli
SISTEMISTI APPLICATIVI
Job description
azienda nel settore biomedicale per il potenziamento della propria struttura, ricerca:
Affermata industria elettrotecnica milanese ricerca
TECNOLOGO DI PROCESSO
COMMERCIALE ESTERO (GERMANIA)
Inviare c.v. digitando il codice 6416 nel campo “cosa” sulla homepage di Trovolavoro.it.
Il candidato, avrà il compito di contribuire allo sviluppo della rete commerciale e di potenziare le vendite all’Estero. Deve possedere
buone tecniche di vendita affinate in ambito ospedaliero pubblico e privato. Si occuperà di: analisi del mercato biomedicale; gestione
portafoglio clienti e sviluppo del business; monitoraggio dello scenario di mercato; gestione dei clienti esistenti, supporto ai clienti
in sala operatoria, apertura nuovi clienti, monitoraggio della concorrenza, visite frequenti e presenza ai principali congressi.
Il candidato, in possesso di laurea, deve aver maturato esperienza in analoga posizione, soprattutto nel settore biomedicale.
É richiesta la conoscenza fluente della lingua Tedesca ed Inglese e la disponibilità al trasferimento in Germania, zona Berlino.
Retribuzione ed inquadramento saranno in linea con esperienza e competenza acquisita. L’azienda offre l’opportunità di operare
in ambiente professionale di alto livello ed in continua crescita. Sede di lavoro: Germania.
Inviare Cv a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail [email protected], autorizzando espressamente
il trattamento dei dati in conformità alla Legge 675/96 sulla privacy e successive modifiche
Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03.
Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03.
per il controllo delle attività d’industrializzazione del prodotto e la conduzione dell’Ufficio Strutture e Costi.
Cerchiamo una persona giovane e capace di assumere la titolarità del servizio.
Si richiede: laurea in ingegneria, preferibilmente meccanica, approfondita conoscenza delle tecnologie industriali
e significativa esperienza sia di industrializzazione del prodotto che di tempi e metodi, capacità relazionale.
Sede di lavoro: Milano zona nord.
I candidati sono sistemisti dotati di autonomia nel ruolo e saranno coinvolti in attività di installazione, configurazione, amministrazione e tuning su applicativi basati su architetture Java e sulle più diffuse componenti lato Application Server e Web Server. E’ richiesta esperienza su sistemi operativi Windows, Unix, Linux e principali RDBMS
(Oracle, SQL server, MySQL). Le risorse, svolgeranno attività di gestione E2E ed issue di produzione, definizione di
architettura tecnica, configuration management, gestione sistemistica, performance test e tuning.
Sede di lavoro Milano/Torino/Roma/Napoli
Completano i profili il possesso di Diploma o Laurea in discipline tecnico-scientifiche, esperienza da 1 a 5 anni nel
ruolo, conoscenza della lingua inglese, capacità di lavorare in team.
Si considerano anche candidature di liberi professionisti e consulenti/collaboratori.
Per candidarsi inviare CV aggiornato a [email protected]
Il servizio è gratuito. I candidati, ambosessi (L 903/77), sono invitati a leggere l’Informativa Privacy
su www.experis.it Aut. Min. Prot. N. 1119 - SG - del 26/11/04 - www.experis.it.
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
Trovolavoro
ECONOMIA
Bocconi
Duecento studenti in gara contro gli sprechi alimentari
L’Università Bocconi ha presentato ieri la
«competition» internazionale #FoodSavingBEC in
collaborazione con Expo2015, Ministero
dell’Agricoltura e Commissione Ue. Sono 200 gli
studenti universitari chiamati a Milano da tutto il
mondo per una settimana di studio, teamwork e
sfida sui temi dello spreco alimentare dal 24
giugno all’1 luglio. Per partecipare gli studenti
A Trento
Quattro borse per il paesaggio
dovranno girare un video motivazionale e di
autopresentazione in inglese e condividerlo sul
sito www.foodsavingbec.com (entro il 31 gennaio
2015) con il cv. I 200 ragazzi elaboreranno ipotesi
innovative di soluzione del problema. La squadra
vincitrice parteciperà alla Summer School Bocconi.
I. Co.
Scadono il 9 dicembre i termini per le domande per
le 4 borse di studio da 2.000 euro per giovani
laureati che vogliono accedere al master in «World
natural heritage management» 2015. Le borse
sono messe a disposizione dalla Provincia di
Trento che attraverso la Tsm-step e in partnership
con l’università di Torino propone il master a Trento
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Aziende e atenei, i bandi per giovani
● All’Università
Cattolica di
Milano viene
proposta la
«Global social
venture
competition»,
una business
competition
internazionale
riservata a idee
d’impresa o
imprese nate
dopo il maggio
del 2012 e che
abbiano,
accanto alla
necessaria
sostenibilità
economica,
anche un
impatto sociale
ambientale
positivo e
misurabile
Giovani e brillanti cercansi.
Università e aziende organizzano concorsi per reclutare i profili più interessanti. Ecco, a seguire, alcuni esempi. Si è appena aperta la 23sima edizione
del Brandstorm 2015, gara di
L’Oréal tra team universitari
dedicata al business e all’innovazione. 360 i campus partecipanti di 45 Paesi. In Italia 4 i
partner: la Cattolica, il Politecnico di Milano, l’Università di
Torino e la Bocconi. Per gli altri
atenei è possibile sfidarsi on-line. Si chiama Brandstorm Wildcard ed è un canale della piattaforma digitale di registrazione on line http://www.brandstorm.loreal.com/conceptpage-the-game. Una volta
registrati, i team potranno postare il loro video ed essere valutati dal crowdvoting. La registrazione entro il 31 gennaio
2015 e per i primi tre classificati
alla finale mondiale di Parigi di
giugno premi di 10 mila, 5 mila,
2.500 euro.
Mentre Procter & Gamble
organizza il P&G Award: una
sfida lanciata agli studenti universitari cui viene chiesto di cimentarsi in un business game(www.pgaward.it). La com-
ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET
I concorsi, le competizioni del momento e le iniziative su misura degli enti
Cattolica
petizione del 2015 vedrà la parte c i p a z i o n e a n c h e d e l l e
università di Spagna e Portogallo. La finale a maggio, a Lisbona, tra 6 gruppi. Per candidarsi c’è tempo fino a marzo.
All’Università Cattolica di Milano viene invece proposta la
Global social venture competition, una business competition
internazionale riservata a idee
d’impresa o imprese nate dopo
il maggio 2012 che abbiano, accanto alla necessaria sostenibilità economica, un impatto sociale ambientale positivo e misurabile. La fase italiana, organizzata dall’Alta Scuola
Impresa e Società (Altis), in
collaborazione con Italeaf, Intesa Sanpaolo, Associazione
Prospera e U-start, si apre il 10
novembre. Per partecipare occorre inviare una breve presen-
37
tazione dell’idea entro il 5 dicembre. Le prime 2 idee, selezionate e proclamate il 27 febbraio, parteciperanno alle
global finals ad aprile in California ([email protected]; www.gsvc.it).
Entro il 14 novembre alle 12
ci si può inoltre candidare al
Progetto Professionalità Ivano
Becchi (www.fbml.it). La Fondazione Banca del Monte di
Lombardia sostiene ogni anno
25 progetti di formazione da
svolgere presso imprese, associazioni, università fuori dalla
Lombardia e in altri Paesi. Rivolto agli under 36 con residenza o lavoro in Lombardia.
Sono infine 81 i progetti che
hanno ottenuto i contributi
(498 mila euro complessivi)
messi a disposizione dall’Emilia Romagna per interventi a favore delle giovani generazioni.
Un bando collegato al «Progetto adolescenza», a cui i distretti
stanno lavorando, compreso
un corso di formazione curato
assieme all’Università di Bologna in collaborazione con l’Ausl della Romagna.
Irene Consigliere
IreConsigliere
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cambi di poltrona
Mencattini sale in Generali
Busetto in Siemens Italia
Erica Peng e,
nella foto sotto,
Maria Cecilia
Andretta
Alexander Zehnder, 45 anni,
svizzero, è entrato nella casa
farmaceutica Sanofi Italia in
qualità di presidente e
amministratore delegato.
Proviene da Roche.
Andrea Mencattini, 53 anni, è
stato nominato chief
life&employee benefits officer
di Generali e presidente di
GenertelLife. Ha maturato
esperienze in Europ
Assistance.
Marco Rognini, 50 anni, è il
nuovo amministratore
delegato e general manager
del Metropolitan Market
Center di Roma. Ha lavorato in
Re/Max e Rexfin.
Erica Peng, 35 anni, cinese, ha
assunto il ruolo di country
manager Italia di Cathay
Pacific Airways.
Maria Cecilia Andretta, 31
anni, è diventata
amministratore delegato Italia
di Alfemminile.com.
Giuliano Busetto, 57 anni, ha
ricevuto l’incarico di
responsabile delle divisioni
digital factory e process
industries di Siemens Italia.
a cura di Felice Fava
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
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AcomeA Eurobbligazionario (A1)
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
AcomeA Europa (A1)
AcomeA Europa (A2)
AcomeA Globale (A1)
AcomeA Globale (A2)
AcomeA Italia (A1)
AcomeA Italia (A2)
AcomeA Liquidità (A1)
AcomeA Liquidità (A2)
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1)
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2)
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1)
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2)
AcomeA Patrimonio Prudente (A1)
AcomeA Patrimonio Prudente (A2)
AcomeA Performance (A1)
AcomeA Performance (A2)
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EUR
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18,317
4,568
4,720
14,684
14,863
4,552
4,682
17,292
17,522
12,886
13,282
11,619
12,111
18,983
19,586
8,930
8,931
6,666
6,887
3,978
4,118
5,349
5,477
6,388
6,548
22,429
22,817
17,389
18,031
4,462
4,610
14,681
14,861
4,425
4,551
17,277
17,506
12,629
13,017
11,441
11,925
18,534
19,123
8,929
8,930
6,587
6,805
3,963
4,103
5,337
5,465
6,398
6,558
22,465
22,853
Invictus Global Bond Fd
Invictus Macro Fd
Sol Invictus Absolute Return
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29/10
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EUR
EUR
EUR
108,512
80,831
103,835
108,203
81,777
103,428
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AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981
30/10
Azimut Dinamico
EUR
30/10
Azimut Formula 1 Absolute
EUR
30/10
Azimut Formula 1 Conserv
EUR
30/10
Azimut Formula Target 2013
EUR
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Azimut Formula Target 2014
EUR
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Azimut Garanzia
EUR
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Azimut Prev. Com. Crescita
EUR
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Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
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Azimut Prev. Com. Equilibrato
EUR
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Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C
EUR
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Azimut Prev. Com. Garantito
EUR
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Azimut Prev. Com. Protetto
EUR
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Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
EUR
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Azimut Prev. Com. Obbli.
EUR
30/09
Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C
EUR
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Azimut Reddito Euro
EUR
30/10
Azimut Reddito Usa
EUR
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Azimut Scudo
EUR
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Azimut Solidity
EUR
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Azimut Strategic Trend
EUR
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Azimut Trend America
EUR
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Azimut Trend Europa
EUR
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Azimut Trend Italia
EUR
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Azimut Trend Pacifico
EUR
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Azimut Trend Tassi
EUR
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Azimut Trend
EUR
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AZ F. Active Selection ACC
EUR
30/10
AZ F. Active Selection DIS
EUR
30/10
AZ F. Active Strategy
EUR
30/10
AZ F. Alpha Man. Credit
EUR
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AZ F. Alpha Man. Equity
EUR
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AZ F. Alpha Man. Them.
EUR
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AZ F. American Trend
EUR
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AZ F. Asia Absolute
EUR
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AZ F. Asset Plus
EUR
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AZ F. Asset Power
EUR
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AZ F. Asset Timing
EUR
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AZ F. Best Bond
EUR
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AZ F. Best Cedola ACC
EUR
30/10
AZ F. Best Cedola DIS
EUR
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AZ F. Best Equity
EUR
30/10
AZ F. Bond Target 2015 ACC
EUR
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AZ F. Bond Target 2015 DIS
EUR
30/10
AZ F. Bond Target 2016 ACC
EUR
30/10
AZ F. Bond Target 2016 DIS
EUR
30/10
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC
EUR
30/10
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
EUR
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AZ F. Bond Target 2018 Eq Op ACC
EUR
AZ F. Bond Target 2018 Eq Op CLD DIS 30/10
EUR
30/10
AZ F. Bond Target 2018 Eq Op DIS
EUR
30/10
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC
EUR
30/10
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS
EUR
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AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
EUR
30/10
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS
EUR
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AZ F. Cash 12 Mesi
EUR
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AZ F. Cash Overnight
EUR
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AZ F. Carry Strategy ACC
EUR
30/10
AZ F. Carry Strategy DIS
EUR
14/10
AZ F. Cat Bond ACC
EUR
14/10
AZ F. Cat Bond DIS
EUR
BOCCACCIO
prestigioso palazzo d'epoca, mq
175, quarto piano CE: G - IPE:
175,30
kWh/mqa
02.48.01.18.83 Granvela.it
26,244
6,808
6,875
7,027
6,755
12,841
11,347
11,373
12,444
12,464
11,312
12,065
12,081
10,506
10,506
17,525
6,473
8,886
9,065
6,468
13,816
13,046
16,571
7,364
10,185
29,780
26,126
6,785
6,851
7,015
6,748
12,843
11,250
11,273
12,356
12,374
11,280
12,059
12,074
10,441
10,441
17,514
6,406
8,865
9,051
6,443
13,657
12,962
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7,320
10,158
29,608
5,264
5,262
5,036
5,458
5,070
3,665
3,534
4,728
5,552
5,485
4,993
5,406
5,693
5,072
5,162
6,031
5,433
5,490
5,156
5,203
5,094
4,804
5,000
4,802
5,691
5,165
5,917
5,473
5,381
5,278
4,998
4,998
5,324
5,287
5,256
5,254
5,027
5,459
5,035
3,670
3,493
4,749
5,552
5,471
4,994
5,400
5,693
5,072
5,141
6,031
5,432
5,484
5,150
5,198
5,089
4,801
5,000
4,799
5,690
5,164
5,917
5,473
5,381
5,278
4,997
4,997
5,320
5,283
AZ F. CGM Opport Corp Bd
AZ F. CGM Opport European
AZ F. CGM Opport Global
AZ F. CGM Opport Gov Bd
AZ F. Commodity Trading
AZ F. Conservative
AZ F. Core Brands ACC
AZ F. Core Brands DIS
AZ F. Corporate Premium ACC
AZ F. Corporate Premium DIS
AZ F. Dividend Premium ACC
AZ F. Dividend Premium DIS
AZ F. Emer. Mkt Asia
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AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
AZ F. European Dynamic ACC
AZ F. European Dynamic DIS
AZ F. European Trend
AZ F. Formula 1 Absolute ACC
AZ F. Formula 1 Absolute DIS
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
AZ F. Formula Target 2015 ACC
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Curr&Rates ACC
AZ F. Global Curr&Rates DIS
AZ F. Global Sukuk ACC
AZ F. Global Sukuk DIS
AZ F. Hybrid Bonds ACC
AZ F. Hybrid Bonds DIS
AZ F. Income ACC
AZ F. Income DIS
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS
AZ F. Institutional Target ACC
AZ F. Institutional Target DIS
AZ F. Italian Trend ACC
AZ F. Italian Trend DIS
AZ F. Lira Plus ACC
AZ F. Lira Plus DIS
AZ F. Macro Dynamic
AZ F. Opportunities
AZ F. Pacific Trend
AZ F. Patriot ACC
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AZ F. Qinternational
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AZ F. Qtrend
AZ F. Renminbi Opport
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n. 3 Dirigenti: € 7,92; n. 4 Avvisi legali: € 5,00; n. 5 Immobili residenziali
compravendita: € 4,67; n. 6 Immobili
residenziali affitto: € 4,67; n. 7 Immobili turistici: € 4,67; n. 8 Immobili
commerciali e industriali: € 4,67; n. 9
Terreni: € 4,67; n. 10 Vacanze e turismo: € 2,92; n. 11 Artigianato trasporti: € 3,25; n. 12 Aziende cessioni
e rilievi: € 4,67; n. 13 Prestiti e investimenti: € 9,17; n. 14 Casa di cura e
specialisti: € 7,92; n. 15 Scuole corsi
lezioni: € 4,17; n. 16 Avvenimenti e
Ricorrenze: € 2,08; n. 17 Messaggi
personali: € 4,58; n. 18 Vendite acquisti e scambi: € 3,33; n. 19 Autoveicoli: € 3,33; n. 20 Informazioni e
investigazioni: € 4,67; n. 21 Palestre
saune massaggi: € 5,00; n. 22 Chiromanzia: € 4,67; n. 23 Matrimoniali:
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Data Fissa: +50%
Data successiva fissa: +20%
Per tutte le rubriche tranne la 21,
22 e 24:
Neretto: +20%
Capolettera: +20%
Neretto riquadrato: +40%
Neretto riquadrato negativo: +40%
Colore evidenziato giallo: +75%
In evidenza: +75%
Prima fila: +100%
Tablet: + € 100
Tariffa a modulo: € 110
Rubriche Compravendite immobiliari
Nel testo dell’inserzione è obbligatorio
indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso
in kWh/mqa o kWh/mca a seconda
della destinazione d’uso dell’edificio.
Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile
non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”.
Data
Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
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www.pharusfunds.com [email protected]
31/10
115,070
PS - Absolute Return A
EUR
31/10
121,580
PS - Absolute Return B
EUR
31/10
110,330
PS - Algo Flex A
EUR
31/10
105,650
PS - Algo Flex B
EUR
31/10
86,100
PS - BeFlexible A
EUR
31/10
84,570
PS - BeFlexible C
USD
28/10
101,670
PS - Best Global Managers A
EUR
28/10
105,830
PS - Best Global Managers B
EUR
31/10
108,580
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
EUR
31/10
164,400
PS - Bond Opportunities A
EUR
31/10
122,770
PS - Bond Opportunities B
EUR
31/10
102,460
PS - Bond Opportunities C
USD
28/10
117,910
PS - EOS A
EUR
31/10
90,050
PS - Equilibrium A
EUR
31/10
98,510
PS - Fixed Inc Absolute Return A
EUR
31/10
99,360
PS - Global Dynamic Opp A
EUR
31/10
100,080
PS - Global Dynamic Opp B
EUR
31/10
114,860
PS - Inter. Equity Quant A
EUR
31/10
117,490
PS - Inter. Equity Quant B
EUR
31/10
125,200
PS - Liquidity A
EUR
31/10
100,440
PS - Liquidity B
USD
31/10
96,930
PS - Opportunistic Growth A
EUR
31/10
102,780
PS - Opportunistic Growth B
EUR
28/10
96,240
PS - Prestige A
EUR
28/10
102,570
PS - Quintessenza A
EUR
28/10
107,740
PS - Target A
EUR
28/10
107,920
PS - Target B
EUR
28/10
103,970
PS - Target C
USD
28/10
105,310
PS - Titan Aggressive A
EUR
31/10
101,800
PS - Total Return A
EUR
31/10
95,830
PS - Total Return B
EUR
31/10
112,740
PS - Valeur Income A
EUR
28/10
106,300
PS - Value A
EUR
28/10
108,680
PS - Value B
EUR
28/10
104,180
PS - Value C
USD
114,930
121,440
110,080
105,410
86,070
84,550
100,760
104,860
108,640
164,530
122,850
102,560
115,830
91,260
98,540
98,980
99,690
113,900
116,500
125,250
100,490
96,840
102,680
95,620
101,950
106,750
106,930
103,020
103,610
101,810
95,840
112,620
104,460
106,780
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31/10
31/10
31/10
31/10
EUR
EUR
EUR
EUR
102,860
102,520
172,210
1760,100
102,230
101,290
172,010
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31/10
31/10
31/10
31/10
31/10
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Strategic Bond Inst. C
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Strategic Bond Retail C
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EUR
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EUR
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107,480
107,660
105,840
106,040
100,120
97,830
107,440
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31/10
31/10
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31/10
31/10
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31/10
31/10
31/10
31/10
31/10
31/10
31/10
31/10
31/10
31/10
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
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EUR
EUR
EUR
193,170
146,870
138,160
139,170
47,320
74,670
106,160
111,990
114,680
137,800
104,910
106,190
55,690
104,070
122,220
103,880
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AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
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31/10
31/10
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EUR
EUR
EUR
107,990
113,480
151,440
193,000
146,700
137,300
139,060
46,410
73,810
106,010
111,850
114,540
137,730
104,600
105,870
55,870
104,660
121,830
104,070
105,170
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Fondo Donatello-Michelangelo Due
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EUR 46691,916 47475,755
EUR 27926,454 27116,197
EUR 58259,864 57863,932
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EUR
31/10
5,882
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31/10
5,903
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
EUR
281,410
279,700 CITIC Securities China Fd A
USD
31/10
6,014
EUR
197,560
196,380 Fidela A
EUR
31/10
5,381
EUR
199,180
197,980 Income A
EUR
31/10
5,701
EUR
174,080
173,970 International Equity A
USD
31/10
7,662
EUR
124,280
124,190 Italian Selection A
EUR
31/10
6,194
EUR
128,820
128,720
EUR
31/10
5,330
EUR
124,150
124,090 Liquidity A
EUR
31/10
5,319
EUR
132,030
131,980 Multimanager American Eq.A
EUR
31/10
4,907
Multimanager
Asia
Pacific
Eq.A
EUR
134,520
134,460
EUR
31/10
4,538
EUR
176,360
176,500 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
USD
31/10
4,427
EUR
122,680
122,770 Multimanager European Eq.A
EUR
31/10
5,114
EUR
125,090
125,180 Strategic A
EUR
31/10
6,330
EUR
126,160
125,820 Usa Value Fund A
EUR
31/10
5,504
124,090
123,760 Ver Capital Credit Fd A
EUR
EUR
31/10
96,220
94,890
Asian Equity B
EUR
31/10
135,080
133,230
Asian Equity B
USD
106,160 Emerg Mkts Equity
31/10
439,610
434,010
USD
111,610 Emerg Mkts Equity Hdg
31/10
429,700
424,170
EUR
148,940 European Equity
31/10
273,880
269,480
EUR
31/10
337,400
332,190
European Equity B
USD
31/10
112,650
110,960
Greater China Equity B
EUR
31/10
160,240
157,900
Greater China Equity B
USD
31/10
78,320
76,690
Growth Opportunities
USD
31/10
85,780
83,970
Growth Opportunities Hdg
EUR
31/10
137,700
131,910
Japanese Equity
JPY
31/10
136,220
130,680
Japanese Equity B
USD
31/10
178,580
171,340
Japanese Equity Hdg
EUR
31/10
134,100
132,910
Swiss Equity
CHF
31/10
101,870
100,960
Swiss Equity Hdg
EUR
31/10
173,310
171,340
US Equity
USD
31/10
190,820
188,630
US Equity Hdg
EUR
6,879
7,642
5,798
5,826
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5,356
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31/10
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
● Piazza Affari
ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI
39
Sussurri & Grida
Investcorp e la maxiofferta da 130 milioni per Dainese
di Giacomo Ferrari
StMicroelectronics in recupero
Per Enel una scivolata del 4,2%
A
ppesantito dagli scivoloni di Snam
(-11,32%) e Terna (-6,67%), l’indice
Ftse-Mib di Piazza Affari è terminato
in calo del 2,1%, il peggiore in Europa. La
revisione dei criteri di remunerazione dello
stoccaggio del gas ha penalizzato le due
società energetiche, colpite di conseguenza
dalla revisione dei giudizi degli analisti. Ma è
scesa vistosamente anche Moncler (-4,88%)
dopo il servizio di Report e nonostante le
smentite della società. Giù inoltre Enel
(-4,23%) ed Exor (-4,14%). In controtendenza
Yoox (+6,04%) in attesa dei conti trimestrali
di domani, oltre a StMicroelectronics
(+1,78%) e Mps (+1,48%). Balzo, infine, di Rcs
MediaGroup (+6,55%) grazie ai successi in
Spagna annunciati dall’ad Scott Jovane.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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(d. pol.) Alla fine a calare l’asso è stato Nemir Kidar, il potente manager alla guida della Investcorp del Barhain. Nella gara all’ultimo rilancio
per conquistare i caschi da moto della Dainese
ha battuto l’offerta dei fondi concorrenti Searchlight e Lcapital mettendo sul piatto 130 milioni di euro per il 100%. Una ricca valutazione per
l’azienda vicentina celebre per l’abbigliamento
da moto, le protezioni per la mountain bike, i caschi Agv e adesso anche i tessuti per le tute spaziali in qualità di partner del progetto BioSuit
sviluppato con gli ingegneri del Massachusetts
institute of technology. Adesso tocca al fondatore dell’azienda Lino Dainese, 66 anni, dire l’ultima parola, confermando l’offerta. Sembra però
difficile che l’imprenditore vicentino insieme all’amministratore delegato Federico Minoli (foto), già numero uno della Ducati, possano riuscire a spuntare di più da Investcorp per l’azienda nota anche come sponsor dei piloti Valentino
Rossi e Max Biaggi. L’offerta del Bahrain valuta
infatti il 100% dell’azienda più del suo fatturato,
pari a circa 120 milioni di euro. Dainese è da tempo alla ricerca di un nuovo assetto che garantisca
alla sua creatura i mezzi per la crescita futura sui
mercati. Tuttavia fin qui nessuno sarebbe venuto incontro alle richieste della famiglia fondatrice e di Minoli, disposti a
vendere la maggioranza solo a
prezzi d’affezione. Fino all’arrivo di Investcorp, specialista dei
marchi di lusso e diventato famoso per il rilancio
del marchio Gucci. In Italia il fondo di Kidar, che
quest’anno ha raccolto nuovi fondi per un valore
totale di 2 miliardi di dollari, è di casa. Ha rilevato anni fa l’azienda di distribuzione di bevande e
snack N&W Vending e la Ceme, specializzata
nella produzione di componenti per la regolazione dei fluidi. Ma era da tempo che cercava
una nuova carta da giocare nel lusso. Dainese è
un’occasione ghiotta e secondo i manager del
Bahrain c’è ancora del valore da creare. Il marchio continua ad essere unico nel settore delle
due ruote e nello sci, ma di fronte a un mercato
sempre più globalizzato e con necessità di forti
investimenti in ricerca e sviluppo c’è bisogno di
mezzi. A maggior ragione se c’è anche la necessità di costose sponsorizzazioni.
(c.d.c) Basta un numero: 1,3 milioni. Sono tante
le aziende femminili in Italia e in crescita, secondo Unioncamere, dello 0,7% se si prendono in
considerazione solo i mesi tra aprile e giugno.
Donne che spesso faticano a trovare finanziamenti e che, secondo alcuni studi, pagano addirittura di più, rispetto ai loro omologhi uomini,
tassi di interesse e prestiti. Ma negli ultimi tempi
qualcosa sta cambiando: si sta allungando ad
esempio la fila di istituti di credito che propongono strumenti di finanziamento al femminile.
Per start up o per lo sviluppo dell’economia “rosa” come nel caso del gruppo Cariparma Crédit
Agricole che ha deciso di dedicare un progetto
specifico alle donne imprenditrici, in sinergia
con l’università Cattolica e l’associazione Valore
D. DonnAzienda il nome del progetto che mette
a disposizione un plafond di 28 milioni di euro
con prodotti di finanziamento e una rete di servizi all’impresa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ æ`ÉÉÐ
Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
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bˆk¬±‰Âk˜äk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Õ`Ézæ
kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æ¤z
kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`¤||
‰£˜ .k˜kÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯
r
k‰˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ Õ`É||
“N‰k˜Î†kʼnű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|ææ
“¬‰x˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ |`Êææ
˜‰“@ b‰˜~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ Ð`pÉæ
˜Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ ™`¤Õæ
Âk˜@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯
r
ÅX¬‰@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/
¯ ¤`pæp
ÅÎ@b‰ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ z`zÐæ
ΐ@˜Î‰@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤p`Ðææ
×Ν~‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ z`Йæ
×ΝÅÎÂ@b@ 1ˆ!‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ™`ÊÉz
×ΝÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ¤z`æææ
䉓×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ ¤p`zÕæ
G
/¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ z`pÐæ
@˜X@ k˜kÂ@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ¤`¤zæ
@˜X@ x‰Å K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤|`ÕÐæ
@˜X@ ,¬± “‰‰@ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ z`™Éæ
@˜X@ ,¬± /˜b‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ Ð`¤æp
@˜X ,¬@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ¤¤`Ðzæ
@˜X ,¬@Âk Þ¤æ ±±±±±±±±±±±±±±±®9,¤æ¯
r
@ʼnX˜kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ`ÐÉ|
@ÅΝ~‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`p™æ
‰ÎkX† K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Éæ`™ææ
X@ @‰~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯ æ`æʙ
X@ @‰~k  ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
..¯ ¤`¤¤Ð
X@ ‰˜˜@Î K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|Ðz
X@ ˜Îk“N‰‰@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ð`|ÉÊ
X@ ,¬±ÎÂ׉@ k @䉝 K±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`zææ
X@ ,¬±!‰@˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,!¯ æ`z™Ê
X@ ,¬±/¬kΝ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,$¯
r
X@ ,x‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.$¯ æ`ÐÕz
X kʼnˆÂ‰@˜ä@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`zææ
X kʼnˆÂ‰@˜ä@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õ`ÕÉÕ
X /@˜Î@˜bk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"1¯ É`ææz
X /@Âbk~˜@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.,¯ ¤æ`Éææ
kk 1k@“ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|ÉÊ
k~†k‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|ææ
k˜‰ /Î@N‰‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"/¯ æ`zЙ
kÅÎ 3˜‰˜ ± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤`™Êæ
‰@kÎΉ ˜b×ÅΉk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|Ðæ
‰@˜X@“@˜ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
!¯ æ`|™¤
‰kÅÅk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`ɤz
‰kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`Õ|æ
k @Âα ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ ¤™`æææ
ä˜‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>¯ Õ`™Õæ
˜±kÂÂ@Âkʼn±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õp`zÐæ
Â~Åkʼn@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯
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Â~Åkʼn@ ˜X±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$.¯
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Âk“N K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ ÕÊ`|zæ
‰ÅX†‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ æ`æpp
Âטk ×X‰˜k‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ ¤Ê`|zæ
×ää‰ 3˜‰Xk“ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3¯ ¤æ`pææ
×ää‰ 3˜‰Xk“ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3.¯ Ê`Йæ
@b Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ Ð`əæ
@‰Â ““± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ z`ÕÉæ
@kxx‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ ¤`|æ™
@Î@~‰Â˜k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
1¯ ¤`ppæ
@Î@~‰Â˜k b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ ¤`æ¤æ
@“¬@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
,.¯ z`zÊz
@¬k ‰Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`Õpæ
@ÂÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
..¯ ¤`ɤÉ
@Î͐‰X@ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
//¯ ¤Õ`ÕÉæ
k 1†kÂ@¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
1
¯ ¤`p™|
k“NÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
!¯ ¤æ`æÕæ
k“k˜Î‰Â K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
!¯ |`p¤p
k˜Î± @ÎÎk 1Â‰˜ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
1¯ Õ`pzæ
kÂ@“± .‰XX†kÎΉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
¯ æ`Õ|p
kÂÝkb±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.8¯ |`|zæ
±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`æЙ
±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`ÕÐz
‰XXk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`Õzæ
‰Â±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯ æ`p|z
@ÅÅ b‰ÎÂ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`Õɤ
" ˜b×ÅΉ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
"¯ Ê`Ð|z
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$¯ æ`Й¤
~k“k /kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
$¯
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",¯ æ`ÕzÉ
Âkb± ÂΉ~‰@˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯
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Âkb± “‰‰@˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ Ê`¤ææ
Âkb± 8@Îk‰˜kÅk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
8¯ æ`pÕz
ÂkŬ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯
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Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
/,¯ ¤`|Õp
Á“‰X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`ÐÊz
Á“‰X ¤Ê Þ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/¤Ê¯
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@b@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`zÕæ
@“‰@˜‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ ¤`¤zæ
@˜‰k‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ¤p`Êææ
@˜‰k‰ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ ¤|`Фæ
@Î@~‰X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ™`Õææ
kÁ˜~†‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤z`Ðzæ
k@ @¬‰Î@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`|pæ
kX‰“@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ ¤`|zp
‰@ŝ‰˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ðæ`Épæ
‰~‰Î@ ŠK ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ð`Õp|
“@‰ ׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Õ`Ðpæ
!1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ |æ`|ææ
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!kb‰N@˜X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯
!kb‰@˜×“ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯
!k‰b‰k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯
!‰b ˜b×ÅÎÂà @¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!
¯
!‰ÎÎk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯
!kŏ‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯
!!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯
!˜Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"
¯
!˜b@bÂ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯
!˜b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯
!˜Â‰x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯
!˜Îk ,@ÅX†‰ /‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯
!Ý‰k“@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯
!×Î׉˜‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯
" "‰Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"
¯
"k“@‰xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯
"k“@‰xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯
"Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯
$ $‰b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯
, ,@˜@‰@~׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯
,@“@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯
,@“@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯
,‰@~~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯
,‰kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯
,‰kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯
,‰˜‰˜x@‰˜@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯
,‰¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯
,‰Âk‰ G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
¯
,‰Âk‰ G ± ˜X±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
,¯
,‰~± /±@×ÅΉ˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯
,‰~Â@x‰X‰ b‰ÎÂ‰@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯
,Âk‰Å±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯
,Âk“×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯
,‰“@ ˜b×ÅΉk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯
,Âàœ‰@˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯
. .± k !kb‰X‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯
.@ÎΉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯
.
/ !kb‰@~׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
/¯
.kXÂb@Ή K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
¯
.k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯
.kÎk‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯
.‰Å@˜@“k˜Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯
.ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯
/ /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯
/@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯
/@kŠ˜X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯
/@x‰ ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯
/@‰¬k“±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯
/@‰¬k“ ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯
/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯
/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯
/@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯
/@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯
/@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯
/XÂkk˜ /kÂ݉Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
/k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯
/k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯
/kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
//±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
/‰˜Îkʼn ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯
/˜@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯
/˜@“ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯
/~kx‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯
/ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯
/Â‰˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯
/¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯
/¬@Xk Þ@ÂÂ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯
/Îkx@˜k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯
/Îkx@˜k ‰Ŭ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯
/1!‰XkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯
1 1@“N׉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯
1@“N׉ ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯
1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯
1kkX“ 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯
1kkX“ 1 !kb‰@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯
1kkX“ 1 !kb‰@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯
1kkX“ 1 ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯
1k˜@‰Š±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯
1k˜@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯
1k˜‰˜kÂ~‰@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯
1kœkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯
1‰ÅX@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯
1‰ÅX@‰ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯
1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯
1Âk݉ ‰˜±˜b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯
1:1 kˆÅ×Ή˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯
3 3 @˜X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯
3˜‰XÂkb‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3
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3˜‰XÂkb‰Î ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3
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3˜‰¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯
3˜‰¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯
3˜‰¬/@‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯
3˜‰¬/@‰ ‰Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯
3˜‰¬/@‰ ‰Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯
8 8@Å‰@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯
8‰@˜‰˜‰ ˜b×ÅΉ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯
8‰@˜‰˜‰ @ݝ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯
8‰ÎΝ‰@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯
9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯
; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯
> >‰~˜@~ 8kΝ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯
>×XX†‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3
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>×XX†‰ ¤| Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9>3
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L’apertura di Cariparma
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40
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
41
Cultura
& Spettacoli
Addii
Daix, il più prolifico
dei biografi di Picasso
Lo scrittore e giornalista
francese Pierre Daix, amico e
biografo di Pablo Picasso e uno
dei maggiori esperti della sua
opera, è morto all’età di 92 anni.
Solo sul leggendario artista
spagnolo Daix ha pubblicato 16
libri (in totale ne pubblicò una
cinquantina) tra il 1977 e il
2006. Nato il 24 maggio 1922 a
Ivry-sur-Seine, Daix aderì a soli
17 anni al Partito comunista
francese e partecipò alla
Resistenza; arrestato, fu
deportato nel campo di
concentramento di Mauthausen,
esperienza drammatica che ha
raccontato nel romanzo Les
Revenantes (2008), ma nel 1971
Daix, deluso dal totalitarismo
sovietico, ruppe definitivamente
con il Pcf. Nel 2003 fu insignito
del Prix Georges Pompidou e nel
2009 della Legion d’onore.
Storiografia
Sulla rivista del Mulino «Contemporanea» un saggio di Massimiliano Boni
sull’incredibile carriera istituzionale del capo del Tribunale della razza
di Gian Antonio Stella
C
osa ci fa il busto del presidente del Tribunale
della razza nel corridoio
nobile della Corte costituzionale? È insopportabile,
dopo aver letto finalmente
un’inchiesta stringente, documentatissima e implacabile
sulla vita di Gaetano Azzariti,
sapere che un uomo così arrivò, grazie alla lavanderia di Palmiro Togliatti, alla presidenza
della Suprema Corte senza che
alcuno gli rinfacciasse il ventennio passato a confezionare
leggi su misura per il Duce e
per la caccia all’ebreo.
Ben 45 libri, saggi e discorsi
vari ci sono, nel catalogo delle
biblioteche italiane, con Azzariti nel titolo o tra gli autori.
Non uno cita la sua devozione
fascista e razzista. Così come
non ne parlano mai, lo diciamo
arrossendo, gli articoli nell’archivio del «Corriere». Mai. Dopo la morte, anzi, l’«Informazione» si spinse a scrivere che
con la sua elezione alla Consulta era stata «coronata la carriera di un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita al trionfo
della giustizia e della verità».
Non è così. E lo dimostra un
saggio di Massimiliano Boni,
consigliere della Corte costituzionale. S’intitola Gaetano Azzariti: dal Tribunale della razza
alla Corte costituzionale pubblicato dalla rivista «Contemporanea» del Mulino. Un saggio
che, documenti alla mano, ricostruisce la vita di Azzariti, dalla
nascita a Napoli nel 1881 (nonno, padre e due fratelli magistrati) alla carriera di altissimo
burocrate all’ufficio legislativo
del ministero della Giustizia
che comandò negli anni in cui il
fascismo si impossessò dello
Stato, dal 1927 al 25 luglio 1943,
quando Mussolini fu rovesciato
e lui si riciclò come guardasigilli «tecnico» per un mese e mezzo nel governo Badoglio, precipitandosi a concedere l’immediata scarcerazione dei detenuti
politici.
C’è chi dirà: furono tanti i giudici che applicarono le leggi fasciste. Vero. E la Repubblica non
poteva certo processarli tutti.
Ma lui non si limitò ad applicarle: le fece. Come scrive Silvia
Falconieri nel libro La legge della razza (Il Mulino, 2012), non
bastò proclamare la superiorità
della stirpe: la razza divenne
«affare dei giuristi». E lì, spiega
Boni, fu «necessario selezionare un ceto di chierici che da un
lato traducesse in norme e
provvedimenti quanto deciso a
livello politico, dall’altro fornisse un fondamento teorico al
nuovo corpus di norme».
Azzariti è in prima fila: «I documenti attestano la piena partecipazione di Azzariti al processo di edificazione della legislazione fascista, compresa
quella razziale». Il Duce se ne
fida al punto di promuoverlo
nel 1939 alla testa del Tribunale
della razza. Un ruolo svolto con
zelo fino alla caduta del regime. Lo dimostra un discorso
del 28 marzo 1942. Dove si
compiace che «l’egualitarismo
dominante (…) senza differenza di età di sesso di religione o
di razza», non sia più «una specie di dogma indiscutibile»: col
Una ragazza affigge un cartello su un negozio in occasione dell’entrata in vigore in Italia delle leggi razziali fasciste (1938)
Azzariti, un antisemita
alla Suprema Corte
Lavorò alle leggi fasciste, anche quelle contro gli ebrei
Ma grazie a Palmiro Togliatti fu riabilitato e promosso
❞
fascismo «ora è relegato in soffitta». E afferma che «la diversità di razza è ostacolo insuperabile alla costituzione di rapporti personali, dai quali possano derivare alterazioni
biologiche o psichiche alla purezza della nostra gente». Infame.
Non è l’«errore di gioventù»
di tanti ragazzi allevati nel culto del Duce. Quando sputa sui
diritti inalienabili con la tesi
che «nel campo del diritto non
esistono “immortali principi”, i
quali, del resto, anche fuori del
campo giuridico sono ormai
morti o agonizzanti», Azzariti è
un sessantunenne laureato da
quaranta. È il più potente burocrate del ministero. È il capo di
quel Tribunale della razza,
spiegherà il grande accusatore
Raffaele Gioffredi, istituito per
«arianizzare», inventandosi
una madre adulterina e un padre ariano, «gli israeliti cari al
cuore del Duce» o «quelli che
più fossero disposti a mollar
danaro, ville, gioielli o altre utilità di gran pregio». È insomma
in primissima fila tra quanti se-
lezionano chi nel 1943 sarà salvato e chi verrà sommerso dall’Olocausto.
Questo fu, Gaetano Azzariti.
Premiato, accusa Boni, anche
da una pioggia di prebende: un
documento dell’Alto commissario per l’epurazione «riassume l’elenco dei pagamenti a lui
effettuati, tra il 1932 e il 1943,
ulteriori a quelli percepiti come ordinarie competenze
mensili di stipendio e indennità accessorie». Fedele al fascismo sì, ma non gratis…
Come fece, uno così, a uscire
Lo studio
● Massimiliano
Boni ha
dedicato alla
figura e alla
carriera di
Gaetano
Azzariti (nella
foto sopra) un
ampio saggio
critico, che
verrà
pubblicato
sulla rivista
«Contemporanea», edita
dal Mulino, nel
numero che
uscirà in
libreria il 10
dicembre 2014
I documenti
attestano
il suo ruolo
attivo nella
legislazione
del regime,
ma la fedina
gli viene poi
ripulita
Il Migliore
lo prende a
collaborare
al ministero Figlio di Giuseppe, presidente emerito della Fondazione Premio Balzan
di Giustizia.
Oggi c’è un
suo busto in
corridoio
ggi la camera ardente a Palazzo Firenze
66) e alla presidenza del Consiglio quale
alla Corte
(piazza Firenze 27, Roma) e domani, alle 10, consigliere diplomatico del presidente (1970costituzioi funerali a Santa Maria in Trastevere per Bruno
72). Fu poi capo del servizio stampa della
nale
Bottai, figura di spicco nella cultura italiana,
Farnesina (1972-76) e ambasciatore presso la
Bruno Bottai, il diplomatico amico di Dante
O
L’ambasciatore
Bruno Bottai
(1930-2014),
ex segretario
generale della
Farnesina
diplomatico, presidente della Società Dante
Alighieri ed emerito della Fondazione Balzan.
L’ambasciatore Bruno Bottai era nato a Roma il
10 luglio 1930. Era figlio di Giuseppe Bottai,
governatore di Roma, di Addis Abeba e ministro
della Educazione nazionale di Benito Mussolini,
una delle figure più importanti del regime
fascista sotto il profilo culturale. Bruno era
entrato a 24 anni in carriera diplomatica,
rivestendo la carica di vice console a Tunisi e
rappresentante italiano presso la nascente
Comunità Europea dal 1958 al 1961. Ha poi
seguito gli sviluppi europei negli anni di
servizio alla segreteria generale del ministero
quale capo del Servizio coordinamento (1961-
Santa Sede (1979-81), carica rivestita di nuovo
dal 1994 al ‘97. Ambasciatore di grado nel
maggio 1981, ebbe successivamente incarichi di
direttore generale degli affari politici (1981-85),
ambasciatore a Londra (1985-87) e segretario
generale della Farnesina (1987-94). Dall’aprile
del 1995 era presidente della Società Dante
Alighieri. Era anche presidente emerito della
Fondazione Premio Balzan, già presidente del
consiglio di fondazione dal 1999 al 2013, e aveva
conferito al Premio «un inestimabile contributo
di sensibilità e passione», si legge in una nota
diramata dalla stessa Fondazione.
P. Pan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
indenne dalla caduta del Duce?
Per cominciare, spiega Boni,
ebbe la «fortuna» che tutti gli
atti dei processi del Tribunale
della razza, prodigio prodigioso, sparirono. Tutti. A seguire,
contando sull’omertà di una rete di rapporti intessuta per decenni, affrontò l’inchiesta truccando le carte. «Ha fatto parte
di uffici o commissioni razziali?», chiede il questionario. E
lui risponde: «No. Fece però
parte di una commissione tecnico-giuridica, composta in
prevalenza di magistrati (…)
che consentiva di far dichiarare
ariane le persone le quali dagli
atti dello stato civile risultavano ebree. Parecchie famiglie
israelite furono così sottratte ai
rigori delle leggi razziali». In
poche righe, commenta Boni,
«tutto è rovesciato, il nero diventa bianco». «Ha fatto pubblicazioni o conferenze di carattere razziale?». «No». «È stato autore di libri, opuscoli e
pubblicazioni in genere, avente
anche indirettamente carattere
politico?». «No».
«Un documento indirizzato
al presidente della Commissione per l’epurazione, datato ottobre 1944», insiste Boni, «descrive Azzariti come componente di una “cricca” (sic) che
orbita attorno ai ministri di
Grazia e giustizia
che si sono succeduti nel ventennio
fascista», gli attribuisce «la competenza a “rivedere” e
“compilare” tutte le
leggi», ricorda la
sua ammirazione
per il fascismo e la
sua presidenza alla
«commissione di persecuzione degli ebrei».
Il «parere conclusivo» è duro: il magistrato va messo subito «a riposo». Ma lì, sulla minuta conservata negli archivi,
una mano misteriosa scrive:
«Non lo ritengo opportuno».
Chi lo scrive? Non si saprà mai.
La stessa firma in calce alla relazione è cancellata. Sono
ignorate anche le denunce del
giudice Gioffredi: «Bastava si
accennasse qualche idea del
provvedimento legislativo repugnante (sic) ai più elementari principi del diritto e della coscienza civile, perché egli la
formulasse e riducesse in tanti
articoli delle così dette norme
giuridiche (…) accompagnandole con relazioni e commenti
apologetici che la mano di ogni
onesta persona si sarebbe rifiutata di sottoscrivere».
Tutto evapora nel nulla. Gli
italiani sono occupati a tornare
a vivere. Gli ebrei sopravvissuti
devono ancora riprendersi dal
trauma. Nei giornali son tanti
ad aver la coda di paglia. Ma è
Togliatti a dare l’ultima sbiancata alla fedina di Azzariti.
Prendendoselo come collaboratore al ministero della Giustizia. Pochi anni e il presidente
del Tribunale della razza salirà
alla presidenza della Corte costituzionale. Dove ancora oggi
c’è quel busto. Che ci ricorda
come in Germania, lo racconta
il film Vincitori e vinti, i giudici
più compromessi col nazismo
finirono a Norimberga e da noi
al Palazzo della Consulta. E
nessuno dice niente?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
42
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
Festival
Il mestiere di scrivere
si impara a Bologna
con Lucarelli e Fois
di Severino Colombo
TERZA PAGINA
In quanti modi si può coniugare
il verbo scrivere? È quanto si
propone di esplorare il festival
«Scriba. Il mestiere di scrivere»,
da venerdì a domenica a
Bologna, organizzato da Bottega
Finzioni (nella foto, un momento
della precedente edizione).
Accanto e oltre alla forma
letteraria la manifestazione dà
Elzeviro
FRANZ SCHUBERT
FURORE CREATIVO
PRIMA DELLA FINE
Segna
libro
spazio ad altre produzioni
scritte: testi di canzoni, dialoghi
teatrali, soggetti di film, pagine
umoristiche o di satira. Perché?
Il motivo è sottolineato dallo
scrittore Carlo Lucarelli,
fondatore della Bottega: «Chi
pratica la scrittura sa benissimo
che qualsiasi tipo di narrazione è
prima di tutto un racconto».
Verranno sperimentati formati
di scrittura che fanno parte della
vita di tutti i giorni: la ricetta di un
piatto o le previsioni del tempo.
Partecipano, tra gli altri, gli
scrittori Marcello Fois e Paolo
Nori: il primo analizza la lingua
degli annunci immobiliari; il
secondo interpreta con l’aiuto di
un assicuratore il «linguaggio
43
delle polizze». In cattedra
salgono anche il giornalista
Vittorio Zincone, l’illustratore
Tuono Pettinato, David Riondino,
la scrittrice Beatrice Masini e il
vice questore aggiunto Silio
Bozzi che spiega come si scrive
un interrogatorio. Ingresso
gratuito. www.scribafestival.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I nuovi racconti della scrittrice Fleur Jaeggy
di Paolo Isotta
Icone
L
a enormi tragedie della storia della musica sono la morte precocissima di Pergolesi e Bellini e quella, a quarantatré
anni, del cardinale Rodolfo d’Asburgo,
l’amico di Beethoven, un mecenate che per
intelligenza, cultura e generosità può esser
paragonato solo al settecentesco cardinale
Pietro Ottoboni. Ma la tragedia somma è la
morte di Franz Schubert, avvenuta il 19 novembre 1828. Schubert aveva dato impareggiabilmente; ma, a differenza di Mozart, non
ancora nella misura che dal Creatore gli era
stata concessa e poi, atrocemente, revocata.
Solo Agostino il Filosofo potrebbe spiegarci
perché il Creatore ha voluto così. Quando la
morte giunse era passato appena un anno e
mezzo da quella di Beethoven; e qui risiede
una spiegazione della fioritura, immensa e
tale che nella storia di tutte le arti non v’è alcuna possibilità di paragone. Colla morte di Beethoven Franz provò un immenso dolore ma si
tolse dallo stomaco, a voler essere brutali, un
ancor maggiore peso. Fu privato della remora
Trecento
immagini a
colori per un
insolito Robert
Capa. Un
volume
realizzato in
occasione della
mostra al Centro
internazionale di
fotografia di
New York per
celebrare i 100
anni dalla
nascita del più
grande
fotoreporter di
tutti i tempi,
svela come già
nel 1947 Capa
fotografava
anche a colori,
alternando il suo
classico bianco e
nero. Robert
Capa. Colore è a
cura di Cynthia
Young (Electa,
pp. 208,
€ 44,90).
Il compositore Franz Schubert (Vienna 1797–1828)
che, per troppa lungimiranza, gl’impediva di
accedere allo stile eroico e sublime, pur toccato se non sistematicamente. Nell’ultimo anno
egli compone opere che rivoluzionano la forma musicale (le Sonate pianistiche e il Quintetto) e altre che rappresentano nuove possibilità nell’interpretare il testo della Messa, dopo
il culmine della Solemnis di Beethoven.
Sandro Cappelletto scrive un bellissimo
libro proprio su questo tema: Da straniero
inizio il cammino – Schubert, l’ultimo anno
(Biella, Accademia Perosi editore, pp. 240, 24). Egli parte, con una trascinante analisi,
dall’unico concerto dedicato solo a sue composizioni che Schubert nella vita ottenne, nel
marzo del 1828; e poi descrive la febbrile ebbrezza creativa e i miracoli prodotti grazie a
essa, molti dei quali eseguiti tanti anni dopo
la morte del Maestro. L’autore conosce mirabilmente la biografia, le fonti e l’ambiente
sociale e artistico nel quale il dramma finale si
svolge.
Resta una vera e propria crux: quanto era
consapevole Schubert che fosse per morire in
breve spazio? E quanto, un’eventuale consapevolezza, incide sull’ansia creatrice? Un fatto è
che Schubert era scisso tra ottimismo e nichilismo; e certe sue opere estreme, come il ciclo
di Lieder Il viaggio d’inverno, sono una potentissima affermazione di nichilismo. Ma nei
capolavori dell’ultimo anno io vedo un ottimismo eroico e addirittura volontà di potenza.
Faccio un esempio a pro dell’ottimismo e uno
a pro del nichilismo. L’ultima opera importante di Franz, dell’ottobre, è il grandioso Offertorio Intende voci orationis meae; ma l’Agnus
Dei della Sesta Messa si basa su di un tema
ch’egli adopera anche a base dell’atroce Lied
Der Doppelgänger, ossia Il sosia: il che in altri
anni m’indusse a sostenere l’erronea tesi che
Schubert intendesse sostenere che l’Agnello
di Dio è solo un sosia.
Nella prospettiva sono dunque diviso da
Cappelletto; ma non pretendo di aver ragione.
Onde auguro al libro il maggior numero possibile di lettori affinché ciascuno si faccia la
sua idea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il più bel
periodo del
fotogiornalismo
internazionale
raccontato da
uno dei
migliori
fotografi
italiani. Mario
Dondero
(classe 1928)
rivela a
Emanuele
Giordana le
storie che
stanno dietro
le immagini
sue e di alcuni
illustri colleghi,
spiegando il
vero senso del
mestiere di
fotoreporter.
Tutto questo
avviene in Lo
scatto umano.
Viaggio nel
fotogiornalismo da
Budapest a
New York
(Laterza,
pp. 140, 18).
a cura di
Fabrizio
Villa
Sopra: la
scrittrice Fleur
Jaeggy.
A sinistra:
René Magritte,
Paesaggio
incantato
Siamo tutti fratelli di un Altro
nel paesaggio triste della vita
di Giorgio Montefoschi
«M
ia sorella XX
non c’è. Comincio a
pensare che
le sia successo qualcosa. Dato
che le scarpe sono tornate da
sole. Telefono a tutti gli ospedali, alla polizia. Non ci sono
tracce. Mi siedo sul suo letto.
Qualche ora dopo lei arriva, e
chiede cosa sto facendo sul
suo letto. Non me ne ero accorto, ma ai piedi avevo le sue
scarpe».
In quasi tutti i racconti di
Fleur Jaeggy contenuti nella
raccolta intitolata Sono il fratello di XX (lo stesso titolo del
racconto dal quale è tratta la
precedente citazione), c’è un
Altro: un essere umano – ma
anche un animale, talvolta: un
gatto, un pesce in un acquario
newyorchese, un ramarro in
un quadro di Lorenzo Lotto –
nel quale il protagonista o la
protagonista del racconto finiscono per identificarsi.
Chi sono questi personaggi?
Un ragazzino più giovane di
sette anni di sua sorella che vive in un collegio inerpicato su
un monte, aspetta spasmodicamente che arrivi la sorella
alla quale un giorno ha confidato di voler morire, e intanto
conta il tempo osservando i
sassi e le rocce. Un uomo ormai anziano, scapolo, che, in
una grande casa svizzera nella
quale il silenzio è rotto solo da
guaiti di cani simili a «filamenti di sogni vagabondi», vive solo con la servitù. Una donna abbandonata da una donna. Una ragazzina innocente e
perfida, senza fissa dimora,
che fa da dama di compagnia a
una signorina spenta, e a Truman Capote sarebbe piaciuta
parecchio. Una donna abbandonata da un marito. Una sorella figlia di un altro padre, e
quell’altro padre. Una donna
che ha perso un figlio. Una
donna che, sulle sponde di un
lago, va a cercare una amica
malata, probabilmente ricoverata in una clinica psichiatrica,
bisognosa quanto lei di protezione e affetto.
Cosa vedono e in che cosa si
identificano costoro? Nella solitudine. Nella mancanza
d’amore. Nella disperazione.
In un «sussulto d’amore». Nell’odio.
Il processo attraverso il quale avviene l’identificazione – il
fratello che diventa la sorella,
la donna che diventa la donna
dalla quale è stata abbandonata, la madre che diventa il figlio che a capofitto si è lanciato nel vuoto guardando una
pozza d’acqua verde smeraldo
– è tanto più sorprendente
quanto più si considera che
questi racconti di Fleur Jaeggy,
Presentazione
a Milano
La presentazione del
nuovo libro di Fleur Jaeggy
Sono il fratello di XX
(Adelphi, collana Fabula,
pp. 129, 15) è in
programma giovedì 20
novembre, alle ore 18.30,
presso il circolo dei lettori
della Fondazione Adolfo
Pini, in corso Garibaldi 2, a
Milano.
davvero molto belli, sono brevi, o anche brevissimi. Ma la
forza, il desiderio di penetrare
nell’Altro – un desiderio che
comincia guardando l’Altro e
si nutre in una zona oscura
della mente o della memoria –
è imperioso. L’Autrice lo tiene
a bada (e non potrebbe fare altrimenti) con uno stile scabro,
conciso, costituito da frasi corte e ripetute; da una lingua che
privilegia l’esattezza e rifiuta
l’enfasi, e tuttavia, in pagine
che risentono evidentemente
dell’influenza di Thomas Bernhard, proprio a causa della
reiterazione produce un suono misterioso.
Certe volte, i personaggi osservati non sono esseri viventi,
bensì «figure morte». Come,
per esempio, i ritratti dei due
fratelli piccoli, defunti, che Caspar, l’uomo anziano che vive
nella casa svizzera, contempla
col medesimo rancore con il
quale, nella Cognizione del dolore, Gonzalo Pirobutirro d’Eltino contempla il ritratto di
suo padre (infatti, entrambi
vogliono distruggere i ritratti).
O come la statua di un grande
angelo in una chiesa del Nord,
osservato fissamente da un
bambino che, seguendo quel-
«Kiku-san» di Pierre Loti
Comprar moglie a Nagasaki
Madama Butterfly cominciò così
C’
Lo scrittore
francese Pierre
Loti (18501923): era
ufficiale di marina
è un attimo in cui l’Oriente per Pierre Loti
cessa di essere geografia e diventa una
persona. Ufficiale su una nave da guerra, lo
scrittore nel 1885 è a Nagasaki. Si ferma poco
più di un mese e, per 20 piastre, prende moglie.
Non è amore. L’esotismo s’incarna in Madame
Chrysanthème. Ne scrive tradendo uno stupore
che ispira il primo atto della Madama Butterfly
pucciniana e poi stimola anche Tzvetan
Todorov. «Crisantemo ha portato con sé poche
cose, ben sapendo che il nostro matrimonio
non avrà durata», annota Loti: Kiku-san. La
moglie giapponese (traduzione di Maurizio
Gatti, prefazione di Francesca Scotti, ObarraO,
pp. 178, 14) è il diario di un gioco in cui
l’Occidente non vince ma forse cambia un po’.
Marco Del Corona
@marcodelcorona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
l’angelo, vorrebbe volare e si
accorge di essere incapace di
volare. Come la fotografia di
una madre che non c’è più, da
molti anni, e finalmente, in
quella fotografia che, imprevedibilmente, la ritrae in ginocchio davanti al Papa, rivela una
tristezza mai rivelata nella vita.
Non sempre i personaggi
dei racconti di Fleur Jaeggy rivelano qualcosa o rispondono.
Può capitare che tacciano. Tace il gentiluomo del quadro di
Lorenzo Lotto, incurante del
ramarro che lo spia, e guarda
lontano, non sappiamo dove.
Tace il gatto che ha colpito la
sua preda e – non sappiamo
come possa essere possibile,
dopo tanta ferocia – si allontana indifferente. Tace la donna
dell’affresco che, fra le mani
rattrappite e ormai gelide, coperte da degli improbabili
guanti, stringe la croce, ma ha
il viso in ombra – perché quel
Poetica
Talvolta, nei racconti
i personaggi osservati
non sono esseri viventi,
bensì figure morte
viso che rimane in ombra, «in
alto, come di vedetta», essendo l’assenza, deve rimanere in
ombra.
Allora – quando gli esseri
umani non parlano – in quel
silenzio, in quella distanza incommensurabile, si schiude
improvvisamente l’Altrove. E
quello, l’Altrove, inseguito e
puntigliosamente negato in
tutti i racconti di Sono il fratello di XX, è davvero il centro dei
pensieri di questa scrittrice
violenta e pudica che probabilmente avrebbe voluto vivere
in un altro secolo, forse nel
Medioevo. E che – come l’amica di Agnes: la donna scomparsa «oltre il confine del visibile» – non entra mai nelle
chiese, solo una volta all’anno,
solo il Venerdì Santo, però
quella volta, si sente «invasata» e, senza sapere nulla, senza capire nulla, si disfa nel dolore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
SPETTACOLI
Corriere.it/scuola
Cinque video, cinque lezioni per raccontare ai
nostri figli la storia dei loro antenati, la storia
d’Italia. Da guardare insieme, in classe, studenti e
prof. Corriere.it/scuola ha realizzato cinque
puntate dedicate alla Prima guerra mondiale. Per i
bambini delle elementari l’autore per ragazzi
Roberto Piumini (foto) ha scritto «La ballata della
Grande guerra» (online da oggi). Da domani, una
al giorno, saranno online anche la lezione sulle
trincee dello scrittore Sebastiano Vassalli, quella
Da Piumini a Vassalli,
5 lezioni per i ragazzi
sul conflitto dei nonni
45
sulla guerra vista con gli occhi di Carlo Emilio
Gadda dell’attore Fabrizio Gifuni, e infine i due
racconti di Aldo Cazzullo, tratti dal suo libro «La
guerra dei nostri nonni». Partendo dai ricordi della
Prima guerra mondiale Corriere.it/scuola lancia,
insieme a «100 anni dalla Grande guerra», un
concorso per scuole elementari, medie e superiori:
create un videoracconto di un episodio del conflitto
partendo da una storia della vostra famiglia o della
© RIPRODUZIONE RISERVATA
vostra città.
Il film
del Mereghetti
In trincea
Un’immagine
tratta da
«Torneranno
i prati», il nuovo
film diretto da
Ermanno Olmi,
in uscita
giovedì.
Il grande regista
ha debuttato
al cinema
nel 1958 con
«Il tempo si è
fermato». Risale
al 2011 la sua
ultima opera:
«Il villaggio
di cartone»
con Michael
Lonsdale
e Rutger Hauer
S
ono il silenzio e la neve
i veri protagonisti del
film che l’83enne Ermanno Olmi ha voluto
dedicare alla Prima
Guerra Mondiale, loro più dei
soldati mandati al massacro,
degli ordini insensati, del dolore, del sangue, della follia. Prima di tutto viene questo senso
di desolazione e di abbandono
che non riguarda solo l’avamposto tra i monti dove il regista
ha ambientato il suo Torneranno i prati ma che si estende alla
memoria di quell’evento, alla
sua capacità — o meglio sarebbe, alla sua incapacità — di trasformarsi davvero in fondamento del nostro comune sentire.
A Olmi non sfugge certo, né
vuole minimizzare, l’insensatezza di un massacro che ha
causato milioni di morti. E infatti nella prima parte il regista
riprende lo spunto del bellissimo racconto di Federico De Roberto La paura, con quel militare che piuttosto che farsi uccidere come i suoi commilitoni
nel tentativo di raggiungere un
inutile postazione, si ammazza
davanti al maggiore che ha dato quell’ordine suicida. Ma poi
l’eventuale polemica antimilitarista si ferma, come a volerci
ricordare che non sono più gli
anni della rabbia e dello sdegno, come quelli all’origine di
quei capolavori che sono All’Ovest niente di nuovo di Milestone o Orizzonti di gloria di
Kubrick. O della riflessione storica e politica come nella trilogia di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (Prigionieri
della guerra, Su tutte le vette è
pace e Oh! Uomo).
Altro sta a cuore a Olmi, ed è
la paura che quei sacrifici e gli
uomini che li hanno compiuti
vengano dimenticati e cancellati, un po’ come quei cadaveri
sepolti sotto la neve e abbandonati al loro destino: «Quest’estate emergeranno dal
ghiaccio e qualcuno verrà a cer-
TORNERANNO I PRATI
Neve, silenzi e memoria:
la Grande guerra di Olmi
di Paolo Mereghetti
100 Paesi
● Ermano Olmi
(foto) è nato
a Bergamo
83 anni fa
● Il suo film
«Torneranno
i prati» viene
proiettato oggi
in anteprima
in cento Paesi
carli. Ma di molti non se ne occuperà nessuno» dice un graduato al tenentino di fresca nomina mentre sovrintende alla
sepoltura sotto la neve.
Mi sembra proprio questo il
Il regista in ospedale
«Dedicato a mio padre»
«Dedico Torneranno i prati a mio padre, che
quando ero piccolo mi raccontava della guerra
dove era stato soldato». Sono le parole di
Ermanno Olmi nel videomessaggio registrato
nell’ospedale dove è ricoverato per sospetta
polmonite. «Nel centenario della guerra
dobbiamo chiedere scusa ai morti dimenticati».
senso più vero di un film che
racconta l’anonima notte di un
avamposto italiano sulla linea
del fuoco. Siamo nell’inverno
del ’17, del nemico si sentono
solo le bombe e le pallottole,
tutt’intorno è neve e alberi imbiancati. Un panorama bellissimo, illuminato dalla luna, se
non nascondesse morte e distruzione. Ma pure il vuoto di
senso e di memoria che le
guerre portano con loro.
È struggente e doloroso, e di
un dolore quasi fisico, il contrasto tra lo squallore delle
trincee e dei dormitori interrati
e il fascino della natura che circonda quegli avamposti; lo
smarrimento di quegli occhi
che cercano un invisibile nemico e trovano invece la bellezza
di un mondo inaspettatamente
ostile. A volte gli uomini hanno
dei sussulti di dignità (il capitano che si degrada per disgusto
● Le stelle
La follia della Grande Guerra
immersa in un paesaggio
di straziante bellezza
da evitare interessante
da non perdere
capolavoro
degli ordini ricevuti, il sergente
che non si dà pace per non aver
protetto meglio i suoi uomini),
altre volte si fanno carico di un
peso cui non sanno sfuggire (il
maggiore che non discute gli
ordini delle gerarchie, il tenentino che finisce in un posto per
cui non ha forze né competenze), ma più spesso a Olmi interessa far emergere i semplici
tratti fisici dei soldati, gli elementi minimi di identificazione. E così ricordare chi verrà
cancellato dalla Storia. Ecco il
perché di quelle lunghe carrellate su tante facce «anonime»,
quegli elenchi di nomi di cui
non sapremo mai a chi appartengono. Come a volerci ricordare che al di là dell’eroismo o
della follia, c’erano dietro degli
uomini in carne e ossa che la
Storia ha bellamente dimenticato. Ingiustamente dimenticato.
Olmi non può certo ricordarli tutti, ma nel filmare la straziante bellezza di una natura
dove si è perso ogni possibile
legame con l’uomo, cerca di accendere la fiamma di un ricordo che sappia restituire dignità
e passione a chi ha dato la vita e
non ha ricevuto in cambio
niente, nemmeno il calore della memoria.
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Addio ad Augusto Martelli, il maestro di Mina e delle sigle tv
Il compositore aveva 74 anni. Fu tra i volti più noti nel periodo di ascesa di Canale 5, poi i guai giudiziari
Da suonatore di piano
accanto al pupazzo Five ad arrangiatore per Mina. Il pop più
televisivo e la voce più calda
della musica. Sono i due poli
che hanno attratto la carriera di
Augusto Martelli, compositore,
direttore d’orchestra e produttore che si è spento a 74 anni
nella sua casa di Milano dopo
una lunga malattia.
Martelli era nato a Genova il
15 marzo 1940. Figlio d’arte, iniziò come musicista lavorando
per la Ri-Fi, la casa discografica
che aveva tra le sue voci anche
quella di Mina. Negli anni Sessanta, ne uscì un sodalizio allo
stesso tempo artistico e sentimentale. Martelli compose e
MILANO
arrangiò per lei diverse canzoni
— So che non è così, Tu farai,
Ero io, eri tu, era ieri, Una mezza dozzina di rose — e diversi
dischi: 45 giri come Un anno
d’amore/E se domani (1964,
Genovese
Augusto
Martelli era
nato a Genova
il 15 marzo
1940.
Collaborò con
grandi cantanti
tra cui Mina,
Giorgio Gaber,
Johnny Dorelli,
Ornella Vanoni
e Jovanotti
uno dei più venduti di Mina) e
33 giri come Dedicato a mio
padre e altri (1967). Intanto il
rapporto tra i due si fa sentimentale: l’amore tra Mina e
Corrado Pani arriva al capoli-
nea e ad attenderla c’è Martelli,
per una convivenza che va
avanti fino alla fine degli anni
Sessanta. Le riviste di gossip
annunciano pure il loro matrimonio varie volte, ma non se
ne farà mai niente.
Gli anni Ottanta sono targati
Berlusconi, in quella Mediaset
che era ancora Fininvest. Si
specializza nel ramo sigle tv e
sforna jingle che entrano in
milioni di orecchie. Suona per
Five, la risposta di Canale 5 a
Topo Gigio, il pupazzo che assomiglia a un draghetto che ha
la voce di Marco Columbro. E
poi Il pranzo è servito, Grand
Prix, Ok, il prezzo è giusto!,
Bim Bum Bam, Casa Vianello.
La nomina
A Caprarica le news
di Agon Channel
Antonio Caprarica è il nuovo
direttore delle news della tv
Agon Channel Italia. La tv
albanese, che sta per lanciare
un canale anche da noi (canale
33 del digitale terrestre), ha
scelto l’ex corrispondente Rai.
Niente da fare per Alessio
Vinci, già conduttore per il
canale albanese, che non farà
parte della squadra di Agon
Channel Italia.
Tante le collaborazioni. Con
Giorgio Gaber, Johnny Dorelli,
Ornella Vanoni, Iva Zanicchi,
Jovanotti...
Ma non ci sono solo gli allori. Nel 2001 trovano sul suo
computer immagini pedopornografiche che sarebbero state
acquistate con la carta di credito da siti russi. Lui si difende e
sostiene che stava indagando
contro lo sfruttamento minorile. Non gli credono. E nel 2007
la Cassazione conferma la condanna inflitta in primo grado
(un anno e sei mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena).
R. Fra.
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
«Museica»
Premio Tenco,
è di Caparezza
il disco dell’anno
In onda
SPETTACOLI
È «Museica» di Caparezza (41 anni, foto) il disco dell’anno secondo
la giuria del Premio Tenco. Le altre Targhe assegnate per questa
edizione dalla giuria composta da circa 200 giornalisti e critici sono:
Filippo Graziani come opera prima per «Le cose belle», Loris Vescovo
con «Penisolâti» negli album in dialetto, Raiz e Fausto Mesolella con
«Dago Red» nella categoria canzoni non proprie (sia cover che brani
originali), «Lettera di San Paolo agli operai» dei Virginiana Miller per
la sezione canzone. I premi saranno consegnati il 6 dicembre a
Sanremo al teatro Ariston, in una serata in cui si esibiranno tutti i
vincitori e che avrà David Crosby come ospite d’onore.
Giro di poltrone a Mediaset
Italia1 cambia direttore, prima volta di una donna
Cambio di poltrone a Mediaset. In uscita Luca
Tiraboschi, la direzione di Italia 1 viene affidata a
Laura Casarotto (45 anni, foto), attuale responsabile
Marketing tv. È la prima volta che una donna arriva
al vertice di una rete generalista italiana. A Rete4
(al posto di Giuseppe Feyles) va invece Sebastiano
Lombardi, mentre tutti i canali tematici gratuiti
vengono riuniti sotto la responsabilità di Marco Costa.
Siamo tutti detective
In Italia ora vince
la tv dei casi irrisolti
Giallo
Luca Telese (44
anni) intervista
a «Matrix»,
su Canale5,
Marita Comi,
moglie di
Massimo
Bossetti:
il tema era
il caso di Yara
Gambirasio.
Per il
programma
uno share
del 15,5%
Ascolti in crescita. Sciarelli: raccontiamo il Paese
● «Quarto
Grado» di
Gianluigi Nuzzi
e Alessandra
Viero (foto)
arriva all’8,2%
di share
● Record
stagionale per
Barbara D’Urso
con il caso
Ceste a
«Pomeriggio
Cinque»: 26%
di share
● Le «Storie
vere» (Rai1)
di Eleonora
Daniele
toccano il 20%
È
il mestiere più vecchio
del mondo. Anche se
per convenzione ne viene in mente un altro,
qui si parla di omicidio. Pronti,
via e Caino aveva già dato
l’esempio. Il genere funziona
pure in tv. Se la chiacchiera politica stanca, quella criminale
non passa di moda: è il crimetainment, commistione di cronaca nera e intrattenimento.
Questa è la miglior stagione
di Quarto Grado (Rete4, ogni
venerdì) da quando è passato
nelle mani di Gianluigi Nuzzi e
Alessandra Viero. Rispetto all’autunno scorso il programma
guadagna più di un punto di
share: arriva a 1.650.000 spettatori e all’8,2% (ben al di sopra
della media di rete, 4,7%). Spiega Nuzzi: «Credo che scatti
l’immedesimazione nelle storie che raccontiamo. Da una
parte si crede ancora nella fa-
miglia del Mulino Bianco, ma
poi c’è la realtà: le persone vogliono capire i motivi che portano a certi delitti e il modo in
cui cogliere i segnali d’allarme». Poi c’è il modo di trattare
gli argomenti: «Abbiamo raddoppiato lo studio e dato spazio all’approfondimento scientifico dei casi, con veri esperti,
non con chiacchiere. L’interazione con il pubblico è fondamentale, in alcuni casi sono
più bravi di noi». Di una cosa è
soprattutto orgoglioso: «Siamo l’unico programma che
porta avanti la campagna contro il femminicidio: l’anno
scorso con le scarpette rosse,
quest’anno con i palloncini
bianchi».
Su Rai1 a tenere la lente ingrandita sui casi di cronaca ci
pensa Unomattina - Storie vere
(tutti i giorni, dalle 10 alle 11,
punte sopra il 20% di share)
47
15,1
Share
in percentuale
ottenuta
da «Chi l’ha
visto?»
(3.468.000
spettatori)
mercoledì
scorso. Per una
sera il
programma
condotto da
Federica
Sciarelli è stato
il più visto della
televisione
con Eleonora Daniele, che molto spesso si occupa di omicidi e
scomparsi con esperti a gettone come lo psichiatra Meluzzi e
la criminologa Bruzzone. Ma
tutti i programmi quando si
parla di cronaca hanno un’impennata. Matrix con il caso di
Yara ha raggiunto il 15,5% di
share, quando la media è intorno al 10%. Pomeriggio Cinque il
giorno del ritrovamento del
corpo di Elena Ceste ha centrato il suo migliore ascolto stagionale con 2.829.000 spettatori (share 26%). Mercoledì scorso invece Rai3 per una volta ha
battuto tutti: è stata la rete con
lo share più alto della serata
grazie a Chi l’ha visto? (15,1% e
3.468.000 spettatori) con Federica Sciarelli che cercava di rispondere agli interrogativi posti dagli sviluppi sulla stessa vicenda. A casa tutti con il cappello dei Ris in testa ipotizzavano e teorizzavano. In
numeri il programma è cresciuto di oltre 3 punti in un anno (ora è al 13%).
Federica Sciarelli vuole chiarire: «Non facciamo cronaca
nera, raccontiamo il Paese. I
grandi delitti sono solo una
piccola parte della trasmissione perché diamo spazio a tanti
scomparsi poco noti: i malati di
Alzheimer, chi perde il lavoro e
fugge. Raccontiamo il sociale,
la vita delle persone vere, da
noi non ci sono esperti che
sdottorano». Poi, ovvio c’è anche l’aspetto giallo: «Il nostro
pubblico è appassionato di misteri, di punti interrogativi». È
orgogliosa: «Il nostro è un servizio “al” pubblico: la nostra segreteria è sempre accesa, anche per quei casi che poi non
vengono trattati in trasmissione. Diamo una mano a tutti e
siamo pure gratis».
Renato Franco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Montepremi totale: € 14.000 – Termina il 20 novembre – Assegnazione finale entro il 12 dicembre 2014 – Info e regolamento completo su www.virginradio.it
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
49
●
Risponde Sergio Romano
L’AMERICA MACCARTISTA
E L’EUROPA DEI FANATISMI
Caro Romano, a proposito
della «Giulietta» e del
presidente dell’Alfa Romeo
Giuseppe Luraghi, intorno al
’70, per un Salone
automobilistico, Luraghi
venne a Torino dove allora
dirigevo la Gazzetta del
Popolo. Gli dissi che una
Giulietta TI mi aveva dato
piena soddisfazione per una
decina di anni, mentre
l’acquisto successivo di
un’Alfa, la «Giulietta sprint
1300», mi aveva provocato
solo guai. Dopo appena 2 anni
era da buttare. La sua
risposta, per me sconcertante,
era che un paio d’anni fossero
appunto la durata giusta per
una macchina. Una durata
maggiore, provocando minori
sostituzioni da parte del
cliente e quindi minori
vendite, avrebbe fatto fallire
l’azienda. Sorvolo poi sul
servizio all’Alfa in caso di
riparazioni: indifferenza dei
tecnici, lungaggini, danni non
risolti e costi sproporzionati.
Così passai prima alla Volvo,
poi alla Toyota.
Giorgio Vecchiato
[email protected]
Mi dicono che questa è oggi
l'inconfessata filosofia aziendale di alcuni produttori di
elettrodomestici.
COLOSSEO / 1
È sufficiente il coraggio?
Il Colosseo riscuote enorme
fascino soprattutto se
ammirato dall’esterno. Ma
visto all’interno, lascia la
bocca amara: gli scavi di fine
800 hanno messo a nudo i
sotterranei. L’idea del
ministro Franceschini di
sostenere la proposta
dell’architetto Manacorda di
restituire al Colosseo la sua
arena calpestabile ricoprendo i
sotterranei entusiasma e ci si
augura che incontri
un’approvazione universale.
«Basta un po’ di coraggio», ha
Il «maccartismo» è un periodo nella storia
degli Stati Uniti caratterizzato da un intenso
sospetto anticomunista e durato
dall’immediato dopoguerra fino al 1954.
Potrebbe descriverci il clima di allora e chi ne
fece le spese? Il termine «maccartismo» è
successivamente entrato in uso nel dibattito
pubblico, per indicare in maniera estensiva un
clima di sospetto generalizzato (da Wikipedia).
Il principale problema che incombe (oggi e
sempre più in futuro) sul mondo occidentale è
come fronteggiare la minaccia terroristica,
proveniente dall’estremismo islamico. Non è
tanto un esercito che preoccupa, quanto i
cosiddetti «lupi solitari», individui pronti ad
immolarsi, comunque e ovunque, per la «giusta
causa», creando più danno possibile a persone
e cose. A mio avviso, esiste una sola soluzione:
arrestare tutti i sospetti, prima che sia troppo
tardi! A male estremo, estremo rimedio!
Arturo Passalacqua
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
@
[email protected]
www.corriere.it
[email protected]
La tua
opinione su
sonar.corriere.it
Emilio Ferrari,
responsabile
dei test di
medicina nulli,
ha annunciato
che si
dimetterà. Fa
bene?
Caro Passalacqua,
ualche parola anzitutto sul «maccartismo». Il clima politico a cui la parola
allude fu opera soprattutto di un senatore repubblicano del Wisconsin, Joseph McCarthy, che divenne enormemente popolare, all’inizio degli anni Cinquanta, per le sue
velenose campagne contro i «numerosissimi comunisti» che, a suo dire, si erano infiltrati nella
pubblica amministrazione, negli ambienti intellettuali, nei mezzi d’informazione e soprattutto
nel mondo dello spettacolo. Esistevano in effetti
scrittori e sceneggiatori che avevano visto nel
New Deal del presidente Roosevelt la promessa
di un socialismo americano e si erano iscritti al
Partito comunista degli Stati Uniti. Ma la Guerra
Q
SUL WEB
Risposte
alle 19 di ieri
Sì
85%
15%
No
affermato il ministro.
Speriamo che basti quello...
Attilio Lucchini
La domanda
di oggi
Matteo Renzi:
se facciamo ciò
che siamo in
grado di fare,
l’Italia sarà
locomotiva in
Europa.
Condividete?
Riforme: l’Automobile Club d’Italia
L'articolo «Aci, la missione impossibile
di eliminare un doppione» di Salvatore
Bragantini (Corriere, 26 ottobre) ci
impone un intervento a salvaguardia
dell’Aci che è un ente pubblico non
economico a base associativa che non
percepisce un euro dallo Stato e si
autofinanzia attraverso i servizi offerti.
Gestisce il Pra che non è un doppione
nella P.A. perché è l’unica fonte
giuridica che attesta la proprietà dei
veicoli. Con riferimento alla
sovrapposizione di funzioni oggi
COLOSSEO / 2
Nuova vita per l’arena
Ripristinare l’arena del
Colosseo al posto dei muri
scoperchiati arricchisce la
visita del monumento. Una
volta completato l’intervento,
si studino percorsi guidati nei
sotterranei, oggi quasi
inaccessibili. Ora tocca a un
tavolo tecnico e a una
commissione di esperti
definire soluzioni e costi:
bisogna aprire al più presto a
affidate all’Aci, abbiamo elaborato un
progetto che, attuato, comporterebbe
notevoli risparmi per lo Stato e per gli
automobilisti. Questo è probabilmente
il motivo per cui il governo ha deciso di
valutare le modalità di attuazione
della riforma del settore. Bragantini
cita poi un editoriale di Sergio Rizzo
riportando gli stessi dati errati poi
chiariti: non esistono 800 poltrone
remunerate nel sistema degli
Automobile Club provinciali perché i
consiglieri non percepiscono un euro e
solo i presidenti, tutti eletti, godono di
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
PRESIDENTE Angelo Provasoli
Ferruccio de Bortoli
VICE PRESIDENTE Roland Berger
CONDIRETTORE
AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane
VICEDIRETTORI
Antonio Macaluso
Daniele Manca
Giangiacomo Schiavi
Barbara Stefanelli
CONSIGLIERI
Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia,
Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA
Alessandro Bompieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nuova vita molti dei nostri
monumenti!
Nicola Campoli, Napoli
dovremmo fare una severa
autocritica!
Fabio Todini, Roma
FARE AUTOCRITICA
Atteggiamenti sbagliati
INVITO AI SINDACATI
Basta lotta di classe
Quanto accaduto a Napoli —
una turista francese, rapinata
della borsa, è stata aiutata
soltanto da un senegalese che
è riuscito a bloccare uno dei
due malviventi — dovrebbe
farci riflettere tutti in merito al
comportamento delle tante
persone presenti durante la
rapina: queste hanno preso
addirittura le parti dei
rapinatori. E poiché questo sta
accadendo troppo spesso, tutti
Per troppo tempo i sindacati
hanno fatto riferimento alla
lotta di classe senza ottenere
troppi risultati tangibili, ma
creando attriti e malumori. Per
loro è arrivato il momento di
passare alla creazione di una
sorta di collaborazione tra gli
imprenditori e i lavoratori: è
questa, infatti, la base
fondamentale per la ripresa
economica del nostro Paese!
Luigi Sommariva, Saronno
un'indennità tra i 200 e i 400 € lordi al
mese (molti hanno rinunciato),
mentre sono 3.000 i dipendenti che
Aci paga in autofinanziamento.
Bragantini accusa l’Aci di non
pubblicare un bilancio consolidato.
L’Ente lo fa da sempre, così come
redige un bilancio preventivo e uno
consuntivo: entrambi sono trasmessi
alla Corte dei conti, che esercita il
controllo sulla gestione Aci. Sono
documenti pubblicati sul sito
www.aci.it, nei quali ci sono anche i
dati relativi alle società partecipate
che non sono 150, ma 12. Quanto alla
pretesa di vendere le proprietà dell’Aci
«pulendo l’aria», è affermazione grave
© 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
FONDATO NEL 1876
fredda, le campagne di McCarthy e il caso dei coniugi Rosenberg, condannati a morte per avere
trasmesso all’Unione Sovietica informazioni segrete sulla costruzione della bomba atomica,
crearono una «red scare» (paura dei rossi) che
ricorda quella scoppiata nel primo dopoguerra e
di cui furono vittime gli anarchici italiani Ferdinando Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Le vittime
della seconda «scare» furono soprattutto gli
scrittori e gli sceneggiatori che vennero convocati da un Comitato senatoriale per le attività antiamericane e rifiutarono di fare il nome di coloro che avevano aderito alla stessa cellula. Fece
grande scandalo, in quegli ambienti, il caso di
un grande regista cinematografico, Elia Kazan,
che dopo una prima esitazione accettò di parlare
e denunciò una decina di compagni.
Il maccartismo durò poco più di tre anni e la
sua stella cominciò a impallidire quando la
grande maggioranza degli americani capì che il
veleno sparso dal senatore repubblicano avrebbe fatto dell’America un Paese meno democratico. Alla fine McCarthy fu sconfitto dalla volgarità
dei suoi interventi, dalla sua propensione all’alcol e da una epatite che lo stroncò nel 1957, all’età di 48 anni.
Spero che questo ricordo del maccartismo,
caro Passalacqua, la dissuada dal pensare che la
battaglia contro il fanatismo islamico possa essere vinta «arrestando tutti i sospetti». La frase
viene attribuita ironicamente a quei poliziotti
che non sapendo come tranquillizzare i loro superiori quando l’opinione pubblica è preoccupata da un pericolo, reale o immaginario, pescano
a piene mani fra i nomi di coloro che sono stati
schedati, per una ragione o per l’altra. È un sistema illiberale e, per di più, produce effetti opposti a quelli desiderati.
[email protected]
INTERVENTI E REPLICHE
Luciano Fontana
di Dacia Maraini
Il silenzio dell’Islam
sulle ragazze rapite
LETTERE
AL CORRIERE
STRATEGIE AZIENDALI
Luraghi e la Giulietta
● Il sale sulla coda
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I
l 16 aprile scorso 276 ragazze dai 12 ai 17
anni sono state rapite mentre uscivano
dalla scuola cattolica di Chibock in
Nigeria e sono state costrette a pigiarsi
dentro grossi camion per essere portate
nella foresta di Sambisa, uno dei quartieri
generali dei jihadisti, vicino al Camerun. Il
luogo è stato identificato, ma un blitz per
liberarle è stato considerato «troppo
pericoloso». Alcune ragazze, 57, sono
riuscite a scappare e hanno raccontato le
violenze, gli stupri, le frustate con cui sono
state costrette a convertirsi. Cinque sono
state portate in prima linea, costrette a
prendere il fucile e uccidere i connazionali.
In ottobre arriva la notizia di altre 60 ragazze
rapite nella regione di Adamawa nel Nordest
della Nigeria, dallo stesso gruppo islamico di
Boko Haram: 40 sono di Waga Mangoro,
altre 20 di Grata. Pochi giorni dopo, altro
rapimento: 31 scolare — ma stavolta ci sono
anche degli adolescenti maschi fra di loro —
sono state rapite nel Nordest del Paese.
Per qualche tempo si è pensato che Boko
Haram chiedesse soldi per restituire le
ragazze. E invece proprio in questi giorni il
leader Abubakar Shekau ha dichiarato che le
ragazze sono state convertite e date in sposa
ai loro carcerieri. Human Rights Watch
calcola che sono quasi 500 le ragazze rapite
dal 2009. E uno si chiede: ma cosa se ne
faranno di tante adolescenti, dei terroristi
sempre in moto e sempre in guerra?
Qualcuno del gruppo Haram ha parlato di
venderle. Certo i guerriglieri hanno bisogno
di molti soldi. Ma forse hanno trovato più
utile farne schiave: anche i soldati hanno
bisogno di chi cucina, lava, pulisce le
pentole, si presti ai bisogni sessuali.
Ratto e schiavitù, due delitti che
credevamo persi nei tempi lontani in cui chi
vinceva una guerra uccideva gli uomini e
schiavizzava donne e bambini. Ma davvero
stiamo tornando indietro? O è
l’immaginazione dei terroristi che, pur di
fare soldi, prendere il potere e soggiogare
popolazioni, è disposta a tirare in ballo Dio,
la guerra santa, il terrore e la tratta? Ratto e
schiavitù: due delitti che, se esistono ancora,
si praticano di nascosto. E invece ci tocca
assistere, allibiti, all’esaltazione della più vile
e indegna pratica guerresca da parte di
questi analfabeti di pensiero ed etica, tanto
ignoranti di diritti umani quanto esperti
nelle armi più moderne e nella tecnologia
della pubblicità su Rete. Colpisce il silenzio
del mondo islamico. E la stupidità di quei
giovani europei che si fanno incantare dalle
sirene della morte e dell’abuso.
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verso un Ente che non ha mai ricevuto
fondi da parte dello Stato. Espropriare
forzosamente un Ente dei beni
costruiti in 110 anni di storia è
un’offesa alla professionalità e al
futuro del personale dell’Aci. Spero
che questo intervento porti la
necessaria chiarezza e sgombri il
campo dai preconcetti che nuocciono
al Paese.
Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci
L’Aci «si autofinanzia» con balzelli
imposti! Il suo Pra è un doppione, unico
al mondo; già la carta di circolazione
porta la proprietà del mezzo. Le 800
poltrone dan «prebende o posizioni
locali vantaggiose». Nel sito Aci non c’è
bilancio consolidato: non basta
pubblicare i dati delle partecipate che
per il Tesoro (dati dicembre 2013),
sono 153. Perché lo Stato non può
liquidare un ente pubblico o venderne
le proprietà? Senza l’inutile Pra,
prosperi l’Aci offrendo i suoi servigi a
chi li vuole.
Salvatore Bragantini
Il Congresso Usa
A proposito dell’editoriale di Ernesto
Galli della Loggia (Corriere di ieri) i
repubblicani al Congresso Usa
controllano già la Camera e ora
aspirano a controllare anche il Senato.
EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l.
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La tiratura di lunedì 3 novembre è stata di 367.220 copie
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
50
Sport
Serie A
CESENA-VERONA
CHIEVO-SASSUOLO
EMPOLI-JUVENTUS
LAZIO-CAGLIARI
MILAN-PALERMO
NAPOLI-ROMA
PARMA-INTER
SAMPDORIA-FIORENTINA
TORINO-ATALANTA
UDINESE-GENOA
10ª giornata
1-1
0-0
0-2
4-2
0-2
2-0
2-0
3-1
0-0
2-4
Classifica
JUVENTUS
ROMA
LAZIO
SAMPDORIA
NAPOLI
GENOA
MILAN
UDINESE
INTER
FIORENTINA
Prossimo turno
25
22
19
19
18
18
16
16
15
13
VERONA
TORINO
PALERMO
SASSUOLO
CAGLIARI
ATALANTA
EMPOLI
CESENA
PARMA
CHIEVO
13
12
12
11
9
9
7
7
6
5
SASSUOLO-ATALANTA
SAMPDORIA-MILAN
CAGLIARI-GENOA
CHIEVO-CESENA
EMPOLI-LAZIO
JUVENTUS-PARMA
PALERMO-UDINESE
FIORENTINA-NAPOLI
INTER-VERONA
ROMA-TORINO
sabato 8/11, ore 18
sabato 8/11, ore 20.45
domenica 9/11, ore 12.30
domenica 9/11, ore 15
domenica 9/11, ore 15
domenica 9/11, ore 15
domenica 9/11, ore 15
domenica 9/11, ore 18
domenica 9/11, ore 20.45
domenica 9/11, ore 20.45
La grande crisi Dopo poco più di un quarto di campionato, Milan e Inter annaspano lontane
dall’Europa e dalla Juve regina, ma anche sorpassate dalle squadre romane, genovesi e dal Napoli
Milano periferia dell’impero
16
punti
conquistati
dal Milan
in 10 giornate:
4 vittorie, 4 pari
e 2 sconfitte,
18 gol fatti
(terzo miglior
attacco),
14 subiti
MILANO La decima giornata è
stata un tormento. Milano
sprofonda, lontana dai sogni e
dall’Europa, dalla Juve regina,
ma anche dalle romane e dalle
genovesi, persino dal Napoli
contraddittorio di questo inizio stagione. Inzaghi e Mazzarri uniti dallo stesso maledetto
destino. Partenza lampo e illusoria, un cerino che si è spento
in fretta e ha cancellato l’entusiasmo. Alla 2ª giornata Milan
e Inter sono arrivate lanciate e
con un attacco esplosivo: 8 reti
rossonere, 7 nerazzurre. A poco più di un quarto del campionato i numeri sono drammaticamente diversi. Il Milan ha
messo insieme 10 punti nelle
ultime 8 partite con 2 sconfitte,
l’Inter 9 con 3 passi falsi. I milanisti hanno fischiato la squadra
senza capo né coda che è stata
umiliata dal Palermo; gli interi-
sti hanno assistito pietrificati
alla batosta contro il Parma che
aveva perso le ultime 6. Come
si può cadere tanto in basso? I
siciliani non avevano mai vinto
in trasferta, gli emiliani stavano per esonerare Donadoni.
Mazzarri in maniche di camicia, affranto con una mano
sulla fronte e con l’aria di chi
non sa più a che santo votarsi, è
l’immagine della Milano spenta e angosciata di questi primi
giorni d’autunno. Inzaghi, almeno, maschera bene la delusione. Ma sui social, un mondo
virtuale che è bene prendere
con le molle, c’è già chi rimpiange il panterone Seedorf. Il
calcio va così. Quello che preoccupa è l’involuzione rossonera: 2 gol nelle ultime 3 partite, la stellina Ménez appannata,
Honda a secco, Torres che si
sbatte ma non incide. E la dife-
sa, come sempre, sbanda pericolosamente. Pippo, con grande onestà, si è assunto la responsabilità della sconfitta. Ma
non ha ancora individuato cosa
non funziona, perché la squadra è lenta, molle, lunga, senza
mordente, perché corre poco e
male, perché non riesce a sfruttare le fasce, a prendere l’iniziativa, a incendiarsi come faceva
all’inizio. Nelle ultime 3 partite
ha tirato 7 volte nello specchio
della porta. Sette tiri in 7 giorni. Il giovane allenatore è tranquillo perché se la Milano ros-
Numeri impietosi
Pochi punti in classifica,
gioco scadente,
attacchi anemici.
Palacio ancora a 0 gol
sonera storce la bocca, in società condividono il progetto, da
Silvio Berlusconi, passando per
la figlia Barbara, sino a Adriano
Galliani. E, rispetto all’anno
scorso, ha 4 punti in più. Ora
però il calendario è in salita.
Mazzarri, invece, vive pericolosamente. Anche se Thohir ufficialmente non lo discute,
l’uomo di San Vincenzo è nel
mirino della critica e della tifoseria, fischiato allo stadio e
condannato per le scelte. La
sua Inter non ha né un’anima,
né un’identità. Ha segnato appena 2 gol su azione in 9 partite
e ha 4 punti in meno dell’anno
scorso, soprattutto ha sempre
la stessa faccia. In estate la società ha potenziato l’attacco,
ignorando però che Walterone
ha bisogno di esterni di grande
qualità: quelli che ci sono adesso sono modesti e pure infor-
tunati. Ieri Mazzarri ha tenuto a
rapporto la squadra, usando
parole dure. Le prossime 2 partite, giovedì in trasferta contro
il St. Etienne e domenica sera
in casa con il Verona, potrebbero essere decisive per l’allenatore. È vero che Zenga, per allenare l’Inter verrebbe quasi gratis, ma la proprietà tifa per il riscatto di Mazzarri. Che passa,
inevitabilmente, dal rilancio
degli uomini-copertina. Palacio nelle prime 10 partite dell’anno scorso aveva fatto 6 gol,
adesso è malinconicamente
fermo a zero.
Milano è come un pallone
sgonfio, anche i tifosi si stanno
allontanando. E fra tre domeniche, dopo Italia-Croazia, c’è il
derby che rischia di essere uno
tra i più poveri della storia.
Alessandro Bocci
15
punti
conquistati
dall’Inter
in 10 giornate
grazie
a 4 vittorie,
3 pareggi
e 3 sconfitte;
15 i gol fatti,
12 quelli subiti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Disperato/1 Stephan El Shaarawy, 22 anni, non va in gol da oltre 18 mesi: 24/2/2013 Milan-Inter 1-1 (Action Images)
Disperato/2 Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, 29 anni, due gol segnati in questa stagione (Bozzani)
Qui Milan
Qui Inter
Galliani a Milanello
Inzaghi davanti
al momento più duro
Un pranzo a base di numeri, dati, palle
perse, chilometri corsi (male), gol presi su calcio
da fermo (e non fatti, nonostante l’esperto Gianni Vio), parametri di Milan Lab sulle condizioni
fisiche dei rossoneri (da cui si deduce che Menez e Honda sono stanchi e senza segnali di ripresa riposeranno con la Samp). Adriano Galliani è andato a Milanello per analizzare con Pippo
Inzaghi e il suo staff la brutta sconfitta con il Palermo. Il calo intravisto con la Fiorentina, emerso più chiaramente a Cagliari, è esploso a San Siro. E forse non è un caso che il periodo peggiore
del Milan coincida con le tre partite in una settimana. La preoccupazione c’è, il timore da accantonare è che questa squadra abbia già mostrato il
meglio di sé. I rossoneri sono peggiorati in ogni
aspetto: la difesa non può fare a meno di Alex,
MILANO
che deve convivere con un ginocchio sinistro
«usurato» e va gestito (l’infortunio dopo 1’ di
gioco però non c’entra: si tratta di un problema
muscolare alla coscia destra, che gli farà saltare
la trasferta di Genova); il centrocampo, già poco
votato alla costruzione, ha smesso anche di distruggere il gioco altrui; l’attacco è da Chi l’ha visto (solo tre tiri con il Palermo). E c’è chi (per
esempio Abate) parla di «umiltà persa».
Nelle stesse ore del pranzo a Milanello, Barbara Berlusconi incontrava il padre che segnalano
arrabbiato, ma non in modo particolare con l’allenatore (e speriamo non sia vero che hanno
parlato solo di Fininvest). Il pupillo Inzaghi ha
appena preso 8, ma il voto era precedente la prima bocciatura sul campo. E un presidente che va
negli spogliatoi all’intervallo per lamentarsi dei
pochi tiri in porta, non può aver apprezzato l’attacco fantasma (pur infoltito di punte) visto col
Palermo. Domani sera Silvio sarà a San Siro per
assistere al Trofeo Berlusconi (contro il San Lorenzo). Impegno che non aiuta Inzaghi, il quale
potrà sì provare i meno impiegati (Mastour,
Niang, Van Ginkel), ma deve evitare figuracce.
Arianna Ravelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mercato di Mazzarri
Ausilio toglie gli alibi
«Le scelte sono sue»
MILANO Il St. Etienne giovedì e il Verona domenica a San Siro. Riuscire a far dimenticare la pessima prestazione contro il Parma non sarà facile
per l’Inter e, soprattutto, per Mazzarri, ma resta
fondamentale per recuperare un po’ di credibilità agli occhi di Thohir, che prima di tornare sabato a Milano, venerdì a Nyon discuterà con la
Commissione dell’Uefa il piano di rientro nel
quadro delle norme sul fair play finanziario. Il
presidente è sempre più convinto di aver sbagliato a lasciarsi convincere da un dirigente a
rinnovare il contratto di Mazzarri sino al 2016. E
ora, volenti o nolenti, tutti in casa Inter sono costretti a fare il tifo per il tecnico, prima ancora
che per la squadra, per evitare di doverlo esonerare e di ritrovarsi due allenatori da stipendiare.
Ospite ieri sera negli studi di TeleLombardia,
il ds Piero Ausilio ha ribadito che «il mercato è
stato fatto seguendo le indicazioni dello staff
tecnico. Pochi attaccanti? Sono convinto che Palacio tornerà presto a segnare, e che Osvaldo sarà
a disposizione già da giovedì, proprio come Guarin. Inoltre abbiamo giovani promettenti della
Primavera su cui puntare e mi sembra un dovere
vederli crescere. Volevamo ridurre il monte salari e ci siamo riusciti portando il costo totale a 70
milioni e cercando giocatori in base alle nostre
possibilità economiche. La squadra, comunque,
può migliorare il 5° posto e cercare il 3° per tornare in Champions». Lo pensa pure Juan Jesus
che ai microfoni di Sky Sport ha provato a difendere l’allenatore: «Basta dire che la colpa è di
Mazzarri: è la squadra che deve tirar fuori qualcosa di più». Conferma Hernanes: «Spero che
non capitino più partite come quella col Parma:
non lo meritano i tifosi».
Ieri mattina, intanto, sono tornati ad allenarsi
in gruppo Osvaldo e Nagatomo mentre Guarin si
è allenato da solo nel pomeriggio perché in mattinata ha dovuto espletare alcune pratiche burocratiche.
Franco Fiocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
SPORT
51
Champions League, 4ª giornata
Gruppo A
Oggi, ore 20.45
Malmoe-Atletico Madrid
(SkyC4)
JUVENTUS-Olympiacos
(SkySp1, SkySpPlus, SkyC1)
Classifica
Atletico Madrid e Olympiacos 6;
JUVENTUS e Malmoe 3
Gruppo B
Oggi, ore 20.45
Basilea-Ludogorets
(SkyC6)
Real Madrid-Liverpool
(SkySp3, SkyC2)
Classifica
Real Madrid 9; Ludogorets,
Liverpool e Basilea 3
Gruppo C
Oggi, ore 20.45
Zenit-Bayer Leverkusen (18)
(SkySp1, SkySpPlus, C1)
Benfica-Monaco
(SkyC7)
Classifica
Bayer Leverkusen 6;
Monaco 5; Zenit 4; Benfica 1
Gruppo D
Oggi, ore 20.45
Arsenal-Anderlecht
(SkyC5)
Borussia D.-Galatasaray
(SkyC3)
Classifica
Borussia Dortmund 9; Arsenal
6; Anderlecht e Galatasaray 1
Bertolino
«Standing ovation
addio, ora soltanto
spending review»
«Soffro come tutti i tifosi
perché non si vedono
gioco e risultati. Siamo
come gli operai con Renzi:
in attesa di un cambiamento
che ancora non c’è. Ma io sono
un tifoso della vecchia guardia,
ho patito per le sconfitte
interne con l’Udinese e una
addirittura con il Lugano».
Imputate colpe agli allenatori per il momento di involuzione?
«Se i cardiochirurghi vengono
valutati per le persone
che salvano, gli allenatori
dovrebbero essere giudicati
per il lavoro in panchina, non
per la simpatia. Con Pippo si è
visto entusiasmo, allegria, ma
poi ci si è accontentati di un
punto in trasferta».
«Dato che mi arrabbierei se
Mazzarri mi suggerisse come
dire una battuta, nemmeno io
gli consiglio come allenare.
Però bisognerebbe insegnare
ai giocatori come mordere le
balle agli avversari. Il secondo
tempo con la Fiorentina
è stato di una tristezza unica».
Capite lo stato d’animo dei tifosi che hanno perso la pazienza?
«Si parla di ricostruzione,
ma qui bisogna ricreare anche
il morale dei tifosi: anche a me
qualche volta viene voglia
di andare al cinema piuttosto
che guardare il Milan».
«Ci vorrebbe uno stadio come
quello della Juve: San Siro,
invece di essere pieno come la
messa di mezzanotte a Natale,
sembra la celebrazione
delle 6 e un quarto».
DAL NOSTRO INVIATO
Claudio
Marchisio,
28 anni,
dovrà
preoccuparsi,
questa sera
contro
l’Olympiacos,
di una fascia,
ma ancora
non sa se
la destra
o la sinistra
Certezze
È il suo unico
dubbio
della vigilia.
Marchisio,
che in questa
stagione ha
segnato un gol
in campionato,
ieri ha infatti
dichiarato:
«Il tempo
dei regali,
in termini
di punti
e prestazioni,
è finito»
La presenza dei dirigenti non riesce a fare miracoli?
«Non voglio fare commistioni
tra politica e calcio.
Il presidente finora ha dato
molto in tutti i sensi:
più investi, meglio è.
Tutti i venerdì Berlusconi
va a Milanello: ma se spendi
e compri Van Basten è una
bella giornata. Se acquisti
le mele per cucinare
la crostata, è diverso».
«Thohir è arrivato in un
momento complicato. Poi io
sono legatissimo a Moratti,
con cui ho avviato in Brasile
un rapporto di collaborazione
fra gli Inter Campus e la mia
fondazione Pititinga: da
ragazzo giocavo sul campo di
Imbersago con Massimo che
vestiva la maglia numero 10
e Bedy ci preparava il tè».
I trionfi del passato sembrano ormai lontani...
«Veniamo da due anni di
malinconia con Allegri seguiti
dalla gestione Seedorf. Con
Allegri, tolto il primo anno,
è iniziato lo smantellamento
con le partenze di Pirlo,
Seedorf, Ambrosini.
L‘estasi per il regno Inzaghi
aveva il timer, è già finita».
«Siamo passati dalla standing
ovation alla spending review.
Ora mi piacerebbe togliermi
qualche soddisfazione, come
per esempio vincere l’Europa
League. Chi la conquista può
partecipare alla Champions,
ma questa squadra
non dà molte speranze».
TORINO La fredda semplicità di
certe notti può essere d’aiuto
per schiarire le idee: la Juventus deve vincere contro l’Olympiacos per riagganciarlo in
classifica dopo la sconfitta di
Atene (1-0) e possibilmente superarlo, battendolo con due
gol di scarto. La squadra di Allegri avrà poi la trasferta di
Malmoe e l’Atletico Madrid in
casa e può ancora puntare al
primo posto in un girone molto equilibrato. Ma lo snodo decisivo è qui e adesso. E non riguarda solo la Champions: il
passaggio del turno marcherebbe una prima differenza rispetto alla Juve dello scorso anno e darebbe più serenità e
convinzione a tutto l’ambiente
bianconero. Di fronte ci sono i
campioni di Grecia, attualmente secondi nel loro campionato: una squadra che in casa va
oltre le proprie possibilità, ma
ha perso in Svezia e già nel secondo tempo contro la Juventus ha mostrato limiti strutturali. Come un anno fa con il Galatasaray (2-2 a Torino e 1-0 a
Istanbul) è tempo delle risposte secche: se non si vince «una
finale» (Pirlo dixit) allo Stadium contro avversari ampiamente alla portata, allora è giusto rimandare ancora i sogni di
grandeur.
Ma non è il momento dei
cattivi pensieri, questo: «Il Dna
europeo si ricostruisce senza
dare troppo peso a quello che
dall’esterno viene visto storicamente come un complesso —
dice Allegri —. Abbiamo un
banco di prova importante per
dimostrare che dall’interno
non viene vissuto così: ci giochiamo il passaggio del turno
ed è obbligatorio vincere. Cercare di farlo con due gol di
scarto sarebbe importante, ma
intanto pensiamo a vincere,
Partita-chiave
Massimiliano
Allegri, 47
anni, alla prima
stagione con
la Juve, si gioca
questa sera
un bel pezzo
di Europa
(LaPresse)
Torino, ore 20.45
Juventus
Olympiacos
3-5-2
4-2-3-1
1 Buffon
16 Roberto
5 Ogbonna
14 Elabdellaoui
19 Bonucci
3 Botia
3 Chiellini
22 Abidal
26 Masuaku
26 Lichtsteiner
23 Vidal
8 N'Dinga
21 Pirlo
5 Milivojevic
6 Pogba
2 Maniatis
8 Marchisio
10 Dominguez
14 Llorente
19 Fuster
10 Tevez
7 Mitroglu
Arbitro: Atkinson (Inghilterra)
Tv: ore 20.45 Sky Sport 1, Sky Sport Plus, Sky Calcio 1
«Una volta lo scudetto
si giocava sull’asse MilanoTorino, ora siamo costretti
a gufare la Juve sperando
che torni a livelli umani».
Vorreste provare a consolarvi a vicenda?
«Diego non ne ha bisogno:
è dotato di ironia come
l’immenso Prisco. Mi piace
ricordare la battuta del nostro
vicepresidente: “Prima
di morire divento milanista,
così sulla terra resta
un rossonero in meno”».
Monica Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
che già non è semplice».
Ad Atene la Juventus concesse gentilmente il primo tempo
all’Olympiacos, con un Pirlo ai
minimi termini e troppi errori:
«Il tempo dei regali, in termini
di punti e prestazioni è finito»
dice Claudio Marchisio, che
potrebbe fare il jolly e giocare
in fascia, a sinistra al posto di
Asamoah o anche a destra, se
Lichtsteiner dovesse scalare in
difesa per rimpiazzare Ogbonna.
«Da parte dei greci mi aspetto più o meno la stessa partita
— spiega Allegri — ma siamo
noi a dover fare molto meglio
sul piano tecnico e dell’intensità. Non meritiamo solo tre
punti in classifica, ma dobbiamo rimediare a questa situazione, senza farci prendere dall’ansia e dalla fretta: dobbiamo
avere la pazienza di sfruttare il
tempo a disposizione per portare a casa quello che ci interessa».
A complicare lo scenario ci
sono gli infortuni di Ogbonna e
Asamoah, k.o. a Empoli e assenti nell’allenamento di ieri
pomeriggio. Il difensore azzurro ha preso una botta agli adduttori e potrebbe recuperare.
Più difficile l’impiego dell’esterno ghanese, con un problema al ginocchio: «Padoin
può fare l’esterno sinistro, non
sono affatto preoccupato —
sottolinea Allegri — anche se
recuperare tutti e due ci darebbe più possibilità di scelta».
Comunque vada nel provino
di stamattina, è un altro il ballottaggio che anima il popolo
juventino in una di quelle serate che possono dare l’indirizzo
all’intera stagione: Llorente o
Morata, questo è il problema.
All’andata è partito titolare per
la prima volta il baby fenomeno di scuola Real, ma ha sbattuto contro le manone del portiere Roberto. Fernando si è
sbloccato in campionato contro il Palermo, ma anche a Genova non ha dato segnali di
grande brillantezza: «Alvaro ha
fatto gol a Empoli — osserva il
tecnico —, Llorente però sta
meglio e anche su questo deciderò solo poche ore prima della partita».
Se giocasse ancora Morata
dall’inizio sarebbe una sorpresa, la più gradita dai tifosi. Ma
la notte è lunga.
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Aveva azzeccato l’1-0 di Atene, oggi riprova a fermare i bianconeri
DAL NOSTRO INVIATO
«Enrico è un maestro
nel cavalcare i momenti
di difficoltà dell’Inter.
Dopo 25 anni di risultati così
così è diventato un maestro
di equitazione: praticamente
siamo due cavalieri
dell’Apocalisse».
Gruppo H
Domani, ore 20.45
Shakhtar Donetsk-Bate B.
(SkyC7)
Athletic Bilbao-Porto
(SkyC6)
Classifica
Porto 7; Shakhtar Donetsk 5;
Bate Borisov 3; Athl. Bilbao 1
Roberto, portiere e un po’ indovino
Con che stato d’animo vi avvicinate al derby del 23 novembre?
«Sarà una sfida fra poveri.
Il derby dei clochard.
Ma preferirei perdere
divertendomi
che pareggiare annoiandomi».
Gruppo G
Domani, ore 20.45
Sporting Lisbona-Schalke
(SkyC5)
Maribor-Chelsea
(SkySp3, SkyC3)
Classifica
Chelsea 7; Schalke 5;
Maribor 2; Sporting Lisbona 1
Juve contro l’Olympiacos non solo per l’Europa
Dopo dieci giornate Milano è già avvolta nelle nebbie
della classifica. Siete molto preoccupati?
«No, perché non mi ero illuso
prima. Se i grandi club hanno
in panchina Ancelotti,
Guardiola o Mourinho un
motivo ci sarà. E poi gli
acquisti: se Torres e Van Ginkel
vengono ceduti in prestito
gratuito significa che non sono
fenomeni. Mica son pirla
i dirigenti che ce li regalano».
Gruppo F
Domani, ore 20.45
Psg-Apoel Nicosia
(SkyC4)
Ajax-Barcellona
(SkySp1, SkyC1)
Classifica
Psg 7; Barcellona 6;
Ajax 2; Apoel Nicosia 1
Allegri, idee chiare
«Il nostro obbligo
adesso è vincere»
Tifosi da ridere
Abatantuono
«Per Pippo
estasi col timer:
è già finita»
Gruppo E
Domani, ore 20.45
Manchester City-Cska Mosca
(SkySpPlus, SkyC2)
Bayern Monaco-ROMA
(Canale 5)
Classifica
Bayern Monaco 9; ROMA 4;
Manchester City 2; Cska 1
Roberto
Jimenez Gago,
28 anni, è nato
a Madrid
Carriera
Cresciuto
nell’Atletico, ha
giocato con
Saragozza e
Benfica prima
di approdare
all’Olympiacos
TORINO Roberto ha le spalle larghe e due guantoni enormi,
che sembrano tutt’uno con gli
avambracci completamente tatuati. Allo stadio Karaiskaki, il
28enne di scuola Atletico che
Ronaldo aveva consigliato al
Real, è stato per la Juventus
l’equivalente umano della neve
di Istanbul: un ostacolo, un alibi, un incubo. Ed è stato pure
un profeta della sventura bianconera, dato che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport il
portierone spagnolo (196 centimetri) aveva azzeccato risultato
e marcatore (Kasami).
Ripetere le magie su Tevez e
Morata di due settimane fa non
sarà semplice, ma Roberto non
è il tipo che molla la presa:
«Mio padre Dionisio non mi lasciava giocare in porta — ha
raccontato — perché diceva
che è un posto per matti. In effetti non aveva tutti i torti, ma
mia madre gli disse di lasciarmi stare. Facevo il difensore e
appena potevo sostituivo il portiere. Ho avuto ragione io e
adesso anche mio padre è contento… ».
Allegri un po’ meno, visto
che anche ieri ha ricordato le
imprese di Roberto all’andata.
Ma il vicino di casa di Fernando
Torres ai tempi delle giovanili
nell’Atletico, non è sempre sta-
❞
Mio padre
non voleva
che giocassi
in porta,
dice che
è il ruolo
dei matti
Oggi, però,
è contento
to un muro di gomma: tre stagioni fa al Benfica veniva massacrato dalla stampa portoghese per i suoi errori, soprattutto
nelle uscite, un aspetto di cui la
Juve dovrebbe tenere conto. Ad
Atene Roberto si è preso la sua
rivincita, contribuendo ad eliminare proprio il Benfica (che
poi ha fatto fuori la Juve in semifinale di Europa League) nel
girone di Champions un anno
fa. «Noi portieri facciamo quasi uno sport a parte e siamo come il vino: ci vuole tempo per
diventare buoni». Imbottigliarlo per la Juve non sarà semplice.
p.tom.
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
52
È mancato all’affetto dei suoi il Presidente della
Società Dante Alighieri
Ambasciatore
Bruno Bottai
Con profondo dolore ne danno l’annuncio la sorella Maria Grazia, i nipoti Angelo e Orsola Polimeno, i nipoti e pronipoti Strohmenger.- La camera ardente è allestita presso la sede Dante, piazza
Firenze 27, Roma.- I funerali si terranno mercoledì
5 novembre, ore 10, Basilica di Santa Maria in Trastevere. - Roma, 4 novembre 2014.
Giancarlo Aragona si unisce al cordoglio per la
scomparsa dell’
Ambasciatore
Bruno Bottai
- Roma, 4 novembre 2014.
Francesco e Vittoria Aloisi de Larderel ricordano,
commossi, l’
Ambasciatore
Bruno Bottai
- Roma, 3 novembre 2014.
L’ufficio di Presidenza, il Consiglio Centrale, il
Segretario Generale, il Collegio dei Revisori e il
personale della Società Dante Alighieri, rattristati
dalla scomparsa del Presidente
Ambasciatore
Bruno Bottai
ne ricordano con affetto l’umanità e l’impronta data per la promozione della lingua e della cultura
italiane nel mondo. - Roma, 3 novembre 2014.
Antonia Ida Fontana, a nome del Comitato fiorentino della Società Dante Alighieri, partecipa al
dolore per la scomparsa dell’
Ambasciatore
Bruno Bottai
indimenticabile Presidente.
- Firenze, 3 novembre 2014.
Il Comitato di Siena della Società Dante Alighieri
partecipa con immenso dolore alla scomparsa dell’
Ambasciatore
Bruno Bottai
- Siena, 3 novembre 2014.
La Fondazione Internazionale Premio Balzan
esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa
di
Bruno Bottai
suo appassionato e autorevole Presidente per
quattordici anni.- Del prezioso contributo all’attività della Fondazione Balzan si serberà perenne e
riconoscente ricordo.
- Milano, 3 novembre 2014.
Cristina Mondadori e Luca Formenton, insieme
a tutti i collaboratori di Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, ricordano la lunga collaborazione con
Bruno Bottai
e sono vicini a Mizzi Bottai.
- Milano, 3 novembre 2014.
I soci del Circolo di Studi Diplomatici ricordano
con ammirazione ed affetto la figura dell’
Ambasciatore
Bruno Bottai
- Roma, 2 novembre 2014.
Vittorio Grimaldi ricorda con affetto l’
Avv. Carmelo Alessio
Avvocato e gentiluomo.
- Roma, 3 novembre 2014.
Avvocati e collaboratori dello Studio Grimaldi sono vicini alla famiglia nel ricordo dell’
Avv. Carmelo Alessio
- Roma, 3 novembre 2014.
Gli amici milanesi sono vicini alla famiglia di
Michele Maugeri
e lo ricordano con affetto per le sue spiccate doti
di entusiasmo, professionalità ed amicizia.- Andrea
Cancelli, Paolo Cancelli, Daniele Cazzuffi, Piergiorgio Recalcati, Pietro Rimoldi e Gianluca Bragonzi.
- Milano, 3 novembre 2014.
È mancato all’affetto dei suoi cari
Sergio Rabuffetti
Lo annunciano commossi la moglie Annamaria, le
figlie Sissi e Serena, la nuora Laila, i generi Giovanni e Francesco, i nipoti Alexia, Gaia, Matteo e
Ariel.- I funerali avranno luogo oggi alle 15.30 nella chiesa San Domenico.
- Legnano, 4 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Alberto e Marisa Castiglioni.
– Anna Merlo Bertazzoni e figli.
La sorella Elda con Sergio e Fabio abbraccia
commossa Annamaria, Sissi e Serena nel ricordo
di
Sergio
- Busto Arsizio, 4 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Maddalena Marinoni con Alessandro e Andrea.
– Susanna Poggi con Edoardo.
Mietta con Rossella stringe in un affettuoso abbraccio Anna, Sissi e Serena nel ricordo dell’amato
cugino
Sergio
- Legnano, 4 novembre 2014.
Partecipa al lutto:
– Gianmaria Rovelli.
Livio, Lilia, Paola e Anna con Michele e Nicola,
commossi per la perdita del caro
Sergio Rabuffetti
esprimono il loro più profondo cordoglio e abbracciano con tanto affetto Anna e famiglia in questo
triste momento. - Legnano, 4 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Gabriella Leoni e figlie.
– Paolo e Vanna Colonna Romano.
– Alberto e Charlie Ferrè.
– Pier Maria ed Ele Rizzoli.
Pippo, Roberta e Andreina sono vicini a Ugo in
questo triste momento, ricordando con grande affetto una persona veramente speciale
Lucia Bassani Friedmann
Sergio Rabuffetti
Il presidente Fedele Confalonieri, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, l’amministratore delegato
Giuliano Adreani, i consiglieri d’amministrazione,
il collegio sindacale, i dirigenti e tutti i dipendenti
del gruppo Mediaset partecipano al lutto per la
scomparsa di
Augusto Martelli
- Cologno Monzese, 3 novembre 2014.
Fedele e Annick Confalonieri sono vicini alla famiglia per la scomparsa dell’amico
Augusto Martelli
grande musicista e brillante uomo di spettacolo.
- Milano, 3 novembre 2014.
Pasquale Straziota ed i colleghi della Direzione
Affari Legali di Mediaset partecipano commossi al
dolore di Jacques Martelli e della sua famiglia per
la scomparsa del caro
Augusto
- Cologno Monzese, 3 novembre 2014.
È mancato all’affetto dei suoi cari
Aldo Casellato
Lo annunciano il figlio Gabriel e la compagna Alessandra.- La cerimonia funebre avverrà al cimitero
di Lambrate mercoledì 5 novembre ore 11.30, sala
multifunzione. - Milano, 2 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Carina Escolà con Flavio.
– Carlo Gelmetti con Pascale, Jacques e Francois.
– Chiara Gelmetti.
– Simone e Matteo.
– La famiglia Gabriel-Batlle.
La clinica oculistica dell’Ospedale Luigi Sacco di
Milano ricorda il Dottor
Aldo Casellato
indimenticato collega.
- Milano, 3 novembre 2014.
Adele
- Milano, 3 novembre 2014.
vera amica di tutta una vita.
- Milano, 3 novembre 2014.
Chicca ed Elena Nascimbene con Alberto Cannonieri sono vicine a Ugo per la perdita della mamma
Maria Viganoni, con le famiglie Viganoni e Canesi, rimpiangerà sempre l’amica insostituibile
Adele Guffanti
Lucia Bassani
carissima e preziosa amica.
- Milano, 3 novembre 2014.
Arrigo, Carlo, Clementina, Ezio, Giuseppe, Nicoletta, Piercarlo, Sabrina, Sergio e Sveva sono affettuosamente vicini a Ugo Friedmann, componente del Consiglio Notarile di Milano, per la perdita
della madre notaio
Lucia Bassani
- Milano, 3 novembre 2014.
Cesare Bellotti con Nicolò e Lucia ricorda con
grande affetto l’amica e collega
Lucia Bassani
- Milano, 3 novembre 2014.
Andrea, Pietro, Lorenza Mosca sono vicini
all’amico Ugo per la perdita della cara mamma
Dott.ssa Lucia Bassani
- Milano, 3 novembre 2014.
Il Presidente Paolo Clerici, i Vice-Presidenti Andrea Clavarino e Corrado Papone, il Consiglio di
Amministrazione, il Collegio Sindacale e tutti i dipendenti di Coeclerici sono vicini al Dottor Ugo
Friedmann e famiglia per la perdita della madre
Dott.ssa Lucia Bassani
Friedmann
- Milano, 3 novembre 2014.
Lucia Bassani Friedmann
Donato Raimondi ricorda con affetto e dolore
l’amico di sempre
e abbraccia forte forte Annamaria e i familiari.
- Milano, 3 novembre 2014.
Grazia, Emilio, Sabrina, Massimo, Alessandra e
ragazzi sono vicini alla famiglia Guffanti nel ricordo della cara
Partecipano al lutto:
– Giancarlo Capietti e famiglia.
la
Dopo una lunga e dolorosa malattia si è spenta
sig.ra Clelia Maraldi Sanna
Laura e Francesco Vassalli si uniscono al dolore del
figlio Giuseppe e di tutta la famiglia con profondo
rimpianto. - Roma, 3 novembre 2014.
Andrea, Graziella, Valentina, Gianandrea e
Martina partecipano al grave lutto occorso a Roberta e Christian e si uniscono a loro in questo momento di grande dolore per la perdita del caro
Mario
- Monza, 3 novembre 2014.
I collaboratori ed i dipendenti della società Montello SpA, partecipano al dolore per la scomparsa
del
Rag. Mario Cavallo
- Milano, 3 novembre 2014.
Emanuela, Marinella, Alessandro e Nicolò, partecipano al dolore che ha colpito Roberta, Christian
ed il fratello Piero per la scomparsa del
Rag. Mario Cavallo
- Milano, 3 novembre 2014.
Luigi Piceci con le figlie Cristina e Alessandra con
Stefano, la sorella Edda, i prediletti nipoti Francesca, Silvia, Martina, Marco, Luca e Lorenzo annuncia con dolore la perdita della moglie
Mariemma Arcelli Fontana
Piceci
- Milano, 3 novembre 2014.
Il FAI Fondo Ambiente Italiano ricorda con commozione e gratitudine
Adele Guffanti
che con entusiasmo credette nel FAI sostenendolo
nei suoi primi passi.
- Milano, 3 novembre 2014.
Gli amici di AHMIS salutano
Adele Guffanti
socia generosa ed indimenticabile.
- Milano, 3 novembre 2014.
Giuseppe de Bernardi
di Valserra
re
Si è ricongiunta ai suoi cari nella pace del Signo-
Carla Tabaglio
Il nostro grandissimo amore va oltre la vita.- Sei
sempre con me.- Renata.
- Milano, 4 novembre 2014.
Nel primo anniversario della scomparsa di
Non fiori ma opere di bene.- Famiglia Pizzo e famiglia Patellani. - Milano, 31 ottobre 2014.
4 novembre 2004 - 4 novembre 2014
Anita Vergottini
Sempre la più bella e l’unica fino in fondo.- Ciao
nonna, grazie.- Luca.
- Milano, 4 novembre 2014.
Nel primo anniversario della scomparsa Giovanna e Francesca con profondo affetto ricordano
Guido Bersellini
- Milano, 4 novembre 2014.
Pier Andrea Magistrati
la moglie Elena farà celebrare una Santa Messa il
5 novembre alle ore 18.30 nella Basilica di Santa
Maria del Popolo a Roma.
- Roma, 4 novembre 2014.
Nell’anniversario della nascita, in ricordo di
Manfredo Tafuri
illustre e appassionato intellettuale del Novecento,
storico dell’architettura, professore universitario,
Giusi Maria Letizia Rapisarda Tafuri.
- Roma, 4 novembre 2014.
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Dott.ssa Adele Guffanti
Socia fondatrice e attivissima rappresentante del
club per oltre un cinquantennio.
- Monza, 2 novembre 2014.
Le famiglie Achille Legnani e Alfonso Legnani sono vicine ad Anna per la perdita del loro caro vecchio amico
Renato Sellani
- Milano, 3 novembre 2014.
SERVIZIO
ACQUISIZIONE NECROLOGIE
ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30
Ciao
Renato
sarai sempre nel nostro cuore e la tua musica ci
accompagnerà per sempre.- Manuela e Antonio.
- Milano, 3 novembre 2014.
Ponderosa Music and Art ricorda con affetto
Renato Sellani
Grazie per la musica che ci hai lasciato.- Titti Santini, Patrizio, Stefania "Fiammetta", Sara, Paolo,
Aronne, Giuseppe, Andrea, Alice.
- Milano, 3 novembre 2014.
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L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
Renato Sellani
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Corriere della Sera
Gazzetta dello Sport
PER PAROLA:
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti:
€ 300,00
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti:
€ 258,00
Partecipano al lutto:
– Paula Parfitt e Elio Castiglioni.
Il 3 novembre si è spento serenamente circondato dall’affetto dei suoi cari il
Commendatore
Pino Creperio
Cavaliere dell’Ordine
di San Silvestro Papa
Ne danno il triste annuncio la moglie Maria, i figli
Daniela con Giulio, Susanna con Mario, Giampietro e Federica con Vittorio, i nipoti Ludovico e Giulia, Paola e Marco.- Per il giorno e l’ora dei funerali
contattare il n. 0232867.
- Milano, 4 novembre 2014.
I condomini e l’amministratore del condominio
di via Anfossi 17/19 Milano, sono vicini alla famiglia Pizzochero in un momento di così grande dolore per la scomparsa del signor
Giancarlo Pizzochero
- Milano, 3 novembre 2014.
È mancato all’affetto dei suoi cari
Giovanni (Gino) Trolese
e la ricorda con grande affetto.
- Cusago, 2 novembre 2014.
Mary Gelmi e i collaboratori dello Studio Piceci Gelmi esprimono le più sentite condoglianze alla
famiglia Piceci e partecipano commossi al dolore
per la perdita della signora
I cugini Acquaderni, Braida, Dall’Asta, Gonano,
Luxardo, Masetti Zannini de Concina sono vicini a
Valeria Lorenzo e Paolo nel ricordo del caro
Mariemma Arcelli Fontana
4 novembre 2013 - 4 novembre 2014
Angelo Castelletti
Le socie del Soroptimist International - Club di
Monza ricordano con grande affetto l’amica
di 77 anni.- Lo annunciano la moglie Laura, i figli,
le nuore, il genero e i nipoti con tutti i parenti.- Per
ogni informazione contattare il numero
3289703321. - Arcore, 3 novembre 2014.
- Milano, 3 novembre 2014.
Ricordiamo il nostro amico di sempre
con rimpianto e tanto affetto, uniti ai suoi cari.Lina, Luisa e Giorgio.
- Proserpio, 3 novembre 2014.
Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito
Servizio fatturazione necrologie:
tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
Servizio sportello da lunedì a venerdì
Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.30
Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”).
Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle
modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003.
Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà
al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da
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diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro
conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili
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aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti
dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati
personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano.
Ferdinando Cassinis
- Roma, 3 novembre 2014.
Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
SPORT
53
Contrordine
Lippi: «Basta panchina», ma poi ci ripensa
Dopo 9 mesi
Roma, Strootman è pronto al rientro
Basket
Milano cade ad Avellino, Sassari sola in testa
Mai dire mai. Subito dopo aver vinto il terzo scudetto consecutivo alla
guida del Guangzhou Evergrande, Marcello Lippi, 66 anni, aveva
detto «basta panchina, sono anziano» e infatti nella prossima
stagione farà il direttore tecnico del club cinese. Ma sono bastati
pochi giorni al c.t. campione del mondo nel 2006 per cambiare idea:
«Quando finirà il mio contratto qui in Cina e tornerò in Italia, dovesse
arrivare qualche offerta per allenare una Nazionale potrei valutarla.
Mi sento ancora in forma».
Non solo cattive notizie per la Roma, molto criticata per la sconfitta
di Napoli, che ha seguito quelle contro Juve e Bayern Monaco. Rudi
Garcia potrebbe riavere a breve uno dei giocatori più importanti:
Kevin Strootman. L’olandese, che si era gravemente infortunato al
ginocchio il 9 marzo scorso, tornerà in campo domenica prossima
con la Primavera allenata da Alberto De Rossi, contro il Latina (a
Trigoria, ore 10.30). L’obiettivo è riaverlo con la prima squadra il 22
novembre, dopo la sosta, quando la Roma andrà a Bergamo.
L’EA7 Armani Milano paga un primo tempo inguardabile e si arrende
sul campo della Sidigas Avellino nel posticipo della 4a giornata di
serie A: 73-69 il risultato a favore dei campani, che erano andati al
riposo avanti di 21 lunghezze (47-26). A nulla è servito il tentativo di
rimonta (con 21 punti di Gentile), se non ad arrivare a -3 a 4’’ dal
termine. Classifica: Sassari 8; Brindisi, Reggio Emilia, Milano e
Venezia 6; Cantù, Varese, Cremona, Avellino, Pistoia e Roma 4;
Bologna (-2), Capo d’Orlando e Trento 2; Caserta e Pesaro 0.
La Lazio prima domina poi soffre
e si fa in 4 sognando la Champions
Finisce 1-1
Il Cesena
non è cinico
il Verona
ringrazia
Mauri in gol, doppietta di Klose, il Cagliari sfiora il pari, chiude Ederson
Una star mondiale. Proprio come Lenny Kravitz,
Adrien Brody e Donald Sutherland, tutti e tre giovedì sul palco del «Komische Oper» di
Berlino per battere le mani a
Miro Klose, campionissimo
premiato «Uomo dell’anno»
per GQ Germany. Ieri sera il tedesco campione del mondo (e
miglior marcatore della storia
dei Mondiali) è stato applaudito dagli oltre 30 mila laziali
giunti all’Olimpico per esorcizzare il fantasma di Zeman e il
suo Cagliari ammazza-big, tutti
in piedi quando la star è uscita
a inizio ripresa, sazia per la sua
doppietta dal sapore di Champions League.
Rientra perfettamente nella
normalità, quindi, se a spedire
la Lazio al terzo posto e a meno
tre dall’odiatissima Roma (con
aggancio alla Sampdoria grazie
al 4-2 finale sui sardi, sesto risultato utile consecutivo) è il
biancoceleste più famoso e celebrato, quello che ha il gol nel
sangue e anche un po’ di anni
che si vedono magari nelle rughe, ma mai nel fiuto.
E invece no. Anzi, di nuovo
tu verrebbe da dire dopo un
mese e mezzo tra panchine,
mugugni e qualche pensiero al
Kaiserslautern, cioè tornare
laddove tutto cominciò. Però
sulla squadra che, a sorpresa
generale, spicca il volo verso il
terzo posto cavalcando il miglior attacco della serie A (20
gol) c’è ancora il marchio di
Klose, stella data prematuramente sul viale del tramonto e
invece più in salute che mai.
Suo il gol bellissimo che ha
CESENA L’1-1- alla fine ci sta, ma
il Cesena ha il diritto di cullare
rimpianti. Perché la squadra di
Bisoli, guidata dal portoghese
Hugo Almeida, ha avuto la possibilità di chiudere i conti già in
fondo a un primo tempo giocato con autorevolezza. In vantaggio dopo 22’ con Defrel (assist
di Almeida), i romagnoli fallivano almeno un altro paio di
palle-gol per poi subire nel secondo tempo il ritorno del Verona.
Mandorlini faceva alzare dalla panchina Toni, ma rimaneva
in 10 per l’infortunio di Sorensen a cambi esauriti. Il pari arrivava al 32’ (testa di Juanito).
Sembrava finita, ma all’ultimo
minuto il Cesena sfiorava il 2-1
con Djuric e Carbonero. Rafael,
però, era attento.
ROMA
20
gol segnati
dalla Lazio: ha il
miglior attacco
della A davanti
al Napoli (19)
8
giocatori
in rete finora
per la Lazio:
Djordjevic il
bomber (5 gol)
3
reti
realizzate da
Mauri e Klose,
entrambi in gol
contro
il Cagliari
La sorpresa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lazio
Cagliari
4
2
Marcatori: Mauri 7’, Klose 25’ e 27’ p.t.;
Braafheid (aut) 3’, Joao Pedro 39’,
Ederson 48’ s.t.
LAZIO (4-3-3): Marchetti 6,5;
Pereirinha 6, De Vrij 6,5, Ciani 5,5,
Braafheid 6; Parolo 6,5, Biglia 6,5, Mauri
6,5 (Ederson 6 43’ s.t.); Candreva 6,5,
Klose 7,5 (Djordjevic 6 17’ s.t.), Lulic 7
(Onazi 6 34’ s.t). All.: Pioli 7
CAGLIARI (4-3-3): Cragno 5,5; Pisano 5
(Balzano 5,5 13 s.t.), Ceppitelli 4,5
(Benedetti 6 13’ s.t.), Rossettini 5, Murru
5,5; Crisetig 6 (Joao Pedro 6,5 34’ s.t.),
Conti 5,5, Ekdal 5,5; Ibarbo 4,5, Sau 5,
Cossu 5,5. All.: Zeman 5,5
Arbitro: Di Bello 5. Espulso: Ibarbo 27’
s.t. Ammoniti: De Vrij, Ceppitelli, Crisetig,
Conti, Lulic. Recuperi: 0’ più 4’
raddoppiato il vantaggio acciuffato in apertura dal solito
Mauri, rientrato dallo stop imposto dal Coni dopo l’assunzione di cortisone per curare un
ascesso tonsillare, bravo a deviare in porta una palla vagante
nel pieno dell’area cagliaritana:
Candreva lancia sul secondo
palo, Lulic fa la torre di testa e
Klose chiude l’azione mettendo
dentro il 2-0 al 25’. Facile, facilissimo. Così come due minuti
più tardi, il terzo gol che forse
ha sigillato il risultato finale:
Lulic appoggia, Miro si coordina e batte il malcapitato Cragno senza gesti tecnici inutili.
Due guizzi, due gol, due
esempi di stile. Tutto il resto
della serata è roba per semplici
terrestri: goffi come Braafheid
quando devia la palla nella sua
porta a inizio ripresa, astuti come Joao Pedro nell’approfittare
di un errore di comunicazione
tra Marchetti e Ciani, o appena
resuscitati come Ederson che
entrato da pochi secondi e ciccato il primo tentativo di doppio passo, si fa trovare pronto
all’ennesimo assist (settimo in
stagione) di Candreva.
E il Cagliari? La solita squadra di Zeman, difesa altissima
e attacco sfrenato. Troppo forse, per questo Ibarbo finisce la
partita anzitempo per un rosso.
Lo stile è sempre quello, è una
roba senza età. Zeman come
Klose non possono passare
mai di moda.
Andrea Arzilli
Scatenato
Miroslav Klose,
36 anni,
realizza uno
dei suoi due gol
al Cagliari.
L’attaccante
tedesco ha
toccato quota
45 reti segnate
in totale
in maglia laziale
(Ap)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cesena
Verona
1
1
Marcatori: Defrel 22’ p.t.; Juanito 32’ s.t.
CESENA (3-5-1-1): Agliardi 6; Capelli
6, Lucchini 6 (Krajnc 5 18’ s.t.), Volta
6,5; Renzetti 6 (Mazzotta 5 37’ p.t.),
Carbonero 5,5, Giorgi 5, De Feudis 6,5,
Cascione 6; Defrel 7 (Djuric 5,5 36’ s.t.);
Almeida 7. All.: Bisoli 6
VERONA (4-3-3): Rafael 6; Sorensen
6,5, Moras 5,5, Marquez 6, Brivio 6;
Hallfredsson 5 (Toni 6 24’ s.t.),
Tachtsidis 7, Ionita 5 (Obbadi 6 18’ s.t.);
Nico Lopez 5,5 (Christodoulopoulos 6
18’ s.t.), Nene’ 6, Juanito 7. All.:
Mandorlini 6
Arbitro: Calvarese 6
Ammoniti: Ionita, Hallfredsson,
Tachtsidis, Defrel, Juanito
Recuperi: 3’ più 3’
Da Pietri a Mbakogu, Carpi la piccola grande dello sport
Meno di 70 mila abitanti, una tradizione unica e ora il primato in solitudine in serie B
Dodici giornate di campionato e la serie B ha una sola capolista. Il Carpi, dopo il quarto
successo consecutivo (record
per il club), guida il gruppo con
2 punti di vantaggio sul Frosinone e 3 su Bologna, Livorno e
Trapani. Sabato, tutti allo stadio « Dall’Ara», per il derby con
i rossoblù. Una trasferta di 61
km che è anche un appuntamento con la storia.
Carpi, 69.791 abitanti, è terra
di importanti uomini di sport,
oltreché la città di Ciro Menotti. Dorando Pietri, l’eroe della
maratona olimpica di Londra
1908, era nato a Correggio (provincia di Reggio Emilia, 16 ottobre 1985), ma nel 1897 il padre,
Desiderio, aveva aperto un negozio di frutta e verdura a Carpi
(provincia di Modena, 10 km di
distanza), dove si era trasferito
con la moglie e i quattro figli e
lì Dorando, garzone in una pasticceria, aveva cominciato a
correre. A Carpi, era nato Amleto Frignani (1° marzo 1932),
che il Milan aveva acquistato
nel 1951 dalla Reggiana: è stato
il primo marcatore italiano del-
I pilastri
● Fabrizio
Castori, 60
anni, allenatore
del Carpi: in
carriera vanta
7 promozioni
● Stefano
Bonacini,
imprenditore,
è a.d. e socio
di maggioranza
del Carpi Fc
la storia della Coppa dei Campioni, avendo segnato il gol
dell’1-1 in Milan-Saarbrucken
3-4 (15’ p.t., 1° novembre 1955).
A Carpi è nato Greg Paltrinieri
(5 settembre 1994), campione
europeo dei 1.500 s.l. a Debrecen nel 2012 e a Berlino 2014.
Nel 2000, il Carpi (anno di
fondazione: 1909; la squadra di
Salvatore Bagni dal 1975 al
1977), maglia biancorossa, fallisce. Una nuova proprietà dà
vita al Football Club Carpi e riparte dall’Eccellenza. Due anni
dopo, la squadra è in serie D,
dove resta fino al 2010, quando
arriva seconda nel girone e viene ammessa in Seconda Divisione di Lega Pro. Un anno dopo, la promozione in Prima Divisione. Manca la B nel 2012,
battuta al playoff dalla Pro Vercelli. Appuntamento rinviato al
2013, quando il Carpi (allenato
da Fabio Brini), a sorpresa, batte nella finale il Lecce e per la
prima volta gioca in serie B.
Chiude il campionato con
una salvezza più che tranquilla
(12° posto); si fanno notare l’albanese Ledian Memushaj, che
segna 8 gol (ora al Pescara) e
soprattutto Jerry Mbakogu (6).
Nigeriano, 22 anni da compiere il 1° dicembre, è diventato il
trascinatore del Carpi in questa
stagione, dove ha già segnato 8
reti. Lo stanno osservando in
tanti (anche all’estero, compreso il Borussia Dortmund), ma
l’attaccante, rientrato al Carpi,
Maratona Dorando Pietri a Londra
Bomber Jerry Mbakogu, 22 anni, nigeriano (LaPresse)
Gol europeo Amleto Frignani
dopo il fallimento del Padova, è
blindato da un contratto che
scade il 30 giugno 2019.
La forza del Carpi è nel triumvirato composto da Stefano
Bonacini (socio di maggioranza e a.d., industriale, settore
maglieria), Cristiano Giuntoli
(d.s.) e Fabrizio Castori. Marchigiano di San Severino, 60
anni, reduce da stagioni difficili, Castori è arrivato a Carpi con
un anno di ritardo e ha avuto il
merito di realizzare una splendida sintesi fra vecchi (pochi,
con Porcari, 30 anni, capitano)
e giovani. Il suo è un calcio
semplice e proprio per questo
efficace: gioco verticale, a ritmi
alti. Non è un caso che il Carpi
tenda a costruire le vittorie con
partenze-sprint nei due tempi.
E alla fine Castori ha ammesso:
«Stiamo facendo grande calcio; la squadra gioca così bene
che sorprende anche me». Sabato il Bologna. Di solito queste
celebrazioni non portano fortuna, ma il primo posto del
Carpi non è un’opinione.
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
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di Maria Volpe
I virtuosismi
di Lang Lang
tra Bach e Chopin
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arte dall’Auditorium Rai
Arturo Toscanini di
Torino il Viaggio in Italia
del celebre pianista cinese
Lang Lang (foto). In diretta
Rai5 trasmette stasera il
recital del grande artista. È
la prima di quattro tappe
che, tra l’autunno 2014 e la
primavera 2015, porteranno
Lang Lang anche a Roma,
Firenze, Milano e
Lampedusa. Il programma
di stasera è per lui inedito:
il Concerto Italiano di Bach
e grandi pagine romantiche
come Le stagioni di
Ciajkovskij e i quattro
Scherzi di Chopin.
Viaggio in Italia
Concerto di Lang Lang
Rai5, ore 21
Nuovi provini
per «Amici»
I
n attesa del ritorno di
uno dei talent più famosi
d’Italia, Amici di Maria De
Filippi, sono cominciati i
casting che da ieri, tutti i
giorni dal lunedì al venerdì,
verranno mostrati da Real
Time. Ci sono 100 ragazzi
che hanno superato la
prima fase di selezione
(erano migliaia) e i
professori li esamineranno
per scegliere i candidati
ufficiali. Ogni episodio
racconta le storie, le
speranze, le gioie e le
delusioni dei candidati. I
cento selezionati tra
cantanti, rapper, band,
ballerini di ogni tipo,
si sfideranno per arrivare
ad essere tra i 40
aspiranti allievi della scuola
di Amici.
Amici casting
Real Time, ore 13.50
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Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014
55
Sul web
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
A FIL DI RETE di Aldo Grasso
I 50 anni di Luciana Littizzetto meritavano una festa migliore
Vincitori e vinti
G
randi festeggiamenti a Che tempo che fa
per Luciana Littizzetto. Ha compiuto 50
anni, da dieci è la colonna portante del
programma (alzare gli ascolti è il compito più impegnativo che le sia mai toccato), da venti (per fare cifra tonda) è una delle grandi
protagoniste della nostra tv. L’abbiamo vista nascere (professionalmente), l’abbiamo seguita con interesse, non di rado incoraggiata. Certi suoi personaggi (Minchia Sabbry, Mirella, Paola e Chiara, Lolita…) hanno rappresentato qualcosa di più un bozzetto satirico o di costume perché, attraverso una
CHE TEMPO CHE FA
Luciana Littizzetto
Littizzetto e Marchesini da
Fazio su Rai3: 4.023.000
spettatori, 14,4% di share
RIVELAZIONI
Adam Kadmon
Le cospirazioni su Italia 1:
gli spettatori sono 736.000,
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gi Barroero), per intonare Piemontesina bella, poi
un servizio da Torino con molti auguri, tra cui quelli del sindaco Fassino, e infine una malriuscita gag
con il cuoco Antonino Cannavacciuolo per la torta
di compleanno. Onestamente, si poteva fare qualcosa di meglio per celebrare il genetliaco di «Lucianina». La quale, immaginiamo, si starà chiedendo:
«Cosa farò da grande?». Continuerà ogni domenica
a maltrattare Fabietto, che fingerà di scandalizzarsi
alle sue parolacce, oppure, come dicono i francesi,
è venuto il momento di reculer pour mieux sauter?
sorta di autobiografia indiretta, tratteggiando misconosciute fisionomie sociali, ci hanno aiutato a
capire piccoli universi: l’ironia al servizio del disinganno.
Quando l’intelligenza ci abbandona, questo ci insegna Luciana, la stupidità ci resta accanto, come
un’ancella fedele: se la sappiamo riconoscere, se le
parliamo con il suo frusto linguaggio iniziatico, ci
aiuta ad affrontare il ridicolo in maniera graziosa e
utile. Per festeggiarla, Fabio Fazio ha invitato prima
un gruppo corale langarolo, Le Raviole al vin (R Raviore ar vin, in dialetto, guidate dal cantastorie Lui-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera
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