PdZ completo senza allegati

PIANO SOCIALE
DI ZONA
2014 - 2016
COMUNE DI CISTERNINO
COMUNE DI FASANO
COMUNE DI OSTUNI
1
Indice del Piano Sociale di Zona
INTRODUZIONE
Il ciclo di vita del piano sociale di zona dal II al III ciclo di programmazione
Il percorso di concertazione e di programmazione partecipata
Allegati
CAP. I – ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI
OFFERTA DEI SERVIZI
1.1 Dinamiche demografiche e evoluzione della domanda sociale
1.1.1 Caratteristiche strutturali della popolazione
1.2 La dotazione infrastrutturale di servizi sociali, socio-educativi e sociosanitari
1.2.2 Punti di forza e di criticità della dotazione attuale; maggiori fabbisogni
1.3 L’attuazione del sistema di obiettivi di servizio per il welfare territoriale tra
il 2010 e il 2013
1.4 L’attuazione economico-finanziaria e capacità di cofinanziamento dei comuni
Allegati
CAP. II – LE PRIORITÀ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO
2.1 La strategia dell’Ambito Territoriale per il consolidamento del sistema di welfare locale
2.1.1 I servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi
2.1.2 Il sostegno della genitorialità e la tutela dei diritti dei minori
2.1.3 La cultura dell’accoglienza e il contrasto delle marginalità sociali
2.1.4 I servizi e gli interventi per le povertà estreme e per il contrasto delle nuove povertà
2.1.5 La rete dei servizi per la presa in carico integrata delle non autosufficienze
2.1.6 Il contrasto del maltrattamento e della violenza
2.1.7 La prevenzione delle dipendenze patologiche
2.2 Quadro sinottico: obiettivi di servizio per un welfare sostenibile
2.3 Il raccordo tra la programmazione ordinaria e le risorse aggiuntive
2.3.1 Le azioni da realizzare con il Piano di Intervento PAC Infanzia
2.3.2 Le azioni da realizzare con il Piano di Intervento PAC Anziani
2.3.3 Le azioni da realizzare con il Fondo Sviluppo e Coesione
2.3.4 I buoni servizio di conciliazione (Azioni 3.3.1 – 3.3.2)
2.3.5 I progetti speciali (Intesa Famiglia, Piani dei tempi, ecc…)
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5
5
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43
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44
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Allegati
CAP. III – LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
3.1 La composizione del fondo unico di ambito
3.1.1 Le risorse ordinarie
3.1.2 Le risorse aggiuntive
3.1.3 Il cofinanziamento con risorse proprie dei Comuni
3.1.4 La spesa sociale totale dei Comuni
3.1.5 Attività di monitoraggio fisico e finanziario del Piano Sociale di Zona
Allegati
CAP. IV – GLI ATTORI DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE
4.1 Le scelte strategiche per l’assetto gestionale ed organizzativo dell’Ambito
4.1.1 Il percorso di associazionismo intercomunale: scelta della forma giuridica - ruolo
dell’ente capofila, sistema degli obblighi e degli impegni reciproci
4.1.2 L’Ufficio di Piano: dotazione di risorse umane, ruoli e funzioni, i flussi informativi ed i
nessi procedurali tra UdP e Comuni
4.1.3 Le connessioni funzionali tra UdP, servizio sociale professionale e welfare d’accesso
4.2 La governance per la programmazione sociale
4.2.1 Il ruolo degli altri soggetti pubblici
4.2.2 Il consolidamento dei rapporti con la ASL ed il Distretto socio sanitario
4.2.3 Il ruolo della cittadinanza sociale
Allegati
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CAP. V – LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO DEGLI INTERVENTI DI PIANO
5.1 Le schede di progetto per gli interventi previsti e gli obiettivi di servizio
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2
INTRODUZIONE
L’elaborazione del terzo Piano Sociale di Zona 2014 – 2016 si colloca in un particolare
momento storico, contrassegnato da una profonda crisi economico-finanziaria a livello nazionale,
che impatta notevolmente sulla vita quotidiana di moltissime famiglie.
In questo scenario la Regione Puglia ha operato per definire una programmazione sociale che
tenesse presente la necessità di rispondere ai maggiori bisogni dei soggetti in condizioni di fragilità,
fornendo strumenti e risposte concrete, anche con riferimento alle nuove povertà.
Il Piano Regionale delle Politiche Sociali che ne è scaturito si traduce in azioni e interventi
finalizzati alla rimozione delle cause che determinano la povertà, la marginalità, il disagio,
l’esclusione, il bisogno per quei nuclei familiari e tutte quelle persone che maggiormente sono
esposte a questi rischi: giovani coppie con bambini, famiglie con anziani non autosufficienti, nuclei
familiari con presenza di persone con disabilità, fragilità nello svolgimento del ruolo genitoriale,
nuclei familiari emigrati, donne sole con figli, persone a rischio di devianza.
Ma se da un lato l’inesorabile impoverimento della popolazione si accompagna all’aumento
dei bisogni, dall’altro l’amministrazione pubblica è attraversata da una più che significativa drastica
riduzione dei fondi; pertanto, la rilevazione del bisogno e della domanda, unitamente alla
conoscenza delle potenzialità e del sistema di offerta del pubblico e del privato in termini di
capacità a dar risposta ai problemi e di messa a sistema dell’esistente, si rivelano l’unica opportunità
strategica per lavorare secondo una logica di efficacia, efficienza ed appropriatezza nel rispondere
ai problemi della gente.
In questa ottica si opererà nel prossimo triennio, in sinergia con gli altri attori pubblici e
privati presenti sul territorio, ponendo in essere azioni integrate e condivise, per non disperdere le
risorse in interventi frammentati, e per presidiare tutte le possibilità di generare ulteriori risorse
nelle reti.
Il ciclo di vita del piano sociale di zona. Dal II al III ciclo di programmazione.
Nel corso di questi due trienni di attuazione gli obiettivi perseguiti si sono snodati all’interno
di un percorso evolutivo che è partito dal confronto delle politiche sociali dei tre Comuni
componenti l’Ambito 2 BR (Cisternino, Fasano e Ostuni), si è snodato attraverso un lungo percorso
di omogeneizzazione dell’offerta e delle modalità di gestione dei servizi, fino all’elaborazione di un
sistema di gestione associata, unica per tutto l’Ambito, della funzione sociale. Nel terzo ciclo si
proseguirà nell’azione di rafforzamento di questo sistema, nel rispetto delle peculiarità proprie di
ciascun Comune e in coerenza con la programmazione regionale.
L’esperienza maturata nei precedenti trienni ci porta a sviluppare, nel prossimo ciclo, i
percorsi già intrapresi nel ciclo appena concluso, finalizzati ad una maggiore, più efficace e più
capillare informazione sui servizi offerti e sulle modalità di accesso, al potenziamento
dell’integrazione socio-sanitaria e della rete dei soggetti pubblici e privati che operano sul territorio.
Il percorso di concertazione e di programmazione partecipata
Il sistema di welfare delineato dalla legge regionale n. 19/2006 e dal relativo regolamento
attuativo n. 4/2007 prevede la partecipazione dei diversi attori sociali e istituzionali ai fini della
costruzione di una rete locale di servizi, attraverso procedure e strumenti tipizzati.
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Con riferimento alla fase di programmazione del PSdZ, così come è già avvenuto in fase di
elaborazione dei Piani di Azione e Coesione per l’infanzia e gli anziani (PAC), l’Ambito si è fatto
promotore, così come previsto dall’art.16 del Regolamento, di tutte le fasi propedeutiche per l’avvio
e il perfezionamento del percorso di concertazione:
1. pubblicazione dell’avviso per l’avvio del processo di pianificazione partecipata e di
coprogettazione, indirizzato a tutti i soggetti interessati appartenenti al territorio dell’Ambito
(26 marzo 2014);
2. conferenze cittadine di presentazione del percorso di pianificazione: Ostuni, il 31 marzo;
Fasano, il 2 aprile; Cisternino, il 7 aprile 2014;
3. concertazione e programmazione preliminare con il Servizio Sociale Professionale di Ambito
(31 marzo 2014), le OO.SS. maggiormente rappresentative (1 aprile 2014) e i dirigenti e gli
operatori dei servizi socio-sanitari (4 aprile 2014);
4. costituzione e insediamento del Tavolo di Concertazione, al quale hanno partecipato tutti gli
attori sociali e sanitari, pubblici e privati, che, al fine di concertare prassi operative e modelli
di intervento nella logica di integrazione delle politiche e degli interventi sociali e sanitari,
hanno sottoscritto un Patto di Partecipazione con il quale regolare i rapporti di partecipazione
(8 aprile 2014);
5. calendarizzazione dei Tavoli di lavoro Tematici per ciascuna area di intervento, nei quali si è
proceduto ad analizzare i bisogni e a raccogliere proposte e osservazioni (9 e 10 aprile 2014);
6. Tavolo Generale di Concertazione, con la presentazione delle schede/progetti del PSdZ e delle
proposte raccolte (11 aprile 2014) e la presentazione della programmazione finanziaria (17
aprile 2014);
7. Tavolo di Concertazione finale (12 maggio 2014), con la presentazione e condivisione della
bozza del PSdZ, la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa con le OO.SS. maggiormente
rappresentative e la costituzione della Cabina di Regia prevista dal piano regionale;
8. indizione e convocazione della Conferenza dei Servizi;
9. adozione del PSdZ da parte del Coordinamento Istituzionale
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Capitolo I
ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO
E DEL SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI
1.1 Dinamiche demografiche ed evoluzione della domanda sociale
1.1.1
Caratteristiche strutturali della popolazione
L’Ambito territoriale del Distretto socio-sanitario n. 2 della provincia di Brindisi è costituito
dai Comuni di Cisternino, Fasano e Ostuni, tutti con una popolazione superiore ai diecimila abitanti.
L’Ambito 2 BR, pur avendo numerosi elementi di omogeneità al proprio interno, sul piano
socio-economico, presenta altrettanti numerosi elementi di differenziazione, anche notevoli, talvolta
di contraddizioni, che richiedono una valutazione molto più attenta in sede di programmazione.
La popolazione è distribuita su un territorio molto vasto: il territorio di Ostuni nella provincia
di Brindisi è il secondo dopo il comune di Brindisi per estensione (circa 224 km²) ma con una bassa
densità demografica (pari a circa 142 ab. per km²), mentre all’opposto Fasano è il comune più
densamente popolato della provincia di Brindisi, con i suoi 306 ab. per km², distribuiti anche su
numerose frazioni (Pezze di Greco, Montalbano, Savelletri), che comportano problemi di
accessibilità a servizi importanti, fra i quali quelli sociali.
Fasano è il comune capofila del Distretto socio-sanitario coincidente con l’Ambito, con una
popolazione superiore ai 39 mila abitanti, Ostuni ha una popolazione pari a circa 31 mila, mentre
per Cisternino è superiore agli 11 mila abitanti.
Tav. 1 - Popolazione residente per sesso - 2013 (Fonte: anagrafi comunali)
Comuni
Popolazione
residente
%
Uomini
%
Donne
%
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
Totale
11.697
39.729
31.694
83.120
14,1%
47,8%
38,1%
100,0%
5.672
19.305
15.019
39.996
14,2%
48,3%
37,6%
100,0%
6.025
20.424
16.675
43.124
14,0%
47,4%
38,7%
100,0%
L’Ambito ha una popolazione complessiva pari a 83.120 abitanti, di poco superiore a quella
registrata nel 2010, primo anno del precedente ciclo di programmazione, pari a 82.635 abitanti.
L’incremento è essenzialmente dovuto al lento ma costante aumento demografico registrato nel
comune di Fasano, che rappresenta un fenomeno in controtendenza già evidenziatosi nel corso degli
ultimi anni, al contrario di quanto avviene negli altri comuni dell’Ambito. In un decennio (20042013) la popolazione di Fasano è passata da 38.563 ab. a 39.729, un incremento di oltre un migliaio
di abitanti, pari ad un 3% di segno positivo che è insolito rispetto all’andamento demografico
negativo dell’intera provincia di Brindisi.
Dal punto di vista della composizione per sesso, la popolazione dell’Ambito è distinta tra poco
meno di 40 mila maschi e poco più di 43 mila femmine. (Tav. 1).
Una analisi dettagliata della composizione per età della popolazione dell’Ambito è stata
elaborata dal 2010 al 2012 nel contesto della annuale relazione sociale, che sarà aggiornata con i
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dati del 2013 in contemporanea con la redazione di questo Piano di Zona, per cui è ad essa che si
rimanda espressamente.
In questa sede può essere tuttavia di qualche interesse, nell’ambito di uno strumento di
programmazione qual è il piano di zona, evidenziare l’andamento demografico delle diverse classi
di età, il cui raffronto ha comunque bisogno dell’avvertenza che il dato di Fasano (sia del 2010 che
del 2013) presenta una discrasia rispetto al totale ufficiale della popolazione a causa del non ancora
concluso processo di revisione anagrafica in corso presso quel comune, che però non ne inficia
l’analisi.
La tendenza che si registra, in maniera costante nel corso degli ultimi anni, è omogenea per
tutti i comuni dell’Ambito, ed è data dall’incremento della popolazione ultra sessantacinquenne, più
marcato in Fasano (+6,4%) e Ostuni (+5,5%), che in Cisternino (+2%). (Tav. 2)
Tav. 2 – Raffronto 2013/2010 per classi di età
CISTERNINO - Raffronto 2013/2010
per classi di età
FASANO - Raffronto 2013/2010 per
classi di età
OSTUNI - Raffronto 2013/2010 per
classi di età
Classi età
2013
2010
% +/-
classi età
2013
2010
% +/-
classi età
2013
2010
% +/-
0 - 3 anni
331
326
1,5%
0 - 3 anni
1.321
1.434
-7,9%
0 - 3 anni
926
1.024
-9,6%
4 - 17 anni
1.393
1.478
-5,8%
4 - 17 anni
5.428
5.647
-3,9%
4 - 17 anni
3.873
3.953
-2,0%
18 - 64 anni
7.037
7.201
-2,3%
18 - 64 anni
25.919
25.933
-0,05%
18 - 64 anni
19.399
20.013
-3,1%
7.496
7.104
5,5%
31.694
32.094
-1,2%
oltre 65 anni
2.936
2.879
2,0%
oltre 65 anni
7.546
7.095
6,4%
oltre 65
anni
totale
11.697
11.884
-1,6%
totale
40.214
40.109
0,3%
totale
Lo stesso dato, aggregato per Ambito, rende in maniera più evidente l’andamento
demografico nel periodo 2010 - 2013 distinto per fasce d’età, nell’ambito delle quali l’unico dato
positivo è rappresentato dalla classe d’età over 65 anni (+ 5,3%), a fronte della diminuzione
registrata in tutte le altre fasce, laddove la più marcata è il -7,4% della classe 0 – 3 anni. (Tav. 3)
Tav. 3 – Raffronto per classi di età - Ambito
AMBITO - Raffronto 2013/2010 per classi di età
classi età
2013
2010
% +/-
0 - 3 anni
2.578
2.784
-7,4%
4 - 17 anni
10.694
11.078
-3,5%
18 - 64 anni
52.355
53.147
-1,5%
oltre 65 anni
17.978
17.078
5,3%
totale
83.605
84.087
-0,6%
Il processo di invecchiamento della popolazione è ormai una caratteristica stabile della
popolazione non solo del nostro Ambito, per quanto qui esso appaia più accentuato. Il comune di
Cisternino, per esempio, è il primo nella provincia di Brindisi per avere l’età media più alta (45,5),
seguito in seconda posizione da Ostuni (44,5). L’età media della provincia è calcolata pari a 42,5
anni, a Fasano invece è di 41,7 anni.
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Dal punto di vista statistico il fenomeno è rilevato attraverso l’indice di vecchiaia, indicatore
ottenuto dal rapporto tra il numero degli ultrasessantacinquenni e la popolazione tra 0 e 14 anni
moltiplicato per cento.
Il raffronto evidenziato nella tavola 4 è interessante ed indicativo di una tendenza
progressivamente costante nel tempo: l’indice di vecchiaia calcolato dall’ISTAT nell’anno 2012 per
l’Italia è pari a 148.6 (era 142.8 nel 2008), per la Puglia è 130.3 (era 116.2 nel 2008), per Brindisi è
143.1 (era 128.7 nel 2008). Sono cifre abbondantemente surclassate nel 2012 nei comuni di
Cisternino (204.3%) e di Ostuni (180.8%), mentre nel comune di Fasano (127.4%) è nettamente al
di sotto sia del dato nazionale, che pugliese e brindisino.
Anno
2008
2010
2012
Tav. 4 - Indice di vecchiaia - 2008 - 2012 (fonte Comuniitaliani.it, su dati ISTAT)
Italia
Puglia
Brindisi
Ambito
Cisternino
Fasano
142,8
116,2
128,7
156,1
183
112,2
144
122,1
134,5
161,9
189
116,8
148,6
130,3
143,1
170,8
204,3
127,4
Ostuni
173,2
179,8
180,8
Ai fini della nostra analisi è notevole l’esame dei dati relativi alla composizione dei nuclei
familiari, che presenta un quadro complementare a quello descritto sin qui. La tendenza generale,
nazionale e regionale, è senz’altro quella in direzione della progressiva diminuzione del numero dei
componenti il nucleo famigliare, di pari passo al contestuale incremento dei nuclei stessi, dovuto a
fattori diversi, fra i quali l’incremento delle separazioni, l’invecchiamento della popolazione che
comporta per un sempre maggior numero di anziani il dover vivere da soli dopo la morte del
coniuge, i figli che scelgono di vivere da soli prima del matrimonio, nonché – per quanto in misura
modesta – le scissioni “di comodo” del nucleo familiare legato a motivi contingenti.
Nella relazione sociale per l’anno 2012 si poneva in evidenza come fosse un dato ormai
acquisito nella sua costanza il lento ma progressivo aumento dei nuclei famigliari in tutti i comuni
dell’Ambito, più accentuato nel comune di Fasano con un incremento di circa il due per cento nel
triennio 2010-12, ma che sfiora il 18% se si considera la variazione rispetto all’anno 2007 (n.
15.526 famiglie nel 2012, n. 13.181 famiglie nel 2007). Quasi stabile il numero dei nuclei
famigliari di Cisternino tra il 2010 ed il 2012, ma in incremento del circa 7% rispetto al 2007 (n.
4.862 famiglie nel 2012, n. 4.552 famiglie nel 2007). Ad Ostuni i nuclei famigliari sono 13.149 nel
2012, con un incremento dell’1% rispetto al 2010 e del 4,4% rispetto al 2007 (quando erano
12.590). (Tav. 5)
Tav. 5 – Nuclei familiari
Nuclei familiari (Anagrafe 2012)
Nuclei
familiari
Cisternino
4.862
Comuni
Nuclei familiari - 2010
Nuclei familiari - 2007
Num.
Nuclei
Num.
Nuclei
Num.
Comuni
Comuni
componenti
familiari componenti
familiari componenti
2,39
Cisternino 4.873
2,44
Cisternino 4.552
2,6
Variaz.
+/- 2012
-2010
Variaz.
+/20122007
-0,2%
6,8%
Fasano
15.526
2,58
Fasano
15.258
2,63
Fasano
13.181
2,9
1,8%
17,8%
Ostuni
13.149
1,98
Ostuni
13.007
2,45
Ostuni
12.590
2,6
1,1%
4,4%
Totale
33.537
2,32
Totale
33.138
2,51
Totale
30.323
2,7
1,2%
10,6%
Alla tendenza all’aumento del numero delle famiglie corrisponde la opposta tendenza,
omogenea tra i comuni dell’Ambito, alla altrettanto lenta quanto progressiva diminuzione del
numero dei suoi componenti, che passa da 2,5 nel 2010 a 2,32 nel 2012 a livello di Ambito (era
2,7 nel 2007), attestandosi su un trend negativo di 0,2 componenti per anno.
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In tale contesto assume particolare rilievo, anche ai fini della programmazione sociale degli
interventi e della allocazione delle risorse, l’analisi delle famiglie monocomponenti.
Nella già citata relazione sociale per l’anno 2012 si metteva in evidenza che a fronte di una
media pugliese di famiglie monocomponente sul totale delle famiglie pari a circa il 20%, nel nostro
Ambito l’incidenza delle famiglie monocomponente è di circa il 30%, con punte tra il 32% ed il
33% rispettivamente di Ostuni e Cisternino, dove, in pratica, un terzo delle famiglie è costituito da
una sola persona.
Si tratta di una tendenza costante nel corso degli anni che, nella variazione tra il 2011 ed il
2012 è stata di circa il 2% a Ostuni (le famiglie passano da 4.138 a 4.207) e persino del 5% a
Fasano (dove passano da 4.058 a 4.259). (Tav. 6)
Tav. 6 – Famiglie monocomponente 2011 e 2012
Famiglie monocomponenti (2012)
Famiglie monocomponenti (2011)
% su
TOTALE Totale
TOTALE
Totale
% su tot
maschi femmine
tot
2012
famiglie
2011
famiglie
fam.
fam.
Cisternino 657
948
4.862 33,01% Cisternino
4.830
33,20%
1.605
1.603
Fasano
1.773
2.486
4.259
15.526
27,43%
Ostuni
1.552
Totale
3.982
2.655
4.207
13.149
6.089
10.071
33.537
15.324
26,50%
Variaz. +/fam.
Monoc.
2012/2011
0,1%
Fasano
4.058
5,0%
31,99%
Ostuni
4.138
13.089
31,60%
1,7%
30,03%
Totale
9.799
33.243
29,50%
2,8%
La componente anziana ultrasessantacinquenne della porzione di famiglie composte da una
sola persona, per evidenti ragioni, è quella prevalente, per quanto sia opportuno rilevare che il dato
statistico riferito al nostro Ambito calcolato sul totale delle famiglie costituite da una sola persona, è
nettamente inferiore alla media pugliese (che è pari al 59,2%, Istat 2006).
Come si evidenzia nella tavola seguente (Tav. 7) si tratta di circa la metà (49,3%) del totale
delle famiglie monocomponenti, con una nettissima prevalenza femminile: a Cisternino sono 636 le
donne anziane che vivono da sole (contro 219 maschi), a Fasano sono 1.967 (contro 442 maschi), a
Ostuni sono 1.692 le donne anziane sole (contro 456 maschi).
Tav. 7 - Famiglie monocomponenti oltre 65 anni (2012)
maschi
femmine
TOTALE
2012
% su
tot
fam.
% sul tot.
Famiglie
monocomponente
Cisternino
Fasano
Ostuni
219
636
855
17,6%
442
1.525
1.967
12,7%
456
1.692
2.148
16,3%
Totale
1.117
3.853
4.970
14,8%
53,3%
46,2%
51,1%
49,3%
L’analisi della composizione strutturale delle famiglie non può prescindere da un
approfondimento riguardante le famiglie monogenitoriali.
Il primo dato in assoluto meritevole di commento (vedi Relazione sociale, anno 2012) è che il
totale delle famiglie con un solo genitore rappresenta circa il dieci per cento dell’insieme dei nuclei
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famigliari (circa 3.380 su 33 mila famiglie). All’interno dell’Ambito, tuttavia, la situazione per
comune presenta qualche differenza, laddove nel comune di Cisternino l’incidenza è del 5% sul
totale delle famiglie, circa la metà rispetto alla situazione di Fasano ed Ostuni, dove le famiglie con
un solo genitore sul totale delle famiglie rappresentano il 12,1% a Fasano ed il 9,4% di Ostuni.
(Tav. 8)
Tav. 8 - Famiglie monoparentali (2012)
con figli
con minori
TOT.
Nuclei
familiari
% fam. con
% fam.
minori su fam. con figli su
con figli
tot. famiglie
Cisternino
261
92
4.862
35,2%
5,37%
Fasano
1.878
790
15.526
42,1%
12,10%
Ostuni
1.241
338
13.149
27,2%
9,44%
Totale
3.380
1.220
33.537
36,1%
10,08%
Dal punto di vista sociale merita una considerazione a parte la lettura del dato demografico
relativo alla presenza di minori nel nucleo monogenitoriale, per il maggior carico assistenziale che
esso comporta.
La distribuzione numerica tra i comuni dell’Ambito non è affatto omogenea ed è per certi
versi sorprendente per il comune di Cisternino nel quale i nuclei monogenitoriali con figli minori
superano il 35% del totale delle famiglie monogenitoriali con figli, mentre è meno sorprendente la
lettura nella stessa tav. 8 per quanto riguarda il comune di Fasano, dove una maggiore incidenza
delle famiglie “giovani” e con una popolazione meno “invecchiata” rispetto agli altri comuni,
spiega meglio la presenza di oltre il 42% di famiglie con minori rispetto alle famiglie con un solo
genitore con figli.
Purtroppo, come è stato riscontrato già da qualche anno dai servizi sociali nella pratica
quotidiana, il fenomeno dell’aumento del numero di genitori soli con figli minori sta assumendo
connotati preoccupanti per le sue dimensioni numeriche, calcolate in cifre assolute, le quali rendono
meglio l’idea rispetto alle più “fredde” percentuali: il numero cresce soprattutto nei comuni di
Ostuni e di Cisternino, mentre si consolida nel comune di Fasano, nel quale però lo stesso
incremento era stato registrato negli anni precedenti.
Tav. 9 - Famiglie monoparentali - Raffronto 2012 – 2013 (fonte: anagrafe dei comuni)
Variaz. 2013Variaz. 2013con minori
con minori
con figli 2012 con figli 2013
2012 fam. con 2012 fam. con
2012
2013
figli
minori
Cisternino
Fasano
Ostuni
Totale
261
1.878
1.241
3.380
358
1.953
1.582
3.893
92
790
338
1.220
129
811
511
1.451
37%
4%
27%
15%
40,2%
2,7%
51,2%
18,9%
La tav. 9 mette a confronto i dati del 2013 con quelli del 2012. Nel corso di un solo anno le
famiglie con un solo genitore con figli si incrementa a Cisternino del 37% e ad Ostuni del 27%,
passando rispettivamente da 261 a 358 e da 1.241 a 1.582. Nelle stesse famiglie, quelle che hanno
figli minori si incrementano in un anno di circa il 40% a Cisternino (passando da 92 a 129) e ad
Ostuni di oltre il 51%, in quanto aumentano da 338 a 511.
9
Sono dati che occorre tenere nella massima considerazione nella programmazione delle
risorse da destinare ad una delle fasce più deboli della popolazione, soprattutto quando si è in
presenza di minori con genitori che non hanno un lavoro o fonti di reddito stabili.
Basti pensare che in pochi anni nel nostro Ambito le famiglie monogenitoriali con figli minori
sono passate da circa un migliaio nel 2010 a 1.451 nel 2013, con un incremento di circa il 45%.
1.2 - La dotazione infrastrutturale di servizi sociali, socio educativi e
sociosanitari
La rete locale dei servizi e delle strutture residenziali e semiresidenziali, così come illustrata
nelle tabelle di seguito riportate, rappresenta una risorsa significativa per il territorio di Ambito,
rispetto ai molteplici e mutevoli bisogni delle famiglie. Si evidenzia come, rispetto ai dati riportati
di seguito, che fanno riferimento alla Relazione Sociale 2012, nel corso dell’ultimo triennio
l’assetto dei servizi alla persona è andato implementandosi attraverso gli interventi infrastrutturali
che hanno riguardato sia l’adeguamento dei servizi e delle strutture ai nuovi standard strutturali
organizzativi e funzionali fissati dal R.R. n.4/2007, che l’attivazione di nuove strutture.
Le istituzioni del territorio
UFFICI
GIUDIZI
ARI
ORGANI
PERIFERI
CI DI
GOVERN
O
UFFICI
DI ALTRI
ENTI
(TERRIT
ORIALI E
NON)
UFFICI
PERIFE
RICI
ENTI
NAZIO
NALI
FORZE DELL’ORDINE
tipologia
Uffici
Comando stazione dei carabinieri
Comando Compagnia dei carabinieri
Commissariato di Polizia
Polizia Stradale
Comando Guardia di Finanza
Sezione Operativa Guardia di Finanza
Corpo forestale dello Stato - Sezione
Capitaneria di Porto
Guardia costiera
Comando Polizia Municipale
INPS
INAIL
Agenzia delle Entrate
Ufficio Forestale Regione Puglia
Centro per l’Impiego
Sezione Vigili del Fuoco
Protezione Civile
Tribunale di Brindisi – Sezione distaccata
Giudice di Pace
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
si
no
no
no
no
no
no
no
no
si
no
no
no
si
si
no
si
si
si
no
si
si
si
no
no
no
si
no
si
no
si
no
si
no
no
si
si
si
si
no
no
si
si
no
si
no
no
si
si
si
si
no
si
si
no
si
si
10
I servizi sociali, sociosanitari e sanitari
SERVIZI
SANITARI
SERVIZI
SOCIOSANITARI
SERVIZI SOCIALI
tipologia
Uffici
art.83 Segretariato Sociale
art. 86 Servizio Sociale Professionale
art. 87 Servizio di assistenza domiciliare
- SAD
art. 87 Servizio di assistenza domiciliare
educativa - ADE
art. 92 Servizio per l’integraz. scolast e
sociale extrascolast. Disabili
art. 93 Centro di ascolto per le famiglie
art. 96 Servizio affido familiare
art. 108 Sportello per l’integrazione
socio sanitaria culturale degli immigrati
Porta Unica di Accesso -PUA
Unità di Valutazione Multidimensionale
- UVM
art. 88 Servizio di assistenza domiciliare
integrata - ADI
Consultorio Familiare
Centro Salute Mentale - CIM
Servizio per le Tossicodipendenze SERT
Distretto Sociosanitario
Pronto soccorso
Guardia Medica
118
Ufficio di Igiene
Ufficio Vaccinazioni
Soccorso in Mare
CISTERNINO
si
si
FASANO
si
si
OSTUNI
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
si
2
si
si
si
si
si
si
no
si
si
si
no
no
si
si
no
no
si
si
si
si
no
si
si
si
si
si
si
si
no
si
si
si
si
si
no
Servizi educativi
istituzioni
scolastiche
Scuola per
l’Infanzia
Scuola Primaria
tipologia
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
pubbliche
private e/o paritarie
1 circolo/3 plessi
no
3 circoli/16 plessi
2
pubbliche
1 circolo/3 plessi
3 circoli/8plessi
private e/o paritarie
no
5
1
3 circoli/plessi + 1
sez. distaccata
no
Scuola
Secondaria di I
Grado
1 plesso
4 plessi
2
Scuola
Secondaria di
Secondo Grado
1 Liceo Polivalente:
Linguistico, PsicoSocio-Pedagogico e
TecnologicoScientifico
N. 6: Classico,
Scientifico,
Linguistico, Serv.
Sociali,
Commerciale,
Alberghiero Prof.le
Maschile
N. 5: Classico
Scientifico
Commerciale
Industriale
Agrario
Dalle precedenti tabelle emerge come l’Ambito possa contare su un controllo capillare del
territorio grazie alla presenza delle forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia, GdF ecc.); inoltre la
presenza di uffici periferici di altri enti e organi, quali Inps, Inail, Centro per l’Impiego, si traduce in
prestazioni rese direttamente al cittadino in regime di prossimità.
11
Appare opportuno sottolineare che i servizi afferenti l’area del welfare d’accesso, attivati
sull’intero territorio di Ambito, rappresentano un elemento di qualificazione del sistema delle
politiche sociali locali rispetto alla possibilità, garantita in maniera omogenea su tutto il territorio, di
accogliere la domanda sociale e fornire risposte adeguate ai bisogni espressi, mediante l’attivazione
dei servizi alla persona e degli interventi sociali previsti con il Piano di Zona.
In particolare, l’articolazione territoriale del Servizio di Segretariato Sociale Professionale,
attivato in ogni Comune dell’Ambito, ha favorito l’accesso ai servizi ed ha permesso agli operatori
di monitorare e tenere aggiornato il quadro dei bisogni sociali del territorio, oltre che verificare
l’efficienza e l’efficacia dei servizi erogati con la possibilità di renderli sempre più rispondenti ai
bisogni dell’utenza.
Con riferimento al Servizio Sociale Professionale, la stretta connessione con il Servizio di
Segretariato Sociale ha permesso agli operatori di intervenire sulle singole situazioni con risposte
mirate, ottimizzando i tempi della presa in carico e dell’intervento, con progetti individualizzati
socio educativi e/o assistenziali.
Lo Sportello per l'Integrazione Socio Sanitaria e Culturale degli Immigrati costituisce
un’importante risorsa dedicata ad una particolare categoria di utenza, cresciuta negli ultimi tempi in
maniera esponenziale, capace di assicurare funzioni di prima informazione ed accoglienza dei
bisogni, orientamento della domanda e presa in carico, in stretta connessione con l’intero sistema di
accesso (Servizio di Segretariato Sociale Professionale, Servizio Sociale Professionale, PUA).
L’articolazione territoriale della PUA, presente tanto a livello locale in ciascun Comune
quanto a livello distrettuale presso il comune capofila, facilita l’accesso del cittadino, la presa in
carico del bisogno e l’integrazione sociosanitaria dei servizi.
Area famiglia e minori
STRUTTURE
art. 47 comunità familiare
art. 48 comunità educativa
art. 52 centro socio educativo diurno
art. 53 asilo nido
art. 53 sezione primavera
SERVIZI
art. 89 ludoteca
art. 90 centro ludico prima infanzia
art.104 centro aperto polivalente per minori
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
1
/
2
2
1
/
6
2
3
/
10
/
/
4
/
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
1
1
1
1
1
/
3
1
/
n.
11
6
4
9
1
n.
5
3
1
L’Area Famiglia e Minori contempla una molteplicità di servizi e strutture, che, unitamente ai
Servizi Sociali di cui sopra, vanno dalla prevenzione del disagio alla tutela del diritto dei bambini
di vivere in famiglia, dal sostegno della funzione genitoriale alla conciliazione dei tempi vita –
lavoro. In particolare, si registra una crescita della presenza di strutture e servizi, anche a titolarità
privata, regolarmente autorizzati al funzionamento ai sensi del R. R. 4/07, che si affiancano ai
servizi e alle strutture a valenza pubblica, e pertanto garantiscono un buon livello organizzativo e
competenze professionali degli operatori. Nello specifico, si intende ampliare l’offerta dei servizi
per l’infanzia a titolarità pubblica (prolungamento orario e aumento posti/bambino) e istituire l’asilo
nido comunale a Cisternino, utilizzando anche le risorse previste dal PAC infanzia. Occorre altresì
potenziare la rete dei servizi per famiglie e minori attraverso l’implementazione di servizi pubblici a
12
tempo pieno e di servizi socio educativi innovativi, sperimentali e flessibili, oltre che di strutture
aggregative e di socializzazione per minori, adolescenti e giovani.
Area diversabilità
STRUTTURE
art. 57 comunità socio-riabilitativa
art. 60 centro diurno socio-educativo e riabilitativo
art. 60ter centro diurno integrato per il supporto
cognitivo e comportament. soggetti affetti da demenza
SERVIZI
art.105 centro sociale polivalente per diversamente
abili
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
n.
/
/
1
1
/
2
1
3
/
/
1
1
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
n.
1
/
1
2
La dotazione di strutture e servizi a ciclo diurno e a ciclo residenziale per i diversamente abili
risponde ai bisogni assistenziali individuali e di supporto alle rispettive famiglie, e si integra con
l’offerta dei servizi sociali e sociosanitari SAD, ADI e integrazione scolastica ed extrascolastica.
In particolare, il Servizio di Assistenza Domiciliare – SAD e di Assistenza Domiciliare
Integrata – ADI rappresentano una significativa risposta al bisogno primario di tutela psico-fisica
della persona, di sollievo alle famiglie nella gestione del carico di cura e di facilitazione alla vita di
relazione; attraverso le risorse del PAC anziani si intende potenziare i servizi SAD-non
autosufficienti e ADI, con l’aumento sia del numero di utenti che delle ore di prestazione.
Area anziani
STRUTTURE
art. 65 casa di riposo
art. 66 RSSA
art. 67 RSA
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
n.
/
/
/
1
1
/
2
1
2
3
2
2
Le strutture presenti sul territorio, unitamente ai servizi pubblici di assistenza domiciliare e
assistenza domiciliare integrata (SAD e ADI), rivolti agli anziani, soprattutto a quelli non
autosufficienti, e alle rispettive famiglie, rispondono alla sempre più crescente domanda di
attivazione di servizi di sostegno alle cure e all’assistenza.
L’offerta dei servizi pubblici, da un lato soddisfa il bisogno primario di tutela dell’anziano
che, in determinate condizioni socio economiche e familiari, è fortemente esposto al rischio di
esclusione sociale e di allontanamento dal proprio contesto di vita abituale e, dall’altro, rappresenta
per i familiari un valido strumento per la salvaguardia dei tempi di conciliazione tra la cura e il
lavoro/occupazione.
L’Area Anziani richiede, comunque, di essere ulteriormente potenziata con servizi ed
interventi diretti a quegli anziani che, pur conservando un buon livello di autosufficienza,
necessitano di “spazi” e attività socio ricreative ed aggregative capaci di valorizzare la persona e
promuovere ogni forma di inclusione nel più ampio contesto socio familiare.
Area adulti con problematiche psicosociali e sociali
STRUTTURE
art. 70 casa famiglia o casa per la vita
art. 75 gruppo appart. per gestanti e madri con figli
CISTERNINO
/
/
FASANO
/
/
OSTUNI
2
1
n.
2
1
13
Questa area registra ancora una notevole criticità, soprattutto per quanto concerne
l’accoglienza di alcune fasce di popolazione (senza fissa dimora, ex tossicodipendenti, adulti in
difficoltà ecc.), che incrocia quella abitativa, che continua a crescere in modo esponenziale.
1.2.2 Punti di forza e di criticità nella dotazione attuale; maggiori fabbisogni.
Occorre sottolineare che il sistema infrastrutturale descritto è in fase di arricchimento e
innovazione, e questa tendenza sarà confermata nel corso del prossimo triennio soprattutto con
l’implementazione di nuove strutture e servizi; particolare attenzione sarà rivolta alle problematiche
connesse alla loro gestione, affinché possano diventare concretamente funzionanti e operativi.
1.3 - L’attuazione del sistema di obiettivi di servizio per il welfare territoriale tra il
2010 ed il 2013
L’elaborazione del piano di zona per il nuovo ciclo di programmazione non può che tener
conto di una analisi sullo stato di attuazione del Piano Sociale di Zona 2010-2013 rapportato agli
obiettivi di servizio raggiunti e alle performances registrate in riferimento ai target indicati nel
Piano regionale delle politiche sociali 2009-2011.
D’altro canto l’obiettivo prioritario di assicurare la continuità dei servizi, sia pure in un
contesto di innovazione ma nello stesso tempo di consolidamento del sistema locale dei servizi
sociali e sociosanitari integrati, deve necessariamente innestarsi su tutto ciò che è stato costruito e
sulla valutazione dei risultati raggiunti.
In questa sede si rinvia ancora una volta all’analisi molto più dettagliata e documentata
elaborata in sede di Relazione sociale per gli anni dal 2010 al 2012 e a quella già prossima
all’approvazione per l’anno 2013, nella quale sono riportati i risultati del monitoraggio dei servizi.
Tuttavia una sintesi dei principali risultati raggiunti è possibile attraverso l’analisi degli
indicatori contenuti negli obiettivi di servizio, i quali hanno costituito una delle novità più rilevanti
nella impostazione della programmazione sociale contenuta nel II° Piano regionale delle Politiche
sociali, con la quale si sono cimentati per la prima volta gli ambiti territoriali sociali con il secondo
piano di zona.
Di seguito si riportano le tavole riepilogative della sintesi di questa analisi, che costituisce il
punto di arrivo del secondo ciclo di programmazione e quello di partenza del terzo, rispetto alle
quali non si può prescindere dal rilevare quanto siano mutati gli scenari di contesto del momento
dell’avvio della programmazione di entrambi, vale a dire quanto fosse diversa la situazione socioeconomica del 2009 rispetto a quella del 2013 e quanto sia diversa la disponibilità complessiva di
risorse.
14
Ambito di
intervento
Art. di
rif. del
r. r.
4/2007
Destinatari finali
Art. 86
Popolazione
residente; Nuclei
familiari; Altre
istituzioni
pubbliche;
Erogatori dei
servizi
Consolidamento e
potenziamento
organizzazione del
Segretariato Sociale
Art. 83
Popolazione
residente
Nuclei familiari
Consolidamento e
potenziamento degli
Sportelli Sociali
Art. 84
Popolazione
residente
Nuclei familiari
Potenziamento e
consolidamento della
rete delle Porte Uniche
di Accesso
Art. 3
Popolazione
residente
Obiettivo operativo
Consolidamento e
potenziam.
organizzazione Servizio
Sociale Professionale di
Ambito
Servizio sociale
professionale e
welfare
d’accesso
Strutturazione,
funzionamento, sviluppo
e consolidamento delle
Unità di Valutazione
Multidimensionali
Consolidamento e
potenziamento dello
Sportello per
l’integrazione sociosanitaria-culturale
Ambito di
intervento
Valore
target 2012
proposta
Ambito )
Valore
target
raggiunto
al 2013
% valore
minimo /
valore
raggiunto
16
18
16
100%
4
3
4
100%
n. 1 sportello
ogni 20.000
abitanti
4
0
0
n. PUA/Ambito
1
1
1
100%
1
1
1
n. Assistenti sociali
in
servizio/numero
abitanti
n. sportelli di
segretariato sociale
(integrato nei PUA
nei Comuni)/num.
abitanti
n. sportelli sociali
attivi (anche con
convenzioni con
soggetti del III
settore e
patronati)/num.
abitanti
Art. 3
Persone non
autosufficienti
n. UVM/Ambito
n. 1 UVM per
Ambito con
personale dei
Comuni
dedicato al
funzionamento
UVM
Art.
108
Persone
straniere
immigrate
n. serviziosportello/ambito
1
100%
100%
Destinatari finali
Obiettivo di
servizio
(indicatore)
Valore
target al
2012
(valore
minimo)
Valore
target
2012
proposta
Ambito )
Valore
target
raggiunto
al 2013
% valore
minimo /
valore
raggiunto
Art. 87
Nuclei familiari
Minori a rischio di
disagio
n. nuclei presi in
carico con equipe
ADE/nuclei familiari
residenti
31
44
92
209%
Potenziamento e
qualificazione del
servizio SAD
Art. 87
Persone con
disabilità e loro
famiglie
Persone anziane
ridotta autonomia
n. persone
beneficiarie/n.
persone aventi
diritto
248
248
183
74%
prestazioni socio
sanitarie integrate con
presa in carico di
Equipe integrate per
ADI
Art. 88
Anziani non
autosufficienti
Disabili gravi
n. utenti presi in
carico con ADI
ovvero SAD +
prestoni sanitarie
577
580
141
24,3%
forme di sostegno
economico per i percorsi
domiciliari
Art.
102
Anziani non
autosuff- Disabili
gravi Stati vegeta
n. pers.
beneficiarie/n. pers
aventi diritto
83
100
Obiettivo operativo
Consolidamento e
potenziamento rete
servizi di educativa
domiciliare (ADE)
Servizi
domiciliari
Valore target
al 2012
(valore
minimo)
Obiettivo di
servizio
(indicatore)
Art. di
rif. del
r. r.
4/2007
15
Ambito di
intervento
Destinatari finali
Obiettivo di
servizio
(indicatore)
Valore
target al
2012
(valore
minimo)
Valore
target 2012
proposta
Ambito )
Valore
target
raggiun
to al
2013
% valore
minimo /
valore
raggiunto
Art. 104
Minori
n. strutture-utenti/n.
abitanti
4
4
1
25%
Art. 105
Persone con
disabilità e loro
famiglie
n. strutture-utenti/n.
abitanti
2
2
2
100%
Art. 106
Anziani, anche
non autosufficienti
lievi
n. strutture-utenti/n.
abitanti
4
4
1
25%
Potenziamento e
consolidamento rete centri
diurni socioeducativi
riabilitativi
Art. 60
Disabili minori e
adulti (fino a 64
anni) -Pazienti
psichiatrici stabi
(fino a 64 anni)
n. Centri/n. abitanti
2
2
2
100%
Consolidamento e
potenziamento servizi per
l’integraz.scolast.minori con
disabilità (equipe per
l’assist. specialistica
disabili)
Art. 92
Minori con
disabilità
n. operatori
addetti/utenti aventi
diritto
9
9
9
100%
1
1
100%
-
-
-
Obiettivo operativo
Potenziamento e
consolidamento rete Centri
aperti polivalenti per minori
Potenziamento e
consolidamento rete Centri
sociali polivalenti per
persone disabili
Riqualificazione e
potenziamento Centri
sociali polivalenti per
anziani
Servizi
comunitari a
ciclo diurno
Potenziamento rete servizi
prevenz. e contrasto
sfruttamento atratta e alla
violenza su donne, minori e
stranieri immigrati
Art. di
rif. del
r. r.
4/2007
Art. 107
Agenzie sociali di
intermediazione Abitativa
per allestimento unità di
offerta abitativa
Ambito di
intervento
Obiettivo operativo
Art. di
rif. del
r. r.
4/2007
Art. 53
Potenziamento e
qualificazione regionale
servizi prima infanzia
Servizi per la
Prima
Infanzia
Potenziamento delle forme
di sostegno economico alla
domanda di servizi per la
prima infanzia
Art. 53
Art. 102
Donne, minori e
stranieri
immigrati/e vittime
di abusi e
violenze
n. equipe/ambito
Persone straniere
immigrate
n. ASIA/provincia
Destinatari finali
Bambini 0-36
mesi -Donne e
giovani coppie
Bambini 0-36
mesi
Donne e giovani
coppie
Nuclei familiari
con figli 0-36 mesi
n. 1
equipe
multidiscip
linare
integrata
per ambito
territoriale
n. 1 per
ogni
provincia
Obiettivo di
servizio
(indicatore)
Valore
target al
2012 (valore
minimo)
Valore
target 2012
proposta
Ambito )
Valore
target
raggiun
to al
2013
% valore
minimo /
valore
raggiunto
%
Comuni/regione
3
3
3
100%
130
7 pubblici
-24
convenzionat
i
110
84,6%
n. posti nido/100
bambini 0-36
mesi
% famiglie/nuclei
familiari con
bambini 0-36
mesi
53,8%
16
Ambito di
intervento
Servizi e
strutture
residenziali
Valore
target 2012
proposta
Ambito )
Valore
target
raggiun
to al
2013
% valore
minimo /
valore
raggiunto
Artt. 55
e 57
Disabili senza il
supporto familiare
n. Dopo di
noi/ambito
n. 1 struttura
“Dopo di noi”
per ambito
territoriale
1
-
0
Artt.
60bis e
70
Disabili psichici e
pazienti
psichiatrici
stabilizzati
n.
Strutture/ambito
n. 1 struttura
per ambito
territoriale (n.
16 p.l.)
Pagamento
rette
1
1
100%
Artt. 80
e 107
Donne, minori e
stranieri
immigrati/e vittime
di abusi e
violenze
n.
servizio/provincia
n.
strutture/provincia
n. 2 centri
antiviolenza
per provincia
n. 1 casa
rifugio per
provincia
-
-
-
Promozione rete strutture
residenziali per persone
senza il supporto familiare
‘Dopo di noi’
Sviluppo della rete dei
servizi Case per la vita e/o
case famiglia con servizi per
l’autonomia
Obiettivo
operativo
Art. di rif. del
r. r. 4/2007
Destinatari
finali
Obiettivo di
servizio
(indicatore)
Valore target
al 2012 (valore
minimo)
Valore
target
2012
proposta
Ambito )
Valore
target
raggiunto
al 2013
% valore
minimo /
valore
raggiunto
Implementazione
e consolidamento
servizio di Affido
familiare
Art. 96
Linee guida
regionali DGR n.
494/2007
Minori
allontanati dai
nuclei familiari
Nuclei familiari
di origine e
affidatari
n. ufficio affidoadozioni/ambito
n. percorsi affido da
attivare ne triennio
1 ufficio
16 affidi
1 ufficio
17 affidi
25
147%
n. equipe/ambito
n. 1 equipe
multidisciplinare
integrata per
ambito
territoriale
1 équipe
1
100%
1
1
100%
1
1
100%
Implementazione
e consolidamento
Servizio Adozioni
Misure a
sostegno
delle
responsabilità
familiari
Valore
target al
2012 (valore
minimo)
Obiettivo operativo
Potenziamento rete strutture
prevenzione e contrasto allo
sfruttamento alla tratta e alla
violenza su donne, minori e
stranieri immigrati
Ambito di
intervento
Destinatari finali
Obiettivo di
servizio
(indicatore)
Art. di
rif. del
r. r.
4/2007
Costruzione e
consolidamento
Centri di Ascolto
Famiglie/Centri
Risorse Famiglie
Attivazione Uffici
Tempi e Spazi
della città e
Banche del
Tempo
Linee guida
regionali
DGR 17 aprile
2007, n. 494
Minori in stato
di adozione
Nuclei familiari
Art. 93
Nuclei familiari
Donne e
giovani coppie
n. centri
famiglie/ambito
n. centri risorse e
uffici
mediazione/provincia
Regolamento
regionale
11 novembre
2008 n. 21
Nuclei familiari
Donne e
giovani coppie
n. uffici Tempi e
Spazi della
città/ambiti
n. 1 centro
famiglie per
ambito e/o
interventi e
serv. di
sostegno alla
genitorialità per
ogni Comune
dell’ambito
n. 1 centro
risorse per
provincia
n. 1 Ufficio
Tempi e Spazi
della città per
ambito
territoriale
17
1.4 - L’attuazione economico-finanziaria e capacità di cofinanziamento dei comuni
Con la programmazione del secondo ciclo 2010-2013 la Regione Puglia aveva fissato nelle
linee guida rivolte agli Ambiti per la redazione dei Piani di Zona un indirizzo basato sui principi
della concentrazione delle risorse finanziarie, sul mantenimento della spesa storica da parte dei
comuni, nonché sull’incremento del cofinanziamento da parte dei comuni per i servizi a gestione
associata, il quale non poteva essere inferiore al venti per cento del totale delle risorse trasferite
dalla Regione stessa.
L’Ambito Territoriale Sociale 2 BR Fasano ha rispettato gli indirizzi regionali e, a
conclusione del ciclo di programmazione 2010 – 2013, ha conseguito una ottima performance in
termini di avanzamento della spesa ed utilizzo delle risorse, in quanto ha fatto registrare al 31
dicembre 2013 un totale di risorse impegnate pari a poco meno del 93% del totale programmato e di
un 70% della spesa liquidata sul totale degli impegni, come si evince dalla tavola seguente.
TOTALE
RISORSE
2010 - 2013
Programmate
€ 10.564.798,36
Impegnate
% Progr /
Impegnate
€ 9.779.285,27
92,6%
Residui di
stanziamento
€ 785.513,09
Liquidate
% liquid /
impegnate
€ 6.826.545,82
69,8%
La gran parte dei residui di stanziamento sono comunque dovuti a risorse che sono rimaste
inutilizzate perché attribuite nel periodo finale del ciclo di programmazione ed erano in attesa di
definizione sul piano esecutivo delle loro modalità di impiego, come nel caso degli “interventi
indifferibili” (pari ad € 285.000,00) e degli interventi di sostegno alla vita indipendente (€
76.467,00), ovvero per il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi di servizio, fra i quali sono da
annoverare le risorse destinate ai centri aperti per minori. Tuttavia è opportuno evidenziare come
un’altra parte notevole di residui di stanziamento sono il risultato di economie di spesa, tanto più
encomiabili, quanto più nel corrispondente intervento risulta raggiunto l’obiettivo prefissato.
In allegato può essere consultato il riepilogo puntuale e dettagliato del monitoraggio della
spesa relativa all’intero periodo.
Nel corso del quadriennio di programmazione è stata consolidata la gestione associata dei
servizi ed è stato rispettato pienamente l’atto di indirizzo riguardante il cofinanziamento in termini
di trasferimento delle risorse al fondo unico di Ambito da parte dei comuni, mentre per quanto
riguarda il mantenimento della spesa storica si registra una lievissima flessione rispetto a quella del
triennio 2006 – 2008.
Rilevazione spesa media nel triennio 2010 - 2012
COMUNI
POPOLAZIONE AL 31
DICEMBRE 2011
TOTALE 2010-2012
MEDIA 2010-2012
SPESA PROCAPITE 10-12
OSTUNI
31.780
€ 5.124.367,12
€ 1.708.122,37
€ 53,75
FASANO
39.448
€ 6.286.805,88
€ 2.095.601,96
€ 53,12
CISTERNINO
11.714
€ 1.180.188,32
€ 393.396,11
€ 33,58
TOTALE
AMBITO
82.942
€ 12.591.361,00
€ 4.197.120,44
€ 50,60
18
La media della spesa pro-capite a livello di Ambito nel periodo 2010-12 è stata rilevata pari
ad € 50,60 che, come risulta dalla tavola seguente, è di poco inferiore a quella registrata per il
triennio 2006-2008, che era pari ad € 52,26.
ATTESTAZIONE SPESA SOCIALE MEDIA DI AMBITO PRO-CAPITE DEL TRIENNIO 2006 - 2008
AMBITO DI FASANO - OSTUNI
POPOLAZIONE
AL 31 DICEMBRE TOTALE 2006-2008
2007
MEDIA 2006-2008
SPESA PROCAPITE 06-08
CISTERNINO
11.951
€ 1.212.783,48
€ 404.261,16
€ 33,82
FASANO
OSTUNI
TOTALE AMBITO
38.371 € 5.216.208,41
32.514 € 6.559.871,00
82.836 € 12.988.862,89
€ 1.738.736,14
€ 2.186.623,67
€ 4.329.620,96
€ 45,31
€ 67,25
€ 52,26
La diminuzione è essenzialmente dovuta al calo della spesa sociale del comune di Ostuni, che
passa da una media di circa 67 euro per abitante nel primo triennio del piano di zona al livello di
poco meno di 54 euro del secondo triennio, al contrario del comune di Fasano che ha fatto registrare
una buona performance facendo elevare la spesa media da poco più di 45 euro a 53 euro.
In termini di trasferimento finanziario da parte dei comuni al fondo unico di Ambito, nel
corso del triennio 2010 - 2012 è risultata la seguente situazione:
Comuni
Popolazione
residente
%
totale cofinanziamento
2010 - 2012
€ 838.238,19
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
Totale
11.944
38.270
32.591
82.805
14,4
46,2
39,3
100
cofinanziam. 1 anno
€
279.412,73
€
120.909,57
€
40.303,19
€
387.408,68
€
129.136,23
€
329.919,94
€
109.973,31
€
838.238,19
€
279.412,73
Alle somme indicate nella tabella, corrispondenti al cofinanziamento della totalità della
programmazione, occorre aggiungere i cofinanziamenti di progetti specifici che ogni comune ha
ritenuto di assicurare per ottenere in cambio prestazioni corrispondenti, quali soprattutto i servizi
domiciliari (SAD ed ADE).
19
20
Capitolo II
LE PRIORITA’ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO
2.1 - La strategia dell’ambito territoriale per il consolidamento del sistema di
welfare locale
Gli assi portanti della programmazione sociale regionale 2013-2015 costituiscono un punto di
riferimento ineludibile per il Piano sociale di Zona 2014-2016, rappresentato dalle seguenti priorità
strategiche di intervento:
sostenere la rete dei servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi
sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori
contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva
promuovere la cultura dell’accoglienza
promuovere l’integrazione sociosanitaria e la presa incarico delle non autosufficienze
prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza
attuare interventi di prevenzione delle dipendenze patologiche
2.1.1 - I servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi
L’obiettivo di consolidare e di estendere la rete di strutture e servizi per la prima infanzia,
pubblica e privata, attiva sul territorio di ambito, era già presente nella precedente programmazione
e costituiva un obiettivo di servizio, rispetto al quale l’Ambito, attraverso il comune di Cisternino,
ha portato a termine il piano degli investimenti che ha consentito di realizzare anche in quel
comune la presenza di un asilo nido pubblico, come è già presente negli altri due comuni.
È per questo che il Piano di zona 2014 – 2016 prevede a partire dall’anno scolastico 2014/15,
il raggiungimento del riequilibrio territoriale con l’attivazione dell’asilo nido comunale di
Cisternino, attraverso l’integrazione delle fonti di finanziamento fra quelle assegnate all’Ambito per
il PAC – 1° stralcio e quelle comunali.
Il Programma per i Servizi di Cura del Piano di Azione e Coesione (PAC) INFANZIA, che è
caratterizzato dal metodo della integrazione delle fonti di finanziamento, insieme alle risorse dei
Buoni servizio di conciliazione per l’infanzia, sono comunque gli strumenti utilizzati
prioritariamente da tutti i comuni dell’Ambito per conseguire l’obiettivo di servizio
dell’ampliamento dell’offerta dei servizi per l’infanzia.
Inoltre, in continuità con quanto già avviato nel triennio 2010-2013 con gli Studi di fattibilità
per i Piani dei Tempi e degli Spazi, anche al fine di promuovere una cultura diffusa sul tema della
conciliazione vita-lavoro e della condivisione del lavoro di cura tra i generi, sarà da completare
l’attuazione della azione sperimentale già avviata e nello stesso tempo occorrerà incentivare la
sperimentazione di progetti integrati tesi a favorire l’organizzazione dei servizi pubblici e privati, i
servizi di mobilità, le opportunità di fruizione degli spazi e dei luoghi culturali, sportivi, ludici, etc.,
in modo da sostenere indirettamente l’accesso all’occupazione e ad accrescere la partecipazione
sostenibile e l’avanzamento delle donne nell’occupazione.
21
Pertanto il Piano sociale di zona intende perseguire i seguenti obiettivi, tenuto conto delle
finalità e degli obiettivi degli interventi che sono a diretta titolarità regionale:
A. Consolidare e ampliare il sistema dell’offerta e della domanda della rete servizi socioeducativi per l’infanzia
Azioni da realizzare
o Avvio della gestione dell’asilo nido comunale di Cisternino, ampliamento della offerta di
servizio, attraverso l’incremento dell’orario di apertura e dei periodi di apertura, degli asili nido
comunali di Fasano ed Ostuni, attraverso una gara di appalto unica di Ambito, per l’affidamento
in concessione;
o Estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture e servizi
iscritte al Catalogo telematico dell’offerta per i “Buoni servizio di conciliazione per l’accesso
ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza”, al fine di incrementare la frequenza degli asili nido;
o Attuazione delle procedure amministrative per l’erogazione dei “Buoni servizio di conciliazione
per l’accesso ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza” per favorire l’accesso a tariffe agevolate
alla rete di strutture e servizi così come previsti dall’Avviso Pubblico regionale (AD.
n.1425/2012).
B.
Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro
Azioni da realizzare
o Completare la realizzazione dell’azione sperimentale finanziata dalla Regione Puglia
nell’ambito dello studio di fattibilità del Piano dei tempi e degli spazi.
o Consolidare l’Ufficio tempi e spazi, in termini di risorse umane assegnate.
Consolidare e ampliare il sistema
di offerta e domanda della rete dei
servizi socio-educativi per
l’infanzia
Obiettiv
i
tematici
A.
1
Sostenere la rete dei servizi per la
prima infanzia e la conciliazione dei
tempi
Finalità
generale
Risultati attesi
Indicatore di
risultato
valori target al 2016
OB. di SERVIZIO
%
Comuni/regione
Consolidamento /
ampliamento della
rete dei servizi
socio-educativi per
l’infanzia
n. posti nido/100
bambini 0-36
mesi
n. buoni servizio
di conciliazione
/Ambito attivati
n. Piani di
Intervento
PAC/Ambito
35% dei Comuni
pugliesi dotati di servizi
nido
6 posti nido (pubblici o
convenzionati) ogni 100
bambini 0-36 mesi
Valori
programmati da
AMBITO 2014
1 ASILO NIDO
PER OGNI
COMUNE
185 POSTI IN
ASILO NIDO
FINANZI
AMENT
O 2014
FESR
20072013
PAC
BUONI
DI
CONCILI
AZIONE
n. 1 Piano di
Intervento/Ambito
1 PAC DI
AMBITO
22
Promuovere la realizzazione di
progetti integrati per favorire la
conciliazione vita-lavoro
n. Azioni
sperimentali/Amb
ito
n. Uffici Tempi e
Spazi della
città/Ambito
n. 1 Studio di
fattibilità/Ambito
n. 1 Ufficio Tempi e
Spazi della città/Ambito
N. 1 STUDIO DI
FATTIBILITÀ/A
MBITO
RISORSE
REGION
ALI
N. 1 UFFICIO
TEMPI E SPAZI
DELLA
CITTÀ/AMBITO
RISORSE
UMANE
DEI
COMUNI
B.
Incremento delle
azioni e dei
progetti integrati
per la
conciliazione vitalavoro
2.1.2 - Il sostegno alla genitorialità e la tutela dei diritti dei minori
Sin dal primo ciclo di programmazione in questo Ambito Territoriale sono state poste le basi
per costruire intorno alla famiglia un insieme di interventi volti sia a sostenerla nel ruolo della cura,
della formazione, dello sviluppo, della promozione del benessere delle persone nonché nel
supportarla nelle situazioni di crisi che potrebbero comprometterne la funzione di accudimento e
quella educativa.
Con il nuovo ciclo di programmazione l’Ambito intende consolidare le azioni e gli interventi
già avviati per i servizi a supporto delle responsabilità genitoriali, della relazione genitori-figli e
della tutela dei diritti dei minori, accanto alle misure tese a favorire la conciliazione dei tempi vita
lavoro e la condivisione di responsabilità tra uomini e donne.
L’analisi socio-demografica ha peraltro evidenziato talune criticità, fra le quali la più corposa
per gli sviluppi che ha avuto nel corso degli ultimi anni, è quella dell’incremento delle famiglie
monogenitoriali e, soprattutto, di quelle monogenitoriali con figli minori. Sono criticità che hanno
bisogno di interventi specifici e mirati, nella direzione del supporto alla genitorialità e della tutela
dei diritti dei minori.
D’altro canto non si può trascurare dal considerare che i rapidissimi cambiamenti economici,
sociali e culturali che hanno prodotto profonde modificazioni anche negli stili di vita, con pesanti
ricadute sui sistemi valoriali, incidendo progressivamente sull'organizzazione familiare, nei rapporti
della coppia genitoriale e all'interno del sistema familiare allargato, richiederebbero politiche di
intervento e di sostegno da parte dell’Ente pubblico più generali, oltre che più massicce rispetto a
quelle effettivamente erogabili in relazione alle risorse possedute e/o programmabili.
Di qui la necessità di contemperare l’esigenza di intervenire con priorità sulle situazioni che
appaiono più critiche, con l’esigenza di non trascurare azioni di prevenzione del disagio e della
esclusione sociale, intervenendo sulla famiglia intesa come elemento centrale della comunità e
soggetto attivo dei vari processi di cambiamento.
I profondi mutamenti che in maniera sempre più veloce si riversano sulla famiglia
introducono anche forti cambiamenti sull'universo dei minori: l'inadempienza o la dispersione
scolastica, l'aumento degli adolescenti che si avvicinano all'uso di alcolici e/o di sostanze
stupefacenti, il numero dei minori che entrano nel circuito penale, sono gli indicatori di una
crescente fragilità dell’età adolescenziale che, non sempre, trova una giusta protezione all'interno
del nucleo familiare.
La concertazione nei tavoli tematici ha messo in evidenza quanto sia necessario prestare
attenzione alle situazioni di disagio scolastico che, in molti casi, sono rivelatori di problematiche
23
più complesse che non casualmente possono sfociare in comportamenti antisociali e/o di vero e
proprio bullismo.
Il numero di minori allontanati dalle famiglie e presenti nelle strutture residenziali, pur non
essendo eccezionalmente rilevante, resta in ogni caso significativo quanto meno rispetto al
principio del diritto del minore ad avere una famiglia e, per questo, deve essere necessariamente
considerato come un elemento di criticità.
Tenuto conto di quanto sopra, alla famiglia va riconosciuto e/o restituito il ruolo di attore
delle politiche sociali in quanto vero soggetto di cambiamento, capace di contribuire, a pieno titolo,
tanto alla definizione dei bisogni quanto all'individuazione di percorsi risolutivi. Il tutto in una
logica di un nuovo sistema di welfare basato sulla sussidiarietà e sulla partecipazione attiva di tutti
gli attori del territorio, fra i quali la famiglia è da considerare un nodo essenziale della rete che
partecipa attivamente al processo di programmazione sociale.
Pertanto, in linea con gli obiettivi regionali, ci si propone il raggiungimento dei seguenti
risultati:
A. Consolidare il Centro di Ascolto per le Famiglie e i servizi di sostegno alla genitorialità
dell’Ambito territoriale
in stretta connessione con gli altri servizi territoriali, ed in particolare con quelli specifici della
rete consultoriale, presente in ogni comune dell’Ambito.
Azioni da realizzare:
o Completamento della esternalizzazione del servizio, processo già avviato nel 2013;
o Revisione della strutturazione del servizio, con ridefinizione del modello organizzativo ed
operativo, che garantisca livelli ottimali di interrelazione con tutti gli altri servizi del territorio e
livelli di erogazione delle prestazioni non inferiori a quelle precedenti;
o estensione e riqualificazione dello spazio neutro di incontro e della mediazione familiare.
B. Consolidare gli interventi di educativa domiciliare
in quanto si è rivelata nel corso degli anni fra le forme di intervento più efficaci a favore sia
dei bisogni di crescita dei minori, sia per le opportunità che offre di intervenire sull’intero sistema
familiare.
Azioni da realizzare:
o consolidare il servizio di Assistenza Domiciliare Educativa (ADE) di Ambito territoriale;
o migliorare l’organizzazione del servizio, soprattutto nel raccordo ed integrazione con le scuole e
con gli altri servizi sia dell’Ambito che della rete socio-assistenziale;
o ottimizzare l’impiego delle risorse professionali anche trasversalmente ai diversi servizi e
interventi.
C. Qualificare i percorsi di affido familiare e sviluppare i percorsi di adozione nazionale ed
internazionale
con il recepimento integrale degli indirizzi nazionali e regionali in materia, e la promozione
di una cultura diffusa dell’accoglienza.
Azioni da realizzare:
24
o sottoscrizione del Protocollo operativo Ambito/ ASL Distretto per la definizione della
composizione, ruolo, funzioni e prassi procedurali dell’équipe multidisciplinare per l’affido e
per l’adozione;
o implementazione operativa dell’équipe multidisciplinare per l’affido e l’adozione e per la presa
in carico integrata dei minori, delle famiglie affidatarie, della famiglie di origine, delle famiglie
adottive;
o creazione dell’anagrafe di Ambito delle famiglie affidatarie;
o incremento dell’utilizzo delle differenti modalità e tipologie di affido (etero-familiare, parttime, affidamento a reti di famiglie, ecc.) rispetto a quella intrafamiliare, talvolta prevalente;
o sperimentazione di buone prassi per il rientro del minore nella famiglia di appartenenza o per
la sua autonomia;
o individuazione di strumenti di monitoraggio e di valutazione dell’intero percorso di affido;
o formazione per i genitori affidatari e aspiranti ;
o maggiore integrazione tra i soggetti istituzionali e non istituzionali che svolgono un ruolo
importante in materia di adozione e di affido.
D. Consolidare e qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi comunitari a ciclo diurno
per minori
in quanto strumenti utili per i bisogni di socializzazione e di crescita dei minori, quanto anche
per sostenere il lavoro di cura delle famiglie, prevenire il rischio di marginalità e di devianza,
contrastare i fenomeni di dispersione scolastica e di bullismo.
Azioni da realizzare:
o ampliamento della rete di strutture ex artt. 52 (Centro socio educativo) e104 (Centro aperto
Polivalente);
o incremento e consolidamento delle convenzioni con la rete, anche con la finalità di un maggior
utilizzo della procedura dei Buoni servizio di conciliazione;
o redazione di progetti individualizzati unici / unitari, raccordati fra tutti i servizi e le istituzioni
che operano con e sullo stesso minore/famiglia, al fine di migliorare la integrazione tra i servizi
e ottimizzare l’impiego delle risorse professionali;
o sperimentazione di percorsi innovativi per la prevenzione e il contrasto del bullismo nelle scuole
e tra adolescenti;
E. Qualificare la presa in carico dei minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria
allontanati dalle famiglie e dei minori stranieri non accompagnati
attraverso il consolidamento della funzione e del ruolo della Equipe Multidisciplinare
Integrata, la crescente integrazione operativa tra i servizi sociali e i servizi sanitari del Distretto, il
raccordo operativo con la Magistratura minorile e le comunità residenziali ospitanti.
Azioni da realizzare:
o consolidare la pratica e l’esperienza dell’Equipe Multidisciplinare Integrata, anche sulla base di
una valutazione critica del passato;
25
o omogeneizzare sul territorio le prassi operative dei servizi e della stessa Equipe
Multidisciplinare Integrata, a partire da una revisione critica del protocollo;
o pervenire ad una regia di Ambito della governance dell’intero processo di presa in carico del
minore a rischio di allontanamento dalla famiglia;
o gestione associata degli inserimenti nelle strutture residenziali e del relativo monitoraggio.
Obiett
ivi
temati
ci
Qualificare l’offerta delle
strutture e dei servizi per
minori
4
Sostenere la genitorialità
Qualificare i
percorsi di
Potenziare e qualificare i
adozione naz. e
percorsi di affido familiare
internaz.
Potenziare
l’assistenza
domiciliare
educativa
Implementare i
servizi di
sostegno alla
genitorialità
F
i
n
a
li
t
à
Risultati attesi
Potenziamento/consolida
mento Centro Ascolto
Famiglie
Sviluppo e qualificazione
delle reti tra servizi
Consolidamento/potenzia
mento rete servizi di
educativa domiciliare
Incremento dei percorsi
di affido familiare e
riduzione minori in
strutture residenziali
Recepimento degli
indirizzi nazionali e
regionali
Qualificazione presa in
carico e sviluppo delle
reti di sostegno
Consolidamento equipe
integrate ADOZIONE
Recepimento indirizzi
nazionali e regionali
Qualificazione presa in
carico
Consolidamento della
rete centri diurni e
polivalenti per minori ex
artt. 52-104
Indicatore di
risultato
n. servizio/Ambito
n. protocolli di rete
n. nuclei presi in
carico con equipe
ADE/nuclei familiari
residenti
n. progetti
individualizz
n. percorsi affido da
attivare nel triennio
n. protocolli operativi
n. equipe/ambito
n. equipe/ambito
n. protocolli operativi
n. posti utenti/n.
abitanti
stato di attuazione
“Buoni servizio
infanzia”
valori target al 2016
OB. di SERVIZIO
Valori
AMBITO 2014
n. 1 centro
famiglie per
ambito e/o interv.
e servizi sostegno
a genitorialità per
Comune
dell’ambito
1 CENTRO
ASCOLTO
FAMIGLIE
DI AMBITO
1 nucleo ogni
1000 nuclei
familiari
90 NUCLEI /
140 MINORI
n. affido super. a
n. minori in
strutture
N. 25
AFFIDAMEN
TI
n. 1 Regolamento
Affido/Ambito
1 REGOLAM.
n. 1 Anagrafe
famiglie/ambito
n. 1
equipe/ambito
1
ANAGRAFE
N. 1 EQUIPE
n. 1 protocolli
operativi
1
PROTOCOLL
O
OPERATIVO
Procedure
rendicontative
100% del
contributo
FONDO
UNICO
RISORS
E
COMUN
ALI /
FONDO
UNICO
RISORS
E
COMUN
ALI /
FONDO
UNICO
DI
AMBITO
1 EQUIPE
n. 1
equipe/ambito
n. 30 (art.52)
oppure 50
(art.104) posti utenti ogni 20.000
ab.
FINANZI
AMENTO
2014
FONDO
UNICO
DI
AMBITO
n. 110 p. (art.
52); 10 p. art.
104)
Avanzamento
spesa 100%
26
2.1.3 - La cultura dell’accoglienza e il contrasto delle marginalità sociali
Coerentemente con quanto previsto nei precedenti Piani Regionali delle Politiche Sociali in
Puglia, l’Ambito Territoriale 2 BR ha dato particolare rilevanza, sin dal primo ciclo di
programmazione, all’obiettivo della realizzazione di un sistema di accesso ai servizi ed alle
prestazioni universalistico ed efficace con un cospicuo investimento in direzione delle risorse
professionali.
Per la triennalità corrente l’Ambito intende mantenere e qualificare i servizi del welfare di
accesso.
A. Strutturare e potenziare un sistema di accesso a livello di Ambito territoriale capace di
garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda e presa
in carico;
Azioni da realizzare
o Consolidare il sistema di accesso garantendo una adeguata presenza della figura dell’Assistente
sociale, distribuita anche in maniera più equilibrata territorialmente;
o Consolidare e rafforzare la “logica di Ambito” del Servizio Sociale Professionale di Ambito;
o Rendere frequenti e stabili gli incontri di “coordinamento” del Servizio Sociale Professionale di
Ambito;
o Mantenere l’attuale sistema basato su 1 segretariato sociale/PUA per comune;
o Consolidare i punti di accesso al sistema, con il possibile ampliamento attraverso sportelli che
rispondano ad un criterio di maggiore prossimità al cittadino (anche in collaborazione con altri
soggetti);
o Estendere al massimo l’utilizzo di strumenti tecnologici (vedi cartella sociale informatizzata)
che favorisca la circolarità delle informazioni nell’ambito del servizio e fra i servizi, migliori la
gestione di tutte le funzioni di accesso e la presa in carico degli utenti, consenta in maniera
adeguata il monitoraggio di tutte le prese in carico.
B. Promuovere la creazione ed il consolidamento di servizi per l’accesso dedicati a specifiche
categorie di utenza anche con riferimento al tema dell’accesso integrato alle prestazioni
sociosanitarie.
Azioni da realizzare
o Costruzione di un piano di comunicazione per la massima diffusione delle informazioni di base
per l’accesso alla rete dei servizi sociali e socio-sanitari (migliorare la carta dei servizi);
o Dotazione di un sistema informativo unico su base d’Ambito per la raccolta, trasmissione,
elaborazione dati e gestione condivisa delle cartelle sociali e socio-sanitarie degli utenti
(cartella sociale informatizzata);
o Consolidamento e riorganizzazione dello sportello per l’integrazione socio sanitaria degli
immigrati.
27
Potenziare un sistema di accesso capace di garantire le funzioni di
prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda e
presa in carico (anche per le situazioni di urgenza).
Obiet
tivi
temat
ici
Risultati attesi
Consolidare e potenziare
il sistema di accesso
garantendo presenza
dell’Assistente sociale
Prevedere la creazione di
punti di accesso al
sistema
Implementare le forme di
collaborazione e
coordinamento del
sistema di accesso
Consolidare i
servizi per
l’accesso di
specifiche categorie
di utenza
3
Promuovere la cultura dell’accoglienza
Final
ità
gene
rale
Consolidare e potenziare
gli Sportelli per
l’integrazione sociosanitaria-culturale degli
immigrati.
Indicatore di risultato
N. Assistenti sociali su
cittadini (su base di
Ambito territoriale)
Diffusione e prossimità
punti di accesso e
adeguata copertura
territoriale
Strumenti di
coordinamento a livello
di Ambito territoriale
Diffusione e prossimità
punti di accesso
valori
target al
2016
OB. di
SERVIZIO
n. 1
Assistente
sociale ogni
5.000
abitanti
n. 1 punto di
accesso per
ciascuno
Comune
Presenza di
un
coordinatore
di Ambito
Incontri di
coordiname
nto
frequenti
n. 1
sportello per
Ambito
territoriale
Valori
programm
ati da
AMBITO
2014
FINANZIA
MENTO
2014
15 ASSIST.
SOCIALI
(n. 6
comunali e
9 di
Ambito)
RISORSE
COMUNALI
/ FONDO
UNICO
N. 3 PUA
RISORSE
COMUNALI
/ FONDO
UNICO
1
COORDIN
ATORE
SSP
INCONTRI
MENSILI
1
SPORTELL
O DI
AMBITO
FONDO
UNICO DI
AMBITO
2.1.4 - I servizi e gli interventi per le povertà estreme e per il contrasto alle nuove
povertà
La povertà è il risultato di un processo di progressiva esclusione che dovrebbe essere
fronteggiata con strategie coordinate e mirate di interventi. Gli interventi a carattere meramente
assistenziale e di tipo riparativo, che hanno rappresentato per lungo tempo il “cuore” degli
interventi pubblici, non sono capaci di produrre risultati stabili, che possano aiutare le persone ad
uscire dal bisogno cronico ed a valorizzare le loro capacità e risorse. Questo è un principio che
assume ancor più valore quanto più la crisi socio-economica degli ultimi anni sta facendo ingrossare
paurosamente le fila dei poveri e, soprattutto, dei “nuovi” poveri.
La povertà si affronta con maggiore efficacia sviluppando strategie ed interventi integrati, che
sappiano individuare tutte le risorse di cui i soggetti svantaggiati dispongono per valorizzarli,
responsabilizzarli, accompagnarli con interventi appropriati non solo di aiuto economico-monetario,
ma anche e soprattutto di orientamento, sostegno, formazione, inserimento sociale e professionale.
28
Resta comunque il fatto che, al di là dell’ancor più faticoso compito –rispetto al passato- dei
servizi sociali nell’accompagnare in maniera individualizzata il soggetto svantaggiato in percorsi di
emancipazione, la disponibilità in misura sufficiente di risorse strumentali, insieme a quelle
economiche, diventa questione centrale nell’ambito di una programmazione sociale.
L’Ambito 2 BR, ben consapevole della complessità della problematica connessa alla
dotazione delle risorse da impiegare o investire per questo specifico obiettivo di servizio, si sta
impegnando sin dalla precedente programmazione ad orientare la propria azione e la strategia degli
interventi in maniera coerente con la programmazione regionale, seguendo gli obiettivi tematici:
A. Strutturare reti integrate di servizi e strutture per l’accoglienza nelle situazioni connesse alle
emergenze sociali (pronto intervento sociale, servizi per le povertà estreme)
Azioni da realizzare
o Consolidare il servizio di pronto intervento sociale, già istituito e regolamentato;
o
Approvare un regolamento del pronto intervento sociale, con il quale definire le modalità di
intervento di sostegno e di pronta accoglienza in situazioni di emergenza;
o
Consolidare la convenzione, con valenza di Ambito, con una struttura di accoglienza per gli
adulti, anche stranieri, in situazione di difficoltà (art. 76):
o
Individuare nei comuni di Cisternino e Fasano strutture da convenzionare per l’accoglienza
nelle situazioni di emergenza;
o
Individuare le risorse che consentano dal 2015 di poter utilizzare mini-alloggi di proprietà
pubblica nel comune di Cisternino, da destinare alle situazioni di emergenza;
o
Attivare da 2015 un centro di pronta accoglienza adulti nel comune di Fasano, già finanziato
con il Piano degli Investimenti di Ambito integrativo (2011).
B. Costruire percorsi personalizzati di integrazione sociale e reinserimento socio-lavorativo
di soggetti svantaggiati
Coerentemente con quanto previsto dal Piano regionale (par. 2.3.2 Contrastare le povertà con
percorsi di inclusione attiva), l’Ambito intende privilegiare il ricorso ai fondi dedicati all’inclusione
sociale sia statali che della UE, attesi già per l’anno 2014.
L’Ambito ha già sperimentato nel precedente ciclo di programmazione il ricorso all’utilizzo
delle borse lavoro sociali, con la destinazione di risorse anche cospicue, attraverso interventi che
sono stati realizzati anche sulla base di un protocollo d’intesa con la Provincia di Brindisi – Settore
Politiche attive del lavoro e con il Centro Territoriale per l’Impiego.
L’Ambito è anche diventato “soggetto attuatore” per i percorsi di tirocinii formativi, per cui il
bagaglio dell’esperienza precedente sarà utile per attivare con immediatezza i percorsi di inclusione
socio-lavorativa, con progetti personalizzati di intervento, appena saranno attribuite le risorse che
recenti iniziative governative centrali hanno preannunciato.
Azioni da realizzare
o Conclusione degli interventi di inclusione socio-lavorativa avviati con il precedente ciclo di
programmazione;
o Promozione di interventi integrati in rete con servizi per l’impiego, la formazione professionale,
stakeholders territoriali.
29
Costruire percorsi personalizzati
di integrazione e reinserimento
socio-lavorativo di soggetti
svantaggiati
A. Potenziare servizi e strutture integrate per
l’accoglienza nelle situazioni connesse alle
emergenze sociali e abitative
Obiettivi
tematici
B.
2
Contrastare la povertà con percorsi di inclusione attiva
Finali
tà
gener
ale
Risultati attesi
sostegno ai soggetti in
condizioni di
vulnerabilità (Servizi di
pronto intervento
sociale)
potenziamento strutture
accoglienza in
situazioni di emergenza
Indicatore di
risultato
N. PIS
operativi
per Ambito T.
N. posti
(diretti o
convenzionati)
in Centri di
prima
accoglienza
consolidamento
accoglienza di breve e
media durata per
persone a rischio di
esclusione sociale
N. inserimenti
in strutture
residenziali per
persone adulte
e straniere
Incremento degli
interventi di inclusione
attiva rivolti alle fasce
maggiormente
vulnerabili e a rischio di
discriminazione;
N. percorsi di
integrazione/
reinserimento
nel mondo del
lavoro per
persone
svantaggiate
n. percorsi
integrati di
forme di
sostegno ed
accompagname
nto
personalizzate
interventi integrati in
rete con servizi per
l’impiego
valori target al 2016
OB. di SERVIZIO
n. 1 PIS di Ambito
territoriale (h. 24);
n. 1 regolamento
operativo del PIS
Valori
programmati
da AMBITO
2014
1 PIS DI
AMBITO
1
REGOLAME
NTO DEL PIS
5 POSTI
FINANZIA
MENTO
2014
RISORSE
COMUNALI
/ FONDO
UNICO
RISORSE
COMUNALI
/ FONDO
UNICO
n. 1 posto
ogni 5.000 ab.
5 POSTI
RISORSE
COMUNALI
/ FONDO
UNICO
N. 1
percorso/progetto di
inclusione
ogni 5.000 abitanti
8 PERCORSI
FSE
N. 1
percorso/progetto di
inclusione
ogni 5.000 abitanti
8 PERCORSI
FSE
2.1.5 - La rete dei servizi per la presa in carico integrata delle non autosufficienze
L’analisi socio-demografica ha rilevato quanta sia notevole sul nostro territorio l’incidenza
della fascia d’età ultrasessantacinquenne sul totale della popolazione, nonché di quanta sia anche
forte ed in crescita il numero degli anziani che vivono da soli.
In tale contesto la presa in carico della non autosufficienza assume proporzioni sempre più
gravose, sia sul piano numerico che sul piano della intensità assistenziale, cui corrisponde
proporzionalmente un crescente fabbisogno finanziario.
La scelta strategica resta quella della domiciliarità degli interventi, la cui attivazione trova
tuttavia in casi sempre più numerosi difficoltà oggettive connesse, tra l’altro, persino
all’andamento demografico caratterizzato da una lenta ma costante diminuzione del numero dei
figli in ambito famigliare.
30
L’Ambito Territoriale 2 BR ha investito molto in questi anni (dal 2011) sui servizi
domiciliari per la non autosufficienza, ed il ricorso alle risorse del PAC Anziani/disabili
rappresenterà una ulteriore molla per incrementare la presa in carico, soprattutto dal punto di
vista della estensione temporale delle prestazioni settimanali della figura professionale dell’OSS.
Il piano sociale di zona intende:
A. Promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai “livelli essenziali di
prestazioni”
Azioni da realizzare
o Consolidare la funzionalità della PUA e della UVM, anche attraverso una maggiore intesa con il
Distretto Socio-sanitario e il rispetto del protocollo operativo di entrambe, il quale può essere
oggetto di revisione alla luce dell’esperienza delle annualità precedenti;
o Migliorare il sistema di accoglienza della domanda, che sia in grado di offrire informazioni più
esaustive riguardanti la filiera dei servizi sanitari e socio sanitari territoriali;
o Completare la mappatura dei servizi socio-sanitari (residenziali, semi residenziali e domiciliari)
presenti sul territorio;
o Promuovere la presenza della PUA attraverso strumenti di pubblicizzazione cartaceo e
informatizzato (così come previsto in PAC Anziani);
o Migliorare la comunicazione e la collaborazione tra Ambito e Asl attraverso formazione,
incontri periodici e metodologia condivisa.
o Migliorare l’organizzazione e la distribuzione delle competenze specifiche tra area sociale e
area sanitaria attraverso la ridefinizione dei ruoli delle risorse umane inserite in PUA, per una
maggiore efficienza ed efficacia delle attività svolte dagli operatori;
o Utilizzare a pieno regime tutta la modulistica prevista dalle Linee guida regionali.
o Predisporre un protocollo operativo per disciplinare le Dimissioni Ospedaliere Protette che
possano concretamente assicurare una presa in carico efficace del paziente sul territorio e nel
proprio contesto di vita.
B. Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare nei percorsi di cura e di intervento
socio-assistenziale e socio-sanitario (Appropriatezza delle prestazioni socio sanitarie, riduzione
dei ricoveri ospedalieri, personalizzazione della cura, sostegno concreto al ruolo centrale della
famiglia nei percorsi di cura).
Azioni da realizzare
o Incremento degli utenti anziani over 65 in carico ADI mediante l’estensione della platea attuale
attraverso l’elaborazione e l’attuazione dei Piani di intervento in coerenza con le linee guida
del Piano di Azione e Coesione su base d’Ambito e mediante l’utilizzo dei buoni servizio di
conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti;
o Rispetto dell’Accordo di Programma per le Cure Domiciliari tra Comune capofila e Distretto
Sanitario ove sono fissati gli obblighi e impegni reciproci in materia di presa in carico integrata
nei percorsi di cura;
o Mantenimento del numero di utenti anziani e disabili autosufficienti in carico per prestazioni
domiciliari di natura sociale (SAD) operando la sostituzione di altrettanti utenti trasferiti nel
corrispondente e “nuovo” servizio definito “SAD non in ADI”, finanziato con le risorse del
PAC Anziani.
31
C. Implementare percorsi sperimentali e innovativi di fruizione di servizi domiciliari.
Azioni da realizzare
o Attivare ed utilizzare al massimo la presa in carico possibile con i Buoni servizio di
conciliazione Disabili
o Definire le procedure istruttorie e rendicontative delle risorse del PRO.V.I. (Progetti di Vita
Indipendente).
D. Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi socio-assistenziali
e socio-sanitari comunitari, residenziali e a ciclo diurno.
o consolidamento della rete dei centri diurni socioeducativi e riabilitativi, attivando i rinnovi delle
convenzioni;
o convenzione con strutture “Dopo di noi”, almeno una per il 2014;
o Incremento della presa in carico a ciclo diurno delle persone affette da demenze (Alzheimer), ex
art. 60ter;
o Definizione di un accordo programmatico con la ASL circa la quantificazione preventiva degli
inserimenti nelle strutture a ciclo residenziale o semiresidenziale, previa presa in carico
integrata;
o Definizione con la ASL circa l’utilizzo della struttura di proprietà pubblica e con valenza di
Ambito autorizzata come centro diurno per le demenze (art. 60ter);
o Consolidamento dei servizi per l’integrazione scolastica ed extrascolastica minori con disabilità;
o Costituzione formale con atto ASL/Ambito delle équipe specialistiche per
scolastica;
l’integrazione
o consolidamento dei centri aperti polivalenti per disabili, già operanti con valenza di Ambito;
o Adeguamento alla normativa del Regolamento di Ambito per l’accesso ai servizi per la
definizione della compartecipazione al costo delle prestazioni da parte degli utenti;
o Estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture ex artt. 60,
60ter, 105, 106 per la compartecipazione al costo della quota sociale delle prestazioni,
soprattutto per gli utenti non candidabili (per assenza di requisiti) alla procedura “Buoni servizio
di conciliazione disabili e anziani non autosufficienti”;
o Rinnovo o nuova attivazione delle convenzioni con la rete di strutture ex artt. 55, 57, 58, 66,67
(comunità socio riabilitativa/dopo di noi, RSSA e RSoA disabili e anziani );
o Attuazione delle procedure amministrative per l’erogazione dei “Buoni servizio di
conciliazione disabili e anziani non autosufficienti” per favorire l’accesso degli utenti a tariffe
agevolate alla rete di strutture e servizi ex artt. 60, 60ter, 68, 105, 106;
o Utilizzo dei Buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti per
ampliare le prestazioni in favore degli utenti del servizio di integrazione scolastica ex art. 92,
con l’incremento o l’attivazione di prestazioni di extrascolastica, attraverso l’erogazione di ore
aggiuntive e integrative al volume di prestazioni già erogato dalla rete pubblica dei servizi,
fermo restando il ricorso al libero mercato da parte degli utenti interessati;
o Trasporto sociale per disabili e anziani mediante convenzionamento con le associazioni di
volontariato territoriali.
32
E. Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di
prestazioni sociosanitarie in regime domiciliare, comunitario e residenziale delle persone con
disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati
Azioni da realizzare
o
Incremento degli utenti con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati in carico SAD e ADI
mediante l’estensione della platea attuale attraverso l’elaborazione e l’attuazione dei Piani
assistenziali di intervento in coerenza con le linee guida del Piano di azioni nazionale per la
salute mentale.
o Attivazione di percorsi di assistenza domiciliare e di inserimento in strutture residenziali.
F. Consolidare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni sociosanitarie delle
persone affette da dipendenze patologiche e le azioni di prevenzione rispetto a tutte le
dipendenze patologiche (droghe, alcool, ludopatie, …)
Azioni da realizzare
o Incremento della presa in carico integrata nell’ambito di programmi terapeutici-riabilitativi di
natura socio-assistenziale e socio-sanitaria per le persone affette da dipendenze patologiche
o Attivazione percorsi di inclusione socio lavorativa
o Attività di prevenzione e sensibilizzazione sulle dipendenze patologiche
Consolidare e ampliare il sistema di
offerta domiciliare
A. Potenziare la
presa in carico
dei L.E.P.
Obietti
vi
tematic
i
B.
5
Promuovere l’integrazione sociosanitaria e assicurare la presa
in carico integrata delle non autosufficienze
Final
ità
gener
ale
Risultati attesi
Indicatore di
risultato
valori target al 2016
OB. di SERVIZIO
Consolidamento operativo
ed estensione copertura
territoriale delle PUA
N. PUA
operative per
Ambito/Distretto
n. 1 PUA per
Ambito/Distretto
Sviluppo e
consolidamento UVM
N. UVM
operative per
Ambito/distretto
n. 1 UVM per
Ambito/Distretto
Incremento presa in carico
domiciliare non
autosufficienza e disabilità
N. utenti in
carico ADI
n. 4,1 utenti / 100 over
65 (Istat 2011) in ADI
(6 ore sett pro-utente)
potenziamento servizi cura
anziani e disabili
autosufficienti
N. utenti in
carico SAD
n. 1,5 utenti ogni 100
anziani
Implementazione di
percorsi sperimentali e
innovativi fruizione di
servizi domiciliari
Stato di
attuazione
“Buoni servizio
di conciliazione
disabili
Stato di
attuazione
procedura
PRO.V.I.
Valori
AMBITO
2014
n. 1 PUA
per
Ambito/D
istretto
n. 1 UVM
per
Ambito/D
istretto
FINANZIA
MENTO
2014
PAC
Anziani
PAC
Anziani
n. 410
utenti
PAC
Anziani
50
Risorse
proprie
comunali
Procedure
rendicontative al 100%
del contributo
100%
rendicont
azione /
80 utenti
Avanzamento spesa
fino a 100%
100%
avanz.
Spesa / 9
progetti
33
Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di
servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno
n. posti/utente su
numero abitanti
20 posti/utente ogni
50.000 abitanti
26 utenti
Fondo
unico
Ambito /
Comuni
Promozione rete strutt.
Resid. ‘Dopo di noi’ (artt.
55 e 57)
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito
10 posti/utente ogni
50.000 abitanti
2
Risorse
proprie
comunali
Incremento presa in carico
a ciclo diurno delle persone
affette da Alzheimer art.
60ter
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito
10 posti/utente ogni
50.000 abitanti
10
Risorse
proprie
comunali
Consolidamento e
potenziamento integrazione
scolastica ed extrascol.
disabilità (équipe
specialistiche)
Presenza del
servizio e
adeguata
copertura
domanda
Servizio d’ambito con:
• équipe integrate
• livello minimo di
copertura della
domanda
• 1 équipe
per
comune
• 70
utenti
FNPS,
FGSA
AMBITO
COMUNI
PROVINCI
A
Potenziamento e consolid.
centri aperti poliv per
disabili e anziani (art. 106)
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito
50 posti/utente ogni
50.000 abitanti
90
UTENTI
AMBITO
COMUNI
Sviluppo e consolidamento
trasporto sociale disabili
Presenza del
servizio attivo su
base d’ambito
Servizio attivo su base
d’ambito
Presenza
servizio
nell’Ambi
to
COMUNI
N. utenti in
carico SAD/ADI
n. 10 utenti in
SAD/ADI ogni 100
utenti in carico CSM 6
ore settimanali proutente
20
UTENTI
PAC
Anziani
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito
5 posti/utente ogni
50.000 abitanti
16 utenti
COMUNI
n. posti/utente su
numero abitanti
(Istat 2011)
d’ambito
n. 5 posti/utente ogni
50.000 abitanti
15 utenti
FONDO
AMBITO
–
COMUNI
N. utenti in
carico
n. 10 utenti in carico
programmi terapeuticiriabilitativi ogni 100
utenti in carico Ser.t.
5
UTENTI
FNPS
Increm. presa in carico
integrata domicil. SAD e
ADI disagio psichico e/o
psichiatrici stabilizzati
Incremento presa in carico
integrata a regime diurno
socio-assist. e sociosanit.
in centri diurni art.60
disabilità psichica e/o
utenti psich. stabilizzati
Consolid. e/o incremento
accessi in Case per la vita
(art.70 e/o art. 60 bis) e
incremento presa in carico
integrata disabilità psich.
e/o psichiatr. stabilizzati
Incremento della presa in
carico integrata
nell’ambito di programmi
terapeutici-riabilitativi di
natura socio-assistenziale
e socio-sanitaria per le
persone affette da
dipendenze patologiche
E.
Consolidare e ampliare la presa in carico
integrata nell’accesso alle prestazioni socio
sanitarie delle persone affette da
dipendenze patologiche
D. Consolidare e ampliare la presa in carico
integrata delle persone con disabilità
psichica e psichiatrici stabilizzati
C.
Potenziamento rete centri
diurni art. 60
34
2.1.6 - Il contrasto del maltrattamento e della violenza
Sul territorio dell’Ambito l’offerta di servizi di prevenzione e presa in carico dei casi di
violenza risulta ancora poco adeguata al bisogno. Tant’è che non sono presenti né Centri
Antiviolenza né strutture di accoglienza delle vittime della violenza.
È attiva invece l’Equipe multidisciplinare integrata per la presa in carico delle situazioni di
maltrattamento e violenza (minori e donne), che opera sulla base di un protocollo condiviso con la
ASL.
In continuità con le azioni avviate nella precedente programmazione, si intende promuovere e
consolidare il complessivo sistema di prevenzione, presa in carico e trattamento delle situazioni di
maltrattamento e violenza attraverso le seguenti azioni:
Azioni da realizzare
o Attivare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e
minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani (rete dei centri anti-violenza, delle
strutture di accoglienza d’emergenza e delle case rifugio), promuovendo apposite convenzioni,
anche al di fuori del territorio dell’Ambito;
o Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle équipe multidisciplinari integrate
per la valutazione-validazione, per la presa in carico e per il trattamento delle situazioni di
maltrattamento/violenza, sospette o conclamate e per l’elaborazione di un progetto di aiuto e di
sostegno alle vittime di violenza;
Finalit
à
genera
le
Obiettivi
tematici
Prevenire e contrastare la violenza su
donne e minori
Qualificare la rete di strutture e servizi per la
prevenzione ed il contrasto della violenza su donne
e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri
umani
o Avviare una riflessione comune, Ambito/Distretto sull’esperienza compiuta con le Equipes ed,
eventualmente, sul protocollo operativo.
Risultati attesi
Potenziamento e
consolidamento
operativo della rete
delle strutture e dei
servizi di
prevenzione e
contrasto della
violenza
Sviluppo e
qualificazione delle
reti tra servizi
Indicatore di risultato
n. convenzioni con
CAV per Ambito
n. protocolli di
inserimento in Casa
Rifugio
valori target al 2016
OB. di SERVIZIO
almeno n. 1 convenzione
con CAV per Ambito
territoriale
pagamento rette per
inserimento residenziale
presso struttura
autorizzata
n. protocolli per
Pronto Intervento
Sociale
Valori
AMBITO
2014
FINANZI
AMENTO
2014
1
convenzi
one con
CAV
Altre
risorse
pubblich
e
(Regione
)
Pagamen
to rette
n.1 PIS/Ambito
n. Protocolli di rete
n. percorsi di
formaz./aggiorn.
1 PIS
RISORS
E
PROPRI
E DEI
COMUN
I
35
Sviluppare la piena integrazione
operativa e gestionale delle equipe
multidisciplinari integrate
Attivazione/consolid
amento in ogni
ambito di equipe
integrate multi
professionali fra
serv. Soc., sanitari di
base e specialistici,
servizi giudiziari
n. equipe/ambito
n. protocollo
operativo
n. 1 équipe
multidisciplinare
integrata di ambito
n. 1 protocollo operativo
1 equipe
di
Ambito
operante
su tre
comuni
1
protocoll
o
operativo
Altre
risorse
pubblich
e
(Regione
)
RISORS
E
PROPRI
E DEI
COMUN
I
2.1.7 - La prevenzione dalle dipendenze patologiche
Le attività programmate per l’anno 2014 sono in una logica di continuità con gli interventi già
avviati nei precedenti Piani di Zona con i progetti rivolti alla sensibilizzazione e alla prevenzione.
Azioni da realizzare
o Promozione di azioni informative e divulgative finalizzate a favorire la diffusione di un corretto
inquadramento delle problematiche da dipendenza nei confronti delle categorie a rischio
attraverso la stesura di brochures informative;
o Creazione di reti locali di mutuo aiuto;
o Campagne di sensibilizzazione nelle scuole in sinergia con il Ser.t.
2.2 – Quadro sinottico: obiettivi di servizio per un welfare sostenibile
N°
1
Obiettivo di servizio
Asili nido e altri servizi socio-educativi per la
prima infanzia
2
Servizi di conciliazione vita-lavoro
3
Rete di pronto intervento sociale - PIS
Tipologia indicatore
35% dei Comuni dotati di servizi
6 posti nido (pubblici o convenzionati) ogni 100 bambini 036 mesi residenti
1 studio di fattibilità
1 Ufficio dei tempi e degli spazi
1 PIS h. 24
1 Regolamento del servizio
1 posto ogni 5.000 abitanti in residenze per adulti in
difficoltà
1 percorso/progetto di inclusione ogni 5.000 abitanti
Valore
raggiunto al
30/09/2013
100% dei
comuni
110 posti
(70,5%)
SI
SI
SI
SI
5
Rete di pronto intervento sociale emergenza abitativa
Inclusione attiva
6
Servizio Sociale Professionale
7
8
9
Rete di accesso - segretariato
Rete di accesso - immigrati
Rete di accesso - PUA
10
Centri di ascolto per le famiglie
11
Educativa domiciliare per minori
1 nucleo in carico ogni 1.000 nuclei residenti
92 su 34
12
Affido familiare - equipe
1 equipe per ambito/1 Protocollo operativo
SI
4
1 Assistente sociale ogni 5.000 abitanti
1 Coordinatore del SSP di ambito
Incontri di coordinamento frequenti
1 punto di accesso in ciascun Comune
1 sportello art. 108 RR 4/2007
1 PUA di ambito ex DGR 691/2011
1 Centro per ambito e/o sostegno alla genitorialità in ogni
Comune
Valore da
raggiungere
al
31/12/2015
mantenimen
to 100%
156 posti
SI
SI
SI
SI
10 posti su 17
17 posti
67 percorsi
17 percorsi
18 assist.
Sociali
SI
SI
SI
SI
SI
mantenimen
to 1 centro
mantenimen
to
SI
16,5 Ass. soc.
SI
SI
3 su 3
SI
SI
1 centro di
Ambito
36
13
Affido familiare
14
Adozione familiare
15
Centri diurni (art. 52-104 RR 4/2007) minori
16
Unità di Valutazione Multidimensionale
17
Assistenza Domiciliare non autosuff. - ADI
18
Assistenza Domiciliare non autosuff. - SAD
Assistenza Domiciliare per persone con
disagio psichico
N. percorsi superiore a N. inserimenti in strutture
residenziali
1 Regolamento del servizio
1 Anagrafe della famiglie affidatarie
1 equipe per ambito/1 Protocollo operativo
30 posti (art. 52 RR 4/2007) ovvero 50 posti (art. 104 RR
4/2007) ogni 20.000 residenti
1 UVM per ambito ex DGR 691/2011
4,1 utenti in carico in ADI (a 6 ore medie settimanali) ogni
100 over 65 residenti
1,5 utenti in carico in SAD ogni 100 over 65 residenti
10 utenti in carico (a 6 ore medie settimanali) ogni 100
utenti CSM
20
Abbattimento barriere architettoniche
100 interventi per ambito
21
22
23
24
25
33
Centri diurni anziani (art. 106 RR 4/2007)
Centri diurni disabili (art. 105 RR 4/2007)
Centri diurni disabili art. 60 RR 4/2007
Dopo di Noi (artt. 55-57 RR 4/2007)
centri diurni Alzheimer (art. 60ter RR 4/2007)
Integrazione alunni con disabilità art. 92 RR
4/2007 - equipe
Integrazione alunni con disabilità art. 92 RR
4/2007
Trasporto sociale per persone con disabilità
Inserimenti in strutture a ciclo diurno per
persone con disagio psichico
Residenze per persone con disagio psichico
(artt. 70-60bis RR 4/2007)
Intervnti di prevenzione in materia di
dipendenza patologiche
Interventi per persone con dipendenze
patologiche
Maltrattamento e violenza - CAV
34
Maltrattamento e violenza - residenziale
Pagamento rette per inserimento in strutture residenziali
35
Maltrattamento e violenza - equipe
1 equipe per ambito/1 Protocollo operativo
19
26
27
28
29
30
31
32
NO
SI
NO
NO
NO
SI
SI
SI
117 su 120
120 posti
SI
SI
141 utenti
722 utenti
183 utenti
26 utenti
23 interventi
100
interventi
50 posti utenti ogni 50.000 residenti
151 posti
83 posti
20 posti utenti ogni 50.000 residenti
10 posti utenti ogni 50.000 residenti
10 posti utenti ogni 50.000 residenti
29 utenti
0 utenti
0 utenti
33 posti
16 posti
16 posti
1 equipe per ambito/1 Protocollo operativo
SI
SI
mantenimento del N. utenti medio 2010-2012
SI
SI
Servizio attivo su base di ambito
NO
SI
5 posti ogni 50.000 residenti
16 utenti
8 posti
5 posti ogni 50.000 residenti
12 utenti
8 posti
SI
SI
Presenza attività di preenzione su base di Ambito
10 percorsi inclusivi ogni 100 utenti Ser.T.
1 convenzione con CAV per ambito
5 utenti
NO
1 retta pagata
selezionare
SI
convenz.
Pagam.
Rette
selezionare
2.3 - Il raccordo tra la programmazione ordinaria e le risorse aggiuntive
Nel triennio di attuazione 2014-2016 prenderanno avvio importanti linee di intervento
pluriennali che, in complementarietà con la programmazione ordinaria, rappresenteranno grandi
opportunità per il raggiungimento di obiettivi di servizio. Complessivamente, queste linee di attività
rivestiranno un ruolo determinante per la connessione tra investimenti e gestione, tra sistema di
offerta e sistema di domanda, tra programmazione ordinaria e programmazione straordinaria ed
aggiuntiva, proprio in quanto si preoccupano di sostenere il sistema di offerta dei servizi. Questo
Piano Sociale di Zona assume pertanto un ruolo cruciale nell’articolare le risorse finanziarie
complessivamente disponibili rispetto a tutti i prioritari obiettivi di copertura della domanda sociale
assunti quali valori target da raggiungere a livello territoriale.
2.3.1 - Le azioni da realizzare con il piano di intervento PAC infanzia
In linea con le priorità di intervento e gli obiettivi specifici del PAC, il Piano di Zona si
articola in più iniziative progettuali (progetti/schede per la progettazione di dettaglio dei servizi) che
utilizzano le risorse del PAC unitamente alle risorse a titolo di cofinanziamento comunale. I progetti
che vedono coinvolti i tre Comuni dell’Ambito, redatti in conformità con gli indirizzi del PAC,
perseguono le seguenti finalità:
37
estensione dei servizi di nido a titolarità pubblica, mediante affidamento a terzi nel rispetto
della normativa vigente, in termini di prolungamento della fascia oraria di apertura ed
estensione del periodo di apertura oltre quello corrispondente alla durata dell’anno
educativo;
ampliamento dei servizi di nido a titolarità pubblica, con incremento del numero di utenti;
mantenimento degli attuali livelli di servizio dei nidi a titolarità pubblica;
ampliamento dei servizi integrativi per la prima infanzia con incremento del numero di
utenti e prolungamento della fascia oraria di apertura.
Nello specifico il piano prevede: per il Comune di Cisternino l’istituzione dell’asilo nido
comunale e l’avvio della gestione per n°30 posti, con affidamento in concessione a terzi; per il
Comune di Fasano l’ampliamento dell’asilo nido comunale attraverso il prolungamento della fascia
oraria di apertura, il mantenimento dell’attuale livello di servizio con l’incremento tariffario a carico
dell’utenza e il miglioramento della qualità del servizio con l’adeguamento funzionale degli spazi
per un maggiore comfort complessivo della struttura; per il Comune di Ostuni il prolungamento
dell’orario di apertura e l’estensione del servizio anche al mese di agosto, oltre che il miglioramento
della fruibilità degli spazi interni ed esterni per l’asilo nido comunale, e l’ampliamento della fascia
oraria di apertura e l’incremento dell’utenza per il centro ludico prima infanzia.
Appare evidente come il PAC Infanzia mira, da un lato, a riequilibrare l’offerta dei servizi
all’interno dell’intero territorio dell’Ambito, intervenendo laddove l’offerta è debole o inesistente e,
dall’altro, a mantenere i servizi già attivi migliorandone la qualità.
2.3.2 - Le azioni da realizzare con il piano di intervento PAC anziani
In linea con le priorità di intervento e gli obiettivi specifici del PAC, il Piano di Zona prevede
tre iniziative progettuali (progetti/schede per la progettazione di dettaglio dei servizi) che vedono
coinvolti i tre Comuni dell’Ambito nella gestione associata degli interventi.
I progetti, redatti in conformità con gli indirizzi del PAC, perseguono le seguenti finalità:
incrementare i servizi di assistenza domiciliare agli anziani ultra sessantacinquenni non
autosufficienti, con l’aumento del numero di utenti e delle ore di prestazione, assicurando
adeguati livelli di prestazioni socio-assistenziali integrate all’assistenza socio-sanitaria
(ADI);
mantenere i livelli di servizio e rafforzare il sistema attraverso interventi di miglioramento
quali il potenziamento della PUA, la formazione degli operatori, l’informatizzazione,
l’informazione e la comunicazione;
ampliare i servizi di assistenza domiciliare agli anziani ultra sessantacinquenni non
autosufficienti non bisognosi di cure sanitarie intensive e quindi non in ADI, al fine di
erogare prestazioni socio-sanitarie (prestazioni OSS) in favore di quegli utenti con una
maggiore incidenza della gravità della non autosufficienza in SAD, a condizione che la
valutazione del fabbisogno sia effettuata attraverso l’UVM;
Attraverso il potenziamento dell’integrazione dei servizi socio-assistenziali con le prestazioni
sanitarie, il PAC servizi di cura anziani persegue l’obiettivo di assicurare la migliore cura possibile
all’anziano bisognoso.
38
2.3.3 - Le azioni da realizzare col fondo sviluppo e coesione
Rispetto alle risorse e alle finalità del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) – ObServ di cui alla
Delibera CIPE n.79/2012, si attendono i provvedimenti che la Regione Puglia adotterà per il riparto
e l’assegnazione agli Ambiti Territoriali. Queste risorse aggiuntive concorreranno al
raggiungimento dei target previsti per i singoli obiettivi di servizio, determinando l’effetto di
“liberare” risorse e di orientarle su obiettivi più scarni per stanziamento o di prolungare l’operatività
di un servizio.
2.3.4 - I buoni servizio conciliazione
Azione 3.3.1 – Infanzia e Adolescenza
La misura, che ha l’obiettivo generale di favorire il potenziamento di una rete estesa,
qualificata e differenziata su tutto il territorio regionale di servizi socio-educativi per l’infanzia e
l’adolescenza, al fine di promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno
al ruolo educativo dei genitori e la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, nonché di sostenere
l’iniziativa privata nell’erogazione di servizi di cura, è stata avviata con successo nella precedente
programmazione, registrando un elevato numero di adesioni delle strutture e dei servizi, cui è
corrisposto un altrettanto elevato numero di domande da parte degli utenti.
Pertanto, anche nel prossimo ciclo si proseguirà nelle azioni già intraprese, in quanto,
mediante il sostegno economico alla domanda da parte dei nuclei familiari destinatari finali, si
contribuisce a sostenere la genitorialità, prevenire il disagio, conciliare i tempi vita-lavoro, favorire
l’occupazione femminile.
Azione 3.3.2 – Anziani e Disabili
La misura ha l’obiettivo generale di favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e
differenziata su tutto il territorio regionale di strutture e servizi socio-assistenziali, socio-educativi e
socio-riabilitativi per persone con diverse abilità e persone ultra65enni in condizione di non
autosufficienza, al fine di promuovere e garantire l’inclusione sociale e le prestazioni socioeducative e riabilitative per le persone non autosufficienti, anziani e disabili, nonché il sostegno per
il carico di cura del nucleo familiare in ottica di conciliazione.
La misura è stata avviata nel corso del precedente ciclo, ma ha incontrato difficoltà attuative
principalmente dovute alle resistenze delle strutture per l’iscrizione a catalogo, avendo le stesse già
in corso convenzioni con l’Ambito e i Comuni per la compartecipazione al pagamento delle rette da
parte degli utenti, i quali, a loro volta, non hanno manifestato interesse, in quanto già fruitori di
benefici economici a sostegno della fruizione dei servizi. A ciò si aggiunga che la Regione ha
sospeso le procedure relative al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata – ADI.
Nel nuovo triennio, anche sulla base delle indicazioni che la Regione vorrà fornire, si
procederà ad azioni di sensibilizzazione e di promozione della misura nei confronti di strutture e
utenti.
2.3.5 - I progetti speciali
Tra i progetti speciali già avviati nel precedente ciclo di programmazione, il PSdZ 2014-2016
ripropone il Piano dei Tempi e degli Spazi. Con particolare riferimento al progetto Piedibus,
realizzato nei Comuni di Cisternino e Fasano, lo stesso proseguirà anche in questo nuovo triennio,
rappresentando un valido strumento di conciliazione vita-lavoro per le famiglie degli alunni.
39
Nella nuova programmazione sono altresì stati inseriti progetti speciali rinvenienti da proposte
presentate dal Terzo Settore al Tavolo di Concertazione:
- Il Valore del Tempo – Market Solidali: creazione di luoghi in cui si produca solidarietà:
empori “speciali” nei quali si mette a disposizione degli altri il proprio tempo, ricambiando
quanto ricevuto/acquistato (beni, prodotti ecc.) con attività di volontariato (tempo = moneta di
acquisto)
- Giochi senza Barriere, stessi Giochi stessi Sorrisi: realizzazione di parchi giochi accessibili e
fruibili anche da adulti e bambini disabili, al fine di sviluppare occasioni di incontro, di
scambio e di condivisione
-
Famiglie Solidali: anche un piccolo aiuto può dare grande sostegno: realizzazione di
molteplici iniziative (lab. di cucina, rassegne cinematografiche, doposcuola, baby sitting
ecc.) attraverso un percorso organizzato sul territorio, valorizzando al meglio le risorse
economiche, strumentali e umane messe a disposizione dalla “rete”. I destinatari delle
iniziative dovranno restituire in attività di volontariato le ore di cui avranno beneficiato (banca
del tempo)
- Citta’vecchia Citta’nuova: creazione di un percorso di progettazione partecipata, finalizzata
alla riorganizzazione del centro storico, con ambienti a misura di tutti per migliorarne la
vivibilità, con particolare riferimento alla popolazione anziana e disabile, con interventi di
ampliamento delle ZTL (zone a traffico limitato)
pedonalizzazione delle aree
riduzione del traffico veicolare previa revisione del sistema viario
sviluppo dei rapporti di vicinato
40
Capitolo III
LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
3.1 - LA COMPOSIZIONE DEL FONDO UNICO DI AMBITO
Tra le novità introdotte dal Piano Regionale delle Politiche Sociali vi è quella di una più
puntuale definizione della composizione del quadro finanziario complessivo che ogni ambito
territoriale deve destinare al sistema integrato dei servizi alla persona, da garantirsi con il concorso
di risorse pubbliche e private.
Rispetto al precedente ciclo di programmazione, tutte le risorse disponibili sul territorio
devono essere orientate al raggiungimento degli obiettivi di servizio in un unico disegno
programmatorio, per cui le risorse comunali, anche quando restano nella gestione dei bilanci
autonomi dei singoli comuni, devono finanziare gli obiettivi del piano di zona in una visione
unitaria degli interventi e della loro gestione.
3.1.1 - Le risorse ordinarie
Le risorse finanziarie complessivamente disponibili per la programmazione 2014-2016
destinate ad alimentare il quadro finanziario dell’Ambito sono costituite da:
•
•
•
il FNPS 2013-2015, sulla base di quanto disporranno le leggi annuali di stabilità;
il FGSA 2013-2015, sulla base di quanto sarà stanziato annualmente nel Bilancio regionale;
il FNA 2013-2015 sulla base di quanto disporranno le leggi annuali di stabilità.
La mancata determinazione, e conseguente trasferimento, delle risorse per gli anni 2014 e
2015, a fronte della certezza della disponibilità limitata all’anno finanziario 2013, impone la scelta
di predisporre la programmazione di dettaglio per la sola prima annualità degli interventi, fermo
restando il quadro generale a valenza triennale degli obiettivi di servizio e degli impegni che i
comuni associati assumono per realizzarli.
Tra le risorse ordinarie sono da considerare anche quelle che la Regione Puglia, nell’ambito
del FESR (finanziamenti comunitari) e del FGSA (bilancio autonomo regionale) ha destinato agli
Ambiti Territoriali per finanziare i progetti specifici connessi all’obiettivo di incrementare i servizi
di conciliazione vita-lavoro, nonché i residui di stanziamento del precedente ciclo di
programmazione.
L’Ambito Territoriale Sociale 2 BR è destinatario delle seguenti quote dei fondi appena
richiamati:
Fondo Nazionale delle Politiche Sociali (FNPS)
2013
€ 321.980,13
Fondo Globale SocioAssistenziale regionale (FGSA)
2013
€ 223.536,88
Fondo Non Autosufficienza (FNA)
2013
€ 214.922,69
Fondi per i Buoni servizio di conciliazione - Infanzia
€ 442.802,00
Fondi per i Buoni servizio di conciliazione - Anziani e Disabili
€ 404.688,81
RESIDUI STANZIAMENTO PDZ 2010-2013
€ 785.513,09
41
Sono inoltre da considerare risorse ordinarie anche quelle individuate nel budget complessivo
del Piano di Zona come Altre risorse pubbliche, le quali sono per lo più somme vincolate per
destinazione e specificatamente finalizzate per i corrispondenti obiettivi, più analiticamente riportate
nel paragrafo descrittivo delle risorse proprie dei comuni, in quanto una parte di esse sono state
considerate insieme ad altre risorse pubbliche.
3.1.2 - Le risorse aggiuntive
Nel quadro economico del Piano di Zona rientrano a pieno titolo le risorse che sono state
attribuite agli Ambiti con il primo piano di riparto dei fondi del Piano di Azione e Coesione PAC
Anziani e Disabili/Non autosufficienza, la cui programmazione è stata già oggetto di specifica
approvazione da parte dell’Ambito e risulta tuttora in istruttoria da parte dell’Autorità di Gestione.
I fondi suddetti sono stati così distribuiti:
Fondi del Piano di Azione e Coesione - Infanzia (PAC)
€ 534.278,00
Fondi del Piano di Azione e Coesione - Anziani non autosufficienti (PAC)
€ 725.680,00
Tra le risorse aggiuntive, che tuttavia non sono al momento quantificabili e che saranno
oggetto di prossima riprogrammazione dopo che le stesse saranno erogate, sono da annoverare le
risorse per la cosiddetta “Premialità” previste in favore degli Ambiti che abbiano registrato le
migliori performances sulla base dei criteri indicati nella DGR n. 2155 del 23 ottobre 2012 e per i
quali l’Ambito Territoriale di Fasano ritiene di poter accedere in quanto soddisfa i requisiti di
accesso.
Ulteriori risorse aggiuntive risultano assegnate dalla Regione Puglia tra quelle destinate agli
Ambiti “virtuosi” che hanno dimostrato una buona capacità di avanzamento nella spesa dei “Buoni
di conciliazione per l’Infanzia”, la cui somma sarà contenuta nel quadro finanziario della prossima
programmazione.
Dal Piano Regionale delle Politiche Sociali si ricava inoltre che agli ambiti saranno destinate
nel futuro più prossimo risorse ulteriori derivanti dai programmi nazionali e dai fondi strutturali a
disposizione (Fondo sviluppo e coesione, fondi CIPE, fondi del Piano di azione e Coesione, fondi
strutturali di cui all’Asse III PO FESR 2007/2013 e fondi strutturali PO FESR 2014-2020, oltre che
FSE).
3.1.3 - Il cofinanziamento con risorse proprie dei comuni
La Regione Puglia con il Piano Regionale delle Politiche Sociali 2013-2015 e con le allegate linee
guida per la programmazione territoriale ha fornito come atto di indirizzo per la programmazione da
parte degli Ambiti Territoriali quello di consolidare e sviluppare le pratiche più concrete di gestione
associata e di programmazione finanziaria unica.
Per tale finalità è fatto obbligo ai Comuni associati in Ambito di dichiarare l’intera spesa sociale
complessiva da ciascuno di essi sostenuta annualmente e di apportare quale quota di cofinanziamento
per la realizzazione dei servizi programmati con il Piano sociale di Zona 2014-2016 una quota che per
l’annualità 2014 è stata fissata in almeno il 100% dell’importo determinato dal trasferimento regionale
per i Piani Sociali di Zona a valere su FNPS+FNA+FGSA 2013.
42
Come è stato già indicato nel paragrafo precedente, il totale dei suddetti trasferimenti per il nostro
Ambito è pari a € 760.439,70.
I Comuni dell’Ambito hanno fatto invece una scelta ancor più “forte” in direzione sia della
volontà di ampliare la gestione associata che di garantire il mantenimento di tutti i servizi avviati con la
programmazione 2010-2013 e, soprattutto, di non diminuirne i volumi di intervento e di attività, per cui
hanno deciso unanimemente di finanziare per intero la differenza tra il totale della programmazione
degli interventi di Ambito (pari ad € 5.180.697,02) ed il totale delle risorse non comunali disponibili per
l’anno 2014 (pari ad € 4.107.457,54). Tale differenza, pari ad € 1.073.239,48 è stata ripartita come onere
di cofinanziamento a carico dei comuni, con sistema proporzionale su base demografica, secondo il
seguente prospetto:
Cofinanziamento 2014 dei Comuni
Popolazione
residente 2012
Totale cofinanziamento
Comuni
CISTERNINO
FASANO
OSTUNI
Totale
11.799
39.431
31.878
83.108
%
14,4
46,2
39,3
100
€
€
€
€
152.369,84
509.203,76
411.665,88
1.073.239,48
Così facendo i comuni si sono impegnati a cofinanziare la gestione associata degli interventi,
attraverso la costituzione del Fondo Unico di Ambito, per un importo di gran lunga superiore a
quello derivante dall’impegno richiesto dal Piano regionale, con un incremento rispetto alla quota
stabilita che è pari al 41%.
Al cofinanziamento “ordinario” i comuni hanno anche aggiunto il trasferimento di risorse al
Fondo Unico quale finanziamento suppletivo di progetti specifici per i quali ciascun comune
intende ottenere un corrispondente servizio aggiuntivo in termini di quantità di prestazioni, come
nel caso dei servizi domiciliari (in particolare il SAD) ed altri servizi.
Il totale dei finanziamenti specifici da parte dei comuni è pari ad € 712.710,00, la cui somma,
trasferita al Fondo Unico di Ambito ed inserita nel budget del Piano di Zona all’interno della voce
“altre risorse pubbliche”, è distribuita come segue:
Denominazione OBIETTIVO
SERVIZIO
Asili nido e altri servizi socioeducativi per la prima infanzia
Ampliamento centro ludico
Ostuni
Educativa domiciliare per
minori
Affido familiare - sostegno alle
famiglie
Centri diurni art. 104 RR
4/2007)
SAD sociale
Abbattimento barriere
architettoniche
COFINANZIAMENTI COMUNALI
CISTERNINO
€
€
23.000,00
1.000,00
FASANO
€
€
57.000,00
10.000,00
€
15.700,00
€
130.000,00
€
6.000,00
€
20.000,00
TOTALI
OSTUNI
€ 162.250,00
€
570.874,00
€
13.760,00
€
95.160,00
€
45.000,00
€
320.500,00
€
7.000,00
€
53.627,98
€
20.000,00
€ 115.000,00
€
260.700,00
€
€
66.000,00
17.000,00
43
Centri diurni anziani (art. 106
RR 4/2007)
Centri diurni disabili art. 60 RR
4/2007
€
1.500,00
Ludoteca a Cisternino
€
7.000,00
Azioni di contrasto alla povertà
- inclusione sociale - interventi
assistenziali
€
5.000,00
€
15.000,00
€
59.200,00
€
245.000,00
TOTALI
€
13.000,00
€
15.000,00
€
30.000,00
€
18.500,00
€
60.000,00
€
27.000,00
€
60.000,00
€
15.000,00
€ 408.510,00
€
712.710,00
Il Piano regionale ha anche previsto che i comuni associati devono impegnarsi al
mantenimento nel proprio bilancio della spesa sociale media rilevata dai conti consuntivi del
triennio 2010-2012. In allegato è riportata la rilevazione in dettaglio per ciascun comune, dalla
quale si rileva che la media di Ambito è pari ad € 4.197.120,44.
I comuni dell’Ambito 2 BR si sono proposti di rispettare questo impegno richiesto dalla
Regione Puglia e, pertanto, dopo aver definito la quota a carico di ciascuno di essi per il
cofinanziamento diretto del fondo unico di Ambito, in esso compreso i cofinanziamenti di progetti
specifici con valenza di Ambito e a gestione associata, hanno calcolato per differenza la quota di
risorse che, pur restando nel bilancio autonomo, resta destinata al finanziamento degli obiettivi di
servizio.
MANTENIMENTO SPESA SOCIALE MEDIA DEI COMUNI
Cofinanziamento PdZ
€ 1.073.239,48
Cofinanziamento progetti specifici
€ 712.710,00
Bilancio autonomo
€ 2.411.170,96
TOTALE
€ 4.197.120,44
Il totale delle suddette risorse è pari ad € 2.411.170,96=, il quale finanzia specifici obiettivi di
servizio, come indicati nella scheda che segue, in una logica unitaria della programmazione sociale
degli interventi sul territorio:
OBIETTIVO DI SERVIZIO
COFINANZIAMENTO DEI COMUNI - Bilancio
autonomo
Cisternino
Servizio Sociale Professionale
Centri diurni (art. 52-104 RR 4/2007) minori
€ 6.126,00
Centri diurni disabili art. 60 RR 4/2007
Centri diurni Alzheimer (art. 60ter RR 4/2007)
Integrazione alunni con disabilità art. 92 RR
4/2007
Trasporto sociale per persone con disabilità
€ 10.000,00
Residenze per persone con disagio psichico
€ 5.000,00
(artt. 70-60bis RR 4/2007)
Interventi indifferibili per minori fuori famiglia € 160.000,00
TOTALI € 181.126,00
Fasano
€ 233.398,00
€ 30.000,00
Ostuni
€ 336.216,96
€ 142.130,00
€ 20.000,00
€ 20.300,00
Totale
€ 336.216,96
€ 381.654,00
€ 50.000,00
€ 20.300,00
€ 238.000,00
€ 238.000,00
€ 130.000,00
€ 140.000,00
€ 80.000,00
€ 10.000,00
€ 95.000,00
€ 760.000,00
€ 230.000,00
€ 1.150.000,00
€ 1.341.398,00
€ 888.646,96 € 2.411.170,96
44
Al fine di rendere maggiormente comprensibili le schede di programmazione finanziaria
allegate al piano appare in questa sede opportuno chiarire che la voce “risorse proprie dei comuni”
contenuta nel budget del Piano di Zona, pari ad € 3.484.410,44= è il risultato della somma tra le
risorse destinate al cofinanziamento diretto e complessivo del fondo unico di Ambito e quelle che
restano nella gestione del bilancio autonomo dei comuni.
RISORSE PROPRIE COMUNALI
Bilancio autonomo
Cofinanziamento totale del PdZ
TOTALE
€ 2.411.170,96
€ 1.073.239,48
€ 3.484.410,44
Le “altre risorse pubbliche” che rappresenta altra voce del budget disponibile è a sua volta
costituita dalle risorse comunali destinate al cofinanziamento dei progetti specifici (€ 712.710,00),
nonché da altre somme per un totale di € 429.055,94 evidenziate in dettaglio nella tavola seguente:
Descrizione fonti finanziamento BUDGET PdZ 2014
ALTRE RISORSE PUBBLICHE
Residui PdZ 1° triennio
€
47.523,67
Prima dote
€
71.109,80
Famiglie numerose - residui
€
2.487,70
PIL - Piano Provinciale Antiviolenza
€
17.777,00
PRO.V.I. - Progetti vita indipendente
€ 179.074,29
Affido famigliare
€
41.913,48
Cofinanz. Provincia integraz. Scolast. disabili
€
69.170,00
Totale parziale € 429.055,94
Cofinanziamento progetti specifici dei comuni
€ 712.710,00
TOTALE ALTRE RISORSE PUBBLICHE
€ 1.141.765,94
Il budget complessivo del Piano di Zona per l’anno 2014 è pertanto pari ad € 9.007.496,99=
analiticamente riportato nella relativa scheda, anch’essa allegata.
45
BUDGET DISPONIBILE
N.
FONTE DI FINANZIAMENTO
€ 9.007.496,99
ANNUALITA'
DI
COMPETENZA
IMPORTO
1
RESIDUI STANZIAMENTO PDZ 2010-2013
2
Fondo Nazionale delle Politiche Sociali (FNPS)
2013
€ 321.980,13
3
Fondo Globale socioassistenziale regionale (FGSA)
2013
€ 223.536,88
4
Fondo Non Autosufficienza (FNA)
2013
€ 214.922,69
5
Risorse proprie da bilancio comunale
Risorse della ASL allocate a cofinanziamento del Piano
6
di Zona
7 Fondi del Piano di Azione e Coesione - Infanzia (PAC)
Fondi del Piano di Azione e Coesione - Anziani non
8
autosufficienti (PAC)
9 Fondi per i Buoni servizio di concilizione - Infanzia
Fondi per i Buoni servizio di concilizione - Anziani e
10
Disabili
Altre risorse pubbliche apportate a cofinanziamento del
11
Piano di Zona
Altre risorse private apportate a cofinanziamento del
12
Piano di Zona
€ 785.513,09
€ 3.484.410,44
€ 702.919,00
€ 534.278,00
€ 725.680,00
€ 442.802,00
€ 404.688,81
€ 1.141.765,94
€ 25.000,00
3.1.4 – La spesa sociale totale dei comuni
IL Piano Regionale delle Politiche Sociali contiene come atto di indirizzo per i comuni la
seguente prescrizione:
A. la spesa sociale programmata da ogni Comune per gli anni corrispondenti alle annualità del
Piano di Zona non può essere inferiore al livello di spesa sociale media di risorse proprie
comunali, così come rilevate dai conti consuntivi per gli anni 2010-2012;
B. l’ammontare complessivo delle risorse proprie stanziate da ciascun Comune per il terzo Piano
Sociale di Zona, in ossequio al principio di sussidiarietà tra gli Enti, (comprensiva anche delle
risorse destinate alla gestione di servizi a valenza comunale, in termini pro capite, dovrà
essere non inferiore al livello di spesa sociale media pro capite dichiarata in termini di risorse
proprie comunali per gli anni 2010-2012 (tale dichiarazione dovrà essere resa da ciascun
Comune attraverso l’apposita scheda predisposta allegata al PRPS), ove consentito dalla
condizione non strutturalmente deficitaria dei Comuni interessati.
Per effetto della suddetta disposizione, i comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Fasano
hanno fornito l’attestazione finanziaria relativa alla spesa sociale registrata nelle annualità 20102012, così come si impegnano, per il triennio di attuazione del piano sociale di zona 2014-2016, al
mantenimento della spesa sociale media registrata, della quale si è dato conto nel primo capitolo.
46
3.1.5 - Attività di monitoraggio fisico e finanziario del piano sociale di zona
Il monitoraggio fisico e finanziario del piano sociale di zona è una attività ormai acquisita
dall’Ambito che, sin dal 2010, approva annualmente entro il 30 giugno la relazione sociale di
ambito e la rendicontazione economica finanziaria, anche perché costituisce un adempimento a
quanto previsto dalle norme del R.R. n.4/2007.
Nel triennio 2010-2012 l’appuntamento annuale della redazione della relazione sociale e del
commento dei dati in essa contenuti ha rappresentato un importantissimo momento di riflessione
sull’andamento di tutti i servizi, sui risultati conseguiti in termini di livelli di prestazioni e di
avanzamento della spesa, utili per le eventuali correzioni di rotta o per impostare la
riprogrammazione degli interventi.
Monitoraggio e rendicontazione sono strumenti che continueranno ad essere utilizzati anche
per il triennio 2014-2016, e non mancherà un affinamento dell’analisi che sarà possibile grazie
anche alla crescente collaborazione nel fornire i dati utili alla rilevazione da parte dei comuni, i
quali si sono resi conto della loro utilità anche per una programmazione più efficace degli interventi
contenuti nel bilancio di ciascuno di essi.
Rispetto al passato, per il prossimo triennio di programmazione le attività di monitoraggio
potranno arricchirsi per l’apporto che sarà fornito dal nuovo strumento introdotto con la
costituzione della “cabina di regia”, nella quale è fondamentale la componente sindacale.
47
48
Capitolo IV
GLI ATTORI DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE
Nel nostro Ambito, così come per l’intera Puglia, la governance del sistema di welfare locale
è strutturata su tre livelli:
o Il livello di indirizzo politico-amministrativo;
o Il livello tecnico amministrativo di programmazione e gestione;
o Il livello della consultazione e della partecipazione.
Per ciascuno dei livelli di governance è presente un organismo che lo presiede.
Il Coordinamento Istituzionale: è l’organismo politico al quale spetta la competenza per
l’approvazione del Piano Sociale di Zona e rappresenta il luogo stabile della decisionalità politica.
Il Coordinamento è costituito da tutti i Sindaci dei comuni associati nell’Ambito o dagli
assessori/consiglieri comunali formalmente delegati. Alle sedute di Coordinamento partecipano,
senza diritto di voto, il Responsabile dell’Ufficio del Piano di Zona e il Direttore del Distretto
Socio-sanitario o suo delegato. Al Coordinamento possono partecipare, a titolo consultivo e su
invito, altri soggetti, istituzionali e tecnici, a supporto del processo decisionale proprio dello stesso.
Il Coordinamento Istituzionale è la sede stabile del confronto politico dal quale scaturiscono
le scelte volte ad attuare gli obiettivi individuati, ed è l'organo di indirizzo e di controllo politicoistituzionale sulle attività previste nel Piano di Zona. La presenza della ASL attraverso il Distretto
Socio-sanitario garantisce l’integrazione tra le politiche di programmazione sociale e la
programmazione socio-sanitaria.
L’Ufficio di Piano: rappresenta l’organismo di supporto tecnico per la programmazione
sociale e di responsabilità nella gestione esecutiva del Piano di zona. È punto qualificante l’azione
amministrativa del governo locale del sistema sociale e socio-sanitario e fattore essenziale di
efficacia del processo innovatore.
Svolge un ruolo di raccordo con i comuni associati, fornendo consulenza, informazione,
periodico aggiornamento sull’attività svolta, documentazione utile allo svolgimento dei compiti
propri dei servizi sociali.
Al suo interno è presidiata l’integrazione delle politiche sociali e socio sanitarie ed è punto di
snodo e di collegamento tra i comuni ed il distretto socio sanitario.
L’Ufficio di Piano è responsabile delle funzioni tecniche e amministrative e della valutazione
degli interventi del Piano di Zona e svolge altresì una funzione di coordinamento dei soggetti che
concorrono alla realizzazione del Piano. L’Ufficio di Piano risponde al Coordinamento politico
istituzionale per la correttezza, attendibilità e puntualità degli adempimenti previsti rispetto ai debiti
informativi nei confronti della Regione.
Il Tavolo di Concertazione e tavoli tematici di area: costituiscono l’organismo
rappresentativo del processo di costruzione partecipata del piano di zona, al quale prendono parte i
diversi attori sociali, pubblici e privati, operanti nell’Ambito territoriale.
Il Tavolo è dunque un elemento che è funzionale alla realizzazione del processo pianificatorio
e, in particolar modo, alla lettura dei bisogni e alla individuazione delle priorità su cui intervenire.
È il luogo in cui si confrontano gli operatori dei servizi sociali territoriali e i soggetti del terzo
settore che operano nei vari settori di intervento e che hanno manifestato formale interesse a
49
parteciparvi, sottoscrivendo un patto di partecipazione dopo aver aderito all’avviso pubblico indetto
dall’Ambito.
La cabina di regia territoriale: di nuova costituzione, rappresenta l’organismo che assicura,
lungo l’intero triennio di attuazione del piano, il monitoraggio e la valutazione delle fasi attuative
del sistema nonché la partecipazione alle fasi di riprogrammazione. Di detto organismo fanno parte
le istituzioni pubbliche e le OO.SS. più rappresentative.
4.1 - Le scelte strategiche per l’assetto gestionale ed organizzativo dell’Ambito
4.1.1 - Il percorso di associazionismo intercomunale: scelta della forma giuridica – ruolo
dell’ente capofila, sistema degli obblighi e degli impegni reciproci
A distanza di circa nove anni da quando è iniziata l’esperienza associativa, è ormai un dato
acquisito che la gestione associata delle funzioni amministrative e la gestione unitaria dei servizi
costituiscono un punto di non ritorno e che sono i presupposti essenziali per l’attuazione degli
interventi previsti dal Piano Sociale di Zona, strumento attraverso il quale gli enti convenzionati
assicurano l’unicità di conduzione e la semplificazione di tutte le misure relative ai servizi sociali,
socio assistenziali e socio-sanitari, nonché il necessario impulso per il miglioramento degli
interventi sull'intero territorio.
La scelta della forma della convenzione, ai sensi dell’art. 30 del Dlgs 267/2000, è stata
confermata anche per il triennio 2014/2016 dai comuni, i quali enti hanno espresso la volontà di
gestire in forma associata il Piano Sociale di Zona, mediante:
a) la delega delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali al Comune di
Ostuni, che opera in luogo e per conto degli enti deleganti, in forza di delega avente validità
corrispondente alla prima annualità del Piano di Zona, da rinnovarsi alla scadenza mediante
espressa determinazione del Coordinamento Istituzionale;
b) La presenza
Istituzionale;
di
un
organismo
politico-istituzionale,
denominato
Coordinamento
c) la costituzione di un ufficio comune che rappresenta la struttura tecnico-amministrativa,
denominato Ufficio di Piano.
È stata quindi prevista la sottoscrizione di apposita convenzione, che ha per oggetto:
• l’esercizio coordinato della funzione sociale tra tutti i comuni che compongono l’Ambito
territoriale;
• la gestione in forma associata, su base di Ambito, dei servizi e delle attività previste nel
Piano di Zona per le Politiche Sociali. A tal fine, per la gestione degli stessi, la convenzione
stabilisce:
o modalità omogenee di erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali su base di
ambito, nonché conformi alle leggi ed alle indicazioni programmatiche;
o la razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse a disposizione per le attività
oggetto della convenzione, come definite nel Piano Sociale di Zona 2014-2016;
o la gestione in forma associata, su base di Ambito, degli interventi e dei servizi
previsti nel Piano di Intervento per l’Infanzia e nel Piano di Intervento per gli anziani
a valere sul Piano di Azione e Coesione 2013-2015, che costituiscono parte
integrante e sostanziale del Piano Sociale di Zona di Ambito territoriale.
50
La convenzione ha tuttavia operato una distinzione tra le funzioni del comune capofila e
quelle del comune delegato. Gli enti convenzionati hanno infatti individuato il Comune di Fasano
quale Comune capofila dell’Ambito territoriale sociale in quanto sede dell’omonimo Distretto
Socio-sanitario, mentre le funzioni di gestione e di rappresentanza legale dell’Ambito Territoriale
Sociale sono state delegate al Comune di Ostuni.
Al Comune capofila spettano le seguenti funzioni: essere sede del Coordinamento
Istituzionale e presiedere e convocare il Coordinamento Istituzionale.
Al Comune delegato è attribuita la responsabilità amministrativa e di gestione delle risorse
economiche, secondo gli indirizzi impartiti ed in conformità alle deliberazioni adottate dal
Coordinamento Istituzionale.
Il Comune delegato si configura quale ente strumentale dell’Associazione dei Comuni
dell’Ambito Territoriale di riferimento ed ha la rappresentanza legale dell’Associazione dei comuni.
Al Comune delegato, per far fronte a tutte le attività gestionali connesse all’attuazione del
Piano di Zona, è garantito il necessario supporto tecnico ed amministrativo per il tramite
dell’Ufficio di Piano.
4.1.2 - L’ufficio di piano: dotazione di risorse umane, ruoli e funzioni, i flussi informativi ed i
nessi procedurali tra udp e comuni
L’Ufficio di Piano è la principale struttura organizzativa dedicata alla gestione del Piano
sociale di Zona. La sua strutturazione è punto qualificante dell’azione amministrativa del governo
del sistema sociale e sociosanitario ed è fattore essenziale di efficacia del processo.
Nel corso del precedente ciclo di programmazione l’Ufficio di piano era sostanzialmente
costituito sotto forma di “ufficio unico”, fornito dal comune delegato, attraverso la propria
organizzazione interna degli uffici, imperniata sul settore Politiche sociali del comune di Ostuni.
Con la nuova convenzione per il triennio 2014/2016, sulla base della valutazione
dell’esperienza acquisita, i comuni associati hanno costituito un “ufficio comune” denominato
Ufficio di Piano, al quale sono assegnate da parte del comune delegato, che le individua all’interno
del proprio organico, risorse umane in numero adeguato a rispondere al fabbisogno di competenze
tecniche e di capacità professionali necessarie per svolgere efficacemente ed efficientemente le
funzioni e i compiti assegnati all’ufficio stesso.
Al vertice dell’Ufficio di Piano è stato previsto un organismo di direzione, alla cui
costituzione contribuiscono tutti i comuni dell’Ambito con personale esperto nelle funzioni
amministrative avente almeno qualifica direttiva, all’interno del quale le unità di personale,
impegnate ciascuna per almeno 18 ore settimanali, presidiano le seguenti funzioni:
N. 1 unità con responsabilità della funzione di programmazione e progettazione;
N. 1 unità con responsabilità della funzione di gestione tecnica e amministrativa
N. 1 unità con responsabilità della funzione finanziaria, contabile e di gestione dei contratti.
La individuazione del personale da assegnare all’organo di direzione dell’Ufficio di Piano è
effettuata con apposito provvedimento da parte dei comuni interessati entro la data di sottoscrizione
della convenzione.
La funzione di programmazione e progettazione, promuovendo ogni utile coordinamento e
raccordo operativo con il Servizio Sociale Professionale di Ambito, assicura il presidio delle
seguenti tre aree tematiche:
51
Area socio-sanitaria
Area socio-assistenziale
Area socio-educativa.
Il predetto raccordo operativo tra l’Ufficio di Piano ed il Servizio Sociale Professionale di
Ambito è esercitato anche a mezzo di una specifica figura di coordinatore, come prevista dal
Regolamento del Servizio Sociale Professionale di Ambito, alla cui individuazione provvede il
Coordinamento Istituzionale.
Con particolare riferimento all’area sociosanitaria alle attività dell’Ufficio di Piano partecipa,
in rappresentanza della Azienda Sanitaria, il Direttore del Distretto Sociosanitario o suo delegato, in
conformità a quanto previsto dall’art. 14 della Legge regionale 3 agosto 2006 n. 25 e relativo
regolamento attuativo n. 6/2011.
Per le attività connesse alla gestione dei servizi sovra-ambito, ove previste, se espressamente
assegnate alle Province, partecipa, altresì una unità tecnica con specifiche competenze del Servizio
Sociale della Provincia.
L’Ufficio di Piano, quale ufficio comune dell’Associazione dei Comuni dell’Ambito, ed
organo tecnico-strumentale della medesima, cura l’attuazione del Piano Sociale di Zona e ha le
seguenti competenze:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
predisporre gli atti per l’organizzazione e l’affidamento dei servizi, e la conseguente gestione
delle procedure individuate;
predisporre, con il supporto del Servizio Sociale Professionale di Ambito, i progetti per
l’attuazione del Piano di Zona;
predisporre gli atti finalizzati a realizzare il coordinamento delle azioni riferibili al Piano di
Zona;
organizzare, attraverso la rete del Segretariato Sociale di Ambito ed il Servizio Sociale
Professionale di Ambito, la raccolta delle informazioni e dei dati presso tutti i soggetti attuatori
dei servizi, al fine di realizzare il sistema di monitoraggio e valutazione;
predisporre tutti gli atti necessari all’assolvimento dell’obbligo di rendicontazione da parte del
Comune delegato, custode e affidatario del fondo complessivo dell’Ambito;
assicurare una interlocuzione unitaria e una rendicontazione periodica agli Uffici Regionali
sull’attuazione del PSdZ e gli adempimenti connessi ivi incluse la restituzione dei debiti
informativi;
elaborare, con l’apporto tecnico del Servizio Sociale Professionale di Ambito, proposte,
indicazioni e suggerimenti, da rivolgersi al Coordinamento Istituzionale, in tema di iniziative di
formazione e aggiornamento degli operatori, di gestione ed eventuale rimodulazione delle
attività previste dal Piano di Zona;
relazionare periodicamente, con cadenza almeno semestrale, al Coordinamento Istituzionale
sullo stato di attuazione del Piano di Zona, con l’indicazione del livello di attuazione e del grado
di soddisfazione dell’utenza;
curare l’esecuzione delle deliberazioni del Coordinamento Istituzionale;
esercitare le attività di controllo e vigilanza sui servizi e sulla uniforme applicazione dei
Regolamenti unici di Ambito
L’Ufficio di Piano, inoltre, è responsabile delle seguenti attività:
o
promozione, con l’apporto del Servizio Sociale Professionale di Ambito, dei processi
di integrazione tra i servizi istituzionali e le realtà locali interessate dal Piano Sociale di
Zona;
o
coinvolgimento, con il supporto del Servizio Sociale Professionale di Ambito, dei
soggetti pubblici e privati operanti nel campo delle politiche sociali in tutte le fasi di
lavoro;
52
o
o
o
o
o
supporto all’azione coordinata degli Uffici Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito, in
relazione alle finalità e agli obiettivi del Piano Sociale di Zona;
predisposizione di tutti gli atti e gli adempimenti a valenza sovracomunale, incluse le
attività di segreteria e di amministrazione;
predisposizione ed emissione di tutti gli atti di gestione finanziaria dei progetti del
Piano di Zona, compresi quelli necessari per la gestione corrente dell’Ufficio di Piano
medesimo (spese per il funzionamento, per l’acquisto di beni strumentali e di beni di
consumo etc);
aggiornamento periodico del Piano Sociale di Zona e progettazione di dettaglio, con
l’apporto tecnico del Servizio Sociale Professionale di Ambito, in applicazione degli
indirizzi regionali e/o di specifiche esigenze territoriali;
svolgimento, con il supporto del Segretariato Sociale Professionale di Ambito, di
azioni informative, pubblicitarie e di sensibilizzazione per amministratori, operatori
sociali e sanitari, scuole, famiglie, cittadini, etc.
4.1.3 - Le connessioni funzionali tra UdP, servizio sociale professionale e welfare di accesso
La convenzione costitutiva dell’Ambito ha previsto espressamente che tra l’Ufficio di Piano
ed il Servizio Sociale Professionale di Ambito il raccordo operativo possa essere esercitato anche a
mezzo di una specifica figura di coordinatore, la quale peraltro era stata già prevista dal
Regolamento del Servizio Sociale Professionale di Ambito.
Trattasi di una scelta coerente con il Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 che ha
previsto l’obiettivo tematico di “Strutturare e potenziare un sistema di accesso a livello di Ambito
territoriale capace di garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della
domanda e presa in carico” per il quale, tra le azioni da realizzare, ha contemplato la
“individuazione di un coordinatore del servizio di Ambito”, il quale è indubbiamente riferito al
Servizio Sociale Professionale, l’unico che ha competenza in materia di prima informazione,
accoglienza, orientamento e presa in carico del cittadino che si rivolge al servizio sociale.
Il vigente regolamento del Servizio Sociale Professionale di Ambito prevede che il
Coordinatore svolge le seguenti funzioni:
• coordina, sotto il profilo tecnico, il Servizio con iniziative e proposte che favoriscano il raccordo
e la integrazione fra tutti i servizi che lo costituiscono, nonché fra questi e l’Ufficio di Piano;
• promuove periodici incontri plenari del Servizio Sociale Professionale di Ambito ovvero
incontri di area, come definite all’art. 3, quali strumenti per il raccordo e la integrazione fra i
servizi;
• fornisce all’Ufficio di Piano l’apporto tecnico nella predisposizione degli atti di
programmazione per l’attuazione del Piano di Zona;
• collabora con il Coordinatore dell’Ufficio di Piano alla verifica della funzionalità del Servizio,
attraverso il coinvolgimento adeguato di tutti gli assistenti sociali in servizio, anche ai fini di
conseguire e mantenere nel tempo una corretta ripartizione dei carichi di lavoro. A tal fine
effettua un monitoraggio periodico relativo all’attuazione di quanto previsto agli artt. 6 e 7;
• collabora con il Segretariato Sociale nella raccolta delle informazioni e dei dati presso tutti i
soggetti attuatori di servizi, al fine di realizzare il sistema di monitoraggio e valutazione;
• fornisce all’Ufficio di Piano l’apporto tecnico per l’elaborazione di proposte, indicazioni e
suggerimenti da rivolgersi al Coordinamento Istituzionale in tema di iniziative di formazione e
aggiornamento degli operatori, di gestione ed eventuale rimodulazione delle attività previste dal
Piano di Zona;
53
•
•
•
collabora con l’Ufficio di Piano nelle attività di controllo e vigilanza sui servizi;
fornisce l’ausilio tecnico all’Ufficio di Piano nella promozione dei processi di integrazione tra i
servizi istituzionali e le realtà locali interessate al Piano di Zona;
favorisce, in seno all’Ufficio di Piano, l’azione di coordinamento dei programmi degli Uffici
Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito, in relazione alle finalità e obiettivi del Piano di Zona”.
4.2 - La governance per la programmazione sociale
Con la riforma introdotta dalla legge quadro 328/2000, l’attuale sistema di welfare è
impostato come un sistema a responsabilità condivise, alimentato dall’intervento coordinato dei
diversi attori istituzionali e sociali presenti sul territorio.
I Comuni sono gli attori principali del sistema, ai quali è affidata la titolarità della funzione
amministrativa ed il ruolo di regia e coordinamento dell’azione relativa all’organizzazione del
sistema locale dei servizi.
Il sistema locale dei servizi è costituito dalla rete integrata degli interventi e dei servizi sociali
e dei servizi socio-sanitari, per cui il processo di programmazione richiede il perseguimento di
obiettivi di integrazione tra gli attori istituzionali del territorio che sono chiamati a collaborare alla
programmazione e all’organizzazione del sistema locale dei servizi, fra i quali svolge un ruolo
fondamentale la ASL.
Il Piano regionale ha definito nel dettaglio anche le modalità e gli strumenti per assicurare la
partecipazione dei cittadini alla realizzazione del sistema integrato dei servizi e ai processi di
elaborazione delle politiche sociali. In tale contesto le organizzazioni del privato sociale
rappresentano uno dei pilastri fondamentali del processo di riforma in atto nel nostro sistema di
welfare.
L’Ambito Territoriale ha istituito e disciplinato gli strumenti destinati alla concertazione e coprogettazione, nonché alla valutazione dell’efficacia e della qualità dei servizi erogati.
4.2.1 - Il ruolo degli altri soggetti pubblici
Il sistema di welfare che si sta costruendo negli ultimi anni in Italia si configura come un
sistema a responsabilità condivise che necessita dell’intervento coordinato dei diversi attori
istituzionali e sociali presenti sul territorio.
In questo contesto, oltre che i comuni e la ASL, tra gli altri soggetti pubblici coinvolti nel
processo di programmazione di un piano di zona, c’è da annoverare anche la Provincia che, come
previsto dalla convenzione costitutiva dell’Ambito, è chiamata nell’Ufficio di Piano ogni qual volta
ci sia da progettare interventi a carattere sovra-ambito.
Sul territorio dell’Ambito sono anche presenti due aziende di servizi alla persona (ASP, a
Fasano), operanti l’una nell’area dei minori e l’altra nell’area della non autosufficienza, le quali
hanno in corso un interessante processo di fusione. In prospettiva potrà essere utile un confronto
con il nuovo soggetto che sta per nascere per stabilire rapporti di collaborazione e di partenariato,
più stringenti rispetto a quelli del passato.
Il rapporto tra i Servizi Sociali e il Tribunale per i Minorenni è fondamentale ed è, in questo
periodo di mutamenti dell’istituto familiare e di forte complessità nella gestione dei singoli casi,
importante. È necessario stabilire forme di comunicazione e collaborazione più stretta e un
54
coinvolgimento più organico e dialettico con il Servizio Sociale Professionale dei Comuni, al quale
va riconosciuto un ruolo che non può essere ridotto a quello di meri esecutori di disposizioni
giudiziarie.
Con l’Ufficio Esecuzioni Penale Esterna (UEPE) e l’Ufficio Servizi Sociali per Minorenni
(USSM) il rapporto dei Servizi Sociali è consolidato, anche per la loro presenza periodica e costante
presso i Comuni. Si prevedono nuove forme di collaborazione.
La complessità dei rapporti di lavoro odierni e dei contratti atipici e la necessità di mettere in
atto processi di inclusione attiva rendono necessaria la collaborazione con il Centro per l’Impiego
e lo scambio di informazioni continue. Così come è importante avere la possibilità di accesso, in
forme controllate e vigilate, alle informazioni dell’INPS.
Con le scuole è in atto da tempo un percorso di collaborazione che ha portato a significative
attività (soprattutto in ambito formativo) e a percorsi di condivisione nel recupero scolastico.
4.2.2 - Il consolidamento dei rapporti con la ASL ed il Distretto socio sanitario
Il conseguimento dell’obiettivo di una maggiore integrazione tra il sociale e il sanitario, lungi
dall’essere raggiungibile come risultato del rispetto di una normativa o dell’ossequio ad atti di
indirizzo regionali, è un processo lungo e faticoso che coinvolge i responsabili istituzionali, i singoli
servizi ed i rispettivi responsabili, nonché gli operatori dei servizi.
Nel corso degli ultimi anni il processo di integrazione è andato avanti, anche se non in
maniera lineare, e molta strada c’è ancora da compiere.
Nel nostro Ambito già da qualche anno sono stati sottoscritti protocolli operativi e d’intesa in
settori vitali per l’integrazione socio-sanitaria, quali la organizzazione della Porta Unica di Accesso
e UVM e l’attivazione della equipe multidisciplinare integrata per la presa in carico delle situazioni
di maltrattamento e violenza.
Da ultimo, in un incontro ufficiale, è stata fatta recentemente una ricognizione congiunta tra
Coordinamento Istituzionale, Ufficio di Piano, Direzione del Distretto e Direzione di Area Sociosanitaria della ASL, per definire gli argomenti da affrontare e risolvere con un preciso cronoprogramma, fra i quali ve ne sono di rilevanti come la condivisione di protocolli operativi per la
presa in carico congiunta nelle aree delle dipendenze e della salute mentale, per i procedimenti di
dimissioni ospedaliere protette, per la programmazione congiunta dell’utilizzo della rete delle
strutture socio-sanitarie (contrattualizzazioni, spesa per gli inserimenti, utilizzo di strutture
pubbliche, revisione dei protocolli operativi o delle procedure adottate, circolarità delle
informazioni, ecc.).
È un obiettivo impegnativo che vedrà coinvolta, ad ogni livello, la parte istituzionale e la parte
tecnico-gestionale di entrambi i soggetti istituzionali, nella prospettiva di ridurre progressivamente
la distanza tra il “mondo” del sociale ed il “mondo” del sanitario e pervenire ad una reale
integrazione, per la costruzione di un sistema integrato, pur nel rispetto delle distinte funzioni e
della mission di ciascuno.
In tale ottica una tappa importante è stata costituita dall’accordo di programma per le cure
domiciliari integrate, che è stato sottoscritto nell’ambito della programmazione delle risorse –primo
stralcio- del PAC anziani.
55
4.2.3 - Il ruolo della cittadinanza sociale
La cittadinanza sociale ha fondamento su principi condivisi: eguaglianza, imparzialità,
trasparenza, diritto di scelta, personalizzazione degli interventi.
Sono concetti che nella attuale società tecnologica hanno bisogno di essere sostanziati da una
adeguata informazione, senza la quale non è pensabile vi possa essere una reale partecipazione,
come è anche emerso, non casualmente, nei tavoli di concertazione.
La prima esigenza da soddisfare, in termini di obiettivi da raggiungere, è rappresentata dal
tendere alla costruzione di un nuovo e forte rapporto fra cittadini e istituzioni, poiché la distanza
produce disorientamento e demotivazione al coinvolgimento, alla partecipazione sociale, alla vita di
comunità.
Occorre pertanto costruire un rapporto basato su informazioni chiare, su percorsi di cura
definiti, su procedure visibili e percorribili. Le carte dei servizi assolvono a questo ruolo, anche se
non in modo esclusivo.
L’Ambito è già dotato di un sito web, all’interno del quale è presente la carta dei servizi
insieme a molte altre informazioni: occorrerà potenziare questi strumenti e, in prospettiva, renderli
interattivi.
Un ruolo importante per lo sviluppo di una cittadinanza sociale lo svolgono le associazioni e
il variegato mondo del volontariato, che l’Ambito mira a coinvolgere nelle diverse fasi di
progettazione e di realizzazione dei servizi, garantendo il diritto all’informazione.
Particolare rilevanza avrà la Cabina di regia, all’interno della quale sono presenti le forze
sindacali e il terzo settore, oltre che l’Ambito.
56
Capitolo V
LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO DEGLI INTERVENTI DI PIANO
5.1 Le schede di progetto per gli interventi previsti e gli obiettivi di servizio
57
58
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO – EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
PAC INFANZIA – ASILO NIDO CISTERNINO
Annualità:
2014 ⌧
2013
AMBITO DI
2015 ⌧
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale:
⌧ ambito
Obiettivo di servizio:
⌧ SI
Numero progressivo:
1.1
NO
Denominazione servizio/intervento:
Art. del r.r. 4/2007:
⌧ comunale
Asilo nido – Comune di Cisternino
53
Importo totale programmato: € 94.000,00
di cui € 23.000,00 quale quota di cofinanziamento da parte del Comune di Cisternino
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: concessione)
È prevista una gara unica di Ambito per l’affidamento in concessione del servizio, distinta per lotti, come da
programma PAC.
Tipologia di utenti:
minori di età dai 3 ai 36 mesi
N° medio annuo previsto di utenti:
30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi di una scheda intervento del programma PAC Infanzia, che ne utilizza le risorse nella quota
parte destinata ad ampliare l’offerta dei servizi per l’infanzia del Comune di Cisternino.
L'obiettivo mira ad ampliare i posti nido autorizzati nel Comune di Cisternino ed a sostenere l'avvio
della gestione dell'asilo nido comunale per n. 30 posti, previa istituzione dello stesso ed espletamento di
formale gara per l'affidamento in concessione a terzi, ai sensi dell'art. 30 comma 2 del Codice degli Appalti,
rivolta a cooperative sociali, ovvero a soggetti come individuati al comma 2 dell'art. 21 R.R. n. 4/2007
“soggetti privati che operino nell'ambito dei servizi alla persona o alla comunità”, che abbiano un'esperienza
almeno triennale nei servizi per l'infanzia. Si intende assicurare agli utenti tariffe inferiori a quelle che
risulterebbero dalla somma del costo del servizio e dell'ordinario utile d'impresa. Il costo del servizio è
determinato, tenendo conto del numero dei posti, sulla base dell'analisi dei costi standard per la
determinazione delle tariffe regionali di riferimento per posto/bambino al giorno, in relazione alla diverse
fasce di età, per il servizio asilo nido, di cui all'allegato B della deliberazione G.R. n. 901 del 09.05.2012.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L'asilo nido, dovendo essere autorizzato al funzionamento, deve possedere tutti i requisiti previsti dal R.R. n.
4/2007, compreso quello del personale destinato al loro funzionamento: coordinatore pedagogico, educatore
professionale, personale servizi generali, responsabile amministrativo, cuoco.
59
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO – EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
PAC INFANZIA – ASILO NIDO FASANO - AMPLIAMENTO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale:
⌧ ambito
Obiettivo di servizio:
⌧ SI
Numero progressivo:
1.2
NO
Denominazione servizio/intervento:
Art. del r.r. 4/2007:
⌧comunale
Asilo nido – Comune di Fasano
53
Importo totale programmato: € 229.624,00
di cui € 57.000,00 quale quota di cofinanziamento da parte del Comune di Fasano
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: concessione)
È prevista una gara unica di Ambito per l’affidamento in concessione del servizio, distinta per lotti, come da
programma PAC.
Tipologia di utenti:
minori di età dai 3 ai 36 mesi
N° medio annuo previsto di utenti: 50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi di una scheda intervento del programma PAC Infanzia, che ne utilizza le risorse nella quota parte
destinata ad ampliare l’offerta dei servizi per l’infanzia del Comune di Fasano.
L'obiettivo mira all'ampliamento e miglioramento dell'asilo nido comunale di Fasano ed a sostenere la gestione
dell'asilo nido comunale per n. 50 posti, previo espletamento di gara d'appalto per l'affidamento in concessione,
riservata a cooperative sociali ovvero a soggetti privati come previsto al comma 2 dell'art. 21 R.R. n. 4/2007 che
abbiano un'esperienza almeno triennale di gestione di servizi all'infanzia. L'intervento è mirato al mantenimento
dell'attuale livello di servizio attuando un incremento del livello tariffario a carico dell'utenza per riportarlo ai valori di
riferimento praticati sul territorio dell'Ambito. Sarà inoltre incrementata l'offerta complessiva mediante l'ampliamento
della fascia oraria per 20 utenti che sarà estesa fino alle ore serali (dalle ore 16,00 alle ore 20,00), con particolare
riferimento alla fascia lattanti, in quanto rispondente ad una espressa e specifica domanda dell’utenza. Per il calcolo
delle diverse voci di spesa del servizio sono stati assunti quali parametri quelli rivenienti dall'analisi dei costi standard
per la determinazione delle tariffe regionali di riferimento per posto/bambino al giorno, in relazione alla diverse fasce di
età, per il servizio asilo nido, di cui all'allegato B della deliberazione G.R. n. 901 del 09.05.2012.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L'asilo nido, dovendo essere autorizzato al funzionamento, deve possedere tutti i requisiti previsti dal R.R. n. 4/2007,
compreso quello del personale destinato al loro funzionamento: coordinatore pedagogico, educatore professionale,
personale servizi generali, responsabile amministrativo, cuoco.
60
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO – EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
PAC INFANZIA – ASILO NIDO OSTUNI - AMPLIAMENTO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale:
⌧ ambito
Obiettivo di servizio:
⌧ SI
Numero progressivo:
1.3
NO
Denominazione servizio/intervento:
Art. del r.r. 4/2007:
⌧ comunale
ASILO NIDO – Comune di Ostuni
53
Importo totale programmato: € 247.250,00
di cui € 162.250,00 quale quota di cofinanziamento da parte del Comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: concessione)
È prevista una gara unica di Ambito per l’affidamento in concessione del servizio, distinta per lotti, come da
programma PAC.
Tipologia di utenti:
minori di età dai 3 ai 36 mesi
N° medio annuo previsto di utenti:
60
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi di una scheda intervento del programma PAC Infanzia, che ne utilizza le risorse nella quota parte
destinata ad ampliare l’offerta dei servizi per l’infanzia del Comune di Ostuni.
L'intervento è mirato all'estensione dell'orario di apertura dell'asilo nido comunale di Ostuni con un incremento
di 4 ore giornaliere, attuando il prolungamento dell'orario dalle 14,30 alle 18,30 ed il funzionamento del servizio anche
nel mese di agosto, previo espletamento di gara d'appalto per l'affidamento in concessione, riservata a cooperative
sociali ovvero a soggetti privati come previsto al comma 2 dell'art. 21 R.R. n. 4/2007 che abbiano un'esperienza
almeno triennale di gestione di servizi all'infanzia. La concessione prevederà la corresponsione di un prezzo a sostegno
della gestione complessiva, in considerazione della necessità di assicurare agli utenti tariffe inferiori a quelle rivenienti
dalla somma del costo del servizio e dell'ordinario utile d'impresa. La spesa imputabile alle risorse PAC comprende i
costi di gestione e del personale educativo ed ausiliario calcolati per il funzionamento di tre sezioni (relativamente
all'ampliamento orario) sulla base dell'analisi dei costi standard per la determinazione delle tariffe regionali di
riferimento per posto/bambino al giorno per il servizio asilo nido, in relazione alla diverse fasce di età, per il servizio
asilo nido, di cui all'allegato B della deliberazione G.R. n. 901 del 09.05.2012.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L'asilo nido, dovendo essere autorizzato al funzionamento, deve possedere tutti i requisiti previsti dal R.R. n. 4/2007,
compreso quello del personale destinato al loro funzionamento: coordinatore pedagogico, educatore professionale,
personale servizi generali, responsabile amministrativo, cuoco.
61
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO – EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
PAC INFANZIA – CENTRO LUDICO OSTUNI
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 1.4
Denominazione servizio/intervento: Centro ludico prima infanzia - Ostuni
Art. del r.r. 4/2007:
90
Importo totale programmato: € 95.160,00
di cui € 13.760,00 quale quota di cofinanziamento da parte del Comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: concessione)
Tipologia di utenti:
minori di età dai 3 ai 36 mesi
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi di una scheda intervento del programma PAC Infanzia, che ne utilizza le risorse nella quota
parte destinata ad ampliare l’offerta dei servizi per l’infanzia del Comune di Ostuni.
L’intervento consiste nell’incrementare l'offerta complessiva dei servizi per la prima infanzia mediante
l'ampliamento della fascia oraria di apertura del centro ludico per la prima infanzia in favore di 30 utenti da
12 a 36 ore settimanali, nonché un incremento dell'utenza pari ad ulteriori 20 bambini per 36 ore settimanali,
previo espletamento di gara d'appalto per l'affidamento in concessione, riservata a cooperative sociali
ovvero a soggetti privati come previsto al comma 2 dell'art. 21 R.R. n. 4/2007 che abbiano un'esperienza
almeno triennale di gestione di servizi all'infanzia. E’ prevista la corresponsione di un prezzo, quale
contributo alla gestione in concessione, in considerazione della necessità di assicurare agli utenti tariffe
inferiori a quelle derivanti dalla somma del costo del servizio e dell'ordinario utile d'impresa. Il
prezzo/contributo per la gestione è stato calcolato tenendo conto, a stima, dell’incremento delle ore
settimanali di prestazione di servizio, pari a 24 ore, per il costo di 3,5 educatori, il cui costo orario è pari ad €
20,50 con riferimento al CCNL dipendenti di cooperative.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Il centro ludico per la prima infanzia deve possedere tutti i requisiti previsti dal R.R. n. 4/2007, compreso
quello del personale destinato al loro funzionamento: coordinatore pedagogico, educatori professionale,
personale servizi generali.
62
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO – EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
PAC INFANZIA – MIGLIORAMENTO QUALITA’ ASILI NIDO
FASANO - OSTUNI
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015 ⌧
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
⌧ comunale
NO
Numero progressivo: 1.5
Denominazione servizio/intervento: asilo nido – Fasano - Ostuni
Art. del r.r. 4/2007:
53
Importo totale programmato: € 124.254,00
di cui: € 69.754,00 per il Comune di Fasano
€ 54.500,00 per il Comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: appalto di lavori e forniture)
Tipologia di utenti:
minori di età dai 3 ai 36 mesi
N° medio annuo previsto di utenti:
110
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi di una scheda intervento del programma PAC Infanzia.
L'obiettivo è il miglioramento della qualità del servizio con l’adeguamento funzionale degli asili nido
comunali già funzionanti di Ostuni e Fasano, per migliorarne le condizioni ambientali ed il comfort
complessivo delle relative strutture, al fine di sfruttarne gli spazi per un arco giornaliero più esteso e fornire
le condizioni per un ulteriore incremento dell’utenza. L’intervento consisterà per la struttura del Comune di
Fasano nella sostituzione degli infissi e l’adeguamento dell’impianto termico, con sostituzione del generatore
di calore e del bruciatore, mentre per la struttura del Comune di Ostuni nella sostituzione degli infissi,
nonché l’acquisto di arredi per migliorare la fruibilità degli spazi esterni ed interni. L’affidamento dei lavori
e forniture sarà oggetto di asta pubblica con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizi
63
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
SERVIZI CONCILIAZIONE VITA – LAVORO – PIANO DEI TEMPI
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 2
Denominazione servizio/intervento: Piano dei tempi e degli spazi – STUDIO DI FATTIBILITA’
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 24.844,00
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Minori e famiglie
________________________________________________________
N° medio annuo previsto di utenti:
____
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi della prosecuzione delle attività previste, nel precedente ciclo di programmazione, dal Piano
dei tempi e degli spazi e finanziate nell’ambito dell’azione sperimentale. Le attività sono state avviate nelle
scuole di Cisternino e di Fasano (progetto Piedibus) e saranno concluse nel corso del corrente anno
scolastico.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
64
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 3
Denominazione servizio/intervento: Pronto intervento sociale
Art. del r.r. 4/2007:
85
Importo totale programmato: € 3.000,00
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Minori, vittime di violenza, adulti in difficoltà in situazione di
emergenza
N° medio annuo previsto di utenti:
5
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il servizio di Pronto Intervento Sociale è stato istituito dall’Ambito con delibera del Coordinamento
Istituzionale n. 9/2012, che ne ha approvato il disciplinare. E’ stato avviato nel luglio 2012.
È basato sulla reperibilità di un assistente sociale anche nelle ore di chiusura dei servizi comunali,
quindi prevalentemente nelle ore pomeridiane e notturne e su una convenzione con associazioni di
volontariato, per interventi di supporto all’assistente sociale, alle quali è riconosciuto un rimborso spese.
Coerentemente con le indicazioni del Piano regionale, è prevista entro l’anno 2014 la redazione di un
regolamento unico di Ambito per la concessione di contributi economici straordinari, soprattutto quelli
collegati con le situazioni di emergenza.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistente sociale.
Operatori volontari.
Vigile urbano
65
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE PRONTO INTERVENTO SOCIALE – EMERGENZA ABITATIVA
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015 ⌧
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 4
Denominazione servizio/intervento: Pronto intervento sociale – Emergenza abitativa
Art. del r.r. 4/2007:
77 – 81 ter
Importo totale programmato: € 15.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare:convenzione con strutture)
Tipologia di utenti:
Adulti in difficoltà, immigrati
N° medio annuo previsto di utenti:
10
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’Ambito ha in corso una convenzione, che intende rinnovare, con una struttura autorizzata ai sensi
dell’art. 76 del R.R. 4/2007 (Alloggio sociale per adulti in difficoltà), l’unica nell’Ambito avente come
tipologia di intervento e di utenza l’accoglienza di adulti in situazione di emergenza o di difficoltà
temporanea.
In sede di rinnovo la convenzione sarà rivista nella parte riguardante le modalità di riconoscimento del
contributo finanziario.
In prospettiva, a decorrere dall’anno 2015, si prevede l’attivazione in Fasano di un centro di pronta
accoglienza di adulti a valenza di Ambito, in corso di realizzazione in virtù del finanziamento concesso sui
fondi FESR nell’ambito del Piano degli Investimenti 2010-2013 (Piano integrativo 2011 - azione 3.4.1).
Nel comune di Cisternino è prevista dal 2015 la disponibilità di tre mini-alloggio sociali per i quali
saranno valutate la condizioni per un loro utilizzo con destinazione di pronto intervento sotto il profilo
dell’emergenza abitativa.
L’integrazione al piano degli investimenti di Ambito in seguito alla riapertura dei termini del bando
per la misura FESR 3.2.1 ha previsto la realizzazione in Cisternino di un centro notturno per persone senza
fissa dimora.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Educatore.
66
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 5
Denominazione servizio/intervento: Inclusione socio-lavorativa
Art. del r.r. 4/2007:
102
Importo totale programmato: € ==
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Adulti con problematiche sociali
N° medio annuo previsto di utenti:
60
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Coerentemente con quanto previsto dal Piano regionale (par. 2.3.2 Contrastare le povertà con percorsi
di inclusione attiva), l’Ambito intende privilegiare il ricorso ai fondi dedicati all’inclusione sociale sia statali
che della UE, attesi già per l’anno 2014.
L’Ambito ha già sperimentato nel precedente ciclo di programmazione il ricorso all’utilizzo delle
borse lavoro sociali, con la destinazione di risorse anche cospicue, attraverso interventi che sono stati
realizzati anche sulla base di un protocollo d’intesa con la Provincia di Brindisi – Settore Politiche attive del
lavoro e con il Centro Territoriale per l’Impiego. L’Ambito è anche diventato “soggetto attuatore” per i
percorsi di tirocinii formativi, per cui il bagaglio dell’esperienza precedente sarà utile per attivare con
immediatezza i percorsi di inclusione socio-lavorativa, con progetti personalizzati di intervento, appena
saranno attribuite le risorse che recenti iniziative governative centrali hanno preannunciato.
Nell’anno 2013 sono stati realizzati dall’Ambito 67 percorsi di inclusione socio-lavorativa. Si prevede
di realizzarne nell’anno 2014 almeno 60.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
67
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE DI AMBITO
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
⌧ comunale
NO
Numero progressivo: 6
Denominazione servizio/intervento: Servizio Sociale Professionale di Ambito
Art. del r.r. 4/2007:
86
Importo totale programmato: € 533.516,00
Di cui: € 198.000,00 da risorse del Fondo Unico di Ambito;
€ 336.216,00 da risorse a gestione autonoma dei bilanci comunali
All’importo corrispondente a quanto programmato nella scheda finanziaria sono da aggiungere le risorse previste per
l’intero welfare di accesso: segretariato sociale, PUA, sportello immigrati, in quanto gli assistenti sociali che vi
operano sono parte integrante del Servizio Sociale Professionale di Ambito.
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare _____________________________________________)
Tipologia di utenti:
La popolazione dell’Ambito
N° medio annuo previsto di utenti:
circa 4.000
Il numero medio di utenti è stato calcolato tenendo conto dell’intera platea di utenti del welfare di accesso. Il Servizio
Sociale Professionale ha in carico mediamente circa un migliaio di utenti (dati monitoraggio 2013).
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Nel precedente ciclo di programmazione si era posto l’obiettivo di costruire un
servizio operativo in una logica di Ambito, avendo come riferimento 18 figure
professionali in totale (tra assistenti sociali comunali e dell’Ambito operanti nel
welfare di accesso). Il Servizio Sociale Professionale di Ambito (SSPA) è stato
effettivamente istituito con l’approvazione di un apposito regolamento, approvato
con delibera C.I. n. 28 del 29.12.2010.
Obiettivo del P.d.Z. per l’anno 2014 è quello di rafforzare la “visione” di Ambito del Servizio, in
direzione sia della maggiore integrazione sul piano territoriale, in una logica che superi la dimensione dei
confini comunali, sia della maggiore integrazione fra le figure professionali, che, a prescindere dalla diversa
tipologia contrattuale, superi la dimensione dell’”appartenenza” (al comune, all’Ambito, ad uno specifico
servizio, ecc.), al fine di potenziare l’efficacia dei servizi utilizzando al meglio le risorse professionali ed
68
umane disponibili. Non è da escludere, da questo punto di vista, una rivisitazione del regolamento del
servizio, sulla scorta dell’esperienza acquisita nel corso degli anni.
Il SSPA per l’anno 2014 potrà contare su 15 assistenti sociali, così distinti:
•
n. 6 dipendenti comunali (1 Cisternino, 3 Fasano, 2 Ostuni)
•
n. 9 reclutati dall’Ambito, con contratto di collaborazione.
Rispetto all’obiettivo di servizio regionale (1 ass. soc. ogni 5.000 abitanti), in base al quale il livello
ottimale sarebbe rappresentato da 16,5 assistenti sociali, l’Ambito per l’anno 2014 si situa ad un livello
leggermente inferiore, che non esclude un miglioramento da conseguire nel corso del triennio di attuazione
2014-16, in quanto il valore target assegnato all’obiettivo di servizio regionale è riferito all’anno 2016.
Il risultato atteso già dall’anno 2014 è il potenziamento complessivo del sistema di accesso ai servizi,
attraverso un utilizzo più razionale del complesso delle risorse disponibili nell’ambito del consolidamento
della rete che è stata creata già a partire dal primo triennio di attuazione del Piano di Zona.
Sul piano organizzativo, ed in linea con le indicazioni contenute nel Piano regionale nonché nel
quadro degli obiettivi di servizio, la convenzione costitutiva dell’Ambito, approvata dal Coordinamento
Istituzionale con la delibera n. 1 del 3 febbraio 2014, ha previsto che la funzione di programmazione e
progettazione propria dell’Ufficio di Piano, promuovendo ogni utile coordinamento e raccordo operativo con
il Servizio Sociale Professionale di Ambito, assicura il presidio delle seguenti tre aree tematiche: Area sociosanitaria, Area socio-assistenziale, Area socio-educativa, per ciascuna delle quali è prevista la individuazione
di un referente. Il predetto raccordo operativo tra l’Ufficio di Piano ed il Servizio Sociale Professionale di
Ambito è esercitato anche a mezzo di una specifica figura di coordinatore, come prevista dal Regolamento
del Servizio Sociale Professionale di Ambito, alla cui individuazione provvede il Coordinamento
Istituzionale.
L’esperienza degli ultimi anni ha fatto rilevare la necessità di rafforzare il processo di integrazione tra
servizi sociali e servizi sanitari. Da questo punto di vista potrebbe essere utile la formalizzazione di uno
strumento tecnico che agevoli il processo di integrazione e costituisca luogo del confronto e della
elaborazione condivisa.
Si propone pertanto la costituzione di un tavolo tecnico dei servizi socio-sanitari, nel quale siano
presenti gli assistenti sociali dei servizi sociali e socio-sanitari, i responsabili dei servizi socio-sanitari e
l’Ufficio di Piano.
Per quanto riguarda gli strumenti professionali, nell’anno 2014 deve essere portato a regime l’utilizzo
della cartella sociale informatizzata da parte di tutti gli operatori.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
La figura professionale dell’assistente sociale è fornita dagli organici dei comuni dell’Ambito, nonché dai
contratti di collaborazione sottoscritti dall’Ambito.
69
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI ACCESSO – SEGRETARIATO SOCIALE
Annualità:
2013 2014 ⌧
2015 2016
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 7
Denominazione servizio/intervento: Segretariato sociale
Art. del r.r. 4/2007:
83
Importo totale programmato: € 107.000,00
La somma qui programmata integra quella indicata nella scheda n. 6 del Servizio sociale professionale di
Ambito, per le ragioni ivi esposte.
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare _____________________________________________)
Tipologia di utenti:
Cittadini che chiedono l’accesso ai servizi.
N° medio annuo previsto di utenti:
circa 2.500.
(dati monitoraggio 2013).
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il servizio è costituito nei tre comuni dell’Ambito sin dal primo triennio del Piano di Zona.
L’obiettivo, per l’anno 2014 in particolare ma anche per l’intero triennio di attuazione, è il suo
consolidamento e, possibilmente, il suo potenziamento con la creazione di un secondo sportello nel comune
di Fasano, a servizio delle frazioni.
Nell’anno 2014 si pone l’obiettivo di chiarire meglio la funzionalità del servizio nel contesto del
Servizio Sociale Professionale di Ambito (vedere in proposito le argomentazioni inserite nella scheda n. 6,
anche con riferimento alla revisione regolamentare), nonché la sua organizzazione complessiva, in termini
di orari di funzionamento, modalità operative, raccordo con gli altri servizi, ecc.
Il valore target dell’obiettivo regionale (un punto di accesso per comune) risulta già conseguito.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Un assistente sociale per ognuna delle tre postazioni del servizio.
70
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI ACCESSO – SPORTELLO IMMIGRATI
Annualità:
2013
2014 ⌧ 2015
2016
AMBITO DI FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 8
Denominazione servizio/intervento: Sportello integrazione socio-culturale immigrati
Art. del r.r. 4/2007:
108
Importo totale programmato: € 18.000,00
La somma qui programmata integra quella indicata nella scheda n. 6 del Servizio sociale professionale di
Ambito, per le ragioni ivi esposte.
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare _____________________________________________)
Tipologia di utenti:
Immigrati
N° medio annuo previsto di utenti:
120
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Lo sportello di Ambito opera all’interno del più generale servizio di segretariato sociale e PUA sin
dalla sua costituzione nel corso del primo triennio di programmazione. L’obiettivo immediato è quello del
suo consolidamento, sia con una maggiore integrazione con i punti della rete di segretariato sociale, sia
potenziando la presenza nei comuni anche a mezzo di convenzioni con soggetti del Terzo settore.
Da sviluppare l’informazione ed una maggiore integrazione operativa con i servizi di accesso della
ASL.
Nel comune di Cisternino è prevista tra la fine del 2014 ed il 2015 l’attivazione di un Centro
polifunzionale finanziato con i fondi del PON Sicurezza destinato ad attività in favore degli immigrati. Lo
Sportello Immigrati di Ambito integrerà la propria attività con quella dell’anzidetto Centro Polifunzionale
per realizzare una sinergia di risorse.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistente sociale
Mediatore linguistico e interculturale (da utilizzare in caso di necessità).
71
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DI ACCESSO – PORTA UNICA DI ACCESSO
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 9
Denominazione servizio/intervento: Porta unica di accesso
Art. del r.r. 4/2007:
3
Importo totale programmato: € 46.040,00
L’importo è riferito alle risorse del PAC Anziani. Nell’ambito delle risorse riportate nella scheda n. 6 – Servizio Sociale
Professionale è inclusa una quota parte di spesa per l’assistente sociale di Ambito destinato alla PUA-UVM.
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare _____________________________________________)
Tipologia di utenti:
la generalità dei cittadini
N° medio annuo previsto di utenti:
500
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La Porta Unica di Accesso opera nel nostro Ambito sin dal 2010, ma è stata oggetto di disciplina con
l’approvazione di apposito protocollo operativo (PUA ed UVM) solo nel 2011. L’Ambito vi ha destinato
stabilmente un assistente sociale (30 ore settimanali) ed una unità amministrativa.
Con la programmazione delle risorse del PAC Anziani sono state previste spese per il potenziamento
della PUA, con due schede progettuali riguardanti “Funzionamento e potenziamento della funzionalità delle
sedi PUA” e “Investimento in allestimenti e soluzioni innovative per la gestione”, le cui ricadute in termini
di maggiore efficienza e produttività ricadono direttamente sulla funzionalità della UVM (è prevista, per
esempio, la introduzione della cartella socio-sanitaria informatizzata, utile per la gestione dei Piani
Assistenziali Individualizzati, nonché la implementazione dei dati del SINA). È per questa ragione che la
spesa totale prevista dal programma PAC anno 2014, pari ad € 92.080,00=, è stata suddivisa a metà tra PUA
ed UVM nella programmazione finanziaria.
Tra gli obiettivi dell’intervento, nell’anno 2014, va collocato quello di verificare insieme alla direzione
del Distretto le condizioni per migliorare la funzionalità del protocollo operativo, nonché migliorare lo
scambio di informazioni fra servizi sociali e servizi sanitari, con la finalità di potenziare l’integrazione fra i
servizi.
Sostanzialmente ci si pone l’obiettivo di:
72
-
-
Migliorare il sistema di accoglienza della domanda, che sia in grado di offrire informazioni più
esaustive riguardanti la filiera dei servizi sanitari e socio sanitari territoriali.
Completare la mappatura dei servizi socio-sanitari (residenziali, semi residenziali e domiciliari)
presenti sul territorio;
Promuovere la presenza della PUA attraverso strumenti di pubblicizzazione cartaceo e
informatizzato (così come previsto in PAC anziani);
Migliorare la comunicazione e la collaborazione tra Ambito e Asl attraverso formazione, incontri
periodici e metodologia condivisa.
Migliorare l’organizzazione e la distribuzione delle competenze specifiche tra area sociale e area
sanitaria attraverso la ridefinizione dei ruoli delle risorse umane inserite in PUA, per una maggiore
efficienza ed efficacia delle attività svolte dagli operatori;
Utilizzare a pieno regime tutta la modulistica prevista dalle Linee guida regionali.
Predisporre un protocollo operativo per disciplinare le Dimissioni Ospedaliere Protette che possano
concretamente assicurare una presa in carico efficace del paziente sul territorio e nel proprio contesto
di vita.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L’accordo di programma sottoscritto tra l’Ambito ed il Distretto in data 3 dicembre 2013 per la
programmazione e realizzazione del servizio di Cure Domiciliari Integrate (CDI) ai fini dell’accesso alle
risorse del PAC ha previsto per la PUA la seguente composizione:
PERSONALE DI COMPETENZA DELL’AMBITO TERRITORIALE
Inquadramento
In organico
Da
individuarsi
(o
Ente di
N. ore
Profilo professionale
individuato)
mediante
provenienza
settimanali
procedure selettive
da individuarsi mediante
affidamento del servizio
N. 1 assist. sociale
30
individuato mediante procedure selettive
Ambito
N. 1 amministrativo
Profilo professionale
N. 1 assist. sociale
N. 1 amministrativo
Comune Ostuni
6
In organico
PERSONALE DI COMPETENZA DELLA ASL
Inquadramento
In organico
Da
individuarsi
(o
Ente di
N. ore
individuato)
mediante
provenienza
settimanali
procedure selettive
da individuarsi mediante
affidamento del servizio
ASL/BR
20
In organico
ASL/BR
6
In organico
Modalità
di
assegnazione
del personale
alla funzione
(es. ordine di
servizio, se in
organico)
ordine di servizio
ordine di servizio
Modalità
di
assegnazione
del personale
alla funzione
(es. ordine di
servizio, se in
organico)
Det. 13/67/112 del
11/8/2011
Det. 13/67/112 del
11/8/2011 ed ordine
di servizio
73
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRO DI ASCOLTO PER LE FAMIGLIE
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015 ⌧
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 10
Denominazione servizio/intervento: Centri di ascolto per le famiglie
Art. del r.r. 4/2007:
93
Importo totale programmato: € 20.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Famiglie, minori
N° medio annuo previsto di utenti:
850
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il Centro di ascolto per le Famiglie, attivo già dal primo triennio di programmazione, ha integrato la
sua mission orientandola, tra l’altro, alle esigenze del territorio.
La novità introdotta nel 2012 è stata quella che il Centro di ascolto per le famiglie diviene componente
fissa o minima dell’Equipe Multidisciplinare Integrata per la prevenzione, contrasto al maltrattamento e alla
violenza di genere, attraverso la presenza dell’assistente sociale.
Pertanto, il Centro di ascolto per le Famiglie quale punto di elaborazione, informazione, mutuo-aiuto
per le famiglie si interconnette con il Servizio Sociale Professionale comunale e con il servizio consultoriale.
L’integrazione tra il Centro e i suddetti servizi nasce dall’esigenza di offrire un concreto aiuto ai problemi
della vita familiare, alla difficoltà di conciliare impegni e di lavoro e di cura, a sostenere le giovani coppie e
le famiglie monogenitoriali nella gestione della loro quotidianità e nel contempo educativa, i genitori
temporaneamente in difficoltà, ecc….
Il riorientamento dei servizi rivolti alla famiglia riguarda le azioni tese a promuovere il benessere e
non solo prevenire e/o guarire gli stati di malessere.
Nell’ambito di una riflessione in cantiere, che potrebbe apportare delle modifiche in seno
all’esperienza maturata sino ad oggi, con riferimento alla presenza del Centro all’interno dell’Equipe
Multidisciplinare Integrata, è bene dare continuità agli obiettivi previsti nel triennio di programmazione
2010/2012, ovvero:
1.
affiancare le coppie nella costruzione di un nuovo progetto di vita;
74
2.
3.
4.
Valorizzare e sostenere le responsabilità familiari, rafforzando il ruolo genitoriale;
salvaguardare i diritti relazionali dei figli che crescono nella famiglia separata;
far acquisire comportamenti che mirano ad affrontare una separazione in maniera consapevole e
responsabile;
5.
promuovere la cittadinanza attiva;
6.
Sviluppare la collaborazione tra servizi pubblici, privati e terzo settore che operano nel campo delle
responsabilità familiari;
7.
promuovere costantemente iniziative volte al coinvolgimento delle famiglie.
Nel corso dell’anno 2013, per effetto della riprogrammazione del PdZ del ciclo 2010-2013, il
Centro di ascolto per le Famiglie è stato alimentato per le figure professionali di educatore e di
psicologo, dalla esternalizzazione del servizio “Servizi di supporto alla famiglia”, mentre la componente
assistente sociale è stata assicurata da una risorsa interna al Servizio Sociale Professionale di Ambito.
A decorrere dall’anno 2014 si ritiene di esternalizzare il servizio nella sua interezza, ripensandone
la organizzazione e le modalità di relazione con gli altri servizi, con l’obiettivo, come risultato atteso, di
mantenere i precedenti livelli di erogazione del servizio e di incrementarli con la previsione dello “spazio
neutro” e la mediazione familiare.
Da verificare la possibilità di accordi con le scuole, soprattutto in Cisternino, al fine di prevedere
una presenza programmata o a chiamata di operatori del Centro per la famiglia per attività di supporto
per situazioni di disagio degli alunni.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Equipe multiprofessionale: assistente sociale, psicologa/psicoterapeuta ed educatore professionale.
75
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI
Annualità:
AMBITO DI
2014 ⌧
2013
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 11
Denominazione servizio/intervento:
Art. del r.r. 4/2007:
Servizio di assistenza domiciliare – Educativa minori
87
Importo totale programmato: € 320.5000,00
di cui: € 275.500,00 da risorse del Fondo Unico di Ambito
€ 45.000,00 cofinanziamento del Comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare )
Tipologia di utenti:
Minori, minori disabili e famiglie
N° medio annuo previsto di utenti:
140 minori – 90 famiglie
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il servizio di Educativa domiciliare per minori, servizio innovativo avviato con il P.d.Z. del primo
triennio e avviato già nel 2009, svolge una funzione essenziale ed insostituibile come alternativa, là dove ve
ne siano le condizioni, all’inserimento in strutture residenziali o semiresidenziali, consentendo il
mantenimento del minore a domicilio ed il contemporaneo intervento di sostegno educativo in favore dei
genitori (Cfr. relazione sociale 2012 pag. 11).
Il servizio di educativa domiciliare effettua interventi di natura sociale ed educativa che vengono
assicurati presso il domicilio dei nuclei familiari con minori in grave svantaggio socio-educativo, relazionale
e culturale, in cui i genitori necessitano di aiuto e di supporto nello svolgimento e nello sviluppo delle
competenze educative.
Tali prestazioni si caratterizzano sia in senso preventivo a favore del minore, sia in termini di sostegno
diretto allo stesso ed alla famiglia al fine di salvaguardare e migliorare la qualità del rapporto tra genitori e
figli.
In coerenza con le finalità proprie del servizio, si intendono perseguire i seguenti obiettivi:
1. migliorare la relazione all’interno del nucleo familiare;
2. promuovere un processo di cambiamento reale della famiglia;
3. concorrere a rendere autonomo il nucleo familiare;
4. favorire l’integrazione e la socializzazione dei minori nel proprio ambiente di vita, attraverso
l’accesso alle strutture educative presenti sul territorio;
76
5. raggiungere un positivo inserimento nell’ambiente scolastico anche mediante un aiuto nello
svolgimento dei compiti.
Il progetto soddisfa in maniera integrata i bisogni di carattere domiciliare sia di tipo sociale che educativo e di
integrazione scolastica, anche in favore di disabili. Le principali attività previste sono quelle contenute nell’art. 87
del R.R. n. 4/2007, oltre che quelle miranti a conseguire i seguenti risultati:
1. favorire l’integrazione scolastica ed i processi di apprendimento;
2. favorire e potenziare le capacità individuali, le abilità operative personali, le predisposizioni naturali
verso particolari discipline;valorizzare e rafforzare le competenze genitoriali all’interno della famiglia;
3. ridurre lo stato di disagio del contesto familiare;
4. ridurre l’isolamento e favorire l’integrazione sociale.
Per il nuovo appalto del servizio si pone l’obiettivo di migliorarne gli aspetti organizzativi, soprattutto
nella relazione con gli altri servizi, compresi quelli scolastici.
Risultati attesi: potenziamento del servizio in termini di incremento delle ore di intervento sui nuclei
familiari e/o del numero dei beneficiari (+7% rispetto al 2013). Va comunque considerato che anche il
mantenimento dei livelli 2013 di erogazione del servizio (136 minori e 92 famiglie prese in carico) rispetto al
valore target dell’obiettivo di servizio (1 nucleo ogni 1000 nuclei familiari) rappresenta un ottimo risultato,
in quanto il valore target di riferimento dovrebbe essere pari ad 83 nuclei familiari.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Il servizio richiede principalmente la presenza di educatori professionali, eventualmente psicologi, oltre che
di operatori sociali ove necessari, tutti previsti dal capitolato d’appalto del servizio. È coordinato dal Servizio
Sociale Professionale.
77
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE INFANZIA E ADOLESCENZA
Annualità:
AMBITO DI
2014 ⌧
2013
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 12
Denominazione servizio/intervento:
Art. del r.r. 4/2007:
Buoni di servizio di conciliazione infanzia e adolescenza
altro
Importo totale programmato: € 442.802,00
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
altra modalità di gestione (specificare )
Tipologia di utenti:
Minori
N° medio annuo previsto di utenti:
gestione diretta con affidamento a terzi
e famiglie
80
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La misura denominata BUONI DI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE INFANZIA E
ADOLESCENZA ha l’obiettivo generale di favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e
differenziata su tutto il territorio regionale di servizi socio-educativi per l’infanzia e l’adolescenza, al fine di
promuovere e garantire il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno al ruolo educativo dei genitori e la
conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, nonché di sostenere l’iniziativa privata nell’erogazione di servizi
di cura. A tal fine, l’erogazione di buoni servizio di conciliazione in favore dei nuclei familiari di minori 017 anni per l’accesso ai servizi per la prima infanzia, l’infanzia e l’adolescenza, di cui al Reg. R. n. 4/2007 e
s.m.i., (asilo nido, sezione primavera, centro diurno socioeducativo per minori, centro ludico prima infanzia,
ludoteca, centro polivalente per minori servizi di educativa domiciliare per minori e per la prima infanzia,
servizi innovativi e sperimentali per la prima infanzia e servizi socioeducativi per il tempo libero) che
abbiano conseguito autorizzazione definitiva al funzionamento, è strumento per conseguire la sostenibilità
gestionale delle strutture e dei servizi attivi mediante il sostegno economico alla domanda da parte dei nuclei
familiari destinatari finali.
Per i criteri di ammissione si rimanda all'Avviso pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione
Puglia - n. 187 del 27-12-2012.
Obiettivo specifico dell’Ambito è quello di migliorare ed incrementare l’informazione riguardante
l’intervento in direzione dei potenziali destinatari e di incrementare l’utilizzo dei servizi per l’infanzia, fra
quelli eleggibili.
78
In particolare, soprattutto nel comune di Cisternino per il quale in sede di concertazione sono state
evidenziate esigenze specifiche di iniziative in favore dei minori e per la conciliazione dei tempi dei genitori,
devono essere valutate tutte le possibilità per incentivare il ricorso a servizi innovativi che favoriscano le
attività di tipo socializzanti e ludico-ricreative dei minori, comprese quelle sportive.
I risultati attesi riguardano:
l'accesso di un numero maggiore di minori ai servizi e alle strutture socio-educative con il perseguimento
del duplice obiettivo del benessere della persona e del nucleo familiare
il sostegno alla genitorialità e la prevenzione del disagio
la conciliazione vita-lavoro, con incremento dell'occupazione femminile
il miglioramento della qualità della rete dei servizi offerti sul territorio
l'utilizzo di un ventaglio più ampio di offerta dei servizi a carattere innovativo e caratterizzati da
maggiore flessibilità.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Personale amministrativo dell’UdP.
Il Segretariato sociale cura l'informativa.
79
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
AFFIDO FAMILIARE - EQUIPE
Annualità:
AMBITO DI
2014 ⌧ 2015
2013
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale:
⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio:
⌧ SI
NO
Numero progressivo:
13
Denominazione servizio/intervento:
Affido famigliare
Art. del r.r. 4/2007:
96
Importo totale programmato:
€ 6.286,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Minori - famiglie
N° medio annuo previsto di utenti:
28
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L'affidamento familiare si configura come un intervento di aiuto e sostegno al minore ed alla sua famiglia di
origine e rappresenta un segno concreto della possibilità di garantire i diritti fondamentali ai minori in difficoltà e di
sperimentare una cultura solidale sul territorio.
Il servizio attualmente è configurato come articolazione dell’attività dell’équipe multidisciplinare integrata
(protocollo operativo Ambito-ASL delibera C.I. n.10/2012).
Per l’anno 2014 l’Ambito si impegna nello specifico a realizzare il progetto presentato in seguito all’avviso
regionale di cui all’A.D. 650 del 4 luglio 2013, già finanziato dalla Regione, e che prevede il sostegno alla costituzione
di una Equipe dedicata per l’affido, per la quale la risorsa indicata nella presente scheda è la fonte di finanziamento.
Pertanto si pone l’obiettivo di pervenire in breve tempo al protocollo d’intesa con il Distretto socio-sanitario per
l’individuazione delle rispettive figure professionali da destinare all’équipe affido.
Più in generale, l’Equipe affido, nelle sue funzioni specifiche ed in conformità con i risultati attesi, deve:
1. integrare e potenziare le attività di promozione, sensibilizzazione e formazione diretta in particolar modo alle
famiglie costituenti la “banca dati” delle famiglie disponibili che, inevitabilmente dovrà essere potenziata,
aggiornata e comunicata ai servizi sociali periodicamente.
2. Creare gruppi di auto mutuo aiuto fra le famiglie componenti la banca dati e le famiglie affidatarie.
3. In coerenza con le precedenti programmazioni ma soprattutto con l’esperienza maturata in questi ultimi anni si
pone l’obiettivo di attivare almeno 3 affidamenti etero familiari full time poiché nella precedente esperienza si
sono attivati prevalentemente affidamenti part time a causa dell’assenza di famiglie disponibili ad altre forme
di affido più impegnative.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Equipe multiprofessionale: Assistente sociale, educatrice professionale, psicologo - psicoterapeuta
80
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
AFFIDO FAMILIARE – SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE
Annualità:
AMBITO DI
2014 ⌧
2013
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 14
Denominazione servizio/intervento: AFFIDO FAMILIARE
Art. del r.r. 4/2007:
96
Importo totale programmato: € 53.627,98
Cofinanziato come di seguito:
€ 35.627,98 Risorse del Fondo Unico di Ambito (Finanz. Regionale)
€ 10.000,00 Comune di Fasano
€ 7.000,00 Comune di Ostuni
€ 1.000,00 Comune di Cisternino
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Famiglie affidatarie
N° medio annuo previsto di utenti:
25
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il presente progetto destina le suindicate risorse al sostegno economico delle famiglie affidatarie nella
misura e nei casi previsti dal regolamento unico di ambito per l’accesso alle prestazioni sociali.
Sul piano operativo si tiene conto delle seguenti linee di indirizzo:
1. Preliminarmente alla definizione del PAI, e del relativo “patto di collaborazione” o “contratto”, nei quali
sono riportati l’entità del contributo e la periodicità della sua erogazione, occorre informare ed
interpellare l’Ufficio di Piano al fine di verificare la disponibilità delle risorse per l’intero periodo
dell’affido.
2. La misura del contributo, da stabilire entro i limiti massimi previsti dal regolamento per l’accesso ai
servizi, nei casi di affidamento parziale, è rapportata all’entità dell’impegno assunto dalla famiglia
affidataria e alla valutazione complessiva del singolo caso.
3. La periodicità di erogazione va definita di volta in volta sulla base della valutazione del singolo caso e,
soprattutto, in considerazione della durata dell’affido.
4. La liquidazione periodica del contributo da parte dell’UdP potrà avvenire solo in presenza di una
relazione dell’assistente sociale componente l’équipe che ha preso in carico l’affido, nella quale si
81
attesti che l’intervento, per il periodo considerato, è stato eseguito così come previsto nel PAI e sono
state rispettate le condizioni previste nel “patto”.
5. Eventuali esigenze del minore che comportino spese straordinarie devono essere preventivamente
concordate tra la famiglia affidataria e l’assistente sociale dell’équipe che ha in carico l’affido, la quale
potrà dare il proprio assenso solo dopo aver acquisito in proposito l’autorizzazione alla spesa da parte
dell’Ufficio di Piano.
L’onere del contributo da erogare alle famiglie affidatarie è ripartito a metà tra l’Ambito ed il comune
di residenza del minore.
Il finanziamento del progetto della presente scheda è dato dal contributo regionale concesso a seguito
dell’avviso regionale di cui all’A.D. 650 del 4 luglio 2013, oltre che dalle risorse a carico dei bilanci
comunali.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistente sociale case manager, equipe affido, Ufficio di Piano
82
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ADOZIONE FAMILIARE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 15
Denominazione servizio/intervento: Adozione familiare
Art. del r.r. 4/2007:
Importo totale programmato: € _______________
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Minori – Famiglie adottive – famiglie d’origine
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Si pone l’obiettivo di realizzare a breve, comunque entro l’anno 2014, la costituzione dell’Equipe adozioni,
in seguito alla sottoscrizione di apposita intesa con la ASL, come previsto dalle linee guida regionali in
materia di adozione, e come richiesta dall’Ambito sin dal maggio 2013, per la definizione di composizione,
ruolo e funzioni nelle diverse fasi dell’iter adottivo.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
83
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI PER MINORI (art. 52)
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale:
ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 16.1
Denominazione servizio/intervento: Centri diurni per minori (art. 52)
Art. del r.r. 4/2007:
52
Importo totale programmato: € 381.654,00
Di cui:
€ 6.126 a carico del bilancio autonomo Cisternino
€ 233.398 a carico del bilancio autonomo Fasano
€ 142.130 a carico del bilancio autonomo Ostuni
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Minori
N° medio annuo previsto di utenti:
115
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La spesa della presente scheda è destinata per i comuni di Cisternino e Fasano al pagamento delle rette
per l’inserimento dei minori nei centri diurni socio-educativi, mentre per il comune di Ostuni è destinata alla
spesa per l’affidamento della gestione di un centro socio educativo di proprietà comunale.
In sede di riprogrammazione per l’anno 2015 sarà valutata la fattibilità e sostenibilità, sul piano
economico, di una gestione associata, con valenza di Ambito, del centro diurno di Ostuni e di un centro
diurno del quale è prevista l’attivazione nel comune di Fasano (loc. Pezze di Greco).
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
84
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRO APERTO POLIVALENTE PER MINORI
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale:
⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio:
⌧ SI
NO
Numero progressivo:
16.2
Denominazione servizio/intervento:
Centro Aperto Polivalente per Minori
Art. del r.r. 4/2007:
104
Importo totale programmato:
€ 20.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: convenzione)
Tipologia di utenti:
Minori
N° medio annuo previsto di utenti:
10
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La spesa del progetto è riferita alla convenzione in atto con un servizio autorizzato nel comune di Cisternino, e
alla sua continuazione anche per l’anno 2014-15.
Il centro aperto polivalente è una struttura aperta alla partecipazione anche non continuativa di minori e di
giovani del territorio ed opera in raccordo con i servizi sociali d'Ambito e con le istituzioni scolastiche, attraverso la
progettazione e realizzazione di interventi di socializzazione ed educativo-ricreativi, miranti a promuovere il benessere
della comunità e contrastare fenomeni di marginalità e disagio minorile
Il centro realizza attività ludico-ricreative, di animazione extrascolastiche, rivolte a promuovere le relazioni tra
ragazzi, valorizzare le propensioni e gli interessi dei ragazzi.
Il Centro può organizzare, a titolo esemplificativo, attività quali:
• attività sportive;
• attività ricreative;
• attività culturali;
• momenti di informazione;
• laboratori ludico-espressivi e artistici; • vacanze invernali ed estive.
È possibile, altresì, l’accesso ai suddetti centri attraverso l’erogazione di”buoni servizio di conciliazione per
l’accesso ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza” al fine di favorire tariffe agevolate alla rete dei servizi.
Il risultato che si intende raggiungere è il graduale potenziamento numerico della presenza o delle convenzioni
con i centri aperti polivalenti di almeno n.1 per Comune dell’Ambito.
Per il 2015 da valutare la possibilità di sostenere o incentivare un servizio finalizzato di trasporto degli utenti.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Coordinatore della struttura tra le figure professionali dell'area socio-psico-pedagogica, educatori, educatori
professionali, assistenti sociali, animatori, altre figure qualificate, personale ausiliario.
85
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
UNITÀ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
Annualità:
AMBITO DI
2013
2014 ⌧
2015
2016
FASANO
PROVINCIA DI
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 17
Denominazione servizio/intervento: Unità di Valutazione Multidimensionale
Art. del r.r. 4/2007:
3
Importo totale programmato: € 46.040,00
L’importo è riferito alle risorse del PAC Anziani. Nell’ambito delle risorse riportate nella scheda n. 6 – Servizio Sociale
Professionale è inclusa una quota parte di spesa per l’assistente sociale di Ambito destinato alla PUA-UVM
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare _____________________________________________)
Tipologia di utenti:
I cittadini che chiedono l’accesso alle prestazioni socio-sanitarie
N° medio annuo previsto di utenti:
500
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La UVM, insieme ala Porta Unica di Accesso, opera nel nostro Ambito sin dal 2010, ma è stata
oggetto di disciplina con l’approvazione di apposito protocollo operativo (PUA ed UVM) solo nel 2011.
L’Ambito vi ha destinato stabilmente un assistente sociale (30 ore settimanali) ed una unità amministrativa.
Con la programmazione delle risorse del PAC Anziani sono state previste spese per il potenziamento
della PUA, con due schede progettuali riguardanti “Funzionamento e potenziamento della funzionalità delle
sedi PUA” e “Investimento in allestimenti e soluzioni innovative per la gestione”, le cui ricadute in termini
di maggiore efficienza e produttività ricadono direttamente sulla funzionalità della UVM (è prevista, per
esempio, la introduzione della cartella socio-sanitaria informatizzata, utile per la gestione dei Piani
Assistenziali Individualizzati, nonché la implementazione dei dati del SINA). È per questa ragione che la
spesa totale prevista dal programma PAC anno 2014, pari ad € 92.080,00=, è stata suddivisa a metà tra PUA
ed UVM nella programmazione finanziaria.
Tra gli obiettivi dell’intervento, nell’anno 2014, va collocato quello di verificare insieme alla direzione
del Distretto le condizioni per migliorare la funzionalità del protocollo operativo, nonché migliorare lo
scambio di informazioni fra servizi sociali e servizi sanitari, con la finalità di potenziare l’integrazione fra i
servizi. Si propone pertanto una revisione del protocollo operativo alla luce dell’esperienza delle annualità
precedenti.
86
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L’accordo di programma sottoscritto tra l’Ambito ed il Distretto in data 3 dicembre 2013 per la
programmazione e realizzazione del servizio di Cure Domiciliari Integrate (CDI) ai fini dell’accesso alle
risorse del PAC ha previsto per la UVM la seguente composizione:
Art. 15 – Il personale di riferimento per il funzionamento della UVM
Le parti contrattuali s’impegnano a mettere a regime l’Unità di valutazione multidimensionale (UVM),
peraltro già funzionante, assicurando le seguenti figure di riferimento, e fermo restando il coinvolgimento
ad hoc di specialisti richiesti dal profilo di salute dell’utente in valutazione:
COMPOSIZIONE UVM
Profilo professionale
N. 1 assist. sociale
N. 1 amministrativo
PERSONALE DI COMPETENZA DELL’AMBITO TERRITORIALE
Inquadramento
In organico
Da individuarsi (o individuato)
N. ore
Ente di provenienza
mediante procedure selettive
settimanali
da individuarsi mediante affidamento
del servizio
Ambito
30
Comune Ostuni
6
individuato mediante procedure selettive
In organico
Modalità
di
assegnazione
del
personale
alla
funzione
(es.
ordine
di
servizio,
se
in
organico)
ordine di servizio
ordine di servizio
PERSONALE DI COMPETENZA DELLA ASL
Profilo professionale
Ente di provenienza
N. ore
settimanali
Inquadramento
In organico
Da individuarsi (o individuato)
mediante procedure selettive
da individuarsi mediante affidamento
del servizio
Modalità
di
assegnazione
del
personale
alla
funzione
(es.
ordine
di
servizio,
se
in
organico)
Det.
13/67/112
11/8/2011
Direttore Distretto
ASL/BR
5
In organico
Coord. Socio-Sanitario
Geriatra
FKT
Infermiere
ASL/BR
ASL/BR
ASL/BR
ASL/BR
16
10
10
10
In organico
In organico
In organico
In organico
del
“
“
“
“
87
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
PAC ANZIANI - ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - ADI
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 18
Denominazione servizio/intervento: Assistenza domiciliare non autosufficienti - ADI
Art. del r.r. 4/2007:
88
Importo totale programmato: € 1.584.919,00
di cui
€ 192.000,00 da risorse PAC per l’anno 2014
€ 460.000,00 da risorse di Ambito per 8 mesi anno 2014
€ 230.000,00 da risorse di Ambito per 4 mesi anno 2015
€ 702.919,00 da risorse ASL, gestite autonomamente, anno 2014
gestione in economia
Modalità di gestione del servizio
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti limitatamente alle risorse
PAC – Disabili e anziani non autosufficienti limitatamente alle risorse di Ambito
N° medio annuo previsto di utenti:
170
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La scheda progettuale è conforme alla corrispondente scheda del PAC Anziani per l’anno 2014. Gli
obiettivi sono indirizzati ad incrementare, ed in parte mantenere, i servizi di assistenza domiciliare agli
anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti attraverso l’utilizzo delle risorse PAC, nonché i servizi per
i disabili e anziani non autosufficienti con l’utilizzo delle risorse di Ambito, con l’aumento sia del numero di
utenti sia di ore di prestazione, assicurando adeguati livelli delle prestazioni di assistenza domiciliare socio –
assistenziale integrate all’assistenza socio – sanitaria.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Operatori socio – sanitari
88
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ASSISTENZA DOMICILIARE NON AUTOSUFFICIENTI - SAD
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 19.1
Denominazione servizio/intervento: Assistenza domiciliare non autosufficienti - SAD
Art. del r.r. 4/2007:
87
Importo totale programmato: € 983.100,00 di cui
€ 441.600,00 da risorse PAC per l’anno 2014
€ 541.500,00 da risorse di Ambito per l’anno 2014
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
anziani ultra65enni non autosufficienti non in ADI
N° medio annuo previsto di utenti:
240
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi di una scheda intervento del programma PAC Anziani, del quale utilizza le risorse nella quota
parte destinata ad ampliare l’offerta dei servizi domiciliari a carattere sociale.
Gli obiettivi sono indirizzati ad incrementare, ed in parte mantenere, i servizi di assistenza domiciliare
agli anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti non in ADI, calcolando gli interventi da realizzare nel
2014 per otto mesi con risorse PAC, destinando agli utenti (stimati pari a 69) una media di 10 ore settimanali
di servizio (prestazioni OSS), al fine di migliorare la sua qualità complessiva in favore degli utenti
ultrasessantacinquenni con una maggiore incidenza della gravità della non autosufficienza (SAD non in
ADI), a fronte della parte restante del servizio destinato agli utenti “ordinari” per i quali la media settimanale
delle ore di prestazioni resta pari a quattro ore.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Operatori socio – sanitari.
89
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE – SAD SOCIALE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 19.2
Denominazione servizio/intervento: Servizio di Assistenza Domiciliare
Art. del r.r. 4/2007:
87
Importo totale programmato: € 200.000,00
di cui:
€ 12.040,00 cofinanziato dal comune di Cisternino
€ 99.730,00 cofinanziato dal comune di Fasano
€ 88.230,00 cofinanziato dal comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Anziani e disabili, in condizione di parziale non autosufficienza
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Trattasi del SAD sociale destinato agli utenti che non saranno interessati dagli interventi finanziati dal
PAC Anziani.
Il servizio è interamente finanziato da risorse proprie comunali, rispetto alle quali ciascuno riceverà
una quota parte proporzionale del servizio di Ambito.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Operatore socio assistenziale.
90
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE – PERSONE CON DISAGIO PSICHICO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 20
Denominazione servizio/intervento: Servizio di Assistenza Domiciliare
Art. del r.r. 4/2007:
87
Importo totale programmato: € 60.700,00
di cui:
€ 3.660,00 cofinanziato dal comune di Cisternino
€ 30.270,00 cofinanziato dal comune di Fasano
€ 26.770,00 cofinanziato dal comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
con disabilità psichica o psichiatrici stabilizzati
N° medio annuo previsto di utenti:
20
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Fermo restando che una quota parte delle risorse previste per i servizi di ADI e di SAD non ADI,
alimentate dalle risorse del PAC e di Ambito, sarà destinata agli utenti con disabilità psichica o psichiatrici
stabilizzati, la cui individuazione è demandata alla UVM, si ritiene di destinare agli stessi utenti anche
risorse del SAD sociale, in quanto vi è una domanda di utenza caratterizzata da non autosufficienza di tipo
non gravissima che non è soggetta alla valutazione della UVM e che, per questo, può trovare una risposta in
termini di intervento solo attraverso gli ordinari canali dei servizi comunali.
La scheda progettuale è coerente con un apposito obiettivo tematico contenuto nel Piano regionale.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Operatore socio assistenziale.
91
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 21
Denominazione servizio/intervento: Abbattimento barriere architettoniche
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 66.000,00
cofinanziato come di seguito:
€ 23.000,00 del Fondo Unico di Ambito
€ 6.000,00 Comune di Cisternino
€ 17.000,00 Comune di Ostuni
€ 20.000,00 Comune di Fasano
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
DIVERSAMENTE ABILI
N° medio annuo previsto di utenti:
17
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’intervento, pur finanziato in parte con risorse comunali, ha valenza di Ambito, che annualmente
provvede a bandire un avviso pubblico.
I contributi per interventi finalizzati l'abbattimento delle barriere architettoniche sono concessi a
disabili con menomazioni o limitazioni funzionali permanenti di carattere motorio, i non vedenti, coloro i
quali abbiano a carico persona con disabilità permanente, nonché i condomini ove risiedono le suddette
categorie di beneficiari. I contributi sono concedibili per interventi su immobili privati già esistenti ove
risiedono disabili e su immobili adibiti a centri o istituti residenziali per l’assistenza ai disabili. Le opere di
modifica devono riguardare immobili i cui progetti di costruzione o di ristrutturazione siano antecedenti
all’11.08.1989 (art.1 L.13/89 e D.M. LL.PP. 236/1989).
Se non è possibile, materialmente o giuridicamente, realizzare opere di modifica dell’immobile, i
contributi possono essere concessi anche per l’acquisto di attrezzature che, per le loro caratteristiche,
risultino strettamente idonee al raggiungimento degli stessi fini che si sarebbero ottenuti se l’opera fosse stata
realizzabile (l’esempio classico è quello del servoscala o della carrozzina montascale).
92
L'intervento consente alle persone con deficit funzionali permanenti, di adeguare la propria abitazione
alle loro esigenze specifiche, per permettere di muoversi in completa autonomia e sicurezza negli ambienti di
vita, intendendo per:
Autonomia - La possibilità, per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di
utilizzare, anche con l’ausilio di appositi apprestamenti ambientali e strumentali, le residue capacità
funzionali, fisiche e sensoriali per la fruizione degli spazi, degli apparecchi e degli accessori ivi contenuti.
Accessibilità - La possibilità,anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale,
di raggiungere l'edificio, di entrarvi, di fruire di tutti gli spazi e attrezzature e di accedere alle singole unità
immobiliari e ambientali, in condizioni di sicurezza e autonomia.
I risultati attesi riguardano:
la domiciliarità degli interventi socio-assistenziali
l'autonomia personale
il benessere della persona e del nucleo familiare
l'integrazione sociale
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
93
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
BUONI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE DISABILI E ANZIANI
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 22
Denominazione servizio/intervento: Buoni servizio di conciliazione disabili e anziani
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 404.688,81
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
disabili e anziani
N° medio annuo previsto di utenti:
80
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La misura denominata BUONI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE DISABILI E ANZIANI, ha
l’obiettivo generale di favorire il potenziamento di una rete estesa, qualificata e differenziata su tutto il
territorio regionale di strutture e servizi socio-assistenziali, socio-educativi e socio-riabilitativi per persone
con diverse abilità e persone ultra65enni in condizione di non autosufficienza, al fine di promuovere e
garantire l’inclusione sociale e le prestazioni socio-educative e riabilitative per le persone non
autosufficienti, anziani e disabili, nonché il sostegno per il carico di cura del nucleo familiare in ottica di
conciliazione. A tal fine, l’erogazione di buoni servizio di conciliazione in favore dei nuclei familiari in cui
vivano stabilmente persone anziane non autosufficienti e persone con diverse abilità, per l’accesso ai servizi
di presa in carico e di conciliazione per persone non autosufficienti, anziani e disabili, (centri diurni, centri
sociali, assistenza specialistica per integrazione scolastica, assistenza domiciliare integrata) di cui al Reg. R.
n. 4/2007 e s.m.i., che abbiano conseguito autorizzazione definitiva al funzionamento, è strumento per
conseguire la sostenibilità gestionale delle strutture e dei servizi attivi mediante il sostegno economico alla
domanda da parte dei nuclei familiari destinatari finali.
Per i criteri di ammissione si rimanda all'Avviso pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione
Puglia - n. 40 del 14-03-2013.
Obiettivo specifico dell’Ambito è quello di migliorare ed incrementare l’informazione riguardante
l’intervento in direzione dei potenziali destinatari.
I risultati attesi riguardano:
la domiciliarità degli interventi ad integrazione sociosanitaria
94
l'accesso di un numero maggiore di anziani e diversamente abili presso le strutture a ciclo
diurno con il perseguimento del duplice obiettivo del benessere della persona e del nucleo familiare, con
relativo sollievo del carico di cura da parte del care giver
la conciliazione vita-lavoro
maggiori interventi specialistici nelle scuole finalizzati all'integrazione sociale e scolastica
dei diversamente abili
miglioramento della qualità della rete dei servizi offerti sul territorio.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Personale amministrativo dell’UdP, che cura il procedimento istruttorio.
Il Segretariato sociale cura l'informativa.
Il SSP insieme alla PUA Distrettuale effettua, per i servizi ad integrazione socio sanitaria, la
valutazione multidimensionale e partecipa alla stesura del progetto individualizzato.
95
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
PROGETTI DI VITA INDIPENDENTE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 23
Denominazione servizio/intervento: Progetti di vita indipendente
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 179.074,29
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
persone con grave disabilità
N° medio annuo previsto di utenti:
9
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il Progetto Qualify-Care Puglia, finanziato dal Ministero del Lavoro e le Politiche Sociali con
risorse del Fondo Nazionale Non Autosufficienza (FNA) e dalla Regione Puglia con risorse del Fondo
Regionale per la Non Autosufficienza (FRA), mira a sperimentare modalità integrate di intervento per la
presa in carico di persone in condizione di grave non autosufficienza e precarie condizioni familiari,
economiche, abitative, con l’obiettivo generale di sostenere progetti individualizzati di persone in condizioni
di grave non autosufficienza capaci di integrare sostegno economico, servizi di cura domiciliari e a ciclo
diurno, assistenza alla persona e interventi di promozione attiva per l’inclusione sociale.
La finalità complessiva dei PRO.V.I. è quella di sostenere la “Vita Indipendente", cioè la possibilità,
per una persona adulta con disabilità grave, di autodeterminarsi e di poter vivere come chiunque avendo la
capacità di prendere decisioni riguardanti la propria vita e di svolgere attività di propria scelta. Ciò che
differenzia l’intervento di Vita Indipendente da altre azioni è il ruolo svolto dalla persona con disabilità che
abbandona la posizione di “oggetto di cura” per diventare “soggetto attivo” che si autodetermina. Questo
obiettivo presuppone l’esistenza di un progetto globale di vita, con il quale, alla persona con disabilità, viene
assicurata la possibilità di determinare, anche in collaborazione con il sistema dei servizi e sulla base della
valutazione dell’U.V.M. (Unità di Valutazione Multidisciplinare) il livello di prestazioni assistenziali di cui
necessita, i tempi, le modalità attuative, la scelta degli assistenti personali e la gestione del relativo rapporto
contrattuale.
Per i criteri di ammissione si rimanda al bando regionale.
96
I risultati attesi riguardano:
la domiciliarità degli interventi socioassistenziali
l'autonomia personale
il benessere della persona e del nucleo familiare
l'integrazione sociale.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
97
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI ANZIANI (art. 106)
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 24
Denominazione servizio/intervento: Centro Sociale Polivalente Anziani
Art. del r.r. 4/2007:
106
Importo totale programmato: € 30.000,00
cofinanziato come di seguito:
€ 15.000,00 Fondo Unico di Ambito
€ 15.000,00 Comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
anziani
N° medio annuo previsto di utenti:
30
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il Centro Aperto Polivalente per anziani è struttura aperta alla partecipazione anche non continuativa
di anziani autosufficienti residenti nei comuni dell'Ambito Territoriale. I Centri Sociali Polivalenti svolgono
attività ludico-ricreative e di socializzazione e animazione, in cui sono garantite le prestazioni minime
connesse alla organizzazione delle suddette attività, ai presidi di garanzia per la salute e l’incolumità degli
utenti. Sono organizzati nell’arco della giornata con turni di presenza tali da assicurare la fruizione del
servizio, anche a rotazione, da parte di un numero di utenti fino a quello massimo consentito dal
provvedimento di autorizzazione della struttura.
Sulla base di un atto di indirizzo del Coordinamento Istituzionale già dal precedente Piano di Zona è
stato previsto un contributo alla gestione di € 15.000 per ogni centro polivalente, al fine di incentivarne la
presenza in ragione del valore target dell’obiettivo di servizio che, con il vigente Piano regionale, è stato
individuato in 50 posti utenti ogni 50.000 abitanti (il valore target al 2016 per il nostro Ambito è dunque pari
ad 82).
Nel Comune di Ostuni è presente una struttura sociale, autorizzata al funzionamento. L’attuale PdZ si
propone di attivare a decorrere dalla riprogrammazione per l’anno 2015 un centro sociale polivalente nel
comune di Cisternino, ove già opera un centro ricreativo per anziani, ed un altro centro nel comune di
Fasano.
98
Il Piano di zona si propone comunque di sostenere i Comuni e gli altri soggetti del terzo settore, anche
attraverso convenzioni, nell’avviare e sviluppare Centri sociali polivalenti per anziani.
In questo caso sarà necessario stabilire un rapporto di collaborazione con i soggetti interessati,
attraverso apposite convenzioni o protocolli d’intesa.
Va anche considerato che, per l’anno 2016, è prevista nel comune di Cisternino l’attivazione di un
centro diurno per anziani, a conclusione di un progetto ammesso a finanziamento per interventi sociali a
carattere innovativo e sperimentale.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Operatori sociali ed animatori/educatori.
99
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI DISABILI (art. 105)
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 25
Denominazione servizio/intervento: Centro sociale polivalente disabili
Art. del r.r. 4/2007:
105
Importo totale programmato: € 184.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Persone disabili
N° medio annuo previsto di utenti:
60
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
I Centri Sociali polivalenti di Ambito sono aperti alla frequenza, anche non continuativa, di persone
diversamente abili con bassa compromissione delle autonomie funzionali residenti nell’Ambito Territoriale
Sociale 2 BR, nel quale sono presenti due centri autorizzati, nei Comuni di Ostuni e Cisternino.
I Centri Sociali polivalenti di Ambito si collocano nella rete dei servizi sociali territoriali, si
caratterizzano per l’offerta di una pluralità di attività ed interventi, diversificati in base alle esigenze dei
diversamente abili e delle loro famiglie, ed è organizzato nell’arco della giornata con turni di presenza tali da
assicurare la fruizione del servizio, anche a rotazione, da parte di un numero di utenti fino a quello massimo
consentito dal provvedimento di autorizzazione della struttura.
I Centri Sociali polivalenti svolgono attività educative indirizzate all’autonomia, attività di
socializzazione e animazione, attività espressive psicomotorie e ludiche, attività culturali e di formazione, ed
altre ancora. È previsto il servizio trasporto per favorire l'accesso alle strutture.
Tenuto conto che il valore target dell’obiettivo di servizio previsto dal vigente Piano regionale è stato
individuato in 50 posti utenti ogni 50.000 abitanti, il valore target al 2016 per il nostro Ambito è pari ad 82
posti utente. I due centri di Cisternino e Ostuni, a valenza di Ambito che ne è titolare, hanno una ricettività
autorizzata pari in totale a 60 posti, attualmente occupati solo parzialmente. Obiettivo di questo Piano è
quello di incrementare fino alla totale copertura i posti utenti già esistenti, nonché di prevederne l’attivazione
anche a Fasano dal 2015, valutando la fattibilità dell’utilizzo di strutture già esistenti ed immediatamente
utilizzabili, ovvero altre soluzioni.
100
Da evidenziare che, ai fini dell’obiettivo di incrementare l’utenza dei centri tuttora attivi, è stata
avviata una forma di collaborazione con l'Istituto Salesiano di Cisternino per garantire il servizio mensa agli
utenti del centro sociale “Il Grillo Parlante” di quella città.
I risultati attesi riguardano il raggiungimento del valore target dell’obiettivo di servizio, da conseguire
anche attraverso un utilizzo mirato dei buoni di servizio di conciliazione per gli anziani/disabili, da
promuovere adeguatamente.
È prevista una revisione del capitolato d’appalto della precedente gestione.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
I centri sociali polivalenti devono in ogni caso possedere i requisiti previsti dal R.R. 4/2007, compreso quello
del personale destinato al loro funzionamento.
101
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI DISABILI (art. 60)
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 26
Denominazione servizio/intervento: Centri diurni disabili
Art. del r.r. 4/2007:
60
Importo totale programmato: € 105.000
di cui:
€ 27.000,00 a carico del fondo unico di Ambito
€ 1.500,00 cofinanziato dal comune di Cisternino
€ 13.000,00 cofinanziato dal comune di Fasano
€ 18.500,00 cofinanziato dal comune di Ostuni
€ 45.000,00 a carico del bilancio autonomo dei comuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: convenzione – pagamento rette)
Tipologia di utenti:
disabili
N° medio annuo previsto di utenti:
26
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’intervento riguarda l’inserimento nelle strutture ex art. 60 degli utenti disabili valutati dall’UVM,
per i quali vi è la spesa per la compartecipazione al pagamento della retta.
Già dal precedente ciclo di programmazione il costo della compartecipazione è stato ripartito a metà
tra Ambito e comune di residenza della persona disabile. Con la programmazione 2014 si pone l’obiettivo di
governare l’intero processo, soprattutto per adeguarsi alla programmazione dell’analogo intervento da parte
della ASL, che per il Distretto socio-sanitario BR 2 prevede l’inserimento e la corrispondente spesa per 26
utenti (comprensivo degli inserimenti nei centri ex 60 ter), quanto anche alla luce delle conseguenze
derivanti dalla introduzione dei nuovi calcoli per l’ISEE.
La programmazione 2014, pertanto, prevede che fino a giugno si continuerà con la prassi della
suddivisione dell’onere della compartecipazione a metà tra Ambito e comuni di residenza del disabile, e che
a decorrere da luglio, per un anno, la spesa per la compartecipazione sarà a totale carico dell’Ambito, il tutto
nei limiti di € 60.000,00. Eventuali esigenze che eccedano le risorse di Ambito sono poste a totale carico dei
comuni, da fronteggiarsi con i bilanci autonomi.
102
A partire dal mese di luglio, previa opportuna sensibilizzazione nei confronti delle strutture e delle
famiglie interessate degli utenti, l’Ambito provvederà ad assumere le iniziative opportune per trasferire
l’onere della spesa sulle risorse dei buoni di servizio di conciliazione anziani/disabili in tutti i casi in cui gli
utenti ricadano nelle condizioni previste dalla specifica tipologia di intervento.
È prevista la predisposizione di una intesa con la Asl sull’integrazione socio sanitaria, con specifico
riferimento alla programmazione del riparto degli oneri di spesa per gli inserimenti nelle strutture socio
sanitarie, fra le quali i centri diurni (art. 60 e 60 ter).
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
103
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
DOPO DI NOI (art. 55-57)
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 27
Denominazione servizio/intervento: “Dopo di noi”: Comunità alloggio e Comunità Socio Riabilitativa
Art. del r.r. 4/2007:
55 - 57
Importo totale programmato: € 5.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: convenzione – pagamento rette)
Tipologia di utenti:
N° medio annuo previsto di utenti:
2
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
La Comunità alloggio (art. 55 Reg. Reg 4/2007) è struttura residenziale a bassa intensità assistenziale
destinata a soggetti maggiorenni privi di validi riferimenti familiari in situazione di handicap fisico,
intellettivo o sensoriale che mantengano una buona autonomia tale da non richiedere la presenza di operatori
in maniera continuativa.
La Comunità Socio Riabilitativa (art. 57 Reg. Reg. 4/2007) è struttura residenziale socio assistenziale
a carattere comunitario destinata a soggetti maggiorenni in situazioni di handicap fisico, intellettivo e
sensoriale privi del sostegno familiare o per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia valutata
temporaneamente o definitivamente impossibile o contrastante con il progetto individuale. Questa struttura si
configura come idonea a garantire il “Dopo di Noi” per disabili gravi. L’accesso al servizio avviene previa
autorizzazione dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM).
Nel corso del 2014 è prevista la convenzione con le strutture presenti sul territorio, a cominciare da
quella di Fasano (art. 57).
Così come per i centri diurni socio-riabilitativi, ai quali la programmazione è necessariamente
collegata in quanto connessa a quella corrispondente della ASL, l’intervento della scheda presente riguarda
l’inserimento nelle strutture degli utenti disabili valutati dall’UVM, per i quali è prevista la spesa per la
compartecipazione al pagamento della retta.
L’intesa con la ASL in materia di programmazione degli interventi socio-sanitari, parte integrante del
Piano di Zona, dovrà definire meglio gli obiettivi da porre a carico di ciascuno.
104
Il meccanismo della suddivisione degli oneri e della regia di Ambito per questo intervento è lo stesso
di quello descritto nella scheda di intervento n. 26 (centri diurni) alla quale si rimanda.
Per gli eventuali inserimenti nel corso dell’anno 2014 nelle comunità alloggio, tuttora non presenti
nell’Ambito, previa sottoscrizione di convenzione con strutture al di fuori dell’Ambito, la compartecipazione
farà carico ai bilanci autonomi dei comuni.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
105
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
CENTRI DIURNI ALZHEIMER (art. 60ter)
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 28
Denominazione servizio/intervento: Centro diurno per la demenza
Art. del r.r. 4/2007:
60 ter
Importo totale programmato: € 20.300,00 (onere a carico del bilancio autonomo dei comuni)
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: concessione a terzi)
Tipologia di utenti:
soggetti affetti da demenze
N° medio annuo previsto di utenti:
10
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Nel comune di Ostuni è presente un Centro diurno per le demenze, a valenza di Ambito, frutto del
primo Piano degli investimenti di Ambito (2005), affidato in concessione dal comune di Ostuni ad una
cooperativa sociale, il cui contratto prevede una riserva di posti a fronte del pagamento annuo di un
contributo per la gestione.
Obiettivo per l’anno 2014 è quello di pervenire ad un accordo con la ASL per la contrattualizzazione
della struttura nell’ambito della destinazione di risorse per i centri diurni (vedi scheda 26).
Nel corso del nuovo triennio di programmazione, presumibilmente nel 2015, è prevista l’attivazione di
un “centro Alzheimer” nel comune di Cisternino, incluso nel piano degli investimenti dell’Ambito e
finanziato con fondi FESR.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
106
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTEGRAZIONE ALUNNI CON DISABILITÀ – EQUIPE2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 29
Denominazione servizio/intervento: Integrazione alunni con disabilità
Art. del r.r. 4/2007:
92
Importo totale programmato: € _______________
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
È stato approvato e sottoscritto un Accordo di Programma tra Ambiti, Comuni, ASL, Provincia di
Brindisi e istituzioni scolastiche, per la disciplina operativa del servizio di integrazione scolastica, all’interno
del quale è prevista la composizione dell’Equipe degli operatori.
In realtà l’Equipe, costituita dall’assistente sociale comunale, dal neuropsichiatra, dall’assistente
sociale e dallo psicologo del NIAT, oltre che dagli educatori ed operatori specialistici del servizio di
integrazione scolastica, opera come tale da molti anni, pur non essendo mai stata formalizzata con uno
specifico atto costitutivo, alla cui adozione sono impegnati l’Ambito e il NIAT della ASL come obiettivo per
l’anno 2014 di questo PdZ.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistente sociale, psicologo, educatore, operatore socio sanitario, medico specialista.
107
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTEGRAZIONE SCOLASTICA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 30
Denominazione servizio/intervento: Servizio per l’integrazione scolastica e sociale extrascolastica dei
diversamente abili.
Art. del r.r. 4/2007:
92
Importo totale programmato: € 407.170,00
Di cui:
€ 100.000,00 del Fondo unico di Ambito
€ 69.170,00 cofinanziamento della Provincia
€ 238.000,00 del bilancio autonomo del comune di Fasano
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Alunni disabili
N° medio annuo previsto di utenti:
70
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il servizio di integrazione scolastica è in continuità rispetto a quello che l’Ambito ha erogato sin dal
precedente ciclo di programmazione, compreso quello che, limitatamente all’anno scolastico 2014-15, sarà
erogato nelle scuole di istruzione secondaria di secondo grado in base ad un accordo con la Provincia, che
finanzia l’intervento.
Il servizio con valenza di Ambito sarà erogato nei comuni di Cisternino ed Ostuni per tutti gli ordini di
scuola (dalla scuola di infanzia alle scuole superiori), mentre nel comune di Fasano sarà limitato alle scuole
superiori in quanto servizio finanziato con le risorse della Provincia. Nello stesso comune di Fasano il
servizio per le scuole di istruzione primaria e secondaria di primo grado sarà erogato direttamente dal
comune con risorse del proprio bilancio autonomo.
Fra gli obiettivi per l’anno 2014 del PdZ vi è quello di incrementare le attività di integrazione sociale
extra scolastica al fine di assicurare la continuità e l’efficacia del Progetto Educativo Individualizzato (PEI),
attraverso la promozione dell’utilizzo dei buoni servizio di conciliazione per disabili, ai fini della erogazione
di ore aggiuntive ed integrative al volume di prestazioni erogate dalla rete pubblica.
108
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Per la realizzazione dell’intervento è prevista la figura dell’Assistente sociale del Comune, l’educatore
professionale o operatore socio sanitario fornito dall’ente gestore, il personale appartenente al servizio
specialistico NIAT della ASL (medico, psicologo, assistente sociale).
109
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
TRASPORTO SOCIALE PER PERSONE DISABILI
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 31
Denominazione servizio/intervento: Trasporto sociale persone disabili
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 143.000,00
Di cui:
€ 3.000,00 del Fondo unico di Ambito
€ 140.000,00 del bilancio autonomo dei comuni
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
persone disabili
N° medio annuo previsto di utenti:
110
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il servizio di trasporto sociale delle persone disabili è gestito con le risorse autonome dei comuni, che
assicurano prevalentemente il servizio per la frequenza dei centri diurni socio-riabilitativi e per quelli
riabilitativi (a carattere sanitario), presenti sia a Ostuni che a Fasano. Sulla base di un apposito protocollo
d’intesa con la ASL, quest’ultima provvede a rimborsare periodicamente ai comuni la quota parte di spesa
per il trasporto posta a suo carico.
Le risorse dell’Ambito sono destinate alle spese di gestione di un automezzo del quale è titolare,
concesso in comodato al soggetto gestore dei centri sociali polivalenti per disabili, per assicurarne il
trasporto degli utenti.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Operatori dell’assistenza.
110
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INSERIMENTI IN STRUTTURE PER DISAGIO PSICHICO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 32
Denominazione servizio/intervento: Inserimenti in strutture a ciclo diurno di persone con disagio psichico
Art. del r.r. 4/2007:
60 – 60 bis - 105
Importo totale programmato: € 67.500,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
disabili psichici stabilizzati
N° medio annuo previsto di utenti:
16
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
In Ostuni è presente un servizio socio assistenziale a ciclo diurno previsto sin dal primo ciclo di
programmazione, la cui gestione è finanziata con risorse di Ambito, destinata ad ospitare utenti psichiatrici
stabilizzati inseriti su segnalazione del Centro di Salute Mentale.
Si prevede la continuità dell’intervento, con l’intento di definire le modalità operative gestionali in
maniera più appropriata, sulla scorta dell’esperienza acquisita nel frattempo.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Educatori professionali, animatori, operatori dell’assistenza, sulla scorta di quanto previsto nell’art. 105 del
R.R.
111
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RESIDENZE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 33
Denominazione servizio/intervento: Residenze per persone con disagio psichico
Art. del r.r. 4/2007:
60 bis - 70
Importo totale programmato: € 155.000,00
Di cui:
€ 60.000,00 del fondo unico di Ambito
€ 95.000,00 del bilancio autonomo dei comuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: compartecipazione pagamento rette)
Tipologia di utenti:
disabili psichiatrici stabilizzati
N° medio annuo previsto di utenti:
15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’intervento riguarda la spesa per la compartecipazione al pagamento della retta per l’inserimento in
strutture ex art. 60 bis “casa famiglia”, nonché ex art.70 “casa per la vita” di soggetti con disabilità
intellettiva o psichica o con patologia psichiatrica stabilizzata, con sufficienti condizioni di autonomia
primaria nel primo caso, ovvero che necessitano di sostegno nel mantenimento del livello di autonomia e nel
percorso di inserimento sociale e/o lavorativo, nel secondo caso, previa valutazione da parte della UVM.
Già dal precedente ciclo di programmazione il costo della compartecipazione è stato ripartito a metà
tra Ambito e comune di residenza della persona disabile. Con la programmazione 2014 si pone l’obiettivo di
governare l’intero processo, soprattutto per adeguarsi alla programmazione dell’analogo intervento da parte
della ASL, che per il Distretto socio-sanitario BR 2 prevede l’inserimento e la corrispondente spesa per 15
utenti, quanto anche alla luce delle conseguenze derivanti dalla introduzione dei nuovi calcoli per l’ISEE.
La programmazione 2014, pertanto, prevede che, come per i centri diurni ex art. 60, fino a giugno si
continuerà con la prassi della suddivisione dell’onere della compartecipazione a metà tra Ambito e comuni di
residenza del disabile, e che a decorrere da luglio la spesa per la compartecipazione sarà a totale carico
dell’Ambito, il tutto nei limiti di € 60.000,00. Eventuali esigenze che eccedano le risorse di Ambito sono
poste a totale carico dei comuni, da fronteggiarsi con i bilanci autonomi.
112
È prevista la predisposizione di una intesa con la Asl sull’integrazione socio sanitaria, con specifico
riferimento al riparto degli oneri di spesa per gli inserimenti nelle strutture socio sanitarie, fra le quali i centri
diurni (art. 60, 60 bis e 60 ter, art. 70).
Nell’ambito della più generale intesa con la Asl sull’integrazione socio sanitaria si pone l’obiettivo di
concordare, con apposito protocollo operativo, la presa in carico integrata delle persone con disabilità
psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzati, oltre che la programmazione, sulla base delle risorse disponibili da
parte di entrambi gli enti, dei trasferimenti degli utenti dalle strutture sanitarie a quelle socio-sanitarie.
Si pone inoltre l’obiettivo di estendere e consolidare i regimi di convenzionamento con la rete di strutture 70
e 60 bis.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
113
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTERVENTI PER PERSONE CON DIPENDENZE PATOLOGICHE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 34
Denominazione servizio/intervento: Interventi per persone con dipendenze patologiche
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 20.000,00
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Soggetti in carico al Ser.t, adolescenti e giovani dell’Ambito
N° medio annuo previsto di utenti:
5
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Le attività programmate sono in una logica di continuità con gli interventi già avviati nei precedenti
piani di Zona con i progetti relativi agli inserimenti lavorativi, la cui esperienza sarà ripetuta ed ulteriormente
valorizzata.
Con la progettazione di dettaglio di questo PdZ si pongono i seguenti obiettivi di integrazione sociosanitaria:
-
-
Adozione di apposito Protocollo Operativo tra Ambito e Asl al fine di fissare gli obblighi e gli
impegni reciproci in materia di presa in carico, integrazione e coordinamento professionale,
nell’ottica di pervenire ad una reale presa in carico integrata;
Incremento del numero delle prese in carico integrate nell’ambito di programmi terapeutici
riabilitativi di natura socio assistenziale e socio sanitaria.
L’Ambito, per parte sua, si pone l’obiettivo di:
-
Rafforzare i servizi di accoglienza, sostegno ed orientamento alla cura;
Realizzare interventi di inclusione lavorativa con il coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati che
hanno l’obiettivo dell’inclusione sociale;
Adottare strumenti di verifica e di valutazione dei progetti.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
114
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - CAV
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 35
Denominazione servizio/intervento: Centro antiviolenza
Art. del r.r. 4/2007:
107
Importo totale programmato: € 2.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: convenzione con soggetti terzi)
Tipologia di utenti:
Donne e minori vittime di violenza
N° medio annuo previsto di utenti:
1
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’Ambito si propone di concludere entro il primo semestre dell’anno almeno una convenzione con un
CAV tra quelli operanti sul territorio della provincia, poiché non ve n’è nessuno operativo sul territorio di
propria competenza.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
La convenzione con il CAV dovrà prevedere la disponibilità di tutte le figure professionali previste dall’art.
107 del R.R.
115
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - RESIDENZIALE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 36
Denominazione servizio/intervento: Casa rifugio vittime di violenza / tratta
Art. del r.r. 4/2007:
80 - 81
Importo totale programmato: € 3.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: convenzione con strutture)
Tipologia di utenti:
Donne vittime di violenza ovvero di tratta
N° medio annuo previsto di utenti:
1
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’Ambito si propone di concludere entro il primo semestre dell’anno almeno il procedimento già
avviato per pervenire ad almeno una convenzione con una casa rifugio tra quelle operanti sul territorio della
provincia, poiché non ve n’è nessuna operativa sul territorio di propria competenza.
Le risorse programmate, limitate all’anno 2014, sono compatibili con quelle che sono le esigenze reali
finora riscontrate. Infatti fino a tutto il 2013 nel territorio dell’Ambito è stato riscontrato un solo caso di
presa in carico di una vittima di violenza che, peraltro, terminata la fase dell’emergenza (un paio di giorni),
ha chiesto di lasciare la struttura che la ospitava. Considerata la inutilità di immobilizzare risorse, è fuor di
dubbio che nel caso se ne presentasse la necessità, esaurite le risorse programmate, il pagamento delle rette
di ospitalità sarebbero fronteggiate con risorse proprie dei comuni ovvero a seguito di riprogrammazione
delle risorse di Ambito.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
La convenzione con la casa rifugio dovrà prevedere la disponibilità di tutte le figure professionali previste
dall’art. 80 e 81 del R.R.
116
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
MALTRATTAMENTO E VIOLENZA - EQUIPE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 37
Denominazione servizio/intervento: Equipe maltrattamento e violenza
Art. del r.r. 4/2007:
Altro
Importo totale programmato: € 17.777,00
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Minori e donne
N° medio annuo previsto di utenti:
110
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’equipe multidisciplinare integrata è stata costituita formalmente con l’approvazione da parte del
Coordinamento Istituzionale di un protocollo operativo avvenuta con delibera n.10 del 4 ottobre 2012. Si
tratta della naturale evoluzione di un’EMI per il contrasto alla violenza su donne e minori nonché per l’affido
e l’adozione, frutto di un protocollo d’intesa stipulato in data 8 marzo 2007 dall’Ambito Territoriale Sociale
2 BR e ASL di Brindisi. Occorreva infatti adeguare l’Equipe multidisciplinare integrata dell’Ambito
territoriale 2 BR alle linee guida regionali nonché a quanto previsto dal Piano Provinciale di Interventi per il
contrasto alla violenza di genere.
L’Équipe Multidisciplinare Integrata è unica a livello di Ambito/Distretto e sul piano funzionale si
articola su due livelli: una Équipe di Ambito ed una Équipe comunale costituita in ciascun comune del
Distretto con personale comunale e del consultorio famigliare.
L’Équipe Multidisciplinare è un’équipe multiprofessionale di tipo funzionale che assolve
essenzialmente alle seguenti funzioni:
a.
effettua la valutazione multidimensionale e multiprofessionale, utilizzando gli strumenti di
valutazione e le procedure previste a livello regionale ed altre ritenute necessarie in relazione alla
specificità del caso trattato e alla necessità della presa in carico e del trattamento integrati fra
servizi sociali e socio-sanitari delle situazioni di maltrattamento/abuso sospetto o conclamato nei
confronti di donne e minori;
b. elabora e gestisce il progetto personalizzato di aiuto e di sostegno alle vittime di
maltrattamento/violenza, con la individuazione di tutti i soggetti/servizi coinvolti;
117
c.
d.
e.
individua il case manager di ogni caso in trattamento;
individua ove possibile il care giver (genitori, familiari, affidatari, etc);
definisce i tempi e le modalità per la verifica e l’aggiornamento del PAI.
L’Équipe Multidisciplinare è preposta alla gestione di tutte le fasi del processo di presa in carico
(rilevazione, protezione, valutazione, trattamento) in ogni caso di maltrattamento, abuso, violenza di genere
nei confronti di donne e minori.
Il Piano di Intervento Locale (PIL) provinciale ha finanziato il potenziamento, anche sul piano
professionale, dell’Equipe, alla cui attuazione si provvederà entro l’anno 2014.
Si pone l’obiettivo specifico di provvedere entro l’anno ad una riflessione comune, tra servizi
dell’Ambito e servizi Distrettuali, per la valutazione di impatto del protocollo operativo dell’Equipe, al fine
di eventuali miglioramenti sul piano organizzativo ed operativo, sulla scorta dell’esperienza, con la finalità di
rafforzare i principi cardine della sua impostazione, rappresentati dalla condivisione della definizione di
maltrattamento e abuso, come delineate dal CISMAI, nonché dalla gestione integrata e multi professionale di
tutte le fasi della presa in carico (rilevazione, protezione, valutazione, trattamento).
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
L’Équipe di Ambito è costituita da:
a. il Direttore del Distretto o suo delegato
b. il Responsabile dell’Ufficio di Piano o suo delegato
c. uno psicologo scelto tra gli operatori dei Consultori del Distretto
d. un Assistente Sociale scelto tra gli operatori dei Consultori,
e. un Assistente Sociale del Servizio Sociale Professionale di Ambito.
L’Équipe comunale è costituita da una componente fissa ed una variabile.
La componente fissa dell’Équipe comunale, che rappresenta la composizione minima per il regolare
svolgimento delle attività di competenza, è data da:
a. uno psicologo del Consultorio Famigliare
b. un assistente sociale del Consultorio Famigliare
c. un assistente sociale del Servizio Sociale Professionale di Ambito operante nel comune
d. un assistente sociale del Centro Ascolto per la Famiglia dell’Ambito.
118
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTERVENTI DI PREVENZIONE IN MATERIA DI DIPENDENZE PATOLOGICHE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 38
Denominazione servizio/intervento:
Art. del r.r. 4/2007:
Interventi di prevenzione in materia di dipendenze patologiche
altro
Importo totale programmato: € 7.280,00
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Alunni delle scuole medie, adolescenti e giovani dell’ambito
N° medio annuo previsto di utenti:
300
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Le attività programmate sono in una logica di continuità con gli interventi già avviati nei precedenti
Piani di Zona con i progetti rivolti alla sensibilizzazione e alla prevenzione.
I risultati attesi sono i seguenti:
Promozione di azioni informative e divulgative finalizzate a favorire la diffusione di un corretto
inquadramento delle problematiche da dipendenza nei confronti delle categorie a rischio attraverso la
stesura di brochures informative;
- Creazione di reti locali di mutuo aiuto;
- Campagne di sensibilizzazione nelle scuole in sinergia con il Ser.t.
-
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Assistente sociale, educatore professionale
119
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INTERVENTI INDIFFERIBILI PER MINORI FUORI FAMIGLIA
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 39
Denominazione servizio/intervento: Interventi indifferibili per minori fuori famiglia
Art. del r.r. 4/2007:
Importo totale programmato: € 1.350.688,94
Di cui:
€ 205.688,94 del Fondo Unico di Ambito
€ 1.145.000 con gestione del bilancio autonomo dei comuni
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: Pagamento rette)
Tipologia di utenti:
Minori
N° medio annuo previsto di utenti:
50
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Le tipologie di strutture a cui fa riferimento l’ambito sono prevalentemente la comunità familiare, la
comunità educativa, ma anche la comunità di pronta accoglienza e la comunità alloggio. È opportuno
operare la distinzione, per i riflessi sulla spesa, fra “semiconvitto” e “convitto pieno” in quanto, pur
trattandosi di strutture a carattere residenziale e che peraltro presuppongono un provvedimento di
allontanamento dei minori dalla famiglia, in alcuni casi è prescelta dai servizi territoriali la forma
dell’utilizzo parziale dei servizi forniti dalle strutture residenziali quando lo richiedono particolari ragioni del
progetto educativo assistenziale.
L’intervento di protezione è definito dall’Equipe Multidisciplinare Integrata che prende in carico il
minore, nell’ambito di un progetto assistenziale individualizzato e che ne cura tutte le fasi prevedendo,
altresì, il necessario supporto alle competenze genitoriali in previsione del rientro dello stesso minore in
famiglia. Infatti questa tipologia di intervento, seppur “necessaria”, è spesso temporanea. Nei casi di
“urgenza” (PIS), per i quali sia previsto l’allontanamento immediato (ex art. 403 c.c.) del minore, è
necessario che entro le 24 ore il caso sia portato all’attenzione dell’equipe multidisciplinare integrata al fine
di stabilire gli opportuni interventi attivabili.
120
L’Ambito ha deciso di svolgere un ruolo di regia rispetto alla governance complessiva dell’intervento,
al fine di renderne omogenee le modalità gestionali in parallelo con quello che è il ruolo assolto dal
protocollo operativo dell’Equipe Multidisciplinare Integrata, nonché di governare in una logica unitaria con
valenza di Ambito l’intero processo presa in carico del minore / allontanamento dalla famiglia / rientro in
famiglia o forme alternative al collocamento in struttura.
È per questo che a decorrere da luglio 2014 è prevista la gestione associata di tutti i nuovi inserimenti
in struttura, con il pagamento delle rette a metà tra Ambito e comune di residenza, sulla base di una apposita
procedura condivisa con i servizi comunali. Per quanto riguarda gli inserimenti pregressi, l’Ambito si riserva
di impostare un monitoraggio continuo coordinato con quello di competenza delle équipes comunali.
L’intento è anche quello di ridurre almeno del 10% il numero dei minori collocati in struttura rispetto
all’anno 2013, potenziando i servizi a valenza preventiva.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Gli operatori sono quelli previsti per la composizione dell’Equipe.
121
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
UFFICIO DI PIANO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale:
⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio:
⌧ SI
NO
Numero progressivo:
40
Denominazione servizio/intervento:
Art. del r.r. 4/2007:
Ufficio di Piano
altro
Importo totale programmato: € 40.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’art. 10 della convenzione costitutiva dell’Ambito ha previsto la costituzione di un ufficio comune denominato
Ufficio di Piano, quale tecnostruttura con funzioni programmatorie, amministrative e contabili dei Comuni associati.
All’Ufficio di Piano sono assegnate da parte del comune delegato, che le individua all’interno del proprio organico,
risorse umane in numero adeguato a rispondere al fabbisogno di competenze tecniche e di capacità professionali
necessarie per svolgere efficacemente ed efficientemente le funzioni e i compiti assegnati all’ufficio stesso.
Al vertice dell’Ufficio di Piano vi è un organismo di direzione, alla cui costituzione contribuiscono tutti i comuni
dell’Ambito con personale esperto nelle funzioni amministrative avente almeno qualifica direttiva, all’interno del quale
le unità di personale, impegnate ciascuna per almeno 18 ore settimanali, presidiano le seguenti funzioni:
- N. 1 unità con responsabilità della funzione di programmazione e progettazione;
- N. 1 unità con responsabilità della funzione di gestione tecnica e amministrativa
N. 1 unità con responsabilità della funzione finanziaria, contabile e di gestione dei contratti.
Le risorse previste dalla scheda intervento sono destinate sia per le spese generali di funzionamento che non
siano direttamente assunte in carico dal comune delegato (vedi spese di cancelleria, di attrezzature, ecc.), sia per
finanziare progetti finalizzati ed incentivanti per il personale dei comuni destinato a supportare l’Ufficio di Piano.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Personale amministrativo.
122
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
FORMAZIONE DEGLI OPERATORI – SISTEMA INFORMATIVO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
Obiettivo di servizio:
comunale
⌧ NO
SI
Numero progressivo: 41
Denominazione servizio/intervento: Formazione degli operatori – sistema informativo
Art. del r.r. 4/2007:
altro
Importo totale programmato: € 5.000,00
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
assistenti sociali, ufficio di piano
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’Ambito intende proseguire nelle attività di formazione già avviate nel precedente ciclo di
formazione, nonché nel consolidare la dotazione di sistemi informativi, utili per migliorare l’efficienza e
l’efficacia delle attività dell’Ufficio di Piano e del complesso dei servizi, a partire dal Servizio Sociale
Professionale.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
123
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INSERIMENTI IN RSSA-RSA – COMPARTECIPAZIONE RETTE
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio:
⌧ NO
SI
Numero progressivo: 42
Denominazione servizio/intervento: Inserimenti in RSSA-RSA – compartecipazione rette
Art. del r.r. 4/2007:
6
Importo totale programmato: € 50.000,00
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
⌧ altra modalità di gestione (specificare: Compartecipazione rette )
Tipologia di utenti:
Disabili, anziani non autosufficienti
N° medio annuo previsto di utenti:
15
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
L’intervento riguarda la spesa per la compartecipazione al pagamento della retta per l’inserimento in
strutture ex art. 58 e 66 del R.R. (RSSA per disabili ed anziani) nonché per le RSA, per le quali, pur
trattandosi di strutture sanitarie, la normativa pone a carico dei comuni l’onere della compartecipazione nel
pagamento della quota sociale della retta.
Già dal precedente ciclo di programmazione il costo della compartecipazione è stato ripartito a metà
tra Ambito e comune di residenza della persona disabile/anziana, a condizione che l’inserimento sia stato
preceduto dalla valutazione in UVM. Con la programmazione 2014 si pone l’obiettivo di governare meglio
l’intero processo, soprattutto attraverso una maggiore intesa tra servizi sociali comunali e la PUA
distrettuale, nonché attraverso il monitoraggio della appropriatezza degli inserimenti in RSA, risultati nel
passato abnormi.
Si pongono i seguenti obiettivi:
• Promuovere una maggiore collaborazione con le strutture per una presa in carico condivisa durante il
periodo di inserimento autorizzato dalla UVM;
• Effettuare verifiche in itinere di monitoraggio e controllo in relazione agli obiettivi previsti dal PAI;
• consolidare il sistema dell’offerta e domanda della rete dei servizi socio sanitari residenziali attraverso
la predisposizione di una modulistica omogenea per tutte le strutture residenziali territoriali che devono
fornire i dati utili alla PUA
• Creare una lista di attesa unica di ambito gestita dalla PUA distrettuale.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
124
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
LUDOTECA A CISTERNINO
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
Obiettivo di servizio:
comunale
⌧ NO
SI
Numero progressivo: 43
Denominazione servizio/intervento: Ludoteca
Art. del r.r. 4/2007:
89
Importo totale programmato: € 27.000,00
Di cui:
€ 20.000,00 del Fondo Unico di Ambito
€ 7.000,00 cofinanziamento del Comune di Cisternino
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
⌧ gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
MINORI 3-5 e 6-10 anni
N° medio annuo previsto di utenti:
40
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
In continuità con la prima programmazione, il servizio intende favorire lo sviluppo personale, la
socializzazione, l'educazione all'autonomia e alla libertà di scelta al fine di valorizzare le capacità creative ed
espressive dei minori.
Le prestazioni del servizio di ludoteca si caratterizzano come segue: giochi guidati e liberi, i laboratori
manuali ed espressivi, gli interventi di animazione, il servizio di prestito giocattoli. Il servizio di ludoteca
dispone di spazi suddivisi per tipologia di giochi
L’ambito intende garantire la continuità del servizio offerto cercando di mantenere ed, eventualmente,
potenziare il numero dei beneficiari fino ad arrivare a n. 50 minori.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
Il servizio di ludoteca è garantito da animatori socioculturali e da educatori, con il il coordinamento da parte
del servizio sociale professionale di ambito.
125
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
AZIONI DI CONTRASTO ALLA POVERTA', INCLUSIONE SOCIALE, INTERVENTI
ASSISTENZIALI
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
comunale
Obiettivo di servizio: ⌧ SI
NO
Numero progressivo: 44
Denominazione servizio/intervento: Azioni di contrasto alla povertà, inclusione sociale, interventi
assistenziali
Art. del r.r. 4/2007:
102
Importo totale programmato: € 60.000,00 cofinanziato come di seguito:
€ 25.000,00 del Fondo Unico di Ambito
€ 5.000,00 cofinanziamento del Comune di Cisternino
€ 15.000,00 cofinanziamento del Comune di Fasano
€ 15.000,00 cofinanziamento del Comune di Ostuni
Modalità di gestione del servizio
⌧ gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
nuclei familiari, persone in situazione di svantaggio o marginalità sociale
N° medio annuo previsto di utenti:
110
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Coerentemente con quanto previsto dal Piano regionale (par. 2.3.2 Contrastare le povertà con percorsi di
inclusione attiva), l’Ambito intende privilegiare il ricorso ai fondi dedicati all’inclusione sociale sia statali che della UE,
attesi già per l’anno 2014.
Tuttavia, ad integrazione di quanto previsto nella scheda n. 5 “Inclusione socio-lavorativa”, si ritiene utile, anche
in attesa della erogazione delle suddette risorse, avere la disponibilità di ulteriori fondi per esigenze connesse a
situazioni di emergenza, ovvero di iniziative specifiche di sostegno ed integrazione al reddito sia mediante contributi
diretti che indiretti per i nuclei familiari residenti nei Comuni dell'Ambito Territoriale e che rientrino nelle condizioni di
cui al Regolamento di Ambito per l'accesso alle prestazioni e servizi.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
126
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
IL VALORE DEL TEMPO - MARKET SOLIDALI
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2014
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
Obiettivo di servizio:
comunale
⌧ NO
SI
Numero progressivo: 45
Denominazione servizio/intervento: Il Valore del Tempo – Market Solidali
Art. del r.r. 4/2007:
Importo totale programmato: senza oneri finanziari a carico dell’Ambito
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
NUCLEI FAMILIARI con disagio economico
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Creazione di luoghi in cui si produca solidarietà: empori “speciali” nei quali si mette a disposizione degli
altri il proprio tempo, ricambiando quanto ricevuto/acquistato (beni, prodotti ecc.) con attività di volontariato
(tempo = moneta di acquisto). Il progetto si rivolge in particolare a nuclei familiari e persone in difficoltà
economica, oltre che a quella classe di lavoratori che, pur in possesso di una occupazione, vivono al di sotto
della soglia di povertà. L’obiettivo consiste, oltre che nella fornitura di beni di prima necessità, nella
creazione di spazi e tempi dedicati al raccordo/orientamento con i servizi socio-assistenziali pubblici e
privati e nella costruzione di relazioni interpersonali, rafforzando l’azione di rete del volontariato.
Tra i risultati attesi:
- creazione di una rete di soggetti, già operanti in ambito territoriale (associazioni di volontariato, uffici
sociali e comunali, imprese profit e no profit), che agiscano in maniera concordata e condivisa a sostegno
delle famiglie in difficoltà
- maggior coinvolgimento delle famiglie nelle azioni di sostegno reciproco
- attuazione di pratiche innovative di volontariato, in sinergia con i vari attori della rete
L’Ambito funzionerà da facilitatore per l’attuazione del progetto
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
127
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
L’HALVEARE – PROPOSTE CON E PER LE FAMIGLIE
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2014
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio:
⌧ NO
SI
Numero progressivo: 46
Denominazione servizio/intervento: L’Halveare – Proposte con e per le famiglie
Art. del r.r. 4/2007:
Importo totale programmato: € 15.000,00 (onere a carico del bilancio autonomo del Comune di Fasano)
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
DISABILI – ANZIANI – FAMIGLIE con disagio socioeconomico
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Il progetto l’Halveare, con 31 partner in rete, vincitore del bando Puglia Capitale Sociale, prevede la
realizzazione di tre iniziative con e per le famiglie:
- “Giochi senza Barriere: stessi Giochi, stessi Sorrisi”, per la realizzazione di parchi giochi accessibili e
fruibili anche da adulti e bambini disabili, al fine di sviluppare occasioni di incontro, di scambio e di
condivisione.
- “Famiglie Solidali: anche un piccolo aiuto puo’ dare grande sostegno”, per la realizzazione di molteplici
iniziative (lab. di cucina, rassegne cinematografiche, doposcuola, baby sitting ecc.) attraverso un
percorso organizzato sul territorio, valorizzando al meglio le risorse economiche, strumentali e umane
messe a disposizione dalla “rete”. I destinatari delle iniziative dovranno restituire in attività di
volontariato le ore di cui avranno beneficiato (banca del tempo)
- “Citta’vecchia Citta’nuova”, ovvero la creazione di un percorso di progettazione partecipata, finalizzata
alla riorganizzazione del centro storico, con ambienti a misura di tutti per migliorarne la vivibilità, con
particolare riferimento alla popolazione anziana e disabile.
Interventi previsti:
ampliamento delle ztl
pedonalizzazione delle aree
riduzione del traffico veicolare previa revisione del sistema viario
sviluppo dei rapporti di vicinato
Tra i risultati attesi:
creazione di una rete di partner articolata ed eterogenea
consolidamento del rapporto tra le organizzazioni del terzo settore
128
-
facilitazione dello sviluppo di processi di partecipazione
sperimentazione di nuove forme di finanziamento
facilitazione del rapporto pubblico/privato
sviluppo di occasioni di incontro e scambio
riscoperta dei rapporti di vicinato
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
129
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
INSIEME SI PUO’
2014 ⌧
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
⌧ comunale
Obiettivo di servizio:
⌧ NO
SI
Numero progressivo: 47
Denominazione servizio/intervento: INSIEME SI PUO’
Art. del r.r. 4/2007:
Importo totale programmato: € 12.000,00 (onere a carico del bilancio autonomo del Comune di Fasano)
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
FAMIGLIE E MINORI
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Progetto estivo di attività (motorie, espressive, comunicative e laboratoriali) e forme di volontariato per il
coinvolgimento di giovani, bambini anche con disabilità, anziani e famiglie, a contrasto del disagio sociale. Il
progetto, in continuità con l’esperienza del Comune di Fasano, che già sostiene l’iniziativa, nasce pensando
ai bambini e ai ragazzi che durante il periodo estivo, fuori dalla frequenza e dagli impegni scolastici,
rischiano di “sprecare” il proprio tempo in attività non formative né educative. Le attività previste
rispondono a bisogni diffusi (gioco, benessere fisico, divertimento, interazione, socializzazione ecc.), oltre
che rappresentare una possibilità di miglioramento e di supporto alle politiche sociali di contrasto al disagio
minorile e giovanile; da qui, la necessità della collaborazione con i servizi sociali comunali e il NIAT per
l’individuazione, tra i destinatari, di particolari situazioni di disagio
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
130
Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi
RETE DEI SERVIZI SOCIALI E DELL’ASSOCIAZIONISMO
Annualità:
2013
AMBITO DI
FASANO
PROVINCIA DI
2015 ⌧
2014
2016
BR
Informazioni generali
Valenza territoriale: ⌧ ambito
Obiettivo di servizio:
comunale
⌧ NO
SI
Numero progressivo: 48
Denominazione servizio/intervento: Rete dei Servizi Sociali e dell’Associazionismo
Art. del r.r. 4/2007:
Importo totale programmato: senza oneri finanziari a carico dell’Ambito
Modalità di gestione del servizio
gestione in economia
gestione diretta con affidamento a terzi
altra modalità di gestione (specificare: )
Tipologia di utenti:
Tutti i cittadini dell’ambito
N° medio annuo previsto di utenti:
Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi
Implementazione e attivazione di una rete tra tutti gli operatori del terzo settore e i soggetti pubblici deputati
al sociale e creazione di una banca dati che individui l’offerta di servizi e la disponibilità di risorse (umane,
finanziarie, strumentali, logistiche) e le sappia incrociare con il bisogno espresso in maniera coordinata
attraverso una cabina di regia istituzionale (l’Ambito Territoriale).
Risultati attesi:
facilitare l’accessibilità e la fruizione dei servizi (pubblici e privati offerti sul territorio) attraverso
un’informazione organica, immediata e capillare
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio
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