VMLI GIUDICANE E* nata al Cfp-Upt di Tione la coop «Sapori del Brenta» I GIUDICANE Alla Scuola delle professioni per il Terziario CFP-UPT di Tione, ieri è la nata la Cooperativa scolastica "Sapori del Brenta". Questo Progetto scolastico, nasce dalla metodologia della Simulimpresa, che si Basa su una didattica operativa, sperimentata prima e consolidata poi dagli studenti della III classe "Operatori ai Servizi di Impresa", per acquisire competenze tecnico-commerciali e guardare con maggior fiducia e professionalità al mondo del lavoro. L'azienda madrina della neo Cooperativa scolastica è la Famiglia Cooperativa delle Giudicarie, ieri rappresentata dal direttore Oreste Bonenti e da Costantino Levri, che svolgerà un ruolo fondamentale di supporto all'azienda scolastica simulata che promuoverà e comercializzerà i prodotti tipici del territorio. A tenere a battesimo la nuova Cooperativa scolastica "Sapori del Brenta", il direttore del Centro CFP-UPT di Tione Claudio Nicolussi, le insegnanti coinvolte nel progetto Amalia Paletti e Antonella Fior, il presidente provinciale CFP-UPT Ivo Tarol- 4- *#- V li, il presidente del Centro professionale di Tione Walter Facchinelli, i rappresentanti della Cassa Rurale Adamello Brenta Marco Marietti direttore e Paolo Bronzini, Rosanna Parisi dell'Agenzia del Lavoro Tione e Cinzia Parisi dell'Associazione Artigiani delle Giudicane. La Cooperativa scolastica ha un proprio atto fondativo, e il Consiglio d'amministrazione vede presidente Genny Tasin, sua vice Daniela Ortiz, i consiglieri Debora Bazzoli, Valentina Nicolini e Sara Caprio. Segretari sono Valentina Pasi e Anna Franceschetti, Cassieri Veronica Canciani e Gabriele Sottovia e Documentaristi Omar Caola, Giuliano Frigo e Francesco Gasperi. Il Collegio sindacale è formato da Daniel Zanoni, Nicola Tanaglio e Fabio Natale. La Sapes: «Pronti anche a chiudere» Toma in Giudicane il gì I E'IUU al C^yUpl d TO« LI rooo Capoti del Brema. ^gl 4* CH.CK8.C0 Pag. 5 Coopcrazione, Bezzi chiede tutti i contributi dettagliati I TRENTO «Su una popolazione di mezzo milione di abitanti, il Trentino conta oltre 227 mila soci nelle 550 cooperative». Lo scrive Giacomo Bezzi, consigliere provinciale di Forza Italia, in un'interrogazione rivolta al presidente della Provincia, per conoscere «l'elenco dettagliato dei contributi che sono stati erogati alla Cooperazione trentina nel 2013 e nel 2014, suddivisi nei vari settori». Per Bezzi, infatti, «il settore della cooperazione è in continua espansione in tutti i settori economici in cui esercitano le aziende private che non go- dono dei benefici riservati alle cooperative e si trovano a dover gareggiare anche in appalti pubblici contro un sistema che è impossibile contrastare». Il consigliere di Fi definisce la cooperazione «un mostro travestito da dispensatore di pace e fratellanza» e aggiunge: «In Trentino la cooperazione sarebbe più una lobby che condiziona immancabilmente l'economia e la società cercando di apparire come u n soggetto che ofrirebbe un contributo indispensabile alla comunità quando in realtà vive grazie ai lauti contributi concessi dall'ente pubblico». Pag. 6 LA CASSA PINETANA RESTA IN VIA PIAVE • La filiale di via Piave della Cassa Rurale Pinetana resta al suo posto. A trasformarsi in bar pizzeria, come annunciato ieri su queste pagine, sarà invece un locale attiguo, da tempo libero e quindi a disposizione della nuovo iniziativa economica. Pag. 7 Rurale Primiero, corsi per amministratori PRIMIERO. Entro oggi ultime iscrizioni al corso di formazione che la Cassa Rurale Valli di Primiero e Vano! organizza per i propri soci che intendessero candidarsi per rivestire il ruolo di amministratore in occasione delia prossima assemblea, in primavera, il corso è pensato per quelle persone che volessero candidarsi ma non sono in possesso di uno dei requisiti stabiliti dai regolamenti: per accedere alle cariche sociali è necessario aver svolto per un periodo non inferiore a un triennio almeno un'attività di tipo amministrativo dirigenziale in enti e società a carattere mutualistico. Qualora il socio non fosse in possesso di nessuno dei requisiti, può comunque presentare la candidatura a patto che abbia partecipato agii specifici corsi formativi organizzati dalla Rurale, li corso sarà gratuito e aperto a tutti i soci, il cui unico impegno sarà quello di unaf requenza costante ai 4 incontri di tre ore ciascuno nella sede di Transacqua (orario 18-21). Gii incontri avranno inizio martedì 3 febbraio. info tei. 0439.616141 o mail a [email protected]. (r.b.) Pag. 8 L'Istituto agrario di San Michele all'Adige conferma la sua attrattività. È l'ambiente a giocare un ruolo decisivo nelle scelte scolastiche, in un Istituto peraltro molto selettivo di Marco Zeni nche per l'anno scolastico 2015-2016 presso i l Centro dì istruzione e formazione dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige si è registrato un boom di iscrizioni che ha costretto i responsabili della Fondazione "Edmund Mach" a prorogare il ricorso al numero chiuso. Per l'Istituto tecnico quinquennale (più un anno di specializzazione) sono state presentate ben 210 domande a fronte della disponibilità di 110 posti dei quali 6 riservati a giovani della vicina provincia di Bolzano, nel rispetto di una convenzione sottoscritta fra le due Province autonome, e 140 al Centro di formazione professionale triennale che di posti disponibili ne conta una sessantina, comprendenti eventuali richieste di bocciati, più una quindicina di aspiranti perii settore agroalimentare. Sia i l direttore generale della Fondazione, Mauro Fezzi, facente funzione anche di Presidente, in attesa dalla nomina da parte della Giunta provinciale del sostituto del prof. Francesco Salamini, sia i l dirigente scolastico Marco Dal Ri escludono fra le motivazioni, da taluni addotte, le A garanzie per studenti e famiglie di una non ben definita sicurezza, quasi si trattasse di una realtà estranea ai pericoli cui i giovani sono particolarmente esposti come le varie forme di devianza giovanile. L'Istituto agrario rientra ormai in quella che è considerata la cittadella o il punto più avanzato di riferimento peri problemi ambientali, silvo-pastorali, agrari e alimentari con quasi ottocento occupati fra ausiliari, tecnici, ricercatori, docenti e dirigenti ed un migliaio di studenti. La popolazione studentesca può fruire anche del servizio mensa e di un Convitto con 180 posti letto, una trentina dei quali destinati alle studentesse che rappresentano i l 20% del totale, in crescita costante. Ma è una scuola all'interno della quale operano più di cento insegnanti, che non può essere presa sottogamba: le bocciature nel primo biennio sfiorano i l 30% degli allievi. A partire dall'anno scolastico in corso per le terze e le quarte del comparto agroalimentare è entrata in funzione una struttura scolastica tutta in legno certificata Arca. E' i l primo edificio di un prototipo che proprio a San Michele ha trovato la sua base di ricerca e progettazione perii decollo. Per Fezzi e Dal Ri l'aumento delle iscrizioni è determinato, invece, dai nuovi ambiti di provenienza degli studenti come quello urbano di Trento e Rovereto in particolare, una volta assenti, e da nuovi status sociali familiari che non siano i l mondo agricolo. L'altra importante novità è determinata dalla vasta gamma di specializzazioni conseguibili, sia nel quinquennio tecnico che alla formazione professionale, che hanno aperto le prospettive di occupazione al termine degli studi, compresi quelli universitari. In molti degli aspiranti tecnici agrari domina una visione fantastica, romantica, fumettistica della natura e dell'agricoltura, lontana da quella che è la realtà fatta di fatica, di sudore e di privazioni. Risulta dormiente l'ipotesi dell'Università in agraria a favore della quale si sono fatte mille congetture. L'appartenenza ad un'azienda agricola ha sempre rappresentato uno stimolo nelle opzioni giovanili per la scuola agraria con 141 anni di storia alle spalle. La conferma viene non solo dalla gran mole documentale d'archivio e dall'evoluzione dell'Istituto agrario ben riassunta in libri ed articoli, ma accidentalmente pure dal rinvenimento, qualche tempo fa, in uno scantinato del Veronese, di una composizione pittorico-fotogràfica risalente al 1898, celebrativa dei 25 anni di attività del fondatore dell'Istituto che ha dato i l nome alla Fondazione, Edmund Mach, a partire dal 1874. Lo studioso si era messo al lavoro però un anno prima, nel 1873, da qui i l riconoscimento giubilare di fine Ottocento. Pag. 9 IL CASO Quote latte* il Trentino teme larivoluzionein arrivo ne è destinata a rimanere pesante almeno fino ad autunno. Secondo Sergio Paoli direttore di Fra due mesi, con il primo aprile Latte Trento, con il primo aprile scatterà un'autentica rivoluzio- scatterà un'autentica rivoluzione nella produzione del latte, ne dopo oltre vent'anni di un dopo trent'anni di operatività, mercato abbastanza stabilizzacesserà definitivamente il regi- to. L'unica ancora di salvezza me delle quote di produzione per gli allevatori trentini è queldel latte a livello europeo intro- la che i nostri consumatori predotte nel 1984 per frenare le vilegino i nostri prodotti lattiero montagne di latte in polvere e di caseari, che sono molto buoni e burro ammassati nei magazzini sicuri oltre che a km zero. Divereuropei in quanto ritirati dal samente, prosegue Paoli la simercato per sostenerne il prez- tuazione sarà drammatica con zo. Obiettivo delle quote era il latte tedesco che entra in Italia quello di governare il mercato a 20 cent, al litro, le nostre stalle evitando gli eccessi produttivi sono destinate a chiudere con con multe salate che hanno cre- ciò che significa questo per ato molte ingiustizie anche in l'ambiente. Questa affermazioItalia dove pochi produttori sen- ne è sostenuta anche da un reza scrupoli se ne sono fregati cente studio dell'Ue che parla delle quote sponsorizzati in ciò chiaramente di una tendenza da un partito politico con evi- che porterà a concentrare le denti fini strumentali. Ora arri- produzioni di latte nelle zone va la temuta novità un momen- dove i costi di produzione sono to molto delicato con un merca- più bassi, poche le realtà italiato dei prodotti lattiero caseari ne come quelle della Padania che, tiascinato in basso dalla cri- che potranno competere ai si ormai perdurante da oltre un prezzi che le grandi fabbriche di triennio del Parmigiano reggia- latte dei paesi del Nord Europa no staposizionando sempre più che fatalmente porteranno in basso i prezzi dei formaggi. all'abbassarsi dei prezzi proprio Sul dopo quote a livello locale nel momento in cui la domanda prevale l'incertezza, secondo internazionale complice anche Andrea Merz direttore del Con- la chiusura dei mercati russi cast- Trentingrana, questo even- non ha più quella vivacità degli to non coglie impreparati i pro- ultimi anni. Lo studio dell'Ue duttori in quanto da anni stan- parla di realtà zootecniche e inno lavorando per un prodotto dustriali più attrezzate di quelle sempre più legato al territorio italiane. In questo quadro la recon le varie Dop. Certo, prose- altà della zootecnia da latte del gue, il prezzo del latte è già a ter- Trentino che ha un enorme ruora ora, siamo ad un 30% in me- lo non solo produttivo, ma amno di un anno fa, la produzione bientale rischia di entrare in ulaumenta sia a livello mondiale teriore sofferenza. L'unica speche europeo. Anche nell'ultimo ranza è quella di riuscire unenanno di quote molti stati sfore- do le forze pubblico, cooperatiranno la quota assegnata, com- vo e privato a far passare come presa l'Italia. Con questo au- scelta fondamentale per i consumento dell'offerta ed una ridu- matori la certezza della provezione della domanda la situazio- nienza delle materie prime. di Carlo Bridli I TRENTO Pag. 10 Mele, un sistema da primo premio La produzione regionale ancora in testa alle classifiche italiane, "esempio da seguire" a terza edizione di "Protagonisti dell'ortofrutta italiana", la manifestazione annuale organizzata da CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli) e dal "Corriere Ortofrutticolo", che si è svolta recentemente alle Cantine Rotari di Mezzocorona, ha incoronato come superstar dell'annoi!"sistema della mela delTrentino Alto Adige". All'organizzazione di produttori di mele della nostra regione associati ad Assomela, Apot e Vog Bolzano, è stato assegnato, infatti, il prestigioso premio "Ortofrutta d'Italia 2015",riconoscendo,così, il valore di uno dei fiori all'occhiello dell'economia locale. «Un sistema, quello delle mele del Trentino Alto Adige - ha detto Paolo Bruni, numero uno di Cso e presidente della giuria del premio - che dovrebbe diventare un esempio da seguire nel nostro Paese». E un'ulteriore conferma del ruoLo di leadership che svolge la nostra regione nel comparto della produzione di mele è arrivata anche con l'assegnazione di un premio al direttore generale di Melinda, Luca Granata. . «Ilsistema delle mele delTrentino Alto Adige-ha spiegato Ennio Magnani, presidente di Apot (Associazione consorziale produttori ortofrutticoli trentini) produce circa il 65% della produzione di mele nazionale, rappresentando 14.000 frutticoitori, con 4.000 occupati e un valore di arca 1,6 milioni di euro. I l 50% della produzione viene esportato in circa 60 paesi nel mondo». Numeri quindi da capogiro che dimostrano L L'europarlamentare Dorfmann ha parlato di nuovi mercati in Estremo Oriente e Canada l'importanza del comparto delle mele per l'economia della regione e di come si sia scelta la strada giusta, attraverso la formula consorziale, per promuovere il prodotto all'estero. Un argomento questo, che è stato peraltro approfondito, durante la manifestazione, in un interessante talk-show, condotto dal direttore del "Corriere Ortofrutticolo", Lorenzo Frassoldati, sultema delle valorizzazione delle produzioni ortofrutticole italiane nel mondo, al quale hanno partecipato gli europarlamentari Paolo De Castro, ex ministro per le Politiche agricole eforestali e Herbert Dorfmann. I due relatori hanno evidenziato, prendendo spunto dall'esempio del Trentino Alto Adige peri settori delle mele e del vi no, quanto sia fondamentale guardare all'estero, soprattutto in tempi di crisi. «In questo senso - ha riferito Dorfmann - all'europarlamento si sta lavorando per l'apertura a nuovi mercati come l'India, Malesia, Cina, Corea, Giappone, Canada, un'apertura che i produttori ortofrutticoli italiani non devono perdere». Un aiuto per lo sviluppo dell'ortofrutta italiana può arrivare anche dal biologico. «Stiamo lavorando - ha aggiunto De Castro - per rendere più semplice l'accesso al biologico, per aiutare le imprese a passare dall'agricoltura tradizionalea quella biologica senza scoraggiarle e pensiamo che già entro maggio si avrà una proposta che potrà avere i nostri voti». Rosario Renerà Pag. 11 ILCASOFIDEJUSSIONE Cantina La Vis Omessa denuncia Zanoni indagato S punta un'inchiesta bis sulla Cantina La Vis, che mette nei guai Marco Zanoni, attuale amministratore delegato della cooperativa: è indagato e rischia di finire davanti al giudice per omessa denuncia del «caso fideiussione». a pagina 5 Roat, Orfano Cantina La Vis, indagato Marco Zanoni Lo scandalofideiussioneinveste 1 ad L'accusa: omessa denuncia La pm aveva chiesto l'archiviazione, il gip hariapertoil caso TRENTO Lo scandalo sul dissesto finanziario della Cantina La Vis travolge anche l'ex commissario, nonché attuale amministratore delegato della cooperativa, Marco Zanoni. A distanza di poco più di un mese dalla conferma in appello della sentenza di condanna a otto iriesi di reclusione degli ex amniinistratori, Roberto Giacomoni, Fausto Perathoner e Cesare Andermacher, accusati di ostacolo dell'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, spunta un'inchiesta bis sulla Cantina che tira in ballo anche Zanoni. L'ad della cooperativa rischia di finire davanti al giudice per omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale (come previsto dall'articolo 361 del codice penale). L'atto formale ancora non c'è ma il gip Francesco Forlenza ha respinto, almeno in parte, la richiesta di archiviazione della Procura, di fatto ordinando l'imputazione coatta dell'ex commissario. n suo nome era finito al centro di un'indagine della pm Alessandra Liverani che aveva ipotizzato i reati di abuso d'ufficio, rifiuto e omissione di atti d'ufficio e omessa denuncia. Al centro dell'inchiesta c'è, ancora una volta, la famosa fideiussione rilasciata in favore di Isa spa, l'istitu- Veronese Marco Zanoni, amministratore delegato ed ex commissario della Cantina La Vis to di sviluppo altoatesino, società finanziaria controllata della Curia. Isa il 28 ottobre 2005 aveva acquistato il 31% delle azioni di casa Girelli. Nell'operazione era stato sottoscritto un vincolo per La Vis: l'azienda doveva riacquistare le stesse azioni nel 2010, applicando all'investimento un interesse del g% annuo per un totale di 12 milioni di euro . Un patto ritenuto «sbilanciato» dai soci che ha messo nei guai gli ex amministratori. Zanoni, secondo l'accusa, quando, nel 2010, è stato nominato commissario, come lui stesso avrebbe dichiarato in un interrogatorio alla guardia di finanza, è venuto subito a sapere della fidejussione, ma non avrebbe fatto nulla. Zanoni come commissario avrebbe avuto il dovere di segnalare. Da qui l'accusa di omessa denuncia. A dare il là all'indagine era sta: to un esposto presentato dagli ex soci, attraverso l'avvocato Mauro Bondi. La Procura aveva subito aperto l'inchiesta, ma dopo una serie di verifiche la pm aveva chiesto l'archiviazione, in quanto era dubbia la prova dell'elemento soggettivo, n caso il 20 gennaio scorso era così finito davanti al giudice. Gli ex soci si erano infatti opposti alla richiesta di archiviazione. Ora il gip Forlenza ha rimesso tutto in gioco. H giudice ha archiviato i priL'iter mi due reati, ma ha rinviato gli A dare il là all'inchiesta atti alla Procura per quello di era stato un esposto omessa denuncia. Nel provvedipresentato dagli ex soci mento Forlenza ha evidenziato la necessità di un approfondidifesi da Bondi mento in giudizio. Ora la pm dovrà quindi firmare una richiesta di imputazione coatta. Dafne Roat Enrico Orfano © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 12 Baselga del Bondone, domani apre la nuova cooperativa BASELGA DEL BORDONE. Domani, la comunità de! sobborgo abbarbicato sul Bondone, potrà nuovamente rifornirsi di generi misti, nella ristrutturata filiale delia Famiglia Cooperativa, sino ad alcuni mesi fa gestita dalia Cooperativa Cavedine (dai 1999 al 2014), e adesso alle dipendenze delia Cooperativa Ter! ago-Bondone. Storica cooperativa fondata nei 1895, oggi presieduta da Marino Mosna e dai direttore SiEvino Coniai, da cui dipendono i negozi di Teriago, Vigoio Baseiga, Sopramonte, Cadine e Covelo, che occupano 16 dipendenti. Un negozio di appena 50 rtiq, con tutti i principali generi alimentari (oltre 600 prodotti), aperto tutte le mattine feriali ed anche nel pomeriggio di sabato, con l'esperienza ultra ventennale ai banco, di Marisa Biasiolii (foto). Il costo dei lavori è stato circa 8.000 euro. Stasera, incontro sui nuovo punto vendita, alle 20.30, saia polifunzionale, (r.fr.) Pag. 13 on lafirmadell'atto costitutivo awen uta martedì 27 gennaio, prende il via l'attività della cooperativa scolastica "Sapori del Brenta", nata dalla collaborazione fra il Centro di Formazione Professionale dell'Università Popolare Trentina di Tione e la Famiglia Cooperativa delle Giudicane. Una cooperativa simulata ma con organi sociali e attività da promuovere e gestire, chei ragazzi della terza classe dell'indirizzo "Operatori ai Servizi di Impresa" dovranno imparare a conoscere e far funzionare. L'iniziativa si colloca nel più ampio progetto di "Simulimpresa", nato per portare sui banchi di scuola in maniera simulata ma del tutto concreta, concetti come ordini e forniture, clienti, bilanci, marketing e promozione, attraverso la costituzione e la gestione di vere e proprie aziende. I ragazzi, purrimanendoin un C contesto scolastico e quindi "protetto", hanno così l'occasione di avvicinarsi al mondo del lavoro, sperimentando direttamente le conoscenze apprese nelle ore di lezione nella gestione di una loro realtà imprenditoriale, dove ciascuno ha un ruolo e delle responsabilità ben precise. Importante anche il supporto dato dall'ente territoriale che decide di essere partner dell'azienda simulata - i n questo caso la Famiglia Cooperativa delle Giudicarie - che fornisce informazioni tecniche, di vendita e commerciali rendendo la sperimentazione ancor più realistica. "Il percorso che questi studenti intraprenderanno è importante perché possono conoscere la realtà delle cooperative e imparare ad esserne dei futuri dipendenti, così come degli amministratori", ha spiegato Oreste Bonenti, direttore della Famiglia Cooperativa ed ex studente del Centro Professionale. "Una lezione concreta, che affiancandosi alla teoria, fornisce un bagaglio di competenze variegato". Mondo della scuola e mondo del lavoro si trovano così a dialogare, gettando importanti ponti perii futuro professionale degli studenti, come ha avuto modo di sottolineare Claudio Nicólussi, direttore del CFPUPT di Tione. "La Famiglia Cooperativa Giudicarie collabora con la nostra scuola da tempo per l'inserimento in stage e tirocini formativi degli studenti", ha concluso. "Negli ultimi anni molti di questi inserimenti lavorativi scolastici si sono più volte trasformati in proposte di lavoro stagionale ma anche a tempo indeterminato; un elemento importante, soprattutto per un istituto professionale come il nostro e che conferma la bontà delle proposte didattiche che attuiamo". Maddalena Pellizzari Mondo della scuola e mondo del lavoro si trovano a dialogare, gettando importanti ponti per il futuro professionale degli studenti Pag. 14 Tionel II nuovo supermercato incide per il 52,78% recuperando i clienti Famiglia cooperativa aumenta il fatturato TIONE - È l'ampliamento del punto vendita di Tione a fare da volano nell'aumento di fatturati, passaggi e soci clienti della Famiglia cooperativa Giudicane. A confermarlo è il direttore, Oreste Bonenti: «Dalla sua riapertura il supermercato sta andando molto bene e questo ci fa capire che l'investimento fatto è stato la scelta giusta». I primi dati registrano sia un incremento del fatturato sia di passaggi. Anche di questo dunque si parlerà il 6 febbraio, all'assemblea al cinema comunale. «I dati di bilancio - anticipa Bonenti - non sono stupendi perché per noi questo è stato un anno transitorio. Un periodo di assestamento volto a recuperare il fatturato legato alla riduzione degli spazi di vendita e alla chiusura del negozio stesso». Allo stesso tempo però, aggiunge il direttore, «questo è il supermercato che incide di più su tutto il nostro fatturato, con il 52,78%». Gli effetti dunque ci saranno, ma si evidenzieranno a partire dal prossimo bilancio. A confermare il trend positivo ci sono i numeri dell'ultimo trimestre che segnano un aumento del fatturato pari al 5,76% e un incremento del 13,27% del numero di scontrini passati. Per Bonenti, una dimostrazione che «se nell'ultimo periodo avevamo perso clienti, ora li stiamo recuperando». Quattro i reparti che hanno fatto da traino in questa crescita: quello del pane che va al +37,53 % seguito dai surgelati (+36,16%). A questi si aggiungono la gastronomia con il 2J,92% in più e la pescheria (+18,09%). Un risultato che non è ascrivibile solo alle modifiche «strutturali»: «È stato fatto un buon lavoro di squadra - prosegue il direttore - abbiamo investito sulla formazione dei dipendenti per fare in modo che si arrivasse preparati a gestire un supermercato più grande e quindi diverso nei servizi e nei prezzi». Un coinvolgimento che è andato oltre la formazione raggiungendo anche la progettazione e la riorganizzazione dei turni che hanno permesso, in 6 mesi, di ripristinare l'organico iniziale: ««ll'apertura spiega Bonenti - avevamo aumentato di 6 persone, dopo 3 mesi abbiamo diminuito di 2 e poi abbiamo cessato il contratto degli altri al 10 di gennaio». Non mancano, nemmeno in questo ambito, le novità, come ad esempio la decisione, continua il direttore «di individuare Elena Chesi come responsabile di filiale». A tutto questo, in futuro, si dovrebbe aggiungere una diminuzione dei costi visto che, prosegue Bonenti «abbiamo lavorato molto anche sul risparmio energetico. Ora, ad esempio, il riscaldamento è solo a recupero calore, non abbiamo né gasolio né gas». Anche in questo caso il «cambio di passo» sarà valutabile da settembre. Infine, si confermano positivi i numeri della compagine sociale formata da 2.000 soci a cui, come conlcude Bonenti, «ad ogni consiglio si aggiungono dai 5 ai lp soci clienti». J. P. Pag. 15 Agli asili di Gardolo più bimbi d i origine straniera che italiani m • • I TRENTO Per la prima volta negli asili di Gardolo il numero di bambini figli di cittadini stranieri, è più alto rispetto agli italiani. I tanti cambiamenti della nostra società verso una dimensione multietnicasono evidenti, ma non si era ancora verificato un netto cambio di tendenza tra gli iscritti alle scuole materne. Nel mese di gennaio di dodici nuovi iscritti, undici sono di origine straniera ed è un dato che va a confermare la tendenza in atto negli altri corsi scolastici ed è nelle scuole materne più piccole, che il sorpasso è ancora più evidente. Tra Roncafort e Canova le percentuali sono del 52 % di presenze straniere e del 92%. Mentre alle elementari e medie, la situazione è equamente divisa. Analizzando questi primi dati, ci si deve chiedere dove sono finiti e bambini italiani. Mentre non meraviglia j il fatto che il primo quartiere a registrare questa inversione di tendenza possa essere Gardolo, perché si tratta del quartiere con la più alta densità di residenti stranieri di tutta la città Ma ci deve anche chiedere se le nascite di figli di cittadini stranieri residenti stanno surclassando quelle degli italiani, oppure se la scelta educativa si rivolge alle possibili alternative rappresentate dagli asili privati o semplicemente da altre scuole materne, più vicine ai luoghi di lavoro dei genitori. Questa nuova dimensione apre anche nuove prospettive, come nuove difficoltà didattiche. La prima è quella della conoscenza della lingua italiana. Le insegnanti fanno notare come dei bambini stranieri, imparino di fatto l'italiano all'asilo. Un aspetto che causa uno scompenso nel percorso didattico. Una situazione complessiva che richiede © H un notevole spirito di adattamento. «L'insegnamento in una scuola materna è quello di una didattica di base che però ha lo stesso un suo punto di partenza e di arrivo. Se il primo step è quello di imparare la lingua, è chiaro che tutto cambia ed i tempi sono del tutto diversi. E non si può negare che ci sono quei genitori che capiscono un rallentamento didattico, ma anche quelli che non lo comprendono preferendo mandare i propri figli in altre scuole materne». Ma a questo punto vengono messe in discussione anche altri momenti della scuola. Come la celebrazione del Natale per la quale è da verificare se la maggioranza la comprenda o meno. «Per i bambini dei Paesi dell'Est non c'è problema. L'unica differenza potrebbe essere la celebrazione della Pasqua che coincide una sola volta ogni quattro an- @ J "1® • ni. Ma per chi non è di religione cattolica si tratta di un momento non compreso. Al di la delle polemiche, si dovrà pensare ad un comune momento di festa con richiami più laici che religiosi». Si tratta di un tendenza che difficilmente potrà cambiare ed allora ci deve preparare ad un diverso modo di affrontare la vita scolastica, nel rispetto delle esigenze di tutti i bambini. Al momento l'unica situazione che è già consolidata, è quella dei menù quotidiani che rispecchiano le diverse esigenze alimentari, senza nessun problema. Per il resto il cambiamento scolastico, sarà di certo un cambiamento molto più veloce rispetto a quello della nostra società, favorito anche dalla spontaneità dei rapporti che solo i bambini riescono ad avere. (d.p.) Pag. 16 «Turnover eccessivo alla Casa rosa» LORENA STABLUM TERZOLAS - C'è preoccupazione e malessere tra i genitori dei ragazzi affidati alla cura del centro socio educativo «La casa rosa» di Terzolas. Da tempo un gruppo di mamme e papà denunciano qualche problema in ordine alla gestione della struttura, affidata dalla Comunità della Valle di Sole alla Cooperativa sociale Gsh di Cles. In particolare, ciò che crea apprensione è l'ele^ vato, anzi eccessivo, turnover degli educatori, che spesso non è solo legato alle assenze per maternità o malattia, e la continua presenza di personale definito «jolly»: persone, cioè, che cambiano continuamente passando da una struttura all'altra tra quelle, numerose, gestite dalla Cooperativa. La conseguenza è - evidenziano alcuni genitori - che gli operatori si trovano ogni volta a dover imparare a conoscere nei suoi aspetti caratteriali e di difficoltà la persona di cui si fanno carico. Una situazione, questa, che si ripercuote inevitabilmente sui figli e sull'efficacia del, sostegno offerto agli utenti disabili, che soffrono particolarmente il cambiamento. Diversi per carattere e per disabilità, i ragazzi della Casa Rosa richiedono infatti un'attenzione e una cura particolare che solo una conoscenza approfondita e una frequentazione continua e continuativa possono garantire. Qualche tempo fa, ad esempio, una famiglia ha lasciato il centro dopo che la propria figlia ha avuto una reazione emotiva violenta scaturita, forse, dal fatto di trovarsi a contatto con del personale nuovo che non riusciva e non poteva capirla - che non è stata comunicata ai genitori in modo tempestivo. Tutto questo - affermano - fa venir meno l'importante componente affettiva e relazionale che permette lo stabilirsi di una relazione significativa tra operatore e utente e tra l'educatore e la famiglia stessa. Anche il numero del personale presente all'interno della struttura desta una certa preoccupazione. Si teme che il rapporto 1 a 2,5, sebbene previsto dalle normative provinciali, non consenta di svolgere in modo adeguato tutte le attività considerata l'eterogeneità delle caratteristiche dei ragazzi. Insomma, manca la fiducia. Non nei riguardi degli operatori del centro - precisano più volte questi genitori - perché sono persone preparate umanamente e professionalmente. Ma a causa di quelle logiche aziendali che, a lungo andare, spersonalizzano un lavoro che per sua natura porta ad avere contatti umani ravvicinati con i ragazzi e le loro famiglie e a-in- staurare, in qualche caso, rapporti di amicizia. Logiche - dicono i genitori introdotte dal vertice dirigenziale della cooperativa rappresentato da Michele Covi, che all'interno del Gsh riveste il doppio ruolo di presidente e di direttore, e che non riguardano solo la struttura di Terzolas. Il Gsh, che opera nelle Valli del Noce dal 1990, offre risposte specifiche e ad ampio raggio ai molteplici bisogni ed esigenze della persona disabile e della sua famiglia, gestendo 1 comunità alloggio, 3 centri educativi, 2 centri occupazionali e numerosi altri servizi consultabili sul sito internet. I genitori hanno anche sollevato la questione con le istituzioni. Incontri con l'assessorato alle politiche sociali della Comunità di valle, con il Servizio sociale della valle e con la Cooperativa Gsh si sono avuti in almeno tre occasionici 4 marzo scorso, il 25 marzo e, poi, il 6 novembre senza però portare agli esiti sperati, ra a complicare ulteriormente la situazione, la notizia di un nuovo abbandono. Nell'ultimo anno i genitori, infatti, hanno visto cambiare due responsabili della struttura e stanno aspettando l'arrivo di un terzo. E, nel tempo, tanti educatori se ne sono andati dalla cooperativa. Pag. 17 LA REPLICA. Il presidente e direttore del Gsh tranquillizza i genitori Covi: «Sono cambiamenti fisiologici» CLES - «Si tratta di cambiamenti fisiologici e i genitori non devono preoccuparsi per l'efficienza del servizio». Michele Covi, presidente e direttore della Cooperativa Gsh (Gruppo sensibilizzazione Handicap) di Cles, rassicura i genitori che manifestano qualche preoccupazione in merito alla gestione del personale addetto alla cura dei propri figli all'interno del Centro socio educativo «La casa rosa» di Terzolas. «Dal 2014 c'è un equipe stabile» spiega riferendosi alle lamentele sull'elevato turnover degli educatori. I genitori dicono che nel giro di un anno sono cambiati tre responsabili. «L'attuale responsabile, che ha preso servizio a giugno, ha presentato una richiesta di aspettativa per problemi di salute. Ci sono delle norme contrattuali, che dobbiamo rispettare. Non potevamo rispondere negativamente alla sua richie- sta». Un'altra questione sollevata è quella del personale cosiddetto «jolly». «Sono degli educatori che vanno a coprire le assenze di altri, in modo da evitare che il servizio rimanga scoperto. Ruotano tra le strutture in base alle esigenze». I timori che manifestano i genitori sulla qualità del servizio, quindi, sono infondati? «Respingo l'affermazione che ci possa essere una minor attenzione nella cura. A Terzolas, c'è un equipe molto piccola, formata da quattro persone, due vi lavorano da tanto tempo e due sono arrivate nel 2014. Quindi, è normale che ogni cambiamento possa venir enfatizzato dai genitori. I mutamenti sono dovuti a scelte personali - ad esempio, la responsabile precedente che per tanti anni ha lavorato a Terzolas ha deciso di avvicinarsi a Trento, dove abita-, comunque sono sempre governati. Non dimen- tichiamoci che c'è un coordinatore psicopedagogico e una direzione che vigila su questi aspetti e che lavoriamo a stretto contatto con il Servizio sociale». Però, alcuni dipendenti ed ex dipendenti confermano il turnover eccessivo. «Nel sociale, talvolta è facile lavorare in situazioni pesanti e gravi. I dati interni in nostro possesso, comunque, risultano diversi dalla percezione descritta. I questionari, che somministriamo in forma anonima per la valutazione della soddisfazione, ci raccontano di un clima lavorativo positivo». Cosa si sente di dire a questi genitori? «Mi djspiace che non si sentano sufficientemente ascoltati. I canali di comunicazione con noi sono sempre aperti, così come c'è sempre stata la possibilità di chiarimento. Non si devono preoccupare per il benessere degli utenti, per l'attività e i progetti educativi». L, S. )ver eccessivo alla Casa rc Pag. 18 I ROVERETO Sedici alloggi per chi n o n è indigente - e quindi non ha i requisiti per fare richiesta ai progetti di edilizia popolare - m a n e m m e n o può permettersi u n appartamento in affitto o in proprietà. Sono stati consegnati ieri a Sacco, in via Da Vinci, e sono i primi alloggi a canone sociale realizzati dal fondo immobiliare dell'Housing sociale Trentino. L'obiettivo di questo progetto è arrivare a consegnare circa 500 appartamenti destinati a quella fascia di mezzo, che si è ingrossata a causa della crisi e che rischiava di rimanere senza risposte, il fondo Housing sociale è stato istituito dalla Provincia nel 2013, e se lo è aggiudicato Finint - Pensplan; il ruolo di gestore sociale è stato affidato a CoopCasa. Il canone degli alloggi varia, a seconda delle dimensioni dell'appaitamento, tra i 400 ed i 500 euro, il 30% in meno rispetto a quello del libero mercato, il condominio a Sacco è stato realizzato con le tecniche più moderile di costruzione, orientate anche al risparmio energetico. Tutti gli appartamenli sono dola li di perlinenze privale, finiiure di alla qualità e appartengono alle classi energetiche B e H+. ieri alla consegna degli appartamenti erano presenti l'assessore provinciale Carlo Daldoss, il presidente della Comuni Là Vallagarina, StefanoBisoffi,l'assessore all'edilizia abitativa della stessa comunità di Valle Claudio Soini, olLre ai responsabili del progetto housing. Quasi la metà degli alloggi è destinata a giovani coppie, A Sacco i primi 16 alloggi a canone moderato Ieri la consegna a!!a presenza dell'assessore Daldoss e del presidente Bisoffi «La Provincia investe molto sulle giovani famiglie, aiutando i ceti medi» :): Hit) I M J I fi' <v Ieri mattina a Sacco sono stati consegnati e primi 16 alloggi a canone moderato realizzati dai fondo Housing sociale Trentino (foto Matteo Pestìi} sposate, conviventi o in procinto di sposarsi, residenti delia Comuni Là della Vallagarina al m o m e n t o del bando. «La Provincia sta investendo sulla famiglia, offrendo delle risposte in linea con le esigenze delle persone. La prima consegna di alloggi a canone moderalo è un esempio di co- m e il problema casa possa essere affrontato con strumenti innovativi per ceti medi di popolazione e in u n contesto sociale più dinamico rispetto al passalo», ha commentalo Daldoss, che ha ricordalo come i bandi abbiano ricevuto un numero di domande in media tre volte superiore al numero de- gli alloggi offerti in locazione. «Per Finint Investments è un m o m e n t o di grande soddisfaz i o n e - h a affermalo ramministratore delegato Mauro Sbroggiò - si tratta di un'azione concreta a difesa della famiglia. Attraverso la casa si realizza u n a delie certezze fondamentali che consentono al- le giovani famiglie di costruire con fiducia il loro domani e il futuro della comunità». Soddisfazione ha espresso anche Nicola M e n a m i di CoopCasa. Per loro è solo l'inizio, preslo verranno assegnati altri 32 alloggi di questo tipo a Trento. (m.s.) CRI PRODUZIONE RISERVATA A Sacco i primi 16 alloggi :'l a canone moderato Toma la puzza in città, proteste -GP»*' Pag. 19 Consegnati sedici alloggi in zona Fucine ad affitto «calmierato» Da ieri sedici famiglie roveretane vivranno in alloggi a canone calmierato: si tratta degli appartamenti in via Da Vinci, zona Fucine, che saranno affittati a cifre oscillanti tra i 400 e i 500 euro al mese, grazie al progetto Housing sociale Trentino. «E'un segnale importante per queste famiglie - ha ribadito l'assessore provinciale all'edilizia abitativa, Carlo Daldoss -. L'intervento di Rovereto dà fiato ad una fascia di popolazione che non ha ancora la ricchezza sufficiente per acquistare una casa ma che è comunque disponibili a pagare un canone più alto rispetto a quello sociale». Gli Uffici degli enti territoriali hanno raccolto un numero di domande tre volte superiore a quello degli alloggi offerti, segno evidente che si tratta di una risposta adeguata. I nuovi alloggi rispondono pienamente agli standard più moderni di risparmio energetico e di sostenibilità ambientale. Informazioni sul sito www.housingsocialetrentino.it, curato da Coopcasa, gestore sociale del Fondo immobiliare. Pag. 20 CONSIGLIO CIRCOSCRIZIONALE Vigolo Baselga* eliminare l'isola ecologica «Il problema è chein via Canonica ed in altre stradine attorno alProblema rifiuti al centro del la piazza, non passano i mezzi di consiglio circoscrizionale del Dolomiti Energia, così i residenBondone, che si è tenuto marte- ti devono accumulare le immondì sera a Vigolo Baselga. E si rife- dizie, dando un pessimo spettarisce a quest'ultimo centro il do- colo. Chiediamo quindi ai tecnicumento presentato dal Gruppo ci del Comune ed a Dolomiti Insieme che propone di risolve- Energia che si trovi un'alternatire il brutto spettacolo che avvie- va. Nel documento proponiamo ne sulla piazza San Leonardo, a che si tolga l'isola ecologica e, causa dell'isola ecologica che con uno sforzo, si attivi il porta a strasborda di rifiuti. Spiega il porta in queste strade, per ripripresidente Sergio Cappelletti: stinare il decoro sulla piazza San I TRENTO Leonardo. Eliminando l'isola ecologica, si potranno prevedere alcuni parcheggi, eliminando così anche il parcheggio selvaggio». Il documento è stato approvato all'unanimità, così come la proposta della gestione condivisa dei beni comuni. Il regolamento a firma del consigliere Cia, prevede che siano i cittadini a costituirsi in associazioni per curare spazi e strutture: la circoscrizione l'ha approvato, con alcune osservazioni. Pag. 21 Via Zara, anche qui i furbetti dei rifiuti di Sandra Matte! 8 TRENTO Le varie puntate pubblicate sul Trentino in questi giorni, sul malcostume che impera in città per quanto riguarda i rifiuti, cresciuto di pari passo con l'introduzione della tariffa puntuale, hanno riguardato soprattutto le zone periferiche, da Spini (con l'ampia documentazione di strade e campagna trasformata in discarica), a Roncafort, a via Maccani. Ma il fenomeno dell'abbandono dell'immondizia, per chi si vuole disfare del residuo perché teme tariffe maggiorate e per chi non si prende la briga di portare materiale da smaltire al Crm, non è solo delle periferie. In questa pagina documentiamo come l'abbandono dei rifiuti avviene anche in quartieri residenziali come il lungo Fersina, ovvero in via Zara. A denunciare la situazione di degrado sono alcuni condomini del numero civico 14, scala A e B, nel quale abitano 34 famiglie. Lo spazio dei cassonetti si trova prima della stanga che delimita la strada di proprietà del condominio, quindi è su territorio comunale e facilmente accessibile da quel tratto di via Zara all'imbocco con via Fiume. Lì, prima che la strada faccia una curva ad angolo retto, costeggiando casaZelgher, c'è lo spazio riservato ai cassonetti. Il martedì, giorno deputato alla raccolta degli imballaggi leggeri, oltre ai sacchetti azzurri destinati a plastica e barattoli, si trova di tutto. «Approfittando dell'accumulo dei sacchetti della differenziata - spiega una residente c'è chi abbandona sacchetti neri, con dentro materiale del più vario. Si va dai vestiti, alle scarpe, a decine di barattoli di detersivi e ammoniaca, ma dentro i sacchetti sbagliati. Il problema è che Dolomiti Energia smaltisce solo i sacchetti corretti e il resto rimane lì, contribuendo al degrado e con la conseguenza che qui i topi vanno a nozze». E basta gettare uno sguardo ai sacchetti azzurri, per scorgere rifiuti che con gli imballaggi leggeri non c'entrano: ci sono ciabatte spaiate (che vanno portate al Crm), sacchi neri con dentro stoffe (pure destinate al Crm), cassette di plastica. «Succede così - aggiunge la residente - che in base ai controlli periodici del Comune, il condominio abbia ricevuto multe, che devono pagare anche i condomini che fanno la differenziata. Io, personalmente, separo anche il cellophane del pacchetto di sigarette dalla carta, e non mi sembra giusto che questo lavoro vada vanificato per colpa dei furbi e degli incivili. I contenitori con la chiavetta potrebbero essere una soluzione, visto che il condominio vicino ce li ha, e lì non abbandonano i rifiuti». Pag. 22 dei dipendenti, part lime verticali ed aumenti del monte ore settimanale». Sempre che, osserva Alessandro Stella della Filcatns Gigi, ciò non porti scompiglio nell'organizzazione delie alne sedi. La chiusura stupisce sia perché il fatturato, secondo i dipendenti, era buono sia per la velocità con cui l'azienda « ha voluto procedere ad incontrare singolarmente i lavoratori per la firma dei nuovi orari di lavoro e la comunicazione del trasferimento», I sindacati nei prossimi giorni incontreranno i dipendenti per raccogliere «proposte volte a limitare le conseguenze negative del trasferimento». Borgo, la Lidi chiude il 28 febbraio Gli 11 dipendenti trasferiti a Trento e Civezzano. Sindacati sorpresi e preoccupati I BORGO Troppo piccola (492 metri quadri} per gli standard della società: il sabato 28, la Lidi di Borgo Valsugana verrà chiusa. L'azienda lo ha comunicato ieri lasciando di stucco sia i sindacalisti, sia gli 11 dipendenti del punto vendita. Che però non perderanno illavoro, ma saranno trasferiti ai negozi di Trento o Civezzano. «Le ragioni alla hase di tale decisione - scrivono i rappresentanti delle tre sigle sindacali - sono da ricondurre alla volontà, da parte del colosso tedesco dei discount, di concentrare le attività sui punti vendita di Trento e Bolzano e, contemporaneamen- te, alla scelta di non investire nella ristrutturazione del negozio di Borgo Valsugana, ritenuta troppo onerosa a fronte dei fatturati registrati». I sindacati, apprezzano la decisione aziendale di mantenere il personale in forza (che otterrà anche un "incentivo"),, ma esprimono preoccupazione «per la gestio- ne dei trasferimenti ed in particolare per la nuova distribuzione dell'orario di lavoro dei dipendenti (di cui 8 donne, ndr), che potrebbe rendere ancor più difficile la ricerca di un equilibrio tra tempi di vita e di lavoro». Lidi Italia si è comunque detta disponibile «a valutare distribuzioni orarie a vantaggio Pag. 23 Al via il concorso «Succo d'Oliva» Termo, parte la settima edizione dell'evento dedicato ai piccoli produttori I TENNO Domani e sabato alle ex scuole di Cotogna il Comitato Culturale Cotogna-Gavazzo-Foci e il Consorzio di Tutela Prodotti Agricoli del Tennese propongono il 7° concorso "Succo d'Oliva", destinato ai piccoli produttori olivicoli del Comune di Tenno, della piana del Basso Sarca e in generale agli appassionati dell'olio del Trentino. La manifestazione ha lo scopo di confrontare i vari oli prodotti nel territorio attraverso una analisi chimica eseguita dai tecnici dell'Agraria di Riva - e successivamente attraverso un "panel test" (viene chiamato così il processo per determinare la qualità organolettica dell'olio attraverso una serie di descrittori che si riferiscono a colore, profumi, eccetera) - e quello di informare, divulgare e far conoscere la qualità dell'olio extravergine e le sue proprietà alimentari. Saranno individuati gli oli migliori dell'annata 2014, con assegnazione di cinque pre- E;/«ì CaiiillUtiS Ci CenidMÌa ffi JmttU ucco 'Oliva La locandina della settima edizione del concorso Succo d'Oliva A tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato in pergamena, con annesso il risultato chimico e organolettico del proprio olio. La manifestazione è finalizzata a fornire ulteriori informazioni sull'olio extravergine e le sue grandi proprietà alimentari. Per rendere più interessante l'evento e stimolare il lato artistico dei partecipanti al concorso, i partecipanti stessi sono stati invitati a creare oggetti in legno o con i rami di olivo, ma anche una ricetta, una poesia, un racconto, un disegno, una foto e così via, e consegnare attrezzature vecchie e nuove per la raccolta, la conservazione delle olive e dell'olio, da esporre in mostra per meglio comprendere la storia che è in continua evoluzione. Il programma prevede doma- ni alle 20.30 la relazione dell'esperto Franco Michelotti intitolata "Un'azione comune di difesa della mosca olearia, coordinata, integrata e proporzionata alle esigenze dell'annata". Si passerà poi a sabato, con dalle 14 dimostrazione e lezione di innesti di varietà di piante di olivo curata da Nicola Ischia e Fausto Torbol ed esposizione di foto inerenti al tema, alle 15 la relazione di Franco Michelotti sul tema "L'olivo e l'olio dell'annata 2014", con possibilità di porre domande e ricevere risposte, e a seguire gli assaggi per il pubblico dei migliori oli classificati. Alle 17.30 premiazione del 7° concorso "Succo d'Oliva" e rinfresco con prodotti tipici locali. La giuria esterna di assaggiatori-panelisti è composta da una mezza dozzina di persone che determinerà la qualità del prodotto attraverso una serie di sensazioni che congiuntamente offrono un quadro e una situazione entro cui collocare il campione di olio analizzato. Pag. 24 La Sapes: «Pronti anche a chiudere» JL I STORO «Ci sono cose che non si possono accettare. Insulti e minacce con un coltello da parte di un dipendente, ripreso perché invece di lavorare vagava da tempo per il reparto, per noi rientra tra queste cose. Non si può spaccarsi la schiena per cercare di salvare un'azienda, con tutti i problemi che stiamo attraversando, e avere anche paura ad entrare in reparto: mia moglie dopo l'episodio di giovedì non è più riuscita ad entrare in fabbrica». Giuliano Sossi, titolare della Sapes di Storo, è talmente infuriato per quanto è accaduto e per la lettura che dei fatti è stata data dal sindacato, da non riu- scire a tener fede al «no comment» iniziale, quando avrebbe voluto limitarsi a rispondere «la verità verrà fuori in Tribunale». Far passare per una sorta di comportamento antisindacale le conseguenze disciplinari di un atto inaccettabile, è troppo. «L'ho già detto anche al sindacalista - dice - se vogliono andare avanti, in qualsiasi sede e in qualsiasi modo, sono liberissimi di farlo. Ma sapendo cosa c'è in gioco: se non possiamo nemmeno difenderci da chi ci aggredisce, da quei pochi elementi che all'interno di una azienda che dà lavoro a l i o persone creano problemi e tensioni, continuare a lottare non ha senso. Tanto vale chiudere: ho un età per la quale avrei già lavorato più che abbastanza». Quindi il rifiuto di trattare col sindacato non discende da una presa di posizione o dalla volontà dirifiutareil confronto: quanto è accaduto è semplicemente troppo grave per poter essere minimizzato. Incompatibile con la prosecuzione di una collaborazione. Per questo l'addebito disciplinare e per questo il licenziamento, a questo punto scontato, dell'operaio che giovedì sera ha affrontato a muso duro Donatella Buccio, amministratore delegato della Sapes e moglie del titolare. Alla quale avrebbe urlato in faccia «voi non capite un e... - qua comandiamo noi». Invitandola poi a caricarsi da sola il muletto, se non era contenta di come lo faceva lui. Tutto questo, con un coltello in mano. Una versione dei fatti completamente diversa da quella che il lavoratore ha dato al sindacato. Ma a questo punto solo il giudice potrà chiarire quale sia più attendibile. E molto probabilmente ci si arriverà. Quanto ai colleghi di lavoro, allo sciopero in verità hanno aderito solo 4 dei dipendenti di Storo: lo stabilimento dove è avvenuto il fatto. Moltissimi non erano proprio presenti, pare causa improvvise malattie. Più massiccia l'adesione dei dipendenti di Condino, l'altra sede dell'azienda. (l.m.) Pag. 25 Folgarida: la Provincia «sale» in funivia MKMMMH^iitNSH DOMENICO SARTORI [email protected] TRENTO - La Giunta provinciale ha dato mandato a Trentino Sviluppo spa (holding di partecipazioni della Provincia autonoma di Trento) di raccogliere, con avviso pubblico, manifestazioni di interesse alla cessione di almeno 100 mila azioni ordinarie di Funivie Folgarida Marilleva spa (FFM), almeno 100 mila azioni privilegiate della stessa e 100 mila azioni ordinarie di Valli di Sole Peio e Rabbi spa, che di L'offerta di acquisto anche per 100 mila azioni di «Valli» spa Fulvio Rigotti: «Piuttosto che finiscano all'estero» FFM è la controllante. Per l'operazione, il budget è di 850 mila euro, oltre agli oneri fiscali e alle imposte di legge. Dunque la Provincia, attraverso Trentino Sviluppo, inten- de «entrare» in due società per le quali è in corso una procedura concordataria, nell'ambito del fallimento di Aeroterminal Venezia spa. Le due società, FFM e la holding «Valli», sono infatti nella mani della curatela fallimentare. L'avviso è stato pubblicato il 26 gennaio e le manifestazioni di interesse dovranno essere fatte pervenire entro e non oltre il prossimo 20 febbraio. Ovviamente, l'«offerta» è rivolta esclusivamente ad azionisti di FFM (sono centinaia) e agli azionisti (meno di venti) della controllante «Valli». Nell'avviso pubblico, a giustificazione dell'operazione, si fa cenno al nuovo Piano di attività di Trentino Sviluppo, approvato dalla Giunta provinciale lo scorso novembre, che prevede «un apposito stanziamento per l'assunzione di partecipazione strategiche nel settore funiviario». La somma a disposizione è di 1,2 milioni: vuol dire che l'operazione «solandra» si mangerebbe il grosso dello stanziamento. Nell'avviso si spiega inoltre che Trentino Sviluppo agisce «su indicazione della Giunta provinciale». Ma l'assessore al turismo, Michele Dallapiccola, interpellato sulla ratio dell'operazione, dice: «Non ne ho la più pallida idea. Non seguo la cosa e in Giunta non ne abbiamo mai parlato». L'assessore allo sviluppo economico, Alessandro Oli- vi, aggiunge: «Seguo Trentino Sviluppo, ma per tutto ciò che non ha a che fare con il turismo. In Giunta, comunque, non ne abbiamo parlato». Decisione, quindi, esclusivamente del presidente Rossi? Per il cda di Trentino Sviluppo, segue il settore funivie l'ingegner Fulvio Rigotti, già amministratore delegato di FFM e oggi presidente di Trento Funivie. «La Giunta provinciale» spiega Rigotti «vuole capire se ci sono dei pacchetti di azioni a disposizione, e a che prezzo». Ma dov'è l'elemento «strategico», se con 850 mila euro si acquista una quota di gran lunga di minoranza? «La scelta» risponde Rigotti «è tra l'esserci e il non esserci, e la Provincia dimostra di guardare con attenzione ad una partita che riguarda, da Pinzolo a Pejo, l'economica turistica del Trentino occidentale. Ovvio che il pubblico non sia indifferente al fatto che un pacchetto di azioni finisca in mani estere anziché in quelle di un soggetto locale». Tra i soci di «Valli» vi è chi possiede azioni date in pegno all'emiliana Banca Interprovinciale spa. Altri, in FFM, che le hanno date in pegno al credito cooperativo locale. Ci può essere quindi chi è nella necessità di vendere. Ora sa che, tra gli acquirenti possibili c'è anche la Provincia, attraverso Trentino Sviluppo. Pag. 26 Entro pochi mesi Tasta per il controllo di Funivie. Valore oltre i 30 milioni TRENTO - Sull'offerta di acquisto di azioni di Funivie Folgarida Marilleva e della controllante Valli di Sole Peio e Rabbi da parte di Trentino Sviluppo non fa commenti. «Sono normali scambi di azioni tra soci» afferma Luca Mandrioli (nella foto), curatore fallimentare di Aeroterminal, vicepresidente e amministratore delegato di Folgarida e presidente dei liquidatori di Valli. Lui, insieme agli amministratori delle due società, ha una transazione molto più rilevante da preparare: la cessione all'asta della maggioranza di Funivie detenuta da Valli. L'incasso servirà a rimpolpare l'attivo di Atv. Il valore a base d'asta stabilito nella perizia di due anni fa era di 29,3 milioni di euro. Ora sarà fatta una nuova perizia e il valore risulterà probabil- mente superiore ai 30 milioni, viste le buone performance degli ultimi anni. «Attendiamo il provvedimento di chiusura del concordato - dice Mandrioli - Subito dopo calendarizzeremo i prossimi passaggi». L'asta per il controllo di Folgarida, per la quale negli anni scorsi si era candidata la Cooperazione, sarà fatta entro l'anno, forse entro giugno. F. Ter. Pag. 27 Pd e Cedi: «Fotearida. la giunta chiarisca» Il caso di Tristano Scarpetta TRENTO Escludendo che Trentino Sviluppo abbia deciso in autonomia di acquistare azioni di Funivie Folgarida Marilleva e Valli di Sole, Pejo e Rabbi, resta da capire chi della giunta abbia dato l'«ordine» e perché. È quanto chiedono di sapere dal Pd e dalla Cgil. Per Luca Zeni «la giunta deve chiarire il senso di questa operazione». Per Franco Ianeselli «al momento sfugge in che modo, con l'acquisto di queste azioni, la giunta attraverso Trentino sviluppo intenda perseguire l'interesse comune». La scorsa settimana, Trentino sviluppo ha pubblicato un avviso «per la raccolta di manifestazioni d'interesse alla cessione di azioni ordinarie e/o privilegiate di Funivie Folgarida Marilleva spa ed ordinarie delle controllante Valli di Sole Pejo e Rabbi Spa» indicando in 850.000 euro il budget massimo (vedi Corriere del Trentino di ieri). Quando si dice Trentino Sviluppo, automaticamente si pensa ad Alessandro Olivi, assessore alle attività produttive. Il vicepresidente, però, non ne sa nulla. Anzi, non nasconde una certa irritazione quando dice di non essere «affatto a conoscenza di questa operazione, intrapresa evidentemente da Trentino Sviluppo su indicazione di chi si occupa del comparto funivie». In effetti, il turismo è l'unica competenza economica che non fa parte del pacchetto di deleghe del vicepresidente. L'assessore al turismo Michele Dallapiccola, però, assicura di non essere lui ad aver dato l'input alla società della Provìncia. «È una cosa che non seguo, non ne so nulla». «La vicenda — osserva il consigliere pd Zeni — è piuttosto particolare, visto che interessa una società oggetto di un fallimento (della controllante Aeroterminal, ndr). Sarebbe ancora più strana se le azioni che la Provincia intende acquistare non fossero quelle del fallimento, ma quelle di soci pri- vati. Mi pare opportuno che la giunta chiarisca il senso di questa operazione». Assai perplesso anche Franco Ianeselli, responsabile del comparto fune della Cgil. «Trentino Sviluppo è una società pubblica e il suo compito è evidentemente quello di perseguire il bene pubblico, l'interesse della comunità. Francamente non si capisce quale interesse collettivo si possa ricavare dall'acquisizione di un simile pacchetta azionario». Sempre dalle fila del Pd, si leva anche la voce di Gigi Olivieri, da sempre attento al destino degli impianti del Trentino occidentale. «Sono esterrefatto. Se l'obiettivo è divenire soci, basta comprare una sola azione, se l'obiettivo è controllare la società, 850.000 euro non servono nemmeno per cominciare. Se la Provincia fosse interessata ad entrare in una società che subisce una curatela fallimentare, allora il luogo e il tempo indicati sono quelli dell'asta competitiva che si terrà quest'anno. Diversamente, si buttano i soldi. Con 850.000 euro si comprano quattro mammografie». Pag. 28 Preferenze di genere, un'altra mazzata di Andrea Selva I TRENTO Un'altra mazzata per il disegno di legge sulle preferenze di genere presentato da Sara Ferrari, sostenuto dal Pd e sponsorizzato dalla maggioranza (che in realtà n o n ci crede) e che 1' 11 febbraio prossimo arriverà nell'aula del consiglio regionale. Ieri ci hanno pensato i rappresentanti dei Comuni e delle Comunità di valle a far sapere che ne pensano di una seconda preferenza (obbligatoria) alle candidate donne: «No grazie». Un no che - messo ai voti, prima che venisse a mancare un'altra volta il numero legale com'era accaduto la settimana scorsa - è stato ribadito da 13 amministratori, a fronte di 9 favorevoli e 3 astenuti. Con il consigliere provinciale Walter Kaswalder - presente in aula, lui che è dichiaratamente contro questa norma - a prender nota delle opinioni dei sindaci. Nulla divincolante, sia chiaro, m a quando il disegno di legge arriverà nell'aula del consiglio regionale non si potrà ignorare che i sindaci hanno detto "no grazie" a una norma che - parole loro - parte dai Comuni per varare una riforma elettorale: «Perché non danno il buon esempio partendo invece dalla Provincia?» è stato detto, a più voci, nell'aula del consiglio delle autonomie ieri pomeriggio. A votare contro - su invito del presidente Paride Gianmoena - c'erano anche due donne, cioè Monica Mattevi (Stenico) ed Enrica Rigotti (Isera) assieme a Gottardi (Tione), Zaocanella (Fiemme), Abram (Sarnonico), Menapace (valle di Non), Svakii (Bedollo), Bernardi (Villa Rendena), Boldrini (Prezzo), Lenzi (Samone), Tait (Rotaliana) e Ravelli (Monclas- sico). Favorevoli Cristina Donei (Fassa), Donata Sartori (Paganella) e Antonietta Nardin (Cembra) con Sommadossi (Valle dei Laghi), Miorandi (Rovereto), Oss Emer (Pergine), Caliari (Mori), Mosaner (Riva) e Nicolussl Paolaz (Luserna). Astenuti (una posizione che Mosaner platealmente n o n ha gradito) Migazzi (valle di Sole), Bisoffl (Vallagarina) e Dandrea (Bassa Valsugana). Lungo (e appassionato) il dibattito, con qualche richiamo a contenere l'ilarità (!) sempre in agguato, anche tra sindaci purtroppo, quando si parla di questioni di genere con il presi- dente dell'Alta Valsugana Dallapiccola (dichiaratamente favorevole, m a assente in aula al momento del voto) che parlava di "maschietti" e "femminucce". Gianmoena considera sbagliata una norma regionale che parte dai Comuni (invece che dalla Provincia) e che non riguarda Bolzano. Donei ha fatto notare che secondo la sua storia personale se lei fa politica è grazie alle quote rosa: «E le preferenze di genere sarebbero u n altro buon incentivo». Contraria invece Rigotti: «C'è il rischio di creare u n effetto riserva indiana». E quindi ha votato contro, anche se sua madre - all'epoca della candidatura - le disse: «Ma non c'era u n uomo disponibile?». Il sindaco Bernardi ha detto che n o n è giusto obbligare uno a esprimere una preferenza di genere, mentre Caliari (citando la sua giunta di Mori a maggioranza rosa) ha sostenuto che serve u n incentivo per garantire la partecipazione delle donne (anche se - ha detto - la soluzione migliore era quella con tre preferenze di cui una di genere, e n o n due). Svaldi (Bedollo) vuole essere libero di votare due candidati dello stesso genere (fossero anche due don- ne). Esattamente come MonicaMattevi che due donne le ha votate già in passato e vorrebbe essere libera di ripetere l'esperienza. Antonietta Nardin - replicando a Enrica Rigotti che su questo aveva dei dubbi - ha sostenuto che le donne possono fare politica anche nelle "caneve", come accade nei paesi trentini. Ma ugualmente la partecipazione andrebbe incentivata. Miorandi (Rovereto) ha sostenuto che non si può restare "fuori dall'Italia" dove nei Comuni già si vota così. Mentre Menapace ha sostenuto che di questo passo (con riunioni per sole donne)il genere diventerà motivo di esclusione. Zancanella contrario - nonostante in valle di Fiemme il voto alle donne risalga al 16° secolo - perché per trovare candidate donne alla fine bisogna chiedere per piacere. Migazzi ha fatto notare che chi sostiene le donne (come prova una ricerca dell'Istituto Cattaneo) già le vota anche senza l'obbligo, ma i sindaci dei piccoli comuni non riescono a trovare candidate. Infine Oss Emer ha sostenuto che alle donne non serve protezionismo, m a alla legge comunque sarebbe stato favorevole. Pag. 29 (pari opportunità): «rilegge necessaria® Se i sindaci votano contro, Sa iaCoirrnìissione provinciale Pari Opportunità ha espresso soddisfazione riguardo il rinnovato impegno dei Consiglio Regionale a introdurre per Se eiezioni nei Comuni ia cosidetta doppia preferenza di genere "finalizzata a realizzare una compiuta democrazia paritaria". Questa previsione introdotta dalia legge 215/2012 - si legge in una nota diffusa ieri dalla presidente Simonetta Fedrizzi, neiiafoto - è già realtà a livello nazionale, ma non ha ancora trovato recepimento nei nostro territorio. L'auspicio è che si arrivi a una modifica delia legge elettorale in senso paritario in tempo utile per le eiezioni comunali di maggio. Siamo convinte che legislatori e amministrazioni pubbliche debbano colmare il deficit di democrazia, impegnandosi fattivamente ad integrare potenziali risorse, competenze, abilità e sensibilità detenute dalla parte femminile e maggioritaria della popolazione. Pag. 30 IL C0IWEM© «Per le imprese il tema del credito è prioritario» I TRENTO Si è svolto ieri a Palazzo Stella un seminario organizzato da Confindustria Trento insieme alla Banca d'Italia sui principali strumenti per la gestione del rapporto tra impresa e banca. "Il servizio sulla finanza d'impresa costituito negli ultimi anni a Palazzo Stella - ha spiegato Luigi Togn, membro della Giunta esecutiva dell'associazione industriali - ha per obiettivo proprio il miglioramento del rapporto con gli istituti di credito. Iniziative di informazione come quella odierna dovrebbero aiutare le imprese a comprendere e utilizzare al meglio gli strumenti disponibili per la gestione finanziaria in azienda". "Il tema del credito è prioritario per le aziende in questo momento", ha commentato Roberto Busato, direttore di Confindustria Trento. "Gli associati ci segnalano che il sistema bancario non li supporta adeguatamente. Pertanto iniziative come quella del Fondo strategico sono sicuramente utili per mettere a disposizione finanza aggiuntiva. Resta urgente però - ha aggiunto Busato - una riflessione che porti a fare più sistema tra banche e imprese. Perché se a queste ultime non arrivano risorse, il meccanismo si inceppa. Non dimentichiamo che il bilancio pubblico sarà alimentato sempre più dal Pil generato dal sistema produttivo ". Il direttore della filiale di Trento della Banca d'Italia, Paolo Ciucci, ha sottolineato la positiva collaborazione in essere con Confindustria Trento e ha spiegato che l'istituto è a disp osizione delle imprese per informazioni e chiarimenti su strumenti quali la Centrale dei rischi e l'Arbitro bancario finanziario. Rivolgendosi alla Banca - ha spiegato - si possono risolvere rapidamente problemi e controversie di natura finanziaria. Il direttore di Confindustria Busato Pag. 31 «In azienda? Massaggi e cura dell'orto» di Rosario Fichera I TRENTO «È come un dovere di riconoscenza: abbiamo sentito forte la responsabilità, dopo vent'anni d'attività, di dare un contributo alla crescita del territorio, condividendo, a titolo gratuito, con la collettività, il nostro know how digitale, tecnologico e creativo e l'esperienza maturata all'estero, in Silicon Valley». Ha motivato cosi, Luca Cattoi, presidente di "Graffiti", agenzia di comunicazione, design, web e marketing, il progetto "4Local", presentato ieri presso la sede di Confindustria Trento. Il prossimo anno l'agenzia, nata ad Arco e con sedi, oggi, a Milano, Verona e Stanford, in California, compirà il ventesimo anniversario di fondazione e in occasione di questa importante tappa, ha voluto avviare una serie di iniziative per restituire al territorio - come ha evidenziato il direttore di Confindustria Trento, Roberto Busato - quanto ricevuto. E lo farà a modo suo, mettendo a disposizione non solo l'esperienza, ma anche la sua filosofia aziendale, dove al centro di tutto ci sono innanzitutto le persone. Basta pensare che per i 40 dipendenti sono previsti pause con sedute di massaggi, la possibilità di coltivare l'orto fuori dall'ufficio per pranzare con prodotti freschi e riunioni fatte all'aperto, sul prato. «Oggi la competizione non si gioca più tra singole aziende - ha spiegato Cattoi - ma tra territori e dalla capacità delle imprese e delle istituzioni di fare sistema. In questo senso, abbiamo sentito la responsabilità di fare la nostra parte, mettendo a disposizione, a titolo gratuito, il 5% del nostro tempo lavorativo in favore della comunità». In particolare il contributo al territorio di Graffiti (azienda con 6,5 milioni euro di fatturato che si prevede in aumento quest'anno di altri 1,5 milioni, grazie all'e.commerce), sarà realizzato attraverso tre strumenti: il primo, la creazione di un "polo del design" nell'Alto Garda, per il quale sono stati già individuati degli attori, tra cui l'Accademia del design di Brescia; secondo strumento, l'aiuto alle start-up: «Stiamo già aiutando delle start-up trentine a crescere, per esempio nel comparto dell'e.commerce - ha spiegato Cattoi ma il nostro obiettivo è di intervenire nella seconda fase di un progetto, quando l'idea è stata sgrezzata e verificata come fattibile e bisogna passare alla fase esecutiva che è quella più difficile». Il terzo strumento è il "format" denominato "Graffiti 4Local", con il quale l'agenzia di comunicazione si è posta l'obiettivo di formare il territorio, "contaminandolo" con il proprio know how, aprendo al pubblico anche le porte della nuova sede che sta ristruttutturando a Riva del Garda, dove ha previsto un'area pubblica con sale riunioni e spazi per mostre ed eventi e workshop. Il format sarà realizzato, in particolare, attraverso tre attività: incontri formativi nelle scuole superiori, per aiutare gli studenti ad affrontare al meglio il mondo del lavoro, per esempio, imparando a presentare in modo efficace e professionale le proprie idee; whorkshop, gratuiti; consulenze one-to-one, un vero e proprio sportello aperto ai giovani, liberi professionisti, aziende e associazioni. Pag. 32 «Tassa di soggiorno? eoi albergatoli sempre esclusi» I TRENTO Ancora polemica tra le associazioni degli albergatori e la Provincia sulla tassa di soggiorno. Gli albergatori rispondono alle indicazioni apparse ieri sulla stampa e fomite dalla giunta durant il question time in consiglio provinciale: «Dalle parole dell'assessore Dallapicola risulta che ci sarebbe stata una condivisione dei contenuti della norma che introduce la tassa di soggiorno. E' vero l'esatto contrario ovvero la nostra opposizione all'introduzione alla tassa è stata affermata costantemente in tutte le occasioni di confronto, non lasciando margini di am- biguità alcuna. Ne sono testimoni anza le dichiarazioni riportate dalla stampa, i documenti che abbiamo presentato in tempi e in luoghi diversi e anche in sede di presentazione delle Osservazione alla Legge Finanziaria. Non c'è stato alcun margine di trattativa da parte dell'Assessore e della Giunta. Abbiamo invece chiesto di introdurre nel testo di legge almeno quelle modifiche che potessero meglio tutelare le nostre imprese, come ad esempio l'aumento della componente imprenditoriale turistica nei cda delle Apt e altri aspetti di carattere sostanziale, come le modalità di utilizzo del gettito derivante dall'imposta». Pag. 33 Mittel? Casertano scelto come nuovo direttore I TRENTO Il Cda di Mitte! ha deliberato ieri all'unanimità la nomina di Gaetano Casertano a direttore Generale di Mittel S.p.A. a far data dal 31 gennaio 2015. « Casertano informa una nota dell'azienda vanta importanti expertise nei settori del merchant banking, private equity, advisory ed immobiliare e una vasta esperienza manageriale in alcuni fra i più importanti gruppi industriali e di servizi del Paese. In particolare ha seguito, tra le altre, le principali operazioni di finanza straordinaria del Gruppo Telecom Italia ('96-'98) e Pirelli&C Real Estate ('99- 2002). • \ Gaetano Pag. 34 I TRENTO Le cinque organizzazioni sindacali che raccolgono i bancari degli istituti commerciali si sono compattate per scioperare domani e protestare per la decisione dell'Abi di disapplicare il contratto nazionale dal 1 aprile. Uno sciopero che coinvolge i 1.300 dipendenti degli istituti di credito non cooperativi in Trentino, che sono 312mila in Italia. La partecipazione allo sciopero è stata decisa nell'affollata assemblea (erano più di 300 lavoratori) che si è tenuta ieri a Trento, alla sala della cooperazione, organizzata dalle sigle sindacali di categoria, Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, e Uilca in seguito alla rottura con Abi, l'associazione delle banche italiane, per le trattative di rinnovo del contratto nazionale dello scorso 25 novembre. «Si tratta di un provvedimento - ha affermato Romano Vicentini, della Fisac Cgil - molto grave, senza precedenti. Nemmeno Marchionne è arrivato a tanto, perché ha disdetto il contratto nazionale, ma ne ha siglato uno per l'azienda. Siamo preoccupati, perché significa che Rottura sul contratto, ì bancari domani incrociano le braccia # ® Il n # Oltre trecento lavoratori ieri hanno votato lo sciopero Compatti tutti i sindacati contro la mancanza di tutele le tutele fino ad ora ottenute sono vanificate». Dei 416 contratti in vigore nel privato e nel pubblico, solo quello dei bancari è stato, infatti, disdettato. In una nota, la Fisac Cgil spiega: «I lavoratori del credito incrociano le braccia per rivendicare la necessità di un nuovo modello di banca "al servizio del Paese", che sia più vicino alle famiglie, alle piccole medie imprese e ai territori, contro quello attuale, che privilegia un'erogazione del credito prevalentemente a favore dei grandi gruppi industriali. Inoltre con la loro mobilitazione i bancari vogliono difendere il potere d'acquisto del salario, messo a rischio dal blocco permanente della crescita automatica degli stipendi in tema d'inflazione, come vuole l'Abi». L'associazione delle banche, infatti, punta a smantellare il contratto nazionale di categoria e le tutele contrattuali, sostituendolo con contrattazioni azienda per azienda, che creerebbero un'enorme disparità di trattamento economico e normativo tra i lavoratori e le condizioni per ulteriori e selvaggi tagli di posti di lavoro, dopo i 68mila già eliminati negli ultimi 15 anni». I lavoratori scioperano, insomma, per difendere il contratto nazionale «l'unico in grado di garantire economicamente e socialmente la categoria e salvaguardare l'occupazione». LIQUIGAS Pag. 35 Industriali, rappresentanza dimezzata TRENTO Arriva la riforma di Confindustria a livello nazionale, che coinvolgerà in pieno anche Confindustria Trento. Si tratta del dimezzamento della giunta esecutiva e del consiglio direttivo. Nei giorni scorsi, inoltre, Palazzo Stella ha formalizzato l'«autoriduzione» del compenso dei suoi dipendenti, «in pratica ci siamo tolti circa un mensilità» specifica il direttore Roberto Busato. Infine parte l'iter per la nomina del nuovo presidente: entro febbraio verranno individuati i tre saggi. Le norme decise a livello nazionale dall'associazione degli industriali mirano a rendere più snella la struttura, non tanto a diminuire i costi, visto che le cariche non sono remunerate. L'attrattiva maggiore dipende dal prestigio dell'incarico: essere in giunta, vicepresidente o presidente di Confindustria, è un desiderio di molti grandi imprenditori. n disegno, votato dunque a maggiore snellezza e capacità di prendere decisioni veloci, porterà la giunta di Trento da 16 a 8 componenti. Attualmente la composizione è in questi termini: 8 sono i membri elettivi, uno è il vicepresidente della sezione più rappresentativa (metalmeccanici), 3 sono i vicepresidenti nominati del presidente Paolo Mazzalai, uno è il rappresentante dei giovani, uno quello della Piccola industria e uno è il past president, oltre al presidente in carica. «Arriveremo a un dimezzamento — specifica Busato —, proporzionato rispetto alle attuali componenti dell'esecutivo. La stessa cosa varrà anche per il consiglio direttivo, in cui i componenti passeranno da circa 80 a circa 40». In molte parti d'Italia si stanno operando fusioni di associazioni territoriali, nell'ottica di ottenere risparmi. In qualche caso si sono stati addirittura licenziamenti, perché i bilanci non erano in ordine. In Trentino, equiparato a una regione come l'Alto Adige, non ci saranno fusioni (che forse potrebbero rendere più agevole la gestione), ma comunque Trento e Bolzano in- tensificheranno la collaborazione. Sul fronte del personale, come riportato dal Corriere del Trentino lo scorso 8 gennaio, è stata formalizzata un'autoriduzione dello stipendio pari al 6%, «un'operazione molto apprezzata dagli imprenditori — sottolinea Busato — che consente all'associazione di guardare con decisione al futuro. I dipendenti hanno rinunciato ad una mensilità, ora ne hanno 13. Dobbiamo tenere a mente che ci sono aziende in cui lo stipendio è un problema». Per quanto riguarda poi il cambio al vertice di Palazzo Stella, il direttore fa sapere che si sta mettendo in moto la «macchina». Entro la fine di febbraio Confindustria nominerà i tre saggi che avranno il compito di individuare i prossimi candidati alla presidenza. Avranno 60 giorni di tempo, dopo di che si saprà il nome o i nomi che si contenderanno la carica. La nomina infine avverrà nell'assemblea estiva. Enrico Orfano © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 36 «Graffiti» punta sulla formazione Cattoi: speriamo nella Provincia TRENTO In occasione dei suoi primi 20 anni, la Graffiti 2000 di Luca Cattoi sceglie di investire su un pacchetto di nuove attività per far crescere il territorio, sperando nel sostegno della Provincia. Ex presidente dei giovani di Confindustria, da Palazzo Stella ieri Cattoi ha presentato le iniziative della sua azienda, che ha base ad Arco e sedi a Verona, Milano e Stanford (Usa) nella Silicon Valley. Tre i progetti, per cui la società metterà a disposizione «il 5% del suo tempo lavoro». Per prima cosa si vuole cercare di costituire ad Arco un polo del design dell'Alto Garda, collaborando con l'Accademia delle belle arti di Brescia, Laba. Il secondo progetto è sempre nel solco della formazione è mira a far crescere la «cultura digitale», con incontri nelle scuole, workshop e consulen- Dinamico Luca Cattoi, ex presidente dei giovani ze one-to-one aperte a tutti. Terzo progetto: affiancamento delle start-up. Una moda niamo strumenti adeguati alle imprese: a cui anche Graffiti aderisce? «Noi affian- speriamo che la Provincia ci segua». Grafchiamo la start-up alla fine dell'incubazio- fiti «ha circa 40 collaboratori e un fatturato ne, dando servizi in cambio di quote». La da 6,5 milioni» informa Cattoi. percentuale di insuccesso delle start-up E.Orf. però è del 98%. «In tutte queste attività for© RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 37 Garanzie Confidi artigiani, pesano le sofferenze Alle Rurali pagati circa tre milioni TRENTO Confidi Direttore Paolo Nardelli guida il Consorzio artigiano di garanzia fidi artigiani ha deciso di fare un'operazione di pulizia rispetto alle sofferenze che ha in bilancio, pari al 7,7% dei crediti garantiti. Con il sistema delle Rurali ha dunque deciso per una transazione, per far diminuire i crediti in sofferenza da 7,4 a 4,3 milioni. «Si tratta dei casi in cui abbiamo constatato l'impossibilità di rientro. È meglio liberare il portafoglio, perché le sofferenze comportano solamente costi» spiega il direttore Paolo Nardelli. Ora le sofferenze si attestano intorno al 5%. Per quanto riguarda invece l'attività di prestito diretto, Cag ha erogato finora 4,5 milioni di euro di mutui di piccolo taglio, Le domande sono state 204, alcune decine da parte di imprese femminili. Per sostenere invece le aziende in difficoltà perché parte dell'indotto di società in concordato, sono stati erogati 3,5 milioni dalla Provincia. A disposizione ancora un milione da erogare. Q RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 38 Manifestazione unitaria Bancari «Abi» verso lo sciopero Contratto disdetto: 1,300 protestano TRENTO Quasi 300 su un totale di 1.300 i Sindacato Romano Vicentini, segretario generale della Fisac Cgil dipendenti delle banche che ieri hanno partecipato all'ultima assemblea prima dello sciopero di domani causato dalla disdetta del contratto nazionale Abi e della sua disapplicazione dal primo aprile. I dipendenti dei grandi gruppi nazionali come Unicredit e Intesa Sanpaolo, oltre a incrociare le braccia, daranno vita a 4 manifestazioni nazionali, delle quali quella di riferimento per Trento è Milano. ' Lo sciopero è indetto unitariamente da Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca. I dipendenti scioperano per difendere il loro contratto, che offre garanzie economiche e normative importanti. «Dopo i 25 anni — fa un esempio Romano Vicentini della Fisac Cgil — ci sono delle limitazioni al raggio di spostamento per mobilità territoriale. Senza il contratto queste tutele andranno perse». La volontà è di sostituire il nazionale con contratti aziendali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 39 Vetriolo, ecomostri nel mirino TRENTO L'impatto visivo è importante. Mostruosità di cemento, crollate, diventate meta di ladri e vandali, da anni dismesse, sorgono in mezzo a una delle perle del Trentino. Passeggiando, la sensazione è quella di trovarsi in un luogo abbandonato, dimenticato, quasi surreale. Eppure gli ecomostri sorgono a pochi metri di distanza dalle Terme, grande attrazione soprattutto per i turisti del Veneto, e dal bar ristorante che si affaccia sulla pista di lancio degli appassionati di parapendio. Vetriolo ha una lunga storia turistica alle spalle, c'è un'associazione attiva che cerca di promuoverla, ma a livello paesaggistico le tre gigantesche strutture alberghiere dismesse da più di vent'anni (gli ex hotel Trento, Italia e Milano) sono un vero pugno nell'occhio. L'assessore Carlo Daldoss non ha dubbi: vanno demoliti. Si sta pensando allo spostamento dei volumi in altre zone più gettonate. C'è un progetto e l'assessore insieme al sindaco di Levico ha già fatto un sopralluogo. Si parla di un accordo tra privati ed enti pubblici, in forza della nuova legge urbanistica sulla disciplina della perequazione, che porterebbe alla demolizione degli ecomostri con costi di abbattimento a carico degli imprenditori. Ma la strada è tutt'altro che semplice. C'è un problema di volumi. Dove si possono spostare? E le dimensioni? Inoltre c'è una contraddizione di fondo: da un lato la Provincia chiede lo stop allo sfruttamento del territorio, dall'altra apre sulla possibilità di creare nuovi volumi di quelle proporzioni. «La linea dell'assessore Daldoss è forte e condivisibile — spiega il sindaco di Levico, Michele Sartori — è un intervento urgente che va fatto assolutamente, anche per questioni di sicurezza. Ma non è un momento facile — ammette — bisogna trovare una soluzione insieme ai privati. Come Comune per noi è importante abbatterli per rilanciare la località che ha una sua specificità, con le Terme più alte d'Europa. Vetriolo può avere grandi potenzialità, si può investire su strutture ecosostenibili». Il Comune spinge, ma il problema sono i costi. «La Provincia — spiega Sartori — per alcuni ecomostri si è detta di- sposta ad assumersi una parte di spesa, ma per Vetriolo non so». Provincia e Comune accelerano e stanno trattando con l'imprenditore Francesco Peghini per trovare una soluzione, per i tre colossi fatiscenti. Due di questi sono stati acquistati dall'imprenditore perginese sei, sette anni fa. L'obiettivo era realizzare un villaggio, residenziale e turistico con campi da tennis e diversi servizi, ma la crisi ha azzerato tutto, «n progetto — spiega il consigliere provinciale Upt, Giampiero Passamani, ex sindaco di Levico — era già stato approvato, mancavano solo dei pareri da parte dell'ufficio geologico, in quanto Vetriolo è considerata una zona rossa, dove la roccia è molto friabile, n progetto è però naufragato a causa della crisi. L'unica soluzione per l'imprenditore è spostare questi volumi in zone più appetibili. Questi vecchi alberghi sono dismessi da almeno vent'anni, è un peccato, rovinano la zona che è molto bella». Ora si attende l'incontro tra Provincia, Comune e imprenditori che sarà fissato a breve. Dafne Roat © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 40 LA PINETANA GRAZIELLA ANESI HA INCONTRATO I L PAPA A CASA SANTA MARTA "Il mìo abbraccio con Francesco" A Lia fine della Messa si mette in un // l \ angolo della piccola chiesa e \ \ # 1 dedica qualche minuto di ascolto a ogni persona invitata». Lunedì scorso, 26 gennaio, in fila davanti a Papa Francesco di prima mattina c'era anche Graziella Anesi, tra i pochi ammessi a Casa Santa Marta a un nuovo capitolo della catechesi quotidiana di Bergoglio. «Vederlo, dargli la mano, avere la sua benedizione: sono momenti che devo ancora elaborare perché sono molto carichi di significato e ognuno li vive a modo suo», racconta all'indomani a radio Trentino inBlu la fondatrice della cooperativa HandiCrea,figuradiriferimentoin ambito locale per il mondo della disabilità. Rientrata nei ritmi del suo lavoro nella sede di via San Martino, a Trento, la pinetana Graziella si porta nel cuore l'intenso sguardo del Papa In dono un libro fotografico sulla disabilità quotidiana: "Il Papa l'ha guardato e mi ha ringraziato" argentino. «E soprattutto - descrive - il fatto, come gli ho sentito dire più volte, che abbia chiesto anche a me di pregare per lui: mi ha detto di averne molto bisogno. Poi ha aggiunto che le persone con disabilità hanno una grande forza interiore. Io gli horisposto:non sempre santità, non è mai facile nemmeno per noi!» Al termine del breve colloquio personale Graziella Anesi ha fatto al Papa un duplice dono: una foto con l'accensione da parte di Francesco della torcia delle Universiadi "trentine" e il libro "Tutto il giorno, tutti i giorni", frutto del lavoro di Graziella a quattro mani con il fotografo Piero Cavagna, raccolta di immagini di quindici persone disabili nella loro quotidianità, confluite anche in una mostra in piazza Duomo. «Il Papa l'ha guardato e mi ha ringraziato. E' stato importante per me lasciargli una testimonianza di quello che viviamo tutti i giorni, alla ricerca di una normalità che non sarà mai tale, ma anche con tanterisorsesconosciute ai più». pi.fra. Graziella Anesi, fondatrice della cooperativa HandiCrea, è da molti anni figura di riferimento in Trentino per il mondo della disabilità Pag. 41 'Ndrangheta, presi gli infiltrati trentini FRANCESCO TERRERI La maxi-operazione contro le infiltrazioni della 'ndrangheta in Emilia, in Lombardia e nel veronese che ha portato ieri all'arresto di 160 persone (vedi pagina 5) ha consentito di colpire, per la prima volta con queste accuse, gli infiltrati dell'organizzazione criminale in Trentino. Si tratta di alcuni esponenti dell'imprenditoria mafiosa di Crotone e di Cutro, in Calabria, in particolare Antonio Muto e Cesare Muto. Negli anni scorsi i Muto si erano installati a Reggio Emilia e Mantova ed erano arrivati anche in Trentino. Tra i tentativi di infiltrazione, l'ottenimento di subappalti nel trasporto di materiale da scavo e l'acquisizione dell'azienda trentina Marmirolo Porfidi, per svuotarla dei beni. La clamorosa denuncia del tentativo di infiltrarsi in Trentino nel settore dei trasporti e delle pietre fu fatta pubblicamente dal presidente delia sezione autotrasporto di Confindustria Andrea Gottardi il 13 maggio 2011. «Non abbiate paura a denunciare - disse Gottardi -Ve lo dice un imprenditore che la denuncia l'ha fatta, l'ha firmata assumendosi le sue responsabilità, e che purtroppo è stato lasciato solo non daJJa sua associazione locale e nazionale, ma dai colleghi che fanno lo stesso lavoro». La denuncia di Gottardi, però, lasciò fredde le istituzioni. Ora, finalmente, l'inchiesta della Dda di Bologna e Brescia e il blitz di ieri dei Carabinieri hanno portato alla luce, tra le tante connessioni con la 'ndrangheta, anche quelle trentine. Gli indagati sono 200, gli arrestati 163, di cui 117 in Emilia e 46 in Lombardia. Coinvolti, tra gli altri, il sindaco di Mantova Nicola Sodano, l'avvocato Giuseppe Pagliani, consigliere comunale e provinciale reggiano di Forza Italia, Giuseppe Iaquinta, padre del noto calciatore e aspirante acquirente del Trento Calcio due anni fa. È stato chiesto il sequestro di beni per 100 milioni di euro. Tra le accuse, associazione di stampo mafioso^estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, oltre a intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali illeciti, emissione di fatture per operazioni inesistenti, commessi con l'aggravante di aver favorito l'attività dell'associazione mafiosa e dalla transnazionalità del reato per aver agito in più di uno Stato, cioè, oltre che in Italia, in Austria, Repubblica di San Marino e Germania. Secondo gli inquirenti, gli indagati sarebbero compromessi con la cosca Grande Aracri, una potente 'ndrina con base a Cutro. La pista più concreta sulle infiltrazioni in Trentino è stata quella della Marmirolo Porfidi, l'azienda di lavorazione di materiali inerti con una cava per l'estrazione di materiale ghiaioso in provincia di Mantova. Fino al 2007 la società prospera, con un fatturato di oltre 7 milioni. Un anno dopo inizia la crisi, gli effetti sono pesanti. È a quel punto che si fa avanti una società di Reggio Emilia, la Cms srl, con sede a Gualtieri, una delle località del blitz di ieri. La Cms va «al salvataggio» della Marmirolo Porfidi ma, come spesso è accaduto in questi casi, la boccata d'ossigeno è solo apparente. In realtà i nuovi proprietàri spogliano l'azienda dei beni, lasciandola in fallimento con 8 milioni di debiti. Amministratore della Cms era Cesare Muto. Nella Marmirolo Porfidi Cesare Muto diventa nel 2009 presidente del consiglio di amministrazione. In cda c'è anche Antonio Muto. I due, che sono parenti, erano in affari insieme anche in altre società con sede in Emilia e Lombardia, come la Muto Logistica & Trasporti di Suzzara (Mantova) e la C-Project di Reggio Emilia. In entrambe erano soci al 50%. Per le operazioni sulla Marmirolo Porfidi, i Muto e altri complici operanti fra Trento, Reggio Emilia e Crotone erano sotto indagine a Trento per bancarotta fraudolenta. La connessione con la criminalità organizzata non era stata però finora provata. Come non avevano fino ad oggi portato a riscontri investigativi i controlli fatti su alcune aziende di trasporto inerti che avevano ottenuto subappalti nella nostra provincia. Alcune di queste ditte facevano capo allo stesso gruppo imprenditoriale che aveva rilevato la" Marmirolo Porfidi. Pag. 42 POVO Commovente e partecipata iniziativa allestita dai ragazzi di «Moggioli» e «Fbscoli» L'Olocausto ricordato da scolari e studenti Celebrata anche a Povo, martedì scorso, la Giornata della Memoria, per non dimenticare le vittime dell'Olocausto e i settant'anni trascorsi da quel 27 gennaio 1945 quando il campo di Auschwitz fu liberato dalle truppe sovietiche. Un'iniziativa - organizzata dalla circoscrizione insieme all'Istituto Comprensivo Trento 1 e la cooperativa Kaleidoscopio - che ha riempito in ogni ordine di posti il salone dell'ex centro civico. Uno spettacolo toccante, quello messo in piedi dai ragazzi della scuola elementare «Moggioli» e dalla scuola media «Pascoli», sotto l'attenta regia dei rispettivi insegnanti, con un articolato programma composto da poesie, testimonianze, letture, cartelloni, proiezioni e musiche, accompagnato per tutta la sua durata, dal silenzio commosso della platea. In coda anche alcune riflessioni dei ragazzi del «Treno della memoria» dopo il loro viaggio ad Auschwitz. I ragazzi delle scuole Moggioli e delle scuole Pascoli hanno dato vita allo spettacolo che ha ricordato anche ai più giovani il dramma dell'Olocausto I diversi momenti sono stati scanditi da brani musicali tratti dalle colonne sonore dei film «La vita è bella» di Roberto Benigni composta da Nicola Piovani e del «Bambino con il pigiama a righe» con il canto ebraico «Gam gam», cantato in coro da tutte le classi. La giornata è stata frutto di un'accurata e lunga preparazione attraverso laboratori didattici, con lavoro individuale e di gruppo durante le ore di educazione musicale, storia, italiano ed educazione artistica che, tra le altre cose, ha prodotto un significativo dipinto ispirato a Anselm Kiefer, composto da materiali diversi come legno, cenere, pagine di giornale e foglie secche che ricorda in maniera suggestiva e drammatica l'arrivo dei condannati ad Auschwitz. Se lo scopo principale dì una giornata come questa era quello di «non dimenticare» c'è da dire che, vista la larghissima partecipazione e la suggestione delle proposte, l'intento è meravigliosamente riuscito e lo sforzo di ragazzi e insegnanti largamente ripagato. P. Gi. Pag. 43 INFORMATICA Progetto 4LocaI sul territorio, nuova sede Usa nella Silicon Valley 1 Graffiti: orti, massaggi e formazione GIUSEPPE FIN TRENTO - Offrire il proprio know-how digitale, tecnologico e creativo per far crescere il territorio e renderlo competitivo. Questo il progetto presentato ieri da Graffiti, l'azienda di Arco che da quasi vent'anni opera nell'ambito della cultura digitale e del design. Graffiti oggi ha a disposizione, oltre alla sede centralein Trentino e ad altrtf^kie nel nord Italia, anche una nuova sede negli Stati Uniti, a Stanford, nella Silicon Valley. «Oggi - spiega Luca Cattoi (nella foto), responsabile dell'azienda - ci troviamo davanti ad una competizione che riguarda sempre meno le aziende e sempre di più i territori nel loro insieme che sono formati da persone. È arrivato il momento che ogni azienda avverta la responsabilità di contribuire al bene comune».Graffiti è una azienda molto particolare. Dispone di 40 dipendenti, 30 di sede ad Arco dove sta portando a termine la ristrutturazione di una nuova struttura. Proprio quest'ultima sarà un vero e proprio gioiello, progettata mettendo la massima attenzione affinché sia aperta a tutto il territorio. Una sede che avrà addirittura degli orti che potranno essere coltivati dai dipendenti, per i quali vengono messe a disposizione periodicamente anche delle sessioni di massaggi. L'obiettivo è contribuire alla crescita del Trentino tramite tre azioni: la promozione di un polo di design dell'Alto Garda a cui si sta già lavorando, l'organizzazione di una task foce per aiutare le start-up nella fase suc- cessiva lo svezzamento delle nuove idee imprenditoriali e infine, questa la novità, il progetto «4Local». Per quest'ultimo l'azienda metterà a disposizione il 5% della propria forza lavoro. Un progetto per mettere a disposizione alla comunità le proprie conoscenze per incontri in aula con gli studenti, workshop e consulenze «one to one». «L'obiettivo - precisa Cattoi - è quello di mettere a disposizione quello che sappiamo per formare il territorio. Fare in modo di offrire ai giovani le conoscenze base per illustrare le proprie idee». Per quanto riguarda la fase di formazione, l'intenzione è di coinvolgere il maggior numero di scuole medie superiori. «L'idea - affermano i responsabili di Graffiti - è quella di creare dei workshop aperti a tutto il territorio, con talenti e personaggi famosi che possano trasmettere le loro conoscenze. Trattare tematiche dedicate alle nuove professionalità, con seminari gratuiti». Infine, le consulenze one-to-one, un vero e proprio sportello che sarà presente nella sede dell'azienda, aperto a tutti: giovani, studenti, liberi professionisti, aziende e associazioni per dare consigli e consulenze su come migliorare progetti o altro. «Siamo onorati - dice Roberto Busato, direttore di Confindustria Trento - di lanciare assieme questa iniziativa. Graffiti è un'azienda con piedi ben aggrappati sul nostro territorio ma con uno sguardo proiettato nel mondo. I valori sociali che l'azienda deve trasmettere al territorio sono importanti perché può creare sviluppo e benessere all'intera comunità». Pag. 44
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