ATTUALITÀ 6 aprile 2014 vita trentina 7 POVERTÀ, UN FONDO STRAORDINARIO Solidarietà... di prospettiva L’iniziativa del decanato di Trento: accanto all’aiuto materiale, un accompagnamento nella gestione del bilancio familiare S di Elisabetta Girardi ulla scia dell’esperienza positiva di Rovereto, anche il Decanato di Trento ha deciso di istituire un Fondo straordinario di solidarietà a sostegno di persone e famiglie in difficoltà. “L’iniziativa è nata circa un anno fa, a seguito delle riflessioni dei parroci e del consiglio pastorale decanale”, spiega il decano don Corrado Prandi. “Questo Fondo non è la risposta a tutti i problemi, ma è un segno per dire: come comunità cristiana ci siamo interrogati e vogliamo cercare di venire incontro a determinate situazioni”. Il Fondo è attivo in via sperimentale per un anno a partire dalla Quaresima 2014, e conterà sul S Don Corrado Prandi (al centro) con quattro membri del Comitato di gestione, che valuterà attentamente le domande di accesso al Fondo: da sinistra, Lucia Hoffer, Maria Elena Sartori, Pierfrancesco Ambrosi, Giovanni Benedetti (manca solo Patrizia Condini) contributo di singoli cittadini, di enti pubblici e privati, ma in particolare delle comunità parrocchiali (l’iniziativa verrà lanciata in tutte le parrocchie del Decanato domenica 6 aprile), ognuna delle quali metterà i atto iniziative di solidarietà secondo i modi che riterrà più congeniali. Non si tratta di un’occasione come un’altra per “batter cassa” ed elargire soldi: con questo Fondo, si vuole promuovere una cultura della solidarietà tra chi ha e chi non ha, sollecitando in tutti uno stile di vita più sobrio. come contribuire Possono contribuire al Fondo straordinario di solidarietà singoli cittadini ed enti pubblici o privati, con un versamento diretto alla Cassa Centrale Banca (IBAN: IT32U 03599 01800 000000135563) oppure nella propria parrocchia, segnalando la specifica destinazione. Il Fondo è destinato al sostegno di persone e famiglie, sul territorio del Decanato di Trento, che si trovano in situazioni di oggettiva e temporanea difficoltà economica, a seguito della perdita recente di una fonte indispensabile di sostentamento nell’economia familiare (lo stipendio, la cassa integrazione, un reddito di garanzia...). Ci si rivolge quindi ai casi di povertà temporanea e non strutturale. Ad occuparsi della gestione del Fondo sarà un Comitato composto da cinque laici, che collaborerà con la fitta rete del volontariato che già lavora sul territorio per far fronte alle situazioni di povertà: Caritas Diocesana, il Centro di Ascolto della Caritas (CedAS), i Punti di Ascolto Parrocchiali (PAP), la Conferenza San Vincenzo e il Credito Solidale. Il Fondo si occuperà delle richieste di cui questa rete non riesce a farsi carico. “Le domande ci arriveranno tramite i parroci e i volontari, spiega Lucia Hoffer, uno dei membri del Comitato – che presenteranno al Comitato i diversi casi. Il Comitato ne farà un’attenta disamina, valutando tutta la documentazione necessaria. Ogni domanda sarà esaminata tenendo conto di criteri oggettivi: per questo è stato scritto anche un apposito regolamento”. L’idea è quella di non dare direttamente dei soldi in mano alle persone, ma di pagare alcune spese (fino ad un massimo di 1000 euro annui per ogni domanda) che in questo momento non riescono a sostenere, ad esempio alcune bollette, le spese scolastiche per i libri dei figli o l’affitto. “Accanto all’aiuto economico, cercheremo allo stesso tempo di dare anche un accompagnamento nella gestione del bilancio familiare - spiega Giovanni Benedetti, coordinatore del Comitato - ragionando sulle spese superflue che è possibile tagliare, su una nuova gestione del bilancio adattata alla contingenza della situazione, intervenendo dove necessario sui casi patologici, pensiamo al gioco d’azzardo”. “L’idea – conclude Benedetti - è quella di una ‘solidarietà attiva’, che non si fermi ad un mero assistenzialismo, ma che riesca anche a dare un aiuto di prospettiva per il futuro”. l PREMIATO A RIVA DEL GARDA L’AUTORE DELLA “VOCE DEGLI UOMINI FREDDI” Il “Mario Rigoni Stern” a Mauro Corona auro Corona ha ricevuto sabato scorso a Riva del Garda il Premio “Mario Rigoni Stern” per la letteratura multilingue delle Alpi, sezione narrativa. Corona è stato premiato per l’opera “La voce degli uomini freddi” (Mondadori), ritenuta esemplare dalla giuria: l’epopea delle genti di montagna, avvezze al pericolo e al sacrificio, a partire dal disastro del Vajont. “Per me questo premio ha un valore diverso da qualsiasi altro premio. È il riconoscimento di un traguardo, quello della maturità”, ha spiegato Corona. “La mia scalata è stata la scalata alla vita, questo premio M lestita presso la sala di Torre Mirana in via Belenzani a Trento. S’intitola “Mondi e paesaggi fantastici”, chiuderà i battenti domenica 6 aprile (orario 1012.30; 16-19) e rappresenta un coronamento dell’esposizione tenutasi ai primi di marzo in Regione sul tema “Volti ideali e grotteschi”. Un viaggio tra “genio e bellezza” nella poliedrica produzione di Orlandi, che è stata apprezzata a suo tempo dal maestro Pietro Annigoni e che si è espressa anche in molte chiese trentine. Organizzata dall’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani di Trento), la mostra esprime in particolare la fantasia dell’artista che spazia dal reale al mondo dei sogni e del mistero. (Anton Pustet) di Dietmar Gnedt. La premiazione ha visto la Lectio Magistralis di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, e il dialogo di Corona con lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz e Annibale Salsa, coordinato dal presentatore Alessandro Anderloni. Soddisfattissimi gli organizzatori di Ars Venandi e del Comitato Rigoni Stern col vicepresidente Osvaldo Dongilli sia per la folla presente alla premiazione, che stipava il Palazzo dei Congressi, che per il livello alto dei discorsi, per nulla di maniera. Graziano Riccadonna UNANIME IL RICORDO PER LA MORTE DI ARMANDO La rettitudine dell’avvocato Paris assonanza di giudizi e di valutazioni da parte di quanti hanno conosciuto l’avvocato Armando Paris, deceduto ad 81 anni, nella militanL’ za partitica, nell’impegno amministrativo, nell’attività professionale, in famiglia, ha trovato conferma anche nel rito funebre che si è tenuto in Duomo a Trento, lunedì 31 marzo. A nome dell’arcivescovo il vicario generale mons. Lauro Tisi che ha presieduto la cerimonia, ha espresso la vicinanza al figlio Leonardo, che opera nell’Ufficio cultura della diocesi, alla signora Donata, agli altri figli e nipoti rilevando i caratteri distintivi del defunto quali la rettitudine, la coerenza nel lavoro per il bene comune nella cosa pubblica, la disponibilità al servizio e l’impegno generoso nei confronti di tutti. E nell’omelia mons. Giulio Viviani ha rimarcato il ruolo di “fratello” e di “padre” del defunto, che per “il suo carattere e la sua formazione, per il suo impegno e la sua caparbia volontà ha vissuto nella ricerca dell’ordine, dell’armonia, dell’equilibrio”. All’avvocato – ha ancora aggiunto – piaceva interrogarsi e interrogarci sul Il volto pensoso di Armando Paris negli anni Ottanta, durante il suo impegno in Provincia foto Gianni Zotta senso delle cose, onorando il suo essere “ad -vocatus”, in greco paraclito, ossia colui che è chiamato a stare accanto, vicino agli altri”. Viviani ha ricordato un ultimo corollario della vita di Paris, la devozione verso la Serva di Dio, Maria Domenica Lazzeri da Capriana, meglio conosciuta come la Meneghina della quale si era innamorato nel corso di un’esperienza come commissario amministrativo in zona e alla quale aveva dedicato una pubblicazione. “Armando è rimasto conquistato dalla Meneghina – ha raccontato Viviani, che di Maria Domenica Lazzeri è il postulatore nel processo di beatificazione - ed ha voluto riempire le sue ultime giornate anche con quest’opera: ricercare, raccogliere e trascrivere le espressioni di preghiera e di affetto verso “l’Addolorata di Capriana” di tanti fedeli e pellegrini lassù”, mettendo in rete tante attestazioni di fede, di fiducia e di speranza. L’invito di mons. Viviani ai presenti, una folla di amici ed estimatori giunta da tutto il Trentino, ha riguardato l’adempimento del proprio dovere “con fiducia ed entusiasmo, fedeltà e coraggio con quella sana laicità tipica del Servo di Dio Alcide Degasperi, della quale anche Armando Paris è stato testimone autentico e artefice convinto e tenace”. Il figlio Davide ha ricordato infine i tratti del padre, rimarcando gli aspetti che, in vita, lo hanno reso amico e partecipe di molte situazioni e di molte storie, dentro e fuori la famiglia, in una quotidianità affrontata sempre con ottimismo e con una vena ironica che si traduceva talora in battute pronte per sdrammatizzare la spigolosità di certe situazioni o l’imbarazzo di un interlocutore. Marco Zeni IL LUTTO I mondi di Orlandi ltimi giorni a disposizione per visitare la mostra personale del U pittore e scultore Angelo Orlandi, al- lo dedico a Mario, perché mi ha aiutato a uscire da una vita scellerata”. Corona (nella foto assieme a Alberico Rigoni, figlio del grande scrittore della montagna e della natura e presidente del comitato “Mario Rigoni Stern”) ha ribadito l’importanza dell’educazione per i ragazzi, in quanto “noi adulti siamo già contaminati e, invece, bisogna invece partire da loro per costruire da zero l’uomo nuovo, l’uomo di domani: bisogna insegnare loro la passione e la curiosità”. La giuria, accanto al vincitore, ha segnalato altri 2 romanzi: “I misteri del Cjaslir” (Curcu & Genovese) di Fabio Chiocchetti e “Der Nachlass Domenico Minettis”
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