VIII Ambiente, territorio e lavori pubblici

Giovedì 4 dicembre 2014
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Commissione VIII
VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)
S O M M A R I O
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
5-04216 Pellegrino: Sull’operato della Sogesid Spa e sui criteri di nomina del suo presidente . .
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ALLEGATO 1 (Testo della risposta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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5-04213 Dorina Bianchi: Sulla messa in sicurezza del porto della città di Crotone . . . . . . .
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ALLEGATO 2 (Testo della risposta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
90
5-04214 Mariastella Bianchi: Sulla situazione di inquinamento ambientale delle aree di
Fregene e Maccarese del Comune di Fiumicino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ALLEGATO 3 (Testo della risposta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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5-04215 Pastorelli: Sulla situazione di grave inquinamento ambientale dell’area industriale di
Priolo Gargallo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ALLEGATO 4 (Testo della risposta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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5-04217 De Rosa: Sull’affidamento di funzioni alla società Sogesid Spa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ALLEGATO 5 (Testo della risposta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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INTERROGAZIONI:
5-02347 Gallinella: Sulla centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ALLEGATO 6 (Testo della risposta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 4 dicembre 2014. — Presidenza
del presidente Ermete REALACCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l’ambiente, la tutela del territorio e del mare,
Silvia Velo.
La seduta comincia alle 14.30.
Ermete REALACCI, presidente, comunica che nella seduta odierna avrà luogo lo
svolgimento di interrogazioni a risposta
immediata, ai sensi dell’articolo 135-ter del
Regolamento, aventi ad oggetto questioni
di competenza del Ministero dell’ambiente.
Ricorda altresì che, ai sensi dell’articolo
135-ter, comma 5, del regolamento, la
pubblicità delle sedute per lo svolgimento
delle interrogazioni a risposta immediata è
assicurata anche tramite la trasmissione
attraverso l’impianto televisivo a circuito
chiuso. Dispone, pertanto, l’attivazione del
circuito.
5-04216 Pellegrino: Sull’operato della Sogesid Spa e
sui criteri di nomina del suo presidente.
Giovanni PAGLIA (SEL), cofirmatario
dell’interrogazione in titolo, rinuncia ad
illustrarla.
Il sottosegretario Silvia VELO risponde
all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Giovedì 4 dicembre 2014
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Giovanni PAGLIA (SEL), replicando, si
dichiara insoddisfatto della risposta del
rappresentante del Governo, manifestando,
in particolare, perplessità sui criteri di nomina del direttore della Sogesid Spa.
5-04213 Dorina Bianchi: Sulla messa in sicurezza del
porto della città di Crotone.
Dorina BIANCHI (NCD) rinuncia ad
illustrare l’interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Silvia VELO risponde
all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Dorina BIANCHI (NCD), nel ringraziare
il rappresentante del Governo per la risposta
testé resa, sottolinea che, secondo quanto
appreso dall’Autorità portuale, la competente Direzione del Ministero dell’ambiente
deve ancora esprimere il prescritto parere di
assoggettabilità ambientale.
5-04214 Mariastella Bianchi: Sulla situazione di
inquinamento ambientale delle aree di Fregene e
Maccarese del Comune di Fiumicino.
Mariastella BIANCHI (PD) illustra l’interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Silvia VELO risponde
all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Mariastella BIANCHI (PD), replicando,
ringrazia il rappresentante del Governo e
si dichiara soddisfatta della risposta. Richiama quindi l’attenzione sulla necessità
che il Governo adotti urgenti iniziative, anche nei confronti dei competenti enti locali,
perché sia tempestivamente messo in atto il
ripristino dello stato naturale dei luoghi.
5-04215 Pastorelli: Sulla situazione di grave inquinamento ambientale dell’area industriale di Priolo
Gargallo.
Oreste PASTORELLI (Misto-PSI-PLI)
illustra l’interrogazione in titolo.
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Commissione VIII
Il sottosegretario Silvia VELO risponde
all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Oreste PASTORELLI (Misto-PSI-PLI),
nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta, auspica tuttavia che
possano essere messe in atto misure ancora più incisive per risolvere la situazione
di grave inquinamento ambientale, in cui
versa il sito industriale di Priolo Gargallo.
5-04217 De Rosa: Sull’affidamento di funzioni alla
società Sogesid Spa.
Massimo Felice DE ROSA (M5S) illustra l’interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Silvia VELO risponde
all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).
Massimo Felice DE ROSA (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto dalla risposta del Governo che, a suo avviso,
fornisce un quadro troppo ampio e vago
della situazione, lasciando spazio a diverse
ambiguità. Esprimendo, in particolare,
perplessità sul fatto che alcuni dipendenti
del Ministero dell’ambiente svolgano funzioni di consulenza nei confronti della
Sogesid s.p.a, sottolinea la necessità che il
Governo monitori più attentamente l’operato della predetta società e adotti nei
confronti della stessa misure più incisive.
Ermete REALACCI, presidente, dichiara, pertanto, concluso lo svolgimento
delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.
INTERROGAZIONI
Giovedì 4 dicembre 2014. — Presidenza
del presidente Ermete REALACCI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l’am-
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biente, la tutela del territorio e del mare,
Silvia Velo.
La seduta comincia alle 15.
5-02347 Gallinella: Sulla centrale elettrica Tirreno
Power di Vado Ligure.
Il sottosegretario Silvia VELO risponde
all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).
Matteo MANTERO (M5S), cofirmatario
dell’interrogazione in titolo, esprime per-
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Commissione VIII
plessità sulla risposta testé resa dal rappresentante del Governo, ritenendo non
realizzabile la concessione di una nuova
area alla Tirreno Power s.p.a e manifestando, inoltre, preoccupazione per la possibilità che si verifichi un altro caso simile
a quello dell’ILVA. Auspica, pertanto, che
il Ministero dell’ambiente non rinnovi alla
Tirreno Power s.p.a. l’autorizzazione integrata ambientale.
Ermete REALACCI, presidente, dichiara
concluso lo svolgimento dell’interrogazione
all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.10.
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Commissione VIII
ALLEGATO 1
5-04216 Pellegrino: Sull’operato della Sogesid Spa e sui criteri di
nomina del suo presidente.
TESTO DELLA RISPOSTA
In risposta ad una precedente interrogazione, nello scorso mese di luglio, presentata dall’onorevole Pellegrino, e altri,
concernente l’operato della Sogesid e il
suo futuro, nonché le bonifiche dei SIN, il
Ministero dell’ambiente aveva riferito in
Commissione che le segnalate problematiche erano tra le priorità poste alla propria
attenzione, e che si proponeva, al fine di
migliorare l’efficacia e l’efficienza degli
interventi di comune interesse, di rafforzare il « controllo analogo » nei confronti
della società in house e di revisionare i
rapporti convenzionali con essa posti in
essere.
Si dava anche conto che l’indirizzo
ministeriale rivolto alla struttura era stato
quello di dare impulso alle attività amministrative volte alla velocizzazione degli
interventi di bonifica.
E su tale fronte, infatti, è possibile
riferire che ad oggi sono stati predisposti
70 decreti per progetti di bonifica delle
aree SIN: 51 di approvazione, 8 di autorizzazione di avvio dei lavori, 3 di approvazione dei progetti di dragaggio. Oltre il
doppio, dunque, rispetto all’intero 2013, in
cui i decreti erano stati complessivamente
26.
Dal punto di vista operativo si sono
tenute 112 Conferenze dei Servizi, della
quali 47 decisorie, nel corso delle quali
sono stati esaminati progetti di interventi
di bonifica per circa 600 ettari di territorio
compromesso. L’attività svolta ha consentito, poi, di completare le caratterizzazioni
in alcuni SIN, di incrementare le percentuali sia delle aree a terra per le quali
sono stati approvati progetti di bonifica sia
delle aree liberate e restituite agli usi
legittimi.
È stato avviato un confronto « trasparente » con le aziende con un calendario di
audizioni pubblicato sul sito web del Ministero all’indirizzo www.bonifiche.minambiente.it. Nell’ambito delle audizioni
vengono forniti chiarimenti tecnici e amministrativi sui procedimenti di interesse.
Gli enti locali e territoriali vengono
coinvolti in tutte le fasi del procedimento.
In particolare alle regioni, che partecipano
alle Conferenze di Servizi decisorie, vengono affidati ruoli di coordinamento tecnico locale su tematiche specifiche al fine
di agevolare la condivisione delle decisioni
assunte in sede di Conferenza di Servizi.
Allo stesso tempo, si è operato per
rinsaldare e rendere più efficiente i collegamenti sinergici con Sogesid.
Il primo passo che si è ritenuti di dover
affrontare, tenuto conto della scadenza del
mandato conferito agli amministratori
della società, è consistito nella individuazione del soggetto più idoneo a rappresentare in seno al nuovo Consiglio di
amministrazione le istanze ministeriali
volte a realizzare quell’incremento di efficienza che si reputa necessario per una
maggiore razionalizzazione della spesa,
specialmente in un contesto come quello
attuale caratterizzato da una perdurante
crisi, e un efficientamento degli interventi
da realizzare per tramite della stessa Sogesid.
Efficientamento che si ritiene non
possa che passare attraverso un rafforzamento del « controllo analogo », che
non può più limitarsi al semplice eser-
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cizio degli strumenti di vigilanza e controllo proprie del diritto societario, ma
deve estendersi in una attività più incisiva di controllo da parte del Ministero
di tipo maggiormente pubblicistico, una
sorta di amministrazione indiretta, un
potere di direzione, coordinamento e supervisione dell’attività del soggetto in
house che riguarda l’insieme dei più importanti atti di gestione posti in essere
dal medesimo.
In tale ottica si sta quindi predisponendo la direttiva ministeriale per il prossimo esercizio 2015, e in coerenza con tale
impostazione verranno ricondotti gli atti
convenzionali da formalizzare tra le parti.
La predisposizione di uno di essi, in particolare, è in corso di conclusione, e sarà
finalizzato a regolamentare in un quadro
generale d’insieme, e nell’ambito delle funzioni assegnate alla Sogesid ai sensi dell’articolo 4 del proprio statuto, le prestazioni di supporto tecnico-professionale
alle varie esigenze delle strutture ministeriali, anche mediante ricorso all’impiego di
professionalità esterne. Ma di questo si
tratterà più nello specifico in un diverso
contesto.
Viene, poi, chiesto di conoscere in base
a quali criteri e competenze sia stato
nominato il nuovo presidente della Sogesid
nella persona dell’ingegner Marco Staderini.
Sul punto, appare opportuno chiarire
preliminarmente che ai sensi del proprio
statuto, Sogesid è amministrata da un
consiglio di amministrazione composto da
tre componenti, scelti tra soggetti in possesso di determinati requisiti tutti puntualmente indicati nell’articolo 14 dello
stesso statuto. Più nello specifico, la loro
scelta deve essere effettuata secondo criteri di professionalità e competenza tra
persone che abbiano maturato una pluriennale esperienza in concrete attività di
amministrazione o di controllo ovvero
compiti direttivi presso imprese; in attività
professionali o di insegnamento universitario in materie giuridiche, economiche,
finanziarie o tecnico-scientifiche, attinenti
o comunque funzionali all’attività di impresa; in funzioni amministrative o diri-
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Commissione VIII
genziali presso enti pubblici o pubbliche
amministrazioni che non hanno attinenza
con i predetti settori purché le funzioni
comportino la gestione di risorse economico-finanziarie.
Ai sensi dell’articolo 13 dello statuto, i
tre componenti, nominati dall’Assemblea,
sono designati, rispettivamente, dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti.
È inoltre previsto che il componente
nominato su designazione del Ministero
dell’ambiente svolga le funzioni di amministratore delegato.
Il presidente del consiglio di amministrazione, a sua volta, è previsto nello
statuto che venga eletto dal consiglio di
amministrazione tra i suoi membri, qualora non vi provveda direttamente l’assemblea.
Per quanto riguarda l’assemblea, poiché allo stato l’intero capitale sociale della
Sogesid a norma di legge è interamente
pubblico ed è detenuto dal Ministero dell’economia e delle finanze, è previsto all’articolo 6, comma 3, del ripetuto statuto,
che il medesimo Ministero eserciti i diritti
dell’azionista, d’intesa con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare e il Ministero delle infrastrutture e
dei trasporti.
Premesso tutto quanto sopra, appare
evidente la forzatura di voler ricondurre al
solo Ministero dell’ambiente la scelta del
presidente della Sogesid.
È vero, invece, che alla cessazione naturale del precedente mandato, e una volta
ridotto il numero dei suoi componenti in
attuazione di specifiche disposizioni normative, il Ministero dell’ambiente ha designato il componente del consiglio di
amministrazione di sua spettanza, il quale,
una volta nominato ad opera dell’azionista
unico, il Ministero dell’economia e delle
finanze, è stato pronto ad assumere le
funzioni di amministratore delegato ai
sensi della specifica norma statutaria in
precedenza richiamata.
In più, per le dinamiche relazionali
intercorrenti tra la società e la sua pro-
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prietà, il medesimo componente è stato
anche nominato presidente del consiglio di
amministrazione, cumulando le due funzioni come, del resto, già praticato nel
corso del precedente mandato.
Per quanto attiene alla scelta operata,
tenuto conto della rilevanza istituzionale
dei compiti e delle attività demandate per
legge alla Sogesid, la scelta si è indirizzata
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Commissione VIII
verso un manager di alto profilo che
proprio in relazione alla elevata professionalità posseduta e dalla esperienza maturata nello svolgimento di numerosi incarichi di amministrazione di alto livello
presso strutture pubbliche e private, quale
oggettivamente risultante dal pertinente
curriculum, è stato ritenuto idoneo per
l’incarico affidato.
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Commissione VIII
ALLEGATO 2
5-04213 Dorina Bianchi: Sulla messa in sicurezza del porto della città
di Crotone.
TESTO DELLA RISPOSTA
In ordine all’interrogazione a risposta
immediata presentata dall’onorevole Dorina Bianchi, sulla base delle informazioni
fornite dal Ministero delle infrastrutture e
dei trasporti, l’intervento oggetto dell’interrogazione parlamentare è finalizzato
alla riduzione dell’agitazione ondosa nel
bacino portuale del cosiddetto « porto vecchio » di Crotone mediante l’adeguamento
dei moli esistenti e consiste nel prolungamento del Molo Sopraflutto di circa 120
metri, e del Molo Sanità di circa 119
metri.
Il relativo progetto è stato approvato
dal Comitato tecnico amministrativo del
provveditorato interregionale alle opere
pubbliche Sicilia-Calabria nella seduta del
22 giugno 2012, classificando l’intervento
come « Adeguamento Tecnico Funzionale »
in quanto non previsto nel vigente piano
regolatore portuale e quindi soggetto al
parere del consiglio superiore dei lavori
pubblici.
Poiché nell’apposita conferenza di servizio la soprintendenza per i beni archeologici della Calabria aveva evidenziato la
necessità dell’effettuazione di uno studio
di indagini archeologiche preventive al fine
dell’emissione del nulla-osta per l’esecuzione dei lavori. Lo studio, una volta
ultimato, nel maggio 2013 è stato trasmesso alla soprintendenza, che di conseguenza ha rilasciato un « Parere favorevole
subordinato al rispetto di alcune prescrizioni obbligatorie ».
Per dare seguito alle ulteriori prescrizioni quindi nel luglio scorso è stata
effettuata un’ulteriore gara di appalto.
Anche se per tale opera così come
comunicato dal Ministero delle infrastrutture sono state avviate le procedure per il
parere di assoggettabilità ambientale ai
sensi del decreto legislativo n. 152 del
2006, presso la direzione competente del
Ministero dell’ambiente nulla risulta ancora agli atti.
È chiaro che una volta sottoposto a
parere della Commissione VIA, saranno
posti in essere tutti gli aspetti di competenza per una rapida e celere soluzione
della problematica.
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Commissione VIII
ALLEGATO 3
5-04214 Mariastella Bianchi: Sulla situazione di inquinamento ambientale delle aree di Fregene e Maccarese del Comune di Fiumicino.
TESTO DELLA RISPOSTA
Sulla situazione di inquinamento ambientale verificatasi a causa di dispersione
di cherosene nell’area compresa tra Maccarese e Palidoro, del comune di Fiumicino, si è già avuto modo di riferire in
questo consesso con l’atto di sindacato
ispettivo n. 5-04021 dell’onorevole Daga,
pertanto, l’occasione è gradita per aggiornare sulla vicenda.
A seguito dei furti di cherosene verificatisi ai danni dell’oleodotto ENI, tratta
Civitavecchia Pantano, le operazioni di
monitoraggio sono continuate anche nei
giorni successivi e continuano ancora oggi.
In particolare, il 14 novembre scorso sono
state verificate e controllate dalla guardia
costiera le acque interessate dallo sversamento di cherosene dalla condotta che
collega i depositi dell’Eni di Civitavecchia
all’aeroporto di Fiumicino, con l’impiego
di personale specializzato, mezzi navali e
laboratorio ambientale mobile. La stessa
guardia costiera, unitamente all’Eni e al
consorzio Castalia, ha predisposto panne
galleggianti oleoassorbenti, riuscendo così
a circoscrivere il prodotto all’interno dei
reticolati del consorzio di bonifica nella
zona del fosso Tre Cannelle, evitando così
che il cherosene arrivasse alla foce e, di
conseguenza, al mare.
Anche il comune di Fiumicino, attraverso la polizia locale e proprio dipendente specializzato, effettuava ulteriori sopralluoghi nei corsi d’acqua Rio Palidoro
e Fosso Tre Cannelle, all’esito dei quali
hanno ritenuto insufficienti le misure
adottate sino ad allora dall’Eni e, per tale
motivo, il sindaco ordinava all’Eni di procedere urgentemente al picchettaggio e
alla recinzione con rete, delle aree conta-
minate e dell’intera asta dei corsi d’acqua
in cui esso è confluito, nonché di realizzare, previa acquisizione di parere da
parte del consorzio di bonifica del Tevere
e dell’Agro Romano, appositi fossi di scolo
provvisori ai lati dei siti di effrazione, in
modo da impedire che gli apporti meteorici potessero raggiungere i canali interconnessi. Nella stessa ordinanza è stata
prevista anche l’istituzione di un tavolo
tecnico interistituzionale, per decidere in
contraddittorio con l’Eni, gli interventi da
effettuare ai fini della bonifica di tutti gli
habitat contaminati.
Lo stesso comune, attualmente, è in
attesa di ricevere da parte dell’ENI le
proposte relative ai piani di caratterizzazione da sottoporre alla conferenza dei
servizi ai fini della programmazione degli
interventi di bonifica dei corsi d’acqua,
delle sponde, dei terreni contaminati, della
falda acquifera, onde giungere al ripristino
delle condizioni ambientali precedenti all’inquinamento e per il ripopolamento
della fauna ittica e selvatica della riserva
naturale Litorale Romano compromessa e
sui quali l’Arpa Lazio provvederà ad effettuare i controlli di competenza.
In particolare, per i siti di « Palidoro »
e « Palina 20 » (oggetto del terzo tentativo
di effrazione) è previsto proprio oggi, un
sopralluogo finalizzato alla verifica dello
stato dei luoghi e delle attività di messa in
sicurezza già poste in essere. Nel frattempo, dalle relazioni prodotte dall’Eni a
seguito delle prime indagini preliminari
effettuate in tali siti, si evince che gli
eventi non hanno determinato significativi
impatti nel sottosuolo.
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I terreni scavati nell’ambito dei lavori
di emergenza sono stati temporaneamente
depositati in sito, in condizioni protette, e
saranno smaltiti come rifiuti, ai sensi di
legge.
Come già detto in occasione della
precedente risposta fornita sul medesimo
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Commissione VIII
argomento, il Ministero dell’ambiente segue con attenzione l’evolversi della vicenda anche attraverso il supporto dell’Istituto superiore per la ricerca ambientale (ISPRA), affinché si possa al più
presto ripristinare lo stato naturale dei
luoghi.
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Commissione VIII
ALLEGATO 4
5-04215 Pastorelli: Sulla situazione di grave inquinamento ambientale
dell’area industriale di Priolo Gargallo.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il sito di interesse nazionale di Priolo si
estende sul territorio dei comuni di Priolo
Gargallo, Melilli, Augusta e Siracusa e
comprende circa 5.815 ettari di aree « a
terra » e 10.185 ettari di aree « a mare »,
e vede coinvolte numerose aziende (le
principali sono: le 3 raffinerie « ESSO,
ISAB Nord e Sud », un deposito di idrocarburi della Maxcom Petroli, i 3 stabilimenti petrolchimici « Sasol, Versalis e Syndial che è dismesso », tre centrali di produzione di energia « ENEL Priolo, ENEL
Augusta, ISAB Energy », la cementeria di
Augusta e l’impianto di depurazione consortile « LAS », numerose discariche di
rifiuti anche pericolosi, lo stabilimento ex
Eternit di Siracusa dove si producevano
manufatti in cemento-amianto).
La linea di costa fino alla metà degli
anni ’70 è stata avanzata di 80-150 metri,
mediante l’utilizzo di materiali di riporto
vari, tra i quali ceneri di pirite, peci
idrocarburiche, laterizi.
Tutte le principali aree industriali (Syndial, Polimeri, ISAB Impianti Nord e Sud,
Enel Centrali di Augusta e Priolo, Esso,
Sasol, Buzzi, LAS, eccetera) sono state
caratterizzate permettendo di conoscere lo
stato qualitativo delle matrici ambientali
indagate (terreni e acque di falda).
Per quanto concerne l’area marina
sono stati, inoltre, trasmessi i risultati dei
piani di caratterizzazione delle aree marine contermini ai pontili e sono state
completate le caratterizzazioni della Rada
di Augusta, del Porto Grande e Piccolo di
Siracusa e la caratterizzazione del tratto
di mare compreso tra la Rada di Augusta
e il Porto di Siracusa; per quanto riguarda
le acque superficiali/aree umide è stata
ultimata la caratterizzazione dei fiumi
Ciane e Anapo, delle Saline di Siracusa e
Priolo ed è in fase di ultimazione la
caratterizzazione delle Saline di Augusta.
La contaminazione dei suoli è ascrivibile alla presenza di metalli pesanti, diversi idrocarburi, diossine e altro, mentre
nelle acque di falda sottostanti gli impianti
di raffinazione del petrolio e gli impianti
chimici e petrolchimici, nonché i parchi
serbatoi dei prodotti idrocarburici è stata
riscontrata presenza di prodotto idrocarburico surnatante e, talora, anche sottonatante.
La presenza dei predetti metalli e idrocarburi è stata confermata anche dalle
analisi di caratterizzazione dei sedimenti
marini della Rada di Augusta.
Nel Porto Grande e Piccolo di Siracusa,
oltre a riscontrare la presenza degli stessi
inquinanti, è stata riscontrata una contaminazione di origine fecale lungo la fascia
costiera, soprattutto in corrispondenza degli scarichi civili.
Nelle aree a terra che si affacciano
sulla Rada di Augusta sono stati realizzati
interventi di messa in sicurezza di emergenza della falda, consistenti nel recupero
di prodotto petrolifero in fase libera, nell’emungimento delle acque di falda contaminate e nella creazione di uno sbarramento delle acque di falda, in parte fisico
e in parte idraulico.
Diverse aree interne al sito sono state
bonificate e riavviate alla reindustrializzazione (impianti fotovoltaici). Non sono
mancati neanche gli interventi per le aree
private, sempre interne al sito, per le quali
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sono stati approvati n. 17 progetti di bonifica, per i suoli e le acque di falda dei
principali insediamenti industriali. È stato
approvato anche il progetto degli interventi di messa in sicurezza e bonifica della
falda acquifera prospiciente la Rada di
Augusta della parte nord del SIN di Priolo.
Nella stessa rada, così come nel porto di
Siracusa, sono stati rimossi anche numerosi relitti sommersi e semisommersi.
Per quanto riguarda le aree a terra di
competenza pubblica sono stati realizzati
o in fase di completamento diversi interventi di messa in sicurezza/bonifica dei
suoli, tra i quali la rimozione di amianto
nello stabilimento Ex Eternit e di ceneri di
pirite dai campi sportivi del comune di
Priolo e nella Penisola Magnisi, nonché
interventi di caratterizzazione e di messa
in sicurezza di emergenza di discariche
pubbliche.
Relativamente alle opere, vi è da evidenziare che l’accordo di programma del
2008 (Interventi di riqualificazione ambientali funzionali alla reindustrializzazione e infrastrutturazione delle aree comprese nel sito di interesse nazionale di
Priolo), integrato successivamente nel
2009, prevedeva un fabbisogno finanziario
per gli interventi di riqualificazione ambientale
che
ammontava
a
euro
774.500.000,00, di cui euro 106.800.000,00
(FASE 1) coperti con risorse immediatamente disponibili e euro 667.700.000,00
(FASE 2) coperti con risorse programmatiche, come specificato nella tabella allegata a disposizione della Commissione.
In particolare, rispetto alle risorse attuative di cui alla FASE 1 si evidenzia che
le risorse stanziate dal Ministero dell’ambiente di cui alla delibera CIPE del 22
marzo 2006, n. 1, pari a euro 50 milioni,
sono state interamente trasferite sulla contabilità speciale a favore del commissario
delegato per l’emergenza bonifiche e tutela
delle acque della regione Sicilia (Decreti di
trasferimento n. 8534 del 14 ottobre 2009,
n. 145 del 20 aprile 2010 e n. 2009 del 24
novembre 2011). Rispetto a tali risorse, il
commissario delegato ha assunto obbligazioni giuridicamente vincolanti nei confronti di ISPRA, Istituto superiore di sa-
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Commissione VIII
nità, Sogesid e Sviluppo Italia, quali soggetti attuatori previsti nell’accordo di programma del 7 novembre 2008, per un
importo di euro 3.709.429,74.
Ne consegue, che le risorse residue a
valere sulla predetta delibera CIPE n. 1/
2006 ammontano a euro 46.290.570,26.
Le economie dall’accordo di programma quadro dell’11 giugno 2004 e dal
1o atto integrativo del 3 dicembre 2005,
pari a euro 6.800.000,00, cadute in perenzione amministrativa, saranno trasferite
dal Ministero dell’ambiente alla regione
Sicilia subordinatamente alla loro reiscrizione in bilancio.
Le risorse della programmazione unitaria 2007/2013 della regione Sicilia sono
risultate indisponibili, atteso il blocco dei
fondi disposto dal CIPE per la riprogrammazione delle risorse regionali, fino al 3
agosto 2012 quando, con propria delibera
n. 87, il medesimo comitato ha disposto,
nell’ambito della citata attività di riprogrammazione, l’assegnazione definitiva dei
previsti euro 50 milioni in favore della
regione Sicilia, per il finanziamento dell’intervento sul sito di interesse nazionale
di Priolo-Augusta, « ... finalizzato principalmente alla messa in sicurezza della
falda acquifera ». La stessa delibera CIPE
prescrive, per tutti i finanziamenti assegnati, la disciplina degli interventi mediante la stipula di appositi accordi di
programma quadro « rafforzati » tra le
regioni e le amministrazioni centrali competenti per settore, nonché l’assunzione di
obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2013. Tale data è stata
prorogata dal CIPE al 30 giugno 2014 e,
permanendo la mancata assunzione di
impegni giuridicamente vincolanti, la
giunta della regione Sicilia con delibera
del 20 giugno 2014 ha approvato la riprogrammazione delle suddette risorse, che
per il SIN di Priolo sono state decurtate
fino all’importo di 25 milioni di euro.
Pertanto il CIPE, con ulteriore delibera
(n. 21/2014), ha posticipato al 31 dicembre
2014 la data per l’assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti.
Oltre alle suddette risorse, il Ministero
dell’ambiente con decreto direttoriale del
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1o dicembre 2011 ha stanziato ulteriori 4
milioni di euro « per la bonifica dell’area
industriale di Priolo ».
Le soprarichiamate risorse, per un importo complessivo di euro 82.090.570,26
(euro 46.290.570,26 + euro 6.800.000,00 +
euro 25.000.000,00 + euro 4.000.000,00),
sono state inserite nella bozza di accordo
di programma quadro « rafforzato » per il
SIN di Priolo, rispetto al quale il Ministero
dell’ambiente ha fornito le proprie proposte di integrazione in data 9 settembre
2014.
Tuttavia, ai fini della stipula, la regione
Sicilia non ha ancora implementato il
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Commissione VIII
testo con le schede di intervento, richieste
dal Ministero dell’ambiente il primo agosto
2014 e dal Ministero dello sviluppo economico il 5 settembre 2014.
Infine, si evidenzia che con nota del 29
ottobre 2014 il dipartimento della programmazione della regione Sicilia ha comunicato al dipartimento regionale acque
e rifiuti che le risorse della delibera CIPE
n. 87/2012 « ... sono a forte rischio di
disimpegno. Ne consegue che ... non esisterebbero le condizioni per la sottoscrizione di un APQR Rafforzato, venendo
meno le risorse di cui alla delibera CIPE
87/2012 ».
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ALLEGATO 5
5-04217 De Rosa: Sull’affidamento di funzioni alla società Sogesid Spa.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con la precedente risposta alla interrogazione presentata dai colleghi onorevoli
Zaratti e Pellegrino, ho già avuto modo di
introdurre l’argomento che andrò a trattare adesso più nello specifico.
Per una migliore comprensione della
questione, tuttavia, ritengo indispensabile
fare un passo indietro.
La Sogesid è una società per azioni
costituita con decreto del Ministero del
tesoro di concerto con il Ministero del
bilancio e della programmazione economica del 27 gennaio 1994 ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 aprile
1993, n. 96, al fine di favorire il processo
di industrializzazione nel settore delle risorse idriche ed il cui capitale sociale è
interamente detenuto dal Ministero dell’economia e delle finanze.
La Sogesid spa, per via dell’attività
svolta, della natura pubblica e dei servizi
affidati, viene ricompresa nella definizione
di « organismo di diritto pubblico » introdotta dall’articolo 3, punto 26 e seguenti,
del decreto legislativo 12 aprile 2006,
n. 163, rientrando nel novero di quei soggetti che perseguono un fine pubblico in
quanto istituiti per soddisfare bisogni di
interesse generale.
Pertanto, nella realizzazione dei compiti ad essa attribuiti, la Sogesid espleta la
funzione di « amministrazione aggiudicatrice » non partecipando a procedure ad
evidenza pubblica.
Ai sensi e per gli effetti di quanto
disposto dall’articolo 1, comma 503, della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, la Sogesid
spa ha adeguato il proprio statuto sociale
rendendo strumentali i settori di attività
alle esigenze, finalità, competenze e attribuzioni istituzionali del Ministero dell’am-
biente e della tutela del territorio e del
mare, configurandosi pertanto come società in house providing al dicastero, così
riconosciuta anche dalla Commissione europea con nota del 17 dicembre 2009.
Di conseguenza, il Ministero dell’ambiente esercita sulla Sogesid un controllo
analogo a quello che esercita sui propri
servizi.
Ciò premesso, intendo innanzitutto
confermare l’intenzione di procedere alla
sottoscrizione da parte del Ministero dell’ambiente di una convenzione quadro con
la Sogesid; ma l’obiettivo non è certamente
quello ipotizzato dagli interroganti, e cioè
volto a privare il Ministero delle sue
funzioni e della sua struttura per affidare
all’esterno le delicatissime attività di competenza. Tutt’altro. L’obiettivo è proprio il
contrario di questo.
Per prima cosa, c’è da considerare
l’esigenza di stabilire un quadro di riferimento generale che declini le modalità di
erogazione del supporto tecnico-specialistico e strumentale richiesto a Sogesid, con
particolare riferimento alla governance
procedurale, amministrativa e finanziaria
tra le due parti, nonché all’ambito e alle
caratteristiche del controllo tecnico, gestionale e finanziario da parte dell’amministrazione nei confronti della società, rinviando alla direttiva del Ministro gli ambiti
settoriali di intervento ritenuti prioritari
per l’annualità di competenza.
Il nuovo disciplinate trae diretta esperienza, naturalmente, dall’esperienza maturata nel corso degli anni dalla Sogesid
nelle attività di supporto tecnico specialistico e operativo fornite al Ministero dell’ambiente, disciplinate in specifici atti
convenzionali settoriali.
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Tale necessità, peraltro, trova ragione e
fondamento da una oggettiva e conclamata
carenza di risorse professionali che ha
caratterizzato la storia del Ministero dell’ambiente sin dalla sua istituzione ad
opera della legge 8 luglio 1986, n. 349,
quando succedette al Ministero dell’ecologia allora istituito presso la Presidenza del
Consiglio del Ministero durante il Governo
Craxi 1984-1986.
Da allora la storia del Ministero disegna un percorso assai poco lineare che ha
inciso pesantemente sulla continuità delle
politiche ambientali e sulla stessa capacità
di governance dei processi. Sicuramente il
clima di costante instabilità politica, di
avvicendamenti repentini e continui stop
and go (dalla sua istituzione ad oggi i
Ministri che si sono avvicendati sono stati
14) ne può aver minato pesantemente
l’efficacia, ma soprattutto, per dirla come
qualche addetto ai lavori, si è sofferta la
mancanza di una visione « a lunga distanza ».
In parallelo, analoghe problematiche
hanno interessato la stessa struttura del
Ministero. In disparte le numerose riorganizzazioni che hanno costretto a modifiche
anche rilevanti nella strutturazione degli
uffici, si è soprattutto assistito ad una costante crescita delle competenze istituzionali che man mano venivano attribuite al
Ministero dell’ambiente senza che questo
processo venisse accompagnato da un contestuale ed effettivo rafforzamento delle
professionalità necessarie al perseguimento
dei sempre nuovi obiettivi.
Invero, qualche tentativo di rafforzamento della pianta organica veniva pure
fatto, in parallelo all’aumentare delle competenze, ma ad esso non conseguiva la
reale ed effettiva implementazione del personale di ruolo, vuoi per l’esigenza di
consentire nel corso degli anni di acquisire
personale proveniente da diverse realtà
lavorative nell’ambito dei processi di ra-
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Commissione VIII
zionalizzazione delle strutture pubbliche –
con la conseguenza di inquadrare personale il più delle volte non formato per i
compiti specifici che il Ministero richiede,
vuoi per effetto del blocco delle assunzioni
che da un certo periodo in avanti non ha
consentito l’espletamento di nuovi concorsi.
Si consideri che a fronte di una pianta
organica determinata nel 2003 in complessive 928 unità lavorative, progressivamente
ridotta a 945 unirà nel 2008, a 826 unità
nel 2009, a 741 unità nel 2011, a 669 unità
nel 2012, l’attuale dotazione organica di
600 unità lavorative rideterminata nel
2013, allo stato non risulta neanche totalmente coperta dal personale di ruolo in
servizio.
Tale oggettiva situazione ha comportato
il consolidarsi, nel corso del tempo, della
necessità di fare ricorso a professionalità
esterne, sino a pervenire a quel fenomeno
apparentemente abnorme richiamato dagli
interroganti che ha visto la Sogesid quale
principale fornitore di attività tecnicospecialistiche e operative in assenza delle
quali il Ministero non avrebbe potuto
oggettivamente svolgere le proprie funzioni
istituzionali.
È questo il motivo per il quale il
Ministero dell’ambiente ha ritenuto indispensabile proporre un aumento della
pianta organica di oltre 230 unità, come
hanno ben ricordato gli interroganti.
Nelle more che tale proposta si realizzi
concretamente, e considerando realisticamente i tempi affinché ciò possa avverarsi,
si è ritenuto che l’unica strada percorribile
sia quella di continuare a fare ricorso, per
il tempo strettamente necessario, all’indispensabile – per adesso – supporto fornito dalla Sogesid, seppure in un contesto
maggiormente regolamentato, trasparente
ed efficiente, quale, appunto, quello a cui
si vuole pervenire con la convenzione
quadro di cui si tratta.
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ALLEGATO 6
5-02347 Gallinella: Sulla centrale elettrica Tirreno Power
di Vado Ligure.
TESTO DELLA RISPOSTA
I fatti citati nell’atto di sindacato ispettivo dell’onorevole Gallinella e altri si
riferisce ad una situazione che nel corso
degli ultimi mesi è profondamente mutata.
È noto che in data 4 febbraio 2014 il
giudice per le indagini preliminari di Savona, su richiesta dell’omonima procura
della Repubblica, ha disposto il sequestro
preventivo dei gruppi VL3 e VL4 della
centrale termoelettrica Tirreno Power spa
di Vado Ligure ipotizzando, per alcuni
dirigenti della stessa, i reati di cui agli
articoli 110 e 434 del codice penale « in
concorso fra loro dirigevano e gestivano la
centrale termoelettrica a combustibili fossili “Tirreno Power” » utilizzando i gruppi
a carbone VL3 e VL4, in violazione delle
prescrizioni imposte nei provvedimenti autorizzativi e con valori emissivi nettamente
superiori a quelli resi possibili dalle migliori tecniche disponibili, sia prima che
dopo il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, nonostante i dati in
possesso della società documentassero già
un diffuso danno all’ambiente circostante.
L’adozione della misura cautelare reale,
trova fondamento sulle risultanze di uno
studio epidemiologico commissionato dalla
procura predetta, a consulenti specializzati.
Presso la direzione distrettuale antimafia di Genova, pervenuto per competenza
dalla procura di Savona, pende il procedimento penale n. 12/5253/21 per il reato
di cui all’articolo 260 del decreto legislativo n. 152 del 2006, (Attività organizzate
per il traffico illecito di rifiuti) che vede
imputati anche alcuni responsabili della
centrale di Vado Ligure.
Si sottolinea che ad oggi, risulta essere
attiva l’unità a ciclo combinato denominato VL5, alimentata a gas naturale.
Ciò posto, l’installazione del nuovo
gruppo VL6 è già dotata di autorizzazione
integrata ambientale, che ne disciplina
l’esercizio attraverso una serie di esercizi
transitori, traguardando infine eccellenti
prestazioni ambientali anche in virtù di un
assetto finale con un gruppo a carbone del
tutto nuovo.
Tuttavia il gestore non ha rispettato tali
condizioni poiché ha deciso di non effettuare gli interventi migliorativi che lui
stesso aveva proposto in sede di istanza di
autorizzazione, e conseguentemente il Ministero dell’ambiente, previa diffida, ha
dovuto procedere a sospendere la validità
dell’autorizzazione.
Preso atto della situazione, il gestore ha
chiesto il rinnovo anticipato dell’autorizzazione, prospettando una diversa articolazione degli esercizi provvisori, dell’assetto finale a regime (che non prevede più
la realizzazione del nuovo gruppo) e delle
prestazioni da traguardare.
Tale richiesta, poiché dal punto di vista
ambientale prevede sostanziali variazioni
rispetto al quadro prestazionale ed emissivo già autorizzato, è tuttora oggetto di una
approfondita istruttoria tecnica ed in particolare, il 18 novembre 2014, sulla base di
una proposta formulata dalla competente
Commissione istruttoria per l’autorizzazione integrata ambientale-IPPC, si è tenuta
la conferenza di servizi che proseguirà nella
giornata odierna (4 dicembre).
Nel caso in specie, l’istruttoria considererà attentamente le temute criticità
sanitarie e della qualità dell’aria, nelle
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misure che saranno rispettivamente delineate in conferenza di servizi dalle autorità sanitarie, ossia dal Ministero della
salute e dai sindaci nonché dalle autorità
regionali preposte alle rilevazioni della
qualità dell’aria, in relazione al particolare
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Commissione VIII
assetto impiantistico e alla pregressa vicenda autorizzativa.
Non si può pertanto escludere che tali
elementi specifici possano determinare la
fissazione di condizioni autorizzative particolarmente rigorose.