Pesci - Studio Naturalistico Hyla

CORSO
DI
ZOOLOGIA
AMBIENTALE
Prof. Bernardino Ragni
Dipartimento di Chimica, Biologia, Biotecnologie
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA
Università degli Studi di Perugia
Anno Accademico 2013-2014
Prof. Bernardino Ragni
Pesci: riconoscimento e
metodi di studio
10 aprile 2014
Dott.ssa Naturalista
Silvia Carletti
PESCI
E’ un termine comunemente usato per indicare tutti quegli animali dotati di
scheletro interno, che svolgono l’intero ciclo vitale in acqua e respirano
mediante branchie.
Sono comprese specie classificate in tre distinte classi di Vertebrati
Ciclostomi
Pesci cartilaginei
(Condroitti)
Pesci ossei
(Osteitti)
Nelle acqua interne italiane sono presenti solo Ciclostomi e Pesci ossei
PESCI D’ACQUA DOLCE
1-STENOALINI DULCIACUICOLI
Pesci estremamente confinati nelle acque dolci, dove svolgono l’intero ciclo biologico.
ad ampia vagilità: dotati di buone capacità di compiere spostamenti all’interno di un
sistema idrografico.
a ridotta vagilità: non dotati di buone capacità di compiere spostamenti all’interno di
un sistema idrografico.
2-EURIALINI MIGRATORI OBLIGATI
Pesci migratori che compiono obbligatoriamente una fase del ciclo biologico in mare ed una
nelle acque dolci.
anadromi: si riproducono nelle acque dolci e si accrescono in mare
catadromi: si riproducono in mare e si accrescono nelle acque dolci
3-EURIALINI MIGRATORI FACOLTATIVI
Pesci capaci di svolgere l’intero ciclo biologico sia nell’ambiente marino costieri che nelle
acque dolci e pesci che in parte dell’areale si comportano da stenoalini dulciaquicoli e in parte
da eurialini anadromi
PESCI DELLE ACQUE INTERNE
1-PESCI D’ACQUA DOLCE
2-PESCI MARINI EURIALINI
Pesci che frequentano con regolarità le acque interne estuariali e lagurari per motivi trofici
ZONAZIONE LONGITUDINALE
Schema adottato: Huet (1949) modificato per le acque umbre
Da monte a valle si distingue una successione di 4 zone
caratterizzate da comunità ittiche differenti
ZONA SUPERIORE
DELLA TROTA
ZONA INFERIORE
DELLA TROTA
Scazzone
ZONA DEL BARBO
ZONA DELLA CARPA E
DELLA TINCA
Barbo
Tinca
Vairone
Carpa
Cavedano
Scardola
Anguilla
Trota fario
Rovella
Persico reale
Alborella
La zonazione
permette di
individuare le
vocazioni
ittiche naturali
di ogni corso
d’acqua
dividendolo
settori fluviali
omogenei sulla
base della
composizione
della comunità
ittica.
MORFOLOGIA
seconda pinna dorsale
prima pinna dorsale
peduncolo caudale
opercolo
narici
pinna caudale
Pinna pettorale
Pinna anale
Pinna ventrale
Scaglie
Linea laterale
Scaglie ctenoide
Scaglie cicloide
Ciclostomi
Corpo allungato e cilindrico; pinne pari assenti; cute priva di scaglie e ricca di
ghiandole mucose; bocca priva di mascelle (agnati), con apertura circolare
(ciclostomi) che porta ad un imbuto atto a succhiare e munito di numerosi denti
cornei, in parte sostenuti da piastre dentarie di varia grandezza; presenza di una
narice impari; scheletro rudimentale e cartilagineo, costituito dal cranio, dal
cestello branchiale e dagli archi neurali delle vertebre; respirazione per mezzo di
branchie; 7 camere branchiali per lato, ciascuna delle quali provvista di una propria
apertura indipendente.
Ordine: Petromyzontiformes
Famiglia: Petromyzontidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: una o due pinne dorsali, con la parte
posteriore dell’ultima dorsale in continuità con le pinne caudale ed anale. Occhi ben
sviluppati nell’adulto, denti sul disco orale e sulla lingua, cavità naso ipofisaria con
una sola apertura esterna.
Fra l’ultimo foro branchiale e l’ano sono presenti da 50 a 77 miomeri.
Nelle acque interne italiane sono presenti 4 specie appartenenti ai generi
Petromyzon e Lampetra. In Umbria in passato erano preseti 2 specie Lampetra
fluviatilis e Lampetra planei
Petromyzon
Lampetra
Lampreda di ruscello
Lampetra planeri
(Bloch, 1784)
Dimensioni massime: 20 cm, presenta 52-66 miomeri fra l’ultimo foro branchiale
e l’ano.
Distribuzione in Italia: è presente in tutte le regioni peninsulari tirreniche fino
alla Campania
Habitat: vive esclusivamente nelle acque dolci, si riproduce nei tratti medio-alti
dei corsi d’acqua, anche in piccoli ruscelli con acque limpide e fresche, su fondali
ghiaiosi; svolge la fase larvale nei tratti più a valle dei corsi d’acqua, o nelle aree
ripariali dove la corrente è moderata, infossata nei substrati sabbiosi o fangosi.
PESCI OSSEI
Corpo di forma varia, con pinne impari e 1-2 paia di pinne pari sostenute da un proprio
scheletro; cute generalmente rivestita da scaglie ossee; bocca tipicamente terminale,
provvista di mascelle (gnatostomi); presenza di un paio di narici dorsali; respirazione per
mezzo di branchie; una sola camera branchiale per lato, che si apre all’esterno con un’unica
apertura protetta da un opercolo;
Considerando lo scheletro che sostiene le pinne pari vengono divisi in 4 sottoclassi: Dipnoi,
Crossopterigi, Branchiopterigi, Attinopterigi
SARCOPTERIGI
DIPNOI
BRANCHIOPTERIGI
CROSOPTERIGI
Presenza di polmoni rudimentali
Presenza di pinne pari con scheletro
costituito da raggi disposti a ventaglio
Assenza di narici interne e polmoni
Presenza di vescica natatoria
ATTINOPTERIGI
Teleostei
Olostei
Condrostei
Nell’Ittiofauna italiana sono presenti solo rappresentanti di Condrostei e Teleostei, in
Umbria solo specie appartenenti ai Teleostei
Nelle acque dolci italiane sono presenti 78 taxa di pesci di questi 48 considerati indigeni.
In Umbria delle 48 specie segnalate 13 risultano di origine autoctona, 12 traslocate da altri bacini italiani e
22 trapiantate da bacini esteri.
FAMIGLIA
SPECIE
Provenienza
FAMIGLIA
SPECIE
Provenienza
Anguillidi
Anguilla anguilla L. (anguilla)
autoctona
Cobitidi
Cobitis taenia L. (cobite)
traslocata
Ciprinidi
Rutilus rubilio Bp. (rovella)
autoctona
Siluridi
Silurus glanis L. (siluro)
trapiantata
Rutilus erythrophthalmus Zer. (triotto)
traslocata
Ictaluridi
Ameiurus melas Raf. (pesce gatto)
trapiantata
Rutilus rutilus L. (rutilo)
trapiantata
Ictalurus punctatus Raf. (pesce gatto punteggiato)
trapiantata
Squalius squalus Bp (cavedano comune)
autoctona
Esocidi
Esox cisalpinus Bianco (luccio italico)
autoctona
Squalius lucumonis Bianco (cavedano etrusco)
autoctona
Salmonidi
Esox lucius L. (luccio)
trapiantata
Telestes muticellus Bp (vairone)
autoctona
Salmo cetti (trota fario)
autoctona
Rhodeus amarus Pallas (rodeo)
trapiantata
Salvelinus fontinalis Wal. (salmerino di fonte)
trapianta
Tinca tinca L. (Tinca)
autoctona
Oncorhynchus mykiss Wal. (trota iridea)
trapiantata
Scardinius eritrophthalmus L. (scardola)
autoctona
Coregonus lavaretus L. (coregone)
trapiantata
Alburnus alburnus alborella De Fil. (alborella)
traslocata
Poecilidi
Thymallus thymallus L. (temolo)
traslocata
Chondrostoma soetta Bp. (savetta)
traslocata
Gasterosteidi
Gambusia holbrooki Gir. (gambusia)
trapiantata
Protochondrostoma genei Bp (lasca)
traslocata
Cottidi
Gasterosteus aculeatus L. (spinarello)
autoctona
Barbus tyberinus Bp. (barbo tiberino)
autoctona
Centrarchidi
Cottus gobio L.(scazzone)
autoctona
Barbus plebejus Bp. (barbo del Po)
traslocata
Micropterus salmoides Lac. (persico trota)
trapiantata
Barbus barbus L. (barbo del Danubio)
trapiantata
Aterinidi
Lepomis gibbosus L. (persico sole)
traslocata
Luciobarbus graellsii Ste. (Barbo Spagnolo)
trapiantata
Percidi
Atherina boyeri Risso (latterino )
traslocata
Gobio gobio L. (gobione)
traslocata
Perca fluviatilis L. (rersico relae)
traslocata
Carassius auratus L. (carassio dorato)
trapiantata
Stizostedion lucioperca L. (lucioperca)
trapiantata
Cyprinus carpio L. (carpa)
trapiantata
Gymnocephalus cernuus L. (Acerina)
trapiantata
Ctenopharyngodon idellus Val. (carpa erbivora)
trapiantata
Knipowitschia panizzae Verga (ghiozzetto di laguna)
traslocata
Abramis brama L. (abramide)
trapiantata
Padogobius martensi Gunther (ghiozzo padano)
traslocata
Pseudorasbora parva Schl. (pseudorasbora)
trapiantata
Padogobius nigricans Can.(ghiozzo di ruscello)
autoctona
Blicca bjoerkna L. (blicca)
trapiantata
Pomatoschistus canestrini Ninni (ghiozzetto cenerino)
traslocata
Gobidi
Ordine: Anguilliformes
Famiglia: Anguillidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo molto allungato, serpentiforme, a sezione
più o meno circolare; pinne ventrali assenti; pinne pettorali presenti; pinne dorsale e anale
unite con la caudale; piccolissime scaglie cicloidi presenti, affondate nel tegumento e ricoperte
da uno spesso strato di muco; bocca mediana, con mandibola prominente.
La famiglia comprende un solo genere, Anguilla, ampiamente distribuito nelle fasce tropicali e
temperate e composto da 15 specie tutte a riproduzione marina.
In Umbria è presenta una sola specie, migratrice catadroma.
Anguilla
Anguilla anguilla
(Linnaeus,1758)
Dimensioni massime: 60 cm
eccezionalmente le femmine possono
raggiungere 140 cm
Distribuzione in Italia: è presente nelle
acque interne di tutte le regioni.
Habitat
Specie con ampissima valenza ecologica, è
in grado di vivere in un’ampia varietà di
ambienti: acque oceaniche e marine
costiere; laghi costieri ed estuari; laghi
interni e corsi d’acqua dove, pur essendo
rinvenibile in ogni tratto della zonazione
ittica, preferisce acque relativamente
calde, moderatamente correnti, ricce di
vegetazione e con substrato sabbioso o
fangoso
Ordine: Cypriniformes
Famiglia:Cyprinidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme nella maggior parte
delle specie, più o meno allungato in altre; dentatura variabile, sempre assente
sul vomere e sulle mascelle, ma presente sulle ossa faringee inferiori disposti su
1-3 file; la forma dei denti faringei (molariformi, uncinati, seghettati, ecc) e la
loro disposizione sono in relazione al tipo di alimentazione; ad essi viene
attribuita una grande importanza sistematica, per la determinazione dei generi;
scaglie generalmente cicloidi, assenti sul capo.
Pinne ventrali sempre presenti in posizione addominale (posteriormente rispetto
alle pinne pettorali); una sola pinna dorsale sostenute da raggi molli e nella gran
parte delle specie prive di raggi spiniformi posizionata anteriormente rispetto
alla pinna anale; barbigli assenti o presenti in uno-due paia, generalmente poco
sviluppati;
All’interno dei Ciprinidi la diagnosi dei generi e delle specie non è sempre facile, sia per la
forte somiglianza fra alcuni taxa, sia per l’evidente variazione geografica che interessa
caratteri morfometrici e meristici.
Rovella
Rutilus rubilio
Dimensioni massime: 20 cm
Distribuzione in Italia: è presente
nelle acque interne di tutte le regioni
Habitat: specie con
discreta valenza
ecologica in grado di
occupare diversi tratti
dei corsi d’acqua.
Predilige le zone dove
l’acqua è moderatamente
corrente e poco
profonda, con fondo
sabbioso o ghiaioso e con
modesta presenza di
macrofite
(Bonaparte, 1837)
Tinca
Tinca tinca
(Linnaeus, 1758)
Dimensioni massime: 50 cm
Distribuzione in Italia: è presente nelle acque interne di tutte le regioni
Habitat: specie ad ampia valenza ecologica. Predilige acque a lento corso o
stagnanti dei tratti medio-bassi dei corsi d’acqua, può essere rinvenuta anche in
laghi mesotrofi ed eutrofici e negli stagni, dove la vegetazione è ricca e il fondo è
fangoso
Scardola
Scardinius erythrophthalmus
(Linnaeus, 1758)
Dimensioni massime: 45 cm
Distribuzione in Italia:è presente nelle regioni settentrionale e peninsulari
fino ad un incerto limite probabilmente il Lazio per il versante tirrenico e le
marche per quello adriatico
Habitat: vive nelle acque a lento corso o stagnanti dei tratti medio-bassi dei
corsi d’acqua, nei canali, nei laghi mesotrofi ed eutrofici e negli stagni, dove la
vegetazione è ricca e il fondo è sabbioso o fangoso
Cavedano comune
Squalius squalus
(Bonapartr, 1837)
Sistematica: una questione
di recente dibattuta
riguarda la possibile
esistenza di una specie
endemica in Italia centrale
del genere Squalius:
Squalius lucumonis
(Bianco, 1983) il cui areale
comprenderebbe parte della
Toscana, dell’Umbria e
dell’alto Lazio
Dimensioni massime: 60 cm
Distribuzione in Italia: è presente in tutte le regioni peninsulari
Habitat: specie ad ampia valenza ecologica, vive in una grande varietà di ambienti: in
vari tratti dei corsi d’acqua, in ambienti lacustri oligotrofi, mesotrofi ed eutrofi.
Predilige comunque acque limpide e fondali ghiaiosi.
Vairone
Telestes muticellus
(Bonaparte, 1837)
Dimensioni massima: 18-20 cm
Distribuzione in Italia: è
presente nelle regioni
dell’Italia settentrionale e
centrale fino alla Campania e al
Molise;
Habitat: predilige acque correnti, limpide e ricche di ossigeno, con fondali
ghiaiosi, si rinviene nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua, nelle risorgive ed
occasionalmente nei laghi oligotrofici;
Barbo del Po
Barbus plebejus
(Bonaparte, 1839)
Sistematica: La sistematica del
genere Barbus è complessa e
tutt’altro che definita.
Una questione attualmente aperta
riguarda la possibile esistenza di una
specie endemiche in Italia centrale
Barbus tyberinus (Bonaparete, 1939)
a cui secondo alcuni sarebbero da
attribuire tutte le popolazioni
autoctone di barbo centro-meridionali
Dimensioni massime: 70 cm
Distribuzione in Italia: è presente nelle acque interne di tutte le regioni Italicopeninsulari
Habitat: specie con una discreta valenza ecologica. Predilige i tratti medio-alti dove
la corrente è vivace, l’acqua è limpida e il fondo è ghiaioso. Le aree con fondo
ghiaioso risultano indispensabili per la deposizione dei gameti;
Ordine: Esociformes
Famiglia: Esocidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme ed allungato; coda
nettamente biloba; numerosi denti, grandi, robusti e acuti, presenti sulle ossa
boccali tranne che sui mascellari; piccoli denti presenti sulla lingua; scaglie piccole e
cicloidi. Pinne ventrali sempre presenti in posizione addominale (posizionate
posteriormente rispetto alle pinne pettorali), una sola pinna dorsale in posizione
molto arretrata e opposta alla pinna anale.
Sistematica: recenti studi aprono la
possibilità di considerare il luccio italiano
come una nuova specie separata da quella
europea (Esox lucius)
Luccio
Esox cisalpinus
(Bianco 2012)
Dimensioni massime: 1,5 m
Distribuzione in Italia: è presente in regioni
settentrionali e in parte di quelle centrali, nel
versante tirrenico è presente fino al Lazio nel
versante adriatico fino all’Abruzzo.
Habitat: vive in acque ferme o poco correnti, che non devono però risultare
torbide né povere di ossigeno. Necessita di una ricca vegetazione subacquea, in
mezzo alla quale si nasconde per esercitare il suo caratteristico comportamento
predatorio e sulla quale si riproduce.
Ordine: Salmoniformes
Famiglia: Salmonidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme; margine boccale
superiore formato dai premascellari e dai mascellari, che possono portare o non
portare denti; questi possono essere robusti e acuti, oppure minuti; scaglie cicloidi
di piccola o media grandezza;
Presenza di due pinne dorsali la prima sostenuta da raggi molli la seconda adiposa,
barbigli assenti
Trota fario
Salmo cetti
(Rafinesque, 1810)
Dimensioni massime: 50 cm
Distribuzione in Italia: è rinvenibile nelle acque
fredde di tutte le regioni
Habitat: specie con una discreta
valenza ecologica, all’interno del suo
areale occupa vari tipi di ambienti
purchè le acque siano limpide, fredde
(temperature normalmente al di sotto
di 15 °C) e ben ossigenate
Ordine: Gasterosteiformes
Famiglia: Gasterosteidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme o leggermente
appiattito in senso laterale, che può essere nudo o ricoperto di un numero variabile
di placche ossee; ossa opercolari ben sviluppate; denti presenti sulle mascelle e sulle
ossa faringobranchiali, assenti sul vomere; anteriormente alla pinna dorsale sono
presenti 3-17 spine corte e robuste; pinne ventrali presenti e munite di una spina,
peduncolo caudale sottile e coda di forma triangolare.
Spinarello
Gasterosteus aculeatus
(Linnaeus, 1758)
Dimensioni massime: 7 - 8,5 cm
Distribuzione in Italia: nella Regione
Padana è presente soprattutto nella parte
orientale, nella Regione Italico-peninsulare è
presente in entrambi i versanti con una
certa continuità fino alla Campania e alle
lagune del Gargano, in Sardegna ci sono
popolazioni sia nelle acque dolci che nelle
lagune salmastre.
Habitat: necessita di acque con corrente
lenta o moderata, limpide e ben ossigenate,
ricche di vegetazione.
Ordine: Scorpeniformes
Famiglia: Cottidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: capo grande, largo e appiattito; occhi
grandi e ravvicinati sulla volta del capo; Pinne pettorali molto ampie; pinne ventrali
normalmente presenti in posizione pettorale; pelle nuda, oppure munita di spine e
placche ossee.
Scazzone
Cottus gobio
Dimensioni massime: 15 - 16 cm
(Linnaeus, 1758)
Distribuzione in Italia: è diffuso in tutto l’arco alpino, nei due versanti
dell’Appennino Tosco-Emiliano e marchigiano fino alla parte alta del bacino del
Tevere. La sua distribuzione è però discontinua perché, richiedendo una buona
qualità ambientale; ci sono state negli ultimi decenni numerose estinzioni locali in
conseguenza delle alterazioni degli habitat
Habitat: necessita di acque limpide,
fredde (temperatura inferiore a 14-16 °C)
e ben ossigenate, e predilige substrati
ciottolosi. Vive nei tratti più a monte dei
corsi d’acqua fino a quote molto elevate
(800-1200 metri s. l. m.), nei laghi di
montagna (alle suddette quote ed oltre),
nei grandi laghi oligotrofici, nei tratti
iniziali dei corsi d’acqua di risorgenza
Ordine: Perciformes
Famiglia:Gobiidae
La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo piuttosto tozzo, subcilindrico,
capo massiccio, in genere appiattito dorsalmente, con regione opercolare
arrotondata e più o meno prominente; sul capo sono spesso presenti canali mucosi,
che si aprono all’esterno con alcune specifiche papille normalmente ben visibili.
La posizione delle papille ed il grado di sviluppo dei canali mucosi differiscono nei
vari taxa e rappresentano un carattere utile nella diagnosi dei generi e delle
specie.
Gli occhi ravvicinati, in posizione dorso-laterale, di norma sporgenti sul profilo del
capo; scaglie ctenoidi o cicloidi; pinne ventrali in posizione toracica, con un raggio
spiniforme e 5 raggi molli; due pinne dorsali; l’anteriore, più breve, è sostenuta da
pochi raggi spiniformi, la posteriore, più allungata, è in posizione opposta alla pinna
anale. Pinna caudale arrotondata.
Carattere peculiare della famiglia è la fusione delle pinne ventrali a formare una
sorta di disco, che può fungere da organo adesivo agendo come una ventosa.
Ghiozzo di ruscello
Padogobius nigricans
(Canestrini, 1867)
Dimensioni massime: 11 - 12 cm
Distribuzione in Italia: è
un endemismo italiano
presente nei sistemi
idrografici tirrenici della
Toscana, dell’Umbria e del
Lazio; il limite
settentrionale è
rappresentato dal Fiume
Serchio, quello meridionale
dal Fiume Amaseno.
Habitat: vive nei corsi d’acqua
di piccola e media portata,
caratterizzati da acqua limpida
e ben ossigenata, e da fondali
ciottolosi o ghiaiosi
TECNICA DI CAMPIONAMENTO
TECNICA DI CAMPIONAMENTO
Metodo delle passate
successive in settori di 100
m di lunghezza con
elettrostorditore
TECNICA DI CAMPIONAMENTO
Reti Multimaglia Branchiali (RBM)
Metodo Point Abundance
Sampling Electrofishing
(PASE)
PARAMENTRI PRESI SUL CAMPO
Tutti gli esemplari catturati vengono anestetizzati e misurati
Pesi individualli (g)
Lunghezze individuali (cm)
Campione di scaglie per
classe di lunghezza per la
determinazione dell’età.
ALCUNE ELABORAZIONI
ABBONDANZA
Densità=ind/m2
Biomassa areale=g/m2
N = Numero probabile di pesci
C1 = Numero di catture della prima passata
C2 = Numero di catture della seconda passata
B = Biomassa totale
P = Peso medio dei pesci catturati
DETERMINAZIONE DELL’ETA’
Le SCAGLIE sono formazioni ossee inserite nella pelle, incastrate fra loro come le tegole di
un tetto. La deposizione del calcio sulla scaglia forma una serie di anelli concentrici chiamati
CIRCOLI.
La crescita della scaglia è continua ma non costante.
Nel periodo invernale la crescita rallenta per cui si forma una zona in cui si ha un
infittimento dei circoli e che prende il nome di ANNULO. Contando il numero di annuli è
possibile quindi risalire al numero di inverni vissuti dal pesce.
STRUTTURA DI POPOLAZIONE
La struttura e data dalla scomposizione di una popolazione in classi di individui
per età. E’ influenzata da: cicli riproduttivi e vitali, fattori ambientali, interazioni
con altre specie, prelievi e ripopolamenti.
CARTA ITTICA DELL’UMBRIA
Oggetto di studio sono i popolamenti ittici e vari aspetti ambientali delle acque
interne quali idrologia, aspetti antropici, qualità delle acque, ecc…
Obiettivo primario e la pianificazione della attività alieutiche.
la carta ittica è uno strumento importante per la per la conoscenza e la gestione
della fauna ittica e più in generale gestione del territorio.
SOGGETTI PARTECIPANTI:
Regione dell’Umbria, Provincia di Perugia, Provincia di Terni, ARPA Umbria,
Università di Perugia.
FASE PROPEDEUTICA (1989) - Scala Regionale
Censimento dei corsi d’acqua. Caratterizzazione ambientale.
Profili longitudinali. Zonazione ittica teorica (Huet).
1° LIVELLO (1996) - Scala regionale
Analisi fisico-chimiche delle acque. Mappaggio biologico. Popolazioni ittiche
(distribuzione, zonazione ittica, dati semiquantitativi). Censimento delle
opere in alveo. Individuazione delle esigenze di ripristino ambientale e faunistico.
2° LIVELLO (2004) - Scala di bacino idrografico
Analisi fisico-chimiche delle acque. Mappaggio biologico. Analisi delle comunità ittiche.
Popolazioni ittiche (distribuzione, zonazione ittica, dati quantitativi, struttura, dinamica ed
accrescimento delle specie ittiche di pregio).
AGGIORNAMENTI (in corso)
Letture consigliate
Zerunian S., 2002. Condannati all’estinzione? Biodiversità, biologia,
minacce e strategie di conservazione dei Pesci d’acqua dolce indigeni in
Italia. Edagricole.
Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P, Marconato A., 1991. I Pesci
delle acque interne italiane. Ist. Poligr. e Zecca dello Stato, Roma.
Zerunian S., 2003. Piano d’azione generale per la onservazione dei
Pesci d’acqua dolce italiani. Quad. Cons. Natura, 17. Min. Ambiente – Ist.
Naz Fauna Selvatica.
Zerunian S., 2004. Pesci delle acque interne d’Italia. Quad. Cons.
Natura, 20. Min. Ambiente – Ist. Naz Fauna Selvatica.
Carte ittiche regionali (Bacino del F. Nera, Bacino del F. Nestore,
Bacino,Bacino del F. Chiascio e F. Topino, Bacino del F. Tevere, Bacino
del F. Paglia e F. Chiani)