ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VERONA VERONA MEDICA Trimestrale di informazione medica - anno XLIX n. 3 SETTEMBRE 2014 - Sped. in a.p. - 70% - Poste Italiane S.p.A. - op. postale 30032393-002 - CONTIENE I.R. Trimestrale di informazione medica In questo numero: Convocazione Assemblea Annuale degli iscritti ed approvazione del Bilancio ........................................... pag. 25 Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2014.................. pag. 8 Slow Medicine ...................................................................... pag. 14 RC sanitaria - Rapporto ANIA ............................................ pag. 30 La medicina militare tra storia, etica ed attualità........... pag. 34 3 SETTEMBRE 2014 Via del Lavoro 18 - Valgatara di Valpolicella (VR) - tel. 045 6800525 Via Varini 50 - Marco di Rovereto (TN) - tel. 0464 943220 www.ballarini-interni.com - [email protected] La COTTURA A VAPORE, a temperature inferiori ai 100 °C, è in grado di preservare delicate vitamine, minerali e nutrienti presenti nei cibi, oltre ai colori e alle consistenze che possono rendere un buon piatto davvero ottimo. Queste basse temperature di cottura, unite all’assenza di aria, conservano l’acqua e gli elementi organolettici naturalmente presenti nei cibi per mantenere tutti i piatti incredibilmente morbidi, succosi e ricchi di colori, sapori e prelibatezza. La cottura che esalta i sapori L’ABBATTITORE DI TEMPERATURA è l’ideale per congelare o raffreddare i cibi anche appena usciti dal forno: non è più necessario attendere che si raffreddino a temperatura ambiente, come avviene di solito. La COTTURA ANTICIPATA e la CONSERVAZIONE SOTTOVUOTO permettono di preparare le ricette più impegnative giorni prima la cena prefissata; all’ultimo momento sarà sufficiente aggiungere il tocco finale e servire e il gioco è fatto! Stiamo programmando serate con dimostrazione per far conoscere questi tipi di cottura Per informazioni: [email protected] SOMMARIO 30 RC sanitaria. Rapporto ANIA. EDITORIALE 5 Scegliere con Saggezza NOTIZIE DALL’ORDINE 6 Verbali del Consiglio e delle Commissioni 8 Giornata del Medico e dell’Odontoiatra Veronese 2014 25 Convocazione Assemblea Ordinaria 2014 26 Bilancio 2013 – 2015 ALBO ODONTOIATRI 9 Verbali della Commissione Odontoiatri Le regioni scelgono il “fai da te” e le compagnie assicuratrici arretrano 32 Il fenomeno sommerso dell’uso di alte dosi di benzodiazepine STORIA DELLA MEDICINA 34 La medicina militare tra storia, etica e attualità FNOMCeO 40 Odontoiatra e Odontotecnico possono essere insieme in una STP? ENPAM 41 Approvata la riforma dello statuto Enpam LETTERE AL DIRETTORE 11 Emergenza Ebola 12 Grazie! SINDACATI MEDICI 42 Adami (FIMMG): la finta rivoluzione digitale CONVEGNI E CONGRESSI della finta ricetta dematerializzata 43 Nuove nomine degli Organismi Statutari 13 Convegni e Congressi AGGIORNAMENTO del S.I.Me.T. di Verona 14 Slow Medicine: una scommessa, una realtà LIBRI RICEVUTI PROFESSIONE E LEGGE 19 Patto per la salute. La sintesi del nuovo testo 23 Incompatibilità tra pensione ed incarichi di consulenza o convenzione 44 Etica medica nella vita militare. Per iniziare una riflessione 45 Storia del Codice Italiano di Deontologia Medica GIOVANI E PROFESSIONI 46 S.O.S. - Sostituzioni ATTUALITÀ 24 Il medico ed il suo paziente nella Rete: pescatori o pescati? TEMPO LIBERO 49 Chi cerca... trova ORDINE DEI MEDICI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VR Nuovo Orario di Apertura della Segreteria dell’Ordine VERONA MEDICA Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì dalle ore dalle ore dalle ore dalle ore dalle ore 9,00 alle ore 13,00 9,00 alle ore 17,00 (CONTINUATO) 9,00 alle ore 13,00 9,00 alle ore 17,00 (CONTINUATO) 9,00 alle ore 13,00 Sabato chiuso 3 VERONA MEDICA Trimestrale di informazione medica Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Verona Anno XLIX n. 3 Settembre 2014 Sped. in a.p. - 70% - Filiale di Verona Registrazione del Tribunale di Verona n. 153 del 20/3/1962 ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VERONA VERONA - Palazzo Vitruvio Cerdone - Via Locatelli, 1 - 37122 Verona tel. 045 8006112 / 045 596745 - fax 045 594904 web: www.omceovr.it Direttore Responsabile Roberto Mora Comitato di Redazione Renzo Bassi, Francesco Bovolin, Giorgio Carrara, Alessandro Dalla Riva, Carlo Marchi, Roberto Mora, Francesco Orcalli, Alberto Peroni, Carlo Matteo Peruzzini, Gelmino Tosi Consiglio Direttivo Presidente: Roberto Mora Vice-Presidente: Roberto Fostini Segretario: Lucio Cordioli Tesoriere: Fabio Marchioretto Consiglieri Giorgio Accordini, Francesco Bovolin, Giorgio Carrara, Fabio Facincani, Alfredo Guglielmi, Giuseppe Lombardo, Annamaria Molino, Francesco Orcalli, Francesco Oreglia, Carlo Matteo Peruzzini, Carlo Rugiu, Claudio Salvatore, Francesco Spangaro Revisori dei Conti Vania Teresa Braga, Mario Celebrano, Giuseppe Costa Revisore dei Conti Supplente Elena Piazzola Commissione Odontoiatri Francesco Oreglia, Elena Boscagin, Francesco Bovolin, Gino Cavallini, Gianpaolo Paoletti Fotocomposizione Videoimpaginazione e stampa Girardi Print Factory Via Maestri del Lavoro, 2 - 37045 Z.I. Legnago (Vr) tel. 0442 600401 e-mail: [email protected] Foto di Copertina Leonardo Cogo – Santorini – Inserzioni SPAZIO 1/4 pagina interna (bianco e nero) 1/2 pagina interna (bianco e nero) 1 pagina interna (bianco e nero) 2ª e 3ª pagina di copertina (a colori) 4ª pagina di copertina (a colori) 4 pubblicitarie sul 1 USCITA € € € € € 150,00 400,00 500,00 800,00 1000,00 Bollettino 2 USCITE € € € € € 200,00 (totali) 300,00 (per uscita) 400,00 (per uscita) 600,00 (per uscita) 800,00 (per uscita) 4 USCITE € € € € € 250,00 (totali) 250,00 (per uscita) 350,00 (per uscita) 500,00 (per uscita) 600,00 (per uscita) VERONA MEDICA EDITORIALE Scegliere con Saggezza In Svizzera, il Swiss Medical Board, un organismo non governativo deputato a vagliare le iniziative tecnologiche e farmacologiche nel campo della salute, ha reso noto che lo screening mammografico per la prevenzione e la cura precoce del cancro della mammella, non avrebbe quella efficacia, in termini di riduzione della mortalità, che la maggior parte delle persone gli attribuisce. Secondo il rapporto steso da questo organismo e reso pubblico nel febbraio 2014 (www.medical-board. ch) lo screening mammografico sistematico permetterebbe di identificare tumori in uno stadio più precoce, ma in termini di mortalità la sua efficacia sarebbe decisamente limitata in quanto per ogni 1000 donne (in età tra i 50 ed i 69 anni) che si sottopongono allo screening regolarmente si riescono ad evitare da 1 a 2 decessi; al prezzo però di un centinaio di falsi positivi che conducono ad ulteriori indagini superflue e talora (da 3 a 14 casi) ad interventi chirurgici inutili. Al punto che, nelle raccomandazioni finali, si conclude dicendo che “non è raccomandato introdurre programmi di screening mammografico sistematico” e che “i programmi di screening mammografico sistematico attualmente esistenti devono essere limitati nel tempo”. Leggendolo non ho potuto fare a meno di ripensare al progetto “Fare di più non significa fare meglio” una iniziativa di Choosing Wisely (scegliere saggiamente) e da Slow Medicine, rete di medici, professionisti della salute e cittadini, che si riconoscono in una medicina più sobria e umanizzata, che ha più volte denunciato il fatto che l’attuale modo di approcciare i problemi di salute sia sempre più rivolto a delegare alla tecnologia scelte che dovrebbero invece essere appannaggio di una valutazione, condivisa tra medico e paziente, del caso individuale. Lo scopo del progetto è quello di mi- VERONA MEDICA gliorare la qualità e la sicurezza delle prestazioni sanitarie attraverso la riduzione di pratiche (esami diagnostici e trattamenti) che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili, non apportano benefici significativi ai pazienti, ma al contrario possono esporli a rischi. L’uso più appropriate delle risorse disponibili, tra l’altro, produrrebbe una riduzione dei costi inutili e quindi anche una maggiore sostenibilità economica dei servizi sanitari. Il 16 giugno, al Palazzo della Gran Guardia, l’Assessorato alla Sanità della nostra Regione, in collaborazione con mia ASL, ha organizzato un convegno su “I Sinistri Sanitari” dove la novità era quella che le nostre ASL d’ora in avanti faranno l’assicurazione R.C. con una franchigia di 500.000 Euro (la cosiddetta auto-assicurazione). A discutere della cosa vari Relatori, per lo più Politici, Amministratori, Avvocati, Direttori Generali, Professori Universitari, un Medico Legale e neppure uno dei tanti medici che tutti i giorni lavorano nelle corsie degli ospedali o negli ambulatori del nostro territorio. Tra le cose dette solo un cenno ad eventuali strategie di Risk Management, perché l’argomento principale era quello sul che tipo di assicurazione fare e come gestire poi i sinistri sanitari. La memoria, complice forse il Centenario della Prima Guerra Mondiale, mi è andata a quei tempi e ai tanti affanni dei nostri generali nelle comode ville tra Udine e Cividale mentre, a Caporetto, si preparava l’offensiva AustroUngarica che avrebbe prodotto una delle disfatte militari più famose della nostra storia nazionale. La sicurezza delle cure è fortemente correlata alla sicurezza e alla serenità di quelli che tutti i giorni nelle corsie ed negli ambulatori lavorano tentando di dare risposte ai bisogni della gente e che per farlo sono esposti ad un rischio che ha ormai sconfinato dal mero piano del risarcimento per diventare sempre più una possibile “fonte di reddito”. Così, mentre le nostre Aziende, ASL, Amministratori, Politici e …. “compagnia cantando” … discutono come risparmiare risorse finanziarie trasferendo i costi del “contenzioso” dalle ASL alle assicurazioni dei singoli Professionisti, disdegnando nei loro convegni di affrontare, anche se per sommi capi, il problema vero che è quello di rendere le cure più sicure attraverso seri piani di gestione del rischio, la spesa sostenuta dal nostro SSN per le pratiche di medicina difensiva rischia di divenire un conto sempre più salato. Con il risultato che gli attuali 13 miliardi di Euro (a tanto è stimato l’attuale costo della medicina difensiva) potrebbero diventare molti di più, e, cosa ancora peggiore, che l’uso inappropriato di pratiche e tecnologia inappropriate (ma utilizzate a scopi cautelativi) aumenterà rischi e danni, oltre che le liste di attesa per accedervi nei casi appropriati. Ponendo le basi per una grave crisi del nostro attuale SSN. Un quadro molto simile a quello che accadeva tra Udine e Cividale, mentre a Caporetto si preparava la disfatta. C’è da augurarsi che iniziative come quella di Choosing Wisely e di Slow Medicine, ma soprattutto la “professionalità” di medici e operatori sanitari, siano tali da scongiurare il pericolo. E che si possa così, nonostante la miopia e l’improvvidenza dei nostri Generali, evitare una rovinosa ritirata al Piave. ROBERTO MORA 5 NOTIZIE DALL’ORDINE Verbali del Consiglio e delle Commissioni VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO DELL’8 APRILE 2014 Presenti: Mora, Fostini, Cordioli, Marchioretto, Accordini, Carrara, Facincani, Guglielmi, Lombardo, Molino, Orcalli, Oreglia, Peruzzini, Rugiu, Salvatore Revisori: Braga, Celebrano, Costa, Piazzola Direttore: Cerioni Avvocato: Gobbi Assenti Giustificati: Bovolin, Spangaro Il Presidente, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. LETTURA ED APPROVAZIONE DEL VERBALE PRECEDENTE Il Verbale del Consiglio del 25 febbraio 2014, viene approvato con alcune precisazioni. DELIBERA AMMINISTRATIVA Non vi sono delibere amministrative da approvare. COMUNICAZIONI a) Il Presidente illustra la circolare Fnomceo che prevede per i corsi effettuati all’estero, l’assegnazione di crediti E.C.M. in ragione del 50% del punteggio acquisito per ciascun evento. La circolare prevede inoltre che ai Docenti – Discenti – Relatori – Moderatori, l’accreditamento dei crediti debba essere rilasciato direttamente dal provider. Ai tutor per eventi derivanti a obblighi di legge, quali il tirocinio valutativo per l’esame di stato ed il 6 tirocinio formativo nell’ambito del Corso di Formazione triennale per i Medici di Medicina Generale, i relativi crediti dovranno essere rilasciati dagli Ordini di appartenenza. b) Il Presidente illustra brevemente la bozza del nuovo statuto dell’ENPAM. Informa i Consiglieri che il 5 aprile u.sc., ha partecipato con il Dr. Cavallini, componente della CAO di Verona e referente della commissione ENPAM, ad un incontro tenutosi presso la sede dell’Ordine dei Medici C. e O. di Bologna, nel quale è stata discussa la bozza del nuovo regolamento e statuto dell’Ente di Previdenza E.N.P.A.M. Circa la numerosità dei componenti del C.D.A e dell’Assemblea Nazionale, il consiglio esprime parere favorevole per una riduzione del numero dei componenti di tali organi al fine di contenere le spese sostenute per la gestione degli stessi. c) Il Dr. Mora segnala che la Regione Veneto ha pubblicato sul BUR n. 28 del 21 marzo 2014 una delibera con la quale viene demandato al Coordinamento Regionale Acquisti per la sanità (CRAS) il compito di scegliere la società che risulterà aggiudicataria del servizio di brokeraggio per la scelta delle compagnie di assicurazione incaricate di fornire alle aziende sanitarie ed ospedaliere la copertura assicurativa R.C.. Le Aziende Sanitarie e Ospedaliere, nonché gli Enti del S.S.R. dovranno perciò produrre al CRAS ed al Broker aggiudicatario della gara regionale quanto di necessità per l’espletamento della gara, ivi incluso apposito mandato, comprensivo dei dati riferiti alla sinistrosità, affinché il Coordinamento Regionale Acquisti provveda, per loro conto, all’espletamento delle procedure di scelta. Interviene il Dr. Fostini, Vice Presidente, che informa sulle varie prospettive e proposte relative alle assicurazioni professionali dei Colleghi ospedalieri. Il Consiglio prende atto. d) Il Dr. Fostini, Vice Presidente, informa che nei prossimi giorni verrà inviato tramite la mailing-list degli iscritti, un questionario nel quale verrà chiesto agli stessi la disponi- bilità a fornire notizie sul loro stato di benessere psicologico. Viene discussa la possibilità di acquisire una piattaforma FAD (del costo di circa 7.000 euro) che consentirebbe all’Ordine di procedere ad iniziative di formazione a distanza. Pur consapevoli della validità dell’acquisizione si ritiene che per il momento valga la pena di cercare altre soluzioni avvalendosi, se possibile, della collaborazione della Università di Verona. L’ipotesi di acquisto viene pertanto rimandata al prossimo autunno. Il Consiglio prende atto. e) Il Dr. Mora informa di aver inviato una lettera di sollecito alla Ditta Esa Real Estate, al fine di conoscere la posizione dell’ipoteca iscritta su una parte della proprietà immobiliare dell’Ordine. Il Consiglio prende atto. f) Il Presidente comunica che il TAR del Veneto, con sentenza n. 183 del 13.02.2014, ha stabilito che gli Ordini, prima di esprimere il parere di congruità sulle parcelle presentate dagli iscritti, debba darne preventiva informazione ai pazienti. Il Consiglio prende atto ed incarica la Segreteria di provvedere in merito. g)Il Consiglio approva il rinnovo all’Avv. Maritato l’incarico per altri 12 mesi della consulenza assicurativa gratuita a favore degli iscritti. ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI Le iscrizioni e cancellazioni vengono approvate. MEDICI - CHIRURGHI Iscrizioni neo-abilitati: Dott. BISIGHIN Maria Vittoria Dott. POPOVSCHI Maria Iscrizioni per trasferimento da altro Ordine: Dott. BIANCHI Maria Rachele da FOGGIA Dott. TABIICA Angela da BRESCIA Dott. TRINGALI Domenico da REGGIO CALABRIA Cancellazioni per decesso: Dott. MAZZAGLIA Franco VERONA MEDICA NOTIZIE DALL’ORDINE Cancellazioni su richiesta: Dott. DASKALAKI Despoina Dott. TAPPARINI Adriano Dott. SARTORI Paola Cancellazioni per trasferimento ad altro Ordine: Dott. CHIESA Gianarco a VICENZA Dott. MALAVOLTA Michele a TRENTO ODONTOIATRI Iscrizioni neo-abilitati: Dott. BUONOCORE Vittorio PRIMA DI PROCEDERE ALLE RELAZIONI ISTRUTTORIE, ESCONO DALLA SALA I CONSIGLIERI ODONTOIATRI, I REVISORI DEI CONTI, IL DIRETTORE E L’AVVOCATO. COMMISSIONE DISCIPLINA MEDICI CHIRURGHI RELAZIONI ISTRUTTORIE La Commissione Disciplina Medici Chirurghi, delibera quanto segue: n. 2 tentativi di riconciliazione n. 1 supplemento di indagine n. 1 archiviazione provvedimento VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 5 MAGGIO 2014 Presenti: Mora, Fostini, Cordioli, Accordini, Bovolin, Facincani, Lombardo, Molino, Oreglia, Peruzzini, Rugiu, Salvatore, Spangaro Revisori: Braga, Celebrano, Piazzola Direttore: Cerioni Avvocato: Gobbi Assenti Giustificati: Marchioretto, Carrara, Guglielmi, Orcalli, Costa Il Presidente, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. LETTURA ED APPROVAZIONE DEL VERBALE PRECEDENTE Il Verbale del Consiglio del 08 aprile 2014, viene approvato con alcune precisazioni. VERONA MEDICA DELIBERA AMMINISTRATIVA Il Direttore illustra le delibere amministrative poste all’esame del Consiglio, che vengono approvate all’unanimità e sono parte integrante del presente verbale. COMUNICAZIONI a) Il Presidente informa i presenti che nelle giornate dal 16 al 18 maggio u.s., ha partecipato a Torino, assieme al Dr. Alberton, al Convegno Nazionale Fnomceo, durante il quale è stata discussa ed approvata definitivamente, la bozza del Nuovo Codice di Deontologia Medica. Comunica che lo svolgimento dei lavori è stato molto intenso in quanto sono stati posti a votazione tutti i singoli emendamenti presentati dai vati Consigli degli Ordini dei Medici C.e O. d’Italia. Il Nuovo Codice Deontologico è più articolato del precedente del 2006 e contiene riferimenti all’Ordinamento Legislativo. Considera positive le previsioni contenute nell’art. 3 nel quale si cerca di dare una definizione dell’atto medico rivendicandone in tal senso l’esclusiva appartenenza alla professione medica od odontoiatrica. Interviene il Dr. Oreglia che plaude agli articoli approvati riguardanti la professione odontoiatrica, laddove essi hanno accolto le richieste avanzate dalle Commissioni Odontoiatriche. Il Dr. Mora informa che il 23 maggio p.v. a Roma verrà presentato ufficialmente il Nuovo Codice Deontologico. Per precedenti impegni già assunti egli non potrà partecipare all’evento b) Iscrizione Società tra Professionisti Il Presidente informa che l’Ordine ha già approvato la costituzione del relativo Albo. Ricorda le norme su cui sono giunte comunicazioni anche recenti da parte della Fnomceo. In particolare quelle che riguardano: -il versamento all’Agenzia delle Entrate della tassa di concessione governativa di € 168,00 per ogni richiesta di iscrizione -il fatto che nell’atto costitutivo della Società sia rispettata la norma che prevede che almeno i 2/3 dei componenti la compagine sociale, siano professionisti iscritti al rispettivo Albo. d) Il Dr. Salvatore illustra la circolare dell’ULSS 20 approvata dalla Regione Veneto, con la quale vengono stabiliti le priorità nelle richieste diagnostiche, i criteri e l’appropriatezza prescrittiva nella diagnostica per imaging. Il Consiglio incarica la Dr.ssa Vania Braga a rappresentare l’Ordine nelle varie riunioni che verranno programmate su tali argomenti dall’Ulss 20. e) Il Consiglio approva la modifica del cognome e codice fiscale della Dr.ssa Jiuliano Maria da Iuliano. f) Il Presidente richiama quanto previsto dal Decreto Interministeriale 24.01.2014, che prevede l’obbligo per i professionisti, a decorrere dal 30 giugno 2014, ad accettare i pagamenti oltre gli € 30,00, attraverso carte di debito (POS). INNOVO CONTRATTO PER 6 MESI R SIG.RA ALESSANDRA PASQUALOTTO Il Segretario propone il rinnovo del contratto in essere per altri 6 (sei) mesi, della dipendente Rag. Alessandra Pasqualotto. Il Consiglio approva. ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI Le iscrizioni e cancellazioni vengono approvate. MEDICI - CHIRURGHI Iscrizioni neo-abilitati: Dott. STEFANI Marta Dott. VAN ROMUNDE Saskia Helena Margaretha Iscrizioni per trasferimento da altro Ordine: Dott. BONITO Manuela Carmen da NAPOLI Dott. FUCILI Gloria da RIETI Dott. PARISI Valeria Teresa da MILANO Dott. SFARZO Francesca d FIRENZE ancellazioni su richiesta: C Dott. ZECCHINATO Osvaldo Cancellazioni per trasferimento ad altro Ordine: Dott. GARRIBBA Alessandra Tina a FORLI’ Dott. VALLETTA Enrica a FORLI’ 7 NOTIZIE DALL’ORDINE Iscrizioni neo-abilitati: Dott. YANSON Maria VARIE ED EVENTUALI a) Il Presidente informa che il giorno 6 giugno a Firenze è programmato dalla Fnomceo un Convegno Nazionale sul tema “Le Donne Medico e la Medicina di Genere”. Il Consiglio incarica la Dr.ssa Vania Braga a partecipare all’evento. Cancellazioni su richiesta: Dott. DA MADICE Carlo PRIMA DI PROCEDERE ALLE RELAZIONI ISTRUTTORIE, ESCONO Richiesta doppia iscrizione: Dott. BRAY Giuseppe ODONTOIATRI DALLA SALA I CONSIGLIERI ODONTOIATRI, I REVISORI DEI CONTI, IL DIRETTORE E L’AVVOCATO. COMMISSIONE DISCIPLINA MEDICI CHIRURGHI RELAZIONI ISTRUTTORIE Vengono esaminati 5 casi. Per 1 caso si procede all’apertura del procedimento disciplinare. Gli altri 4 casi vengono archiviati. Giornata del Medico e dell’Odontoiatra Veronese 2014 Secondo evento in una tradizione nuova Sabato 8 Novembre 2014 dalle ore 17.00 alle 20.00 Si rinnova per tutti i Medici e gli Odontoiatri di Verona l’appuntamento che ha riscosso ampio consenso nell’edizione dello scorso anno. La cerimonia che vedrà premiati i Colleghi che hanno raggiunto i 50 anni di Laurea e nella quale i Medici Neolaureati e Nuovi Iscritti pronunceranno il Giuramento Professionale, si terrà anche quest’anno nella sala Riunioni del Palazzo della Gran Guadia in Piazza Brà con inizio alle ore 17.00. Sarà un momento di festa e di “orgoglio” professionale. Nel solco tracciato dalla precedente edizione l’evento sarà più uno “spettacolo” che una “cerimonia”. Sono previsti momenti musicali, di Poesia, di Storia e di Cultura. La sala potrà ospitare fino a 700 presenti (tanti erano i presenti alla scorsa edizione). Tutti gli iscritti all’Ordine di Verona sono invitati. Per motivi organizzativi le prenotazioni dei primi posti in sala sono riservate ai premiati e ad ai Colleghi che pronunceranno il Giuramento. Alla fine un brindisi per tutti. 8 VERONA MEDICA ALBO ODONTOIATRI Verbali della Commissione Odontoiatri VERBALE DELLA COMMISSIONE ODONTOIATRI DELL’8 APRILE 2014 Presenti: Dott.ssa Boscagin, Dott. Bovolin, Dott. Cavallini, Dott. Oreglia, Dott. Paoletti Lettura ed approvazione verbale precedente: il verbale della seduta precedente viene approvato all’unanimità. Comunicazioni del Presidente: 1. Il Presidente comunica e legge la circolare pervenuta da parte del Ministero della Salute sulla ricognizione dello stato di applicazione e delle raccomandazioni per l’impiego corretto delle apparecchiature TC volumetriche Cone Beam. Si decide di dare divulgazione ai colleghi attraverso mailing list e su Verona Medica. 2. Il Presidente da lettura di comunicazione FNOMCEO a firma Dott. Giuseppe Renzo che invia un breve report riguardante la programmazione degli accessi ai corsi di laurea in area sanitaria. Il Dott. Renzo comunica di aver inviato alla “Direzione Generale dell’Università, lo studente ed il diritto allo studio universitario”, una lettera ove riferisce le considerazioni effettuate dal Tavolo Tecnico Programmazione Corsi di Laurea Area Sanitaria. 3. Il Presidente riferisce ai presenti di Lettera FNOMCEO a firma Dott. Giuseppe Renzo nella quale si comunica che è stato approvato al Senato il disegno di legge n. 471 concernente un inasprimento delle pene all’art. 348 del c.p. 4. Il Presidente comunica che è pervenuta Lettera dalla FNOMCEO avente come oggetto i crediti ECM, a firma del Dott. Luigi Conte il quale, rispondendo al quesito dell’Ordine di Alessandria, da delle indicazioni riguardanti i doveri degli ordini pro- VERONA MEDICA vinciali nei confronti di questa normativa. Viene deciso di inviare agli iscritti una news letter riguardante questa problematica. 5. La Dott.ssa Boscagin porta all’attenzione della CAO un volantino fatto dal giornalino “……” contenente un pubblicità effettuata da una struttura sanitaria. Poiché la dott. ssa XY non è italiana (e quindi non è dato di conoscere i suoi titoli di studio) e poiché tale visita viene effettuata in una baita/ritrovo degli alpini (presumibilmente in assenza di autorizzazione alle attività sanitarie) viene deciso di inviare segnalazione al NAS, G.F. e ULS competente perché accertino la legittimità di quanto pubblicizzato. Relazioni istruttorie: 1. Dott. XX: il Dott. Bovolin espone il caso relativo al Sanitario. Il Dott. X era iscritto all’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Verona, ma venne cancellato per morosità. Dopo alcuni anni versò i contributi mancanti presentando domanda di nuova iscrizione all’Ordine. Nella domanda di iscrizione dichiarò di non aver riportato condanne penali, ma da un controllo effettuato al casellario giudiziale risultò la pendenza penale per omessi pagamenti dei contributi previdenziali al personale dipendente. Nel frattempo l’Ordine di Trento inviò a questo Ordine una segnalazione per un procedimento penale per abusivismo odontoiatrico nei confronti del medesimo sanitario per azioni effettuate durante il periodo in cui non era iscritto all’Ordine. Il Presidente, sentito il Sanitario per i fatti riguardanti gli omessi pagamenti previdenziali portò il caso in discussione al Consiglio dell’Ordine. Questo, poiché il Dott. X aveva nel frattempo saldato il debito in sospeso, decise di non dar luogo a procedere accettando l’iscrizione richiesta all’Albo Odontoiatri. Il Dott. X è stato poi sentito a colloquio dal Dott. Oreglia in data 29/10/2013 per i fatti riguardanti la condanna penale, esecutiva, per abusivismo odontoiatrico (il dott. X, oltre ad esercitare l’odontoiatria personalmente in assenza di qualsiasi iscrizione ordinistica, aveva facilitato lo svolgimento di attività odontoiatriche anche da parte di un odontotecnico) subita durante il periodo in cui non era iscritto all’Ordine. La CAO, sentito il parere dell’Avv. Zanoni e avendo studiato i tempi e i dettagli di quanto avvenuto, decide di sottoporre il caso a un ulteriore approfondimento da parte dei legali dell’Ordine e del Presidente sulla linea di condotta da adottare. 2. Dott.ssa W: il Dott. Bovolin ripercorre il caso relativo alla Dott.ssa W e comunica di aver studiato il caso con il consulente legale Avv. Zanoni. Sulla base di due sentenze CCEPS del 2008 e 2010, nelle quali viene confermata e ribadita l’opportunità che la CAO in ambito disciplinare tenga conto delle recidive e quindi della personalità delineatasi da parte del soggetto sottoposto a procedimento, ritiene doveroso aprire procedimento disciplinare in capo alla dott.ssa W. 3. Dott. J: il Presidente riferisce di aver ricevuto una segnalazione da parte della dott.ssa MM (psicologa) nei confronti del Dott. J, per comportamento scorretto, verbalmente e in concreto nelle riferite affermazioni imperative che il Dott. J avrebbe proferito nei confronti di un collaboratore, il dott. AA, durante l’attesa per una visita che la dott.ssa aveva in atto presso lo studio. Il Presidente ha invitato la Dott.ssa MM per un colloquio informativo e ne da lettura. Viene deciso di convocare per un colloquio di approfondimento il Dott. A (dell’invito si darà notizia all’Ordine di Mantova, ove il Sanitario risulta essere iscritto). 4. Dott. J/Sig.ra GG - il Presidente ripercorre il caso e riferisce di aver avuto un colloquio con il Dott. M, CTP della Signora G e da lettura del verbale di audizione. Viene deciso di convocare infine a colloquio il Dott. J ex art. 39. 9 ALBO ODONTOIATRI 5. Dott. HK: il Presidente ripercorre il caso relativo al Sanitario relativo al mancato pagamento dei compensi ai collaboratori. Uno di essi, il Dott. DG, nostro iscritto, verrà a colloquio nei prossimi giorni per illustrare le sue ragioni. Per analogia viene deciso di invitare a colloquio anche gli altri sanitari coinvolti nella vicenda. Varie ed eventuali: Convegno Bifosfonati: il Presidente aggiorna i presenti sullo stato d’avanzamento dei lavori preparatori del convegno sui bifosfonati previsto per il giorno 11 ottobre 2014 e da lettura del programma preliminare. VERBALE DELLA COMMISSIONE ODONTOIATRI DEL 13 MAGGIO 2014 Presenti: Dott.ssa Boscagin, Dott. Bovolin, Dott. Cavallini, Dott. Oreglia, Dott. Paoletti Lettura ed approvazione verbale precedente: il verbale della seduta precedente viene approvato all’unanimità. Comunicazioni del Presidente: 1. Il Presidente informa che il Dott. M, ha presentato una lamentela nei confronti del direttore sanitario di una struttura di Villafranca. Nella segnalazione il Dott. M riferisce il sospetto che la struttura non gli abbia versato le ritenute d’acconto. Viene deciso di scrivere al Collega riferendo che la Commissione potrà eventualmente intervenire se sarà edotta di possibili carenze deontologiche da parte del Direttore Sanitario della struttura. 2.Il Presidente riferisce di una circolare della FNOMCeO sul parere del Consiglio di Stato che afferma che per le facoltà a numero chiuso non è accettato (per trasferimento da università straniere) l’ingresso nelle università italiane in anni successivi al primo senza lo svolgimento dei test d’iscrizione. 3.Il Presidente informa dello spostamento in avanti presso il tribunale di Verona dell’udienza del Dott. R. 4. Vertenza ENPAM: viene ampiamen- 10 te discusa la decisione assunta dal consiglio dei medici in merito al sostegno da confermare ai 10 ordini di varie città italiane che non hanno condiviso la riforma ENPAM attualmente in discussione. Il Dott. Cavallini espone alla Commissione le opportunità di presentare delle ipotesi alternative e si impegna ad inviarle a tutti i membri della Commissione che valuteranno il progetto per approfondire la loro conoscenza in merito ai meccanismo di funzionamento dell’ ENPAM. Relazioni istruttorie: 1. Dott. HK: il Presidente ripercorre il caso e informa di aver convocato i tre colleghi che non sono stati pagati per le prestazioni professionali rese presso sue strutture odontoiatriche dal Dott. H. Il Presidente espone la sintesi dei colloqui avuti. Viene deciso di convocare il Dott. HK. 2. Dott. X: il Presidente espone il caso relativo al sanitario e ripercorre il caso. La Commissione Albo Odontoiatri in riferimento all’invito a colloquio del 27/10/2013 in capo al Dott. X, presa visione della comunicazione da parte della Procura di Trento del 31/07/2013, presa visione del certificato del Casellario Giudiziale del 17/04/2014, vista la consapevolezza da parte del Dott. X di essere sottoposto a due procedimenti penali, uno per aver omesso pagamenti contributivi previdenziali e l’altro per prestanomismo passato in giudicato, considerata la mendace dichiarazione, in autocertificazione, riportata nella richiesta di iscrizione all’Albo Odontoiatri del 08/04/2013 e la mancata informazione al Presidente OMCeO Dott. Mora nel colloquio del 08/10/2013 circa il secondo procedimento penale definitivo a suo carico, richiede, forti di quanto normato dall’art. 75 e 76 DPR 445/2000, la decadenza dell’iscrizione all’Albo degli Odontoiatri. Tale decisione è supportata anche dalla decisione della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie n. 11 del 4 luglio 2011. Considerato quindi il verbale di riunione del Consiglio dell’Ordine dei Medici del 21/01/2014 emesso a conoscenza del solo procedimento penale relativo al mancato pagamento dei con- tributi previdenziali (vedi documento casellario giudiziale), rigettando tale documento chiede al Presidente OMCEO di Verona l’esecuzione di quanto sopra esposto. 3.Dott. QQ: il Presidente informa di aver convocato il Dott. QQ per essere sentito in relazione ad un articolo apparso sul periodico sanitario interno “…..”, riportante informazioni sul centro odontostomatologico del …….. e da lettura del verbale di audizione. Dopo ampia discussione viene deciso di aprire il procedimento disciplinare in capo al Dott. Q quale direttore responsabile del Centro Odontoiatrico ed iscritto all’albo Odontoiatri e di inoltrare il fascicolo alla componente medica per un analisi da parte del Consiglio dell’Ordine, per un eventuale corresponsabilità in capo al Dott. N iscritto esclusivamente all’Albo dei Medici. 4.Dott. SS: il presidente ripercorre il caso relativo al sanitario. Viene deciso di aprire procedimento disciplinare in capo al sanitario. Procedimenti disciplinari: 1 Dott. DD: il Presidente ripercorre il caso relativo al sanitario e aggiorna i presenti sugli sviluppi del caso. Il Dott. D è stato più volte sollecitato ad inviare all’Ordine copia dell’istanza di patteggiamento. Il Sanitario non ha mai inviato il documento richiesto, viene quindi deciso di inviare la richiesta direttamente alla Procura della Repubblica onde essere messi a conoscenza dell’accettazione o meno del proposto patteggiamento e poter così concludere l’iter del procedimento ordinistico. Varie ed eventuali: La discussione si è protratta sull’organizzazione degli eventi culturali già programmati (convegno bifosfonati) la CAO ha esaminato tutte le prospettive contingenti per portare avanti il programma concordato. U VERONA MEDICA LETTERE AL DIRETTORE Emergenza Ebola Carissimi, prima di tutto il nostro grazie. In questa situazione di emergenza, dove difficoltà, sofferenza e tensione sono palpabili, riusciamo a sentire costante e forte l’affetto, il sostegno, il supporto di tutti voi e questo fa davvero bene; aiuta a trovare la forza e il coraggio per andare avanti, ancora più convinti che chi ha bisogno non va dimenticato e non va lasciato solo in un momento così difficile. La situazione in Sierra Leone continua a rimanere grave. I casi e le morti attribuiti a Ebola sono ancora in aumento (secondo gli ultimi dati WHO in Sierra Leone sono 392 le morti legate all’Ebola di cui 353 accertate) anche se qualche lieve segnale di rallentamento dell’epidemia sta emergendo. Nel distretto di Pujehun sono stati alzati ulteriormente i livelli di guardia. Due delle tre aree “focolaio” dove sono stati registrati casi di Ebola, Zimmi e Potoguru, sono state messe in “quarantena”. Queste aree ora sono isolate da cordoni sanitari, rafforzati anche da posti di blocco dell’esercito e della polizia che impongono alla popolazione il divieto di ingresso e uscita. Questo, nel tentativo di evitare in ogni modo la diffusione del virus. Sempre nel distretto di Pujehun, nelle aree di confine con i distretti limitrofi, in particolare quelli di Bo e Kenema, sono stati istituiti alcuni check-point. Qui,team composti di personale sanitario, soldati e poliziotti effettuano quotidianamente screening sulle persone di passaggio con accertamenti dell’identità e controlli sanitari per verificare che non siano presenti sintomi, come il vomito o la febbre, simili a quelli dell’Ebola. Come ci spiega il responsabile Programmazione Cuamm, il dottor Giovanni Putoto, «questi provvedimenti di salute pubblica, anche se di natura restrittiva, diventano fondamentali per il controllo dell’epidemia nel territorio. VERONA MEDICA Il coinvolgimento della comunità e la collaborazione della popolazione con gli operatori sanitari diventano indispensabili. Questo richiede un’opera capillare e paziente di informazione e formazione che è quello che i nostri operatori sul campo stanno facendo, in stretta sinergia con le autorità locali. Su questo fronte si sta concentrando il grande sforzo del Cuamm che comunque continua a prestare servizio anche nell’ospedale di Pujehun, uno dei cinque ospedali della Sierra Leone attrezzato con reparto di isolamento. Negli ultimi giorni non si sono registrati nuovi casi, ma si attendono i risultati dei test per un nuovo caso sospetto rilevato lunedì scorso: una donna proveniente da Zimmi, una delle due aree in “quarantena”, che ha mostrato alcuni sintomi che richiamerebbero al virus. Consola sapere che, nonostante la paura, la gente continua a venire in ospedale: nei giorni scorsi ci sono stati tre parti assistiti di cui un cesareo! Per non parlare dei bambini che continuano ad essere ricoverati e curati. Sono segnali che ci stimolano e ci danno fiducia». In tutto questo a darci coraggio c’è l’esempio della popolazione di Pujehum. La scorsa settimana le famiglie dell’intero distretto (circa 300.000 persone) non sottoposte a isolamento sanitario, si sono auto-tassate per poter aiutare, con cibo e generi di prima necessità, la popolazione chiusa e bloccata all’interno del cordone sanitario: esempio splendido di solidarietà e vicinanza, concreta e fattiva. Questo non si legge sui giornali ma succede, in Sierra Leone. Con grandi sforzi e grazie anche all’aiuto di tutti voi, siamo riusciti finora a mantenere un buon livello di protezione del personale dentro l’ospedale: con guanti, mascherine, grembiuli, stivali in gomma e l’equipaggiamento necessario. Dobbiamo raggiungere ora i 75 centri sanitari periferici per portare le stesse dotazioni di protezione utilizzate nell’ospedale. Abbiamo cominciato con i tre centri focolaio ma è necessario allargare questo intervento a tutti i restanti. Abbiamo fiducia, sentiamo che dobbiamo andare avanti, perché ce lo chiedono le tante mamme, bambini, uomini e donne terrorizzati dall’Ebola e con loro anche tutti voi che ci state so- stenendo con piccoli e grandi gesti, ognuno con quello che può, e questo per noi è il segno che il bene è davvero capace di arrivare anche negli angoli di mondo più lontani, più fragili. Abbiamo letto con gioia e commozione la notizia della dimissione dall’ospedale del medico e dell’infermiera negli Stati Uniti. Se questo siero “Zmapp” funziona, speriamo davvero che la guarigione possa arrivare anche lì, tra la gente che ne ha più bisogno, tra quelle persone che sole non ce la farebbero. Vi scrivo queste poche righe in partenza per la Sierra Leone dove sarò per toccare con mano questa realtà, stare vicino ai nostri che lì sul posto donano professionalità e vita, con equilibrio e tenacia. Stare con loro, ascoltare le loro preoccupazioni, paure, grandi e piccoli successi. Per dire loro che anche se lontani migliaia di chilometri, ci sentiamo parte del loro lavoro e servizio, impegnati nella stessa battaglia, ogni giorno, ciascuno in modo diverso per garantire a tutti il diritto all’assistenza e alla cura. Un fraterno saluto DON DANTE CARRARO DIRETTORE MEDICI CON L’AFRICA CUAMM Come possiamo aiutare: –Con 10 euro assicuri materiale informativo e di sensibilizzazione alla popolazione locale –Con 20 euro garantisci il trasferimento del paziente sospetto dalle unità periferiche all’ospedale – Con 30 euro copri i costi di analisi e test di controllo – Con 100 euro assicuri i kit completi di protezione individuale: guanti, occhiali, camice, maschera, copri scarpe o stivali, copricapo Causale Emergenza Ebola c/c postale 17101353 intestato a Medici con l’Africa Cuamm IBAN: IT 91H0501812101000000 107890 per bonifico bancario presso Banca Popolare Etica, PD www.mediciconlafrica.org N 11 LETTERE AL DIRETTORE Grazie! Sono il dr. Finardi Emanuele, con la presente vorrei esprimere una mia valutazione sull’iniziativa promossa dall’Ordine dei Medici di Verona per avvicinare i neolaureati alla Continuità Assistenziale. Ho frequentato il Servizio di Marzana a cavallo del periodo di Pasqua 2014, il dr. Vaona ed suoi colleghi si sono dimostratati da subito molto disponibili, illustrandoci nei dettagli i meccanismi che stanno alla base del Servizio di Continuità Assistenziale, dalla gestione telefonica alle visite a domicilio, non disdegnando di insegnarci anche soluzioni a problematiche mediche e tecniche che possono derivare solo da una maturata esperienza sul campo. Ritengo che sia un’iniziativa che l’Ordine dovrebbe senz’altro riproporre, perché fornisce un’opportunità unica per i neolaureati di entrare in contatto con la pratica della Continuità Assistenziale facendo tesoro dell’esperienza di medici competenti. Vi ringrazio per la cortese attenzione. EMANUELE FINARDI CERTIFICAZIONI TELEMATICHE DI MALATTIA Informiamo gli iscritti che la segreteria dell’Ordine è in grado di rilasciare ai medici che ne dovessero avere necessità le credenziali di accesso al portale INPS per la compilazione dei certificati di malattia a l personale dipendente. Per ottenerle è necessario accedere alla segreteria personalmente. SERVIZI DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DI VERONA OFFERTI AGLI ISCRITTI L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Verona (OMCeO VR) mette gratuitamente a disposizione dei suoi Iscritti, per problematiche relative all’attività professionale, le seguenti consulenze: CONSULENZA LEGALE (Avv. Donatella GOBBI) La consulenza va richiesta al n. tel. 045 594377 nelle giornate di lunedì e mercoledì dalle 15,30 alle 17,00 CONSULENZA MEDICO LEGALE (Dott.ssa Federica BORTOLOTTI) La consulenza va richiesta all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] CONSULENZA ASSICURATIVA (Avv. Giuseppina MARITATO) La consulenza va concordata con la Consulente al n. tel. 340 6850550 CONSULENTE FISCALE (Dott.ssa Graziella MANICARDI) La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112, nella giornata di martedì dalle 09,30 alle 12,00. Consulenza telefonica si può ottenere al n. 0376 363904 il lunedì dalle 15,00 alle 16,00 CONSULENZA E.N.P.A.M. (Segreteria OMCeO VR - Sig.ra Rosanna MAFFIOLI) La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112, nelle giornate di martedì e giovedì L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Verona ha stipulato una convenzione con “Aruba”, riservata agli Iscritti, per l’attivazione gratuita della Posta Elettronica Certificata (PEC), mediante registrazione nell’area riservata del sito dell’Ordine: www.omceovr.it Le sig.re Virna Giampieri e Rosanna Maffioli sono a disposizione dei Medici ai numeri telefonici 045 8006112 e 045 596745 per le indicazioni operative che si rendessero necessarie. 12 VERONA MEDICA CONVEGNI E CONGRESSI Convegni e Congressi 10 OTTOBRE 2014 Ipertensione Arteriosa Polmonare (3° Convegno) Gruppo Interdisciplinare Ipertensione Polmonare (GII) Verona Aula Magna “G. De Sandre” Policlinico G.B. Rossi Inizio lavori ore 13.00 CONVEGNO NAZIONALE AD ASIAGO: MEDICINA MILITARE TRA STORIA, ETICA E ATTUALITÀ Medici in divisa, uomini e donne. Medici negli ospedali militari. Medici che operano a bordo di navi della Marina recuperando e assistendo profughi nel Mediterraneo. Medici in contingenti di pace nelle zone più pericolose del pianeta. Cosa significa essere medico oggi all’interno delle forze armate? Quali sono i confini etici e deontologici dell’azione di cura? borazione con gli Ordini dei Medici del Veneto. Il Convegno ha proposto un approfondimento di temi attualissimi, oltre che come ideale tributo e ricordo di una delle zone che più sono state coinvolte nella Prima Guerra Mondiale, proprio nelle settimane in cui si avviano le celebrazioni per il centesimo anniversario della “grande guerra”. Sabato 19 luglio si è svolta una cerimonia presso il Sacrario militare di Asiago-Leiten, con deposizione di corona d’alloro ai caduti della Prima guerra mondiale e si sono poi tenuti i lavori del convegno. 29 NOVEMBRE 2014 Prevenzione Odontoiatrica Pubblica in età evolutiva nel Veneto: IV Memorial Ruggero Cavaliere. Azienda ULSS 20 Verona Servizio di Odontostomatologia per disabili “Ruggero Cavaliere” Sala Convegni Ospedale di San Bonifacio Inizio lavori ore 8.30 4-5 DICEMBRE 2014 Convegno Annuale della Fondazione Rosa Gallo: Attualità Chirurgiche nelle Malattie del Colon-Retto Questi i temi al centro del convegno “Medicina militare tra storia, etica e attualità” tenutosi ad Asiago il 19 luglio, al Teatro Millepini, proposto dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, in colla- Fondazione Rosa Gallo Verona Aula Magna “G. De Sandre” Policlinico G.B. Rossi FARE MENO PER FARE MEGLIO: scelte sagge per una medicina efficace, etica e personalizzata Verona, 2 ottobre 2014 Centro Culturale Marani - Aula Convegni Inizio lavori ore 14.30 VERONA MEDICA 13 AGGIORNAMENTO Slow Medicine: una scommessa, una realtà Silvana Quadrino, Antonio Bonaldi, Sandra Vernero Slow Medicine, cosa era Per molti anni quella che oggi chiamiamo Slow Medicine è stata un’idea che non aveva neppure ancora un nome: era la sensazione di disagio che molti medici e professionisti sanitari sentivano crescere, stretti fra le esigenze dell’organizzazione, l’aumento del carico burocratico, le riduzioni del budget e le richieste di cittadini sempre più esigenti e insoddisfatti. Era la consapevolezza che fosse arrivato il momento di fermarsi a riflettere su ciò che stava accadendo nella gestione dei servizi sanitari e nelle relazioni di cura, dominate dalla frenesia del “fare di più” senza valutare se avesse senso, fosse utile per la salute e rispettoso della persona malata. L’idea, invece, come scriveva Roberto Satolli sul Corriere della Sera nel 2008, parlando già allora di Slow Medicine, era quella di puntare soprattutto alla qualità della vita anziché a un’improbabile guarigione. Il termine Slow Medicine compariva qua e là, specie nei contesti in cui più evidente appariva l’insensatezza e l’inconsapevole violenza di una medicina accanitamente interventista. Parla di Slow Medicine Dennis McCullogh nel libro del 2008 “My Mother, Your Mother”, un invito a scegliere cure meno tecnologiche e più orientate alla qualità della vita, specie per gli anziani e per le persone a fine vita (1). Ne aveva parlato, in Italia, Alberto Dolara primario di cardiologia all’Ospedale Careggi di Firenze, riflettendo sui rischi di un approccio sempre più interventista, tecnologico e indifferente all’idea di un limite al “fare” (2). 14 Slow Medicine è diventata qualcosa di più di un’idea 3 anni fa, a partire dal primo abbozzo di una rete fatta di persone che hanno messo in comune le loro esperienze nel campo della sanità pubblica, del lavoro di cura, della formazione e della comunicazione. Tutti, in qualche modo, vicini all’esperienza di Slow Food e certi che il termine slow non aveva nulla a che fare con la lentezza cronologica, ma che si richiamava alla riflessività, alla consapevolezza, alla capacità di decidere in modo non automatico. Tutti convinti dell’importanza di introdurre una visione sistemica della cura e della possibilità di realizzare l’incontro fra il sistema sanitario e il sistema paziente-famiglia in modo più sobrio, rispettoso e giusto. Slow Medicine, insomma, nasceva come scommessa sulla possibilità di fondare un nuovo modo di intendere la salute, di preservarla e di curare le persone. Fra fast e slow medicine Quel primo abbozzo di rete si è allargato rapidamente. Ben presto, medici e professionisti sanitari di ogni tipo, associazioni di professionisti sanitari, società scientifiche e, sempre più numerosi, i cittadini, i malati e le loro associazioni si sono riconosciuti nelle idee espresse dal manifesto di Slow Medicine e nelle tre parole chiave con cui il manifesto definisce la medicina slow: “sobria, rispettosa, giusta”. Per consolidare la rete però, era necessario definire in modo sempre più chiaro la differenza fra medicina “fast” e medicina “slow”. Nel 2011, mentre Slow Medicine muoveva i suoi primi passi, Antonio Bonaldi indicava 10 criteri per orientarsi fra fast e slow medicine (3). (vedi tabella nella pagina seguente) Raccomandava, inoltre, di agire con equilibrio, controllo e moderazione: tre concetti che si legano strettamente a quelli di sobrietà, rispetto e giustizia. Infatti, la medicina che Slow Medicine vuole contrastare è quella degli eccessi e degli squilibri: eccesso di prestazioni non suffragate da valide prove scientifiche, eccesso d’interventi diagnostici; eccesso di fiducia nella tecnologia, eccesso di aspettative nei confronti di una medicina individuata dalla maggior parte dei pazienti come una scienza esatta, che come tale deve garantire risultati rapidi e certi. Eccesso di enfasi su tutto ciò che può essere additato come errore, mancanza, colpa da parte dei medici e del servizio sanitario. Qualche esempio? Il 51% di oltre 3.000 trattamenti impiegati nella pratica clinica corrente non è mai stato dimostrato efficace e il 3% è addirittura dannoso (4). Dopo 20 anni di follow-up si è accertato che il numero di decessi per cancro della prostata negli uomini sottoposti allo screening con PSA non sono diversi da quelli del gruppo di controllo (5). Peccato, però, che tra il 50 e il 70% degli uomini di oltre 50 anni di età, senza rischi di familiarità, si sottopone o è stato sottoposto a questo test di diagnosi precoce, ottenendo in cambio un eccesso di trattamenti non privi di effetti dannosi e senza significativi vantaggi per la loro salute. Supplementi di vitamine e minerali non offrono alcun beneficio, anzi, sono potenzialmente dannosi. Tuttavia negli Stati Uniti ne fa uso oltre la metà della popolazione e il fatturato di vendita, che nel 2010 ha raggiunto i 28 miliardi di dollari, è in continua crescita (6). I check-up non riducono la mortalità, VERONA MEDICA AGGIORNAMENTO Dieci criteri per orientarsi tra fast a slow medicine non prevengono alcuna malattia, non evitano ricoveri, disabilità o ansia, ma continuano ad essere ampiamente prescritti (7). Basta digitare “check-up medico” su google per constatare con quale vivida fantasia tali screening sono proposti ad un pubblico, avido di benessere, ma totalmente ignaro delle trappole che essi nascondono. Quasi la metà (46%) delle prestazioni radiologiche ambulatoriali sono inutili (8), ma molte Aziende sanitarie, per limitare le liste d’attesa, anziché preoccuparsi di agire sull’appropriatezza delle prescrizioni si rendono complici degli abusi, organizzando addirittura l’esecuzione degli esami radiologici di notte. Gli esempi potrebbero continuare a lungo, in ogni ambito della medicina, ma quello che ci preme sottolineare è che tutto ciò non è più accettabile perché sta creando un disequilibrio insostenibile fra le risorse e le richieste, tra le prestazioni sanitarie e la salute VERONA MEDICA delle persone. Un disequilibrio che agisce sui professionisti e sui cittadini provocando incomprensioni, timori e sfiducia. In particolare, il timore di non avere accesso ai miracoli della tecnologia e della scienza che sembrerebbero poter guarire ogni male, ma solo per chi ha la disponibilità economica per potersene valere; o, più in generale, di non poter avere tutto ciò che nell’immaginario collettivo potrebbe garantire salute e guarigione: esami e check-up a volontà, radiografie di ogni tipo (siamo uno dei Paesi al mondo con il maggior numero di TAC e RM) e farmaci senza limiti e possibilmente di ultima generazione. Sostenibilità, razionalizzazione o razionamento? È in questa prospettiva che Slow medicine, in analogia a quanto già in atto negli USA con il nome di “Choosing Wisely” (9), nel dicembre del 2012 ha promosso il progetto “Fare di più non significa fare meglio” (10) , nella convinzione che, com’è avvenuto negli Stati Uniti, la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili debba partire da una assunzione di responsabilità da parte dei professionisti della salute e in primo luogo dei medici, in alleanza con pazienti e cittadini. Il progetto prevede l’attiva partecipazione di Società Scientifiche e Associazioni professionali, ciascuna delle quali è invitata a definire una lista di cinque esami diagnostici o trattamenti a rischio d’inappropriatezza, il cui utilizzo debba essere oggetto di discussione tra professionisti e pazienti. Si tratta di pratiche che sono effettuate molto comunemente in Italia, non apportano benefici significativi ai pazienti ai quali vengono generalmente prescritte e possono esporre i pazienti al rischio di subire effetti dan- 15 AGGIORNAMENTO nosi. Non è stato volutamente incluso tra i criteri di scelta quello dell’alto costo, perché il progetto non fosse considerato come un “razionamento” di risorse. La scelta di Slow Medicine rappresenta una scommessa che consideriamo non più rinviabile: la pressione a “credere” nei farmaci e negli esami, esercitata senza pudore per evidenti motivi economici, fa facilmente leva sui timori dei cittadini e dei malati, sulla loro sofferenza, sul bisogno di credere nella possibilità di non ammalarsi, di non soffrire, di guarire. L’idea che per la salute “Fare di più non significhi fare meglio” non è facile da accettare, specie se “fare meno” sembra fare rima con “spending review”. D’altra parte anche per i medici la scelta di prescrivere in modo appropriato non è facile: in un clima caratterizzato dalla diffidenza, dalla minaccia di denunce e anche dai tempi ristretti del colloquio con i pazienti, proporre cautela, parlare dei rischi di sovradiagnosi, dire di no al paziente che chiede la TAC per la lombalgia o gli antibiotici per il raffreddore del figlio può apparire molto bello, molto giusto, molto nobile ma poco praticabile. Nonostante questo, la proposta di cambiamento avviata da Slow Medicine è sentita e condivisa. Ad oggi (luglio 2014), il progetto “Fare di più non significa fare meglio” coinvolge 22 Società scientifiche Nazionali, oltre ad aver ricevuto l’adesione convinta della FNOMCeO, dell’IPASVI, di Altroconsumo, Slow Food e di alcune Associazioni di cittadini e pazienti. Il progetto, inoltre, è ufficialmente parte del movimento Choosing Wisely Internazional che si è costituito nel corso dell’International Roundtable on Choosing Wisely di Amsterdam, l’11 e 12 giugno scorsi (11). La definizione delle pratiche rappresenta, però, solo il primo passo del progetto. Esso, si propone, infatti, altri importanti obiettivi, quali: mettere a confronto i professionisti che lavorano in ambiti diversi in modo da evitare il rischio di fornire ai pazienti indicazioni divergenti o contraddittorie, migliorare il dialogo e la relazione tra medici e pazienti e far passare il messaggio che in sanità non sempre fare di più è meglio e non necessa- 16 riamente il medico che prescrive più esami è quello più competente. Una sperimentazione in Medicina Generale La prima prova dell’applicabilità di una Medicina Slow è in fase di avanzata progettazione in due ASL della città di Torino. Il punto di partenza è costituito dalla individuazione delle 5 pratiche a rischio d’inappropriatezza che la sezione SIMG di Torino ha effettuato su incarico della SIMG Nazionale. L’obiettivo è quello, ambizioso ma fondamentale per Slow Medicine: promuovere un cambiamento di paradigma che coinvolga medici, professionisti sanitari, cittadini, pazienti, addetti all’informazione. Si tratta di provare a rispondere a una domanda apparentemente impossibile: da dove cominciare? I cittadini sono influenzati da quello che scrivono i giornali; i giornali ricevono informazioni pilotate dall’industria (comunque preferiscono lanciare notizie a sensazione piuttosto che predicare la noiosa saggezza di scelte meditate), i medici non possono cambiare le opinioni di tutti i loro pazienti, uno a uno. Altri professionisti, associazioni di pazienti, gruppi di opinione, influiscono in modo rilevante e incontrollato sulle convinzioni, sulle paure, sui pregiudizi e sulle richieste. La risposta è: cominciamo da tutti, contemporaneamente. Ovviamente al centro di questo cambiamento ci sono i medici: a loro verrà chiesto di scegliere le informazioni e le indicazioni che caratterizzeranno la campagna di informazione “Scegliamo con cura”. Saranno queste informazioni a circolare attraverso opuscoli e materiali informativi distribuiti in situazioni diverse, messi a disposizione del pubblico o presentati in incontri nei diversi luoghi di aggregazione. La stampa locale contribuirà alla diffusione delle notizie sul progetto. I medici parteciperanno a incontri di formazione sulle basi scientifiche che hanno portato alla individuazione delle 5 pratiche e sulle competenze comunicative necessarie per informare in modo efficace i pazienti. Sono questi a nostro avviso i tre pilastri su cui si basa la nuova idea di cura che Slow Medicine vuole sviluppare: l’informazione rivolta ai cittadini, l’alleanza con gli organi di informazione, la formazione dei professionisti. Il paziente al centro della nuova idea di cura è un paziente informato e consapevole, assertivo ma non conflittuale, attivo nel percorso di cura. Accanto a lui, il medico con un ruolo di orientamento, informazione indipendente e affiancamento nelle decisioni. Niente per me senza di me L’articolo del BMJ “Patient revolution” e l’immagine provocatoria della copertina che lo accompagna (12), non mancano di suscitare, in molti medici, reazioni indignate o preoccupate. La parola rivoluzione spaventa e tocca uno dei nervi più scoperti dei professionisti sanitari: il timore di cedere terreno alle pretese, alle richieste inappropriate, ai ricatti dei pazienti, in un clima di tensione e di conflittualità che fa rimpiangere il buon tempo antico del paziente deferente e silenzioso, che magari non faceva quello che il medico gli prescriveva, ma almeno non pretendeva di dire la sua e di essere anche ascoltato. Fa da complemento a quell’articolo un libro recente, When doctors don’t listen (13) che ha un sottotitolo illuminante e assai in linea con il progetto di Slow Medicine: how to avoid misdiagnoses and unnecessary tests. Anche questo libro propone una rivoluzione. Il soggetto a cui ci si riferisce per evitare esami non necessari non è, o non è soltanto, il medico, ma è il paziente, al quale viene proposta una sfida: se il medico non ascolta, bisogna essere capaci di farsi ascoltare. Come? Non certamente con l’arroganza o con la minaccia di denunce e ritorsioni. Wen e Kosowky propongono ai pazienti una lista di azioni indicate come 911 action tip (azioni salvavita? Il 911 è il numero di soccorso equivalente al nostro 118). Si tratta di indicazioni pratiche su come comunicare attivamente con il proprio medico, come fare domande, quali domande fare. In una delle prime action tip si legge: “Partecipa attivamente alla visita. Mostra con esattezza in che punto hai dolore. Spiega cosa fa migliorare o peggiorare il dolore. Chiedi al dottore cosa sta cercando. Se le conclusioni del medico non ti convincono fagli altre domande.” E concludono con un invito al coraggio comunicativo, quello che abitualmente definiamo assertività: Puoi dire con tranquillità al tuo medico voglio solo VERONA MEDICA AGGIORNAMENTO essere certo di capire cosa sta succedendo al mio corpo”. Ma è davvero possibile un atteggiamento di questo tipo? I medici saranno disposti ad accettarlo? I pazienti sapranno accettare le risposte dei medici anche quando non coincidono con le loro attese, troppo spesso artificiosamente indotte dal mercato? Molte delle obiezioni che abbiamo raccolto in questi primi tre anni di vita di Slow Medicine partono da una visione pessimistica del futuro della medicina, basata essenzialmente sulla individuazione dei responsabili di una situazione che professionisti sanitari e cittadini percepiscono come irrimediabilmente compromessa. La colpa è, a scelta, dei medici che hanno perso umanità; dei pazienti che sono diventati aggressivi e minacciosi; del mercato del farmaco; della spinta all’uso di tecnologie sofisticate; delle scelte organizzative; delle scelte politiche; della corruzione; della perdita dei valori … Allora? Da cosa cominciamo? Se usciamo dalla vertigine delle colpe e proviamo a capire che cosa alimenta la situazione di scontro e di incomprensione fra chi cura e chi è curato che ha fatto invocare una rivoluzione dei pazienti, ci rendiamo conto che una delle componenti è qualcosa di apparentemente impalpabile, ma in realtà molto concreto, che potremmo definire clima. Come scrive Vincenza Pellegrino (14), in ogni contesto del sistema della cura si respira un’aria di probabile delusione, che precede e regola le interazioni: una quotidiana difesa dalle pretese altrui o dalle altrui manchevolezze. In un clima di questo tipo c’è una sola certezza: chi dovrebbe cambiare, rimediare alle sue manchevolezze, diventare diverso e migliore è sicuramente l’altro. Per questo, secondo noi, parlare di rivoluzione dei pazienti rischia di indicare una strada di falso cambiamento, incapace di modificare la sostanza di una relazione di cura in cui l’inevitabile asimmetria relazionale fra chi cura e chi ha bisogno di cure produce uno scontro da cui uno uscirà vittorioso e l’altro sconfitto. Cosa siano vittoria e sconfitta in una relazione di cura pare difficile definirlo: ma spesso la vittoria del paziente sembra coincidere con l’ottenere VERONA MEDICA i farmaci, gli esami, gli interventi che chiede, indipendentemente dalla loro effettiva utilità; e la vittoria del medico con l’aver fatto tutto il possibile per escludere quella che Wen e Kosowsky definiscono “l’ipotesi peggiore”. Non importa se questo ha richiesto esami, interventi, tempi e costi che potevano essere risparmiati senza danno, anzi, probabilmente con vantaggio per il paziente. In un articolo citato in questi giorni da Partecipasalute Hazel Thornton sostiene qualcosa di simile (15): Thornton afferma, infatti, che considerare i pazienti come categoria a parte da coinvolgere o risvegliare, contrapposta alla categoria dei medici o dei ricercatori, non solo è la premessa per mantenere una barriera al riconoscimento di pari diritti, ma è anche ormai anacronistico. È necessario un cambiamento di paradigma, che comporta il riconoscimento di un’uguaglianza di diritti e di legittimità di punti di vista, per confrontarsi alla pari. Il punto critico è, però, proprio questo: è un confronto “alla pari” che dobbiamo proporre? Possono essere “alla pari” il malato bisognoso di cure e di una relazione di cura competente, rispettosa e attenta, e il curante che non ha “bisogno” del malato, quanto meno non ha bisogno di essere curato da lui? Una relazione di cura non può che essere asimmetrica. Alla pari non sono neppure le competenze, per quanto informato sia il paziente: anzi. È proprio dalla differenza delle competenze che può nascere una relazione di cura migliore. Il malato è esperto della sua vita, che in quel momento comprende sintomi, disagi, limitazioni, paure, parole ascoltate, consigli ricevuti, rimedi tentati. È di questa esperienza che il medico deve tener conto, per utilizzarla nel percorso di diagnosi e cura, per arricchire le sue ipotesi di lavoro e le possibili soluzioni, in modo da tener conto non solo delle evidenze scientifiche ma anche della specifiche esigenze della persona che ha di fronte. Il medico deve sviluppare una nuova competenza comunicativa che eviti la contrapposizione fra due posizioni che non si somigliano e si escludono a vicenda, che valorizzi il pensiero e il racconto del paziente, faciliti la comparsa di elementi descrittivi e narrativi che non emergerebbero se non fosse creato il giusto spazio per renderli dicibili. Che guidi le descrizioni, metta in evidenza connessioni, espliciti le ipotesi, proponga e renda sostenibili e realizzabili le sue proposte (16). Quello che Wen e Kosowsky suggeriscono ai pazienti dovrebbe in realtà essere proposto e reso possibile dal medico. Tutto ciò richiede competenza, preparazione, formazione, sviluppo personale. Non ci sono medici cattivi, scriveva pochi giorni fa un paziente su Facebook: ci sono medici che non sanno cosa dire o che non sanno come dirlo. La goffaggine, l’imbarazzo, l’incapacità di dare il giusto spazio alle proprie emozioni produce comunicazioni cattive. Il medico sembra cattivo, quando è soltanto poco padrone dello strumento comunicazione. La nuova alleanza È questa la nuova via della medicina: non una rivoluzione, ma un’alleanza, in cui il medico (il professionista sanitario) non abdica al suo ruolo di esperto della cura; in cui medico e paziente sono impegnati alla pari, ma con apporti e responsabilità differenti, a dare senso a sintomi, richieste, bisogni, proposte e scenari di cura. Slow Medicine scommette sulla possibilità di riportare i processi di cura alla loro dignità di interventi basati sulla scienza e coscienza del professionista, ma declinati all’interno di una relazione di ascolto e di condivisione attiva delle proposte e delle scelte con il malato e con la sua famiglia. La medicina sobria di cui parliamo nel nostro manifesto è sicuramente quella che sta alla base del principio che fare di più non significa fare meglio. Ma solo se questo principio viene applicato con attenzione alle migliori conoscenze scientifiche e con modalità rispettose delle aspettative e dei desideri delle persone si eviterà il rischio che la sobrietà venga percepita come una spinta al risparmio e una limitazione del diritto dei cittadini ad avere ciò che il mercato della cura mette a disposizione. Rispettare le aspettative del paziente non significa, come temono molti professionisti, accettare qualsiasi richiesta: significa ammettere che il paziente, quella richiesta possa farla, tenerne conto e orientarlo con competenza e autore- 17 AGGIORNAMENTO volezza a vedere possibilità diverse e ad ammettere a sua volta che la sua richiesta possa non essere accolta. Significa, in estrema sintesi, saper comunicare in modo competente e professionale. Significa, infine, introdurre nella relazione di cura il terzo principio del nostro manifesto: il principio di giustizia, che ancora richiama i temi dell’appropriatezza su cui si basa il progetto Fare di più non significa fare meglio, e introduce nell’idea di cura, l’attenzione al contrasto delle diseguaglianze e al diritto di tutti di accedere alle cure più appropriate. Sobrietà, rispetto e giustizia costituiscono il fondamento di un’idea di cura che vorremmo vedere condiviso da professionisti, cittadini, politici, amministratori, ricercatori e responsabili dell’informazione. Una Slow Medicine per il 21° secolo, come ci augura Richard Smith (17). Bibliografia 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) McCullough D. My Mother, Your Mother: Embracing “Slow Medicine,” the Compassionate Approach to Caring for Your Aging Loved Ones. HarperCollins 2008. Dolara A: Invito ad una “Slow Medicine” Ital Heart J Suppl. 2002 Jan;3(1):100-1. Bonaldi A: Un nuovo approccio alla medicina. Salute e Territorio 2012; 191: 98101. BMJ Evidence Center: Clinical evidence Handbook 2012. McCarthy M: Evidence does not support routine PSA testing, say experts. BMJ 2013;346:f2982. Guallar E et al: Enough Is Enough: Stop Wasting Money on Vitamin and Mineral Supplements. Ann Intern Med. 2013;159:850-851. Krogsbøll L T et al: General health checks in adults for reducing morbidity and mortality from disease: Cochrane systematic review and meta-analysis. BMJ 2012; 345: e7191. Cristofaro M et al: Appropriateness: analysis of outpatient radiology requests. Radiol med (2011) 116:000–000 DOI 10.1007/s11547-011-0725-2. 9) http://www.choosingwisely.org/ 10) Vernero S: Il progetto Fare di più non significa fare meglio. http://www.slowmedicine.it/fare-di-piu-non-significa-faremeglio.html 11) Hurley R: Can doctors reduce harmful medical overuse worldwide? BMJ 2014; 349:g4289. 12) Godlee F: Towards the patient revolution. BMJ 2014; 348:g1209. 13) L, Kosowsky J: When Doctors Don’t Listen: How to Avoid Misdiagnoses and Unnecessary Tests, St. Martin’s press 2013. 14) Pellegrino V: La “mancanza reciproca “, in L’empowerment nei servizi sanitari e sociali a cura di Nicoli MA e Pellegrino V. Il Pensiero Scientifico Editore, 2011. 15) Empowerment is inappropriate for equal citizens. Hazel Thornton. BMJ 2013;346:f3573. 4 giugno 2013. 16) Giorgio Bert, Silvana Quadrino, Parole di medici parole di pazienti, Il Pensiero scientifico editore 2002 17) Smith R: The case for slow medicine, 17 December 2012. http://blogs.bmj.com/bmj/2012/12/17/richard-smith-the-case-for-slow-medicine/. COMUNICATO AGLI ISCRITTI Abbiamo attivato il nuovo servizio di segreteria telefonica. Quando telefonerete all’Ordine sentirete la voce del RISPONDITORE AUTOMATICO, che provvederà a smistare la chiamata secondo le esigenze di chi chiama. LE OPZIONI SARANNO: • DIGITARE 1 PER PRATICHE ENPAM • DIGITARE 2 PER PUBBLICITÀ SANITARIA E RUOLI • DIGITARE 3 PER AMMINISTRAZIONE, ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI • DIGITARE 4 PER COMMISSIONE ODONTOIATRI Senza nessun imput digitato e rimanendo in linea la chiamata sarà dirottata al primo operatore disponibile. Confidiamo di poterVi dare un servizio migliore La segreteria dell’Ordine 18 VERONA MEDICA PROFESSIONE E LEGGE Patto per la salute. La sintesi del nuovo testo Ecco la sintesi dei contenuti del nuovo testo del Patto per la salute da poco approvato. FONDO SANITARIO NAZIONALE (ART. 1) Per il 2014 lo stanziamento è confermato in 109,928 miliardi, salirà a 112,062 nel 2015 e a 115,444 nel 2016 “salvo – precisa il testo – eventuali modifiche che non si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazione del quadro macroeconomico”. Il riparto delle risorse dovrà tenere conto dell’accordo sui costi e i fabbisogni standard, per i quali bisognerà lavorare a nuove modalità di pesature da definire entro il 31 luglio 2014. Entro il 31 dicembre 2014 dovrà anche essere pronto un documento di proposte elaborato dal ministero della Salute, su cui dovrà esserci l’intesa Stato Regioni, contenente proposte per implementare “un sistema adeguato di valutazione della qualità delle cure e dell’uniformità dell’assistenza sul territorio nazionale”. I RISPARMI RESTANO ALLA SANITÀ (ART. 1) La conferma nel comma 4 dell’articolo 1 del Patto. In cui si stabilisce anche la possibilità che eventuali risparmi nella gestione del servizio sanitario nazionale effettuati dalle Regioni rimangano nella disponibilità delle regioni stesse per finalità sanitarie. MOBILITÀ TRANSFRONTARLIERA (ART. 2) Per garantire l’omogenea applicazione in tutte le Regioni delle norme vigenti, si conviene sulla necessità di adottare tempestivamente delle linee guida, da emanare entro il 31 ottobre 2014, adottando una modalità di progressiva implementazione delle stesse allo scopo di fornire le istruzioni più urgenti in fase di prima applicazione in particolare per l’autorizzazione e il rimborso e le procedure amministrative per l’assistenza sanitaria VERONA MEDICA transfrontariera e il riconoscimento delle ricette mediche in un altro Stato membro. Un apposito gruppo di lavoro ministero Salute, Agenas e Regioni dovrà poi analizzare le norme sul ricorso all’assistenza sanitaria al fine di una loro eventuale modifica o integrazione. Eventuali proposte dovranno essere approvate dalla Conferenza Stato Regioni entro il 31 dicembre 2014. ASSISTENZA OSPEDALIERA (ART. 3) Va adottato, senza ulteriori rinvii, il regolamento sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi in attuazione del decreto 95/2012 dell’ex ministro Balduzzi. Entro il 31 dicembre 2014 Stato e Regioni dovranno anche stipulare un’intesa sugli indirizzi per la piena realizzazione della continuità assistenziale ospedale-territorio. Entro 6 mesi dalla stipula del Patto sarà inoltre definito un documento di indirizzo sull’appropriatezza riabilitativa, “per garantire alla persona con disabilità un percorso riabilitativo integrato all’interno della rete riabilitativa”. UMANIZZAZIONE DELLE CURE (ART. 4) Il Patto vi dedica un intero articolo, prevedendo uno specifico impegno in questo senso da parte delle Regioni e la predisposizione di un programma annuale di umanizzazione delle cure che comprenda un progetto di formazione del personale e un’attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo, indirizzato prioritariamente all’area critica, alla pediatria, alla comunicazione, all’oncologia e all’assistenza domiciliare. Il grado di soddisfazione dei cittadini sarà monitorato in maniera continuativa e omogenea tra le Regioni, così da consentire l’avvio di azioni correttive. ASSISTENZA TERRITORIALE (ART. 5) Accelerata sulla costituzione delle Uccp e Aft per la medicina convenzionata, che, entro 6 mesi dall stipula dei nuovi contratti, o comunque non oltre la vigenza del Patto, costituiranno “le uniche forme di aggregazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta” in cui “confluiscono” quindi “le diverse tipologie di forme associative” realizzate nelle varie Regioni. Le Uccp saranno caratterizzate dal lavoro multi professionale, garantito dal coordinamento tra le varie professionalità con particolare riguardo all’integrazione tra medicina generale e medicina specialistica. Ogni Aft della medicina generale e della pediatria è funzionalmente collegata all’Uccp. Stabilito poi che le Aft della medicina generale coprano un bacino di utenza non superiore a 30.000 abitanti. PRESIDI TERRITORIALI/OSPEDALI DI COMUNITÀ (ART. 5) Stato e Regioni dovranno stipulare entro il 31 ottobre 2014 per la definizione dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi di tali presidi, in cui l’assistenza medica sarà assicurata dai medici di medicina generali o dai pediatri di libera scelta o da altri medici dipendenti o convenzionati con il Ssn e che effettuano ricoveri brevi per casi non compressi. EMERGENZA-URGENZA (ART. 5) Per quanto concerne le attività del 118 si stabilisce che l’Agenas debba occuparsi di definire il bacino di utenza delle centrali che coordinato e gestiscono le richieste di soccorso in relazione alla disponibilità di nuove tecnologie informatiche e telefoniche allo scopo di rendere più efficiente il sistema. Un accordo Stato Regioni dovrà poi definire i criteri per l’accreditamento dei servizi di trasporto e soccorso sanitario, definendo la dotazione delle attrezzature e dei presidi, l’allestimento dei mezzi di soccorso e i requisiti di dotazione organica quali-quantitativa del personale, per livello funzionale di base e avanzato per garantire l’erogazione uniforme e in linea con le norme europee. Sarà poi introdotto il numero unico europeo di emergenza 112, che sarà recepito dalle centrali operative del 118. SPECIALISTICA AMBULATORIALE (ART. 5) Dovrà raccogliere quanti più Drg possibili tra quelli a rischio di in appropriatezza. Le Regioni assicurano l’erogazione delle prestazioni già rese in ricovero ordinario, in ricovero diurno o, previo inserimento 19 PROFESSIONE E LEGGE nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale, in regime ambulatoriale. Sarà istituto un tavolo di lavoro Salute-Economia e Regioni per rendere omogenea la codifica delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e per aggiornare e ottimizzare il sistema di rilevazione e di trasmissione delle informazioni sulle prestazioni erogate. VALORIZZAZIONI DI RUOLI E COMPETENZE PROFESSIONALI (ART. 5) Per un efficientamento del settore delle cure primarie, il Patto conviene sull’importanza di ridefinire ruoli, competenze e relazioni professionali “con una visione che assegna a ogni professionista responsabilità individuali e di equipe”, accantonando “una logica gerarchica” per “perseguire una logica di governance responsabile dei professionisti coinvolti”. A questo scopo previste “sia azioni normativo/contrattuali che percorsi formativi a sostegno di tale obiettivo”. FARMACIA DEI SERVIZI e MEDICINA DI INIZIATIVA (ART. 5) Compito delle Regioni definire con specifici atti di indirizzo la promozione della medicina di iniziativa e della farmacia dei servizi quale modello assistenziale orientato alla promozione attiva della salute anche tramite l’educazione delle popolazione ai corretti stili di vita, nonché alla assunzione del bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia o prima che essa si manifesti o si aggravi, anche tramite una gestione attiva delle cronicità. DISTRETTO (ART. 5) Saranno definiti trame Accordi StatoRegioni nuovi standard organizzativi del Distretto al fine di “orientare il suo ruolo strategico nella costituzioni di rete assistenziali a baricentro territoriale e di facilitatore dei processi di integrazione e di tutela della salute dei cittadini”. Questo anche per contribuire a ridurre i tassi di ricovero e degli accessi impropri al Dea. PIANO NAZIONALE CRONICITÀ (ART. 5) Sarà predisposto dal ministero della Salute entro il 31 dicembre 2014 e dovrà poi essere approvato in Stato Regioni. ASSISTENZA SANITARIA NELLE ISOLE MINORI (ART. 5) Al fine di monitorare i livelli di assistenza erogati, entro il 31 dicembre 2014 un 20 accordo Stato Regioni dovrà istituire un apposito Osservatorio. EMERGENZA E NUMERO DI TELEFONO PER I CASI NON URGENTI (ART. 5) Come già avviene in altri Paesi europei, sarà istituito il numero 116.117 dedicato al servizio di cure mediche non urgenti. Con apposito accordo Regioni-Ministero della Salute saranno definite le modalità e i tempi per la realizzazione del servizio su tutto il territorio nazionale. LOTTA AL DOLORE (ART. 5) Nelle Aft e nelle Uccp dovrà essere prevista una figura medica formata ed esperta sulle tematiche legate alla terapia del dolore. STATI VEGETATIVI (ART. 5) Le Regioni dovranno provvedere a definire per i pazienti soluzioni sia di assistenza domiciliare integrata che di assistenza residenziale in speciali Unità di accoglienza permanente. ASSISTENZA SOCIOSANITARIA (ART. 6) Le regioni disciplinano i principi e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e delle attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, e forniscono indicazioni alle Asl e agli altri enti del sistema sanitario regionale. L’accesso alla rete integrata dei servizi avviene tramite un “punto unico” che indirizzano il cittadino. Al fine di migliorare la distribuzione delle prestazioni domiciliari e residenziali per i malati cronici non autosufficienti, le Regioni, in relazione ai propri bisogni territoriali, adottano progetti di attuazione dando evidenza anzitutto del fabbisogno di posti letto articolato per intensità assistenziale e per durata. ISTITUTI PENITENZIARI (ART. 7) La Conferenza Unificata si impegna ad approvare entro il 30 settembre 2014 le Linee guida sull’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari. TICKET (ART. 8) Nel Patto si evidenzia la necessità di una revisione del sistema “che eviti che la partecipazione rappresenti una barriera per l’accesso ai servizi e alle prestazioni così da caratterizzarsi per equità e universalismo”. Il sistema, in fase di prima applicazione, dovrà considerare la condizione reddituale e la composizione del nucleo familiare. Successivamente “potrà essere presa in considerazione la condizione ‘economica’ del nucleo familiare”. I contenuti della revisione dovranno essere definiti entro il 30 novembre 2014. Il nuovo sistema dovrà garantire per ciascuna regione il medesimo gettito previsto dalla legislazione vigente nazionale, “garantendo comunque l’unitarietà del sistema”. SISTEMA DI REMUNERAZIONE DELLE PRESTAZIONI (ART. 9) Sarà istituita una commissione permanente costituita da Mef, Salute, Regioni e Agenas per aggiornare le tariffe massime per l’assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale, nonché per l’assistenza protesica. Sarà promossa anche la sperimentazione di metodologie per la definizione di tariffe per i percorsi terapeutici assistenziali territoriali. MOBILITÀ SANITARIA (ART. 9) Previsto, tra le altre cose, che dalla data di stipula del Patto, gli accordi bilaterali previsti dal Patto del 2009 siano “obbligatori”. Saranno poi individuati anche i volumi, la tipologia e la modalità di remunerazione aggiuntiva relative all’espianto e trasporto di organi per trapianto, alla ricerca e prelievo di midollo osseo e CSE midollari nonché modalità di compensazione dei costi dei ricoveri ospedalieri erogati da unità operative o strutture pediatriche espressamente individuate, alla casistica di età pediatrica ad elevata complessità assistenziale oggetto di mobilità, nella misura in cui siano riconosciuti diversi da quelli della casistica generale. LEA (ART. 10) Al lavoro anche sui Lea, per aggiornarli entro il 31 dicembre 2014. Quanto alla verifica dei Lea, il Patto prevede che il mancato conseguimento degli obiettivi di salute e assistenziali previsti dai Lea stabiliti per i direttori generali costituisce un “grave inadempimento contrattuale” per la quale si prevede la decadenza automatica dei direttori genereali. TAVOLO DI VERIFICA DEGLI ADEMPIMENTI (ART. 11) Si prevede che, annualmente, ai fini della verifica degli adempimenti regionali che consentono l’accesso al finanziamento VERONA MEDICA PROFESSIONE E LEGGE integrativo condizionato all’esito positivo, il tavolo possa disporre l’aggiornamento degli adempimenti o delle modalità di verifica, tenuto conto delle disposizioni normative intervenute, degli accordi e intese conferenza Stato Regioni e Unificata e delle sopravvenute esigenze di monitoraggio. PIANI DI RIENTRO. BASTA PRESIDENTI-COMMISSARI AD ACTA (ART. 12) Nel Patto si conviene sulla necessità di “ridefinire il sistema di governo dei piani di rientro con processi di qualificazione dei sevizi sanitari regionali”. A questo scopo, il Patto prevede, tra l’altro, l’incompatibilità tra il ruolo dei commissari ad acta con l’affidamento di incarichi istituzionali e, in particolare, che “in caso di nuovi commissariamenti, sia previsto che la nomina a commissario ad acta sia incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissarimento”. Fermo restando il lavoro del tavolo di verifica dei pianti di rientro, entro il 30 settembre 2014 l’Agenas dovrà realizzare uno specifico sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli sistemi sanitari che consenta di rilevare, in via preventiva, attraverso un apposito sistema di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance. COLLEGI SINDACALI (ART. 13) Si tratta di un articolo non presente nel vecchio testo. E prevede che, “al fine di rafforzarne il ruolo” e “garantire la composizione coerente con le disposizioni del presente Patto”, siano riviste le composizioni dei collegi sindacali delle aziende sanitarie, che dovranno essere composti da tre membri, di cui uno designato dal presidente dela Regione, uno dal Ministro della Salute e uno dal Ministro dell’Economia. La nomina avviene sulla base di requisiti che garantiscano standard di elevati qualificazione professionale. EDILIZIA SANITARIA (ART. 14) Numerose le modifiche apportate al vecchio testo. Sparisce anzitutto la parte in cui si prevedeva che prevede l’impegno del Governo a reperire risorse per garantire la copertura finanziaria delle assegnazioni già deliberate nel pro- VERONA MEDICA gramma straordinario di investimenti di edilizia sanitaria ex art. 20. Nel nuovo testo il Governo si impegna comunque ad assicurare alle Regioni “adeguate risorse finanziarie” per garantire la sicurezza e la continuità di esercizio delle strutture sanitarie, nonché l’adeguamento strutturale e l’ammodernamento tecnologico e organizzativo del Ssn. Questo “compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e con il quadro economico”, anche attraverso la “rifinalizzazione di quota parte delle risorse eventualmente rivenienti dal procedimento di riaccertamento straordinario dei residui relativi al finanziamento del Ssn”, di cui all’art. 49 della legge 89 del 2014. Le predette risorse, si legge nel Patto, “saranno garantite a valere sul programma straordinario di investimenti in edilizia sanitaria” ex art. 20 o “attraverso altre modalità di finanziamento, anche nell’ambito della quota nazionale della nuova programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020. Governo e Regioni si impegnano poi a una revisione dell’attuale normativa tecnica in materia di sicurezza, igiene e utilizzazioni degli ambienti attraverso un programma triennale da adottarsi, previa intesa Stato Regioni, entro il 31 dicembre 2014. SANITÀ DIGITALE E PIANO DI EVOLUZIONE DEI FLUSSI INFORMATIVI E CABINA DI REGIA DEL NSIS (ART. 15 E 16) Regioni e Governo sigleranno, entro 30 giorni dall’intesa sul Patto, un Patto per la Sanità Digitale, cioè un piano strategico per la diffusione della sanità digitale. Il Patto cita poi il Piano di Evoluzione dei Flussi, che si sviluppa su un orizzonte temporale triennale ed è predisposto dalla cabina di regia del Nsis, i cui compiti, composizione e modalità di funzionamento saranno rivisti entro 90 giorni dalla stipula del Patto. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE (ART. 17) Confermata la destinazione di 200 milioni annui, oltre alle risorse individuate a valere sulla quota di finanziamento vincolato per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale. Stabilito che il 5 per mille sulla quota vincolata per il Piano nazionale prevenzione sia destinato ad attività di supporto al Piano da parte dei network regionali dell’Osservatorio na- zionale screening, Evidence-based prevenzione e Associazione italiana registri tumori. ATTUAZIONE DEL RIORDINO DEGLI ISTITUTI ZOOPROFILITTACI SPERIMENTALI (ART. 18) Riordino da parte delle Regioni previsto entro 6 mesi dall’approvazione del Patto, pena commissariamento dell’Istituto da parte del ministero della Salute. SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA E SICUREZZA ALIMENTARE (ART. 19) Regioni impegnate a rendere i sistemi regionali del settore “sempre più efficaci ed efficienti nelle attività di prevenzione, vigilanza e controllo. A tal fine le unità operative deputate a queste funzioni specifiche dovranno essere garantite nelle Asl e “possibilmente configurate come unità operative complesse e dotate di personale adeguato”. RICERCA SANITARIA (ART. 20) “È fondamentale – si legge nel testo – il reperimento delle fonti di finanziamento, l’individuazione delle possibili sinergie tra ricerca pubblica, privata, nazionale, europea ed extraeuropea e la ovalizzazione delle risorse già presenti nel Ssn”. Quindi, il Patto sollecita ad “evitare rischi di duplicazioni e sovrapposizioni integrando le risorse e individuando tematiche condivise dai soggetti finanziatori”. Inoltre “deve essere mantenuto e implemento un percorso rigoroso e trasparente che si occupi non solo di selezionare le migliori proposte di ricerca, ma che aiuti anche concretamente a definire le priorità più utili alla gestione delle aree di incertezza negli interventi sanitari”. ATTIVITÀ INTRAMOENIA (ART. 21) D’accordo sulla necessità di dare “piena attuazione” alla legge 12/2007 (legge Turco) e alle modifiche ad essa apportate dalle legge 189/2012 (Decreto Balduzzi) per consentire il passaggio al regime ordinario dell’esercizio dell’intramoenia all’interno dei presidi e superare definitivamente il regime, ormai da tempo affidato a deroghe, dell’intramoenia allargata. In pratica, si sollecita, da parte delle Asl, una ricognizione degli spazi interni disponibili per le attività libero professionali o l’acquisizione di ulteriori spazi, se necessario, presso altre strutture sanitarie autorizzate. Nella legge Balduzzi era poi prevista una messa in 21 PROFESSIONE E LEGGE rete degli studi professionali per rendere tracciabili tutti i pagamenti effettuati dai pazienti, rendendo così possibile anche un effettivo controllo del numero delle prestazioni che il professionista svolge sia durante il servizio ordinario sia in regime di intramoenia. GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE (ART. 22) Rispetto alla precedente bozza, troviamo ora alcune integrazioni. Nel testo si parla della “necessità” di valorizzare le risorse umane del Ssn, al fine di garantire una nuova organizzazione del Ssr, con particolare riferimento alla riorganizzazione della rete ospedaliera, servizi territoriali e presa in carico delle cronicità e delle non autosufficienze. Al fine di razionalizzare e facilitare l’accesso dei giovani medici alla professione sanitaria all’interno del Ssn, si indica nel Patto l’istituzione di un Tavolo politico per individuare, anche alla luce dell’esperienza di altri paesi UE, specifiche soluzioni normative. Il suddetto Tavolo dovrà concludere i suoi lavori entro il 31 ottobre 2014 con la definizione di una legge delega che dovrà dettare principi e criteri direttivi in ordine a: - valorizzazione delle risorse umane del Ssn per favorire un’integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie e i processi di riorganizzazione dei servizi; - accesso delle professioni sanitarie al Ssn nel rispetto dei vincoli di spesa di personale e, per le Regioni in Piano di rientro, dei vincoli fissati dai Piani stessi; - disciplina della formazione di base e specialistica per il personale dipendente e convenzionato; - disciplina dello sviluppo professionale di carriera con l’introduzione di misure volte ad assicurare una maggiore flessibilità nei processi di gestione delle attività professionali e nell’utilizzo del personale nell’ambito dell’organizzazione aziendale; - introduzione di standards di personale per livello di assistenza ai fini di determinare il fabbisogno di professionisti sanitari a livello nazionale; - applicazione del Dpcm sul precariato per assicurare l’erogazione dei Lea e la sicurezza nelle cure. Infine, si chiede di prevedere che le Regioni, anche in Piano di rientro, che ab- 22 biano raggiunto l’equilibrio economico siano considerate “adempienti” indipendentemente dal conseguimento delle misure di riduzione delle spese per il personale. ASSISTENZA FARMACEUTICA (ART. 23) Per il governo della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, nei limiti delle risorse stabilite, si indica che le parti si impegnano: ad adottare iniziative affinchè l’Aifa provveda all’aggiornamento del Prontuario farmaceutico nazionale dei farmaci rimborsabili sulla base del criterio costo/beneficio; e efficacia teraeutica, prevedendo anche prezzi di riferimento per categorie terapeutiche omogenee; rivedere la normativa nazionale che riconduca alla contestualità fra Aic e la definizione del regime di rimborsabilità; una revisione degli accordi negoziali sui farmaci sottoosti ai Regimi di monitoraggio Aifa, dopo un periodo massimo di 36 mesi, valutando se vengono confermati o meno i risultati clinici attesi; definire un percorso per sostenere esclusivamente l’innovazione terapeutica reale, importante e dimostrata risetto alla terapia già in uso; rendere contestualmente valide e applicabili su tutto il territorio nazionale le determinazioni di Aifa; istituire un Tavolo di monitoraggio permanente composto da 3 rappresentanti delle Regioni, un rappresentante del mef, un rappresentante del Ministero della Salute, un rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico, un rappresentante Aifa ed un rappresentante di Agenas, che verifichi l’attuazione di quanto previsto da questo articolo ed elabori eventuali proposte per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. DISPOSITIVI MEDICI (ART. 24) Qui vengono definite le modalità per l’applicazione di una rete di comunicazione dedicata alla dispositivo-vigilanza che consenta lo scambio tempestivo delle informazioni riguardanti incidenti che coinvolgono dispositivi medici. Si conviene poi di predisporre entro il 1 ottobre 2014 un documento recante linee guida per il corretto utilizzo dei dati e della documentazione presente nel Repertorio dei dispositivi medici. Sarà compito delle Regioni attivare un osservatorio sui consumi e sui prezzi dei dispositivi medici in grado di fornire dati comparativi alle centrali uniche di acquisto su base regionale. AGGIORNAMENTO DEL NOMENCLATORE TARIFFARIO (ART. 25) Governo e Regioni concordano che all’aggiornamento del regolamento sulle norme per l’assistenza protesica erogabili nell’ambito del Ssn, si provvederà anche a valere sui risparmi di spesa derivanti dalle disposizioni del presente Patto per la salute. CREAZIONE DI UN MODELLO ISTITUZIONALE DI HTA DEI DISPOSITIVI MEDICI E VALUTAZIONE DEI MEDICINALI (ART. 26 E 27) Il Ministero della Salute per garantire l’azione coordinata dei livelli nazionale, regionali e delle azienda accreditate del Ssn per il governo dei consumi dei dispositivi medici a tutela dell’unitarietà del sistema, della sicurezza nell’uso delle tecnologie e della salute dei cittadini a livello nazionale dovrà: istituire una “Cabina di regia”; fornire elementi utili per le indicazioni dei capitolati di gara l’acquisizione dei dispositivi medici; fornire elementi per la classificazione dei dispositivi medici in vategorie omogenee e per individuare prezzi di riferimento; promuovere la creazione del Programma nazionale di Hta dei dispositivi medici. CABINA DI REGIA PER IL MONITORAGGIO DEL PATTO (ART. 28) Il nuovo Patto andrà monitorato nella sua attuazione “con senso di responsabilità e in un rapporto di leale collaborazione tra le parti”, attraverso un tavolo permanente della Conferenza Stato-Regioni che costituirà una sorta di cabina di regia, “a cui è, tra l’altro, demandata l’elaborazione di proposte per la spending review interna al settore sanitario”. CARLO MATTEO PERUZZINI ERRATA CORRIGE Nell’articolo sui Nuovi Farmaci Anticoagulanti pubblicato su Verona Medica non è stato citato che tale articolo è già stato pubblicato su Infofarma. Ci scusiamo con gli autori e con i lettori. La Redazione VERONA MEDICA PROFESSIONE E LEGGE Incompatibilità tra pensione ed incarichi di consulenza o convenzione Si trasmette per opportuna conoscenza la risposta scritta del Governo ad un’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Raffaele Calabrò, con oggetto le iniziative volte a regolamentare l’incompatibilità tra incarichi di consulenza e trattamento pensionistico per il personale medico già dipendente dal Servizio sanitario nazionale. L’On. Raffaele Calabrò nell’illustrare l’interrogazione ha rilevato che, nonostante la normativa vigente precluda l’affidamento degli incarichi di studio e di consulenza ad ex dipendenti del Servizio sanitario nazionale collocati in quiescenza, le aziende sanitarie continuano ad assegnare tali incarichi ai predetti soggetti con convenzione pubblica, contravvenendo così alle norme previste, in particolare, dall’articolo 25 della legge n. 724 del 1994 e dall’articolo 5, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012 (cosiddetta spending review). L’On. Raffaele Calabrò ha quindi auspicato che avvenga la cessazione della prassi denunciata che, oltre ad essere contra legem, contribuisce ad aggravare le difficoltà occupazionali in atto vis- sute dalle nuove generazioni. Il Sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, rispondendo all’interrogazione, ha precisato che “in merito alla questione delineata nell’interrogazione parlamentare in esame, in via preliminare, occorre evidenziare che, come anche chiarito dal Ministero dell’economia e delle finanze, nell’ambito di un parere fornito alla Struttura interregionale sanitari convenzionati del 16 dicembre 2013, non sembrano sussistere dubbi sull’applicabilità del divieto di cui all’articolo 5, comma 9, del decreto legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, anche al conferimento di incarichi di medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, ove il soggetto interessato sia cessato da un rapporto di dipendenza con il medesimo Servizio, atteso che il rapporto convenzionale viene inquadrato, come da giurisprudenza consolidata, fra le prestazioni d’opera professionale, di natura privatistica. In particolare, tali disposizioni valgono per tutta la medicina convenzionata (medicina generale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale), indipendentemente dalla presenza di specifiche disposizioni, in tal senso, negli Accordi collettivi nazionali di riferimento. Al riguardo, occorre altresì segnalare che l’articolo 17, comma 1, dell’Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale del 23 marzo 2005, integrato con l’Accordo collettivo nazionale del 29 luglio 2009, elenca tassativamente i casi di incompatibilità nello svolgimento della professione di medico convenzionato. Orbene, in tale ambito, il successivo comma 2 dell’articolo 17, alla lett. f), prevede che, ai sensi dell’articolo 4, comma 7, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, è incompatibile con lo svolgimento delle attività previste dagli Accordi sopra richiamati, il medico che fruisca di trattamento di quiescenza relativo ad attività convenzionate e dipendenti del Servizio sanitario nazionale, fatta esclusione per i medici già titolari di convenzione per la medicina generale all’atto del pensionamento”. IL PRESIDENTE AMEDEO BIANCO COMUNICARE IL QUESITO OD IL SOSPETTO DIAGNOSTICO È INDICE DI CORRETTEZZA DEONTOLOGICA E DI BUONA PRATICA CLINICA Alcuni Direttori Sanitari e Responsabili di Distretto ci hanno in varie occasioni comunicato che è ancora abbastanza diffusa la pessima abitudine di richiedere visite specialistiche ed accertamenti diagnostici senza comunicare il quesito, o, meglio il sospetto diagnostico. Tale comportamento può essere ammissibile in alcune situazioni particolari ma nella generalità dei casi è contrario alla buona pratica clinica ed al Codice Deontologico (artt. 59, 62) e può in alcune situazioni critiche configurare un reato ai sensi dell’art. 328 del Codice Penale. È altrettanto indice di correttezza deontologica e soprattutto di buona pratica clinica per TUTTI riportare sulle richieste di accertamenti • data di emissione del documento in cui viene indicata la richiesta • timbro personale del medico proponente • firma (se possibile LEGGIBILE) del medico proponente • infine ma non per ultimo: indicazione del motivo e/o del sospetto clinico alla base della richiesta di accertamenti VERONA MEDICA 23 ATTUALITÀ Il medico ed il suo paziente nella Rete: pescatori o pescati? Qualche sera fa ho avuto il piacere di conoscere il Dott. Franco Del Zotti Medico di Famiglia a Verona, e ci siamo messi a dibattere in merito alla rivoluzione informatica che sta modificando la Medicina di Base. L’articolo nasce da un confronto di esperienze complementari, quella del Dott. Del Zotti - Medico pioniere dell’informatica medica in Italia - e quella di Destri Claudio - un cittadino laureato in Economia e Gestione dei Servizi nelle A.A.P.P. che da qualche anno sta seguendo la fase evolutiva della medicina territoriale a Verona e nel Veneto. Siamo ambedue interessati dall’introduzione di nuovi servizi e ne valutiamo da due diversi punti di vista gli aspetti di pregio ma anche quelli critici. Abbiamo pensato di condividere le riflessioni scaturite come se si fosse trattato di un intervista. DESTRI: Che cosa si intende per privacy (vista come diffusione dei dati) e qual è la sua relazione con la necessità di condividere i dati stessi? DEL ZOTTI: La questione del trasferimento/diffusione dei dati sanitari reperiti dal Medico di Medicina Generale va vista tenendo presenti due necessità fondamentali: - Mantenere il controllo delle notizie “sensibili” da parte del Paziente e del Medico senza divulgarle al fine di gestire il rapporto fiduciario in primis. In pratica bisogna raccogliere informazioni per personalizzare le cure. Sostanzialmente si 24 - tratta di un rafforzamento moderno della tradizione. E la personalizzazione, a sua volta, serve ad uno scopo moderno: conoscere i comportamenti “segreti”, gli errati stili di vita dei Pazienti che sempre più conducono a patologie tipicamente moderne: quelle cronico-degenerative. Sempre più Raggruppare le informazioni rese anonime, per fini statistici, epidemiologici per sviluppo cure e ricerca. DEL ZOTTI e DESTRI: Il nocciolo della questione è quindi trovare l’equilibrio sul come mantenere/ sviluppare le due diverse esigenze, senza che nessuna comprometta l’altra. La sensazione è che il secondo ambito comprometta il primo. In effetti imperano ormai automatismi collegati alla rete telematica con raggruppamento generico di dati realmente anonimizzati ma anche nominativi, trasferimento velocissimo dei dati a clinici ma anche a non clinici (Software house e Cloud, Rete dei Farmacisti, Ministero delle Finanze, Ministero della Sanità e Regione, ULSS, ecc.). L’organizzazione di una crescita di flussi-dati, che sembra spesso incontrollata, inoltre, sembra oggi dipendente troppo dalla volontà centralizzata di mero controllo della spesa e del comportamento dei medici nonché di verifica fiscale sui cittadini. In effetti, mentre non è chiaro ancora quando come e con quale rapporto rischi/benefici i medici ed i cittadini potranno avvantaggiarsi del dichiarato prossimo arrivo del Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e del “Patient summary”, già da tempo si è imposta alla Medicina Generale la telematica burocratica legata ai certificati di malattia, alla ricetta elettronica prima e ora dematerializzata: ed in tutte queste “soluzioni” prevalgono notevolmente le funzioni amministrative e finanziarie. In ogni caso novità epocali, amministrative o assistenziali che siano, non possono essere imposte solo dalle esigenze del Ministero della finanza e dalle regioni. Si tratta di processi del tutto innovativi; e tutte le innovazioni sono rischiose e perciò andrebbero sottoposte al vaglio della sperimentazione e di comitati etici simili a quelli che controllano l’introduzione di nuovi farmaci. DEL ZOTTI: Siamo costretti comunque a rilevare dei criteri non ancora rispettati. una valevole sperimentazione dovrebbe seguire queste regole: - 1 Gradualità nello spazio e nel tempo secondo le regole canoniche della sperimentazione con fase pilota e campionamento significativo legato agli obiettivi; evitare, invece, l’implementazione su vasta scale hic et nunc, a tappe forzate, a partire dal giorno successivo all’emanazione di un decreto o legge. - 2 Consenso informato e partecipazione attiva dei Cittadini e dei Medici. A questo punto esiste l’elevato rischio sia di fallimento sia di uso improprio dei dati. A questo proposito ricordiamo che la concentrazione massiccia di dati in diversi siti (locali, regionali e ministeriali) da una parte contiene difficoltà che “il rimbalzo” dei dati sensibili in più siti (fino ad 8) porti alla loro perdita per cause tecniche e aumenti la possibilità dell’uso improprio. Ricordiamo lo scandalo “britannico” Care.data del marzo 2014: il sistema sanitario anglosassone dopo aver raccolto milioni di cartelle individuali nominative le ha trasmesse ai funzionari attuariali delle assicurazioni, in maniera pseudo-anonimizzate, ahimè facilmente decrittabili permettendo cosi l’identificazione dei Pazienti. (segue a pag. 29) VERONA MEDICA NOTIZIE DALL’ORDINE Convocazione Assemblea Ordinaria Annuale A TUTTI I SIGNORI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI ISCRITTI ALL’ALBO PROFESSIONALE di VERONA LORO SEDI Egregio Collega, Ti invitiamo a partecipare all’Assemblea Ordinaria Annuale degli Iscritti che si terrà SABATO 8 NOVEMBRE 2014 in 1ª Convocazione alle ore 07,30 ed in 2ª Convocazione alle ore 10,30 presso la Sala Convegni (Ordine dei Medici C.e O.) in Verona Via Giberti 11 per discutere il seguente ORDINE DEL GIORNO 1) Relazione del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri 2) Relazione del Presidente della Commissione Albo Odontoiatri 3) Relazione del Tesoriere: - Bilancio Consuntivo 2013 - Bilancio Preventivo 2015 4) Varie ed eventuali Il Presidente Dott. Roberto Mora Ai sensi del 3º comma dell’Art. 24 del DPR 221/50 “Nessun Iscritto può essere investito di più di due deleghe”. “La delega deve essere apposta in calce all’avviso di convocazione rimesso al delegato”. DELEGA: Il sottoscritto Dott. delega a rappresentarlo nell’Assemblea Ordinaria Annuale dell’ 08/11/2014 il Dott. In fede VERONA MEDICA 25 NOTIZIE DALL’ORDINE Bilancio Consuntivo esercizio 2013 ENTRATE Avanzo di amministrazione all’inizio dell’esercizio 2013 Cassa e Banca € 6.208,24= Entrate Correnti Ruoli principali e brevi manu € 969.837,16= Entrate per prestazioni di servizi (certificati, pareri congruità, prima iscrizione) € 18.112,96= Entrate redditi e proventi (interessi attivi su depositi) € 1.250,47= Entrate compensative di spese correnti € 10.348,60= Entrate per partite di giro € 299.369,37= per un TOTALE di ENTRATE pari a € 1.305.126,80= USCITE Spese Correnti ordinarie € 150.903,49= Spese di rappresentanza (onorificenze agli iscritti, necrologi e varie) € 19.871,96= Spese per il funzionamento di organi e Commissioni (Fed.ne Reg.le) € 6.543,97= Aggiornamento professionale e culturale, convegni, congressi e manifestazioni € 7.461,45= Spese per il bollettino VR-MEDICA € 37.215,69= Spese per abbonamenti a Gazzette Ufficiali, BUR, riviste e giornali € 3.785,90= Spese per il personale € 414.865,78= € 55.597,47= € 30.608,16= € 40.825,60= Spese per oneri e compensi per incarichi speciali (Avvocato, Consulente del lavoro, Consulente Fiscale, Visite Fiscali) Spese per la Sede (assicurazioni, spese condominiali, enel, riscaldamento, pulizia locali, manutenzione e riparazioni impianti) Spese per uffici (cancelleria, assistenza e riparazione attrezzature, macchine e mobili, materiali di consumo e varie) Spese postali, telefoniche, fax e sito internet € 15.504,01= Imposte, tasse, tributi oneri finanziari e quote non dovute iscritti € 14.046,24= Spese in conto capitale per acquisto beni strumentali € 4.046,07= Polizza TFR Dipendenti accantonamento indennità anzianità € 12.087,14= Rimborso quote sottoscrizione mutuo ENPAM € 174.380,54= Uscite per partite di giro € 303.196,57= per un TOTALE di USCITE pari a € 1.290.940,46= SALDO ATTIVO AL 31/12/2013 € 14.186,23= 26 VERONA MEDICA NOTIZIE DALL’ORDINE Bilancio Preventivo esercizio 2015 - entrate QUADRO GENERALE ENTRATE CodiceDescrizione Competenza A-0 AVANZO DI AMMINISTRAZIONE € +62.955,28 € +0,00 A-1 FONDO DI CASSA € +0,00 € +62.955,28 E-1 TITOLO I - ENTRATE CONTRIBUTIVE € +0,00 € +0,00 E-1-01 CATEGORIA I - Contributi associativi € +1.124.000,00 € +1.124.000,00 E-1-02 CATEGORIA II - Entrate per la prestazione di servizi € +21.500,00 € +21.500,00 E-1-03 CATEGORIA III - Redditi e proventi patrimoniali € +1.000,00 € +1.000,00 E-1-04 CATEGORIA IV - Poste correttive e compensative di spese correnti € +5.000,00 € +5.000,00 E-1-05 CATEGORIA V - Entrate non classificabili in altre voci € +0,00 € +0,00 TOTALI TITOLO I E-1 Cassa € +1.151.500,00 € +1.151.500,00 € +0,00 € +0,00 E-2-06 CATEGORIA VI - Alienazione beni mobili € +0,00 € +0,00 E-2-07 CATEGORIA VII - Alienazione beni immobili € +0,00 € +0,00 E-2-08 CATEGORIA VIII - Assunzione mutui e prestiti € +0,00 € +0,00 E-2-09 CATEGORIA IX- Riscossione di crediti € +0,00 € +0,00 € +0,00 € +0,00 € +0,00 € +0,00 € +289.150,00 € +289.150,00 € +289.150,00 € +289.150,00 E-2 TITOLO II - ENTRATE PER ALIENAZIONE DI BENI PATRIMONIALI TOTALI TITOLO II E-2 E-3 TITOLO III - ENTRATE PER PARTITE DI GIRO E-3-10 CATEGORIA X - Entrate aventi natura di partite di giro TOTALI TITOLO III E-3 TOTALE GENERALE Entrate VERONA MEDICA € +1.440.650,00 € +1.440.650,00 27 NOTIZIE DALL’ORDINE Bilancio Preventivo esercizio 2015 - uscite CodiceDescrizione P-0 DISAVANZO DI AMMINISTRAZIONE U-1 U-1-01 U-1-02 U-1-03 U-1-04 U-1-05 U-1-06 TITOLO I - SPESE CORRENTI CATEGORIA I - Spese per gli organi istituzionali CATEGORIA II - Spese di rappresentanza CATEGORIA III - Spese per il funzionamento di organi e commissioni CATEGORIA IV - Promozione culturale, convegni, congressi e altre manifestazioni CATEGORIA V - Spese pubblicazioni, acquisto libri, riviste, e altre pubblicazioni CATEGORIA VI - Spese per il personale U-1-07 U-1-08 U-1-09 U-1-10 CATEGORIA VII - Spese per accertamenti sanitari CATEGORIA VIII - Oneri e compensi per speciali incarichi CATEGORIA IX - Spese per la sede CATEGORIA X - Spese funzionamento, acquisto beni consumo, servizi, manutenzioni, noleggio materiali U-1-11 CATEGORIA XI - Spese postali, telefoniche, telegrafiche e internet U-1-12 CATEGORIA XII - Oneri tributari U-1-13 CATEGORIA XIII - Oneri finanziari U-1-14 CATEGORIA XIV - Poste correttive e compensative entrate correnti U-1-15 CATEGORIA XV - Spese non classificabili in altre voci U-1-16 CATEGORIA XVI - Fondo di riserva per stanziamenti insufficienti TOTALI TITOLO I U-1 U-2 TITOLO II - SPESE IN CONTO CAPITALE U-2-17 CATEGORIA XVII - Spese beni patrimoniali U-2-18 CATEGORIA XVIII - Spese per immobilizzazioni tecniche U-2-19 CATEGORIA XIX - Accantonamento indennità anzianità e similari U-2-20 CATEGORIA XX - Estinzione di mutui ed anticipazioni TOTALI TITOLO II U-2 U-3 TITOLO III - USCITE PER PARTITE DI GIRO U-3-21 CATEGORIA XXI - Spese aventi natura di partite di giro TOTALI TITOLO III U-3 TOTALE GENERALE Uscite Avanzo di Amministrazione presunto TOTALE A PAREGGIO 28 Competenza € +0,00 Cassa € +0,00 € +0,00 € +0,00 € +124.000,00 € +124.000,00 € +21.500,00 € +21.500,00 € +7.500,00 € +7.500,00 € +3.000,00 € +3.000,00 € +33.000,00 € +33.000,00 € +298.500,00 € +298.500,00 € +2.000,00 € +2.000,00 € +165.000,00 € +165.000,00 € +47.000,00 € +47.000,00 € +34.000,00 € +34.000,00 € +20.000,00 € +20.000,00 € +10.000,00 € +10.000,00 € +1.200,00 € +1.200,00 € +12.500,00 € +12.500,00 € +50.000,00 € +50.000,00 € +50.000,00 € +50.000,00 € +879.200,00 € +879.200,00 € +0,00 € +0,00 € +0,00 € +0,00 € +13.000,00 € +13.000,00 € +6.000,00 € +6.000,00 € +180.000,00 € +180.000,00 € +199.000,00 € +199.000,00 € +0,00 € +0,00 € +289.150,00 € +289.150,00 € +289.150,00 € +289.150,00 € +1.367.350,00 € +1.367.350,00 € +73.300,00 € +1.440.650,00 VERONA MEDICA ATTUALITÀ (segue da pag. 24) DESTRI: Come si risolve questo dilemma? DEL ZOTTI: La via maestra è quella di una sperimentazione che segua i canoni più rigorosi, dal punto di vista scientifico ed etico: - Dobbiamo come cittadini e come Medici riappropriarci dei nostri diritti, chiedendo a vivavoce che queste novità vengano pianificate non sulla testa dei Cittadini e dei Medici ma in collaborazione con loro. - Il Cittadino deve conoscere nei dettagli quale sia il livello di concentrazione dei suoi dati sensibili e quindi deve esercitare il diritto di selezionare le informazioni da trasmettere, a diverso grado, ai vari interlocutori medici. Deve, inoltre, avere il diritto di bloccare la trasmissione di propri dati sensibili ad enti non clinici. - Chiarire la posizione e le responsabilità del Medico che deve mantenere e sviluppare la componente centrale della Propria professione (il rapporto fiduciario e personale con il Paziente) e partecipare in maniera paritetica ad uno sviluppo di una telematica sanitaria più corretta e rispettosa, che sviluppi strumenti realmente moderni: 1) Una vera firma digitale, anziché banali “User” (spesso il codice fiscale) e “Password”; 2) Una vera ricetta dematerializzata firmata digitalmente invece che di carta bianca al posto di rossa per far risparmio di inchiostro; 3) Siti web di condivisione (recentemente sul BMJ si parla di Webportal) tra pazienti e medici in vista delle autorizzazioni da parte dei pazienti a ricetta dematerializzata, dove Medici e Pazienti si possano scambiare e-mail protette e possano preparare le fasi preliminari per una consapevole scelta da parte dei pazienti di cosa inviare a bacheche elettroniche esterne rispetto al proprio fascicolo sanitario; 4) Per finire: accesso da parte di singoli o gruppi di Medici a database realmente anonimizzati per audit o per statistiche mediche, al posto dell’esclusivo accesso a database nominativi da parte di Enti/Istituzioni finanziarie. DEL ZOTTI e DESTRI: Nelle trasformazioni epocali e galoppanti, come quella attuale della telematica, è difficile fermarsi a ragionare e decidere di volta in volta. Risulta più semplice e comprensibile delegare “il tutto in blocco” al tecnocrate o al politico di turno, piuttosto che esercitare la propria coscienza professionale. In questo contesto, comunque, solo la riflessione e l’approfondimento in gruppo tra i medici clinici ed i cittadini può evitare l’eclissi della Professione Medica ed il declino dei diritti dei Cittadini. CLAUDIO DESTRI SONO INTERESSATO A DARE LA MIA DISPONIBILITÀ PER SOSTITUIRE I COLLEGHI DI (BARRARE) ■ ■ MEDICINA GENERALE PEDIATRIA COGNOME ..................................................................................................................................................................................................................................................................... NOME.................................................................................................................................................................................................................................................................................... VIA ....................................................................................................................................................................................................................................................N. CAP .......................................... CITTÀ ................................ ............................................................................................................................................................................................................................ TELEFONO ...................................... / ................................................................. / ...................................... ....................................................................... Possesso del Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale SI ■ NO ■ Possesso della Specializzazione in Pediatria SI ■ NO ■ VERONA MEDICA 29 ATTUALITÀ RC sanitaria. Rapporto ANIA. Le Regioni scelgono il “fai da te” e le compagnie assicuratrici arretrano Cala del 4,3% la stima dei premi nelle strutture, ma cresce del 3,6% quella totale. In Toscana, Liguria, Puglia, Basilicata e Sicilia le compagnie escono di scena, sostituite da forme di autoassicurazione o non assicurazione. Nelle altre regioni prevale un sistema misto in cui si ricorre a una polizza soltanto per coprire i sinistri di importo maggiore. Scelta drastica per le regioni italiane che preferiscono l’autoassicurazione o addirittura la non assicurazione per fronteggiare i rischi di responsabilità civile nei casi di malasanità. Valle d’Aosta e la Provincia di Bolzano sono le uniche a puntare completamente sul mercato assicurativo per rimanere indenni dagli effetti degli errori medici, mentre tutti gli altri gli enti locali gestiscono per proprio conto le richieste di risarcimenti con schemi regionali o affidati alle singole Asl. Nei rari casi in cui si rivolgono ad un assicuratore, è soltanto per coprire i sinistri di maggiore entità, cioè quelli di importi superiori ai 250-500 mila euro. È quanto emerge dal dossier Ania “Malpractice, il grande caos”. Lo studio evidenzia che nel corso del 2012 sono state registrate 31.200 denunce di sinistri, segnando un lieve calo (-0,8%) nel confronto con il 2011. Una diminuzione più marcata (-8%) rispetto al 2010, anno in cui le richieste di risarcimento raggiunsero un vero e proprio exploit. Complessivamente il bilancio tecnico del ramo continua a evidenziare un significativo squilibrio, con un rapporto sinistri a premi pari al 122% nel 2012, anche se meno marcato rispetto al decennio scorso. Esempio emblematico di abbandono dello strumento assicurativo è quello della Sicilia: la polizza in essere, disdettata a fine 2013, è scaduta dal primo luglio scorso lasciando prive di protezione le Asl locali, senza che ve- 30 nisse costituito uno specifico fondo. Bisogna comunque segnalare che dal 14 agosto entrerà in vigore l’obbligo di assicurazione dai rischi di r.c. professionale per i medici, tranne che per i dipendenti del Ssn. Il minore ricorso alle assicurazioni comporta un più debole sistema di garanzie: i risarcimenti sono più lenti e meno equi e il personale sanitario corre rischi maggiori. Tuttavia i cambiamenti del sistema sono stati rapidissimi. Basti pensare che un’indagine parlamentare sugli errori medici conclusa all’inizio del 2013 mostrava che il 72,2% delle Asl italiane risultava ancora coperto da una polizza. Trasformazioni così radicali sono dovuti all’aumento nei costi dei risarcimenti e alla difficoltà a stimare i rischi. Allo stato attuale il mercato della r.c sanitaria è dominato da un assicuratore statunitense che detiene una quota di mercato superiore al 50%. A fine 2012 la stima dei premi nelle coperture assicurative di ospedali e strutture sanitarie per la prima volta ha mostrato un decremento, segnando -4,3% a 288 milioni nonostante i presumibili significativi aumenti tariffari resi necessari per fronteggiare le continue perdite del ramo. Includendo anche le polizze sottoscritte direttamente dai medici (255 milioni, +14%) nel 2012 sono stati incassati premi per complessivi 543 milioni (+3,6% rispetto all’anno precedente). La stima dei sinistri denunciati alle imprese di assicurazione italiane nel 2012 è risultata pari a 31.200 (di cui 19.500 relativi a polizze stipulate dalle strutture sanitarie), con una lieve riduzione (0,7%) rispetto all’anno precedente. Il rapporto tra sinistri e premi (loss ratio) per le varie generazioni di sinistri si attesta al 173%. Per ogni 100 euro di premi incassati, cioè, le compagnie ne hanno pagati (o stimano di pagarne) 173 sotto forma di risarcimenti. Tuttavia, mentre fino al 2005 il disavanzo tecnico aveva assunto valori particolarmente elevati, con un rapporto tra sinistri e premi giunto a superare il 310%, negli ultimi anni lo squilibrio è risultato più contenuto. In particolare per il 2012, secondo le valutazioni preliminari, il loss ratio si è attestato al 122%. “Gli assicuratori italiani intendono tornare a svolgere pienamente il proprio ruolo nella copertura dei rischi medici – ha sottolineato il presidente dell’Ania Minucci - dando certezze ai pazienti vittime di eventi avversi e ai medici che svolgono la loro attività. Per far questo però occorre rimuovere le cause di fondo che hanno reso ingovernabile il fenomeno della malpractice. In particolare è necessario intervenire per: circoscrivere la responsabilità dei medici e delle strutture sanitarie; attuare idonee misure di gestione del rischio attraverso la nomina di un risk manager in tutti gli ospedali; porre un tetto ai danni non patrimoniali con l’approvazione delle tabelle di risarcimento dei danni biologici; definire linee guida mediche validate anche per contrastare il fenomeno della medicina difensiva che pesa per oltre l’11% sulla spesa sanitaria”. Ma quali sono le criticità da risolvere? Il Rapporto Ania le ha messe nero su bianco: Approccio atipico dei tribunali italiani nel definire i casi malasanità. Per effetto delle sentenze della Corte di Cassazione succedutesi dal 1999 ad oggi medici e strutture sanitarie sono stati considerati assoggettabili ad una responsabilità contrattuale, ciò che comporta l’inversione dell’onere della prova (posta a carico dei sanitari), la dilatazione dei tempi di prescrizione da 5 a 10 anni. Ed anche una sorta di garan- VERONA MEDICA ATTUALITÀ zia di risultato sulle cure prestate. Se queste non sortiscono l’effetto sperato si può essere chiamati a risponderne. Nella gran parte dei paesi europei, invece, vengono indennizzati soltanto i danni causati dagli errori medici, che il paziente deve provare di aver subito. Normalmente ad un medico che si attiene alle linee guida professionali non è imputabile alcunché; Mancanza di linee guida mediche validate a livello nazionale e riconosciute dai giudici. Nel recente decreto Balduzzi (2012) vi è una specifica previsione in tal senso ma non è stata seguita da norme interpretative in grado di fare ordine tra i differenti protocolli e codici professionali in vigore per i sanitari, al fine di escludere la loro responsabilità; Mancanza di un tetto alla risarcibilità dei danni non patrimoniali. Il decreto Balduzzi imponeva l’adozione delle medesime tabelle previste per i sinistri nella r.c. auto (per il danno biologico) ma il relativo decreto, in discussione da sei anni e già passato al vaglio di numerosi dicasteri, deve ancora essere approvato dal Consiglio dei Ministri; Mancanza di procedure di risk ma- nagement omogenee a livello nazionale per prevenire i sinistri. Gli studi condotti sul campo mostrano che oltre il 50% degli “eventi avversi” sono evitabili utilizzando lo strumento della prevenzione; Carenza di basi statistiche sui sinistri. L’agenzia pubblica Agenas ha il compito di raccogliere e classificare le richieste di risarcimento ma non sempre le Asl sono state finora diligenti nel trasmettere i dati cosicché quella banca dati è ancora largamente incompleta. La rilevazione dell’Ania rappresenta tuttora la fonte informativa più importante sul mercato assicurativo della malpractice però è, in parte, frutto di stime perché non tutte le compagnie straniere operanti in Italia mettono a disposizione i propri dati. L’Ivass (il regulator assicurativo) potrebbe assumere iniziative per consolidare e rendere pubbliche le informazioni del settore, anche per le compagnie operanti in Italia in libertà di stabilimento o libera prestazione dei servizi; Mancanza di chiare regole impartite alle regioni che decidono di coprire per proprio conto il rischio di malasanità. Manca, in particolare, un ob- bligo a costituire fondi appropriati, sul modello delle riserve assicurative. Tutto ciò espone gli enti locali, a causa del lungo iter dei sinistri prima di venire risarciti, al rischio di accumulare nel tempo impegni ingenti di ammontare pari se non superiore a quelli che negli anni passati hanno messo a soqquadro i bilanci regionali che hanno fatto ricorso a prodotti finanziari derivati; Diffuso ricorso alla medicina difensiva da parte dei sanitari al fine di limitare i rischi legali connessi alle richieste di risarcimento. Secondo la principale ricerca condotta in materia, e che risale al 2010, la medicina difensiva pesa per circa l’11,8% nella spesa sanitaria complessiva. Un onere di circa 13 miliardi che potrebbe essere significativamente ridimensionato affrontando le cause che hanno dilatato il fenomeno della malpractice medica. Sconsolante è infine il confronto con le principali esperienze estere. In molti paesi, tra i quali Usa, Gran Bretagna, Francia, Nuova Zelanda e Irlanda, riforme organiche in materia sono state decise tra il 2000 ed il 2003 ed il fenomeno della medical malpractice non rappresenta più un’emergenza. ✓OBBLIGO PER TUTTI GLI ISCRITTI @ DI DOTARSI DI PEC (posta elettronica certificata) Ricordiamo a TUTTI i colleghi che è necessario produrre il proprio indirizzo PEC all’Ordine; chi non ne fosse ancora provvisto, è invitato a generarne uno mediante l’area riservata sul sito dell’Ordine, seguendo le istruzioni indicate. Il Decreto 19 marzo 2013 stabilisce infatti che gli Ordini si fanno garanti dell’accreditamento di tutti i professionisti, e trasmettono i loro indirizzi PEC all’Indice Nazionale INI-PEC (l’Ordine dei Medici e Odontoiatri attraverso la FNOMCeO). È pertanto necessario provvedere quanto prima, poiché un atteggiamento omissivo in tal senso è da considerarsi palese violazione di Legge. VERONA MEDICA 31 ATTUALITÀ Il fenomeno sommerso dell’uso di alte dosi di benzodiazepine FABIO LUGOBONI Medicina delle Dipendenze, Policlinico G.B. Rossi, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona L’uso delle benzodiazepine (BZD) data da più di 50 anni. Gli anni ’60 hanno visto una rapida diffusione d’uso di questi farmaci. Già negli anni ’70 il diazepam diveniva il farmaco più venduto nel UK ed negli USA. La chiave di tale rapido e duraturo successo è spiegabile non solo per la maneggevolezza delle BZD e la facilità prescrittiva dei medici: le BZD possono dare dipendenza e tolleranza anche in tempi brevi per cui il loro uso è stato da tempo raccomandato per un tempo molto limitato (2-4 settimane). Tali raccomandazioni sono state largamente disattese dai medici pratici, dagli enti di controllo governativi e, non va dimenticato, dai pazienti stessi. Non è facile ignorare i rapidi benefici che tali farmaci apportano con effetti collaterali così limitati. Infatti una delle chiavi per comprendere l’enorme diffusione delle BZD sta nella loro sostanziale mancanza di tossicità acuta, veramente con pochi eguali. Allo stesso tempo, l’uso cronico rivela una serie di effetti collaterali rilevanti tra cui deterioramento cognitivo, incidenti stradali, cadute e dipendenza. La tolleranza da BZD è stata segnalata già nel 1961 da Hollister, dopo pochi mesi dall’entrata in commercio del clodiazepossido, ma questa ed altre segnalazioni lungo gli anni 60 e 70 sono state oscurate dalle entusiastiche applicazioni di questi farmaci, capaci di mandare in soffitta i ben meno maneggevoli barbiturici. Uno degli ostacoli che ha impedito una corretta focalizzazione del problema della dipendenza dalle BZD è la tacita accettazione, da parte di medici e pazienti, dell’uso a lungo termine delle BZD (ULT), fenomeno che 32 coinvolge tra il 2 ed il 7.5 % della popolazione dei paesi ad alto sviluppo economico. Questo diffuso modo di pensare non ha preso in considerazione quanti assumono stabilmente alte dosi di BZD (usatori di alte dosi, UAD), relegandoli sbrigativamente al marginale mondo dei disturbi psichiatrici maggiori e dei tossicodipendenti. Questa visione è profondamente parziale. La tolleranza, nel caso delle BDZ, ha alcune caratteristiche rispetto altri farmaci d’abuso. La tossicità molto bassa delle BZD (diversa dagli oppiacei o dall’alcool) e la capacità di indurre tolleranza, possono portare ad un sovradosaggio a volte davvero sorprendente. Per motivi non ancora chiariti (genetici? Legati a determinati tipi di BZD?) esiste una quota significativa di UAD monodipendenti da BZD che sviluppa tolleranza ma che non hanno disturbi psichiatrici maggiori. La ricerca epidemiologica ha sostanzialmente trascurato gli UAD. Al momento attuale sono inoltre pochi gli studi che abbiano valutato la qualità di vita negli assuntori a lungo termine di BZD ed ancor meno negli UAD della popolazione generale, nonostante le dimensioni significative del problema. Dai pochi dati esistenti, un uso superiore alle dosi massime consentite riguarda l’1,6% della popolazione svizzera ed il 2% della popolazione tedesca, paesi dove è molto più difficile ottenere una BZD senza ricetta, rispetto all’Italia. Questo fenomeno potrebbe quindi coinvolgere, con intensità e gravità diverse, alcune centinaia di migliaia di italiani. La mancata focalizzazione della dipendenza da BZD ha portato ad indicare lo scalaggio graduale delle BZD come terapia unica per le disintossicazioni. Generalmente lo scalaggio, della durata di diverse settimane, funziona, se correttamente applicato, negli ULT, molto meno nel caso degli UAD. Se il decalage è lungo e piuttosto impegnativo per i dipendenti da dosi terapeutiche, diviene quasi una “mission impossible” negli UAD. La cosa è rilevante perché l’astinenza da alte dosi di BZD è un fenomeno medicalmente rilevante, molto mal tollerato e rischioso per la salute del paziente, con disturbi a livello della sfera ansiosa e del sensorio. In alcuni casi può comportare eventi maggiori come crisi epilettiche, potenzialmente (direttamente o indirettamente) letali. Per il sottogruppo di UAD con disturbo di personalità e/o di co-dipendenza da alcol e droghe si va sempre più facendo strada l’ipotesi dell’agonist substitution (sostituzione agonista) con BZD potenti ma a lenta azione (slow onset of action) come il clonazepam, in modo non dissimile da come viene generalmente ed efficacemente proposto il metadone per la dipendenza da eroina. Per gli UAD monodipendenti o con comorbilità meno gravi, un ricovero ospedaliero dovrebbe imporsi. L’impostazione tradizionale prevede in questi casi generalmente uno scalaggio con BZD a lunga emivita ma è gravata da alti costi per la lunghezza dei ricoveri e da un’alta percentuale di abbandoni e di ricadute. È questo l’ambito dove l’uso del flumazenil in infusione lenta (FLU) ha trovato il suo ideale collocamento. Il FLU, somministrato per via parenterale rapida, è usato in tutto il mondo per trattare l’overdose da BZD. Viene considerato quindi un antagonista delle BZD. Dati sperimentali hanno però provato che se il FLU viene somministrato lentamente ed in modo prolungato a pazienti tolleranti alle BZD, contestualmente alla sospensione delle BZD normalmente assunte, la sua azione è di agonismo parziale sui recettori delle BZD e questi soggetti generalmente riportano solo leggeri sintomi e segni astinenziali. Quando VERONA MEDICA ATTUALITÀ utilizzato in disintossicazione da BZD in pazienti tolleranti, il FLU ha mostrato le seguenti azioni farmacologiche: • attenuazione dei sintomi e segni di astinenza • normalizzazione e up-regulation dei recettori delle BDZ • riduzione del craving • limitati tassi di ricaduta Dalle prime esperienze negli anni ’80 su piccole serie di pazienti, il salto di qualità venne fatto da Gilberto Gerra, il primo a proporre un protocollo e ad offrire il trattamento a UAD in regime di Day-hospital. Da allora fino alle esperienze di Hood e coll., sono stati pochi i lavori presentati in letteratura ed ancor meno i centri che hanno praticato la disintossicazione con FLU. Quali barriere frenano dal farlo? Al momento attuale le indicazioni del FLU sono limitate all’intossicazione acuta da BZD, raccomandando prudenza negli assuntori cronici per il rischio di scatenare un’astinenza. La disintossicazione con infusione lenta di FLU stenta a divenire “good practice”, forse per carenza di letteratura o per disinteresse da parte delle aziende farmaceutiche. La recente esperienza di infusione sottocutanea di FLU, aumentando di molto la compliance dei pazienti e risultando più rassicurante per i terapeuti, va senz’altro nella direzione giusta, quella di rimuovere le barriere al trattamento. Naturalmente l’industria farmaceutica non ha interesse nell’approfondire questi problemi legati alle BZD: tutte queste vecchie molecole sono ancora ottimi best-sellers. Fino ad oggi, presso Medicina delle Dipendenze, unità di degenza del Policlinico di Verona, sono stati trattati più di 500 grandi abusatori di BZD. Medicina delle Dipendenze è, tra i 5 centri al mondo che praticano il metodo Gerra, quello che annovera la casistica più numerosa con i casi di assunzione più marcata. Il nostro paziente medio è un soggetto di età media, socialmente integrato, con un uso quotidiano di 400 mg di diazepam/equivalenti (5 flaconi di Valium, per dare un’idea). Ogni giorno riceviamo richieste di ricovero da tutta Italia (l’indice d’attrazione per pazienti fuori regione è del 61 %) per questo flagello che è la dipendenza da alte dosi di BZD. Gerra, nel frattempo, è diventato capo del Drug Prevention and Health Branch dell’UNDOC, l’organismo delle nazioni Unite che si occupa di droga, abbandonando ormai da anni la cura degli abusatori di BZD. Quando lo incontro tende a stupirsi della progressione delle richieste, cosa che ha stupito anche noi per anni. Gli anni 2000 hanno visto una robusta affermazione degli agonisti parziali nel trattamento di alcune diffuse dipendenze quali la buprenorfina per la dipendenza da oppioidi e la vareniclina per il tabagismo. L’affermazione del FLU per il trattamento della dipendenza da BZD si sta rivelando molto più lenta. Non avrà il supporto dell’industria farmaceutica, speriamo abbia l’attenzione dei ricercatori e dei clinici di “buona volontà”. Dopo tutto, la dipendenza da BZD è la più tipica forma di dipendenza iatrogena. Conflitto di interessi. Nessuno. BIBLIOGRAFIA 1) Lader M. (2011) Benzodiazepines revisited--will we ever learn? Addiction, 106;2086-2109. 2) Hood, SD, Norman, A, Hince, DA, Melichar, J, Hulse, GK. (2012) Benzodiazepine dependence and its treatment with low dose flumazenil. Br J Clin Pharmacol, [Epub ahead of print] 3) Lugoboni F, Quaglio G. (2013) Exploring the dark side of the moon: the treatment of benzodiazepine tolerance. Br J Clin Pharmacol. 2013 Apr 25. [Epub ahead of print] 4) Fang, SY, Chen, CY, Chang, IS, Wu, EC, Chang, CM, Lin, KM. (2009) Predictors of the incidence and discontinuation of long-term use of benzodiazepines: a population-based study. Drug Alcohol Depend, 104:140-146. 5) Hood, S, O’Neil, G, Hulse, G. (2009) The role of Flumazenil in the treatment of benzodiazepine dependence: physiological and psychological profiles. J Psychopharmacol, 23, 401-409. 6) Lalive, AL, Rudolph, U, Luescher, C, Tan, KR. (2011) Is there a way to curb benzodiazepine addiction? Swiss Med Wkly, 141, w13277. 7) Quaglio, G, Faccini, M, Victorri Vigneau, C, Casari, R, Mathewson, S, Licata, M, Lugoboni, F. (2011) Megadose of bromazepam and zolpidem dependence: two case reports treated with flumazenil and valproate. Subst Abuse, 33:195-8. 8) Gerra, G, Zaimovich, A, Giusti, F, Moi, G, Brewer, C. (2002) Intravenous flumazenil versus oxazepam tapering in the treatment of benzodiazepine withdrawal: a randomized, placebo-controlled study. Addict Biol, 7:385-395. ✂ VERONA MEDICA - Palazzo Vitruvio Cerdone - Via Locatelli, 1 - 37122 VERONA CERCO, OFFRO E SCAMBIO: TEMPO LIBERO ...................................................................................................................................................................................................... DEPENNARE LE VOCI CHE NON INTERESSANO ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................... COGNOME NOME .............................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................................. INDIRIZZO ................................................................................................................................................................................................................................................................ TELEFONO .............................................................................................................................................................................................................................................................. Nº TESSERA ORDINE VERONA MEDICA ............................................................................................................................................................................................................................... 33 STORIA DELLA MEDICINA La medicina militare tra storia, etica e attualità Relazione tenuta al Convegno FNOMCEO “La sanità militare nella Grande Guerra” Asiago - 19/07/2014 RAIMONDO IBBA (Presidente OMCeO di Cagliari) Dedicata a “Piero” che dorme “sepolto in un campo di grano” dove “non è la rosa, non è il tulipano”, che gli “fan veglia dall’ombra dei fossi”, “ma sono mille papaveri rossi” (da F. De Andrè – La guerra di Piero, 1964) Il corpo della sanità militare italiana fu istituito nel 1833 da Carlo Alberto di Savoia, che fu Re di Sardegna dal 1831 al 1849, successore dello zio Carlo Felice, che non aveva lasciato eredi, e che a sua volta lasciò il regno al figlio Vittorio Emanuele II. La denominazione di Sanità Militare fu del 1845 e nella sua semplicità organizzativa prevedeva soltanto un “ruolo medici” e un “ruolo farmacisti”. Erano gli anni del Risorgimento e le guerre erano guerre di movimento, prevalentemente di dimensione locoregionale, perché dopo la caduta di 34 Scuola di Sanità militare a Firenze Napoleone a Waterloo non ci furono più guerre a coinvolgimento sovranazionale. Si può dire che da Waterloo a Sarajevo fu un periodo di pace per l’Europa lungo 99 anni, dal 1815 al 1914. E anche in l’Italia, dopo il 1871, una volta raggiunta l’Unità, se si esclude il biennio della guerra di Libia 1911-1912 non era emersa l’esigenza di mettere mano ad una organizzazione militare sanitaria ai fini di guerra. Tanto che l’esercito stesso veniva impiegato più per compiti di protezione civile (terremoti e alluvioni) che per funzioni di belligeranza. Iniziava a farsi strada l’idea che il “ruolo medici” e il “ruolo farmacisti” dovesse essere meglio valorizzato, adeguato e aggiornato in funzione delle novità scientifiche verso cui la medicina di fine 1800 procedeva. Fu perciò istituita la Scuola di Sanità militare a Firenze che tra le varie finalità aveva anche quella di addestrare il personale alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione delle patologie esotiche presenti nelle colonie che l’Italia andava via via conquistando. Era perciò una sanità militare impegnata in un ruolo programmato, preparata ad affrontare difficoltà previste e prevedibili. L’Italia entrò nella “Grande Guerra” il 24 maggio 1915, mentre il “Piave mormo- VERONA MEDICA STORIA DELLA MEDICINA 1915 - Vaccinazione TABTE in linea rava”, 10 mesi dopo l’inizio delle ostilità. Finiva così la Belle Époque, e da allora nulla fu più come prima, neppure in medicina. Nella sanità militare il primo compito diventa quello di rimettere i feriti in condizione di ritornare a combattere al più presto. La realtà da subito shoccante della prima guerra mondiale spezzò il flusso lento della routine, e mise a nudo tutte le inadeguatezze del sistema fino ad allora utilizzato come riferimento. Bisognava colmare il divario tra bisogni assistenziali e l’esistente disponibilità di uomini e mezzi. Al Corpo di Sanità Militare furono affiancati: • i militarizzati della Croce Rossa Italiana, ente autonomo dotato di circa 9.500 uomini, 1.200 ufficiali e 209 unità tra ospedali, ambulanze e treni, • i militarizzati del Sovrano Ordine Militare di Malta. La guerra di trincea era per tutti un’esperienza nuova e terribile, una guerra diversa rispetto a tutte le precedenti, per la quale tutti erano impreparati. Le mitragliatrici leggere erano diventate la principale arma della fanteria, l’artiglieria pesante era molto più potente ed efficiente, gli aggressivi chimici e, non ultimo, il ruolo dell’aeronautica, che nell’arco di alcuni mesi passò da semplice strumento di rilevazione dei movimenti delle truppe avversarie a terra, a strumento che montava macchine fotografiche prima, mitragliatrici poi e infine anche un meccanismo di sgancio bombe VERONA MEDICA per offrire appoggio tattico alle forze di terra. Ma soprattutto era una guerra di posizione, con i reticolati e le trincee nemiche contrapposte, che si fronteggiavano talvolta a distanza di poche centinaia di metri, in una sorta di paralisi dell’azione che dilatava i tempi e rendeva soffocante la vita in trincea. Fu una guerra che fece la fortuna del cinema che seguì, dal primo film sul tema “Charlot soldato” già del 1918 fino a “La montagna silenziosa” del 2014, segno di una esperienza che ha condizionato, e determinato, gli scenari futuri politici, sociali e culturali, di cui il cinema, passando anche attraverso la trasposizione filmica di capolavori letterari come “Addio alle armi” di Hemingway o “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Remarque, ha dato testimonianza anche dei diversi giudizi che su di essa si sono formati nel corso degli anni, e che ancora non restituiscono una interpretazione univoca di quella guerra, tra chi la proponeva come una guerra eroica e chi dava degli avvenimenti una visione più quotidiana e popolare, chi la indicava come la prosecuzione e il completamento dell’unità nazionale avviata col Risorgimento, chi come una inutile carneficina. Certo è che le motivazioni con cui i soldati partecipano ad una guerra non sono ininfluenti sul risultato finale della stessa guerra. Più avanti avremo occasione di rilevare quanto questo aspetto si sia rivelato Guerra: questa volta alle pulci Feriti da Iprite importante in molti episodi di natura medico-legale, che specificheremo più avanti, e che coinvolsero con responsabilità diretta l’organizzazione sanitaria militare. Gli scontri si erano arenati quasi subito sulle Prealpi trentine e sull’Isonzo e questo pose i nuovi grandi problemi sanitari relativi alla vita nella trincea e al conseguente sviluppo del conflitto ad essa connesso. Tra le patologie più importanti, oltre alla TBC, grave fu il ruolo del colera. Fin dal luglio 1915 si erano manifestati casi di colera nella regione del Basso Isonzo, veicolati dagli austriaci che da poco avevano conquistato la zona. Questi avevano infatti subìto gravi perdite tra le divisioni provenienti dalla Galizia, ove si erano verificate appunto epidemie di colera nell’inverno 1914-1915. Nel periodo 1915-1916 furono colpiti dal colera 16.000 militari italiani con una mortalità superiore al 25%. Furono perciò introdotta la vaccinazione anti colerica e insieme a questa anche quella anti tifo-paratifo e antitetanica. Le spore del clostridium tetani contaminavano sempre le ferite, ma la vaccinazione, effettuata con tossina tetanica resa atossica con iodio, riuscì a ridurre la mortalità a 1 ferito ogni 33.000 casi. Il Regio Esercito Italiano fu la prima forza armata al mondo ad adottare con successo e grandi benefici questa vaccinazione. Nei militari provenienti dai Balcani si re- 35 STORIA DELLA MEDICINA Lezione di anatomia all’Università castrense di San Giorgio di Nogaro gistrarono tra la primavera del 1916 e l’armistizio 4.970 casi di malaria. In generale il Veneto, principale campo di battaglia sul nostro fronte, era territorio malarico, dal delta del Po fino al confine austriaco, perché nella zona vi erano acquitrini ed aree che venivano sommerse dall’esondazione dei grandi fiumi ove l’acqua stagnava. Ma anche gli scavi lasciati aperti per la costruzione interrotta di strade e ferrovie – così come gli scavi delle stesse trincee - si riempivano facilmente di acqua stagnante che diventava un habitat naturale per le larve di anophele. I soldati affetti e i prigionieri di ritorno dai campi di battaglia o di prigionia contribuivano a diffondere la malattia tra la popolazione civile in un susseguirsi drammatico di dolore e morte. Tra le malattie infettive trasmesse dall’acqua e dal cibo vi furono anche le infezioni da escherichia coli e la febbre tifoide. In guerra non si muore solo per azione o per ferite da combattimento, ma anche per le condizioni climatiche, per la scarsissima igiene dell’ambiente di vita, sia personale che collettivo, per la promiscuità tra le persone e le abitudini, le culture e le provenienze diverse tra soggetti che si erano trovati a stare insieme in modalità del tutto impreviste. E’ facile la diffusione delle malattie infettive trasmesse da zecche, pidocchi, pulci, topi, inquilini presenti in trincea allo stesso rango dei soldati; ma anche quelle connesse al congelamento e alla scarsa alimentazione che, a sua volta, ulteriormente predisponendo ad un indebolimento del sistema immuni- 36 tario, favoriva il dilagare delle patologie infettive. Tra le malattie trasmesse dai vettori le più importanti furono il tifo petecchiale (rickettsiosi da pidocchi) e l’acaro della scabbia a causa, oltre che dell’affollamento delle trincee, delle pessime condizioni igieniche, della promiscuità e soprattutto dell’inquinamento delle acque. Anche le malattie a trasmissione sessuale ebbero la loro parte, soprattutto blenorragia e sifilide, dovute al fatto che a ridosso delle linee di combattimento si attrezzavano, con grande rapidità e tempestività, efficienti e ben frequentati bordelli, quando l’unico rimedio disponibile era la chemioterapia con Salvarsan che Paul Erlich aveva scoperto alla fine del 1800. Fu necessario adottare iniziative di prevenzione e sorveglianza delle malattie epidemiche. Aggiungiamo infine le grandi difficoltà di comunicazione tra gli stessi commilitoni, perché il linguaggio comunemente usato tra loro era quello dei dialetti locali delle rispettive provenienze, che di certo non rendeva facile capirsi, spiegarsi, cooperare, eseguire sincronicamente gli ordini e interagire, tra siciliani, calabresi, abruzzesi e veneti, lombardi e piemontesi. A ciò si aggiunga la scarsa fiducia che le truppe nutrivano verso i loro comandanti, che aumentava man mano che si allungava la durata del conflitto. La sanità militare doveva perciò gestire tale vastità e complessità di nuovi problemi, per cercare di contenere il numero dei feriti. A tutto ciò doveva aggiungersi la novità rappresentata dalle patologie traumatiche di nuovo tipo e quella connessa all’enorme numero di feriti dovuto alle nuove armi da fuoco e ai bombardamenti. Tra i nuovi mezzi bellici che misero a dura prova l’organizzazione sanitaria ci furono gli aggressivi chimici, utilizzati per la prima volta sul fronte dell’Isonzo nel luglio 1916, mentre subito dopo comparve, anche sul fronte italiano, l’iprite, un gas asfissiante al cloro usato per la prima volta dai tedeschi contro i russi a Ypres, in Belgio, il 22 aprile 1915. A contrastare l’effetto dei gas furono le maschere antigas e le tecniche di bonifica. Nuovi e rilevanti erano i disturbi psichici (ansia, depressione, angoscia fino a vere e proprie manifestazioni psichiatriche di follia) legati al senso di morte costantemente presente nella vita quotidiana dei soldati, sia per essersi trovati 1918 Monte Tomba – Ospedale da campo VERONA MEDICA STORIA DELLA MEDICINA a fianco dei commilitoni caduti durante gli assalti (i cui corpi, quando non potevano essere recuperati, cosa che accadeva di solito la notte, giacevano talora in cumuli a poca distanza da chi era uscito fisicamente indenne dal fuoco nemico ma molto scosso dal versante psichico), sia per il senso di impotenza verso i bombardamenti, mentre emergeva la consapevolezza di aver lasciato a casa potenziali vedove e orfani, e nessun perché era sufficiente a far nascere dei convincimenti diversi. Queste riflessioni esitavano nel 7,8% dei casi in vere e proprie sindromi psichiatriche strutturate, dovute a quello che oggi chiamiamo disturbo post-traumatico da stress e legate ad un vero e proprio logoramento psichico del soldato. Il soldato viveva costantemente con il senso della morte imminente motivo di stress così alto da indurre verso la devianza mentale e la fuga dalla realtà. Illuminante in tal senso è la sequenza del film “Uomini contro” di Francesco Rosi, del 1970, tratto da libro di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano”, dove un ufficiale medico nasconde un atto di autolesionismo che un soldato si procura col moschetto perché non più in grado di reggere lo stress psichico della guerra. Responsabile della sanità militare fu, per tutto il periodo della guerra, il Gen. Medico Francesco Della Valle, che comprese subito che un tale bisogno di assistenza ai feriti non poteva essere garantita dalla sola disponibilità del personale sanitario presente allo scoppio della guerra. La scarsità di ufficiali medici disponibili venne superata con la richiamata alle armi dei medici delle classi fino al 1870 1916: S.Giorgio di Nogaro - Ospedale da campo VERONA MEDICA Asiago 1916 – sgombero di feriti in ambulanza e degli studenti degli ultimi due anni del corso di laurea. Questi ultimi venivano rapidamente formati, laureati e addestrati all’università castrense di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, nei periodi in cui le operazioni belliche erano meno intense. In tal modo fu possibile che ai quasi 800 ufficiali medici in servizio permanente effettivo all’inizio delle ostilità se ne affiancassero altri 14.000 delle varie categorie di richiamati, che diventeranno 17.000 alla fine della guerra. In prima linea c’erano i posti di medicazione o di primo soccorso, in genere uno per battaglione, dove si prestavano le prime cure e avveniva la prima classificazione dei feriti secondo un codice colore: bianco, ferito leggero - verde, ferito grave ma trasportabile - rosso, ferito grave non trasportabile, quindi da lasciar morire. Il posto di medicazione era dotato di cofani di sanità, contenitori per materiali di vario tipo che venivano trasportati su apposite carrette, sacchi di medicazione, materiale per la difesa chimica, viveri, acqua, mezzi di illuminazione e barelle, e una formazione sanitaria mobile che seguiva i movimenti del reparto in combattimento con lo scopo di raccogliere e medicare immediatamente i feriti. La tintura di iodio e l’aspirina erano le uniche sostanze medicamentose a disposizione e quindi le più utilizzate e pertanto da non dover mai mancare. Per tale motivo venivano somministrate solo negli ospedali e nelle infermerie non potendo il soldato portarne con sé nello zaino. La prima Penicillina infatti arriverà solo nel 1929 ad opera di Alexander Fleming e i primi sulfamidici nel 1935 ad opera di Gerhard Domagk. Il soldato italiano perciò andava in guerra con una dotazione sanitaria molto semplice costituita da garze, maschera antigas e occhiali protettivi contro i gas lacrimogeni. Gli addetti al servizio si dividevano in due categorie: quelli del Corpo Sanitario e i militari di supporto assegnati per l’occasione. In un reggimento l’assistenza ai malati e ai feriti era diretta da un capitano medico aiutato da subalterni nei battaglioni. Il recupero dei feriti era una vera e propria impresa tra granate, raffiche di mitragliatrici, fucilate dei cecchini e corpi dei soldati ormai morti e abbandonati; spesso avveniva di notte, avvalendosi di cani che perlustravano il territorio, i 37 STORIA DELLA MEDICINA quali una volta trovato il ferito si accucciavano vicino a lui richiamando il personale di soccorso. Il battaglione aveva due caporali aiutanti di sanità in grado di dirigere le squadre di barellieri, nel numero di otto per compagnia Bisognava organizzare anche strutture ospedaliere per la cura dei feriti Una volta che venivano portati via dalla prima linea passavano all’ospedale da campo, all’ospedale di retrovia fino all’ospedale di riserva Dal posto di medicazione di primo soccorso il ferito veniva trasportato a braccia, oppure in barella, o a dorso di mulo oppure addirittura in teleferica all’ospedale da campo, dove i medici effettuavano i primi interventi chirurgici d’emergenza e, se andava male, c’era sempre annesso in piccolo cimitero. Se invece andava bene i feriti venivano inviati con autocarri, ambulanze o addirittura barche agli ospedali da campo divisionali o d’armata, che erano dotati di vere e proprie sale chirurgiche, sterilizzatrici, apparecchiature radiologiche. Qui i feriti venivano curati e se non erano gravi completavano la loro degenza. Se invece erano considerati gravi venivano trasferiti agli ospedali di riserva per la lunga degenza. Il trasferimento avveniva con autocarri e con treni o navi ospedale. A guarigione avvenuta il soldato si recava al suo distretto militare per una visita di idoneità, che doveva stabilire se fosse di nuovo in grado di tornare al fronte a combattere, e se tale veniva riconosciuto non necessariamente rientrava nel reparto di provenienza. Gli ospedali da campo avevano da 50 a 100 e 200 posti letto. Potevano essere mobili, per poter es- Stufe di disinfestazione Giannoli 38 1917 – Ospedale di Retrovia sere spostati secondo le esigenze tattiche, ma divennero molto spesso stabili a causa della staticità del fronte. Solo la grande offensiva di Caporetto (novembre 1917) causò un esteso spostamento di strutture sanitarie, determinando la perdita di interi ospedali, attrezzature e materiale in quantità consistente. Dietro le prime linee c’erano gli ospedali di retrovia, ma tutti gli ospedali civili nazionali operavano anche come ospedali di retrovia, perché ponevano a disposizione delle necessità militari appositi reparti e infermerie. Per tentare di arginare l’inarrestabile fiumana di feriti furono istituiti: organi ispettivi misti – militari e non –, laboratori batteriologici, clinici e tossicologici; strutture di osservazione per pazienti infetti da monitorizzare e convalescenziari per malati in via di guarigione; sezioni di disinfestazione, autocarri con potabilizzatori, stufe di disinfestazione Giannoli (che saranno utilizzate anche nella seconda guerra mondiale) per la sterilizzazione delle uniformi e della biancheria, bagni e docce da campo. Grande ruolo ebbe la chirurgia. Le ferite all’addome erano le più difficili da curare e spesso i chirurghi si rifiutavano di operarle, perché anche la più semplice operazione poteva essere fatale per l’alta frequenza di complicanze, soprattutto la setticemia e il dissanguamento emorragico. L’amputazione di arti o di sue parti, ma anche l’enucleazione dell’occhio era spesso la soluzione più praticata perché la più rapida. Paradossalmente il ferito meno grave e con maggiore possibilità di sopravvi- venza aveva la priorità sul ferito più grave che aveva meno possibilità di ripresa e di poter ritornare al fronte. L’etica della professione di allora pone problemi, seppure in puri termini di ipotesi ancora oggi, e una riflessione sotto questo aspetto è uno dei motivi che ci vede radunati qui oggi. Naturalmente era una chirurgia non affiancata dai sussidi anestesiologici (il narcotizzante più usato era la grappa o il cognac!) e trasfusionali, anche perché la disciplina non si era ancora scientificamente costituita. L’austriaco Karl Landsteiner aveva scoperto l’esistenza dei gruppi sanguigni già nel 1901 (ma scoprirà il fattore Rh solo nel 1940). Era pertanto naturale che solo qualche medico fosse a conoscenza dell’argomento, ma niente di più. L’ufficiale medico provvisto dei gradi esteriori di riconoscimento non poteva, purché disarmato e senza armi con sé, esser fatto prigioniero secondo la Convenzione di Ginevra del 1864. Tuttavia, un prezzo altissimo pagò anche il personale sanitario, sia per trovarsi esposto in prima linea a fianco dei soldati, sia per l’esposizione costante al rischio infettivo. Morirono 720 medici, di cui 397 in combattimento, e furono riconosciute 255 medaglie d’argento, 1164 di bronzo, 375 encomi solenni, numerose croci di guerra al valore. Non meno importante fu la funzione medico-legale che venne assegnata alla sanità militare, sia per quanto riguarda la determinazione dei criteri di idoneità al servizio militare sia in riferi- VERONA MEDICA STORIA DELLA MEDICINA mento a quali patologie e condizioni comportassero la riforma o l’assegnazione a servizi sedentari. Compito essenziale fu l’accertamento dei casi di simulazione di malattia, fino ad atti di vero e proprio autolesionismo che, dapprima rarissimi, divennero, con la prosecuzione del conflitto e il suo acuirsi, sempre più frequenti e complessi. Tuttavia in quella guerra il medico era non solo il riferimento per l’assistenza medica, ma anche l’unico barlume di umana comprensione e di coesione e fiducia tra i soldati, tanto che negli anni del primo dopoguerra la sua figura sarà così “sacralizzata da divenire una componente fondamentale del mito Caserma Maglio a Firenze: monumento ai medici caduti in guerra patriottico nazionale” (Antonello Gibelli – L’officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale. Ed. Bollati Boringhieri, Torino, 1998) e a veder eretto, nel 1924, nel cortile della Caserma Maglio di Firenze un “Monumento al medico caduto in guerra”, opera dell’artista Arrigo Minerbi. 1916: Brigata Sassari sul Carso A distanza di 100 anni da quella dolorosa esperienza è lecito domandarsi: le guerre possono essere ancora oggi una modalità di risoluzione dei problemi tra stati o tra popoli? Vediamo cosa accade proprio in questi giorni in Ucraina e tra Israele e Palestina! Può la diplomazia internazionale sostituire la guerra nel ruolo di risolutore dei conflitti? Gli ideali di pace, sempre più diffusi e presenti, possono davvero favorire il contenimento dei conflitti? Oppure la guerra è una componente imprescindibile del divenire del mondo? Lo stato di guerra sospende la morale? In conclusione: la tragedia della grande guerra costò all’Italia 653.000 morti (200 mila in più rispetto alla guerra 1940-45), più di 900 mila feriti, alcune centinaia di migliaia di dispersi e un numero indefinibile di mutilati e invalidi. Ma ha insegnato che si può riconoscere come nascano le cose buone e come nascano le cose cattive, che l’inimicizia tra i popoli e le etnie va lasciata decantare, e che la memoria ci può aiutare a costruire un percorso virtuoso che conduca l’umanità a progredire, nel rispetto di ciò che è considerato diverso e nella tolleranza di ciò che non è condiviso. Con la Grande Guerra iniziava una nuova modernità, fatta di nuovi mezzi, nuove invenzioni, nuova scienza, nuova tecnologia, nuovi eroi e, appena 20 anni dopo, nuovi orrori. Permettetemi infine di rivolgere un pensiero commosso alla BRIGATA SASSARI – 2 medaglie d’oro al valore militare – e al mio conterraneo EMILIO LUSSU che visse su questo altipiano per un anno (dal giugno 1916 al luglio 1917), 4 volte decorato al valor militare (di cui 2 medaglia d’oro), capitano della Brigata Sassari, intellettuale, ideologo, letterato, scrittore, uomo d’azione e politico sopraffino, i cui insegnamenti rappresentano ancora oggi per noi vivido esempio di “Giustizia e Libertà”, democrazia, impegno civile. Nuova pagina WEB dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Verona www.omceovr.it Informazioni e servizi “on line” VERONA MEDICA 39 FNOMCeO Odontoiatra e Odontotecnico possono essere insieme in una STP? Desidero inviare questa risposta ad uno specifico quesito trasmessoci dal Presidente della Cao di Biella, Dr. Gabriele Jon, che ringrazio, ritenendo l’argomento di interesse generale: “In riferimento al vostro quesito del 14 luglio u.s., premesso che la collaborazione fra dentista e odontotecnico è assolutamente indispensabile per poter offrire prestazioni protesiche di qualità al paziente nel contesto di un piano terapeutico e riabilitativo di responsabilità diretta del Medico, è altrettanto fondamentale che le rispettive competenze non si confondano, proprio per tutelare la salute del paziente. Considerato che il D.P.R. 14/01/97 fissa i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio nelle strutture pubbliche e private del SSN per le attività sanitarie, è compito di ogni Regione regolamentare nello specifico la materia. Quanto alla coesistenza nei medesimi locali del laboratorio odontotecnico con lo studio odontoiatrico occorrerà verificare, pertanto, se la normativa regionale e comunale di competenza preveda specifici divieti. Varie sono le forme di collaborazione tra le due figure anche se è necessaPUBBLICITÀ rio tener sempre presente il limite sino al quale tali nuove strutture possono spingersi senza entrare in contrasto sia con la normativa che tutela la professione sanitaria (Legge 175/1992) sia con quella che tutela l’attività dell’arte ausiliaria dell’odontotecnico (R.D. n. 1334 del 31/05/1928). Con l’istituzione delle Stp (Società tra Professionisti) gli odontotecnici potrebbero entrare in società con l’odontoiatra come soggetto non professionista soltanto per prestazioni tecniche (e quindi non certamente con la possibilità di rapportarsi con i pazienti) o per finalità di investimento (art 10 comma 4 della legge 11 novembre 2011 n. 183). È ovvio che per prestazioni tecniche non vanno certamente intese attività di carattere sanitario che sono di esclusiva competenza dei soci professionisti. Con la nuova norma, infatti, si possono costituire tutti i rapporti associativi previsti dal codice civile e il rapporto associativo può essere instaurato, pertanto, anche tra professionisti non iscritti ad un albo, purché cittadini europei e in possesso di un titolo abilitante. Inoltre la normativa non impone che l’amministrazione societaria sia affidata ad un odontoiatra: anche un socio tecnico o un socio di puro investimento o un soggetto estraneo alla compagine societaria può assumere nella società professionale la funzione di amministratore: l’importante è che le prestazioni siano svolte in via esclusiva da parte dei soci in possesso del titolo abilitante allo svolgimento di dette prestazioni e che il numero dei soci professionisti o la partecipazione al capitale sociale dei professionisti, determini la maggioranza dei 2/3. È necessario, però, segnalare che tale coesistenza è posta sotto particolare attenzione da parte delle autorità sanitarie le quali intendono scongiurare la commissione del reato di esercizio abusivo della professione medica di cui all’art. 348 c.p., da parte dell’odontotecnico o altra figura non abilitata, che si configura quando questi ispezioni il cavo orale ed esegua direttamente la rilevazione delle impronte dentarie del paziente. Compito che deve essere esclusivamente svolto dall’odontoiatra. Si ricorda infatti che la professione di odontotecnico non è una professione sanitaria, ma è equiparabile ad un’attività artigianale”. Cordiali saluti. GIUSEPPE RENZO PROPOSTA IMMOBILE PER POLIAMBULATORIO Ubicazione: Verona - ottima posizione lungo la strada Statale Via Unità d’Italia 357 – eccellente visibilità – disponibilità parcheggio – alta densità abitativa in quartiere a forte espansione. 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Il testo riduce il numero dei componenti del Cda da 27 a un massimo di 17. Del Consiglio nazionale (il parlamentino della Fondazione), invece, non faranno più parte solamente i presidenti degli Ordini provinciali dei medici e dei dentisti ma anche rappresentanti eletti direttamente dai contribuenti. “Con la modifica dello Statuto abbiamo portato a compimento tutte le riforme che ci eravamo proposti per il mandato 2010-2015 – dichiara il presidente della Fondazione Enpam Alberto Oliveti –. Questo percorso ci rende orgogliosi: nel 2011 abbiamo cominciato riformando il modello di gestione del patrimonio, mettendolo in sicurezza. Nel 2012 abbiamo varato la riforma della previdenza, che ha dato 50 anni di sostenibilità al nostro sistema. Oggi, con un nuovo Statuto, diamo ai contribuenti un Ente in cui possano sentirsi ancora più rappresentati”. amministrazione. Prevista infine l’adozione di un Codice della trasparenza. Il nuovo Statuto, approvato con 86 voti a favore e 2 astenuti, è frutto di tre anni di lavoro della Commissione paritetica Enpam-Fnomceo, del Consiglio di amministrazione dell’Enpam, delle Consulte, del Consiglio nazionale della Fondazione e del confronto con le organizzazioni sindacali di categoria. L’ultima versione del testo ha accolto gli emendamenti di 21 Ordini* (alcuni dei quali tuttavia hanno preferito non partecipare alla votazione), dell’Osservatorio Fnomceo sulla professione medicaodontoiatrica femminile, delle Consulte Enpam della medicina generale, degli specialisti ambulatoriali, degli specialisti esterni e di vari sindacati**. Lo Statuto entrerà in vigore dopo il via libera dei ministeri vigilanti. * Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara, Firenze, Genova, Latina, Milano, Napoli, Nuoro, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Salerno, Sassari, Terni, Trapani, Treviso, Verona. ** Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Cisl Medici, Cgil Medici, Fassid-Snr Fesmed Consiglio Nazionale ENPAM: il momento del voto Prevista anche un’autonoma rappresentanza della professione odontoiatrica. Lo Statuto fissa inoltre l’obiettivo dell’equilibrio di genere e, per cominciare, impone che almeno il 20 per cento dei candidati appartenga al sesso meno rappresentato. Nel Consiglio nazionale, inoltre, ci saranno osservatori dei giovani e dei pensionati. Il nuovo assetto istituzionale, che prevede anche l’abolizione del Comitato esecutivo, comporterà una significativa riduzione delle spese per gli organi collegiali. VERONA MEDICA Il nuovo testo statutario si occupa anche della gestione economica, esplicitando il principio della prudenza e stabilendo che gli investimenti siano fatti secondo modelli procedurali. Lo Statuto, inoltre, elenca in maniera più dettagliata le forme di investimento ammesse e riduce la discrezionalità del Consiglio di amministrazione. Novità riguardano anche i requisiti di moralità e l’accesso alle informazioni: saranno ineleggibili non più solo i condannati in via definitiva ma anche chi patteggia per reati economici, contro la fede pubblica o contro la pubblica Fin qui il testo pubblicato il 28/06/14 sulla pagina web dell’ENPAM. Precisiamo che Verona, insieme ad altri Ordini, tra cui Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara, Latina, Milano, Parma, Piacenza, Potenza, e Trapani (10 Ordini) avevano avanzato la richiesta che per ridurre in maniera consistente i costi degli organi istituzionali della Fondazione il numero dei componenti il CDA fosse ridotto a 5 e quello dei componenti il Consiglio Nazionale fosse ridotto a 50 membri. La richiesta non è stata accolta. Gli Ordini che “hanno preferito non partecipare alla votazione”, sono in effetti usciti dall’aula per protestare contro per la mancata accettazione della richiesta, sono stati Milano, Bologna, Ferrara, Piacenza, Ascoli Piceno, Trapani, Latina e Potenza. c 41 SINDACATI MEDICI Adami (FIMMG): la finta rivoluzione digitale della finta ricetta dematerializzata «È una finta rivoluzione, portata avanti nel più completo silenzio che ha una sola finalità: controllare la spesa sanitaria e fare verifiche fiscali sui cittadini». Su l’Arena del 22 luglio, a firma di P. Colaprisco, le dichiarazioni del segretario provinciale della Fimmg sull’avvio della ricetta dematerializzata nell’ULSS 20 di Verona. «Ma come si può parlare di dematerializzazione della ricetta, visto che noi medici dovremo continuare a compilare, stampare e consegnare ai nostri assistiti un promemoria che oltretutto non siamo tenuti a firmare? E sapete perché dobbiamo comunque consegnare un pezzo di carta? Perché si sono dimenticati che un foglio sul quale incollare le fustelle dei medicinali ci vuole comunque. Fossi nel premier Renzi lo licenzierei in tronco. Insomma, siamo di fronte a una bufala tipica di questo nostro Paese, concepita non dal ministero della Sanità, ma da quello delle Finanze, perché gli obiettivi di questo progetto sono tutto fuorché sanitari». In particolare l’eccezione sollevata è sulle finalità di controllo della spesa invece che offrire servizi all’utenza implementati dal trattamento informatizzato dei dati: «Il progetto della scomparsa della ricetta rossa è stato calato dall’alto dal ministero delle Finanze sul Servizio sanitario nazionale, gli operatori e i cittadini e coperto da omertà totale relativamente alla sua finalità, che non è stata comunicata né a noi medici né ai nostri assistiti. Più che ricetta dematerializzata la chiamerei ricetta controllata, perché lo scopo è di mero controllo economico della spesa sanitaria e fiscale del cittadino, per verificare ad esempio se dichiara di essere esente dal ticket pur avendo un reddito superiore al tetto». Esistono anche imprescindibili problematiche legate alla protezione dei dati sensibili: «I dati del paziente dal mio computer viaggiano verso l’Ulss, da dove vengono inoltrati al Sar, servizio accoglienza regionale, e da là al Sac, servizio accoglienza centrale a Roma. Il garante della privacy, nel suo recente dossier, ha messo in guardia dalle falle nel sistema che gestisce le telecomunicazioni: e se informazioni private finissero nelle mani sbagliate? I cittadini, poi, hanno autorizzato la gestione dei loro dati sensibili?» CARLO MATTEO PERUZZINI QUOTA ISCRIZIONE ALL’ORDINE IL NUOVO GESTORE È ITAL-RISCOSSIONI La riscossione della quota di iscrizione all’Ordine relativa all’anno in corso è ora affidata, per migliori condizioni ottenute e per i migliori servizi offerti, all’Agenzia ITALRISCOSSIONI. EQUITALIA non sarà più, quindi, l’ente incaricato delle riscossioni. L’importo annuale della quota annuale per il 2014 è di euro 188 per l’iscrizione ad un singolo albo e di euro 353 per la doppia iscrizione; l’aumento di euro 8.00 della quota di iscrizione (rispetto a quanto pagato fino al 2013) è stato approvato dall’assemblea annuale all’unanimità in data 28/10/2013 ed è stato notificato sul numero 5/2013 pag. 7 di Verona Medica. L’aumento si è reso necessario per gli aumenti dei costi relativi al mutuo contratto per l’acquisto della nuova sede dell’Ordine e per l’aumento delle spese della gestione ordinaria. La quota di iscrizione all’Ordine non aveva mai subito modifiche negli ultimi 9 anni (se si esclude l’aumento di 2 euro avvenuta nell’anno 2011, aumento che era stato interamente devoluto alla Federazione Nazionale degli Ordini cui il nostro Ordine devolve annualmente la quota di 23 l’anno per ogni iscritto). Il Tesoriere Dott. Fabio Marchioretto 42 VERONA MEDICA SINDACATI MEDICI Nuove nomine degli Organismi Statutari del S.I.Me.T. di Verona In occasione dell’ultima riunione del Direttivo Provinciale S.I.Me.T. tenutasi a Verona il 26/05/2014, risultano eletti e dureranno in carica per un periodo di tre anni i seguenti medici: SEGRETERIA PROVINCIALE: Segretario Provinciale: Dr. Piergiorgio Trevisan (Ulss 20) Vice Segretario Provinciale: Dr. Gabriele La Rosa (Ulss 22) Tesoriere Provinciale: Dr.ssa Lorella Zambelli (Ulss 20) Membro della Segr. Provinciale: Dr. Gheorghe Antonio Horhoi (Ulss 20) Membro della Segr. Provinciale: Dr.ssa Pia Poppini (Ulss 20) COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: Presidente: Dr.ssa Rosalba Biasiucci (Ulss 20) Revisore: Dr.ssa Assunta Andreetto (Ulss 20) Revisore: Dr. Pietro Arcadi (Ulss 20) Revisore Supplente: Dr. Giovanni Sandri (Ulss 22) DELEGATO AZIENDALE ULSS 20: Dr. Gheorghe Antonio Horhoi ([email protected]) DELEGATO AZIENDALE ULSS 21: Dr.ssa Lorena Zambelli ([email protected]) DELEGATO AZIENDALE ULSS 22: Dr. Gabriele La Rosa ([email protected]) A tutti gli eletti le congratulazioni e gli auguri del Comitato di redazione di Verona Medica. RICORDATE...! È fatto obbligo a tutti gli Iscritti: a) denunciare all’Ordine ogni esercizio abusivo della Professione Medica ed ogni fatto che leda il prestigio professionale; b) informare la Segreteria di ogni eventuale cambiamento di qualifica, di residenza e del conseguimento di specialità o docenze, esibendo il relativo attestato in competente bollo. Prestanomismo Si riporta per ulteriori reminescenza, l’Art. 8 della legge n. 1792, che così recita: 1) Gli esercenti le professioni sanitarie che prestano comunque il proprio nome, ovvero la propria attività, allo scopo di permettere o di agevolare l’esercizio abusivo delle professioni medesime sono puniti con l’interdizione della professione per un periodo non inferiore ad un anno; 2) Gli Ordini e i Collegi Professionali, ove costituiti, hanno facoltà di promuovere ispezioni, presso gli studi professionali, al fine di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti alle rispettive professioni. TRACCIABILITÀ DELLE LOCAZIONI: BASTA PAGAMENTI IN CONTANTI La Legge di Stabilità per il 2014 ha introdotto l’obbligo di effettuare il pagamento del canone di locazione con mezzi tracciabili. Di conseguenza non sarà più possibile pagare in contanti. L’obbligo è esteso anche alle locazioni transitorie, quelle stipulate con studenti e quelle turistiche. Dal 01.01.2014 scatta l’obbligo per i proprietari di incassare il corrispettivo solo con assegno o con bonifico o con altro mezzo tracciabile. VERONA MEDICA 43 LIBRI RICEVUTI Etica medica nella vita militare. Per iniziare una riflessione Il libro di Maurizio Balistrieri, Maurizio Benato e Maurizio Mori è stato presentato, all’ora del tramonto, nella suggestiva piazza del Municipio ad Asiago, con Walter Gatti, Maurizio Balistrieri, Aldo Pagni, Maurizio Benato e il Generale Federico Marmo, nel corso di un evento promosso dalla FNOMCeO venerdì 18 luglio, la sera prima del convegno “La medicina militare tra storia, etica e attualità”. Il libro (144 pagine, 17,50 euro) raccoglie i contributi di esper ti, docenti universitari e cultori della materia. Maurizio Balistrieri è ricercatore di Filosofia morale presso l’Università di Torino ed è stato Presidente del Comitato di Bioetica del Policlinico Militare del Celio dal 2005 al 2013. Maurizio Benato è Vice-Presidente della FNOMCeO e Presidente OMCeO di Padova. Maurizio Mori è professore ordinario di Bioetica all’Università di Torino e dirige Bioetica. Rivista interdisciplinare. Durante la presentazione, diversi sono stati i richiami, in par ticolare da par te di Aldo Pagni, all’ar ticolo 77 del nuovo Codice di Deontologia medica della Federazione. Ma sullo sfondo resta la domanda: il medico militare è legittimato ad agire secondo principi diversi rispetto a quelli che seguono gli altri medici? Per cercare una risposta e per iniziare una riflessione, occorre leggere questo volume. NORME COMPORTAMENTALI PER I MEDICI CHE EFFETTUANO SOSTITUZIONI Si ricorda che all’atto dell’affidamento/accettazione dell’incarico di sostituzione devono essere sottoscritti i seguenti punti: • Il Medico Sostituto deve garantire il pieno rispetto degli orari d’ambulatorio e può modificarli solo previo accordo col Medico Titolare, tenuto conto dei disagi dell’utenza. • Il Medico Sostituto deve garantire lo stesso periodo di reperibilità telefonica attiva che viene garantita dal Medico Titolare (in genere ore 8-10 con risposta diretta del titolare o di altra persona). • Nelle giornate di sabato e nei giorni prefestivi il Medico Sostituto deve rispettare gli impegni del Medico Titolare, deve effettuare la reperibilità telefonica e/o l’ambulatorio qualora fosse prevista attività ambulatoriale e deve effettuare le visite richieste anche se dovesse comportare un prolungamento dell’orario oltre le ore 10 del mattino. • Il Medico Sostituto si impegna a sostituire un solo medico per volta, salvo casi particolari -dichiarati- nello stesso ambito di scelta, per garantire agli utenti una presenza effettiva nella sede d’attività del tutto simile a quella del titolare. • Eventuali accordi tra Medico Titolare e Medico Sostituto al di fuori di questo regolamento devono comunque tenere presente che interesse principale è anche evitare disagi e servizi di scarsa qualità agli assistibili. 44 VERONA MEDICA LIBRI RICEVUTI Storia del Codice Italiano di Deontologia Medica Dalle origini ai giorni nostri Il Codice di deontologia medica rappresenta la summa delle regole comportamentali che i medici sono chiamati a rispettare nella loro professione. Tali norme di condotta si ispirano a principi etici condivisi dalla categoria, che affondano le loro radici in un antico passato, quando l’arte medica muoveva con graduale consapevolezza i suoi primi passi lungo il sentiero della conoscenza. Scrutare l’evoluzione etica di questi principi e della relativa produzione deontologica significa delineare lo sviluppo della stessa professione medica, sino a determinarne gli attuali punti di forza nonché gli aspetti critici. Da una parte il vertiginoso progresso biomedico e biotecnologico e il nascere di conseguenti interrogativi bioetici, dall’altro la maturazione del diritto di autodeterminazione da parte del paziente, stanno modificando nel profondo la figura del medico, il suo rapporto con il proprio sapere e la prassi clinica, con la società e la singola relazione di cura. La complessità del sistema sanitario in tutte le sue sfaccettature e del corrispettivo corpus giuridico, teso a garantire sempre maggiore efficienza e opportunità, tuttavia spesso problematizza l’attività del singolo professionista, atomo in un mondo che continuamente muta i propri contorni. Riuscire a stare al passo con i cambiamenti storici e culturali delle nostre moderne società rappresenta la vera sfida della professione medica, nel seguire l’inevitabile corrente del divenire e allo stesso tempo restando saldamente ancorata a se stessa, a ciò che di più profondo la individua: i propri principi morali. Per tali ragioni la ricostruzione storica dell’etica e soprattutto della deontologia medica presentata nel volume VERONA MEDICA dall’altro di ripercorrere la storia delle Associazioni mediche, fonti dell’autoregolamentazione disciplinare. Il volume, che in apertura presenta un’utile descrizione dei termini ricorrenti in materia (“etica”, “etica medica”, “deontologia”, “deontologia medica”), al fine di cogliere l’evoluzione complessiva dei diversi impegni etici formali riconosciuti dai medici volge inoltre lo sguardo temporale in una duplice direzione: al passato del Codice di deontologia medica, con l’indagine sulle precedenti forme del Giuramento e del Galateo dei medici, e al suo futuro prendendo in esame il progetto di un unico Codice deontologico indirizzato a tutti i medici europei. Di rilievo anche il CD allegato al volume, che colleziona tutti i testi dei Codici di deontologia medica a partire dal Codice deontologico della Camera dei Medici dell’Istria, datato 20 dicembre 1897 e riportato alla luce dall’Autrice, sino all’edizione attualmente in vigore, il Codice deontologico approvato dalla FNOMCeO il 18 maggio 2014. AMEDEO BIANCO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI “Storia del Codice italiano di deontologia medica. Dalle origini ai giorni nostri” scritto da Sara Patuzzo, filosofa di formazione, ricercatrice in Bioetica e Deontologia medica all’Università di Verona, edito da Minerva Medica e patrocinato dalla FNOMCeO, può rappresentare per tutti i soggetti coinvolti nel contesto sanitario una luce capace di illuminare il passato, il presente e di riflesso il futuro dell’operosità medica. Con una prosa chiara e gradevole, viene ripercorso più di un secolo della deontologia medica italiana, offrendo interessanti spunti di riflessione sulla storia intellettuale del mondo medico e le connesse trasformazioni sociali. Il contributo che ne risulta permette da un lato di delineare i tracciati etici e deontologici sui quali nel tempo si è mossa la professione medica, e SARA PATUZZO è Assegnista di ricerca in Bioetica e Deontologia medica presso il Dipartimento di Sanità pubblica e Medicina di comunità, Sezione di Medicina legale, dell’Università di Verona. Laureata a pieni voti cum laude in Filosofia all’Ateneo veronese, dopo una specializzazione e diversi perfezionamenti post lauream consegue il Dottorato di ricerca in Filosofia teoretica, morale e Ermeneutica filosofica all’Università di Torino, durante il quale vince la Borsa di ricerca “Master dei talenti della società civile” della Fondazione Goria. Oltre all’attività accademica, attualmente è impegnata come esperto della Consulta deontologica nazionale della FNOMCeO, componente del Comitato scientifico delle Scuole di Etica medica dell’OMCeO di Rimini e dell’OMCeO di Modena, del Comitato etico per la pratica clinica della ULSS 20 di Verona e del Comitato di redazione della rivista “Decidere in medicina” per la Rubrica “Bioetica e Deontologia”. 45 GIOVANI E PROFESSIONI S.O.S. – Sostituzioni Si prega chi è interessato a dare la propria disponibilità per sostituzioni in medicina generale, di compilare il tagliando riportato a pagina 29 e di spedirlo all’Ordine (Via Locatelli 1, 37122 Verona). MEDICI DISPONIBILI PER SOSTITUZIONI IN MEDICINA GENERALE Cognome - Nome Via Località Dipl. formaz. M.G. Telefono 1 ALBANESI FEDERICA AMBROSI ENRICO AMBROSO LUCA ANTON GENAN ARMANI ROBERTO AVESANI MARTINA AZZALI ANNA CHIARA BAR MARIANA BARAKAT ZIAD BAZZANINI NOEMI BELLINA FRANCESCA BENEDETTI FRANCESCA BIANCHI ANNALISA BIASI CATERINA BIONDAN MARTA BISIGHIN MARIA VITTORIA BISTROT CATERINA BITIRE ELENA BOMBOI MARCO BONASIA TERESA BONDI’ VINCENZO BONETTO JACOPO BORTOLETTI STEFANO BRAGANTINI GIULIA BRIGO MARTINA BRUNELLI CLAUDIO BRUNELLI MARTA BURATO GIULIA BUSTI FABIANA CACCIAMANI GIOVANNI CAPONE SUSANNA CARBONE GIUSEPPE CARLI ALBERTO CASTINO EVA CAVALIERE ELENA CERAVOLO ROSSANA COCCO VALENTINA COGO ILARIA COLLETTA GIULIA COSTANZO ALESSANDRO COVOLO CATERINA DA PRATO GIULIANA DALCEGGIO DANIELA DE CARO IOLANDA DE VLIEGHER EVELIEN DEOTTO NICCOLO’ DEPLANO EMANUELA DI SARRA DANIELA EPURE MIHAELA CRISTINA FAINELLI GIULIA FERRARI FEDERICO FILIPPINI GIULIA MARIA FIN ALESSANDRA FINETTO GIOVANNI FORMAGLIO ANDREA FORMIGARO LICIA GARZON SIMONE GERMENIA SILVA GIANNINI GIACOMO GRANATA ANNA GRAVINA GIACOMO GUARDINI NADIA HABASH ELIAS IELASI MARIANGELA IUORIO ALESSANDRO Via Vasco De Gama 2 Via M. Teresa Di Calcutta 2 Via Luigi Luzzati 7 Via Palazzina 3 Via Cengia 89 Via Fiordiligi 17 Via Sansovino 11 Via San Rosso Via Attilio Mori 12 Verona Legnago Verona Verona San Pietro Incariano Verona Verona Bussolengo Mantova Via F. Perlini 2 Via Ex Internati 26 Via Aquileia 14 Via Sole 9 Via XXV Aprile 13/A Via R. Sandrini 35 Via Ognissanti 4 Via Paolo Borsellino 45 Vicolo Dietro S. Andrea 13 Verona Pescantina Verona Verona Ronco all’Adige Legnago Verona Bonavigo Verona NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO Via Nerio Toffaletti 4 Via Monti Lessini 145/A Via Savonarola 17 Via Giovanni Prati 27 Via Copparo 12/D Via Molino 24 Via Imola 10 Verona Verona Legnago Verona Verona Nogara Verona Colognola ai Colli Nogarole Rocca Verona Salionze Verona Pressana (VR) Verona Verona Verona Illasi Legnago Verona Verona Valeggio sul Mincio Verona Trento Verona Albignasego Verona Verona Verona Verona Bardolino Grezzana Gazzo Veronese Ronco all’Adige Verona Castagnaro Verona S. Pietro in Cariano (VR) Verona Verona Verona Verona Verona San Bonifacio Garda 338 5037198 349 1579083 340 1269942 347 6859953 368 283740 340 3296245 045 575798 346 8203148 345 3463503 347 5935206 338 6725504 340 0505545 339 8986756 340 4878446 380 7080065 333 9758958 349 5344121 348 2286620 045 8016089 328 3649861 333 3606318 340 5056429 340 3801531 349 8184299 392 0946433 339 8424561 393 5686430 340 7814158 045 2520488 340 2491750 335 6893809 045 8348296 340 9231607 349 1617635 333 4003601 338 3641543 348 7906813 347 2619594 347 8453814 392 4645018 348 3015866 339 6606559 340 3538104 320 4860202 392 1617323 347 5823912 340 9331099 347 8495611 392 7509915 347 8921208 340 0587506 339 2505919 347 0146494 389 2727713 328 5354060 349 4745780 347 0782287 339 5240552 340 0625481 349 4120479 346 3356637 349 2325336 339 4573366 393 3671196 333 6831575 46 Via Martiri della Liberta’ 2 Vicolo Teodorico 44 Via delle Agostiniane 29 Via S. Eugenia 57 Via Paolo Sarpi 30 Via Scuderlando 80 Via Polesine 65 Via Italia Nuova 4 Via Rovigo 14 Via del Risorgimento 34 Via Corfù 5 Via degli Scaligeri 2 Via Macello 4 Via VIII Marzo 45 Via Verde da Salizzole 7 Via S. Monica 10 Via F. Perlini 2 Via G. Campania 11 Via Marin Faliero 30 Via Benassù Montan. Via G. dell’Acqua 31 V.Le Europa 15 Via Roma 109 Via Baratin 14 Via Brigata Regina 40 Via Ferruccio Cusinati 136 Via Umbria 19 Via Don F. Oliboni 9 Via Chioda 18 Via Caserma Ospital Vecchio 13 Via Marsala 16 Via Ugo Zannoni 10 Via Gela 31 Via Praissola 18 Via Monte Baldo 40/F NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO SI NO NO NO NO NO NO NO NO NO SI NO NO NO Telefono 2 045 6850094 373 5036908 045 7500193 340 9766903 0442 600180 338 1806830 349 6778910 333 4729557 340 1676443 346 1878315 045 8400667 045 8901622 045 566969 045 6106013 08254 401083 VERONA MEDICA GIOVANI E PROFESSIONI Cognome - Nome Via Località Dipl. formaz. M.G. Telefono 1 Telefono 2 KALOUT KAMEL KUZINA ANNA LAURENTI ALESSANDRA LAVORGNA BARBARA LISTA ENRICO LONARDONI FABIO MAGAGNA LINDA MAGNANI MARGHERITA MAGRINELLI FRANCESCA MARCOCCI ALESSANDRO MARCONI VALERIA MARIOTTO ARIANNA MARIOTTO OLGA MASIERO MARINA MASSARUTTO ALESSIA MAZZEI FEDERICA MAZZI SARA MELOTTI CAMILLA MERLIN GABRIELE GIOVANNI MERRINO MICHELANGELO MINNITI FEDERICA MORANDINI BIANCA STELLA MORANDINI ELEONORA MORATELLO FRANCESCO NARDI CHIARA NGANDIE NJONOU MILLY NICOLI PAOLA PAIANO JACOPO PAPOLA DAVIDE PASETTO TRYSA PASINI ALBERTO PAVAN FEDERICA PERON SILVIA PERONI MARIANA PERRONE DOMINGA PICCINO MARCO PICCOLI MARCO POZZERLE MARIA PRANDO SILVIA PRETO MARIKA PRIVIERO MARCO RAPAGNA FRANCESCA RIGO FRANCESCA RINALDI CATERINA ANNA ROMANO SIMONE ROSSI ANDREA RUTA ELENA SANSOTTA NAIRE SAVVAKI KALLIOPI SAY SVITLANA SCARSINI ROBERTO SCHIRALDI MARIA EMANUELA SERBUSCA DORIN SHOKA ZAHI SIVERO VALENTINA SOLDANI DARIA SPEDICATO DANIELE TABARCEA NATALIA TAHA ABED TANTILLO ILARIA TATTI MARIA FATIMA TOBALDINI OLGA MARIA TOFAN LILIAN TOMEI PAOLA TORRESANI STEFANIA TRUBIAN ALESSANDRA TURATI MARIA GRAZIA VALLICELLA ELISA VENERI ANTONIO VERALDI VITALIANO VIARO TIZIANA VIGNOLA PAOLA VITTORII SILVIA VOLPE GIUSEPPE WEYNE MAGNUS FERNANDA ZAMPIERI ELISA ZAMPIERI RICCARDO ZANOTTI SERENA ZEMINIAN STEFANO ZENORINI ANDREA Via Scuderlando 126 Via G. Matteotti 7 Via delle Are 8 Via G. Favretto16 Via Monte Tomba 22 Via S. Maria in Stelle 5/C Via Tramigna 5 Via Risorgimento Via G. Leopardi 11 Via Trieste 3 Via S. Matteo 26 Via Pola 12 Via Fiume 28/P Via Tesi 40/A Via Aldo Moro 1/A Str. A. Provolo 25 Piazza Zodiaco 36 Piazza G. Marconi, 19 Via Marin Faliero 30 Via Muro Padri 17 Via Ponte Pietra 17 Verona Bussolengo Torri Del Benaco Verona Cerea Verona Soave Verona Soave Verona Soave (VR) Verona San Bonifacio Verona Sommacampagna Verona Bussolengo Bosco Chiesanuova Verona Verona Verona Rivoli Veronese NO NO NO NO NO NO NO 347 6724694 392 3420052 388 7260070 Via Torino 15/A Via Tombole 157 Via Monte Ortigara 25/B Peschiera D/G San Bonifacio Verona Via Regina Adelaide 12 Via Calatafimi 6/A Via Roveggia 27 Via Marmolada 6 Via Scrimiari 45 Verona Verona Verona S. Martino B.A. Verona Monteforte d’Alpone Verona Verona Cologna Veneta Illasi Monteforte d’Alpone Vigasio VERONA MEDICA Via Danieli 6 Via Rovereto 17 Via Stra’ 17 Piazza del Combattente 3 Via Zoppega 16 Viale Europa Via Gioberti 20 Via Scrimiari 45 Via P. Querini 5 Vic. S. Maria In Organo 1 Piazza Vescovado 1 Via Aquileia 22 Via Algeri 19 Via Ponte Asse 13 Via Aquileia 22 Via Scuderlando 161/B Via Marsala 37/B Via Garibaldi 113 Via Ca’ di Cozzi 8 Via B. Romagnoli 84/A Via Imola 2 Via Bertoldi 2 Via R. Ruffilli 2947 Via Pietro Meloni 5 Via Palazzina 76 Via N. Mazza 5 Via Garibba 5 Via Legnago 39 Via dei Monti 4/A Via Monte Belloca 25 Via Mezzomonte 38 Via Don Luigi Benassuti 2 Via Calatafimi 2 Via S. Antonio 50 Via Ronchi 4/B Via Stra’ 57 Via Arnolfo di Cambio 16 Via Dietro Listone7 Via Asiago 9 Via Montesin 38 Via Carlo del Prete 2 Via Valpantena 46/A Via Quadrelli 65/B Via Albino Casella 1 Via San Felice Extra 2/B Via Siedlce 21 Verona Verona Verona Verona Verona Verona Albaredo d’Adige Verona Verona Verona Villafranca (VR) Verona Verona Verona Verona Zimella Verona Verona Verona Verona Verona Grezzana (VR) Verona Verona Cerea Verona S. Martino B.A. Alpo di Villafranca Caldiero Verona Verona NO NO SI NO NO NO SI NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO SI SI NO NO NO NO NO NO NO SI NO NO NO SI SI NO NO SI NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO 328 0011212 329 4239871 348 8210409 349 0062116 348 0176902 348 2658454 340 8776021 349 4082423 349 1857154 347 2479985 349 7282795 347 2411450 328 2660746 338 8926070 340 4157583 320 2586564 340 1533950 327 8889333 345 9898558 338 1439733 333 7123732 328 2710775 338 2828566 329 6190690 346 8079575 348 9238476 328 3738807 339 7286242 328 8832413 349 4698739 340 0631022 347 1218310 329 1257481 340 0537209 348 2585314 045 6100370 349 1880958 349 4641934 348 1682400 333 4193398 335 5941022 340 5199461 340 7767004 393 3305881 347 2597635 329 7158223 347 0940738 388 8928095 340 2737500 380 3662966 045 8903064 347 2313146 347 5892542 347 6301811 349 2927228 345 4240348 340 5907696 349 1028616 347 9341350 347 1611438 388 4717634 348 8752766 340 3934368 347 7853957 335 6302775 346 6784522 340 0715390 045 561407 340 5715075 S. Martino Buon Albergo Cola’ di Lazize Verona Verona Ronco all’Adige Dossobuono Verona Pescantina NO NO NO NO NO NO NO NO 349 0723633 335 6763374 045 8166039 340 3739880 342 7662200 340 3494139 335 1436951 340 6031137 045 7614468 045 7614716 045 7834627 340 9409403 348 8567639 393 0468005 045 7652948 328 5679985 349 6938124 340 9768134 47 GIOVANI E PROFESSIONI MEDICI DISPONIBILI PER SOSTITUZIONI IN PEDIATRIA Cognome - Nome Via Località ABDUL JABBAR ALI AGRESTI LUIGI AKASHEH GEORGE AVESANI MARTINA BARAC ALA BARAKAT ZIAD BONASIA TERESA BORGHESANI MARISA BRUNI FRANCESCA CERAVOLO ROSSANA CIRELLI MARTA DE VLIEGHER EVELIEN DEPLANO EMANUELA EPURE MIHAELA CRISTINA FABBRICI ROMINA FAKES BOULOS GRAMAGLIA MARIA HABASH ELIAS JAFFAL YOUSSEF KALOUT KAMEL LAVORGNA BARBARA MAGNANI MARGHERITA MARIOTTO OLGA MAZZI SARA MELLA ROBERTA PASQUINI ANNA PAVAN FEDERICA PJESHKA MYRVETE RIGON ANTONELLA RIGOTTI ERICA ROMANO SIMONE STUMPO MARIO FRANCESCO TENERO LAURA TESINI ROBERTA TURATI MARIA GRAZIA ULMI DANIELA VENERI ANTONIO VERNA ANNAMARIA VITTORII SILVIA VOLPE GIUSEPPE Via B. Scalari 14 Via G. Trezza 36/A Via del Capitel 13/E Via Fiordiligi 17 Via Gen. dall’Ora 54 Via A. Mori 12 Via delle Polidore 5 Via Pradelle 57 Via Vincenti 1 Via Polesine 65 Via M. Gentilin 29/B Via S Monica 10 Via G. Campagna 11 Piubega (MN) Verona Verona Verona Monzambano Mantova Verona Verona Verona Verona Verona Albignasego Verona Spec. in Pediatria Via Dei Bursi 22 Vicolo Menago 34 Via Almerini 06 Via Praissola 18 Via Gramsci 8/A Via Scuderlando 126 Via Favretto 16 Via Risorgimento Via Fiume 28/P Piazza Zodiaco 36 Via F.lli Bandiera 42 Via C. Cadrega Via Scrimiari 45 Viale Spolverini 112 Via Scuderlando 124 B Via V. De Gama 1 Via Aquileia 22 Via C. Angiolieri 18 Via Collodi 9 V.le della Repubblica 45 Via S. Antonio 50 Via A. Vivaldi 7 Via Stra’ 57 Via Castello 12/A Via Asiago 9 Via Montesin 38 Oppeano Bovolone Legnago San Bonifacio Castel d’Azzano Verona Verona Verona San Bonifacio Bussolengo Legnago Verona Verona Verona Verona Negrar Verona Castel d’Azzano Lavagno (VR) Verona S. Martino B.A. Tregnago Caldiero Castel d’Azzano S. Martino Buon Albergo Cola’ di Lazise SI NO SI SI SI SI SI NO NO SI NO NO SI SI SI NO Telefono 1 Telefono 2 320 6155026 340 4069008 320 882311 340 3296245 340 0699282 345 3463503 328 3649861 360 566631 347 9713662 338 3641543 347 4843083 392 1617323 340 9331099 392 7509915 3385959949 045 7101082 334 9467133 339 4573366 338 1147021 347 6724694 329 4239871 340 2658454 349 7282795 340 41575583 339 5739126 349 7288070 349 4698739 338 4174551 333 6284415 340 1956361 340 7767004 333 4890436 349 5114175 348 2900533 335 6302775 340 2335107 045 7652948 347 7861608 349 0723633 335 6763374 340 0910058 342 5703473 328 3649786 340 1461078 340 1676443 045 8400667 349 1828271 392 420052 340 0715390 328 9067502 dei Dott. A. e V. Corato S.n.c. 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Euro 1.000,00 (all-inclusive: affitto+spese condominiali+utenze) Tel. 335 5224769 Tessera Ordine n. 3666 VENDESI splendida villa in collina con piscina, zona Desenzano. Ampia e luminosa sala climatizzata, tre camere climatizzate, quattro bagni, cucina, giardini e bosco privati. Garage con cantina, taverna, bagno e cucina indipendenti. Vista eccezionale, recentemente rinnovata, situata all’interno di un complesso residenziale avente accesso ad impianti sportivi comuni, immersa nella natura ed a poca distanza da centro equitazione. Prezzo interessante. Solo referenziati, inintermediari. Tel. 348 5233856 Sardegna AFFITTO piccolo appartamento confortevole di fronte Isola La Maddalena, quattro posti letto, terrazza. Tel. 347 5584198 Tessera Ordine n. 635 VENDO bilocale con cucina, piccolo balcone e garage in palazzo storico a Colle Isarco (a cinque minuti dal centro di Vipiteno). Tel. 335 7314629 Tessera Ordine n. 1097 CERCO collega specialista con cui condividere le spese di studio medico in zona centro storico. Tel. 045 8034375 - 338 3201368 Tessera Ordine n. 5525 A San Giovanni Lupatoto, via Cà dei Sordi 35, AFFITTASI ampio ambulatorio (mq 115) completamente ristrutturato nel 2013 ideato per medicina di gruppo o per poliambulatorio. Tel. 045 7570284 Tessera Ordine n. 5173 ATTENZIONE! Si deve comunicare alla segreteria dell’Ordine l’eventuale variazione di residenza – o del recapito presso il quale si desidera ricevere le comunicazioni dell’Ordine, dell’Enpam e della Federazione Nazionale. Questo è previsto dall’art. 64 del codice di deontologia medica ed è previsto anche dalle nuove norme riguardanti le pubbliche amministrazioni. L’inadempienza a tali disposizioni può dar corso alle procedure di cancellazione dall’albo professionale con gravi conseguenze in ambito civile e penale, ma anche a gravi rischi sulla copertura assicurativa per l’attività svolta. È infatti fatto obbligo all’ordine di avviare le procedure di cancellazione dall’albo nei confronti degli iscritti che non risultano più reperibili. La Segreteria dell’Ordine 50 VERONA MEDICA TEMPO LIBERO AFFITTASI per mattine, pomeriggi, ambulatori in struttura medica con sede in San Martino Buon Albergo, di fronte ad ampio parcheggio. Tel. 045 991544 Tessera Ordine n. 01578 AFFITTO ambulatorio medico a Verona città con bagno indipendente e sala d’attesa comune in studio odontoiatrico ben arredato situato in centro uffici + residenziale con ampio parcheggio a fisiatra, fisioterapista, posturologo, osteopata o medico specialista con attività libero professionale. Tel. 335 7314629 Tessera Ordine n. 1097 OFFRO due stanze in Studio Medico avviato, zona Borgo Venezia, per attività medica o paramedica. Tel. 045 8340420 - 347 5644880 Appartamento in pieno centro storico a Barcellona AFFITTASI per brevi periodi. Tel. 045 524092 Tessera Ordine n. 6624 OFFRO in affitto in via V. De Gama 6 a Verona, due locali non arredati (11 mq l’uno), per ambulatori medici. Tel. 347 6724151 Tessera Ordine n. 5261 A Senigallia (AN) VENDESI appartamento completamente arredato di mq 70 composto da: sala con camino e balcone, angolo cottura, grande camera matrimoniale con balcone, camera doppia, bagno. Parquet in tutta la casa, possibilità di garage. Tel. 335 6567160 Tessera Ordine n. 00848 (Albo Odontoiatri) VENDO diapositive per diatermia-winformendosit anno 2011, poco usato, a medici estetici o fisiatri. Tel. 346 6175497 - 045 590118 Tessera Ordine n. 6329 Estate/inverno, settimanalmente o per il week end si AFFITTA elegante appartamento nel centro di Serrada di Folgaria composto da due camere da letto, funzionale spazio cucina, bagno con doccia grande più bagno piccolo, eventuale posto macchina/garage coperto (secondo disponibilità). Tel. 348 9329616 Tessera Ordine n. 5536 AFFITTASI appartamento ultimo piano, Ponte Crencano, zona ospedale. Composto da: salone, cucina, due bagni e garage. Tel. 347 7857897 Tessera Ordine n. 5762 Odontoiatra con esperienza quindicinale nelle varie branche, OFFRE collaborazione in implantologia e chirurgia estrattiva, endodontica, parodontale e preprotesica, in Verona e province limitrofe. Attrezzatura propria. Tel. 328 6021175 (ore serali o messaggio in segreteria) Tessera Ordine n. 734 AFFITTO appartamento ammobiliato, quattro posti letto, due camere letto, due bagni, a Borgo Trento (zona ospedale). Euro 800,00. Tel. 333 4221326 Tessera Ordine n. 5786 Studio dentistico in Verona CERCA igienista diplomata/o in scienze infermieristiche per collaborazione, due volte alla settimana. Tel. 339 6077574 Tessera Ordine Albo Odontoiatri n. 710 Studio medico dentistico sito in Bussolengo centro con parcheggio, AFFITTA locale già in uso una volta alla settimana da dermatologi a medici non odontoiatri interessati ad una collaborazione seria e continuativa in ambito medico specialistico. Tel. 045 6704396 e-mail: [email protected] AFFITTASI a referenziati appartamento appena ristrutturato con finiture curate, composto da ingresso, cucina, sala, due camere matrimoniali, di cui una molto ampia, bagno finestrato, due poggioli, soffitta, cantina e garage. L’appartamento, con predisposizione per l’aria condizionata, si trova nel quartiere Navigatori, al quarto e ultimo piano con ascensore di un condominio recentemente ristrutturato. APE in corso. Tel. 340 4196180 AFFITTO due studi medici di recente realizzazione, in struttura del 1800, a Parona, piano terra. Tel. 349 8677530 Tessera Ordine n. 7102 AFFITTASI (anche uso foresteria) ampi bilocali di nuova ristrutturazione, zona S. Lucia, termoautonomo, condizionatore, no spese condominiali. Tel. 347 9323025 Tessera Ordine n. 4078 A Verona in via Vasco de Gama 6 (quartiere Navigatori) AFFITTASI due locali non arredati (11 mq. l’uno), per ambulatori medici. Tel. 347 6724151 Tessera Ordine n. 5261 MEDICINA DI FAMIGLIA COME CALCOLARE IL COMPENSO DOVUTO AL SOSTITUTO Il nuovo accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti economici con i medici di medicina generale derivante dall’intesa della Conferenza Stato-Regioni n. 2272 del 23.03.2005 prevede che: “L’onorario spettante al medico sostituto è calcolato, …omissis.., nella misura del 70% del compenso di cui alla lettera A, comma 1 dell’art. 59..” Il compenso in questione è il”COMPENSO FORFETTARIO ANNUO”. Questo va corrisposto per intero se la sostituzione si effettua nei mesi di aprile, maggio, ottobre e novembre; va aumentato del 20% se la sostituzione avviene nei mesi di Dicembre, gennaio, febbraio, marzo; va diminuito del 20% se la sostituzione avviene nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre. In pratica quindi la formula per il calcolo è la seguente. Dal cedolino mensile: Compenso forfetario X 70%: 30 = X (somma dovuta per ogni giorno di sostituzione) X va aumentato del 20% nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio, marzo X va diminuito del 20% nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre VERONA MEDICA 51
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