Cosmeceutici di origine vegetale 4 CFU; 28 ore; lezioni frontali + esperienza di laboratorio Contenuti del corso Definizione di cosmeceutico. Differenze tra cosmetico e cosmeceutico. Normativa di riferimento sui cosmeceutici. Principali tecniche di ottenimento di principi attivi impiegati nei cosmeceutici. Preparazioni cosmetiche. Struttura e funzione di epidermide e derma. Funzionalità cosmetiche dei derivati vegetali; natura e proprietà curative dei principi attivi delle piante: trattamento topico di disturbi cutanei, azione coadiuvante anticellulite e insufficienza del microcircolo, azione antinfiammatoria, azione antiossidante, ricostituente, emolliente, detergente, schiarente, antisettica, cicatrizzante. Piante officinali di primario interesse cosmeceutico: elementi di botanica, principi attivi e proprietà curative, impieghi e principali preparazioni cosmetiche. Piante officinali fonti di oli e lipidi vegetali come preziose basi cosmetiche: elementi di botanica, profilo fitochimico, impieghi e principali preparazioni. Esperienza in laboratorio: estrazione di oli essenziali di impiego cosmetico. Cosmeceutici di origine vegetale Obiettivi dell’attività formativa CONOSCENZA E CAPACITÀ DI COMPRENSIONE Risultati attesi: Conoscere le caratteristiche dei prodotti cosmeceutici a base di sostanze di origine vegetale. CAPACITÀ DI APPLICARE CONOSCENZA E COMPRENSIONE Risultati attesi: Essere in grado di raggruppare i prodotti cosmeceutici presenti sul mercato in base alla tipologia delle droghe vegetali, principi attivi e proprietà terapeutiche. AUTONOMIA DI GIUDIZIO Risultati attesi: Essere in grado di individuare autonomamente i prodotti cosmeceutici più adatti alle esigenze dei consumatori. Modalità svolgimento esame • Valutazione: idoneità. • Prova scritta: 20 domande a risposta multipla (A,B,C,D,E). • Superamento della prova: 12/20 ok. Cosmeceutici di origine vegetale Fitocosmesi – il libro di Paolo Poggi Editore A Oriente! Srl, piazza Wagner 1, 20145 Milano, 2010 Materiale didattico • Scaricabile dal Portale docenti UNICAM: http://docenti.unicam.it/default.aspx • Cercare ‘Maggi Filippo’ • Cliccare su ‘Materiale didattico’ • Files in pdf (Parti I-IV) + programma del corso Definizione • Secondo la Direttiva Europea 93/35/EEC (European Commission, 1993) si definiscono cosmetici quelle preparazioni o sostanze usate sulle diverse parti esterne del corpo e interne della bocca con lo scopo di pulirle, profumarle, migliorare il loro aspetto, proteggerle o mantenerle in buone condizioni. • Le superfici esterne comprendono epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni. • Quelle interne comprendono denti e mucose della bocca. • I prodotti cosmetici non hanno finalità terapeutica e non possono vantare attività terapeutiche. Definizione • Con il termine cosmeceutico, coniato da Albert M. Kligman nel 1984 si suole indicare una categoria di prodotti cosmetici caratterizzati dalla presenza, in formula, di ingredienti biologicamente attivi, di origine sintetica o naturale (animale o vegetale) con azione similfarmaco. • In base a ciò che dice la legge, un prodotto di questo tipo non dovrebbe esistere perché se è cosmetico non può nel contempo •‘Topically applied cosmetic ingredients with claimed target-related bioactivity that avere anche le azioni di un farmaco. provide functional and/or health benefits beyond the basic cosmetic function’ Cosmeceutici • Rappresentano una categoria di prodotti capaci di racchiudere, contemporaneamente, nella loro formula, l’esperienza del cosmetologo, la professionalità dei dermatologi, l’abilità degli esperti di marketing e il desiderio di eterna giovinezza del consumatore. • Sono una categoria di prodotti della cosmesi funzionale borderline fra il farmaco propriamente detto ed il cosmetico che, in virtù della loro peculiare formulazione, andrebbero pubblicizzati e commercializzati in canali riservati a professionisti specializzati (farmacisti, dermatologi, pediatri ecc.). Cosmeceutici • Il cosmeceutico rappresenta l’evoluzione del prodotto cosmetico tradizionale: una formulazione tecnologicamente innovativa e perciò, capace di veicolare in modo ottimale ingredienti biologicamente attivi, talvolta mutuati dalla farmacopea (con concentrazioni d’uso inferiori a quelle terapeutiche!). • Contrariamente alle preparazioni medicinali, i cosmeceutici dovrebbero essere privi di effetti collaterali. Cosmeceutici • Gli specialisti del settore ritengono che questo tipo di prodotti debba essere presentata ai medici, soprattutto dermatologi e pediatri, e commercializzata in un preciso canale di vendita che è la farmacia. • Per formulare un cosmeceutico non basta aggiungere ad un preparato per uso topico uno o più ingredienti biologicamente attivi, ma è necessario, vista la complessità della struttura cutanea e del veicolo, chiarire le caratteristiche chimiche degli ingredienti attivi, stabilire le interazioni fra questi e il veicolo e fra questi e la pelle. Cosmeceutici • Nella formulazione di un cosmeceutico, spesso il veicolo può influenzare l’attività degli ingredienti attivi e più in generale può: – aumentare l’efficacia degli ingredienti attivi; – migliorare la funzione barriera della cute; – causare effetti indesiderati. Requisiti dei cosmeceutici • essere in grado di attraversare lo stato corneo e raggiungere in situ una concentrazione idonea per svolgere la loro azione; • possedere uno specifico meccanismo biochimico di azione a livello cutaneo; • poter dimostrare, dati alla mano, l’efficacia vantata. Quadro di riferimento • Il termine cosmeceutico non definisce in modo univoco una specifica tipologia di prodotti. • Ad esempio i prodotti solari sono ritenuti farmaci da banco negli USA e cosmeceutici in Europa (FDA non riconosce il termine cosmeceutico). • In Europa non esiste, ad oggi, una normativa che fornisca a tale categoria di prodotti una valenza giuridica (anche il regolamento europeo CE n. 1223/2009 sul cosmetico non ne riconosce l’esistenza). Quadro di riferimento • Ovviamente resta sempre valido il concetto che vuole il prodotto cosmetico diverso dai medicinali; pertanto il cosmetico non ha finalità terapeutiche. • A livello europeo, la Commissione ha stabilito delle linee guida nella classificazione dei prodotti borderline che presentano caratteristiche tali da renderli non facilmente classificabili. Quadro di riferimento • Tra i più importanti principi, c’è quello che riconosce al cosmetico la possibilità di interagire con le funzioni fisiologiche del corpo umano senza manifestare effetti significativi sul suo metabolismo né modificare le condizioni del suo funzionamento ad un livello tale da rendere necessaria una classificazione del cosmetico come farmaco. • Il prodotto cosmetico è destinato ad essere applicato su una cute sana e ad interagire ed esplicare le proprie funzionalità positive in una varietà di situazioni che si mantengono in ambito fisiologico. Quadro di riferimento • Si può quindi asserire che il prodotto cosmetico funzionale, cioè in grado di interagire con i processi fisiologici cutanei, costituisce una realtà riconosciuta dal legislatore. • Una corretta classificazione dei prodotti borderline sarà effettuata grazie ad un’analisi delle caratteristiche degli stessi, considerando con attenzione composizione, forma, indicazioni in etichetta, pubblicità, presentazione, istruzione e modalità d’uso riportate sulle confezioni. Quadro di riferimento • Da non sottovalutare la grande valenza psicologica di un formulato cosmeceutico che, pur essendo di supporto a terapie farmacologiche per il trattamento di affezioni cutanee più o meno gravi (dall’acne alla dermatite atopica, alla cute xerotica o allergica ecc.) consente al consumatore di disporre di un prodotto di gradevolezza paragonabile a quelli dell’alta cosmesi. Quadro di riferimento • Come si vede non esiste una definizione certa del termine cosmeceutico e, di conseguenza, non è possibile individuare una lista certa di ingredienti che possono conferire lo status di cosmeceutico. • Inoltre, in assenza di una precisa regolamentazione, non deve essere sottovalutato il rischio che l’industria possa sfruttare questa strada per commercializzare prodotti ‘cosmetici’ contenenti sostanze con azioni farmacologiche ben precise aggirando procedure di registrazione (da parte del Ministero della Salute), prescrizione (da parte del medico/farmacista) e distribuzione (in farmacia e/o altri canali autorizzati), che sono previste invece per i farmaci, abbassando quindi il livello di sicurezza per i consumatori. Messaggi pubblicitari nei cosmeceutici • • • • • “rende il colore della pelle più uniforme” “migliora la texture cutanea” “aumenta la luminosità della pelle” “riduce la comparsa di rughe” “contrasta il fotoinvecchiamento cutaneo” I ‘naturali’ nei cosmeceutici • La droga di un vegetale contiene una miscela di vari ingredienti, per cui sfruttando la loro sinergia, è più facile che risulti incrementata l’efficacia del preparato. • Il preparato a base di estratti vegetali presenta maggiore sicurezza d’impiego, riducendosi il tasso di tossicità e di potere irritante e/o sensibilizzante. • L’estratto vegetale è facile a incorporarsi nei preparati cosmetici in quanto, dal produttore viene proposto sotto varie forme di comoda manipolazione e dosaggio (polvere, liquido più o meno denso, veicolato in idoneo mezzo, acqua, glicole, alcole, olio, ecc.). Estrazione dei principi attivi vegetali • Processo industriale o di laboratorio che consente la separazione dei principi attivi desiderati da droghe vegetali per mezzo di opportuni solventi. • Tale processo può variare in base alla natura della droga, presenza del principio attivo negli spazi intercellulari o all’interno della cellula, permeabilità della parete cellulare, utilizzo di mezzi meccanici, chimici o termici facilitanti. Estrazione dei principi attivi vegetali Estrazione dei principi attivi vegetali • Macerazione • Digestione • Infusione • Decozione • Percolazione • Estrazione controcorrente • Estrazione con fluidi supercritici • Distillazione in corrente di vapore Macerazione • La droga viene tenuta a contatto col solvente a temperatura ambiente per un tempo variabile, in genere 24-72 h. • Vantaggi: ideale per droghe aventi principi attivi termolabili. • Svantaggi: scarso potere estrattivo per singole operazioni. Digestione • La droga viene tenuta a contatto col solvente a temperatura comprese tra 35 e 65 °C per un tempo variabile, in genere 24 h. • Vantaggi: aumento del potere estrattivo. • Svantaggi: non indicata per droghe aventi principi attivi termolabili. Infusione • Il liquido estrattivo viene versato sulla droga alla temperatura di ebollizione. • Vantaggi: aumento del potere solvente specie in droghe aventi materiale legnoso. • Svantaggi: non indicata per droghe aventi principi attivi termolabili. Torbidità degli estratti. Instabilità chimico-fisica. Decozione • La droga viene fatta bollire nel solvente di estrazione per tempi fino a 30 min. • Vantaggi e svantaggi: stessi dell’infusione. Percolazione • La droga viene pressata in un percolatore e tenuta a contatto col solvente per un tempo di 24-48 h. Il solvente viene quindi scaricato e altro solvente “fresco” viene posto nel percolatore. • Vantaggi: aumento del potere estrattivo per ripetuti cicli di estrazione. • Svantaggi: uso di elevate quantità di solvente. Estrazione controcorrente (Soxhlet) • L'estrattore Soxhlet è formato da tre componenti sovrapposti: in basso un pallone con collo smerigliato, a metà l’estrattore vero e proprio e in alto un condensatore. • La droga è collocata nella camera di estrazione, generalmente in un filtro a ditale costituito da carta filtrante, permeabile nei confronti del solvente. • Il solvente viene portato ad ebollizione, quindi passa nell'estrattore e nel condensatore, ricadendo come condensato nella camera di estrazione, dove si carica di soluto, quindi attraversa la carta filtrante portando con sé il soluto, e viene spillato da un condotto laterale da dove il solvente e il soluto sono riversati insieme nel pallone, dove il soluto resta come precipitato e viene recuperato a fine operazione. • Successivamente il solvente può essere allontanato dalla miscela solvente-soluto con l’ausilio di un rotavapor (o evaporatore rotante). Estrazione controcorrente (Soxhlet) • Vantaggi: aumento del potere estrattivo per ripetuti cicli di estrazione a caldo. Notevole risparmio di solvente. • Svantaggi: non indicata per droghe aventi principi attivi termolabili. Estrazione con fluidi supercritici (CO2) •L’estrazione condotta con CO2 in condizioni supercritiche (in cui le proprietà del fluido sono in parte analoghe a quelle di un liquido ed in parte simili e quelle di un gas) costituisce un’alternativa rispetto ai sistemi classici di separazione. •Caratteristica peculiare del processo è la possibilità di variare con continuità il potere solvente del fluido impiegato, mediante variazioni di pressione e/o temperatura. Estrazione con fluidi supercritici (CO2) •Vantaggi: maggior resa estrattiva; CO2 non è infiammabile, non è tossica ed è poco costosa; la degradazione dei composti termolabili è evitata così come l’idrolisi e la degradazione di alcuni componenti aromatici; non si impiegano solventi tossici che molto spesso permangono nel prodotto finale; la CO2 alla fine del processo viene allontanata sotto forma di gas recuperando i composti estratti concentrati. •Svantaggi: costo dell’impianto estrattivo; solo per principi lipofili apolari. Distillazione in corrente di vapore • È un processo basato sull’immiscibilità con l’acqua dei composti da distillare. • È utilizzato nel caso di sostanze termolabili, cioè che si degradano a temperature prossime al loro punto di ebollizione, come ad esempio i composti aromatici naturali. • È una tecnica utilizzata per separare due o più sostanze presenti in una miscela, che sfrutta la differenza dei punti di ebollizione di tali sostanze (o in altre parole, la loro differenza di volatilità). • È usata sia per separare miscele complesse (es. oli essenziali) sia per purificare singole sostanze (ottenendo in uscita una corrente contenente la sostanza desiderata ad un’elevata purezza e una corrente di scarto contenente le impurezze presenti). Oli essenziali • Un olio essenziale è il prodotto della distillazione in corrente di vapore o dell’idrodistillazione, o della distillazione secca di una pianta o talune sue parti o, nel caso di prodotti agrumari, mediante opportuni processi meccanici a freddo (Definizione della Farmacopea Europea 5.8; ISO 9235, 2013). • Essi sono soprattutto costituiti da mono- e sesqui-terpenoidi, fenoli semplici e fenilpropanoidi volatilizzabili in corrente di vapore. Apparato di Clevenger per l’estrazione degli oli essenziali Distillazione secca • L’olio essenziale è ottenuto per riscaldamento ad alta temperatura di steli o cortecce in apparecchi opportuni senza l’ausilio di acqua o vapore. Processi meccanici • L’olio essenziale, generalmente noto come ‘cold pressed’, è ottenuto mediante processi meccanici senza riscaldamento. • Viene generalmente applicato agli agrumi (genere Citrus) e implica la fuoriuscita dell’olio dal pericarpo e la sua separazione mediante mezzi meccanici. Analisi degli oli essenziali • Un olio essenziale è generalmente una miscela di complessità medio-alta caratterizzato da markers specifici che, nell’ambito di una singola specie, definiscono i differenti chemotipi (quando esistono). • La tecnica di elezione per la loro analisi è la gas cromatografia (GC) accoppiata alla spettrometria di massa (MS). Questa tecnica (GC-MS) combina la capacità separativa della gas cromatografia alla potenza identificativa della spettrometria di massa. Attività degli oli essenziali • I componenti degli O.E. vengono assorbiti dall’organismo umano (ed animale) secondo modalità simili. I costituenti degli oli hanno basso peso molecolare, sono lipofili e volatili a temperatura ambiente. • Queste proprietà fanno sì che l’organismo umano possa assumere oli essenziali attraverso diverse vie: per semplice inalazione perché vaporizzati nell’aria, oppure per ingestione o ancora assorbiti attraverso la pelle, come tali oppure sottoforma di ingredienti di creme o pomate. • Grazie alla loro elevata lipofilia e alle loro ridotte dimensioni molecolari, i componenti degli O.E. attraversano facilmente la membrana cellulare (che è lipofila), ed entrano nel circolo sistemico. • Gli O.E. hanno la capacità di superare agevolmente la barriera emato-encefalica, giungendo direttamente a contatto con le cellule nervose. Active agents delivery systems • Oli essenziali ed altri principi vegetali possono presentare caratteristiche fisicochimiche che ne limitano in alcuni casi la loro applicazione nei preparati cosmetici : – – – – scarsa solubilità in acqua limitata stabilità elevata volatilità effetti collaterali associati con l'uso • La nanotecnologia è un approccio innovativo che ha potenziali applicazioni in campo medicinale e salutistico. • I nanocarriers sono uno strumento molto attraente e sono in grado di migliorare la stabilità chimica dei principi attivi in presenza di aria, luce, umidità e temperature elevate, fattori che possono portare alla rapida evaporazione e alla degradazione dei principi attivi stessi. Active agents delivery systems • I nanocarriers assicurano la manipolazione facile e sicura dei principi attivi; modificandoli dallo stato liquido a polveri solide, determinano un mascheramento del sapore/odore e riducono eventuali effetti collaterali, riducendo l’irritazione locale mucosale, abbassando la dose terapeutica, aumentando la sicurezza a lungo termine ed in genere la biodisponibilità e l'efficacia terapeutica. • I nanocarriers svolgono un ruolo essenziale per il rilascio prolungato e controllato di principi attivi a livello locale e la penetrazione dei tessuti profondi a causa delle dimensioni nanometriche. Active agents delivery systems • • • • • Micro- e nano-particelle Liposomi Micro- e nano-emulsioni Cubosomi Etosomi Active agents delivery systems • Micro- e nano-particelle: sistemi a matrice polimerica, con diametro compreso nel range del micron (10-6 m) e dei nanometri (10-9 m), impiegati per la veicolazione dei principi attivi. Active agents delivery systems • Liposomi: vescicole fosfolipidiche, con dimensioni variabili fra i 25 nm e 1 µm di diametro, normalmente costituite da un doppio strato o più di fosfolipidi. Sono normalmente utilizzati per il trasporto di principi attivi idrofilici ed idrofobici. Active agents delivery systems • Micro- e nano-emulsioni: sistemi liquidi dispersi che si differenziano dalle emulsioni poiché le dimensioni delle particelle coinvolte sono decisamente più piccole, variabili nell’intervallo 1 nm-1 μm e 0,1-100 nm. Dal punto di vista termodinamico sono molto stabili e si presentano come una fase limpida. Active agents delivery systems • Cubosomi: nanoparticelle costituite da una fase liquida cristallina con simmetria cristallografica cubica; da un punto di vista reologico si comportano come sistemi solidi e si dimostrano ottimi sistemi di veicolazione per una grande varietà di ingredienti attivi. Active agents delivery systems • Etosomi: vescicole deformabili costituite da fosfolipidi di soia che racchiudono un ambiente idroetanolico; rappresentano una nuova tecnologia per il trasporto di principi attivi attraverso gli strati più esterni della cute. Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi •Le proprietà cosmetiche di molte piante sono note fin dall’antichità. •Alcune di esse erano particolarmente ricercate e considerate preziose poiché spesso provenivano dall’Oriente (India, Cina ecc.), trasportate a dorso di cammello lungo la cosiddetta “via delle spezie”. Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi •Altre piante erano utilizzate per la loro fragranza: le sostanze profumate erano spesso disciolte nell’olio di oliva per dare unguenti e conservate in recipienti dall’imboccatura stretta, i cosiddetti “unguentari” o “aromatari”. •Non essendo ancora diffuso il processo di distillazione, il profumo antico si connota per una base costituita da grasso animale e/o olio vegetale, da cui il nome unguentum. Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi •Un esempio famoso di pianta aromatica è dato da Boswellia serrata, la cui gommoresina costituisce il famoso incenso. Questa spezia pregiata, proveniente dall’Africa orientale e Penisola arabica, era utilizzata nell’Egitto dei Faraoni in cerimonie religiose e come profumo delle case; tracce di incenso sono state ritrovate anche nella tomba di Tutankamon. Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi •In Egitto l’unguento di semi di lino (Linum usitatissimum) è stato pure ritrovato nella citata tomba della XVIII dinastia dei faraoni con probabile funzione cosmetica. Erano note le proprietà, nell’imbalsamazione dei cadaveri, della resina di lentisco (Pistacia lentiscus), comune arbusto dell’area mediterranea, e della mirra, ricavata da specie del genere Commiphora tra cui la più conosciuta Commiphora myrrha, proveniente dallo Yemen e dal Corno d’Africa, cui sono riconosciute proprietà contrastanti la putrefazione. Llinum usitatissimum Pistacia lentiscus Commiphora myrrha Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi •Una pianta utilizzata già al tempo dei Romani è la lavanda, la quale deve il suo nome al fatto che durante quel periodo era utilizzata per profumare l’acqua dei bagni, mentre oggi permane il suo uso come deodorante per la biancheria. Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi •A Pyrgos, nell’isola di Cipro, è stata forse rinvenuta la più antica fabbrica di profumi (2000 a.C.) del Mediterraneo. Infatti, nei contenitori ritrovati sono state identificate tracce di piante aromatiche quali rosmarino, origano, alloro, mirto, mandorla amara, camomilla, ecc. Tra i reperti si riportano inoltre anche grandi vasi forniti di un lungo becco laterale, la cui forma ricalca e precorre perfettamente quella della testa degli alambicchi utilizzati in Grecia e nel mondo arabo per l’estrazione degli oli profumati. Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi •L’uso degli oli essenziali in Italia, per applicazioni mediche ma anche cosmetiche, fu diffuso dalla famiglia dei Medici (Firenze); in Inghilterra della Regina Elisabetta I; mentre in Germania e in Francia il rosmarino, la lavanda, la canfora, la menta, la salvia erano spesso usate per combattere le epidemie. Molte specie adoperate anticamente sono ancora oggi utilizzate in odierni prodotti cosmetici. La pelle • La pelle o cute è il rivestimento più esterno del corpo di un vertebrato. • Nell’uomo è l’organo più esteso dell’apparato tegumentario (S=2 m2) e protegge i tessuti sottostanti (muscoli, ossa, organi interni). • In corrispondenza degli orifizi, la cute si continua con le mucose. • Nell’uomo è più spessa nel maschio che nella femmina (da 0,5 a 2 mm, fino a 4 mm nella nuca, palmo delle mani e pianta dei piedi). • Rappresenta lo strato più esterno dell’apparato tegumentario appena sopra il tessuto sottocutaneo o ipoderma, una regione di connettivo fibrillare lasso ricco, in determinate porzioni, di tessuto adiposo. • L’epidermide presenta annessi cutanei (unghie, peli, capelli, ghiandole sudoripare, ghiandole sebacee) e terminazioni nervose. La pelle – – – – – FUNZIONI: Protezione: barriera anatomica contro patogeni ed agenti nocivi; prima linea di difesa contro le aggressioni esterne. Contiene le cellule di Langerhans (presentano l’antigene) che fanno parte del sistema immunitario. Sensibilità: contiene numerose terminazioni nervose che rilevano le variazioni termiche, le pressioni, vibrazioni e dolore. Controllo dell’evaporazione: barriera asciutta e relativamente impermeabile contro la perdita di liquidi, regolando anche l’escrezione di elettroliti tramite la sudorazione. Regolazione termica: possiede un afflusso ematico superiore alle sue necessità metaboliche; ciò ne fa un mezzo ideale per la regolazione della temperatura (attraverso vasodilatazione e vasocostrizione). Riserva e sintesi: serve da deposito di lipidi e acqua e consente la sintesi di alcune sostanze necessarie come la vitamina D3. L’epidermide • La pelle è formata da epidermide e derma. • L’epidermide è lo strato epiteliale, non vascolarizzato, della pelle. • Il suo nutrimento dipende dalla diffusione di metaboliti ed ossigeno dallo strato più superficiale del derma. • Con uno spessore che varia da 50 µm a 1,5 mm, è costituita da diversi strati disposti dalla profondità alla superficie che rispecchiano il ciclo vitale delle cellule presenti, i cheratinociti. • L’ultimo strato dell’epidermide è costituito da cheratinociti morti (strato corneo) che formano la cosiddetta cheratina, una proteina filamentosa ricca di zolfo (contenuto nei residui amminoacidici di cisteina) molto stabile e resistente. L’epidermide • L’epidermide è formata da 5 strati che corrispondono alle stesse cellule (cheratinociti) in momenti diversi del loro ciclo vitale (2-4 settimane): – Strato basale, più profondo, composto da cellule staminali cubiche o cilindriche. – Strato spinoso, 5-10 file di cellule poliedriche che tendono ad appiattirsi nello strato superiore e che si arricchiscono di cheratina; presenta i melanociti che producono i melanosomi (organelli ellissoidali che si riempiono di melanina) e le cellule di Langerhans. – Strato granuloso, 3-5 strati di cellule appiattite che formano un confine netto con lo strato sottostante; rappresenta l’ultimo strato di cellule vive. – Strato lucido, 1-3 file di cellule traslucide ricche di eleidina, una lipoproteina ricca di zolfo (responsabile del colore delle labbra), glicogeno e lipidi; è uno strato molto sottile difficilmente osservabile (tranne epidermide mani e piedi). – Strato corneo, da pochi a molti strati (palmo della mano e pianta del piede) di elementi cellulari morti, privi di nucleo, molto appiattiti, completamente cheratinizzati e contenenti una bassissima % di acqua. Lo strato corneo • Si distingue in uno strato corneo compatto, più profondo dove le cellule sono ancora unite, ed uno strato corneo disgiunto più superficiale dove comincia lo sfaldamento e la formazione di lacune. • Lo spazio intercellulare è occupato da lipidi come idrossiceramide, con funzione idrorepellente, ostacolando l’evaporazione ed aumentando l’impermeabilità. • Le cellule (corneociti) contengono filamenti di cheratina inclusi in una matrice derivata dalla trasformazione di eleidina. • Il materiale eleidinico cementante, il sebo e la componente acquosa del sudore producono nell’insieme il film idrolipidico cutaneo, un’emulsione protettiva lievemente acida con funzione di battericida. • Contiene un gran numero di composti a basso peso molecolare (fattore naturale di idratazione, NMF), come amminoacidi liberi, acido pirrolidoncarbossilico (PCA), ecc. Il derma • Il derma è l’ultimo strato della pelle, nonché il più profondo. • È costituito da tessuto connettivo lasso e denso ed è formato da una parte papillare (nutre e supporta l’epidermide) ed una reticolare (barriera difensiva, riserva, sostegno, sensoriale, termoregolazione). • È fortemente vascolarizzato e presenta la via di diffusione che i metaboliti e l’ossigeno compiono dal sangue all’epidermide. • È ricco di fibre di collagene ed elastiche e conferisce elasticità e resistenza alla cute. • Continua senza un netto distacco con l’ipoderma. Il derma • Il derma è costituito da fibroblasti, mastociti e macrofagi. • Sono presenti cellule in transito provenienti dal torrente ematico come leucociti e linfociti, specialmente durante infiammazioni. • La sostanza amorfa è composta da acqua, elettroliti, glicoproteine e proteoglicani solforati o meno che garantiscono viscosità e densità. • L’acido ialuronico è il principale proteoglicano non solforato (glicosaminoglicano), costituito da una catena polisaccaridica non ramificata prodotta dalla condensazione di migliaia di unità disaccaridiche formate a loro volta da residui di acido glucuronico e N-acetilglucosamina, legati tra di loro, alternativamente, da legami glicosidici β1→4 e β1→3. Invecchiamento • Man mano che la pelle invecchia, diventa sempre più sottile e fragile, a causa del fatto che la rigenerazione cellulare diventa più lenta e passa dalle normali 3-4 settimane a 4-6 settimane. • Le rughe sono una conseguenza della diminuzione dell’elasticità e dello stato di idratazione della pelle, che si accentuano con l’invecchiamento. • La mancanza di acido ialuronico determina un indebolimento della pelle promuovendo la formazione di rughe ed inestetismi. La sua concentrazione nei tessuti del corpo tende a diminuire con l'avanzare dell'età. Pigmentazione • Il colore della pelle dipende da molte variabili (spessore strato corneo, stato di sanguificazione, presenza e assorbimento di melanina, β-carotene ed emoglobina). • Il colore varia non solo tra i gruppi etnici, ma anche da individuo a individuo e varia anche nei diversi distretti corporei di uno stesso individuo. • Il colore della pelle dipende dalla melanina prodotta dai melanociti nella parte basale dell’epidermide. • La melanina deriva dal metabolismo dell’amminoacido tirosina ed è un polimero di uno o due molecole di monomeri: indolochinone e acido dicarbossilico del diidrossiindolo. • Più è concentrata è la melanina e più conferirà una colorazione scura della pelle. Questa colorazione viene stimolata durante il periodo caldo, conferendone una maggiore colorazione e proteggendo la pelle dall’invecchiamento. • Una volta passata la stagione calda, la pelle abbronzata può rimuoversi gradualmente o in modo adeso, formando le pellicine. • • • • • • • • • • • • • • Funzionalità cosmetiche dei derivati vegetali Trattamento topico dell’acne. Coadiuvanti anticellulitici. Principi ad attività antinfiammatoria. Sostanze ad azione antiossidante. Tricocosmesi. Conservanti naturali. Sostanze ad attività astringente, deodorante, dermopurificante. Sostanze ad azione estrogeno-simile. Idratanti ed emollienti. Protettivi UV naturali. Protettivi, stimolanti e ristrutturanti cutanei. Schiarenti cutanei. I lipidi cosmetici. Gli acidi grassi insaturi. Acne • Acne è la denominazione generica data a diverse malattie della pelle di cui la più nota è l’acne vulgaris (o acne giovanile) alla quale ci si riferisce quando si dice semplicemente ‘acne’. • Questo disturbo è caratterizzato da un’estrema varietà di formazioni che popolano la pelle dei pazienti: foruncoli, bolle, pustole, papule, punti neri, comedoni. Il tutto provocato dalla deposizione di grasso sui follicoli sebacei. Acne Propionibacterium acnes • L’acne è un disturbo del follicolo pilosebaceo della cute. • Le ghiandole sebacee producono più sebo del normale; ciò conferisce alla pelle un aspetto poco gradevole, lucido, untuoso. Come conseguenza si ha proliferazione delle cellule cheratiniche e desquamazione dei corneociti che rivestono il follicolo sebaceo con formazione di un tappo che ostruisce il foro di uscita. • Implica il rischio di insorgenza di alterazioni patogene che sfociano nella formazione di lesioni non infiammatorie come i comedoni, o infiammatorie come pustole, papule e noduli. • Propionibacterium acnes è il batterio maggiore responsabile di questa manifestazione infiammatoria. Eziopatogenesi dell’acne • Alterazioni di ordine endocrino (aumento nella sintesi di ormoni androgeni). • Fattori di natura dietetico-alimentare. • Assunzione di certi tipi di farmaci. • Stati di stress. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • L’estratto dei frutti di Serenoa repens (saw palmetto), una palma nana endemica del sudest degli USA, contenente fitosteroli (β-sitosterolo, campesterolo), è in grado di inibire l’attività dell’enzima 5-αreduttasi, coinvolto nel metabolismo del testosterone e nello sviluppo di una serie di disturbi mediati da androgeni, come la pelle grassa e l’acne. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • Le catechine contenute nell’estratto di tè verde (Camellia sinensis) sono in grado di modulare l’attività biologica di androgeni e quindi ridurre lo sviluppo di sebo. • L’estratto della pianta contiene anche tannini, per cui agisce anche da astringente. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • Gli isoflavoni della soia (Glycyne soya) hanno funzione seboregolatrice. • Bardana (Arctium lappa) e betulla (Betula pendula) contengono tannini che esplicano funzione astringente. Betula pendula Arctium lappa Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • L’estratto di corteccia di rami giovani di salice (Salix alba) contiene glucosidi salicilici che per idrolisi formano alcol salicilico e salicilati; l’alcol è poi ossidato nel nostro corpo ad acido salicilico che ha una forte attività cheratolitica. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • Anche gli α-idrossiacidi, in ragione della loro funzione esfoliante, stimolano il ricambio cellulare migliorando condizioni di pelli con manifesta cheratosi. • Alcuni di questi acidi sono di derivazione naturale: il glicolico dalla canna da zucchero (Saccharum officinarum), il malico ottenuto dalle mele (Pyrus malus). • Gli α-idrossiacidi sono presenti in una grande quantità di prodotti, come le creme per il viso, i trucchi, i prodotti solari, gli shampoo e le maschere per capelli. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • Il tea tree oil, ottenuto dalle foglie di melaleuca o tea tree (Melaleuca alternifolia), una pianta vantante un’antica tradizione quale antisettico e Melaleuca alternifolia antimicrobico, è un olio essenziale contenente monoterpeni ossigenati quali terpinen-4-olo, γ-terpinene e αterpineolo, che sono attivi verso colonie responsabili della formazione dell’acne come Propionibacterium acnes. • Anche il tè verde (Camellia sinensis) è Salvia miltiorrhiza efficace quale antimicrobico così come la salvia cinese (Salvia miltiorrhiza) grazie ai tanshinoni. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • Anche la magnolia (Magnolia grandiflora), una pianta originaria del sudest degli USA, grazie a due componenti, magnololo e onokiolo, ha rivelato di possedere significativa attività antibatterica nei confronti di un ampio spettro di microrganismi tra cui Propionibacterium acnes. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • Un’alga bruna giapponese, Ecklonia kurome, contiene fucoidani e florotannini, antibatterici ad ampio spettro, attivi verso Propionibacterium acnes. Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne • Piante ad azione antinfiammatoria della zona tissutale acneica sono: la viola del pensiero (Viola tricolor), contenente saponine, flavonoidi, mucillagini, glucosidi salicilici (da cui si forma salicilato di metile); la liquerizia (Glycyrrhiza glabra) coi suoi glucosidi triterpenici (glicirrizina); e ancora l’iperico (Hypericum perforatum) contenente terpeni, tannini, flavonoidi; la camomilla (Matricaria recutita) antiirritante, dermopurificante in ragione dei suoi flavonoidi (apigenina), azuleni e bisabololo; l’aloe (Aloe barbadensis), una vera farmacia naturale (polisaccaridi, fitosteroli, antrachinoni ecc.) Estratti vegetali nel trattamento topico dell’acne Viola tricolor Hypericum perforatum Glycyrrhiza glabra Matricaria recutita Aloe barbadensis La cellulite • In termini medici ‘cellulite’ = infiammazione delle cellule (termine improprio). • Corretto termine: lipidistrofia ginoide. • È una degenerazione del tessuto dell’ipoderma, di natura prevalentemente adiposa, che si trova al di sotto del derma. • È causata da ipertrofia da non corretta microcircolazione nel tessuto adiposo con alterazione delle funzioni metaboliche, aumento del volume delle cellule e conseguente non uniforme ispessimento sottocutaneo locale, ritenzione idrica, ristagno di liquido negli spazi intercellulari. Fattori predisponenti: •Fattori ereditari •Squilibri ormonali •Stress emotivi •Tensione nervosa •Disturbi epatici e digestivi •Alimentazione non equilibrata •Costituzione fisica •Stile di vita •Postura sbagliata •Abiti costrittivi La cellulite • Nella cellulite si ha infiltrazione nel connettivo di linfa, grasso, materiale di rifiuto, siero, sali. • Il tessuto, a seguito di ristagno di questi liquidi tossici, non riesce ad eliminarli e diventa spugnoso, con noduli più o meno vistosi e aderenze sclerotiche. • Sul corpo la cellulite si manifesta maggiormente nelle zone dei fianchi, cosce, addome e glutei (ossia le zone dove il tessuto sottocutaneo è più spesso e spugnoso), la cui superficie assume il tipico aspetto noto come ‘buccia d’arancia’. Cosmetici contro la cellulite • I preparati cosmetici atti al trattamento esterno della cellulite comprendono: creme, geli, spray, fiale-urto, fanghi. • A seconda dei principi attivi contenuti hanno una funzione: – drenante i liquidi, – favorente la circolazione sanguigna, – inibente l’accumulo di grasso. • Molto spesso sono utilizzati in associazione tra loro. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • L’estratto della quercia marina (Fucus vesiculosus) è impiegato nella preparazione di creme da massaggio, fanghi, maschere per il viso e il corpo, preparati per il bagno. • Come funzionalità ci si affida al contenuto in iodio che stimola, tramite la tiroide, il metabolismo cutaneo. • Spesso in associazione con Laminaria hyperborea e Gelidium cartilagineum sfruttando il sinergismo dello iodio e fitoestrogeni. • Prevengono la formazione di nuovi adipociti, favoriscono la circolazione, il drenaggio e l’eliminazione di liquidi e scorie. Fucus vesiculosus Laminaria hyperborea Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • All’edera (Hedera helix) si ascrivono attività nel trattamento esterno della cellulite grazie al suo contenuto in saponine triterpeniche (ederina). • L’attività vasocostrittrice della droga favorirebbe il riassorbimento di liquidi che impregnano i tessuti. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • L’ippocastano (Aesculus hippocastanum) possiede attività coadiuvante anticellulitica. • La droga (semi) contiene una saponina triterpenica (escina) che regola la permeabilità e la resistenza capillare, tonificando le pareti venose. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • Dalle parti aeree della centella (Centella asiatica) si ricavano saponine triterpeniche: asiaticoside e madecassicoside, e gli acidi triterpenici liberi acido asiatico e madecassico. • La centella presenta uno spiccato trofismo nei confronti del connettivo perivascolare, favorendo il mantenimento del tono e dell’elasticità della parete vascolare venosa. • Ripristina il normale equilibrio fra circolazione capillare e venosa e trofismo tissutale; riduce la stasi ematica e la permeabilità endoteliale (antiedematosa); migliorando gli stati di insufficienza venosa e sindromi varicose. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • Il rizoma del pungitopo o rusco (Ruscus aculeatus) contiene una miscela di saponine steroidiche, le ruscogenine, la cui struttura chimica di base si presenta come quella dei corticoidi, gli ormoni della corteccia surrenale. • Le ruscogenine mostrano alcune analogie con il cortisone: agiscono come antiflogistici e vasocostrittori periferici e sono dotate di comprovata azione nei confronti del tono e della permeabilità vasale. • Nella terapia della cellulite gli estratti di rusco diminuiscono la fuoriuscita e il ristagno di liquido interstiziale negli spazi tra gli adipociti, che gonfia il tessuto provocando edema sottocutaneo. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • Gli estratti di caffè (Coffea arabica) e cacao (Theobroma cacao) contenenti caffeina, un alcaloide xantinico, sono da considerarsi mezzi idonei per combattere la cellulite. • La caffeina si ritrova anche nel tè (Camellia sinensis), nelle foglie di matè (Ilex paraguariensis), nelle noci di cola (Cola nitida) e nei semi di guaranà (Paullinia cupana). • È una polvere bianca cristallina, inodore e di sapore amaro, che sublima facilmente ed è molto solubile in acqua bollente. Coffea arabica Theobroma cacao Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • La caffeina stimola la lipolisi, cioè la distruzione del grasso, mediante la degradazione dei trigliceridi a glicerolo e acidi grassi. Questo avviene grazie all’attivazione dell’enzima trigliceride lipasi. • La lipolisi è regolata in parte dal sistema nervoso attraverso un’azione sui recettori β e α2 adrenergici presenti sulla superficie della cellula adiposa. • In particolare la caffeina stimola i recettori β-adrenergici. Pertanto aumentare la concentrazione di agonisti β-adrenergici sulla superficie della cellula adiposa è un sistema per promuovere la lipolisi e diminuire il pannicolo adiposo. • Gli acidi grassi liberi prodotti vengono poi eliminati dal sistema linfatico. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • La rutina, un glucoside flavonoide presente nel grano saraceno (Fagopyrum esculentum), e nella ruta (Ruta graveolens); vanta proprietà antiadipogeniche, unitamente a proprietà rinforzanti i capillari, che possono apportare benefici nel trattamento di pelli cellulitiche. Fagopyrum esculentum Ruta graveolens Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • Il ginkgo (Ginkgo biloba) contiene flavonoidi (ginkgoflavonglucosidi) che posso esplicare effetto vasocinetico, così come attività lipolitica. • In particolare agiscono sulla pelle a livello superficiale, intervenendo sulla permeabilità dei capillari, attivando la circolazione periferica e lo scambio tra sangue e tessuti. • Impediscono la perossidazione lipidica, causa principale dell’invecchiamento delle cellule cutanee. • Sono dotati di attività anti-ialuronidasi impedendo la demolizione dell’acido ialuronico, componente molto importante della matrice intercellulare del tessuto connettivo in quanto dotato di potere ritentivo di acqua. Hyaluronic acid Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica •Strutture chimiche di alcuni ginkgoflavonglucosidi. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • L’olmaria o barba di capra (Filipendula ulmaria), diffusa in Eurasia, esercita un’azione drenante dei liquidi in eccesso presenti nei tessuti interessati allo sviluppo della cellulite. • Le parti aeree e il rizoma contengono circa il 3% di flavonoidi, in particolar modo lo spireoside (quercetina-4’glucoside), assieme ad altri derivati della quercetina e del canferolo. • I flavonoidi modulano l’attività di enzimi coinvolti nella regolazione dello scambio di ioni Na, K, Cl, H e HCO3 a livello dei tubuli renali producendo diuresi. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • Le foglie di betulla (Betula pendula) contengono fino al 3% di flavonoidi (soprattutto iperoside, quercitrina, miricetina galattoside). • Per la sua funzione diuretica ed antiedematosa, la betulla è indicata nel trattamento della cellulite. • Preparati a base di betulla favoriscono l’eliminazione del ristagno di acqua e delle scorie migliorando lo stato del tessuto sottocutaneo edematoso. • Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica L’incenso od olibano è l’essudato, un’oleogommoresina, che fuoriesce dal tronco di Boswellia serrata, un albero della Penisola Arabica. • La frazione resinosa rappresenta circa il 55% della droga ed è composta da una miscela di acidi triterpenici pentaciclici, derivati dell’acido boswellico. • Gli acidi boswellici hanno attività antinfiammatoria, perciò utili per migliorare il quadro generale che si viene a determinare nel tessuto sottocutaneo, a causa del ristagno di liquidi e scorie, caratterizzato da iniziale intossicazione e conseguente infiammazione locale. • Preparati topici a base di estratti di boswellia sono efficaci nel ridurre il gonfiore da infiammazione, con ripristino della circolazione e sollievo dal dolore. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • Gli acidi boswellici isolati dalla gommoresina di Boswellia serrata, in particolare l’acido acetil-11-βboswellico, sono inibitori specifici, non competitivi col substrato endogeno, della sintesi di leucotrieni, nella via metabolica dell’acido arachidonico, attraverso un’interazione diretta con l’enzima 5-lipossigenasi. Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • Il gambo dell’infruttescenza dell’ananas (Ananas sativus) contiene bromelina, una miscela di almeno 8 componenti, appartenenti al gruppo delle proteasi, cioè degli enzimi che demoliscono le proteine. • Sembra che rispetto ai FANS che inibiscono la ciclossigenasi, bloccando la sintesi di prostaglandine, la bromelina ‘dirotta’ tale sintesi, incrementando la produzione di prostaglandine ad attività antinfiammatoria a discapito di quelle ad attività pro-infiammatoria. • I preparati a base di gambo di ananas, sono oggi largamente impiegati nella terapia dei processi infiammatori, con l’intento di migliorare la circolazione locale e ridurre l’edema. • Risultano infatti efficaci nel migliorare gli stati edematosi dei tessuti molli, secondari ad insufficienza venosa cronica e rallentato deflusso venoso (varici). Principi attivi ad azione coadiuvante anticellulitica • I citroflavonoidi (esperidina, naringina) di certi agrumi: limone (Citrus limon), arancio (Citrus aurantium), pompelmo (Citrus grandis), così come i bioflavonoidi (glucosidi della miricetina, quercetina, canferolo, isoramnetina) dell’uva (Vitis vinifera) possiedono la capacità di rinforzare i capillari e di regolare la loro permeabilità. Citrus grandis Vitis vinifera Altri piante ad azione coadiuvante anticellulitica • Altre piante come tarassaco (Tarassacum officinalis), equiseto (Equisetum arvensis), gramigna (Agropyrum repens) sono dotate di azione di fondo drenante, diuretica, depurativa o, ancora, mirtillo (Vaccinium myrtillus) cappero (Capparis spinosa), potentilla (Potentilla reptans) riattivanti della microcircolazione. • Queste e altre piante ancora, pur non avendo una vera e propria azione diretta specifica su un inestetismo patologico quale la cellulite, possono essere utilizzate in idonee associazioni tra loro o con farmaci e così inserirsi nel novero dei coadiuvanti nel trattamento generale di questa patologia. Altri piante ad azione coadiuvante anticellulitica Taraxacum officinalis Vaccinium myrtillus Equisetum arvensis Capparis spinosa Agropyron repens Potentilla reptans Infiammazione • Il processo infiammatorio si verifica sui tessuti dell’organismo in risposta a una lesione, che può essere una scottatura solare, una ferita, una puntura d’insetto, un’irritazione da sostanza chimica. • Sono quattro le sindromi del processo infiammatorio: calore, rossore, gonfiore e dolore (bruciore). • Il calore e il rossore derivano dalla dilatazione dei piccoli vasi sanguigni (capillari) nell’area colpita e dall’aumento localizzato d’irrorazione sanguigna. • Il gonfiore avviene a causa del trasudamento di liquido ricco in proteine (essudato) che si trasferisce dal plasma sanguigno al sito danneggiato dei tessuti. • Il dolore o bruciore è una conseguenza della tensione cui è sottoposto il tessuto nell’area infiammata così come dello sviluppo di sostanze chimiche. Infiammazione • La serie di eventi che danno corso allo stato infiammatorio è controllata da alcuni mediatori chimici e dai leucociti (globuli bianchi). • Alla base del processo c’è la reazione nota come ‘cascata arachidonica’: i metaboliti dell’acido arachidonico, gli eicosanoidi per azione di due enzimi, la ciclossigenasi e la lipossigenasi, producono nuove sostanze, le prostaglandine e i leucotrieni, alcuni dei quali dotati di una vivace attività infiammatoria. • Pertanto viene definito antinfiammatorio una sostanza in grado di prevenire o quantomeno ridurre la reazione infiammatoria tissutale intervenendo sul decorso del processo. Infiammazione • I prodotti dermatologici che agiscono sulla cascata dell’acido arachidonico si distinguono in 2 categorie: – Antinfiammatori steroidei, che prevengono la formazione di molecole libere di acido arachidonico attraverso l’inibizione della fosfolipasi-A2, l’enzima responsabile del rilascio di quest’acido dalle membrane cellulari offese. – Antinfiammatori non steroidei (FANS), che agiscono invece quali inibitori dell’enzima ciclossigenasi che catalizza la conversione dell’acido arachidonico a prostaglandine, alcune delle quali ritenute mediatori dell’infiammazione. Principi attivi ad azione antinfiammatoria Althaea officinalis Malva sylvestris Calendula officinalis Linum usitatissimum Plantago psyllium • Le mucillagini sono dei polisaccaridi complessi (cioè costituiti da galattosio, ramnosio, acido galatturonico, acido glucuronico, ecc.) che, posti in acqua formano soluzioni colloidali, viscose ma non adesive. • Una volta purificate, si presentano come una massa bianca amorfa. • Sono in grado di esplicare un’azione calmante su ogni forma infiammatoria, sia di tessuti interni che sulla cute. • Lo strato protettivo viscoso di mucillagine che si deposita sulla zona lesa attenua le irritazioni di qualsiasi natura (meccanica, chimica, termica, ecc.). • Tra le piante più ricche in mucillagini: altea (Althaea officinalis), malva (Malva sylvestris), calendula (Calendula officinalis), lino (Linum usitatissimum), piantaggine (Plantago psyllium). Principi attivi ad azione antinfiammatoria • Le saponine sono glucosidi costituiti da una parte agliconica lipofila e una zuccherina idrofila: questa struttura consente alla saponina di abbassare la tensione superficiale delle soluzioni acquose generando schiuma. • Esistono sotto due forme: steroidee e triterpeniche. • Svolgono una specifica attività biologica a livello del microcircolo e del tessuto connettivo dermico. • Ricordiamo tra di esse l’escina, la saponina dell’ippocastano (Aesculus hippocastanum) che agisce sui piccoli vasi, aumenta la resistenza capillare, funziona da vasoprotettrice, vasocostrittrice e antinfiammatoria. Principi attivi ad azione antinfiammatoria • I tannini, composti polifenolici complessi, presentano marcata azione astringente, agendo sulle proteine della cute. Nelle piante si ritrovano in particolare nella corteccia e nelle radici. • L’effetto astringente è una conseguenza della reazione del tannino sulle proteine dell’epidermide. Tale reazione causa una contrazione della struttura colloidale dell’epidermide e delle mucose (es. nella bocca). • Il risultato è la formazione di una membrana protettiva che porta a una diminuzione della sensibilità e irritazione del tessuto, a un aumento della capacità meccanica di resistenza della pelle e delle membrane mucose, a una regolarizzazione del flusso sanguigno nei vasi periferici (capillari) e a al riassorbimento. • L’azione astringente riconduce a un effetto anestetizzante e antimicrobico che risulta di notevole interesse in prodotti doposole, così come preparati delicati per il trattamento topico dell’acne. Principi attivi ad azione antinfiammatoria Agrimonia eupatoria Melissa officinalis Alchemilla vulgaris Areca catechu Betula pendula Ruscus aculeatus Arctostaphylos uva-ursi • I tannini sono componenti la droga di agrimonia (Agrimonia eupatoria), alchemilla (Alchemilla vulgaris), noce di betel (Areca catechu), rusco (Ruscus aculeatus), uva ursina (Arctostaphylos uvaursi), melissa (Melissa officinalis), betulla (Betula pendula), ecc. Principi attivi ad azione antinfiammatoria • Gli acidi triterpenici (glicirretico, madecassico, oleanolico, ursolico, asiatico, boswellico, ecc.) sono in grado di svolgere azione lenitiva, rinfrescante, anti-irritante su pelli sensibili e arrossate. Principi attivi ad azione antinfiammatoria Glycyrrhiza glabra Centella asiatica Vitis vinifera Olea europea Boswellia serrata • Gli acidi triterpenici sono presenti in numerose piante tra cui liquerizia (Glycyrrhiza glabra), centella (Centella asiatica), olivo (Olea europea), uva (Vitis vinifera), olibano (Boswellia serrata). Principi attivi ad azione antinfiammatoria • Gli acidi fenolici sono derivati polifenolici di natura acida contenuti nella droga di molte piante (caffeico, ferulico, clorogenico, vanillico, ecc.). Principi attivi ad azione antinfiammatoria • Gli acidi fenolici sono in grado di inibire la xantinaossidasi, responsabile della formazione dell’anione superossido e quindi della perossidazione lipidica, così come è stata provata la loro azione bloccante il radicale NO• (un potente vasodilatatore). • Utili nel contrastare gli effetti indotti da radicali liberi nei processi degenerativi della pelle, specie dopo esposizione a radiazioni UV, esplicano effetto antiirritante e inibente lo stress cutaneo indotto da fotoesposizione. • In particolare, l’acido caffeico, si è visto che è in grado di bloccare la sintesi dei leucotrieni, mediatori di reazioni allergiche. Principi attivi ad azione antinfiammatoria • I flavonoidi, sono una vastissima famiglia di sostanze di natura polifenolica, dotate di forte capacità anti-ossidante. • In genere si ritrovano nella droga sotto forma di glucosidi, cioè legati a una frazione zuccherina; per idrolisi si scindono e si libera la parte biologicamente attiva (aglicone). Principi attivi ad azione antinfiammatoria Catechine Principi attivi ad azione antinfiammatoria • L’azione antiossidante riveste grande interesse ai fini del buon stato di mantenimento della cute, specie in presenza di cute irritata e offesa. • In particolare i flavonoidi funzionano da inibitori di enzimi coinvolti nell’attivazione di reazioni che portano al formarsi di fattori pro-infiammatori, ad esempio, nel caso della sintesi prostaglandinica. Principi attivi ad azione antinfiammatoria • I lignani sono derivati fenilpropanici, metaboliti secondari molto diffusi nel regno vegetale (con la loro azione antimicrobica e antivirale sono direttamente coinvolti nei meccanismi di difesa naturale delle piante da stress biologici). • Presentano un’energica attività inibente lo sviluppo di colonie batteriche che possono indurre stati infiammatori (sono attivi ad esempio su Propionibacterium acnes). Principi attivi ad azione antinfiammatoria • L’azione congiunta di flavonoidi, tannini, mucillagini, ecc. spesso per natura associati nelle droghe vegetali, concorre indubbiamente a realizzare cosmetici adatti alla protezione di pelle irritata, ad esempio arrossata da radiazioni solari. Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • Il tiglio (Tilia tomentosa), la senna (Cassia senna) e l’olmo (Ulmus japonica) contengono mucillagini, una complessa miscela di galattosio, mannosio, arabinosio efficaci ai fini dell’inibizione di mediatori infiammatori quali prostaglandina-2 e interleuchina-6 e 8. Tilia tomentosa Cassia senna Ulmus japonica Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • La nigella (Nigella sativa), detta comunemente ’sesamo nero’, è una pianta annuale originaria del sud-ovest asiatico, contiene nei semi ingredienti attivi a marcata funzione antinfiammatoria, tra cui timochinone, che inibisce la formazione di mediatori proinfiammatori inibendo le ciclossigenasi. • Stessa funzione è riconosciuta alla magnolia (Magnolia grandiflora), contenente nella corteccia magnololo e onokiolo; questi due ingredienti esplicano inoltre una marcata attività antimicrobica. • La funzione delle 2 droghe è sinergizzata dal loro uso in associazione. Nigella sativa Magnolia grandiflora Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • L’alga bruna Ascophyllum nodosum, contenente fucoidani (polisaccaridi solforati) agisce quale inibente lo sviluppo di mediatori infiammatori cutanei. • Anche Ecklonia kurome, tipica dei mari giapponesi, contenente florotannini, agisce neutralizzando il danno causato da ROS e blocca l’attività della lipossigenasi inibendo la formazione di mediatori infiammatori. Ascopyllum nodosum Ecklonia kurome Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • La camomilla (Matricaria recutita) è una droga tipica, sia come estratti, sia come olio essenziale, con funzione calmante, antinfiammatoria dovuta all’azione del bisabololo (inibente la 5-lipossigenasi e la ciclossigenasi), dei camazuleni, di flavonoidi e mucillagini. Olio essenziale di camomilla Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • La menta (Mentha x piperita) è utilizzata in preparati cosmetici atti a ridurre irritazioni cutanee grazie ai suoi composti terpenici (mentolo) e polifenoli, che inibiscono l’espressione di mediatori infiammatori quali interleuchina-1. Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • Identico comportamento inibente la cascata arachidonica che conduce al rilascio di prostaglandine irritanti da parte dell’estratto di avena (Avena sativa), contenente steroli, antranilammidi e vari derivati flavonici. Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • Da non dimenticare le piante che contengono resveratrolo, un derivato stilbenico dotato di marcata attività antiossidante e in grado di inibire gli enzimi coinvolti nel metabolismo dell’acido arachidonico (es. ciclossigenasi) e quindi di bloccare lo sviluppo di mediatori di infiammazione. • È contenuto nell’uva (Vitis vinifera), nell’arachide (Arachis hypogea), nelle radici di Polygonum cuspidatum, quest’ultima nota come ‘bistorta giapponese’. Vitis vinifera Arachis hypogea Polygonum cuspidatum Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • L’uso di cordia (Cordia verbenacea), una pianta brasiliana, in preparati cosmetici quale agente antinfiammatorio sarebbe convalidato dal fatto che, il suo olio essenziale contenente sesquiterpeni (β-humulene e trans-caryophyllene) è in grado di ridurre edema e stati infiammatori indotti, così come l’attività della mieloperossidasi, un’emoproteina a marcata attività proinfiammatoria. Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • Lonicera japonica, da noi nota come caprifoglio giapponese, una graziosa pianta ornamentale rampicante, fornisce estratti a marcata attività antinfiammatoria. • L’ingrediente più attivo della droga è un biflavonoide (ochnaflavone) che è in grado di bloccare l’attività della ciclossigenasi-2, enzima ben noto che sintetizza lipidi mediatori di infiammazione, le prostaglandine. Piante contenenti principi attivi antinfiammatori • La funzione antinfiammatoria del gel di aloe (Aloe barbadensis) è facilmente spiegabile col fatto che inibisce la produzione di mediatori fisiologici dell’infiammazione quali prostaglandine e leucotrieni grazie all’attività, nel primo caso di enzimi (come carbossipeptidasi) e nel secondo da parte di glicoproteine presenti nel succo (come aloctina).
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