(La croce di Cristo al Castello Aragonese). Ligornetto ESTATE 2014 Febbraio • Marzo • Aprile • Maggio 2013 ORARIO ESTIVO delle celebrazioni eucaristiche PARROCCHIA CATTOLICA DI SAN VITALE MARTIRE, CHIASSO Sabato sera e vigilia delle festività (Ss. Messe prefestive) 15.30 Casa Giardino 17.30 Chiesa parrocchiale Domenica e festività 8.00 Chiesa parrocchiale 10.30 Chiesa parrocchiale 17.30 Chiesa parrocchiale 18.00 9.00 18.00 Lunedì Chiesa parrocchiale Martedì Chiesa di Sant’Anna Chiesa parrocchiale Mercoledì 9.00 Chiesa della Madonna di Fatima 18.00 Chiesa parrocchiale Giovedì 18.00 Chiesa parrocchiale Venerdì 18.00 Chiesa parrocchiale (Nei mesi di luglio e agosto è sospesa la S. Messa domenicale delle 17.30) PARROCCHIA CATTOLICA DELLA SANTA CROCE, PEDRINATE 19.00 9.30 17.00 17.00 Sabato sera e vigilia delle festività (S. Messa prefestiva) Chiesa di Santa Teresa a Seseglio Domenica e festività Chiesa della Santa Croce a Pedrinate Lunedì Chiesa della Santa Croce a Pedrinate Venerdì Chiesa della Santa Croce a Pedrinate CONFESSIONI NELLA CHIESA PARROCCHIALE DI CHIASSO Tutti i sabati dalle 9.30 alle 11.00 In confidenza… “Otium cum dignitate”: buone vacanze! Friborgo (Monastero di Hauterive) E se nelle nostre vacanze facessimo tappa anche in qualche monastero o santuario? C’è un “ozio” che non è “il padre dei vizi” Mi sia consentito rivolgere a tutti gli amici del “Bollettino parrocchiale” l’augurio di “buone vacanze” con una sentenza latina che suona così: “Otium cum dignitate”. Sono le parole con le quali l’antico Cicerone, nel “De oratore”, indica le occupazioni adatte al “vir bonus”, ossia alla persona dabbene, parole che per lui rappresentano soprattutto un ideale etico universale, prima ancora che la qualità specifica del perfetto oratore. Il termine “otium”, di difficile traduzione, non indica qui il cosiddetto “dolce far niente”, né tantomeno l’antico adagio “otia dant vitia”, antenato del nostro “l’ozio è il padre dei vizi”, ma piuttosto l’insieme di tutte quelle attività, non politiche e non retribuite, che concorrono alla formazione della genuina “humanitas” del cittadino. 3 Rientravano in questa categoria attività come lo studio, la scrittura, le conversazioni dotte e intime, la meditazione, il tempo dedicato ai propri familiari e agli amici, o quello passato in campagna lontano dal trambusto della città. Non è quindi il nostro ozio, ma l’insieme di attività veramente importanti, grazie alle quali si diventa “viri boni”, uomini buoni. A questo “otium” deve congiungersi però anche la “dignitas”, che rappresenta un complesso di virtù quali il pudore, l’onestà, il dominio di sé, comprendendo anche il senso della moderazione o della misura, atteggiamento tanto importante per gli uomini di cultura del mondo antico. Gesù e i discepoli in cerca di quiete La sapienza dell’antico Cicerone trova pieno riscontro nel cristianesimo. Nella visione della fede cristiana, infatti, anche la quiete, il riposo e la vacanza costituiscono un “luogo” teologico. Non sono mai un tempo vuoto, ma un’occasione propizia per una felice comunione con Dio, con noi stessi e con il nostro prossimo. Interessanti, al riguardo, sono le parole che Gesù rivolse un giorno agli stanchi discepoli al termine della loro prima esperienza missionaria. È un quadretto evangelico che costituisce una sorta di teologia cristiana delle vacanze. “Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: ‘Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un poco’. Erano 4 infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte” (Marco 6,30-32). La fatica di un vero riposo Insomma, occorre fermarsi per dedicare un po’ di tempo alle cose dello spirito. Impresa non facile, specialmente per noi figli della tecnica. Esiste nel profondo di ognuno di noi un universo di interiorità che continuamente rischia di essere dimenticato e soffocato da mille distrazioni. È necessario porvi rimedio con intelligenza e impegno, perché non basta semplicemente decidere di andare in ferie. Non è forse vero, infatti, che molti tornano dalle ferie più stanchi e stressati di quando erano partiti? E non è soltanto il problema dei nostri giovani rumorosi e distratti, come facilmente potremmo pensare, ma di tutti. La riduzione materialista e godereccia della vita porta sempre a quelle conseguenze di alienazione e di angoscia che ben conosciamo. Una vera vacanza dovrebbe quindi portarci fino all’esperienza del riposo dell’anima, oltre che al riposo del corpo, fino alla rinascita del desiderio delle realtà spirituali, fino alla ricerca del silenzio, dell’ascolto, della preghiera, dell’armonia con il creato, fino alla riscoperta della tenerezza di Dio dentro la trama della nostra vita. Il gusto ritrovato dell’interiorità produrrà immancabilmente l’effetto di un rapporto più intimo e sereno con le persone che ci stanno accanto e con l’ambiente che ci circonda. La pace con Dio e con se stessi si traduce sempre in una capacità nuova di rapportarsi agli altri e alle cose. Per le nostre vacanze allora, nella valigia o nella borsa da viaggio, non scordiamo di prendere con noi il Vangelo, il libro della Parola di Dio, il libro della preghiera. don Gianfranco La preghiera nasce dal pensiero Le vacanze, per chi ha la fortuna di goderne la distensione dal ritmo premente delle consuete occupazioni, sono uno svago. Ma appunto per questo possono offrire momenti, programmati per alcuni, spontanei per altri, di riflessione personale sul mondo, sulla vita, su se stessi; momenti che possono aprire l’animo a qualche interiore preghiera, Questo avviene per chi dalla riposante ed insieme stimolante pausa delle vacanze trae incitamento ed occasione per pensare, e perciò per pregare: i due momenti dello spirito sono normalmente consecutivi. La preghiera nasce dal pensiero. (Paolo VI) 5 Domenica 11 maggio 2014 Festa della Prima Comunione per 37 bambini della nostra comunità Nicola Ballabio – Elodie Basile – Sara Bernaschina – Mattia Bernardasci – Greta Bernardis – Denise Cavalera – Ylenia Cassoni – Daniele Da Costa Nascimento – Melat Dawit – Daria Delea – Christian Di Petto – Martina Di Pietro – Ana Rita Esteves – Catarina Isabel Esteves – Lenny Eyenga Ekoa – Aurora Ferlito – Morgana Galeno – Martina Gessaga – Manuel Gravante – Giada Greco – Jacopo Luraschi – Sofia Milauro – Simone Margalho – Shantia Najafi – Martina Nodari – Mélanie Pintus – Laurane Quifica – Francesco Raimondi – Ana Sofia Ramos – Aurora Ranno – Rosario Pio Ranno – Federica Resciniti – Veronica Resciniti – Cristina Rusca – Anna Maria Serrano – Erika Vullo – Chantal Wildi. L’atteggiamento autentico del cristiano non è quello altezzoso del fariseo adulto, astuto, razionale ed orgoglioso, bensì quello della semplicità fiduciosa del bambino. È la sua fiducia serena e radicale che gli fa porre tranquillamente la mano in quella del padre e della madre. 6 Cronaca parrocchiale 23 marzo In chiesa arcipretale elevazione spirituale per la Quaresima con il “Gruppo vocale Famiglia Sala”. Musiche di Palestrina, Bach, Mozart, Ramirez, Kodaly, Mascagni e Rachmaninov. 12 aprile Una serata indimenticabile e una chiesa gremitissima per il “Requiem” di Mozart con il Coro operistico di Mendrisio. 4 maggio Festa della Prima Comunione a Pedrinate per 9 bambini. 11 maggio Festa della Prima Comunione a Chiasso per 37 bambini. 9 giugno Gita-pellegrinaggio a Sotto il Monte, il villaggio natale di papa Giovanni XXIII, dichiarato santo il 27 aprile scorso, per una cinquantina di parrocchiani. Ripartiamo in settembre Condividere il pane edifica la Comunità Martedì: PRANZO DELLE FAMIGLIE Mercoledì: MENSA DEI POVERI Vieni anche tu all’Oratorio a gustare con noi un momento di fraternità! Domenica 30 novembre 2014 ore 10.30 FESTA DELLA CRESIMA DEI NOSTRI RAGAZZI 7 Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II due nuovi Santi nella Chiesa e per la Chiesa Entrambi si sono resi conto che l’unica vera minaccia per la missione evangelizzatrice della Chiesa è la nostra insufficiente consapevolezza della “vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1 Giovanni 5,4). Giovanni XXIII ha aperto la strada. Ha ricordato, non solo ai cristiani ma anche a tutti gli uomini e donne di buona volontà, che nessuno è costretto a sottostare alla tirannia dei nostri fantasmi. Non siamo obbligati a lasciarci paralizzare dalle voci dei “profeti di sventura”, disse nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II di cui ebbe l’intuizione. La Verità non è certo un prodotto della storia. È però solo stando nella storia e abitandola responsabilmente che la possiamo incontrare. A dispetto di tutti quelli che amano mettere in evidenza solo le discordanze, Giovanni Paolo II ha continuato e allargato il solco. Ci ha fatto capire che, dietro l’atteggiamento che rischiava di confinare la Chiesa entro il ristretto perimetro dell’autodifesa, stava una paura più profonda: quella di lasciarsi afferrare da Cristo, “Redentore dell’uomo”, che proprio la storia degli uomini è venuto ad abitare e salvare. Da qui il suo permanente invito a spalancare le porte della nostra vita a Lui, che non toglie nulla al nostro desiderio di vivere in pienezza la nostra umanità, ma al contrario è l’unico che ci dà la speranza di poterlo realizzare. Si delinea così un cammino che siamo chiamati a proseguire nel nostro quotidiano. C’è da augurarsi infatti che il riconoscimento pubblico universale della santità di questi due papi del nostro tempo produca frutto ecclesiale. Non 8 contribuisca, come qualche volta accade purtroppo, a neutralizzare la provocazione della loro vita umana concreta e della loro testimonianza rendendole puro oggetto di culto. Veneriamo i santi per rinnovare la nostra fede. E la fede dei due “capi” che ricordiamo non è stata quella incerta che spesso ci por ta a scappare dalle asprezze della storia, come bambini che si ostinano a non voler diventare adulti. La loro è stata la fede dei cristiani, di coloro che semplicemente vanno ad aprire, quando sentono bussare alla propria porta. Non solo per scoprire che non c’è nessuno da temere, ma soprattutto per accogliere Colui che da sempre vuole entrare. La realtà ultima non è il buio che ci rende sempre meno capaci di vivere, ma è l’amore che, secondo Giovanni – l’apostolo il cui nome risuona non a caso in quello dei due nuovi santi papi – rende perfetti e “scaccia la paura” (1 Giovanni 4,18). + Valerio Lazzeri Vescovo di Lugano Giornale del Popolo, 26 aprile 2014 La parola di papa Francesco La novità ci fa sempre un po’ di paura, perché ci sentiamo più sicuri se abbiamo tutto sotto controllo, se siamo noi a costruire, a programmare, a progettare la nostra vita secondo i nostri schemi, le nostre sicurezze, i nostri gusti. E questo avviene anche con Dio. Ma, in tutta la storia della salvezza, quando Dio si rivela porta novità – Dio porta sempre novità –, trasforma e chiede di fidarsi totalmente di Lui. La novità che Dio porta nella nostra vita è ciò che veramente ci realizza, ciò che ci dona la vera gioia, la vera serenità, perché Dio ci ama e vuole solo il nostro bene. Lo Spirito Santo è lo Spirito di unità, che non significa uniformità, ma ricondurre il tutto all’armonia. Nella Chiesa l’armonia la fa lo Spirito Santo. Uno dei Padri della Chiesa ha un’espressione che mi piace tanto: lo Spirito Santo “ipse harmonia est”. Lui è proprio l’armonia. Solo Lui può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare l’unità. Anche qui, quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l’unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l’uniformità, l’omologazione. Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa. È la Chiesa che mi porta Cristo e mi porta a Cristo; i cammini paralleli sono tanto pericolosi! I teologi antichi dicevano: l’anima è una specie di barca a vela, lo Spirito Santo è il vento che soffia nella vela per farla andare avanti, gli impulsi e le spinte del vento sono i doni dello Spirito. Lo Spirito Santo è l’anima della missione. Quanto avvenuto a Gerusalemme quasi duemila anni fa non è un fatto lontano da noi, è un fatto che ci raggiunge, che si fa esperienza viva in ciascuno di noi. La Pentecoste del cenacolo di Gerusalemme è l’inizio, un inizio che si prolunga. Lo Spirito Santo è il dono per eccellenza di Cristo risorto ai suoi Apostoli, ma Egli vuole che giunga a tutti. Gesù, come abbiamo ascoltato nel Vangelo, dice: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,16). È lo Spirito Paràclito, il «Consolatore», che dà il coraggio di percorrere le strade del mondo portando il Vangelo! Lo Spirito Santo ci fa vedere l’orizzonte e ci spinge fino alle periferie esistenziali per annunciare la vita di Gesù Cristo. Chiediamoci se abbiamo la tendenza di chiuderci in noi stessi, nel nostro gruppo, o se lasciamo che lo Spirito Santo ci apra alla missione. Ricordiamo queste tre parole: novità, armonia, missione. (dall’omelia di Pentecoste 2013) 9 La grazia di ricominciare sempre La prima cosa che ci aiuta questa mattina a riconciliarci con l’avventura della vita nella quale siamo immersi è l’invito a metterci nello spazio della benedizione di Dio sulla nostra esistenza. La benedizione è il compito che il Signore affida ai sacerdoti dell’Antica Alleanza, ad Aronne e ai suoi figli, e che oggi realizza per mezzo della sua Chiesa: fare risuonare nel tempo una Parola che dica bene della vita umana, che la custodisca, che le dia la possibilità di riconoscersi come vista da un Volto di benevolenza. Tutto può ricominciare nel tempo se siamo visti in questo modo. Non basta però la Parola udita fuori. La Parola che risuona alle orecchie per quanto buona e consolante non basta per convincerci. Deve arrivare da dentro ciò che ci rassicura radicalmente. Ecco allora la testimonianza dello Spirito del Figlio, lo Spirito che innesta in noi la preghiera stessa di Gesù, “Abbà, Padre”. Quando accogliamo questo Respiro divino, il tempo che apparentemente ci schiavizza, ci tiranneggia, ci inghiotte con il suo passare, allenta la sua morsa, diventa il nostro migliore alleato perché ci porta alla pienezza dello scoprirci figli. “Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”. E così arriviamo al mistero che la liturgia ci fa celebrare nel primo giorno dell’anno civile, quello della divina maternità di Maria, quello del grembo verginale della creatura che diventa il luogo dove la Parola eterna, l’eterno inizio di ogni cosa, si fa carne per accompagnare da dentro, per sostenere purificare e trasfigurare ogni istante della nostra vita, ogni fibra della nostra realtà corporea, ogni componente materiale e immateriale del nostro mondo. 10 Sembra un discorso molto astratto, molto lontano dalle nostre preoccupazioni quotidiane di pellegrini di questa storia ferita e striata di dolore e di sangue, di violenze e di guerre. Ma non è così. Il grembo verginale e fecondo di Maria Santissima continua a essere la testimonianza più alta della permeabilità di tutto ciò che esiste alla Parola e al Soffio che tutto rinnova e rigenera. Il mondo creato da Dio non sarà mai così vecchio da non poter accogliere la Novità. La storia degli uomini non è mai rinata dai loro progetti rivoluzionari, dai loro programmi di riforma, dalle loro visioni ideali e dalle loro abili strategie per attuarle. Anzi, i più grandi disastri sono spesso scaturiti da volontà inizialmente animate da propositi sublimi di riscatto e di redenzione. Infatti, tutto comincia e rinasce in quel punto segreto del cuore umano, che solo Dio conosce e che solo il Creatore è in grado di individuare e visitare con il suo Amore nel cuore della creatura. Dall’omelia del Vescovo Valerio per la Messa di inizio anno Lugano - Chiesa di Sant’Antonio, 1° gennaio 2014 Oratorio: porte aperte a cura di Umberto Colombo UN CANTIERE APERTO Cari amici, nei prossimi mesi il nostro Oratorio sarà più che mai… un cantiere aperto! Un cantiere prima di tutto a motivo dei lavori di manutenzione in programma: pittura dei locali, cambio di alcuni arredamenti, riparazione di tubature, ecc. Ma nel frattempo, mentre con altri amici saremo a Catto per la consueta colonia estiva, provvederemo ad aprire un secondo cantiere: quello culturale. Con Marco Zucchi, critico cinematografico della RSI, abbiamo già preparato il prossimo programma di “Film-in-controluce” che si svolgerà sempre di venerdì, un ricco cineforum con film veramente belli e impegnativi, che proporremo dal prossimo settembre fino a marzo 2015. Una novità di quest’anno proposta per il mese di ottobre sarà la rassegna cinematografica di film africani, accompagnati da mostre e cartellonerie che spiegano la realtà del cinema africano e molti esempi riguardanti le loro pubblicazioni. La provenienza delle pellicole sarà totalmente africana. Tale scelta è motivata dal carattere inedito di questi film impossibili da vedere al di fuori dei festival e la possibilità di avere uno sguardo originale sulla cultura, la politica, la vita quotidiana dell’Africa. L’Africa, o meglio le Afriche, si raccontano e ci raccontano. Ne emergerà l’immagine di un continente e una cinematografia ricca e raffinata che narra, a se stessa e a 11 noi, storie universali, costruite su punti di vista differenti che arricchiscono la nostra esperienza quotidiana e culturale. I lunedì del mese di novembre vedranno la continuazione della rassegna cinematografica “Il cinema alla ricerca di Dio”. In questo cammino cinematografico di “reinterpretazione del sacro”, rintracciamo nel panorama contemporaneo quattro titoli che propongono in primo piano una gamma di “figure cristiche”. Vedremo gente comune, capace però, sull’esempio di Gesù, di sopportare dolore, persecuzioni ed ingiustizie per un bene più grande. Nel rapporto filmico tra peccato e redenzione spesso il martirio diviene l’unica via di salvezza possibile. Quattro film che riporteranno al centro della riflessione il tema della vita e della morte, della fine e del fine dell’esistenza umana. Un itinerario alla ricerca di un senso sospeso tra Cielo e Terra. “SCUOLA GENITORI” Da settembre riproporremo la nona edizione della “Scuola Genitori”. Questi incontri, aperti a tutti, hanno lo scopo di aiutare a interpretare con più attenzione la realtà in cui viviamo. I veloci mutamenti della società mettono alla prova qualsiasi nostro valore e convinzione facendo crescere il bisogno di trovare nuove risposte educative. Riflettere insieme, con l’aiuto di esperti, ci potrà aiutare ad affrontare con serenità e coraggio le nostre importanti scelte quotidiane. 12 ALL’ORATORIO NASCE UNA NUOVA ATTIVITÀ: “GRUPPO SOLIDARIETÀ” Nel mese di giugno un gruppetto di persone vicine al nostro Oratorio si sono incontrate con il responsabile della Caritas di Como, Roberto Bernasconi, per far nascere, istituire e formare un gruppo che abbia il desiderio di capire “come si dovrebbe fare oggi” ad aiutare le persone in grave difficoltà. Non soltanto per trovare loro degli aiuti materiali, ma per essere noi un aiuto per loro. È forse il tempo di “ri-educarci” al sociale? Chi è l’altro che incontro superando lo stereotipo di “povero”, di “rifugiato”, di “barbone”? Come individuare il vero bisogno di una persona? Si aiuta da soli o insieme? Come posso diventare io una persona di riferimento al di là dei beni che possiedo? Queste e altre domande accompagnano la motivazione di questa scelta. Tale percorso lo inizieremo con i responsabili della Caritas di Como, attingendo alla loro grande esperienza e disponibilità ad accompagnarci in un percorso di confronto e formazione. Tante idee mi si presentano alla mente: stabiliamo un incontro formativo mensile? Partecipiamo alla distribuzione del tè, delle coperte o altro alla stazione? Visitiamo il Centro di ascolto di Como per vedere come fanno? Vogliamo conoscere da vicino le istituzioni che già operano sul nostro territorio? Nel mese di settembre comunicheremo le date di inizio per questa esperienza nuova. Sul nostro sito e sul prossimo Bollettino verranno comunicate tutte le date delle varie iniziative: www.perunanuovacultura.ch oppure www.parrocchia-chiasso.ch 13 I GIOVANI E IL TEATRO Ecco un’altra stagione portata a termine dall’Associazione Culturale Artinscena di Morbio Inferiore, la quale, rimasta priva di sede nel suo villaggio, ha potuto continuare l’attività grazie all’ospitalità del Cine Excelsior di Chiasso. È stato un anno intenso, non sempre facile, ma che attraverso l’unione, la complicità, lo scambio reciproco di idee, lo studio, gli approfondimenti e le tecniche teatrali, ha consentito a tutti di crescere ed essere un po’ più consapevoli delle nostre capacità e fiduciosi per affrontare il cammino. Tre spettacoli differenti. SBANG presentato dal gruppo Cuccioli a molti degli allievi delle Scuole Elementari del Circondario, ha voluto essere per i bambini uno stimolo alla fantasia, alla creatività e al trascorrere tempo insieme. ACCHIAPPA IL TUO FUTURO SOGNANDO, vincitore del premio “ Portatori d’Arte” al Festival di Novara dal gruppo Junior e replicato al Kursaal di Locarno e al Cine Excelsior di Chiasso, racconta come una adolescente riesca a trovare la certezza delle sue scelte ed avere il coraggio di parlarne ai genitori. Una storia fra moderno e antico molto attuale e romantica. MILES GLORIOSUS O SOLDATO FANFARONE di Maccio Plauto. In prima assoluta il gruppo Grandi si è dedicato al mondo classico, una commedia greca che nonostante il passare del tempo è attuale e molto divertente. Con questa pièce i ragazzi sono stati selezionati per partecipare al Festival Internazionale di Dramma Antico dei Giovani indetto dalla Fondazione INDA di Siracusa riscuotendo grande successo. Ringraziando gli attori per le emozioni che hanno regalato, le mie collaboratrici per l’immenso lavoro dietro le quinte e i costumi, la mia famiglia che sempre è al mio fianco, tutti gli sponsor che ci hanno permesso di realizzare le manifestazioni e Umberto Colombo che ci ha accolti con grande calore, auguro un’estate splendida all’insegna della pace e dell’amore universale. Per coloro che fossero interessati, vi invito a visitare il nostro sito www.artinscena.com e vi ricordo che le iscrizioni ai corsi si apriranno il primo settembre anche online. 14 Pensieri semplici Ricordati di Cristo Se ti accorgi che le gioie del mondo ti tengono prigioniero e desideri dimenticare; se t’accorgi che le cure del mondo ti preoccupano, e desideri dimenticare; se t’accorgi che le preoccupazioni terrene s’impadroniscono di te come la corrente afferra il nuotatore, e desideri dimenticare, se le angosce della tentazione ti perseguitano e tu desideri dal profondo del cuore di poter dimenticare: ricordati di nostro Signore Gesù Cristo e allora riuscirai. Sören A. Kierkegaard La giusta parola nasce dal silenzio Caratteristica della solitudine è il silenzio, come la parola è caratteristica della comunione. Tra il silenzio e la parola c’è lo stesso legame interiore e la stessa distinzione che c’è fra solitudine e comunione. L’una non può esistere senza l’altra. La giusta parola nasce dal silenzio e il giusto silenzio nasce dalla parola. Tacere non significa restare muti, come parlare non significa chiacchierare. Il restare muti non crea la solitudine e il chiacchierare non crea la comunione. La parola che crea di nuovo la comunione e la riunisce è accompagnata dal silenzio. Dietrich Bonhöffer Tacere… ascoltare Non c’è solitudine senza silenzio. Il silenzio: talvolta è tacere, sempre è ascoltare. Un’assenza di rumore, priva della nostra attenzione alla Parola di Dio, non sarebbe più silenzio. Una giornata piena di rumori e di voci può essere una giornata di silenzio, se il rumore diventa per noi un’eco della presenza di Dio. Quando parliamo di noi stessi e di nostra iniziativa, noi usciamo dal silenzio. Quando ripetiamo con le labbra le aspirazioni segrete della Parola di Dio in fondo al nostro intimo, noi lasciamo intatto il silenzio. Madeleine Delbrêl Ascoltare il prossimo per ascoltare Dio Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Come l’amore di Dio incomincia con l’ascoltare la sua Parola, così l’inizio dell’amore per il fratello sta nell’imparare ad ascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello, ben presto non saprà neppure ascoltare Dio. Anche di fronte a Dio sarà sempre lui a parlare. Avrà così inizio la morte della vita spirituale. Alla fine non resteranno altro che le chiacchiere spirituali. Chi non sa ascoltare a lungo e con pazienza parlerà senza toccare veramente l’altro; ed infine non se ne accorgerà nemmeno più. Chi crede che il suo tempo sia troppo prezioso per essere perso nell’ascoltare il prossimo, non avrà mai veramente tempo per Dio e per il fratello, ma sempre e solo per se stesso. Dietrich Bonhöffer 15 Saremo tutti assunti in cielo Maria, nostra Madre, ci è data in tutto come nostro modello. Invece di immaginare l’assunzione come un privilegio unico, dobbiamo riconoscere che anche in questo siamo chiamati ad imitarla. Nella seconda lettera ai Corinti, all’inizio del capitolo quinto, Paolo afferma che nel momento della nostra morte, quando la tenda della nostra corporeità è disfatta, già riceviamo da Dio l’abitazione definitiva non costruita da mani d’uomo, che resta poi in eterno. Il dogma dell’assunzione corporea di Maria è qui chiaramente definito e si estende a tutti. Leggiamo anche il capitolo 15 della prima lettera ai Corinti, dove Paolo spiega questa trasformazione. Siamo come un piccolo seme trasformato in albero frugifero; l’identità resta la stessa, ma la nostra pienezza è prorompente. Noi quaggiù siamo come degli embrioni; anche se fossero dotati di pensiero non potrebbero immaginare il loro stato adulto e il mondo che li circonderà. Si capisce l’anelito di Paolo, come appare nel primo capitolo della lettera ai Filippesi, ad essere sciolto per entrare nella piena comunione con il Cristo, al punto che afferma: per me morire è un guadagno. Già in questa vita embrionale possediamo le primizie dello Spirito e avvertiamo che Dio non è un essere misterioso e lontano, ma quel papà che già sta generandoci alla pienezza della vita. Come cristiani dobbiamo riconoscere la nostra dignità umana, conformando le nostre azioni alla sfera celeste. In fondo, embrionalmente, siamo già in Paradiso. Spesso leggiamo nel Vangelo di Giovanni: “Chi crede ha la vita eterna”. Noi siamo già oggi concittadini dei santi e famigliari di Dio. La morte cristiana non è un evento funereo, ma la nascita gioiosa alla pienezza. Con un’immagine potremmo 16 evocare Luca 15,20: il papà, visceralmente trapassato dalle deficienze del figlio che torna a casa, lo seppellisce di baci e di abbracci e lo fa sentire un re. Se fosse stato ricevuto a bastonate avrebbe sofferto meno. Ora lui, così indegno, freddo, cinico, calcolatore, si vede accolto da un amore tanto intenso quanto immeritato e capisce finalmente il suo errore di avere immaginato il padre come un tiranno, quando aveva la tenerezza di una mamma. Convinciamoci che è più difficile dannarci, opporci definitivamente all’amore infinito, che accettare di lasciarci salvare dalla misericordia infinita. Veramente la morte è il “dies natalis”, la vera nascita che ci butta nelle braccia di un Padre-Madre che vive per noi da tutta l’eternità. La nostra vita embrionale terrena non solo non è sminuita in quest’ottica, ma impreziosita. La paragoniamo ai nove mesi di gestazione che fanno entrare nel mondo nuovo. Quest’uomo non conoscerà mai uno spegnimento, una distruzione, ma crescerà in una pienezza d’amore vertiginosa che non avrà mai fine. Sandro Vitalini Spirito di Dio Tu vieni a turbarci, vento dello Spirito. Tu sei l’altro che è in noi. Tu sei il soffio che anima e sempre scompare. Tu sei il fuoco che brucia per illuminare. Attraverso i secoli e le moltitudini Tu corri come un sorriso per far impallidire le pretese degli uomini. Poiché tu sei l’invisibile testimone del domani, di tutti i domani. Tu sei povero come l’amore per questo ami radunare per creare. Oh, ebbrezza e tempesta di Dio! David Maria Turoldo 17 La pagina del buonumore Piccolo dizionario ACCESSO: Porta del gabinetto. BARLUME: La luce del bar. CIMITERO: Ci si passa tante volte così vicino che alla fine tutti vi cascano. DENTISTA: Uno che mangia con i denti degli altri. EPITAFFIO: L’ultima réclame. FANTASMA: Persona con mandato di comparizione. GUINZAGLIO: Corda che permette al cane di condurre a passeggio il padrone. HUMOR: Tutte le volte che si ride, si toglie un chiodo dalla bara. INFARTO: Ciò che, oggi come oggi, ci sta più a cuore. LADRO: Persona che prende le cose sul serio. MELODRAMMA: Opera i cui protagonisti furono Adamo ed Eva. NEONATO: Uomo da poco. OCULISTA: Un medico che non è ben visto dai clienti. PIGRIZIA: L’abitudine di riposarsi prima che venga la stanchezza. QUESTUA: Maniera gentile di domandare la borsa senza domandare la vita. RAFFREDDORE: La goccia che fa traboccare il… naso. SBORNIA: Una buona presenza di… spirito. TRASFUSIONE: Un’operazione che va a gonfie… vene. UOMO: Sostantivo che abbraccia anche la donna. VIOLENZA: La ragione di chi ha torto. ZITELLA: Una donna in dolce attesa. L’amico nero all’amico bianco… Amico bianco: io, quando piccolo, nero; quando diventato grande, nero; quando arrabbiato, nero; quando morire, sempre nero. Ma tu, amico bianco: tu, quando nato, rosa; quando diventato grande, bianco; quando arrabbiato, rosso; quando malato, giallo; quando paura, verde; quando morire, viola. Ma allora, amico bianco: perché tu chiamare me… di colore? 18 TELEFONI Parrocchia cattolica di San Vitale martire Chiasso Casa parrocchiale Natel don Gianfranco Natel don Andrea 091 682 86 32 079 444 20 46 (per urgenze) 079 275 54 36 (per urgenze) E-mail: [email protected] Ufficio parrocchiale 091 682 36 82 - Fax 091 682 36 46 Chiesa arcipretale (sagrestia) 091 682 47 44 Oratorio parrocchiale 091 682 37 19 (Umberto Colombo) 091 682 37 41 (Segreteria telefonica) Web: parrocchia-chiasso.ch E-mail: [email protected] Blogparrocchia-chiasso.ch/frontiereaperte/ Sala - Cine Excelsior 091 682 36 73 091 682 37 41 (Segreteria telefonica) Web: perunanuovacultura.ch E-mail: [email protected] Facebook: facebook.com/perunanuovacultura Twittertwitter.com/OratorioChiasso Libreria San Vitale Comunità Suore 091 682 02 40 091 682 32 51 Parrocchia cattolica della Santa Croce Pedrinate Sandro Cairoli (presidente) 091 683 52 10 19 PP 6830 CHIASSO La Buona Stampa, Lugano
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