Pubblicazione semestrale Gennaio - Giugno 2014 Num. 1 anno XXVIII- Spedizione in abb. postale 50% - Comma 27 Art. 2 legge 549/95 - Foto di copertina di Vincenzo Sessa 1/2014 numero speciale dedicato al Gruppo Speleo e al Gruppo Alpinistico della Sezione Cai di Salerno Il nuovo consiglio direttivo Il gruppo speleo della sezione festeggia il venticinquennale Rinascita del Gruppo Alpinistico VITA DI SEZIONE SPELEOLOGIA IL NUOVO VOLTO DELLA SEZIONE VENTICINQUE ANNI CON IL GRUPPO SPELEO la Redazione Raffaella D'Angelo e Aristide Fiore Il 28 marzo u.s. si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali della Sezione: Il nuovo Consiglio Direttivo della Sezione di Salerno del Club Alpino Italiano è così formato: Presidente: Sandro Giannattasio Vice presidente: Ciro Nobile Tesoriere: Diana De Nicola Segretario: Luisa Buonocore Consiglieri: Rosario Bartiromo, Laura D'Aniello, Camillo Gallo, Ugo Lazzaro, Mario Petrosino e Aldo Tisi Revisori dei conti: Patrizia Bacco, Antonio De Chiara e Tina La Torre Nel 1988 alcuni soci storici della nostra sezione, Ennio Capone, Aldo Tisi, Donato Di Matteo, Ciro Nobile e Giovanni Galdieri organizzarono il I Corso di introduzione alla speleologia, diretto da Italo Giulivo, con l'ausilio di Francesca Bellucci, Giovanni Guerriero e altri speleologi, all'epoca tutti appartenenti alla sezione CAI di Napoli. In seguito a questa esperienza si formò un nucleo di speleologi tra i quali Nicola Negri, Sergio Genco e Sandro Mancino, che nel 1989, insieme a Giovanni Galdieri, primo artefice, furono i principali promotori della costituzione ufficiale del Gruppo Speleologico della Sezione. Nei primi anni '90 si aggregarono Aristide Fiore, Francesco Raso, Antonio Gaeta, Gerardo Aliberti, il giovanissimo Marco Capone, che, innamorato della Montagna a 360 gradi, successivamente si sarebbe dedicato all'alpinismo fino a ricoprire l'ambìto ruolo di guida alpina, e Raffaele Basile di Bagnoli Irpino, che, insieme a Leopoldo Erricolo, in seguito si sarebbero trasferiti alla costituenda Sezione di Avellino. Nel 1994, grazie all'esito del quinto corso di introduzione, che ebbe ben 18 partecipanti e dell'edizione successiva, il Gruppo ottenne nuova linfa; entrarono a farne parte Raffaella D'Angelo, Davide Napoli, Èlia Sciumanò e poi Vincenzo Sessa, Antonia Landi, Assunta Trapanese, Lucio De Chiara e altri ancora. Il gruppo così formato, insieme a quelli delle Sezioni CAI di Napoli e Avellino, a "Natura Esplora" di Summonte e al Gruppo Speleologico del Matese, diede un contributo determinante alla formazione della Federazione Speleologica della Campania, che nacque proprio nei locali della nostra Sezione di Salerno, in via Porta di Mare, nell'autunno del 1998. L'evento fu salutato da numerosi speleologi e simpatizzanti della montagna e del sottosuolo provenienti dall'intero ambito regionale. Nei primi anni duemila si concretizzò, anche grazie all'apporto degli speleologi salernitani, la realizzazione del Progetto Catasto, finanziato dalla Il Consiglio Direttivo La Redazione augura ai Consiglieri buon lavoro per l'impegno cui sono stati chiamati nell'avvicendamento istituzionale; nel contempo volge un pensiero di gratitudine a quanti hanno già assicurato, con passione e competenza, il successo delle attività della Sezione. Auguri e gratitudine, altresì, al neoeletto Presidente della Sezione, Sandro Giannattasio, che ha governato, con abnegazione e modestia, la fase di transizione durata quasi un biennio e conclusasi con il meritato e plebiscitario voto dell'assemblea sezionale di fine marzo. Il gruppo in uscita nei primi anni ‘90 Francesco Raso 2 Regione Campania, mediante il quale, per la prima volta in Italia, venne effettuato un censimento di tutte le grotte della Regione e fu realizzata una pubblicazione di rilevante importanza per la speleologia campana: l'Atlante delle Grotte della Campania. Nel 2005 fecero il loro ingresso nel Gruppo Giovanna Fiorillo, Peppe Saggese, Sergio Santomauro e Mario Petrosino; successivamente arrivarono Errico Cuomo, Antonio Fiorillo, Fabiana Tambasco, Monica Cavaliere, Francesco Montefusco, Francesco Cosentini e più recentemente Ciro Bello, Serena Bloise, Antonio Cipolletta, Rossana Graziano, Daniela Natella e Diego De Cristofaro. Molti dei soci del Gruppo, nel corso degli anni, sono entrati a far parte, come volontari, della squadra di soccorso della Campania, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, divenuta nel 1999, XIV Delegazione autonoma, con competenza anche sul territorio molisano e nel 2002 Servizio Regionale, con la denominazione "Servizio Alpino e Speleologico Campano del CNSAS". Alcuni di loro ricoprirono incarichi di rilievo a livello regionale e nazionale. Raffaele Basile, già istruttore nazionale di speleologia e tecnico del soccorso, è stato capo squadra dal 1999 a 2001; Raffaella D'Angelo, dal 1999 al 2005, è stata addetto stampa della delegazione, contribuendo alla formazione del gruppo di lavoro nazionale e, dal 2006 al 2010, lasciato il ruolo di volontaria, ha fatto parte del Collegio Nazionale dei Probi Viri nazionali; Davide Napoli, Vincenzo Sessa e Errico Cuomo hanno superato i corsi specialistici per l'attribuzione della qualifica di tecnici di soccorso e, attualmente, Mario Petrosino, anch'egli istruttore nazionale di speleologia, ricopre il ruolo di Vice delegato del Servizio Regionale. Nel corso di tutti questi anni numerosi simpatizzanti hanno gravi- SPELEOLOGIA tato intorno al Gruppo speleo, spesso offrendo un apporto significativo per la riuscita dell'attività: Luisa Astolfi, Annamaria Landi e Antonella Napoli, Antonella Sica, Massimo Galderisi, Federica Tambasco, Rosa Schiavo, Anna Calabrese, e poi i giovanissimi Amedeo e Giulia Mancino, Lucia e Giuseppe Montefusco, Alessandro Bello e infine il piccolo Roberto Negri e tanti altri ancora. Il GSCAISA (http://www.gscaisa.altervista.org) è attivo soprattutto nella provincia di appartenenza, ricchissima di fenomeni carsici sia profondi sia superficiali. Ripercorriamo qui di seguito gli episodi più significativi della sua storia, scusandoci per eventuali sviste o dimenticanze con coloro che ne sono stati protagonisti. L'esplorazione della Grotta Vado, che si sviluppa per circa 450 metri e costituisce un'importante fonte di approvvigionamento idrico per il comune di Bracigliano (SA), è stata effettuata a più riprese nell'intero corso della storia del Gruppo ed estesa via via ad altre cavità individuate sul versante sud orientale del M. Faitaldo, permettendo di ricostruire lo sviluppo dei sistemi carsici di quell'area. La Grotta dello Scalandrone, anch'essa estesa all'incirca 450 metri, si apre alle Pendici del Monte Accellica e è stata esplorata congiuntamente dai gruppi speleologici CAI di Napoli e Salerno. Percorsa in gran parte da un torrente sotterraneo che contribuisce alla formazione del fiume Picentino, è uno dei più importanti fenomeni carsici dei Monti Picentini. Una rappresentanza dei due gruppi presentò i risultati della sua esplorazione al XVI Congresso Nazionale di Speleologia, tenutosi a Udine nel 1990, ponendo la sua formazione in relazione all'evoluzione morfologica del Monte Accellica. Nell'estate del 1991 Luciana Cantore, Andrea Cioffi, Giovanni Galdieri e altri parteciparono a un campo esplorativo e di ricerca in una zona dell'altopiano gessososolfifero della Sicilia Centrale compresa nella provincia di Agrigento, organizzato dal Gruppo Speleologico "Palermo" della Sezione Conca D'oro del CAI, sotto la guida del geologo Marcello Panzica del CNR, con lo scopo di redigere la mappa topografica delle cavità naturali presenti nell'area e i relativi rilevamenti. Il gruppo di lavoro al quale apparteneva la rappresentanza salernitana esplorò e rilevò quattro grotte, due delle quali attive, a prevalente andamento suborizzontale. Il 26 dicembre 1992 Nicola Negri, Leopoldo Erricolo, Ettore Citro e Aristide Fiore esplorarono e rilevarono un pozzo profondo 28 metri sul Monte Terminio, presso la sella di Collelungo. Nell'autunno dell'anno successivo entrarono nel Gruppo Raffaella D'Angelo, Èlia Sciumanò, Davide Napoli, Amelia Fiore, Paolo Vassallo e altri. Tra dicembre 1994 e febbraio 1995 Francesco Raso collaborò col Gruppo Speleologico CAI Napoli in una serie di esplorazioni che determinarono la scoperta di nuove diramazioni della Grotta di Castelcivita e di quattro cavità nei pressi di Acerno, alla più importante delle quali fu attribuito il suo nome, in seguito alla sua tragica scomparsa. In alcune occasioni, la rappresentanza del nostro Gruppo comprese anche Aristide Fiore, Raffaella D'Angelo e Paolo Vassallo, oltre a Raffaele Basile e Leopoldo Erricolo, ormai passato alla Sezione di Avellino. Nel 1995 Nicola Negri entrò nella Commissione Interregionale Centromeridionale-insulare per la Speleologia, organo periferico del CAI. In giugno Aristide Fiore e Davide Napoli esplorarono e rilevarono il Pozzillo: una grotta verticale profonda 23 metri sul versante occidentale del Monte Salto a Montoro Inferiore. In agosto Francesco Raso, Aristide Fiore, con Berardino Bocchino del GSCAINA, ripeterono la discesa nella Grava dei Vitelli, sui Monti Alburni, fino alla profondità di 270 metri. L'attività esplorativa del 1996 interessò le immediate vicinanze delle due sorgenti di Bracigliano: Sandro Mancino, Èlia Sciumanò e Nicola Negri esplorarono e rilevarono la Grotta La Spaccata, sul versante sud orientale del M. Faitaldo, e in seguito Davide Napoli e Aristide Fiore topografarono due piccole cavità di crollo, sul versante meridionale del Monte Piesco. Il 23 giugno Raffaella D'Angelo, Francesco Raso, Aristide Fiore e Berardino Bocchino del GSCAINA raggiunsero il fondo (-158 m) della Grava del Casone Vecchio a Ottati (SA), destinato a spostarsi circa duecento metri più in basso nell'anno successivo, con le esplorazioni dell'Associazione Intergruppi Ricerche e Esplorazioni Speleologiche (AIRES), che nel caso in questione comportarono complessi lavori di disostruzione, proprio nel punto in cui Raso aveva cercato di passare, attirato da una forte corrente d'aria. Nel mese di agosto dello stesso anno il GSCAISA organizzò un campo sui Monti Alburni, finalizzato alla ricerca di prosecuzioni delle grotte conosciute nei pressi del vecchio Rifugio Farina e alla ricerca di nuovi ingressi nella stessa area. Il campo fu allestito in località Varroncelli. Davide Napoli rinven- Esercitazione in grotta ne l'ingresso di un piccolo inghiottitoio attivo, mentre la ripetizione della discesa nella Grava di Vallemele si arrestò dopo i primi pozzi a causa della grande quantità di fango. Il campo si interruppe bruscamente allorquando venne diramato l'allarme per la scomparsa della piccola Angela Celentano, sul Monte Faito: molti dei partecipanti facevano parte del CNSAS. Il 12 agosto 1996 un incidente verificatosi durante la discesa di un salto di roccia di circa 25 m lungo il corso del Fiume Argentino, sul massiccio dell'Orsomarso, stroncò la vita di Francesco Raso, speleologo, alpinista e accompagnatore di Alpinismo Giovanile, divenuto da poco volontario del CNSAS-CAI e consigliere della Sezione di Salerno. Il 23 marzo 1997 Giovanni Galdieri, Antonello Gaeta e Aristide Fiore esplorarono e rilevarono una piccola grotta suborizzontale presso il Borgo S. Matteo di Sarno (SA). In agosto Raffaella D'Angelo, Antonella Landi, Nicola Negri, Antonello Gaeta e Davide Napoli parteciparono al campo esplorativo organizzato dall'AIRES sui Monti Alburni. In particolare, va menzionata la partecipazione di Gaeta e Napoli all'esplorazione definitiva della Grava di Madonnna del Monte. Tra la primavera del 2001 e l'estate del 2002, in collaborazione col Gruppo Roccia della Sezione, fu effettuata una campagna di esplorazioni e rilievi sul versante occidentale del Monte San Giovanni a Andretta (AV), aventi per oggeto le numerose cavità che vi si aprono, denominate Li Urtuni, tutte di modeste dimensioni e difficilissime da raggiungere a causa dell'instabilità del conglomerato nel quale si aprono. Il 2 settembre 2001 Aristide Fiore, Giovanni Sessa e Paola Barbarulo esplorarono e rilevarono un pozzo profondo circa 10 m presso le Ripe della Falconara, sul Monte Terminio. Nello stesso anno la ripresa delle 3 SPELEOLOGIA Grotta di Fra Gentile (foto del Gruppo Speleo CAI SA scattata da Mauro Palumbo dell'associazione "La Macchina del Tempo"). esplorazioni sui Monti di Sarno interessò il versante settentrionale. Nel territorio di Quindici (AV) fu esplorata la Grotta dell'Acqua, una sorgente situata presso la località Fontana della Grotta, poco distante dall'altopiano di Campo Somma. A eccezione dell'ampio ingresso, allargato da crolli, si presenta come un cunicolo dall'andamento sinuoso che si sviluppa per circa 110 m in direzione WNW. La parte esplorata termina con due sifoni, il primo dei quali fu superato nel settembre del 2003, approfittando del periodo di magra e utilizzando una pompa elettrica per abbassare ulteriormente il livello dell'acqua. Nell'autunno dello stesso anno Assunta Trapanese, accompagnata da Aristide Fiore e altri, effettuò alcuni rilevamenti geologici in una piccola grotta orizzontale nel Vallone del Puzzillo, a Serino (AV), prospettando la possibilità di individuarne la prosecuzione mediante opportuni lavori di disostruzione. Nell'agosto del 2002 Davide Napoli, Giovanni Sessa e Aristide Fiore effettuarono la prima discesa in assoluto nella forra del Vallone Porto, presso Positano (SA). Tra dicembre 2004 e aprile 2005 Assunta Trapanese, Aristide Fiore, Mario Petrosino e Giovanna Fiorillo esplorarono e rilevarono alcune cavità sul Monte Falerio, nella catena dei Monti Lattari. Nel gennaio del 2005 fu esplorato e rilevato un tratto di acquedotto romano presso Lanzara, interamente scavato nella roccia e risalente probabilmente all'epoca di Augusto; nello stesso periodo fu esplorata e rilevata un breve condotto per la captazione dell'acqua di una sorgente in località Oscato a Mercato San Severino, denominata "Il Cantaro". Nei mesi Davide Napoli e Vincenzo Sessa 4 successivi fu completata l'esplorazione del ramo destro della Grotta Vado a Bracigliano e furono ripetute le discese in alcune grotte verticali sui Monti Alburni, a scopo di esercitazione. Il Gruppo si è reso anche protagonista di interventi di bonifica ambientale, come il recupero di rifiuti nell'Inghiottitoio del Bussento, presso Caselle in Pittari, anch'esso effettuato in collaborazione col G.S. CAI Napoli, nel settembre del 2005. Circa un mese prima il GSCAISA aveva raggiunto per la prima volta il lagosifone terminale. Nello stesso anno fu esplorata una grotta verticale profonda 43 metri, scoperta per caso durante lavori stradali presso Taurano (AV) e denominata "Grotta del Tonfo" dai primi esploratori: Vincenzo Sessa, Giovana Fiorillo, Satoru Odashima e Mario Petrosino. Nella primavera del 2007 fu esplorata un'altra grotta verticale chiamata Pozzillo, situata a 896 m slm sul Monte La Foresta (948 m slm), nel territorio di Siano, e profonda circa 7 m. In quella del 2008, presso la Sede sezionale, si tennero cinque incontri aperti al pubblico inerenti la speleologia, che ottennero un discreto successo di pubblico. Fra il 30 maggio e il 2 giugno dello stesso anno il Gruppo intervenne nei lavori del Congresso Internazionale sulle Cavità Artificiali con due studi, dedicati rispettivamente alle miniere di ittiolo di Giffoni Valle Piana e alla miniera di lignite di Acerno. L'11 luglio 2009, presso il rifugio ex Forestale dei Piani di Giffoni, si svolse la "Festa del ventennale". Per l'occasione fu allestito un percorso ludico su corda e si svolsero gare di risalita su corda. Nel corso della primavera del 2010 Mario Petrosino, Francesco Bennet, Raffaella D'Angelo, Antonio Fiorillo, Vincenzo Sessa e Fabiana Tambasco topografarono alcuni luoghi di culto situati in cavità naturali della provincia di Salerno: la Grotta del Cimitero di Atrani, che presenta al suo interno la chiesa di S. Michele Fuori le Mura, realizzata tra l'XI ed il XII secolo; la grotta di S. Magno, situata sull'omonima collina nel territorio di S. Mango Piemonte, ancora oggi meta di pellegrinaggi; la Grotta dell'Angelo a Giffoni Sei Casali, dedicata al culto di S. Michele. L'1 e 2 novembre 2013 una rappresentanza del GSCAISA, accompagnata da speleologi locali, ha visitato due grotte della Vena del Gesso Emiliana: Ciro Bello si è cimentato nella discesa nell'Abisso Garibaldi, mentre Mario Petrosino, Serena Bloise e Aristide Fiore hanno effettuato una traversata di circa 900 metri nel sistema dell'Inghiottitoio a ovest di Ca' Siepe. Il GSCAISA ha contribuito alla diffusione della pratica speleologica nel nostro territorio mediante l'organizzazione di ventitré corsi di introduzione alla speleologia. Una grande attenzione è stata sempre rivolta anche ai più giovani, attraverso una collaborazione ultraventennale con i gruppi scout della provincia. Frequenti appuntamenti sono stati dedicati anche al Gruppo di Alpinismo Giovanile della nostra Sezione e alla Protezione Civile di Bellizzi. Sono stati anche organizzati alcuni eventi e escursioni con le scuole e con l'Università degli Studi di Salerno. Per celebrare i primi venticinque anni di storia di questo Gruppo, il 6 e 7 settembre ci incontreremo coi soci della Sezione, gli speleologi della nostra regione e tutti coloro che si sono avvicendati in questa piccola grande avventura presso il Rifugio ai Piani di Giffoni Valle Piana (SA). SPELEOLOGIA L’ENTUSIASMO DEI GIOVANI SPELEOLOGI Raffaella D'Angelo GS CAI SA "Se potessi incidere le mie poesie nel legno… esse sarebbero capite dai bambini" recita una poesia "così vicine al senso che le cose hanno in Dio sono le mie poesie e i pensieri dei bambini" L'immagine dei bambini in grotta: ad Olevano sul Tusciano a Castelcivita, mi fa pensare a questi versi così belli del poeta portoghese Pessoa, che descrivono la semplicità dei bambini, la loro capacità di provare quell'entusiasmo naturale e inconsapevole per le nuove cose che in noi adulti è affievolito dai pensieri della vita. Alla Grotta dell'Angelo ad Olevano sul Tusciano, in un passaggio che si supera andando avanti carponi a terra per alcuni metri, ricordo il sorriso e l'eccitazione di una bimba talmente piccola da poter stare in piedi in quel cunicolo. Quella bimba in testa al gruppo irrefrenabile andava avanti verso la luce, verso l'ingresso del Nardantuono che si affaccia sulla vallata offrendo uno spettacolo fantastico. In queste situazioni ti accorgi che i bambini quando sono contenti, non avvertono la fatica. Tutti quei capricci ai quali spesso assistiamo per strada " mi scoccio di camminare! Sono stanco" in realtà sono solo noia, manifestazione di un disappunto per qualcosa che non si vuole fare. Provate ad andare alla Grotta dell'Angelo con una trentina di bambini! Scene tristi come quella descritta sono impossibili! Il piccolo plotone partito dalla Centrale Enel su per il sentiero, ognuno con il suo piccolo zaino, da bravi caini, come tanti piccoli soldatini, per 45 minuti e più di cammino, non ha fatto un fiato di protesta, dando anche molti punti a tanti adulti arrivati a destinazione con fatica. E ancora a Castelcivita, appuntamento immancabile con i più giovani per noi del gruppo speleologico della Sezione, anche là, tanti bambini dai sei ai tredici anni, ognuno con il suo caschetto in testa, avanzavano affascinati da quel luogo magico e desiderosi di sapere. Le domande più incredibili senza timore tipo "ma da quanto tempo c'è questa grotta?" "come si formano le stalattiti?" e la loro meraviglia alla risposta che descriveva un processo di migliaia di anni. Anche in quel caso andavano avanti senza timore con fiducia e con curiosità fino al lago sifone, dispiaciuti di non poter proseguire oltre. Sembrava pendessero dalle nostre labbra quando davanti a quel luogo quasi irreale, veniva spiegata loro l'origine della grotta ed il suo equilibrio con l'esterno, con la montagna che la contiene come uno scrigno. "Perché un bambino sa che la logica e il significato sono solo un nulla che nulla nasconde, e un bambino ha la divina consapevolezza che tutto è un giocattolo e tutto è bello, un ditale, una pietra e un rocchetto di cotone sono cose che possiamo sentire perfettamente, e se ne facciamo degli uomini, Grotta dello Scalandrone esso sono uomini reali, non fantasie" continua Pessoa nella sua poesia Ed è così! L'esperienza con i bambini ha sempre qualcosa di magico. Per noi del gruppo è un appuntamento immancabile e per me una gioia. Ogni anno sono previste alcune attività in grotta o all'aria aperta unendo palestra di speleologia e alpinismo programmate con la Sezione. Personalmente penso che l'attenzione alle nuove generazioni, attraverso tali appuntamenti periodici, sia una delle "mission" più belle ed importanti del C.A.I.. Oggi si rimprovera ai più giovani una pigrizia mentale e fisica, causata dalla troppa tecnologia che ha riempito la nostra vita in ogni dove, ma forse servirebbero solo più iniziative come quella della nostra Associazione, più occasioni di vivere all'aria aperta e confrontarsi con lo spettacolo della natura. Ben vengano altre occasioni! Il ns gruppo con la Sezione ne sta pensando altre… per ora Vi aspettiamo tutti alla prossima! A Giugno! Mi raccomando… numerosi! 5 SPELEOLOGIA NELLE GROTTE DELLA VENA DEL GESSO ROMAGNOLA: ABISSO DI CA’ SIEPE Aristide Fiore Il 1° novembre, in occasione dell'Incontro Internazionale di Speleologia "Casola 2013 Underground", che si è svolto a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, con Serena Bloise e Mario Petrosino ho partecipato a una delle escursioni guidate nelle grotte della Vena del Gesso romagnola, importante area carsica dell'Appennino faentino: una traversata di circa 900 metri nel sistema dell'Inghiottitoio a ovest di Ca' Siepe, a cura della Ronda Speleologica Imolese, il gruppo afferente alla Sezione CAI di Imola, che effettua esplorazioni in questa cavità dal 1990. La nostra grotta si apre nei Gessi di Monte del Casino, a Riolo Terme. Scendiamo lungo il fianco di una dolina. L'ingresso è alla base di una paretina e immette in una sala dal pavimento inizialmente molto inclinato, superata la quale ci confrontiamo subito con le tipiche difficoltà che si incontrano in queste cavità: l'intera grotta è in realtà un vero e proprio budello fangoso, interrotto solo da qualche pozzo di modeste dimensioni. Le strettoie, tutt'altro che rare, ci danno filo da torcere. Perfino Serena, che di solito si infila dappertutto senza affanno, in qualche passaggio ha bisogno di calibrare i movimenti più del solito. Quanto a me, in uno stretto meandrino, che fortunatamente può essere percorso restando in piedi, mi incastro e fatico non poco, prima di liberarmi e proseguire, affrontandolo nella posizione giusta, che, manco a dirlo, sembra essere adatta solo a me, e non al compagno che mi precedeva, e che pure avevo osservato attentamente, studiandone ogni mossa. Una volta libero, mi trovo direttamente su un bel pozzo profondo venti metri, che si allarga fino a formare la Sala del Pandoro. Il "Pandoro" in questione è un grosso masso di selenite dal contorno pieghettato, come l'omonimo dolce. Si tratta di uno dei rari ornamenti di questa cavità, piuttosto povera di concrezioni, ma ingentilita dal luccichio di una miriade di cristalli di gesso incastonati nella roccia. Scendiamo subito in un altro pozzo di undici metri, in fondo al quale ci aspetta il Vicolo Inferno, un basso meandro attraverso il quale siamo di nuovo costretti a strisciare come vermi. Appena fuori, incontriamo una bella sequenza di pozzi: un altro pozzo di undici metri, poi uno di nove e i due saltini che costituiscono il Pozzo a rasoio, dal caratteristico profilo seghettato. Da qui in poi la grotta si allarga un po', conservando una discreta inclinazione, fino a un pozzetto di cinque metri, alla base del quale scorre il Rio Calivana, un torrentello sotterraneo, ora in magra, che proviene da est, dove si apre la Dolina di Ca' Calivana, dalla quale usciremo. Ci concediamo una sosta. Siamo nel "collettore", il cuore del sistema idrografico della grotta, circa 117 metri sotto la quota dell'ingresso. L'intero complesso raggiunge i 167 metri di profondità. Ci attende una lunga salita in una galleria che per alcuni tratti diventa un cunicolo, nella quale sono rari i momenti in cui si può stare in piedi. Per lo più ci trasciniamo penosamente, curvi come scimmie o addirittura a quattro zampe: a saperlo ci saremmo procurati delle ginocchiere. Qui i cristalli sono molto più grandi. Alcuni di essi sporgono dalla volta. Ma la vera sorpresa è sul pavimento: una macina preistorica, costituita da una grossa pietra circolare scavata al centro, con dentro un grosso ciottolo arrotondato. Non si sa Uscita da una strettoia come sia arrivata fin qui, visto che l'ingresso è ancora lontano. Dopo la strettoia finale, ci ritroviamo alla base di un pozzo di dieci metri con una parete artificiale realizzata dagli stessi speleologi per contenere una frana, attraverso la quale i primi esploratori di questo ramo dovettero aprirsi la strada. Sempre per motivi di sicurezza, l'imboccatura del pozzo è chiusa da un cancelletto: la nostra escursione nei gessi si chiude così, uscendo da una finestra. Dopo circa quattro ore, una in meno del previsto, siamo fuori. Tutto sommato, siamo stati piuttosto veloci. Raggiunto un bel prato, posiamo per una foto di gruppo, infangati e contenti. Serena Bloise, Aristide Fiore e Mario Petrosino 6 ALPINISMO LA RINASCITA DEL GRUPPO ALPINISTICO CAI SALERNO Attività su neve e ghiaccio Nonostante le condizioni sfavorevoli in termini di neve ghiaccio nell'inverno 2013/2014, si è riusciti a svolgere varie uscite e a rispettare il Marco Del Regno e Mario Petrosino Nascita del Gruppo Nel 2012 il presidente Antonello Sica riuscì a coinvolgere la Sezione di Salerno nelle attività del Giffoni Film Festival insieme al Festival del Cinema di Trento; in tale occasione la Sezione gestì una parete artificiale di arrampicata e organizzò varie escursioni nei Monti Picentini. La riuscita dell'evento spinse Antonello nel riavviare ufficialmente le attività alpinistiche della Sezione. Da premettere che l'attività alpinistica era comunque svolta singolarmente da alcuni soci della Sezione, ma la volontà del Presidente e del Consiglio era quella di ricostituire un gruppo alpinistico operativo ed ufficiale. Nell'autunno del 2012 Sica propose al Consiglio di affidare le attività e la ricostituzione del Gruppo a Marco Del Regno, proveniente dalla sez. di Avellino e socio a Salerno dal 2004. La nascita effettiva del gruppo avvenne dopo circa un anno, e la partecipazione constante dei soci alle attività programmate iniziò a novembre 2013. Si riuscì così a sviluppare un buon programma di attività con uscite frequenti (almeno un'uscita al mese), crebbe man mano il numero dei componenti del gruppo, e si ottenne una buona risposta in termini di partecipazione dei soci. Dal novembre 2013 il trend qualitativo e quantitativo delle attività è stato positivo, infatti si è partiti da uscite dedicate alla didattica tecnica di base per poi affrontare percorsi alpinistici più impegnativi. Gli obiettivi del Gruppo Alpinistico CAI Salerno sono stati anche di riferimento per vari soci CAI campani, non a caso vari neofiti ed alpinisti provenienti dalle Sezioni di Avellino, Napoli e Castellammare hanno partecipato alle nostre uscite. Tutte le nostre attività sono state supportate anche da vari tecnici del CNSAS i quali hanno avuto il compito di partecipare alla didattica di base delle tecniche e della gestione della sicurezza, ed hanno garantito una presenza operativa costante alle uscite. programma ufficiale (pubblicato sul web). Le uscite sono sempre state adeguate alla preparazione tecnica dei singoli partecipanti e ogni volta sono stati individuati soci tecnicamente preparati che hanno fatto da capo-cordata ai sottogruppi dell'uscita. Lo scopo ultimo è stato sempre di coinvolgere il numero maggiore di soci possibile e rincasare a fine giornata soddisfatti ed appagati. Ogni uscita è stata strutturata con briefing e debriefing, nonché momenti dedicati all'apprendimento delle caratteristiche dei materiali, delle tecniche e procedure operative. Tra le varie uscite citiamo l'ascensione al M.Papa (15 dicembre 2013) dove 4 cordate si sono cimentate in 2 diversi percorsi alpinistici situati sul versante Nord della Timpa Scazzariddu (difficoltà F e PD), e il M.Forcellone (09 marzo 2014) dove varie vie sono state affrontate insieme ad altri Gruppi Alpinistici CAI della Campania. In particolare in questa uscita il Gruppo Alpinistico CAI Salerno ha affrontato la via Crescenzi (avente difficoltà PD, dislivello 600m al netto dell'avvicinamento, pendenze sui 40°- 60°) ed una sua variante di uscita leggermente più impegnativa (passo delicato in uscita di 70°). In questa fase del programma alpinistico è stato possibile osservare una crescita delle capacità fisiche e tecniche dei partecipanti, dimostrando inoltre impegno e dedizione nella preparazione alle uscite. Attività su roccia Poiché l'ultimo inverno è stato particolarmente mite, il Gruppo TAlpinistico ha modificato il suo programma sostituendo alcune uscite su neve con attività in falesia presso i siti di arrampicata di M. San Liberatore, Lettere, Atena Lucana e Capo d'Orso. In tali occasioni è stata svolta sia attività didattica (attacchi, ancoraggi, assicurazione, discesa in corda doppia), sia arrampicata su vari livelli di difficoltà e ascensioni multi-pitch. Una parte della preparazione per la progressione su roccia è stata svolta presso la parete artificiale di DueGi Sport (Baronissi), insieme al Gruppo alpinistico CAI Cava dei Tirreni. 7 ALPINISMO Coesione del Gruppo Nonostante il Gruppo sia soltanto un piccolo germoglio in quello che è il parco alpinistico italiano, si sta lavorando anche all'affiatamento dei componenti. Infatti sono state organizzate anche giornate non alpinistiche insieme ad altri soci della sezione come semplici escursioni e ciaspolate. Quando le condizioni meteo sono state particolarmente sfavorevoli sia per attività su neve che su roccia, il team si è comunque riunito per dedicarsi ad attività meno sportive e più gastronomiche presso comunque luoghi di montagna (Rifugio Forestale Piani di Giffoni). Degne di menzione le trofie al ragù di cinghiale preparate dal nostro Marco Del Regno. Nonostante l'attività alpinistica porti in conto un'adeguata preparazione tecnica e psico-fisica, la manus operandi è tutt'altro che oscura, e al fine di divulgare in sezione questa disciplina, essa è estremamente aperta alla crescita del suo organico. il Varco del Paradiso www.caisalerno.it Direttore responsabile: Sabatino Leo Comitato di redazione: Camillo Gallo, Maria Teresa Loffredo, Maria Rosaria Mari, Annamaria Martorano, Anna Palumbo, Gaetano Troisi e-mail: ilvarcodelparadisoaisalerno.it Stampa: Gutenberg srl - Fisciano (Sa) Referenze fotografiche: Archivio Cai Proprietà e amministrazione: Sezione Cai di Salerno, via Porta di mare 26, Salerno tel./fax 089.252788 c/c postale n. 12779849 Anni ‘90 - Gruppo speleo alle Grotte del Calendo DONA IL CINQUE PER MILLE alla Sezione Cai di Salerno codice fiscale 02360400655
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