Corriere della sera

GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2014
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FONDATO NEL 1876
AM
Mazara del Vallo
Champions
Una stanza, 18 custodi
per il Satiro Danzante
Juve, un altro ko
Assedio all’Olympiacos
ma il pari non arriva
Gian A
Antonio Stella
a pagin
pagina 36
Perrone, Sconcerti
e Tomaselli alle pagine 56 e 57
Minaccia globale Scontro a fuoco, capitale blindata, chiuse le scuole e le ambasciate. Scatta l’allarme in America, preoccupazione di Obama
Attacco al Parlamento, terrore in Canada
Gli spari e il panico a Ottawa, muoiono un militare di origine italiana e un attentatore convertito all’Islam
Torna la paura anche a Gerusalemme: auto investe e uccide una neonata. Il governo: assalto, non incidente
Incubo terrorismo in Canada: attacco al Parlamento di Ottawa. Ucciso un soldato, Nathan Cirillo, origini italiane.
Scontro a fuoco: morto un attentatore, canadese convertito
all’Islam. A Gerusalemme
un’auto uccide una neonata. Il
governo: atto di terrorismo.
DIFENDERSI
DA NEMICI
SENZA VOLTO
di Massimo Gaggi
alle pagine 2, 3, 5 e 6
I
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
L. Cremonesi, Frattini
Sarzanini
SCENARI
Il vicino
degli Usa
è una fabbrica
di estremisti
di Guido Olimpio
I
REUTERS / CHRIS WATTIE
caccia si levano
in volo sulle principali
città americane e
canadesi nel timore
di un altro attacco
aereo come quello dell’11
settembre 2001. Ma lo
smarrimento degli
investigatori davanti al
Parlamento di Ottawa
ricorda di più quello
dei poliziotti di Boston
davanti alle rudimentali
bombe fatte esplodere alla
maratona di un anno e
mezzo fa dai fratelli
Tsarnaev. Attacco di un
commando ben organizzato
sul piano militare come
quello che colpì a Bombay
o atto terroristico di
«cani sciolti» come due
giorni fa vicino Montreal,
dove un estremista islamico,
già noto alla polizia per le
sue recenti manifestazioni
di fanatismo, aveva
investito con la sua
auto due soldati
uccidendone uno?
I canadesi, e con essi
gli americani e tutto
l’Occidente, se lo chiedono
attoniti e angosciati dopo
questo nuovo attacco.
E scoprono che la risposta
fino a ieri considerata più
rassicurante, l’attacco isolato,
è forse la peggiore perché la
frammentazione delle
organizzazioni terroristiche,
la moltiplicazione delle
centrali dell’odio e del
fanatismo rendono
difficilissimo, quasi
impossibile, proteggere
tutti i potenziali bersagli
da tutti i potenziali terroristi.
Manovra, così il bonus bebè
Renzi alla Ue: voltare pagina
La legge di Stabilità ha ottenuto il via libera
della Ragioneria di Stato ed è ora all’esame
del Quirinale: ma già questa mattina le Regioni cercheranno di ottenere modifiche dal governo. Mentre Palazzo Chigi precisa alcune
delle misure annunciate — come il bonus
bebè, riservato a famiglie con redditi sotto i
90 mila euro — il premier Renzi sfida la nuova Commissione Ue: si punti sulla crescita.
da pagina 8 a pagina 11
Baccaro, Caizzi, Galluzzo, Marro
Offeddu, Sensini, Stringa
Ragusa, 2014: schiave dei padroncini
Le braccianti romene nelle serre in Sicilia, il sesso forzato, gli aborti, anni di silenzio
di Dario Di Vico
UN CONTAGIATO È MORTO
9 771120 498008
41 0 2 3>
V
a pagina 23
L’EX MINISTRO A PROCESSO
Sei casi a Bresso Scajola: ho agito
Il mistero
per amore
della legionella di lady Matacena
di Simona Ravizza
di Giovanni Bianconi
S
C
ei episodi di legionella in
pochi giorni, uno dei quali
letale: a Bresso, centro di 26
mila abitanti alle porte di Milano, è partita la caccia al batterio
a pagina 25
killer.
a pagina 3
I CONTI LE CORREZIONI E IL SÌ DELLA RAGIONERIA. NUOVA PROTESTA DELLE REGIONI
● GIANNELLI
continua a pagina 6
ittoria, provincia di Ragusa, capitale del pomodoro
ciliegino e datterino. È qui che
si consuma il dramma sordo di
un migliaio di romene immigrate in Sicilia, vittime di un assoggettamento non più solo
economico ma sessuale. A denunciarlo, Cgil e Chiesa. Parlano di «festini agricoli», con le
romene piatto ricco per il ceto
medio proprietario. Il segnale
sono gli aborti: 5-6 a settimana
in una città di 60 mila abitanti.
l Canada è nel mirino. Alleato di Washington nella missione anti-Isis, è terreno fertile
per gli islamisti: sono molti, almeno 130, i canadesi partiti per
i diversi fronti della jihad. Ottanta sono rientrati, diventando bombe a tempo pronte a
esplodere in modo autonomo.
laudio Scajola, accusato di
aver favorito l’ex deputato
Amedeo Matacena, chiama a teste l’ex presidente libanese Gemayel e si difende con l’amore
per lady Matacena. a pagina 27
MERCATI E LEGGE DI STABILITÀ
IL DEFICIT DI CREDIBILITÀ
di Daniele Manca
I
n quello che sta accadendo attorno alla bozza della legge
di Stabilità c’è molto poco di ragionevole. Si è già detto,
scritto e riconosciuto del coraggio che è stato necessario per
scrivere una Finanziaria incentrata sulla parola «crescita».
continua a pagina 37
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
2
#
Primo piano Terrorismo
Colpito a morte
Da sinistra, un
agente di polizia
corre verso
il Parlamento
(Ap); Nathan
Cirillo, 24 anni,
con la sua
cagnolina in una
foto tratta da
Facebook:
il caporale di
origini italiane
era uno dei due
riservisti che
montavano la
guardia al War
Memorial.
A destra, gli
inutili soccorsi al
soldato ucciso
Spari in Parlamento, ucciso l’assalitore: un convertito all’Islam
Vittima dell’attacco un soldato di origini italiane. Città blindata
La paura nel cuore di Ottawa
Precedente
● Solo due
giorni fa un
altro militare
canadese era
rimasto vittima
di un agguato,
insieme a un
collega che si è
salvato. Patrice
Vincent, 53
anni, era stato
volutamente
investito da
un’auto a
Saint-Jeansur-Richelieu,
un sobborgo di
Montréal
● L’aggressore, un canadese
che si era
convertito
all’islam e
aveva
cambiato
nome in
Ahmad. Dopo
l’investimento
l’uomo è
fuggito ma è
stato ucciso a
un posto di
blocco
WASHINGTON E’ un atto terroristico. Per l’obiettivo: il Parlamento a Ottawa, Canada. Per la
dinamica: un attacco costato la
vita ad un soldato e al killer, oltre a 3 feriti. Per le conseguenze: con la polizia alla ricerca di
uno o due possibili complici e
un allarme che si è propagato
fino agli Usa. Quanto all’assassino lo hanno identificato come Michael Hall, che avrebbe
poi cambiato il suo nome in
Michael Zehaf Bibeau dopo la
conversione. Canadese, 32 anni, con un passato nella droga,
gli avevano ritirato il passaporto perché temevano volesse
unirsi a qualche formazione
estremista all’estero. Informazioni non ufficiali e dunque suscettibili di correzioni.
La cronaca. Martedì è giorno
di seduta per i deputati canadesi. Nel palazzo c’è anche il premier Stephen Harper. All’esterno, poco lontano, un soldato di
guardia al monumento ai caduti. È il primo target. Un uomo
vestito di scuro e con il volto coperto arriva in auto, parcheggia, poi si avvicina e spara una
fucilata contro uno dei militari,
che sarà poi identificato come
Nathan Cirillo. Un testimone lo
vede dalla finestra e racconta:
«Subito dopo ha alzato fucile e
braccia al cielo». È un istante.
L’assalitore si impadronisce di
un veicolo ufficiale per raggiungere l’ingresso del Parla-
La mappa dell’attentato
Luoghi degli spari
3
2
Rideau Centre
Parlamento
Monumento
ai Caduti
1
Palazzo
delle Poste
4
CANADA
Ottawa
USA
1 Ore 9.50
2 Ore 10.30
3 Ore 12
4 Ore 12.15
Un uomo armato
L’attentatore, forse con due complici,
Si diffonde la voce di una
Evacuato l’edificio.
spara e ferisce
entra in Parlamento. Un assalitore viene sparatoria al centro commerciale Coprifuoco
a morte un soldato ucciso dopo uno scontro con la sicurezza ma si rivela un falso allarme
in tutta l’area
CdS
mento. Irrompe nell’edificio,
corre lungo un corridoio, fino
alla biblioteca, inseguito dai
poliziotti. Nuovo conflitto a
fuoco. Un video registrato con il
telefonino «incide» un’esplosione e numerosi spari.
La paura negli Usa
Obama preoccupato,
pattuglie aeree
rinforzate, allarme al
cimitero di Arlington
Il killer forse vuole raggiungere i deputati ma la sua incursione si ferma. Grazie all’eroe
della giornata. Kevin Vickers,
ex giubba rossa che fa parte
della sicurezza. È lui che colpisce a morte l’omicida. Fine
cruenta che non chiude l’emergenza. La polizia cerca i possibili complici, si teme una presa
d’ostaggi. Giornalisti, impiegati e deputati si barricano negli
uffici. Aspettano le unità speciali mentre il primo ministro
Harper è «messo al sicuro».
All’esterno viene creata una
«cintura» per tenere sotto controllo l’area. Qualcuno presta
soccorso al soldato colpito. Respirazione bocca a bocca, massaggio cardiaco, manovre disperate. Il soldato morirà in
ospedale. Sono momenti frenetici, la città è sotto assedio.
Scuole e uffici chiusi. Si diffonde la voce (smentita) di una terza sparatoria all’interno di un
centro commerciale. Si parla di
un inseguimento. Tutte news
incontrollabili innescate dalla
paura di altri colpi. Un filo che
arriva fino a Washington. Ba-
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Su corriere.it
Guarda le
immagini
dell’attacco
di ieri al
Parlamento
di Ottawa
sul sito Web
del Corriere
rack Obama è informato, il comando aereo Usa fa levare in
volo un numero maggiore di
caccia, l’Fbi raccomanda attenzione al proprio personale e ai
soldati in divisa, il Pentagono
tiene d’occhio il cimitero militare di Arlington.
Le autorità ammettono di
«essere state colte di sorpresa»
nonostante avessero innalzato
il livello di vigilanza antiterrore. I servizi di sicurezza esaminano gli scenari. L’attacco ricorda le azioni dei jihadisti, le
operazioni senza ritorno a Kabul, Mumbai e in Pakistan.
L’Isis da settimane minaccia i
Paesi dell’Occidente. Ottawa ha
appena schierato i caccia per
partecipare ai raid in Iraq. E lunedì c’è stato l’episodio del militare investito e ucciso da un
convertito all’islam.
Se si unisce tutto questo al
numero di estremisti presenti
nel paese il link con le crisi mediorientali non sembra strano.
Michael, secondo le prime informazioni, sembra inserirsi in
questa cornice. Gli investigatori esplorano ogni ipotesi, compresa quella di un atto di terrore «interno», magari di un elemento anti-Stato. Se è una questione solo canadese perché
tutta questa mobilitazione anche negli Usa? Le prossime ore
saranno decisive per capire.
G.O.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
3
#
Il retroscena
di Guido Olimpio
Michael e i ragazzi della Jihad
Canada fabbrica di estremisti
Il Paese alleato degli Usa nel mirino: partecipa alla missione anti Isis
WASHINGTON L’indagine parte
da un nome. Michael Zehaf Bibeau o, secondo fonti americane, Michael Hall. Sarebbe il terrorista protagonista morto nell’assalto al Parlamento. Un elemento considerato «a rischio»
perché pronto ad aderire alla
Jihad.
Canadese, convertito, il profilo di Michael potrebbe combaciare con quello di molti militanti. Una doppia arma. Combattono in Medio Oriente ma
sono disposti ad agire nei loro
Paesi in risposta agli appelli del
Califfo dell’Isis o di ideologi
minori. E questa volta è toccato
al Canada, un Paese nel mirino.
E’ alleato di Washington, ha
deciso di partecipare alla missione anti-Isis, ha varato misu-
re anti-terrore. Grandi scenari
intrecciatisi con un fatto contingente: ieri sera il premier
Harper avrebbe dovuto premiare il Nobel Malala. Non è
dunque strano che il Paese sia
un bersaglio. E’ un terreno fertile per gli islamisti. Michael è
rimasto a casa ma diversi connazionali, molti dei quali convertiti, sono partiti per i vari
fronti. E da molto tempo.
Un buon numero si è mescolato ai qaedisti somali. Famoso
il ruolo di «Mamma Shebab»,
una donna di Toronto stabilitasi a Merca dove ha accolto decine di mujaheddin occidentali.
Nella colonna qaedista che assale l’impianto di In Amenas,
Algeria, nel gennaio 2013, ci sono due canadesi dell’Ontario
che moriranno nella successiva
battaglia. Xristos Katsiroubas,
un greco ortodosso passato all’islamismo, e il suo amico Alì
Medlej, fanno parte del commando mandato da Mokhtar
Belmokhtar per condurre la
clamorosa presa d’ostaggi. Con
loro doveva esserci un terzo militante, un compagno di liceo,
Aaron Yoon, cattolico d’origine
sudcoreana. Solo che lo hanno
catturato in Mauritania. Le indagini accerteranno che Xristos è stato tra i più attivi durante l’attacco.
E’ il percorso che hanno seguito altri entrati in brigate ribelli in Siria e in Iraq, con una
preferenza per le formazioni
più dure. Prima al Nusra - al
Qaeda pura -, quindi con i se-
Era anche il giorno di Malala
Cancellata la cerimonia per la cittadinanza onoraria
È una coincidenza che colpisce: proprio nel giorno del terrore Malala Yousafzai era attesa
in Canada per due eventi in suo
onore. In seguito alle sparatorie di Ottawa, gli incontri della
giovane Nobel per la pace sono
stati cancellati.
Entrambi gli appuntamenti
erano in programma a Toronto, dove la diciassettenne pachistana, attivista per il diritto
all’istruzione delle bambine,
avrebbe dovuto incontrare gli
studenti e ricevere la cittadinanza onoraria canadese.
È stato l’ufficio del primo
ministro Stephen Harper ad
annunciare la cancellazione
degli incontri. Harper doveva
Nobel Malala Yousafzai, 17 anni
«moderare» un’intervista di
gruppo in cui Malala avrebbe
risposto alle domande degli
studenti in una scuola superiore. Da lì la giovane, gravemente
ferita dai talebani il 9 ottobre
del 2012 mentre tornava da
scuola, doveva spostarsi in un
albergo del centro per la cerimonia della cittadinanza, voluta dai parlamentari del Paese.
Harper martedì aveva parlato di
Malala alla Camera dei comuni,
luogo dell’attacco di oggi, ricordando la sua battaglia non
violenta per i diritti dei minori
e delle bambine in particolare.
Il premier si trovava nel palazzo
del Parlamento quando è cominciata la sparatoria: le forze
di sicurezza l’hanno subito trasportato in una località segreta.
Malala, che vive a Birmingham,
in Inghilterra, arrivava da Philadephia, dove è stata premiata
con la Medaglia della libertà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
guaci del Califfo, l’Isis. I servizi
di sicurezza hanno certificato
che sono circa 130 i canadesi
che si sono unite a formazioni
all’estero e 80 sono rientrati a
casa diventando delle bombe a
tempo. Pronte a esplodere. In
modo autonomo, innescate da
una semplice ispirazione o con
dei complici. E’ la paura dei veterani in grado di agire a Ottawa come a Londra. Ma anche
il timore per minorenni - ragazzi e ragazze - affascinati dai
gesti jihadisti scoperti navigando sul web.
Ecco i «cinque di Calgary»,
tutti partiti attorno al 2012. Co-
me Damian Clairmont, ucciso
in Siria due anni dopo, o Salman Ashrafi fattosi saltare in
aria in Iraq. Stesso destino di
Andre Poulin, un ex anarchico
che ha imparato a fare le bombe su Internet ed ha poi cambiato in modo netto unendosi
ai jihadisti. Ha scelto di morire
da kamikaze con il nome di
Abu Muslim. In eredità ha lasciato un video che l’Isis usa
per reclutare all’Ovest. Il messaggio non concede spazio a
mediazioni. Mohammed Alì,
abbandonati i genitori nella
cittadina canadese di Mississauga, è ricomparso a Raqqa,
roccaforte Isis. Di recente ha
postato su Internet una piccola
poesia: «Le rose sono rosse, le
violette blu, l’Isis sta arrivando
nella città vicino a te». Appelli
che non cadono nel vuoto.
Le vite dei militanti sono sintesi di indottrinamento fai da
te sul web, contatti con facilitatori di gruppi radicali e azioni
dirette. Percorsi brevi, talvolta
con alle spalle guai con la legge
per crimini minori. Lupi solitari. Martin Ahmad Rouleau ha
ucciso lunedì un soldato a
Montreal investendolo con la
sua auto. Applicazione crudele
della lezione impartita dal portavoce dell’Isis, al Adnani. Se
non hai le armi arrangiati, anche con una pietra. Altrimenti
impugna un fucile, cosa che
avrebbe fatto Michael. Lasciato
alle spalle i problemi di droga,
si è «redento» con un atto di
terrorismo. Interessante che il
21 ottobre uno dei tanti propagandisti Isis, Abu Khaled al Kanadi, ossia il canadese, avesse
invitato a seguire l’esempio di
Martin tornando ad attaccare.
Le notizie sul sospetto hanno finito per oscurare la seconda pista, pur considerata e non
esclusa completamente. Quella
di un attentato di estremisti
«interni». Sono entrambi avversari difficili da affrontare.
Alcuni si insinuano sotto il radar, altri sono noti ma ne scopriamo la pericolosità solo
quando uccidono.
@guidoolimpio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
5
Primo piano La minaccia
Quella rete planetaria di «lupi solitari»
Isis è riuscita dove Al Qaeda ha fallito: volontari arruolati con i video, connessi con i social media
Online
● L’Isis ha un
braccio di
propaganda
mediatica
creato nel
maggio 2014:
Al Hayat Media
Center elabora
e diffonde film
e materiale
video di buona
qualità e in alta
definizione
(comprese le
immagini delle
decapitazioni
degli ostaggi
occidentali)
lanciate online
e via Twitter .
Alla testa di
questa «casa di
produzione»
c’è una forte
presenza di
militanti
occidentali. Il
cervello del
gruppo
potrebbe
essere Abu
Talha Al
Almani, un ex
rapper tedesco
conosciuto
anche come
Deso Dogg
● Al Hayat
diffonde una
pubblicazione
online in
inglese
denominata
Dabiq, alla
quale si
aggiungono
estesi
reportage
chiamati
«All’interno
dello Stato
Islamico» che
raccontano la
vita dell’Isis con
l’obiettivo di
reclutare
miliziani in
Occidente
DAL NOSTRO INVIATO
Lo Stato Islamico
(Isis) potrebbe riuscire dove Al
Qaeda oltre dieci anni fa aveva
provato con successi solo parziali: la creazione di una rete di
«lupi solitari» e cellule isolate
in grado di organizzare e mettere in atto azioni terroristiche
in ogni angolo del mondo.
L’attentato di ieri sera a Ottawa
è ancora troppo fresco per essere chiarito nei dettagli. Mentre scriviamo, le operazioni sono in corso e la polizia canadese resta impegnata per identificare i responsabili.
Eppure, le dinamiche dell’incidente tendono a confermare i timori più gravi espressi
ormai da tempo tra le forze di
sicurezza occidentali: Isis ha
messo in atto un complesso,
articolato meccanismo di propaganda utilizzando i social
media più diffusi con il fine di
reclutare simpatizzanti e attivisti in grado di lanciare la
«guerra santa» a ogni livello e
contro qualsiasi obiettivo ritenuto interessante dai suoi autori.
L’ultimo grido di allarme era
arrivato chiaramente a metà
settembre da Bill Bratton,
commissario della polizia di
New York. Allora sui siti più
utilizzati dai simpatizzanti dei
jihadisti in Siria e Iraq era apparso un video titolato: «Ai Lupi solitari in America, come
preparare una bomba nella tua
cucina». La polizia americana
ne aveva immediatamente ordinato la censura. E Bratton si
era detto molto preoccupato.
«Si tratta di un’evoluzione pericolosa nel mondo del terrorismo. La diffusione dei video
delle decapitazioni in Siria, i
tweet con le foto delle esecuzioni di massa dei prigionieri,
sono tutti strumenti per fomentare le fantasie dei lupi solitari in ogni angolo del pianeta», aveva commentato.
Se andiamo a vedere la storia recente dell’estremismo
islamico troviamo che l’idea di
creare «quinte colonne» e
«cellule dormienti» nella maggiori capitali occidentali pronte ad agire autonomamente in
ogni momento ha almeno una
ventina d’anni. Ma la novità sta
bel fatto che Isis usa con sapienza, perizia e continuità
tutti i possibili strumenti offerti dalle tecnologie più recenti
della comunicazione.
Vai sui loro account Twitter
e Facebook e scopri che ormai
ogni accadimento viene documentato, fotografato, diffuso
con dovizia di particolari. I
ISTANBUL
Propaganda
Militanti
dell’Isis in
addestramento
nel Nord Iraq:
l’immagine
appartiene a un
video di
propaganda
diffuso via
Internet (Afp)
jihadisti si fanno i «selfie» con
le teste decapitate dei nemici
in mano, tenute per i capelli,
nel momento in cui le impalano sulle palizzate. Una volta i
criminali nascondevano le
prove dei crimini. Loro, al contrario, ne fanno una vera apologia della violenza. I loro video su Youtube sono una forma perversa di pornografia
dell’orrore.
«Venite con noi, qui ci si diverte un sacco», gridavano in
inglese nei video i volontari
anglosassoni in giugno seduti
sui carri armati nel centro di
Mosul appena catturata con le
dita verso la telecamera a «V»
di vittoria. Tre giorni fa mostravano felici alcune casse di
bombe a mano e munizioni
lanciate dagli americani ai curdi di Kobane e cadute per errore nei quartieri tenuti dai jihadisti. In altri video indugiavano invece sui cadaveri insanguinati di giovani combattenti
curdi mentre li prendevano a
calci urlando «morte ai cani
comunisti che non riconoscono Allah».
Il loro messaggio è terribilmente semplice: Dio è con lo-
ro, prova ne è che vincono. Si
sentono nel giusto e combattono la corruzione dell’Occidente. Ora offrono persino schiave
sessuali a chi si arruola. Sono
la risposta più facile e veloce
alla complessità del mondo
contemporaneo. Forniscono
identità e forza a qualsiasi tipo
di follia e perversione. Offrono
certezze ai confusi, danno sicurezze a chi non ne ha. C’è da
attendersi che i «lupi solitari»
crescano ancora, prima di cominciare a diminuire.
Lorenzo Cremonesi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
400
Le pagine del
rapporto
annuale
pubblicato
online dall’Isis
con bilanci e
statistiche sulle
attività del
gruppo. Il fine è
attirare nuovi
adepti: cellule
in sonno
all’estero o
combattenti in
Siria e Iraq
2.000
Gli occidentali
che sarebbero
andati in Siria e
in Iraq a
combattere,
molti dei quali
nelle file
dell’Isis (tra
loro diverse
donne). Dalla
Gran Bretagna
circa 500, dalla
Francia 700
● Il caso
Allerta in Italia
Gli 007 seguono
movimenti sospetti
di Fiorenza Sarzanini
È l’attacco che
materializza i peggiori
incubi dei responsabili
della sicurezza. E mette in
stato di allerta anche gli
apparati italiani. Il timore è
sempre lo stesso: la
possibilità che un
attentatore isolato — o
comunque inserito in un
commando di pochi
militanti — risponda al
richiamo dei jihadisti
dell’Isis ed entri in azione. E
che si scateni un effetto
domino in tutti i Paesi che
appoggiano gli Usa nel
guerra al Califfato. Anche
perché quanto sta
accadendo in Canada
sembra la prima vera
azione dopo le
decapitazioni di occidentali
in Siria.
Da giorni si moltiplicano
segnalazioni e avvertimenti
dei servizi segreti nazionali
e internazionali che
riguardano movimenti
sospetti di stranieri che
vivono in Italia o sono in
transito. Nulla di specifico,
ma il livello di attenzione è
alto tenendo conto che su
Internet e su canali di
informazione si
moltiplicano gli appelli alla
mobilitazione nel mondo.
I timori degli analisti
italiani si concentrano sulla
possibilità che accada qui
quanto è successo in Belgio
nel maggio scorso quando
un attentatore solitario
attaccò il museo ebraico
provocando tre morti. Più
volte il ministro dell’Interno
Angelino Alfano ha
richiamato prefetti e
questori sulla necessità di
mantenere alto il livello di
vigilanza sugli obiettivi
sensibili e su realtà
particolarmente
«effervescenti» come
possono essere i luoghi di
predicazione (moschee,
comunità religiose) che si
caratterizzano per un
particolare incitamento da
parte di imam e guide
spirituali.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
6
#
Primo piano Medio Oriente
Auto sui passanti
a Gerusalemme
Uccisa una neonata
Il padre
Una corsa per
fermare il
destino. Quello
che gli sta
portando via la
figlia di soli tre
mesi. Un padre
con la sua
piccola
cammina a
passi veloci
verso
l’ambulanza
che sembra non
arrivare mai.
L’immagine
postata su
Twitter. Il
rumore delle
sirene e il caos
nella strada. La
tiene in braccio
per darle
ancora più
protezione,
anche se sa che
non ci sono
speranze
Il governo israeliano: attacco terroristico
Tensione
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
I vagoni attraversano la città, tagliano la Linea
Verde, incrociano i memoriali
e i monumenti alle battaglie
combattute per superare quella striscia di separazione. Quarantasette anni fa Ammunition
Hill rappresentava il fronte, i
soldati israeliani affrontavano
quelli giordani negli scontri
più duri di una guerra durata
sei giorni e che in qualche modo non finisce.
La Collina delle munizioni è
tornata a essere una trincea. Ieri pomeriggio un’auto ha investito i passanti in attesa del
metrò leggero alla fermata che
porta il suo nome. Il video registrato dalle telecamere di sorveglianza mostra la sequenza:
la macchina passa il semaforo,
dall’incrocio salta verso la banchina e la pensilina. Nessuna
frenata, nessun tentativo di
evitare la gente, «è quello
l’obiettivo», spiega la polizia
che classifica subito l’attacco
come «terrorismo». Un passeggino nero viene centrato, la
bambina di tre mesi scagliata a
GERUSALEMME
● Da giorni c’è
tensione a
Gerusalemme.
L’attentatore
viene da
Silwan,
quartiere arabo
che è diventato
nelle ultime
notti un terreno
di battaglia.
Nella valle,
popolata da
arabi, si sono
insediati gruppi
di estremisti
ebrei,
entrati in
possesso di
case (in genere
attraverso la
vendita) che
erano di
proprietà
palestinese
3
persone uccise,
nel 2008, da un
bulldozer
guidato da un
arabo
24
feriti, sempre
nel luglio 2008 a
Gerusalemme, in
un altro attacco
con il bulldozer
1
morto a
Gerusalemme
nell’estate
2014: sempre
un attacco con
un’escavatrice
una ventina di metri, muore all’ospedale: si chiamava Haya
Ziso, i genitori — racconta il
nonno — avevano cercato per
anni di avere un figlio.
L’assalitore è sceso, ha cercato di fuggire, una guardia
giurata gli ha sparato, è ferito.
Abdel al Rahman al Shaloudy è
un palestinese di 20 anni, gli
investigatori dicono che è già
stato in carcere per «crimini
legati alla sicurezza», sarebbe
vicino ad Hamas. Che rivendica l’attentato: «È la risposta alle
provocazioni israeliane sulla
Spianata delle moschee», uno
dei luoghi più sacri per l’Islam
nell’area più complicata di Gerusalemme. Per gli ebrei è il
Monte del Tempio, il Muro del
Pianto è a pochi passi, da lì tornavano il padre e la madre,
avevano portato per la prima
volta la bambina ad ammirare
le pietre a loro sante.
Abdel viene da Silwan, uno
dei quartieri arabi che in queste notti diventano campi di
battaglia, le pietre e le molotov
contro i lacrimogeni e i proiettili di gomma degli agenti antisommossa. Pochi giorni fa un
gruppo di estremisti ebrei si è
insediato negli appartamenti
che erano di proprietà di famiglie palestinesi, sono stati acquistati attraverso mediatori
arabi. L’obiettivo è rafforzare la
presenza anche in questa parte
di Gerusalemme.
Benjamin Netanyahu, il pre-
mier israeliano, attacca Hamas
— e questo non sorprende —,
accusa anche Abu Mazen per
«aver incitato a colpire gli
ebrei nella città». Il premier
considera il presidente palestinese «partner» del movimento
fondamentalista, da quando le
due fazioni hanno trovato l’accordo per un governo di unità
nazionale che però non sembra ancora funzionare con intenti comuni.
I servizi segreti interni ipotizzano l’azione di un solitario,
anche se con motivazioni politiche e nazionalistiche. Com’è
già successo a Gerusalemme:
quest’estate durante i cinquanta giorni di guerra tra Hamas e Israele un palestinese ha
ribaltato un autobus con
un’escavatrice e ha ucciso uno
dei passeggeri. Nel luglio del
2008 tre persone erano state
travolte e ammazzate da un altro bulldozer guidato da un
arabo, emulato due settimane
dopo: 24 feriti.
Yohanan Danino, comandante della polizia israeliano,
aveva garantito poche ore prima dell’attentato di ieri che la
calma stava tornando. Adesso
Netanyahu ordina rinforzi, un
dirigibile seguirà con le telecamere il tragitto del metrò
leggero e gli spostamenti nei
quartieri delle violenze. La
sorveglianza dal cielo sopra
Gerusalemme è la stessa usata dall’esercito in tempo di
guerra.
Davide Frattini
@dafrattini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
● Il commento
Difendersi dai nemici senza volto
Il bivio delle democrazie d’Occidente
SEGUE DALLA PRIMA
Paradossalmente la
distruzione di Al Qaeda —
un’organizzazione
pericolosissima, ma con un
programma decifrabile — ha
prodotto, grazie anche al
detonatore della guerra civile
in Siria, uno scenario ancora
più inquietante del dopo 11
settembre. Se allora si
temevano attacchi ai grandi
centri politici, economici e
religiosi — New York, la Casa
Bianca, i luoghi-simbolo del
cristianesimo — oggi
bisogna prendere atto che i
bersagli possono essere
un’infinità: dai monumenti
ai caduti, ai singoli soldati di
guardia. L’assuefazione alle
immagini orrende dei
massacri di donne e bambini
in Siria, i video delle
decapitazioni dell’Isis,
raccapriccianti per tutti noi
ma capaci di eccitare e
motivare una frangia di
fanatici, stanno creando uno
scenario nuovo. Una
situazione non inattesa —
sono mesi che si tentano
censimenti dei cittadini
europei e americani andati a
combattere per il «califfato»
e ora di ritorno nei loro Paesi
d’origine — ma alla quale
nessun governo può dirsi
davvero preparato. Dei
terroristi di Ottawa sappiamo
finora che quello ucciso è un
canadese convertito all’Islam,
ma se la matrice è simile a
quella dell’attacco di
Montreal, si potrà
argomentare quanto si vuole
sulla guardia abbassata
dell’apparato di sicurezza,
incapace di fermare un
attentatore finito nella lista
degli 80 jihadisti più
pericolosi. Il rischio è la
moltiplicazione degli
attacchi delle schegge
impazzite di Al Qaeda e dei
terroristi che si sono
impadroniti di territori senza
più Stato. Con le democrazie
occidentali che prima o poi
possono trovarsi davanti a un
bivio: accettare un alto livello
di vulnerabilità o agire come
regimi polizieschi contro
estremisti giudicati
pericolosi pur senza reati.
Massimo Gaggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
JACOBCOHEN.IT
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
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Primo piano La legge di Stabilità
I provvedimenti
di Antonella Baccaro
Bonus bebè, c’è il tetto di 90 mila euro
Le Regioni: manovra da cambiare
Si terrà conto del reddito dei coniugi. Il Tesoro in un tweet: bollinatura della Ragioneria
ROMA La legge di Stabilità ha ot-
Le nuove assunzioni
Sale a 8.066 euro
il tetto alla
decontribuzione
per i neoassunti
annua, per un importo non inferiore ai 900 euro, solo alle famiglie con reddito basso, inferiore ai 30 mila euro annui, definiti con il metodo di calcolo
dell’Isee.
Ma il Tesoro è intervenuto
con due tweet per puntualizzare che il bonus verrà erogato
mensilmente, anche per i figli
adottati, e spetterà quando il
reddito dei coniugi complessivamente al lordo non superi i
90 mila euro. La misura varrà
per i bambini nati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017.
Dunque le coperture riguarderanno un arco di tempo che va
dal 2015 al 2020.
Intanto si chiarisce la vicenda del pagamento delle pensioni il 10 di ciascun mese che aveva messo in allarme i sindacati.
È stato il ministro del Lavoro,
Giuliano Poletti, a dire che
l’ipotesi, prevista inizialmente,
sarebbe ormai circoscritta a
«chi è titolare di più pensioni».
Poletti ha anche annunciato
un’altra novità: nella legge di
Stabilità non ci sarebbero interventi per i forestali della Calabria mentre «sarebbe fondata» la notizia di norme per i lavoratori socialmente utili di Palermo e Napoli.
Dal Tesoro, in merito agli
sgravi Irap, giunge la precisa-
Le misure
Il confronto
Il Tfr in busta,
il Fisco vince anche
sotto i 15 mila euro
DISEGNI DI ROBERTO PIROLA
tenuto ieri sera il visto della Ragioneria, la «bollinatura», ed è
stata trasmessa al Quirinale
nella sua versione ufficiale, dopo che un testo non vidimato
era già stato consegnato al capo dello Stato. Lo ha annunciato con un tweet il Tesoro:
«Completato il corredo tecnico
dalla Ragioneria Generale dello Stato il ddl Stabilità viene ora
trasmesso al #Quirinale».
Mentre l’incontro inizialmente previsto per oggi tra
l’esecutivo e l’Anci, l’associazione dei Comuni, è stato rinviato
a giovedì 30 ottobre, stamattina
alle 8 la manovra sarà al centro
del vertice tra il governo e le Regioni riunitesi ieri in conferenza straordinaria sui tagli da 4
miliardi previsti dalla manovra. «La decisione — ha detto
al termine il presidente Sergio
Chiamparino, che si è definito
un “sostenitore incondizionato
di Renzi” — è di andare all’incontro, augurandoci che sia
possibile aprire un percorso
breve di confronto che consenta di costruire insieme, e di
rendere sostenibile, per la parte che riguarda le Regioni, la
manovra». La proposta delle
Regioni sarà «l’applicazione rigorosa dei costi standard», secondo lo schema già proposto
al commissario alla spending
review, Carlo Cottarelli.
Intanto ieri, in assenza di un
testo ufficiale, sono circolate
notizie tratte da nuove bozze
della legge, alcune smentite
dallo stesso dicastero. È il caso
del bonus-bebè che ieri pomeriggio sembrava dovesse essere
conferito in un’unica soluzione
L’aiuto per tre anni
Anticipo in busta paga
Meno Irap alle imprese
Dal 2015 arriva bonus bebè per i redditi
complessivi lordi dei genitori fino a 90 mila
euro all’anno. L’assegno — erogato su base
mensile — dovrebbe ammontare a non meno
di 900 euro annui e varrà fino a fine 2017
Sarà possibile su base volontaria chiedere
l’anticipo del trattamento di fine rapporto
in busta paga. Potranno richiederlo solo
i dipendenti privati, non i dipendenti pubblici e
nemmeno i lavoratori agricoli
Decisa anche la cancellazione della
componente del costo del lavoro (per
il personale a tempo indeterminato) dell’Irap.
Aumenta invece l’aliquota ordinaria
dell’imposta che passa dal 3,5% al 3,9%
zione che questi porteranno un
risparmio per le imprese di 7,7
miliardi, comprensivi dei 2,1
derivanti dalla riduzione dell’aliquota dal 3,9% al 3,5% decisa con il decreto 66. L’aliquota
tornerà al 3,9%, con effetto retroattivo dal 2014, ma l’aumento verrà compensato dall’eliminazione dalla base imponibile
del costo del lavoro dei contrat-
ti a tempo indeterminato. Poiché però la legge di Stabilità
entra in vigore nel 2015 l’acconto per ora verrà pagato con aliquota al 3,5% salvo compensare
nel 2015 a saldo.
Sembra chiarito un altro
punto della manovra, quello
relativo al tetto della decontribuzione triennale per le nuove
assunzioni a tempo indetermi-
nato. Tale tetto salirebbe a
8.066 euro dai 6.200 euro ipotizzati inizialmente. Lo sgravio
varrebbe per i neoassunti entro
il 31 dicembre 2015 e per tre anni. Il tetto di 8.066 euro consentirebbe di assumere con zero-contributi lavoratori la cui
retribuzione sia sotto i 30 mila
euro lordi annui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
Sul canale
economia del
sito del Corriere
della Sera tutte
le misure
contenute nella
legge di Stabilità
Bisognerà aspettare il testo
definitivo del disegno di legge
di Stabilità, quello che
arriverà alla Camera. Ma se
verrà confermato il nuovo
regime fiscale sul Tfr (il
Trattamento di fine rapporto)
e sui fondi pensione, c’è da
scommettere che questa sarà
una delle parti sulle quali si
concentreranno le richieste di
modifica in Parlamento. Non
solo perché le norme
sarebbero retroattive, a partire
dal 2014, ma perché
penalizzanti sul piano fiscale.
Bocciata, in particolare,
l’operazione Tfr in busta paga.
Non sarebbe per nulla
conveniente trasferire il flusso
annuale del trattamento di
fine rapporto nella
retribuzione mensile,
nemmeno per quelle fasce di
reddito che si collocano nelle
parte bassa.
Maurizio Benetti, esperto
del settore ed ex dirigente
generale dell’Inpdap, spiega
che l’operazione non
converrebbe neppure per le
retribuzioni inferiori a 15 mila
euro, quelle cioè che
rientrano nel primo scaglione
Irpef con aliquota del 23 per
cento, questo perché, con
l’aumento del reddito
conseguente all’anticipo del
trattamento di fine rapporto
nello stipendio,
diminuirebbero le detrazioni
da lavoro dipendente e quindi
«l’aliquota effettiva sul Tfr in
busta paga sarebbe del
27,5%», un livello superiore a
quello stabilito dal regime di
tassazione separata previsto
per chi lascia il Tfr in azienda
e lo ritira al momento del
pensionamento
(liquidazione) oppure per chi
se lo fa anticipare per gli usi
consentiti dalla legge
(acquisto della casa, spese per
la salute, eccetera).
Per i redditi che arrivano
fino a 15 mila euro infatti
l’aliquota sarebbe intorno al
23%. E non scatterebbero le
addizionali Irpef regionale e
comunale, come invece sullo
stipendio. Il governo, però,
difende la manovra,
sottolineando che si dà solo
una possibilità in più al
lavoratore il quale, se vuole,
può prendere mensilmente il
Tfr. Cariche di critiche
arrivano in Parlamento anche
le norme della manovra che
prevedono l’aumento dall’11
per cento al 17 per cento
dell’aliquota sulla
rivalutazione annuale dello
stesso trattamento di fine
rapporto (ricordiamo che il
possibile anticipo non vale
per i dipendenti pubblici, i
collaboratori domestici e i
lavoratori agricoli) e al 20 per
cento sui rendimenti dei
fondi pensione e al 26 per
cento sugli investimenti delle
casse previdenziali dei
professionisti.
Enrico Marro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
9
Primo piano La legge di Stabilità
Renzi sfida la nuova Ue:
crescita e niente diktat,
è ora di voltare pagina
Il premier in Parlamento chiede «coraggio» a Bruxelles
ROMA Nel giorno in cui la nuova Commissione riceve l’appoggio dal Parlamento europeo, nel giorno in cui Juncker,
il nuovo presidente, chiarisce
che presenterà un piano per la
crescita da 300 miliardi «entro
Natale», Matteo Renzi a Roma,
ai parlamentari italiani, espri-
me così la sua soddisfazione,
insieme un auspicio e una sorta di promessa: «Cambieranno
le poltrone e anche le politiche».
Renzi incassa prima al Senato e poi alla Camera l’appoggio
del Parlamento sulla posizione
Al Colle
Matteo Renzi e
Giorgio
Napolitano ieri
al Quirinale,
dove il capo
dello Stato ha
incontrato il
premier, alcuni
ministri e
sottosegretari,
per discutere
del Consiglio
europeo che si
terrà oggi a
Bruxelles
(Ansa)
italiana in Europa, offre in
cambio il dovere dell’ottimismo: alle nuove istituzioni di
Bruxelles chiede «più coraggio» e un approccio nuovo con
il nostro Paese («non siamo gli
osservati speciali, ma uno Stato che fa le riforme»), derubrica l’arrivo di un’eventuale lettera di chiarimenti sulla Legge di
Stabilità ad ordinaria amministrazione.
«In queste ore, a fronte di rilievi sempre fatti, rispetto alla
legge di stabilità vengono evocate chissà quali procedure,
messaggi o minacce». Ma tutto
questo, aggiunge ostentando
tranquillità, «è naturale», come è «naturale che l’Italia sia
protagonista con la propria voce», senza «diktat esterni».
Per Renzi i problemi veri sono altri: oggi a Bruxelles si discuterà di clima ed energia, di
un piano europeo contro il virus Ebola, lo spazio dedicato
agli argomenti che Parigi e Roma cercano di promuovere potrebbe essere molto meno delle attese. Ma proprio a proposito degli argomenti ufficiali in
Linguaccia
Matteo Renzi
ieri con Andrea
Orlando e
Stella Bianchi
agenda — sull’energia, sul gas,
sulle politiche comuni non solo fiscali — la Ue ha «una mancanza di credibilità».
Se Forza Italia e il movimento di Grillo bollano le dichiara-
Il caso
Il governo dice sì a Calderoli
e disinnesca il voto segreto
Sventato il voto segreto al Senato. Il ministro
Boschi ieri ha espresso il parere favorevole del
governo su due risoluzioni che riguardavano le
comunicazioni del premier sul Consiglio Ue: la
prima dei capigruppo di maggioranza e la
seconda del leghista Calderoli su cui pendeva la
possibile richiesta di voto segreto superata dal
via libera dell’esecutivo. «Tale è la paura del
voto segreto — ha commentato Calderoli — che
hanno dovuto dire sì per non andare sotto».
zioni come «la solita retorica,
senza novità», Renzi invece
promette che a Bruxelles riuscirà ad invertire l’ordine delle
priorità: «È non rinviabile una
discussione su come l’Europa
vuole provare a uscire dai margini stretti del rigore per impostare una strategia» di crescita.
Il cambio della guardia nella
Commissione supporta l’ottimismo, visto che il Consiglio
«sarà l’ultimo a guida Barroso
e Van Rompuy».
Una citazione voluta, che si
accompagna al risultato che
l’Italia avrebbe già ottenuto: «È
evidente che il tema dei 300
miliardi di investimenti, che
per noi sono un grande elemento di novità» sarà nel comunicato, «nel draft» finale
del vertice Ue che «sarà approvato venerdì», anche se «è evidente che la definizione e la
La Ragioneria e quei conti che non tornavano
I dubbi sulle coperture indicate dal governo. Il lungo esame, poi il vertice decisivo per le correzioni
Forse, come dice qualcuno al ministero dell’Economia,
dipende dal fatto che Pier Carlo
Padoan ha scelto di difendere il
confine esterno, di coprire il
fronte con l’Unione europea. Il
ministro, del resto, ha sempre
mantenuto distinto il suo ruolo
tecnico da quello politico di
Matteo Renzi, cui ha lasciato
completamente mano libera
nella messa a punto della legge
di bilancio. Anche se le cose
non sono filate in maniera
molto liscia.
Il via libera della Ragioneria
dello Stato, che deve certificare
i numeri della manovra, e verificare la quadratura del bilancio con le nuove entrate e le
ROMA
nuove uscite, è arrivato solo ieri
sera, esattamente una settimana dopo l’approvazione formale del governo. Ed è arrivato,
sembra, dopo parecchi rimaneggiamenti, in certi casi dovuti alla stima sbagliata del costo di alcune misure, in altri all’incertezza sulle coperture,
cioè sulla reale efficacia dei
provvedimenti con i quali vengono recuperate le risorse per
finanziare il piano di rilancio.
Ieri mattina si sono visti al
Tesoro il ministro Padoan, il viceministro Enrico Morando,
tutti i sottosegretari, i tecnici
del Gabinetto del ministro, e il
Ragioniere generale, Daniele
Franco, per un’ultima verifica
sui numeri. Nell’occasione
Franco non ha fatto rimostranze, ma tutti i presenti hanno avvertito il disagio di chi si è trovato davanti all’ultimo minuto
— dopo che la manovra era lievitata da 18, a 23, e poi a 35 miliardi nel giro di 24 ore, proprio
mentre il ministro Padoan era
impegnato in Lussemburgo —
dei numeri anche bizzarri.
I punti critici
Le perplessità sul
recupero dell’evasione
e sugli stanziamenti
per i nuovi assunti
Come quelli sui costi del bonus bebè di 80 euro alle neo
mamme, valido per tre anni,
saltato fuori dalla manovra domenica, tre giorni dopo il via libera, con l’annuncio di Matteo
Renzi a Canale 5. A Palazzo Chigi hanno stimato un costo, e
provveduto a trovare le relative
coperture, per 500 milioni l’anno nel prossimo triennio. Peccato che il bonus, per come è
scritta la norma, costi 500 milioni nel 2016, un miliardo nel
2016, uno e mezzo l’anno dopo,
poi ancora uno nel 2018 e 500
milioni nel 2018.
A conti fatti sono tre miliardi
di differenza, mica pochi. E così, a posteriori, è scattato il tet-
to, fissato a 90 mila euro di reddito lordo annuo familiare.
Problemi analoghi ci sarebbero
anche sulla decontribuzione
per i nuovi assunti a tempo indeterminato. Lo stanziamento
appare esiguo, si dice, rispetto
a quanto potrebbe costare effettivamente lo sgravio dei
contributi. Altre perplessità ci
sarebbero sulle coperture legate al recupero dell’evasione,
tanto che fino a ieri non si
escludeva di sostituirle con un
più classico e affidabile aumento delle accise.
Solo con l’arrivo della manovra alla Camera si capirà esattamente la portata delle modifiche concordate con la Ragione-
declinazione di questi investimenti saranno assenti dal dibattito, sin che Juncker non assumerà il proprio incarico».
Insomma il governo italiano
punta tutto sulla nuova Commissione, «e saremo inflessibili, ma anche attenti e gelosi
custodi, sulla scommessa di
Juncker». Una scommessa di
cui a pranzo discute al Quirinale, nel tradizionale incontro
che precede il Consiglio europeo, insieme al capo dello Stato e ai ministri dell’Economia,
dello Sviluppo economico,
dell’Ambiente, del Lavoro e
della Salute. Anche se la composizione della delegazione
dice che con Giorgio Napolitano si discute in primo luogo
dell’agenda di oggi a Bruxelles:
clima ed energia.
Marco Galluzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ria rispetto al testo approvato
dal governo, anche se gli aggiustamenti sarebbero stati fatti
cercando di non rimettere in
discussione la portata complessiva della manovra di bilancio. Come è successo con il
bonus, che poteva essere cassato, ma è stato mantenuto in vita
anche se un po’ ridimensionato.
In questa fase, secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbero
stati anche problemi di comunicazione tra la Ragioneria e la
sua luogotenenza a Palazzo
Chigi, che tuttavia nessuno
conferma. Anche se è chiaro
che stavolta i canali istituzionali attraverso i quali tradizionalmente si sviluppa la messa a
punto della legge di bilancio
sono andati completamente in
corto circuito.
Mario Sensini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
10
Primo piano Bruxelles
2,8
per cento
il rapporto
deficit/Pil
italiano
nel 2013
128
per cento
il rapporto tra
debito pubblico
e prodotto
interno lordo
44,2
per cento la
disoccupazione
giovanile
nell’ultima
rilevazione
di agosto
Il summit europeo
tenta l’intesa
su stimoli e conti
Juncker: 300 miliardi. Più tempo sul deficit
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES – I 300 miliardi
di nuovi investimenti, promessi dalla Commissione europea
entrante del lussemburghese
Jean-Claude Juncker per rilanciare la crescita e l’occupazione, da definire entro dicembre.
Le modifiche nelle leggi di stabilità di Francia, Italia e altri
Paesi membri con i conti pubblici in difficoltà, volute dalla
Commissione europea in scadenza questo mese, da concordare con i nuovi commissari
sempre entro fine anno. Sulla
base di queste due ipotesi di
compromesso passa al massimo livello politico del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue, in programma oggi
e domani a Bruxelles, la composizione dello scontro in atto
in Europa sulla flessibilità nei
bilanci nazionali e sugli investimenti per la crescita e l’occupazione.
Dall’Europarlamento, dalla
Germania e dalla Commissione europea sono arrivati ieri
vari segnali di apertura per la
Il programma
da 300 miliardi
della nuova
Commissione
della Ue sarà
presentato
prima di Natale
ha detto ieri il
presidente
entrante JeanClaude Juncker
(foto)
conclusione positiva di questa
trattativa. Ha iniziato Juncker a
Strasburgo, dove la sua squadra di commissari è stata approvata dalla maggioranza
composta dai suoi popolari,
dai socialisti e dai liberali con
423 si, 209 no e 67 astenuti.
«Entro Natale» è la scadenza
promessa dal lussemburghese
per presentare il suo piano con
300 miliardi di investimenti
aggiuntivi per la crescita, dopo
che il mese prossimo si insedierà alla guida della Commissione al posto del portoghese
Josè Manuel Barroso.
Da Berlino fonti del governo
hanno fatto sapere di un possibile rinvio al summit Ue di dicembre della discussione sul
progetto di bilancio della Francia, che è il caso più delicato
tra quelli sotto osservazione
per il mancato rispetto gli impegni Ue. La Commissione europea si sarebbe poi limitata a
usare e-mail e una teleconferenza per chiedere chiarimenti
a Roma sulla legge di Stabilità.
L’istituzione di Barroso, fino a
tarda sera, non ha confermato
le indiscrezioni diffuse dal
quotidiano Financial Times di
Londra, che ventilavano entro
ieri l’invio a cinque Paesi di lettere ufficiali dagli effetti politici e mediatici generalmente
traumatici.
Il summit dei 28 capi di governo inizia oggi con in agenda
temi di energia, cambiamenti
climatici, ebola, terrorismo
islamico. Solo domani è prevista la discussione sull’economia, a cui è stato invitato il presidente della Banca centrale
europea Mario Draghi (che dovrebbe anticipare ai leader in
modo informale i risultati delle verifiche sulla solidità delle
principali banche europee).
Ma l’aspettativa di varie delegazioni è che il negoziato sulla
flessibilità e gli stimoli per la
crescita inizi da oggi,a margine dei lavori, per avvicinare i
due schieramenti contrapposti. I Paesi del Nord sostenitori
del rigore finanziario, guidati
dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, vorrebbero il rispetto degli impegni Ue nelle leggi
di stabilità di Francia e Italia,
senza dover sborsare in cambio per nuovi investimenti
pubblici. Il presidente francese
Francois Hollande e il premier
Matteo Renzi, sollecitano una
vera svolta dell’Europa verso
politiche orientate a rilanciare
la crescita e l’occupazione entro il semestre di presidenza
italiano dell’Ue, che termina a
fine anno. L’annuncio di Juncker a Strasburgo, la disponibilità di Berlino a non accelerare
i tempi sulle leggi di Stabilità e
la maggiore prudenza della
Commissione uscente di Barroso in questi suoi ultimi giorni di verifiche sembrano aprire
più spazi alle trattative.
Il presidente uscente del
Gli esami
Oggi il vertice sul piano
di crescita e sul nodo
dei Paesi a rischio
bocciatura
Consiglio Ue, il belga Herman
Van Rompuy, che verrà sostituito dal già designato successore polacco Donald Tusk, ha invitato anche Juncker alla due
giorni del summit per dare il
segnale del passaggio da una
stagione a un’altra. Quella nuova, però, potrebbe non coincidere con le speranze di Hollande e Renzi. La nomina di Tusk,
di Juncker e dei suoi due vicepresidenti coordinatori dei
portafogli economici della
Commissione, il finlandese
Jyrki Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis, è stata imposta direttamente da Merkel,
che li considera fidati europopolari e convinti sostenitori
dei rigore nei conti pubblici.
Ivo Caizzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le stime
Sorpasso a Pechino, gli investimenti
all’estero superano i capitali in entrata
MILANO Dal 2% in Mediobanca
al Waldorf Astoria, lo shopping
dei capitali cinesi all’estero —
acquisto dopo acquisto —
arriva ora alla tappa del
«sorpasso». Per la prima volta
gli investimenti cinesi in uscita
oltre confine potrebbero
superare quelli stranieri in
entrata nel Paese del Dragone.
La stima, per il 2014, è stata
fatta da un funzionario cinese.
Dietro i calcoli c’è il balzo del
21,6% degli investimenti cinesi
diretti all’estero — a 75
miliardi di dollari — nei primi
nove mesi del 2014 rispetto
allo stesso periodo dell’anno
prima. Il sorpasso? «E’ solo
una questione di tempo, se
non succede quest’anno
accadrà in un futuro molto
prossimo», ha detto Zhang
Xiangchen, viceministro del
commercio a Pechino, al
«Financial Times». «La Cina è
già un Paese che esporta
capitali — ha aggiunto — e
adesso è pronta a diventare un
esportatore netto». In altre
parole: presto (se non già ora)
Pechino investirà all’estero più
di quanto l’estero investa a
Pechino. E tra le mete preferite
c’è l’Italia. Nella lista degli
acquisti tricolore ci sono, per
esempio, il 35% di Cassa
depositi e prestiti Reti (la
holding che controlla Snam e
Terna) e le quote intorno al 2%
in Eni, Enel, Fiat, Telecom
Italia e Prysmian.
Giovanni Stringa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
11
Primo piano L’Unione Europea
Retroscena
di Luigi Offeddu
Italia e Ue, le incomprensioni
e la grande sfida sul deficit
Le parole del premier e l’irritazione dei tecnici europei
La vicenda
● Il premier
Matteo Renzi
ha chiesto più
coraggio alle
nuove
istituzioni
europee.
L’oggetto del
contendere è la
nuova legge di
Stabilità sulla
quale la
Commissione
europea, che
ha cambiato il
presidente
proprio in
queste ore, ha
chiesto dei
chiarimenti.
Per il premier
Renzi le
richieste sono
«naturali» e
non ci sono
«diktat
esterni». Ma al
centro della
sfida rimane il
deficit
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES Nel Belgio che è la
patria del cioccolato, esistono
cioccolati neri come l’inchiostro della seppia, e altrettanto
amari perché contengono il
70-80% di cacao. Ieri ha avuto
un po’ lo stesso sapore, in
qualche stanza della Commissione europea, il primo commento di Matteo Renzi alla lettera (non ancora) inviata da
Bruxelles sul piano di Stabilità
italiano. Documento di «genere letterario emblematico», e
meritevole dell’auspicio del
nostro primo ministro: «Vorrei
che le nuove istituzioni europee mostrassero un po’ più di
coraggio e orgoglio per la nostra appartenenza a questa comunità..». Scesa la notte, la lettera non era ancora partita da
Bruxelles e nessuno l’aveva vista. Ma le parole di Renzi che la
pre-commentavano, erano state lette dagli esperti che in
quelle ore passavano al setaccio il piano di Stabilità italiano,
e seguivano le trattative con
Roma. Mentre, proprio da Roma, arrivavano in tempo reale
voci inquietanti: la notizia del
ritardo del via libera da parte
della Ragioneria generale dello
Stato, i dubbi sulla copertura fi-
Bruxelles
● Il
commissario
europeo agli
Affari
economici, il
finlandese,
Jyrki Katainen,
e, sotto, Josè
Manuel
Barroso, il
presidente
uscente della
Commissione
europea. Il suo
posto sarà
preso da JeanClaude Juncker
nanziaria del piano. Era come
se qualcuno giocasse a pingpong fra le due capitali, riportando le parole più elettriche.
Qualcuno che avesse buoni legami in entrambi le città. A
Bruxelles giravano anche due
nomi: Antonio Tajani e Franco
Frattini. Tajani, oggi eurodeputato ed ex commissario Ue all’Industria, ha smentito: «Non
ho parlato con nessuno, e poi
in questi giorni sto sempre a
Strasburgo, non a Bruxelles».
Non è stato invece possibile
avere un commento da Frattini,
in serata irraggiungibile al telefono.
Ad ogni buon conto, l’invito
di Renzi che chiede alla Ue di
«avere un po’ più di coraggio»,
o il suo monito «niente diktat
esterni», sono stati subito deposti dalle agenzie di stampa
sulle scrivanie della Commissione: come tante altre parole
che negli anni hanno composto e alimentato un certo vecchio malumore dell’Ue verso
l’Italia. Perché sarà certo un caso, ma da altri Paesi — Francia
a parte — parole così arrivano
assai raramente.
È un malumore, quello europeo verso l’Italia, sempre
smentito ufficialmente, e sempre realmente esistito nei fatti
e negli atteggiamenti, fin dai
tempi bruxellesi di Silvio Berlusconi. È un umor grigio alimentato da queste frasi e anche da certe sinuosità della politica italiana, per Bruxelles a
volte indecifrabile. Esempi più
citati: l’alleanza, vera o finta
che fosse, proclamata solo pochi mesi fa fra Matteo Renzi e
François Hollande per rilanciare il tema della crescita, e
poi sbiadita, perdutasi per
strada, mentre Hollande si ri-
fugiava tra le forti mura di Berlino; o il rapporto caloroso fra
l’Italia e la Russia, che almeno
nei primissimi tempi dell’era
Mogherini ha fatto diffidare
vari Stati Ue, gli stessi che considerano il Cremlino un’entità
pericolosa o nemica. Perfino il
tema delle sanzioni contro la
Siria è stato per qualche ora avvelenato da pettegolezzi britannici che attribuivano a Roma la volontà di «rompere il
fronte» della solidarietà con-
In Spagna
«Ha salvato Tenneco», la rossa Gijon
intitola una via ad Antonio Tajani
A Gijon, grande città spagnola
di 284 mila abitanti, c’è da ieri
una «Calle Antonio Tajani»,
via Antonio Tajani. L’ha voluta
la commissione operaia, di
fede comunista e anarchica,
della più importante impresa
locale, la Tenneco, due anni fa
quasi fallita e poi salvata dagli
interventi dell’ex commissario
europeo all’Industria.
Tajani è uno dei fondatori di
Forza Italia, centrodestra;
Gijon è città rossissima, fin dai
tempi della guerra civile. E i
companeros della fabbrica,
quando hanno raccolto le
firme della loro petizione,
hanno avuto il sostegno
convinto della Confindustria
locale, cioè degli antichi
«padroni».
Come dire: l’intervento della
Ue, per una volta, ha riunito
Peppone, Don Camillo, e i
«padroni».
L. Off.
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tro Assad: poi Roma ha votato
con tutti gli altri Stati, ma intanto un dubbio ulteriore era
stato seminato.
Ora che si spalancano pentoloni roventi come quelli del
deficit o del debito pubblico, i
malumori e le diffidenze contano forse ancor di più. Negli
ambienti della Commissione
si dice che, data ormai quasi
per scontata la lettera con la richiesta di chiarimenti a Palazzo Chigi, questa non si trasformerà in una vera e propria
«bocciatura» del governo italiano: José Manuel Barroso,
presidente uscente della Commissione, potrebbe forse anche ammetterla, ma dopotutto
è già entrato negli «8 giorni»
che precedono la fine del
mandato; mentre Jean-Claude
Juncker, suo successore, teme
che una caduta di Renzi possa
aprire anni di vuoto a Roma
come a Bruxelles. La destabilizzazione per mancanza di alternative; mentre lui, Juncker,
avrebbe tutto l’interesse a trovarsi davanti un interlocutore
conosciuto e non il caos, nei
prossimi cinque anni di mandato. E così, dicono, la pensa
anche una signora che abita a
Berlino.
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
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Politica
● La Nota
di Massimo Franco
UNA CONFUSIONE
CHE ALIMENTA
IL RISCHIO
DI ELEZIONI
M
atteo Renzi sostiene che
un’eventuale lettera di richiamo
dell’Unione Europea all’Italia non
sarebbe una tragedia. Anzi, «è
naturale» e non basterebbe per
«parlare di bocciatura». Non è esattamente
quanto sosteneva in passato. Ma è possibile che
l’ottimismo derivi anche dal «sì» che ieri la
Ragioneria generale dello Stato ha dato alla
legge di Stabilità preparata dal governo: sette
giorni dopo la sua presentazione; e
dall’udienza che il premier e alcuni ministri
hanno avuto ieri al Quirinale con Giorgio
Napolitano in vista del Consiglio europeo di
oggi e domani. Viene solo da chiedersi che
cosa sia accaduto nel frattempo, e che idea ci si
sia fatti a Bruxelles del ritardo tra versione non
«bollinata» e testo definitivo della Legge. Il
presidente del Consiglio è convinto che
l’Europa stia parlando un linguaggio più
italiano, perché si discute di investimenti.
La volontà è di fare apparire il semestre della
nostra presidenza diverso dagli altri. Si tratta di
un’ambizione sacrosanta, contraddetta da una
confusione paradossalmente in aumento. Il
caso della legge di Stabilità approvata in ritardo
dalla Ragioneria ne è solo un esempio. Fa il
paio con la riunione tra governo e Regioni, in
subbuglio per i tagli decisi da Palazzo Chigi,
prima data per annullata e poi riconvocata per
questa mattina; e con le nuove ipotesi di
riforma elettorale lanciate da Renzi, e bocciate
dal suo principale interlocutore Silvio
Berlusconi. Le opposizioni additano il premier
come un moltiplicatore di tasse e di annunci.
E promettono fuoco e fiamme.
Non si vedono, tuttavia, minacce per la stabilità
del governo. L’impressione, semmai, è che i
troppi fronti aperti da Renzi stiano producendo
esiti contraddittori; e mettano in tensione lo
stesso patto del Nazareno con FI. Il consigliere
berlusconiano Giovanni Toti lo definisce più o
meno carta straccia, dopo che il premier ha
parlato di un premio alla lista di un partito: un
Pd dato vincente. In realtà, l’ex Cavaliere è più
cauto e si limita a ribadire che la riforma del
sistema elettorale va concordata tra Renzi e lui.
Berlusconi sa, infatti, di non potersi permettere
Italicum, lo stop di Forza Italia
Il premier non molla sul premio
Il Cavaliere contrario al bonus per la lista più votata. Renzi: alla fine dirà sì
La vicenda
● Alla
direzione pd,
Renzi ha
parlato di
correzioni
all’Italicum, la
legge elettorale
nata dal patto
del Nazareno
● L’ipotesi
è di assegnare
il premio di
maggioranza
non più alla
coalizione,
ma alla lista
vincente
● Senza
coalizioni,
sarebbero da
rivedere anche
le soglie di
sbarramento
dell’Italicum
ROMA «Io sono molto ottimista.
E sono anche convinto che, sulla nuova versione della legge
elettorale, alla fine Silvio Berlusconi dirà di sì». Matteo Renzi
non molla di un millimetro. Il
cambio in corsa sull’Italicum,
col premio di maggioranza da
assegnare alla migliore lista e
non più alla migliore coalizione, rimane in cima ai suoi desiderata. E la voglia di accelerare,
accompagnata dalla garanzia
(tattica?) che «non andremo al
voto anticipato» e che «la legislatura terminerà nel 2018», è
sempre più palese.
E così, in ossequio a quella
road map segreta secondo cui
la legge elettorale dovrebbe essere licenziata da Senato a fine
novembre per tornare alla Camera prima di Natale, Renzi
convoca ieri mattina i capigruppo del Partito democratico. Davanti a Roberto Speranza
e Luigi Zanda, il presidente del
Consiglio ribadisce «l’ottimismo» rispetto al disco verde di
Berlusconi e la volontà di andare avanti sulla strada annunciata nell’ultima direzione. Ma li
trova entrambi prudenti. Soprattutto Speranza, convinto
che «alla fine l’ex Cavaliere, con
Forza Italia crollata nei sondaggi, non ci darà mai l’ok a una
legge elettorale che potrebbe
portare alle urne». L’oscuro
presagio di Speranza trova una
sua rappresentazione plastica
qualche ora più tardi, a nemmeno un chilometro di distanza da Palazzo Chigi.
All’assemblea dei senatori
forzisti, infatti, Berlusconi rovescia il tavolo. «Non ho in
agenda un nuovo incontro col
premier. E, sull’Italicum, meglio che ne discutiamo a parte
in una nuova assemblea», è la
frenata. A cui segue la stroncatura, apparentemente netta:
«L’idea di dare il premio di
maggioranza alla migliore lista
ci impedirebbe l’alleanza con la
Endorsement per il senatore Stefàno
Al Bano in Puglia
con l’uomo di Sel
«Una persona straordinaria»: così Al Bano in
un video-spot su YouTube ha annunciato il
suo appoggio a Dario Stefàno, il senatore di
Sel candidato alle primarie in Puglia. Il
cantante racconta di aver conosciuto Stefàno
quando era assessore regionale all’agricoltura.
rotture col capo del Pd. In teoria, non conviene
neppure al capo del governo.
Ma le aperture al Movimento 5 Stelle
sull’elezione dei giudici costituzionali, frustrata
da tre mesi di nulla di fatto, segnala una
spregiudicatezza e una voglia di mani libere
che FI teme. Il timore è che preluda a prove di
intesa a oggi altamente improbabile. In grado
di emergere, però, se aumentassero il caos e
l’impossibilità di arrivare a risultati concreti
sulla legge di Stabilità e su altre riforme. A quel
punto, lo sbocco di un voto anticipato potrebbe
quasi apparire il male minore, anche in assenza
di un nuovo sistema elettorale; e cogliere il
centrodestra impreparato come non è stato
mai da anni. La strategia del Pd come «partito
pigliatutto» è esplicita. E la riunione fiorentina
di domani alla vecchia stazione della Leopolda
serve a consacrarle tra i mugugni altrui.
Quando Berlusconi si dice convinto che «non si
andrà a votare prima del 2018», mira a
rassicurare il proprio partito. In realtà, cerca di
esorcizzare le urne.
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L’iniziativa
Lega. Quindi, è un’idea pessima».
I renziani, però, sono ancora
convinti che Berlusconi pronuncerà il fatidico sì. Perché
l’Italicum, premio di maggioranza a parte, è congegnato in
maniera tale che tutti i partiti a
eccezione del primo classificato (che virtualmente è il Pd)
manderebbero in Parlamento
soltanto i capilista «bloccati»
(quindi, scelti direttamente da
Berlusconi) e praticamente
nessuno di quelli che corrono
con le preferenze (vedi Fitto e
compagnia). In più, Forza Italia
ha una specie di clausola di salvaguardia: l’Italicum vale solo
per la Camera, senza l’abolizione del Senato, per Palazzo Madama varrebbe comunque il
proporzionale uscito dalla
Consulta. Una quasi garanzia di
larghe intese post-voto.
Sono gli stessi motivi per
cui, però, persino un Berlusconi favorevole dovrebbe scontrarsi col blocco dei suoi parlamentari, che sono contrari.
Uno scenario quasi surreale
che, come spiegava l’altro
giorno a un collega di partito
Ignazio Abrignani, «sta provocando un miracolo». Perché,
sosteneva il responsabile dell’ufficio elettorale forzista,
«questo Italicum col premio
alla lista, paradossalmente, sta
compattando un partito molto
litigioso. Siamo tutti d’accordo
nel dire di no». Quel «no» l’ha
detto anche l’ex Cavaliere, ieri.
Anche se l’ottimismo renziano
non si affievolisce. Neanche
un po’.
Tommaso Labate
Lettera di Boldrini
agli 8 mila sindaci
Scontro in Aula
con la Lega
«Ci troviamo a fronteggiare
bisogni crescenti con risorse
sempre più esigue, il governo
darà sì soldi alle famiglie, ma
da qualche parte verranno
tolti, e noi Comuni passiamo
come esattori. Siamo come
soldati al fronte»: il sindaco di
Pescara, Marco Alessandrini,
plaude all’iniziativa del
presidente della Camera, Laura
Boldrini, che ha scritto agli
8.000 sindaci dopo l’incontro a
Montecitorio del 6 ottobre per
discutere dei problemi delle
comunità locali. Un
apprezzamento e uno scontro
in Aula per Boldrini ,
protagonista ieri di una raffica
di botta e risposta con
Massimiliano Fedriga,
capogruppo della Lega,
durante il dibattito sulle
comunicazioni di Matteo
Renzi sul prossimo Consiglio
Ue. «Non offendo nessuno,
non è lei il censore dell’Aula»,
ha detto Fedriga al primo
richiamo da parte di Boldrini,
dopo aver parlato di «un
presidente del Consiglio
strano e una presidente della
Camera strana, che non
permette ai parlamentari di
esprimere le proprie
opinioni». «La smetta, si
rivolga con rispetto alla
presidenza...», ha intimato la
presidente della Camera.
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
La confessione
dell’ex senatore
sulle ferie (da pm)
Basteranno gli avvocati più il sì della Procura con figli minori o disabili. Protesta Forza Italia
Le norme
● Il decreto
sulla giustizia
civile introduce
il ricorso
all’arbitrato per
ridurre
l’arretrato dei
tribunali
● Prevede la
negoziazione
assistita per le
controversie:
anche in caso
di divorzio
consensuale si
potrà evitare il
giudice
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ROMA Divorzio «fast» per le
coppie senza figli, ma percorso
facilitato anche per quelle che
hanno figli minori o portatori
di handicap, ma con l’assenso
del procuratore della Repubblica. Sono queste le principali
novità del maxiemendamento
del governo sul processo civile,
sul quale il governo ha posto la
fiducia, causando nuove tensioni dopo quelle registrate
sulla responsabilità civile dei
magistrati. Stavolta in trincea
c’è Forza Italia: «Il governo non
ha alcun rispetto per il Senato», accusa Francesco Nitto
Palma. Mentre l’Anm, che nei
giorni scorsi ha criticato il testo, non commenta: «È una
scelta politica».
Le coppie senza figli che intendono separarsi o divorziare
trovano un accordo davanti all’avvocato e poi l’atto viene trasmesso all’ufficiale di stato ci-
vile, ma non senza un passaggio dal procuratore della Repubblica che, se non ravvisa
irregolarità, concede il nulla
osta. In presenza di figli minori, disabili o non autosufficienti economicamente, il provvedimento deve invece essere trasmesso entro dieci giorni al
procuratore della Repubblica
che lo autorizza se risponde all’interesse dei figli. In caso contrario lo stesso procuratore dovrà trasmettere l’atto entro 5
giorni al presidente del Tribunale, che a sua volta entro 30
giorni fisserà la comparizione
delle parti. «Non c’è nessuna
scelta di alterare il percorso
con cui si arriva al divorzio», ha
spiegato il ministro, ma di alleviare il peso della giurisdizione
da atti amministrativi.
Nel provvedimento, vengono ripristinati i giudici di pace
di Ostia e di Barra. Resta il ta-
glio delle ferie dei magistrati
da 45 a 30 giorni e la definizione del periodo feriale per i tribunali, dal 1 al 31 agosto. «È il
primo passo nella riforma della
giustizia. Dopo 20 anni in cui si
discute quasi sempre di penale
viene affrontata partendo dal
civile», ha rivendicato il ministro Orlando. Precisando che
questa norma serve solo «a bonificare il campo» per la legge
delega «che sarà incardinata al
più presto».
Resta, nel testo, anche la negoziazione assistita. Prevede
che le parti possano risolvere la
controversia, esclusi i diritti indisponibili, di fronte ad avvocati. Il tentativo è obbligatorio,
prima di andare dal giudice per
il risarcimento danni da circolazione stradale e le domande
di pagamento di somme entro i
50mila euro. Con tempi che
non possono essere inferiori
Pd, una troika
per la pace
sul voto in Liguria
Fabrizio Cicchitto, tifoso
giallorosso fino al midollo,
va dicendo in
Transatlantico che lui
«capisce più di calcio che di
politica» e che l’altra sera in
tribuna autorità
all’Olimpico, Roma-Bayern
Monaco 1 a 7, ha sofferto
come un cane. Non tanto
per il risultato («Non puoi
entrare in campo con i
tedeschi con 3 punte»)
quanto per i vicini di
poltroncina: «A destra
Gasparri, a sinistra
D’Alema. Gasparri avrà
ricevuto 800 telefonate e 80
di quelli che chiamavano
mi conoscevano e lui mi
passava il cellulare. Un
continuo... Poi però, finito
il primo tempo, Gasparri se
n’è andato perché aveva una
riunione non so dove...».
(D. Mart.)
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ad un mese e superiori a 4, prorogabili per non più di due mesi.
Per i procedimenti in Tribunale e in Corte d’Appello, tranne quelli sui diritti indisponibili, (lavoro, previdenza e assistenza sociale) è previsto anche
l’arbitrato. Il giudice trasmette
il fascicolo al presidente del
Consiglio dell’Ordine forense
circondariale per la nomina di
uno o più arbitri individuati tra
gli avvocati che seguiranno il
procedimento. Il lodo ha valore
di sentenza.
A chi la definisce una «privatizzazione» della Giustizia il
ministro ha replicato: «La vera
privatizzazione è quella che si
viene a determinare nel momento in cui una causa dura 11,
12, 13 anni e inevitabilmente,
soccombe la parte più debole».
Virginia Piccolillo
30
i giorni di ferie
per i magistrati
previsti
nel testo
dell’esecutivo,
ridotti rispetto
ai precedenti
45. Ristretto
anche, secondo
la proposta
del governo,
il periodo
di sospensione
feriale
di Tribunali
e Procure
(1-31 agosto)
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Lo spot diffuso sul web
«Noleggia un immigrato»
Polemica sul leghista Bosco
C’è già stata
l’alluvione,
non
tiriamoci
del fango.
Lo ha
chiesto il
ministro
della Difesa Roberta Pinotti
durante una riunione (a
Roma) sul Pd in Liguria:
presenti il vicesegretario
Lorenzo Guerini, il
Guardasigilli Andrea
Orlando, il governatore
Claudio Burlando e il
segretario ligure Giovanni
Lunardon. Sul tavolo le
primarie e il voto regionale:
dopo che il Pd si è dilaniato
fra i pro Raffaella Paita
(foto), assessore, candidata
di Burlando, e i contro,
l’ordine ora è di non farsi
male. Lunardon,
cuperliano, viene quindi
«affiancato» dai due
ministri e dal governatore.
Guerini è atteso a breve a
Genova per decidere se non
fare nemmeno le primarie e
lanciare Paita come unica
candidata.
(Erika Dellacasa)
Cicchitto, l’1 a 7
e quel tridente
in tribuna
15
Giustizia civile, fiducia sul decreto
C’è anche il divorzio «fai da te»
Dietro
le quinte
L’ex senatore Giuseppe
Ayala, già pm nel maxi
processo contro le cosche
mafiose, spesso fa visita a
Palazzo Madama. Stavolta si
è imbattuto nel senatore
Enrico Buemi (relatore del
ddl sulla responsabilità
civile dei magistrati) e
insieme hanno iniziato a
parlare dei vizi e delle virtù
delle toghe. Il discorso è
caduto anche sulle ferie dei
magistrati che sono oggetto
di un taglio drastico da
parte del governo: «È
impensabile», argomentava
Ayala, «sostenere che i
magistrati trascorrono le
ferie a scrivere le sentenze.
Chiedete a mia moglie: io
mi applicavo un paio di
giorni e poi ne facevo 43 di
ferie. Che sono
oggettivamente troppi».
(D. Mart.)
POLITICA
«Noleggia un immigrato, poi lascialo a pane
e acqua». Lo spot diffuso in rete da Umberto
Bosco, candidato leghista al consiglio
regionale in Emilia-Romagna, ha suscitato
polemiche: pubblicato per la manifestazione
del Carroccio di sabato scorso a Milano, ha
cominciato a circolare in questi giorni sui
social, dopo la candidatura di Bosco.
«Difficoltà a pagare l’affitto? Prendi in casa
Abdullah e Alfano ti regalerà 900 euro al
mese. Il mutuo ti strozza? Ospita Fatima sul
divano, è incinta, il contributo raddoppierà.
Hai paura di spendere tutti i 900 euro per
l’immigrato? Lo chiudi in cantina a pane e
acqua e un secchio per i bisogni». Per Bosco,
il video, «chiaramente ironico», vuole
«evidenziare l’assurdità della proposta, poi
ritirata, del governo di affidare chi sbarca,
con un contributo, alle famiglie italiane».
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Dem al bivio tra Violante e il tandem rosa
Consulta, l’idea di superare l’impasse con due donne e l’ok dei 5 Stelle (senza perdere FI)
I nomi
● Ginevra
Cerrina Feroni,
ordinaria di
Diritto
costituzionale
italiano e
comparato a
Firenze, in lizza
per la Consulta
● Tania Groppi,
professoressa
ordinaria di
Istituzioni di
diritto pubblico
all’Università di
Siena, è stata
nel cda di Mps
ROMA Il messaggio inviato dai
piani alti del Pd a Luciano Violante è forte e chiaro: «Desisti,
lascia perdere la candidatura
per la Consulta, ora intendiamo accordarci con il M5S, dar
loro un posto al Csm e magari
portare alla Corte due donne
dal profilo tecnico. Vogliamo
fare la “mossa del cavallo” per
smuovere l’impasse...». Tutto
confermato da chi, a Palazzo
Chigi, lavora a fianco del premier Matteo Renzi che ieri sera
avrebbe preso in mano la pratica con i capigruppo Roberto
Speranza e Luigi Zanda. Anche
se non è confermata ufficialmente la comunicazione dell’avvenuto avviso di sfratto per
l’ex presidente della Camera.
E infatti, lui, Violante, almeno fino a quando non verrà indicato un altro candidato del
Pd, resiste nel posto in cui è
stato chiamato a suo tempo
proprio da Speranza e da Zanda, dal vicesegretario Lorenzo
Guerini e da un plebiscito dei
parlamentari dem, fatta eccezione per un paio di interventi
in dissenso. Quanto meno,
suggerisce Andrea Giorgis
(Pd), una decisione del genere
«va presa dall’assemblea dei
gruppi». Più esplicito Miguel
Gotor (Pd): «Violante rimane
pienamente in campo per l’indiscutibile autorevolezza del
suo profilo e perché nomi diversi dal suo non avrebbero
maggiori garanzie di successo». Anna Finocchiaro e Doris
Lo Moro sono sensibili a questi
argomenti mentre Gianni Cuperlo parla di «errore se si vuole abbandonare la candidatura
di Violante». Gotor, poi, non è
contrario a un coinvolgimento
del M5S ma Violante, in casa
dei grillini, non è popolare.
Il tentativo di manovra per
disimpegnare l’ex presidente
della Camera, non smentito
dal vertice del Pd, prevede una
serie di mosse ad alto rischio.
Uno: offrire ai grillini il posto
vacante al Csm, che andrebbe
al professor Alessio Zaccaria di
Verona, anche se per farlo bisogna convincere FI. Due: ottenere dal M5S il via libera per le
candidate tecniche alla Con-
Divisioni
Ma la minoranza
boccia la mossa di
Palazzo Chigi e insiste
sull’ex magistrato
sulta gradite a Renzi e, per forza, anche a Berlusconi, chiedendo ai grillini e al centrodestra di far convergere i rispettivi voti sugli stessi nomi: «Con
il quorum a 570 voti, Pd e M5S
da soli non bastano...», spiega
Ettore Rosato (Pd). Tre: individuare le candidate all’altezza
del compito e ben distribuite
tra il centrodestra e il centrosinistra.
Il grillino Danilo Toninelli
mette le mani avanti e fa il nome del professor Franco Modugno di Roma: «Non si tratta
di scegliere uomini o donne
ma solo persone capaci». C’è
poi una frangia del M5S che
sente puzza di bruciato: «Qui
Renzi ci vuole incastrare per
poi dire che scendiamo a patti
con lui e con Berlusconi», accusa Andrea Cioffi. Tentativi
sarebbero stati fatti anche con
Stefano Rodotà ma pare che lui
non ne voglia sapere di chiudersi dentro la Corte per nove
anni.
Le trattative comunque vanno avanti. Nel campo del Pd il
responsabile giustizia David
Ermini non si sbottona ma
conferma: «Una donna, anzi
due, alla Corte». E già cominciano a circolare i nomi di pro-
20
i tentativi
finora a vuoto
per la scelta dei
due membri
della Consulta
570
il quorum per
l’elezione dei
giudici della
Consulta, i 3/5
delle Camere in
seduta comune
fessoresse in materie giuridiche: Tania Groppi (Diritto pubblico, Siena), Lorenza Carlassare (Diritto costituzionale,
professore emerito a Padova),
Marilisa D’Amico (Diritto costituzionale, Milano) che, però, ha un marito (Nicolò Zanon) da poco nominato alla
Corte. In area centrodestra, ci
sono Ginevra Cerrina Feroni
(Diritto pubblico comparato,
Firenze), Lorena Violini (Diritto costituzionale, Milano) e
l’avvocato Grazia Volo.
Il «piano A», se le quote rosa
non funzionano, non è quindi
mai stato accantonato. A Forza
Italia, comunque, i capigruppo
del Pd continuano a dire di trovare un candidato capace di
marciare insieme a Violante. E
Berlusconi ha tre nomi: il professor Giovanni Guzzetta
(sponsorizzato da Brunetta),
l’avvocato milanese Angelo
Giarda (vicino alla famiglia
Berlusconi oltre che legale di
Alberto Stasi), il deputato
Francesco Paolo Sisto (in quota Fitto ma anche difensore di
Denis Verdini). Il primo buco
nel calendario per il 21° voto è
per giovedì prossimo.
Dino Martirano
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16
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
BOLOGNA FIRENZE GENOVA LEGNANO MILANO PORTO CERVO ROMA TORINO BERLINO HIROSHIMA MADRID KOBE KOKURA SEOUL
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
POLITICA
17
Leopolda e Cgil, il fine settimana dei due Pd
Sul palco a Firenze anche Pif e Farinetti. Da Bindi a Cuperlo, gli oppositori che scelgono la piazza
I bersaniani cercano la terza via. E Orfini scioglie il dilemma dei «turchi» volando a Pechino
L’iniziativa
● Dal 5 al 7
novembre
2010 Renzi
organizza
con Civati
e Serracchiani
la prima
assemblea
alla Stazione
Leopolda
di Firenze:
«Prossima
Fermata: Italia»
● Da allora,
la kermesse
è diventata un
appuntamento
fisso ed è alla
sua V edizione
ROMA I «dem» sono di nuovo al
bivio tra la piazza e il governo.
Ma questa volta la stragrande
maggioranza del partito non
ha dubbi, sta con il segretario.
Sul palco della Leopolda, da
domani a domenica, Matteo
Renzi ci sarà «col sorriso sulle
labbra», alla faccia delle polemiche e delle proteste sindacali. «Abbiamo iniziato quasi per
scherzo, cinque anni fa — ricorda —. Adesso le cose sono
cambiate. Questa Leopolda è la
prima in cui al governo siamo
noi...». E se la sinistra vede nei
due milioni raccolti la prova di
un «partito parallelo», Renzi
rilancia invitando «tutti quelli
che vogliono bene alla Leopolda» a contribuire economicamente.
Oggi Maria Elena Boschi presenta il programma. Qualche
nome illustre trapela dalla riunione di ieri sera con Bonaccorsi, Fregolent, Fanucci e Famiglietti, i quattro conduttori.
Attesi gli imprenditori Farinetti e Cucinelli e il regista Pif. Baricco manderà un video. Quanto a Marchionne guest star, lo
staff leopoldino non conferma.
Con ecumenica astuzia, Renzi ha esteso l’invito agli oppositori. Rosy Bindi declina: «E’
una manifestazione parallela al
Pd e non mi accontento certo di
essere invitata per superare
questa anomalia». E così la presidente dell’Antimafia andrà a
«stringere la mano alla Camusso». Cuperlo, che sfilerà con la
Cgil dietro allo striscione de
L’Unità, farà «un balzo» alla
Leopolda lunedì, quando avrà
Kermesse
«Farò dell’Unità
un giornale popolare
Io di sinistra? Lo ero»
«Abbiamo raggiunto un fantastico accordo con il Pd. Entro la fine di ottobre faremo
un’offerta per l’acquisizione dell’Unità». Guido
Veneziani — editore di riviste non esattamente
politiche come Stop, Vero, Rakam e Miracoli
(nell’ultimo numero, «Satana non voleva che papa Wojtyla diventasse santo») — conferma l’anticipazione del Corriere della Sera e si dice pronto a prendere il timone del quotidiano fondato
da Antonio Gramsci e a farlo rinascere.
Ci sono 30 milioni di debiti e 56 giornalisti.
«Non credo che pagheremo 30 milioni di debiti, ma ci assumeremo il nostro compito in modo importante. È prematuro parlare di organico,
ma sarà più snello».
Cosa pensa della vecchia «Unità»?
«C’è una montagna di interregionali, con forti
radici nel territorio: l’Unità è l’unico vero quotidiano nazionale. E ha un potenziale incredibile.
Si sono messi d’impegno per ridurlo così».
Come si concilia un editore di riviste di gossip con un quotidiano politico?
«Lei mi offende se parla di gossip. Vero è una
rivista familiare, di intrattenimento e approfondimento, con firme importanti. Poi, certo, la Clerici la mettiamo in copertina perché vende».
Come si immagina la nuova «Unità»?
«Io voglio fare un giornale popolare, nell’accezione positiva del termine. Non sarà il Sun,
naturalmente: per intenderci, non ci saranno le
donne nude. Certo, se becchiamo la fidanzata di
Berlusconi nuda la pubblichiamo».
Farà informazione e approfondimento?
«Oggi siamo tempestati di informazioni e
l’approfondimento politico dei quotidiani lo trovo un filino noioso. L’Unità si occuperà di politica e di sociale, con un linguaggio giovane, adeguato ai tempi moderni. Anche la cronaca, non
nera, avrà un grande spazio».
Si punterà su uno sviluppo multimediale?
«Ci sarà la versione per tablet, ma mentirei se
le dicessi che credo molto in queste cose. A me
piace la carta, mi piacciono le edicole».
Lei è di sinistra? In che rapporti è con il Pd?
«Sono un cittadino, un imprenditore. Ho avuto trascorsi di sinistra e giravo con in tasca l’Unità, ma anche il manifesto e Cuore. Ora è diverso.
Lei davvero pensa che in questo Paese ci sia ancora chi si dichiara di sinistra, di centro o di destra? Ma poi: lei pensa che Renzi sia di sinistra?»
Me lo dica lei.
«Eh. Comunque, Renzi mi piace moltissimo.
È bello, sveglio, ha una gran dialettica ed è uno
dei pochi politici che si capisce quando parla».
Ha già in mente un direttore?
«Il nome lo decideremo insieme. A me piacerebbe uno molto giovane, dinamico, innovatore.
Non un vecchio trombone della nomenclatura. I
miei direttori sono tutti sotto i 35 anni».
Alessandro Trocino
ROMA
● Nato a
Reggio
Calabria nel
‘64, Guido
Veneziani è
presidente e ad
della GVEditore
che ha tra i
periodici
pubblicati
Vero, Stop,
Rakam e Top
❞
Nel nuovo
giornale se
becchiamo
Francesca
Pascale
nuda la
pubblico
Le analisi e i
retroscena
politici dei
quotidiani
io li trovo
un filino
noiosi
2
milioni
È la cifra
raccolta da
finanziatori
privati per
organizzare
la Leopolda
Cgil e del Pd. Lui sarà in piazza,
ma per il tempo di «un abbraccio». E domenica chissà, non è
detto che non faccia un salto a
Firenze. Testimoniare «rispetto e ascolto» e però non andare
al corteo è la mediazione raggiunta tra bersaniani e dalemiani. Speranza sarà a Matera,
capitale europea della cultura
2019: «Vado a festeggiare». E
l’articolo 18? «Io ho un ruolo
istituzionale e devo contribuire
ad abbassare i muri contrapposti».
In piazza sono attesi solo i riformisti più agguerriti, come
D’Attorre. E ci sarà Fassina, per
Chi ci sarà
Chi non andrà
Alla Leopolda sono attesi il patron di Eataly
Oscar Farinetti, l’imprenditore e stilista Brunello
Cucinelli, il regista Pif. Lo scrittore Alessandro
Baricco invierà un video, non confermate
le voci di un intervento di Sergio Marchionne
Sabato 25 ottobre a Roma sfila la Cgil. Saranno
in corteo Gianni Cuperlo, Stefano Fassina, Pippo
Civati e Rosy Bindi. Non andranno né a Firenze né
a Roma Pier Luigi Bersani e il capogruppo Roberto
Speranza. Sarà in Cina il presidente Matteo Orfini
cui il problema di cambiare la
delega del lavoro «non riguarda un pezzo di partito, ma decine di milioni di lavoratori».
Civati la Leopolda ha contribuito a inventarla, ma sarà in
piazza con la compagna Giulia:
«In mezzo alle persone e non
in testa al corteo». Non sarete
pochini? «No, c’è mezzo gruppo Pd... Manca solo Renzi».
Cofferati ha scelto la protesta
per «la salvaguardia dell’articolo 18». Orfini invece ha risolto il
dilemma dei «turchi» filorenziani volando a Pechino per un
bilaterale con i comunisti cinesi. Con il presidente è partito il
responsabile Esteri, il dalemiano Amendola. Pure Andrea De
Maria è nello staff del leader,
ma essendo cuperliano per lui
la soluzione del rebus è stata
più ardua: «Sabato sono invitato a Marzabotto per i settant’anni della strage...»
Monica Guerzoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’editore Guido Veneziani
Chi è
già chiuso: «È un partito, una
struttura parallela e i finanziamenti lo confermano».
Per i riformisti, la scelta è
stata più difficile. Il niet di Bersani alla Camusso ha messo a
dura prova i suoi, costretti a
imboccare la terza via. Per risolvere il dilemma tra il corteo
della Cgil-Fiom e la culla del
renzismo, i parlamentari di
Area riformista si terranno a distanza di sicurezza da entrambe. L’adesione solo formale
della componente che fa capo a
Roberto Speranza è in un comunicato cesellato da Guglielmo Epifani, già segretario della
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
18
eniservizi
Codice immobile
Comune
Indirizzo
Descrizione
Base d’asta (euro)
T189
Roma
Viale Dell’Umanesimo, 29
Appartamento di mq. 153 mq classe
energetica F 108,8 KWh/m2 anno
€ 478.700,00
T193
Ravenna
Via Trieste, 403-405
Fabbricato (ex motel) di 2 piani + garage
di mq. 870 circa con relativa area di
pertinenza - escluso obblighi dotazione
Attestazione di Certificazione Energetica
€ 719.000,00
T1162
Udine
Piazzale XXVI Luglio 1866 / Viale
del Ledra 1
Fabbricato di 2 piani uso ufficio e
officina di mq 480 circa con antistante
area scoperta di mq 80- classe
energetica E 25,2 KWh/m3 anno
€ 511.000,00
T1170
Piacenza
Via Genova, 3
Terreno di mq 1.110 circa
T1239
Milano
Viale Certosa angolo Piazzale
Accursio
Fabbricato di 2 piani ad uso misto
(residenziale – commerciale) di circa
mq. 1.350 con antistante area scoperta.
Escluso obblighi dotazione Attestazione
di Certificazione Energetica
€ 2.000.000,00
P103
Castel Gandolfo loc. Coste
del Lago
Via Bruno Buozzi, 14.
Villa storica di mq 2.200 circa, struttura
ricettiva di mq 3.800 circa, con parco di
circa 32.000 mq, oltre piscina e locali
accessori.
-
€ 450.000,00
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
POLITICA
19
#
Berlusconi ai suoi:
non rottamo nessuno
e non esco di scena
❞
Ve lo
assicuro
Dopo tutto
quello che
ho fatto
resto
per vincere
«Niente urne, ho garanzie da Renzi. Ricorderò chi è fedele»
ROMA «Guardate che io non voglio rottamare nessuno, eh?».
Anzi, «di tutti quelli che mi sono rimasti fedeli l’anno scorso», quando invece Angelino
Alfano e compagnia avevano
fatto le valigie e fondato il Ncd,
«io mi ricorderò sempre».
Silvio Berlusconi si presenta
all’assemblea dei senatori armato del più smagliante dei
sorrisi. Anche perché — tra Se-
Il fronte interno
Le critiche dei senatori
contrari alle unioni civili
L’ex premier e Carfagna
replicheranno oggi
nato da abolire, voci di campagna elettorale imminente e
patto sulla legge elettorale che
non piace a nessuno dei suoi
— sa che basta un attimo e la
platea dei suoi senatori può diventare un terreno minato. Per
questo infila uno dietro l’altro
tutti i messaggi che possono
rassicurare gli eletti di Palazzo
Madama. «Ve lo garantisco.
Non esco di scena e resto in
campo per vincere. Non pensate che, dopo tutto quello che
ho fatto, me ne vada così»,
scandisce iniziando la relazio-
ne. Tempo qualche minuto e
arriva — seguito da una lunga
dissertazione sull’euro e sulla
necessità «che la Bce stampi
più moneta» — anche la stroncatura del governo Renzi. «Siamo all’opposizione. Quello è il
governo delle tasse».
Ma a più d’uno il quadretto
disegnato da Berlusconi — tutto rassicurazioni — non convince. E quando Augusto Minzolini prende la parola per dire
che «la legge di Stabilità, con le
tasse scaricate sugli anni a venire, è la prova che Renzi ci sta
trascinando al voto», l’ex Cavaliere sceglie la via più diretta
per sminare il terreno. Quella
della battuta. «Minzo, non fare
lo str…». Applausi, risate.
Perché, dopo aver prudentemente censurato la nuova versione dell’Italicum col premio
alla lista e non alla coalizione
(«quella proposta di Renzi è
esiziale, rovinosa per noi»),
Berlusconi si fa carico di dare
ai suoi l’ennesima rassicurazione: «Ho la garanzia del premier che non si andrà alle elezioni anticipate. Per cui, state
tranquilli». E così, tutte le insidie dell’assemblea vengono
rinviate a data da destinarsi o
derubricate a brevi interventi.
Come quello del senatore
fittiano Luigi D’Ambrosio Let-
L’assemblea del gruppo
Psicodramma M5S
Si allarga la lista
a rischio espulsione
ROMA Un Movimento sempre
più sull’orlo di una crisi di nervi. La prova di forza dell’elezione del nuovo capogruppo ha
evidenziato la portata del dissenso, in crescita: a favore di
Massimo Artini, sfiduciato dal
blog di Grillo e contestato dagli
ortodossi, martedì si sono
espressi ben in 33 (contro i 44
dell’eletta Fabiana Dadone).
Avvertimento implicito per chi
pensasse di espellerlo. Ma la
stagione delle purghe nel Movimento 5 Stelle sembra non finire mai. E così ieri sera è andata in scena un’assemblea tesa,
con un braccio di ferro su Eleonora Bechis, deputata piemontese che alcuni pretendono essere stata «sfiduciata dal territorio». Il suo allontanamento
non era all’ordine del giorno,
ma già nel pomeriggio Ivan
Della Valle, vicino allo staff di
Casaleggio annunciava la sua
prossima espulsione. L’esame
del caso è stato alla fine rinviato alla prossima settimana.
Nel pomeriggio, capannelli
di «dissidenti» o di deputati
che semplicemente non ne
possono più del pugno duro.
Come Mara Mucci: «Io non
butto fuori nessuno, smettiamola». O Tancredi Turco: «Se
qualcuno chiede l’espulsione
succede il finimondo». La procedura, si sa, con i 5 Stelle gioca
un ruolo importante e talvolta
paradossale. Perché c’è una
norma che prevede che l’espulsione alla Camera sia chiesta da
almeno 20 deputati e al Senato
da un senatore. Ieri c’era la
«congiunta» e per questa il regolamento non prevede nulla.
Tra i più esagitati contro la Bechis è Alberto Airola, capogruppo al Senato: gli chiede di
ritirare la querela per voto di
scambio fatta a un attivista locale. La Bechis, nel cortile di
Montecitorio, sorride: «Non ci
penso nemmeno». Ma nel mirino c’è anche Christian Iannuzzi, critico verso l’espulsione
dei quattro militanti del Circo
Alta tensione
Eventuali misure
slittano di una
settimana; 5 Stelle
divisi sul corteo Cgil
Massimo. Ieri spiegava: «Da
noi vigono le logiche dei vecchi
partiti, con leader, sotto leader,
cortigiani e capibastone». Insieme a Bechis e Iannuzzi, altri
sei o sette sarebbero in bilico,
pronti all’ennesima purga a 5
Stelle.
All’ordine del giorno, ieri sera, c’era il Jobs act. E anche
quello ha diviso. Walter Rizzetto e Serenella Fucksia non sono
affatto contrari. La manifestazione della Cgil è l’ultima occasione per dividersi: andare o
non andare? L’assemblea non
prende posizione: si deciderà
in ordine sparso.
Al. T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tieri sulle unioni civili. Che dice tutto d’un fiato: «Presidente, possiamo fare tutto, compreso cambiare idea rispetto al
nostro programma elettorale.
Ma l’idea che le svolte su questo tema vengano annunciate
da un ospite di casa sua (il riferimento è a Luxuria, ndr) lascia quantomeno perplessi».
Del tema parla anche Maurizio
Gasparri: «Sui diritti civili dovremmo fare una lunga discussione tra di noi rispettando le
reciproche posizioni». Nessuna replica da parte di Berlusconi. L’ex premier affronterà il tema oggi alla Camera, presentando con Mara Carfagna il dipartimento Diritti civili di
Forza Italia.
L’incontro
Roma, il leader
di Forza
Italia Silvio
Berlusconi
arriva a Palazzo
Giustiniani per
la riunione con
i senatori
azzurri (Ansa)
La coda della riunione di ieri, più che alle «svolte», l’ex
premier ha preferito dedicarla
ai «ritorni a casa». Come quello del senatore siciliano Antonio D’Alì, che ha abbandonato
il partito di Alfano per tornare
tra gli azzurri. E che l’ha detto
da solo, nel suo intervento, «vi
ringrazio per gli applausi ma
so che, per il ritorno del figliol
prodigo, adesso non ci sono vitelli grassi da uccidere…». Si
festeggerà, nel caso, se l’ex premier riuscirà a ottenere la liberazione anticipata dai servizi
sociali. Sono passati sei mesi,
adesso può chiederla.
Tommaso Labate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo
è il governo
delle tasse
e noi
stiamo
all’opposizione
©T&CO. 2014
20
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
21
INTRODUCING
TIFFANY T
MILANO VIA DELLA SPIGA, 19/A MILANO EXCELSIOR, GALLERIA DEL CORSO, 4 BOLOGNA GALLERIA CAVOUR, 9/A VERONA VIA MAZZINI, 6 PRESSO EXCELSIOR
FIRENZE VIA DE’ TORNABUONI, 37/R ROMA VIA DEL BABUINO, 118 ROMA VIA COLA DI RIENZO, 173 PRESSO COIN 02 76022321
TIFFANY.COM
22
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
CRONACHE
23
Cronache
Il reportage
di Dario Di Vico
DAL NOSTRO INVIATO
VITTORIA (RAGUSA) Nell’epoca di
Facebook, del tutto-in-Rete e
dei conflitti gridati, esistono
ancora i drammi sordi. Quelli
che si consumano nel silenzio,
nello scorrere uguale di giorno/notte e trasformano gli
scandali in abitudini. Dopo le
accuse di don Beniamino Sacco
e della Cgil sullo sfruttamento
delle romene nelle campagne
di Vittoria, capitale del pomodoro ciliegino e datterino, ci si
comincia a chiedere cosa succeda veramente nella zona che
va da Scoglitti ad Acate, su su
fino a Ragusa.
Vista dall’alto la piana del
pomodorino appare un’immensa distesa di plastica che
ricopre migliaia di serre. Qui si
sta consumando uno di quei
drammi sordi: un migliaio e
più di romene immigrate in Sicilia, isolate nella campagne è
vittima di un assoggettamento
che non è più solo economico
ma ha invaso la sfera sessuale.
Don Sacco denuncia i «festini
agricoli» che si tengono di
quando in quando, un triste
bunga bunga del ceto medio
proprietario in cui il piatto ricco sono le donne venute dalla
Romania. Ma anche a non
ascoltare il parroco basta girare
per il Vittoriese per imbattersi
in discoteche rurali dai nomi
ammiccanti come «Sesto senso» e «Dolce vita». Mancano
solo «Colpo grosso» e Umberto
Smaila. Purtroppo c’è poco da
ridere e la dimostrazione sta
nel nuovo fenomeno che inquieta i religiosi e non solo.
Vittoria sta diventando terra di
aborti, nessuno sa con precisione i numeri ma si parla di
una crescita esponenziale (5-6
a settimana per una città di 60
mila abitanti) e perfino l’avvocato Giuseppe Nicosia, sindaco
piddino di Vittoria, che alle prime voci aveva difeso il buon
nome della città oggi ammette
che «mi sono stati riferiti numeri pesanti e ho chiesto all’azienda sanitaria un riscontro
Le serre
In alto, le distese
di coltivazioni
a Vittoria,
nel Ragusano
(foto Giudice), in
cui si producono
i pomodorini
(a destra).
A sinistra,
don Beniamino
Sacco e il
sindacalista
Peppe Scifo
LA SICILIA DEI POMODORI
Le mille schiave romene
nelle campagne di Ragusa
I dati
10-15 euro
Quanto guadagnano
al giorno i romeni per
la raccolta dei pomodori
ufficiale».
Le serre hanno rappresentato una svolta per l’agricoltura
locale, hanno destagionalizzato la produzione e permesso di
entrare nel ricco mercato delle
primizie. Da qui la nascita di un
imprenditorialità diffusa che il
Pci, egemone in città, aveva favorito con lo slogan «qui la terra si acquista, non si conquista». A Vittoria sono 3 mila le
piccole aziende agricole e diventano 5 mila con i comuni limitrofi. La maggior parte ha
dai 2 ai 4 dipendenti, pochissime vanno oltre i 50. I padroncini lavorano come muli presentandosi in azienda alle 5 e tornando in paese non prima delle 18, ma nel tempo hanno
potuto comprare case in città e
al mare, mandare in giro mogli
e figli griffati di tutto punto.
Oggi il Bengodi non c’è più, il
pomodorino alla produzione
rende 10 cent al chilo e poi lo si
12 mila
Sono impiegati
nell’agricoltura
19 mila
Gli stranieri
iscritti all’Inail
nella provincia
di Ragusa
Fonte: Flai-Cgil, Caritas di Ragusa
Isolate in campagna
Le braccianti non
vivono in paese ma in
baracche senza acqua
calda accanto alle serre
Su Corriere.it
Commenta il
reportage sulla
condizione
delle braccianti
romene nelle
campagne
siciliane sul sito
del Corriere
5.000
Le piccole aziende
agricole a Vittoria
(Ragusa) e dintorni
d’Arco
trova sui banchi dei supermercati anche a 1,5 euro. La pressione sul lavoro si spiega anche
così, si scarica in basso la competizione sui prezzi e negli anni c’è stato un ricambio totale
della forza lavoro.
I tunisini che avevano popolato le campagne ragusane sono stati sostituiti dai romeni
diventati comunitari nel 2008. I
maghrebini erano più professionalizzati, attenti a esigere
salari regolari e costituivano
una comunità coesa e solidale.
I romeni sono il contrario. Accettano salari più bassi (massimo 25 euro e in piena evasione
Inps), spesso vengono saldati
solo a fine stagione ma soprattutto non costituiscono una comunità capace di difendersi.
Oltre il 40% della manodopera
romena è fatta di donne, arrivate in autobus dalla zona di
Botosani perché hanno da
mantenere qualcuno in patria:
quasi sempre un bambino nato
presto da una relazione instabile o finita male. Se in tutto i
romeni di questa zona sono 4
mila le donne saranno
1.600-1.800, hanno un’età che
va dai 20 ai 40 anni e faticano
nelle serre per 11 ore sei giorni
alla settimana. Il pomodoro
cresce in altezza, va curato e accudito con i fitofarmaci, legato
con lo spago, messo al riparo
dalla muffa.
Il guaio è che i braccianti venuti dall’Est vivono accanto alle
serre. Le abitazioni sono ex depositi attrezzi o baracche, i muri sono senza intonaco, i pavimenti in terra battuta, i servizi
all’esterno. Si vive e si dorme in
una condizione di degrado e
isolamento: nella Sicilia sudorientale città e campagna sono mondi distanti tra loro un
secolo. Vittoria ha i suoi negozi
alla moda, ristorantini e locali
per l’aperitivo, tantissimi voti
per i 5 Stelle. Nelle contrade i
soldi bastano alle romene appena per sopravvivere e mandare qualcosa in patria ai figli e
alle zie vere/presunte che li
tengono con loro. È questa la
base materiale del ricatto implicito dei padroncini, l’assoggettamento si è allargato e le
braccianti sono diventate vittime delle attenzioni maschili.
Don Sacco sa molte cose e le
racconta, i fedeli con lui si
aprono più che con il sindacato
e le autorità. Ne viene fuori uno
spaccato in cui la proprietà sessuale è diventata fenomeno di
costume. Mancano episodi di
violenza gridata, casi da cronaca nera e ambulanze che corrono in ospedale, il sopruso è
perversa e grottesca abitudine.
❞
Il sacerdote non ha peli sulla
lingua: sarebbero tra le 1.000 e
le 1.500 le donne romene in balia dei loro padroni. Alcune
avrebbero addirittura preso la
strada della prostituzione, altre
(poche) all’opposto sarebbero
diventate buone mogli di campagna, qualcuna aspetta sempre che il padrone lasci la moglie ma il grosso è catalogabile
in un’area grigia di concubinato forzoso dalla quale non si
esce. Chi perde il lavoro perde
anche l’alloggio.
L’arroganza machista dei padroncini si spinge al punto di
non usare il preservativo e la
consuetudine diventa dramma
con il ricorso all’aborto. In
qualche caso (raro) i tempi-limite sono trascorsi e sono nati
dei bambini. Le signore di Vittoria non hanno preso di petto
la questione, vivono lontane
dal luogo dei misfatti, sono coetanee dei loro mariti e figlie di
altri padroncini, tutte casalinghe e in fondo anche loro non
possono giocarsi il posto di
moglie. Qualcuna va dal parroco e se la prende con le romene
accusate di lavorare in abiti
succinti (nelle serre ci sono anche 50 gradi!), le altre chiudono le orecchie se l’uomo spiega
che d’estate preferisce dormire
in campagna. I mariti hanno
tra i 50 e i 60 anni, un livello di
istruzione bassa e sanno che
60%
La quota
di lavoro nero
nella zona di
Vittoria
(Ragusa)
20
Mila La stima
dei lavoratori
stranieri
nelle serre
del Ragusano
4
Mila
Il numero della
popolazione
romena nella
zona di Vittoria
e dintorni
Alcune ragazze finiscono a fare le
prostitute nelle discoteche rurali,
la maggior parte resta intrappolata in
un concubinato forzoso con i padroncini
negli affari la pacchia è finita.
Sono abituati a comandare e
via via hanno trovato naturale
impadronirsi anche della libertà sessuale delle dipendenti.
Il sindaco Nicosia ha paura
che ne derivi una campagna
contro la città o che il ciliegino
diventi sinonimo di schiavismo e venga boicottato. Il primo articolo scritto sul sito dell’Espresso dal giornalista siciliano Antonello Mangano lo ha
colpito, le successive telefonate delle tv lo hanno allarmato.
Oggi con sincerità dice: «Ammiro e rispetto Don Sacco per
quello che fa in città con la sua
casa accoglienza, non parla
mai a caso e anche quando mi
critica penso che faccia bene
perché accende i riflettori sullo
sfruttamento e l’incultura». Il
parroco nell’azione moralizzatrice ha come alleata la FlaiCgil locale. Uno dei segretari,
Beppe Scifo, conosce tutto delle campagne ragusane, non sta
in sede ad aspettare i migranti
ma con un pullmino gira
quando cala il sole, è un piccolo Di Vittorio che ne sa anche
Il silenzio delle mogli
La maggior parte delle
mogli dei proprietari
delle terre fa finta
di non sapere nulla
di sociologia. Non ama le
espressioni roboanti, preferisce il sindacalismo dei gesti
concreti. Con lui nella rete della solidarietà per i migranti lavora anche la cooperativa Proxima che si occupa dei casi più
spinosi, ragazze madri di varie
etnie vittime di violenza e abbandono. Tra loro c’è solo una
romena. Il grosso resta invisibile nella segregazione e nella
promiscuità. Sarà difficile farle uscire da questo tunnel,
l’eco delle polemiche sul caso
di Vittoria forse non arriverà
alle loro orecchie. Chi le volesse salvare dovrebbe portarle
fuori dai tuguri in cui vivono,
ospitarle in case albergo e portarle al lavoro con i pullmini.
Costa ma non è impossibile.
L’Italia del 2014, la società civile che ha imposto le quote rosa, sarà capace di questo gesto
di civiltà?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
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2014
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
CRONACHE
Sei contagiati, uno è morto
Piano anti legionella a Milano
Bresso, analisi dell’Asl nei rubinetti delle case e nelle fontane
Le forme
● La legionella
si manifesta
in due forme:
la malattia
del legionario
vera e propria,
con polmonite
acuta e una
mortalità del
10%, e la meno
grave febbre
Pontiac
MILANO A Bresso è caccia al bat-
terio-killer. Nel paese di 26 mila abitanti al confine di Milano,
i tecnici dell’Asl prelevano
campioni d’acqua dalle case ed
esaminano le fontane. Bisogna
scoprire qual è l’origine del
contagio di legionella che ha
colpito sei abitanti. Tutti nel giro di pochi giorni, tutti oltre i
70 anni e tutti abitanti nella zona a nord-est. Uno è appena
deceduto.
In Italia si ammalano di legionella 1.300 persone all’anno.
Quello che colpisce nel caso di
Bresso è la simultaneità delle
infezioni e la vicinanza delle
abitazioni. La malattia non si
trasmette da persona a persona, ma respirando goccioline
d’acqua infetta. I sei ammalati,
allora, sono stati tutti in uno
stesso locale pubblico con impianti di condizionamento di-
fettosi? Oppure hanno inalato
vapore acqueo infetto, magari
proveniente dalle torri di evaporazione dei grandi impianti
di climatizzazione sui tetti? O si
sono contagiati proprio con
l’acqua di casa, per problemi
dell’acquedotto? Per il momento, non ci sono risposte. Così
gli abitanti sono stati invitati
dall’amministrazione comunale a non farsi la doccia, ad adottare precauzioni nell’uso dell’acqua calda dei rubinetti di
casa e a non irrigare i giardini
con pompe a spruzzo.
Le precauzioni
Agli abitanti è stato
chiesto di non farsi la
doccia e di non irrigare
i giardini con le pompe
Roma
«Ci attacca l’Ebola»
Bimba di tre anni
rifiutata dalla scuola
In Africa
Una casa messa
in quarantena —
come spiegato
nel cartello della
polizia — a Port
Loko, in Sierra
Leone. Sono
4.877, secondo
l’Organizzazione mondiale
della sanità,
i morti
provocati
da Ebola
(foto Duff/Ap)
ROMA «Ho denunciato l’episodio perché vorrei non si ripetesse ciò che è accaduto a mia
figlia: essere allontanata da
scuola per timore che avesse
l’Ebola». Massimiliano M., 48
anni, carabiniere impegnato in
missioni all’estero, il 14 ottobre
scorso ha accompagnato a
scuola le figlie con i certificati
medici: le bimbe, di 8 e 3 anni,
erano appena tornate da un
viaggio in Uganda, Paese di origine della mamma Carolyne,
Il viaggio
La piccola era appena
tornata da un viaggio
in Uganda, il Paese
d’origine della mamma
con cui il militare è sposato da
dieci anni.
«Anche alla scuola della
maggiore c’è stata un po’ di diffidenza, ma è alla materna di
Fiumicino della piccola Chanel
che si è scatenato il putiferio»,
racconta amareggiato. «Ci portate l’Ebola, la bimba non può
entrare a scuola. Se entra lei
non facciamo entrare i nostri
figli», è bastata la minaccia di
un piccolo gruppo di mamme a
creare un caso.
Inutili le rassicurazioni della
preside della Porto Romano
che ha contattato ambasciate e
uffici sanitari e fornito le informazioni ai genitori che pretendevano di far aspettare alla
bimba i 21 giorni di incubazione del virus.
«Una vera follia, l’Uganda
non è un Paese a rischio e noi
avevamo i certificati, bastava
informarsi», aggiunge il papà
che alla fine ha deciso di non
sporgere querela. Alla fine si è
preferito «far calmare le acque» e Chanel è rimasta a casa
fino a lunedì. Dalla scuola hanno ribadito che «l’istituto non è
mai stato chiuso per la bimba».
E anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin esprimendo solidarietà alla famiglia
della piccola, ha ricordato che
«l’Uganda non è un Paese affetto dall’Ebola ed è molto lontano dalle zone del west Africa
che sono fra le più colpite dal
virus. Inoltre — ha ribadito il
ministro Lorenzin — in Italia
non c’è stato alcun contagio da
Ebola e che queste forme di allarmismo sono assolutamente
ingiustificate».
Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino ha lanciato un
appello affinché «le paure ingiustificate non si trasformino
in ostracismi o discriminazioni».
Per Massimiliano il difficile
è stato spiegare alle figlie l’accaduto. Per Chanel è bastato un
nuovo giocattolo. «La più grande ha capito tutto invece —
spiega —, le ho detto di avere
pazienza, che quelle mamme
erano solo colpevoli di non essersi informate».
Valeria Costantini
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I tecnici sono al lavoro. L’allarme è scattato la scorsa settimana quando, uno dopo l’altro, i sei anziani si sono presentati nei Pronto soccorso della
zona con sintomi simili alla
polmonite. Febbre alta, tosse,
difficoltà respiratorie. Le analisi di laboratorio non hanno lasciato dubbi: era legionella. Sono scattati i ricoveri negli ospedali di Niguarda, Sacco, Cinisello Balsamo e Multimedica.
E, dal momento che è obbligatorio denunciare i casi di contagio all’autorità sanitaria, presto i medici dell’Asl si sono trovati davanti il quadro preoccupante.
Il sindaco di Bresso, Ugo Vecchiarelli, ha pubblicato sul sito
internet del Comune un decalogo anti-legionella. «Non intendiamo sottovalutare quanto
è avvenuto e vogliamo prose-
1.300
Persone l’anno
si ammalano
in Italia
64
Anni l’età
media degli
ammalati
25
Risarcimenti più vicini
guire nell’opera di prevenzione
e informazione — dice —. La
legionella può colonizzare gli
impianti idrici in alcune parti
in cui l’acqua ristagna a lungo e
nei punti terminali quando
non si fa adeguata manutenzione, ad esempio nei soffioni
delle docce incrostate da calcare». Oscar Di Marino, uno dei
maggiori esperti italiani di legionella, sottolinea: «L’habitat
ideale del batterio è l’acqua calda, in particolare se la temperatura è compresa fra i 25 e i 55
gradi. La legionella si trasmette
attraverso le particelle d’acqua
nebulizzate da un impianto di
condizionamento, dall’attrezzatura di un dentista, persino
da certe fontane ornamentali.
Tutti gli ospedali lombardi sono attrezzati bene per curarla».
I più a rischio sono gli anziani, chi è affetto da patologie
croniche, gli immunodepressi.
È il motivo per cui l’amministrazione comunale di Bresso li
mette in allerta: «All’insorgere
di difficoltà respiratorie e febbre è opportuno rivolgersi al
più presto al medico».
Simona Ravizza
@SimonaRavizza
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Stragi naziste
Dalla Consulta
no all’immunità
per la Germania
ROMA I crimini nazisti non
potranno restare impuniti.
Con una sentenza storica,
l’ultima scritta dal presidente,
Giuseppe Tesauro, la Corte
costituzionale ha dichiarato
illegittime le norme che
impediscono di agire in
giudizio contro la Germania e
di ottenere i risarcimenti in
sede civile. Per la Consulta il
principio dell’immunità degli
Stati dalla giurisdizione civile
degli altri Stati, «non opera nel
nostro ordinamento, qualora
riguardi crimini di guerra e
contro l’umanità». E dunque
sono da ritenersi illegittime
«le norme che impediscono al
giudice italiano di accertare la
responsabilità civile di un altro
Stato». Per il procuratore
militare Marco De Paolis
adesso si potrà arrivare ai
risarcimenti.
V. Pic.
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
DAL NOSTRO INVIATO
REGGIO CALABRIA Seduto tra i
suoi avvocati, in maniche di camicia bianca durante una pausa del processo, l’ex potente
Claudio Scajola si guarda intorno con l’aria smarrita, come se
faticasse a capire dove si trova.
«Da centosessantasette giorni
sono detenuto per l’accusa di
una tentata, procurata inosservanza di pena — confida ai
suoi interlocutori —. Mi sembra incredibile. L’ho detto anche al pubblico ministero: con
tutte le cose serie di cui hanno
da occuparsi…». Ma per quanto l’imputato tenti di sminuire
la propria vicenda, secondo il
pm Giuseppe Lombardo (che si
muove in piena sintonia con il
procuratore Federico Cafiero
De Raho) il «caso Scajola» continua a essere un affare molto
serio. Perché nonostante il giudice nel maggio scorso, al momento dell’arresto, abbia escluso l’aggravante del favoreggiamento alla ‘ndrangheta, lui rit i e n e c h e l ’e x m i n i s t r o ,
aiutando la fuga dell’ex deputato tuttora latitante a Dubai
Amedeo Matacena, abbia aiutato la ‘ndrangheta.
Ancora ieri il tribunale del
Riesame ha rigettato l’aggravante, ma per una questione
tecnica dovuta ai ritardi di un
verdetto giunto dopo la fissazione del giudizio immediato,
senza entrare nel merito della
questione. Al processo cominciato ieri il pm contesterà nuovamente il reato più grave, poiché continua a ritenere che Matacena fosse più del semplice
«concorrente esterno» della
mafia calabrese certificato dalla sentenza definitiva; di conseguenza, aiutarlo a restare libero e a «mantenere inalterate le
sue capacità operative in campo economico-imprenditoriale», anche preparandone il trasferimento in Libano, avrebbe
avuto l’effetto di aiutare l’organizzazione criminale. Non a caso la Procura ha chiamato a testimoniare ben sette pentiti di
‘ndrangheta, per riferire sul
ruolo di Matacena «in relazione al predetto sodalizio di tipo
mafioso».
Gli avvocati di Scajola, Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito, hanno invece citato come
testi a discarico l’ex presidente
libanese Amin Gemayel — per
fargli dire se davvero s’era impegnato con il loro assistito a
ospitare la latitanza dell’ex de-
CRONACHE
Scajola chiama Gemayel
e si difende con l’amore
per lady Matacena
Milano
L’appello di Bruti
alla Procura
«Nuovo orgoglio
e voltiamo pagina»
I pm puntano sui pentiti di ‘ndrangheta per accusarlo
Ex modella
Chiara Rizzo, 43
anni, è accusata
di aver favorito la
latitanza dell’ex
marito Amedeo
Matacena
putato calabrese, come ritiene
l’accusa — e una serie di persone che possano riferire sulla
natura dei «rapporti intercorsi
tra Claudio Scajola e Chiara
Rizzo», cioè la moglie (ora separata) di Matacena. Gran parte della difesa dell’ex ministro,
infatti, è incentrata sul fatto
che ogni mossa in favore non
tanto del fuggiasco quanto dell’allora consorte, fosse dettata
da sentimenti d’amore; ogni
interessamento era motivato
dal desiderio di mettersi in
mostra con una donna «estremamente bella, molto affascinante, rimasta improvvisa-
mente sola e disperatamente
bisognosa di aiuto per qualunque cosa, sì da apparire indispensabile ai suoi occhi e poter
avere l’occasione di ritagliarsi
dei momenti di intimità con
lei».
Questo sostengono i difensori dell’ex potente, che definisce «paradossale» l’ipotesi di
aver favorito la ‘ndrangheta. Insieme a lui il tribunale deve
giudicare l’ex segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordelisi,
mentre gli altri imputati — a
cominciare da Chiara Rizzo —
hanno scelto la strada del giudizio abbreviato davanti al giudice dell’udienza preliminare.
La risposta
«Paradossale l’ipotesi
di aver agevolato
Matacena per aiutare
la criminalità»
Ma le indagini proseguono. In
particolare sui presunti intrecci societari tra Matacena e
Scajola ed eventuali interessi
economici e imprenditoriali in
comune. Nonché sul ruolo di
quel Vincenzo Speziali che si
sarebbe adoperato per garantire al latitante l’asilo politico in
Libano. Tutto ciò che gli investigatori riusciranno a raccogliere sarà utilizzato per aggravare il capo d’imputazione in
un processo dove la Procura ha
citato come «parte offesa» il
governo, in rappresentanza
dello «Stato italiano». Ma né il
ministro della Giustizia né la
presidenza del Consiglio hanno mandato avvocati per costituirsi contro l’ex ministro
Scajola. Il quale, a fine udienza,
lascia l’aula per tornare agli arresti domiciliari nella lussuosa
dimora vicino a Imperia. Qualcuno gli chiede come sta, e lui
risponde: «Sopporto. E da uomo delle istituzioni, comunque le rispetto».
Giovanni Bianconi
27
I volti
● Claudio
Scajola (foto),
66 anni, è stato
ministro
dell’Interno e
dello Sviluppo
economico
● L’8 maggio è
stato arrestato
con l’accusa
di aver favorito
il latitante
Amedeo
Matacena
● Amedeo
Matacena
(foto), 51 anni,
è stato
deputato di
Forza Italia
● Condannato
in via definitiva
per concorso
esterno in
associazione
mafiosa, viene
fermato ad
agosto 2013 a
Dubai e poi
rilasciato
MILANO «Voltare pagina» e
«rilanciare l’orgoglio di
appartenere alla Procura di
Milano che è stata ed è parte
della storia del nostro Paese»:
è l’appello che il procuratore
Edmondo Bruti Liberati
rivolge ai suoi 80 pubblici
ministeri nella lettera con la
quale li invita a una assemblea
generale il 6 novembre. Se
l’Ufficio «ha attraversato un
periodo indubbiamente
difficile», ritiene Bruti, ciò è
accaduto perché,
«all’esterno», con
«reiterazione» è stata
«presentata l’immagine di una
“Procura paralizzata da scontri
interni”, immagine che —
scrive Bruti — noi sappiamo
non corrisponde alla realtà»
in quanto la Procura «ha
continuato ad assicurare un
servizio giustizia di alta
qualità, a livelli di eccellenza
nel Paese». E perché,
«all’interno», si è protratta
«una situazione di rapporti
problematici» in un pool
(l’anticorruzione di Alfredo
Robledo) «che tratta questioni
di particolare delicatezza e
inevitabile esposizione
mediatica»: l’impasse è
sfociata nella rimozione di
Robledo il 3 ottobre scorso da
capo del pool, rivendicata da
Bruti come «mio preciso
dovere» per «assicurare
credibilità ed efficacia».
Anche se «tra non molto
tempo (dicembre 2015, ndr)
andrò in pensione, non ho
altro obiettivo che garantire il
miglior funzionamento
possibile dell’Ufficio anche in
vista di e durante Expo 2015, e
di lasciare la Procura ben
organizzata e con un clima di
collaborazione e serenità».
Bruti chiede dunque ai pm di
fargli «pervenire proposte»
per i «necessari interventi di
riorganizzazione», e rimarca
di stare continuando a
«denunziare al ministero,
senza alcun effetto, la
clamorosa carenza di
personale amministrativo» (i
cancellieri) e la «rilevante
scopertura» di pubblici
ministeri.
Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Fondi neri e appalti, un testimone parla delle tangenti ai politici
Un dipendente del consorzio: esisteva una contabilità parallela. Sospetti di mazzette per decine di milioni
ROMA Ha confermato l’esistenza
di una contabilità parallela a
quella ufficiale rivelando la vera causale dei pagamenti in nero. E così ha contribuito a svelare il sistema delle mazzette che
per anni avrebbe consentito al
Consorzio Gesconet di accaparrarsi decine e decine di appalti pubblici.
È un dipendente della società che fa capo a Pierino Tulli, la
persona che collabora con i
magistrati romani e fa tremare
funzionari e politici. Di fronte
alla lista di istituzioni e versamenti estratta dal computer
custodito in una cassaforte,
non ha potuto negare le evidenze. Ed è diventato il testimone chiave dell’indagine avviata dal procuratore aggiunto
Nello Rossi e dai sostituti Mario Dovinola e Paola Filippi per
accertare l’entità dell’evasione
fiscale del Consorzio, ma diventata il grimaldello per sco-
1,47
Milioni di euro
La somma
pagata da
Montecitorio
per i servizi
di Gesconet
58
Milioni di euro
L’Iva che
secondo
l’accusa
sarebbe stata
evasa
da Gesconet
prire il versamento di tangenti
per decine di milioni di euro.
Il forziere segreto
La svolta è arrivata circa un
anno e mezzo fa quando gli investigatori del Nucleo valutario
della Guardia di Finanza hanno
esaminato i file di un computer
che era stato nascosto nella
cassaforte della Gesconet e
portato via nel corso delle perquisizioni ordinate qualche
settimana prima.
Il documento contiene un
lungo elenco di enti pubblici
con accanto alcune cifre. Un vero e proprio brogliaccio diviso
per anni che — questo ha confermato il testimone — contempla esclusivamente pagamenti in contanti. A questo
punto gli specialisti guidati dal
generale Giuseppe Bottillo
hanno cominciato a ricostruire
la corrispondenza tra i versamenti effettuati e gli appalti ot-
tenuti dal Consorzio, proprio
per quantificare l’entità delle
elargizioni. Soprattutto per ricostruire a chi fosse stato affidato il compito di gestire i rapporti illeciti con i funzionari
delegati alle gare e con i politici
che avrebbero fornito il via libera all’assegnazione dell’incarico. E hanno scoperto, tra l’altro, la creazione di «fondi neri»
da utilizzare come provvista
per soddisfare le richieste di
chi doveva scegliere le ditte.
La gestione dei servizi
La Gesconet agisce da anni
in una sorta di regime mono-
Il percorso dei soldi
Gli inquirenti sulle
tracce dei soldi portati
all’estero, dall’Europa
alle Isole Vergini
polistico per quanto riguarda
gli appalti nel settore dei traslochi, del facchinaggio, la gestione di tutti i servizi della
pubblica amministrazione come richiesto dalla Regione Piemonte, dalla Camera dei deputati, dalle Poste o da alcune
Province, fino alle attività di
portierato o alla consegna di
plichi e raccomandate e addirittura allo sgombero degli stabili occupati, come è accaduto
per il Comune di Roma.
Lo schema ricostruito di
fronte ai magistrati sembra
prevedere almeno un referente
in ogni ente e un sistema di relazioni politiche per l’avvio delle procedure di gara. Naturalmente agevolate dal versamento di soldi e utilità a chi si occupava di gestire la pratica fino
alla firma del contratto.
Antille e Singapore
Adesso ci si concentra sul
Chi è
● Pierino Tulli
(foto sopra)
è nato a Roma
73 anni fa.
Titolare
del Consorzio
Gesconet,
è accusato di
reati tributari,
bancarotta
fraudolenta
e riciclaggio
percorso dei soldi. La contestazione di evasione fiscale per oltre un miliardo e mezzo di euro
che due giorni fa ha fatto scattare sessanta perquisizioni in
tutta Italia ha già consentito di
rintracciare decine di conti
correnti aperti presso banche e
fiduciarie di San Marino e Lussemburgo oltre a gioielli, titoli
e denaro contante.
Ora si va avanti. Tra le figure
chiave per il trasferimento del
denaro all’estero sembra emergere quella del commercialista
Bruno Capone che avrebbe gestito per conto di Tulli conti
nelle Virgin Island e a Singapore. Le verifiche in corso dovranno accertare se quelle provviste
fossero destinate soltanto agli
amministratori del Consorzio
Gesconet o se invece siano servite anche a pagare le mazzette.
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
CRONACHE
Cannavaro indagato per le tasse
Insieme con la moglie. Secondo la procura avrebbe evaso il fisco sulla barca
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● Il caso
Alla Sapienza
l’ultimo
spenga la luce
di Paolo Fallai
Beni per novecentomila
euro sono stati sequestrati ieri
mattina dalla Guardia di finanza all’ex calciatore Fabio Cannavaro al termine di una indagine relativa alla FD Service srl,
società di noleggio di barche di
lusso che il capitano della Nazionale campione del mondo
nel 2006 gestiva insieme alla
moglie Daniela Arenoso. L’attività di charter sarebbe però
stata — secondo l’indagine
della Procura di Napoli scaturita da un accertamento dell’Agenzia delle Entrate — solo
un escamotage per evadere il
fisco. Cosa che la coppia Cannavaro-Arenoso avrebbe fatto,
tra il 2005 e il 2010, per circa un
milione di euro.
La FD Service poteva disporre di tre imbarcazioni, due in
leasing e una di proprietà di
Cannavaro, che sarebbero state
sempre e solo nella disponibilità del calciatore e di sua moglie, o di persone a loro vicine,
e i contratti di noleggio sarebbero quindi serviti sempliceNAPOLI
Gli altri
● Fra i
calciatori,
hanno avuto
problemi con
l’Erario Leo
Messi, frode
fiscale, e Diego
Maradona, al
quale il Fisco
chiede 36
milioni di euro
● Fra i non
calciatori
Valentino
Rossi, il collega
pilota Marco
Melandri, il
ciclista Marco
Cipollini
e lo sciatore
Alberto Tomba
mente per ottenere sensibili
abbattimenti fiscali e riduzioni
di spese per l’acquisto del carburante.
Dall’indagine è emerso anche un singolare mutamento
degli incarichi societari dopo
l’avvio degli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate: fino a
quel momento il legale rappresentate della FD era stata Daniela Arenoso e l’amministratore di fatto lo stesso Cannavaro. Ma nell’aprile 2011 entra improvvisamente nella società,
assumendo l’incarico della
moglie del calciatore, Eugenio
Tuccillo, un nullatenente con
precedenti penali per bancarotta fraudolenta nonché amministratore-liquidatore di numerose società operanti nei
più svariati settori (dal commercio ittico a quello dei gioielli) in tutta Italia. In pratica
un prestanome.
Come primo atto Tuccillo
vende per 180 mila euro l’imbarcazione di proprietà della
FD Service alla Blueride, socie-
Gioca nell’Avellino
Alfred, il portiere
nato in Senegal:
sogno l’Italia di Conte
«Sono cresciuto qui, parlo la
vostra lingua, ho assorbito la
vostra cultura. Mi sento italiano. E come ogni italiano che
gioca a pallone il mio sogno è
scontato: voglio indossare la
maglia azzurra». Nell’Italia di
Optì Pobà si moltiplicano quelli che, come Alfred Gomis, anni
21, portiere dell’Avellino (serie
B), nato in Senegal ma in Italia
da una vita (ha la doppia nazionalità), sentendosi talmente
radicati nella nostra realtà,
hanno completato in tempi rapidi il processo di identificazione con la terra che li ha allevati. La loro nuova patria. Sono
i black italians, gli italiani neri,
ragazzi che negli anni Novanta
erano bambini e che ora vorrebbero dimostrare con i fatti il
loro senso di appartenenza.
Doppia
nazionalità
Alfred
Gomis, 21
anni, sogna
la maglia
azzurra
Tanto tempo fa Charles, il
papà di Alfred, si avventurò
dalle parti di Cuneo in cerca di
lavoro. Faceva il muratore. In
Senegal aveva lasciato moglie e
due bambini che lo raggiunsero in un secondo momento.
Storia classica di emigrazione
seguendo la stella cometa di
una vita migliore. Alfred arrivò
a Cuneo nel ’96, quando aveva 3
anni, e con lui c’era il fratello
maggiore Lys, 7 anni. Lys gioca
in porta a Trapani ed è cresciuto nel settore giovanile del Torino.
Anche Alfred, un colosso alto 1 metro e 94, ha fatto la trafila con i giovani del Toro. L’anno
scorso ha giocato in prestito a
Crotone e quest’anno, dopo
avere svolto la preparazione
estiva agli ordini di Ventura, ha
scelto Avellino: «Volevo giocare. Anche se non ho uno stipendio da giocatore importante, ad Avellino mi trovo bene. È
una società con una storia alle
spalle».
Nel frattempo la famiglia di
Charles il muratore si è allargata. Altri due maschi: Maurice,
anche lui portiere (gioca nella
Beretti del Toro), e David che
ha solo 4 anni. La dinastia dei
Gomis ormai ha scelto Cuneo
come approdo definitivo («Abbiamo comperato casa, è il nostro mondo»), anche perché
qui l’infanzia di Alfred e dei
suoi fratelli è trascorsa «abbastanza serena». Episodi di razzismo sostanzialmente zero, il
colore della pelle non è mai
stato uno scomodo fardello («E
comunque da piccolo queste
sciocchezze non mi interessavano, a me interessava il pallone»).
A differenza del fratello Lys,
che ha scelto la nazionale senegalese, Alfred attende un segnale da Gigi Di Biagio, ct dell’Italia Under 21, che lo scorso
anno gli fece arrivare messaggi
rassicuranti. «Io continuo a
sperare, anche se la concorrenza è tanta. C’è una generazione
di giovani colleghi in gamba
(Leali, Bardi, Cragno; ndr) che,
giocando in serie A, ha una visibilità diversa dalla mia. Confesso che un po’ ci sono rimasto male: perché non chiamarmi almeno una volta? Non come contentino ma perché me
lo merito... La stagione scorsa
Leali e Cragno giocavano in serie B eppure furono convocati
nella nazionale Under 21».
Gli esperti dicono che nel giro di un paio di stagioni Alfred
sarà titolare in A: lui aspetta e
spera, consapevole del fatto
che la Under 21 sia la finestra
con vista sull’Italia di Antonio
Conte, sul suo sogno azzurro.
Le sirene senegalesi per il
momento sono congelate («Però se alla fine di tutto dovessi
scegliere il Senegal non sarebbe comunque un ripiego, sarebbe un modo di riabbracciare le mie radici») perché il suo
conflitto interiore vede imporsi
l’Italia: «Sono italiano e vorrei
poterlo dimostrare. Ma non
posso aspettare in eterno».
Alberto Costa
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Yacht Al centro della frode fiscale ci sarebbe una
società di noleggio di imbarcazioni di lusso gestita da
Cannavaro con la moglie Daniela Arenoso (foto: IPP)
tà con soli diecimila euro di capitale appena costituitasi, e il
cui amministratore è Giuseppe
Fiorentino, ex dipendente della FD (successivamente lo sostituirà il cognato di Cannavaro, Massimo Noviello). Ma anc h e q u e s t a s a re b b e s t a t a
un’operazione fittizia, dettata
dalla volontà, scrive il gip nel
provvedimento di sequestro, di
sottrarre a un eventuale sequestro «l’unico bene societario di
un certo valore».
Cannavaro, Arenoso, Fiorentino, Tuccillo e il commercialista Giovanni De Vita che il gip
definisce «istigatore del meccanismo di evasione», sono indagati per frode fiscale. Ma l’ex
calciatore e sua moglie, sostengono gli avvocati Luigi Petrillo
e Virgilio Marino che li difendono, sono convinti «della correttezza fiscale della loro posizione», e sono pronti a «fornire all’autorità giudiziaria ogni
necessario chiarimento».
Fulvio Bufi
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M
entre tagli e
risparmi forzosi
potrebbero far
pensare che all’università
italiana si stia spegnendo la
luce, alla facoltà di Lettere
della Sapienza di Roma le
luci, intese come
lampadine, restano accese
giorno e notte da un mese.
Il motivo? Rescisso il
contratto con una società di
sorveglianza, rimasto un
solo custode, nessuno
spegne più le lampadine.
Né docenti, né personale. E
neanche una nuova società
di sorveglianza perché i
dipartimenti non hanno
ancora attivato i nuovi
contratti. Luce perenne
sulla cultura? No, solo
bollette salate e qualche
commento salace degli
studenti. Che fanno ora, ci
aumentano le tasse?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
CRONACHE
Su«Sette»
● Sette, il
settimanale del
Corriere della
Sera, è in
edicola domani
con un servizio
di copertina
dedicato
al film Il mio
amico Nanuk di
Brando Quilici.
La pellicola,
nelle sale
a partire dal 13
novembre,
racconta
del filo che
collega i
fenomeni
climatici
estremi nel
Mediterraneo
e i ghiacci che
si sciolgono
sotto le zampe
degli orsi al
Polo Nord
per via
dell’innalzarsi
della
temperatura
delle acque
artiche,
frutto del
riscaldamento
globale
31
Lutto al Washington Post
Morto Bradlee,
il direttore
che volle la verità
sul Watergate
In città
Il vento ieri a
Roma (JPeg)
Vento
Venti forti, calo significativo
della temperatura — intorno a
5 gradi — e prospettive di maltempo per le prossime ore.
«Il rapido cambiamento climatico e la perturbazione che
hanno cancellato il tepore degli
ultimi giorni sono stati causati
da un flusso d’aria fredda compatta arrivata dall’Atlantico del
Nord, frutto anche della trasformazione di un uragano»,
spiega Massimiliano Pasqui
dell’Istituto di biometeorologia
del Cnr.
Il fronte freddo ieri ha portato venti da record in numerose
regioni italiane, folate intorno
ai cento chilometri orari anche
nelle città (Milano 69 chilometri orari, 130 Torino) e punte record di 177 chilometri all’ora
sull’Appennino (Passo di Annibale).
L’imponente corrente aerea
si è abbattuta sulle Alpi, che
hanno in parte frenato la sua irruenza ma non hanno impedito che il fronte più freddo provocasse piogge intense nei Bal-
Un giorno di raffiche di aria fredda
Record sull’Appennino: 177 km/h
«Sono resti dell’uragano Gonzalo»
cani e su alcune regioni lungo
l’Adriatico e meridionali, come
la Campania.
In Europa e in Gran Bretagna, in particolare, si sono verificati disastri con qualche vittima. «A rendere il tutto più violento — commenta Pasqui —
sono stati i resti dell’uragano
Gonzalo, il quale nella sua corsa atlantica verso l’Europa, pur
trasformandosi e indebolendosi, ha innescato i forti venti
che hanno spazzato la Penisola». E sui rilievi, oltre i mille
metri di quota, è arrivata la prima neve.
Il maltempo con le piogge e i
mari agitati continueranno almeno fino a domani. Poi è previsto un ritorno della temperatura a livelli più elevati. Nei
cambi di stagione possono esserci repentini mutamenti come sta accadendo nelle ultime
ore ma a sorprenderci, questa
volta, sono state soprattutto le
violente raffiche.
Giovanni Caprara
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130
Km orari
La velocità
raggiunta
dal vento
ieri a Torino
Ai suoi cronisti diceva sempre:
«Andate a fondo, fino a
quando la verità non salta
fuori». Benjamin Bradlee, il
direttore del Washington Post
nell’era del «Watergate» (che
portò alle dimissioni l’allora
presidente americano Richard
Nixon) è morto a 93 anni. Da
anni soffriva del morbo di
Alzheimer e di demenza
senile. Bradlee rimase al
quotidiano per 26 anni, dal
1965 al 1991, prima come capo
redattore e poi come direttore
esecutivo. «Raccontò le storie
che dovevano essere
raccontate, storie che ci
aiutarono a capire il nostro
mondo e noi stessi un po’
meglio», ha detto il presidente
americano Barack Obama.
«Ben era un vero amico e un
direttore geniale», hanno
detto Bob Woodward e Carl
Bernstein (sopra con Bradlee a
destra), gli autori degli scoop
del caso «Watergate».
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
CRONACHE
Il caso
● Lunedì
durante l’Elle
Women in
Hollywood
Awards Renée
Zellweger ha
catturato
l’attenzione dei
fotografi per il
suo volto quasi
irriconoscibile
● L’attrice
premio Oscar
era molto
dimagrita e
aveva gli
zigomi
pronunciati e
gonfi, la fronte
troppo liscia e
lo sguardo
diverso dal
solito, con le
palpebre non
più pendenti.
Tutto fa
pensare a un
intervento
maldestro del
chirurgo
plastico
● La
protagonista
del Diario di
Bridget Jones
ha però
rilasciato
un’intervista a
People in cui, a
proposito del
suo «nuovo»
aspetto, ha
spiegato:
«Sono
contenta che la
gente mi veda
in modo
diverso perché
sto vivendo un
periodo
diverso: sono
felice, la mia
vita è più
appagante e
sono contenta
che tutto
questo risulti
all’esterno»
Nel 2001 Renée Zellweger in una scena del film «Il diario di Bridget Jones» (Photomasi)
Ora tutti a puntarle il dito
contro: che è successo a Bridget Jones? Come se perdere
trenta chili per vincere un
Oscar fosse encomiabile, ma
farlo di propria spontanea volontà — per correre una maratona, perché si è diventati vegani, per vanità o perché è
cambiato il metabolismo —
meritasse pubblico disprezzo.
E sul volto, il ragionamento è
lo stesso: un conto è trasformarlo per fiction, un altro è
cambiarlo dopo essere incappate nel chirurgo sbagliato. La
lettera scarlatta resta: Renée
Zellweger non è più la stessa.
La sua passerella, lunedì, all’Elle Women in Hollywood
Awards di Beverly Hills in
compagnia del fidanzato, il capellone Doyle Bramhall, ha
monopolizzato l’attenzione di
blogger, giornali online e spietati (ex) ammiratori che sui social network hanno fatto a
pezzetti il viso smagrito, la
fronte liscia, gli zigomi gonfi
dell’ex segretaria più buffa e
maldestra del cinema, la protagonista del Diario di Bridget
Jones.
Addio chili di troppo, faccetta imbronciata e occhioni
marroni addolciti dalle caratteristiche palpebre un po’ pendenti: l’attrice premio Oscar di
Ritorno a Cold Mountain è apparsa invecchiata, filiforme,
con gli occhi azzurri (quale sarà il colore vero?) e inequivocabilmente diversa.
Una scelta che non le è stata
Oggi L’attrice Zellweger il 20 ottobre scorso durante un evento a Hollywood (Photomasi)
La scelta
di Bridget
perdonata, tanto da convincerla a replicare con una intervista a People in cui ha cercato
con eleganza di minimizzare:
«Sono contenta che la gente
mi veda in modo diverso perché sto vivendo un periodo diverso: sono felice, la mia vita è
più appagante e sono contenta
che tutto questo risulti anche
all’esterno».
Basterà? Forse no. Per questo sono scesi in campo i commentatori dei più importanti
giornali internazionali, che
hanno difeso con varie argomentazioni il suo nuovo volto.
The Huffington Post Usa ne ha
usate addirittura ventidue, la
prima delle quali è: «Perché il
Renée Zellweger
accusata per il lifting
Ma non è la società
a chiedere attori
sempre giovani?
giorno dopo una serata animata da gentile spirito femminista tutti hanno sentito il bisogno di parlare soltanto della
faccia di Renée». Il Time ha
scritto che l’attrice può fare
quello che vuole con il suo
corpo: anche tatuarsi sulla
fronte «Io sono Bridget Jones». E il Guardian ha virato
LOCMAN
ITALY
16%
Le operazioni
estetiche in
Italia fatte da
chi è deluso dal
primo ritocco
68,9
®
La percentuale
di quelli che
hanno preferito
essere rioperati
da altri medici
11
Milioni sono
stati nel 2013
gli interventi
di chirurgia
estetica negli
Stati Uniti
33
sulla discriminazione di genere: com’è che tante storie non
sono state fatte con Mickey
Rourke? Che poi, è forse diventato un attore meno bravo? No.
The Wrestler, di cui era il protagonista, ha vinto il Leone
d’Oro al Festival di Venezia e
gli è valso un Golden Globe e
un Indipendent Spirit Award,
oltre a una candidatura all’Oscar.
Renée Zellweger ha turbato
i suoi fan anche perché il processo di riconoscimento dei
volti è una funzione cerebrale
specifica. «Il cervello, per riconoscere visi già visti, ha come
riferimento dei punti precisi
che sono localizzati nel terzo
medio della faccia, vale a dire
l’area degli occhi, naso e porzione di guancia laterale. Importanti cambiamenti su questa zona, a prescindere dal fatto che siano eseguiti correttamente o meno, determinano
un allontanamento dal file registrato in precedenza dal cervello», spiega la chirurga plastica Chiara Andretto Amodeo.
Resta il fatto, sgradevole,
che debba essere la società a
dettare regole ed eccezioni, in
un crescendo di giudizi ipocriti. «Non è nuovo il bisogno che
tutte le società hanno di dire
non soltanto che cosa è bello,
ma anche chi può esserlo, e di
definire il confine tra capriccio e necessità», interviene la
sociologa Rossella Ghigi, già
autrice di Per piacere. Storia
culturale della chirurgia estetica (Il Mulino).
Ed è avvilente non che una
donna ricorra al bisturi, ma
che lo faccia per essere accettata. Chiosa Lorella Zanardo,
esperta sul tema del corpo delle donne: «Non credo che Bruno Vespa o Matteo Renzi abbiano mai pensato di farsi togliere i nei e nessuno se ne
sente disturbato. George Clooney sarà pure un gran bellone,
ma ha una ruga naso-labiale
che gli si può infilare il dito
dentro. Antonio Banderas è un
sex symbol pazzesco e ha il
volto segnato. Non sarà arrivato il momento di pretendere lo
stesso trattamento per noi
donne?».
Elvira Serra
@elvira_serra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La presentazione ieri al Salone del Gusto
L’iniziativa
I «Difensori della terra»
nel Calendario Lavazza 2015
Il menu di Cracco
per il Natale sulle navi Msc
MONTECRISTO AUTOMATIC
Cronografo con movimento meccanico automatico S.I.O. (Scuola Italiana di Orologeria).
Titanio e acciaio. Vetro zaffiro. Impermeabile fino a 10 atm.
I contadini africani protagonisti del calendario
Lavazza 2015, presentato ieri a Torino al Salone
del gusto. Gli «Earth defenders» fotografati da
Steve McCurry. Il ricavato delle mille copie in
vendita a 30 euro andrà al progetto Slow Food
«Diecimila orti in Africa». (a.d.m.)
Si parte con gamberi rossi accompagnati da
spinaci, pere caramellate e frutto della
passione, poi, a seguire, risotto ai pomodori
verdi con pinoli tostati, gamberi e polvere di
barbabietola. Sono i primi due piatti del menu
di Natale ideato dallo chef stellato Carlo Cracco.
A gustarli, durante le prossime feste,
accompagnati dai vini Aneri, saranno gli ospiti
che ceneranno a bordo di Msc Crociere. In
tavola, dopo antipasto e primo, Cracco ha scelto
di presentare filetto di manzo alla Rossini in
salsa al Marsala e sedani, per «riscoprire i
sapori della tradizione mediterranea». Infine,
per chiudere, semifreddo di Natale in salsa al
pistacchio e mandorle glassate. Ad assaggiare la
«scaletta» dello chef saranno, tra Natale e
Capodanno, i circa 30 mila ospiti di cinque delle
dodici navi della compagnia: Msc Splendida,
Msc Fantasia e Msc Sinfonia in viaggio nel
Mediterraneo, Msc Armonia che, dopo l’opera
di allungamento che l’ha interessata, navigherà
per tutto l’inverno nelle acque delle Canarie, e
Msc Orchestra, in navigazione negli Emirati
Arabi Uniti. I menu firmati Cracco saranno
presentati domani a una cena di gala al Cafè
Trussardi di Milano, vestito per l’occasione nelle
tinte del blu, del bianco e dell’argento di Msc
Crociere. Ad accogliere gli ospiti saranno
l’executive chairman della Compagnia,
Pierfrancesco Vago, e il ceo Gianni Onorato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
34
I L
N U O V O
R O M A N Z O
D I
Il ritorno di Pietro Paladini protagonista di
REINER RIEDLER / HORIZON #01
CAOS CALMO
DOMENICA 26 OTTOBRE
© Federico Schlatter
L’AUTORE PRESENTERÀ
IL SUO LIBRO A
‘CHE TEMPO CHE FA’
CON FABIO FAZIO SU RAI3
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
1
CRONACHE
2
3
4
5
L’eccellenza del vino
In edicola
La guida del «Corriere» ai 200
vignaioli che hanno scandito
gli anni del Rinascimento italiano
Dalla ragazzina del Prosecco
al signore siciliano delle anfore
Le cantine
In nero il numero di vignaioli, regione per regione, analizzati nella Guida.
In chiaro il numero delle new entry rispetto all’edizione 2014
+2 Alto Adige
Lombardia
Trentino
+6
Valle d’Aosta
6
+4
4
17
19
1
Veneto
Friuli Venezia Giulia
11
Piemonte
● Verrà
presentata
oggi alle 18
nella Sala
Buzzati del
Corriere della
Sera, a Milano
— e sarà in
edicola da
domani a 12,90
euro, versione
ebook a 7,99 —
la guida
«Vignaioli e vini
d’Italia 2015»,
scritta da
Luciano
Ferraro, capo
redattore del
Corriere e
curatore del
blog DiVini su
Corriere.it, e dal
sommelier
Luca Gardini.
La guida
racconta 200
produttori
d’eccellenza e
le storie che
si nascondono
dietro
ogni grande
bottiglia
di Aldo Grasso
«L’
anno scorso,
abbiamo evocato lo spirito del
padre della cultura materiale in Italia, Luigi
Veronelli, pensatore anarchico
e genio del vino. Dieci anni dopo il suo addio, senza le tracce
che ha lasciato, la critica enogastronomica italiana sarebbe
ancora smarrita. Nel 1979, con
il suo tabarro di panno nero,
Veronelli camminò la terra, come diceva lui, nel “Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini”,
programma che servì a lanciare
il terzo canale della Rai. Una
sua frase racchiude il senso di
queste righe ed è il viatico per
chi vorrà usarle come una guida alla scoperta delle donne e
degli uomini che lavorano nelle loro cantine: “Il vino è un valore reale che regala l’irreale.
Bevi, amico, con la mia stessa
intelligenza, e ti farai angelo di
Chagall”». Così Luciano Ferraro e Luca Gardini nel presentare la seconda edizione della
guida del Corriere della Sera
«Vignaioli e Vini d’ Italia». Nelle intense pagine, tornano le
storie di 200 vignaioli dell’eccellenza italiana. Quelli che
hanno scandito gli anni del rinascimento del vino italiano. E
quelli che, da sconosciuti, hanno messo in gioco il loro destino per completare un sogno.
È curioso: la tv abbonda di
trasmissioni di cucina, spesso
fino alla nausea. La tv ormai è
una grande abbuffata di pro-
grammi che parlano solo di cibo. Si va dal programma della
«massaia ideale» alle ospitate
dello chef onnipresente, dal talent ai talk. Stesso fenomeno su
tutte le reti televisive del mondo. Il Web non è da meno. Perché si parla poco di vino? Perché il bere, specie nella sua versione estrema che si chiama
ubriacatura, suscita l’indignazione delle persone ammodo?
Può darsi.
C’è una ragione più profonda, ed è quella accennata da Veronelli: «Il vino è un valore reale che regala l’irreale», come le
opere d’arte. Spesso il vino è
vissuto come una moda e le
mode non si preoccupano
troppo se il vino sia una delle
espressioni più alte della cultura materiale, memoria di una
civiltà antica, tratto saliente
dell’identità del nostro paese. Il
vino è tale, nell’uso parodistico
che se ne fa, solo se si può roteare il calice sospirando di aromi fruttati, di note di vaniglia,
noci, miele, albicocche secche,
caffè, marmellata di frutta
bianca, di combinazione accattivante di freschezza e maturità. Non è così: meno scena e
più sostanza. Più arte.
La guida di Luciano Ferraro e
Luca Gardini «Vignaioli e Vini
d’ Italia» si propone questo: individuare quei vignaioli che
hanno saputo trasferire la loro
anima nella bottiglia e raccontare la loro storia. Impresa non
facile, ricerca faticosa e scrupolosa. Ma il fascino della guida
sta proprio in questi brevi rac-
+2 Emilia-Romagna
36
7
+5
+4
4
Liguria
Toscana
Umbria
3 +1
+6
44
2 +1
Lazio
Sardegna
3
Marche
9
3 +1
Abruzzo
Molise
1 +1
Puglia
+2
Campania
2 +1
Basilicata
1
Calabria
Sicilia
+2
14
EMANUELE LAMEDICA
Contraddizioni
La tv è un’abbuffata
di programmi sul cibo
Perché del bere, invece,
si parla così poco?
critica letteraria. Un’opera d’arte (una bottiglia di vino) va analizzata per quello che è oppure,
nel giudizio, l’esperienza biografica ha un suo peso? Mi
spiego meglio: la biografia è un
genere letterario a sé stante; diventa metodo critico solo
quando si serve dei dati biografici ai fini dell’interpretazione
letteraria. Ciò è stato fatto spesso in modo ottuso, con una
concezione semplicistica del
rapporto tra vita e arte, andando a caccia di modelli o di fatti
della vita reale poi trascritti in
termini di arte.
Nelle pagine di «Vignaioli e
Vini d’Italia» questo delicato
equilibrio tra esperienza bio-
7
6
conti. Perché ogni vigna e ogni
vino sono prima di tutto una
storia personale. Il vino è cultura, tradizione, rito. Il vino, non
mi stancherò mai di ripeterlo, è
segno di un’identità che nasce
dal rispetto delle varietà, è linguaggio, è cerimonia: il suo
miracolo sta proprio nell’atto
del ricordare, del legarsi a una
radice.
Certo, qui si pone anche un
divertente problema epistemologico, che da anni tormenta la
35
Al ristorante
Rabboccare di
continuo il bicchiere
è una mancanza di
attenzione verso il vino
grafica e creazione artistica
(cosa si cela dietro l’etichetta)
si risolve in mille particolari
che vibrano, sorprendono, colpiscono.
Vorrei approfittare della
preziosa occasione per portare
avanti una battaglia personale
in difesa dell’eleganza del vino. Sempre più spesso, in ristoranti stellati o anche nel
corso di cene eleganti, i camerieri riempiono di continuo il
bicchiere. È una mancanza di
attenzione nei confronti del
vino stesso. Tocca al commensale versarsi da bere: secondo
le sue esigenze, nel rispetto
della sacralità del gesto. E poi,
per nessuna ragione al mondo, si deve versare vino su vino
(ogni bottiglia è unica, diversa
dalle altre). Soltanto quando
un bicchiere è completamente
vuoto si può procedere al rabbocco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1 Mamete
Prevostini è uno
dei protagonisti
della rinascita
agricola della
Valtellina. La sua
cantina è a Mese,
in provincia di
Sondrio.
L’etichetta:
Valtellina
Superiore DOCG
Sassella San
Lorenzo 2011
2 Sarah Dei Tos
produce vino nel
triangolo d’oro
del Prosecco
Superiore. La sua
cantina, La vigna
di Sarah, è a
Vittorio Veneto
(Treviso).
L’etichetta:
Conegliano
Valdobbiadene
DOCG Prosecco
Superiore Rive
di Cozzuolo
Brut 2013
3 Fernando e
Giovanni Calò:
la loro azienda,
Michele Calò &
figli, è a Tuglie
(Lecce). La loro
etichetta:
Salento Rosato
IGP Mjère 2013
4 Giusto
Occhipinti,
dell’azienda
siciliana Cos, a
Vittoria (Ragusa).
L’etichetta:
Cerasuolo
di Vittoria DOCG
Classico 2011
5 Giovanna
Tiezzi, della
cantina Pacina,
produce vino a
Castelnuovo
Berardenga
(Siena). La sua
etichetta: Toscana
IGT Rosso
Pacina 2009
36
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
●
L’Italia inefficiente Diciotto dipendenti non riescono
a garantire a Mazara del Vallo l’apertura quotidiana
di un museo di una sola stanza. Alla Cappella
degli Scrovegni di Padova ne bastano quattro
ANALISI
& COMMENTI
● Il corsivo del giorno
Risparmi senza crescita
e tensioni internazionali
I lati negativi (poco evidenti)
del petrolio a ottanta dollari
D
ai 115 dollari dello scorso giugno
agli 82-85 di questi giorni. A prima
vista per un Paese come l’Italia che
importa più del 90% del petrolio che
le serve, e per l’Europa che ne è storicamente
dipendente, il calo del prezzo del barile
dovrebbe essere una buona notizia. Più o
meno velocemente la discesa si rifletterà
anche sul prezzo di benzina e gasolio pagato
da consumatori e aziende. La bolletta
energetica nazionale scenderà, il sistema
delle imprese ne beneficerà riguadagnando
competitività. Come ha ricordato
l’Economist, una caduta di 10 dollari del
barile trasferisce all’incirca mezzo punto del
Pil mondiale dai Paesi produttori a quelli
consumatori. Tutto facile? Non proprio. In
un contesto come l’attuale ci sono parecchi
dubbi che questo spostamento avvenga
senza intoppi. Nel suo ultimo bollettino
l’Agenzia internazionale dell’energia ha
dovuto abbassare le stime sulla domanda
mondiale di petrolio per il 2014. La revisione
era a sua volta motivata dal taglio della
crescita delle maggiori economie del pianeta.
Non è scontato che imprese e consumatori in
difficoltà destinino a spesa e investimenti
risparmi che potrebbero magari servire a
ripagare debiti. Quando il barile «strappa»
con questa violenza, infine, non è solo
l’economia a subirne i contraccolpi. Tensioni
e instabilità reali si potrebbero avvertire
proprio sul fronte dei Paesi produttori, i cui
budget interni sono a rischio. Non è un
mistero che negli ultimi anni i prezzi di
break-even del petrolio dei produttori (il
prezzo che serve a coprire gli impegni
statali, a iniziare dagli stipendi) siano
lievitati. L’Iran sarebbe addirittura a 150
dollari al barile, l’Algeria sopra i 120 dollari,
la Russia (il 50% del budget statale russo
viene dall’energia) poco sotto. Anche
l’Arabia Saudita sarebbe al limite, intorno a
80 dollari. E tra i tanti focolai di incertezza
internazionale non si sente proprio il
bisogno di una nuova preoccupazione legata
ai prezzi del barile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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analisi dei nostri
editorialisti e
commentatori:
le trovi su
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ossibile che diciotto custodi
non possano tenere aperto tutti i giorni un museo di una sola
stanza imperniato su un solo
pezzo d’immenso valore cioè il
Satiro Danzante? Quando la soprintendente Paola Misuraca
gli ha sottoposto un piano di
chiusure per quello che è il fiore all’occhiello della cittadina,
il sindaco di Mazara del Vallo
Nicola Cristaldi, ha preso fuoco come un cerino: «Mi ha proposto di chiudere quattro domeniche, cinque sabati e il pomeriggio di Natale perché non
ha personale! Cosa? Non stiamo parlando del Louvre: si
tratta di un solo grande salone
dotato per di più di sei telecamere (sei!) per la videosorveglianza! E ci lavorano in 25!
Cioè 18 custodi più qualche altro dipendente part-time più i
“pulizieri” dell’impresa esterna pagata a parte perché i custodi, se cade un fazzolettino
lo lasciano lì perché non tocca
a loro raccoglierlo…».
E spiega: «Visto che con meno custodi teniamo aperti tutti
i giorni il teatro Garibaldi, la
chiesa del Carmine, il museo
del Collegio dei Gesuiti, la
chiesa di Sant’Ignazio, la biblioteca Corridoni, la galleria
d’Arte Contemporanea e il museo Mirabilia Urbis, ho detto
alla Regione: datelo a noi, il Satiro. Voi risparmiate più di un
milione di euro e noi teniamo
aperto 365 giorni l’anno».
La soprintendente nega:
«Da un anno in qua il museo
non ha mai chiuso ma purtroppo il contratto prevede
ANSA/FILIPPO MONTEFORTE
P
di Stefano Agnoli
L’ESERCITO DI CUSTODI
DEL SATIRO DANZANTE
di Gian Antonio Stella
che i custodi possano lavorare
un massimo di 17 domeniche
e 4 festività l’anno. Finite quelle...». «Non ha mai chiuso perché abbiamo tappato noi i buchi con personale nostro», ribatte il sindaco. «Non ce l’ho
coi custodi: ce l’ho col loro
contratto. Insomma: non hanno studiato storia dell’arte,
stanno lì e sanno solo dire:
“niente fotografie!”, “niente
fotografie!”, “niente fotografie!”... Non possono dare una
scopata, non possono tenere
puliti i bagni, non possono
cambiare una lampadina. Deve andare uno dei nostri anche
per la lampadina!». «Può essere successo...», sospira la soprintendente, «per quelli del
Comune è più facile... Sono già
a Mazara, noi dobbiamo mandare il “consegnatario” con la
lampadina da Trapani dopo
tutta una procedura: devo rivolgermi alla Consip, indivi-
duare la copertura finanziaria… Infatti al museo diverse
lampadine da un po’ sono
spente...».
AAA. Cercasi anima buona
disposta regalare lampadine al
museo del Satiro Danzante.
Anzi, potrebbe donare, per
quell’opera finita nelle reti di
un peschereccio e considerata
tra le più belle statue bronzee
del pianeta, anche dei detersivi. L’ultima volta che la Regione non ha pagato i «pulizieri»
esterni costringendo il sindaco
a mandare una «comunale», i
detersivi li ha pagati di tasca
sua Paola Misuraca. Grazie.
Come andrà a finire lo scontro fra Comune e Regione? Vedremo. Ma quel contratto, che
costrinse l’ex assessore alla
Cultura Mariarita Sgarlata a un
braccio di ferro per spostare
provvisoriamente da altre parti
i custodi della Palazzina Cinese
e del Museo Abatellis di Paler-
mo mentre questi erano chiusi
per restauro, va cambiato. Lo
dice il buon senso. Lo dicono
un paio di confronti.
Per tenere aperta tutto l’anno da mattina a sera l’Arena,
immensamente più grande del
prezioso ma minuscolo museo
mazarese, il Comune di Verona
impiega, biglietteria compresa, quattro (quattro!) custodi.
Che accolgono complessivamente (lirica a parte) 800 mila
visitatori l’anno: 24 volte più di
quanti vedono il Satiro. Paragone improprio? Prendiamo
allora la Cappella degli Scrovegni di Padova: per tener d’occhio i turisti in visita agli affreschi di Giotto (240 mila l’anno
cioè sette volte più che a Mazara ma solo perché il numero è
contingentato) i custodi sono
quattro. Col rinforzo di qualche pensionato, volontario a
3,5 euro l’ora...
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Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
IDENTIKIT
MINISTRO DEGLI ESTERI
QUANTO CONTANO
LE QUALITÀ PERSONALI
di Ricardo Franco Levi
Carisma Due i motivi
che rendono il
responsabile della
Farnesina una figura
ancora insostituibile:
la motivazione
dei funzionari e la
capacità di assumere
un ruolo da leader
nelle riunioni
del Consiglio europeo
I
l prossimo primo di novembre prenderà il
via la nuova Commissione europea e il nostro ministro degli Esteri, Federica Mogherini, già nominata a fine agosto Alto
rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Unione Europea, ne farà
parte come vicepresidente.
Come conseguenza, al massimo entro pochi
giorni, ma forse già tra poche ore, il capo dello
Stato su proposta del presidente del Consiglio
dovrà nominare il nuovo ministro degli Affari
esteri della Repubblica.
Al riparo del velo dell’ignoranza, cioè senza
conoscere il nome su cui sarà caduta la scelta,
vale la pena di porre una domanda: ma conta
ancora sapere chi sia un ministro? Conta ancora
quando, in Italia come negli altri Paesi e non
solo nel campo delle relazioni internazionali
ma nel complesso dell’attività di governo, a pesare, con la sua personalità, le sue scelte e il
gruppo dei suoi più fidati collaboratori, è sempre più e direttamente il premier?
La risposta è sì. Anzi, un doppio sì.
C’è una prima ragione tutta interna che spiega perché anche i ministri contano. Al contrario dei dipendenti del settore privato, i dipendenti della pubblica amministrazione godono
del privilegio — si sa — di essere protetti dal rischio di perdere il posto di lavoro. Questo fatto,
combinato con la durata tradizionalmente breve dei governi italiani e, comunque, con i frequenti ricambi all’interno dei singoli esecutivi,
ha inevitabilmente portato i dipendenti dei ministeri, e soprattutto i più alti dirigenti, a pensare e a sapere che i ministri passano e loro, invece, restano.
Per i nuovi ministri non è, quindi, mai facile
diventare «padroni» del proprio dicastero.
Tanto più che il rapporto con la struttura passa
largamente attraverso i gabinetti dei ministri, i
veri luoghi nei quali si concentra e si ammini-
stra l’autorità politica. In una tale situazione, la
figura del ministro è decisiva nel responsabilizzare e motivare le persone, nel fare emergere i
talenti migliori, nell’influenzare, nel bene o nel
male, l’efficienza dell’amministrazione.
Contano la sua personalità, il suo modo di
esercitare il comando, il prestigio che deriva
dalla sua storia personale e quello che riesce ad
acquisire con la sua preparazione, la conoscenza dei problemi, la capacità di definire gli obiettivi e di articolare un programma di lavoro, con
le sue decisioni, le scelte dei suoi collaboratori
più stretti, con le nomine che da lui o da lei dipendono.
Accanto a questa ragione, tutta interna, che
spiega perché i ministri contino ancora, ce n’è
una seconda, non meno importante della prima e che rileva su una dimensione internazionale e prima e più ancora europea.
Nella complessa architettura istituzionale
dell’Unione Europea, spetta ai capi di Stato e di
governo riuniti nel Consiglio europeo definire
gli orientamenti e le priorità politiche generali
dell’Unione. Sono, però, i ministri di ciascun
Paese, riuniti sulla base delle materie di loro
competenza (l’economia, l’agricoltura, l’industria, la giustizia e così via) in quelle che formalmente sono le diverse formazioni dell’unico
Consiglio dell’Unione Europea, che adottano le
leggi e concretamente decidono il coordinamento delle politiche europee.
Da un incontro all’altro (e le loro riunioni, decisive nel governo dell’Europa, si susseguono a
ritmi ormai quasi settimanali), tra i ministri si
formano dei veri e propri club, nei quali, sulla
base della storia, della competenza e della credibilità di ciascuno, si stabiliscono e consolidano rapporti personali e si definiscono informali
ma non per questo meno reali gerarchie.
Il parere di un ministro dell’Economia tede-
❞
●N
IL RISCHIO DELLA MANOVRA
È IL DEFICIT DI CREDIBILITÀ
COMMENTI
DAL MONDO
Panico da Ebola?
Il vero pericolo
sono le istituzioni
le tv e
●
❞ Spegnete
smettetela di farvi
terrorizzare: non c’è nessun
rischio di un’epidemia di
Ebola. Ma l’invito rivolto agli
americani da Duncan Black
su Usa Today è solo
apparentemente
tranquillizzante. Ciò di cui gli
Stati Uniti dovrebbero
preoccuparsi, spiega Black,
è la conclamata incapacità
delle istituzioni di
fronteggiare un’eventuale,
vera emergenza. La
dimissione frettolosa del
primo paziente e la nomina
di uno «Zar» ad hoc, quando
ne servirebbe uno fisso che
dirimesse il caos tra le varie
agenzie, sono lì a provarlo.
Crimea-Donbass
All’Ucraina
serve realismo
Moscow Times è un
●
❞ Ilgiornale
in inglese con
Autorevolezza
È dote dei singoli titolari di dicastero
quello strano elemento che fa scendere
un silenzio attento quando si prende
la parola durante i summit dell’Unione
sco peserà sempre di più di quello di un suo
omologo maltese. Ma quello strano elemento
che fa scendere il silenzio e concentra l’attenzione di tutti quando prendono la parola un uomo o una donna speciali, non importa se rappresentanti di un piccolo Paese, e fa, invece,
continuare un disinteressato rumore di fondo
quando a parlare è una persona diversa che pure ha dietro di sé una ben più grande nazione,
quella autorevolezza è una dote personale. È come il coraggio di don Abbondio: «uno non se lo
può dare».
Insomma, anche i ministri contano. I premier da soli non bastano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
37
frequenti contributi di autori
russi non corrivi verso il
putinismo. Andrei Malgin,
non a caso, mette subito in
chiaro che «l’annessione
della Crimea è illegale». Poi,
però, richiama gli ucraini al
realismo: in Crimea nessuno
protesta o tantomeno
resiste a Mosca, dai
funzionari ai poliziotti. E
anche il Donbass orientale
ormai va dato per perso.
Poco male, sostiene Malgin:
sono regioni depresse, Putin
se le incateni pure alla
caviglia. Kiev ha un solo
modo per riprendersele:
riforme e crescita. Allora sì
che vorranno tornare.
a cura di Gianluca Mercuri
SEGUE DALLA PRIMA
ei prossimi giorni
l’Europa farà domande, esprimerà
indicazioni e giudizi. Ci troveremo a discutere di percentuali e percorsi di risanamento più o meno
rispettati. Ma la vera sfida sarà
combattere l’aumento di un parametro ben più insidioso, pericoloso e in drammatico aumento: il deficit di credibilità.
Ricevere una richiesta di
chiarimenti è già indizio di
inosservanze più o meno gravi
delle regole che si è data l’Unione Europea. Il governo italiano
eccepirà e fornirà delucidazioni rendendo possibile il via libera. Ma non sarà una promozione.
Sulla spinta di una crisi che
stava mettendo a rischio la
stessa Europa, nel novembre
2011 si decise di cambiare le regole per i bilanci dei Paesi Ue.
Nel riscrivere le norme era
chiaro che da quel momento
Bruxelles non si sarebbe impiccata ai decimali di punto di
questo o quel parametro.
Il governo di Matteo Renzi ha
messo l’asticella del deficit al
2,9%. Ha scelto di camminare
su una lastra di ghiaccio finissima. Potremo usare tutta la flessibilità che ci è permessa dal
fatto di restare sotto il tetto del
3%. Ma impegnandoci a rispettare altri parametri.
La bozza della legge di Stabilità è arrivata alla Ue il 15 ottobre, con quella francese, 5 giorni dopo quella tedesca, 13 dopo
la finlandese. Particolari ininfluenti forse. Ma a distanza di
una settimana a Bruxelles sanno che il Quirinale ha ricevuto
la bozza solo ieri. Che la Ragioneria dello Stato avrebbe messo in discussione alcune coperture. E che i numeri potrebbero
cambiare.
Il via libera, se arriverà, più
che sulle cifre sarà sugli impegni e quindi politico. Ma lo
spettacolo di queste ore a
quanto avrà fatto salire il deficit di credibilità? E quanto ci
costerà? Le altalenanti piazze
finanziarie sono sempre pronte ad abbandonare chi non rispetta i vincoli che si è dato,
cambia numeri o mostra incertezza nelle scelte. E sono i mercati che acquistano i titoli del
debito italiano, non Bruxelles.
Daniele Manca
@Daniele_ Manca
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BARROSO, 10 ANNI DELUDENTI
MA LA COLPA È DI CHI LO SCELSE
L
a presidenza del portoghese José Manuel
Barroso alla Commissione europea, che termina a fine mese, può
essere rappresentata con il disinteresse e le critiche di tanti
eurodeputati, nell’aula dell’Europarlamento semi-vuota, durante l’addio a Strasburgo.
I liberali lo hanno considerato l’esempio da non ripetere
quando c’è bisogno di «leadership in tempi di crisi». Socialisti e verdi hanno definito la sua
presidenza «disastrosa». Tra
gli euroscettici circolano giudizi irripetibili. Perfino il leader
del suo europartito Ppe, il tedesco Manfred Weber, che l’ha difeso e applaudito in aula, s’è
fatto scappare che «forse ci voleva un presidente della Commissione più aggressivo».
Barroso ha dimostrato grande abilità nello schierarsi tempestivamente dove tirava il vento soffiato dall’asse Berlino-Parigi. Terrorizzato dalla trasparenza e dai giornali
indipendenti, ha varato un apparato di portavoce orientato a
respingere e a svicolare le domande imbarazzanti. Ha vietato l’accesso dei giornalisti accreditati negli uffici della sua
Commissione, che era libero,
eliminando l’unico controllo
esterno. Ha addirittura secretato la sua posta istituzionale su
Internet, che era pubblica per
tutti i cittadini dell’Ue.
Barroso ha mantenuto l’impegno a non fare ombra ai leader di Germania e Francia, che
a Bruxelles vogliono politici di
basso profilo. La crisi finanziaria, però, ha messo sotto accusa le politiche iperliberiste dei
suoi euroburocrati, tutte a favore delle banche e delle grandi imprese. Le sue misure di
austerità hanno affossato la
Grecia e altri Paesi, facendo
crollare il gradimento dei cittadini verso l’Europa. Non ha reagito con nuove idee e visioni.
Ma a Bruxelles si tende a non
fare di Barroso l’unico capro
espiatorio per il declino dell’Ue. Le maggiori responsabilità toccano ai capi di governo,
che l’hanno nominato due volte, nonostante da premier avesse portato il suo Portogallo in
una profonda recessione: applicando proprio le misure di
austerità imposte — tramite la
Commissione europea — da
Germania e Francia.
Ivo Caizzi
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38
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
39
Economia
Allarme Acri
Fondazioni, le tasse
s’impennano
da 100 a 360 milioni
Le tasse sulle Fondazioni continuano a salire e con
le nuove misure messe a punto nella Legge di
Stabilità saranno addirittura quasi quadruplicate,
da 100 a 360 milioni. È quanto lamenta l’Acri in
una nota sottolineando anche che la retroattività
«può intaccare il sostegno ad attività già
programmate». Le tasse sono passate dai 100
milioni del 2011, ai 170 di 2012 e 2013, ai 340 del
2014 (stima) fino ai 360 milioni del 2015 (stima).
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La Lente
di Fabio Savelli
BlackRock
con Mediaset,
sale al 10%
di Ei Towers
L
a battaglia all’ultima
torre di trasmissione
del segnale televisivo
(e tlc) trova grande
interesse anche nel fondo
d’investimento americano
Black Rock. Il colosso del
risparmio gestito — che ha
partecipazioni di
minoranza in molti istituti
di credito italiani — è salito
dal 6,8% al 10,2% di Ei
Towers, riferisce l’ultimo
aggiornamento Consob.
La società — controllata
con il 40% da Mediaset
attraverso Elettronica
Industriale (a seguito del
recente collocamento del
25% da parte del Biscione
per un controvalore di 283
milioni di euro) - è tra i
potenziali acquirenti delle
6 mila torri Wind appena
messe in vendita. Dossier
che viene valutato tra i 220
e i 270 milioni di euro
appetito anche dalla
spagnola Abertis, il gruppo
delle infrastrutture che in
Italia ha rilevato per 95
milioni la rete di
trasmettitori tlc di Atlantia.
Ma la scelta di BlackRock
può essere letta in
controluce anche in vista di
altri potenziali operazioni
che potrebbero coinvolgere
Ei Towers. La prima
riguarda le 8 mila torri di
Telecom Italia (valutate
circa un miliardo) per le
quali si è ipotizzato uno
spin off, la seconda
interessa le 2.400 antenne
di RaiWay (anche qui il
valore oscilla intorno al
miliardo di euro) in virtù
della sua prossima
quotazione in Borsa (sul
mercato andrà circa il 40%
del capitale con l’opzione di
aumentare fino al 49%). Un
risiko destinato a cambiare
il mercato delle torri di
trasmissione del segnale
televisivo e telefonico.
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«Banche, undici a rischio in Europa»
Voci dalla Spagna sui risultati degli stress test. Ma la Bce: soltanto speculazione
Fitch teme per tre istituti italiani. Borse ancora in ripresa, Piazza Affari maglia rosa
MILANO A quattro giorni dalla
pubblicazione dei risultati degli stress test e degli esami
complessivi (comprehensive
assessment) della Bce sulle
prime 128 banche dell’Eurozona — funzionali a far scattare,
dal 4 novembre, la vigilanza
unica di Francoforte sugli istituti maggiori — è la stessa authority presieduta da Mario
Draghi a scendere in campo
per frenare le speculazioni sulle banche promosse e soprattutto su quelle bocciate. E l’ha
fatto con una nota in cui chiarisce che l’esame di stress test e
qualità degli attivi (asset quality review) «non è ancora completato e nessun risultato finale
è stato comunicato alle banche
coinvolte». Di conseguenza
«qualsiasi notizia sui risultati
degli stress test di qui a domenica prossima, quando verranno resi noti ufficialmente, è assolutamente speculativa».
Il tema quanto mai caldo
considerato che oggi la banca
centrale comunica i risultati effettivi ai singoli istituti. I quali
fino a domenica potranno
prendere atto dei risultati e cominciare ad approntare le contromisure, anche convocando i
consigli di amministrazione.
Anche quelli di oggi «saranno
comunque dati preliminari»,
sottolineano fonti della Bce,
perché la decisione finale sarà
presa dal consiglio dei governatori domenica mattina prima della diffusione dei risultati
a mezzogiorno. La Bce chiede
che nell’aqr il patrimonio di vigilanza sia almeno dell’8% e
che negli stress test non scenda
sotto il 5,5% nello scenario
estremo. In caso di sforamento, le banche hanno 15 giorni
(per gli aqr) o fino a 9 mesi (per
gli stress test) per indicare i
piani di rafforzamento.
Sul mercato intanto i rumor
si susseguono, anche se in maniera non univoca. Le Borse ne
hanno preso atto mostrando
una volatilità più attenuata: ieri
Piazza Affari ha recuperato ancora, +1,09%, mentre più moderata è stata la crescita delle altre
piazze europee. Il grande ru-
L’andamento di Piazza Affari
Ftse Mib
Ieri +1,09%
20.975
20.363
19.751
19.140
● Il commento
La lotta all’evasione
e l’incognita
della posta certificata
di Lorenzo Salvia
18.528
17.916
4 ago
18 ago
1 set
15 set
29 set
13 ott
Le 15 banche italiane sotto esame
Banca Carige
Monte dei Paschi di Siena
Credito Valtellinese
Popolare dell’Emilia Romagna
Popolare di Milano
Popolare di Sondrio
Popolare di Vicenza
Banco Popolare
Credito Emiliano
Iccrea Holding
Intesa Sanpaolo
Mediobanca
Unicredit
Ubi Banca
Veneto Banca
d’Arco
Corriere.it
Sul canale
economia
del sito del
Corriere della
Sera spunti,
retroscena e
analisi di finanza
e risparmio
mor è arrivato ieri mattina dalla Spagna: secondo l’agenzia
Efe undici banche non supereranno i test Bce. E tre sarebbero
italiane: Montepaschi, Banco
Popolare e Bpm. A queste si aggiungono tre banche greche
(Piraeus Bank, Eurobank Ergasias e Alpha Bank), due austriache (Erste Bank e una seconda
non identificata), una portoghese (dovrebbe essere BCP
Millennium), una belga
(Dexia) e una cipriota, anche se
i risultati sono ancora suscettibili di revisione. Ma sono circolate anche stime differenti.
In un report del 20 ottobre Jp
Morgan ha promosso Mps, ieri
positiva in Borsa (+4,16%): solo
nello scenario peggiore la banca senese avrà un deficit patrimoniale di 200 milioni. Più
problematica la situazione per
Carige, per la quale la banca
Usa stima un deficit di 400 milioni. Intanto l’agenzia di rating
Fitch in un report ha sottolineato che alcuni istituti italiani
medi rischiano di non superare
gli stress test a causa dei rischi
al ribasso legati alle sofferenze,
alla redditività e all’andamento
dell’economia.
Fabrizio Massaro
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Banca dei territori
Intesa Sanpaolo, nominati i nuovi direttori regionali
Intesa Sanpaolo ha nominato sette
nuovi direttori regionali della Banca del
Territorio e, per la prima volta, c’è
anche una donna, Cristina Balbo, che
guiderà l’area Piemonte, Val d’Aosta e
Liguria. Gli altri sono: Paolo Giuseppe
Graziano (Lombardia), Luca Severini
(Emilia Romagna, Marche Abruzzo e
Molise), Pierluigi Monceri (Toscana,
Umbria, Lazio, Sardegna e Banca Cr
Firenze come direttore generale) ,
Francesco Guido (Campania, Basilicata,
Calabria, Puglia, Sicilia e Banco di
Napoli come direttore generale).
Confermato Renzo Simonato alla guida
di Veneto, Friuli Venezia Giulia e
Trentino Alto Adige.
«Abbiamo voluto valorizzare le migliori
professionalità interne al gruppo,
operando una significativa svolta
generazionale» ha commentato il
consigliere delegato di Intesa, Carlo
Messina, che con questa tornata di
nomine abbassa di dieci anni l’età
media dei direttori generali del
territorio e, per la prima volta da
quando è nata Intesa Sanpaolo, apre
una casella alle «quote rosa».
F. D. R.
La scheda
● Sono 128 gli
istituti europei
sottoposti alla
verifica degli
attivi (asset
quality review,
aqr) e agli
stress test per il
passaggio alla
vigilanza Bce
● I requisiti di
patrimonio
richiesti sono
dell’8% nell’aqr
(sommando i
rafforzamenti
avvenuti nel
2014) e del
5,5% negli
stress test
● Le ipotesi
sull’Italia negli
stress test:
rendimento
Btp al 2015 tra
4,1- 5,6%; Pil
tra +1,2% e
-1,6%; tasso di
disoccupazione
al 13,7%
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Archiviata l’era dei blitz,
il governo dice che la lotta
all’evasione fiscale passerà
dall’incrocio delle banche
dati. Bollette, catasto,
motorizzazione: per trovare
una traccia, spesso
basterebbe mettere insieme
le informazioni disponibili
che restano chiuse in
cassetti diversi. Solo a
livello centrale le banche
dati in gioco sono 129 e
quasi sempre non si
parlano fra loro. Ma
l’integrazione non è cosa
semplice, come ha
ricordato ieri
l’amministratore delegato
di Equitalia Benedetto
Mineo. Nella Commissione
parlamentare di vigilanza
sull’anagrafe tributaria si
parlava di notifiche dei
provvedimenti di
riscossione, con una
riorganizzazione partita nel
2007. Il guaio — ha
spiegato Mineo — è che le
«basi dati delle anagrafi dei
residenti si trovano
sostanzialmente all’interno
dei singoli comuni». Più di
8 mila, troppe. Per aggirare
l’ostacolo Equitalia procede
alla notifica anche con la
posta elettronica certificata,
che dà alla mail lo stesso
valore legale della
raccomandata. Tutto
risolto? Neanche per sogno.
«Il problema — ha detto
Mineo — sta nel mancato
rinnovo delle caselle con la
conseguente perdita dei
messaggi ricevuti e inviati».
Certificata, ma solo per un
po’.
lorenzosalvia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Big Mac si ordina sul touchscreen, allarme tagli
Dopo la California McDonald’s avvia in Australia la sostituzione del personale con i pc
«Non bisogna rimpiangerli se ci sono alternative migliori». Horst Neumann, capo
del personale della casa automobilistica Volkswagen, ha
parlato così dei suoi lavoratori
pensionandi e dell’ipotesi di
sostituirli presto con dei robot:
«Non potremo rimpiazzarli
tutti con altri assunti perché il
costo del lavoro in Germania è
superiore ai 40 euro all’ora,
nell’Europa dell’est è a undici,
in Cina siamo persino sotto i
10».
A distanza di pochi giorni è
McDonald’s ad annunciare un
processo di automazione che
consentirà agli affezionati del
Big Mac di ordinare e ritirare il
MILANO
30
per cento
il calo dell’utile
netto di
McDonald’s
nel terzo
trimestre a
1,07 miliardi di
dollari. È il calo
maggiore
dal 2007
proprio menu grazie al solo
aiuto di schermi touchscreen.
In prospettiva insomma, sempre meno Macjob e dipendenti
con il cappellino dietro la cassa. I test sono già cominciati
nel sud della California e l’esperimento verrà presto replicato
nei fast food di tutta l’Australia.
«La tecnologia — ha detto Don
Thompson, amministratore
delegato di McDonald’s — renderà più semplice e personalizzata l’ordinazione dei clienti».
Ovviamente i motivi non sono solo questi. Il colosso americano sta vivendo uno dei momenti più difficili da quando i
fratelli Richard e Maurice aprirono il primo chiosco di hot
Auto Ceduto il 4%
Daimler, 780 milioni da Tesla
Daimler ha ceduto il 4% che deteneva in
Tesla (auto elettriche) per 780 milioni di
dollari, ma la collaborazione continuerà.
dog in Usa: l’utile netto di
McDonald’s è sceso nel terzo
trimestre del 30% a 1,07 miliardi di dollari, il calo maggiore
dal 2007, con ricavi giù del 5% a
6,99 miliardi. Gli effetti dello
scandalo in Cina sulla fornitura
di carne avariata e il rallentamento in Russia dovuto alla
crisi ucraina, cominciano ad
essere pesanti.
E come se non bastasse, l’ondata salutista, da Michelle Obama in poi, sta convertendo persino gli affezionati del «junk
food» in America, dove McDonald’s non riesce più a conquistare i giovani.
Corinna De Cesare
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
40
RAP S.p.A. - PALERMO
SETTORE GARE OPERE PUBBLICHE
AVVISO
Questa Stazione Appaltante ha indetto procedura aperta per la Fornitura di spazzatrici
con addestramento del personale aziendale
e servizi di manutenzione suddivisa in
3 lotti: Lotto 1 - n. 8 spazzatrici “medie”
aspiranti - CIG 5953938112 - Lotto 2 - n. 7
spazzatrici “medie” meccanico/aspiranti CIG 5954004787 - Lotto 3 - n. 4 spazzatrici
“piccole” - CIG 5954047B02, pubblicata, a
mezzo avviso, sulla G.U.R.S. N. 43 del
24/10/2014. Formulario di cui al Regolamento (CE) n. 1564/2005 trasmesso alla
G.U.C.E. via e-mail il 09/10/2014 e pubblicato
il 14/10/2014 con il n. 2014/S 197-347775.
L’importo complessivo della gara, compreso
oneri della sicurezza, lavori extra contratto di
manutenzione e eventuale proroga della manutenzione è pari ad € 6.260.651,50 oltre
I.V.A.. Importi unitari a base di gara, di cui
agli elaborati pubblicati integralmente sul sito
aziendale www.rapspa.it.
IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO
AFFARI DEL PERSONALE
(Dott. Nicolò Gervasi)
SOGESID S.P.A.
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
PROCEDURA di gara aperta per l’affidamento delle attività finalizzate al ripristino ambientale del sito di stoccaggio provvisorio di R.S.U. (ex art. 13 D.lgs. 22/1997
e s.m.i.) in Località Lo Uttaro - Comune di Caserta.
CIG: 5467622867 - CUP: I23G07000030001.
STAZIONE APPALTANTE: SOGESID S.P.A.
Questa Stazione Appaltante rende noto che si è conclusa la suddetta procedura di gara per l’affidamento delle attività sopra indicate.
Importo complessivo a base di gara: € 295.072,47
IVA esclusa, di cui € 5.884,42 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso.
Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso.
Data di aggiudicazione definitiva: 08.09.2014.
Aggiudicataria: Edil Cava Santa Maria La Bruna
s.r.l. con sede in Via Campanariello, n. 39, 80059
Torre del Greco (NA).
Ribasso formulato: 41,023 %.
Valore dell’offerta a cui è stato aggiudicato l’appalto: € 176.438,86 IVA esclusa, di cui € 5.884,42 per
oneri della sicurezza non soggetti a ribasso.
Per maggiori informazioni: http://www.sogesid.it.
Punti di contatto: Responsabile del Procedimento Ing.
Enrico Brugiotti - posta elettronica: [email protected] - tel. +39 06.420821; fax: +39 06.483574.
Il Presidente e Amministratore Delegato
Ing. Marco Staderini
AVVISO DI GARA
APPALTO N. 114/2014 - CODICE IDENTIFICATIVO GARA
(C.I.G.) N. 59425424CA. INCARICO DI COORDINAMENTO
DELLA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE RELATIVO AL
PROGETTO: VIA PADOVA 69 - PARCO TROTTER - INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PARZIALE RECUPERO
FUNZIONALE PADIGLIONE EX CONVITTO ZONA 2 - CUP
B42J12000150005. Importo per il coordinamento della
sicurezza in fase di esecuzione soggetto a ribasso:
€ 217.461,11 (IVA ESCLUSA). Criterio di aggiudicazione:
offerta economicamente più vantaggiosa secondo i criteri
indicati nel bando di gara. Le offerte devono pervenire al
Comune di Milano Settore Gare Opere Pubbliche Ufficio
Protocollo - 11° Piano, Via G.B. Pirelli n. 39 - 20124 Milano - entro e non oltre le ore 12,00 del giorno
19/11/2014. L’apertura delle offerte sarà effettuata a partire
dalle ore 09.00 del giorno 20/11/2014 presso la sala
appalti di Via G.B. Pirelli n. 39 Milano. I requisiti richiesti e
le modalità di partecipazione sono riportati nel bando integrale di gara in pubblicazione all’Albo Pretorio dal
17/10/2014 Documentazione integrale sul sito www.comune.milano.it/bandi/gare Non si effettua servizio telefax.
Responsabile del procedimento è l’Ing. Sergio Aldarese del
SETTORE TECNICO - SCUOLE E STRUTTURE SOCIALI -Tel.
02/88466193 al quale potranno essere richieste notizie di
carattere tecnico. Le informazioni e chiarimenti sulla procedura d’appalto e sul presente bando potranno essere richieste al Settore Gare Opere Pubbliche - dott.ssa Lara De Filpo
- Tel. 02/88453214. L’avviso di gara è stato inviato alla
G.U.C.E. il 10/10/2014
IL DIRETTORE DI SETTORE - Dott.ssa Maria Lucia Grande
REGIONE DEL VENETO
PROVINCIA DI SIENA
AZIENDA U.L.S.S. 18 di ROVIGO
SETTORE AFFARI GENERALI E ISTITUZIONALI
AVVISO DI GARA
Si rende noto che presso l’Amministrazione Provinciale di Siena, verrà esperita gara di PROCEDURA
APERTA per affidamento l’appalto dei servizi assicurativi per la copertura globale dell’Ente per il periodo dal 31/12/2014 al 31/12/2017. L’importo
stimato per il triennio è di € 2.319.000,00 ed è suddiviso in 6 lotti: 1 - All Risk € 300.000,00; 2 R.C.Auto € 510.000,00; 3 - Kasko € 63.500,00; 4 Infortuni € 39.000,00; 5 - Tutela legale € 57.000,00;
6 - R.C.T./O € 1.350.000,00. L’appalto sarà aggiudicato col criterio del prezzo più basso, ai sensi
dell’art. 82 comma 3 del D. Lgs. n. 163/2006. Le
offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore
12 del giorno 18 Novembre 2014. Il bando integrale è stato inviato alla G.U.U.E./S. il 07/10/2014.
Il bando integrale è stato inviato alla G.U.U.E./S.
il 07/10/2014. Il bando, il disciplinare e la relativa
modulistica sono disponibili sul sito INTERNET
www.provincia.siena.it e presso l’Ufficio Contratti.
IL DIRIGENTE - Dott. Tommaso Stufano
Viale Tre Martiri, 89 - 45100 Rovigo
www.azisanrovigo.it
AVVISO RELATIVO
AGLI APPALTI AGGIUDICATI
Si rende noto che in data 24/04/2014 è stata
aggiudicata la gara per la fornitura di “Pacemaker, defibrillatori, cateteri ed elettrocateteri”, per un periodo di tre anni, mediante il
criterio dell’offerta al prezzo più basso. Offerte ricevute: Lotto 1: n. 3 - Lotto 2: n. 5 Lotto 3: n. 3 - Lotto 4: n. 5 - Lotto 5: n. 4
Lotto 6: n. 5 - Lotto 7: n. 2 - Lotto 8: n. 2 Lotto 9: 0 - Lotto 10 n. 1: Imprese aggiudicatarie: Biotronik Italia S.p.A. Lotti 1 e 8 €.
166.005,00 Iva non c. e €. 96.960,00 Iva non
c. - Medico Pace srl. Lotto 2: €. 256.650,00
Iva non c. - St. Jude Medical Italia Spa. Lotti
3 e 10: €.279.000,00 Iva non c. e €.
25.200,00 Iva non c. - Sorin Group Italia srl.
Lotto 4: €. 800.130,00 Iva non c. - Medtronic
Italia Spa Lotti 5 e 7: €. 951.234,00 Iva non
c. e €. 138.600,00 Iva non c. - Boston Scientific spa Lotto 6: €. 353.430,00 Iva non c..
F.to Il Direttore Generale - Dr. Arturo Orsini
COMUNE DI CAMPORGIANO
PROVINCIA DI LUCCA
Bando di gara - CIG 5913855B85
E’ indetta procedura di gara aperta con
procedura telematica su piattaforma
S.T.A.R.T. Regione Toscana per il Servizio
di Refezione Scolastica Scuole Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado dal
01/01/2015 al 30/06/2017. - Criterio: offerta economicamente più vantaggiosa Importo € 350.280,00 oltre I.V.A. - Termine
ricezione offerte: ore 12.00 del 12/12/2014.
- Apertura: 15/12/2014 ore 15.30 presso
Unione Comuni della Garfagnana - Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) - Bando, allegati e Capitolato sono disponibili sulla
piattaforma S.T.A.R.T. Regione Toscana all’indirizzo: https://start.e.toscana.it/rtrt/.
Il responsabile del procedimento
Sabrina Lenzi
Via G. Marconi, 66 – 80059 Torre del Greco (NA)
Tel. 081-3173100 - 081.3173124 - Fax – 081-3173099
e-mail: [email protected] pec: [email protected]
ESTRATTO BANDO DI GARA
L’Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 Sud indice una
procedura aperta, ai sensi e con le modalità di cui al
D.Lgs. 163/2006 s.m.i., per la fornitura quadriennale di
Sistemi Diagnostici con tecniche di biologia molecolare
da destinare ai laboratori di patologia clinica della ASL
Napoli 3 Sudndale Integrato della ASL Napoli 3 Sud.
Le offerte corredate della necessaria documentazione
e formulate secondo quanto indicato nel bando di gara
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 119 del 17 ottobre 2014, dovranno pervenire,
al protocollo generale della ASL Napoli 3 Sud – Via
Marconi, 66 (ex Presidio Bottazzi) – 80059 Torre del
Greco (NA) - entro e non oltre le ore 12.00 del giorno
26 novembre 2014. Le informazioni relative alla gara
possono essere richieste al Servizio Acquisizione Beni
e Servizi – Tel. 081/3173100 - 081/3173124 - Fax
081/3173099. Il bando di gara, il Disciplinare di Gara
e relativi allegati ed il Capitolato Tecnico sono reperibili
sul sito www.aslnapoli3sud.it sezione “Bandi di Gara”.
Il CIG è: Lotto n. 1. Sistema Diagnostico con tecnica
di biologia molecolare per l’epatite. Codice C.I.G.
58825534A. Lotto n. 2. Sistema Diagnostico con tecnica di biologia molecolare per trombofilie eredofamiliari. Codice C.I.G. 5886266C5B.
IL DIRETTORE U.O.C. - SERVIZIO ACQUISIZIONE BENI E SERVIZI
Dr. Francesco Di Palma
ESTRATTO BANDO DI GARA
L’Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 Sud indice una
procedura aperta, ai sensi e con le modalità di cui al
D.Lgs. 163/2006 s.m.i., per l’affidamento della Realizzazione del Sistema Informatico Aziendale Integrato
della ASL Napoli 3 Sud per la durata di anni 5 (cinque).
Le offerte corredate della necessaria documentazione
e formulate secondo quanto indicato nel bando di gara
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 119 del 17/11/2014, dovranno pervenire, al protocollo generale della ASL Napoli 3 Sud – Via Marconi,
66 (ex Presidio Bottazzi) – 80059 Torre del Greco (NA)
- entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 26/11/2014.
Le informazioni relative alla gara de qua possono essere richieste al Servizio Acquisizione Beni e Servizi –
Tel. 081/3173100 - 081/3173124 - Fax 081/3173099.
Il bando di gara, il Disciplinare di Gara e relativi allegati,
il Capitolato Tecnico ed il DUVRI sono reperibili sul sito
www.aslnapoli3sud.it sezione “Bandi di Gara”. Il CIG
è: Lotto n. 1. Realizzazione del Repository del sistema
integrato. Codice C.I.G. 5714441900. Lotto n. 2. Sistema informatico aziendale integrato. Codice C.I.G.
57147790D2. Lotto n.3. Sicurezza del sistema informatico aziendale integrato. Codice C.I.G.
571478883D.
IL DIRETTORE U.O.C. - SERVIZIO ACQUISIZIONE BENI E SERVIZI
Dr. Francesco Di Palma
Comune di Nicosia
AMMINISTARZIONE CENTRALE
SERVIZIO APPALTI
AVVISO DI POSTINFORMAZIONE
ESTRATTO
Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea,
rif. 2014/S 190-335687 del 3/10/2014 è stato
pubblicato l’avviso relativo all’esito di una
procedura negoziata per l’acquisizione di
servizi di assistenza sistemistica - C006/14k. E’ risultata assegnataria la società Serena
Software Europe LTD.
L’avviso è altresì pubblicato integralmente
sul sito Internet della Banca d’Italia
(www.bancaditalia.it)
PER DELEGA DEL DIRETTORE GENERALE
IL CAPO DEL SERVIZIO
M. Ricotti
Azienda Provinciale
per i Servizi Sanitari
Grida per ricerca eredi
E’ indetta procedura di gara aperta ai
sensi dell’art. 3, comma 37, e artt. 54
e 55 del D.Lgs n. 163/2006 e s. m. i.
per l’ appalto: “Fornitura e messa in
opera di arredi e attrezzature varie per
la riqualificazione urbana integrata per
l’insediamento e la valorizzazione di
un centro di servizi per l’accoglienza
di soggetti in situazioni di disagio e di
marginalità sociale, di rango sovra locale. Interventi di acquisizione di
beni e servizi “Accogliere centro d’accoglienza” alla Via San Felice. CIG:
5721014A18 Importo complessivo
€ 420.131,59 di cui € 5.968,86 oltre
I.V.A. quali oneri di sicurezza (non
soggetti a ribasso). Termine ricezione
offerte: ore 13 del 10.11.2014. Il
Bando è stato pubblicato in G.U.C.E.
il 13.09.2014.
IL R.U.P.
Arch. Salvatore Farinella
TRIBUNALE DI PARMA
Dichiarazione di morte presunta
Con sentenza n. 2/2014 dep. il
29/05/2014 è stata dichiarata la
morte presunta di Paini Maria,
nata a Soragna (PR) il 20/10/1914,
scomparsa il 16/03/1983.
avv. Paolo Paglia
Il sottoscritto avv. Marco Perucchi, Contrada
di Verla 1, 6901 Lugano (Svizzera), così incaricato dal Pretore del Distretto di Lugano, Avv.
Claudia Canonica Minesso, richiamata la decisione 3 ottobre 2014, in qualità di esecutore
testamentario, diffida chiunque ritenesse di
essere erede della defunta:
Antonietta Mayr, nata Leva, figlia di Luigi e
di Faustina, nata Boschetti, nata a Milano il 6
febbraio 1921, cittadina italiana, con ultimo
domicilio in Lugano, deceduta a Lugano il 31
luglio 2014, vedova;
ad annunciarsi alla Pretura di Lugano, Sezione
4, Via Bossi 3, 6900 Lugano (Svizzera), entro
il termine di un anno dalla pubblicazione della
presente grida, producendo la documentazione attestante il rapporto di parentela.
Trascorso tale termine l’eredità sarà devoluta
ai soli eredi accertati, riservata la petizione di
eredità.
Lugano, il 16 ottobre 2014
Venezia, 15 ottobre 2014 - è stato pubblicato con D.R. n. 768 l’avviso per la
designazione dei membri esterni del Consiglio di Amministrazione dell’Università
Ca’ Foscari Venezia per il triennio 2015 - 2017. Il testo è disponibile al sito
www.unive.it.
La domanda deve essere presentata all’Ateneo, secondo le modalità previste
dall’Avviso medesimo, entro e non oltre le ore 13.00 del 11 novembre 2014. La
domanda, redatta in carta semplice secondo il modello allegato all’Avviso, dovrà
attestare il possesso dei requisiti soggettivi previsti dall’Avviso stesso, ovvero a)
l’aver maturato la propria esperienza professionale attraverso l’esercizio di attività
di amministrazione, direzione o controllo presso società ed enti del settore pubblico o privato, ovvero l’aver svolto funzioni dirigenziali in amministrazioni pubbliche o private, che siano inoltre rappresentative di realtà economiche, istituzionali,
culturali e produttive del territorio; b) l’essere personalità di alto e riconosciuto livello scientifico sul piano internazionale.
VOLARE GROUP S.p.A. - VOLARE AIRLINES S.p.A. - AIR EUROPE S.p.A.
tutte in amministrazione straordinaria
(D.L. 23 dicembre 2003 n. 347)
TERZO PROGETTO DI RIPARTIZIONE SOMME A FAVORE DEI CREDITORI PRIVILEGIATI
(ex art. 2751 bis n. 1, 2753, 2754 e 2758 cod. civ.)
In conformità a quanto dispone l’art. 110, 2° comma, I. fall., si comunica che il Giudice delegato presso il Tribunale di Busto Arsizio delle Procedure sopra indicate con decreto del
29 settembre 2014 ha ordinato per ciascuna delle società il deposito in Cancelleria fallimentare
del terzo progetto di ripartizione delle somme attualmente disponibili riguardante i creditori
privilegiati ex artt. 2751 bis n. 1, 2753, 2754 e 2758 cod. civ. Ogni creditore ha facoltà di esaminarlo e di far pervenire, entro il termine di dieci giorni dal presente avviso, le sue osservazioni. Decorso tale termine, il Giudice delegato renderà esecutivo il piano di riparto,
consentendo così l’effettuazione dei pagamenti indicati.
Gallarate - Milano, 24 ottobre 2014
Commissario Straordinario - Fabio Franchini
AdF - AEROPORTO DI FIRENZE S.p.A.
Sede sociale in Firenze, via del Termine n. 11
Capitale sociale Euro 9.034.753 interamente versato
Registro delle Imprese Ufficio di Firenze
Partita I.V.A. n. 03507510489
CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA
Si rende noto che è stato pubblicato sul sito internet della Società
(www.aeroporto.firenze.it - sezione - “Assemblee soci”) Avviso di convocazione dell’Assemblea Ordinaria degli azionisti indetta presso l’Aeroporto di
Firenze, in Via del Termine n. 11, Nuovo Terminal, terzo piano - 50127, Firenze, il giorno 24 Novembre 2014 alle ore 10:00 in prima convocazione,
ovvero, occorrendo, il 25 Novembre 2014 stessi luogo e ora, per deliberare
sul seguente:
ORDINE DEL GIORNO
1. Revoca per giusta causa dell’attuale incarico di revisione legale. Deliberazioni inerenti e conseguenti;
2. Conferimento del nuovo incarico di revisione legale dei conti per il periodo
2014-2022 e determinazione del relativo corrispettivo. Deliberazioni inerenti
e conseguenti.
Partecipazione e rappresentanza in assemblea
Sono legittimati ad intervenire all’assemblea coloro che risulteranno titolari
del diritto di voto al termine della giornata contabile del 13 novembre 2014
(record date) e per i quali sia pervenuta alla Società la relativa comunicazione
effettuata dall’intermediario abilitato.
Ogni legittimato potrà farsi rappresentare in assemblea mediante delega conferita ai sensi di legge. La società ha designato Computershare S.p.A., con
uffici in Torino, Via Nizza 262/73 quale rappresentante a cui potranno essere
conferite deleghe con istruzioni di voto mediante lo specifico modulo predisposto allo scopo.
I moduli da utilizzare per conferire delega sono disponibili sul sito internet
della società e saranno inviati a coloro che ne faranno richiesta telefonicamente al n. 011.0923200 e, comunque, saranno reperibili presso la sede legale, Segreteria Generale, Firenze (50127), Via del Termine 11.
Documentazione e informazioni
L’Avviso di convocazione dell’Assemblea, reperibile sul sito internet della Società (www.aeroporto.firenze.it - sezione “Assemblee Soci”) contiene tutte
le informazioni e le istruzioni di dettaglio sui diritti esercitabili dagli Azionisti.
Le relazioni e le proposte sugli argomenti all’ordine del giorno sono rese
disponibili presso la sede sociale e pubblicate nel citato sito internet della
società nonché sul meccanismo di stoccaggio 1Info entro i termini previsti
dalla normativa vigente e saranno trasmesse a coloro che ne faranno richiesta telefonica al n. 055-3061630.
AdF - AEROPORTO DI FIRENZE S.p.A.
Sede sociale in Firenze, via del Termine n. 11
Capitale sociale Euro 9.034.753 interamente versato
Registro delle Imprese Ufficio di Firenze
Partita I.V.A. n. 03507510489
PUBBLICAZIONE AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA
DEL 24 NOVEMBRE 2014 E RELAZIONE ILLUSTRATIVA
DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Si rende noto che, a decorrere dalla data odierna, nei termini e nelle modalità di
legge, sono stati depositati presso la Sede Sociale, sul sito internet della Società
www.aeroporto.firenze.it, nella sezione “Assemblee Soci”, nonché sul meccanismo di stoccaggio autorizzato 1Info (www.1info.it), l’Avviso di Convocazione
dell’Assemblea convocata in sede Ordinaria il giorno 24 Novembre 2014 alle
ore 10:00 in prima convocazione, ovvero, occorrendo, il giorno 25 Novembre
2014 alle ore 10:00 in seconda convocazione, nonché la Relazione Illustrativa
degli Amministratori, ai sensi degli articoli 125-ter del D. Lgs. 24 febbraio 1998,
n. 58 e 84-ter del regolamento adottato con delibera Consob n. 11971 del 14
maggio 1999, sulle materie poste all’ordine del giorno dell’Assemblea medesima.
ANAS S.p.A.
Compartimento della viabilità
per la Sardegna
AVVISO DI GARA CON PROCEDURA
PER PUBBLICO INCANTO
Gara: CALAV097-14_23S2014 - CIG 59167955B1 - CPV 71520000-9 CUP:
F81B10001480001. Servizio Di Coordinamento Della Sicurezza In Fase Di Esecuzione
Relativo Al Lavoro Adeguamento Al Tipo B 4 Corsie Dell’itinerario Sassari Olbia - Lotto
2. Categoria prevalente: Categoria servizio: 12 All II A tabella A dei servizi. Importo
complessivo Euro 458.636,18 IVA esclusa.
Termine per la presentazione delle offerte di partecipazione: ore 12,00 del giorno
09/12/2014, all’indirizzo ANAS Spa. Via Biasi, 27 - 09131 Cagliari apertura offerte:
10/12/2014.
Bando inviato alla G.U.C.E. il 15/10/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I., albo Stazione
Appaltante, albo comuni di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Sanluri, Iglesias, Olbia e
Tortolì, sito internet www.stradeanas.it, sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti (www.serviziocontrattipubblici.it).
Per richiesta bando, norme di gara e documenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio
unico) - sede compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare e Contratti, Via Biasi 27 09131 Cagliari - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268.
Il Dirigente Amministrativo
Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu
VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI
Tel. 070/52971 - 070/5297268
sito internet www.stradeanas.it
Provincia Autonoma di Trento
Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
Con provvedimento n. 1261 del 16/09/2014
sono stati aggiudicati i lotti da 43 a 56 della
procedura aperta, suddivisa in 56 lotti
distinti, per l'affidamento della fornitura di
protesi ortopediche e pacchi procedurali
occorrenti alle Unità Operative di Ortopedia
dell'Azienda Provinciale per i Servizi
Sanitari di Trento (avviso GUUE n. 2014/S
192338876 del 07/10/2014, inviato il
02/10/2014).
LOTTI AGGIUDICATI: n. 12 su n. 14 VALORE
FINALE TOTALE APPALTO (Iva esclusa): €
943.751,40 OGNI ALTRA INFORMAZIONE:
www.apss.tn.it sezione “bandi di gara”.
IL DIRETTORE SERVIZIO PROCEDURE
DI GARA E CONTRATTI:
dott. Luciano Bocchi
Per la pubblicità
legale e finanziaria
rivolgersi a:
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114
Via Campania, 59 - 00187 Roma
Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682
Vico II San Nicola alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12
Via Villari, 50 - 70122 Bari
Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
ANAS S.p.A.
AZIENDA TERRITORIALE EDILIZIA RESIDENZIALE
PUBBLICA DEL COMUNE DI ROMA
L.re Tor di Nona n. 1 - 00186 Roma
Tel. 06.68841
ESTRATTO DI AVVISO DI PROCEDURA APERTA
PER LA CONCLUSIONE DI UN ACCORDO QUADRO
1. ENTE APPALTANTE: A.T.E.R Roma, indirizzo in intestazione. 2. OGGETTO E IMPORTO APPALTO:. Accordo Quadro, ai sensi dell’art. 59 c. 5 del D. Lgs del
12 aprile 2006, n. 163 con 3 (tre) operatori economici, sul quale basare, senza nuovo confronto competitivo, l’affidamento di singoli contratti annuali per
lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria degli
immobili di proprietà o in gestione dell’ATER del Comune di Roma - Cod. aziendale MO201402SMO Codice CIG AVCP 5963389846 - CPV 45450000-6.
Il Bando di gara e i relativi allegati sono interamente
scaricabili dal sito www.aterroma.it. 3. TERMINE DI
PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE: 11/12/2014 ore
12,00. 4. DATA DI SVOLGIMENTO DELLA GARA:
15/12/2014 ore 10,00. 5. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: L’appalto è disciplinato dal D. Lgs. 163/06
da aggiudicarsi in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ex art.83 del D. Lgs.
163/06. 6. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO:
Arch. Pier Giacomo Tamietto. 7. DATA SPEDIZIONE
G.U.C.E. 15/10/2014. 8. DATA PUBBLICAZIONE
G.U.R.I.: G. U. n. 121 del 22/10/2014.
IL DIRETTORE GENERALE
(Arch. Claudio Rosi)
COMUNE di ASSEMINI (CA)
Estratto Avviso Appalto Aggiudicato
Servizi Educativi, Cultura, Sociali - Via Cagliari, sn Assemini Tel. 070 9458039; Procedura per l’affidamento appalto di servizi denominato: Servizio di
mensa nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado a ridotto impatto ambientale
anni scolastici 2014/2017 - CIG 57779768A0; Importo a base di gara € 1.871.100,00 IVA esclusa,
oltre € 3.000,00 per oneri della sicurezza; Data di aggiudicazione 09-09-2014 con determinazione n.
1002/2014; Offerte pervenute 3 (tre); Aggiudicatario
GEMEAZ ELIOR Spa Via Venezia Giulia 5/A 20157
Milano - Importo di aggiudicazione € 1.677.424,62
+ IVA. Inviato alla GUUE il 16/10/2014.
IL Responsabile Servizio Contratti
(Dr.ssa Anna Rita Depani)
Invito a manifestare interesse per la partecipazione alla procedura negoziata finalizzata all’ottenimento di un contratto di finanziamento occorrente al parziale supporto finanziario necessario all’acquisto delle reti, impianti e immobili afferenti alla
distribuzione del gas naturale dalle Società AGESP Servizi S.r.l. e AMSC S.p.A.”
Prealpi Gas S.r.l. Via Marco Polo 12 - Busto Arsizio (VA) si propone di individuare soggetti interessati a partecipare alla procedura negoziata finalizzata all’ottenimento, da
parte di uno o più finanziatori, di un contratto di finanziamento, per un importo complessivo pari ad € 28.000.000,00, occorrente al parziale supporto finanziario necessario
all’acquisto delle reti, impianti e immobili afferenti alla distribuzione del gas naturale
dalle Società AGESP Servizi S.r.l. e AMSC S.p.A.. Le caratteristiche principali del finanziamento e le modalità per presentare la propria candidatura sono disponibili sul sito
www.prealpigas.it nella “Area Fornitori - Bandi di Gara & Contratti”.
Prealpi Gas S.r.l.
Il Presidente
Paolo Maria Montani
Prealpi Gas S.r.l.
L’Amministratore Delegato
Antonio Codecasa
Prealpi Gas S.r.l.
Il Direttore Operativo
Massimo Landone
AVVISI D’ ASTA PUBBLICA
di terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola
L’AGENZIA DEL DEMANIO
istituita con il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 con la finalità di
amministrare e gestire in nome e per conto dello Stato i beni immobili di
proprietà statale, e trasformata in Ente Pubblico Economico con decreto
legislativo del 3 luglio 2003, n. 173
RENDE NOTO
che sono in vendita tramite aste pubbliche terreni demaniali agricoli e
a vocazione agricola ubicati nelle seguenti Regioni: Basilicata, Emilia
Romagna, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia e Toscana.
Per prendere visione e scaricare i bandi di gara e i relativi allegati si invitano gli interessati ad accedere al sito internet dell’Agenzia del Demanio: www.agenziademanio.it
Compartimento della viabilità
per la Sardegna
AVVISO DI GARA CON PROCEDURA
PER PUBBLICO INCANTO
Gara: CALAV098-14_25S2014 - CIG 591730066E - CPV 71520000-9 CUP:
F21B10000740001.Servizio Di Coordinamento Della Sicurezza In Fase Di Esecuzione
Relativo Al Lavoro Adeguamento Al Tipo B 4 Corsie Dell’itinerario Sassari Olbia - Lotto
3. Categoria prevalente: Categoria servizio: 12 All II A tabella A dei servizi. Importo
complessivo Euro 510.448,21 IVA esclusa.
Termine per la presentazione delle offerte di partecipazione: ore 12,00 del giorno
15/12/2014, all’indirizzo ANAS Spa. Via Biasi, 27 - 09131 Cagliari apertura offerte:
16/12/2014.
Bando inviato alla G.U.C.E. il 15/10/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I., albo Stazione
Appaltante, albo comuni di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Sanluri, Iglesias, Olbia e
Tortolì, sito internet www.stradeanas.it, sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti (www.serviziocontrattipubblici.it).
Per richiesta bando, norme di gara e documenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio
unico) - sede compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare e Contratti, Via Biasi 27 09131 Cagliari - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268.
Il Dirigente Amministrativo
Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu
VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI
Tel. 070/52971 - 070/5297268
sito internet www.stradeanas.it
ER. GO Azienda Regionale
per il Diritto agli Studi Superiori
Via Santa Maria Maggiore, 4 - Bologna
ESTRATTO BANDO DI GARA
E’ indetta una procedura aperta per l’affidamento
dei servizi assicurativi di ERGO per il periodo
31/12/2014-31/12/17, con possibilità di proroga
per un ulteriore triennio. Importo triennale: Euro
316.200,00 imposte incluse. Termine di ricezione delle offerte: ore 10,00 del 4/12/2014.
La documentazione di gara è integralmente pubblicata sul sito www.er-go.it nel Profilo di
committente. Invio del bando alla GUUE:
13/10/2014. R.U.P.: dott. Giuseppe Grasso.
IL DIRETTORE - Dott.ssa Patrizia Mondin
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
Marchi
Microsoft cancella
Nokia dagli smartphone
Saranno solo «Lumia»
ECONOMIA
Era «the new generation mobile phone» e il
telefonino diventò oggetto di culto
con il “banana phone”, Nokia 8110, attore
non protagonista del film «Matrix» (1999)
con Keanu Reeves. Dopo 15 anni
da allora il brand Nokia sparisce per sempre
dagli smartphone. Microsoft, che ha
acquistato la divisione di telefonia mobile
della compagnia finlandese nell’aprile
scorso per 7,2 miliardi di dollari, ha fatto
sapere che i nuovi cellulari si chiameranno
appunto Microsoft Lumia, e non più Nokia
Lumia com’erano conosciuti finora.
Il colosso di Redmond nei mesi scorsi aveva
lasciato intravedere cambi all’orizzonte e ora
li ha ufficializzati. Il nuovo corso si aprirà in
Francia, primo paese che inizierà a usare
Microsoft Lumia anche per gli account
Facebook e Twitter. Poi seguiranno tutti gli
altri paesi. Una rivoluzione che non segnerà
Del Vecchio sceglie la squadra
Arriva Mehboob-Khan, da Wella
ta di «preconsiglio per aiutare i
membri a lavorare per il 29» ha
detto il consigliere Elisabetta
Magistretti—. Tutti d’accordo.
Questa volta tutto è stato fatto
per bene». Soddisfatto anche
Utili a quota 6,8 miliardi
Effetto Alibaba
Yahoo, conti d’oro
Lo stop di Gozzi all’offerta Cevital
Antonio Gozzi,
presidente di
Federacciai, è
l’amministratore delegato
della Duferco.
Gozzi (nella
foto) ha
sollecitato
un confronto
di politica
industriale
sullo
stabilimento di
Piombino, ed è
stato accusato
di potenziale
conflitto
di interessi
sul caso
Grazie alla vendita di azioni
di Alibaba, gli utili di Yahoo!
(la Ceo Marissa Mayer nella
foto) salgono a 6,8 miliardi di
dollari nel terzo trimestre,
dai 297 milioni di un anno fa.
ni». Il candidato è di elevato
profilo. Ha un lungo cursus in
P&G dove ha lavorato per 27
anni dopo gli studi di ingegneria alla University of London e
alla Queen Mary. Padre pakistano, nato a Londra (coetaneo
dell’ex ceo Andrea Guerra),
Mehboob-Khan lavora a Ginevra presso la sede europea di
P&G dove guida Wella e la rete
di saloni, presente in 50 Paesi
con 4mila dipendenti e otto
stabilimenti. In Italia ha lavorato come direttore operation nel
settore igiene della casa«Macino migliaia di chilometri per
capire le esigenze di tutti i negozi del mondo», ha raccontato Mehboob-Khan in una recente intervista. E’ un manager
che i mercati li conosce, un
profilo ideale per Luxottica. Il
gruppo avrebbe anche identificato il capo della finanza, incarico prima di Enrico Cavatorta.
In pole sarebbe Gianluca Tagliabue dell’americana Oakley.
Daniela Polizzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lucchini, duello
governo-industriali
Il caso
Del Vecchio che ha curato la selezione di Egon Zehnder con la
consulenza di Francesco Milleri. «La nomina — ha detto — è
un punto fermo che pone fine
alle illazioni degli ultimi gior-
Lui, Antonio Gozzi, presidente di Federacciai,
è finito ieri suo malgrado sul banco degli imputati in presunto «conflitto d’interesse» (è amministratore delegato della Duferco) per aver sollecitato un confronto di politica industriale sullo
stabilimento di Piombino, appetito dagli algerini di Cevital, il cui core business — forse vale la
pena sottolinearlo — «è l’alimentare e non il siderurgico». L’altro è il vice-ministro dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, che da
Milano ha tuonato contro l’intemerata del numero uno degli industriali siderurgici: «Non sono ammissibili ingerenze, la Lucchini è
un’azienda in amministrazione straordinaria e il
commissario sta conducendo con la massima
trasparenza una procedura ad evidenza pubblica». Nel mezzo ci sono i sindacati metalmeccanici, apertamente schierati per una soluzione
che salvaguardi il maggior numero possibile di
addetti dello stabilimento abbandonato al suo
destino dai russi di Severstal e ora conteso tra gli
algerini e gli indiani di Jsw Steel guidati da
Sajjan Jindal. Al netto delle posizioni conviene
far partire il ragionamento dal riassetto in atto
nella siderurgia italiana, che oltre Piombino e
Taranto investe anche gli Acciai Speciali di Terni.
Un risiko che accalora tutti i protagonisti, soprattutto perché è un settore colpito da sovra-capacità produttiva che incide anche sulla carne
viva del prodotto interno lordo. Il pensiero di
Gozzi è che vendere Piombino a Cevital significa
“stressare” ulteriormente i prezzi del rottame
ferroso necessario per produrre acciaio: «Nel
piano industriale degli algerini — dice — c’è la
volontà di attivare due forni elettrici che portano
a una maggiore importazione di rottame per circa 2,5 milioni di tonnellate l’anno». Questo maggiore fabbisogno si ripercuoterebbe sugli altri
operatori, che «già scontano un prezzo maggiore di circa 15 euro alla tonnellata rispetto ai concorrenti europei». Con una compressione per i
margini del tondo per il cemento armato, già in
contrazione visto il crollo dell’edilizia.
Fabio Savelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
però la fine di Nokia che continuerà a
esistere come società separata concentrata
però sulle mappe e l’infrastruttura delle reti.
Con l’acquisizione della divisione telefonia
mobile di Nokia, Microsoft si è posta
l’obiettivo di recuperare il terreno perso sul
campo e sfidare Apple e Samsung,
protagoniste indiscusse negli smartphone.
Corinna De Cesare
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tesoro
Btp Italia: ordini a 4,5 miliardi
Il rendimento potrà salire
Designato il secondo ceo. Da Oakley arriva il capo della finanza Tagliabue
Leonardo Del Vecchio ha
chiuso la partita del nuovo vertice Luxottica. Il consiglio di ieri ha infatti approvato la candidatura presentata dal patron
della multinazionale degli occhiali. Sarà Adil MehboobKhan, 49 anni, manager di lungo corso del gruppo Procter &
Gamble, a prendere le redini
dell’area mercati come co-amministratore delegato a fianco
del responsabile operation
Massimo Vian. Ci vorranno altri passaggi. Il 29 ottobre il manager sarà cooptato nel board
Luxottica ma bisognerà aspettare gennaio perché l’incarico
di co-ceo diventi esecutivo. Nel
contempo Del Vecchio ha anche proposto che Massimo
Vian sia cooptato come Ceo, affidandogli ad interim tutte le
deleghe fino all’ingresso effettivo di Mehboob-Khan. In pratica, è lo stesso percorso che
l’imprenditore aveva tentato di
fare passare nel consiglio del 13
ottobre.
Quello di ieri è stato una sor-
41
Fondatore
Ha chiuso con ordini per 4,5 miliardi di euro la
prima fase di raccolta del BTp Italia: 536 milioni
che, sommati ai 4,036 miliardi dei due giorni
precedenti, portano il totale di 4,572 miliardi di
euro. Ieri ultimo giorno riservato ai clienti retail
mentre oggi si aprirà la seconda fase del
collocamento con la giornata riservata ai soli
investitori istituzionali. Il tasso annuo minimo
garantito fissato dal Tesoro per il titolo a sei
anni è dell’1,15%, ma la responsabile del Debito
Pubblico di via XX Settembre Maria Cannata, ha
spiegato che il rendimento «potrebbe essere
rivisto al rialzo al termine del collocamento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il fondatore
del gruppo
Luxottica,
Leonardo Del
Vecchio. Ne è
anche
presidente. Ieri
il consiglio di
amministrazione ha
completato
la squadra
I conti
Gruppo Espresso, in nove mesi
fatturato a 471 milioni di euro
Il Gruppo L’Espresso ha chiuso i primi nove
mesi dell’anno con 471,2 milioni di ricavi, in
calo dell’8,1% sullo stesso periodo del 2013, ma
con un utile netto pari a 4,6 milioni di euro, in
linea con quello dell’esercizio precedente. Più
nello specifico i ricavi diffusionali hanno fatto
registrare una flessione del 6,3% (175,8 milioni)
e i ricavi pubblicitari sui mezzi del gruppo sono
scesi del 7,7% (-10,5% la stampa). Il margine
operativo lordo è stato di 41,5 milioni di euro
(+8,1%) e il risultato operativo di 26,1
milioni di euro (+14,2%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
42
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Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
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Dividendo Arancio
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Valuta
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92,090
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97,400
98,070
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111,070
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100,560
94,630
112,020
104,630
106,950
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Orazio Conservative A
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21/10
21/10
21/10
21/10
EUR
EUR
EUR
EUR
101,210
100,420
163,280
1668,540
100,740
99,600
158,320
1618,030
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21/10
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21/10
21/10
21/10
Strategic Bond Inst. C
Strategic Bond Inst. C hdg
Strategic Bond Retail C
Strategic Bond Retail C hdg
Strategic Trend Inst. C
Strategic Trend Retail C
EUR
USD
EUR
USD
EUR
EUR
107,410
107,570
105,780
105,980
101,310
99,000
107,360
107,520
105,740
105,940
100,560
98,270
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Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
NM Augustum Corp Bd A
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NM Global Equities EUR hdg A
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NM Italian Diversified Bond A
NM Italian Diversified Bond I
NM Large Europe Corp A
NM Market Timing A
NM Market Timing I
NM Q7 Active Eq. Int. A
NM Q7 Globalflex A
NM Total Return Flexible A
NM VolActive A
NM VolActive I
21/10
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17/10
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146,130
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139,050
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104,290
57,990
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AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
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EUR
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70,590
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110,710
113,350
137,430
102,800
104,040
57,520
104,710
121,700
100,550
101,390
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Fondo Donatello-Michelangelo Due
Fondo Donatello-Tulipano
Fondo Donatello-Margherita
Fondo Donatello-David
Fondo Tiziano Comparto Venere
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31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
EUR 51470,165 52927,939
EUR 46691,916 47475,755
EUR 27926,454 27116,197
EUR 58259,864 57863,932
EUR 468728,464 477314,036
2451,889
2506,583
EUR
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Kairos Income
Kairos Selection
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
KIS - Bond A-USD
KIS - Bond D
KIS - Bond P
KIS - Bond Plus A Dist
KIS - Bond Plus D
KIS - Bond Plus P
KIS - Dynamic A-USD
KIS - Dynamic D
KIS - Dynamic P
KIS - Emerging Mkts A
KIS - Emerging Mkts D
Nel testo dell’inserzione è obbligatorio
indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso
in kWh/mqa o kWh/mca a seconda
della destinazione d’uso dell’edificio.
Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile
non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”.
Numero verde 800 124811
EUR 874712,613 873974,630
EUR 570753,978 570591,037
[email protected]
EUR 590447,998 589705,032
EUR 536380,732 536171,250 Nextam Bilanciato
20/10
6,797
EUR
6,810
6,809 Nextam Obblig. Misto
EUR
20/10
7,549
EUR
10,277
10,183 BInver International A
EUR
21/10
5,683
EUR
21/10
5,658
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
EUR
267,070
264,520 CITIC Securities China Fd A
USD
21/10
5,907
EUR
187,760
185,950 Fidela A
EUR
21/10
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EUR
189,280
187,440
EUR
21/10
5,698
A
EUR
173,620
173,560 Income
USD
21/10
7,290
International Equity A
EUR
124,010
123,980 Italian
EUR
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6,109
Selection
A
EUR
128,520
128,480
EUR
21/10
5,331
Liquidity
A
EUR
126,610
126,500
EUR
21/10
5,064
EUR
131,320
131,220 Multimanager American Eq.A
EUR
21/10
4,725
EUR
133,760
133,650 Multimanager Asia Pacific Eq.A
EUR
21/10
4,381
EUR
176,420
176,120 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
USD
21/10
4,265
EUR
122,730
122,520 Multimanager European Eq.A
EUR
21/10
5,116
EUR
125,130
124,920 Strategic A
EUR
21/10
6,110
EUR
125,310
124,640 Usa Value Fund A
EUR
123,280
122,640 Ver Capital Credit Fd A
21/10
5,459
EUR
EUR
21/10
92,870
93,160
Asian Equity B
EUR
21/10
130,430
130,840
Asian Equity B
USD
102,900 Emerg Mkts Equity
21/10
425,110
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USD
106,140 Emerg Mkts Equity Hdg
21/10
415,340
414,980
EUR
141,620 European Equity
21/10
264,990
259,860
EUR
21/10
326,800
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European Equity B
USD
21/10
110,170
109,870
Greater China Equity B
EUR
21/10
156,800
156,380
Greater China Equity B
USD
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75,120
73,500
Growth Opportunities
USD
21/10
82,230
80,450
Growth Opportunities Hdg
EUR
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124,730
126,620
Japanese Equity
JPY
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123,600
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Japanese Equity B
USD
21/10
162,000
164,440
Japanese Equity Hdg
EUR
21/10
128,150
126,780
Swiss Equity
CHF
21/10
97,350
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Swiss Equity Hdg
EUR
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US Equity
USD
21/10
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182,060
US Equity Hdg
EUR
6,799
7,557
5,615
5,576
5,798
5,291
5,691
7,139
Tel 0332 251411
6,020
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5,330
4,977 8a+ Eiger
21/10
5,713
5,594
EUR
4,696 8a+ Gran Paradiso
21/10
5,174
5,173
EUR
21/10
5,689
5,656
EUR
4,367 8a+ Latemar
10/10
EUR 718153,573 739346,769
4,238 8a+ Matterhorn
5,089
5,975
Legenda:
Quota/pre.
=
Quota
precedente;
Quota/od.
=
Quota
odierna
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5,435
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI
● Piazza Affari
43
Sussurri & Grida
Amplifon sbarca in Brasile e scommette sul Sud America
di Giacomo Ferrari
(d.pol.) Amplifon mette a segno una tripletta e
porta sotto la sua rete, tra India, Germania e
Francia, altri 29 presidi tra centri di servizio e negozi. Nel Subcontinente conta ormai 120 insegne grazie anche a quest’ultimo accordo con il
colosso Usa Starkey hearing che ha ceduto ad
Amplifon la gestione di 12 centri negli studi medici (più altre 40 presenze in altrettante cliniche
entro un anno). Da gennaio lo shopping ha aggiunto 200 negozi al network salito a 3.500 vetrine, tra negozi e centri medici. Ma il piatto forte
deve arrivare. E’ attesa infatti la firma dell’accordo che traghetterà la multinazionale delle soluzioni auditive in Brasile. Segnando l’ingresso del
gruppo guidato da Franco Moscetti (foto) in Sudamerica. Da quanto trapela, la società comprerà la maggioranza di Direito de ouvir (diritto di
sentire). In pratica una Amplifon formato tascabile con circa 90 negozi, fondata da Frederico
Abraham Baz che rimarrà socio e continuerà a
gestire il business. E’ un’operazione chiave perché da lì partirà lo sviluppo nel continente. Verrà
infatti costituita una holding-piattaforma per
crescere ancora. Oggi l’azienda comunicherà i risultati del terzo trimestre di un anno che, secon-
Milano la migliore in Europa
Balzo di Cementir e Atlantia
I
n attesa degli indici Pmi manifatturieri
europei (disponibili oggi) e dell’esito
degli stress-test delle banche, le Borse
confermano l’intonazione positiva. Piazza
Affari brilla nell’Eurozona, con il Ftse-Mib
che mette a segno un guadagno dell’1,09%.
Tra i bancari spicca Monte Paschi (+4,16%),
dopo che un report di JP Morgan, diffuso
ieri, ipotizza il superamento del test della
Bce. Rialzi significativi, inoltre, per Atlantia
(+2,84%), e StMicroelectronics (+2,7%),
mentre nel comparto del lusso corrono
Luxottica (+2,47%), alla vigilia della nomina
del nuovo vertice operativo, e Tod’s (+2,15%),
ma perde terreno Yoox (-2,09%). In calo
anche Cnh Industrial (-2%). Nel segmento
Star, infine, balzo di Cementir (+7,26%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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do il consensus degli analisti,
registrerà ricavi di 865 milioni.
A sorpresa, il fatturato degli ultimi tre mesi è stato trainato
dall’Europa (+10%), con picchi
del 20% in Germania e con un
+10% messo a segno in Italia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Più profitti per Sace, ora spinta
sul trade finance
(c.d.c.) Aumentano del 36,5% i sinistri di Sace
colpiti dagli indennizzi alle aziende italiane per
le esportazioni in Iran, dove le sanzioni internazionali hanno determinato crescenti difficoltà
nel rimborso dei prestiti. La società ha chiuso i
primi nove mesi del 2014 con un utile netto di
377,5 milioni di euro (+15,4%), premi lordi a 196,1
milioni (in leggero calo rispetto ai 207,6 del 30
settembre 2013) e sinistri a 278,1 milioni
(+36,5%). Il gruppo assicurativo ha fatto sapere
di aver ampliato il proprio sostegno alla imprese
attraverso un nuovo prodotto, «Trade Finance»,
che consente agli esportatori di proteggersi dai
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“@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯
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!kb‰@˜×“ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ z`Фæ
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!×Î׉˜‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`Êææ
" "‰Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"
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"k“@‰xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ |`zzæ
"k“@‰xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯ æ`¤Êæ
"Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯
r
$ $‰b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`ÐÐp
, ,@˜@‰@~׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`¤Êæ
,@“@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`|ÐÊ
,@“@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`|Ф
,‰@~~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`¤¤p
,‰kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ʙ¤
,‰kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯
r
,‰˜‰˜x@‰˜@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Ð`¤||
,‰¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`ÊФ
,‰Âk‰ G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
¯ ¤æ`Êzæ
,‰Âk‰ G ± ˜X±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
,¯ ™`É|æ
,‰~± /±@×ÅΉ˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ z`ÉÐz
,‰~Â@x‰X‰ b‰ÎÂ‰@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`Õ|¤
,Âk‰Å±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`ՙ|
,Âk“×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Õ|™
,‰“@ ˜b×ÅΉk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤Ð`Êzæ
,Âàœ‰@˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤Ð`Éææ
. .± k !kb‰X‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`ÕÉÐ
.@ÎΉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`z¤p
.
/ !kb‰@~׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
/¯ æ`™zæ
.kXÂb@Ή K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
¯ ¤Õ`z™æ
.k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ zp`Ðææ
.kÎk‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`ʤp
.‰Å@˜@“k˜Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`¤¤™
.ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`ՙ|
/ /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Õ`™ææ
/@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ z`p™z
/@kŠ˜X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ɤÕ
/@x‰ ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤æ`ÊÐæ
/@‰¬k“±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤z`ÕÐæ
/@‰¬k“ ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯
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/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`Êææ
/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ ¤¤`||æ
/@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`pææ
/@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`p™æ
/@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Ð`æ¤æ
/XÂkk˜ /kÂ݉Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
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/k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤
/k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ʙÐ
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`Õzæ
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Ðææ
/kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤¤`™ææ
//±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`əz
/‰˜Îkʼn ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æpæ
/˜@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`|¤æ
/˜@“ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`¤ÊÊ
/~kx‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`ÕzÕ
/ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`¤æz
/Â‰˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`ʙÐ
/¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ™`pææ
/¬@Xk Þ@ÂÂ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯
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/Îkx@˜k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`ÕÉz
/Îkx@˜k ‰Ŭ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯
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/1!‰XkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ z`z¤z
1 1@“N׉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`Ðp|
1@“N׉ ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`|Êp
1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`|zp
1kkX“ 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`p¤z
1kkX“ 1 !kb‰@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ ¤`ææÉ
1kkX“ 1 !kb‰@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`Êæ¤
1kkX“ 1 ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`ÊzÐ
1k˜@‰Š±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤z`Õ|æ
1k˜@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`pz|
1k˜‰˜kÂ~‰@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`z¤æ
1kœkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Êzz
1‰ÅX@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ|Ð
1‰ÅX@‰ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ æ`æææ
1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ ÉÐ`Éææ
1Âk݉ ‰˜±˜b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Õ`pÐæ
1:1 kˆÅ×Ή˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ p`æÊæ
3 3 @˜X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ Ê`Õæz
3˜‰XÂkb‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3
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3˜‰XÂkb‰Î ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3
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3˜‰¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`ÐæÕ
3˜‰¬/@‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ Õ`æ™p
3˜‰¬/@‰ ‰Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ¤p`|ææ
3˜‰¬/@‰ ‰Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ`æÊp
8 8@Å‰@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤Õ`p™æ
8‰@˜‰˜‰ ˜b×ÅΉ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ¤`¤Éz
8‰@˜‰˜‰ @ݝ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ |`ppæ
8‰ÎΝ‰@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ p`pÐæ
9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ Ê`z|æ
; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤z`|Éæ
> >‰~˜@~ 8kΝ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯ z`æ|z
>×XX†‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3
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>×XX†‰ ¤| Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9>3
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La sfida di El-Erian sui prestiti
online
(giu.fer.) Da gestore (di bond) per gli investitori
di tutto il mondo ai prestiti peer-to-peer: per
Mohamed El-Erian, ex Ceo e Co-Cio di Pimco, è
quasi una svolta copernicana, che mette al centro il risparmiatore senza passare attraverso gli
intermediari tradizionali. Secondo il Financial
Times, con 12 milioni di dollari El-Erian sarà il
primo investitore di Payoff, una startup che promette prestiti online in modo più efficiente delle
banche grazie alla scienza comportamentale e a
big data. L’idea dei «prestasoldi diretti» è nata
qualche tempo fa in California e oggi il settore è
dominato da Lending Club e Prosper. Prima di
El-Erian ci hanno già scommesso personaggi come Larry Summers , ex Segretario usa del Tesoro, e John Mack, ex banchiere di Morgan Stanley,
entrambi nel board di Lending Club.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ æ`É|p
Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ ™`ÐÊæ
XÎk ׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
$¯ ¤z`æææ
X¶×k ,Î@N‰‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
,¯ æ`™Êæ
Xœˆ~@“±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
/¯ ¤`æʤ
bˆk¬±‰Âk˜äk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Ð`¤ææ
kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æ¤p
kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`™Éæ
‰£˜ .k˜kÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯
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“N‰k˜Î†kʼnű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|Õz
“¬‰x˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ |`|Êæ
˜‰“@ b‰˜~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ |`¤Õæ
˜Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ p`™ææ
Âk˜@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯
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ÅX¬‰@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/
¯ ¤`pÐp
ÅÎ@b‰ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ z`pÕz
ΐ@˜Î‰@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤p`|zæ
×Ν~‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ z`|™æ
×ΝÅÎÂ@b@ 1ˆ!‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ™`ÊÊæ
×ΝÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ¤|`™Õæ
䉓×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ ¤É`p¤æ
G
/¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ z`p¤æ
@˜X@ k˜kÂ@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õæ`Ðææ
@˜X@ x‰Å K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Ð`ʙæ
@˜X@ ,¬± “‰‰@ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Ê`Фæ
@˜X@ ,¬± /˜b‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ Ð`ÐÊÊ
@˜X ,¬@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ¤¤`™ææ
@˜X ,¬@Âk Þ¤æ ±±±±±±±±±±±±±±±®9,¤æ¯
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@ʼnX˜kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ`¤|æ
@ÅΝ~‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`æÕÕ
‰ÎkX† K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤zÊ`æææ
X@ @‰~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯ æ`晤
X@ @‰~k  ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
..¯ ¤`¤Ðæ
X@ ‰˜˜@Î K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|Ð|
X@ ˜Îk“N‰‰@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ð`|pæ
X@ ,¬±ÎÂ׉@ k @䉝 K±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`z|É
X@ ,¬±!‰@˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,!¯ æ`ʤz
X@ ,¬±/¬kΝ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,$¯
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X@ ,x‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.$¯ æ`ÐÕÐ
X kʼnˆÂ‰@˜ä@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`z|æ
X kʼnˆÂ‰@˜ä@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õ`ÕÉp
X /@˜Î@˜bk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"1¯ Ê`™|æ
X /@Âbk~˜@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.,¯ ¤æ`p¤æ
kk 1k@“ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|™æ
k~†k‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|æ|
k˜‰ /Î@N‰‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"/¯ æ`z|Ð
kÅÎ 3˜‰˜ ± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤`™ææ
‰@kÎΉ ˜b×ÅΉk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|zÐ
‰@˜X@“@˜ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
!¯ æ`z|æ
‰kÅÅk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`||z
‰kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`ÕzÐ
k @Âα ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ ¤™`æææ
ä˜‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>¯ Õ`Épæ
˜±kÂÂ@Âkʼn±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õp`zææ
Â~Åkʼn@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`pÐæ
Â~Åkʼn@ ˜X±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$.¯ æ`pÊæ
Âk“N K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õz`|™æ
‰ÅX†‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ æ`æ™z
Âטk ×X‰˜k‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ ¤Ê`Õzæ
×ää‰ 3˜‰Xk“ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3¯ ¤æ`pÕæ
×ää‰ 3˜‰Xk“ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3.¯ Ê`|ææ
@b Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ Ð`ÉÐæ
@‰Â ““± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ z`æ™æ
@kxx‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ ¤`|æ|
@Î@~‰Â˜k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
1¯ ¤`pÉæ
@Î@~‰Â˜k b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`™pæ
@“¬@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
,.¯ z`||æ
@¬k ‰Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`Õzæ
@ÂÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
..¯ ¤`É|Ê
@Î͐‰X@ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
//¯ ¤Õ`ÐÉæ
k 1†kÂ@¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
1
¯ ¤`pʙ
k“NÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
!¯ ¤æ`¤Éæ
k“k˜Î‰Â K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
!¯ |`ÊÊÊ
k˜Î± @ÎÎk 1Â‰˜ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
1¯ Õ`™É|
kÂ@“± .‰XX†kÎΉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
¯ æ`ÕÊz
kÂÝkb±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.8¯ |`|pæ
±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`æ|æ
±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`ÕzÐ
‰XXk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`ÕÊÉ
‰Â±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯ æ`pÐÊ
@ÅÅ b‰ÎÂ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ æ`Ф™
" ˜b×ÅΉ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
"¯ Ê`¤Ðz
x‰bk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
$¯ æ`Ðpz
~k“k /kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
$¯
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˜@x‰ ,ÂkÅΉΝÁ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
",¯ æ`Õz™
Âkb± ÂΉ~‰@˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯
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Âkb± “‰‰@˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
¯ Ê`Ðpæ
Âkb± 8@Îk‰˜kÅk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
8¯ æ`p¤Ð
ÂkŬ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
.¯
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Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®
/,¯ ¤`|Éz
Á“‰X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`ÐÉæ
Á“‰X ¤Ê Þ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/¤Ê¯ æ`æÉæ
@b@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`ÉÕÊ
@“‰@˜‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ ¤`ÕÉæ
@˜‰k‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ¤p`pzæ
@˜‰k‰ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ ¤|`|Ðæ
@Î@~‰X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ p`Épz
kÁ˜~†‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤z`¤™æ
k@ @¬‰Î@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`|Ðp
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44
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
45
Cultura
& Spettacoli
Scozia
Barrie, rinasce il parco
del papà di Peter Pan
La villa georgiana dove l’autore
inglese J.M. Barrie (nella foto)
giocava da bambino e che ha
ispirato il suo classico Peter Pan
diventerà il primo centro per la
letteratura per l’infanzia della
Scozia. Con la casa di Wendy,
l’osservatorio dei pirati, il
coccodrillo e gli altri protagonisti
del romanzo sul bambino che
non vuole crescere. In settimana,
annuncia il «Guardian», è
prevista l’approvazione del
progetto di un moderno
Neverland (da finire nel 2017),
nella villa Moat Brae, a Dumfries,
Scozia sud-occidentale. Barrie,
che era nato a Kirriemuir, nei
pressi di Dundee, nel 1860 (è
morto a Londra nel 1937),
descriveva i cinque anni
trascorsi alla Dumfries Academy
come uno dei periodi più felici
della sua vita.
Anteprima Esce oggi per Sellerio il saggio di Pier Luigi Vercesi
di Marzio Breda
N
el 1917 Giuseppe Prezzolini descrisse la tragedia di Caporetto
con la parabola «dei
furbi e dei fessi», ripresa negli
anni di piombo da Alberto Cavallari in uno straordinario
«fondo» di Natale per il «Corriere della Sera». La tesi era
che l’identità italiana è divisa
tra due categorie. Ci sono i furbi, che «comandano, arricchiscono, sbagliano, perdono e
mandano allo sbaraglio» gli altri. Cioè i fessi, che «lavorano,
obbediscono, accettano tutto,
lottano e sanno persino morire
per la Patria». Lo si è visto appunto nella tragedia di Caporetto (e infinite altre volte), che
fu prodotta dai furbi e pagata
dai fessi. I quali poi riuscirono
comunque a vincere regalando
ai furbi la gloria di Vittorio Veneto.
Uno schema binario per tanti aspetti analogo è proposto
da Pier Luigi Vercesi in una storia d’Italia costruita su una
controstoria del nostro giornalismo: Ne ammazza più la penna (Sellerio). Mille memorie
incrociate che illuminano di
una luce inedita la parabola tra
il 1815 e il 1945. Vi sono classificati due prototipi di giornalisti, e perciò di italiani: il Gian
Burrasca e il Pinocchio. Il primo, ideato da Luigi Bertelli,
alias Vamba, redattore del
«Giornalino della Domenica»,
è d’indole gaglioffa, un bugiardo patologico, un aspirante rivoluzionario che come Lenin e
Mussolini «ha sempre ragione» ed è destinato a diventare
legionario fiumano, ardito, ras
del fascio e oggi sarebbe forse
un «un kamikaze pronto a
mandare il mondo in malora».
Invece il burattino concepito
da Carlo Lorenzini, in arte Collodi, nelle stanze della «Nazione», è una creatura ingenua e
buona, che se mente lo fa pentendosene già mentre il naso
gli si allunga e che quando cerca l’albero degli zecchini d’oro
vorrebbe arricchire più il suo
«povero babbino» che se stesso.
Una dissociazione che si
può dire antropologica, con rari slittamenti a vantaggio dei
Gian Burrasca e Pinocchio
Gli italiani in prima pagina
1815-1945: il Paese attraverso i suoi giornalisti
fessi/pinocchi. E che, se si sfoglia l’album di famiglia della
nostra stampa, si dimostra
un’utile chiave di lettura per
capire chi siamo. Vercesi —
che dirige «Sette», il magazine
del «Corriere», coltivando la
passione per l’approfondimento storico — tenta quindi anche, e anzi soprattutto, la narrazione di un carattere nazionale. Incardinata su un inventario di fatti e su alcune «verità
del momento», come Bernardo Valli ha sintetizzato i frammenti che restano negli archivi
dei cronisti, testimoni del tempo presente più che sacerdoti
di verità assolute.
Quello ricomposto nel saggio, con una penetrante cifra
stilistica e con dissacratorie
ma affettuose ironie per i colleghi del passato, è un secolo e
mezzo in cui si alternano stagioni grandiose e terribili. Le
Sopra, Giuseppe
Prezzolini
(1882-1982)
fu lui a dividere
per primo
gli italiani
in «furbi» e
«fessi», una tesi
ripresa
da Alberto
Cavallari e ora
rielaborata
da Pier Luigi
Vercesi
battaglie e le lotte per la libertà
e i valori democratici sono cadenzate da conflitti e bagni di
sangue. A ogni rinascimento
seguono drammatiche decadenze. Le conquiste sociali
vengono svuotate dalle smanie
totalitarie. Nella cultura, gli
scatti delle avanguardie arrancano nella palude dei conformisti. Così, il protogiornalismo di Carlo Porta, Silvio Pellico o Cristina Trivulzio Belgiojoso riflette un’idea
dell’Italia in bilico, che fermenta nei moti mazziniani,
con uno sfondo tra bohème e
scapigliatura. Certo, molte risonanze sentimentali irrigano
ed enfatizzano il sogno patriottico. Ma l’adesione alla
causa italiana è tutta razionale,
dentro ci sono messaggi forti
che affascinano l’Europa.
Dopo l’epopea dei Mille, che
schiera al seguito di Garibaldi
pattuglie di cronisti (tra cui
Dumas e parecchi corrispondenti stranieri), nasce un Paese che ha bisogno d’essere raccontato. Esattamente il compito dei giornali, 50 solo a Napoli
negli ultimi decenni dell’Ottocento. Quando si afferma il
giornalismo moderno, con Abba e De Amicis fuoriclasse dei
reportage e mentre appaiono
inedite analisi politiche e pezzi
giudiziari e di colore, l’Italietta
s’indigna per la sua prima — di
tante che verranno — questione morale: lo scandalo della
Banca Romana. Non basta: a ri-
Terra da raccontare
Dumas al seguito
di Garibaldi, addirittura
50 testate a Napoli
alla fine dell’Ottocento
prova di come i poteri forti abbiano l’ossessione di narcotizzare l’opinione pubblica comprando il consenso e riducendo a una subalternità
obbediente il quarto potere,
poco più tardi si scopre che diversi giornalisti sono a libro
paga di Giolitti. Nessuno stupore, però. Pure la corruzione,
al pari dell’intermittente contagio delle ipocrisie politiche,
è virale.
La parentesi delle guerre coloniali e la Prima guerra mondiale, con l’Italia che diventa
belligerante anche su spinta
dei «gazzettieri» e in cui si ufficializza la censura e si vara la
formula dei reporter embedded, segnano la genesi del
giornalismo come lo conosciamo ora. Meno attardato nei
vecchi canoni letterari e più
strettamente professionale. Si
apre la caccia agli scoop, ci si
danna per non prendere «buchi». Luigi Albertini crea al
Corriere perfino «l’inviato speciale aereo», Vittorio Beonio
Brocchieri, e spedisce Luigi
Barzini, la star assoluta, in ogni
angolo del mondo. Lo sforzo,
con d’Annunzio che incita dalla prima pagina le truppe in
trincea, impenna le vendite fino a un milione di copie.
Ma ormai si entra nel pieno
Novecento, quello delle catene
ideologiche che impone Mussolini nelle vesti di «caporedattore d’Italia», come lo qualifica Vercesi, ricordandone la
«fedina giornalistica». Il duce
conosce i trucchi del mestiere
e li perfeziona con una propaganda rinforzata con il manganello degli squadristi. E, com’era fatale, lo Strapaese si lascia ipnotizzare dai suoi raptus
retorici dal balcone (in realtà
un balconcino profondo 30-40
centimetri) di piazza Venezia.
Giganteggiano, fino a Salò e oltre, figure che fanno opinione
sui media e si combattono su
versanti opposti: da Gobetti a
Matteotti, da Maccari a Longanesi, a tanti altri, anche geniali. Non diremo che i primi due
erano «fessi», ma si sa che fine
hanno fatto prima di far vincere la Resistenza. Da morti.
Mentre altri, pentiti veri e no,
si sono curati di cancellare le
tracce.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il libro
In alto, la
copertina di
Ne ammazza
più la penna.
Storie d’Italia
vissute nelle
redazioni dei
giornali. È il
saggio di Pier
Luigi Vercesi
che esce oggi
da Sellerio,
(pagine 384,
18).
Pier Luigi
Vercesi (foto
sopra) è
direttore di
«Sette», il
news
magazine del
«Corriere», e
insegna
Giornalismo e
media
all’Università di
Parma. Ha
scritto Dal
nostro inviato
speciale 18151945
(Valentina
editore 2005) e
L’Italia in prima
pagina
(Brioschi 2008)
Sopra a sinistra,
Fortunato
Depero, Fulmine
compositore,
1926
Al lupo! L’America s’indebolisce e l’Europa resta immobile
Il giurista Weiler segnala i pericoli dell’attuale situazione geopolitica sul numero in uscita del «Mulino»
di Antonio Carioti
D
al 1945 in poi, soprattutto in
Europa, ha dominato il comune sentire «che l’America fosse il garante di una qualche
forma di stabilità, con mezzi pacifici o bellicosi, che ha reso il mondo, in una sorta di equilibrio, un
posto più sicuro». Ma oggi la situazione sta cambiando, la «Pax americana» è visibilmente al tramonto. E l’Unione Europea non appare
affatto attrezzata a quella che potrebbe configurarsi come un’autentica emergenza. Sembra addirittura riemergere una deleteria
forma di «sonnambulismo», analoga a quella da cui le classi diri-
genti europee dimostrarono di essere affette, secondo lo storico
Christopher Clark, un secolo fa, allo scoppio della Prima guerra
mondiale.
Non è un allarme di scarso rilievo quello che Joseph H.H. Weiler,
presidente dell’Istituto universitario europeo di Firenze, lancia nel
suo articolo che appare sul nuovo
numero della rivista «Il Mulino»,
diretta da Michele Salvati, in libreria da domani. Il giurista americano non esita a scrivere che il suo è
una sorta di grido «Al lupo!», perché la situazione gli appare davvero inquietante.
Il punto di partenza dell’analisi
di Weiler è la perdita di peso specifica che gli Stati Uniti stanno su-
bendo sul piano internazionale.
Non siamo di fronte a un moto isolazionista: anzi Washington mostra di volersi impegnare come in
passato per garantire la sicurezza e
il libero scambio nella sua zona
d’influenza. Ma i risultati non sono
all’altezza dello sforzo, sia per una
diminuita funzionalità della politica interna americana, paralizzata
da una crescente polarizzazione
tra destra e sinistra, sia per il logoramento di alcuni dei fattori militari, economici e culturali che cementavano l’egemonia degli Usa. Il
risultato è un «declino dell’autorevolezza globale americana», che
rischia di rendere il mondo ingovernabile e di avvicinare il rischio
che qualcuno voglia spingere trop-
La rivista
La copertina
del nuovo
numero del
«Mulino», che
contiene
l’intervento di
Weiler. La
rivista, diretta
da Michele
Salvati, esce in
libreria domani
po oltre la sfida alla superpotenza
anglosassone in difficoltà, con esiti che potrebbero essere di portata
incalcolabile.
Per l’Europa, aggiunge Weiler,
sarebbe il momento di «seriamente riconsiderare la propria concezione delle sue responsabilità globali». Ma purtroppo non vi è alcun
sentore che questo possa accadere
a breve scadenza, in particolare nel
campo della difesa. Anzi: «Siamo
nella situazione paradossale — osserva il giurista — in cui, militarmente, l’Europa intera è più piccola della somma delle sue parti». Infatti Paesi come Francia e Gran
Bretagna prendono a volte iniziative che l’Unione in quanto tale non
sarebbe mai in grado di assumere
con la medesima risolutezza. E del
resto il crescente scontento dei cittadini verso le istituzioni comunitarie, testimoniato dai risultati
delle recenti elezioni per il Parlamento di Strasburgo, rende tutto
più difficile.
Non tira certo aria di nuovi e risolutivi passi verso l’integrazione
politica europea, specie nel momento in cui si manifesta «un dualismo Nord/Sud che mai si era visto con tinte tanto fosche». Ma il
resto del mondo manda segnali
poco rassicuranti. E in simili circostanze, avverte Weiler, «l’immobilismo rischia di essere un lusso
non più sostenibile».
@A_Carioti
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46
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
Addii
CULTURA
Con la scomparsa di Alberto
Varvaro (Palermo 1934), la
ricerca linguistica e filologica
europea perde uno dei suoi più
importanti studiosi. Socio
dell’Accademia dei Lincei e
dell’Accademia della Crusca,
membro di prestigiose società
scientifiche, Varvaro aveva
insegnato per molti anni
Alberto Varvaro:
la filologia romanza
come vocazione
di Nuccio Ordine
Strategie editoriali
Patto Ibs-Telekom:
l’ereader «tolino»
per sfidare Amazon
Segna
libro
Tolino
2° trim 2013
20
30
Amazon
40
60
da diversi decenni e che, in
parte, aveva già anticipato. Gli
amici, i colleghi e i suoi numerosi
allievi lo saluteranno nel
pomeriggio di oggi , alle ore
16.30, nella Chiesa di San Pietro
Martire a Napoli. Un’altra
cerimonia è prevista domani a
Palermo.
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Alla Biennale tanti futuri e tanti temi
«Sembrano rovine, ma sono fratture»
L’
Altri
80
48
100
22
3° trim 2013
37
43
20
4° trim 2013
38
42
20
1° trim 2014
40
45
15
2° trim 2014
38
47
IL CONFRONTO
Il giro d’affari in 1,1 miliardi
Italia
37 milioni
2005 era vissuto in Inghilterra,
approfittando della ricchezza
delle biblioteche di Cambridge
per continuare a coltivare i suoi
interessi per la filologia
romanza. Siciliano di nascita,
aveva recentemente pubblicato,
in due volumi, il Vocabolario
storico-etimologico del siciliano,
una grande opera a cui lavorava
di Stefano Bucci
Il mercato tedesco
0
Re cattolici, Letterature romanze
del Medioevo), di linguistica e
semiologia (La parola nel tempo:
lingua, società e storia,
Linguistica romanza: corso
introduttivo), di critica testuale e
di teoria della letteratura, i lavori
di Varvaro sono stati sempre
apprezzati per il rigore scientifico
e per la chiarezza espositiva. Nel
Per il primo curatore africano anche il «Capitale» di Marx letto in pubblico
di Alessia Rastelli
Dati in %
nell’Università «Federico II» di
Napoli, occupandosi di autori e
di epoche diverse. Dalle edizioni
di testi (le Liriche di Rigaut de
Berbezilh, ma anche le Opere
teatrali in dialetto di Luigi
Pirandello) ai saggi di letteratura
medievale (La narrativa francese
alla metà del XII secolo, La
letteratura spagnola: dal Cid ai
47
Germania
15
Libri
Ebook
4,2 miliardi
163 milioni
Fonti: Messaggerie italiane, Deutsche Telekom
CdS
T
anti pesci piccoli che inseguono uno
squalo. Con questa immagine Ibs.it, la
libreria online del Gruppo Messaggerie, e Deutsche Telekom, il gigante
tedesco delle telecomunicazioni, lanciano
anche in Italia la «sfida europea» al protagonismo di Amazon (accusata solo pochi giorni fa
dal Nobel per l’Economia Paul Krugman di
«avere troppo potere»). Ibs.it ha infatti annunciato ieri il suo ingresso nell’«alleanza tolino».
Ovvero, un progetto per la lettura digitale nato
nel marzo 2013 in Germania per mano di Deutsche Telekom e delle principali catene librarie tedesche, arrivando in meno di due anni a
una quota del 40% del mercato ebook (Amazon non supera il 47) ed espandendosi in Austria, Svizzera, Belgio e, presto, in Olanda.
L’operazione tolino — il nome, in minuscolo, non ha un significato particolare, precisano i partner della Germania — ruota intorno a
una serie di ereader (i dispositivi per leggere i
titoli digitali) prodotti da Deutsche Telekom e
in vendita nelle librerie tedesche, non solo
online ma anche fisiche. Con il risultato che
«la disponibilità di ereader nei negozi ha finito per stimolare pure la vendita dei libri cartacei» testimonia Klaus Renkl, responsabile
dello sviluppo di tolino. All’alleanza si è aggiunto di recente il grande distributore tedesco Libri GmbH, che diffonderà l’ereader nella
rete delle librerie indipendenti tedesche.
Lo schema sarà lo stesso in Italia, dove a
metà novembre arriveranno i due modelli
tolino shine ( 99) e tolino vision2 ( 149, tra
le peculiarità, la resistenza all’acqua e la possibilità di girare pagina toccando il retro). I due
ereader, basati su un sistema aperto, consentiranno di accedere a 100 mila ebook del catalogo Ibs e, dal 2015, a 1,6 milioni di titoli inglesi
e tedeschi, così come di aggiungere libri acquistati da altri store. Entrambi i dispositivi
saranno in vendita sul sito e nelle librerie fisiche Ibs.it e, dopo Natale, nei negozi Libraccio,
dello stesso Gruppo Messaggerie.
L’auspicio successivo, spiega l’amministratore delegato Alberto Ottieri è, sul modello di
Libri GmbH, di diventare «punto di riferimento per le librerie indipendenti italiane». Che
potranno rivolgersi a Messaggerie per dotarsi
di un loro catalogo digitale e degli ereader
tolino, «ricevendo una percentuale per ogni
ereader ed ebook venduto» aggiunge Mauro
Zerbini, amministratore delegato di Ibs.it.
Una scommessa che valorizza le librerie,
dopo che già Amazon in Italia vende il Kindle
nei negozi Giunti (oltre alla Hoepli di Milano)
e l’azienda canadese Kobo nelle librerie Feltrinelli e inMondadori. La nuova alleanza è una
«buona notizia», commenta Gino Roncaglia,
docente di Informatica umanistica all’Università della Tuscia. «Per le librerie, ma anche
perché stimola la concorrenza. La nuova sfida
potrebbe giocarsi sul fronte del software, introducendo ad esempio negli ereader nuovi
servizi per la lettura condivisa».
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«Sembrava
davvero un morto
vivente!». È quello
che dell’anziano
protagonista di
Amici pensano i
tre giovanissimi
comprimari del
«romanzo per
ragazzi» di
Yumoto Kazumi,
55 anni, autrice
affermata non
solo in patria. I tre
prima identificano
il vecchio come un
bersaglio dei loro
scherzi cattivi, poi
troveranno in lui
un amico, quasi
un educatore,
forse un maestro.
E noi entriamo nel
mondo
tormentato
dell’infanzia e
dell’adolescenza
nipponiche (a
cura di Daniela
Guarino,
Asiasphere,
pp. 190, 14).
C’è Hiroshima,
sempre. Ma il 9
agosto 1945, tre
giorni dopo la
prima atomica
mai sganciata su
bersagli umani,
una seconda
cadde a Urakami,
presso Nagasaki,
una tragedia che
spesso passa
come in secondo
piano. Takashi
Paolo Nagai
(1908-1951),
medico cattolico,
sopravvisse a ciò
che apparve
subito come
«qualche cosa di
formidabile». Si
prodigò per i
superstiti e scrisse
un diario. Eccolo:
Le campane di
Nagasaki
(traduzione di
Maria Pia Miège,
Luni Editrice,
pp. 137, 16).
a cura di
Marco
Del Corona
arte e la storia nel tempo della crisi: la
56esima edizione della Biennale di Venezia,
presentata ufficialmente ieri
dal presidente Paolo Baratta
con il curatore Okwui Enwezor,
propone «una nuova valutazione della relazione tra l’arte e gli
artisti nell’attuale stato delle
cose». Prendendo come simbolo l’Angelus Novus dipinto
da Paul Klee nel 1920, almeno
nell’interpretazione che di
quell’opera aveva dato il filosofo e critico Walter Benjamin:
«La figura ritta e animata dallo
sguardo sconvolto che sta al
centro della tela — ha spiega
Enzewor — è l’angelo della storia ai cui piedi si accumulano,
sempre più alte, le macerie della distruzione della moderna».
Quella che si svolgerà dal 9
maggio al 22 novembre 2015 ai
Giardini e all’Arsenale (preview 6, 7 e 8 maggio) non vuole essere un’edizione «al nero»
(una novantina i Paesi attesi).
A cominciare dal titolo: All the
World’s Futures che sembra
decisamente improntato a una
visione «al positivo». Questa,
almeno la volontà del critico e
curatore Okwui Enwezor, nato
in Nigeria nel 1963 (ma trasferitosi giovanissimo negli Usa),
direttore della Haus der Kunst
di Monaco di Baviera dal 2011,
di documenta 11 di Kassel e
della VII Biennale di Gwangjiu.
Che piuttosto che di macerie
preferisce parlare di fratture,
«le stesse fratture che oggi ci
circondano e che abbondano
in ogni angolo del mondo ma
che hanno prodotto anche
nuovi e affascinanti spunti per
artisti, scrittori, cineasti, performer, compositori, musici-
A Venezia
Il nigeriano
Okwui Enwezor
(51 anni),
curatore della
56ª Biennale di
Venezia, con il
presidente
Paolo Baratta,
74 (foto di
Giorgio
Zucchiatti)
sti». D’altra parte «non è la prima volta — ha chiarito Baratta
— che una Biennale ha davanti
a sé un mondo fatto di insicurezze e turbolenze, ma non è
neppure la prima volta che una
Biennale reagisce con entusiasmo e energia vitale ad una realtà decisamente complessa».
Non ci sarà stavolta un tema
unico «onnicomprensivo»,
piuttosto una serie di filtri che,
appunto, aiuteranno a comprendere «l’attuale stato delle
cose» mentre al fianco del curatore ci dovranno essere anche «gli attivisti, il pubblico, gli
artisti e i partecipanti di ogni
Dal 9 maggio al 22
novembre ospiti 90
Paesi. Opere, eventi e
performance
esploreranno il
concetto di giardino
Arte
Marmo, pigmenti e spaesamento
Fabio Viale vince il Premio Cairo
«L’
Fabio Viale (39
anni) ha vinto il
15° «Premio
Cairo» con
l’opera Suprema
in marmo e
pigmenti
artista ha colto il consenso della
giuria in quanto la sua opera, oltre
ad avere una composizione
formale compiuta, utilizza uno dei materiali
simbolo della tradizione dell’arte italiana,
mettendo però in atto un forte spaesamento
percettivo che coinvolge e stimola l’empatia
dell’osservatore». Questa la motivazione con
cui Fabio Viale (Cuneo, 1975) si è aggiudicato,
con l’opera Suprema in marmo bianco e
pigmenti, il 15° «Premio Cairo» assegnato ieri
al Palazzo della Permanente di Milano (per la
prima volta per il vincitore è stato previsto
anche un premio in denaro di 25 mila euro).
La giuria presieduta da Luca Beatrice ha scelto
Viale tra i 20 giovani under 40, selezionati
dalla redazione dalla rivista «Arte». A partire
da domani e fino al 26 ottobre le opere dei
finalisti saranno esposte al pubblico alla
Permanente di Milano (ingresso gratuito,
dalle 10 alle 20). Fabio Viale si aggiunge ai
vincitori delle precedenti edizioni: Luca
Pignatelli, Bernardo Siciliano, Federico Guida,
Matteo Bergamasco, Andrea Chiesi, Valentina
D’Amaro, Chris Gilmour, Fausto Gilberti, Alice
Cattaneo, Pietro Ruffo, Masbedo, Giovanni
Ozzola, Loredana Di Lillo, Laura Pugno (c.br.).
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genere che dovranno ridare vita ogni giorno al progetto». Tra
i filtri proposti da Enwezor per
la Biennale (definita come un
«Parlamento di forme») compare persino Das Kapital di
Marx («Il capitale è il grande
dramma della nostra epoca, un
dramma che incombe su ogni
sfera della nostra esistenza, suscitando sempre l’interesse di
filosofi e artisti»), al centro di
un programma bibliografico
imponente concepito per il Padiglione Centrale. Un programma che occuperà i sette mesi
della Biennale («dal primo
istante all’ultimo secondo»)
che si aprirà con una lettura dal
vivo dei quattro libri di Das Kapital e che gradualmente si
amplierà con recital di canti da
lavoro, libretti, letture di copioni, assemblee, proiezioni.
Altro elemento essenziale di
questa Biennale (53 i Paesi finora annunciati) sembra essere quello della performance
che si ritrova in un altro filtro
che si propone di «esplorare i
cambiamenti globale, leggendo i Giardini, con il suo malridotto insieme di padiglioni,
come il sito ultimo di un mondo disordinato, di conflitti nazionali e di deformazioni territoriali e geopolitiche». Dove gli
artisti saranno invitati a elaborare proposte partendo «dal
concetto di giardino».
E ancora performance propone Vitalità, «manifestazione che trasforma gli spazi della
Biennale in uno evento in progress», con opere che esistono
già e con contributi realizzati
per questa edizione. L’obbiettivo di Enwezor? «Costringere lo
spettatore a partecipare in prima persona perché l’occhio
“espanso” dell’artista certo vede di più, ma anche noi, dobbiamo desiderare di vedere di
più, oltre i confini della stessa
arte».
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
SPETTACOLI
Il caso
Due a zero per gli animali. Dopo il maialino costato l’iscrizione nel
registro degli indagati a Luciana Littizzetto, c’è il gufo reale diventato
un problema penale per Flavio Insinna (foto). L’attrice usò il
«porcellum» per parlare della legge elettorale nel programma cult di
Rai3 Che tempo che fa. Il conduttore di Fatti tuoi, invece, ha piazzato il
rapace sotto i riflettori di Raiuno. Risultato: lei è, appunto, già
inquisita dopo la querela presentata da Animalisti Italiani. Lui
probabilmente lo sarà presto e per lo stesso reato, maltrattamento di
animali, ipotizzato dalla Lav anche nel caso del gufo.
«Il maialino era visibilmente terrorizzato, tremava ed è rimasto
Dal maialino al gufo:
scattano le denunce
per gli animali in tv
immobile per tutto il tempo. Forse narcotizzato? Drogato?» si
chiedono gli attivisti che lo hanno difeso che vorrebbero tanto
«sapere che fine ha fatto». Il gufo è stato «incatenato, ridotto a
oggetto, privato delle sue primarie necessità etologiche, sottoposto a
innaturali e potenti luci e rumori nella trasmissione» fanno notare gli
animalisti che se la prendono con la trasmissione di Raiuno.
Per dirla con Walter Caporale, il presidente di Animalisti italiani:
«Almeno fermarsi a riflettere. Almeno scusarsi in trasmissione dopo
aver ricevuto la querela....».
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Spensierati
Una scena di
«Fino a qui tutto
bene» di Roan
Johnson. Il film
racconta l’ultimo
weekend
insieme di
cinque ex
studenti che per
tanti anni hanno
condiviso
la stessa casa
«Fino a qui tutto bene»
Cinque ex studenti
e la crisi vissuta
con autoironia
(senza arrendersi)
La formula, pochi divi, il mercato
«Il Festival di Roma è a un bivio»
Tozzi (Anica): «Serve un Palazzo del cinema». Verdone: «Puntare sui giovani»
I due film più applauditi,
Still Alice con Julianne Moore e
L’amore bugiardo-Gone Girl
con Ben Affleck, al Festival del
Film di Roma sono passati quasi sotto silenzio: nessuno è andato a presentarli. Il pubblico
c’è: mancano i film. Lunedì
l’appuntamento di cartello era
un documentario sugli Spandau Ballet. In nove anni, dopo
una partenza bruciante, il Festival ha perso il suo capitale
mediatico e finanziario: il budget nel tempo è sceso da 17 milioni a 5 milioni 600 mila euro.
Come correggere il tiro? Il
presidente dell’Anica Riccardo
Tozzi dice che «l’unica ragione
per cui abbiamo sostenuto come industria il Festival è che
volevamo creare un grande
mercato italiano, come fu il Mifed a Milano. Un’impresa impossibile, se non si ha un Palazzo del cinema, come succede a
Cannes e a Berlino, in zone piene di alberghi. Se non si può
avere uno spazio permanente,
ROMA
ricavandolo dalle ex caserme in
via Guido Reni, è meglio chiuderlo questo Festival, saranno
soldi buttati». Ma soldi il Comune non ne ha più... «Il Comune dovrebbe soltanto rimuovere gli ostacoli burocratici che impediscono agli imprenditori di investire».
A Carlo Verdone giriamo il
problema irrisolto delle date, il
Festival a Roma si svolge nemmeno due mesi dopo quelli di
Venezia e Toronto: «Mettiamo
che un grande produttore Usa
abbia tre opzioni di un film
nello stesso periodo. Roma è la
terza. Una volta che le altre due
rassegne si sono prese tutti i
film migliori, vieni strangolato.
Se ci dobbiamo accontentare di
un filmato sugli Spandau Ballet, che non sono i Led Zeppelin, c’è qualcosa che non torna».
E poi Roma, secondo lui, dovrebbe avere una fisionomia
diversa. Verdone fa due ipotesi:
«O ci si concentra sulle opere
Le origini
● Il Festival
internazionale
del film di
Roma è stato
ideato nel
2005 dall’allora
sindaco Walter
Veltroni
● Quest’anno
è l’ultimo da
contratto del
direttore Marco
Müller (foto), in
forza dal 2012.
E già si cerca
il successore
prime e seconde, ovvero sui
giovani, cercando una strada
diversa da Torino, oppure si fa
un Festival dedicato alla commedia, ma con uno sguardo in
tutto il mondo, come si sorride
in India o in Australia. Scrivere
una buona commedia è molto
difficile, oggi tutti vogliono fare i registi e nessuno pensa alla
sceneggiatura».
Per Giampaolo Letta di Medusa «è il momento di vedere
ciò che ha funzionato e ciò che
non ha funzionato». Per esempio, si è parlato di radicamento
territoriale: «Ma andare in periferia è difficile»; il Festival è
condizionato dall’abbraccio
soffocante della politica, più
della metà dei soldi vengono
da Comune e Regione, e ogni
sindaco dice una cosa diversa:
«La politica è vitale, se gestita
in modo corretto, non si può
preparare un cartellone in
quattro mesi perché non c’è
certezza dei finanziamenti. Ma
è un Festival nato grazie alla
politica, per iniziativa di due
politici, Veltroni e Bettini». Letta, dopo nove anni non è ancora chiaro se farne una festa popolare o un Festival autoriale:
«Ecco, l’importante è definire
una vera identità. Poi certo bisogna stare attenti alle guerre
interne: la sezione Extra, penso
agli incontri con De Niro, la
Streep, Malick, non è stata
emarginata dai politici. In ogni
caso la risposta del pubblico
dice che questa rassegna ha ancora enormi potenzialità».
Roberto Cicutto è presidente
di Istituto Luce-Cinecittà:
«Questa manifestazione ha il
peccato originale di essere stata voluta dai politici. Io toglierei il Festival dalla Fondazione
Cinema per Roma per metterlo
sotto l’ombrello del ministero
dello Sviluppo Economico,
senza rispondere al sindaco di
turno. Solo così si internazionalizza il made in Italy».
Valerio Cappelli
❞
Occorre
definire
una vera
identità,
scegliere
se farne
una festa
popolare
o un evento
riservato
agli autori
Letta
(Medusa)
Il peccato
originale
della
rassegna
è quello
di essere
stata voluta
dai politici
Affidiamola
al ministero
economico
Cicutto
(Istituto Luce)
Editoriale dell’agenzia Sir: «Cantare la canzone di Madonna è un’operazione spericolata»
L
Voce
Suor Cristina
(27 anni, che
ha scelto di farsi
chiamare sister
Cristina), in un
momento del
video, remake di
«Like a Virgin»,
contenuto
nel suo album
di debutto
betta». I dubbi che la vocazione
artistica della religiosa non
c’entri con la scelta dei brani
per il suo debutto discografico
non sono velati: «Lo sfruttamento del binomio diavolo/
acqua santa ha sempre presa
sul pubblico, ma nemmeno
agli americani di Sister Act sarebbe venuta in mente una simile mossa del cavallo».
Poi, l’affondo: «Il dubbio
dell’uso strumentale della suora sorge spontaneo dopo i non
brillanti risultati in termini di
vendite e di pubblico (su YouTube il video è arrivato a 1 milione di visualizzazioni, ndr.)
post vittoria tv. Chi avrebbe
parlato di lei se non avesse can-
tato proprio una canzone di
Madonna?». Non esattamente
un in bocca al lupo. E nemmeno un tentativo di coprire quella che, secondo l’agenzia, sarebbe appunto «l’operazione
commerciale più spericolata
nel panorama musicale recente». L’insinuazione che sia stata una scelta «quantomeno furbetta», viene invece motivata
così: «Lo dimostrano la scelta
Dal 3 novembre
La nuova Tv2000: «Una rete non bigotta e per tutti»
Una tv «in uscita», «non bigotta» e che
piaccia anche ai non credenti. Sarà
questa la nuova Tv2000, la rete dei
vescovi, in onda dal 3 novembre. Con la
benedizione di monsignor Nunzio
Galantino, segretario generale della
Cei, che ha parlato di «svolta» per il
ROMA «Dedicato a chi continua
a remare». Ovvero «ai giovani
che anziché lamentarsi per la
crisi non si arrendono». E,
anzi, rilanciano. Risate e
applausi hanno accolto al
Roma Film Festival le
proiezioni di Fino a qui tutto
bene del quarantenne Roan
Johnson passato in Prospettiva
Italia. Il racconto dell’ultimo
weekend di cinque ex studenti
che per anni hanno diviso
casa, amicizie, amori, sogni e
ambizioni. E anche «lavandini
otturati, spese del telefono, file
al bagno al mattino».
Tutto è nato, racconta il regista
de I primi della lista, «dal
progetto di un doc che ci aveva
chiesto l’università di Pisa
sugli studenti. Intervistandone
molti ci ha colpito il dato
comune: l’autoironia dei
racconti e la volontà di non
lasciarsi andare alla deriva».
È nata così l’idea di farne un
film, una commedia
interpretata da giovani attori
— Alessio Vassallo, Silvia
D’Amico, Melissa Anna
Bartolini, Paolo Cioni,
Guglielmo Favilla, con la
partecipazione di Isabella
Ragonese — che arriverà nelle
sale il 29 gennaio dell’anno
prossimo distribuita da
Microcinema. Un ideale
prequel del fortunato Smetto
quando voglio di Sidney Sibilia
che fissa quel momento in cui
ancora tutto sembra possibile.
«Una bolla che ti fa sentire
protetto, per alcuni il
momento più bello della vita».
Girato lo scorso agosto in una
Pisa deserta («Strade sgombre
e silenziose») con gli attori che
dormivano nella stessa casa
delle riprese, indossavano i
loro vestiti, una troupe che ci
ha messo anima e cuore.
«Anziché proporlo a un
produttore e sentirci dire
“bello ma non ci sono soldi”,
abbiamo preferito fare quello
che abbiamo imparato da
questi ragazzi. È finita la
benzina? Remiamo noi».
Stefania Ulivi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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I vescovi contestano «Like a Virgin» di suor Cristina
a frase preferita di suor
Cristina a The Voice, per
spiegare come mai un’orsolina si ritrovasse a cantare in
un talent show, era: «Ho un
dono, ve lo dono». Sembra che
i vescovi, questo dono, avrebbero preferito non riceverlo. Di
certo non il suo ultimo, ovvero
il suo primo disco (in uscita l’11
novembre) che contiene diversi remake tra cui Like a Virgin,
di Madonna.
Non dovrebbe sorprendere
che il Sir, l’agenzia di stampa
dei vescovi italiani, non abbia
gradito l’omaggio. In un editoriale, quella di suor Cristina è
stata definita «un’operazione
commerciale spericolata e fur-
49
canale, il direttore Paolo Ruffini (che
ha voluto come direttore creativo l’ex
Iena Alessandro Sortino) ha elencato i
nuovi appuntamenti che cambieranno
il palinsesto. «La nostra — ha detto —
è una piccola fabbrica artigiana. Vuole
essere una tv di qualità, per tutti».
di girare il video nella stessa location dell’originale, l’internazionalizzazione del nome (sister Cristina invece di suor Cristina) e la scelta del brano. Chi,
meglio di una suora che ha vinto un talent con un tutor fuori
dagli schemi come J-Ax, poteva
prestarsi a reinterpretare Like a
virgin?».
Parole pesanti, che non lasciano spiragli nemmeno alla
presunta «buona fede»: «E ora
ci si viene a dire che si può cantarla rendendola “qualcosa di
più simile a una preghiera laica
che a un brano pop”. Beata ingenuità». Insomma, non c’è la
benedizione dei vescovi. Anzi.
«Suor Cristina — chiude l’editoriale —, sfidando la sorte, si è
autolanciata l’hashtag #sonoserena. Noi lo siamo un po’ meno per il suo futuro. Di cantante pop, s’intende».
Chiara Maffioletti
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50
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
SPETTACOLI
In platea
7 giorni sul palco
di Claudia Provvedini
Ricci/Forte
Barlumi d’amore
Darling Il segno di Artaud, il rock
dei Led Zeppelin per una Orestea
contemporanea (foto a destra):
la tragedia eschilea si riversa
in «un container dove
immagazzinare simboli e sensi
che riesplodono». Coprodotta da
CSS, RomaEuropa, Bobigny
(24, 25; Palamostre di Udine)
Il lavoro di vivere Trent’anni di
coppia, forti di scontri e pietà. La
ferocia di Hanoch Levin, la regia
di Andrée Ruth Shammah,
l’intuito di Carlo Cecchi con
Fulvia Carotenuto e Massimo
Loreto, una scena-casa per gli
spettatori (in scena fino al
21/12, Franco Parenti, Milano)
TEATRO E MUSICA
Eschenbach e la Filarmonica
«Coup fatal» del coreografo belga
Virtuosa la Suite
su Michelangelo
Brahms è opaco
Canti afro e arie barocche
Platel sa colpire al cuore
di Franco Cordelli
C
di Enrico Girardi
L’
ultimo concerto della stagione 2013-14
dell’Orchestra Filarmonica lascia in dote
alla platea scaligera una cosa bella e una
non brutta ma, peggio, noiosa. La cosa bella è
l’esecuzione della Suite su versi di Michelangelo
Buonarroti, opera tarda del catalogo di Sciostakovic che si nutre della magnificenza della
poesia che la ispira, pagina che vanta il senso di
distacco e di asciugata essenzialità dei lavori di
congedo. Molto meglio di varie Sinfonie del musicista sovietico.
Richiede una voce scura e un ampio organico
orchestrale. La vocalità non deve essere operistica ma nemmeno liederistica. Deve avere una certa robustezza. Perciò sulla carta Matthias Goerne
non lo si direbbe l’interprete ideale. Ma vanta
una tale musicalità, il baritono di Weimar, che
nulla gli è precluso. Offre una prova tanto appassionata quanto controllata. Asciutta e proprio
perciò estremamente comunicativa. Bravo poi
Christoph Eschenbach (nella foto), ospite ormai
pressoché regolare alla Filarmonica, a dipanare
il filo del virtuosismo orchestrale salvaguardando gli equilibri sonori del caso.
Se c’è un autore che in assenza di idee interpretative «forti», diventa noioso, questi è
Brahms. La Seconda che dirige Eschenbach dice
poco. Si tratta di esecuzione concertata piuttosto
bene, ordinata. I tempi sono fin troppo rilassati
rispetto al corpo sonoro che il direttore chiede
all’orchestra, salvo improvvise accensioni di velocità e dinamica sui secondi temi dei movimenti in forma-sonata. Il risultato è di una Seconda
che scivola via. Il pubblico applaude ma non
sembra strapparsi i capelli.
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Suite su versi di Michelangelo Buonarroti e Brahms
Sul podio Christoph Eschenbach
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6,5
ome non amare Coup
fatal di Alain Platel in
scena all’Argentina
per RomaEuropa e a
Modena per Vie?
Alain Platel? È sicuro che così si
debba dire? No, non proprio
così. Coup fatal nasce in altro
modo che dalla pura mente di
un regista. Tutto viene dall’apparizione a Salisburgo nel 2006
del contro-tenore congolese
Serge Kakudji, l’anima irradiante dello spettacolo.
Kakudji restò in Europa per
studiare canto lirico e quattro
anni dopo portò a Kinshasa la
musica barocca. Invece che
un’orchestra tradizionale egli
selezionò musicisti africani
(rumba o jazz) e si cominciarono ad arrangiare arie barocche
sotto la guida di un altro congolese, Rodriguez Vangama,
che di suo suona la chitarra
elettrica.
Più tardi entra in scena il
compositore belga Fabrizio
Cassol, maestro nel fondere tra
loro linguaggi diversi, e si ottiene quel miracolo musicale che
è Coup fatal, in cui i difficili
passaggi dalle tonalità africane
a quelle barocche avvengono
senza che nessuno se ne accorga: in continuazione si scivola
da un continente all’altro, da
un tempo a un altro tempo.
D’altra parte, e torniamo a
Alain Platel, ciò cui assistono
gli spettatori di Coup fatal è
uno spettacolo, non un concerto, e subito si capisce quel titolo, si capisce quell’aggettivo.
Cosa è «fatale» se non, in modo specifico, l’incontro tra i
vecchi avversari, congolesi e
belgi, neri e bianchi, ora uniti
in un’esplosione di allegria, di
danza, di colore, di suono?
Che cosa è fatale se non il
colpo al cuore che ne riceviamo noi spettatori? Di questo incontro c’è un momento mera-
viglioso, l’ho captato mentre finiva. Ero seduto in prima fila,
due ballerini erano scesi in platea, continuavo a guardare il
palcoscenico, in ritardo mi sono accorto che là dietro si consumava un tradimento, i due
ragazzi avevano invitato due ragazze e ballavano alle mie spalle. Ma se questo fu il culmine di
senso, quanto stavamo vedendo era solo gioia: mai in quei
A piedi nudi
Un momento
dello
spettacolo
«Coup fatal»
del coreografo
belga Alain
Platel (55 anni)
tredici musicisti, e ballerini, e
cantanti, si sarebbe potuto cogliere una briciola di avarizia, il
dono di sé si percepiva con il
nostro corpo, di noi che eravamo lì seduti, e che potevamo rispondere solo ritmando con le
mani.
Kakudji cantava fino a strapparci l’anima, in quel suo modo
tutto nuovo per noi, l’ouverture
dell’Orfeo di Monteverdi, e ci
avrebbe salutato, dopo quasi
due ore, con il «Lascia ch’io
pianga» del Rinaldo di Händel.
Ma che dire di quella Nina Simone e di quel ragazzo che sul
likembe ripeteva le note iniziali
della Suite n.1 di Bach? Che dire, di quella scenografia, fatta
di tende costruite con bossoli
di pallottole vuote? E di quelle
canottiere smaglianti e di quella sartoria fantastica, tutta rossa, verde, azzurra, di nuovo
bianca, immacolata?
Aveva ragione Savinio quando diceva che l’uomo civile,
l’uomo maturo, si è liberato
della forza e della lotta, della fede e della meta, dei significati e
dell’espressione. L’uomo maturo è l’uomo leggero e chi più
leggero, diceva, dell’uomo bruno? Egli è tanto più leggero dell’uomo biondo: «Gli angeli dovrebbero essere negri, se l’angelo è l’uomo leggero come
l’uccello, che vive nel canto e
nella danza».
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Coup fatal
regia di Alain Platel
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La performer al Festival di Modena
Liddell esplora il disordine dei sentimenti
di Magda Poli
U
n grande spazio scenico
vuoto e come fondale una
ricostruzione della facciata del
Palazzo dei Dogi. È la sanguigna Venezia di Angélica Liddell, poetessa, regista, attrice,
performer catalana, in You are
my destiny (al Festival Vie a
Modena) ispirato a Lo stupro di
Lucrezia, poema di Shakespeare, e al gusto visionario del regista sovietico Paradžanov.
Liddell lancia uno sguardo
su Lucrezia e Tarquinio, lei stu-
Catalana
Angélica Liddell
(48 anni),
performer e
autrice catalana
prata dal re e suicida per estrema protesta e per senso dell’onore; ma non è tanto questo
che alla coreografa interessa
rappresentare, quanto mostrare la forza di un sentimento devastante che sembra proseguire al di là della morte.
Tra uomini nudi impegnati
in sforzi fisici, e una Lucrezia
che mostra la sua fragilità nuda
e vessata, Liddell sempre in
scena partecipa e guida lungo
una ritualità immersa in una
religiosità avvolgente e ingombrante. Tutto è materia, corpo e
sangue, in un teatro che è stato
definito «anti-narrativo», ma
che forse narra per squarci i
moti convulsi dello spirito. Con
un’espressività visionaria, onirica, che si complica, si contrae
e si distende in reiterazioni ossessive, spasmodiche, anche se
qualcosa, tra tempi dilatati,
azioni quasi di servizio, e una
inventiva non sempre felice,
sembra non trovare la giusta
via emozionale e narrativa.
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You are my destiny
regia di Angélica Liddell
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DISCHI
Classica Sonate per pianoforte
Pop Il tramonto dell’Occidente Jazz Juice
Soul Sings The Great Diva...
Barenboim con Schubert La crisi secondo Venuti I ritmi ballabili di Scofield Aretha scivola sulle cover
E
sce in un cofanetto Deutsche Grammophon
di cinque cd la prima incisione mai compiuta da Daniel Barenboim delle «Sonate per pianoforte» di Schubert. Non è una integrale nel senso
che mancano le Sonate che il musicista viennese
lasciò in stato incompleto o frammentario ma lo
è perché vi sono tutte e 11 quelle che completò.
In ogni caso si tratta di un percorso meraviglioso nel mondo schubertiano, dove la materia
anela alla soggettività del romantico ma finisce
col ritrovarsi in una struttura classica. Ed è proprio la compresenza di tali coordinate poetiche,
unita alla qualità dei fraseggi e alla straripante
musicalità dell’interprete, che rende questa incisione un avvenimento discografico tra i più ragguardevoli degli ultimi tempi. (E. Gir.)
M
ario Venuti si apre all’impegno politico-sociale cavalcando l’onda lunga della crisi con
l’album «Il tramonto dell’Occidente». Disco pessimista, ma aperto alla speranza, scritto assieme
a Bianconi dei Baustelle e Kaballà. Venuti fa cantare anche Battiato, Alice e Giusy Ferreri, fra atmosfere siciliane, echi arabeggianti e sonorità
anni Ottanta.
«Il tramonto» è un’invettiva contro «le liste
elettorali piene di nomi di maiali»; «Ite missa
est» sbeffeggia i professionisti dell’Apocalisse;
«Ventre della città» è un affresco pasoliniano
sulle periferie degradate; «Tutto appare» è invece una metafora sullo spread; «Ciao American
Dream» canta un’umanità tra slot machine e il
denaro. (Mario Luzzatto Fegiz)
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9
G
ià nel 1998 la chitarra di John Scofield si era
unita al trio «post-funk» Medeski, Martin e
Wood (nel disco «A Go Go»); in questo nuovo
«Juice», uscito per la Okeh, la ditta è diventata
un quartetto senza leader, con il nome del tastierista John Medeski per primo, seguito da Scofield, Billy Martin (percussioni) e Chris Wood
(basso).
È Martin a meritare per una volta l’attenzione
maggiore, con un armamentario di strumenti
che dà vita a ritmi sempre ballabili ma con un
occhio alle avventure sonore; qua e là lo affianca
l’altro percussionista Pedrito Martinez. Benché
molti brani ripercorrano la storia del soul-pop,
c’è poca operazione nostalgia e molto blues, grazie all’eccellente «Sco». (Claudio Sessa)
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8
C
i sono patrimoni musicali che andrebbero
tutelati. Affidare ad Aretha Franklin una serie di cover di successi al femminile («Sings the
Great Diva Classics») non ci dice nulla di nuovo
sulla voce della regina del soul. Se non che, a 72
anni, c’è qualche graffio che in passato non c’era
e che un progetto senza visione (nella scelta dei
brani e nei suoni) non fa che evidenziare.
«Nothing Compares 2 U» che Prince scrisse
per Sinead O’ Connor prende un inedito e interessante taglio jazz grazie ad André 3000. Aretha
dà la sua lettura di «Rolling in the Deep» di Adele: bene, ma non schiaccia l’originale. C’era poi
bisogno di una ennesima versione di «At Last»
di Etta James, con l’aggravante di un arrangiamento così piatto? (Andrea Laffranchi)
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6,5
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
SPETTACOLI
51
Da Le mille e una notte
Imparare a vedere
Santa Cecilia
Cambiare fa male
Jazz Festival
Favole di Shéhérazade oggi
Teatro del Carretto le ambienta
in una boscaglia, nel bagagliaio
di un’auto, dietro porte segrete
intersecando miti con orrori
della cronaca (foto a destra).
Regia Maria Grazia Cipriani,
scene e costumi Graziano
Gregori (24-26, del Giglio, Lucca)
Alla luce Di Michele Santeramo.
Quattro ciechi, due coniugi e due
fratelli, giocano a carte, chi vince
vede anche il proprio buio. Regia
di Roberto Bacci, attori del
Laboratorio tra cui Luisa Pasello.
Poi i giapponesi Mum&Gipsy su
giovani ricordi di un delitto
(dal 23, Teatro Era, Pontedera)
Pappano/Kissin Direttore e
pianista aprono la stagione con
Orchestra, Coro e Voci bianche
dell’Accademia in Musorgskij
Una notte sul monte Calvo;
Rachmaninoff Concerto per
piano n.2; R. Strauss Sinfonia
delle Alpi (dal 25, Auditorium
Parco della Musica, Roma)
Il giardino dei ciliegi Nella
commedia di Cechov, i nobili
della famiglia di Liubov’, in difesa
del passato, rinviano
l’imminente discesa nella scala
gerarchica sociale. «Sordi,
ansiosi, depressi» per il regista
Benedetto Sicca
(dal 23, Filodrammatici, Milano)
Hiromi La pianista giapponese
in funamboliche rivisitazioni e
composizioni originali,
anteprima di Bologna Jazz
Festival che poi propone l’1 Dee
Dee Bridgewater, il 4 il concerto
di Bill Frisell (il 28, Comunale
Claudio Abbado, Ferrara)
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CINEMA
Guardiani della...
Incubo fantasy
tra effetti speciali
e tanto humor
L’
avventuriero Peter ruba
una magica sfera, inseguito dal malvagio Ronan ma si allea con tipi poco raccomandabili, i Guardiani della galassia:
un procione armato, una verde
signora, un umanoide a forma
di albero e un vendicatore, come un gruppo di arte varia.
Incubo fantasy (inizia con la
morte della madre e vecchio disco soul: sarà tutto sogno?) per
questo fumetto Marvel del ’69
di Drake e Colan, di alto gradimento. Molto citato Star Wars,
come The Avengers, la sostanza
è quella, solo miscelata con
fantasia e invenzioni (a livello
minorenne), decantando la
materia. Due ore piene di effetti speciali (alto budget) corretti
con humour, una miscela colorata, tridimensionale, caleidoscopica di ogni possibile epidermica sensazione dove trovano spazio molti generi di cinema d’azione nel trionfo del
Buffo. (m. po.)
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7
Box Office
1
N
E fuori nevica!
di Vincenzo
Salemme
con Giorgio
Panariello
The Judge
Il sale della terra
Due Robert in tribunale
per un processo agli affetti
Salgado, le foto
e quell’incontro
con Wenders
U
di Maurizio Porro
1.413.650
2
N
3
G
Il giovane
favoloso
di Mario
Martone con
Elio Germano e
Valerio Binasco
1.107.606
The Equalizer
-Il vendicatore
di Antoine
Fuqua con
Denzel
Washington
657.715
IN DISCESA
IN SALITA
NOVITÀ
STABILE
G
A
N
=
F
ilm di mattatori, di scene
madri e padri, di tragedia
quasi greca ambientata
nell’Indiana e con due star che
possono scambiarsi le iniziali
sulla camicia: R. D. Il primo,
Robert Downey jr, è un cinico
avvocato di successo, abituato
a manovrare destini altrui, che
torna a casa per la morte della
madre ma si trova anche a dover difendere il vecchio dispotico e odiato padre dalla accusa
di omicidio (è lui il secondo R.
D., il grande Robert Duvall).
Più che un legal thriller alla
Grisham, The Judge è un court
movie, un film che contiene un
processo, in cui fa capolino
tutta la drammaturgia di Miller, O’Neill e molto Tennessee
Williams, e pure i libri di Thomas Wolfe e Il buio oltre la siepe della Lee, sui contrasti familiari (in casa due fratelli, uno
psicolabile) radice di cultura
americana, eterna rivalità di un
asciuttissimo melò tra un se-
Insieme
Da sinistra,
Robert Downey
Jr. (49 anni) e
Robert Duvall
(83 anni),
protagonisti di
«The Judge»,
legal-drama
diretto da
David Dobkin
nior malato e junior. La domanda se il vecchio giudice abbia davvero investito un uomo
già oggetto di giudizio passa in
secondo ordine.
In realtà la sentenza che arriva dopo 141’ riguarda il bilancio
affettivo di famiglia e la rilettura del passato di un uomo di
successo ma perdente nel privato, vedi la poco utile parentesi sentimentale con Vera Farmiga. Dobkin, regista ilare di
Due single a nozze, cambia re-
gistro e imbocca una via più
classica.
Downey mira all’Oscar con
classe e misura, ma Duvall è un
leone, istrione silenzioso che
uccide e viviseziona con lo
sguardo esprimendo disagi
esistenziali. E poi un altro avvocato eccezionale, Billy Bob
Thornton, che fa grande un
piccolo ruolo.
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7
n documento, più che un
documentario, bellissimo,
firmato da Wenders e da Sebastião Salgado, il più grande fotografo sociale e antropologo
vivente e pensante, un LéviStrauss con la Leica. Di una biografia eccezionalmente avventurosa, vari giri del mondo per
evitare dittature e aiutare Uomo e Natura, il regista tedesco
discretamente riprende la forza morale e con questa acqueta
anche la sua crisi démi mistica
con immagini fantastiche in
bianco e nero.
Ricordi, memorie della Serra
Pelada, miniera d’oro a cielo
aperto in foresta brasiliana,
l’orso polare in mar Artico, una
Tuareg cieca, un cadavere disidratato, incontri con popoli
primitivi e la fazenda Salgado
dove la coppia rimbosca 800
aridi ettari. Un eccezionale incontro tra foto e cinema, uno
sguardo morale ma non illusorio sul mondo. (m. po.)
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NON CI FERMIAMO MAI:
IL FUTURO VOGLIAMO SCRIVERLO,
NON LEGGERLO.
Non fermarsi mai, anche quando sembra che non ci sia
più niente da raggiungere. È questo il DNA di Citizen:
avere una visione e realizzare il futuro attraverso una volontà
ed una evoluzione tecnologica che non hanno uguali.
Chi possiede un orologio Citizen lo sa.
Guardare oltre, cercare sempre, fermarsi mai.
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PRECISIONE ASSOLUTA
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PREZIOSO E INSCALFIBILE
L’orologio riceve, con trasmissione via onde
radio, il segnale generato da un orologio
atomico: la sua precisione ha una tolleranza
di 1 sec. ogni 10 milioni di anni.
Basta una minima esposizione alla luce
naturale o artificiale per accumulare
una grande quantità di energia e garantire
il funzionamento dell’orologio, senza pila.
Protegge l’orologio grazie alla particolare
compattezza della sua composizione chimica
e ne esalta l’estetica con una trasparenza
assoluta.
8
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
52
Eventi
Bracco
«Così si valorizza
il talento italiano
nel fare innovazione»
La mostra Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e
l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale è
realizzata da Genus Bononiae, Fondazione Carisbo
e Museo Villa Giulia con l’Università di Bologna, il
Museo civico archeologico, la Soprintendenza per i
beni archeologici dell’Emilia Romagna e Cineca. Da
domani al 22 febbraio 2015, tutti i giorni ore 1019 (giovedì fino alle 22). Biglietto: 10 euro. Info:
genusbononiae.it. La mostra ha il sostegno di
Mandarin Capital partners e Fondazione Bracco. A
tal proposito la presidente della Fondazione, Diana
Bracco sottolinea: «Molti i motivi che ci hanno
spinto a sostenere l’iniziativa come main sponsor.
Oltre al focus sul rapporto tra arte e tecnologia,
ci sono la collaborazione tra eccellenze italiane, la
condivisione di conoscenze a livello internazionale,
il coinvolgimento di musei e istituti di ricerca.
Un progetto in cui oltre alla valorizzazione del
patrimonio artistico italiano, è esaltata la capacità
tutta italiana di produrre innovazione tecnologica»
L’appuntamento Bologna, che come Felsina fu al centro dell’Etruria del Nord
Italia, dedica una mostra a una civiltà che ha sviluppato una raffinata arte
sepolcrale. Ecco perché quel passato è meno misterioso di quanto si pensi
di Eva Cantarella
L
a parola che un tempo tornava più spesso
quando si parlava
della civiltà etrusca
era «misteriosa». A
contribuire a questa
fama stava, in primo luogo, il
problema delle sue origini: chi
era, da dove veniva quel popolo
stanziato nel II millennio a.C.
nell’attuale Toscana? Per Erodoto si trattava di genti venute dall’Asia minore, mentre secondo
Dionigi di Alicarnasso erano
una popolazione indigena.
Ma la dottrina moderna ha risolto il mistero: la civiltà etrusca
(la cui la lingua, registrata in
una scrittura simile al greco, è
da tempo decifrata) nacque dalla fusione tra correnti migratorie anatoliche e popolazioni indigene prelatine. A livello popolare, poi, torna spesso l’idea, alimentata dalla gran quantità dei
monumenti sepolcrali lasciati
dagli etruschi, di un misterioso
rapporto di questi con la morte.
Ma la spiegazione di questa
abbondanza è semplice: le tombe erano costruire con materiali
più nobili e dunque meno deperibili di quelli usati per le case di abitazione, che quindi sono andate perdute. Quella che
può sembrare una singolare attrazione per l’aldilà (popolato di
demoni non diversamente da
quello dei greci e dei romani) è
solo la conseguenza del modo
in cui gli etruschi concepivano
la vita oltre la morte: per loro,
infatti, era una vita assolutamente identica a quella terrena,
con la sola differenza che era
eterna. Nelle tombe dunque
nulla di quello che il defunto
GLI SPIRITI
DI UN POPOLO
ETRUSCHI, LA VITA «NORMALE» DELL’ALDILÀ
E SUI DIRITTI CIVILI ARRIVARONO PER PRIMI
La saggista
Eva Cantarella
ha insegnato
Diritto romano
e Diritto greco
all’Università
di Milano
ed è global
professor
alla New York
University Law
School. Per
Feltrinelli, tra
l’altro, è autrice
del recente
«Perfino
Catone
scriveva
ricette». Nella
foto di Giorgio
Benvenuti a
destra: una
stele etrusca
frammentaria
aveva avuto e di cui aveva avuto
bisogno in vita doveva mancare:
dalle suppellettili agli oggetti di
uso quotidiano, dagli abiti ai segni del potere. Insomma, l’ideologia funeraria degli etruschi
era tutt’altro che inquietante. In
definitiva, non è il mistero quello su cui val la pena riflettere,
ma qualcosa di più importante:
è il problema dei possibili influssi della loro cultura su quella della vicina Roma — sulla
quale, sul finire dell’età regia
dominarono ben tre re etruschi.
Cominciamo, dal campo del
diritto criminale: un’antichissima legge voleva che il colpevole
di perduellio (alto tradimento)
venisse sospeso con una corda a
un arbor infelix (albero infelice)
e fustigato a morte. Ebbene, al
di là del fatto che la distinzione
tra alberi felici e infelici (di buono e di cattivo auspicio), era
etrusca, come scrive Cicerone
questa legge venne introdotta
dal re etrusco Tarquinio il Superbo. Passiamo alle pratiche
sociali: anche i giochi gladiatori
erano stati importati dall’Etruria, dove venivano praticati du-
rante i funerali in onore del defunto. Ma quel che più interessa
è vedere se e come la cultura
etrusca agì sulle strutture fondamentali della civitas romana
e in particolare sulla famiglia,
che i romani consideravano il
fondamento della stabilità dello
Stato. Per ragionare su questo
tema, bisogna ricordare che originariamente, sia in Grecia sia a
Roma, le donne erano totalmente subordinate ai maschi
della famiglia, e che in Grecia la
situazione rimase praticamente
immutata fino all’età ellenistica. A Roma, invece, verso la fine
della repubblica, le donne nel
campo del diritto privato avevano raggiunto una quasi totale
parificazione con i diritti maschili. È lecito pensare che alla
base di questo fenomeno stia
l’influsso del mondo etrusco,
dove le donne godevano di ben
altra libertà e ben altri diritti?
Sia ben chiaro. Non si intende, con questo, riesumare la te-
Vasi, sculture e ologrammi
Come si ricostruisce la storia
di Andrea Rinaldi
ome negli scritti di Tito Livio, dove Felsina, l’antico nome di Bologna, si era guadagnata il rango di insediamento più importante tra i 12 che costituivano la confederazione etrusca della pianura Padana. Come
allora, il capoluogo emiliano torna al centro dell’Etruria del Nord Italia con una mostra che, nei
temi e nell’allestimento vuol segnare uno spartiacque nel tradizionale racconto del passato.
Fino al 22 febbraio, infatti, Palazzo Pepoli-Museo della Storia di Bologna sarà il teatro di Il
viaggio oltre la vita. Gli etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale, un allestimento dove i
reperti, alcuni dei quali provenienti dal museo
di Villa Giulia di Roma, dialogheranno con musica, design e soluzioni di avanzata tecnologia.
«Abbiamo sempre ritenuto che il multimediale
fosse importante per integrare quello che viene
fatto con le parole e le immagini, cioè per sposarsi con il tradizionale, con il libro, con la lettura, anche se non può essere esclusivo», argo-
menta Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, il circuito dei musei a cui fa capo
Palazzo Pepoli.
Realizzata da Genus Bononiae, Fondazione
Carisbo e Museo Villa Giulia, l’esposizione presenterà reperti per la prima volta fuori dal museo romano come alcune ceramiche figurate,
due sculture in pietra da Vulci e Cerveteri, vasi
attici da tombe etrusche come il Cratere di
Euphronios, trafugato e poi restituito all’Italia
dagli Stati Uniti e la trasposizione della Tomba
della Nave di Tarquinia, le cui pareti sono state
rimontate su pannelli così da ricreare nelle sale
del Palazzo l’ambiente sepolcrale viterbese. Ci
saranno anche tre stele felsinee figurate, due di
più antico rinvenimento e una di più recente
Il presidente di Genus Bononiae
Roversi Monaco: «Oggi l’elemento
multimediale è molto importante
per integrare quello che viene fatto
con le parole e con le immagini»
oria da tempo ampiamente superata del cosiddetto matriarcato etrusco, né quella, indimostrata, che parla della sua
matrilinearità (trasmissione del
nome e del patrimonio in linea
femminile). Ma questo non toglie che le donne etrusche, a
differenza di quelle romane,
fossero parte attiva della vita sociale: ad esempio, partecipavano ai banchetti stando sdraiate
e non sedute, come le romane,
che tra l’altro erano ammesse
solo alla prima parte della cena,
quando non si beveva vino.
Erano «coltivate», godevano
di autonomia patrimoniale; disponevano liberamente dei loro
beni. È possibile che il progressivo riconoscimento di diritti
alle romane (in particolare,
quello di ereditare il patrimonio paterno insieme e al pari dei
fratelli, cosa mai concessa alle
ateniesi) fu conseguenza dell’influsso etrusco? Difficile provarlo ma l’ipotesi è più che plausibile. A ben vedere, gli etruschi
ci sono molto meno estranei di
quanto siamo soliti pensare.
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● La civiltà
etrusca, che
fiorì nel II
millennio a.C.
all’incirca
nell’attuale
Toscana, era
nata dalla
fusione di
correnti
migratorie
anatoliche e
popolazioni
indigene
prelatine. Tre
dei re di Roma,
va ricordato,
sono stati
etruschi
● Gli etruschi
hanno lasciato
una grande
quantità di
monumenti
sepolcrali:
per loro, la vita
nell’aldilà
era del tutto
identica
a quella terrena
e dunque
il defunto
doveva avere
con sé tutto
quello di cui
aveva avuto
bisogno
● Importante
sarebbe stato
l’influsso degli
etruschi nel
diritto romano,
specie nelle
norme più
paritarie sulle
donne: dalla
possibilità di
disporre dei
beni fino alle
regole della
partecipazione
attiva alla vita
sociale
Cartoons
Un frammento
del cartone
animato in 3D
sulla storia
degli Etruschi
che ha come
protagonista
Ati, ricostruita
filologicamente
Accanto ai reperti, il sarcofago degli Sposi virtuale
C
Dettagli
scoperta, tutte e tre importantissime per la ricostruzione dell’immaginario funerario della città
e per la rappresentazione del viaggio del defunto
verso l’aldilà. Ma c’è un’altra ricostruzione, questa virtuale. È l’installazione, firmata dal regista
Giosuè Boetto Cohen e realizzata dal Cineca, che
riproduce il famoso Sarcofago degli Sposi, simbolo della civiltà etrusca e di cui esistono solo
due esemplari, uno appunto a Villa Giulia e uno
al Louvre. Nella Sala della Cultura di Palazzo Pepoli, dove si potrà assistere allo spettacolo a
gruppi di 30 persone, 21 proiettori illustreranno
la storia degli antichi villanoviani su tre pareti,
giocando quindi su uno schermo di 38 metri per
12, mentre in una teca al centro comparirà l’olo-
gramma del Sarcofago a grandezza naturale e in
ogni suo dettaglio. Lo spettacolo è in 4 atti e dura 11 minuti, scandito dalle musiche di Marco
Robino, già al lavoro con Peter Greenaway, e di
un quintetto d’archi (il musicista suonerà oggi
all’inaugurazione). «Tutti i musei hanno il problema di comunicare con un pubblico oggi che
non parla più la loro lingua colta. Chi vuole consegnare qualcosa deve farlo con mezzi nuovi. Ecco la nostra sfida», osserva Boetto Cohen a proposito di questa narrazione innovativa.
Tant’è che oltre al progetto del Sarcofago, il regista ha curato anche un film per illustrare il legame tra Etruria del Sud e quella del Nord. Boetto Cohen già nel 2011, per conto di Genus Bononiae, aveva realizzato un corto 3d sulla Bologna
villanoviana, in cui a dar voce al piccolo etrusco
Apa era stato Lucio Dalla. Adesso invece il testimone passa a Sabrina Ferilli, che farà parlare
una donna etrusca in «Ati alla scoperta di Veio».
Il corto verrà proiettato all’interno della mostra e
rimarrà nella collezione permanente di Villa
Giulia.
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Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
EVENTI
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l’«app»
Eventi
Da sinistra: il Cratere
dell’Aurora, urna di corredo
funerario; il Cavaliere
sull’ippocampo di Vulci,
allegoria del viaggio; la Stele A,
rinvenuta a Bologna e infine
il Cratere di Eufronio, rinvenuto
a Cerveteri. Tutti i reperti
risalgono al V secolo a.C.
Eventi
53
Informazione,
approfondimenti, gallery
fotografiche e la mappa
degli appuntamenti più
importanti in Italia.
È disponibile sull’App Store
di Apple la nuova
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«Corriere della Sera Eventi».
È gratis per 7 giorni.
Il grande affresco
Il viaggio nel tumulo
di un antico nocchiero
La mostra «Il viaggio oltre la
vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra
capolavori e realtà virtuale»
propone anche una visita
all’interno di una vera tomba
etrusca. Nella foto, ecco la
Tomba della Nave, una tomba
dipinta di Tarquinia, le cui
pareti affrescate sono state
«strappate» dalla camera
originaria e rimontate in
appositi pannelli in maniera
tale da ricostruire interamente
l’ambiente tombale all’interno
del Museo della Storia di
Bologna. Il tumulo risale alla
metà del V secolo a.C. e prende
il nome dalla grande nave
da carico dipinta all’inizio
della parete di sinistra. Forse
indicava la professione del
defunto. Nei pressi della poppa
c’è una coppia di remi che fa
da timone e sulla sommità di
uno degli alberi c’è una coffa
per avvistamento. Sulla parete
di destra è illustrata una scena
del banchetto. La tomba è
stata scoperta nel 1927 presso
la Necropoli di Monterozzi
(Tarquinia, vicino a Viterbo).
(Foto: Giorgio Benvenuti)
● Il commento
Musei web e social
Italia ancora indietro
di Francesca Bonazzoli
C
onservatorismo, atteggiamento
elitario, impreparazione dei dirigenti,
assenza di spirito innovativo e
imprenditoriale, carenza di energia
propositiva. Sono questi i motivi per cui i
musei italiani sono vergognosamente
indietro nello sfruttamento del web. Le
possibilità per cambiare la situazione senza
troppa spesa e senza grandi rivoluzioni ci
sono. È la mentalità che manca. Se alla
mostra di Bologna lo spettacolo digitale del
Sarcofago degli Sposi è stato accolto con
entusiasmo dai responsabili del museo, a
Milano una mostra multimediale su
Leonardo che ha avuto grande successo di
pubblico, è stata snobbata dai «leonardologi
istituzionali» proprio perché racconta il
genio da Vinci con video interattivi. Con
l’Expo alle porte, la maggior parte dei nostri
musei si presenta ancora attraverso siti
statici, scarsa interazione via Facebook e
Twitter e senza la versione inglese. Un
nativo digitale sa che il vecchio refrain della
mancanza di fondi non tiene: per fare un bel
sito bastano 5 mila euro e per tenerlo attivo
basterebbero alcuni delle migliaia di giovani
creativi a spasso. Il sito svegliamuseo.com,
«nato per svegliare i musei italiani online
sfruttando il potere del web», racconta come
a Madrid il museo del Romanticismo sia
rinato grazie alla presenza su tutti i social.
La Tate di Londra ha redatto The Digital
Strategy 2013-2015 sull’uso degli strumenti
digitali. Noi siamo indietro di almeno cinque
anni anche se qualche buona iniziativa si
comincia a vedere. L’Associazione Amici
dell’Arte Moderna a Valle Giulia e la GNAM
di Roma hanno lanciato #Selfiedautore, un
hashtag che serve a diffondere il patrimonio
culturale. È la strada giusta. Senza arrivare
al video capolavoro fatto per la riapertura
del Rijksmuseum (si trova su youtube e ha
oltre 5 milioni di visualizzazioni), ci si può
promuovere anche solo con un osso, come
hanno fatto a Francoforte (lo si può vedere
qui: youtube.com/watch?v=irXBtk2sEYE).
Centinaia di giovani videomaker sono
disponibili nel nostro Paese a basso costo.
Coinvolgiamoli!
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il racconto
di Mariangela Cerrino
I
l sole era al tramonto, e
la facciata del Tempio
della Dea Uni ne assorbiva lo splendore. Non era
mai stato tanto magnifico. Il suo riflesso si stemperava nella vasca colma di acqua purificatrice, appena al di
fuori del recinto interno, ma
era distorto dal vento che ne increspava la superficie, e i colori
erano confusi. Xestes evitò di
soffermarsi sulle immagini
mutevoli che si creavano: potevano portargli presagi infausti.
Xestes si voltò, perplesso, a
guardarlo. Pyrgi, la bella cittàporto di Xaire, era traboccante
di vita, di suoni, di marinai e di
mercanti indaffarati. Lui riusciva a distinguere le vele ripiegate delle holkades alla fonda,
cullate dalle onde, ma le banchine gli apparivano deserte, e
il ricco quartiere appena oltre
giaceva nell’oscurità. Perché i
servi tardavano ad accendere i
lumi? Perché le innumerevoli
locande non avevano dinanzi
alle soglie le torce e i bracieri
accesi? Eppure c’era una musica... un suonatore di doppio
flauto, nascosto, era così abile
che la melodia si espandeva in
ogni dove. Tuttavia era inconsueta e toccando toni ora acuti
ora gravi si ripeteva, sempre
uguale, trascinando la mente
in una sorta d’incantamento.
Xestes rabbrividì. Perché era
lì, sul finire del giorno? Lui era
di Tarchna e Pyrgi non era la
sua città, così come non lo era
Xaire. La sua famiglia era imparentata con i Tarquini e lui ricopriva una carica importante.
Ma provava un senso di smarrimento, pensandoci. Qual era la
sua funzione nella sua città?
Non riusciva a ricordarlo. Tutto
quello che sapeva era che aveva
compiuto le sue dieci settima-
E Lariza riaccolse Xestes sulla tomba
«Così staremo per sempre insieme»
ne di sette anni ciascuna e che,
come insegnava la Disciplina di
Tagete, il legame con gli Dei
creato al momento della sua
nascita si era dissolto. Forse
per questo gli era così difficile
ricordare?
Poi la vide. Forse era uscita
dal Tempio, di certo non gli era
passata accanto. Sostava immobile sul lato opposto della
vasca e l’ultimo bagliore del sole la coronava di luce. Il chiton
leggero brillava come se fosse
❞
La promessa
Hai voluto i nostri corpi
modellati per la tomba
e hai detto che da allora
niente potrà più dividerci
cosparso d’oro. I capelli scuri
erano raccolti in due trecce pesanti a ogni lato del viso, ma
sulle spalle erano liberi. Quanto aveva amato quei capelli!
Gli sembrò che il cuore mancasse un battito e che, di rimando, l’intero universo restasse immobile. «Lariza?»
mormorò. Lei gli sorrise, muovendosi per raggiungerlo. Gli
sembrò più giovane dell’immagine che aveva nella mente. Ma
poi la donna gli arrivò accanto,
e intrecciò le mani alle sue. «Ti
ho atteso, come mi avevi chiesto di fare», disse, e Xestes la
attirò contro di sé, e sentì il suo
calore avvolgerlo, e la felicità
colmarlo. «Te l’ho chiesto?
Quando?» «Quando hai voluto
i nostri corpi modellati per la
nostra tomba. Ricordi quello
che hai detto? Niente potrà dividerci. Saremo insieme per
l’eternità, e quello che andrà
Ritorno al passato (in digitale)
Il Sarcofago degli Sposi, urna simbolo della cultura etrusca
(VI secolo a.C.), è ricostruito virtualmente in una installazione
firmata da Giosuè Boetto Cohen con Cineca, per uno show
con musica. Giugiaro Design realizza un clone del Sarcofago
L’autrice
Mariangela
Cerrino (1948),
torinese, è
autrice di molti
romanzi storici
ambientati nel
passato, specie
nel mondo
etrusco. Nel
2012 è uscito
«Absedium»
per Rizzoli
Il reperto
Il Sarcofago
degli Sposi
è una delle
più famose
urne funerarie
etrusche. Fatto
di terracotta,
risale al VI
secolo a.C. e si
trova nel Museo
di Villa Giulia
Legenda
Xaire: Cerveteri
Tarchna:
Tarquinia
holkades (pl):
navi mercantili
a un albero
Chiton: tunica di
origini orientali
Zilath: titolo
di magistratura
suprema
per primo aspetterà nel giorno
senza tempo che l’altro lo raggiunga». Xestes ora ricordava.
Avevano persino riso quando
l’artista (fatto venire da Tarchna!) aveva infine mostrato loro
l’opera compiuta.
«Questi sposi non ci somigliano poi così tanto...», era
stato il suo commento d’allora.
Ma poi aveva compreso. Non
era solo argilla. Avevano voluto
trattenere uno dei loro tanti
momenti felici e un frammento della loro essenza si era
amalgamato alla materia, e vi
sarebbe rimasto infuso, fino alla fine del Tempo del Mondo.
Lariza sorrise, prendendolo
per mano. «Ricordi il giorno
delle nostre nozze? Abbiamo
chiesto alla Dea Uni di custodire il nostro amore come un tesoro prezioso. Proprio qui».
Xestes annuì. Era stato il giorno
più bello della sua vita! Ricordava che per lei aveva scelto di
lasciare la sua città, e di rinunciare agli onori dovuti alla sua
famiglia, accettando l’incarico
più modesto di zilath a Xaire.
«Sei pentito di quella scelta?»
sussurrò Lariza, con un sorriso.
«Di aver passato la mia esistenza con te a Xaire? Non me ne
sono mai pentito e non me ne
pento ora». Le passò un braccio intorno alla vita; scesero fino alla battigia e sedettero sulla
sabbia. «Così, siamo finalmente insieme nel giorno senza
tempo», comprese Xestes. «Sono morto». Lariza gli poggiò la
testa sulla spalla. L’onda lieve
lambiva loro i piedi e il cielo si
era chiuso in una sfera brillante
di stelle. «I nostri figli hanno
appena deposto le tue ceneri
unendole alle mie, nel sarcofago», sussurrò la donna. «Ora
siamo sposi nell’eternità».
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54
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
55
●
Risponde Sergio Romano
CHI CAMBIA PARTITO
DEVE TORNARE ALLE URNE
Caro Romano, ho notato che
quando su un quotidiano o
durante un tg si menziona un
importante personaggio che
ha eccelso in qualcosa, solo se
è ebreo viene precisato. Per
esempio, in occasione della
vittoria di Patrick Modiano del
Nobel per la letteratura, ho
sentito dire che lo scrittore, di
origini italiane, è ebreo.
Eppure France24 non ha
menzionato la sua
appartenenza religiosa. Nel
mondo ebraico, un cattolico
che eccelle in qualcosa, si
precisa «cattolico» prima del
nome? Ne dubito. Penso ci sia
un complesso di inferiorità o
una presa di distanza. Per me
è una pessima abitudine. Lei
come la vede?
Gigi Romano
[email protected]
L’ebraismo non è soltanto
una religione. È al tempo stesso una identità accettata e custodita anche da chi non pratica precetti religiosi. Non è sorprendente quindi che il profilo
biografico di una persona ne
tenga conto. Nel caso di Patrick
Modiano è stata menzionata
anche l’origine italiana. Se questo dato merita di essere ricordato, non sarebbe giusto ignorare l’altro.
Ho letto di un’elezione suppletiva svoltasi nei
giorni scorsi in Gran Bretagna, perché un
deputato è passato dai Tories all’Ukip (il
partito di Nigel Farage). E un’altra è
annunciata a novembre, per lo stesso motivo.
Le chiedo: si tratta di «fair play inglese» (chi
cambia casacca sente il dovere morale di ridare
la parola agli elettori) o nel sistema politico di
quella nazione esiste il vincolo di mandato?
Comunque sia, una bella lezione per il
trasformismo dei parlamentari italiani.
Roberto Arvedi
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
@
[email protected]
www.corriere.it
[email protected]
Caro Arvedi,
articolo 67 della Costituzione («Ogni
membro del Parlamento rappresenta la
Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato») è figlio della
Rivoluzione francese. Concepisce la Nazione come una entità politicamente cosciente, titolare
di diritti, erede di tutte le prerogative del sovrano, una sorta di «Dio-popolo» di cui i deputati
sono gli interpreti e i sacerdoti. Dietro questa filosofia giacobina dello Stato vi era la convinzione che occorresse creare un Parlamento di tipo
nuovo, diverso dalle assemblee feudali dell’epoca prerivoluzionaria dove ogni parlamentare era
vincolato dal mandato imperativo dei suoi elettori e non era libero di concorrere con gli altri
membri dell’assemblea alla formulazione di
scelte collettive.
Oltre a questi nobili concetti, tuttavia, vi erano
L’
La tua
opinione su
sonar.corriere.it
Per i sindacati
dei pensionati
è inaccettabile
il pagamento
delle pensioni
al 10 del mese.
Siete d’accordo
con loro?
SUL WEB
Risposte
alle 19 di ieri
Sì
PENSIONI / 1
Beneficio misterioso
82%
Non capisco quale beneficio
avrebbero l’Inps e il Paese nel
differire il pagamento delle
pensioni dal giorno 1 al 10.
Pare che la bella idea sia
venuta per unificare la data
del pagamento con quella degli
ex dipendenti pubblici: perché,
allora, non spostare
quest’ultima al giorno 1 ? Che
senso ha inasprire buona
parte della popolazione che già
ha un sacco di problemi?
Carlo Valentini, Milano
di Beppe Severgnini
La ribalta perduta
rende amaro il finale
LETTERE
AL CORRIERE
PERSONAGGI
Identità ebraica
● Italians
18%
No
La domanda
di oggi
Silvio
Berlusconi:
impensabile
uscire di scena
dopo tutto
quello che ho
fatto. Giusto?
dietro le parole della Costituzione italiana altre
considerazioni, meno esplicitamente confessate. Vi era anzitutto il ricordo delle elezioni prefasciste quando i notabili conquistavano il seggio
nei modi descritti da Gaetano Salvemini in un
famoso pamphlet del 1910 (Il ministro della malavita): interferenze dei prefetti, ma anche caccia ai voti con lusinghe e intimidazioni di varia
natura. I nostri costituenti sapevano che il popolo era manovrabile e, per di più, che in alcune fasi del regime era stato entusiasticamente fascista. Per evitare ricadute occorreva dare ai partiti
l’autorità necessaria per conservare la lealtà dei
parlamentari eletti nelle loro liste; occorreva allentare il loro vincolo con gli elettori per consolidare quello con il partito. La legge elettorale proporzionale era, in questa prospettiva, la migliore
delle leggi possibili: il candidato sarebbe stato
scelto dal segretario del suo partito o dal leader
di una corrente, e sarebbe stato nuovamente
candidato, dopo la fine della legislatura, soltanto se si fosse comportato bene.
Oggi la situazione è alquanto diversa. I partiti
sono meno forti e autorevoli mentre l’opinione
pubblica diffida della classe politica e reagisce
con indignazione a ogni cambio di casacca. In altre parole anche l’art. 67, come altre parti della
Costituzione, è invecchiato. Non credo che sarà
possibile sostituirlo con un articolo che costringe i parlamentari a dimettersi per tornare alle
urne. Ma la sua abolizione li priverà dell’alibi di
cui hanno goduto sinora.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PENSIONI / 2
Manovra ingiusta
DIMISSIONI
La ministra giapponese
Se pagare le pensioni il 10 del
mese anziché il primo è un
fatto tecnico, come dice il
governo, non si capisce perché
la norma sia stata inserita nel
patto di Stabilità. È ovvio che
si sta raschiando il fondo del
barile penalizzando i
pensionati — dai politici
considerati più o meno il Terzo
Stato prerivoluzione francese
— per raccattare una decina
di giorni di interessi che poco o
nulla risolveranno. Fa specie
che simili manovre non
verrebbero in testa al più
scarso degli economisti mentre
ai nostri politici purtroppo sì..
Vedere la ministra giapponese
Yuko Obuchi inchinarsi nel
rassegnare le dimissioni, mi fa
pensare ai nostri politici che,
pur accusati di ben più
pesanti scorrettezze, non solo
non lasciano l’incarico, ma si
dicono pure indignati!
Umberto Brusco
Bardolino (Vr)
Adriano Jacini
[email protected]
TASSE
Nessuna riduzione
Il governo ha aumentato le
imposte sui fondi pensione e
sui risparmi; ha provveduto a
blocchi salariali; ha imposto
tagli alle Regioni con
conseguente aumento delle
tasse locali, mantenendo
inoltre l’ Iva ancora al 22%. E,
nonostante ciò, Renzi racconta
che ha abbassato le tasse!
Mario Pulimanti
Lido di Ostia, Roma
DIVIETI E LIMITI
Grande distribuzione
Ormai la grande distribuzione
domina il mercato a scapito
delle stesse aziende
produttrici. Che senso ha porre
divieti e limiti sulla
produzione di latte o sulla
coltivazione di molti prodotti,
per poi consentirne la
importazione dall’altro
emisfero, spesso di qualità
inferiore ai prodotti nostrani?
Mauro Luglio
Monfalcone (Go)
«S
to in campo per tornare a vincere,
non potete pensare che dopo
tutto quello che ho fatto nella vita
possa uscire di scena così». Così ieri Silvio
Berlusconi ai senatori di Forza Italia: a casa
sua, come d’abitudine (palazzo Giustiniani
a Roma).
La sincerità è apprezzabile, l’intenzione
discutibile, la vicenda simbolica.
Chi non accetta il ricambio non può
facilitarlo: lo ostacolerà, invece. Vale per la
politica e vale per l’industria, vale per
l’università e vale per la grande
distribuzione, vale per la finanza, le
professioni e lo sport. Pochissimi lasciano,
se non sono costretti. Rischiando di
rovinare nel finale quello che hanno
costruito per anni.
La vicenda sorprendente di Matteo Renzi
non ha cambiato le cose. Il ricambio viene
ostacolo in ogni modo. L’ossessione italiana
per il centro della scena è troppo evidente
per non costringerci a pensare. Perché
molti si umiliano, pur di consumare le
briciole della fama, invece di lasciare
qualcosa — e qualcuno — dietro di sé?
Le spiegazioni sono due.
La scena, per alcuni, è l’unico luogo che
dà soddisfazioni. In un Paese teatrale come
l’Italia, chiunque è stato protagonista non si
rassegna ad accettare parti più modeste. E
non vuol far neppure il regista: perché la
foto più grande, sui cartelloni, è di qualcun
altro.
Un’altra spiegazione? La terza età pubblica,
in Italia, non esiste. Dalla canzone melodica
alla televisione, molti si riducono alla
parodia di se stessi. Altro non sanno fare e
altro non vedono. E non lo vedono, forse,
perché non c’è.
Le società organizzate prevedono una
camera di compensazione tra i grandi
incarichi e i grandi successi e l’uscita di
scena. Perciò gli inglesi hanno inventato le
onorificenze, i posti nei consigli di
amministrazione e il gin tonic.
I grandi vecchi, oltre a essere vecchi,
dovrebbero essere grandi. Dovrebbero avere
fiducia nell’umanità, e fiduciosi che
qualcuno si ricorderà di loro e di quanto
hanno costruito nel passaggio su questa
terra. Ma l’Italia, purtroppo, ha più rancori
che ricordi. E i grandi vecchi hanno davvero
piccole aspirazioni. Ecco perché in molti —
non solo Silvio Berlusconi — vogliono
spremere il frutto allo spasimo.
Di piantare un albero non gli importa
niente.
@beppesevergnini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INTERVENTI E REPLICHE
Lettera aperta al segretario della Fiom
Caro Landini, in questi giorni, nel nome dello
slogan «occupiamo le imprese», i lavoratori sono
tornati in piazza per protestare a viva voce i loro
diritti. La mia opinione è che una tale iniziativa
continua a vedere come distinte due realtà che,
mai come ora, devono invece costituire un unico,
seppure articolato, fenomeno: se muore
l’impresa, muore il lavoro e muore il lavoratore.
Il grido di allarme deve essere unitario:
occupiamo il lavoro; ed occupiamolo nel comune
interesse delle imprese e dei lavoratori, prima
che la desertificazione del tessuto produttivo in
atto spenga definitivamente le voci di ognuno
dei protagonisti.
Occorre, allora, una battaglia comune. Non
chiedo ovviamente ai lavoratori che tu
rappresenti (e con i quali abbiamo sottoscritto
un contratto di reciproca soddisfazione per il
tramite di Unionmeccanica) di rinunciare ai loro
diritti. Ti chiedo di inaugurare con me una nuova
stagione nella quale, per rianimare la nostra
realtà produttiva, le forze delle Pmi (che
rappresentano ancora la spina dorsale della
nostra economia produttiva) si sommino a
quelle dei lavoratori per abbattere (anche con la
forza) tutte quelle barriere che ci mettono
sempre più spesso fuori mercato rispetto alla
concorrenza.
Sono infatti convinto che solo unendo le forze e
solo parlando di occupazione del lavoro (e
non delle aziende) si possa, ad esempio,
finalmente colpire a morte quelle gerarchie
burocratiche che da decenni tutti proclamano di
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FONDATO NEL 1876
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
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Vauro
voler riformare ma che in realtà resistono e
spesso prolificano a danno delle aziende ma, al
tempo stesso, anche dei lavoratori.
Naturalmente, quello della burocrazia è solo un
esempio: i temi e gli ambiti di intervento
sono talmente tanti che è impossibile affrontarli
in questa sede; dobbiamo arrivare ad una vera e
propria rifondazione del settore.
Ciò che qui mi preme è di sollecitarti ad una
strategia di emergenza: come al capezzale di un
paziente in punto di morte, decidiamo di unire le
nostre forze e di trovare un cammino comune
(non privo di iniziative eclatanti) il cui fine sia
quello di salvare il lavoro e i suoi protagonisti:
aziende e lavoratori.
Maurizio Casasco,
Presidente Confapi, Roma
EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l.
70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
56
Sport
Verona polemica
«I presunti cori discriminatori non ci sono mai stati, aiutatemi a
comprendere, confido nella giustizia sportiva»: così il presidente del
Verona, Maurizio Setti, in una lettera aperta dopo la squalifica della
curva Sud per i cori discriminatori a Muntari. «...Incomprensibile il
rapporto dei collaboratori della Procura federale... se i cori di 3.000
persone ci fossero stati, per quale oscuro motivo lo stesso Muntari, il
Milan non hanno immediatamente segnalato tali episodi all’arbitro?
Perché nel post partita Muntari, il Milan, i media hanno sottaciuto
l’accaduto...». Seguono altre domande. Setti ha una risposta: «...I cori
non ci sono mai stati». Il Milan mostra solidarietà al Verona.
Lettera di Setti
«Quei cori razzisti
non ci sono mai stati»
Champions Prestazione infelice, la classifica si fa dura dopo la sconfitta con l’Olympiacos, ora in testa con l’Atletico
Al gol di Kasami, i bianconeri replicano nel finale con Morata, Pogba e Tevez ma il portiere Roberto è insuperabile
Juve, pianto greco in Europa
Gol partita Ogbonna, Buffon e Chiellini osservano il pallone colpito da Kasami finire in rete: è il gol che decide la partita a favore dell’Olympiacos e complica la corsa dei bianconeri verso gli ottavi di Champions (Liverani)
Le pagelle
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Un peggioramento e,
purtroppo per la Juventus, non
parliamo di colori. Se il blu
della maglia di Atene a livello
cromatico è meglio dell’orrido
verde di Madrid, il risultato è
lo stesso (0-1) e la prestazione
nettamente al di sotto di quella contro l’Atletico. Si tratta
della peggiore Juventus di
Massimiliano Allegri. Il tirassegno senza sbocco nel finale
non tragga in inganno, la prova bianconera è mediocre e solo il calo dell’Olympiacos e
l’esplosione dei nervi trascinano avanti Madama nell’ultima
fase della gara.
Fino ad allora, però, si vede
poco o niente e adesso si vede
una situazione del girone non
compromessa, ma sicuramente senza rete. Per guadagnarsi
la qualificazione la Juventus
deve puntare a vincere le prossime tre partite, due in casa e a
Malmoe. Per ottenerle dovrà
liberarsi dell’imprecisione che
investe la squadra per quasi
tutta la partita.
Il simbolo di questa approssimazione è, ahilui, Andrea
ATENE
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI AD ATENE
Juventus
Pirlo impreciso e sostituito
6 Buffon Tra i pochi monumenti che si conservano bene:
spettacolare la parata dopo 7 minuti su punizione di
Dominguez. Innocente sul gol, non deve fare molto altro, a
parte schivare il laser che lo tormenta.
6 Ogbonna Preso in netto contropiede come tutta la difesa sul
gol, è tra i meno peggio dal punto di vista della cattiveria
agonistica. E appoggia bene la manovra d’attacco.
5,5 Bonucci Molti palloni corrono su un filo che si spezza nel
tre contro tre in velocità che porta all’1-0. Ma i problemi
bianconeri non sono dietro.
6 Chiellini Subito un corpo a corpo vinto con Maniatis nell’area
piccola, giusto per mettere i paletti, che saltano sul gol di
Kasami. Ma a parte un altro tiro dello svizzero, Mitroglou e soci
non fanno danni.
5,5 Lichtsteiner Masuaku lo fa soffrire e lui ricambia con un
paio di cross pericolosi. Non molto.
5 Vidal Guida il pressing, ma non è al top e perde quasi subito
la lucidità nei tocchi: il passaggio per Pirlo, che poi perde la
palla facendo scaturire l’azione del gol, è l’esempio migliore di
un Vidal minore.
4,5 Pirlo Quello vero forse è rimasto a girare qualche spot.
Quello che è in campo sbaglia tre passaggi importanti di fila e
dal terzo nasce il contropiede che decide la partita.
All’imprecisione si aggiunge la lentezza d’esecuzione, anche
nelle punizioni. Lascia presto.
5 Pogba Nel primo tempo si nota soprattutto per un errore in
appoggio davanti all’area che scatena l’ira di Bonucci. Prima di
uscire si rende due volte pericoloso con due tiri cross
agguantati dal gigante Roberto.
5 Asamoah Fin troppo schiacciato dietro , non a caso si
distingue solo per due chiusure lampo.
6 Morata Alla prima partita da titolare gli manca solo il gol e
non è poco. Ma è una delle poche note positive della serata: dà
profondità alla manovra, si muove da lontano, crea scompiglio
nell’area greca. Nel finale le occasioni migliori: perde due volte
quella frazione di secondo di troppo per beffare il portiere
Robertone.
5 Tevez Il suo gioco senza Llorente è diverso e a tratti deve
partire molto largo. Ma questo non impedisce all’Apache di
avere quattro palle gol nitide. E di fallirle, non solo per meriti
altrui.
6 Marchisio Con lui nel mezzo la Juve riesce a guadagnare
metri.
5 Allegri Gli ultimi venti minuti a testa bassa non cancellano la
prima ora disastrosa della sua Juventus. La qualificazione resta
ancora una pagina aperta, ma il G8 europeo sembra molto
distante.
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
11
sconfitte
per Allegri in
Champions, 11
pure le vittorie,
14 i pareggi
2
gol segnati
dai bianconeri
in 3 partite
di Champions,
2 quelli subiti
76
presenze
in Champions
per Buffon: lo
precede con 92
Del Piero
Pirlo che fallisce un esagerato
numero di passaggi, compreso quello da cui si genera il gol
decisivo di Kasami. Per un’ora
la Juventus quasi non gioca,
sebbene, tra un momento
sconnesso e l’altro, tra una
grande parata di Buffon su punizione di Dominguez (che
sfiora il gol in seguito) e l’incapacità di avviare una manovra
compiuta, la timida reazione
bianconera potrebbe produrre
anche un gol. Morata, preferito a Llorente, non riesce a trovare Tevez (pure lui nell’oblio
per larghi tratti). È ancora la
stella nascente, su angolo, a
servire l’Apache che tocca di
polpaccio, superando Roberto. Elabdellaoui respinge sulla
linea.
Illusione. Quella che riprende dopo la palla gol è una Juventus tremebonda, disorientata. Senza motivo. L’ambiente
non è così bollente, l’avversario così irresistibile e neanche
particolarmente arrembante.
Eppure il primo tempo bianconero è al di sotto di tutte le
previsioni. Il problema non è
tattico, anche se Pirlo è fuori
dal contesto. Il guaio è tecni-
Olympiacos
Juventus
1
0
Marcatore: Kasami 36’ p.t.
OLYMPIACOS (4-2-3-1): Roberto 8;
Elabdellaoui 6,5, Botía 5,5, Abidal 6,
Masuaku 6; N’Dinga 6, Milivojevic 6;
Maniatis 6, Domínguez 7 (Fuster s.v. 40’
s.t.), Kasami 6,5 (Giannoulis s.v. 46’ s.t.);
Mitroglou 6,5 (Afellay s.v. 24’ s.t.).
All.: Michel 6,5
JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6;
Ogbonna 6 (Pereyra s.v. 32’ s.t.),
Bonucci 5,5, Chiellini 6; Lichtsteiner 5,5,
Vidal 5, Pirlo 4,5 (Marchisio 6 12’ s.t.),
Pogba 5 (Giovinco s.v. 40’ s.t.),
Asamoah 5; Morata 6, Tevez 5.
All.: Allegri 5
Arbitro: Mazic (Serbia) 6
Ammoniti: Lichtsteiner, Botia, Masuaku,
Pogba, Marchisio
Recuperi: 2’ più 4’
co-comportamentale. Tutti
giocano al di sotto dei loro
standard, perdono palloni,
perdono tempo nel riavviare
l’azione, cosa che non fa
l’Olympiacos al 36’ dopo l’ennesima palla recuperata su
Pirlo.
Tre tocchi un gol: Dominguez-Mitroglu-Kasami: sini-
stro chirurgico alle spalle di
Buffon.La differenza è che
l’Olympiacos si comporta come sa e può, la Juventus no. E
quindi non è casuale che a metà partita si ritrovi, giustamente, a inseguire. Kasami si divora
un gol, Allegri propone la staffetta Pirlo-Marchisio, di cui
torneremo a parlare. Se il problema fosse solo tattico magari
si potrebbe pensare all’effetto
che fa, ma la faccenda è diversa. La flaccidità zavorra tutto.
Occorre uno scarto che non
c’è. E di conseguenza, quando
l’Olympiacos cala e Madama si
riversa in avanti, non c’è neanche la fortuna: Morata e Tevez,
due volte a testa vengono stoppati da Roberto. Certo, grosso e
bravo nelle uscite (meno da
lontano: per poco non si fa sorprendere due volte da Pogba),
ma non c’è quella risolutezza
necessaria nelle conclusioni.
Per il numero di occasioni la
Juve meriterebbe almeno il pari. Ma il tardivo assedio finale
non porta a nulla. Se non a un
passaggio difficile della stagione.
Roberto Perrone
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Spogliatoi
Buffon amaro:
«Regalato
un tempo»
Allegri spera:
«Passiamo»
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
ATENE Arrabbiato, ma non troppo. Massimiliano
Allegri non fa sconti alla Juventus. «Nel primo
tempo abbiamo sbagliato molto, non siamo
riusciti a gestire la partita e abbiamo subito il
pressing e le ripartenze dei greci, mentre nel
secondo siamo stati imprecisi sotto porta».
Però max resta fiducioso: «abbiamo ottime
possibilità di passare, sfruttando le due gare
casalinghe». Più arrabbiata la squadra, a
cominciare da Gigi Buffon. «Se avessimo
giocato tutta la partita con la convinzione e la
determinazione del secondo tempo, non
avremmo perso». Invece la Juve regala il primo
tempo ai greci e ora la qualificazione agli ottavi
di finale della Champions è in salita. «La
sconfitta complica le cose. Alla fine abbiamo
Deluso
Max Allegri (Afp)
fatto una buona gara, ma la Juve certe partite
non deve perderle». Ma quale è stata la chiave
della trasformazione juventina dopo
l’intervallo? «Allegri ha modificato due o tre
situazione e le cose sono andate meglio», la
spiegazione del portiere. Anche Carlos Tevez è
nero: «Dobbiamo crescere come squadra se
vogliamo andare avanti. Ora è complicato
passare il turno, ma possiamo farcela». Morata,
alla prima partita da titolare, ha dovuto fare i
conti con le parate di Roberto: «È un grande
portiere, senza di lui avremmo vinto». Paul
Pogba non sa spiegarsi i motivi della falsa
partenza bianconera: «Dobbiamo essere più
decisi e fare gol. Perché se non si segna, non si
vince», racconta il francesino.
p.tom
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Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
SPORT
57
Real e Atletico Madrid scatenati, gol italiani di Donati e Cerci
Gruppo A
Atletico Madrid-Malmoe 5-0
Olympiacos-JUVENTUS 1-0
Classifica
Atletico Madrid e Olympiacos 6;
JUVENTUS e Malmoe 3
Prossimo turno (4/11)
Malmoe-Atletico Madrid
JUVENTUS-Olympiacos
Gruppo B
Ludogorets-Basilea
Liverpool-Real Madrid
Classifica
Real Madrid 9; Basilea,
Liverpool e Ludogorets 3
Prossimo turno (4/11)
Basilea-Ludogorets
Real Madrid-Liverpool
1-0
0-3
Ormai perdiamo
non solo dai più forti
ma anche dagli altri
di Mario Sconcerti
l migliore in campo alla
fine è stato il portiere
dell’Olympiacos
Roberto, i peggiori molti
della Juventus a partire da
Pirlo. In Europa succede
spesso di vedere giocatori
eccellenti nelle altre
squadre. Giocatori che non
costano molto e non si
chiamano Ronaldo, eppure
fanno una differenza.
Siamo abituati a perdere
dai più forti, non capiamo
adesso perché anche gli
altri lo siano diventati.
Come a tutti i vecchi
padroni, la democrazia fa
un po’ paura e questa paura
disorienta. Non meritava di
perdere la Juventus,
ma ha cominciato a giocare
solo quando stava già
perdendo. Una squadra
storta, con Pirlo in forte
difficoltà, Vidal fuori dal
quadro e Pogba non utile,
sempre velleitario.
Una squadra cioè, senza
una vera ipotenusa e una
difesa in difficoltà sulle
ripartenze ambigue di
Dominguez. I greci sono
agili e confusionari,
cercano l’anarchia. Senza
ordine invece la Juve, che è
molto più squadra ma non
è mai riuscita a essere
niente, né pigra né
elettrica. Fuori gara Tevez,
pesante, spesso in ritardo, è
rimasto Morata, sorpresa
della notte, ma qui è
subentrato Roberto, il
portiere dei greci. Molto
promettente questo ragazzo
velocissimo, ma non ancora
decisivo. Quello che
stupisce è la normalità con
cui la Juve finisce sconfitta
nelle partite di Champions
in trasferta. Siamo passati
dall’Atletico all’Olympiacos,
non è cambiato molto.
Manca alla Juve una
differenza tecnica, ogni
partita va giocata fino in
fondo e in condizioni
psicologiche diverse
rispetto al nostro
campionato. C’è un
impaccio notevole nel
costruire. Le occasioni di
ieri sono state create a
risultato avviato. La
Juventus avrebbe meritato
il pareggio, ma meritava di
perdere fino a un minuto
prima. L’Europa in sostanza
non sta alla Juve né larga né
stretta. Manca per ora quel
passo lungo che sembrava
possibile, un’ultima novità
italiana. Ma la grande
delusione è che il rischio di
rimanere fuori è corretto.
La vera speranza è il
calendario, la Juve ha
giocato due partite fuori e
una sola in casa. Ma siamo
al baratto, non più
all’industria. È ormai un
problema anche Pirlo. Ha il
diritto di essere aspettato,
ma a decidere tocca
all’unico tecnico che lo ha
già messo fuori nel Milan. È
una trappola per entrambi
e può far male.
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Gruppo D
Anderlecht-Arsenal
1-2
Galatasaray-Borussia D. 0-4
Classifica
Borussia D. 9; Arsenal 6;
Anderlecht e Galatasaray 1
Prossimo turno (4/11)
Arsenal-Anderlecht
Borussia D.-Galatasaray
Gruppo E
Cska-Manchester City 2-2
ROMA-Bayern
1-7
Classifica
Bayern Monaco 9; ROMA 4;
Manchester City 2; Cska 1
Prossimo turno (5/11)
Bayern Monaco-ROMA
Manchester City-Cska Mosca
Gruppo F
Apoel Nicosia-Psg
Barcellona-Ajax
Classifica
Psg 7; Barcellona 6;
Ajax 2; Apoel Nicosia 1
Prossimo turno (5/11)
Psg-Apoel Nicosia
Ajax-Barcellona
0-1
3-1
Gruppo G
Schalke-Sp. Lisbona
4-3
Chelsea-Maribor
6-0
Classifica
Chelsea 7; Schalke 5;
Maribor 2; Sporting Lisbona 1
Prossimo turno (5/11)
Sporting Lisbona-Schalke
Maribor-Chelsea
Roma, superare lo choc
e ripartire più forte di prima
● L’analisi
I
Gruppo C
Bayer Leverkusen-Zenit 2-0
Monaco-Benfica
0-0
Classifica
Bayer Leverkusen 6; Monaco 5;
Zenit 4; Benfica 1
Prossimo turno (4/11)
Zenit-Bayer Leverkusen
Benfica-Monaco
Garcia sotto accusa, si sente colpevole ma non vuole perdere il gruppo
Presuntuoso. Così innamorato delle proprie idee da
mandare la squadra allo sbaraglio. Incapace di trovare un
contro-gioco efficace alla tattica studiata dall’avversario. Poco attento al Dna calcistico della nazione in cui è andato ad allenare.
È l’identikit di Rudi Garcia
dopo la sconfitta 1-7 della Roma contro il Bayern Monaco?
No, di Pep Guardiola il 29 aprile, dopo la sconfitta casalinga
del Bayern contro il Real Madrid (0-4) nella semifinale di ritorno della Champions League
poi vinta dagli spagnoli.
Erano i commenti espliciti
dei tifosi e della stampa tedesca, confermati anche da qualche dirigente poco innamorato
del tiqui taca barcellonista in
salsa bavarese. La risposta della
società, però, è stata confermare piena fiducia a Guardiola e
rafforzare la squadra nel mercato estivo, soprattutto con il
giocatore che Pep ritiene fondamentale per il suo gioco: Xabi Alonso.
Detto questo: 1) come si ri-
ROMA
Alti e bassi
● Rudi Garcia,
50 anni, dal
2013 allena la
Roma. Ha il
record di 10
vittorie nelle
prime 10
giornate di
campionato. È
imbattuto per
tutto il 2013.
Chiude al 2°
posto
● Con i 7 gol (a
1) subiti dal
Bayern la
Roma coglie la
peggiore
sconfitta in
casa di una
italiana nelle
coppe
parte da sette gol subiti davanti
a uno stadio grondante di passione?; 2) quali sono le colpe di
Rudi Garcia per il tracollo?
Garcia, sabato contro la
Sampdoria, non farà rivoluzioni. Si è preso la responsabilità
della sconfitta, non vuole perdere il gruppo. La Roma è seconda in campionato a un punto dalla Juventus e seconda nel
girone di Champions. L’unico
vero pericolo è perdere la testa
per un risultato rimediabile,
anche se pesantissimo.
Molti, con il senno di poi,
anche chi fa altri lavori come il
regista Carlo Verdone, rimproverano Garcia per avere sbagliato completamente la tattica
della gara. Serviva un attaccante in meno? Forse. Di sicuro
serviva più impegno di tutti in
fase difensiva, ma non sempre
si riesce a fare quello che si vorrebbe. La posizione troppo
avanzata di Pjanic non ha aiutato, ma l’idea era recuperare
palla «alta» e ripartire nello
spazio, come capitato con i gol
di Iturbe contro Cska Mosca e
Juve.
I punti critici
Difesa da dimenticare
Il tecnico Rudi Garcia ha ammesso i suoi errori nella
partita contro il Bayern Monaco: ha sbagliato la
tattica, serviva un attaccante in meno, una difesa
più coperta e soprattutto molta più attenzione e
impegno nella fase difensiva
Squadra sbilanciata
Squadra esageratamente offensiva, la posizione
troppo avanzata di Pjanic non ha aiutato, ma l’idea
di Garcia era quella di recuperare palla «alta» e
ripartire nello spazio, come capitato con i gol di
Iturbe contro Cska Mosca in Champions e nella
tormentata sfida in campionato con la Juve.
Pallotta e l’esempio dei Celtics
Il presidente James Pallotta s’è rivolto ai tifosi:
«Nella mia vita, guardando i Boston Celtics, ho
vissuto molte giornate del genere sulla strada che
ci ha portato a vincere 17 titoli Nba. Un giorno non
cambia nulla, voi tifosi siete i migliori del mondo,
sono orgoglioso di far parte della Roma»
Gruppo H
Bate-Shakhtar Donetsk 0-7
Porto-Athletic Bilbao
2-1
Classifica
Porto 7; Shakhtar Donetsk 5;
Bate 3; Athletic Bilbao 1
Prossimo turno (5/11)
Shakhtar Donetsk-Bate
Athletic Bilbao-Porto
Il presidente James Pallotta
sa da dove ripartire. Dai tifosi,
che allo stadio non hanno contestato la squadra ma alzato il
coro «vinceremo il tricolor». A
loro ha dedicato una nota sul
sito del club: «Nell’arco della
mia vita, guardando i Boston
Celtics, ho già vissuto molte
giornate del genere in quella
strada che ci ha portati a vincere 17 titoli Nba. Un giorno non
cambia nulla, sono incidenti di
percorso nella strada che porta
alla gloria. Ho visto un video
dei nostri tifosi dopo la partita,
mi ha fatto piangere. Siete i migliori al mondo, sono orgoglioso di far parte della Roma».
Idea condivisa da Rudi Garcia con un tweet: «Anche se fa
male abbiamo già rialzato la testa. Siamo secondi nel girone e
possiamo qualificarci. I nostri
tifosi ci hanno dato tanta forza».
Purtroppo per l’allenatore
francese l’infiammazione al ginocchio destro di Maicon, che
lo ha tenuto fuori dalla sfida
contro il Bayern, non è di poco
conto. Il brasiliano, che ieri ha
fatto fisioterapia, salterà le partite contro Samp (sabato) e Cesena (mercoledì 29). La speranza è recuperarlo per Napoli-Roma dell’1 novembre. E presto
torneranno tra i convocati Kevin Strootman e Seydou Keita,
due che martedì sera sono
mancati come il pane.
Luca Valdiserri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Perfezione e fair play, Pep kaiser di Germania
Coraggio, mania dei dettagli, modestia: scatta la scintilla tra Guardiola e i tifosi tedeschi
Il tecnico
● Pep
Guardiola con il
Barça (200812), ha vinto 3
campionati, 2
Coppe del Re, 3
Supercoppe
spagnole, 2
Champions, 2
Supercoppe
Uefa e 2 Coppe
del mondo club
● Dal 2013
guida il Bayern
vincendo 1
Supercoppa
europea, 1
Coppa del
mondo per club
1 campionato e
1 Coppa di
Germania.
ROMA Il Pep ha scelto, ha rischiato, ha vinto. Anzi stravinto. E i gelidi tedeschi, forse per
la prima volta, hanno avuto un
fremito per questo spagnolo
maniaco dei dettagli, che non
alza mai la voce. «Dobbiamo
ringraziare Guardiola, la sua
idea di calcio è più viva che
mai. Ha trasformato un gruppo
di stelle in una squadra vera.
Siamo come gli Harlem Globettroters di basket, ma quello
è solo spettacolo, questo è
sport vero», ha scritto Der Spiegel.
Guardiola sorride, pacato e
distaccato. È lui l’anti Mourinho e non solo perché è un
grande allenatore, ma perché è
esattamente il contrario del
portoghese istrione e arrogante. In Baviera, dove è arrivato
l’estate scorsa parlando già un
tedesco quasi perfetto, hanno
fatto fatica ad accettarlo, non
del tutto convinti che il suo calcio, fatto di possesso e palleggio insistito, fosse la soluzione.
L’anno scorso ha vinto quattro
titoli sui sei a disposizione, ma
serviva una scintilla. Lo squillante 7-1 nella città eterna ha ridisegnato la storia di un amore
e cancellato le perplessità che
avevano fatto incursione nello
stato d’animo dei tifosi.
Pep non si scompone, gli
elogi gli scivolano addosso.
Semplicemente, resta concentrato su quello che fa. Ci vuole
fegato per scegliere la difesa a
tre contro la classe di Totti e
due frecce indiavolate come
Gervinho e Iturbe, specialisti
nello scatto e nell’uno contro
uno. Lui non ci ha pensato due
volte: ha scelto così, rischiando
e vincendo perché ha permesso al Bayern la superiorità numerica a centrocampo e di conseguenza (grazie agli affondi
degli imprendibili Robben,
Goetze e Müller) anche in at-
tacco. Un meccanismo perfetto, studiato a tavolino, che ha
sorpreso Garcia e annichilito la
Roma. È vero che il Bayern è
formidabile e che i suoi giocatori hanno classe e forza fisica,
ma la mano di Guardiola si ve-
I complimenti di papa Francesco
«Avete giocato
una partita
meravigliosa»
Il giorno dopo aver travolto la Roma, i
giocatori del Bayern Monaco hanno
fatto visita a papa Francesco, che ha
accolto i tedeschi facendo loro i
complimenti: «Avete giocato una
partita meravigliosa». Nella foto: Lahm
e Neuer regalano al Santo Padre una
maglia dedicata del Bayern sotto lo
sguardo compiaciuto del d.g. Karl
Heinz Rummenigge.
de. Niente è lasciato al caso.
Una dimostrazione di forza come quella vista all’Olimpico ha
sorpreso anche chi, come il
presidente onorario Beckenbauer, l’anno scorso aveva rimarcato i difetti del gioco di
Guardiola.
Ora, il catalano sa come fare
per provare a rivincere la
Champions League dopo l’eliminazione sofferta l’anno scorso in semifinale contro il Real
Madrid. «Andiamoci piano, la
strada è lunga», si è affrettato a
precisare nella sala stampa dell’Olimpico, mezz’ora dopo aver
schiantato la Roma. «Siamo
stati bravi, ma non è normale
vincere così». Come dire che illudersi di essere i migliori all’inizio della stagione può essere pericoloso. «Tra 15 giorni
con la Roma sarà diverso e più
difficile».
Perché a Guardiola piace
vincere, ma non stravincere.
Già ieri pomeriggio, rientrato a
Monaco di Baviera dopo la visita al Santo Padre, l’allenatore si
è rivisto la partita trovando
molte situazioni tattiche da
correggere. «Nel secondo tempo abbiamo sbagliato troppo,
ci siamo dimenticati di passarci il pallone con il risultato che i
giallorossi ci hanno infilato più
volte in contropiede. Negli ottavi o nei quarti di finale della
Champions, errori di questo tipo si pagano con l’eliminazione». Ci sarà un motivo se Guardiola è tra i più bravi del mondo. Ora se ne sono accorti anche in Germania.
Alessandro Bocci
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58
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
Europa League
Il Napoli senza stelle
cerca punti in Svizzera
Viola rischio Paok
SPORT
Giornata cruciale per le italiane in Europa League. Il Napoli a Berna se
la vedrà contro lo Young Boys senza Callejon, Higuain e Hamsik, ma
Benitez vuole 3 punti «per ipotecare la qualificazione». La Fiorentina
a Salonicco giocherà in un clima infernale e dovrà fare attenzione al
Paok, primo nel campionato greco: «Una gara decisiva», avvisa
Montella, che rilancia il portiere Tatarusanu; Richards, Pasqual e
Basanta in difesa, Badelj a centrocampo e il contestato Ilicic in
attacco. Il Torino contro l’Helsinki ha l’occasione di fare un passo
avanti verso i sedicesimi: «Siamo vicini a qualcosa di importante»,
spiega Ventura, che rilancia Padelli in porta e Amauri in attacco.
Il Torino ospita l’Hjk Helsinki
Gruppo B
Oggi, ore 21.05
TORINO-Hjk Helsinki
(Italia 1, Premium Calcio)
Bruges-Copenaghen
Gruppo F
Oggi, ore 21.05
INTER-St. Etienne
(Premium Calcio 1)
Dnipro-Qarabag
Gruppo I
Oggi, ore 19
Sl. Bratislava-Sparta Praga
Young Boys-NAPOLI
(Premium Calcio)
Gruppo D
Oggi, ore 19
Dinamo Minsk-Guingamp
Paok-FIORENTINA
(Premium Calcio 1)
Classifica
Bruges e TORINO 4;
Copenaghen 3; Hjk Helsinki 0
Classifica
INTER 6; St. Etienne 2;
Dnipro e Qarabag 0
Classifica
NAPOLI 6; Sparta Praga
e Young Boys 3; Sl. Bratislava 0
Classifica
FIORENTINA 6; Guingamp
e Paok 3; Dinamo Minsk 0
Mazzarri rimanda
la replica a Moratti
«Non perdo tempo»
Milano, ore 21.05
Inter
Qarabag
3-5-1-1
4-2-3-1
1 Handanovic
13 Sehic
6 Andreolli
25 Agolli
23 Ranocchia
14 Sadygov
5 Juan Jesus
55 Guseynov
5 Medvedev
33 D’Ambrosio
88 Hernanes
2 Qarayev
90 M’Vila
20 R. Almeida
17 Kuzmanovic
10 Muarem
55 Nagatomo
17 Nadirov
13 Guarin
41 George
9 Reynaldo
9 Icardi
Arbitro: KULBAKOV (Bielorussia)
Tv: ore 21.05 Premium Calcio 1
Inter nella bufera e stasera c’è il St. Etienne
La vicenda
● Massimo
Moratti aveva
affermato che
in assenza di
miglioramenti
sarebbero stati
guai per
Mazzarri
● Il tecnico,
sostenuto dal
presidente
Thohir (foto) ha
detto ieri di non
aver tempo per
rispondere
all’attacco
MILANO Venti di mistral sull’Inter in cerca di pace e di punti
per avvicinarsi alla qualificazione ai sedicesimi di Europa
League. A San Siro arrivano i
francesi del St. Etienne, quinti
in campionato (17 punti in 10
gare), per una sfida fra grandi
decadute. I «verdi». guidati da
Robert Herbin, erano arrivati
alla finale di Coppa campioni
del 12 maggio 1976, persa con il
Bayern (0-1, gol di Roth) e non
vincono il campionato dal 1981,
quando il numero 10 era Michel Platini. C’è stato un tempo,
nemmeno troppo lontano, in
cui l’Inter riusciva a battere la
Roma all’Olimpico (con Mancini e Mourinho) e pure il Bayern
(due volte consecutive, fra Madrid, finale di Champions League 2010 e Monaco 2011). Ma
erano i tempi in cui Moratti
pensava a investire nella società, per portarla in alto attraverso esposizioni personali. Questi invece sono tempi di revisione delle spese, nei quali si
pensa soprattutto o soltanto a
far quadrare i conti, con i risultati che si vedono: nove punti
in sette partite di campionato
con un calendario morbido.
Ha stupito molti la reazione
L’intervista
MILANO Reduce da una stagione
in chiaroscuro, nella quale (poco convinto) è stato utilizzato
da Clarence Seedorf sulla corsia di destra, il prototipo del
milanista ideale secondo Filippo Inzaghi — faccia pulita, zero
tatuaggi, nessuna frequentazione morbosa dei social —, è
pronto a ventidue anni a tracciare la lista dei desideri per il
futuro. «Vorrei giocare per tanti anni, dimostrare le mie qualità e vincere quei trofei che ora
mi mancano».
Si sente un predestinato?
«Diciamo che rispetto ad altri compagni delle giovanili ho
avuto la fortuna di fare il salto
diretto dalla Primavera alla prima squadra senza andare in
prestito ad altri club. Penso a
Verdi ora all’Empoli, Simone
Andrea Ganz ceduto al Como o
Comi all’Avellino. Devo ringraziare Allegri, che mi ha fatto
crescere e mi ha dato l’opportunità di mettermi in mostra. In
altri tempi non sarebbe stato
possibile».
Il 7-1 incassato dalla Roma
ingigantisce oltre misura i limiti del calcio italiano?
«Il nostro movimento è in
crisi e questo è un dato di fatto.
Ma io credo che sia solo una fase transitoria».
Come si supera l’empasse?
«Si vince concedendo tempo
di Walter Mazzarri alle parole
pronunciate da Moratti alla fine dell’assemblea degli azionisti di lunedì, quando aveva parlato della necessità di continuare sulla strada tracciata dalla partita con il Napoli, perché
«se ci dovesse essere una decrescita nel rendimento sarebbero guai».
In questa vigilia di vento, il
tecnico ha risposto stizzito:
«Sono concentrato sulla partita con il St. Etienne, come ho
sempre fatto. Non ho tempo di
pensare ad altro o di disperdere energie per rispondere a
qualcosa o a qualcuno. Cerco di
far sì che i giocatori che mi sono stati dati rendano al massimo e crescano, come ho sempre fatto da quando ho iniziato
questo percorso. Ci sarà tempo
e modo per rispondere. Io ora
devo pensare soltanto alla
squadra, poi al momento giusto dirò tutto quello che penso.
So quali sono i veri problemi;
sa tutto anche la società e non
avevo bisogno della gara con il
Napoli per capire che la squadra è con me. Lo vedo ogni
giorno. Non cerco giustificazioni e so da me che dobbiamo
portare la squadra a fare risul-
59
Ex amici
Massimo
Moratti,
69 anni,
presidente
onorario
dell’Inter,
e Walter
Mazzarri,
tecnico, 53 anni
tati; il resto lo tengo per me.
Con tutte le nostre forze cercheremo di dare soddisfazioni
ai nostri tifosi, punto. I fischi
non mi sfiorano, anche perché
prima di cominciare non li sento nemmeno; è importante che
non frenino la squadra».
Mazzarri ha ricevuto conforto da tutta la dirigenza neraz-
zurra: il presidente Thohir (stasera in tribuna), il ceo Bolingbroke, quello che ha spiegato
in assemblea la necessità di rimediare ai problemi creati dalla precedente gestione (e comunque non era obbligatorio
acquistare l’Inter, se la situazione era o è così disastrosa), Fassone e Ausilio. Anche Thohir è
rimasto meravigliato dall’uscita di Moratti, sebbene in pubblico continui a parlare della
necessità di restare in Europa,
meglio ancora se con il ritorno
in Champions League. Ma se la
squadra è così forte, come sostiene il presidente, non si capisce come possa essere soddisfatto del rendimento attuale.
Il gran numero di partite ravvicinate costringe Mazzarri a valutare con attenzione fino all’ultimo minuto gli uomini da
mandare in campo. Medel si è
fermato ieri in allenamento e
non è stato convocato. Dopo gli
studi approfonditi di queste
ore, qualcuno giocherà, con
Mazzarri che ha coperto Vidic
di elogi, nonostante a osservatori «superficiali» in tribuna
sia sembrato non impeccabile
anche con il Napoli.
È diversa l’aria che si respira
intorno al St. Etienne, scortato
a Milano dalla passione di 10
mila tifosi. Ha detto Christophe
Galtier: «La pressione è tutta
sull’Inter. Giochiamo contro
una grande squadra, in uno
stadio magnifico. Speriamo in
una bella serata».
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Faccia d’angelo De Sciglio brucia le tappe
«Macché Real, io studio da capitano del Milan»
❞
Sono
fortunato:
ho fatto
il salto dalla
Primavera
alla prima
squadra
Ringrazio
Allegri
che mi ha
dato la
possibilità
di mettermi
in mostra
ai giocatori giovani che in futuro saranno campioni».
Le pesa l’etichetta di nuovo
Paolo Maldini: talento nato
nella cantera e affermatosi
con i grandi?
«So che da me si pretende
tanto perché ho lasciato intravvedere le mie doti presto. Solo
che ci si aspetta ogni domenica
un rendimento sopra la media,
mentre invece un calo ogni
tanto alla mia età è normale.
Ma devo imparare a passare sopra le critiche».
Dopo un girone di ritorno
trascorso sulla fascia destra,
la stagione scorsa, ora si sente a casa sulla corsia opposta?
«In effetti sì. Sono destro di
piede e potrei giocare anche su
quella fascia, ma a sinistra gioco anche in nazionale. Diciamo
che lì ho più continuità di rendimento».
Cosa ha portato l’avvento di
Inzaghi?
«Ha lavorato sul gruppo e
sull’unità di squadra, che l’anno scorso mancava: se c’è unione fuori dal campo, poi i risultati si vedono anche in partita.
La sua qualità principale? Trasmetterci entusiasmo».
Pippo è davvero un sergente di ferro?
«Chiede impegno e disponibilità, ma è più permissivo di
quello che vuole far credere:
essendo stato giocatore, conosce le nostre esigenze».
Si aspettava di trovarsi dopo sette giornate a un punto
dalla zona Champions?
«Il quarto posto non è nato
per caso: è arrivato grazie all’idea di gioco e alle regole di
gestione della squadra che il
Calcio
italiano in
crisi? Date
tempo a noi
giovani:
il futuro
è nostro
❞
Inzaghi
ci ha
trasmesso
entusiasmo
e ci ha dato
l’unità
di squadra
Il quarto
posto in
campionato
non è nato
per caso:
volevamo
una
rivincita
Prendo
esempio
da Abbiati,
Bonera e
Montolivo:
leader di
esperienza
In azione Mattia De Sciglio, 22 anni, difensore, uscito dalla cantera rossonera, è titolare nel Milan e in nazionale (Ipp)
mister ci ha dato, che prima
non avevamo, e per la nostra
voglia di rivincita dopo l’ottavo
posto dello scorso anno. Escluse Roma e Juve, con le altre
possiamo giocarcela».
È mai stato tentato nei mesi
scorsi, dopo qualche frizione
con Seedorf, di andare via dal
Milan?
«No, semplicemente in primavera dissi che nel calcio di
oggi può succedere di tutto. Ma
sono in uno dei club più forti al
mondo e spero che il Milan torni a vincere come ha fatto in
passato».
Quindi non dà troppo credito alle voci che ciclicamente
tornano su un interesse del
Real Madrid?
«Sono concentrato sul Milan. Se i rumors fossero veri,
certo mi farebbero piacere; ma
ho altri progetti per il futuro».
Cioè?
«Sto prendendo esempio da
quei giocatori d’esperienza che
ci sono nello spogliatoio come
Abbiati, Bonera e Montolivo,
leader di questa squadra. Sarebbe un onore diventare, un
giorno, il capitano del Milan».
Poi chi porta la fascia solleva le coppe.
«Un motivo in più per indossarla …».
Monica Colombo
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
60
Con immenso dolore la moglie Tiziana, Matteo
con Suviana, Alice, Carolina e Chiara, Guido e Nana, Anna con Niccolò e Iolanda, Giacomo e Marysara piangono la perdita di
Sara, Marco, Rita e Martin sono vicini a Suviana,
Matteo e a tutta la famiglia Brambilla, in questo
momento di dolore per la prematura scomparsa
del caro
Arturo Brambilla
Ci hai lasciato un amore infinito ed un vuoto enorme.- Addio amore, ciao papà.- Per indicazioni su
orario e luogo delle esequie, contattare le onoranze funebri Maggiore cell. 335.8223969.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Ivo e Isabella con le figlie Marta e Giulia sono
vicini alla sofferenza e al rimpianto di Tiziana e dei
figli per la scomparsa di
Arturo
che ricorderanno sempre con affetto.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Anna Elisa e Giovanni, con Alfredo, Carlo e Silvia, a funerali avvenuti, annunciano che la loro cara mamma
Carla Antonini
- Milano, 22 ottobre 2014.
ore vive luminosa nei loro cuori.- Un abbraccio a
Ugo per le premurose, sapienti, cure mediche e
grazie ad Ana per l’affettuosa assistenza.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Anna Della Torre è accanto a sua figlia Tiziana
e ai nipoti per la perdita di
Alessandro, Edoardo e Virginia con nostalgia e
amore ricorderanno la loro
Arturo
Arturo
nonna Carla
- Milano, 22 ottobre 2014.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Giuliana Borgomaneri Lasorsa abbraccia con
grandissimo affetto Tiziana e i ragazzi nel ricordo
di
I dipendenti di Magira S.r.l. partecipano al dolore dell’Amministratore Unico Giovanni Richetti per
la perdita della madre signora
Arturo
Carla Antonini
- Lesa, 22 ottobre 2014.
- Roma, 22 ottobre 2014.
Partecipa al lutto:
– Rossella Bracco.
Lella, Giovanni e Delfina, con Stella e Mimosa,
abbracciano con tanto affetto Anna e Giovanni nel
ricordo della loro cara mamma
Lorenzo e Olga si stringono forte a Matteo, Guido, Anna e Giacomo per la perdita del loro adorato
papà
Arturo Brambilla
- Milano, 22 ottobre 2014.
Laura, Paolo e Matilde si uniscono al dolore della
famiglia per la perdita del caro
Arturo
Un uomo speciale che ci mancherà.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Addio
Arturo
se ne è andata con te una grande parte della mia
vita e dei nostri ricordi ma la nostra amicizia continua.- È scomparsa una persona buona, il migliore
dei padri e dei mariti.- Un eterno abbraccio.- Guido. - Milano, 22 ottobre 2014.
Carla
- Milano, 22 ottobre 2014.
Marco ed Emanuela con Maria, Beatrice e Vittoria abbracciano con affetto Annalisa nel ricordo
della cara mamma
Carla Antonini
certi che dal cielo sempre la accompagnerà e la
sosterrà. - Milano, 22 ottobre 2014.
Efisio ed Emanuela con Diletta, Eleonora, Elisa e
Benedetta sono vicini con tutto il cuore ad Annaelisa e a tutta la sua famiglia in questo momento di
grande dolore per la morte della mamma
Carla Antonini
- Milano, 22 ottobre 2014.
Il 22 ottobre è mancata all’affetto dei suoi cari
Ione Cammeo Luzzati
mamma e nonna amatissima.- Con profondo dolore lo annunciano Daria e Emilio, Sylvia, Gigio e
Lella con le rispettive famiglie.- Un sentito ringraziamento a Marina, Fatima, Enza, Michela, Vilma
e Tina per l’affetto a lei dimostrato negli anni.- I
funerali avranno luogo giovedì 23 ottobre partendo dall’abitazione in Genova alle ore 10 e proseguendo per il cimitero Ebraico di Asti.
- Genova, 22 ottobre 2014.
Guido e Adriana con le loro famiglie sono vicini
con profondo affetto a Maura, Marco e Roberta per
la perdita della cara sorella e zia
I nipoti Paola, Giorgio con Teresa, Carla con Jeff,
Marco Fausto con Betta, Sara con Gabriele e Susanna ricordano commossi
Nella Granchi
- Milano, 22 ottobre 2014.
Cara
nonna Nella
ti ricorderemo sempre per il tuo amore, la tua disponibilità e il tuo sorriso.- Paolo e Paolo.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Cara
mamma
ci hai insegnato ad affrontare le avversità con la
forza del sorriso e della fede.- Sei stata straordinaria e unica e ti terremo sempre nel nostro cuore.Adriana e Guido. - Milano, 22 ottobre 2014.
Zio Carlo con i figli Paola, Beppe, Giovanni,
Francesca e rispettive famiglie è vicino a Guido con
Laura e Paolo e Adriana con Marcello e Paolo per
la perdita della carissima
zia Nella
Sarà sempre nei nostri cuori.
- Genova, 22 ottobre 2014.
Le nipoti Giovanna, Francesca ed Elena con le
rispettive famiglie si stringono affrante ai cari cugini Guido e Adri ricordando la
zia Nella
che in questi anni ci ha insegnato grande dignità
e amore per la famiglia.
- Milano, 22 ottobre 2014.
È tornata in cielo una donna straordinaria, dolce
e forte
Cornelia Raggio Granchi
Partecipano al lutto:
– Lallo, Marisa e Pinina Carutti.
Piera e Fabio con Maria e Federico si stringono con
affetto a Guido e Adriana.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Insieme alla tua voce ed al tuo sguardo mi appaiono sparse nella memoria le mille cose che nella mia giovinezza mi hai fatto vivere e conoscere,
tutte belle grazie
Patrizia e Piero con Alessandro e Monica, Francesco e Federica abbracciano lo zio Alfredo, Annalisa, Giovanni nel ricordo della cara
Giuliana e Luciano con Barbara e Paola sono vicini a Fabrizio e Marco per la perdita della loro
mamma
Arturo
zia Carlina
Edmondo con Josiane è vicino a Tiziana, Matteo,
Guido, Anna e Giacomo con profondo affetto.
- Milano, 22 ottobre 2014.
È mancato il caro amico
Arturo
Sono particolarmente vicino alla moglie ed alla famiglia tutta.- Franco Polidori.
- Genova, 22 ottobre 2014.
Andrea e Fabrizia Villa Luraschi stringono in un
forte abbraccio tutta la meravigliosa famiglia
Brambilla nel dolore per la perdita di
Arturo
- Milano, 22 ottobre 2014.
Giorgio, Cristina, Filippo con Gaia, con infinita
tristezza, abbracciano Tiziana, Anna, Matteo, Guido, Annina e Giacomo per la dolorosa scomparsa
di
Arturo
- Milano, 22 ottobre 2014.
Ugo con Paola e Giacomo, Benedetta, è vicino
con affetto allo zio Alfredo, Anna Elisa e Giovanni
nel ricordo della cara
zia Carlina
- Milano, 22 ottobre 2014.
Alessandro e Rossana partecipano con affetto al
dolore della cara Anna Elisa per la perdita della
madre
Carla Antonini
- Milano, 22 ottobre 2014.
Antonio e Federica, con Pietro e Giacomo, abbracciano con affetto Anna Elisa e Giovanni e partecipano al loro dolore per la perdita della madre
Carla Antonini
- Milano, 22 ottobre 2014.
e porteranno sempre nel loro cuore il ricordo del
suo rigore morale, della sua generosità e del suo
grande amore per gli amici.
- Milano, 23 ottobre 2014.
Alessandra, Massimo, Allegra, Ginevra, Leopoldo e Luigi addolorati per la scomparsa della cara
mamma
Nathan, Ambrogio e Leopoldo sono vicini a Giacomo per la perdita di suo papà
si stringono con tanto affetto ad Anna Elisa, Carlo,
Alessandro ed Edoardo.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Arturo Brambilla
e abbracciano tutta la famiglia.
- Londra, 22 ottobre 2014.
Carla
Partecipa al lutto:
– Valeria Bruni.
È mancata all’affetto dei suoi cari
Nella Granchi
Lo annunciano con profondo dolore i figli Guido e
Adriana con Laura, Marcello, Paolo e Paolo.- I funerali saranno venerdì 24 ottobre ore 11 presso
Mater Amabilis via Previati 8 Milano.- In suo ricordo sono gradite offerte a Fondazione Opera San
Francesco per i Poveri Onlus ccp 456202.- Si ringrazia Istituto Tumori e Ospedale San Giuseppe
Multimedica per le cure prestate.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Carla
- Milano, 22 ottobre 2014.
Roberto, Silvia e Luca abbracciano con affetto Bicio, Maddy e Gughi in questo momento di grande
dolore per la scomparsa della mamma
Carla Ballestrin
- Busto Arsizio, 22 ottobre 2014.
Carla Cerutti Ballestrin
Partecipano al lutto:
– I cugini Carla Gianluigi Mariuccia Riva.
– Rosanna e Carluccio Sangalli con i figli.
Donatella, Santo e tutta la famiglia Versace profondamente commossi si stringono a Rossella, Giulia e Vittoria per la scomparsa del caro
Giacomo
- Milano, 22 ottobre 2014.
nonna Ione
e il suo affettuoso impegno per tutti gli aspetti della
vita famigliare. - Genova, 22 ottobre 2014.
I pronipoti Tohar, Eliscià, Avital, Ziv, Michele,
Giulia, Daniel, Giulia, Anna, Aroldo e Noa mandano un bacio alla
bisnonna Ione
- Genova, 22 ottobre 2014.
Simonetta e Francesco, Roberta sono vicini a Gigio e Lella e a tutta la famiglia per la scomparsa
della mamma e nonna
Ione Luzzati
- Genova, 22 ottobre 2014.
Adriana Bassani con Luciano, Marina, Roberto e
le loro famiglie profondamente addolorata piange
la scomparsa dell’amatissima cognata
Ione
che fin dai lontani tempi della giovinezza è stata
presente nella sua vita con l’affetto di una sorella.
- Genova, 22 ottobre 2014.
È mancata all’affetto dei suoi cari
Claudia Collino
Ne dà il triste annuncio la figlia Gaia con Andrea,
Benedetta e Giovanni.- I funerali si svolgeranno venerdì 24 ottobre nella Basilica di Sant’Ambrogio.Per l’ora delle esequie si prega di telefonare al n.
02.5513027 Onoranze Funebri Fusetti.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Partecipa al lutto:
– Franco Ceccon.
Vigi, Leocar, Lione con tutti i collaboratori partecipano al dolore di Gaia per la scomparsa della
cara madre
Claudia Collino
- Milano, 22 ottobre 2014.
Ringraziamo con affetto tutto il Reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Professore Mosca della
Fondazione IRCCS Policlinico Mangiagalli per le tenaci cure al nostro piccolo
Filippo Bellobuono
Andrea, Elena. - Milano, 21 ottobre 2014.
Si è allontanata lentamente, in pace, e ci ha lasciati la mamma
Gisella Varsori Frontini
I figli Marina, Federico, Luca e la nipote Mariasole, con Dianella e Davide annunciano con dolore
la scomparsa dell’
con cui hanno condiviso tanti momenti felici.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Franco Spaghi profondamente rattristato partecipa al dolore di Deborah e Gianfranco per la
scomparsa di
Alberto Varvaro
e abbraccia con affetto Rosanna.
- Milano, 22 ottobre 2014.
L’Accademia Nazionale dei Lincei annuncia con
profondo dolore la scomparsa del socio della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche
Prof. Alberto Varvaro
- Roma, 23 ottobre 2014.
Giovanni
ricordando con affetto e gratitudine l’impareggiabile prezioso amico di una vita.
- Milano, 22 ottobre 2014.
I condomini e l’amministratore dello stabile di
via Pacini 2, Milano partecipano con profondo cordoglio al dolore dei familiari per la scomparsa della
Roberta e Claudio con figli sono affettuosamente
vicini a Luisa, Carla e figli per la morte di
Giovanna Tagliasacchi
- Appiano Gentile, 22 ottobre 2014.
2004 - 2014
Albert J. Mesrie
sig.ra Anna Teresa Bianco
- Milano, 22 ottobre 2014.
Nel cielo ora c’è una luce in più
Paola Spiti
Con affetto e condivisione rivolgiamo un forte abbraccio a Gianfranco, Alessandra, Martina e familiari tutti.- Marisa e Paolo Tasin con Laura.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Ci manchi, sono dieci anni.- Qui tutto parla di te.Nelle scelte difficili ci aiutano la tua saggezza, i tuoi
insegnamenti.- Sei sempre con noi.- La tua famiglia. - Milano, 23 ottobre 2014.
Domenico (Mimmo) Cattapan
Sei sempre nel mio cuore e nei miei pensieri.- Franca. - Milano, 23 ottobre 2014.
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Ione Cammeo Luzzati
Claudio e Maria abbracciano con tutto il loro affetto Rossella, Giulia e Vittoria e piangono il caro
amico
Giacomo
storica figura del ciclismo.- Il funerale si svolgerà
venerdì 24 ottobre alle 16.30 nella parrocchia di
Chiesanuova Repubblica di San Marino.
- Milano, 22 ottobre 2014.
- Genova, 22 ottobre 2014.
Partecipano al lutto:
– Andrea e Katy.
– Daniele e Barbara.
– Federico e Carlotta.
– Paolo Grancini.
- Milano, 22 ottobre 2014.
Giacomo Corsi
Maria Luisa Meneghetti rimpiange gli insegnamenti e l’umanità di
Giovanni Michelotti
La cognata Alda, Rossella, Enrico e Lia si stringono a Daria e Emilio, Gigio e Lella, Silvia e figli
con dolore infinito per la perdita della cara
La ricordano, sereni e continuando a volerle un bene enorme, Patrizia e Stefano con Elena, Axel, Marta, Martina e Pietro.- Per informazioni su giorno e
ora dei funerali telefonare allo 0258307131.- In
suo ricordo non fiori ma offerte al Centro Don
Orione di Milano, caro alla mamma.
- Milano, 23 ottobre 2014.
Tutto il personale del gruppo Versace partecipa
al dolore della famiglia per la scomparsa di
Deborah Michelotti e Gianfranco Josti annunciano con estrema tristezza l’improvvisa scomparsa di
Avv. Luigi (Titta) Benzi
padre straordinario, grande ed onesto avvocato.
- Rimini, 21 ottobre 2014.
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Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
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trigesimi e ringraziamenti:
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Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti:
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Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito
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fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
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Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45
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Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
SPORT
Vertice a Roma
Malagò spiega a Tavecchio i tagli al calcio
Nuoto
Tennis
Il pm dà ancora ragione a Barelli: nessuna truffa Il tonfo di Serena Williams. Djokovic papà
Quaranta minuti di confronto tra il presidente del Coni, Malagò e i
vertici della Figc (Tavecchio, Abodi, Lotito) per chiarire i nuovi criteri di
assegnazione dei contributi statali erogati alle varie federazioni che
prevedono una riduzione consistente per quelli destinati al calcio.
Malagò non ha quantificato il taglio (intorno ai 20 milioni), ha solo
spiegato i criteri che hanno ispirato la commissione e ha promesso
che ci sarà tempo e modo per una correzione. Tavecchio è stato
invitato a partecipare alla Giunta di martedì che tratterà l’argomento.
Ennesima puntata della telenovela Malagò-Barelli. Ieri la Procura di
Roma ha chiesto l’archiviazione della posizione di Paolo Barelli,
presidente della Federnuoto, per una presunta truffa legata a fatture
per oltre 820 mila euro per la manutenzione della piscina olimpica
del Foro Italico. Il pm Roberto Felici, al quale il gip aveva chiesto un
supplemento di indagini, ha motivato la nuova iniziativa ribadendo
l’insussistenza del reato di truffa. L’inchiesta aveva preso le mosse
da una segnalazione del Coni guidato da Giovanni Malagò.
Mentre il numero 1 del mondo Novak Djokovic diventa papà (ieri è
nato Stefan, il primo figlio), dal Masters donne di Singapore arriva la
notizia del clamoroso tonfo della regina, Serena Williams, di fronte
alla romena Halep: 6-0, 6-2 in appena un’ora e 5 minuti. Con la
Halep già qualificata alla semifinale, c’è da registrare l’eliminazione
della canadese Bouchard, k.o. ieri con la Ivanovic (6-1, 6-3). Oggi al
Masters di doppio debutto della coppia Errani-Vinci: le azzurre sono
a caccia del primo titolo dopo due semifinali consecutive.
Il Tour diventa verticale
Nibali sogna la doppietta
PAESI BASSI
UTRECHT
PARTENZA
ZÉLANDE
BELGIO
Il percorso
● Le date
Il Tour
de France
2015 partirà
il 4 luglio
da Utrecht
e arriverà
a Parigi
il 26 luglio
● La distanza
La Grande
Boucle
percorrerà
3.350 km
● Le tappe
Ben 8 tappe
di montagna, di
cui 5 con arrivi
in salita. Solo
due le frazioni
a cronometro
per soli 42 km,
compreso
il cronoprologo
di Utrecht
cenzo Nibali (13,4 chilometri
nella quarta tappa, quella di
Cambrai) preceduto di 24 ore
dal traguardo sul Muro di Huy,
spettacolare arrivo della Freccia Vallone. Se aggiungiamo,
due giorni dopo, un arrivo sul
Mur De Bretagne ecco confezionato il trappolone per chi
non è allenatissimo. E fortunatissimo.
Poi sette tappe di montagna,
con cinque traguardi in quota.
Un menù cosi indigesto da indurre Chris Froome (ieri assente, come Contador) a mettere in dubbio la sua presenza.
Si parte con una «tripletta»
pirenaica che oltre agli immortali Aspin, Tourmalet e Plateau
de Beille, inventa come primo
L’ultima maglia gialla
«Spero di poter sfidare
sia Contador sia
Froome. Gli abbuoni?
Non mi fanno paura»
traguardo per fare la selezione
la salita spaccagambe PierreSaint-Martin.
Dopo la tripletta arrivo in
salita a Mende e ancora sedici
vette alpine in quattro tappe
consecutive. Il menù? Alpe
d’Huez come trampolino finale prima di Parigi, classici quali Croix de Fer, Telegraphe e
Galibier e invenzioni come il
duro Lacets de Montvernier,
scovato in Savoia da uno sponsor.
Che ne pensa Vincenzo Nibali, re del 2014? «In primo
luogo — spiega il siciliano —
spero di poter sfidare sia Contador sia Froome. Tour tostissimo fin da subito con rischi
legati al percorso e al vento
della Bretagna. Il ritorno degli
abbuoni? Non mi preoccupa,
perché in montagna conteranno poco. L’Alpe d’Huez? L’ho
fatta nel 2008 ed è stata dura.
In tanti mi chiedono se sia possibile la doppietta Giro e Tour:
ci sto pensando, ma al Giro
correrei per vincere togliendo i
Seraing
Abbeville
CAMBRAI
Livarot
MÛR DE
BRETAGNE
HUY
AMIENS
LE HAVRE
Rivoluzione? Poco ci
manca. Il Tour de France 2015
demolisce i resti delle amabili
consuetudini del passato. La
Grande Boucle (4 - 26 luglio)
non è più quel ricciolo che da
110 anni accarezzava tutto il Paese ma una linea spezzata in
due segmenti paralleli, a nord
e a sud. Il primo collegherà
Utrecht (Olanda) a Normandia
e Bretagna. Il secondo è un
percorso di guerra tra Pirenei e
Alpi.
È il Tour più duro e con meno chilometri a cronometro
dei tempi moderni: solo 14 nel
cronoprologo olandese e 28
nella complicata cronosquadre di Plumelec: di più i telespettatori non sopportano.
È un Tour che enfatizza la
formula del 2014 e saluta definitivamente le frazioni di trasferimento. Spazio per i velocisti? Solo se non si staccano in
finali di corsa mai banali: i re
dello sprint Cavendish e Kittel
ieri avevano facce smarrite.
Torna il pavé che lanciò Vin-
4 luglio
Anversa
Arras
Presentato il percorso 2015, poche crono e tante salite
PARIGI
ARRIVO
PARIGI
Campi Elisi 26 luglio
FOUGÈRES
Sevres
Rennes
PLUMELEC
Vannes
SAINT-JEANDE-MAURIENNE
Legenda
Partenza
ARRIVO
Riposo e partenza
Arrivo e partenza
Arrivo e riposo
Cronometro
Trasferimento
FRANCIA
Modane
LA TOUSSUIRE
Bourg-de-Péage
VALENCE
ALPE-D’HUEZ
RODEZ
Muret
MENDE
GAP
Pau Tarbes
LA PIERRESAINT-MARTIN
Lannemezan
CAUTERETS
PRA-LOUP
DigneLes-Bains
PLATEAU DE BEILLE
gradi di capitano a Fabio Aru.
Fisicamente potrei riuscirci».
Sono gli stessi pensieri di
Contador, Froome e Quintana
(favorito ed entusiasta del tracciato) che scioglieranno le riserve nelle prossime settimane.
L’impressione è che ciascuno aspetti le mosse degli avversari prima di decidere e che comunque due grandi giri a testa
tocchino a tutti. Bon courage,
si dice da queste parti.
Marco Bonarrigo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vela in Atlantico
La Società San Vincenzo De Paoli
Sede Centrale di Milano
è lieta di invitarVi
martedì 28 ottobre 2014, h. 17.30
al Circolo Filologico Milanese
via Clerici, 10
per un incontro speciale con
Armando Torno - editorialista Corriere della Sera
Maserati si arrende: niente record
Nella notte di mercoledì, Maserati di Giovanni Soldini ha
abbandonato il tentativo di record dell’Atlantico (6 giorni, 17
ore). «Siamo finiti in una zona con poco vento — spiega lo
skipper via radio —. In mare non è l’uomo a comandare:
siamo dispiaciuti ma sereni perché non ci siamo risparmiati».
Maserati fa rotta sulle Azzorre per riempire la cambusa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Eurolega, Milano ospita il Barcellona
MILANO In Europa l’EA7 fa subito sul serio. Dopo
Gruppo C
Oggi ore 20.45
BayernPanathinaikos,
TurowFenerbahçe
ore 21
EA7 MilanoBarcellona
Tv: Fox Sports 2
Classifica
Panathinaikos,
Fenerbahçe
e Barcellona 2;
Bayern, EA7
Milano e Turow 0
la magia del dono
Il dono e il Pensiero: come la Storia ne ha cambiato l’idea.
Sarà un racconto che attraverso episodi e personaggi storici
e simbolici, ci parlerà dell’importanza e il significato
di un gesto che è alla radice delle relazioni umane.
Immagini da films sul tema presentate da Adalberto Lombardo
partecipano all’incontro
Basket
la sconfitta di misura in casa del Fenerbahçe, la
squadra di Luca Banchi debutta in Eurolega al
Forum ospitando una grande d’Europa, il
Barcellona che tra campionato ed Europa ha
finora vinto 4 partite su 4. Lo scorso anno il
bilancio fu di una partita a testa. Coach Banchi
si affida al suo gruppo collaudato, al rientro di
Hackett e ai tifosi per superare gli avversari:
«Dovremo essere capaci di replicare l’intensità
della partita di Istanbul in una cornice di
pubblico ideale. Dovremo produrre quella
continuità di rendimento indispensabile per
tenere testa a una delle squadre più organizzate
dell’intera competizione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
61
Don Dario Cornati, Padre spirituale della S. Vincenzo di Milano
Don Roberto Davanzo, Direttore di Caritas Ambrosiana
Mons. Franco Buzzi, Prefetto delle Biblioteca Ambrosiana
segue aperitivo
Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
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di Maria Volpe
Talenti del canto:
al via la gara
con Mika giudice
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finali di «X Factor» 2014
che torna in diretta con i 12
finalisti selezionati dai
giurati Fedez, Mika (foto),
Morgan e Victoria Cabello.
Tra le novità, l’«Xtra
Factor» condotto da Mara
Maionchi. Ospiti della
prima puntata, Tiziano
Ferro e Robin Schultz con
Lilly Wood &The Prick. Una
gara all’ultimo sangue che
si concluderà l’11 dicembre
sul palco del Mediolanum
Forum di Assago.
X Factor
Sky Uno, ore 21.10
Incognita Travaglio
Sarà da Santoro?
«F
uori!»: è il titolo della
puntata condotta
stasera da Michele Santoro.
Tra gli ospiti, Simona
Bonafè, eurodeputato del
Pd, Maurizio Landini,
segretario generale della
Fiom, e Mario Borghezio,
parlamentare europeo della
Lega Nord. Toto-Travaglio:
dopo il litigio di giovedì
scorso, il giornalista ci sarà?
Servizio Pubblico
La7, ore 21.10
Gerini-Brignano
fanno cabaret
T
erza puntata per il
cabaret condotto da
Claudia Gerini ed Enrico
Brignano. Ospiti, l’ex
padrone di casa Claudio
Bisio, Frankie Hi-Nrg che
rapperà con Sdrumo e
Federico Zampaglione in
duetto con Andrea Perroni.
Zelig
Canale 5, ore 21.10
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Corriere della Sera Giovedì 23 Ottobre 2014
63
Sul web
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
A FIL DI RETE di Aldo Grasso
«Batman» ammicca ai fan per poter risultare interessante
Vincitori e vinti
U
na metropoli dalle tinte scure, soffocante, piena di ombre e priva di luci che non
siano artificiali. Un agglomerato caotico
di vicoli e sopraelevate. Questa è
Gotham, alter ego immaginario dell’iper-reale New York, come si è costruita nei fumetti della DC Comics, nei tre film di Christopher
Nolan e ora in una serie tv, «Gotham» appunto, in
onda negli Stati Uniti su Fox e in Italia a poca distanza su Premium Action (ogni lunedì, alle 21), dopo l’anteprima in chiaro su Italia 1.
Il telefilm, scritto da Bruno Heller (già autore di
LA STRADA DRITTA
Ennio Fantastichini
La fiction su Rai1 batte la
commedia: 4.835.000
spettatori, 19,1% di share
MASCHI CONTRO FEMMINE
Claudio Bisio
Per il film di Fausto Brizzi
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12,7% di share
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rimento, in mano al boss criminale don Falcone.
L’idea del prequel però da sola non basta: se le
scene e la fotografia sono molto curate, la scrittura
e la recitazione non sono sempre all’altezza. E i richiami costanti alla mitologia di Batman — si affacciano sullo schermo, ancora giovani o bambini,
molti dei suoi futuri nemici: il Pinguino, l’Enigmista, Catwoman — sono forse l’indice più evidente
di una narrazione che non trova appieno una sua
originalità, ma è costretta a lanciare continue strizzate d’occhio ai fan per risultare interessante.
«Roma» e «The Mentalist»), tiene Batman fuori
dallo schermo e dagli eventi narrati, per concentrarsi su quanto è avvenuto prima, sulle origini del
mito. L’uccisione dei facoltosi coniugi Wayne di
fronte agli occhi del piccolo Bruce, il futuro Cavaliere Oscuro, e la ricerca del colpevole tra depistaggi e
false piste, ma non solo: il giovane detective James
Gordon (Benjamin McKenzie, già in «The OC» e
«Southland»), in coppia con il ben più scafato e disilluso Harvey Bullock (Donal Logue), si muove in
un sottobosco criminale fatto di degrado e corruzione, in una città allo sbando e senza punti di rife-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giovedì 23 Ottobre 2014 Corriere della Sera
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BSI è orgogliosa di essere al fianco di Giovanni Soldini
e del suo team. Insieme, sfida dopo sfida.
Un’impresa sportiva richiede impegno,
preparazione, passione: gli stessi valori che BSI
mette nel suo lavoro di tutti i giorni.
Che si tratti di performance, di persone,
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