UNAE AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Segreteria Tecnica Pag. 1 di 4 Parte III Definizioni e termini di sicurezza elettrica 3. Premessa Le definizioni sono noiose e a prima vista possono apparire di scarsa utilità. In realtà sono importanti perché permettono d’intendersi in maniera univoca delle questioni di cui si sta parlando. Esse inoltre semplificano la spiegazione dei concetti basilari e l’illustrazione delle varie problematiche senza dover fare continui richiami che possono appesantire l’esposizione e quindi la comprensione. 3.1 Classificazione dei sistemi elettrici in relazione alla tensione Nella tabella 3.1 è riportata la classificazione dei sistemi elettrici in relazione alla tensione. Nel linguaggio comune si usa indicare con impianti BT quelli con tensione inferiore a 1000 V in c.a. e 1500 V in c.c. e con impianti AT quelli con tensioni superiori, anche se la norma CEI 11-27 definisce la Media Tensione (MT) come la tensione nominale di sistemi oltre 1000 V se in corrente Tab. 3.1. Classificazione degli impianti elettrici in funzione alternata od oltre 1500 V corrente della tensione. continua, fino a 35000 V. In genere i sistemi di categoria 0 vengono denominati impianti a bassissima tensione (ELV) con tensione non superiore a 50 V in c.a. o a 120 V in c.c., sia tra conduttori sia verso terra; essa comprende i circuiti SELV (Safety Extra Low Voltage), PELV (Protective Extra Low Voltage) e FELV (Functional Extra Low Voltage). 3.2 Definizioni Parte attiva Conduttore o parte conduttrice destinata ad essere in tensione durante il normale servizio incluso il neutro, ma non, per convenzione, il neutro usato come conduttore di protezione (PEN combinazione del simbolo PE per il conduttore di protezione e del simbolo N per il conduttore di neutro). Durante i lavori una parte attiva può essere in tensione o meno. Le parti attive (fig. 3.1) devono essere considerate in tensione se ad esse non sono state applicate tutte le misure di sicurezza previste per il lavoro fuori tensione. Zona di lavoro sotto tensione (DL) Spazio, delimitato dalla distanza DL, intorno alle parti attive nel quale non è assicurato il livello d’isolamento atto a prevenire il pericolo elettrico. Zona prossima (DV) Figura 3.1. Distanze in aria e definizione delle zone previste dalle Spazio esterno alla zona di lavoro procedure per lavori sotto tensione delimitato dalla distanza DV. 1 UNAE AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Segreteria Tecnica Pag. 2 di 4 Parte III Definizioni e termini di sicurezza elettrica Zona di lavoro non elettrico (DA9) o zona di vicinanza Spazio esterno alla zona prossima delimitato dalla distanza DA9. Riassumendo: • DL è la distanza che definisce il limite esterno della zona di lavoro sotto tensione (per gli impianti con tensione nominale fino a 1 kV è DL =0); • DV è la distanza che definisce il limite esterno della zona di lavoro in prossimità; • DA9 è la distanza che definisce il limite esterno della zona dei lavori non elettrici. La distanza DA9 (acronimo di Distanza-Allegato-9) è la distanza che definisce il limite esterno della zona del lavoro non elettrico eseguibile con disposizioni organizzative e procedure stabilite dalla normativa tecnica così come richiesto dal TU della sicurezza. Infatti secondo gli articoli 83 e 117 del TU non possono essere eseguiti lavori non elettrici a distanza minore di DA9 salvo che non vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali, idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi, stabilite dalle pertinenti norme tecniche. Fig. 3.2, Valori di DL, DV e DA9 in funzione della tensione Indicato con U tensione nominale del nominale. sistema elettrico interessato nella tab. 3.2 sono riportati alcuni valori di DL, DV e DA9 stabiliti dalla norma CEI 11-27 e dal TU. Lavori elettrici e non elettrici Il tipo di lavoro non dipende dalla sua natura, ma si classifica in funzione della posizione (distanza D) assunta dall’addetto e dagli attrezzi dallo stesso maneggiati rispetto alle parti in tensione. Avremo così: • lavoro elettrico secondo la norma CEI 11-27 quando è D ≤ DV ; • lavoro non elettrico secondo la norma CEI 11-27 quando è DV < D ≤ DA9; • lavoro non elettrico secondo il D.Lgs n. 81/08 (TU ) quando è D > DA9; dove D è distanza di lavoro della persona, dell’attrezzatura e delle cose dalla stessa maneggiate. Il lavoro elettrico può comportare l’accesso alla parte attiva dell’impianto o anche la semplice invasione della zona prossima. Nel primo caso il lavoro elettrico potrà essere fuori tensione (parti attive messe in sicurezza ossia in corto circuito e a terra – Fig. 3.3. a) Lavoro fuori tensione. b) Lavoro sotto fig. 3.3 a) o sotto tensione, cioè con accesso alle parti tensione (impianti > 1 kV) attive in tensione con una parte del corpo o con un 2 UNAE AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Segreteria Tecnica Pag. 3 di 4 Parte III Definizioni e termini di sicurezza elettrica oggetto/attrezzo/utensile (fig. 3.3 b). Nel secondo caso il lavoro elettrico è detto in prossimità ed è sempre complementare al lavoro elettrico fuori tensione o sotto tensione. L’accesso alla zona prossima è riservato alle persone in possesso di specifiche competenze come sarà meglio specificato nella Parte IV. La costruzione di un nuovo impianto elettrico, cioè non ancora collegato ad alcuna fonte di alimentazione, non presenta, da solo, alcun rischio elettrico. La norma CEI 11-27 definisce anche il lavoro non elettrico (art. 3.4.3). Esso, come già detto, non dipende dalla sua natura non elettrica, né dall’intenzionalità o meno di accedere alla zona prossima, ma dalla semplice invasione della zona di vicinanza che di per sé configura la presenza di rischio elettrico. Un esempio di lavoro non elettrico è rappresentato in fig.3.4. Involucro, protettore e barriera La limitazione della zona di lavoro sotto tensione e della Fig. 3.4. Lavoro non elettrico in zona prossima si effettua mediante degli impedimenti che vicinanza di linea elettrica. possono essere: • l’involucro, che assicura la protezione delle parti attive contro determinate influenze esterne e la protezione da ogni direzione contro i contatti diretti (grado di protezione IP Acronimo di International Protection – norma CEI EN 60529 - CEI 70-1). Esso può essere isolante o conduttore, in quest’ultimo caso deve essere collegato a terra e rispetto alla parte attiva si trova ad una distanza superiore a DL; • il protettore, che previene l’avvicinamento e il contatto accidentale con parti attive non in sicurezza dell’impianto. Esso è sempre di tipo isolante. Se il protettore è presente in condizioni ordinarie, il lavoro al riparo dello stesso non costituisce un lavoro elettrico. Lo stesso dicasi una volta che sia stato installato attuando le misure previste per il lavoro fuori tensione o sotto tensione. Per essere idoneo allo scopo e visto che può essere installato all’interno della zona di lavoro sotto tensione deve superare con esito positivo un protocollo (specifica tecnica) di prove dielettriche; • la barriera, che viene installata al di fuori della zona di lavoro sotto tensione, può essere di materiale qualsiasi. Può essere installata permanentemente o messa in opera in occasione del lavoro. La sua funzione è quella di impedire l’avvicinamento alle parti in tensione. La protezione che offre può essere totale oppure parziale non prevenendo azioni volontarie inusuali. Nella maggioranza dei casi, la barriera impedisce l’accesso nella direzione normalmente percorsa camminando, ma può anche avere forma e funzioni diverse. Sezionare Scollegare completamente un dispositivo o un circuito da altri dispositivi e circuiti creando una separazione fisica in grado di garantire la tenuta alle differenze di potenziale che si possono manifestare tra i contatti del dispositivo, o tra il circuito e altri circuiti. Terra di sezionamento Collegamento di tutti i conduttori attivi dell’impianto a terra e in cortocircuito nel punto di sezionamento. L’opportunità di installare la terra di sezionamento è da valutarsi di volta in volta in 3 UNAE AGGIORNAMENTO FORMATIVO SULLA SICUREZZA NEI LAVORI ELETTRICI Segreteria Tecnica Pag. 4 di 4 Parte III Definizioni e termini di sicurezza elettrica base alla situazione impiantistica. Può essere utilizzata come terra di lavoro quando risulta visibile con continuità dal posto di lavoro. Terra di lavoro Collegamento di tutti i conduttori attivi dell’impianto a terra e in cortocircuito nel punto in cui si esegue il lavoro o nelle immediate vicinanze. Le terre di lavoro possono essere più di una se il lavoro da eseguire comporta l’interruzione della continuità metallica dei conduttori. Dispositivo portatile per la messa a terra e in cortocircuito Dispositivo portatile che viene connesso manualmente mediante componenti isolanti alle parti di un impianto elettrico per la sua messa a terra e in cortocircuito. Esso deve risultare adeguato alle sollecitazioni termiche e elettromeccaniche previste nel punto d’installazione. Supervisione Complesso di attività condotte, prima di eseguire un lavoro, ai fini di mettere i lavoratori in condizioni di operare in sicurezza senza ulteriori necessità di controllo predisponendo, ad esempio: • ambienti; • misure di prevenzione e protezione: • messa fuori tensione e in sicurezza di un impianto elettrico o parte di esso: • installazione di barriere e impedimenti: • modalità d’intervento: • istruzioni. Sorveglianza Attività di controllo costante svolta da persona con adeguate competenze nei confronti di altre persone generalmente con minore esperienza, atta a prevenire azioni pericolose, derivanti dalla presenza di rischio elettrico, che queste ultime potrebbero compiere (volontariamente e/o involontariamente) ignorandone la pericolosità. Manovre Le manovre di esercizio sono destinate a cambiare lo stato elettrico di un impianto. Le manovre di esercizio sono di due tipi: • manovre intese a modificare lo stato elettrico di un impianto per mezzo di componenti o apparecchiature, collegamenti, scollegamenti per avviamento o arresto di apparecchi elettrici progettati per essere usati senza rischio per quanto tecnicamente possibile; • messa fuori servizio o in servizio per lavori sugli impianti agu fine della Parte II1 4
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