MODELLO FRAZIONARIO PER IL COMPORTAMENTO ELASTOVISCOSO DELLE STRUTTURE IN CALCESTRUZZO MARCELLO ARICI, Università di Palermo MARIO DI PAOLA, Università di Palermo MICHELE F. GRANATA, Università di Palermo MARIA OLIVA, Università Kore di Enna SUMMARY The behaviour of large concrete structures is strongly influenced by creep which is responsible for increasing the initial elastic deformation due to sustained loads as time goes by. In addition creep leads to a redistribution of internal forces when the static scheme changes due to the introduction of delayed restraints or internal constraints. The evaluation of creep deformation is addressed in the literature using different forecasting models, now internationally accepted. In the early 50s of the last century, a model based on fractional operators was introduced in visco-elastic theory proving to be more effective for the interpretation of experimental results than the classical models, based on statistical extrapolation of data collected in the international databases. In this study the hereditary fractional viscoelastic model is applied to concrete, finding the correlation between the North American model B3 and the fractional model based on power functions. Through a best fitting procedure of creep functions given by literature models with power curves it is possible to describe the behaviour in time of concrete by means of the fractional method. This innovative model allows to describe the phenomena of creep and relaxation through the calibration of two parameters only, linked to the time of load application and environmental data, with the result of a reduced computational burden. 1. INTRODUZIONE Nel campo dell'ingegneria civile le proprietà viscoelastiche dei materiali rivestono un ruolo importante, specie per la loro influenza sul comportamento a lungo termine degli elementi strutturali. In natura non esistono materiali puramente elastici o puramente viscosi: i materiali reali presentano sempre un comportamento intermedio. In tal caso, la risposta ad uno sforzo o a una deformazione imposta risulta dipendente dal tempo e conserva memoria della storia di carico a cui tali elementi sono stati sottoposti. Sperimentalmente se il materiale viscoelastico è soggetto ad una tensione costante che perdura nel tempo si registra un aumento di deformazione (scorrimento viscoso o creep), mentre se è soggetto ad una deformazione impressa persistente si registra una diminuzione della tensione (rilassamento). Esempi di materiali viscoelastici sono i polimeri, i bitumi, le resine, le gomme e il calcestruzzo. Quest’ultimo è il materiale da costruzione più diffuso in campo civile e pertanto una corretta valutazione dei fenomeni lenti risulta di fondamentale importanza per la previsione del comportamento strutturale in esercizio, in termini di resistenza, deformazione e fessurazione degli elementi strutturali. La viscosità del calcestruzzo è influenzata da numerosi fattori: dalle caratteristiche intrinseche del materiale, da fattori di tipo ambientale e dalla storia di carico. Dipende inoltre dall'umidità relativa dell’aria, dal grado di maturazione del calcestruzzo all’epoca di applicazione del carico, dalla quantità e tipo di cemento, dal rapporto acqua-cemento con cui viene confezionato l’impasto, dal rapporto tra volume e superficie della struttura esposta all’aria e dalla temperatura dell’aria che ha ripercussioni sull’essiccamento. Nella progettazione di grandi strutture, come ponti in cemento armato ordinario e precompresso ed edifici alti o di strutture miste acciaiocalcestruzzo, è fondamentale tenere conto della viscosità perché oltre a indurre una crescita nel tempo delle deformazioni elastiche iniziali dovute ai carichi permanenti, essa può comportare una ridistribuzione degli sforzi interni. Ciò accade quando, successivamente all’applicazione di un carico, lo schema statico iniziale varia mediante l’aggiunta di uno o più vincoli. Nell’analisi di ogni struttura in calcestruzzo soggetta a fenomeni lenti devono essere prese in considerazione due problematiche diverse ma allo stesso tempo correlate [1]: la determinazione della risposta strutturale e la previsione delle deformazioni viscose legate alle proprietà dei materiali. Per quanto riguarda la determinazione della risposta strutturale, oggi è possibile far riferimento ad un format internazionale, basato sulla teoria della viscoelasticità lineare con invecchiamento. Invece, per quanto riguarda la previsione delle deformazioni viscose sono disponibili diversi modelli di previsione e all’interno della comunità scientifica si registra un ampio dibattito che non ha ancora portato ad un approccio unificato sebbene tutti i modelli più accreditati siano basati sul database internazionale RILEM. I primi ad occuparsi di viscoelasticità sono stati Maxwell, Boltzmann e Kelvin che hanno ideato schematizzazioni meccaniche (modello 89 Kelvin-Voigt per il creep e modello di Maxwell per il rilassamento), basate sempre su leggi temporali esponenziali. In questo modo non risulta però possibile la descrizione di entrambi i fenomeni di creep e rilassamento con un unico modello, a meno che non si ricorra a complicati modelli multielemento, che richiedono una vasta gamma di parametri aumentando significativamente l’onere computazionale. Inoltre, nella teoria della viscoelasticità lineare, essendo valido il principio di sovrapposizione degli effetti nel tempo, il legame costitutivo che mette in relazione tensione e deformazione per materiali viscoelastici può essere scritto attraverso una equazione integrale di Volterra, che esprime il carattere ereditario della risposta meccanica di tali materiali. Tale equazione, se non è nota a priori la storia di carico o di deformazione, non risulta di facile risoluzione e per questo sono stati proposti, negli ultimi 50 anni, molti metodi approssimati per la valutazione degli effetti di viscosità sulle strutture di calcestruzzo con storie di carico complesse. Tra questi uno dei più diffusi è quello messo a punto da Bažant [2] attraverso la definizione di un coefficiente di invecchiamento. Il metodo è noto come Age Adjusted Effective Modulus (AAEM) Method, ovvero metodo del modulo effettivo corretto con invecchiamento ed è molto utile ai progettisti in quanto fornisce soluzioni accettabili per molti problemi concreti che si presentano nella pratica progettuale. Un approccio sistematico e razionale basato sulla teoria della viscoelasticità lineare con invecchiamento è stato proposto da Chiorino [3] per l’analisi del comportamento globale delle strutture soggette a viscosità in cui lo schema statico varia per aggiunta di vincoli posticipati all’applicazione del carico. Mola [4,5] ha introdotto l’utilizzo delle funzioni di rilassamento ridotto per affrontare alcune problematiche legate alla presenza di vincoli elastici ed a strutture viscosamente non omogenee per la presenza di armature metalliche, mediante la modifica delle funzioni utilizzate per le strutture omogenee. Nella prima metà del Novecento Nutting [6] e Gemant [7], sulla base di diverse indagini sperimentali, mostrarono che creep e rilassamento non seguivano leggi esponenziali ma leggi di potenza. Scott-Blair [8], intorno agli anni '50 del secolo scorso, introdusse un modello basato sugli operatori frazionari che si dimostrò più efficace nell'interpretazione dei risultati sperimentali rispetto ai modelli classici [9,10,11]. Quest'ultima tipologia di modello, chiamato modello viscoelastico frazionario, simulando in maniera efficace il reale comportamento meccanico dei materiali, rappresenta il modello innovativo più valido nello studio della risposta strutturale di sistemi continui [12]. Lo stato di 90 tensione risulta legato alla derivata frazionaria delle deformazioni rispetto al tempo simulando un comportamento interpolante tra i due casi limite elastico e viscoso, in quanto l'ordine di derivazione varia tra 0 ed 1, restituendo il caso perfettamente elastico quando l'ordine dell'operatore differenziale è 0 e perfettamente viscoso quando l'ordine è 1. Tale modello permette di descrivere entrambi i fenomeni, di creep e di rilassamento, tramite la calibrazione di due soli parametri, senza la necessità di combinare modelli semplici (con molle e dissipatori) e abbattendo significativamente l’onere computazionale. D'altra parte, poiché la funzione di viscosità è legata al rilassamento nel dominio di Laplace, da un punto di vista teorico, è sufficiente effettuare solo una delle due prove per determinare i parametri del comportamento viscoelastico. Diversi studi e prove sperimentali su polimeri, gomme e bitumi [9,13] hanno confermato la validità del metodo. In questo studio si propone un primo approccio alla trattazione della viscoelasticità lineare nel calcestruzzo tramite il modello frazionario basato su leggi costitutive viscoelastiche (e quindi curve di creep) che sono leggi matematiche di potenza piuttosto che esponenziali. Scopo del presente lavoro è quello di mettere in relazione le funzioni di viscosità di letteratura con quelle di potenza, al variare dei parametri fondamentali (tempo iniziale di carico, umidità, spessore fittizio, etc>) per l’applicazione del modello viscoso frazionario ereditario al calcestruzzo. Inoltre si fornisce una metodologia di best-fitting di curve sperimentali attraverso leggi di potenza per l’interpretazione con modello frazionario dei dati sperimentali raccolti in letteratura o forniti da prove specifiche effettuate nell’ambito della costruzione di opere civili di grande importanza. Il vantaggio computazionale che deriva da tale trattazione viene messo in rilievo, insieme alla proprietà di dualità completa che le curve di potenza hanno per la trattazione con tale modello dei problemi di creep e rilassamento. Viene presentata infine un’applicazione illustrativa e chiarificatrice dei concetti esposti. 2. LA TEORIA DELLA VISCOELASTICITÀ LINEARE Il comportamento a lungo termine delle strutture in calcestruzzo è fortemente influenzato dal fenomeno della viscosità. L’effetto principale di tale fenomeno è quello di indurre una crescita nel tempo delle deformazioni elastiche iniziali dovute ai carichi permanenti. Tale aumento può essere modellato attraverso la funzione di viscosità J(t,t0), che rappresenta la deformazione totale al tempo t per una tensione unitaria applicata al tempo t0. Dunque vi è una diretta proporzionalità tra il valore della deformazione nel tempo e le tensioni indotte al tempo di applicazione del carico t0, tramite la funzione di viscosità J(t,t0): & # ! t " ' # c ! t 0 " J ! t , t 0 " ' & # ! t 0 " *$1 ( ) ! t , t 0 " +% ' $ 1 ) ! t , t0 " % ' #c ! t0 " , ( 28 E c 28 -+ ,* E c ! t 0 " (1) in cui BC(t) è la deformazione totale, somma della parte elastica e di quella viscosa, al tempo t successivo all’applicazione del carico; Cc(t0) è la tensione indotta nel calcestruzzo al tempo di applicazione del carico; BC(t0) è la deformazione elastica indotta dalla tensione Cc(t0); F28(t,t0) è il coefficiente di viscosità riferito al modulo elastico convenzionale del calcestruzzo a 28 giorni di maturazione Ec28; Ec(t0) è il modulo elastico del calcestruzzo al tempo di applicazione del carico. L'equazione (1) rappresenta il primo teorema della viscoelasticità lineare. Tale principio stabilisce che se ad una struttura in calcestruzzo, omogeneamente viscosa e a vincoli rigidi invariabili nel tempo, viene applicato al tempo t0 un carico permanente che resta sulla struttura durante la maturazione del calcestruzzo, lo stato tensionale provocato al tempo t0, si mantiene costante nel tempo, mentre la deformata cresce con legge J(t,t0). Se la storia tensionale, successivamente all’applicazione del primo carico, è divisa in intervalli infinitesimi dCc di successive tensioni dipendenti da carichi applicati, al generico tempo t, attraverso il principio di sovrapposizione degli effetti, è possibile scrivere la relazione: t & # ! t " ' #c ! t 0 " J ! t , t 0 " ( / J ! t , t0 " d#c ! . " t0 (2) la quale rappresenta la formulazione integrale della viscoelasticità lineare per strutture con comportamento omogeneamente viscoso e per successive applicazioni di carichi che permangono nel tempo. In maniera reciproca, se ad una struttura in calcestruzzo iperstatica, omogeneamente viscosa ed a vincoli rigidi invariabili nel tempo, viene applicata una deformazione impressa al tempo t0, la deformata elastica indotta inizialmente permane nel tempo, mentre lo stato di tensione conseguente decresce con la funzione di Considerando la rilassamento R(t,t0). sovrapposizione nel tempo di deformazioni imposte sulla struttura, il secondo principio della viscoelasticità lineare seguente forma: si può scrivere t #c ! t " ' & # ! t0 " R ! t , t 0 " ( / R ! t , t 0 " d& # ! . " t0 nella (3) in cui R(t,t0) è la funzione di rilassamento, reciproca della funzione di viscosità, e rappresenta la tensione totale al generico tempo t, dovuta ad una deformazione imposta unitaria al tempo t0. Dunque nell'ambito della teoria della viscoelasticità lineare con invecchiamento, le funzioni di viscosità e rilassamento sono in grado di caratterizzare completamente le proprietà del calcestruzzo. Queste due funzioni, inoltre, sono legate fra loro tramite l'equazione integrale di Volterra t 1 ' R ! t0 , t0 " J ! t , t0 " ( / J ! t , . " dR ! ., t0 " t0 (4) Per la determinazione della funzione di viscosità J(t,t0), in letteratura sono presenti diversi modelli di previsione del comportamento viscoso del calcestruzzo, che oltre a considerare la dipendenza dal tempo di applicazione del carico, tengono conto di altri parametri fondamentali: l’umidità relativa media RH (%) dell’ambiente in cui matura il calcestruzzo, la resistenza caratteristica di rottura del calcestruzzo fck, la superficie esposta all’ambiente V/S. Il recente documento ACI 209 [14] propone ai progettisti quattro modelli: il vecchio modello ACI 209-R92, un modello derivato direttamente dal CEB Model Code 90 (aggiornato con il Model Code 2010), il modello proposto da Bažant e Baweja, noto con la sigla B3, e il modello proposto da Gardner e Lockman, noto con la sigla GL2000. Il calcestruzzo, diversamente dagli altri materiali viscoelastici, manifesta il fenomeno di creep in tempi molto più lunghi, paragonabili alla vita utile della struttura. I dati sperimentali presenti in tutto il mondo e raccolti nel database RILEM coprono all’incirca i primi 30 anni. Per questo motivo si hanno differenze sostanziali tra i diversi modelli di previsione accreditati, soprattutto per tempi di osservazione più lunghi, poiché essi sono ricavati tramite estrapolazione statistica dei dati RILEM. La differenza principale tra i modelli sopra citati è che i modelli CEB Model Code 90 ed ACI 209-92 danno un coefficiente di viscosità che rimane pressoché costante dopo 10000 giorni con un comportamento asintotico orizzontale, mentre i modelli americani B3 e GL2000 crescono molto, raggiungendo valori più alti per tempi lunghi, senza alcun asintoto orizzontale [15]. Ciò implica che le deformazioni viscose ricavate con i modelli 91 europei sono inferiori a quelle ricavate dai modelli nordamericani B3 e GL2000, che predicono deformazioni significativamente più grandi nel lungo periodo. La scelta tra i diversi modelli, dunque, gioca un ruolo importante perché potrebbe portare a sovrastime o sottostime delle deformazioni dovute alla viscosità, nonché dell’importanza della ridistribuzione delle sollecitazioni nelle strutture a vincoli variati o viscosamente non omogenee. Invece, per quanto riguarda la funzione di rilassamento R(t,t0), questa può essere ottenuta numericamente dalla funzione di viscosità J(t,t0), attraverso l’integrazione numerica dell’equazione integrale di Volterra (4). La risoluzione di questa in forma chiusa risulta piuttosto onerosa e negli ultimi anni sono stati proposti diversi metodi approssimati, validi per qualsiasi modello di previsione scelto. Il metodo più diffuso risulta essere quello proposto da Bazant, il cosiddetto Age Adjusted Effective Modulus (AAEM) Method, che evita la risoluzione numerica delle equazioni integrali di Volterra, riscrivendo le relazioni fondamentali delle leggi della viscoelasticità lineare con invecchiamento tramite espressioni algebriche più semplici. I ricercatori del Politecnico di Torino hanno sviluppato un software di ausilio a ricercatori e progettisti per l'integrazione numerica, capace di fornire i valori delle funzioni di viscosità, rilassamento e dei coefficienti di invecchiamento per i modelli maggiormente utilizzati [16]. 3. c2 1 !1 0 2 " t 02 (5) in cui R(t) è la funzione di rilassamento, che qui risulta indipendente dal tempo di applicazione del carico, (") è la funzione Gamma di Eulero, e c[ e ) sono dei parametri ottenuti attraverso una procedura di best-fitting dei dati sperimentali. Il primo parametro è un coefficiente di proporzionalità tra la tensione e la derivata 92 #! t" ' c2 !t 0t " 1!102" / t 0 02 ! " dt 'c d& t dt ! D &" !t" 2 2 C 0( (6) dove (C D02( & )(t ) è la derivata frazionaria di Caputo. Dunque se si assume nell'integrale di Boltzmann (o di Volterra) il nucleo con legge di potenza si perviene direttamente al legame costitutivo viscoelastico, che interpola i due casi limite ideali. Tale legame costitutivo si schematizza con un elemento detto Spring-Pot (Fig. 1). Figura 1. Lo Spring-Pot: modello frazionario IL MODELLO FRAZIONARIO Si propone ora un altro modello per la caratterizzazione del legame costitutivo dei materiali viscoelastici ereditari basato sul calcolo frazionario. All'inizio del XX secolo, Nutting [06] e Gemant [07], sulla base di diverse indagini sperimentali su materiali visco-elastici come gomme, bitumi, polimeri, calcestruzzo, ecc., mostrarono che i dati ottenuti da prove di rilassamento potevano essere interpretati facilmente con una curva che seguisse la seguente legge di potenza: R !t " ' frazionaria della deformazione, dipendente dal modulo elastico e dal tempo caratteristico del materiale, il secondo è un coefficiente che varia tra 0 e 1, restituendo il caso perfettamente elastico quando tale coefficiente è 0 e perfettamente viscoso quando è 1. Nota la funzione di rilassamento (5), il principio di sovrapposizione degli effetti di Boltzmann può scriversi come di seguito: La funzione di rilassamento risulta legata alla funzione di viscosità nel dominio di Laplace dalla seguente relazione: J !s " R !s " ' 1 s2 (7) in cui J(s) e R(s) sono rispettivamente le funzioni di viscosità e di rilassamento, mentre s è la variabile complessa nel dominio di Laplace. Nota la funzione di rilassamento (5), l'antitrasformata di Laplace restituisce la funzione di viscosità J(t) nella forma: J !t " ' 1 t2 c2 1 !1 ( 2 " Sostituendo l'espressione (8) dell'integrale di Boltzmann si ottiene: (8) al nucleo & !t " ' ! t 1 t 0t / 0 c 2 1 !1 ( 2 " " 2 ! " dt d# t dt ' 1 c2 ! " I2 & ! t " 0 t (9) nella quale compare l'integrale di RiemannLiouville 0I2t. Quindi la deformazione nel tempo varia, per incrementi di carico d#, in funzione dell’integrale di Riemann-Liouville, che è un unico operatore matematico. Di conseguenza non è necessario calcolare l’integrale di Volterra per scrivere la sovrapposizione degli effetti, ma è possibile direttamente, conoscendo i valori 2 e c2 della curva di potenza, ricavare l’intera storia di deformazione. Fittando i dati sperimentali delle prove di rilassamento con la legge di potenza (5), si ricavano i due parametri fondamentali del modello frazionario che permettono la definizione della legge costitutiva (6) e della funzione di viscosità (8) e viceversa, nonché attraverso gli operatori frazionari, la scrittura delle leggi della viscoelasticità lineare. Ciò risulta essere estremamente vantaggioso in quanto è sufficiente effettuare solo una delle due prove per determinare i parametri del comportamento viscoelastico completo (di creep e rilassamento) e definire il legame costitutivo, abbattendo significativamente l'onere computazionale. 4. CONFRONTO TRA LA TEORIA CLASSICA E IL MODELLO FRAZIONARIO Il modello visco-elastico frazionario, nella forma presentata al paragrafo precedente e diversamente dai modelli classici presenti in letteratura, non tiene conto dell'invecchiamento a cui è sottoposto il calcestruzzo durante la sua vita utile. Pertanto le curve di viscosità, per dato provino e condizioni ambientali, al variare del tempo di applicazione del carico risultano essere parallele tra loro e definite tramite un solo valore di cO e . Nella realtà non basta traslare la curva orizzontalmente per definire le proprietà viscoelastiche del calcestruzzo a diversi tempi di applicazione del carico, in quanto si registra una diminuzione della parte elastica istantanea all’aumentare del tempo di applicazione del carico, dato che il modulo elastico del calcestruzzo aumenta nel tempo, e il fenomeno della viscosità risulta tanto più elevato quanto più il calcestruzzo viene caricato in giovane età. Se da una parte il modello frazionario non interpreta bene il fenomeno dell'invecchiamento, dall'altra parte può risultare estremamente vantaggioso nella caratterizzazione del calcestruzzo, in quanto a partire da dati sperimentali di prove di viscosità è possibile definire le curve di rilassamento, con la definizione di due parametri, senza ricorrere all'integrazione numerica dell'equazione integrale di Volterra. Per dimostrare, ciò nella sezione successiva saranno ricavati i due parametri fondamentali del modello frazionario, tramite il best-fitting di curve di viscosità presenti in letteratura, al variare del tempo di applicazione del carico e viene riportata un’applicazione atta a dimostrare il vantaggio computazionale che si ha per la determinazione della funzione di rilassamento. D’altra parte si può tenere conto del fenomeno di invecchiamento facendo sì che le curve di viscosità siano fittate da curve di potenza i cui parametri c2 e 2 sono dipendenti dal tempo di confezionamento del calcestruzzo e soprattutto di applicazione del carico. Questo aspetto non viene trattato in questo lavoro ma costituisce oggetto di approfondimento della ricerca in corso. 5. APPLICAZIONI Si presenta una prima applicazione in cui il modello frazionario, formulato per soli materiali con comportamento ereditario, viene applicato all’analisi con curve di viscosità costruite attraverso i modelli classici di viscosità reperibili in letteratura. Tra i modelli di previsione accreditati in ambito internazionale, si è scelto di mettere in relazione il modello frazionario con il modello proposto da Bazant, B3 model. Tabella 1. Caratteristiche del calcestruzzo e coefficienti del modello B3 fck a c w ks m n :1 :2 tc RH V/S [MPa] [Kg/m3] [Kg/m3] [Kg/m3] [gg] [%] [mm] 35 1820 400 180 1 0.5 0.2 1 1.2 3 60 300 Per tenere conto delle problematiche legate alla costruzione dei modelli di letteratura, i quali fanno uso di estrapolazioni statistiche per i dati temporali più lunghi, si è deciso di fittare la curva in un intervallo di tempo ristretto, fino a 10000 gg. Nella tabella 1 si riportano le caratteristiche del 93 calcestruzzo preso in esame e i coefficienti propri del modello B3, con dati relativi ad una tipica sezione a cassone da ponte. Figura 2. Confronto tra il modello frazionario e il modello B3 con tempo di applicazione del carico pari a 7gg Con i dati di input, presenti in tabella 1, si è ricavato l'andamento della curva di viscosità per fissata umidità relativa e rapporto volumesuperficie, al variare del tempo di applicazione. A partire da tali curve, si è effettuato un best-fitting della sola parte viscosa, con la legge di potenza riportata in (8). Le figure 2, 3 e 4 riportano il best fitting di tre curve di viscosità per fissato tempo di applicazione del carico, rispettivamente 7, 28 e 60 giorni. Gli scarti, che si hanno tra le curve provenienti dal modello B3 e quelle ricavate dalla legge di potenza da utilizzare nel modello frazionario (linea continua), risultano in tutti e tre i casi inferiori al 5% su tutto l'intervallo. Questo conferma che le funzioni di viscosità possono essere ben interpretate da leggi di potenza. I valori dei parametri trovati mediante la procedura di best-fitting risultano coerenti con il comportamento reologico del materiale, in quanto il calcestruzzo ha un comportamento quasi elastico (β=0) e un tempo caratteristico del materiale, da cui dipende cβ, maggiore rispetto ad altri materiali viscoelastici [13]. Come è possibile notare dalla tabella 2, i valori dei due parametri, per dato provino e condizioni ambientali, non rimangono costanti ma aumentano con il tempo di applicazione del carico. Tale aumento è dovuto al fenomeno di invecchiamento a cui è soggetto il calcestruzzo durante la sua vita utile. Dunque, nonostante il modello frazionario sia stato formulato per materiali con comportamento puramente ereditario, esso può essere utilizzato per la caratterizzazione del calcestruzzo tenendo conto in maniera indiretta dei fenomeni legati 94 all'invecchiamento con la variazione dei due parametri col tempo di applicazione del carico. Figura 3. Confronto tra il modello frazionario e il modello B3 con tempo di applicazione del carico pari a 28 gg Figura 4. Confronto tra il modello frazionario e il modello B3 con tempo di applicazione del carico pari a 60 gg Tabella 2. Parametri fondamentali del modello frazionario t0 7 28 60 [gg] [gg] [gg] β 0.16 0.20 0.28 cβ 51333 175999 235196 Si riporta ora un'altra applicazione che dimostra il vantaggio computazionale che si ha nella determinazione delle curve di rilassamento. A partire da dati sperimentali provenienti da prove di viscosità presenti nel database RILEM [17], si sono ricavati i parametri cβ e β del modello frazionario, che permettono di ricavare in maniera diretta le curve di viscosità e rilassamento, senza dover effettuare integrazioni numeriche delle equazioni integrali di Volterra. Tabella 3. c_001_02 w/c a/c c t0 RH V/S Caratteristiche 3 [Kg/m ] [gg] [%] [mm] del calcestruzzo 0.56 6.46 289 60 47.5 22 In tabella 3 sono riportate le principali caratteristiche del calcestruzzo che si è preso in esame (identificato con la sigla c_001_02 nel database RILEM). In figura 5 si riporta il confronto tra i dati sperimentali del calcestruzzo c_001_02 e la curva di viscosità ricavata tramite una procedura di best-fitting con la legge di potenza (8). Anche in questo caso si ha uno scarto inferiore al 5%. Figura 5. Prove di Creep: best-fitting di dati sperimentali [22] Trovati i parametri cβ e β, è stato possibile ricavare immediatamente la curva di rilassamento, inserendo tali valori nella (5). Infine in figura 6 si riporta l'andamento della curva di rilassamento. Figura 6. Curva di rilassamento ottenuta tramite il modello frazionario. 6. CONCLUSIONI In questo studio, è stato proposto un modello frazionario ereditario per la descrizione dei fenomeni lenti del calcestruzzo. Tale modello permette di descrivere i fenomeni di scorrimento viscoso e rilassamento tramite la calibrazione di due soli parametri. Ciò comporta un abbattimento dell'onere computazionale, in quanto a partire da dati sperimentali di prove di viscosità, noti tali parametri tramite una procedura di best-fitting di curve di creep, è possibile definire direttamente le curve di rilassamento senza ricorrere all'integrazione numerica dell'equazione integrale di Volterra o a complicati modelli reologici multielemento, che richiedono una vasta gamma di parametri. Dopo aver illustrato i concetti base della viscoelasticità lineare con invecchiamento, è stata presentata la teoria alla base del modello frazionario. Sono state effettuate due semplici applicazioni attraverso una metodologia di best-fitting delle curve di viscosità, presenti in letteratura o provenienti da prove in laboratorio, con curve di potenza. Dalla prima applicazione, che mette in relazione il modello frazionario (ereditario) con il modello B3 proposto da Bazant (ereditario con invecchiamento), si conferma la bontà delle curve di potenza per l’interpretazione delle funzioni di viscosità di letteratura ma si rileva l’importanza dell’invecchiamento, in quanto al variare del tempo di applicazione del carico i due parametri fondamentali del modello frazionario non rimangono costanti. La seconda applicazione mette in luce l'abbattimento significativo dell'onere computazionale che si ha nella determinazione delle curve di rilassamento a partire dalla definizione di quelle di creep, basate anche su curve sperimentali, senza dover ricorrere ad integrazioni numeriche attraverso le equazioni integrali di Volterra, utilizzando direttamente gli operatori frazionari. Inoltre, correlando i parametri fondamentali del modello frazionario non solo al tempo di applicazione del carico, ma anche all’umidità relativa e alla superficie esposta all’ambiente, è stato fornito un primo approccio alla teoria viscoelastica con modello frazionario, utile per lo studio dei fenomeni lenti nelle strutture in calcestruzzo. 7. BIBLIOGRAFIA [01] CHIORINO M.A. (2011). “Analysis of Structural Effects of Time-Dependent Behaviour of Concrete: an Internationally Harmonized Format”, Proc. Structural 95 Engineers World Congress SEWC 2011, Erba (Italy), pp.1-8. [11] MAINARDI F., GORENFLO R. (2007). “Time fractional derivates in relaxation processes: a tutorial survey”. Fractional Calculus and Applied Analysis, 10 (3), 269-308. [02] Bažant Z.P. (2002). Inelastic Analysis of Structures. Chichester: J. 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