THE OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY + ENVIRONMENTAL QUARTERLY MAGAZINE Jan-Mar 2015 VOL.13 - N.1 ANALISI DI RISCHIO sanitario-ambientale per suoli agricoli y H S E m T o h ec n A ca de We help workers to protect themselves 50+ HSE training courses available now Techno [email protected] www.techno-hse.com HS+E MAGAZINE Jan-Mar 2015 / VOL. XIII - N. 1 Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1200 del 25/02/2003 OWNER Techno Srl Via Pirano, 7 - 48122 Ravenna (I) ph. +39 0544 591393 www.hse-mag.com [email protected] EDITOR IN CHIEF Roberto Nicolucci EDITING AND GRAPHIC DESIGN Graziela Duarte [email protected] CONTRIBUTORS Claudio Mattalia Giuseppe Semeraro Roberto Nicolucci Francesco Pastremoli HS+E MAGAZINE è pubblicato trimestralmente. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico o meccanico, inclusa la fotocopia, senza il preventivo consenso scritto dell’Editore. I punti di vista e le opinioni espresse dagli Autori all’interno della rivista non necessariamente coincidono con quelli del Proprietario, dell’Editore e del Direttore responsabile. The HS+E MAGAZINE is published quarterly. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying, without prior written consent of the publisher. The views and opinions expressed elsewhere in the magazine are not necessarily those of the owner, publisher or Editor in Chief. INTHISISSUE 04 ANALISI DI RISCHIO sanitario-ambientale per suoli agricoli 12 MODELLI SEMPLIFICATI PER I CANTIERI CSEPlanner 17 TOP GEAR I-Socks 19 BOOKSHOP To Forgive Design: Understanding Failure 21 SITEMAP Health and Safety Autority 23 24 PRESS REVIEW Just one more thing... 32 TECHNO NEWS Le ultime notizie del mondo HSE 37 EVENTS CALENDAR I prossimi eventi del settore SALDATURA E RADIOPROTEZIONE Non solo NDT - Parte 1 ANALISI DI RISCHIO sanitario-ambientale per suoli agricoli Claudio Mattalia* L’art. 241 del D.Lgs 152/2006 prevede un regolamento per le aree agricole relativo agli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d’emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all’allevamento, che dovrà essere adottato con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con i Ministri delle Attività Produttive, della Salute e delle Politiche Agricole e Forestali. Tuttavia, ad oggi tale decreto non è ancora stato emesso e, peraltro, tale articolo è stato dichiarato parzialmente incostituzionale nella parte in cui non prevede sia sentita la Conferenza Unificata, Corte Costituzionale n. 247 del 2009. Nelle more della normativa specifica prevista ed in presenza di significativi inquinamenti di suoli agricoli compresi nei Siti di Interesse Nazionale (SIN), nella cosiddetta Terra dei Fuochi e purtroppo anche in altre realtà minori, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sta mettendo a punto una proposta per la valutazione del rischio sanitario specifica per i suoli con destinazione d’uso agricola. Il presente articolo riprende e vuole diffondere il documento intitolato “Criteri per la valutazione del rischio sanitario connesso alla presenza di aree agricole all’interno di siti contaminati”, pubblicato dalle dott.sse E. Beccaloni e F. Vanni dell’ISS, Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, Reparto Suolo e Rifiuti. Attualmente, infatti, l’analisi di rischio viene effettuata per i siti con destinazione d’uso residenziale, verde, commerciale ed industriale mediante procedure standardizzate di tipo matematico/probabilistico. Tali procedure consentono di calcolare le Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR) ovvero le Concentrazioni Obiettivo di Bonifica (COB), e di stimare quantitativamente il rischio sanitario per la popolazione. Tuttavia, per i suoli con destinazione d’uso agricolo, risulta necessario utilizzare criteri e modalità diversi, basati sull’esposizione della popolazione a causa del consumo di alimenti, prioritariamente di origine vegetale e, in secondo luogo, di origine animale, provenienti dall’area inquinata. jan-mar 2015 HS+E Magazine 5 Analisi di rischio sanitaria-ambientale per soli agricoli MODELLO CONCETTUALE AMBIENTALE E SANITARIO Il primo passo per l’applicazione dell’analisi di rischio consiste nella ricostruzione del modello concettuale, cioè nella rappresentazione del processo di inquinamento (sorgente, trasporto-vie di esposizione e recettori-bersaglio) sulla base di un’accurata caratterizzazione del sito. Ad esempio, è importante valutare la presenza di impianti industriali con potenziali emissioni e ricadute sui suoli adiacenti. Il modello concettuale di un sito agricolo deve essere duplice: modello concettuale ambientale, dove il recettore è una matrice ambientale (ad esempio il suolo) e modello concettuale sanitario, dove il recettore è l’uomo. Il modello concettuale ambientale prende in esame le sorgenti di contaminazione di origine antropica (ad es. emissioni industriali, uso di prodotti fitosanitari, ecc.), il trasporto può avvenire in molti modi (ad es. ricaduta di polveri) ed il recettore è ambientale: l’area agricola o a pascolo. Il modello concettuale sanitario deriva da quello ambientale: la sorgente diventa l’area agricola ed il recettore è rappresentato dalla popolazione; il trasporto consiste nell’esposizione indiretta per assunzione alimentare. Si ricorda, infine, che il modello concettuale ambientale individua anche gli “inquinanti indice” con le loro caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche. ASPETTI TOSSICOLOGICI La tossicologia è lo studio delle sostanze aventi la capacità di generare danni di diversa entità, anche letali, agli esseri viventi e, in particolare, della possibilità di individuare il potenziale rischio associabile ad una molecola. Gli studi di tossicità sono volti a definire gli effetti acuti, cronici o sub cronici, sui principali organi o funzioni bersaglio e a conoscere il meccanismo d’azione della sostanza stessa, testando varie vie e periodi di esposizione. Tali studi, inoltre, valutano il possibile incremento di suscettibilità all’esposizione in presenza di più sostanze chimiche, cioè con interazioni di tipo sinergico che comportano il potenziamento di effetti tossici. 6 HS+E Magazine jan-mar 2015 Per le sostanze caratterizzate da effetti tossici viene definita una “soglia”, cioè la dose al di sopra della quale la capacità di difesa e/o di recupero dell’organismo viene superata ed insorge il danno. I livelli di sicurezza per l’uomo sono definiti dividendo la soglia (NOEL No Observed Effect Level oppure LOEL Lowest Observed Effect Level) per opportuni fattori di sicurezza. Le sostanze cancerogene con meccanismo genotossico non sono caratterizzate da una soglia perché manifestano l’insorgenza del danno teoricamente anche nel caso una singola molecola arrivi a contatto con una singola cellula sensibile. Per le sostanze cancerogene viene definito il potenziale cancerogeno (Slope Factor) e tali sostanze sono state classificate secondo diversi sistemi: Regolamento Europeo 1272/2008 detto CLP, valutazioni IARC (grado di evidenza e valutazione globale), classificazione U.S. EPA (grado di evidenza, analisi studi mutagenesi e relazioni strutturaattività e valutazione dati combinati). L’integrazione degli opportuni parametri tossicologici con la valutazione dell’esposizione umana permette di stimare quantitativamente il rischio, confrontando i valori ottenuti con i criteri di accettabilità del rischio stesso. Per le sostanze caratterizzate da effetti tossici con soglia, l’accettabilità del rischio prevede il non superamento di un livello di riferimento; per le sostanze cancerogene con meccanismo genotossico, l’accettabilità del rischio è espressa come probabilità incrementale dell’insorgenza di casi di tumore in una popolazione esposta rispetto ad una popolazione non esposta. CONSIDERAZIONI SUI DATI DI INDAGINE Completata la caratterizzazione del sito, si procede al confronto dei risultati analitici relativi al suolo con le concentrazione soglia di contaminazione (CSC) previste dalla Colonna A della Tabella 1, Allegato 5, Titolo V, Parte IV, D.Lgs 152/2006. In caso di superamento di tali CSC, si procede ad ulteriore confronto con i valori di fondo naturalmente antropizzato, rilevati nelle aree presunte come “bianco”, limitrofe al sito, per verificare se la presenza di concentrazioni superiori alle CSC sia attribuibile alla costituzione naturale del suolo o ad una contaminazione antropica. Tuttavia, occorre ricordare che nelle aree agricole la matrice d’elezione, da campionare e sulla quale effettuare indagini analitiche, sia rappresentata dai prodotti di origine vegetale ivi coltivati, in quanto il potenziale passaggio dei contaminanti dal suolo alla pianta può favorire l’ingresso dei contaminanti stessi nella catena alimentare ed indurre un potenziale rischio sanitario per la popolazione mediante la dieta. Inoltre, non bisogna dimenticare il consumo dei prodotti vegetali da parte di animali che producano alimenti (ad es. latte, uova) per l’uomo. Pertanto, è necessario pianificare anche monitoraggi dei prodotti alimentari coltivati nell’area per poter valutare il possibile intake derivante da tutti gli alimenti e, se possibile, la variabilità stagionale. Nel caso l’area non sia coltivata (ad es. per avvenuta interdizione) si può procedere al calcolo della concentrazione presunta nei vegetali coltivabili nell’area, mediante il fattore di trasferimento (FT) suolo-pianta, fermo restando che il primo metodo è ovviamente preferibile perché è più diretto, contempla la varietà dei prodotti vegetali realmente coltivati, può considerare (se i prodotti non sono lavati) i fenomeni di ricaduta atmosferica di contaminanti e di risollevamento di suolo contaminato. Risulta chiaro che la disponibilità di dati analitici affidabili, in numero statisticamente sufficiente, relativi a più prodotti vegetali, e la procedura di valutazione (armonizzazione ed eventuale esclusione) degli stessi sono di prioritaria importanza. Soltanto nell’impossibilità di ottenerli, si può ricorrere al calcolo della concentrazione presunta nei vegetali a partire dalle concentrazioni rilevate al suolo. VALUTAZIONE DEL RISCHIO IN AREE AGRICOLE La valutazione del rischio sanitario, che deriva dalla caratterizzazione alimentare, prevede un approccio diversificato a tre fasi da eseguire, in via alternativa benché sequenziale, in funzione dei parametri tossicologici disponibili. Fase 1: Valutazione del rischio secondo le normative vigenti Nei casi in cui sono previsti valori limite normativi per i contaminanti nei prodotti vegetali, si procede al confronto tra i risultati ottenuti dalle analisi sui prodotti vegetali e tali limiti normativi. Nel caso non siano previsti valori limite normativi si procede con la valutazione del rischio secondo le Fasi 2 e 3 seguenti. Fase 2: Valutazione del rischio mediante ADI, TDI, TWI ecc. – Approccio EU L’applicazione della Fase 2 (nonché della Fase 3) della valutazione del rischio sanitario prevede la stima dell’esposizione della popolazione mediante il consumo di prodotti alimentari provenienti dall’area oggetto di studio. I dati relativi al consumo alimentare si possono recuperare dagli studi periodici effettuati dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), il quale è collegato con il database europeo dei consumi alimentari della European Food Safety Authority (EFSA). Tali studi forniscono dati suddivisi per sesso, provenienza geografica o fasce d’età, sia in forma aggregata sia disaggregata. L’uso dei dati deve essere valutato in funzione delle caratteristiche del sito e dei contaminanti. In alternativa, i dati di consumo possono essere definiti, in maniera sito-specifica, mediante l’uso di appositi questionari che ricostruiscano le abitudini alimentari della popolazione residente nel sito. Dal punto di vista tossicologico, le informazioni e gli studi esistenti a livello internazionale hanno condotto, per diversi contaminanti, alla definizione, da parte di organismi internazionali (es. OMS, EFSA, SCF ecc.) di parametri di riferimento tossicologici, espressi come dosi tollerabili su base giornaliera o settimanale (es. Acceptable Daily Intake ADI, Tolerable Daily Intake TDI, Tolerable Weekly Intake TWI), in alcuni casi considerati provvisori (es. Provisional Tolerable Weekly Intake PTWI). jan-mar 2015 HS+E Magazine 7 Analisi di rischio sanitaria-ambientale per soli agricoli La Fase 2 di valutazione del rischio prevede il confronto dell’intake di contaminante previsto, mediante il consumo alimentare, con il pertinente parametro tossicologico, secondo le seguenti formule di calcolo relative, rispettivamente, ad una dose tollerabile definita su base giornaliera e ad una dose definita su base settimanale: con effetti tossici con soglia e lo Slope Factor (SF) per la valutazione degli effetti cancerogeni in presenza di contaminanti cancerogeni con meccanismo genotossico. La RfD cronica indica la dose di sostanza alla quale si considera possa essere esposta la popolazione, per via orale, senza rischi apprezzabili, lungo l’arco dell’intera vita; lo SF rappresenta il potenziale cancerogeno di una sostanza. base giornaliera [∑i(C x IR)i x 100]/(TDI x BW) = %A L’esposizione viene stimata mediante il calcolo delle dosi medie giornaliere assunte, rappresentate dalla Average Daily Dose (ADD) per sostanze caratterizzate da effetti tossici con soglia e dalla Lifetime Average Daily Dose (LADD) per sostanze cancerogene con meccanismo genotossico. base settimanale [∑i(C x IR)i x 7 x 100]/(TWI x BW) = %A C [µg/g] valore rappresentativo concentrazione contaminante in ciascuna “voce alimentare” IR [g/giorno] Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite) di ciascuna “voce alimentare” ADD = [∑i(C x IR)i x EF x ED]/(BW x ATADD) LADD = [∑i(C x IR)i x EF x ED]/(BW x ATLADD) TDI [µg/kg peso corporeo] Tolerable Daily Intake TWI [µg/kg peso corporeo] Tolerable Weekly Intake BW [kg] Body Weight (peso corporeo); a livello internazionale si usa un valore pari a 60 %A percentuale intake contaminante considerata Accettabile rispetto al TDI (o al TWI). Fase 3: Valutazione del rischio mediante Reference Dose e Slope Factor – approccio USEPA La valutazione del rischio sanitario mediante l’applicazione della Fase 3 si rende necessaria in assenza di limiti normativi per i contaminanti nelle matrici campionate (Fase 1) ed in assenza di parametri di riferimento tossicologici quali ADI, TDI, TWI ecc. (Fase 2). In analogia alla procedura standardizzata di analisi di rischio prevista dalla normativa vigente, la Fase 3 fa riferimento all’approccio dell’U.S.E.P.A. ed utilizza, come parametri tossicologici di confronto, la Reference Dose (RfD) per la valutazione degli effetti tossici in presenza di contaminanti 8 HS+E Magazine jan-mar 2015 ADD [mg/kg giorno] Average Daily Dose LADD [mg/kg giorno] Lifetime Average Daily Dose C [mg/g] valore rappresentativo concentrazione contaminante in ciascuna “voce alimentare” IR [g/giorno] Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite) di ciascuna “voce alimentare” EF [giorni/anno] Exposure Frequency (frequenza d’esposizione); indica il numero di giorni in un anno in cui una persona viene a contatto con il contaminante ED [anni] Exposure Duration (durata d’esposizione); indica il numero effettivo di anni in cui la popolazione è esposta all’ingestione di alimenti contaminati; cautelativamente, si usa 70 anni; per i bambini si usa 3 anni; BW [kg] Body Weight (peso corporeo); negli USA si usa 70 kg AT [giorni] Averaging Time (tempo sul quale l’esposizione viene mediata): • ATADD è pari alla durata effettiva dell’esposizione; ATADD = ED x 365 giorni • ATLADD è pari all’arco dell’intera vita (AT = 70 x 365) Successivamente si esegue la stima quantitativa del rischio. Per le sostanze caratterizzate da effetti tossici con soglia, la stima quantitativa viene effettuata mediante calcolo dell’Hazard Index (HI), che costituisce il confronto tra la dose media giornaliera assunta e la RfD, secondo la seguente formula di calcolo: HI = ADD/RfD = A HI [adimensionale] Hazard Index ADD [mg/kg giorno] Average Daily Dose RfD [mg/kg giorno] Reference Dose, specifica per via di esposizione orale A Accettabilità del rischio; massimo pari a 1 Per le sostanze caratterizzate da effetti cancerogeni con meccanismo genotossico, la stima quantitativa viene effettuata integrando il valore stimato per la dose media giornaliera assunta con lo SF, secondo la seguente formula di calcolo: R = LADD x SF = A R [adimensionale] Rischio cancerogeno, definito come la probabilità incrementale dell’insorgenza di casi di tumore in una popolazione esposta rispetto ad una popolazione non esposta LADD [mg/kg giorno] Lifetime Average Daily Dose SF [(mg/kg giorno)-1] Slope Factor A Accettabilità del rischio. La normativa vigente, per i suoli residenziale/verde pubblico e privato e industriale/commerciale, prevede un valore di rischio incrementale accettabile pari ad un caso su un milione di individui esposti (1x10-6). L’OMS, talvolta, ha considerato accettabile un rischio incrementale pari ad un caso su centomila esposti (1x10-5) e, in via del tutto eccezionale, un rischio incrementale pari ad un caso su diecimila esposti (1x10-4). VALUTAZIONE, GESTIONE E COMUNICAZIONE DEL RISCHIO La procedura messa a punto dall’ISS per la valutazione del rischio in aree agricole considera prioritaria la via di esposizione derivante dall’ingestione di alimenti potenzialmente contaminati di origine vegetale. Tuttavia, occorre ricordare anche la via di esposizione derivante dall’ingestione di alimenti di origine animale. La procedura esposta può essere applicata, con gli opportuni valori ed in accordo agli approcci UE oppure USEPA (in assenza di parametri tossicologici), anche ai recettori animali in presenza della via di esposizione ingestione di alimenti vegetali potenzialmente contaminati. Nell’applicazione dell’analisi di rischio, in tutte le tre fasi descritte, ai diversi parametri possono essere attribuiti valori più o meno conservativi e soprattutto sito specifici, in funzione della qualità e quantità delle indagini e dei monitoraggi eseguiti nell’area di studio. Ad esempio, il parametro IR, Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite) considera una provenienza esclusivamente locale del prodotto alimentare, cosa che oggi difficilmente avviene. Gli eventuali superamenti dei valori di riferimento, soprattutto la valutazione dell’incremento di rischio accettabile per le sostanze con effetto cancerogeno, jan-mar 2015 HS+E Magazine 9 Analisi di rischio sanitaria-ambientale per soli agricoli devono essere attentamente considerati alla luce della realtà locale per gli effetti sociali che potrebbero avere. Quindi, considerando anche che non è possibile perseguire la politica del “rischio zero”, ovvero la completa eliminazione del potenziale fattore di rischio, i risultati dell’analisi di rischio devono essere portati a tavoli di discussione superiori al livello tecnico, dove si valutino i rapporti rischiobenefici nell’ambito della tutela della salute umana complessiva. Occorre anche ricordare che l’applicazione dell’analisi di rischio deve assolutamente contribuire all’attivazione di interventi, procedure e monitoraggi volti alla riduzione e al controllo del rischio stesso e non solo di tipo interdittivo o limitativo, ma, ragionando sui diversi parametri, sulla ricerca di soluzioni sostenibili che contemporaneamente garantiscano la salute umana e l’implementazione di alternative produttive nell’area. Ciò è possibile anche grazie ad una corretta e chiara comunicazione con gli enti competenti e la popolazione che persegua gli obiettivi di sensibilizzare sui rischi e di collaborare per lo sviluppo di soluzioni volte al raggiungimento degli obiettivi comuni di bonifica e di sviluppo. * CLAUDIO MATTALIA, ingegnere, si occupa da oltre 25 anni di sicurezza ambientale e del territorio; fondatore della società ENVIARS srl di Torino è responsabile di tutte le attività di ingegneria ambientale di Techno srl. [email protected] 10 HS+E Magazine jan-mar 2015 FONTE DI CONTAMINAZIONE DI SUOLI AGRICOLI PRATICHE AGRONOMICHE ALTRE FONTI ESTERNE NORMATIVA SUI PRODOTTI AGRICOLI CONFRONTO RISULTATI CARATTERIZZAZIONE CON VALORI TAB.1, COL. A O DI FONDO IN CASO DI SUPERAMENTO: APPLICAZIONE ANALISI DI RISCHIO MODELLO CONCETTUALE AMBIENTALE MODELLO CONCETTUALE SANITARIO SCELTA DEI VALORI DEI PARAMETRI FISICI, CHIMICI E TOSSICOLOGICI DATI PRODOTTI VEGETALI DISPONIBILI SI! VALUTAZIONE RISCHIO INGESTIONE ALIMENTI NO! CALCOLO CONCENTRAZIONE PRESUNTA MEDIANTE FATTORE DI TRASFERIMENTO SUOLO-PIANTA: Cν=CSOIL*Bν FASE 1 CONFRONTO CON NORMATIVE VIGENTI FASE 2 APPROCCIO EU DATI TOSSICOLOGICI FASE 3 APPROCCIO USEPA REFERENCE DOSE E SLOPE FACTOR VALUTAZIONE, GESTIONE E COMUNICAZIONE DEL RISCHIO CLEAN POWER AFRICA 12 – 14 May 2015 Cape Town, South Africa KNOWLEDGE Conference Providing industry professionals with comprehensive market insight, best practices and strategic knowledge delivered by 220 expert speakers across 8 conferences. The largest meeting place in Africa for renewable energy, water infrastructure and power solutions TECHNOLOGY Exhibition Africa’s leading power and water trade exhibition features 250 solution providers across 12,000m2 presenting the latest global market innovations and turnkey solutions for utilities and private companies alike. INTERACTION Networking A unique meeting place for Africa’s infrastructure sector to strengthen partnerships, drive infrastructure development and network with over 5,000 industry peers. Visit the website for more information or to register | www.african-utility-week.com Host utility Exclusive for 5 years 2014 - 2018 @AfricaUtilities African Power Forum MODELLI SEMPLIFICATI PER I CANTIERI un’opportunità per migliorare la qualità dei piani di sicurezza Giuseppe Semeraro INTRODUZIONE L’idea di semplificare alcuni adempimenti in materia prevenzionistica ritenuti di natura burocratica, tra cui (erroneamente) i piani di sicurezza, non è nuova in assoluto. Già il “Governo Monti” aveva previsto l’emanazione di modelli di semplificazione dei piani di sicurezza per i cantieri; ma l’emanazione del cosiddetto “decreto semplificazioni bis”, che avrebbe dovuto contenerli, fu bloccata a causa della caduta di quel governo. L’obiettivo allora atteso e dichiarato era risparmiare risorse economiche per l’adempimento di obblighi prevenzionistici puramente burocratici che non incidessero sul livello di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nello specifico nei cantieri temporanei o mobili. Il “decreto del fare”1 , sul solco di quanto tracciato in precedenza, ha poi disposto all’art. 32 l’emanazione di un decreto per l’adozione di modelli semplificati per la redazione del piano operativo di sicurezza di cui all’articolo 89, comma 1, lettera h) del D.Lgs. 81/2008, del piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 100, comma 1 del D.Lgs. 81/2008, e del fascicolo dell’opera di cui all’articolo 91, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 81/2008, fermi restando i relativi obblighi, e di un altro decreto per la redazione del piano di sicurezza sostitutivo del piano di sicurezza e coordinamento, di cui al comma 2, lettera b) del D.Lgs. 163/2006, fermi restando i relativi obblighi. OBIETTIVO L’obbiettivo atteso dall’utilizzo dei modelli semplificati dei piani di sicurezza e del fascicolo dell’opera, dichiarato nella Guida alle semplificazione del «decreto del fare», predisposta a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è la «riduzione degli oneri amministrativi connessi agli adempimenti formali [che] consentirà di liberare risorse per assicurare il bene supremo costituito dalla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori». In teoria, ci si aspetta risparmi nella predisposizione dei piani di sicurezza mediante l’utilizzo dei modelli semplificati, con l’auspicio che tali risparmi siano riversati nella «sicurezza reale». In sintesi il motto coniato è: «meno carta e più sicurezza». Il gruppo di lavoro che ha predisposto i modelli semplificati, poi recepiti con il decreto 9 settembre 2014, si è posto l’obiettivo di rendere quanto più semplice ed immediata la redazione e la lettura delle informazioni in essi contenuti e, quindi, di aumentare la capacità di comunicazione prevenzionale delle misure di salute e sicurezza nei cantieri edili o di ingegneria civile, senza incidere minimamente sui contenuti minimi fissati dagli allegati XV e XVI del D.Lgs. 81/2008. Quindi, la portata prevenzionistica del decreto non è nei contenuti dei piani di sicurezza, ma nel miglioramento dell’efficacia della trasmissione delle informazioni, prescrizioni e disposizioni prevenzionistiche, tenuto conto che la platea di operatori del cantiere a cui ci si riferisce non è costituita solo da specialisti del settore, ma anche da capi cantiere e capi squadra, sino agli stessi lavoratori, 1. D.L. n. 69/2013 - Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia, convertito con la L. n. 98/2013. 12 HS+E Magazine jan-mar 2015 con un basso grado di scolarizzazione atteso. Come die, se l’informazione prevenzionistica è più chiara, sarà più semplice applicarla; se non lo è, è già di per se motivo o costituisce alibi per non applicarla. OPPORTUNITÀ E NON OBBLIGO L’uso dei modelli semplificati non è obbligatorio per legge. Al tempo stesso, però, i modelli semplificati costituiscono sicuramente un punto di riferimento molto importante per stabilire la conformità dei piani di sicurezza e del fascicolo dell’opera alla legge di riferimento, nello specifico ai contenuti stabiliti dagli allegati XV e XVI del D.Lgs. 81/2008. VERIFICA SUL CAMPO Un’interessate iniziativa legislativa questa, che ricorda il percorso di approvazione delle norme tecniche (l’inchiesta pubblica), è la verifica sul campo dell’efficacia dei modelli. L’art. 5, c. 1 del D.I. 9 settembre 2014 dispone, infatti, il monitoraggio a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, d’intesa con il Ministero della salute, dell’applicazione di quanto previsto dal medesimo decreto, al fine della rielaborandone eventualmente dei suoi contenuti. Il monitoraggio offrirà la possibilità di rendere i modelli in questione sempre adatti agli scopi per cui sono predisposti (i modelli sono sicuramente perfettibili), allo scopo di migliorare la loro efficacia prevenzionistica e di conseguenza le condizioni di salute e di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. MODELLI SEMPLIFICATI DI PIANI E NON PIANI DI SICUREZZA SEMPLIFICATI È il caso di rimarcare che il D.I. 9 settembre 2014 non dispone norme per la redazione di “piani di sicurezza semplificati”, ma, ed è cosa ben diversa, promuove l’adozione di “modelli semplificati dei piani di sicurezza”. D’altronde non poteva essere diversamente. Infatti, il mandato ricevuta dal legislatore del “decreto del fare” era chiaro a riguardo, cioè adozione di modelli semplificati dei piani, fermi restando gli obblighi del D.Lgs. 81/2008, in particolare di quanto disposto dagli allegati XV e XVI in riferimento, rispettivamente, ai contenuti minimi dei piani di sicurezza e del fascicolo dell’opera. Esempio di cronoprogramma di un piano di sicurezza e coordinamento jan-mar 2015 HS+E Magazine 13 CSE Planner UN’OCCASIONE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DEI PIANI DI SICUREZZA Le tabelle compilazione vincolata dei modelli semplificati, cioè costituite da campi preimpostati a compilazione obbligatoria, costringono il redattore a dare risposte concrete in maniera sistematica ad ogni aspetto che di volta in volta il modello propone, in quanto applicabile al cantiere in esame. Questa operazione, effettuata in maniera sistematica, consente di avere maggiore conformità con i contenuti dell’allegato XV e, in linea teorica, maggiore efficacia prevenzionistica dei piani di sicurezza. Un altro aspetto positivo che possiamo intravedere nei modelli semplificati è connesso alla possibilità che questi offrono di confrontare i piani tra di loro, condizione preclusa in passato a causa della grande arbitrarietà redazionale dei piani. In tal senso, sarà possibile nel tempo ricavare dal confronto di piani di sicurezza di interventi simili le migliori soluzioni per risolvere le situazioni di rischio e contribuire all’innalzamento progressivo dei contenuti prevenzionistici dei piani di sicurezza e quindi della loro qualità prevenzionistica. Cioè, sarà più semplice promuovere le buone prassi. CONCLUSIONI In conclusione, non va dimenticato che l’utilizzo di format, quale uno dei modelli semplificati dei piani di sicurezza previsti dal decreto interministeriale 9 settembre 2014, non può costituire un alibi per l’eventuale scarsa qualità del documento, poiché questa dipende soltanto da quello che si inserisce nei modelli. In ultima analisi, dipende soltanto da noi addetti ai lavori. PROGETTO SICUREZZA CANTIERI I I MODELL e ai NUOV (D.I. 9/9/14) rm fo n o c Oggi UREZZA ATI DI SIC SEMPLIFIC Con l’emanazione del D.I. 9 /09/2014 sono stati individuati i modelli semplificati per la redazione del piano operativo di sicurezza (POS), del piano di sicurezza e di coordinamento (PSC) e del fascicolo dell’opera (FO) nonché del piano di sicurezza sostitutivo (PSS). La suite Progetto Sicurezza Cantieri nasce per implementare i modelli semplificati nella maniera più fedele possibile, senza sottovalutare l’obiettivo di qualità dei piani. Suddivisa in moduli consente rispettivamente la redazione del PSC e del FO (modulo PSC) e del POS e del PSS (modulo POS). Per la redazione dei vari documenti l’utente è coadiuvato da ricchissimi archivi (banca dati fattori di rischio per fase lavorativa, banca dati di “blocchi CAD”, prezzari) frutto dell’autorevole esperienza dell’Ing. Giuseppe Semeraro. Scarica subito la Demo su www.progetto-sicurezza-cantieri.it Per ulteriori informazioni contatta il servizio clienti: tel. 0633245271 - mail: [email protected] SERENISSIMA Circolo Velico Ravennate BARCOLANA 2013 SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna IN GARA PER LA VITA per vincere abbiamo detto SÌ ai Trapianti TROFEO IN GARA PER LA VITA Riservato a tutte le imbarcazioni dell’Emilia-Romagna DONAZIONE E TRAPIANTO DI ORGANI TESSUTI E CELLULE UNA SCELTA CONSAPEVOLE www.saluter.it/trapianti Any risk. Any business. Anywhere. GOVERNANCE - RISK - COMPLIANCE Sede Legale e Amministrativa: Via Pirano, 7 - 48122, Ravenna (RA) - Tel. +39 0544 591393 | [email protected] TOPGEAR acciaio e possono essere utilizzati con qualsiasi tipo di calzatura di sicurezza; altri dispositivi di catene per calzature RUD che impiegano catene realizzate con anelli forgiati garantiscono altrettanta sicurezza anche su terreni scivolosi di altra natura quali sabbia, fango e ghiaia fine. www.rud.com L a multinazionale tedesca Rieger & Dietz GmbH proprietaria del famoso marchio RUD, leader mondiale nella produzione di catene per sollevamento, rigging, ormeggio e autotrazione, ha recentemente presentato alcuni nuovi modelli nella gamma di catene per calzature; tra questi I-Socks viene definito dal produttore come un dispositivo leggerissimo, rapidamente calzabile e di eccezionale tenuta sulla neve e sul ghiaccio. I dispositivi di sicurezza I-Socks sono realizzati con una combinazione di materiali sintetici e jan-mar 2015 HS+E Magazine 17 BOOKSHOP Pur non trattandosi, in senso stretto, di un testo che tratta la sicurezza occupazionale, questo libro è presto divenuto uno standard sia a livello universitario che tra i tecnici HSE. La teoria esposta da Henry Petroski, professore alla Duke University e autore di altri famosi libri sulla storia dei grandi successi e disastri dell’ingegneria, parte dalla considerazione che quando crolla un ponte, esplode un serbatoio o precipita un aeroplano molto spesso si tende a ricercare una causa tecnica (progettuale o costruttiva) dell’accaduto ignorando quasi totalmente i “parametri al contorno”. Partendo dall’analisi di alcuni dei più famosi disastri industriali e infrastrutturali (dal crollo del Tacoma Narrows Bridge nello stato del Washington del 1940 al blow-out nel giacimento petrolifero di Macondo nel Golfo del Messico del 2010), Petroski analizza l’interdipendenza del fattore umano con quello tecnologico giungendo ad interessantissime considerazioni correlate ai livelli di sicurezza realmente raggiungibili in qualsiasi opera civile e industriale. Le note teorie di Petroski, qui riproposte e ulteriormente discusse, si fondano da sempre sul principio che replicare una tecnologia consolidata, se da un lato risulta cautelativo, dall’altro lato non lo è affatto poiché un eccesso di confidenza nelle soluzioni supercollaudate porterebbe comunque prima o poi ad un nuovo fallimento; ciò senza considerare che nel tempo, se non avvengono mai incidenti, si tende a perdere la memoria storica degli errori commessi nel passato e che la ripetitività delle tecnologie consolidate porterebbe ad una rinuncia alla sperimentazione continua ed in ultima analisi al progresso e ad una maggiore sicurezza in prospettiva futura. TO FORGIVE DESIGN: UNDERSTANDING FAILURE di Henry Petroski Ed. Harvard University Press ISBN: 978-18140141054 ©2012 – pp. 432 - $ 21.99 jan-mar 2015 HS+E Magazine 19 I CODICI DI CALCOLO MIKEbyDHI Frutto di una continua attività di ricerca e sviluppo da più di 40 anni, i codici di simulazione della famiglia “MIKE by DHI” costituiscono oggi lo stato dell’arte tra i modelli numerici nel campo delle risorse idriche, coniugando le più avanzate conoscenze scientifiche con le più recenti tecnologie di calcolo e simulazione. Dai bacini montani all’ambiente marino, dalle reti di distribuzione agli impianti di trattamento, i modelli numerici costituiscono un supporto affidabile ed efficace in tutte le fasi di studio, garantendo robustezza nel calcolo, semplicità di utilizzo ed il massimo livello di integrazione tra le diverse discipline e fenomenologie fisiche. Anche per questo, i codici MIKEbyDHI sono divenuti strumenti di abituale utilizzo da parte di numerose Amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali, ARPA, Autorità Portuali e vari Enti di governo del territorio, i cui tecnici, al pari delle più qualificate società di consulenza e ingegneria operanti in Italia, si avvalgono quotidianamente dei modelli MIKEbyDHI così come del supporto del team DHI Italia. www.dhigroup.com © DHI AMBIENTE URBANO MIKE URBAN - Simulazione & GIS per reti urbane WEST - Simulazione di impianti di depurazione e trattamento AMBIENTE MARINO MIKE 21 - Simulazione 2D per fiumi, laghi, costa ed offshore MIKE 3 - Simulazione 3D per fiumi, laghi, costa ed offshore LITPACK - Simulazione 1D dei processi costieri ABM Lab - Simulazione ad Agenti ECO Lab - Idro ecologia e qualità delle acque ACQUE SUPERFICIALI MIKE 11 - Simulazione 1D per fiumi e canali MIKE FLOOD - Simulazione integrata 1D e 2D MIKE SHE - Simulazione integrata del ciclo idrologico MIKE HYDRO Basin - Gestione delle risorse idriche MIKE 21C - Simulazione della morfologia fluviale in 2D ACQUE SOTTERRANEE E MEZZI POROSI FEFLOW - Simulazione avanzata per le acque sotterranee La Health and Safety Authority è l’agenzia governativa irlandese preposta al monitoraggio e al miglioramento degli standard di sicurezza e salute sul lavoro; meno conosciuta rispetto alla omologa (e quasi omonima) agenzia britannica non è però meno attiva di quest’ultima. SITEMAP Di non minore interesse è anche il sito web istituzionale; se da un punto di vista grafico risulta poco accattivante e addirittura talmente sotto tono da non dare minimamente l’idea di ciò che vi si può trovare al suo interno, esso è in realtà una miniera di informazioni utili per chi si occupa di HSE. Dal banner della homepage è possibile accedere direttamente, tra le tante, alle pagine “Topics”, “Your Industry”, “Education” e “Publication” che, raggruppando la documentazione per disciplina HSE, per settore produttivo o per tipologia di pubblicazione facilita enormemente la ricerca tra centinaia di Code of Practice (COP), Fact Sheet e Safety Alert disponibili e scaricabili in formato .pdf. Per chi fosse interessato, il sito è anche disponibile nella versione in lingua gaelica. www.hsa.ie SICUREZZA in EDILIZIA Ambienti Confinati Pianificazione e gestione del lavoro in ambito civile ed industriale di Nicolucci Roberto pagg. 400, 50,00 - Codice: 00141429 Gli ambienti confinati sono particolarmente pericolosi e infatti gli incidenti che vi accadono sono spesso mortali. Il motivo che trasforma un incidente all'interno di un ambiente confinato in un infortunio mortale è spesso riconducibile alla scarsa percezione della rischiosità di questi luoghi. Il volume unisce la teoria e la pratica delle attività lavorative svolte negli ambienti confinati e affronta i principali aspetti delle operazioni condotte in ambiente confinati, fornendo una serie di informazioni al tecnico per avvicinarsi alla materia per affrontare con maggiore consapevolezza una delle problematiche riconosciute per essere tra le più subdole e complesse all'interno della sicurezza occupazionale. APPROFITTA DELL’OFFERTA!!! Acquista il volume con lo sconto del 10% su www.shop.wki.it/ambienticonfinati International Inspection Agency INSPECTA è una società con esperienza pluriennale nel campo dell’Oil&Gas, maturata nell’ambito delle costruzioni multidisciplinari in differenti settori industriali. INSPECTA offre una gamma completa di servizi, erogati in conformità ai requisiti di qualità indicati dallo standard UNI EN ISO 9001:2008 e certificati da Organismo Internazionale Aenor. Nell’ottica di un processo di ricerca e di sviluppo aziendale che rispondano alle esigenze della propria clientela Inspecta ha aperto una nuova e più ampia sede operativa a Ravenna. Servizi ° ° ° ° ° Gestione progetti garanzia e controllo qualità. Ingegneria della saldatura. Laboratorio di prove meccaniche con attrezzatura di ultima generazione. Ispezioni ed Expediting, impiegando personale qualificato, sia in italia che all’estero. Corsi di formazione per saldatori e brasatori, coordinatori della saldatura, ispettori di saldatura e operatori CND e possibilità di interventi formativi specifici. Headquarter: Via Giolitti 10, 48123 Ravenna, Italy - Phone /Fax + 39 0544 451424 - Mobile +39 393 9374013 Registered Office: Via Ravegnana 379/A, 47122 Forlì, Italy - Phone/Fax +39 0543 724366 [email protected] - www.inspectasrl.com PRESSREVIEW Just one more thing... R iuscire ad influenzare il comportamento dei lavoratori è probabilmente il maggiore impegno cui sono chiamati a rispondere oggi gli esperti di sicurezza e igiene del lavoro. Sebbene le teorie sulla BBS oggi abbondino, la teoria proposta da Michie e altri ricercatori si rivela straordinariamente semplice e accattivante; in sostanza la possibilità di mutare il comportamento dei lavoratori si basa su tre driver: motivazione, opportunità e capacità. L’incapacità di trasmettere il vero motivo per cui una azione deve essere o non essere fatta costituisce spesso il primo insuperabile limite peraltro non sempre imputabile a consulenti, responsabili aziendali e trainer. Ad esempio a tutti è noto che la elevata velocità in auto sia pericolosa, ma una reale diminuzione degli incidenti si è avuta a livello mondiale non grazie alle campagne di sensibilizzazione quanto al notevole incremento del prezzo dei carburanti che ha fatto sì che le persone andassero più piano. Peraltro è noto che anche mettere a disposizione dei lavoratori idonee attrezzature di lavoro spesso non porta ad alcun miglioramento. Articolo di Claire Williams e Margaret Hanson pubblicato per È in particolare il caso delle posture lavorative scorrette dovute ad abitudini consolidate e che non assecondano le potenzialità delle attrezzature di lavoro messe a disposizione. Un classico reminder relativo alle “opportunità” riguarda ad esempio il fatto che molte azioni che possono incrementare la sicurezza del lavoratore costituiscano una opportunità per salvaguardare l’ambiente: è il caso delle disenergizzazioni che pur comportando certamente un dispendio di tempo oltreché garantire sicurezza garantiscono spesso un temporaneo risparmio di energia, una diminuzione delle emissioni di CO2 e quindi un miglioramento complessivo dell’ambiente in cui viviamo. Roberto Nicolucci e Francesco Pastremoli Parte 1 SALDATURA E RADIOPROTEZIONE: NON SOLO NDT Le radiazioni ionizzanti, in tema di sicurezza sul lavoro, vengono normalmente associate alle attività di controllo non distruttivo o NDT (radiografie e gammagrafie) effettuate sui giunti saldati; in modo forse meno noto questa problematica è però anche riassociabile ad alcuni particolari processi di saldatura tipici della cantieristica industriale e del settore manifatturiero. Ma vediamo innanzitutto di inquadrare la problematica fornendo alcuni semplici elementi relativi a queste particolari onde elettromagnetiche caratterizzate da lunghezze d’onda immediatamente inferiori a quella degli UV. Come noto, l’atomo della materia è costituito da un nucleo centrale nel quale è praticamente concentrata tutta la massa - a sua volta costituita da neutroni (elettricamente neutri) e protoni (elettricamente positivi) - e da elettroni (elettricamente negativi) che circondano il nucleo; un atomo allo stato fondamentale è elettricamente neutro: il numero di elettroni è uguale al numero di protoni; per ionizzazione si intende il processo attraverso il quale un atomo può perdere o acquistare elettroni, dando luogo a particelle note come “ioni” (la cui carica elettrica è determinata dal numero di elettroni perduti o acquistati nel processo di ionizzazione) aventi la caratteristica di mettersi in movimento quando sottoposti all’azione di un campo elettrico. La struttura dell’atomo jan-mar 2015 HS+E Magazine 25 Saldatura e radiorpotezione: non solo NDT Ogni atomo è caratterizzato da un numero atomico (corrispondente al numero dei suoi protoni) e da un numero di massa (corrispondente al numero totale di neutroni e protoni); esistono elementi che hanno il medesimo numero atomico, ma un diverso numero di massa: questi sono detti isotopi. sin dai primi esperimenti, schermature in piombo per difendersi dai possibili (ma al tempo non ancora noti) effetti nocivi delle radiazioni diventando così, di fatto, anche un pioniere del radioprotezionismo. Alcuni di questi isotopi sono instabili, ovvero possiedono un eccesso di energia che viene liberata sotto forma di particelle e/o di radiazioni elettromagnetiche attraverso un processo di decadimento o di disintegrazione detto radioattività. Nel 1899 Ernest Rutherford scoprì che esistono tre tipi di prodotti di decadimento radioattivo dalle caratteristiche differenti: sono denominati alfa, beta e gamma a seconda della tipologia di decadimento nucleare; a differenza delle radiazioni alfa e beta, le gamma sono molto penetranti e per bloccarle occorrono schermature realizzate con materiali ad alta densità o di grande spessore. L’unità di misura della attività di una sorgente radioattiva è il becquerel (Bq), che corrisponde ad un decadimento al secondo. La radiazione X è simile a quella gamma, ma non è ottenuta per decadimento di un isotopo, bensì per emissione di fotoni ad alta energia prodotti dal frenamento (bremsstrahlung) di elettroni o dalla diseccitazione elettronica, mediante macchine radiogene quali l’acceleratore lineare o il tubo a raggi X; questa modalità di emissione fu scoperta e messa a punto da Wilhelm Röntgen e da Nikola Tesla verso la fine del 1800; si tratta, in questo caso, di una radiazione atomica e non nucleare. Gli storici della scienza sottolineano come Röntgen sia stato uno dei rari pionieri che adottò, 26 HS+E Magazine jan-mar 2015 La prima immagine radiografica ottenuta da Röntgen nel 1895 mostra la struttura ossea della mano sinistra della moglie Anna Berthe; oggi la diagnostica radiografica è diffusamente utilizzata non solo in campo sanitario, ma anche nel campo della saldatura. Come per altri tipi di radiazione elettromagnetica, anche nel caso delle radiazioni ionizzanti, ai fini della determinazione dei livelli massimi di esposizione per l’uomo vale il concetto di dose assorbita, alla quale viene fatto corrispondere un certo danno biologico di tipo deterministico - cioè la cui frequenza e gravità sono correlate ad una dose e in relazione al quale è individuabile un valore limite di esposizione (dose soglia) - e/o stocastico, cioè la cui sola probabilità di accadimento (non la gravità del danno) è correlabile ad una precisa dose, ma in relazione al quale non può essere definito alcun valore limite. La dose assorbita si misura in gray (Gy), che corrisponde ad una quantità di energia pari a 1 J assorbita da 1 kg di materia. In generale, il danno (come anche per altri tipi di radiazione) non è esclusivamente legato alla dose assorbita, ma è anche strettamente legato al tipo di radiazione e alla (radio)sensibilità dell’organo colpito: a questo proposito gonadi e midollo osseo sembrano essere gli organi più sensibili. Il prodotto che si ottiene moltiplicando la dose assorbita per il cosiddetto “fattore di qualità” (Q) - che tiene conto della pericolosità della specifica radiazione rispetto ad una radiazione di riferimento (costituita da fotoni) - viene detta “dose equivalente” e viene misurata in sievert (Sv). Ovviamente, nel caso dei fotoni e degli elettroni, dove Q=1, la dose assorbita di 1 Gy equivale per definizione alla dose equivalente di 1 Sv - pari a 100 rem nel vecchio, ma ancora utilizzato, sistema di misura - mentre alle particelle alfa - che a parità di dose si è scoperto produrre un danno biologico 20 volte superiore - è stato assegnato un valore Q = 20; tutti i valori del fattore Q sono stati determinati sulla base di lunghi studi epidemiologici. Come nel caso di altri tipi di radiazioni, anche in questo esiste un valore espositivo di riferimento, che è rappresentato dal fondo di radiazione naturale, variabile tra 2 e 4 mSv/anno al livello del suolo - caratterizzato da una componente terrestre e da una extraterrestre - fondo al quale l’intera umanità si trova perennemente esposta. Nel caso delle esposizioni di tipo occupazionale può presentarsi il caso sia di una irradiazione di tipo esterno che di una irradiazione interna conseguente all’ingestione o inalazione di particelle radioattive. Sistemi di Gestione secondo le norme : UNI EN ISO 9001:2008 UNI EN ISO 14001:2004 OHSAS 18001:2007 UNI EN ISO 3834 (Settore Costruzioni Saldate) Sistemi di Gestione della Responsabilità sociale secondo SA 8000 Corporate Social Responsibility. Certificazione di Personale e Processi di Saldatura Certificazione di Saldatori ed Operatori di saldatura industriale (Norme EN-ASME-AWS-API ecc.) Certificazione processi speciali di saldatura (Norme EN-ASME-AWS-API ecc.) Certificazione di Saldatori Polietilene (Norme UNI 9737) Elaborazione documentazione relativa all'implementazione della certificazione secondo Reg. CE 761/2001-EMAS Elaborazione del fascicolo tecnico secondo direttiva 97/23/CE “PED” Elaborazione documentazione per certificazione di prodotto in regime cogente e volontario Elaborazione documentazione per certificazione degli aggreganti direttiva 89/106 Progettazione e realizzazione di corsi di formazione per: Qualità, Ambiente, Etica, Security, Sicurezza, Agroalimentare; Controlli non distruttivi (RINA ASTN ed UNI EN) tramite centri d’esame partner Saldatori ed operatori di saldatura metallici e polietilene Servizio di expediting, ispezioni, collaudi e qualifica fornitori per conto terzi Technical Partner RINA E.QU.A. S.r.l. Via Pirano, 5 – 48122 Ravenna Azienda con sistema qualità certificato CSQ N°9175 Tel. 0544 591981 Fax 0544 591374 E-Mail [email protected] - Web: www.equasrlra.it Saldatura e radiorpotezione: non solo NDT Da un punto di vista sanitario, le possibili conseguenze di tipo deterministico derivanti da una irradiazione acuta (cioè ad alta dose) comprendono sterilità temporanea o permanente, opacizzazione del cristallino ed altre patologie oculari, sindromi gastrointestinali (vomito, diarrea, emorragie, squilibrio elettrolitico), sindromi neurologiche (offuscamento della mente, disorientamento, convulsioni), danni al sistema ematico (diminuzione delle cellule linfocitarie, ecc.); in casi particolarmente acuti si può arrivare al decesso entro breve tempo. Possibili conseguenze di tipo stocastico includono leucemie e tumori solidi: l’insorgenza di queste patologie non è correlata al superamento di un valore di soglia, ma è di tipo probabilistico, con una diffusione casuale nella popolazione esposta; spesso questi danni si manifestano dopo anni (a volte anche parecchi decenni dall’irradiazione) e risultano sostanzialmente indistinguibili da tumori indotti da altre cause. In questi casi, le deduzioni relative agli effetti derivanti da una esposizione ad alte dosi sono relative ad osservazioni effettuate sul lunghissimo periodo (anche parecchi decenni) di soggetti fortemente irradiati (nello specifico, i sopravvissuti del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki del 1945), mentre per le basse dosi le incertezze degli studi epidemiologici dipendono in parte dalla esistenza di fattori confondenti e in parte dalla naturale fluttuazione statistica tipica di questi rilievi. Da un punto di vista sanitario, inoltre, si usa distinguere i danni sulla salute di tipo somatico da quelli di tipo genetico, cioè manifestabili sulla progenie dell’individuo precedentemente irradiato. Tutti i tipi di radiazioni ionizzanti sono state classificate nel gruppo “1” (“cancerogeno certo”) dall’IARC. Come già accennato, il più comune rischio di esposizione in campo industriale è correlato alle attività di diagnostica non distruttiva (NDT), con particolare riguardo alla ricerca mediante tecnica radio/gammagrafica, della difettosità dei materiali e in particolare delle fusioni e dei cordoni di saldatura (cricche, inclusioni, soffiature, porosità, ecc.); si tratta quindi in questo caso di una attività solo indirettamente correlata a quella di saldatura. 28 HS+E Magazine jan-mar 2015 Immagini di difetti rilevati su giunti saldati, tramite tecnica radiografica Fonte: Wabeko Queste indagini vengono generalmente eseguite in bunker dotati di pareti adeguatamente schermate, facendo uso di opportuni spessori di piombo, di cemento armato o di altri materiali idonei (con le massime garanzie di sicurezza per gli operatori e per la popolazione non esposta professionalmente), ma inevitabilmente nel caso di diagnostica su manufatti in opera o di grandi dimensioni le indagini vengono svolte anche in campo aperto. I controlli non distruttivi con tecnica radiografica in campo aperto possono essere effettuati, a seconda dei casi, con sorgenti sigillate (radioisotopi) o con apparecchiatura con tubo radiogeno (dove sussista la disponibilità di una alimentazione elettrica). Non vi è comunque nessun caso in cui l’effettuazione di tali controlli debba avvenire in presenza di personale non professionalmente esposto (siano essi saldatori o altre categorie di lavoratori); di conseguenza, il rischio espositivo per la categoria è solo teorico e non vi è dunque alcuna necessità che, in relazione a questa attività, vengano attivate nei confronti di queste categorie di lavoratori particolari misure di prevenzione e protezione o di sorveglianza sanitaria. Esistono però alcune occasioni nelle quali anche la categoria dei saldatori potrebbe (almeno teoricamente) essere interessata “professionalmente” da questo tipo di esposizione: è il caso dei procedimenti di saldatura TIG e al plasma, limitatamente ai casi in cui vengano utilizzati gli elettrodi infusibili cosiddetti “toriati”, e nel procedimento di saldatura a fascio elettronico (electron beam). Per quanto concerne il primo caso, l’irradiazione potrebbe venire generata da quella piccola quantità (a seconda del tipo di elettrodo, variabile tra l’1 ed il 4% circa in peso) di torio (Th) - un elemento debolmente radioattivo che viene inglobata in una matrice di tungsteno sinterizzato al fine di aumentare sensibilmente la durata dell’elettrodo, di consentire l’impiego di correnti di intensità più elevata, di facilitare l’accensione dell’arco e di stabilizzarlo durante il funzionamento; si tratterebbe, in ogni caso, di debolissime emissioni di energia sotto forma di particelle alfa e di radiazioni gamma. Nel caso più frequente, la lega di tungsteno contiene all’incirca il 2% dell’isotopo Th-232, la cui attività specifica è pari a 4,07 kBq/grammo. La dispersione (in ogni caso debolissima) è di fatto limitata ai casi in cui si effettuano saldature in cui l’elettrodo è attraversato da elevate intensità di corrente (in particolare nei casi della saldatura dell’alluminio e del magnesio); normalmente, il fatto che l’elettrodo al tungsteno toriato lavori ad una temperatura molto al di sotto del suo punto di fusione (al contrario dei semplici elettrodi al tungsteno) evita infatti qualsiasi vaporizzazione e dispersione in ambiente. La manipolazione degli elettrodi di tungsteno toriato così come lo stoccaggio anche di grandi quantità non comporta alcuna problematica in termini radioprotezionistici, in quanto la matrice di tungsteno limita l’emissione radioattiva a livelli impercettibili. L’unico potenziale rischio è rappresentato dall’ingestione o dall’inalazione delle polveri che si originano durante le periodiche operazioni di affilatura dell’elettrodo, unico caso in cui, in pratica, potrebbe verificarsi una dispersione interna. Istruzioni per l’affilatura di un elettrodo al tungsteno Fonte: Miller Alcune ricerche hanno dimostrato che anche nel caso in cui un operatore inalasse l’equivalente in polvere di un intero elettrodo l’irraggiamento sarebbe pari a circa 2 o 3 volte quello rilasciato dal fondo di radiazione naturale; si tratta, evidentemente, di una pura e semplice ipotesi di studio in quanto risulta praticamente impossibile che un operatore, per quanto sprovveduto, possa inalare una tale quantità di polvere. Rilievi dosimetrici effettuati a scopo sperimentale in ambienti in cui si effettua la affilatura di elettrodi toriati hanno mostrato valori inferiori ai valori di riferimento per i quali la normativa vigente prevede l’adozione di misure radioprotezionistiche. Uno studio condotto in Danimarca su un gruppo di 1.200 saldatori addetti esclusivamente a procedimenti TIG ha mostrato una incidenza irrilevante di tumori nell’arco di 30 anni rispetto ad un campione non soggetto a esposizione da torio. Secondo quanto pubblicato dall’Office of Health Safety and Security (HSS) statunitense, ricerche condotte su operatori TIG hanno stabilito essere compresa tra 1.000 e 2.000 ore all’anno l’esposizione non protetta e in assenza di ventilazione d’ambiente a fumi di saldatura (esclusa la attività di affilatura degli elettrodi) necessaria al raggiungimento dei livelli di soglia stabiliti (1 mSv/anno); le medesima informativa evidenzia che i processi che utilizzano una corrente alternata comportano livelli di emissione più elevati rispetto a quelli che utilizzano corrente continua. Per altro occorre segnalare che in alcuni Paesi l’impiego degli elettrodi toriati è a tutti gli effetti assoggettato all’applicazione delle norme di radioprotezione sia fisica che sanitaria, una garanzia aggiuntiva per tutti gli operatori. Anche ai fini della sicurezza degli operatori, i produttori di elettrodi al tungsteno sono soliti contrassegnare con una fascia colorata una estremità dell’elettrodo in relazione al contenuto di torio: indicativamente (ma non in modo univoco), verde (tungsteno puro), gialla (1% di torio), rosso (2% di torio). jan-mar 2015 HS+E Magazine 29 Saldatura e radiorpotezione: non solo NDT Diverse colorazioni distintive all’estremità di elettrodi infusibili al tungsteno utilizzati nei procedimenti TIG L’altra possibilità per un saldatore di risultare esposto a radiazioni ionizzanti deriva dall’utilizzo di apparecchiature per la saldatura a fascio elettronico; questo procedimento utilizza un fascio collimato per generare l’energia termica (tra le 100 e le 1.000 volte superiore a quella che si genera in un normale procedimento all’arco elettrico) necessaria ad ottenere saldature di alta precisione su spessori elevati. Poiché nel processo si generano raggi X, tutto deve avvenire in un ambiente dedicato (bunker); nel caso siano presenti vetrate o finestre di ispezione, queste devono essere realizzate con appositi vetri al piombo. ambiente remoto, mentre nel secondo caso vi è la possibilità che gli operatori addetti alle apparecchiature siano esposti alle radiazioni ionizzanti generate dal processo; l’ambiente di lavoro deve risultare ovviamente accessibile al solo personale professionalmente esposto; anche nel secondo caso, comunque, è preferibile che il procedimento si svolga in ambiente confinato, garantendo la sorveglianza della macchina e del pezzo in lavorazione attraverso telecamere e monitor a circuito chiuso convenientemente posizionati in un’area protetta; in alcuni ambienti per saldatura sotto vuoto, la schermatura viene realizzata con lastre in acciaio dello spessore di 20 mm. I procedimenti di saldatura a fascio elettronico possono avvenire sia sottovuoto che in normale atmosfera; nel primo caso si tratta evidentemente di un processo condotto in ROBERTO NICOLUCCI, ingegnere meccanico, si occupa da oltre 25 anni di igiene e sicurezza industriale principalmente nei settori della cantieristica civile, industriale e navale e dell’oil&gas. È presidente di Techno srl. FRANCESCO PASTREMOLI, ingegnere meccanico, Esperto Qualificato di III grado, si occupa di sicurezza industriale e radioprotezione in ambito industriale e sanitario. È amministratore e direttore tecnico di Techno srl. Camere schermate e consolle di controllo di apparecchiature per saldatura a fascio elettronico; si notino, in entrambi i casi, gli oblò di ispezione Fonte: Kokosy Continua nel prossimo numero. 30 HS+E Magazine jan-mar 2015 Consortium of Contractors and Suppliers operating in Energy Industries Viale Farini, 14 - 48121 Ravenna - Italy - Ph. +39 0544 219418 - Fax +39 0544 481500 www.roca-oilandgas.com - [email protected] 50 anni di qualità BONIFICHE E MANUTENZIONI INDUSTRIALI - RAVENNA ROB O TI C S & E I NG N EE RI NG S ER V I C E S TECHNONEWS SICUREZZA ED IGIENE INDUSTRIALE LEGGE 161/2014 NUOVA MODIFICA AL D. LGS. 81/08 Nella Gazzetta Ufficiale n. 261 del 10 novembre 2014 è stata pubblicata la Legge n. 161 del 30 ottobre 2014 recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea - Legge europea 2013-bis” che contiene anche alcune modifiche al D. Lgs. 81/08. Al D. Lgs. 81/08 sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 28, comma 3-bis, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Anche in caso di costituzione di nuova impresa, il datore di lavoro deve comunque dare immediata evidenza, attraverso idonea documentazione, dell’adempimento degli obblighi di cui al comma 2, lettere b), c), d), e) e f ), e al comma 3, e immediata comunicazione al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. A tale documentazione accede, su richiesta, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»; b) all’articolo 29, comma 3, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Anche in caso di 32 HS+E Magazine jan-mar 2015 rielaborazione della valutazione dei rischi, il datore di lavoro deve comunque dare immediata evidenza, attraverso idonea documentazione, dell’aggiornamento delle misure di prevenzione e immediata comunicazione al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. A tale documentazione accede, su richiesta, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza». REQUISITI DELLE FIGURE PROFESSIONALI CHE OPERANO SUGLI IMPIANTI A GAS: PUBBLICATA LA UNI/ PDR 11:2014 Il 17 ottobre è stata pubblicata la prassi di riferimento “Raccomandazioni per la valutazione di conformità di parte terza ai requisiti definiti dalla UNI 11554 - Attività professionali non regolamentate - Figure professionali operanti sugli impianti a gas di tipo civile alimentati da reti di distribuzione Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”. Il documento, frutto della collaborazione tra UNI, CIG - Comitato Italiano Gas e ACCREDIA, fornisce raccomandazioni per la valutazione di conformità di parte terza (certificazione) ai requisiti delle figure professionali che operano sugli impianti a gas di tipo civile alimentati da reti di distribuzione, ossia che: `` `` `` `` `` progettano, installano, rimuovono, ispezionano, sottopongono a collaudo, prova o verifica, mettono in servizio, mantengono in stato di sicuro funzionamento gli impianti alimentati a gas; •scelgono, installano, rimuovono, sottopongono a prova o verifica, mettono in servizio, manutengono gli apparecchi a gas e loro componenti, secondo quanto definito nella UNI 11554. La prassi di riferimento è stata elaborata per fornire una serie di indicazioni di carattere applicativo in relazione alla norma UNI 11554:2014, elaborata nel quadro della Legge n.4/2013, e in considerazione della necessità di garantire delle pratiche di certificazione che diano assicurazione della validità degli interventi sul mercato a tutela del sistema della distribuzione del gas e dell’utenza. La UNI/PdR 11:2014 è disponibile e liberamente scaricabile dal sito UNI. Si ricorda che le prassi di riferimento non sono norme ma documenti, al servizio della normazione stessa e del mercato, che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di elaborazione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI. PUBBLICATO IL NONO ELENCO DEI SOGGETTI ABILITATI PER L’EFFETTUAZIONE DELLE VERIFICHE PERIODICHE Con il Decreto Dirigenziale del 29 settembre 2014 è stato pubblicato il nono elenco, di cui al punto 3.7 dell’Allegato III del Decreto 11 aprile 2011, dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’articolo 71, comma 11, del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.. Il suddetto elenco sostituisce integralmente il precedente elenco allegato al Decreto Dirigenziale del 27 maggio 2014. LA NUOVA DIRETTIVA PED 2014/68/EU Pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di attrezzature a pressione. La nuova direttiva PED 2014/68/UE sostituisce la direttiva 97/23/CE e dovrà essere recepita entro il 28 febbraio 2015, almeno per quanto riguarda la nuova classificazione delle attrezzature a pressione, che tiene conto del Regolamento (CE) n.1272/2008 (CLP). La direttiva 97/23/CE è abrogata a partire dal 19 luglio 2016. jan-mar 2015 HS+E Magazine 33 Techno News REQUISITI PERSONALE SICUREZZA IMPIANTI FUNE, DECRETO MINISTERO TRASPORTI Pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed entrato in vigore a metà ottobre, il decreto dirigenziale 17 settembre 2014 n.228 Requisiti e modalità di abilitazione del personale destinato a svolgere funzioni di sicurezza sugli impianti a fune in servizio pubblico. Il decreto fissa requisiti e modalità di abilitazione del personale di impianti funicolari aerei o terrestri delle seguenti categorie: “a) funicolari terrestri, funivie bifune ed impianti assimilabili; b1) funivie monofune con veicoli a collegamento temporaneo ed impianti assimilabili; b2) funivie monofune con veicoli a collegamento permanente ed impianti assimilabili; c) sciovie, slittinovie, ed impianti assimilabili; d) ascensori verticali ed inclinati, marciapiedi mobili, scale mobili, montascale, piattaforme elevatrici ed impianti assimilabili”. REGOLAMENTO (UE) N. 1297/2014 DELLA COMMISSIONE DEL 5 DICEMBRE 2014 LE’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale UE, del 6 dicembre 2014, il Regolamento (UE) n. 1297/2014 della Commissione, del 5 dicembre 2014, recante modifica al regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele. 34 HS+E Magazine jan-mar 2015 MONTAGGIO DEI PALCHI: PUBBLICATO IL DECRETO CHE TUTELA LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI Lo scorso 8 agosto, sulla Gazzetta Ufficiale n. 183, è stato pubblicato il decreto ministeriale 22 luglio 2014 che estende le disposizioni in materia di prevenzione previste dal titolo IV del “Testo unico per la sicurezza” per i cantieri temporanei e mobili al comparto degli operatori impegnati nelle attività di montaggio e smontaggio dei grandi palchi in occasione di eventi musicali e di spettacolo. Nel documento sono indicate le corrette modalità operative per operare in sicurezza durante il montaggio e smontaggio dei grandi palchi. La responsabilità dell’opera e della sicurezza degli operatori che la devono realizzare è assegnata alla figura del committente. ACCORDO STATO-REGIONI 22/02/2012 - FORMAZIONE UTILIZZO ATTREZZATURE CHE RICHIEDONO CONOSCENZE E RESPONSABILITA’ PARTICOLARI Si ricorda che i lavoratori incaricati all’utilizzo delle attrezzature, attualmente abilitati con formazione precedente al 12 marzo 2013, non conforme all’Accordo Stato-Regioni, dovranno effettuare entro il 12 marzo 2015 un corso di aggiornamento della durata di 4 ore. Se il lavoratore non parteciperà al corso di aggiornamento entro il 12 marzo 2015 verrà INVALIDATA LA FORMAZIONE PREGRESSA e dovrà quindi essere ripetuta con durata e contenuti previsti dall’Accordo Stato-Regioni. INDICAZIONI TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI PER L’INSTALLAZIONE E LA GESTIONE DI MERCATI SU AREE PUBBLICHE CON PRESENZA DI STRUTTURE FISSE, RIMOVIBILI E AUTO NEGOZI Il gruppo di lavoro costituito da rappresentanti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (V.V.F.), del Comitato Italiano Gas (C.I.G) e di FederchimicaAssogasliquidi (A.N.V.A) ha redatto con l’uscita della Nota Min. Int. prot. 0003794 del 12/03/2014, un documento con raccomandazioni tecniche di prevenzioni incendi per la installazione e la gestione di mercati su aree pubbliche, con presenza di strutture fisse, rimovibili e autonegozi, utilizzanti gas GPL o altre fonti energetiche per alimentare apparecchi di cottura, di preparazione culinaria e di riscaldamento cibi. Tale documento si è reso necessario per definire meglio le raccomandazioni tecniche di prevenzioni incendi di queste particolari attività, che se pur già in presenza di normative tecniche diffuse, non sempre risultano riconducibili con immediatezza a questo specifico ambito di attività. Questa nota, oltre alle disposizioni comuni da assolvere, fa distinzione su applicazioni a bordo di autonegozi come per esempio fornelli a GPL su autoveicoli ambulanti o in postazioni fisse occasionali, tipo cucine in stand di sagre e/o fiere all’aperto. DIRETTIVA SEVESO, IN GU UE DUE DECISIONI SU INFORMAZIONI TRASMESSE DA STATI MEMBRI Pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea due Decisioni di esecuzione della Commissione riguardanti la Direttiva Seveso 2012/18/Ue e il rischio incidenti rilevanti con sostanze pericolose. La prima Decisione, è la 2014/895/UE, del 10 dicembre 2014, che definisce il formato per la trasmissione delle informazioni di cui all’articolo 21, paragrafo 3, della direttiva 2012/18/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. La seconda Decisione è la 2014/896/UE che definisce il formato per la trasmissione delle informazioni da parte degli Stati membri in merito all’attuazione della direttiva 2012/18/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. AGGIORNATO IL TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO 81/2008 Nel sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è disponibile il testo coordinato, nell’edizione dicembre 2014, del Decreto jan-mar 2015 HS+E Magazine 35 Techno News semplificati per la redazione del piano operativo di sicurezza, del piano di sicurezza e di coordinamento e del fascicolo dell’opera nonché del piano di sicurezza sostitutivo. L’avviso è stato pubblicato nella G.U. n. 212 del 12 settembre 2014 Legislativo 9 aprile 2008 n.81 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro con tutte le disposizioni integrative e correttive. Le novità in questa versione: `` `` `` Modificati gli art. 28 comma 3-bis e 29 comma 3 come previsto dall’art. 13 della Legge 30/10/2014, n. 161, recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea - Legge europea 2013-bis”, pubblicata sulla GU n. 261 del 10/11/2014, entrata in vigore il 25/11/2014 Sostituito il decreto dirigenziale del 22 gennaio 2014 con il decreto dirigenziale del 29 settembre 2014 riguardante il nono elenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’art. 71 comma 11. pubblicato nella G.U. n.230 del 3 ottobre 2014 Inserito il Decreto interministeriale 9 settembre 2014 riguardante i modelli `` `` `` Inserito il decreto interministeriale 22 luglio 2014 “Disposizioni che si applicano agli spettacoli musicali, cinematografici e teatrali e alle manifestazioni fieristiche tenendo conto delle particolari esigenze connesse allo svolgimento delle relative attività” Sostituito il decreto dirigenziale del 31 marzo 2014 con il decreto dirigenziale del 21 luglio 2014 riguardante il quarto elenco dei soggetti abilitati ad effettuare i lavori sotto tensione in sistemi di II e III categoria Inseriti gli interpelli dal n. 10 al n. 15 del 11/07/2014, dal n. 16 al n. 23 del 06/10/2014 e dal n. 24 al n. 25 del 04/11/2014. AMBIENTE EMISSIONI IN ATMOSFERA – VALIDITÀ E RINNOVO Il Le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera hanno validità di quindici anni. La domanda di rinnovo deve essere presentata almeno un anno prima della scadenza. Si ricordano le seguenti scadenze per il rinnovo delle autorizzazioni: Caso A: Stabilimenti costruiti precedentemente al 1988 Data di rinnovo autorizzazione: Tra la data di entrata in vigore della parte quinta del D. Lgs 152/06 ed il 31 dicembre 2011 (già scaduto) Caso B: Stabilimenti costruiti precedentemente al 2006 che siano stati autorizzati prima del 1° gennaio 2000 36 HS+E Magazine jan-mar 2015 Data di rinnovo autorizzazione: Tra il 1° gennaio 2012 ed il 31 dicembre 2013 (già scaduto) Caso C: Stabilimenti costruiti precedentemente al 2006 che siano stati autorizzati in data successiva al 31 dicembre 1999 Data di rinnovo autorizzazione: Tra il 1° gennaio 2014 ed il 31 dicembre 2015 (la pratica andava presentata entro il 31 dicembre 2014) Caso D: Tutti gli altri casi non contemplati nei punti precedenti Data di rinnovo autorizzazione: Scadenza con periodicità di 15 anni dalla data di prima autorizzazione. PREVENZIONE INCENDI NUOVA REGOLA TECNICA PER LE MACCHINE ELETTRICHE FISSE CON PRESENZA DI LIQUIDI ISOLANTI COMBUSTIBILI IN QUANTITÀ SUPERIORE AD 1 MC Il 5 Agosto 2014 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il D.M. 15 Luglio 2014 riguardante l’Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, l’installazione e l’esercizio delle macchine elettriche fisse con presenza di liquidi isolanti combustibili in quantità superiore ad 1 mc. Il provvedimento è entrato in vigore dal 04/09/2014. L’allegato tecnico fissa i livelli di sicurezza antincendio e le prestazioni delle misure di sicurezza sia per le nuove installazioni che per le installazioni esistenti, consentendo a quest’ultime di essere adeguate a step incrementali successivi. Il progetto da allegare all’istanza preliminare di cui all’art. 3 del medesimo D.P.R. 151/2011 dovrà indicare tutte le opere di adeguamento ai requisiti di sicurezza riportati nel decreto. Inoltre, entro la data di scadenza di ciascuno step, dovrà essere presentata la SCIA ai sensi dell’art. 4 del D.P.R. 11/2011. www.roncucciandpartners.com International Business Consulting • International Sales Development • Green Economy • International Finance RONCUCCI&PARTNERS GROUP ITALY • SERBIA • INDIA • BRAZIL • TUNISIA • SOUTH AFRICA HEADQUARTERS Via Cesare Battisti 25 - 40123 Bologna - ITALIA • Tel. +39 051 255 676 • Fax +39 051 421 0803 jan-mar 2015 HS+E Magazine 37 EVENTSCALENDAR 18-20 GEN 25-27 MAR INTERSEC 28-30 APR SECUTECH OMC 12-14 MAG IFSEC Fiera internazionale per la sicurezza Dubai - UAE Offshore Mediterranean Conference Ravenna - Italia Fiera internazionale per la sicurezza e l’antincendio Hong Kong - Cina Fiera internazionale per la sicurezza e l’antincendio Rimini - Italia Le date indicate potrebbero subire variazioni o alcune manifestazioni potrebbero venire annullate. Prima di recarsi alle manifestazioni si consiglia di verificare con gli organizzatori dei singoli eventi la correttezza delle date indicate. 38 HS+E Magazine jan-mar 2015 15+ YEARS OF COMPETENCE AND EXPERIENCE. We assist our clients with equal competence and passion, whether the surrounding environment is the most pleasant and relaxing or harsh and demanding to the extreme. For more on TECHNO please visit www.techno-hse.com
© Copyright 2024 Paperzz