WEB ARTICLE Dental Tribune Italian Edition - Novembre 2014 Teknoscienza 21 WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM Perdita precoce dei denti decidui Francesca Nolet, Lucia Miggiano, Elisabetta Bricchi, Sara Salvadori Introduzione La risoluzione delle problematiche associate alla perdita precoce dei denti decidui è una complicanza dell’odontoiatria pediatrica con cui tutti i dentisti nell’arco della carriera si devono confrontare. Per perdita precoce si intende l’esfoliazione del dente deciduo prima del tempo isiologico. La transizione da dente deciduo a dente permanente è un processo complicato ma naturale composto da una variazione di adattamenti isiologici dell’occlusione. La permuta avviene (o dovrebbe avvenire) in modo armonioso. Tuttavia esistono diverse inluenze morfogenetiche e ambientali che controllano lo sviluppo dell’occlusione e una variazione in tali processi può portare alla formazione di una malocclusione1. Tra i fattori principali è da sottolineare l’essenziale importanza dei denti decidui che, quando si riassorbono ed esfoliano, guidano l’osso alveolare a una crescita isiologica che permetterà un miglior accomodamento del dente permanente. Inoltre, mantengono la linea mediana e lo spazio per il successore, guidandolo in arcata. In letteratura è risaputo che la perdita precoce dei molari decidui può causare sovraffollamento nei casi in cui le arcate siano piccole e lo spazio limitato; di conseguenza, avvenuta l’estrazione del dente lo spazio tenderebbe a chiudersi causando potenzialmente un sovraffollamento nelle arcate2. Qualora le arcate non presentino una limitazione di spazio, allora la perdita precoce dei denti decidui non dovrebbe recare problemi. Tuttavia, si discute tuttora in letteratura se la perdita precoce dei denti da latte possa effettivamente portare a problemi di funzionalità e, in tali casi, l’importanza di mantenere lo spazio attraverso un apparecchio ortodontico. La perdita precoce dei denti da latte è anche considerata come un fattore che predispone ad alterazioni fonetiche, soprattutto riguardanti i denti incisivi superiori decidui1. In questo studio andremo ad analizzare le opinioni recenti sull’importanza della perdita precoce dei denti da latte su malocclusione e funzionalità della bocca. Materiali e metodi Questo lavoro consiste in una revisione critica della letteratura effettuata con un approccio di tipo sistematico allo scopo di analizzare le diverse problematiche riscontrate da pedodontisti e ortodontisti nel correggere malocclusioni causate dalla perdita precoce dei denti decidui. Il protocollo, stilato prima di procedere alla revisione, comprende criteri di inclusione ed esclusione che hanno determinato la scelta o meno di ogni articolo. La ricerca degli articoli scientiici è stata effettuata sul database della US National Library of Medicine tramite il servizio PubMed, (www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez/query.fcgi). Le parole chiave stabilite, inserite su PubMed, sono state: “Premature loss of deciduous teeth and malocclusion”. Nel tentativo di concentrare la ricerca sono stati posti i seguenti limiti: – pubblicazione su dental journals; – anno di pubblicazione compreso tra il 1990 e il 2013; – tipo di studio, RCT, review e metaanalysis; – lingua di pubblicazione inglese e italiano. La ricerca ha mostrato 58 articoli (rct, review). I titoli e l’abstract di ogni articolo sono stati letti e valutati andando a includere gli studi clinici, randomizzati e controllati. Sono stati esclusi gli articoli nei quali scopo e risultati non erano attinenti e gli articoli di cui non era disponibile l’abstract. Da questo screening sono stati selezionati 15 articoli di cui è stato ricercato e valutato il full text. Risultati Il dente deciduo perso più comunemente è il primo molare inferiore seguito dai molari superiori. Infatti, i molari da latte sono più predisposti alla colonizzazione da streptococchi perché erompono nella cavità orale tra i 16 e i 29 mesi di età e hanno sia i solchi occlusali (che tendono ad accumulare più placca rispetto alle superici lisce) che le superici prossimali concave2. Richardson ha osservato che i problemi più importanti legati allo spazio avvengono proprio quando i denti decidui, particolarmente i molari, vengono persi precocemente. Secondo i suoi studi, la perdita precoce dei molari da latte causa uno spostamento mesiale dei molari permanenti e di conseguenza diminuisce lo spazio necessario per il normale sviluppo degli altri denti deinitivi3. In uno studio condotto da Kumari e collaboratori in cui veniva misurato il cambiamento di spazio cui andavano incontro le arcate dopo la perdita dei denti decidui, si è riscontrato che la distanza mesio-distale dei molari decidui inferiori diminuiva unilate- 1. Northway WM. The effect of early loss of primary molars on tooth eruption and space conditions. A longitudinal study. J Am Dent Assoc 2000; 131: 1711-20. 2. Ahamed S, Venugopal N. Reddy, Rao A Prevalence of early loss of primary teeth in 5–10-year-old school children in Chidambaram town Contemp Clin Dent. 2012;3: 27-30. 3. Richardson. The relationship between the relative amount of space present in the deciduous dental arch and the rate and degree of space closure to the extraction of a deciduous molar. Dent Pract Dent Rec 1965;16:111-8. 4. Kumari P, Kumari R, Loss of space and changes in the dental arch after premature loss of the lower primary molar: a longitudinal study Journal of Indian Society of Pedodontics and Preventive Dentistry 2006;24:90-96. 5. Lin YT, Lin WH, Lin YTJ International Journal of Paediatric Dentistry 2011; 21: 161-166. ralmente (a seconda della parte in cui il dente era stato perso). Inoltre, è stato osservato che la perdita di spazio era maggiore durante i primi quattro mesi e conseguentemente diminuiva durante il periodo dei sei/otto mesi post estrattivi. Avveniva un movimento distale delle cuspidi decidue verso lo spazio post estrattivo. Inoltre, hanno riscontrato che nella mandibola la perdita di spazio avveniva per lo spostamento mesiale dei denti posteriori e per il movimento distale dei denti anteriori4. Tuttavia non vi è stato alcun cambiamento statisticamente signiicativo nell’ampiezza, lunghezza e perimetro dell’arcata post estrazione e a tutti i controlli ino a 8 mesi dopo l’estrazione4. Nello studio condotta da Lin Y. e collaboratori, tredici pazienti che hanno subito la perdita precoce unilaterale del primo molare deciduo sono stati selezionati. Sono state prese delle impronte a distanza di 2 giorni e a 12 mesi post estrazione su cui poi sono stati misurati: lo spazio tra i due molari decidui; l’ampiezza dell’arcata; la lunghezza dell’arcata; lo spazio intercanino e il perimetro dell’arcata. Per ogni paziente la distanza tra i due molari decidui (D + E) del quadrante controlaterale è servito da controllo. Gli autori hanno poi paragonato i risultati post estrattivi e dopo 12 mesi. Hanno riscontrato che passati i 12 mesi lo spazio tra i molari decidui era signiicativamente diminuito rispetto al lato controllo e allo spazio iniziale post estrattivo. Al contrario il perimetro dell’arcata e la distanza intercanina erano signiicativamente aumentate rispetto ai parametri iniziali. Tuttavia non hanno osservato grandi modiicazioni di ampiezza dell’arcata e della sua lunghezza nel tempo intercorso tra la visita post estrattiva e il followup a 12 mesi. Inoltre, hanno notato (a differenza di altri autori) uno spostamento distale dei canini decidui ma non hanno rilevato spostamento o tipping dei molari permanenti paragonati al controllo5. Concludono che non esiste necessità funzionale per inserire un mantenitore di spazio5. A differenza di Lin e collaboratori, Park e collaboratori non hanno notato alcuna differenza nella perdita di spazio nella zona post estrattiva rispetto al controllo. Gli autori non hanno riportato cambiamenti di inclinazione o angolazione. Concludono che nei casi di I classe molare la perdita precoce bibliograia 6. Park K, Jung D, Kim J, Three-dimensional space changes after premature loss of a maxillary primary irst molar International Journal of Paediatric Dentistry 2009;19:383-389. 7. Brennan MM, Gianelly AA. The use of the lingual arch in the mixed dentition to resolve incisor crowding. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 2000;117:81-85. 8. Kau CH, Durning P, Richmond S, Miotti FA, Harzer W. Extractions as a form of interception in the developing dentition: a randomized controlled trial. J Orthod. 2004;31:107-114. 9. M Sayýn, Türkkahraman H Effects of Lower Primary Canine Extraction on the Mandibular Dentition The Angle Orthod 2006;76:31-35. 10. Farronato G, Giannini L, Galbiati G, Maspero C. Comparison of the dental and skeletal effects of two different rapid palatal expansion appliances for the correction of the maxillary asimmetric transverse discrepancies. Minerva Stomatologica 2012;61:45-55. dei denti decidui abbia una limitata inluenza sullo spazio per i denti permanenti6. Gianelli e Brennan hanno eseguito una ricerca sui canini mandibolari, riportando che la perdita precoce degli stessi richiedeva un immediato intervento per controllare sia lo spazio sia la simmetria dell’arcata7. A differenza loro, Kau e collaboratori concludono che il cambiamento nell’angolazione dei denti era simile sia nel gruppo estrattivo che in quello non estrattivo e quindi non richiedeva nessun intervento8. Sayin M. riporta una retrusione degli incisivi inferiori dopo l’estrazione dei canini rispetto al controllo. Tuttavia osserva che questa retrusione non ha causato cambiamenti signiicativi nel perimetro dell’arcata. Inoltre, Sayin, Bishara e Kau sono in accordo sul fatto che ci sia stato un aumento dell’ampiezza intramolare dopo l’estrazione dei canini9. Northway e collaboratori hanno riscontrato, tramite l’analisi dello spazio tra i due molari decidui, che dopo la perdita del primo molare deciduo superiore l’eruzione del canino permanente era ostacolata mentre dopo la perdita precoce dei secondi molari mascellari superiori i premolari permanenti erano ostacolati nella loro discesa in arcata. Nella mandibola invece, la perdita precoce dei molari portava a una dificoltà di eruzione dei secondi premolari permanenti1. Conclusione Purtroppo esiste tutt’ora molta discrepanza tra gli autori sull’importanza della perdita precoce dei denti decidui e sulle potenziali conseguenze sullo sviluppo delle malocclusioni. Di conseguenza esiste poca evidenza concordante in letteratura a favore o contro HOME l’uso del mantenitore di spazio. Sembrerebbe dipendere da fattori come età del paziente, discrepanze scheletriche e quale dente venga perso precocemente4. Molti autori concordano che la perdita precoce dei secondi molari decidui causa problemi non indifferenti in quanto tali denti servono per guidare i primi molari permanenti in arcata e posizionarli in modo armonioso con il resto dell’occlusione. La perdita precoce dei secondi molari decidui, soprattutto se mascellari, risulta in una migrazione mesiale dei denti permanenti e questo chiaramente comporta una predisposizione a una malocclusione dentale10. L’intervento intercettivo di una malocclusione prevede l’uso di un mantenitore di spazio. Andrebbe determinato se l’uso del mantenitore consentirà di evitare terapie ortodontiche complesse e prolungate, in assenza di altre anomalie occlusali. Tuttavia, se il paziente manifestasse problemi dentali o scheletrici che richiederebbero comunque l’utilizzo dell’apparecchio ortodontico, allora gli svantaggi del mantenitore di spazio (quali l’accumulo di placca e tartaro, una più elevata predisposizione alle carie, trauma dei tessuti molli, interferenze con l’eruzione dei denti adiacenti e problematiche legate all’apparecchio stesso come fratture) sopravanzerebbero i vantaggi. Molti autori concordano che ino a 1 mm di perdita di spazio non sembrerebbe essere auspicato l’uso del mantenitore ma qualora la perdita di spazio fosse molto più elevate oppure l’inclinazione dei denti mascellari tendesse a una posizione palatale allora il mantenitore si spazio sarebbe consigliato. Purtroppo l’argomento richiede maggiori approfondimenti e quindi studi per poter giungere a conclusioni deinitive1-2-4. CORSI ONLINE EVENTS Implantologia WEBINAR REGISTRATO SPONSORIZZATO DA Gli impianti con superficie ruvida sono tutti ugualmente a rischio di sviluppo di perimplantiti? Dott. Andrea Chierico Obiettivo della presentazione è quello di analizzare i dati della letteratura clinica ed i dati del nostro gruppo di lavoro relativamente alla correlazione tra impianti con superfici ruvide e perimplantite. Durante la presentazione viene enfatizzato come di fatto il successo implantare a lungo termine dipenda da un sigillo mucoso perimplantare in grado di offrire riparo all’osso sottostante e al processo dinamico di osteintegrazione. Tale sigillo non dipende dalla superficie implantare, ma piuttosto dalla gestione globale di fattori biologici, chirurgici e protesici che possono, se ben gestiti, contribuire alla sua stabilità e salute nel tempo. www.dtstudyclub.it
© Copyright 2024 Paperzz