Giovedì, 11 Dicembre 2014 Vieni Santo Spirito / Vieni per Maria, / vieni Santo Spirito, / facci come Lei La tua fiamma vivida, bruci i nostri cuor, e nel fuoco ardano del Divino Amor. Vieni Santo Spirito / Vieni per Maria, / vieni Santo Spirito, / facci come Lei Gli occhi della mente, apri al tuo splendor, i nostri sensi illumina, rivesti di candor. Vieni Santo Spirito / Vieni per Maria, / vieni Santo Spirito, / facci come Lei In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è V/. Àngelus Dòmini nuntiàvit Mariæ, impossibile a Dio». R/. Et concèpit de Spiritu Sancto. Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Ave Maria, gratia plena, Dòminus tècum. Benedicta tu in +Lc 1, 26-38 Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Buona festa! Il messaggio dell’odierna festa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria si può riassumere con queste parole: tutto è dono gratuito di Dio, tutto è grazia, tutto è dono del suo amore per noi. L’Angelo Gabriele chiama Maria «piena di grazia» (Lc 1,28): in lei non c’è spazio per il peccato, perché Dio l’ha prescelta da sempre quale madre di Gesù e l’ha preservata dalla colpa originale. E Maria corrisponde alla grazia e vi si abbandona dicendo all’Angelo: «Avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Non dice: “Io farò secondo la tua parola”: no! Ma: «Avvenga per me…». E il Verbo si è fatto carne nel suo grembo. Anche a noi è chiesto di ascoltare Dio che ci parla e di accogliere la sua volontà; secondo la logica evangelica niente è più operoso e fecondo che ascoltare e accogliere la Parola del Signore, che viene dal Vangelo, dalla Bibbia. Il Signore ci parla sempre! L’atteggiamento di Maria di Nazareth ci mostra che l’essere viene prima del fare, e che occorre lasciar fare a Dio per essere veramente come Lui ci vuole. E’ Lui che fa in noi tante meraviglie. Maria è ricettiva, ma non passiva. Come, a livello fisico, riceve la potenza dello Spirito Santo ma poi dona carne e sangue al Figlio di Dio che si forma in Lei, così, sul piano spirituale, accoglie la grazia e corrisponde ad essa con la fede. Per questo sant’Agostino afferma che la Vergine «ha concepito prima nel cuore che nel grembo» (Discorsi, 215, 4). Ha concepito prima la fede e poi il Signore. Questo mistero dell’accoglienza della grazia, che in Maria, per un privilegio unico, era senza l’ostacolo del peccato, è una possibilità per tutti. San Paolo, infatti, apre la sua Lettera agli Efesini con queste parole di lode: «Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo» (1,3). Come Maria viene salutata da santa Elisabetta quale «benedetta fra le donne» (Lc 1,42), mulièribus, et benedictus fructus ventris tui, Jesus. Sancta Maria, Mater Dei, òra pro nobis peccatòribus, nunc et in hora mortis nòstræ. Amen. V/. "Écce Ancìlla Dòmini." R/. "Fiat mìhi secùndum Verbum tùum." Ave Maria, ... V/. Et Verbum caro factum est. R/. Et habitàvit in nobis. Ave Maria, ... V/. Ora pro nobis, Sancta Dèi Gènetrix. R/. Ut digni efficiàmur promissiònibus Christi. Orèmus: Gratiam tuam quæsumus, Dòmine, mèntibus nostris infùnde; ut qui, angelo nuntiànte, Christi Fìlii tui Incarnatiònem cognòvimus, per passiònem èius et crucem, ad resurrectiònis gloriam perducàmur. Per eùndem Christum Dòminum nostrum. Amen. Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saecula saeculorum. Amen. Gloria Patri... Gloria Patri... Rèquiem aetèrnam, dona eis, Domine, et lux perpètua lùceat eis. Requiéscant in pace. Amen. V/. Sit nomen Domini benedictum. R/. Ex hoc nunc et usque in sæculum. V/. Adiutorium nostrum in nomine Domini. R/. Qui fecit cælum et terram. Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen così anche noi siamo stati da sempre “benedetti”, cioè amati, e perciò «scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4). Maria è stata pre-servata, mentre noi siamo stati salvati grazie al Battesimo e alla fede. Tutti però, sia lei che noi, per mezzo di Cristo, «a lode dello splendore della sua grazia» (v. 6), quella grazia di cui l’Immacolata è stata ricolmata in pienezza. Di fronte all’amore, di fronte alla misericordia, alla grazia divina riversata nei nostri cuori, la conseguenza che s’impone è una sola: la gratuità. Nessuno di noi può comperare la salvezza! La salvezza è un dono gratuito del Signore, un dono gratuito di Dio che viene in noi e abita in noi. Come abbiamo ricevuto gratuitamente, così gratuitamente siamo chiamati a dare (cfr Mt 10,8); ad imitazione di Maria, che, subito dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, va a condividere il dono della fecondità con la parente Elisabetta. Perché, se tutto ci è stato donato, tutto dev’essere ridonato. In che modo? Lasciando che lo Spirito Santo faccia di noi un dono per gli altri. Lo Spirito è dono per noi e noi, con la forza dello Spirito, dobbiamo essere dono per gli altri e lasciare che lo Spirito Santo ci faccia diventare strumenti di accoglienza, strumenti di riconciliazione, strumenti di perdono. Se la nostra esistenza si lascia trasformare dalla grazia del Signore, perché la grazia del Signore ci trasforma, non potremo trattenere per noi la luce che viene dal suo volto, ma la lasceremo passare perché illumini gli altri. Impariamo da Maria, che ha tenuto costantemente lo sguardo fisso sul Figlio e il suo volto è diventato «la faccia che a Cristo più si somiglia» (Dante, Paradiso, XXXII, 87). E a lei ci rivolgiamo ora con la preghiera che richiama l’annuncio dell’Angelo. Papa Francesco, Angelus dell’8 Dicembre 2014 O Maria, Madre nostra, oggi il popolo di Dio in festa ti venera Immacolata, preservata da sempre dal contagio del peccato. Sapere che Tu, che sei nostra Madre, sei totalmente libera dal peccato ci dà grande conforto. Sapere che su di te il male non ha potere, ci riempie di speranza e di fortezza nella lotta quotidiana che noi dobbiamo compiere contro le minacce del maligno. Ma in questa lotta non siamo soli, non siamo orfani, perché Gesù, prima di morire sulla croce, ci ha dato Te come Madre. Noi dunque, pur essendo peccatori, siamo tuoi figli, figli dell’Immacolata, chiamati a quella santità che in Te risplende per grazia di Dio fin dall'inizio. Animati da questa speranza, noi oggi invochiamo la tua materna protezione per noi, per le nostre famiglie, per questa Città, per il mondo intero. La potenza dell'amore di Dio, che ti ha preservata dal peccato originale, per tua intercessione liberi l’umanità da ogni schiavitù spirituale e materiale, e faccia vincere, nei cuori e negli avvenimenti, i1 disegno di salvezza di Dio. Fa' che anche in noi, tuoi figli, la grazia prevalga sull’orgoglio e possiamo diventare misericordiosi come è misericordioso il nostro Padre celeste. In questo tempo che ci conduce alla festa del Natale di Gesù, insegnaci ad andare controcorrente: a spogliarci, ad abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio, a decentrarci da noi stessi, per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia. O Madre nostra Immacolata, prega per noi! Papa Francesco Maria Donna dell’attesa La vera tristezza non è quando, a sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita. E la solitudine più nera la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più: neppure per un eventuale ospite di passaggio. Quando pensi, insomma, che per te la musica è finita. E ormai i giochi siano fatti. E nessun'anima viva verrà a bussare alla tua porta. E non ci saranno più né soprassalti di gioia per una buona notizia, né trasalimenti di stupore per una improvvisata. E neppure fremiti di dolore per una tragedia umana: tanto non ti resta più nessuno per il quale tu debba temere. La vita allora scorre piatta verso un epilogo che non arriva mai, come un nastro magnetico che ha finito troppo presto una canzone, e si srotola interminabile, senza dire più nulla, verso il suo ultimo stacco. Attendere: ovvero sperimentare il gusto di vivere. Hanno detto addirittura che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle sue attese. Forse è vero. Se è così, bisogna concludere che Maria è la più santa delle creature proprio perché tutta la sua vita appare cadenzata dai ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcuno. Vergine in attesa. In attesa di Giuseppe. In ascolto del frusciare dei suoi sandali, sul far della sera, quando, profumato di legni e di vernici, egli sarebbe venuto a parlarle dei suoi sogni. Ma anche nell'ultimo fotogramma con cui Maria si congeda dalle Scritture essa viene colta dall' obiettivo nell'atteggiamento dell’attesa. Lì, nel cenacolo, al piano superiore, in compagnia dei discepoli, in attesa dello Spirito. In ascolto del frusciare della sua ala, sul fare del giorno, quando, profumato di unzioni e di santità, egli sarebbe disceso sulla Chiesa per additarle la sua missione di salvezza. Vergine in attesa, all'inizio. Madre in attesa, alla fine. E nell'arcata sorretta da queste due trepidazioni, una così umana e l'altra così divina, cento altre attese struggenti. Santa Maria, Vergine dell'attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Non ci mandare ad altri venditori. Riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia: l'arrivo di un amico lontano, il rosso di sera dopo un temporale, il crepitare del ceppo che d'inverno sorvegliava i rientri in casa, le campane a stormo nei giorni di festa, il sopraggiungere delle rondini in primavera, l'acre odore che si sprigionava dalla stretta dei frantoi, le cantilene autunnali che giungevano dai palmenti, l'incurvarsi tenero e misterioso del grembo materno, il profumo di spigo che irrompeva quando si preparava una culla. Se oggi non sappiamo attendere più, è perché siamo a corto di speranza. Se ne sono disseccate le sorgenti. Soffriamo una profonda crisi di desiderio. E, ormai paghi dei mille surrogati che ci assediano, rischiamo di non aspettarci più nulla neppure da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue dal Dio dell'alleanza. Santa Maria, Vergine dell'attesa, donaci un'anima vigiliare. Giunti alle soglie del terzo millennio, ci sentiamo purtroppo più figli del crepuscolo che profeti dell'avvento. Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. Portaci, finalmente, arpa e cetra, perché con te mattiniera possiamo svegliare l'aurora. Di fronte ai cambi che scuotono la storia, donaci di sentire sulla pelle i brividi dei cominciamenti. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza. Rendici, perciò, ministri dell'attesa. E il Signore che viene, Vergine dell'avvento, ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano. Don Tonino Bello SANTO ROSARIO - MISTERI LUMINOSI I Mistero: Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano. Dal Vangelo secondo Matteo. Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano, da Giovanni, per farsi battezzare da lui ed ecco una voce dal Cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio l’Amato, in lui ho posto il mio compiacimento”. E' l'ora che pia la squilla fedel le note c'invia dell'Ave del ciel. Ave, ave, ave Maria ! Ave, ave, ave Maria ! Dio Padre misericordioso che hai rivelato il Tuo Amore nel Figlio Tuo Gesù Cristo e lo hai riversato su di noi nello Spirito Santo consolatore ti affidiamo oggi i destini del Mondo e di ogni uomo. Chinati su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male. Fa che tutti gli abitanti della Terra sperimentino l a tua misericordia, affinché in Te Dio uno e Trino trovino sempre la fonte della Speranza. Madre santa, il Creatore da ogni macchia ti serbò. Sei tutta bella nel tuo splendore: Immacolata noi ti acclamiam! Ave, ave, ave Maria! II Mistero: La trasformazione dell’Acqua in vino alle nozze di Cana Dal Vangelo secondo Giovanni. Venuto a mancare il vino la Madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino” e Gesù le rispose: “Donna che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora.”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela!” Dio dal quale proviene ogni paternità, in Cielo ed In Terra, Padre che sei Amore e Vita, fa che la Tua grazia guidi i pensieri e le pene dei coniugi verso il bene delle loro famiglie e di tutte le famiglie del mondo. Fa che l’amore rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi attraverso la quali, a volte, passano le nostre famiglie. Mira il tuo popolo, o bella Signora, che pien di giubilo oggi t'onora. Anch'io festevole corro a' tuoi piè; o Santa Vergine, prega per me! Nome dolcissimo, nome d’amore. Tu sei rifugio al peccatore. Tra i cori angelici è l’armonia Ave Maria, Ave Maria. (2 v.) III Mistero: L'annuncio del Regno di Dio Dal Vangelo secondo Luca. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia, apri il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Cristo che sei venuto in questo Mondo per visitare tutti coloro che attendono la Salvezza fa che la nostra generazione riconosca il tempo in cui viene visitata ed abbia parte ai frutti della tua redenzione. Non permettere che su noi e sugli uomini del nuovo secolo si debba piangere perché abbaiamo respinto la mano del Padre misericordioso. A Te Gesù nato dalla Vergine figlia di Sion, onore e gloria nei secoli eterni. Amen. IV Mistero: La Trasfigurazione sul Monte Tabor Dal Vangelo secondo Matteo. Sei giorni dopo Gesù prese con se Pietro, Giacomo e Giovanni e suo fratello e li condusse in disparte su un alto monte e fu trasfigurato davanti a loro. Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Oh Madre che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del Mondo assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove che la vita riserva a ciascuno e fa che grazie all’impegno di tutti le tenebre non prevalgano sulla luce. A te aurora della salvezza consegnamo il nostro cammino nel nuovo millennio perché sotto la tua guida tutti gli uomini scoprano Cristo luce del mondo e unico salvatore. V Mistero: L’istituzione dell’Eucarestia Dal Vangelo secondo Giovanni. Gesù disse io sono il pane della Vita. Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Dio Padre di misericordia e fonte della vita, tu ci chiami da tutto il mondo per celebrare con rinnovato fervore il grande mistero dell’Eucarestia, memoriale perenne della Pasqua del Tuo Figlio, riconoscenti per la Salvezza che ci è stata donata, con fiducia ti chiediamo: fa che partecipando dell’unico pane e dell’unico calice diveniamo un solo copro in Cristo e viviamo della vita divina che egli ci ha ottenuto al prezzo del Suo sangue. Dell’Aurora tu sorgi più bella / coi tuoi raggi a far lieta la Terra e fra gli astri che il cielo rinserra non ve stella come Te, gli occhi Tuoi son più fondi del mare la Tua fronte ha il profumo del giglio, il tuo viso ricorda Tuo Figlio, sui Tuoi passi nascono fiori. Bella Tu sei qual sole, bianca più della luna e le stelle più belle non son belle come Te! E le stelle più belle non son belle come Te… Eia ergo, advocata nostra, illos tuos Ti coronano tutte le stelle, al Tuo canto risponderà il vento della luna si misericordes oculos ad nos converte. curva l’argento si rivolge verso Te. Quando tutto d’intorno è rovina e la Et Jesum, benedictum fructum ventris tui, voce del pianto non tace, il tuo sguardo riporta la pace la concordia in nobis, post hoc exilium, ostende. fondo ai cuori. O clemens, O pia, O dulcis Virgo Maria. Bella Tu sei qual sole, bianca più della luna e le stelle più belle non son belle come Te… e le stelle più belle non son belle come Te… Bella Tu se qual sole, bianca più della luna e le stelle più belle non son belle come Te, bella Tu sei qual sole bianca più della luna e le stelle più belle non belle come Te… e le stelle più belle non son belle come Te… Salve, Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo, et spes nostra, salve. Ad te clamamus, exsules filii Evae, ad te suspiramus, gementes et flentes in hac lacrimarum valle.
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