Il microcredito nella UE

Il Microcredito nella
UE: tra strumento
finanziario e strumento
di inclusione sociale
A cura di Andrea Nardone
1
Indice
Introduzione di Silvia Costa
3
1. Il microcredito in Europa
5
2. Il microcredito e le istituzioni europee
6
3. I servizi non finanziari nella microfinanza: l’impegno delle istituzioni
europee nella loro promozione
9
4. I servizi non finanziari nell’ambito del microcredito
15
5. Le sfide
26
Allegati
Allegato 1 - Bibliografia
29
Allegato 2 - Sitografia
31
Allegato 3 - Confronto tra le organizzazioni scelte nell’ambito del
programma
EPMF Progress come microcredit providers
(2010-2013) e le organizzazioni che hanno partecipato alla
survey 2012-2013 della EMN
33
2
Introduzione
Di Silvia Costa
Il ruolo fondamentale della microfinanza è quello di farsi strumento delle politiche di coesione e
inclusione sociale, in particolare con approccio “integrato”, favorendo e incentivando l’attivazione
di una rete di relazioni, che partendo dal territorio favorisca i rapporti non solo tra ente erogatore (o
promotore) e beneficiario, ma anche con la comunità, in un’ottica di sviluppo che sia soprattutto
sviluppo equo, solidale, sociale e umano.
In Parlamento, il gruppo S&D si è battuto per ottenere una risoluzione sulla microfinanza che ha
avviato un nuovo capitolo della politica europea in questo campo. Destinatari sono i soggetti in
difficoltà che aspirano ad un’attività lavorativa in proprio ,i giovani, le donne ma anche le
microimprese. Nella Risoluzione, che contiene raccomandazioni alla Commissione sull'iniziativa
europea per lo sviluppo del microcredito a sostegno della crescita e dell’occupazione, il Parlamento
europeo ha invitato la Commissione a rafforzare il proprio impegno per sviluppare il microcredito a
sostegno di crescita e occupazione, sollecitandola a cofinanziare progetti di microcredito, in
particolare a beneficio di gruppi svantaggiati.
Nel dicembre 2010 abbiamo approvato una nuova misura a sostegno della microfinanza, la cosidetta
“ Microfinance Facility”, che ha come obiettivo di aumentare l’accesso al credito per le persone che
rischiano di perdere o hanno perso il lavoro o hanno difficoltà a reinserirsi, o ancora a soggetti
svantaggiati e a rischio di esclusione sociale. Inoltre nel febbraio 2010 abbiamo approvato una
misura a sostegno dei lavoratori disoccupati per favorire la creazione di nuove piccole imprese
attraverso il microcredito.
Con una Decisione del marzo 2010 abbiamo istutito uno strumento europeo di microfinanza per
l'occupazione e l'inclusione sociale, denominato «Strumento europeo Progress di microfinanza»,
stanziando per il periodo dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2013 100 milioni di EUR.
Questo strumento è diventato, grazie anche al nostro impegno, uno dei tre assi portanti (l’ Asse 3
Microfinanza e imprenditoria sociale) del nuovo Programma per Occupazione e l'Innovazione
Sociale (EaSI) 2014-2020, che ha l'obiettivo di sostenere l'occupazione, la politica sociale e la
mobilità del lavoro in tutta l'UE, rivolto particolarmente ai giovani.
Questo Asse è orientato ad agevolare l’accesso ai finanziamenti per gli imprenditori, in particolare
per quelli che hanno difficoltà ad accedere al mercato del credito tradizionale, e per le imprese
locali. Il sostegno allo sviluppo delle imprese sociali è la vera novità di questo asse rispetto allo
3
strumento Progress di microfinanza lanciato nel 2010 a cui si aggiunge anche un maggiore
supporto ai fornitori di microcredito attraverso il finanziamento della capacity building di questi
soggetti.
Il budget per il settennio per l’ Asse 3 sarà pari al 21% dei 919,469,000 EUR di budget totale.
Nell’ Ottobre 2014 l’ ultima relazione della Commissione europea sui risultati ottenuti dalla
implementazione dello Strumento europeo Progress microfinance ci dice che oltre 20.000
imprenditori hanno già beneficiato di prestiti e garanzie per un valore complessivo di 182 milioni di
euro.
4
1. Il microcredito in Europa
Il microcredito, nato nei Paesi in via di sviluppo come risposta al fenomeno dell’esclusione
finanziaria e all’esclusione sociale, negli ultimi anni ha avuto una grande diffusione anche in
Europa.
In particolare, esso sta acquistando un ruolo sempre più centrale come risposta alla crisi economica
e alla riduzione dell’accesso al credito da parte di una sempre più grande fascia di popolazione.
In Europa, inoltre, il microcredito sta assumendo un ruolo decisivo anche nella creazione della
microimpresa e di una nuova imprenditoria promossa tra i soggetti più svantaggiati.
In molti Stati membri questo settore è particolarmente attivo e, a livello comunitario, incoraggia
l’iniziativa imprenditoriale dei disoccupati e dei piccoli imprenditori, ma anche quella delle donne e
dei membri delle minoranze etniche. Non esiste, però, una definizione comune per lo strumento del
microcredito. Ogni Paese, infatti, a seconda del proprio contesto sociale, economico e politico,
attribuisce a tale concetto un significato simile ma differente rispetto a quello utilizzato dagli altri
Stati membri.
Nonostante la sua eterogeneità interna, dovuta ai differenti sistemi giuridici e istituzionali degli Stati
membri dell’Unione Europea e alla diversa natura dei principali enti erogatori di microcredito, il
microcredito ha avuto un grande slancio nell’ultimo decennio.
La survey che l’European Microfinance Network1 realizza ogni due anni fotografa la situazione del
settore: nel 2004 la survey ha riguardato 32 organizzazioni che erogano microprestiti in 10 paesi
europei nel 2004, 89 organizzazioni in 15 paesi nel 2006, 94 istituzioni in 21 paesi nel 2008, 170
istituzioni in 21 paesi nel 2010, 154 istituzioni in 25 paesi e 150 istituzioni in 24 paesi nel 20142 .
Questa evoluzione mostra che la Microfinanza in Europa si sta gradualmente consolidando come
strumento essenziale di politica sociale per la promozione dell’autoimpiego, come supporto alla
microimpresa e come strumento di lotta contro l’esclusione sociale e finanziaria.
I risultati della survey mostrano che la domanda di microfinanza non è stata così alta in Europa
(circa 400.000 microcrediti per un valore totale di €1.5 billion in 2013), ma allo stesso tempo che il
settore si sta sempre più professionalizzando per incontrare la domanda proveniente da donne e
1
EMN, Overview of the Microcredit Sector in the European Union, September 2014 http://www.europeanmicrofinance.org/docs/emn_publications/emn_overview/Overview2012-2013_Nov2014.pdf
2
Nella survey del 2014 sono state contattate 447 organizzazioni. Hanno risposto quindi il 34%
5
uomini che chiedono di poter prendere in mano il proprio futuro con l’aiuto delle istituzioni di
microfinanza.
In relazione al numero di prestiti erogati, la survey ha messo in evidenza un numero crescente di
prestiti (+20%) e di volume dei prestiti (+40%) erogati nel 2013 rispetto al 2011. Inoltre, la
dimensione media del prestito è aumentata rispetto agli anni precedenti: nel 2011 era di 5.135 euro,
nel 2013 era di 8.507 euro.
Dal punto di vista istituzionale, il settore europeo della microfinanza è ancora caratterizzato da una
vasta e diversificata gamma di istituzioni attive. Le forme istituzionali maggiormente rappresentate
sono le istituzioni finanziarie non bancarie (29%), le ONG e le fondazioni (23%) che rappresentano
la maggioranza delle organizzazioni. Mentre la quota rappresentata da ONG e fondazioni è rimasta
stabile rispetto alle precedenti survey (21%), è aumentata la quota delle istituzioni finanziarie non
bancarie (20%). A tali forme istituzionali si affiancano enti governativi, banche commerciali,
cooperative di credito, casse di risparmio, associazioni di microfinanza, istituzioni religiose, ecc.
Oltre alla varietà istituzionale, il mercato della microfinanza europeo è caratterizzato da una grande
diversificazione dei prodotti offerti. Mentre al livello della Commissione Europea quando si parla di
microcredito si fa riferimento unicamente al prestito erogato per l’avvio di una attività
imprenditoriale (autonoma o microimpresa), nella comunità internazionale della microfinanza si
parla di tre pilastri, la cosiddetta trinità della microfinanza che include il credito per attività
produttive, il credito personale e al consumo, il risparmio e l’assicurazione3.
Le istituzioni che erogano prestiti di tipo personale sono aumentate nel corso del tempo
rappresentando il 67% delle istituzioni che hanno partecipato alla survey.
Rispetto alla durata dei prestiti erogati, vi è una differenza trai prestiti per lavoro e quelli personali:
la media per il microcredito all’impresa è di 41 mesi, mentre sono 34 i mesi per la restituzione del
prestito personale. Rispetto alla survey precedente è aumentata la durata del prestito per l’impresa,
probabilmente per motivi legati alla crisi economica.
2. Il microcredito e le istituzioni europee
Come si è specificato in precedenza, il microcredito è considerato dalle istituzioni europee uno
strumento in grado di sostenere le piccolissime e piccole imprese nell’accesso al credito
3
Armendáriz, Beatriz and Jonathan Morduch (2005): The Economics of Microfinance,Cambridge, Mass. And London:
The MIT Press, p. 147
6
La Commissione europea definisce il microcredito come “ the extension of very small loans
(micro-loans) to entrepreneurs, to social economy enterprises, to employees who wish to become
self-employed, to people working in the informal economy and to the unemployed and others living
in poverty who are not considered bankable. It stands at the crossroads between economic and
social preoccupations. It contributes to economic initiative and entrepreneurship, job creation and
self-employment, the development of skills and active inclusion for people suffering disadvantages”
(EU, The European initiative to develop microcredit in support of growth and employment, 2007).
Microloans do not exceed 25.000 Euro.
Sempre la Commissione Europea definisce small and medium enterprises (SMEs) “enterprises
with less than 250 employees and a turnover that doesn’t exceed 50 million Euro per year, or a
balance sheet that doesn’t exceed 43 million Euro per year”. Le Micro-enterprises, sono
“companies with less than 10 employees and a maximum annual turnover of 2 million Euro”.4
Le realtà micro finanziarie presenti in Europa invece considerano lo strumento del microcredito
come uno strumento che permette di contrastare l’esclusione sociale ed economica dei gruppi
sociali più deboli e quindi tra i prodotti che essi propongono non vi è solo il microcredito
all’impresa ma anche il microcredito personale, il micro risparmio e la microassicurazione.
La differenza nella interpretazione dello strumento di microcredito emerge anche dai programmi
promossi dalla Commissione Europea in questo ultimo decennio. Come si può vedere, sono tre le
direzioni generali che ad oggi sono intervenute nella programmazione per sostenere i beneficiari
finali del microcredito: la Direzione Generale Entreprise, la Direzione Generale per le Politiche
Regionali e la Direzione Generale per l’Occupazione.
Il coinvolgimento delle diverse istituzioni ha condizionato l’approccio al microcredito e le relative
proposte di intervento.
La tavola che segue riporta sinteticamente i programmi promossi dalla Commissione Europea che
possono essere di interesse per il tema del microcredito o che sono ad essi dedicati esplicitamente
suddivisi per direzioni generali di riferimento.
4
European Microfinance Network, http://www.european-microfinance.org
7
Tavola 1. I programmi della Commissione Europea per il microcredito
DG Entreprise
Programma quadro per la competitività e l’innovazione)
aiuta le microimprese ad avviare o espandere la loro
attività.
CIP
SME GUARANTEE FACILITY
COMPETITIVENESS
AND
FRAMEWORK PROGRAMME
(CIP) 2007 to 2013
INNOVATION
DG Regional Policy
JEREMIE (Risorse europee congiunte per le micro, le
piccole e le medie imprese)
JASMINE: Joint Action to Support Micro-finance
Institutions in Europe
permette ai paesi dell'UE di utilizzare i fondi strutturali
europei a sostegno delle piccole e microimprese. In alcuni
paesi dell'UE, gli intermediari di microcredito beneficiano
di garanzie, prestiti e capitali
migliora la capacità degli intermediari di microcredito e li
aiuta a diventare operatori sostenibili e redditizi sul
mercato del credito.
DG Employment and Social Affairs
Progress Microfinance 2010
accresce la disponibilità di microcrediti - prestiti di
importo inferiore a 25 000 euro - per la costituzione o lo
sviluppo di piccole imprese. Progress Microfinance non
finanzia direttamente gli imprenditori, ma permette a una
serie di intermediari di microcredito dell'UE di
aumentare il volume dei prestiti emettendo garanzie per
coprire il rischio di eventuali perdite e mettendo a
disposizione ulteriori fondi per la concessione di
microfinanziamenti
Social Investment Package (SIP) 2013
The SIP guides EU countries in using their social budgets
more efficiently and effectively to ensure adequate and
sustainable social protection
Composto da tre programmi: - PROGRESS (Programme
for Employment and Social Solidarity): will support
activities with a strong Europe-wide dimension such as
comparable analysis, mutual learning and exchanges of
practices in the field of employment and social policies
EURES: will be dedicated to the EURES network that
provides information and advice to job seekers wishing to
work in another EU country. EaSI will finance core
activities at EU level, while the national activities can
receive funding from the ESF.
Progress Microfinance: will extend the support given to
microcredit providers and institutions in order to make
more loans available, and will help to develop the social
investment market and access to financing for social
enterprises.
Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione
sociale (EaSI)
Fonte: elaborazione FRD
8
3. I servizi non finanziari nella microfinanza: l’impegno delle istituzioni europee
nella loro promozione
Negli ultimi anni la consapevolezza della necessità di affiancare l’erogazione finanziaria con servizi
di assistenza è cresciuta moltissimo, in modo particolare nei paesi europei. Si è infatti compreso che
per sostenere la nascita e lo sviluppo delle micro e piccole imprese è necessario prevedere una
azione che rafforzi le competenze degli imprenditori.
Rispetto a tale tema, l’impegno della UE, ha radici lontane. Nel 2006 nell’ambito di un progetto
della DG Enterprise and Industry la Commissione Europea aveva affidato ad un gruppo di esperti il
compito di analizzare le migliori pratiche nell’ambito del Management Capacity Building per lo
sviluppo della competitività delle PMI europee. Nel report finale (EC, 2006, p. 29)5 il gruppo di
esperti ha proposto 16 raccomandazioni, indirizzate a tutti gli attori coinvolti.
In particolare, le raccomandazioni rivolte ai fornitori dei servizi di supporto al business erano:
•
Favour courses and programmes helping to assess the firm’s competitive position and
directly impacting the firm’s profitability.
•
Make sure that all phases of the firm’s life cycle are covered.
•
Promote alliances with bigger firms.
•
Facilitate the creation and promote the use of networks.
•
Schedule training so that small business managers actually can attend.
•
Make good use of the possibilities offered by e-learning.
•
Business support service providers would need to better market their own services.
Mentre quelle rivolte alle associazioni imprenditoriali ed ai singoli imprenditori erano:
•
Identify and acquire the information or knowledge that matches the specific needs of the
business.
•
Identify useful courses and attend some (no excuses), business associations contributing to
assess the quality and relevance of training offers.
•
The business world needs to be aware that firms may gain additional knowledge through
other means than courses and consultants – with a bonus: it can be cheaper.
5
European Commission - DG Enterprise and Industry (2006), Management Capacity Building - Final Report of the
Expert Group, p. 29,http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/files/ support_measures/ mcb/mcb_en.pdf, data accessed
7 july 2014
9
Nel 2007 la Commissione Europea nella “Communication from the Commission to the Council, the
European Parliament, the European Economic and Social Committee and the Committee of the
Regions of 13 November 2007 – A European initiative for the development of micro-credit in
support of growth and employment” (EC, 2007)6 nell’affrontare il tema del microcredito ha
sottolineato il ruolo che questo può svolgere sia nell’attuazione delle strategie di crescita e
occupazione sia nella promozione dell’integrazione sociale. In tale prospettiva nella Comunicazione
2007, l’EC sottolinea che l’intervento dell’UE e degli Stati membri, per la promozione del
microcredito, deve svilupparsi lungo le seguenti direttrici:
1- migliorare l’ambiente giuridico e istituzionale negli Stati membri;
2- cambiare il clima in modo che risulti ancor più favorevole all’imprenditorialità;
3- promuovere la diffusione delle migliori pratiche, compresa la formazione;
4- mettere maggiore capitale a disposizione degli istituti di microcredito.
In particolare, la Commissione mette in evidenza la necessità di «aumentare le possibilità di
successo delle nuove microimprese attraverso la formazione, il tutoraggio e i servizi di sviluppo
aziendale» (EC, 2007, p. 9)7 .
L’accesso ai finanziamenti è sicuramente un aspetto centrale per i neoimprenditori e per le persone
socialmente escluse che si rivolgono al microcredito, ma non è sufficiente. Infatti, data la
complessità del sistema imprenditoriale europeo, è necessario dare ai microimprenditori quelle
conoscenze e competenze che essi non sempre posseggono. «Training, mentoring or coaching the
new entrepreneur are essential to improve the enterprise’s chances of success» (EC, 2007, p.8). 8
La possibilità di offrire tali servizi ai microimprenditori, però, porta con sé la necessità di affrontare
le tematiche connesse la loro sostenibilità finanziaria da parte delle istituzioni di microfinanza.
Infatti, i costi dei servizi difficilmente sono sostenuti dal settore bancario commerciale e le
esperienze esistenti al livello europeo (come i casi della Francia e dell’Italia) hanno messo in
6
European Commission (2007), Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the
European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, A European initiative for the
development of micro-credit in support of growth and employment, http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0708:FIN:en: PDF, data accessed 7 july 2014.
7
European Commission (2007), Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the
European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, A European initiative for the
development
of
micro-credit
in
support
of
growth
and
employment,
p.
9,
http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0708:FIN: en:PDF, data accessed 7 july 2014.
8
European Commission (2007), Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the
European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, A European initiative for the
development of micro-credit in support of growth and employment, p. 8, http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0708:FIN: en:PDF, data accessed 7 july 2014.
10
evidenza il ruolo del settore pubblico e del settore non profit per promuovere positivamente i servizi
non finanziari offerti nell’ambito del microcredito.
Già in questa Comunicazione veniva messo in evidenza che sarebbe stato auspicabile un maggiore
utilizzo delle risorse messe a disposizione dal FESR, dall’FSE (Fondo sociale europeo) e dal
FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) per promuovere i servizi di supporto
all’imprenditorialità (EC, 2007, p. 8 and p.27)9. Un ulteriore passo in avanti rispetto alla centralità
dei servizi a supporto dell’imprenditorialità è rappresentato dall’adozione nel giugno del 2008, da
parte della Europea Commissione Europea dello “Small Business Act” (EC, 2008)10 all’interno del
più ampio Piano di azione 2020 per l’imprenditorialità.
Lo “Small Business Act”, invitava gli stati membri a promuovere un ambiente favorevole alla
creazione e sviluppo delle PMI attraverso l’applicazione di dieci principi per affrontare
operativamente le differenze in termini di crescita ridotta e produttività delle PMI europee rispetto a
quelle statunitensi. In particolare, il principio 4 “Turning principles into policy action” recita: « the
EU and Member States should create an environment within which entrepreneurs and family
businesses can thrive and entrepreneurship is rewarded. They need to care for future entrepreneurs
better, in particular by fostering entrepreneurial interest and talent, particularly among young people
and women, and by simplifying the conditions for business transfers.» (EC, 2008, p. 5)11.
Per tradurre questi principi, in pratica la Commissione si impegnava:
• to promote entrepreneurial culture and facilitating exchanges of best practice in enterprise
education;
• to launch a “European SME Week” in 2009 — an umbrella for many campaign-type
events that will take place throughout Europe;
• to activate the “Erasmus for Young Entrepreneurs” initiative in 2008, which aims to
promote exchanges of experience and training by giving nascent entrepreneurs the
possibility to learn from experienced host entrepreneurs and improve their language skills;
9
European Commission (2007), Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the
European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, A European initiative for the
development of micro-credit in support of growth and employment, p. 8 and 27, http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007: 0708:FIN:en:PDF, data accessed 7 july 2014.
10
European Commission (2008), Think Small First. A “Small Business Act” for Europe,
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/documents/sba/index_en.htm, data accessed 7 july 2014.
11
European Commission (2008), Think Small First. A “Small Business Act” for Europe, p. 5,
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/documents/sba/index_en.htm, data accessed 7 july 2014.
11
• to establish an EU network of female entrepreneur ambassadors, promote mentoring
schemes to inspire women to set up their own businesses and promote entrepreneurship
among women graduates (EC, 2008, p.6)12;
L’attenzione della Commissione Europea è focalizzata sui servizi non finanziari e a tal proposito
invitava gli Stati Membri a:
• stimulate innovative and entrepreneurial mindsets among young people by introducing
entrepreneurship as a key competence in school curricula, particularly in general secondary
education, and ensure that it is correctly reflected in teaching material;
• ensure that the importance of entrepreneurship is correctly reflected in teacher training;
• step up cooperation with the business community in order to develop systematic strategies
for entrepreneurship education at all levels;
• provide mentoring and support for business transfers;
• provide mentoring and support for female entrepreneurs;
• provide mentoring and support for immigrants who wish to become entrepreneurs.
(EC, 2008, p.6 )13.
Per favorire quindi l’imprenditorialità, oltre a ridurre gli ostacoli di ordine burocratico, fiscale,
amministrativo, la Commissione invita gli Stati membri a mettere in atto una strategia a lungo
termine che affidi ai servizi non finanziari un ruolo centrale. Quindi, per creare e sostenere la
cultura imprenditoriale, occorre partire dalle giovani generazioni attraverso la realizzazione di
iniziative stabili nel tempo che favoriscano competenze e conoscenze. Allo stesso tempo diventa
necessario e indispensabile l’implementazione di servizi di mentoring e supporto per alcuni gruppi
target specifici come le donne e gli immigrati che possono essere coinvolti nell’avvio di iniziative
imprenditoriali per uscire dalla loro condizione di vulnerabilità sociale ed economica. Allo stesso
tempo è necessario sostenere la comunità imprenditoriale per sviluppare una strategia sistematica
che permetta una formazione continua e permanente a tutti i livelli e un passaggio
intergenerazionale delle iniziative imprenditoriali.
Come si è visto in precedenza, la Commissione ha posto e pone particolare enfasi sui servizi non
finanziari come strumento per sostenere la crescita imprenditoriale. Nella Comunicazione al
Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle
12
European Commission (2008), Think Small First. A “Small Business Act” for Europe, p. 6,
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/documents/sba/index_en.htm, data accessed 7 july 2014
13
European Commission (2008), Think Small First. A “Small Business Act” for
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/documents/sba/index_en.htm, data accessed 7 july 2014.
Europe,
p.
6,
12
regioni denominata “Entrepreneurship 2020 Action plan”, la Commissione ha ribadito il ruolo
dell’imprenditorialità come possente volano della crescita economica e della creazione di posti di
lavoro. In particolare le PMI rappresentano la fonte più importante di nuova occupazione (EC,
2013, p. 4)14; la Commissione ha infatti calcolato che esse creano più di 4 milioni di nuovi posti di
lavoro.
Nel Piano d’Azione la Commissione non smette di sottolineare come il livello di imprenditorialità e
la sua natura variano notevolmente tra gli Stati membri e i motivi di questa diversa propensione
all’imprenditorialità sono molteplici. Non ultimo il contesto in cui si trovano a crescere: difficoltà di
accesso al credito, procedure amministrative onerose, difficoltà nei trasferimenti di imprese, timore
di sanzioni punitive in caso di fallimento, una scarsa conoscenza da parte delle autorità locali della
struttura delle piccole e medie imprese per cui le misure di sostegno non sono pensate a loro misura,
un sistema d’istruzione che non fornisce le basi per avviare e sostenere una carriera imprenditoriale.
Il Piano d’azione proposto dalla Commissione pone l’enfasi su tre ambiti di intervento immediato:
•
istruzione e formazione all’imprenditorialità in modo da sostenere la crescita e la creazione
di impresa;
•
rafforzamento delle condizioni quadro per gli imprenditori rimuovendo gli attuali ostacoli
strutturali e fornendo loro un aiuto nelle fasi cruciali del ciclo di vita dell’impresa;
•
dinamizzazione della cultura dell’imprenditorialità in Europa: allevare la nuova generazione
di imprenditori.
Successivamente, nel 2012 la Commissione Europea ha presentato il “Common Strategic
Framework (CSF) con il quale intendeva aiutare i Paesi Membri e le regioni nella programmazione
e nella messa a punto delle priorità del successivo piano finanziario 2014-2020. Il punto centrale di
questo quadro è quello di “aumentare la coerenza tra gli impegni politici assunti nel quadro della
strategia Europa 2020 e gli investimenti sul territorio“ e a combinare diversi fondi per massimizzare
l’impatto degli investimenti dell’UE (EU Commission press release March 14, 2012).
Relativamente al tema della promozione dell’imprenditorialità inclusiva in Europa, il Quadro
comune strategico conferma l’importanza degli investimenti nel lavoro autonomo e nell’impresa
sociale. Nel quadro degli obiettivi tematici 8 “Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità del
lavoro” e 9 “Promuovere l’inclusione sociale e la lotta contro la povertà” priorità chiave sono
indicate per il lavoro autonomo, l’impresa sociale e l’innovazione sociale.
Azioni definite per il FSE sono:
14
European Commission (2013), Entrepreneurship 2020 Action plan - Reigniting the entrepreneurial spirit in Europe,
p. 4, http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/entrepreneurship-2020/index_en.htm, data accessed 7 july 2014.
13
•
sostegno in particolare per i disoccupati, svantaggiati e le persone inattive per iniziare e
sviluppare imprese in tutti i settori, tra cui la cura e la salute, inserimento lavorativo, green
jobs e lo sviluppo della comunità. Tale sostegno comprende lo sviluppo delle competenze,
comprese le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), competenze e
capacità imprenditoriali e dirigenziali, mentoring, coaching e la fornitura di servizi per lo
sviluppo dell’impresa inclusiva e servizi fianziari per i neoimprenditori.
•
capacity-building and strutture di sostegno per la promozione delle imprese sociali in
particolare
attraverso
l’educazione
all’imprenditorialità
sociale
e
la
formazione
imprenditoriale, la creazione di reti, lo sviluppo di strategie nazionali o regionali, in
collaborazione con le principali parti interessate e la fornitura di servizi di supporto
aziendale e un più facile accesso ai finanziamenti.
Le azioni definite per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) comprendono:
sviluppo di incubatori di impresa e di sostegno agli investimenti per la creazione di impresa,, in
particolare nelle zone che offrono nuove fonti di crescita come la green economy, il turismo
sostenibile e i servizi sanitari e sociali.
La forte attenzione verso il tema della crescita economica e dello sviluppo dell’imprenditoria
spingono la Commissione Europea a lavorare sulla capacity building delle amministrazioni
pubbliche regionali chiamate a programmare le azioni future.
In risposta a questa necessità si è costituito, nel 2007 al livello europeo, il COPIE (Community of
Practice on Inclusive Entrepreneurship), un network permanente delle Autorità di Management del
Fondo Sociale Europeo al livello nazionale e regionale e degli organismi di implementazione dei
programmi. L’obiettivo del Network15, è quello di descrivere e scambiare buone pratiche tra gli
Stati Membri dell’UE per favorire l’apprendimento e il trasferimento di conoscenze ed esperienze
sui servizi di sostegno all’imprenditorialità, in modo da ridurre i gap esistenti e promuovere il
miglioramento continuo delle pratiche. Il lavoro di COPIE prende in considerazione cinque aree
tematiche: strategie e progettazione delle azioni; formazione all’imprenditorialità; quality
management; sostegno integrato all’imprenditorialità; accesso ai finanziamenti.
Per sostenere questo processo di promozione e progettazione da parte degli Stati ma soprattutto da
parte delle singole regioni (il FSE e il FESR sono due strumenti che vengono gestiti direttamente
dalle regioni europee) nel 2009, dopo tre anni di lavoro, il COPIE ha messo a punto un set di
strumenti ad uso di policy-makers e stakeholder per realizzare e progettare politiche per
l’imprenditorialità inclusiva.
15
Per avere maggiori informazioni sul COPIE www.cop-ie.eu
14
La metodologia progettata e realizzata da COPIE offre strumenti di diagnosi per raccogliere dati,
valutare e riflettere sullo stato dell’arte del sistema imprenditoriale del proprio contesto, mentre gli
strumenti sulla gestione della qualità, l’accesso ai finanziamenti e i servizi integrati per il sostegno
alle imprese e l’educazione all’imprenditorialità aiutano a progettare interventi efficaci in questi
settori prioritari per sostenere l’imprenditorialità inclusiva.
4. I servizi non finanziari nell’ambito del microcredito
4.1. Alcune definizioni
Con l’espressione “Business Development Services” (BDS) l’European Microfinance Network nel
testo redatto da S.Lämmermann e Ribbinnk (2011)16 fa riferimento a tutti i servizi necessari a
sostenere lo sviluppo dell'impresa. Per quanto riguarda in particolare l’ambito del microcredito, essi
sono considerati complementari rispetto ai prodotti finanziari.
Negli ultimi anni la consapevolezza della necessità di affiancare l’erogazione finanziaria con tali
servizi è cresciuta moltissimo, in modo particolare nei paesi europei. Si è infatti compreso che i
progetti di microcredito hanno un impatto sociale ed economico maggiore se è prevista l’erogazione
di servizi non finanziari. L’interesse per tali servizi inoltre è giustificato anche dalla numerosità
delle piccole e micro imprese europee evidenziata e dalle origini sociali ed economiche di coloro
che intendono avviare microimprese.
È infatti importante ricordare che i beneficiari dei programmi di microcredito sono, in genere,
categorie di persone svantaggiate le quali non sempre possiedono le competenze tecniche
(gestionali, finanziarie, organizzative and so on) necessarie per avviare con successo una
microimpresa.
I servizi di supporto all’imprenditoria – come si è visto in precedenza – assumono una rilevanza
particolare nel contesto europeo. Infatti la complessità del sistema economico europeo - con le sue
formalità burocratiche e i sistemi di regolazione fiscale, legale e contabile – non facilita la nascita e
la sopravvivenza delle piccolissime imprese e delle iniziative autoimprenditoriali. A maggior
ragione, quando si entra nell’ambito del microcredito d’impresa (e del microcredito sociale) i
servizi di accompagnamento possono contribuire ad aumentare l’efficacia dell’intervento di micro
16
Lämmermann S., Ribbink G. (2011), Microfinance and business . Development services in Europe. What can we
learn from the South?, European Microfinance Network
15
finanza. Gli operatori di microcredito con le loro iniziative di affiancamento rendono disponibili
strumenti e competenze che aiutano il neoimprenditore ad affrontare la fase di start up d’impresa.
Per definire quali sono i servizi non finanziari, si può partire dalla definizione di BDS del Guiding
Principles for Donor Intervention del Committee of Donor Agencies for Small Entreprise
Development (2001,p.11)17:
«BDS are services that improve the performance of the entreprise, its access to markets, and its
ability to compete (…) This includes a wide array of business services both strategic and
operational (..) aimed at individual enterprises»18.
Mentre i servizi operativi riguardano i servizi necessari per l'operatività quotidiana (informazione,
comunicazione, management della contabilità e conformità legale e fiscale), i servizi strategici sono
indirizzati a tematiche di medio e lungo termine che riguardano l'accesso al mercato o la
competitività. Questi servizi vanno dall'informazione sul mercato alla formazione, all’assistenza
tecnica e al counseling rivolto agli imprenditori.
Una seconda definizione di servizi non finanziari contempla tutti quei servizi, offerti formalmente o
informalmente, che rispondono ai bisogni di piccole e medio imprese che escludono i servizi
finanziari. Essi possono includere: consulenza, formazione, marketing trasporti, collegamenti,
informazione, comunicazione, ecc. (Gibson, 2001)19.
I BDS possono essere suddivisi in tre grandi categorie, ciascuna con una propria rilevanza in
riferimento a uno specifico tipo di impresa:
•
Client development service: Raising awareness among clients of their basic business or
(personal) financial situation. Generally aimed at preventing harmful situations (e.g. overindebtedness, unhealthy environments). Clients are in survival mode and generally not
willing to pay for these services.
•
Entrepreneurship development services: Helping individuals to start their own business and
raising awareness on entrepreneurship as a career choice, plus basic business skills training.
Clients seek to set up a business as a conscious choise, not so much out of necessity.
17
Committee of Donor Agencies for Small Entreprise Development (2001), Business Development Services for Small
Entreprises. Guiding Principles for Donor Intervention, February, Washington, Donor Committee, p.11
18
“Committee of Donor Agencies for Small Entreprise Development (2001), Business Development Services for Small
Entreprises. Guiding Principles for Donor Intervention, February, Washington, Donor Committee,p.11
19
Gibson A. (2001), Principles of Good Practice in Business Development Services in Levitsky & Mikkelsen, Micro &
Small Entreprises in Latin America, London, IADB, ITDG
16
•
Business Development Service: Supporting existing small businesses to improve their
operations, with the services ranging from business advice to technical skills training and
linking entrepreneurs to markets.
4.2. Criteri a cui devono rispondere i servizi non finanziari
I dati raccolti in una ricerca realizzata da Fondazione Risorsa Donna in occasione dell’Anno
Internazionale per il microcredito nei Paesi del Mediterraneo (Corsi, 2008) 20, mostrano una positiva
correlazione tra approccio integrato al microcredito (erogazione di finanziamento con offerta di
servizi non finanziari) e tasso di restituzione.
Inoltre, la ricerca empirica ha mostrato che in quei paesi dov’è possibile confrontare approcci
diversi alla micro finanza (Corsi, 2008)21, i risultati migliori in termini di empowerment femminile
sociale ed economico sembrano essere ottenuti da MFI che forniscono, insieme al credito e a
prodotti per il risparmio, anche i servizi non finanziari (approccio integrato). Programmi integrati
portano in media a un impatto positivo in termini di empowerment per il 76% delle intervistate,
mentre le istituzioni che erogano soltanto microcredito ottengono il 62% di risultati positivi; emerge
in tutta evidenza, quindi, l’importanza della prestazione di servizi non finanziari per riuscire a
influenzare l’empowerment.
I servizi non finanziari possono essere di diverse tipologie, come vedremo successivamente, ma è
necessario che rispondano ad alcuni criteri22:
- devono essere adattati ai bisogni dei clienti, alle nuove tipologie di imprese e ai nuovi modi di
fare impresa che stanno emergendo;
- devono essere accessibili ai propri clienti;
-deve essere assicurato un legame tra servizi finanziari e servizi non finanziari mantenendo però
separati i costi;
- devono essere convenienti per i clienti.
20
Corsi M. (2008), Donne e Microfinanza. Uno sguardo ai paesi del Mediterraneo, Roma, Aracne. La ricerca ha
riguardato le istituzioni di micro finanza presenti nei seguenti paesi: Albania, Bosnia, Croazia, Egitto, Francia, Italia,
Giordania, Kosovo, Libano, Marocco, Spagna e Tunisia.
21
In letteratura si parla di approccio integrato e approccio minimalista per definire i diversi modelli di micro finanza
esistenti nelle diverse realtà del mondo. Quindi abbiamo MFI che attraverso un approccio integrato: offre ai propri
beneficiari servizi finanziari e non finanziari (come mediazione sociale costituzione di gruppi, formazione in materia di
leadership, servizi di sviluppo per le imprese, formazione in materia di marketing commerciale e servizi sociali
istruzione, servizi sanitari ed educazione alimentare). Le MFI che adottano un approccio minimalista: offrono soltanto
servizi finanziari, segnatamente credito e risparmio. In Corsi M. (2008), Donne e Microfinanza, uno sguardo ai paesi
del Mediterraneo, Roma, Aracne , p. 32.
22
Lämmermann S., Ribbink G. (2011), Microfinance and business . Development services in Europe. What can we
learn from the South?, European Microfinance Network, p.7
17
A seconda del contesto e del programma in cui vengono erogati, i servizi non finanziari possono
essere declinati in modi diversi e possono essere più o meno presenti nell’ambito della filiera del
microcredito.
4.3. Quali sono i servizi non finanziari
Secondo il Dizionario di Microfinanza (Santangelo, 2013)23, i principali servizi non finanziari sono:
•
orientamento al prestito;
•
avviamento all’impresa;
•
assistenza alla gestione di impresa;
•
educazione finanziaria;
•
consulenza sul debito.
Alcuni operatori di microcredito inseriscono tra di essi anche l’accoglienza e l’informazione sui
servizi (Nardone, Costantini, 2011)24, il tutoraggio, la formazione, l’accompagnamento e il
monitoraggio in fase post-erogazione.
Nei contesti particolari o dove si lavora con gruppi specifici, tra i servizi non finanziari vengono
considerati anche l’alfabetizzazione linguistica, l’alfabetizzazione informatica, iniziative specifiche
volte all’empowerment femminile, ma anche la fornitura di beni essenziali (servizi sanitari di base,
educazione per i figli, fornitura di cibo).
L’accoglienza e l’informazione, sono il primo contatto qualificato e professionale con le
“opportunità” che vengono offerte dal territorio per l’ingresso nel mercato del lavoro e per quanto
concerne l’accesso ad un percorso articolato di microcredito. Nell’attività di accoglienza e
informazione l’operatore svolge un ruolo di interfaccia tra i potenziali beneficiari e i luoghi di
diffusione delle informazioni. In questa fase vi è un primo processo di screening fra i potenziali
clienti.
Nella fase di orientamento (Nardone, Costantini, 2011)25 vi è una prima analisi dei fabbisogni, delle
competenze, delle capacità dell’utente. L’orientamento permette di esplicitare i nodi problematici,
le risorse a disposizione dell’utente (materiali e non materiali). Permette di verificare la fattibilità
23
Santangelo, F. (2013), Servizi finanziari in Pizzo G., Tagliavini G. Dizionario di microfinanza, le voci del
microcredito, Roma, Carocci.
24
Nardone A., Costantini M. C. C. (2011), BDS for inclusion: the case of Fondazione Risorsa Donna, European
Microfinance Network electronic Research Bulletin, Brussels, III, pp. 4-7.
25
Nardone A., Costantini M. C. C. (2011), BDS for inclusion: the case of Fondazione Risorsa Donna, European
Microfinance Network electronic Research Bulletin, Brussels, III, pp. 4-7.
18
degli obiettivi che ci si è posti in termini di impresa imprenditoriale. All’interno della fase di
orientamento, rientra la possibilità di fare il bilancio di competenze. È uno strumento che consente
di identificare e ricostruire l’insieme di competenze e abilità che la persona possiede, valorizzando
anche i meccanismi che presiedono e sostengono la loro acquisizione. L’attenzione è posta anche
sulle competenze implicite, (cioè quelle abilità e capacità acquisite attraverso esperienze reali non
gestite attraverso flussi comunicativi strutturali) in modo da renderle spendibili sul mercato del
lavoro.
Il bilancio di competenze è un percorso centrato sulla persona: il potenziale imprenditore è
chiamato a mettere in campo la propria progettualità e tramite quest’ultima, ad operare cambiamenti
nel proprio itinerario di vita futura. Esso si articola in incontri individuali in cui si analizzano
interessi, motivazioni, competenze, potenzialità, al fine di individuare un piano di sviluppo
professionale.
Contestualmente viene svolto un orientamento al prestito (Santangelo, 2013, p. 761)26, che consiste
nell’individuazione del prestito più adeguato alle esigenze del richiedente in termini di importo
erogato, tempi di restituzione, tipologia di prodotto finanziario.
Nella fase di orientamento vi è un ulteriore screening dei potenziali clienti. Attraverso
l’orientamento infatti si può indirizzare l’utente verso ulteriori percorsi o tipologie di finanziamenti
che rispondono maggiormente al profilo emerso dai colloqui.
Nei servizi di avvio all’impresa rientrano il tutoring, la pre-valutazione, la formazione.
Nei servizi di tutoring il destinatario finale viene assistito, dagli erogatori dei servizi non finanziari,
nello sviluppo della propria idea progettuale, fornendo una prima consulenza in relazione a
opportunità e difficoltà rilevate. Il tutor svolge un ruolo di facilitatore per gli adempimenti
amministrativi e fiscali, l’elaborazione del business plan, nel supporto alla compilazione dei
formulari, nella trasmissione dei formulari, nell’accompagnamento alla banca e/o ente erogatore.
Il servizio di pre-valutazione prevede una analisi che riguarda:
•
l’idea imprenditoriale;
•
le capacità (anche potenziali) e delle attitudini del potenziale destinatario finale;
•
la congruità della richiesta formulata;
•
l’affidabilità del richiedente.
Le attività formative riguardano soprattutto gli aspetti finanziari e gestionali e sono finalizzate ad
accrescere le competenze su questioni economico-operativo-finanziarie.
26
Santangelo, F. (2013), Servizi finanziari in Pizzo G., Tagliavini G. Dizionario di microfinanza, le voci del
microcredito, Roma, Carocci, p. 761.
19
Rientrano in questa prima fase le attività formative che possono riguardare l’elaborazione del
business plan; gli aspetti operativi e gestionali di una microimpresa; il bilancio e la contabilità;
brevi corsi di lingua per gli immigrati; l’alfabetizzazione informatica per gruppi svantaggiati.
Possono essere a più livelli di specializzazione ma sono indispensabili per coloro che si avvicinano
per la prima volta all’attività imprenditoriale.
L’imprenditore può essere assistito, nella fase successiva allo start up dell’impresa, con servizi
specifici come ad esempio il mentoring, l’assistenza tecnica, la formazione, il tutoring e il
monitoraggio finanziario.
Il mentoring si traduce nell’affiancamento di un imprenditore “senior” ad un neo imprenditore, con
lo scopo di travasare esperienze vissute in un settore simile o uguale a quello del beneficiario del
microcredito. Tale attività è ancor più efficace se a svolgere la funzione di mentore viene chiamato
un ex destinatario finale del microcredito.
Per rafforzare le competenze del neoimprenditore e sostenerlo nella fase più delicata dell’impresa,
in genere i primi 3 anni, è necessario prevedere l’erogazione di servizi di assistenza tecnica
specialistica da realizzarsi a sportello (su richiesta) su aspetti legati alla gestione operativa
dell’impresa, quali ad esempio: l’assistenza fiscale e tributaria, l’assistenza legale, il marketing,
l’informatica, l’accesso a fonti di finanziamento.
La formazione nella fase successiva all’avvio di impresa, riguarda soprattutto la formazione in
materia finanziaria e gestionale, finalizzata ad accrescere le competenze su questioni economicooperativo-finanziarie. In questo ambito, tra i temi possibili troviamo: i servizi di sviluppo per le
imprese, il marketing commerciale, l’educazione finanziaria, la gestione finanziaria e contabile.
Anche nella fase successiva all’erogazione del prestito e dell’avvio di impresa il destinatario finale
viene assistito per almeno i primi 3 anni di vita dell’impresa con il tutoring. Con questa attività si
intendono rilevare le difficoltà, i problemi che insorgono in corso d’opera e che possono avere
ricadute anche sulla restituzione del prestito e sulla sopravvivenza dell’impresa. Essa viene attuata
attraverso visite periodiche o interviste telefoniche al beneficiario.
Infine, per tutta la durata del prestito è necessario che venga fatta la verifica della puntuale
restituzione del prestito attraverso un monitoraggio finanziario. Tale attività deve essere periodica
(1 volta al mese) e realizzata in collaborazione con l’ente erogatore (banca).
Un servizio non finanziario trasversale alle fasi precedenti e successive all’erogazione del
microcredito è rappresentato dal networking. Esso consiste nel creare una rete territoriale che
raggruppi istituzioni pubbliche, enti di formazione, di istruzione, imprese, camere di commercio,
organizzazioni datoriali, istituzioni di micro finanza, istituzioni finanziarie, centri servizi per
20
l’impresa, professionisti, ecc.. Questo al fine di creare quel contesto culturale e operativo necessario
per promuovere l’imprenditorialità e favorire la sopravvivenza delle imprese.
4.4 I servizi non finanziari e i target group
Come si è visto nei paragrafi precedenti, le istituzioni di microcredito e i programmi di microcredito
gestiti dalle istituzioni locali nazionali sono rivolti a persone che si trovano in una situazione di
esclusione finanziaria e/o di esclusione sociale e povertà.
Possiamo provare a identificare quattro macro profili:
Profilo 1: ex carcerati, donne fuoriuscite dalla tratta, disabili, rifugiati
Profilo 2: immigrati, donne, giovani
Profilo 3: disoccupati di lunga durata, cassaintegrati, quadri licenziati a causa della crisi
Profilo 4: microimprenditori, piccoli artigiani
Come abbiamo detto sopra, per raggiungere il proprio target group senza allontanarsi dal proprio
obiettivo, le istituzioni di micro finanza e gli organismi che promuovono il microcredito, nella fase
di progettazione dei servizi non finanziari devono confrontarsi con alcune sfide:
1. l’organismo erogatore dei BDS deve assicurare che gli stessi siano adattati ai bisogni dei clienti,
alle nuove tipologie di imprese e ai nuovi modi di fare impresa che stanno emergendo;
2. l’organismo erogatore dei BDS deve assicurare che gli stessi siano accessibili ai propri clienti;
3. l’organismo erogatore dei BDS deve assicurare un legame tra servizi finanziari e servizi non
finanziari mantenendo però separati i costi;
4. l’organismo erogatore dei BDS deve assicurare che gli stessi siano convenienti per i clienti.
Quindi nella progettazione e nell’erogazione dei servizi non finanziari diventa indispensabile tenere
conto dei fabbisogni specifici dei destinatari.
I grafici riportati di seguito mostrano la relazione esistente tra i servizi non finanziari e il profilo del
beneficiario che usufruisce dei servizi.
21
Grafico 1. Intensità dei servizi non finanziari per profilo del beneficiario
Intensità dei servizi non finanziari per profilo del beneficiario
profilo 1 (ex carcerati, donne fuoriuscite dalla tratta, disabili, rifugiati)
profilo 2 (immigrati, donne, giovani)
profilo 3 (disoccupati di lunga durata, cassintegrati quadri licenziati a causa della crisi)
profilo 4 (microimprenditori, piccoli artigiani)
informazione
6
monitoraggio (non
solo finanziario)
orientamento
(bilancio
competenze)
4
2
0
tutoring
(elaborazione b.p.)
mentoring
assistenza
specialistica (fiscale,
mkt)
formazione
Fonte: elaborazione Nardone A., in “Progetto Capacity Building”27
Nel grafico 1, il profilo 1 - rappresentato dalle categorie degli ex carcerati, delle donne fuoriuscite
dalla tratta, dai disabili ed i rifugiati - è quello che ha maggiori necessità di servizi non finanziari
che tendenzialmente si trova supportato da una rete più ampia di soggetti erogatori. Inoltre, i
soggetti rientranti nel profilo 1 sono quelli che hanno bisogno in proporzione di tutte le tipologie di
servizi non finanziari che tengano conto delle difficoltà incontrate nella fase di accesso al credito.
Ad esempio, se si considerano i rifugiati28, i servizi devono tenere conto delle difficoltà quali: il
mancato riconoscimento delle competenze di cui sono detentori e che derivano da esperienze
pregresse di lavoro o di formazione; la scarsa conoscenza della lingua del paese ospitante; un
contesto potenzialmente socialmente avverso; problemi legati al trauma psico-fisico subito; la
mancanza di reti di contatti nel paese ospitante.
27
Nardone A. è stato presentato nell’ambito delle attività del Progetto “Capacity building sugli strumenti finanziari di microcredito:
definizione e sperimentazione di nuove competenze e strumenti per la gestione efficiente ed efficace dei programmi”(PON GAS FSE
2007-2013- Asse E Ob. Convergenza) Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica
28
Associazione Microfinanza e Sviluppo, OIM, MicroProgress Onlus – Studio di fattibilità sulle opportunità di microcredito in
favore dei titolari di protezione internazionale, rapporto finale giugno 2011 – progetto co-finanziato dall’Unione europea nell’ambito
del Fondo Europeo per i Rifugiati Programma annuale 2009 – Azione 1.B
22
Al contrario, i soggetti inclusi nel profilo 4 hanno necessità in particolare di una assistenza di tipo
specialistico erogata tendenzialmente da un minor numero di soggetti erogatori.
Grafico 2. Intensità dei servizi non finanziari per profilo del beneficiario
Intensità dei servizi non finanziari per profilo del beneficiario
profilo 1 (ex carcerati, donne fuoriuscite dalla tratta, disabili, rifugiati)
profilo 4 (microimprenditori, piccoli artigiani)
profilo 2 (immigrati, donne, giovani)
profilo 3 (disoccupati di lunga durata, cassintegrati quadri licenziati a causa della crisi)
informazione
5
4
monitoraggio
3
orientamento
2
1
0
mentoring
assistenza specialistica
tutoring
formazione
Fonte: Nardone A., cit.
Il grafico 2 esplicita maggiormente questa relazione tra destinatario e tipologia di servizio offerto.
Nel caso del profilo 2 e del profilo 3 – ai quali i programmi di microcredito si rivolgono
maggiormente, i servizi non finanziari di cui necessitano maggiormente sono il tutoring, la
formazione, il mentoring e il monitoraggio successivo all’accesso al credito. L’informazione e il
tutoring sono indispensabili per i destinatari che rientrano nel profilo 3 .
23
4.5. Chi sono i soggetti erogatori di servizi non finanziari
In ambito europeo, così come troviamo una pluralità di soggetti istituzionali che sono coinvolti nel
microcredito e nella micro finanza, analogamente vi è una differenziazione tra i soggetti che
erogano i servizi non finanziari. Possiamo individuare tre differenti situazioni:
a) Le istituzioni di micro finanza erogano direttamente ai propri clienti i servizi non finanziari
b) Le istituzioni di microfinanza non erogano i servizi non finanziari
c) Le istituzioni di microfinanza creano una partnership con l’organizzazione che eroga i
servizi non finanziari
a) L’Istituzione di Microfinanza affianca l’erogazione di microprestiti con l’offerta di servizi
complementari non finanziari
Tale approccio si fonda sulla consapevolezza che il microcredito sia principalmente uno strumento
di inclusione attiva, sia sociale che finanziaria e che per sostenere i beneficiari nel percorso di
inclusione sia necessario affiancare al percorso agevolato all’accesso al credito una preparazione
che aumenti competenze e conoscenze professionali.
I servizi non finanziari assumono un ruolo particolarmente importante in alcune delle fasi del
percorso, in particolare nella fase di presentazione della domanda per il microcredito, nell’analisi
del rischio, e nella fase di accompagnamento e monitoraggio post-erogazione.
In questo gruppo rientrano organizzazioni come l’ADIE (Francia). Grazie alla sua rete di 16
direzioni regionali e 130 antenne, il programma riesce a svolgere un’azione capillare su tutto il
territorio francese. La rete territoriale può contare su un’equipe di 481 addetti e ben 1.530 volontari,
vera anima dell’organizzazione. La maggior parte dei volontari si dedica all’accompagnamento sul
territorio dei beneficiari, anche se molti di loro partecipano anche ai comitati di credito o si
occupano di mansioni amministrative.
b) Le istituzioni di microfinanza non erogano i servizi non finanziari
In questo caso le istituzioni di microfinanza svolgono un semplice ruolo di erogazione di prestiti e
delegano completamente ad altri enti l’erogazione dei servizi non finanziari. Il cliente
autonomamente deve individuare gli enti a cui chiedere un sostegno. In questo caso viene a mancare
il sostegno post–erogazione e quindi il monitoraggio e l’accompagnamento nella fase di start up
dell’impresa. E’ il caso delle istituzioni bancarie che erogano microcredito senza svolgere alcuna
attività di accompagnamento.
24
c) Le istituzioni di microfinanza creano una partnership con l’organizzazione che eroga i
servizi non finanziari
L’ istituzione di microfinanza crea una partnership forte con strutture che erogano i servizi non
finanziari. In questo caso vi è una suddivisione dei compiti tra una o più istituzioni specializzate. Ad
esempio in Italia, Permicro SpA si appoggia ad una rete di associazioni di volontariato che svolgono
l’attività di informazione e di accoglienza mentre l’attività di formazione viene svolta
dall’associazione PermicroLab onlus29.
4.6. Modalità di sostegno finanziario ai servizi non finanziari
Nei paragrafi precedenti, si è messo in evidenza come i servizi non finanziari siano indispensabili
per lo start up di impresa. Tuttavia, il problema cruciale che le istituzioni di microfinanza e coloro
che promuovono un progetto di microcredito si pongono è individuare chi può finanziare le attività
e sostenerne gli equilibri di gestione. Infatti tali servizi hanno un costo in termini di risorse umane e
finanziarie.
Da una survey (Lämmermann, Ribbink, 2011)30 realizzata dall’European Microfinance Network al
livello europeo, sono emersi modelli differenti di erogazione dei servizi finanziari e di sostegno
finanziario.
Tavola. 2 Modalità di erogazione dei servizi non finanziari e sostegno finanziario
Delivery and payment
model
Executer
Examples
Combination with
Microcredit
Fully subsidized
Government pays for the
services to clients
Professional coaches
Social security agency
Netherlands (BBZ system)
Yes but not necessary
Partly subsidized
Voucher scheme with up
to 90% discount
Professional coaches
Gründer coaching Germany
MFIs refer clients to
Gründer coaching
Small token contribution
by entrepreneur per
activity or for the whole
programme, cost paid by
local government and
partners
Professional coaches
Enterprise development
programmes in the
Netherlands (Wijk in
Bedrijf, IkStartSmart)
Sometimes but
different trajectory
29
http://permicro.it/volontari/
Lämmermann S., Ribbink G.(2011), Microfinance and business . Development services in Europe. What can we
learn from the South?, European Microfinance Network, p. 34.
30
L’European Microfinance Network è la principale rete europea nata nel 2003 per la promozione della micro finanza e
della lotta contro l’esclusione sociale e finanziaria nell’Unione Europea. L’EMN è attiva nella promozione della
microimpresa e dell’autoimpiego grazie al supporto dei suoi soci e alle sue attività di lobbying e sensibilizzazione per la
costruzione di quadri normativi favorevoli allo sviluppo della micro finanza in Europa. Le sue principali attività
riguardano la capacity building dei propri membri, lo scambio di informazioni, le attività di networking, l’attività di
advocacy al livello europeo, l’edizione e diffusione di pubblicazioni, la realizzazione di progetti. www.europeanmicrofinance.org.
30
25
Fully commercial
Volunteer services
Full contribution by
entrepreneur sometimes
based on outcome of the
process
Professional coaches
Romanian private sector
provider (ROMCOM)
Professional coaches (all
countries)
Not necessarily
Organisational cost paid
by government, EU, other
sponsors or MFI.
Small contribution by
entrepreneur
or fully free
Volunteer coaches
Foundations of (former)
entrepreneurs
(Ondernemersklank bord,
The Netherlands,
Micromentor in the US)
Independent from
microcredit
MFIs like Qredits in the
Netherlands with
Qoachpool, ADIE in
France and the Princes
Trust in the UK
Obligatory as part of
the loan agreement
Source: Lobbezoo M. (2012), Volunteer versus paid coaches within Microfinance Initiatives: What do we actually know
about effectiveness?, European Microfinance Network eRB III, pp. 8-12.
Come si può vedere, sono molte le esperienze al livello europeo. Ci sono esperienze completamente
sussidiate dai fondi pubblici o parzialmente, così come ci sono esperienze totalmente commerciali o
esperienze che si affidano unicamente alla rete dei volontari.
Nel caso del sostegno pubblico, vi sono esperienze che stanno maturando in questi ultimi anni che
fanno riferimento all’utilizzo dei fondi strutturali e in particolare al Fondo Sociale Europeo.
5. Le sfide
•
Attualmente sono tre le direzioni generali della Commissione Europea che si sono occupate a
vario titolo del tema microcredito. La tripartizione tra DG Industry, DG Regio, DG Employment
risente, a nostro avviso, della diversa interpretazione del microcredito sospesa tra strumento
finanziario di sviluppo economico e strumento finanziario di inclusione sociale. Questo ha
comportato qualche difficoltà di intercettazione degli attori e dei target di riferimento da parte
dei programmi e degli strumenti operativi.
•
La diversa interpretazione del microcredito – strumento di sviluppo economico o strumento di
inclusione sociale – porta con sé anche una diversa impostazione dei programmi di microcredito
che vengono realizzati sia dalle organizzazioni private sia dalle istituzioni pubbliche locali (es.
regioni). Le ricadute si hanno nella modellizzazione dei programmi in termini di modalità di
intervento, di tasso di interesse, di tipologie di garanzie richieste (ad esempio la richiesta di
garanzie personali invece di garanzie “morali” da parte della comunità locale), tipologie di
servizi non finanziari, ecc.
26
•
La gestione regionale dei fondi strutturali per la promozione e sostegno dei programmi di
microcredito (creazione dei fondi di garanzia e promozione dei servizi non finanziari) se da un
lato per il principio di sussidiarietà rappresenta un valore per la vicinanza alle esigenze
territoriali, dall’altra rappresenta un rischio per la frammentazione, la disomogeneità e la
sporadicità legata alla contingenza politica localistica.
•
Nella prospettiva della Strategia 2020 sarebbe altresì interessante pensare all’ipotesi di una
cabina di regia che faccia da raccordo tra le diverse interpretazioni e (operativamente tra le
diverse direzioni generali della commissione europea). Si tratterebbe di portare avanti una sorta
di contaminazione in cui le organizzazioni portatrici delle diverse interpretazioni siano in grado
di imparare dagli altri e allo stesso tempo trasmettere gli elementi ritenuti rilevanti della propria
esperienza. Così da arrivare a creare uno strumento che sia flessibile, perché vicino al target a
cui si rivolge, ma allo stesso tempo rigoroso.
27
ALLEGATI
28
Allegato 1
Bibliografia
 Armendáriz, Beatriz and Jonathan Morduch (2005): The Economics of Microfinance,
Cambridge, Mass. And London: The MIT Press, p. 147
 Associazione Microfinanza e Sviluppo, OIM, MicroProgress Onlus – Studio di fattibilità sulle
opportunità di microcredito in favore dei titolari di protezione internazionale, rapporto finale
giugno 2011 – progetto co-finanziato dall’Unione europea nell’ambito del Fondo Europeo per i
Rifugiati Programma annuale 2009 – Azione 1.B
 Committee of Donor Agencies for Small Entreprise Development (2001), Business
Development Services for Small Entreprises. Guiding Principles for Donor Intervention,
February, Washington, Donor Committee, p.11
 Corsi M. (2008), Donne e Microfinanza. Uno sguardo ai paesi del Mediterraneo, Roma,
Aracne. La ricerca ha riguardato le istituzioni di micro finanza presenti nei seguenti paesi:
Albania, Bosnia, Croazia, Egitto, Francia, Italia, Giordania, Kosovo, Libano, Marocco, Spagna
e Tunisia
 EMN, Overview of the Microcredit Sector in the European Union, September 2014
http://www.european-microfinance.org/docs/emn_publications/emn_overview/Overview20122013_Nov2014.pdf
 European Commission - DG Enterprise and Industry (2006), Management Capacity Building Final Report of the Expert Group, p. 29,http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/files/
support_measures/ mcb/mcb_en.pdf, data accessed 7 july 2014
 European Commission (2007), Communication from the Commission to the Council, the
European Parliament, the European Economic and Social Committee and the Committee of the
Regions, A European initiative for the development of micro-credit in support of growth and
employment, http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0708:FIN:en:
PDF, data accessed 7 july 2014.
 European Commission (2008), Think Small First. A “Small Business Act” for Europe,
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/documents/sba/index_en.htm, data accessed 7 july
2014.
 European Commission (2013), Entrepreneurship 2020 Action plan - Reigniting the
entrepreneurial spirit in Europe, p. 4, http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/
entrepreneurship-2020/index_en.htm, data accessed 7 july 2014.
 Gibson A. (2001), Principles of Good Practice in Business Development Services in Levitsky &
Mikkelsen, Micro & Small Entreprises in Latin America, London, IADB, ITDG
 Lämmermann S., Ribbink G. (2011), Microfinance and business . Development services in
Europe. What can we learn from the South?, European Microfinance Network
29
 Nardone A. è stato presentato nell’ambito delle attività del Progetto “Capacity building sugli
strumenti finanziari di microcredito: definizione e sperimentazione di nuove competenze e
strumenti per la gestione efficiente ed efficace dei programmi”(PON GAS FSE 2007-2013Asse E Ob. Convergenza) Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione
Pubblica
 Nardone A., Costantini M. C. C. (2011), BDS for inclusion: the case of Fondazione Risorsa
Donna, European Microfinance Network electronic Research Bulletin, Brussels, III, pp. 4-7.
 Santangelo, F. (2013), Servizi finanziari in Pizzo G., Tagliavini G. Dizionario di microfinanza,
le voci del microcredito, Roma, Carocci.
30
Allegato 2
Sitografia
Al livello europeo sono tre le reti che svolgono una funzione di raccolta delle esperienze di
microcredito e micro finanza.
I siti web raccolgono esperienze al livello europeo e nazionale e buone pratiche
 European Microfinance Network
http://www.european-microfinance.org
 Microfinance Centre
http://www.mfc.org.pl/
 European Microfinance Platform
http://www.e-mfp.eu/
 COPIE (Community of Practice on Inclusive Entrepreneurship)
www.cop-ie.eu
Di seguito si riportano i siti web di alcune organizzazioni che al livello europeo svolgono servizi
non finanziari
 ADIE: http://www.adie.org
 Barcelona Activa: www.barcelonactiva.cat/
 Credal: http://credal.be
 Fondazione “Microcredito e Sviluppo” - Caltagirone: http://fondazionemicrocredito.it/
 Fondazione Risorsa Donna: http://fondazionerisorsadonna.it
 Fondazione Operti: http://fondazioneoperti.it
 Fundacion TOMILLO: http://www.tomillo.org
 Fundació Un Sol Món: http://www.unsolmon.org/
31
 EVERS & JUNG Gmbh; http://www.eversjung.de/ceemes/
 Microcredit Foundation Horizonti: horizonti.org.mk
 Permicro: www.permicro.it
 Partner Microcredit Foundation: www.partner.ba
 Qredits: http://qredits.com
 WEETU – Women’s Employment, Entreprise & Training Unit: www.weetu.org
32
Allegato 3
Confronto tra le organizzazioni scelte nell’ambito del programma EPMF Progress come
microcredit providers e le organizzazioni che hanno partecipato alla survey 2012-2013 della
EMN
Nel 2010 è stato lanciato l’European Progress Microfinance Facility, sostenuto dalla Commissione
europea e dalla Banca europea per gli investimenti e gestito dal Fondo europeo per gli investimenti
.Il programma ha l’obiettivo di accrescere la disponibilità di microcrediti - prestiti di
importo inferiore a 25 000 euro - per la costituzione o lo sviluppo di piccole imprese. Progress
Microfinance non finanzia direttamente gli imprenditori, ma permette a una serie di intermediari di
microcreditodell'UE di aumentare il volume dei prestiti emettendo garanzie per coprire il rischio di
eventuali perdite e mettendo a disposizione ulteriori fondi per la concessione di microfinanziamenti.
Gli intermediari di microcredito possono essere banche private o pubbliche, istituti di microfinanza
non bancari, erogatori di microcredito senza fini di lucro.
E’ interessante fare un confronto tra gli enti che hanno avuto accesso al programma e le istituzioni
di micro finanza che hanno partecipato alla Survey 2012-2013 dell’European Microfinance
Network.
Il confronto tra i due insiemi di organizzazioni mette in evidenza i limiti del programma Progress
rispetto alla sua finalità, vale a dire il sostegno diretto agli intermediari e il sostegno indiretto allo
sviluppo dell’imprenditorialità. Tale differenza è motivata in particolare dalle difficoltà di accesso
allo strumento Progress.
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Tavola 3 - Confronto tra le organizzazioni scelte nell’ambito del programma EPMF Progress
come microcredit providers (2010-2013) e le organizzazioni che hanno partecipato alla survey
2012-2013 della EMN
Current microcredit providers for the Progress
Microfinance in:
PROVIDERS
Austria
Belgium
Bulgaria
Cyprus
Denmark
France
Greece
Ireland
Italy
Lithuania
Netherlands
Poland
Portugal
Erste Bank
Crédal ;
MicroStart
JOBS MFI; Mikrofond AD;
SocGen; Expressbank
Central Cooperative Bank
Participiant survey European Microfinance
network
Bundesministerium für Arbeit, Soziales und
Konsumentenschutz
Credal ;MicroStart ; Brusoc; Hefboom; Sowalfin
DGRV Cooperatives; Doveriye-Bulgaria ;
Popular Kasa-Kystendil; SIS Credit; Ustoi JSC
Vækstfonden
Institut de Microfinance CréaSol
Adie
Initiative France
Pancretan Cooperative Bank
Ltd (PCB)
Cooperative Bank of
Peloponnese
Microfinance Ireland
Finmolise
Banca di Credito Cooperativo
Mediocrati (BCCM)
Banca di Credito Cooperativo
Emil Banca
Banca di Credito Cooperativo
Bellegra
SEFEA
Šiaulių bankas
Qredits
FM Bank
Inicjatywa Mikro
Millenium bcp SA
Banco Espírito Santo
Adie ;Airdie ; Babyloan; Caisse solidaire;
CREA-SOL; Credit cooperatif ; Groupe Caisse
d'Epargne; Initiative FR
Kepa
First step; Microfinance Ireland
ABI/CEI prestito della speranza; ASS.IS.TE
Onlus(Teramo); Banca popolare etica; Banca di
credito cooperativo Mediocrati; BCC Bellegra;
Caritas Faenza; Caritas Arezzo; Caritas
diocesana di Reggio Emilia e Guastalla; Caritas
La Spezia; Caritas Mantova; Emilbanca credito
cooperativo ; Essere fondo di aiuto sociale;
Federcasse banche di credito cooperativo;
Fondazione un raggio di luce; Fondazione Don
Mario Operti onlus; Fondazione Risorsa Donna;
Fondazione San Carlo onlus; Fondazione
Welfare ambrosiano; Mag soc.mutua per
l'autogestione-Verona; Microprogress onlus;
Microcredito Siena di solidarietà Spa; Permicro;
San Patrignano
Šiaulių bankas; Invega;
Bbz- regeling; Qcredits
Agencja Rozwoju Regionalnego MARR S.A.;
Fiktiv als Ersatz fur original; FM Bank ;
Foundation for devel .of polish agricolture:
Fundacja Rozwoju Gminy Zelow; Fundacja
Rozwoju Regionu Lukta; Inicjatywa Mikro;
Kujawsko-pomorski-fundusz pozyczkowy
Sp.zo.o; Mazowiecki regionalny fundusz P;
Rural development foundation; Stowarzyszenie
Samorzadowe Centrum PiR ; TISE SA
MILLENNIUM BCP; Cases ; Microcredito
34
Romania
Banca Transilvania
FAER IFN S.A.
Patria Credit
Slovakia
OTP banka
Slovenia
Banka Koper
SKB Leasing
Volksbank
Spain
United
Kingdom
Aurora; credit union hateg; credit union
inavatamant Falticeni: credit union Unirea Deva;
credit union CFR Rm Valcea; credit union
RATB; credit union Sanantatea Tg Mures; credit
union Sanitar Brasov; credit union Sanitar Rm
Valcea; credit union soliddaritatea Buhusi; credit
union Tractorul Brasov; FAER ;LAM IFN SA;
Opportunity Microcredit Romania; Patria credit;
Rocredit ; Romcom
Colonya Caixa d’Estalvis de
Pollença
Instituto de Crédito y Finanzas
Región de Murcia (ICREF)
Cajas Rurales Unidas
Fundació Pinnae
Laboral Kutxa
ACAF; Caja sol; colonya caixa Pollenca;
CP'AC; Fundacion Gaztempresa; fundacion
Tomillo; instituto municipal ayuntamiento
Malaga; microbank la caixa; MITA ong
Fair Finance
Ezbob
Fair finance; Lomdon community finance;
Northern Pinetree trust; Business finance
solutions, community finance solutions
university of Salford
Participiant Countries survey European
Microfinance network not included in
Progress
Germany
BB Regio Eg; Bremer Aufbaubank; Bremer
Aufbau-Bank GmbH (BAB); garage
mikrofinanz GmbH; Gründungsmanager GmbH
; Investitions- und Förderbank Niedersachsen –
Nbank ; Investitionsbank Berlin;
Investitionsbank des Landes Brandenburg;
Investitionsbank Schleswig-Holstein; Jobcenter
Stadt Kassel; Kapitalinstitut Deutschland ; KfW
Bankengruppe; KIZ Finanzkontor GmbH & Co.
KG; kreativ finanz mecklenburg;
Mikrofinanzinstitut Sachsen GmbH;
mikrofinanzwerk GbR ; Mikrokredit SchleswigHolstein Mikrofinanzinstitut GmbH; NA (UM);
NRW.Bank; pro-Unicus Financial Consulting
AG; REGIOS eG; Sächsische Aufbaubank;
smart Mikrokredit GmbH; VS Finance GmbH;
Wirtschafts- und Infrastrukturbank Hessen
Hungary
Baranya Megyei Vállalkozói KA ; Békés
Megyei Vállalkozásfejlesztési KK; KomáromEsztergom MRVA; Nógrád Megyei Regionális
VA; Pannon 2005 Zrt; PRIMOM SzabolcsSzatmár-Bereg megyei VA; RVA; Somogy
Megyei Vállalkozói Központ Közalapítvány;
Tolna Megyei Vállalkozásfejlesztési Alapítvány;
Zala Megyei VA (ZMVA)
Latvia
Mortgage and Land Bank State JSC
Liechtenstein
35
Microfinance Initiative Liechtenstein e.V.
Bosnia and Herzegov
Eki ; Lok Mikro; MI-BOSBO Tuzla; Mikra;
Mikrofin; Partner Mikrokreditna Organizacija;
Sunrise
Croatia
Demos; NOA
Macedonia
Horizonti; Moznosti
Malta
Malta Microfinance
Serbia
Biserka Kljaic; Micro Development LLC; OBS
36