RELAZIONE fiscalità associativa

Centro Studi Distrettuale- Distretto 108 La
Pres. M. Carla Giambastiani
2013-2014
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LA FISCALITÀ ASSOCIATIVA
SEMINARIO FORMATIVO DI AGGIORNAMENTO
22 MARZO 2014
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Verbalizzazione a cura dell’Avv. Luana Garzia
Componente del Centro Studi
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“LA FISCALITÀ ASSOCIATIVA”
SEMINARIO FORMATIVO DI AGGIORNAMENTO
22 MARZO 2014
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INDICE
Prefazione__________________________________________________pag.3
Saluti del Governatore Fiorenzo Smalzi________________________pag. 5
Intervento di presentazione Maria Carla Gianbastiani___________pag.5
1°Intervento Antonino Poma__________________________________pag.6
2°Intervento Ubaldo Pierotti_________________________________pag.10
3°Intervento Luciano Aldo Ferrari____________________________pag.12
Question-Time/Interventi___________________________________pag.15
Elenco Allegati_____________________________________________pag.20
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“LA FISCALITÀ ASSOCIATIVA”
SEMINARIO FORMATIVO DI AGGIORNAMENTO
22 MARZO 2014
c/o Hotel Excelsior, Piazza la Lizza 1- Siena
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Prefazione
Le recenti attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate nei riguardi
delle associazioni operanti nel terzo settore, volte alla verifica della
regolare ottemperanza agli obblighi legislativi, hanno senza dubbio
costituito lo spunto del presente convegno: la disamina degli ambiti
fiscali dell’associazionismo, in relazione alla normativa vigente, è
presupposto essenziale per usufruire e preservare una posizione
fiscalmente vantaggiosa. Ha dunque trovato concreta realizzazione
l’obiettivo del Governatore Fiorenzo Smalzi, di organizzare un incontro
dal taglio pratico-operativo, rivolto ai Presidenti e agli Officers di Club e
Distretto, finalizzato ad illustrare le corrette modalità operative del
singolo Club dal punto di vista fiscale. In un momento di gravi
problematiche di bilancio per lo Stato, occorre prestare grande attenzione
alle procedure ed alle modalità che regolano l’attività dei club, in
particolare in tema di operazioni contabili: gli statuti dei club devono
infatti riportare l’esplicito riferimento agli scopi di tipo mutualistico ed
assistenziale. Le lotterie di beneficenza, le raccolte fondi, le vendite di
oggetti per fini benefici, i viaggi e le conviviali, poiché di notevole
implicazione fiscale, devono essere gestiti con grande attenzione per
scongiurare il rischio di travalicare il pericoloso limite delle attività
commerciali, che, diversamente, non godono in alcun modo di regimi
fiscalmente agevolati.
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I saluti del Governatore Fiorenzo Smalzi, ai quali ha fatto seguito
l’intervento di presentazione del Presidente del Centro Studi Distretto
108 La, Maria Carla Giambastiani, hanno decretato l’apertura dei lavori.
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L’incontro è stato sublimato dalla presenza di relatori di altissimo livello,
e con notevole esperienza professionale e lionistica:
- il Lion Antonino Poma, notaio in Firenze, già presidente del
Comitato Distrettuale Statuti e Regolamenti, che ha approfondito
gli aspetti civilistici e statutari dei Club;
- il Lion Ubaldo Pierotti, già Direttore dell’Agenzia delle entrate di
Pisa e Past-Governatore del distretto 108 La, che ha affrontato gli
aspetti operativi e fiscali nella gestione dei Club;
- il Lion Luciano Aldo Ferrari, docente di diritto commerciale presso
l’Università di Milano e Past Presidente del Consiglio dei
Governatori, che ha predisposto la relazione conclusiva, in tema di
statuti, regolamenti ed armonizzazione fiscale, illustrando il
progetto delle Associazioni di Promozione Sociale (APS)
Distrettuali e Multidistrettuali.
Infine, ampio spazio è stato dedicato al confronto-dialogo sulle
tematiche oggetto di trattazione, scandito da interventi e dalla
proposizione di quesiti ai relatori.
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Interventi
SALUTI DEL GOVERNATORE
FIORENZO SMALZI
Governatore Distretto Lions 108 La
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Il Governatore Fiorenzo Smalzi, nel porgere i propri saluti e
ringraziare i presenti per essere accorsi numerosi, illustra come il
mutamento dei tempi, le continue evoluzioni normative, e la rilevanza di
alcune di esse, in tema di riconoscimento della nostra Associazione nel
contesto della esenzione dal regime impositivo fiscale, meritino profonda
attenzione. “Gli interventi di verifica posti in essere dall’Agenzia delle Entrate,
non devono allarmarci” -sostiene Smalzi- “in quanto tutti noi sappiamo che
l’agire dei nostri soci è improntato all’estrema correttezza: essi devono essere
piuttosto il presupposto per non cadere nel tranello di credere che l’onestà nella
nostra gestione interna, sia tale anche nei confronti dei terzi. Più precisamente:
per poter dimostrare a chiunque il nostro corretto operato, le disposizioni da
osservare devono rinvenire la loro sede nel Codice Civile e nella normativa
fiscale”. Il Governatore precisa così all’uditorio l’obiettivo dell’incontro:
indagare gli ambiti fiscali dell’associazionismo, per consentire agli
Officers del Distretto, in particolare a quelli dei Club, di comprendere
chiaramente quali siano le norme e le regole da seguire, affinché le nostre
condotte risultino assolutamente trasparenti ai terzi, e incontestabili nella
forma, oltre che nella sostanza.
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INTERVENTO DI PRESENTAZIONE
MARIA CARLA GIANBASTIANI
Presidente Centro Studi Lions Distretto 108 La
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L’apertura dei lavori è stata sancita dall’intervento del Lion Maria
Carla Giambastiani, Presidente del Centro Studi Lions Distretto 108 La,
che rileva anzitutto come il seminario sia stato occasionato dalla necessità
delle Associazioni -come la nostra- di gestire in maniera corretta la
propria contabilità e di acquisire maggiori competenze ed autonomie
nella redazione dei bilanci e dei documenti amministrativi, anche in
seguito alle recenti attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate nei
confronti delle associazioni operanti nel terzo settore, per verificare il
rispetto della vigente normativa ai fini dei benefici fiscali, a pena di
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elevate sanzioni. Il Presidente ravvisa fermamente l’opportunità di
introdurre e diffondere modalità di gestione e rendicontazione omogenee
che permettano un più facile confronto tra le rappresentazioni contabili
di sedi e Club Lions, sottolineando le caratteristiche che li differenziano
dalle società commerciali: le motivazioni ideali che perseguono, la non
rilevanza del fine lucrativo, l’assenza di interessi proprietari che ne
indirizzino la gestione, la non distribuzione dei proventi. Insiste dunque
sul punto: ciascuno dei partecipanti, in quanto Lions, ha il dovere non
solo normativo ma anche morale di perseguire gli scopi prefissati e di
gestire, nel rispetto della legge e in modo trasparente, il proprio sistema
contabile, fugando ogni possibile dubbio o sospetto dell’autorità
amministrativa, la cui attività investigativa e di analisi è volta a
contrastare l’elusione e l’evasione fiscale (che si sospetta possano esistere
anche nel mondo dell'Associazionismo).
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1°INTERVENTO
ANTONINO POMA
Notaio in Firenze- Past Presidente Comitato distrettuale Statuti e
Regolamenti1
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NORMATIVA NO-PROFIT E STATUTI DEI CLUB
Il pregiato intervento del Lion Antonino Poma, è stato ispirato, come
dallo stesso precisato, dall’obiettivo esclusivo di riassumere il quadro
normativo del diritto italiano, nel quale si inserisce la costituzione e
l’attività di Club di servizio, come i Lions Club. Entrando subito in medias
res, Poma evidenzia che la disciplina delle Associazioni, riconosciute e
non riconosciute, le Fondazioni e i Comitati, si rinvenga nel primo libro
del Codice Civile. In particolare, dopo aver qualificato l’associazione
quale ente organizzato di persone che perseguono uno scopo comune,
Poma delinea i tratti distintivi tra associazioni riconosciute e non:
corollario del riconoscimento è il conferimento di personalità giuridica,
con piena autonomia patrimoniale; ne deriva che le associazioni
riconosciute espletano la loro attività costituendo un autonomo centro di
imputazione, talché non sia coinvolta la responsabilità personale e
illimitata di chi agisce in loro nome. Diversamente, le associazioni non
riconosciute –precisa- sono regolamentate agli articoli 36 e seguenti del
1
Curriculum Vitae Antonino Poma: Allegato 1
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Codice Civile: i contributi degli associati e i beni con essi acquistati
confluiscono nel c.d. “fondo comune” dell’associazione; coloro che
agiscono in nome e per conto dell’ente rispondono anch’essi
personalmente e solidalmente. Dopo tale esaustiva premessa,
l’intervento si è focalizzato sulla natura dei Lions Club, generalmente
qualificati come associazioni non riconosciute. A tal proposito, il Lion
Poma rileva che un ente, per essere qualificato “non commerciale”, con
fini di pubblico interesse, deve in primis prevedere nel proprio statuto
l’assenza di scopo di lucro; in secondo luogo è necessario che espleti in
concreto un’attività non commerciale. Richiamando poi la normativa in
materia (d.lgs. 4 dicembre 1997 n. 460, D.P.R. 917/1986), espone che non
è considerata commerciale l’attività espletata dalle associazioni e dagli
altri enti non commerciali di tipo associativo, nei confronti degli associati
o partecipanti, in conformità alle finalità istituzionali: le somme versate
dagli associati o partecipanti a titolo di quote o contributi associativi non
concorrono a formare il reddito complessivo. Sono tuttavia da
considerarsi effettuate nell’esercizio di attività commerciali, le cessioni di
beni e le prestazioni di servizi agli associati o partecipanti verso
pagamento di corrispettivi specifici, compresi i contributi e le quote
supplementari, determinati in funzione delle maggiori o diverse
prestazioni alle quali danno diritto: detti corrispettivi, a differenza dei
precedenti, concorrono alla formazione del reddito complessivo come
componenti del reddito di impresa o come redditi diversi, a seconda che
le relative operazioni abbiano carattere di abitualità o di occasionalità.
Per alcuni enti associativi (tra cui quelli assistenziali, culturali e di
promozione sociale) - a condizione che si conformino alle clausole di cui
al comma 8 dell’art.148 D.P.R. 917/1986 (Testo Unico delle imposte sui
redditi) - non si considerano commerciali quelle attività svolte in diretta
attuazione degli scopi istituzionali. L’intervento si concentra poi sulle
ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale), particolare
categoria di enti non profit, che svolgono attività di interesse collettivo
per il perseguimento di esclusive finalità di solidarietà sociale: il
d.lgs.460/1997 include nella definizione le associazioni, i comitati, le
fondazioni, le società cooperative e gli altri enti di carattere privato, con o
senza personalità giuridica, i cui statuti o atti costitutivi, redatti nella
forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata,
prevedono espressamente: lo svolgimento di attività in uno o più dei
settori individuati nella disposizione legislativa, tra cui beneficenza,
formazione, assistenza sociale e socio-sanitaria, etc.; l'esclusivo
perseguimento di finalità di solidarietà sociale; il divieto di svolgere
attività diverse da quelle sopra menzionate; il divieto di distribuire,
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anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o
capitale durante la vita dell'organizzazione; l'obbligo di impiegare gli
utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali
e di quelle ad esse direttamente connesse; l'obbligo di devolvere il
patrimonio dell'organizzazione, in caso di scioglimento per qualunque
causa, ad altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale o a fini di
pubblica utilità; l'obbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale;
disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalità associative
volte a garantire l'effettività del rapporto medesimo, escludendo
espressamente la temporaneità della partecipazione alla vita associativa e
prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori d'età il diritto di
voto per l'approvazione e le modificazioni dello statuto e dei
regolamenti, e per la nomina degli organi direttivi dell'associazione;
l'uso, nella denominazione ed in qualsivoglia segno distintivo o
comunicazione rivolta al pubblico, della locuzione «organizzazione non
lucrativa di utilità sociale» o dell'acronimo «ONLUS». In particolare –
sottolinea il Lion Poma- si intendono perseguite finalità di solidarietà
sociale, quando le cessioni di beni e le prestazioni di servizi relative alle
attività statutarie nei settori dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione, della
formazione, dello sport dilettantistico, della promozione della cultura,
dell'arte e della tutela dei diritti civili, non siano rese nei confronti di soci,
associati o partecipanti, ma dirette ad arrecare benefici a persone
svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche,
sociali o familiari, o a componenti collettività estere, limitatamente agli
aiuti umanitari. Si considera attività di beneficenza, anche la concessione
di erogazioni gratuite in denaro con utilizzo di somme provenienti dalla
gestione patrimoniale o da donazioni appositamente raccolte, a favore di
enti senza scopo di lucro, per la realizzazione diretta di progetti di utilità
sociale. Antonino Poma dedica poi alcuni riferimenti anche alle
Associazioni di Promozione Sociale (APS), disciplinate dalla legge 7
dicembre 2000 n. 383: sono tali le associazioni che svolgono attività di
utilità sociale in favore di associati (attività a scopo mutualistico) o di
terzi (attività a scopo solidaristico), senza scopo di lucro, e che
reperiscono risorse economiche in fonti espressamente previste dalla
legge. L’intervento volge in seguito all’indagine delle concrete
implicazioni di quanto disposto dall’art.148 D.P.R. 917/1986 per le
ONLUS, nei confronti dei Lions Club: lo statuto deve predisporre una
disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalità associative
volte a garantire l'effettività del rapporto medesimo, escludendo
espressamente la temporaneità della partecipazione alla vita associativa e
prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori d'età il diritto di
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voto per l'approvazione e le modificazioni dello statuto e dei
regolamenti, e per la nomina degli organi direttivi dell'associazione.
Proprio su tale ultimo profilo, si sofferma, declinando come esso si
atteggi diversamente per le varie tipologie di soci, secondo quanto
previsto dallo statuto e dal regolamento tipo per Club della Associazione
Internazionale dei Lions Club: a suo avviso, nessuna difficoltà ricorre per
i soci effettivi e per i soci vitalizi (soci da almeno 20 anni), in quanto
fruiscono tanto dell’elettorato, quanto di tutti gli altri diritti di voto
spettanti ai soci. Manifesta piuttosto qualche perplessità per i soci
privilegiati (soci da almeno 15 anni), per i quali è previsto il diritto di
voto solo per l’approvazione e modificazione dello statuto e per la
nomina degli organi direttivi dell’associazione, nonché per i soci associati
e per i soci affiliati, rispetto ai quali sussistono fondati dubbi quanto al
rispetto della prescrizione statutaria. Un ultimo accenno il notaio Poma
lo riserva alla relazione di missione, ovvero a quel documento che
fornisce informazioni sul contenuto della missione, sulle attività
realizzate per il suo perseguimento, sui risultati, in quanto per il suo
contenuto prospetta riflessi anche civilistici. Ultimi cenni poi ai libri
sociali di un ente non profit: il libro dei soci, fondamentale sia ai fini della
regolare costituzione dell’Assemblea, sia in quanto l’iscrizione in detto
libro è il primo requisito idoneo a dimostrare l’effettività del rapporto
associativo; il libro delle adunanze e delle delibere dell’Assemblea dei
soci; il libro delle adunanze e delle delibere del Consiglio Direttivo; il
libro delle adunanze e delle delibere del Collegio dei Sindaci, qualora
esistente. Antonino Poma conclude dunque il proprio intervento,
esortando a continuare l’approfondimento e la ricerca finalizzate a
reperire una sintesi appropriata e rispettosa sia della nostra attività, che
certamente non è commerciale, sia della normativa italiana che, con
dettagliate prescrizioni e la previsione di precise sanzioni, tende ad
evitare che un ente non commerciale svolga attività che non gli sono
proprie.
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2°INTERVENTO
UBALDO PIEROTTI
Già Dirigente Agenzia Entrate- Past Governatore Distretto 108 Lacomponente Comitato Multidistretto 108 Italia Statuti Regolamenti ed
Armonizzazione Fiscale2
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ADEMPIMENTI FISCALI NELLA GESTIONE DEI CLUB
Il Lion Ubaldo Pierotti, senza soluzione di continuità, lega il proprio
intervento a quello del predecessore Antonino Poma, ponendo
l’attenzione sul dato legislativo, in particolare sul decreto legge 29
novembre 2008 n. 185, convertito con modificazioni nella legge 28
gennaio 2009 n. 2 – Enti associativi e norme in materia di ONLUS- ai
sensi del quale, il Club Lions è parte degli enti associativi che, in
ossequio al comma 1 dell'art. 148 del TUIR, si limitano a riscuotere quote
associative o contributi versati dagli associati o partecipanti a fronte
dell'attività istituzionale svolta dai medesimi. (Circolare. n. 12/E del 9
aprile 2009 – Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa e
Contenzioso). Ne consegue che i Club Lions sono tenuti ad ottemperare
all’obbligo fiscale del Modello EAS al fine di vincere la presunzione
secondo la quale, le quote sociali e i contributi degli associati siano ricavi
imponibili ai fini delle imposte dirette e ai fini IVA. Il Past Governatore
delinea dunque le origini dell'obbligo fiscale del Modello EAS,
illustrando le modalità di utilizzo delle quote sociali in funzione di
evasione fiscale, sia per le imposte dirette che ai fini IVA, specialmente
nelle Associazione sportive dilettantistiche (ASD): questi enti
mascheravano infatti prestazioni di servizio imponibili in quote sociali
esenti. Proprio questa –afferma Pierotti- è stata la ratio sottostante
all’istituzione del modello EAS: monitorare un fenomeno sociale ed
economico di vaste proporzioni con aspetti rilevanti di evasione fiscale;
con dovizia di particolari, espone poi il caso della palestra di Feetness. I
Club Lions, diversamente dagli esempi proposti, hanno caratteristiche
diverse e opposte, in quanto l’obbligo fiscale, se correttamente
adempiuto, configura una reale garanzia per i Club. I dati evidenziati nel
modello EAS si riferiscono principalmente alle entrate per quote sociali,
nonché a quelle per cessioni di beni e prestazioni di servizi, pertanto
appare evidente che dal paragone di questi dati possano rilevarsi
posizioni fiscali a rischio evasione. Ed invero, per appartenere al regine
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Curriculum Vitae Ubaldo Pierotti: Allegato 2
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fiscale agevolato descritto dall’art. 148 TUIR e art. 4 del D.P.R. 633, gli
statuti dei Club devono subire adeguamenti, assenti nella maggior parte
dei casi: a fronte di ciò, nessuna sanzione è prevista, se non la perdita
della presunzione che le quote non siano ricavi imponibili, e la possibilità
del relativo accertamento fiscale. Conseguentemente –sostiene Pierotti- il
rendiconto finanziario, Entrate ed Uscite Finanziarie, da tenere con stretti
criteri di cassa, assume valenza di natura fiscale, oltre che civile, a
riprova della qualifica di ente associativo di natura privata, con o senza
personalità giuridica, come dichiarato nel Modello EAS. Ne deriva,
anzitutto, la necessità che il rendiconto sia approvato entro 120 giorni
dalla fine dell’esercizio (nel caso del Multidistretto, dei Distretti e dei
Club Lions, entro il 30 ottobre di ogni anno); è necessario conservare la
contabilità, tenuta in forma libera e senza vidimazioni per almeno 10
anni ai fini civili e 5 anni ai fini fiscali, anche se, per analogia con i
contribuenti minimi, le associazioni come la nostra, sono tenute alla sola
conservazione dei documenti fiscali emessi e ricevuti. E’ infine doveroso
–sottolinea- conservare altresì i Verbali delle Assemblee, dei Consigli
Direttivi e dei Revisori dei Conti, e Registro Soci, documentazione
necessaria a dimostrate la così detta democraticità dell’associazione.
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3°INTERVENTO
LUCIANO ALDO FERRARI
Docente di Diritto Commerciale presso l’Università degli Studi di
Milano- Past Presidente Consiglio dei Governatori – Presidente
Comitato Multidistretto 108 Italia Statuti Regolamenti ed
Armonizzazione Fiscale3
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PROGETTUALITÀ RELATIVA ALLE APS MULTIDISTRETTUALI E DISTRETTUALI
Il Prof. Luciano Aldo Ferrari introduce il suo illustre intervento,
evidenziando come l’archetipo organizzativo-disciplinare della nostra
Associazione in Italia si sia sempre fondato sugli articolati istitutivi e
regolamentari provenienti dalla sede centrale americana nonché sui
documenti tipizzati ed allegati al Board Policy Manual nelle diverse
edizioni rivedute ed aggiornate nel tempo. La normativa italiana, data la
particolare sensibilità alle regole tributarie in tema di enti non-profit, si
manifesta molto penetrante nel grande comparto che ci vede attivi
operatori: da qualche tempo -sottolinea- sono stati introdotti
adempimenti anche dichiarativi, nei confronti della Pubblica
Amministrazione, che rivestono un ruolo pregnante non solo dal punto
di vista formale ma, soprattutto, sostanziale. Il Lion Ferrari suggerisce di
cogliere in tali aspetti i sintomi prodromici ad una attività d’analisi ed
investigativa da parte dell’autorità amministrativa, al fine di meglio
disciplinare il settore degli enti non commerciali, con il non troppo celato
scopo di evitare l’elusione e l’evasione fiscale che, si sospetta, possano
insinuarsi nel comparto in rassegna. Proprio a seguito di tale avvertenza
–precisa Ferrari- è sorta in seno al Consiglio dei Governatori, già da
qualche esercizio, la necessità di analizzare, riflettere e trovare soluzioni
anzitutto per unificare il comportamento operativo, tanto civilistico
quanto tributario, dei nostri Club e degli Enti che, a vario titolo,
popolano la galassia Lions nazionale; in secondo luogo, si è valutata
l’opportunità di armonizzare sul territorio nazionale gli strumenti
costitutivi e regolamentari; infine, ci si è posti l’obiettivo di ricercare una
figura giuridica idonea a caratterizzare efficacemente l’Associazione,
nelle sue diverse articolazioni, nazionale e periferiche, quale Ente
istituito ed operante nel settore non-profit. E specificamente in relazione
a tale ultimo aspetto -conclude Ferrari- una generalizzata attenzione si è
concentrata sulle Associazioni di Promozione Sociale (APS), così come
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Curriculum Vitae Luciano Aldo Ferrari: Allegato 3
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individuate e disciplinate dalla Legge 7 dicembre 2000 n. 383 e
successive modificazioni ed integrazioni, valutandone le opportunità e le
criticità, con l’auspicio di giungere, al termine dell’analisi preparatoria,
alla predisposizione di un progetto di articolati istitutivi e disciplinari,
correttamente orientati a sensi di legge, giuridicamente deputati ad
ottenere il formale riconoscimento da parte della competente autorità
ministeriale, a pieno titolo attribuibile alla nostra Associazione lionistica.
In particolare l’art.1 della legge n. 383/2000 dispone: “la Repubblica
riconosce il valore sociale dell’associazionismo liberamente costituito e delle sue
molteplici attività come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo;
ne promuove lo sviluppo in tutte le sue articolazioni territoriali, nella
salvaguardia della sua autonomia; favorisce il suo apporto originale al
conseguimento di finalità di carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e
spirituale”. Non si può non convenire –ad avviso di Ferrari- che la forma
associativa fornita dalle APS sia facilmente e naturalmente declinabile
nei fondamentali che permeano il Lionismo, potendo altresì fornire il
presupposto normativo per incastonarvi la disciplina del corpus
associativo nazionale. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha
definito le APS come quelle associazioni che promuovono la solidarietà e
il volontariato, nonché l’aggregazione sociale mediante lo svolgimento di
attività finalizzate ad innalzare la qualità della vita. E’ chiaro -sottolinea
il Lion Ferrari- che per poter fruire di tale qualificazione, le associazioni
debbano possedere determinati requisiti, che, virtuosamente, si
conformano a quelli che caratterizzano la struttura associativa dei Lions
in ogni articolazione territoriale; basti pensare allo svolgimento di attività
di utilità sociale a favore di associati o di terzi, all’assenza di scopo di
lucro, alla costituzione per atto scritto, alla presenza, nell’atto costitutivo
e nello statuto, di specifiche clausole, tra cui quella di valenza tributaria,
di cui al punto 8 dell’art.148 del TUIR. Ferrari, focalizza dunque
l’attenzione sulle affinità esistenti tra la forma associativa delle APS e
quella dei Lions, la quale, si auspica possa trovare sostanziale
inquadramento nell’ambito dell’ordinamento giuridico dello Stato,
emergendo dal limbo in cui si suole collocarla. Precisa poi che il
riconoscimento delle APS (che possono essere sia riconosciute che non), è
idoneo a conferire ad esse personalità giuridica, distinta dalla semplice
soggettività giuridica assunta al momento della costituzione. La struttura
delle APS a carattere nazionale –prosegue- che svolgono attività in
almeno cinque regioni e in almeno venti province del territorio
nazionale, può invero adattarsi in modo particolarmente esaustivo al
modello del corpo associativo nazionale, soprattutto per quanto concerne
l’ambito Multidistrettuale, in quanto coinvolgente l’intero territorio
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nazionale, con effetti diretti e immediati sulle strutture subalterne, che
attingono dall’ente esponenziale Multidistrettuale il proprio
riconoscimento giuridico. In conclusione, il Prof. Ferrari manifesta come
l’inquadramento della struttura associativa dei Lions nel panorama
giuridico italiano si renda necessario: per definirne giuridicamente la
struttura, per collocarla correttamente in ambito tributario, al fine di
agevolare il godimento dei benefici di carattere fiscale, riducendo
contestualmente gli oneri di tipo burocratico, nonché per consentire il
conseguimento di liberalità e contributi, tanto in ambito privato che
pubblico, muniti dei necessari strumenti di supporto che legittimamente
li giustifichino e li agevolino.
______________
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QUESTION-TIME/INTERVENTI
•
FLAVIO NUTI (LIONS CLUB VOLTERRA)
Il Lion Nuti focalizza il proprio intervento sul principio di
democraticità sotteso alle modalità di ammissione dei soci ai Lions Club
a livello internazionale, assente invece nella regolamentazione
decentrata. In particolare –precisa- la maggior parte degli Statuti dei
Club dispongono che la ammissione dei soci sia frutto di delibera
assembleare. Diversamente, lo Statuto Internazionale conferisce
integralmente questo potere al Consiglio Direttivo, ponendo quindi
l’Assemblea in una posizione di soggezione. Nuti affrontando dunque il
problema della compatibilità tra i criteri di ammissione dei scoi e il
modello delle APS, propone che sia redatto uno Schema tipo di
Regolamento e Statuto, che garantendo pienamente la democraticità
delle scelte, consenta a ciascun Club di adeguarsi al modello delle APS.
______________
•
MASSIMO CASPRINI (LIONS CLUB SESTO FIORENTINO)
Il Lion Casprini, pone un quesito ai relatori, in ordine ad un service
che ha suscitato alcune problematiche di matrice fiscale. In particolare,
egli aveva svolto un’opera di restauro di una chiesa romanica, con la
collaborazione di tre componenti del proprio Club, i quali, sotto la sua
guida, prestavano gratuitamente la propria opera professionale. I relatori
hanno comunque rilevato che, nel caso di specie, nonostante la gratuità,
sia obbligatorio il versamento del 4% alla cassa di previdenza nazionale
di categoria.
______________
•
MAURIZIO MANNELLI (LIONS CLUB PONTASSIEVE VALLE DEL SIEVE)
Il Lion Mannelli interviene a seguito della relazione del Prof. Ferrari, il
quale, dopo un accurato approfondimento dello stato attuale, esponeva
che il Multidistretto avrebbe provveduto ad assumere una posizione
statutaria in forma di APS, consentendo così l’adesione dei vari Club
all’organo di vertice, al fine di consentirne la regolarizzazione dello
status. Mannelli, precisando di aver già provveduto all’adozione di uno
statuto APS all’interno del proprio Club, espone il proprio disappunto
quanto ad una specifica affermazione del Prof. Ferrari, secondo cui i Club
avrebbero potuto qualificarsi come regolari, solo a fronte della
trasformazione in APS: Mannelli rileva che l'adesione al Multidistretto o
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al Distretto, con l’adozione di uno statuto in forza della L. 838/2000, non
produce invero alcun effetto sulla regolarizzazione fiscale dei singoli
Club; e neppure la mera assunzione da parte dei Club di uno statuto che
recepisca la Legge 383/2000, permette di fruire delle agevolazioni fiscali:
ciascun Club deve piuttosto, decorso il termine di un anno, procedere
all'iscrizione nel registro delle APS di competenza nazionale, regionale o
provinciale.
______________
•
ALBERTO CARDINALI (LIONS CLUB CERTALDO BOCCACCIO)
Il Lion Cardinali, rivolgendosi al Governatore Fiorenzo Smalzi,
interviene prospettando una possibile alternativa alle molteplici
modifiche che la nuova legislazione, nonché la Sede Internazionale sulla
definizione delle categorie dei soci, richiedono di apportare agli Statuti di
tutti i Club: rileva dunque che, rispetto alle autonome modifiche
statutarie di cui ogni Club sarebbe onerato, risulterebbe maggiormente
funzionale una riscrittura, ad opera del Distretto o del Multidistretto, di
un nuovo Statuto tipo di Club, poi sottoscritto dai Club; in seguito, ogni
Club, facoltativamente, potrebbe allegare allo stesso un regolamento
interno, purché non in contrasto con lo Statuto tipo.
______________
•
FRANCESCO MARIA GUERRESCHI (LIONS CLUB GROSSETO HOST)
Il Lion Guerreschi rivolge un quesito al Governatore Smalzi, in ordine
al possibile trasferimento di un socio da un Club ad un altro; si interroga
in particolare su quali siano i criteri cui attenersi onde garantire un giusto
bilanciamento tra le esigenze del socio richiedente e quelle del Club cui è
pervenuta richiesta di trasferimento. In risposta, il Governatore rileva che
il Consiglio del Club ha invero piena facoltà di accettare o non accettare il
trasferimento di un socio proveniente da altro club, ma–precisa- la scelta
dovrà sempre e prioritariamente garantire la stabilità del Club, anche se
ciò dovesse implicare il rigetto delle suddette richieste.
______________
•
MARCO BUSINI (LIONS CLUB VINCI LEONARDO DA VINCI)
Il Lion Busini interviene ripercorrendo brevemente l’iter normativo
delle nuove norme fiscali, rilevando che, sebbene costituiscano una
indubbia fonte di complicazione per quanto concerne la costituzione e
l’operatività dei Lions Club, esse meritano in ogni caso di essere
visionate alla luce delle nuove opportunità, che evidentemente possono
offrire.
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______________
•
ROBERTO CECCHI (LIONS CLUB AREZZO HOST)
L'intervento del Lion Cecchi è stato volto ad evidenziare come tra i
compiti necessari, caratterizzanti una Associazione non commerciale, vi
sia la tenuta di un registro soci nonché di un registro dei Verbali. Il
registro soci –precisa- non può essere sostituito sic et simpliciter da un
elenco soci continuamente aggiornato e quindi ampiamente modificabile;
bensì da un registro cartaceo in cui annotare ogni nuovo socio alla data
della sua iscrizione, con i relativi dati anagrafici, la data di iscrizione,
ogni modifica di indirizzo, recapito telefonico, eventuale data di
dimissioni o comunque di cessazione della qualifica di socio. In questo
modo, si può fruire di un documento unico, non modificabile, efficace
per eventuali controlli ispettivi. Medesima considerazione Cecchi
esprime con riferimento al registro dei Verbali, contenente almeno i
verbali dell'Assemblea relativi ad aspetti di valenza amministrativa
(bilancio) o comunque di importanza sostanziale per la vita del Club. In
conclusione, Cecchi sottopone ai relatori una domanda, attinente allo
spostamento delle differenti tipologie di soci che caratterizzano il LCI
dallo Statuto del Club (registrato) al Regolamento (interno) del Club. In
particolare, atteso che l'Associazione non commerciale si caratterizza per
determinati aspetti formali e sostanziali, chiede quale differenza vi sia,
nella eventualità di controllo ispettivo, tra la circostanza che l'esistenza di
soci difformi, con diritti e doveri differenti -possibilità negata
esplicitamente alle associazioni non commerciali dalla normativa italiana
– sia sancita da un Regolamento interno, piuttosto che dallo Statuto
depositato e registrato. In risposta, Antonino Poma, premettendo che non
sia riscontrabile alcuna differenza, sostiene che l'organizzazione in più
tipologie di Soci del LCI sia incompatibile con la legislazione italiana
relativa alle associazioni non commerciali e che ad oggi non esista una
reale soluzione a tale contrasto. Poma conclude, esortando a confidare
nella speranza di addivenire quanto prima ad una soluzione concordata
con il Ministero, ad esempio mediante la costituzione delle Associazioni
di Promozione Sociale (APS).
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LUANA GARZIA (LIONS CLUB SIENA)
Il Lion Garzia rivolge alcuni quesiti attinenti alla qualifica dei soci,
ovvero: se un socio effettivo può essere trasformato in onorario (viene
risposto negativamente); se un trasferimento equivale ad una nuova
ammissione (e anche in tal caso viene risposto negativamente). Altro
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quesito riguarda la verbalizzazione, ovvero se essa debba essere
preferibilmente sintetica o analitica (viene evidenziato che il Distretto sta
predisponendo dei registri in cui dovrà essere effettuata la
verbalizzazione, tali da rendere la stessa avente soprattutto data certa).
Propone infine che il Distretto sia dotato di un Comitato scientifico
permanente avente funzione consultativa sulle varie questioni attinenti
gli statuti.
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MARCO GRANATIERO (LIONS CLUB PRATO CURZIO MALAPARTE)
Il Lion Granatiero in primo luogo ritiene opportuno suscitare una
riflessione su quali siano gli effettivi vantaggi sottesi al modello di APS,
nella quale si intende trasformare la nostra associazione. Inoltre, al fine
di snellire e semplificare l’iter procedurale richiesto per il mutamento di
statuto, Granatiero domanda se possa essere ciascun Club a presentare
singolarmente la richiesta. In risposta, viene sottolineato che dal punto di
vista fiscale, il nuovo ente APS, presenta invero innumerevoli vantaggi,
propri delle associazioni del terzo settore, e in particolare delle ONLUS.
Inoltre -si prosegue- non può essere consentito ad ogni Club di attivarsi
autonomamente, giacché il riconoscimento da parte delle autorità
competenti può essere solo a livello regionale.
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MARIO CASINI (LIONS CLUB VIAREGGIO-RIVIERA)
Il Lion Casini chiede in quale forma debba essere redatto il rendiconto
distrettuale. In risposta, il Prof. Ferrari espone che, a seguito di una
riunione svoltasi a Roma, si è giunti a ritenere non obbligatoria
l’assunzione del modello di bilancio, in quanto la norma di legge
esplicitamente riferisce di “proventi ed incassi”, i quali ultimi mancano
nel caso della nostra Associazione.
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GIUSEPPE INNOCENTI (LIONS CLUB BOLOGNA GALVANI)
Il Lion Innocenti, riportandosi ai contenuti della relazione del Prof.
Ferrari, rileva che il Distretto 108 Tb risulta iscritto all’Albo delle APS
Emilia Romagna già dall’anno 2003: ciò ha consentito che il Distretto
fosse beneficiario del 5 per mille, che a partire dall’anno 2006, ha
garantito un entrata superiore a 250.000,00 euro. Inoltre- sottolinea- in
qualità di APS, partecipa del Terzo settore, potendo così fruire dei
contributi della Regione, al fine di realizzare i propri progetti. Alla luce
di tale esperienza, Innocenti precisa di aver in molte occasioni sollecitato
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la Commissione del PCC Ferrari ad ovviare alla grave carenza di
visibilità istituzionale del lionismo italiano, altresì privo del
riconoscimento ufficiale dello Stato Italiano. Conclude quindi osservando
che la Commissione dovrebbe presentare al Consiglio dei Governatori un
progetto concreto e realizzabile, di revisione delle regole del Lions, così
da legittimare il riconoscimento della natura di APS, e dunque
l’iscrizione al registro nazionale, in modo da consentire anche al Distretto
108 La di giungere ai risultati ottenuti, ormai da un decennio, dal
Distretto Lions Emilia Romagna.
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FABRIZIO PALOMBO (LIONS CLUB ORBETELLO I PRESIDI)
Il Lion Palombo espone alcuni profili problematici in tema di gestione
della contabilità, e in particolare, chiede come e se debba procedersi alla
registrazione contabile di introiti derivanti da iniziative quali aste di
beneficenza. In risposta, è stato sostenuto che il discrimine sia
rappresentato dal luogo di gestione e realizzazione dell’evento, nel senso
che solo nel caso di espletamento delle aste al di fuori dei Club,
costituisca adempimento necessario la tenuta di un’apposita contabilità.
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FINE DEI LAVORI
Il convegno ha avuto una grande partecipazione, sono intervenuti
quasi 200 Lions, tutti i Clubs erano rappresentati. La platea per oltre tre
ore ha seguito con attenzione sia le relazioni che gli interventi successivi.
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