Potatura del mirtillo, fondamentale per un elevato livello

DAI FRUTTETI PIEMONTESI
Indicazioni d’intervento per il rinnovo della fruttificazione
Potatura del mirtillo, fondamentale
per un elevato livello produttivo
L
a coltivazione del mirtillo è in crescita a livello
mondiale. In Piemonte e Trentino, i due poli di
coltivazione a livello nazionale, le superfici negli
ultimi anni sono aumentate costantemente, complice
la buona remuneratività della coltura. Nel 2006 in Piemonte erano coltivati circa 100 ettari; nel 2013 la superficie è più che raddoppiata.
La spada di Damocle è costituita dalla Drosophila
suzukii, il temuto moscerino a occhi rossi, che depone
le uova nei frutti in fase di maturazione. Sfuggono le varietà a maturazione precoce, quali Duke, che riescono
ad arrivare a fine raccolta prima che dell’inizio dei voli
di drosofila (fig.1).
Anche per questo, Duke rappresenta oltre il 90%
della superficie coltivata a mirtillo in Piemonte. Presenta
buona tolleranza ai geli invernali e, grazie alla posizione
dei grappoli, la raccolta è particolarmente agevole.
Per assicurare un costante ed elevato livello di produttività, è necessario provvedere ad interventi di potatura al fine di favorire l’emissione di nuovi ricacci dalla
base e favorire la differenziazione di gemme a frutto.
Partendo da questa esigenza, in collaborazione con
i tecnici del coordinamento orticolo, è stata messa a
punto e diffusa presso i produttori una nota tecnica di
potatura.
Scopi
Formare il cespuglio, stimolarne il rinnovo e assicurare un corretto equilibrio vegeto/produttivo.
Formazione:
– formare il cespuglio.
Rinnovo:
– favorire il rinnovo delle branche con formazione di
rami fruttiferi vigorosi,
– rimuovere i rami che hanno prodotto o sono esauriti,
– eliminare i rami meno vigorosi o più vecchi.
Equilibrio:
– ridurre il carico produttivo per ottenere frutti di pezzatura più elevata, agevolare le operazioni, riducendo
i costi di raccolta e evitare l’alternanza di produzione,
– diradare i polloni in eccesso.
Pulizia:
– eliminare rami che presentano malattie (in particolare
godronia, phomopsis, botryosferia, cancri rameali, monilia, antracnosi, botrytis, ecc.).
Forma di allevamento
La forma di allevamento più utilizzata è il cespuglio
(fig. 2). Non è necessario utilizzare fili di sostegno per
mantenere eretta la pianta. Al contrario, le branche e i
rami fruttiferi, sotto il peso della produzione, si piegano
favorendo l’emissione di germogli ascellari che, a loro volta, differenzieranno gemme a fiore. Dove le precipitazioni
nevose sono molto abbondanti e in particolare in appezzamenti in pendio, è necessario fasciare le piante nei primi
anni per evitare rotture dei rami. Se l’impianto è razionale
e le piante presentano rami robusti e un buon accestimento, il danno da rottura non pregiudica l’impianto.
Monitoraggio voli Drosophila suzukii
60
50
N. catture
40
30
20
Raccolta Duke a Boves (548 slm)
10
Raccolta Duke a Bagnolo P.te (352 slm)
ep
ep
-S
17
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12
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7-
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Se
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Fig. 1 - Volo di Drosophila suzukii e epoca di raccolta della cultivar Duke in due diversi areali del cuneese.
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Formazioni fruttifere
Le gemme a fiore si trovano sui rami formatisi l’anno
precedente. La produzione migliore si ottiene sui rami più vigorosi. La differenziazione avviene nella tarda
estate ed è diversa in funzione della varietà, dell’andamento climatico, della fertilità del suolo e dell’equilibrio
fra i vari elementi nutritivi.
Le gemme a fiore sono portate nella parte apicale
del rami e sono ben riconoscibili e rigonfie a fine inverno.
Potatura all’impianto e di formazione
Per favorire la formazione di un cespuglio con molti
ricacci dalla base e stimolare lo sviluppo dell’apparato
radicale, è opportuno cimare i rametti per eliminare la
dominanza apicale.
Potatura al 1° anno. In presenza di piante di buon
vigore (80-100cm) è necessario sfoltire il numero di
polloni selezionandone da 3 a 5 per pianta, scegliendo
tra i più vigorosi e meglio posizionati. Sui polloni scelti
è consigliabile ridurre il numero di gemme a fiore con
l’obiettivo di mantenere un corretto equilibrio vegeto/
produttivo, alzare il cespuglio e favorire una rapida formazione della struttura della pianta.
Devono essere eliminati eventuali rami rinsecchiti,
rotti o troppo deboli.
Nel caso di piante deboli, è raccomandabile spuntare drasticamente (30 cm dal terreno) i polloni scelti per
la formazione della struttura legnosa. Potatura al 2° e 3° anno. Dal secondo-terzo anno inizieranno interventi di potatura volti ad alzare il
cespuglio e mantenere la pianta nelle migliori condizioni di sviluppo vegetativo. Facendo tagli di ritorno
a diverse altezze si favorisce l’emissione di tralci che
serviranno a garantire il rinnovo produttivo costante
negli anni.
Fig. 3 - Pianta prima e dopo la potatura.
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Fig. 2 - Cespuglio di Duke.
Potatura di produzione. A partire dal 4°-5° anno
di produzione, le branche dovranno essere progressivamente rinnovate. Un invecchiamento eccessivo della pianta determina, infatti, un calo significativo della
pezzatura dei frutti. Sarebbe auspicabile che nel corso
degli anni i rami fruttiferi fossero totalmente rinnovati.
Dal 6°-7° anno asportare i rami più vecchi ed allevare
dei nuovi ricacci.
Fig. 4 - Eliminazione dei rami ricadenti nell’interfila.
Fig. 5 - Eliminazione dei rami all’interno
del cespuglio.
Fig. 6 - Taglio di ritorno.
In condizioni ottimali di sviluppo è opportuno eliminare fino al 50% della vegetazione (fig. 3).
Perché. La potatura consente di sfoltire la vegetazione agevolando, così le operazioni di raccolta e favorendo l’arieggiamento del cespuglio. Permette inoltre di regolare l’altezza del cespuglio, rinnovare la vegetazione
e mantenere un corretto equilibrio vegeto-produttivo.
Quando. Il periodo ottimale è in inverno nel periodo gennaio-marzo. Interventi “tardivi”, effettuati durante la fase di inizio fioritura, non determinano danni alla
vegetazione.
Come/dove. Devono essere asportati i rametti fruttiferi che si trovano all’interno del cespuglio, i rami basali,
quelli mal posizionati o ricadenti nell’interfila (figg. 4 e
5). I tagli vanno effettuati a 20-30 cm da terra. Per sfoltire
ulteriormente la vegetazione possono esser effettuati altri
tagli ad altezze diverse.
Per contenere l’altezza della pianta (80-100 cm) possono esser effettuati tagli di ritorno sulle branche (fig. 6).
È consigliabile, inoltre, eliminare i succhioni o rami
fruttiferi eccessivamente vigorosi (fig. 7).
In aree a rischio di ritorni di freddo o in annate molto precoci è preferibile lasciare un maggior carico di
gemme a fiore e intervenire, eventualmente, con un
successivo diradamento appena dopo l’allegagione.
Per favorire una buona cicatrizzazione, effettuare
i tagli lasciando uno speroncino di circa 1 cm (fig. 8).
Potatura verde dei polloni
Nelle situazioni di elevata vigoria e conseguente
eccessivo sviluppo della pianta può essere utile intervenire sui polloni.
Perché. I polloni molto
vigorosi, con lunghezza superiore a 1 metro, necessitano di
potature verdi per stimolare
l’emissione di rami anticipati
laterali.
Quando. Quando i polloni
si trovano allo stadio erbaceo
(inizio estate), al fine di garantire una sufficiente lignificazione autunnale dei rametti che si
sviluppano in seguito all’intervento.
Come/Dove. La spuntatura si può fare senza forbici: i
ricacci allo stadio erbaceo sono facili da cimare a mano. Si
consiglia di spuntare i nuovi
germogli a 40-50 cm di altezza.
Piante gelate. In seguito a
temperature invernali molto
rigide o ritorni di freddo che
avessero danneggiato le piante, si consiglia di attendere
l’emissione dei nuovi ricacci
e solo successivamente procedere all’eliminazione delle
parti secche.
Fig. 7 - Eliminazione dei succhioni.
Foto 8 - Per favorire la cicatrizzazione
lasciare uno speroncino di 1 cm circa.
Q
Cristiano Carli
Roberto Giordano
Creso – Centro sperimentale per l’orticoltura di Boves
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