Spettacoli [email protected] Museo del Violino “Stradivarius in Rio” con la Mullova Dopo l’anteprima con Pavel Vernikov e il Trio Ciaikovskij, si apre ufficialmente sabato 27 set‐ tembre, alle 21, il calendario di appuntamenti dello Stradivarifestival. All’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino è attesa Viktoria Mullova (nella foto) per l’esibizione “Stradiva‐ rius in Rio”. Un insolito crossover per la celebre violinista, che nella prima parte del concerto si esibirà nella Partita n.1 BWV 1002 di Johann Se‐ bastian Bach, suonando un Guadagnini del 1750. Nella seconda parte, invece, il violino “Ju‐ les Falk”, costruito da Stradivari nel 1723, diven‐ ta lo strumento perfetto per eseguire una sele‐ zione di musica popolare brasiliana del ventesi‐ mo secolo. Prima del concerto, alle 18, la Mullo‐ va sarà la protagonista dell’incontro “L’Artista e il suo Strumento”, nel corso del quale racconterà il rapporto che la lega al violino e, insieme al liu‐ taio Marcello Ive, dialogherà con il pubblico. Sempre sabato, alle 11, nella sala conferenze del Museo del Violino, l’incontro “Il saper fare liuta‐ rio: racconto di una vita” permetterà a tutti gli appassionati di scoprire da vicino le figure di Francesco Bissolotti, Giancarlo Guicciardi, Gio Batta Morassi e Renato Scrollavezza, ai quali è dedicata una mostra monografica. Domenica 28, alle 11, riflettori sul Quartetto di Cremona, scelto proprio in questi giorni quale testimonial della capitale della liuteria per l’Expo. Anche in questo caso il programma musicale affiancherà epoche e autori diversi ma legati da uno stesso impegno di ricerca. Domenica pomeriggio, alle 17, il Museo si apre ai bambini e alle loro fami‐ glie. L’Oca Rina alla scoperta della Musica è, in‐ fatti, un viaggio nel mondo magico e affascinan‐ te delle sette note, con la complicità dei più grandi compositori, quali Mozart, Beethoven, Rossini, Paganini e Verdi, tutti interpretati dal‐ l’attore e direttore Stefano Menegale. L’anteprima La storica voce dei Matia Bazar si esibirà in Duomo con Fausto Caporali all’organo Arriva Antonella Ruggiero Brani religiosi riletti in chiave moderna per il concerto del 24 ottobre o di Giorgia Cipelli p U na voce intensa e potente, supportata da energia, cari‐ sma e capacità di reinventarsi. Antonella Ruggiero, voce sto‐ rica dei Matia Bazar tra la metà degli anni ‘70 e gli anni ‘80, approda a Cremona per un progetto musicale inedito, ideato e organizzato da Fausto Caporali, organista della Cattedrale, con il supporto della Diocesi di Cremona e della Fondazione Arvedi‐Buschini, partico‐ larmente sensibile alla valorizzazione mu‐ sicale della città. L’atteso appuntamento, intitolato “Teologia e musica”, è in programma venerdì 24 otto‐ bre, alle 21 (ingresso libero), per un concer‐ to che intende proporre il repertorio classi‐ co in una nuova veste, capace di abbraccia‐ re sonorità e stimoli della modernità. La Ruggiero, che all’ultima edizione del Festi‐ val di Sanremo ha presentato il brano “Da lontano”, ha accolto con entusiasmo il pro‐ getto di Caporali, che da mesi sta lavorando per organizzare iniziative in grado di susci‐ tare un rinnovato interesse intorno alla va‐ lorizzazione della musica classica e del re‐ pertorio liturgico. Insieme, hanno pensato a come rendere accattivante, per un pubbli‐ co eterogeneo, canti e inni mariani della tradizione ecclesiale, da riproporre in mo‐ do del tutto originale. L’idea ha entusiasma‐ to la cantante, che si è mostrata subito di‐ sponibile. D’altra parte, non è nuova a ope‐ razioni di questo tipo, considerando che nella sua carriera si è distinta per un’esten‐ sione vocale che le ha consentito di passare dal registro pop a quello lirico di soprano leggero, passando per musica sacra, popo‐ lare, jazz, tango, musica corale e bandistica. E già nel 2001, con l’album Luna crescente - Sacrarmonia, aveva raccolto una serie di brani classici sacri, nell’ambito di un pro‐ getto che ha toccato chiese e teatri di tutto il mondo. Lo spirito di Sacrarmonia è lo stesso con cui ora ha abbracciato il progetto di Caporali: proporre un repertorio classico Chi è Antonella Ruggiero Chi è Fausto Caporali E’ nata a Genova il 15 novembre 1952. E’ stata tra i fondatori dei Matia Bazar nel 1975, che ha lasciato nel 1989. Il percorso da solista inizia con Libera (1996), cui ha fatto seguito Registrazioni moderne. Nel 1999 è la volta di Sospesa e nel 2000 inizia un tour dedicato al repertorio sacro con il Quartetto Arkè e il percussionista Ivan Ciccarelli, fissato nel lavoro Luna crescente, Sacrarmonia (2001). Nel 2003 un ritorno pop con l’album Antonella Ruggiero. Nel 2005 è la volta di Big Band!, poi Stralunato recital live, Souvenir d’Italie e Genova, la Superba. Nel 2008 esce Pomodoro genetico e nel 2009 il progetto Cjantâ Vilotis. Nel 2010 presenta Contemporanea Tango, mentre I Regali di Natale (2010) è dedicato alla rilettura dei brani della tradizione natalizia nazionale e internazionale. A febbraio 2014, dopo 7 anni di assenza torna sul palco del Festival di Sanremo con “Quando Balliamo” e “Da Lontano”, due brani che anticipano l’uscita dell’album di inediti L’impossibile è certo. Si è diplomato nel 1981 in Organo e Composizione organistica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano e nel 1983 ha conseguito il titolo di Maestro in Canto Gregoriano al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra. Per i tipi di Armelin Musica - Padova ha pubblicato “L’Improvvisazione Organistica - Un metodo teorico e pratico”, “Propedeutica all’improvvisazione organistica”, “L’accompagnamento del canto liturgico”, “Il dialogo perpetuo” e ha curato pubblicazioni di musiche inedite di autori barocchi e romantici. È inoltre autore di un libro sugli organi della città di Cremona (De perfetissima sonoritate – Il patrimonio organario della città di Cremona) e di altre pubblicazioni. Svolge attività concertistica sia come solista che come accompagnatore di gruppi vocali e strumentali, tenendo concerti in Italia e all’estero. È titolare del grande organo della Cattedrale di Cremona e della Cattedra di Organo complementare e Canto gregoriano presso il Conservatorio di Torino. ma con gli influssi della modernità. «Il desiderio ‐ spiega Caporali ‐ è di dare ri‐ salto a una musica considerata un po’ di nic‐ chia ma che merita di essere ripresa e fatta conoscere a un pubblico ben più ampio. Spesso il repertorio organistico viene asso‐ ciato a un linguaggio e a suoni d’altri tempi, che difficilmente oggi riescono a catturare l’interesse. Il mio tentativo, invece, è di riu‐ scire a far amare Bach alle giovani genera‐ zioni tanto quanto un rapper dei giorni no‐ stri. Per questo ho iniziato a riflettere sulla possibilità di organizzare un concerto di classica ma con delle ‘contaminazioni’ e la sovrapposizione di qualche suono elettro‐ nico. Senza stravolgere i brani originari, ma rendendo l’ascolto piacevole e interessante. Antonella si è dimostrata disponibile e in‐ teressata, ha dato un apporto importante al progetto. Oltre al fatto che, come tutti i grandi artisti, ha una capacità di interagire con il pubblico straordinaria». La Ruggiero si esibirà in brani dedicati alla Madonna, tra cui alcune celebri “Ave Maria”, oltre a un canto gregoriano e altre proposte del reper‐ torio sacro. Gli ultimi brani del concerto ve‐ dranno la partecipazione anche del Coro della Cattedrale e del Quartetto d’archi Baz‐ zini. «Il valore culturale della tradizione e lo spi‐ rito più leggero e innovatore della moder‐ nità saranno uniti in un mix perfetto ‐ pro‐ segue l’organista della Cattedrale ‐. La sera‐ ta sarà inoltre arricchita da un altro impor‐ tante momento: tra la prima e la seconda parte del concerto, il nuovo parroco don Al‐ berto Franzini proporrà una riflessione sul primo comandamento “Io sono il Signore, tuo Dio. Non avrai altro Dio all’infuori di me”, così da unire alla musica l’approfondi‐ mento teologico». Il concerto del 24 ottobre non sarà un episodio isolato: «Il mio intento è di organizzare altre proposte a cavallo tra musica e teologia ‐ conclude Caporali ‐ at‐ tualizzando la tradizione organistica e non solo. Continuando la collaborazione con Antonella Ruggiero e ampliandola anche ad altri artisti di fama internazionale». Ora Mondomusica è 2.0 La tecnologia protagonista del salone commerciale con 238 espositori Ben 238 espositori provenienti da 28 Paesi ‐ di cui il 63% stranieri e il 9% presenti per la prima volta ‐ oltre 90 eventi tra concerti, presentazioni, convegni e tavole rotonde e l’auspicio di poter raggiungere e superare il traguardo dello scorso anno, che ha portato a Cremona 13.308 visitatori da tutto il mon‐ do. Sono questi i numeri con cui Mondomu‐ sica, salone commerciale degli strumenti musicali organizzato da Cremonafiere, i‐ naugura oggi per proseguire sino a domeni‐ ca 28 settembre. Il mercato internazionale guarda dunque a Cremona con rinnovato interesse, non solo per la produzione di strumenti di alto arti‐ gianato ma anche per le innovazioni tecno‐ logiche e i nuovi software che, in modo sem‐ pre più importante, stanno arricchendo il panorama musicale. Per questo, tra le innu‐ merevoli iniziative, spiccano gli Stati Gene‐ rali della Musica 2.0 (con la consulenza ar‐ tistica dei maestri Ettore Borri e Roberto Prosseda e dell’Aiarp), un focus su tutto ciò che rappresenta l’evoluzione nel mondo della musica, dal digitale agli approcci di‐ dattici più innovativi. La fiera si riconferma dunque un significa‐ tivo marketplace mondiale non solo per la liuteria ma anche per il pianoforte, grazie al‐ la concomitanza con la rassegna “Cremona Pianoforte”; tante le presenze eccellenti, sia tra gli artisti che si esibiranno sia tra gli speaker degli incontri (Stuart Isacoff, critico musicale del Wall Street Journal, e Timothy Waker, direttore artistico della London Phi‐ larmonic Orchestra, solo per citarne alcuni). Grande spazio sarà dedicato, come sempre, alle performance musicali: si segnala la pre‐ senza del duo Maria Azova e Adi Bar, l’in‐ contro con Enrico Intra e Massimiliano Mot‐ terle e il recital di Tatiana Larionova e Davi‐ de Cabassi. Un’altra importante iniziativa è dedicata agli amanti delle sei corde: si chia‐ ma “Acoustic Guitar Village” l’area comple‐ tamente dedicata alla chitarra con esposi‐ zioni ed eventi costruiti ad hoc. E, in ante‐ prima assoluta a Mondomusica, saranno presentati gli strumenti ricoperti d’ambra del Mar Baltico direttamente dalla Lituania. Tra le novità di quest’anno, un padiglione tutto dedicato alla città di Cremona, che coinvolge Comune, Provincia, Camera di Commercio, Museo Civico, Museo del Violi‐ no, Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, Fondazione Stauffer, Scuola Internazionale di Liuteria, Archivio di Stato, Facoltà di Mu‐ sicologia e Istituto Monteverdi, Distretto culturale della Provincia di Cremona, Scuola Diocesana di Musica Sacra ‘D. Caifa’. Qui si terrà l’esposizione del testamento di Anto‐ nio Stradivari e la tavola rotonda “Il valore del riconoscimento Unesco al saper fare liu‐ tario cremonese: una grande opportunità da cogliere”, in programma domani alle 15. Un’immagine della scorsa edizione di Mondomusica MONDO PADANO Spettacoli Crema Ghizzoni al Caffé Letterario Lunedì 29 settembre al teatro San Domenico di Crema, alle 20.45, il Caffé Letterario ospiterà l’incontro con l’autore Marco Ghizzoni, che presenterà il suo libro “Il cappello del ma- resciallo” (Guanda), intervistato da Valentina Cipriani con la musica del gruppo ‘The Plan B’, di cui lo stesso Ghizzoni è batterista, con Paolo Vaccaro (chitarra) Gian Luigi Benelli (voce). 37 Venerdì 26 settembre 2014 Letteratura La pubblicazione della Casa delle Arti e del Gioco. Prefazione della figlia Cosetta I giochi del maestro Lodi Un libro autobiografico dedicato a ricordi e immagini dell’infanzia o di Katia Bernuzzi p LA PUBBLICAZIONE A Mario Lodi (1922-2014) nche se il Maestro non c’è più, «Negli ultimi tempi ci ha indicato la strada: “Andate avan‐ ti». Cosetta Lodi è la fi‐ glia di Mario Lodi ed è sua la firma che compare nella pre‐ fazione di “Come Giocavo”, il volu‐ me fresco di stampa, presentato nei giorni scorsi al Tocatì Festival di Verona che racchiude racconti e immagini di straordinaria quoti‐ dianità infantile legati a Mario Lodi bambino. Il libro è edito dalla “Casa delle Arti e del Gioco”, realizzato in collabo‐ razione con l’associazione GioNa, con i contributi di AGA, dell’asses‐ sorato allo Sviluppo e all’Istruzio‐ ne del Comune di Cremona, della Biblioteca Statale di Cremona e dell’Istituto Comprensivo Cremo‐ na Uno ‐ Scuola Campi di Cremona. Proviamo a descriverlo «E’ un racconto autobiografico che descrive una società diversa senza alcun rimpianto o nostalgia ‐ rac‐ conta la figlia Cosetta ‐. Mario non pensava che “si stava meglio quan‐ do si stava peggio” ma osservava l’evoluzione sociale con l’occhio dell’osservatore della natura, at‐ tento a cogliere i cambiamenti spesso impercettibili a primo sguardo ma che invece denotava‐ no cambiamenti di fasi storiche. Il gioco di ieri fatto di fantasie e di pochi mezzi ma anche di grandi spazi non divorati dalle auto e dal‐ la tv. Il gioco come occasione di crescita tra eguali, che si toccano, si sporcano e si fanno qualche bot‐ ta e non chiusi in un modo asetti‐ co». Un gioco per molti aspetti distante da quello di oggi... «Oggi il gioco va riscoperto come dimensione della fantasia e della crescita che esplora, sbaglia ed im‐ para. Il gioco come necessità di re‐ cuperare spazi per la socialità di bambini ed adulti, per far crescere il senso di appartenenza ad una co‐ munità. Il gioco come strumento di crescita autonoma del bambino. Ma oggi spesso è violentato dalle regole di un’aspra competizione». Un tema questo rispetto al quale Mario Lodi ha scritto moltissimo «Nel 1982 ‐ ricorda la figlia Cosetta ‐ Mario Lodi scriveva: “Rifletto sul‐ la storia del mondo ludico del Mario Lodi nasce il 17 febbraio 1922 a Piadena (Cremona) e si diploma maestro all’Istituto magistrale di Cremona nel 1940. Nel 1948 è nominato maestro di ruolo a S. Giovanni in Croce, dove scopre le capacità creative dei bambini e la sua incapacità di maestro formato dall’Istituto magistrale a svilupparle e organizzarle nel lavoro scolastico con una metodologia coerente. Nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Vho di Piadena, suo paese natale. Qui, in ventidue anni di insegnamento, realizza molti libri: alcuni, scritti insieme ai suoi alunni, di fiabe e racconti (Bandiera, Cipì, La mongolfiera, ecc.), altri che documentano le sue esperienze pedagogiche: C’è speranza se questo accade al Vho (1963), Il paese sbagliato (Premio Viareggio 1971), Cominciare dal bambino (1977) e La scuola e i diritti del bambino (1983). Tutti pubblicati da Einaudi. Maestro, pedagogista, autore di molti volumi oltre che fondatore della Casa delle Arti e del Gioco. L’associazione, grazie all’importante contributo della figlia Cosetta, porta avanti gli insegnamenti del Maestro anche ora che se n’è andato. Dopo la sua morte avvenuta il 2 marzo 2014 è stata pubblicata una nuova edizione de “Il soldatino del Pim Pum Pa” e nei giorni scorsi, al Tocatì Festival, è stato presentato “Come Giocavo”. Il maestro Mario Lodi bambino invaso dall’industria del profitto che neutralizza la fantasia col giocattolo mec‐ canico in serie. (...) Mi chie‐ do che cosa sarebbe acca‐ duto se un adulto ci aves‐ se chiamato a giocare, in spazi organizzati, i suoi giochi. Cinquanta anni fa era una cosa inim‐ maginabile. Ora è una necessità, in attesa che la città o il paese ritor‐ ni a essere gente che si conosce e si aiuta, che ha una storia comune. I bambini che giocano con l’anima‐ tore, cioè i più fortunati oggi, che bambini sono? Mi chiedo. Credo che anche (soprattutto) da qui debba prendere il via la ricerca per superare la disgregazione delle co‐ munità e costruire un mondo natu‐ rale e sociale equilibrato, attraver‐ so un progetto politico coerente e globale, con prospettive lunghe ma possibili, che ci impegni tutti. C’è chi dice che è tardi ormai. C’è chi vi crede». “Come Giocavo”, insomma, ci racconta un Mario Lodi bambino ma non solo. «Racconta il mondo dei giochi del‐ la sua infanzia, il legame con la fi‐ gura del padre e con la sua terra, radici profonde e determinanti scita umana e sociale. Un libro che forma la coscienza è il dono più bello che possiamo fare (...)”» nelle scelte della sua vita. In Mario bambino emergono i tratti della personalità e alcune doti di Mario adulto: la profonda sensibilità, l’acuta capa‐ cità di osservazione, l’amore per la natura, la vena artistica, l’instanca‐ bile curiosità intellettuale, la spic‐ cata fantasia, la fervida immagina‐ zione e l’intelligenza creativa». Il volume riporta il numero uno in copertina. Ci saranno altre pubblicazioni? «E’ il primo di un progetto a cura della Casa delle Arti e del Gioco, di cui Mario Lodi aveva gettato le ba‐ si: libri per bambini, genitori, inse‐ gnanti, “libri belli”, come amava de‐ finirli, che “aiutano a riflettere, aiu‐ tano la fantasia e l’intelligenza (...) libri scritti bene, con arte, che e‐ sprimono valori positivi e manda‐ no messaggi importanti per la cre‐ Il libro raccoglie anche una serie di disegni. Di cosa si tratta? «Fin da giovane, per tutta la vita, Mario ha coltivato la passione per l’arte. L’impegno in una propria ri‐ cerca artistica e il piacere di espri‐ mersi lo hanno portato a speri‐ mentare varie tecniche pittoriche e a utilizzare diversi materiali: il di‐ segno a matita, la pittura su seta e su ceramica, la pittura a olio, acrili‐ ca, a tempera, l’acquerello, la china, il mosaico, la pirografia, lo sbalzo su rame, fino alla realizzazione di acqueforti e acquetinte. Amava re‐ galare le sue pitture agli amici; tut‐ ti gli anni per Natale, in famiglia, il dono più bello per ognuna di noi e‐ ra un piccolo quadretto a olio op‐ pure un acquerello su cartolina o su seta, accompagnato dal suo bi‐ glietto augurale. I disegni e le pit‐ ture che illustrano questo libro so‐ no stati scelti fra le sue opere con‐ servate nell’archivio di famiglia». A spasso con la guida tra “I tesori di Cecilia” San Giovanni in Croce ora ha anche la sua guida illustrata. S’intitola “I Tesori di Cecilia” (nella foto la copertina, ndr) il bel volumetto fotografico che il Comune in collaborazione con la cooperativa Charta e il contributo di Fondazione Comunitaria ha realizzato al termine dell’omonimo progetto “I Tesori di Cecilia”, partito con la formazione di giovani guide da destinare alle visite di Villa Medici del Vascello e alle bellezze che caratterizzano il paese. Tutte sono entrate a far parte della guida che riporta, nelle ultime pagine, anche una cartina con segnalati i maggiori punti di interesse artistico-culturale: Villa Medici, appunto, I portici del XVIII-XIX secolo, la vecchia Filanda (Xix secolo), l’Oratorio della Santissima Trinità (XVI-XVII secolo), il Teatro Cecilia Gallerani (XX secolo), la Chiesa parrocchiale (XX secolo). La chiesa di San Zavedro (XIV secolo) e Villa Grasselli Barni (XVIII secolo). «Abbiamo intenzionalmente puntato molto sulle immagini - spiega il sindaco Pierguido Asinari -. Le foto sono state realizzate da Antonella Pizzamiglio. Ciò che mettiamo nelle mani dei turisti è una guida che riassume quali sono i nostri tesori e li immortala con alcuni scatti particolarmente suggestivi». La parte iconografica è accompagnata anche da alcuni testi a cura di Danio Asinari attraverso i quali si forniscono le coordinate storiche essenziali dei vari edifici presentati. Ampio spazio, naturalmente, è lasciato a Villa Medici del Vascello e al suo parco che, in questo momento, rappresenta la punta di diamante del turismo locale. «Abbiamo già staccato 3 mila biglietti - dice il sindaco - pur tenendo aperto solo la domenica. Per noi è motivo di grande soddisfazione». Anche la guida, che è stata ufficialmente presentata domenica scorsa, proprio nei locali della Rocca, alla presenza anche del parroco don Mario Binotti ha riscosso sin da subito un notevole successo di pubblico. «Ha un costo di 5 euro - dice Asinari -, il ricavato ci serve per coprire i costi di stampa». (kb) Il volume, di 40 pagine, è rilegato in brossura; il prezzo di copertina è 10 euro. E’ in vendita on line tra‐ mite l’e‐shop del sito www.casa‐ delleartiedelgioco.it . LIBRI/ SCELTO PER VOI di Giorgia Cipelli Il bacio di Giuda Pagine intimiste, schiette, sul filo dei ricordi. Sveva Casati Modignani ripercorre i sentieri della memoria in un nuovo affascinante racconto autobiografico. Dopo il successo de “Il diavolo e la rossumata”, in cui alternava le ricette con la rievocazione degli aneddoti dell’infanzia, Sveva riprende questo filone nel nuovo “Il bacio di Giuda” (Mondadori), ambientato nella Milano del dopoguerra. L’obiettivo, dichiarato nella premessa, è proprio raccontare la quotidianità delle piccole cose, i personaggi del suo quartiere, il loro modo di reagire alla distruzione e alla miseria. Gli anni difficili della ripresa e l’evoluzione dei costumi, tra scuola, religione, ruolo dei generi. Un mondo che non viene raccontato dai libri di storia, ma si nutre di sensazioni, ri- cordi, emozioni filtrate dal cuore e della memoria di Sveva. Un viaggio alla ricerca del tempo perduto, tra fotografie in bianco e nero che raccontano della ricostruzione della propria identità dalle macerie. La narrazione si muove quindi tra due piani, quello della dimensione privata, intima, legata alle vicende familiari e scolastiche, al complesso rapporto con la madre. La figura materna mantiene infatti la connotazione di una donna severa, fortemente ancorata alle convenzioni e a una spiccata religio- I PIÙ VENDUTI DELLA SETTIMANA (Libreria Ponchielli, Cremona) 1. “Il mio primo processo” Piero Calamandrei, ed. Henry Beyle 22 euro 2. “La paura e altri racconti della Grande Guerra” Federico de Roberto, ed. e/o 14 euro 3. “Tutta la solitudine che meritate” Claudio Giunta, ed. Quodlibet 19 euro 4. “La cresta dell’onda” Thomas Pynchon, ed. Einaudi 21 euro 5. “Le navi dei Vichinghi” sità, tanto che il titolo prende spunto proprio da una pronunciata dalla madre durante un litigio. I legami familiari rappresentano però il filo conduttore cruciale di questo libro, nato - come dichiara la stessa autrice - grazie allo stimolo fornito Frans Gunnar Bengtsson, ed. Einaudi 13,90 euro 6. “Un’estate con Montaigne” Antoine Compagnon, ed. Adelphi 12 euro 7. “Spettri di Nietzsche” Maurizio Ferraris, ed. Guanda 18 euro 8. “Storia sociale dei tatuaggi” Alessandra Castellani, ed. Donzelli 22 euro 9. “La vita, forse l’arte” Lea Vergine, ed. Archinto 15 euro 10. “Diversamente giovani” Adriana Aroldi, ed. Blurb 7 euro dai due nipoti Lapo e Luna, per «riacciuffare gli esili fili della memoria e riprendere il racconto della vita di tutti i giorni di un Paese devastato dalla guerra». Dal sapore di uova, zucchero e Barbera (la rossumata) preparata dalla nonna ora si passa ai ricordi della prima comunione, in occasione della quale la piccola Sveva viene immortalata con tanto di boccoli, alle marachelle dei compagni di classe, alla gioia per la bicicletta nuova, alla promessa della prima biancheria di seta. Il libro si conclude con “La versione di Lucio” (nomignolo del fratello Carlo) a completare le tessere del mosaico memoriale.
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