Il clima Il clima è lo stato medio del tempo atmosferico a varie scale spaziali (locale, regionale, nazionale, continentale, emisferico o globale) rilevato nell'arco di almeno 20-30 anni. La parola clima viene dal greco klima che vuol dire "inclinato": il clima infatti è in massima parte una funzione dell'inclinazione dei raggi solari sulla superficie della Terra al variare della latitudine. Esso determina molte caratteristiche ambientali come flora e fauna al punto che a ciascuna fascia climatica si associano spesso ambienti simili su tutto il globo (es. foreste pluviali, deserti, foreste temperate, steppe, taiga, tundra e banchisa polare) ed influenza fortemente le attività economiche, le abitudini e la cultura delle popolazioni che abitano il territorio. La caratteristica principale del clima rispetto al comune "tempo meteorologico" è l'avere un andamento che tende a mantenersi stabile nel corso degli anni pur con una variabilità climatica di medio-lungo periodo che vi si sovrappone. L'attenzione scientifica negli ultimi decenni si è spostata sempre più sulla comprensione o ricerca approfondita dei meccanismi che regolano il clima terrestre, specie in rapporto ai temuti cambiamenti climatici osservati negli ultimi decenni. La disciplina scientifica che studia tutti questi aspetti è la climatologia. Il clima è riferito ad aree terrestri che vanno dalla piccola estensione fino ad aree molto vaste (ad esempio, le fasce climatiche o interi continenti). In particolare l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) ha stabilito che la durata minima delle serie storico-temporali di dati continui per poter individuare le caratteristiche climatiche di una data località è di minimo 30 anni (solitamente centinaia o migliaia di anni). Risulta pertanto evidente come anche il clima di una regione, sebbene mostri una certa regolarità nel tempo, possa essere soggetto a cambiamenti temporali, anche con periodi piccoli comparabili con la durata media della vita umana; succede quindi abbastanza di frequente che una persona, nella sua vita, si trovi a sperimentare dei piccoli cambiamenti climatici. A maggior ragione, quindi, possono esserci cambiamenti climatici su periodi lunghi, in risposta a variazioni nei fattori sotto elencati. In questo contesto vengono ad assumere particolare importanza gli studi di 'analisi climatica' delle suddette serie storiche che evidenziano le tendenze e le ciclicità statistiche delle grandezze meteo-climatiche osservate, ovvero le anomalie e le regolarità dei parametri rispetto alla media del periodo di riferimento (hanno scarso senso climatico invece le analisi di breve periodo riferite a singoli eventi meteorologici in quanto rientranti invece nella comune variabilità meteorologica). Seguono poi in genere gli studi di attribuzione delle cause dei cambiamenti climatici stessi. Elementi e fattori Elementi Gli elementi climatici sono delle grandezze fisiche misurabili, la cui misurazione viene effettuata per mezzo di opportuna strumentazione da parte delle stazioni meteorologiche, e sono: • temperatura; • umidità; • pressione; • intensità e durata della radiazione solare (funzione della latitudine, della stagione e della durata del giorno); • precipitazioni; • nuvolosità; • vento (velocità, direzione, raffiche). Essi sono gli stessi elementi che caratterizzano il tempo atmosferico, ma coerentemente con la definizione di clima di essi sono rilevanti solo i valori medi assunti su un lungo periodo di tempo. Fattori I fattori climatici sono le condizioni che producono variazioni sugli elementi climatici. Si possono distinguere tra fattori zonali, che agiscono regolarmente dall'equatore ai poli, e fattori geografici, che agiscono in modo diverso per ogni località. Sono fattori zonali: • latitudine (distanza dall'equatore); • circolazione generale atmosferica, che influisce attraverso gli scambi di calore tra le regioni calde e le regioni più fredde. • effetto serra • albedo Sono fattori geografici: • altitudine (con l'altezza diminuiscono la temperatura, la pressione e l'umidità, mentre aumentano l'irraggiamento solare e, fino a una certa quota, la piovosità); • presenza di catene montuose (che bloccano i venti); • esposizione a solatìo o a bacìo (che modifica l'angolo di incidenza della luce solare); • vicinanza al mare (che mitiga il clima); • correnti marine (che agiscono sul clima delle regioni costiere); • vegetazione (mitiga il clima grazie alla maggior presenza di vapore acqueo); • attività umana (che agisce sul clima in quanto capace di modificare l'ambiente naturale e gli equilibri degli ecosistemi). • raggi solari Classificazione dei climi I sistemi di classificazione dei climi sono diversi e alcuni di essi hanno subito modificazioni, integrazioni e correzioni. Un primo quadro orientativo dellla loro distribuzione può essere fornito dalla carta dei climi di seguito riportata. In essa si possono individuare cinque tipi e sottotipi: tropicale (clima tropicale umido della foresta, clima tropicale dellla savana), arido (clima semiarido, clima desertico) temperato (clima a estate secca, a inverno secco, senza stagione secca), boreale Clima senza stagione secca, a inverno secco) e polare (clima subpolare della tundra, polare dei ghiacciai, di montagna). Celebre è la classificazione del clima proposta da Wladimir Koppen e perfezionata da altri climatologi. Ecco i tipi e i sottotipi compresi da tale classificazione I sottotipi si possono raggruppare in 5 classi Classe A (Climi tropicali): Equatoriale, Monsonico, Savana Classe B (Climi aridi) : Desertico, Steppico Classe C (Climi temperati) : Sinico, Subtropicale Umido, Mediterraneo, Temperato Umido Classe D (Climi boreali) : Foreste, Transiberiano Classe E (Climi nivali) :Tundra, Glaciale La carta successiva riporta anche le sigle utilizzate nella classificazione. Clima alpino Il clima alpino è l'insieme di manifestazioni fisiche e meteorologiche presenti al di sopra della linea degli alberi, è tipico delle catene montuose più importanti, come le Alpi. Il clima diventa più freddo a quote più elevate, con un gradiente termico adiabatico di 10°C per km di elevazione in altitudine: l'aria diventa più fredda quanto più ci s'innalza, in quanto meno densa. Di conseguenza, salire di 100 metri in montagna equivale grosso modo a muoversi di 80 km verso il più vicino polo (45 primi di grado, equivalenti a 0.75° in latitudine). Si tratta di un'approssimazione evidente, soprattutto in prossimità degli oceani. I tentativi di quantificare i fattori che danno luogo al clima alpino sono stati numerosi. Il climatologo Köppen scoprì una relazione tra le linee degli alberi artica e antartica, nonché tra tali linee e l'isoterma dei 10 C: in sostanza dimostrò che le aree soggette a temperature non superiori a 10 C non sviluppano vegetazione ad alto fusto. Egli associò il clima alpino ai climi nivali e in particolare al clima della tundra. Per differenziare il clima alpino si utilizza, nella classificazione dei climi di Köppen, la lettera H, che viene aggiunta alla sigla (per esempio ET/H). Secondo Troll e Paffen, il clima alpino è invece peculiare e viene inserito in una categoria a parte, quella del clima d'alta montagna. Clima continentale Il clima continentale è il clima tipico della mezza latitudine interna ai grandi continenti dell’emisfero nord; un clima simile esiste lungo le coste est e sud-ovest dello stesso continente e anche in alte elevazioni e in certe altre parti del mondo. Questo clima è caratterizzato da temperature invernali abbastanza fredde di supporto ad un periodo stabile di precipitazioni nevose ogni anno, e relative a basse precipitazioni piovose che occorrono soprattutto in estate. Secondo Köppen tutti questi climi hanno almeno tre mesi di temperatura oltre 10° ; in inverno c'è un mese sotto gli 0 °C (soprattutto alcune classifiche hanno una più bassa soglia per l’inverno basato sulla copertura della neve; nella classificazione dei clima di Wladimir Köppen viene usata la soglia di -3 °C). La maggior parte di queste aree si adatta alla classificazione di Köppen di Dfa (inverno rigido; senza stagione secca; estate calda), Dfb (inverno rigido; senza stagione secca; estate tiepida), Dwa (inverno rigido e secco; estate calda), Dwb (inverno rigido e secco; estate tiepida). I climi "D" sono presenti solo nelle ampie distese continentali settentrionali tra circa 50° e 70° di latitudine. Gli inverni sono lunghi, bui e ininterrottamente freddi; le estati brevi e miti. Le precipitazioni sono scarse ma l'evaporazione è trascurabile. Il clima continentale esiste per definizione dove non arrivano gli effetti mitigatrici di mari e oceani (es. città interne degli Stati Uniti) nei quali si formano anticicloni termici. Queste regioni in estate non sono affatto fredde raggiungendo anche temperature caratteristiche dei climi caldi ma con scarsa umidità, e allo stesso tempo sono molto più fredde di ogni altro clima di simile latitudine in inverno, generando così una forte escursione termica, sia giornaliera che annuale. Questi climi graduano verso un clima subtropicale, verso l’equatore, dove gli inverni sono meno rigidi, climi semiboreali, verso i poli, dove le estati sono corte e gli inverni sono molto rigidi, climi semiaridi dove le precipitazioni diventano insufficienti per le praterie di erba alta. In Europa questi climi gradano nel clima oceanico nel quale l’influenza di moderate masse d’aria è più segnata verso l’Ovest. Gli Stati Uniti medio-occidentali, parte della Cina e la maggior parte della Russia sono esempi di aree del mondo con clima continentale, che non esiste quasi per nulla nell’emisfero meridionale a causa della scarsa presenza di vaste zone di terraferma a mezza latitudine, la parte superiore del Sud dell'Africa e dell'Australia, presente sotto l’influenza marina, e la parte sud del Sud America, attualmente molto ristretto in larghezza, permette alle masse d’aria fredda, come quelle alla stessa latitudine del Nord America e dell' Asia, di formarsi in inverno. La zona più continentale al mondo è senza dubbio la Russia ed in particolare la Siberia: qui si può passare da temperature di -60 °C in inverno ai +30 °C d'estate. L’Antartide giace invece completamente fuori dalla mezza latitudine. Clima desertico Clima steppico Il clima steppico, noto anche come clima semi-arido, è un clima arido indicato con la sigla BS nella classificazione dei climi di Köppen. Si caratterizza nel suo complesso per evapotraspirazione superiore alla quantità di precipitazioni che, nel complesso, risultano piuttosto scarse. Rispetto al clima desertico risulta minore l'incidenza della temperatura (mese più freddo con temperatura media sempre inferiore a 18 °C), mentre si verifica un regime pluviometrico maggiore. Il clima comprende le steppe calde (clima semi-arido caldo BSh), con temperatura media annua uguale o superiore a 18 °C, e le steppe fredde (clima semi-arido freddo BSk), con temperatura media annua inferiore a 18 °C. Nel complesso le aree caratterizzate da questo tipo di clima si ritrovano nelle zone interne dell'Andalusia, della Turchia, nella puszta tra l'Ungheria sud-orientale e la Voivodina, in alcune zone del Medio Oriente, dell'Iran, della California e del Cile. Elementi transitori del clima BSk possono essere riscontrati anche nella Sicilia centrale. Il limite climatico tra steppa e deserto e tra steppa e zone umide può essere calcolato attraverso una serie di formule matematiche che mettono in correlazione le precipitazioni con le temperature. Clima nivale Con clima nivale s'intende una tipologia di clima molto freddo, con precipitazioni (generalmente scarse) prevalentemente nevose e temperature rigidissime durante tutto l'anno. I climi nivali sono indicati nella classificazione dei climi di Köppen con E. Si distinguono due sottotipi fondamentali: il clima della tundra e il clima dei ghiacci perenni a cui si può associare anche il clima alpino. Questa fascia climatica si estende nella zona dei due poli e in parte dell'emisfero boreale. Condizioni simili però si possono riscontrare anche sulle vette delle montagne più alte di tutto il mondo (a quote differenti a secondo della latitudine). La vegetazione è prevalentemente composta da muschi e licheni, la fauna da diverse specie animale tra cui il lupo, l'orso bianco, la volpe artica, l'ermellino che usano la bianca neve per mimetizzarsi e difendersi dai pochi abitanti di quelle zone che vivono di caccia per le pellicce. Da queste zone provengono molti dei legni più pregiati. Il clima nivale è caratterizzato da inverni freddi e gelidi ed estati prevalentemente fresche Clima temperato Il clima temperato comprende i numerosi climi delle zone comprese tra i paralleli 30° e 50° in entrambi gli emisferi. Nella classificazione dei climi di Köppen è simboleggiato con C. La classificazione di Köppen considera temperato (o temperato caldo, contrapposto al temperato freddo con cui talvolta si indica il clima boreale) qualsiasi clima il cui mese più freddo ha una temperatura compresa tra 3 °C e 18 °C e le cui precipitazioni sono superiori a quella dei climi aridi. A sua volta la classe climatica si dividerebbe in clima mediterraneo, clima sinico e clima temperato umido o, secondo altri, in clima mediterraneo, clima "subtropicale umido" e clima oceanico. Si tratta di una classe piuttosto ampia e per questo soggetta a critiche in particolare da Trewartha e da Griffiths, che l'hanno divisa in due classi distinte. Gli studiosi tedeschi Carl Troll e Karlheinz Paffen hanno invece diviso il clima temperato in tre classi climatiche ben distinte tra loro: il clima temperato freddo boreale, il clima temperato fresco (a sua volta diviso in due sottoclassi dette delle foreste e delle steppe) e il clima temperato caldo subtropicale (che comprende il clima mediterraneo) Il clima temperato freddo (boreale) si può dividere in due diversi climi: il clima temperato freddo continentale (con estate calda) e il clima temperato freddo continentale con inverno lungo e secco. Il primo è caratterizzato da un inverno freddo con la temperatura del mese più freddo inferiore a -2 °C. Le estati sono relativamente calde con temperatura media del mese più caldo compresa tra 15 °C e 20 °C e possono avere massime che toccano o superano i 30 °C. Il secondo è caratterizzato da un inverno lungo e freddissimo con punte di anche -50 °C. Le estati sono invece generalmente più fresche del tipo precedente. Le zone tipiche di questo clima sono il Canada nordorientale e la Siberia orientale. I due autori riconoscono anche un clima temperato freddo oceanico nella Norvegia settentrionale e in Alaska meridionale, con estate più fresca e inverno più mite. Il clima temperato fresco secondo i due autori, ha la temperatura del mese più freddo inferiore a 2 °C, ma nel caso di estati molto fresche, il valore può salire fino a 10°C. La classificazione di questo tipo climatico appare abbastanza complicata, tant'è che è divisa in ben 12 sottoclassi (e tre di queste appaiono ulteriormente suddivise). Semplificando si può dire che è diviso in clima della foresta e clima della steppa. Il primo, umido, è suddiviso a sua volta in clima oceanico, sub-oceanico, subcontinentale e continentale e associato alla foresta temperata a latifoglie. Il secondo, secco, è diviso a sua volta in classi dipendenti soprattutto dal grado di aridità. È il clima tipico delle steppe continentali. Il clima oceanico è il clima delle coste occidentali dei continenti: il nordovest degli Stati Uniti d'America (lo stato di Washington), la Tasmania e la Nuova Zelanda, l'Arcipelago britannico, le zone atlantiche della Francia, le coste del Mar del Nord e della Manica. Caratteristica precipua di questo tipo di clima sono il totale annuale delle precipitazioni e la debole escursione termica. Le estati non sono quasi mai aride, a parte qualche eccezione. Nelle zone interne dei continenti, quindi più lontane dai fattori mitiganti del mare, il clima temperato oceanico si modifica in sub-oceanico: l'escursione media annuale aumenta; è più freddo in inverno e più caldo in estate, le precipitazioni annuali in pianura sono meno importanti, i venti perdono la loro forza. Quando l'escursione termica annua supera i 30 °C si parla, secondo Troll e Paffen, propriamente di [clima continentale] nel clima temperato fresco, quindi abbiamo come flora: foreste di conifere, e come fauna, animali abituati a vivere in un ambiente abbastanza fresco, come volpi, cervi, orsi bruni. Il clima temperato caldo, considerato dai due autori come subtropicale (temperatura del mese più freddo compresa tra 6 °C e 13 °C, ma per l'emisfero boreale può scendere fino a 2 °C) comprende varie sottoclassi di climi, dal clima umido dell'Asia orientale e degli Stati Uniti del Sud a quello semidesertico e desertico. Il clima mediterraneo rientra in questa categoria e a seconda della posizione geografica (proprio la presenza del mare stesso ad esempio) si possono avere delle modifiche climatiche e meteorologiche anche abbastanza importanti; diluvi o periodi di aridità estivi. Rivas-Martínez ha proposto, nella mappa bioclimatica d'Europa, che qualsiasi clima con meno di due mesi di siccità estiva sia considerato temperato. In questo caso, ampie zone delle steppe dell'Asia centrale sono considerate "mediterranee", mentre più precisa e realistica appare la situazione in Europa, compresa l'identificazione di una zona temperata submediterranea. Clima equatoriale Il clima equatoriale è un clima tropicale (secondo la classificazione di Köppen, Af) caratterizzato da temperature medie annuali elevate (sui 27-28 gradi) e in alcuni casi (Africa equatoriale continentale dove è minore la piovosità) notevoli scarti, (fino a 12 gradi in alcuni posti) di temperatura tra giorno e notte e non tra vari periodi dell'anno: inoltre le precipitazioni sono in media molto abbondanti, (non così raramente dai 3500 mm annui in sù e spesso sottoforma di rovesci della durata di un'ora, talvolta anche ripetuti nell'arco di un giorno) pressoché costanti e manca una vera e propria stagione secca, a differenza del clima monsonico e di quello della savana. L'umidità relativa media è molto elevata rispetto alla media delle temperature e risulta difficilmente sopportabile da chi non vi è abituato. I raggi solari hanno sempre inclinazioni molto forti, che attorno alla linea equatoriale variano da un minimo di circa 66 gradi al massimo di esatti 90 gradi nel centro del disco solare che viene raggiunto 2 volte nel corso dell'anno, durante le date equinoziali terrestri. In questo clima si sviluppano le: foreste ombrofile. Le caratteristiche di potenza nell'insolazione e di correnti ascensionali e discensionali sono relativamente stabili e spesso ogni giornata si ripete con condizioni meteorologiche apparentemente identiche o molto simili (ad esempio piove tutti i giorni ad una stessa ora). Le piogge avvengono per lo sviluppo di nubi cumuliformi che danno luogo a precipitazioni temporalesche, per via dell'elevata umidità e della traspirazione ed evaporazione delle piante. Per studiare il clima equatoriale viene spesso utilizzata la località di Manaus, in Brasile. Clima mediterraneo Il clima mediterraneo, Cs secondo la classificazione climatica di Köppen (che lo chiamò clima etesio), è il meno esteso dei climi temperati. È caratterizzato da un lungo periodo di siccità estiva ed inverni miti, con gelate sporadiche. L'associazione di estati secche con inverni piovosi rappresenta un carattere peculiare del clima mediterraneo: nella quasi totalità dei climi (esclusi quelli marittimi dalla piovosità costante e quelli desertici in cui non piove quasi mai) la maggior parte delle precipitazioni cade nel semestre caldo. È da notare come la scarsità di precipitazioni nel semestre caldo sfavorisca l'agricoltura rispetto al clima sinico. Il mare contribuisce a determinare il clima, il quale è temperato caldo, con escursioni termiche giornaliere ed annue modeste (inferiori a 21 °C): infatti, il mare trattiene il calore estivo e lo rilascia durante l’inverno. Köppen definì il clima Cs come quello in cui il mese più scarso di precipitazioni nel semestre caldo ha un totale di precipitazioni inferiore a un terzo di quello del mese invernale più piovoso e in ogni caso inferiore a 30 mm. Se il mese più secco presenta un totale inferiore a un terzo di quello del mese più piovoso ma superiore a 30 mm si identificherà come Cfs (submediterraneo). Salvador Rivas Martínez definisce bioclima mediterraneo quello in cui ci sono almeno due mesi consecutivi di siccità estiva. Il clima mediterraneo ha due sottotipi fondamentali: Csa con estate calda e Csb con estate più tiepida. Il sottotipo Csa, nel quale la temperatura del mese più caldo è superiore a 22 °C, si trova lungo le aree costiere del Mediterraneo e del Vicino oriente, mentre nelle zone costiere esterne si hanno temperature inferiori (a Essaouira in Marocco la temperatura media di luglio è di 20 °C). Temperature decisamente elevate si registrano nell'entroterra californiano (Red Bluff, con una temperatura media di luglio di 27,5 °C). Il sottotipo Csb è tipico delle zone costiere della California e dell'Oregon come Santa Monica e San Francisco rispettivamente con una media di luglio di 18,9 °C e 17,7 °C. Anche alcune zone della Francia, del Marocco, della Turchia, del Cile e dall'Australia appartengono a questo sottotipo. Un'estrema regolarità della temperatura si ha nelle Isole Farallon a largo di San Francisco, dove la temperatura media del mese più freddo è di 12 °C e quella del mese più caldo di 14 °C. In Europa, è tipico delle regioni che si affacciano sul mar Mediterraneo: il centro-sud della Spagna, la costa mediterranea della Francia, della penisola balcanica e della Crimea. In Italia lo si ritrova soprattutto sulle coste liguri e tirreniche (nell'entroterra generalmente è di tipo submediterraneo o tendente al continentale sopra i 500 mt slm). Mentre sulle coste adriatiche della costa occidentale non risale più a nord del Conero, sulla costa orientale risale molto più a nord, comprendendo la Dalmazia e (parte dell'Istria). Zone tipicamente mediterranee sono inoltre l'Italia meridionale, la Calabria la Sicilia e la Sardegna con spunti subtropicali, ad eccezione ovviamente delle loro zone di montagna. Anche climi paragonabili in zone situate in altri continenti vengono considerati come esempi di clima mediterraneo: per esempio, nel bacino del Mediterraneo lo si ritrova anche nelle coste turche e del Vicino Oriente. In Africa si trova un clima mediterraneo sulle coste del Maghreb e nella regione del Capo; nelle Americhe hanno un clima paragonabile la California costiera e il Cile centrale e in Australia la costa sudoccidentale. In sintesi, si tratta di zone climatiche situate poco più a nord o poco più a sud dei Tropici, e vicine a mari e oceani, che rendono il clima piuttosto mite. È questa la ragione per cui il clima mediterraneo viene talvolta considerato subtropicale, come per esempio da Troll e Paffen. L'agricoltura e l'allevamento vi sono praticati da secoli. In queste zone l’estate è molto arida e gli agricoltori usano sistemi d’irrigazione capaci di sfruttare sia le acque di superficie sia le falde acquifere, per coltivare olivi, vite, agrumi e cereali. Dove non vi sono coltivazioni agricole c’è una vegetazione sempreverde di tipo forestale oppure di tipo a boscaglia; Il clima mediterraneo ha determinato vari ecosistemi, tra cui il più famoso è la macchia mediterranea. In California prevale un simile tipo chiamato chaparral mentre nella zona del capo si chiama fynbos èd è particolarmente ricco in biodiversità. Clima polare Il clima polare è un insieme di manifestazioni di temperatura e pressione che creano durante l'anno la meteorologia dei poli terrestri e delle regioni all'interno dei circoli polari. Il clima polare è descritto nella classificazione dei climi di Troll e Paffen ma non in quella di Köppen. La principale caratteristica dei climi polari sta nella temperatura di queste zone, che raramente supera i 10 gradi anche nei più caldi giorni d'estate. Le regioni a clima polare si dividono fondamentalmente in due classi: le aree polari vere e proprie (Antartide, Groenlandia) e le aree subpolari dove si trova il clima della tundra e dove il terreno semipermanentemente gelato impedisce la crescita di alberi ad alto fusto. In genere, le zone a clima polare si trovano a nord del 50º parallelo nell'emisfero boreale e a sud di esso nell'emisfero australe. Nelle aree subpolari spesso si hanno grandi escursioni termiche annue, che vanno da temperature molto rigide d'inverno a temperature abbastanza miti d'estate. La piovosità è in genere molto scarsa; tuttavia spesso in queste zone la neve ricopre il suolo per gran parte dell'anno, poiché le temperature non sono sufficienti a scioglierla. Il clima polare, in generale, rappresenta nella descrizione dei climi di Troll e Paffen quello che per Köppen è il clima nivale: questo comprende però anche le zone d'alta montagna (inserite dai due studiosi in un'altra categoria climatica). Clima subtropicale Il clima subtropicale è un clima che si riscontra generalmente nella zona posta tra il Tropico del Cancro e i 40° di latitudine nord nell'emisfero boreale e tra il Tropico del Capricorno e i 40° di latitudine sud dell'emisfero australe. Wladimir Köppen non considerò nessun gruppo climatico come "subtropicale": l'etichetta è stata variamente applicata al clima mediterraneo (Cs) oppure a varie mescolanze di Cs e di BS e a una classe ibrida chiamata "clima subtropicale umido" in cui confluirebbero Cfa e Cwa. Gli studiosi tedeschi Carl Troll e KH. Paffen invece considerarono il termine "subtropicale" come sinonimo di "temperato caldo" e quindi vi assegnarono sia il clima mediterraneo che quello sinico e inoltre anche alcuni tipi di clima desertico con escursioni termiche maggiori di quelli posti nella zona torrida. Tra i climatologi è assente una definizione univoca di "clima subtropicale": per Trewartha è un clima intermedio tra il clima tropicale e quello temperato, comprendente le zone con almeno otto mesi di temperatura media superiore a 10 °C, mentre per John F. Griffiths la temperatura media del mese più freddo deve essere superiore a 6 °C. Secondo una classificazione climatica basata su quella di Köppen, ma modificata per includere una classe subtropicale adatta per lo studio del clima dell'Australia, gli studiosi Harvey Stern, Graham de Hoedt e Jeneanne Ernst hanno stabilito che occorre una temperatura media annua di almeno 18 °C per considerare subtropicale una classe climatica. Salvador Rivas-Martínez considera subtropicale non un determinato clima, ma un insieme di bioclimi compresi tra le latitudini di 23° e 35° N e S. Clima oceanico Il clima oceanico si trova tipicamente lungo le coste ovest alle medie latitudini in tutti i continenti del mondo e nell'Australia sud-orientale. Climi simili si trovano anche sulle alture delle coste tropicali. I climi oceanici sono caratterizzati da una leggera escursione termica annua e differiscono dal clima mediterraneo in quanto durante l'estate si verificano molte più precipitazioni. Le precipitazioni sono pertanto possibili in ogni periodo dell'anno, eccetto che nelle aree tropicali, che avranno climi più simili a quello della Savana (con clima secco in inverno). Un'altra eccezione parziale è il nord-ovest del Pacifico, in cui le estati sono relativamente secche, ma la stagione delle piogge è molto umida e abbastanza lunga per evitare l'arsura estiva che si verifica invece nelle regioni a clima mediterraneo. Le caratteristiche della temperatura variano tra i climi oceanici: le regioni a più bassa latitudine sono subtropicali da un punto di vista di calore, ma più comunemente prevale un clima temperato, con inverni freschi ma non freddi ed estati tiepide ma non calde. Le estati sono generalmente più fresche che nelle aree con clima umido subtropicale. Spostandosi verso i poli, c'è una zona di clima oceanico subpolare (Köppen Cfc), con inverni relativamente miti ed estati fresche che durano meno di quattro mesi: in questa fascia di clima cadono, ad esempio, la costa dell'Islanda (emisfero boreale) e il sud del Cile (emisfero australe). I climi oceanici sono classificati come umidi, in relazione alle precipitazioni, mentre esiste l'eccezione del clima oceanico della Patagonia che è invece un clima oceanico secco. Tra le più importanti città che possiedono un clima oceanico ci sono: Dublino, Irlanda ; Londra, Regno Unito; Amsterdam, Paesi Bassi; Bruxelles, Belgio; Parigi, Francia; Bergen, Norvegia; Amburgo, Germania; Copenaghen, Danimarca; Vigo, Spagna; Samsun, Turchia; Hobart, Australia; Portland, Oregon; Seattle, Washington; Vancouver, Canada; Puerto Montt, Cile; Mar del Plata, Argentina; Wellington, Nuova Zelanda; San Francisco, California, ha una variazione delle temperature caratteristica del climi oceanici, ma ha poche precipitazioni durante l'estate, quasi indistinguibili da quelle invernali: per questo è annoverata tra i climi mediterranei. Clima subartico Con clima subartico s'intende una classe di climi boreali caratterizzati da temperature estremamente basse. Nella classificazione di Köppen non rappresentano un unico tipo ma due distinte sottoclassi, Dc e Dd. Si tratta dei climi più freddi dell'emisfero settentrionale, con l'eccezione della Groenlandia. I climi subartici sono caratterizzati dalle grandi foreste di conifere (taiga). Il clima subartico Dc comprende in Eurasia la Norvegia non costiera e gran parte della Svezia, della Finlandia e della Russia settentrionale. In America settentrionale hanno questo tipo di clima l'Alaska e una buona parte del Canada. Condizioni simili si ritrovano ad altitudini medio-alte sulle catene montuose. Il clima subartico Dd comprende le località più fredde del clima transiberiano e altri climi estremamente freddi concentrati tutti nella Siberia orientale. Köppen assegnò la lettera Dd a un clima con una temperatura del mese più freddo inferiore a −38 °C. A Verchojansk si ha una temperatura media del mese di luglio pari a 15,5 °C e una temperatura media del mese di gennaio pari a −50,5 °C, con punte vicine a −70 °C (−69,8 nel 1895) e ci sono 7 mesi su 12 con temperatura media sotto lo zero. Clima monsonico Il clima monsonico è un clima tropicale umido, Am secondo la classificazione climatica di Köppen. Il clima monsonico è tipico del subcontinente indiano, del sud-est asiatico e della Cina meridionale. Da giugno a ottobre i monsoni, caldi e carichi di umidità, provengono dall'oceano Indiano soffiando da sud-ovest a nord-est, dal mare verso la terraferma. Nel loro percorso dai Ghati occidentali, dove scaricano una parte della loro umidità, attraversano il tavolato del Deccan e si scontrano con l'insormontabile massiccio himalayano, raffreddandosi e rovesciando enormi quantità di pioggia. La pianura del Gange, la zona del golfo del Bengala, che si trovano ai piedi dell'Himalaya, e soprattutto l'Assam sono pertanto tra le zone più piovose della Terra. L'alternanza dei monsoni determina anche i ritmi dell'agricoltura e le rese dei singoli anni. Ritardi o anticipi di questi venti possono causare grandi siccità o disastrose alluvioni, che hanno spesso compromesso i raccolti, portando nell'intera regione parecchie carestie. Zone con clima simile (tropicale con stagione secca e umida) si trovano comunque anche da altre parti della Terra come l'Africa (zona del golfo di Guinea e bacino del Congo), certe parti del Madagascar, l'America centrale atlantica, alcune zone del Venezuela e dell'Amazzonia. La flora tipica del clima monsonico è caratterizzata dalla giungla, nella quale, a differenza della foresta pluviale sono presenti molte piante che perdono le foglie durante la stagione secca. Tra gli animali più tipici, l'elefante asiatico e la tigre. Clima della savana Il clima della savana, Aw secondo la classificazione climatica di Köppen, è un clima tropicale. Esso prende il nome dalla savana, che è l'insieme della vegetazione che si trova in queste zone. Il clima della savana è caratterizzato da due stagioni ben definite, la stagione umida e la stagione secca entrambe della durata approssimativa di 6 mesi. La prima comporta piogge intense e durature per molti giorni, con frequenti temporali e rari giorni senza fenomeni, simile al clima tropicale. La seconda invece è molto secca, con piogge quasi assenti, simile al clima desertico. Le piogge si distribuiscono caratteristicamente in corrispondenza del passaggio del Sole allo Zenit e perciò si chiamano piogge zenitali: all'Equatore i periodi di massima intensità precipitativa vengono ad unirsi. Le temperature sono sempre abbastanza elevate (superiori generalmente ai 20 °C), ma le escursioni termiche sono decisamente maggiori rispetto al clima equatoriale sia durante il giorno che nel corso dell'anno intero, tanto che c'è chi parla di "stagione invernale". La flora tipica di questo clima comprende i baobab, le acacie a ombrello, le euforbie. Vicino ai fiumi, in presenza di maggiore umidità, si può avere la cosiddetta foresta a galleria. La fauna comprende insetti, serpenti, uccelli corridori come lo struzzo e molti mammiferi. Negli ultimi decenni si è assistito ad un prolungamento della stagione arida in molte zone, forse a causa del riscaldamento globale; questo sta danneggiando la fauna e la flora locali che stanno scomparendo, nonché le popolazioni indigene, costrette spesso a muoversi in altri luoghi. In alcune aree ristrette, la stagione secca si presenta durante il periodo di maggior insolazione e giornate più lunghe. È il caso di parte delle isole Hawaii, di alcune zone del Kenya e dello Sri Lanka, nei quali casi si usa talvolta la sigla As. Nella maggioranza delle zone tropicali che hanno un'alternanza tra stagione secca e calda, la stagione secca si presenta durante il periodo in cui i raggi solari sono più bassi e le giornate più corte, a causa dell'ombra pluviometrica durante il periodo di massima insolazione. Clima della tundra Il clima della tundra, simboleggiato con ET nella classificazione dei climi di Köppen è il clima che caratterizza i margini del circolo polare artico. Si trova anche in Islanda, nella Groenlandia costiera e nel Canada settentrionale. Condizioni simili si riscontrano su altopiani in quota come il Tibet, sulle Alpi e sulle Ande. La temperatura media annua è inferiore a 0 °C e sale solo durante la breve estate. L'unica vegetazione possibile è quella costituita dalla tundra, simile a un deserto, dove prosperano solo muschi e licheni. Solo in zone leggermente più favorevoli si può trovare qualche cespuglio di betulla nana. Clima arido I climi aridi sono una classe di climi che nella classificazione dei climi di Köppen compaiono uniti sotto la sigla B. Appartengono a questo gruppo secondo Köppen i climi che hanno le seguenti caratteristiche: P < 20T + 140 (se le precipitazioni sono distribuite uniformemente durante l'anno); P < 20T + 280 (se le precipitazioni sono concentrate nella stagione estiva) P < 20 T (se le precipitazioni sono concentrate nella stagione invernale). Essi comprendono essenzialmente il clima desertico (nella classificazione di Köppen BW) e il clima steppico (nella classificazione di Köppen BS), mentre altri climi aridi come quello dei ghiacci perenni non sono considerati nello schema. Quello che accumuna tutti questi climi non sono i valori termici ma la scarsità o l'assenza di precipitazioni che, in casi estremi, può durare per anni o addirittura per decenni. L'accumulo annuo è inferiore a 250 mm anche se in alcuni casi ci possono essere violenti temporali che possono far eccedere questo valore. Le precipitazioni sono insufficienti per qualunque tipo di vegetazione completa, tanto più che il suolo è spesso riarso, roccioso o sabbioso e inadatto alla crescita di piante. Tipici di questi ambienti sono piante come i cactus e altre succulente, in grado d'immagazzinare acqua per lunghi periodi di siccità elevata. Clima sinico Il clima sinico è un clima temperato, Cw, secondo la classificazione climatica di Köppen. Köppen lo chiamò sinico perché particolarmente diffuso in varie zone della Cina. Il clima sinico può essere considerato l'estensione nella zona temperata del clima monsonico. È caratterizzato da un inverno secco con piogge concentrate soprattutto in estate; per questo si tratta di un tipo di clima particolarmente favorevole all'agricoltura, per l'abbondanza di precipitazioni nel periodo vegetativo delle piante. Si registrano di solito tra 1000 e 2000 mm di pioggia all'anno, con escursioni termiche abbastanza accentuate, specie nelle zone più distanti dal mare. Il clima sinico è di tipo Cm La vegetazione tipica di questo clima è costituito soprattutto da latifoglie sempreverdi. Clima boreale delle foreste Il clima boreale delle foreste o clima boreale con estate calda è un tipo di clima boreale la cui sigla, nella classificazione dei climi di Köppen è Df. Gli inverni, freddissimi, possono durare fino a otto mesi, mentre le estati sono brevi e relativamente calde (in alcune zone caratterizzate da un tipo climatico continentale estremo si possono toccare i 22 °C di temperatura media di luglio). Non ha una vera stagione secca e le precipitazioni, poco abbondanti, sono distribuite durante tutto l'anno, ma maggiormente durante l'estate. Non esiste una vera e propria linea di demarcazione netta con il clima temperato umido, del quale costituisce la continuazione a latitudini superiori e nelle zone più lontane dal mare. La vegetazione è costituita da foreste di latifoglie decidue capace di sopportare le basse temperature come le betulle. Nelle zone dove il clima è meno rigido si possono incontrare anche piante da clima temperato come faggi, querce e pioppi, ma, nelle zone più fredde, fa la sua comparsa la grande foresta di conifere, la taiga. Le foreste si sviluppano su suoli di color grigio-bruno, permeabili, di tipo podsolico. Dove le condizioni sono più aride si passa a un clima di tipo steppico, dominato da graminacee che hanno bisogno di meno risorse per il loro sviluppo. Clima boreale Il clima boreale (chiamato anche temperato freddo) è un tipo di clima con temperature medie molto basse e valori minimi invernali bassissimi. Nella classificazione dei climi di Köppen è identificato con D. Questa categoria compare, con lo stesso nome, anche nella classificazione di Troll e Paffen. Secondo Köppen rientrano in questa categoria i climi in cui la media del mese più caldo (a differenza del clima nivale) supera i 10 °C, mentre quella del mese più freddo è inferiore a −3 °C, il limite con cui il climatologo identificava il limite dei 30 giorni con neve al suolo e il limite equatoriale del suolo gelato. Troll e Paffen includono in questa categoria anche climi oceanici con temperatura del mese più freddo compresa tra 2 °C e −3 °C, corrispondenti a una stretta fascia costiera della Norvegia centro-settentrionale e dell'Alaska meridionale. Le precipitazioni non sono abbondanti e sono quasi sempre nevose in inverno. Il clima boreale, come dice il nome è presente solo nell'emisfero settentrionale: le temperature bassissime sono dovute alla presenza dell'anticiclone siberiano e di quello canadese che determinano condizioni invernali estreme. All'interno del clima boreale si distinguono due sottotipi: il clima boreale delle foreste, costantemente umido e con una breve estate calda, e il clima transiberiano, con inverno secco e prolungato (più di otto mesi) Clima glaciale Il clima glaciale (o del gelo perenne) è il più freddo dei climi terrestri. Secondo la classificazione dei climi di Köppen si abbrevia con EF. Si trova principalmente nella parte interna della Groenlandia, nelle zone artiche più prossime al Polo Nord e nella massima parte dell'Antartide. È caratterizzato da distese di ghiacci e nevi perenni e da un vento spesso impetuoso. Il clima glaciale ha temperature medie del mese più caldo inferiori a 0 °C; solo in alcune zone dell'Oceano Artico la temperatura può salire a circa 1 °C, quindi il periodo del disgelo è pressoché assente così come la vegetazione. In inverno le temperature medie possono scendere facilmente sotto i −50 °C: a Vostok, la temperatura media di agosto (il mese più freddo) è di −71 °C e quella di febbraio (il mese meno freddo) è di −33 °C, per una media annua di −56 °C. A causa delle alte pressioni antartiche, l'inversione termica è molto accentuata. Anche l'interno della Groenlandia raggiunge temperature medie annue bassissime, inferiori a −30 °C e comprese tra estremi inferiori rispettivamente a −50 °C in febbraio e −10 °C in luglio. Gli ambienti del mondo
© Copyright 2024 Paperzz