Luppino Opuscolo 30 Agosto 2014 - Soprintendenza per i Beni

SOPRINTENDENZA PER I BENI
ARCHEOLOGICI DELLA CALABRIA
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UNA VITA PER
&'($%'% COPIA
Testi di
FELICE COSTABILE
Bibliografia a cura di
PIER GIOVANNI GUZZO
FELICE COSTABILE
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Questo titolo, per la giornata di studio nel “suo” Museo, mi è sembrato sinte!""#$%&!'&(%)(*&%+&!'&,#'*$%-&.%$&'#&/*01)! 2&(/!%) !3/#&%&.%$&'#&Respublica Litterarum, della vita spezzata di Silvana Luppino.
Insieme al suo successore nella direzione degli Scavi e del Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, Alessandro D’Alessio, ho voluto che, a soli tre
mesi e mezzo dall’inattesa scomparsa, cinque fra i suoi amici più cari, e fra costoro quattro fra i più antichi, ricordassero Silvana nei luoghi e nel Museo cui ha
dedicato – lo affermo senza retorica – la sua intera esistenza di giovane donna e
di adulta. Altri e maggiori convegni, più ampi anche tematicamente, la ricorderanno a Roma ed ancóra a Sibari stessa per iniziativa di due fra i relatori di questa
giornata: Pier Giovanni Guzzo1 ed Emanuele Greco. Noi, invece, abbiamo voluto
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Perciò, sulle problematiche storiche e archeologiche scaturenti dalle tre città
sovrapposte da lei esplorate nello stesso sito, sono convenuti per ricordarla Gian
Piero Givigliano, con il quale Silvana “incrociò” la permanenza universitaria a
Pisa nella Facoltà di Lettere Classiche, il quale poi si trovò ad insegnare nell’Ateneo del “suo” territorio archeologico, e che ora illustra un tema, quello della
leggenda di Filottete, che ella aveva esaminato nella tesi di laurea; Pier Giovanni
Guzzo, il suo maestro di archeologia a Sibari e predecessore nella Direzione degli
Scavi e del Museo, per il quale nutrì una devozione inossidabile nel tempo; Emanuele Greco, il collega ed amico con il quale condivise l’emozione di riprendere
gli interrotti scavi delle tre città sovrapposte, di “leggere” l’impianto ippodameo
di Thourioi-& +!& (/*.$!$%& !'& (#) 1#$!*& !(!#/*& +!& 7*.!#& #& 7#(#8!#)/#-& %-& !)3)%-& +!&
,%+%$%& !& 9$%/!& : *$)#$%;& #& <!8#$!& /*)& '#& 0!((!*)%& #$/4%*'*5!/#& +%''#& =>>?@ABC&
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Di questi tre antichi amici, che con chi scrive diventano quattro – per lei come
i vetuli notique columbi2&+!&*$#"!#)#&0%0*$!#-&+!&M1%'&.*% #&/4%&3)&+#&$#5#""#&
tanto conosceva e del quale amava recitarmi i versi in latino – non fa parte il molto
più giovane Alessandro D’Alessio. Lo ricevette nell’aprile 2010 come archeologo
1
A Roma, il 29 ottobre prossimo, sotto il patrocinio dell’Istituto Nazionale di Archeologia e
Storia dell’Arte e dell’Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia.
2
Hor., Ep. X 5.
3
+%''#&<*.$!) %)+%)"#-&/*)&'#&+!N3+%)"#&/4%&
la caratterizzava quando qualcuno della sua
stessa amministrazione le veniva mandato
col rischio di compromettere il “monopolio” della sua Direzione: sùbito dopo, però,
dovette restarne conquistata con il trasporto
che era tipico delle sue scelte. Difatti me ne
parlò in termini di grande apprezzamento
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1N3/!*& 0%) $%& '1!& ,!& (!& $*,#,#-& )*)& ,O%$#&
0*+*&+!&1' !0#$%&%&.!#)!3/#$%&1)#&/*),%$Giardino e fontana di Villa Bertoni.
sazione, perché gli si rivolgeva continuamente instaurando un “dialogo” a tre per interposta persona che, al telefono, metteva a dura prova le mie capacità neurologiche di coordinamento. Quando poi me
ne parlava in sua assenza, constatai che nutriva per lui un affetto quasi materno,
senza naturalmente che questo limitasse la sua esuberante personalità nel soprafN#$'*6&<*$(%&!)&0%&.%$/!P&1)#&5$#)+%&/1$!*(! 2&+!&,%+%$'*-&/!P&/4%&!)3)%&#//#++%&
il 10 ottobre 2013: da allora lo incontro solo oggi, ma non avrei mai creduto che
quel giorno sarebbe anche stato l’ultimo in cui avrei rivisto Silvana.
La conobbi nell’estate del 1972, quando aveva 22 anni, nella biblioteca del
Museo Nazionale di Reggio Calabria, dove mi trovavo insieme al Giudice Italo
Rizzo, che due anni prima era diventato famoso per il recupero giudiziario dei
8$*)"!&+!&Q*$ !/%''*-&+%''#&/6+6&: %( #&+%'&3'*(*N*;&%&.%$&'O!+%) !R! &+!&M1%''#&: %( #&
di Basilea”, che trent’anni dopo avrebbe portato alla sua restituzione all’Italia.
Nulla sapevo di quella bella ragazza, al contrario del Giudice Rizzo, che me la
presentò, e mi stupii che lei invece mi conoscesse benissimo. Aveva letto i miei
.*/4!&#$ !/*'!-&0%) $%&!*&!5)*$#,*&.%$3)*&/4%&!&)*( $!&.#+$!&%$#)*&/*''%54!&/*0%&
.$*N%((*$!&+!&( *$!#&%&3'*(*3#&)%!&'!/%!&%+&!)*' $%&#0!/!6&<#.%,#&#)/4%-&#''*$#&/*)&
cupida invidia, che avevo lavorato negli scavi di Sibari al Parco del Cavallo sotto
l’imperio di Guzzo, ma non lo conosceva ancóra né poteva immaginare quale
ruolo avrebbe giocato solo tre anni dopo nella sua vita professionale e nella sua
esistenza. Successivamente, quand’era ormai da tempo laureata e archeologa, e
#,%,#&1)&/*0.#5)*-&%88!&#&/4!%+%$'%&(%&)*)&N*((%&5!1) #&'O*$#&+O#,%$%&1)&35'!*6&
Non esitò a rispondermi che l’avrebbe anche voluto, ma che vi aveva rinunciato
senza rimpianti – e più tardi si appagò della nipotina Ottavia – perché sapeva bene
che, per allevarlo, non si sarebbe mai potuta dedicare totalmente al più profondo
%+&!)%( !)51!8!'%&#0*$%&+%''#&(1#&,! #S&'O#$/4%*'*5!#6&</%'(%&!)N# !-&+#'&TUVT&3)*&
ad una settimana prima della morte, di abitare e risiedere abitualmente nell’appartamentino del Museo della Sibaritide, lontano da qualsiasi centro urbano, ed isolato nell’assolata pianura del Crati. Nel luglio 1981, quando vi fu inviata, avrebbe
potuto facilmente farsi assegnare a Reggio, dov’era nata e dove la madre abitava
nella villa Bertoni costruita dal nonno negli anni Venti del Novecento, immersa
4
nel verde lussureggiante di un giardino a
doppia terrazza, dove anch’io ho trascorso
in tempi diversi due anni e mezzo della mia
vita. E quando poi, nel 1995, si legò a Luca,
avrebbe potuto abitare con lui a S. Stefano
di Rogliano, ma preferì restare nel Museo,
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raggiungerlo, per studiare o scrivere un po’
nei giorni in cui restava libera dall’amministrazione faceva venire lui a Sibari, riservando la sera all’allegra mondanità delle Il battesimo di S.L. A destra il nonno Bertoni.
notti d’estate.
A Sibari si preoccupò sùbito non solo di tenere cospicua parte della sua biblioteca privata, ma anche di istituirvene una pubblica nel Museo, che ora acquista,
per volontà dei fratelli Gabriella e Ferdinando, i suoi libri, e che al suo nome viene
oggi intitolata dalla Soprintendente Simonetta Bonomi. Ed è giusto che così sia
non solo per l’importante donazione dei volumi che le appartennero, ma anche
perché, nel momento stesso di fondare la biblioteca, si preoccupò d’incrementarla
chiedendo a quanti poteva che dessero estratti e pubblicazioni. Cosicché nel deserto del tavoliere fra il Crati e il Coscile si trova ora un piccolo ma specializzato
)1/'%*&8!8'!*5$#3/*&(1''#&<!8#$! !+%-&(1'&7*(%) !)*&%&(1''#&X#5)#&9$%/!#-&.%$&!'&
quale vorrei cogliere l’occasione d’invitare i colleghi, che l’hanno conosciuta ed
amata, a non dimenticare, in sua memoria, quel lontano invito che ci rivolse.
& X#&Y& %0.*&+!&(/*$$%$)%&!)&8$%,%&'#&8!*5$#3#6&<!',#)#&)#/M1%&#&Z%55!*&7#'#bria il 1o Dicembre 1950 da Francesco e Renata Bertoni. Il nonno materno Antonino, maestro elementare di straordinaria cultura3, aveva – in una città allora priva
di strutture universitarie – un’ottima biblioteca storica anche sulla civiltà greca e
romana, che ho potuto vedere e consultare personalmente4, e contribuì a far sorgere in Silvana ancóra bambina la passione per il mondo antico. Frequentò poi a
Reggio Calabria quel Liceo Ginnasio, come si diceva, “Tommaso Campanella”,
da cui era uscito dieci anni prima di lei il suo futuro maestro Salvatore Settis, che
proprio dall’incontro con un commissario all’esame di maturità era stato indirizzato a quella Scuola Normale Superiore di Pisa, di cui sarebbe diventato allievo,
docente e Rettore, e nella quale anche Silvana si sarebbe al suo séguito formata.
Ebbe professore delle due lingue classiche quel Carmelo Restifo, la cui grammatica greca edita da Le Monnier ha sostituito in Italia con nuovi criteri storico3
Fu maestro anche del Giudice Italo Rizzo e di mia madre Elvira Salsone, come appresi allora
prima da Silvana e poi dagli interessati. Cfr. Giuseppe Moscato, Nino Bertoni maestro ed educatore,
Calabresella editore, Reggio Calabria 1969.
4
Ricordo i volumi al completo della Storia di Roma di Th. Mommsen in traduzione italiana e di
quella di F. Barbagallo in seconda edizione, nonché molte fonti classiche.
5
linguistici il vecchio Rocci5. Restifo oggi
sarebbe stato senza problemi in cattedra
universitaria, e sarebbe potuto starci anche allora6: da lui Silvana apprese il greco antico con assoluta padronanza. Nel
1977 – otto anni dopo aver conseguito la
maturità classica – quand’era ad Atene
da soli tre mesi aveva già imparato a parlare il neogreco con la stessa scioltezza
dell’italiano. Eguale versatilità dimostraSalona 1976: con Salvatore Settis e Marisa Bonamici.
va con l’inglese e il francese, nei quali si
%(.$!0%,#&[1%) %0%) %&5!2&+#&( 1+%) %(sa universitaria.
& L'& .#+$%& %$#& .$*N%((*$%& +!& ( *$!#& %& 3'*(*3#&)%!&\!/%!-&0#&(/*0.#$,%&.$%0# 1ramente a séguito di una ischemia quando Silvana aveva solo 23 anni: in realtà,
aggravatosi, le era già venuto meno da
almeno un anno. La sua perdita ne segnò
certamente il carattere e soffrì della man/#)"#&+!&1)#&351$#&0#(/4!'%-&/4%&#,$%8Francavilla 1994: Solstizio d’estate con P.G. Guzzo.
be dovuto ancóra svolgere verso di lei un
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/!&(!&.* $%88%&#(.% #$%-&!)&3+#)"# !&*&!)&/*0.#5)!-&/4%-&+# #&'#&( $#*$+!)#$!#&8%'lezza della sua gioventù, non le mancavano mai, quanto nell’auctoritas&(/!%) !3/#&
dei suoi maestri, da Salvatore Settis a Pier Giovanni Guzzo, e, molto più tardi, anche in seniores maioresque conlegae nella ricerca archeologica, come Emanuele
Greco. Ma comunque non aveva idoli né si asteneva da una garbata ironia anche
su di loro. Settis, con gli altri, lo chiamava “Totò”, il suo nomignolo di famiglia,
«per sdrammatizzare», diceva irriverentemente, e rideva di cuore quando ripeteva
che «Settis si dà delle Arias». Di Emanuele Greco, il cui soprannome è “Lello”,
quando aspettava il suo “si stampi” per i contributi negli «Annali della Scuola
Archeologica Italiana di Atene», giocando con l’assonanza del Lollius amico di
Orazio, recitava scanzonatamente: Lelli nostrorum sermonum candide iudex7!
5
Cfr. F. Costabile, Διάλογος περὶ θανάτου: Carmelo Restifo (1925-2005), in Enigmi delle civiltà
antiche dal Mediterraneo al Nilo. Atene, la Magna Grecia, l’impero di Roma II. L’italia e le provincie.
Historia Studiorum, Reggio Calabria 2008, pp. 775-779.
6
Lo affermo per esperienza diretta, perché, pur non avendolo avuto come professore pubblico,
vi andai a lezione privata per mia libera scelta, approfittando dei legami di amicizia che aveva con
mio padre, per tutti i cinque anni del Liceo-Ginnasio.
7
Hor., Ep. I 4, 1: Albi nostrorum sermonum candide iudex. Silvana sostituiva Lellius, volutamente
senza dittongo, ad Albius, per l’assonanza con il Lollius di Ep. I 2, 1; 18, 1 ed anche 20, 28.
6
Di Guzzo non scrivo; di me non
so. Ma nell’immediatezza della
malattia e quindi della morte del
padre, quand’era ancóra studentessa e poi agli esordi della sua
# !,! 2& (/!%) !3/#-& N1& #& 0%& /4%&
toccò d’esserle vicino per primo
e talvolta di guidarla negli studi,
che allora andava conducendo
sull’antica Petelia. Benché di lei
più giovane di un anno, già dal Sibari Porta Nord 1996: con Emanuele Greco.
1968 avevo alcuni articoli di archeologia, e questo la induceva
a consultarmi. Il rapporto scien!3/*& N1& 1 #,!#& #((*'1 #0%) %&
reciproco: formata nell’interpretazione delle fonti alla scuola di
Giovanni Pugliese Carratelli, che
io conoscevo dalle pubblicazioni
ma non dai corsi, Silvana mi dava
un apporto che allora completavo
attingendo a Salvatore Caldero- Massimo D’Alema al Museo della Sibaritide.
ne. Entrambi i nostri maestri di storia antica provenivano dall’universo dell’idealismo crociano, ma Calderone l’aveva di certo superato, per quanto continuasse
sempre a trasparire nei suoi scritti. La cosa può sembrare paradossale per Silvana,
che era una convinta marxista seguace del Partito Comunista Italiano. Anche la
sua sensibilità all’estetica dell’arte antica proveniva in fondo da lì, dall’idealismo,
#)"!/4W&+#'&0# %$!#'!(0*&( *$!/*-&#+&*) #&+%''O!)[1%)"#&%(%$/! # #&(1'&(1*&0#%stro diretto, Salvatore Settis, da Ranuccio Bianchi Bandinelli, divenuto comunista
dopo il 1943 ma anche lui formatosi nella temperie gentiliano-crociana fra le due
guerre. E di Benedetto Croce le piaceva mostrarmi, nello studio del nonno tuttora
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Benché fosse già in pensione, anche Silvio Ferri, nel vecchio studio universitario che conservava dopo il trasferimento dell’Istituto di Archeologia in via Galvani, fu da lei frequentato assiduamente negli anni pisani: n’era rimasta assolutamente affascinata, ma non per questo si esimeva dall’esercitare la sua intelligenza
critica sull’arditezza di alcune sue interpretazioni e, anche quando le condivideva,
sorrideva su certi titoli che lui dava, come l’oscillatio ad mutuam libidinem8, di
cui non aveva mancato di regalarle maliziosamente – così Silvana compiaciuta
osservava – l’estratto.
8
Apparso in «Magna Graecia» VIII (1973) 7-8, pp. 7 s.
7
S’era da poco laureata con Settis, nell’anno accademico 1973-74, in Lettere
Classiche nell’Ateneo pisano, iniziando sùbito il Corso di perfezionamento nella
7'#((%&+!&\% %$%&%&]!'*(*3#&+%''#&</1*'#&^*$0#'%&<1.%$!*$%-&%+&%$#&5!2& *$)# #&!)&
Calabria, quando invece fui io ad andare a Pisa per seguire le lezioni di Paolo Enrico Arias: dunque, come non c’incrociammo a Sibari sotto Guzzo, così non c’incontrammo a Pisa sotto Arias, in quella città per entrambi cruciale. Ma sentivamo
ambedue d’averla in comune. Io l’avevo lasciata nel 1972 per studiare Giurisprudenza nell’Università di Messina, ma lì seguivo anche le materie antichistiche di
Lettere Classiche, e quindi avemmo modo di riprendere a frequentarci a Reggio,
dove abitavamo entrambi, e poi ancóra ad Atene, dove nel 1977 la raggiunsi quando vi si recò presso la Scuola Archeologica Italiana con un assegno ministeriale
di formazione. Arrivata nell’anno della scadenza del mandato di Doro Levi, che
terminò in Agosto, fu poi accolta anche dal nuovo Direttore Antonino Di Vita. Ma
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Eva, collega di diritto greco e romano quando divenni professore anch’io, cosicché Silvana diceva scherzando di dormire nel letto di lei. Scherzava anche
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della Scuola, che aveva la ventura di chiamarsi Anestis.
Tornata in Italia, la sua prima pubblicazione, come ora scopro o riscopro con
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una recensione al mio primo libro, Municipium Locrensium, scritta nel 1977 ed
apparsa sulla «Rivista di Filologia e Istruzione Classica» del 1978. Fin dal 1975
era iniziata la sua collaborazione con la Soprintendenza alle Antichità della Calabria, come ancóra si chiamava, e la sua poliedrica preparazione nella conoscenza
+%''#&/!,!' 2&/'#((!/#&(!&*$!%) P&+%/!(#0%) %&%&.$*5$%((!,#0%) %-&0#&!)3)%&!$$%vocabilmente, all’indirizzo archeologico sotto la guida pratica di Guzzo, all’epoca Soprintendente Aggiunto. Il 4 Dicembre 1980, infatti, a séguito di concorso,
Silvana fu chiamata come Direttore Archeologo di quella Soprintendenza, nella
quale avrebbe trascorso la vita. Io vi prestavo servizio dal 1978 e quindi fummo
/*''%54!&3)*&#'&To Luglio 1983, quando mi trasferii nell’Università di Messina.
Finito il 4 giugno il semestre di prova di Silvana, ed ormai partito da poco Guzzo
dalla Calabria per lidi più prestigiosi, la sede di Sibari era rimasta scoperta. Morto
il Soprintendente pro tempore all’inizio di Luglio 1981 e prima che il Ministero
obtorto collo vi spedisse il suo successore, strappato per trasferimento alla sede
originaria per non lasciar scoperto il “Museo dei Bronzi di Riace”, il Soprinten+%) %&Z%55%) %&a$6&L'+%&\*N#$*&!'&Tb&\15'!*&TUVT&.*(%&3)%&#''*&( #''*&)*0!)#)+*&
<!',#)#&$%(.*)(#8!'%&+%''OcN3/!*&</#,!&+!&<!8#$!-&+#&/1!&+!.%)+*)*&#)/*$&*55!&!'&
Parco Archeologico e il Museo Nazionale della Sibaritide, da Guzzo istituiti rispettivamente nel 1974 e nel 1976, nonché il Museo Archeologico di Amendolara,
+!,%)1 *&.*!&( # #'%&.%$&!)!"!# !,#&+!&<!',#)#&)%'&TUUd6&a#&M1%''OcN3/!*-&/1!&%$#)*&
assegnate centinaia di unità di personale, ora ridottesi ad una scarsa settantina,
8
curò con polso ferreo la tutela archeologica nei 123 comuni della provincia di
7*(%)"#-&!)&1)& %$$! *$!*&*0*5%)%*&+#'&.1) *&+!&,!( #&5%*5$#3/*-&( *$!/*&%&#$/4%ologico, al quale dedicò, da allora in poi, tutta la sua produzione.
& e&!)N# !&(!) *0# !/*&/4%&)%'&TUVf&(!#&#..#$(*-&)%''OgK$/4!,!*&< *$!/*&.%$&'#&
Calabria», il primo dei suoi due soli saggi provenienti dalla tesi di laurea: Strabone VI 1, 3. I Lucani a Petelia. Sono 11 pagine dense di quella dottrina storica e
capacità di esegesi delle fonti, che aveva acquisito a Pisa da Ferri, Pugliese Carratelli e Settis, e – oso dire – con un’aderenza “positivistica” al dato, maggiore di
quanto non fosse in tutti loro, e che era sua propria o forse gli derivava da Paolo
Enrico Arias, come mi sembra di poter anche dedurre dalle sue note marginali del
1970 ai libri di testo, che quel grande archeologo aveva scritto per i suoi studenti
su Pausania e su altri classici. Quella dottrina e quella capacità non l’avrebbero
abbandonata più in tutta la sua pubblicistica, benché questa fosse ormai volta prevalentemente all’illustrazione di reperti, scavi e territorio.
& 9!2&!)&M1%''*&( %((*&TUVf-&!)N# !-&(!&#))1)/!#,#&'#&(1#&)1*,#&,! #&(/!%) !3/#&)%'&
grosso articolo di 92 pagine scritto insieme a Guzzo per i «Mélanges de l’École
Française de Rome – Antiquité»: Per l’archeologia dei Brezi. Due tombe fra Thurii e Crotone, che ne segna il passaggio dalla Crotonitide alla Sibaritide. Nel 1982
le sole 5 pagine di Una statua equestre da Strongoli, apparse in ! "# $%&
Nuove ricerche e studi sulla Magna Grecia e la Sicilia antica in onore di Paolo
Enrico Arias, concludono il periodo “pre-professionale” della sua vita, dedicato
a Petelia (la moderna Strongoli in provincia di Crotone), con la magistrale dimostrazione che la statua bronzea di quel municipium apparteneva non a Traiano,
ma al quattuorviro locale dell’età di Antonino Pio, Manio Megonio Leone, e con
l’assegnazione delle altre statue, citate nel testamento di Megonio9, ai due fori,
!)N%$!*$%&%&(1.%$!*$%-&+%''#&/! 2&$*0#)#6&e&1)&.%//# *&/4%&(*'*&M1%( !&+1%&#$ !/*'!&
siano stati tratti dalla sua tesi di laurea, dalla quale avrebbero meritato di uscire
#)/4%&+!,%$(!& %0!&+!&%(%5%(!&'!,!#)#&%&+!& *.*5$#3#&.% %'!)#6&X#&!'&)1*,*&'#,*$*&
l’assorbì sùbito interamente, ad onta degli ozi sibariti divenuti proverbiali.
Nello stesso anno apparve infatti lo studio sul Versante nord-occidentale del
'()*&+,-(./ negli Atti del Colloquio su Temesa e il suo territorio, che distingue
già il suo impegno di archeologo territoriale, in un’epoca in cui il suo mandamento
arrivava dal Jonio al Tirreno. Le 5 impegnative voci assegnatele nella 01231/45,',&
./6/45,'7,&8*33,&7/3/91::,:1/9*&45*7,&19&;.,31,&*&9*33*&1</3*&.155*917=*&attestano
la sua ormai avvenuta affermazione nel campo degli studi archeologici negli anni
1985-1987. Molteplici i suoi contributi nel 1989 e nel 1992 in Laos I e II. In quel
1992, il suo Deposito di anfore di Trebisacce ed un recipiente per la pix Bruttia,
9
Ho ritrovato la sua dedica, per il mio 27° compleanno, sul libro di quello che sarebbe stato uno
dei miei maestri, nel quale è esaminato il testamento di Megonio Leone, volume che Silvana aveva
comprato in una libreria antiquaria di Firenze: M. Amelotti, Il testamento romano attraverso la
prassi documentale, Firenze 1966.
9
scritto con Battista Sangineto in un vo'10%&+#&0%&/1$# *&(1&\*/$!&h.!"%3$!-&'%&
cui tabelle bronzee menzionano la pece,
segnò a vent’anni di distanza un ritorno
della nostra antica collaborazione. La
cosa si sarebbe poi ripetuta fra il 2004 e
il 2008, quando mi chiamò a pubblicare
'%&%.!5$#3&%&'%&!0.$*) %&+!&%.!5$#3&$! $*vate a Copia insieme a Ghislaine Noyé:
Roma 2005: con Michel Gras (a sin.) e F. Costabile
riservò per se stessa l’edizione dell’ialla presentazione alla CRUI del S.C. Copiensium.
scrizione inaugurale delle terme. Di
M1%''%&%.!5$#3&!*&.188'!/#!&#''*$#&(*'*&'#&
più impegnativa e importante: il Senatusconsultum de honore Ti. Claudii Idomenei10. Contavo anche di pubblicare,
dopo averla presentata ad un convegno
nel 2013, ultima occasione di un nostro incontro, una 8*'>1/ inedita da un
mausoleo di Copia, mentre lei avrebbe
studiato il corredo e il monumento. Ma
la sorte mi ha lasciato solo strappandola
alla scienza ed all’affetto degli amici.
Dal 1999 si dedicò, insieme ad Emanuele Greco, all’edizione e all’esegesi
+%!& $!(1' # !& $%'# !,!& #''#& *.*5$#3#& +!&
<!8#$!ij41$!i7*.!#-& 3)*& #'& kfTk-& +# #&
Museo della Sibaritide 1999: visita del Ministro
dei Beni Culturali Melania Melandri.
della sua ultima pubblicazione, in conseguenza dei nuovi scavi intrapresi in diversi punti dell’area archeologica e in
ispecie a Casabianca, che portarono alla scoperta dell’Iseo romano. «L’archeologa Silvana Luppino ha opportunamente inquadrato la penetrazione del culto di
Iside nella società romana a partire dall’età augustea, rilevando l’inserzione di
Osiride nel Larario privato di M. Valerio Messalla Corvino»11. Ma con Renato
Peroni e la sua scuola aveva preso parte anche alla ricerca in siti preistorici, come
l$*5'!*&+!&j$%8!(#//%6&h&)%'&kffm&.188'!/P&1)#&0*)*5$#3#&(1&7#( !5'!*)%&+!&Q#ludi insieme al suo vecchio compagno di studi pisani, anche lui allievo di Settis,
Maurizio Paoletti, divenuto “cosentino”.
& K+&*5)!&0*+*-&'#&(1#&.$*+1"!*)%&(/!%) !3/#&4#&+*,1 *&N#$%&(%0.$%&!&/*) !&/*)&
una vita letteralmente oppressa sia dagli impegni di sorveglianza archeologica in
un territorio vastissimo, sia dalle incombenze amministrative d’altro genere.
10
11
In «MEP» XI (2008) 13, pp. 71-170.
Così scrivevo nel mio Caius Julius Caesar: dal dictator al princeps, Roma 2013, p. 151.
10
Dal 1981 Silvana si dedicò senza sosta alla tutela e agli interventi di scavo, a
restauri, ricognizioni, prospezioni geo-archeologiche, allestimenti museali e mostre,
da sola o in collaborazione con Enti locali
o Università e Istituti di ricerca italiani ed
esteri: in Italia l’Università della Calabria e
la Mediterranea di Reggio Calabria, le Università di Bari, Perugia, Pisa, Roma-Sapienza, in Olanda Groningen, in Francia Paris
I-Sorbonne, ed inoltre l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, l’Istituto Italiano
per l’Archeologia Sperimentale (Genova), il
Deutsches Archäologisches Institut Rom, il
Centre J. Bérard di Napoli, l’École Française de Rome, il CNR-IBAM di Lagopesole
(Potenza) e il CNR di Bari, la Scuola di
Specializzazione in Archeologia di Matera e
quella di Alta Formazione in Archeologia e
Architettura della Città Classica dell’Ateneo
reggino, la Scuola Archeologica Italiana di
Atene, l’Istituto per la Storia e l’Archeolo!"#$%&&"#'" ("#)*%+!"#$!#,"*"(-./#!(0(%#&"#
Biblioteca Nazionale di Cosenza. Tali attivi- Inaugurazione dell’esposizione del Museo Nazionale di
tà riguardarono numerose località della Si- Reggio Calabria (1982): il Presidente Pertini.
baritide e della restante Provincia di Cosenza: Sibari, Acri, Amendolara, Cariati, Belsito,
Castiglione di Paludi, Castrovillari, Cerisano, Corigliano Calabro, Cosenza, Francavilla
Marittima, Malvito, Mendicino, Montegiordano, Nocara, Pietrapaola, Rocca Imperiale,
Roggiano Gravina, Rossano Calabro, San Giovanni in Fiore, San Sosti, Santa Maria del
Cedro, Sant’Agata di Esaro, Saracena, Serra d’Aiello, Spezzano Albanese, Terravecchia,
Trebisacce.
Inoltre curò l’allestimento delle sale della Sibaritide nel Museo Nazionale di Reggio
Calabria nel 1981-82, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Sandro
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Bronzi di Riace interrogò l’avvenente Direttrice del Museo Ilde Lofaro, scambiandola
per la Soprintendente con sovrano compiacimento. A scusante per l’annoiato ma anche
scanzonato Capo dello Stato, bisogna dire che le foto che lo ritraggono con la trentaduenne Silvana sono di per sé eloquenti. Allestì poi il Museo di Castrovillari in Palazzo Gallo
11
(1983), l’Antiquarium di Scalea (1985), il
Museo Archeologico Statale di Amendolara (1994) e varie mostre archeologiche
+.(#*%&"-!6!#+"-"&. 8!#4+!%(-!0+!#%B.#"77"rati didattici: Castiglione di Paludi (mostra itinerante); Scalea – Torre Cimalonga; Roma – Castel Sant’Angelo; Venezia
– Palazzo Ducale e Palazzo Grassi; Torino
– Museo di Antichità; Cosenza – Biblioteca Nazionale; Sibari – Museo Nazionale;
San Sosti – Museo Archeologico Multimediale; e all’estero: Atene – Museo di
Arte Cicladica; Cleveland (USA) – MuVisita al Museo della Sibaritide del Direttore Generale del
seum of Art. Tenne seminari e conferenMinistero dei Beni Culturali Vittorio Sgarbi il 13/11/2001.
ze – su Sibari e la Sibaritide, sugli Italici
della Calabria Settentrionale, sulle varie attività di scavo archeologico, ricerca, tutela e
valorizzazione – presso le Università: della Calabria ad Arcavacata (Cosenza), di Pisa,
Perugia, Matera, Napoli (Istituto Universitario Orientale e Federico II), presso il Centre
J. Bérard di Napoli, l’École Française de Rome, in Francia a Paris I-Sorbonne e Lille, in
Svizzera a Bern e Ginevre, negli USA a Los Angeles e Malibu, in Germania all’Istituto
Italiano di Cultura di Köln, in Grecia alla Scuola Archeologica Italiana di Atene.
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per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia (Taranto), con incarico di rappresen-"(-%#$%&&"#M.7*!(-%($%(:"#7%*#!#N%(!#<*+8%.&. !+!#$%&&"#O"&"J*!"#"&#0(%#$!#6"&.*!::"*%#!&#
patrimonio archeologico della Sibaritide. Dal 1996 al 2001 fu coordinatore del comitato
-%+(!+.K4+!%(-!0+.#!(-%*(":!.("&%#$%&#'!(!4-%*.#7%*#!#N%(!#%#&%#<--!6!-=#O2&-2*"&!#(%&&3"5J!to del Progetto “Francavilla – Berna – Malibu”, concernente lo studio dei reperti trafugati
dall’area archeologica di Francavilla Marittima, restituiti all’Italia nel luglio 2001, anche
per merito del suo maestro degli anni pisani, Salvatore Settis, all’epoca Direttore del Getty Center. Ricoprì ripetutamente incarichi di docente a contratto presso il Dipartimento
di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università della Calabria negli anni accademici
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A queste funzioni va aggiunta la rappresentanza dello Stato in una cospicua serie di
processi relativi alla tutela archeologica.
Nel 2000 la Direzione Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali12 le
trasmise un encomio solenne da parte del Ministro pro tempore.
12
Prot. 116738 del 21/11/2000, annotato sullo “stata” approvato con D.P.R. 3/57.
12
Queste attività sottrassero, com’è
immaginabile, molto tempo a quello
di cui poteva disporre per pubblicare i risultati delle sue ricerche e degli
scavi. Malgrado ciò, i suoi titoli, in
questo stesso opuscolo raccolti da Pier
Giovanni Guzzo, arrivano esattamente
a 52 nei 34 anni che vanno dal 1978
al 2012. Pensando già al suo congedo
dalla Soprintendenza, si riprometteva,
una volta libera dall’amministrazione,
di dedicarsi alla pubblicazione dei suoi
scavi, mai immaginando che un altro
del Presidente Ciampi a Vibo Valentia il 13/01/2005:
congedo sarebbe arrivato prima del Visita
S. L. fra Salvatore Settis (a destra) e Maurizio Paoletti.
tempo dovuto.
Silvana Luppino fu donna di temperamento e credo che fra gli amici nessuno
sia stato risparmiato almeno una volta dal suo carattere. Neanche il Prof. Arias, ad
onta del timor reverentialis che ostentava verso di lui, ne era scampato! La sua indole volitiva è ben ritratta nella foto che correda la locandina di questo convegno
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Ma sapeva anche essere dolcissima nei momenti critici e le era propria la rara
natura di chi non serba mai rancori. La manifestazione più patente del suo animo
buono era quella del suo amore per i derelitti fra gli animali. Ancóra oggi a Reggio i suoi fratelli danno incarico a Mario di nutrire
i gatti che alloggiano a villa Bertoni, incarico che
"(+8%#"#5%#I2#"I0$"-.#VJ%(!(-%4.#"#-!-.&.# *"-2!-.W#
negli anni che lì abitai. Il “cane della Luppino” negli scavi di Parco del Cavallo era quello che ella
aveva trovato legato a un palo perché morisse di
fame e di sete, ed era protetto dal personale e dai
custodi, timorosi dei suoi strali ma anche coinvolti
dalla sua umanità, come se fosse un animale sacro
dell’antico Egitto. Poiché la bestiola interferiva
scodinzolando e leccandomi mentre lavoravo negli scavi, e i custodi non osavano togliermelo di
mezzo, risposi loro che “il cane della Luppino”
ero io per come venivo trattato. Non dimenticherò
mai Siria, la gattina da lei salvata ancóra lattante
nella pianura del Crati, che si aggirava con passo
felpato senza spostare un foglio sulla scrivania nel
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+%*+"6"5.#$!#%4"5!("*%#I.-. *"0%#%#*!&!%6!;#O.4!+- Sibari, estate 1984.
13
ché mi svagavo a chiamare Silvana la
!"#$%&"'()# della Pianura di Sibari ed era beata che condividessi toto
corde la sua passione felina.
Ricordo la battaglia da lei perduta
presso la Questura e la Prefettura di
Cosenza, ma combattuta con convinzione umana ed alto senso dello Stato,
per liberare le strade del Parco ArcheRossano 26/07/2008 con Luca Conti.
ologico di Sibari dalle giovanissime e
spesso minorenni schiave del sesso, ingiustamente chiamate prostitute, vittime dei
loro infami sfruttatori e dei non meno turpi e volgari clienti. Questa vergogna inumana ampiamente tollerata dalle stesse autorità che dovrebbero impedirla, compresa quella giudiziaria – e nell’indifferenza della Chiesa Cattolica, che preferisce
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più amare per l’atonia etica e l’indifferenza dei rappresentanti, o cosiddetti tali,
dello Stato e della religione. Nell’Italia dei politici e degli amministratori corrotti,
nell’Italia in cui una legge dell’attuale governo obbliga gli enti pubblici ad acquistare prodotti e servizi solo tramite gli esosi fornitori iscritti alla Consip, anche se
trovino offerte inferiori fuori di essi, va segnalato che Silvana pagava il canone
di locazione dell’alloggio nel Museo, in cui aveva scelto, rinunciando all’amplissima domus del compagno, di vivere relegata nella pianura sibarita, e che pagava
personalmente anche la linea telefonica installatavi.
Se quell’alloggio di servizio fosse stato nel cuore di una metropoli, sarebbe
stato anche giusto che lo pagasse, ma in quel deserto tale fatto mi è sempre apparso semplicemente vessatorio. La tensione etica, che l’aveva indotta a militare
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rispettavo per come lei lo viveva e intendeva, non l’abbandonò affatto – come
spesso accade – quando divenne funzionaria statale.
Fu – incredibilmente – del tutto priva sia delle gelosie tipicamente femminili,
sia di quelle proprie di molti archeologi di Soprintendenza più o meno frustrati,
e perciò non accampò mai pretesti per ostacolare chi le chiedesse di scavare nel
territorio assegnatole o di studiarne i materiali, indipendentemente dai buoni rapporti personali: fu così che aprì la Sibaritide all’esperienza internazionale della
*!+%*+"# 4+!%(-!0+";# UJJ%# 2(# 4%(4.# 7*.I.($.# $%&&3"5!+!:!"# %# I2# *"($%5%(-%# *!spettosa delle esigenze e della privacy degli amici, cui sapeva essere molto vicina
e sempre leale. Mi rammarico ancóra di non essermi soffermato a parlarle più a
lungo, come lei voleva, l’ultima volta che mi chiamò, nel giorno di San Valentino
dello scorso febbraio, quand’era improvvisamente scomparsa mia madre. Ma non
potevo immaginare che quella sarebbe stata la mia ultima conversazione. Il male
fu diagnosticato solo due settimane prima della morte e non le fu detto. Che non se
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14
al momento di trasferirsi dall’alloggio di Sibari alla casa di S. Stefano di Rogliano, lasciò di sasso il tecnico del Museo Rodolfo Maccaferro, che la salutava con
un “arrivederci”, rispondendogli: «Maccaferro, non ci rivedremo più». Fu quella
l’unica agghiacciante allusione. La sua esuberanza poteva indurre ad un giudizio
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allora nell’appartamento di villa Bertoni sottostante al suo, della non comune dedizione che dimostrò nell’assistere il suo compagno in una lunga terapia. Allora
osavo prenderla in giro dicendole: «pensavamo tutti che fossi innamorata solo di
te stessa, ma devo dare atto che lo sei anche di Luca!».
La sua vitalità e la sua personalità veramente solare e immediata nascondevano
una grande fragilità esistenziale, che la portava a rifuggire dall’argomento e dal
pensiero della malattia e della morte. Ciò spiega il paradosso che, avendola frequentata per più di quarant’anni, ed avendo spesso lavorato insieme sulle testimo(!"(:%#+.5%#42&&%#*![%44!.(!#!(-.*(.#"&&"#5.*-%#&"4+!"-%+!#$" &!#"(-!+8!/#+.(#&%!#(.(#
abbia mai approfondito quali fossero le sue convinzioni. Ma posso testimoniare
che fu certamente una scettica, senza rigidità tuttavia: era felice come una bambina ai battesimi e si rapportava diplomaticamente nel suo lavoro alle gerarchie
dell’onnipotente Chiesa Cattolica, anche se in fatto di tutela archeologica contro
gli abusi ecclesiastici non rinunciava alla fermezza, e convisse serenamente con
un compagno credente, limitandosi ad esercitare solo un garbato e comprensivo
25.*!45.#42&&"#42"#$%6.:!.(%/#$"#&%!#$%0(!-"#\$% ("#$%!#O.(-!#$%&#'%$!.%6.]13.
A quanto altri amici mi hanno riferito, non credeva – come molti fra quegli antichi
al cui studio si era consacrata – ad una vita e ad un destino oltremondani: era tutta
proiettata sull’hic et nunc. Credo non abbia mai pensato né considerato cosa di
lei sarebbe rimasto, in questo essendo una spontanea seguace della dottrina epicurea. Essendo per lei la morte il nulla, questo nulla era semplicemente fuori dei
suoi interessi. Ma a te, Silvana, io dico che exegisti operibus tuis monumentum
aere perennius14. Chi t’ha conosciuta non dovrà dimenticarti bevendo alla fonte di
Lethe: vita enim mortuorum in memoria est posita vivorum15. Per questo abbiamo
sentito di doverti ricordare. Silvana, la sola vita che possiamo darti sta nella memoria e nel cuore di noi sopravvissuti. «Moriendum fuit / properauit aetas. / Fatus
hoc uoluit tuus»16: «Non c’è stato scampo alla morte, il tempo della vita è volato.
Questo è stato il tuo destino».
13
Il gioco di parole era sul fatto che il compagno si chiama Luca Conti.
Hor., Od. III 30: exegi monumentum aere perennius.
15
Cic., Phil. IX 10. L’oratore prosegue dichiarando che l’immortalitas del senatore Servio Sulpicio sarà assicurata dal senato con la dedica di una statua, di modo che l’oblivio posteritatis non
oscuri la memoria della missione in cui perse la vita: Perficite ut is quem vos inscii ad mortem misistis
immortalitatem habeat a vobis. Cui si statuam in rostris decreto vestro statueritis, nulla eius legationem posteritatis obscurabit oblivio.
16
Cfr. F. Bücheler, Carmina Latina Epigraphica, Lipsiae 1895, nr. 1542: il verso dice meus, che
ho volto in tuus.
14
15
1/12/1950 - 12/04/2014
17
FELICE COSTABILE
L’iscrizione dei censores repubblicani di Copia Thurii.
Nella Sibaritide, sulla scarpa del Mastio della Masseria di Giosafatte in Val
di Crati, ora dimezzato in altezza, si trova murata ab immemorabili, con una accurata cornice, l’iscrizione latina dei
censores repubblicani di Copia Thurii.
Nell’occasione della giornata in memoria di Silvana Luppino, ne pubblico
la foto e, per la prima volta, le misure,
e faccio dono al Museo Archeologico
della Sibaritide del calco, in gomma
siliconica, dell’iscrizione1 perché sia
esposto, così completando la sezione
epigrafica museale curata con competenza e gusto dal Prof. Antonio Zumbo
dell’Università della Calabria.
P(ublius) Magius (Publii) f(ilius) Iunc(us) | Q(uintus) Minucius (Lucii)
f(ilius) > ce(n)s[ores] | basilicam fac(iundam) | cur(averunt) de sen(atus)
sent(entia)
1
Nell’estate 2005, grazie all’autorizzazione di Silvana Luppino, e con l’aiuto dell’ispettore onorario
alle Antichità Arch. Mario Candido e della Sig.ra Teresa Gangemi Candido per l’accesso in proprietà
privata, potei eseguire le fotografie e commissionare il calco dell’epigrafe al restauratore Sig. V. Pitrelli.
18
Lapide in in calcare locale paglierino di cm 37×83. Altezza lettere: linea 1, 4-6 cm; linea 2, 5,5
cm; CENS in interlinea 5,5 cm; linea 3, 4, 5 cm; linea 4, 4 cm. Interpunzione fra le parole.
CIL I2 fasc. 2.4, 1694 (A. DEGRASSI – I. KRUMMREY) = CIL X 123 = ILS II 5530 = RE XV.2
(1932), col. 1943 nr. 27. Cfr. anche: F. GRILLO, Antichità storiche e monumenti di Corigliano Calabro, «Calabria Nobilissima» XX (1966), pp. 33-4; P.G. GUZZO, Epigrafi latine della provincia
di Cosenza, «Epigraphica» XXXVIII (1976), pp. 135-7 nr. 5; F. COSTABILE, Istituzioni e forme
costituzionali delle città del Bruzio in età romana, Napoli 1984, p. 161 e n. 4; T. GRAVINA CANADÈ,
Giosafatte in Val di Crati, Corigliano Calabro 1988, pp. 18-22; M. PAOLETTI, Occupazione romana
e storia delle città, in S. SETTIS (cur.), Storia della Calabria antica. Età italia e romana, Roma Reggio Calabria 1994, p. 535.
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problema se i censori e il senato menzionato come organo che delibera la costruzione della basilica, sede del tribunale, pertengano alla colonia latina del 193 o al
municipium romano dell’89, nel quale la colonia mutò la forma civitatis(%,,%(&/ (
del bellum sociale5(0%(1.-.('./+ /- (2"(%!!$ 44%$ (",(2%-.(!%, .#$%&'.8('9 (!.-$:(
avere importanza nel dirimere la questione cronologica. Anch’io aderii all’attri;*4"./ (%,,%('.,./"%($.)%/%8()%8(+-%/- ('9 (,%(7%,*-%4"./ (2 ,,%(!%, .#$%&%(!*<(
far scendere l’epigrafe anche alla primissima età municipale, a favore di questa
potrebbe militare il fatto che dopo la lex Iulia de civitate sociis et Latinis danda
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dimostrare la convenienza dell’avere aderito alla cittadinanza romana rinunciando alla locale autonomia2.
Publio Magio Giunco e Quinto Minucio potrebbero essere i primi censori
eletti per il quinquennio 89-85 prima dell’e.v. al momento dell’istituzione del
municipio, quando è possibile che siano stati inclusi nella cittadinanza anche i
!.'9"(-9*$"/"(/./("/+ $"-"(/ ,,%('.,./"%(,%-"/%5(=(-%,(&/ (1*$./.('.)!"*-"(",(' /+"mento della popolazione e la conseguente esazione dei tributi e i censori curaro/.(,%('.+-$*4"./ (2 ,,6 2"&'".(+! '"&'%) /- (2 +-"/%-.(%,,6%))"/"+-$%4"./ (2 ,,%(
giustizia, di cui prima la città mancava.
I Minucii furono a Copia una gens specializzata nelle funzioni censorie, per'9>8( .,-$ ( */( ' /-"/%".( 2"( %//"( 2.!.( ",( /.+-$.( ?*"/-.( @"/*'".( &#,".( 2"( 0*'".8(
quando i censori avevano cessato di esistere e i compiti ne erano demandati ai
quattorviri o ai prefetti municipali, un M(arcus) Minucius M(a)n(ii) f(ilius) Sota
di età tiberiana, certamente un discendente fu praef(ectus) Ti(berii) Caesaris
Aug[usti] cens[o]ria potestate3.
2
E. Gabba, Urbanizzazione e rinnovamenti urbanistici nell’Italia centro-meridionale, in Id., Italia Romana, Como 1994, pp. 63-103; U. Laffi, I senati locali nello Stato municipale nel I sec. d.C., in
Id., Studi di storia romana e di diritto, Roma 2001, pp. 457-8.
3
F. COSTABILE, Senatusconsultum de honore Ti. Claudi Idomenei, «Minima Epigraphica et Papyrologica»
XI (2008) 13, pp. 82-111, 114-125, 129.
19
BIBLIOGRAFIA DI SILVANA LUPPINO (1978 – 2012)
a cura di Pier Giovanni Guzzo
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10. S. LUPPINO, Casabona, in ;-<4-)=,585&1)>)=,58.5&2+445&.)4)6-??5?-)6+&=,+.5&-6&3154-5&
e nelle isole tirreniche, V, Pisa-Roma 1987, pp. 29-31.
11. S. LUPPINO, Citerio, in ;-<4-)=,585&1)>)=,58.5&2+445&.)4)6-??5?-)6+&=,+.5&-6&3154-5&+&
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20
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22. S. LUPPINO, P.G. GUZZO, La ceramica a vernice rossa, in Laos II. La tomba a camera
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SOMMARIO
FELICE COSTABILE, Silvana Luppino: una vita per !"#$%&, '(!$%(%,
Copia. …………………………………………………………………… p. 3
Epitaphios: Per le oscure vie dell’Ade (di Felice Costabile) …… p. 16
FELICE COSTABILE, L’iscrizione dei censori repubblicani di Copia
Thurii. ……………………………………………………………………p. 18
PIER GIOVANNI GUZZO, Bibliografia di Silvana Luppino (19782012). ………………………………………………………………
p. 20
… | postea uetustate | consumpto balineo | respublica thermas a solo | fecit marmorauitq(ue).
Museo Nazionale della Sibaritide. Calco in gomma siliconica (restauratore Vincenzo Pitrelli) eseguito per incarico del Laboratorio di Epigrafia e Papirologia Giuridica dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria. Il calco riproduce l’impronta
lasciata dall’epigrafe inaugurale delle terme di Copia del I sec. d.C., riutilizzata nel
III-IV, capovolta, come lastra pavimentale di una vasca delle terme ricostruite. Foto
ad inversione cromatica. L’epigrafe, scoperta negli scavi condotti da Ghislaine Noyé
nel 2004, fu pubblicata da Silvana Luppino in «MEP» XI (2008) 13, pp. 51-56.
23
ISBN 978-88-89367-92-6
Stampato in Reggio Calabria - Luglio 2014
9 788889 367926
24