Corriere del Ticino 32 Mercoledì 3 diceMbre 2014 a cura di NATASCHA fIORETTI Fernando maina giorgio dagostino max de steFanis Le poesie di Maina sono come una carezza lieve sulla guancia, una dolce ninna nanna che culla il lettore con rime alternate e parole ricercate, ognuna al posto giusto, con naturale disinvoltura. La poesia, si sente, non è solo gioco di parole ma vera passione. Al suo secondo libro, l’autore racconta storie di vita quotidiana vissute sul nostro territorio e vicine alla nostra realtà. Protagonisti molto spesso l’amore, la fede ma anche le difficoltà, come nel caso di Corrado, sposato, che rischia di perdere il suo lavoro in banca. La copertina inquietante dice che il romanzo cyberpunk e apocalittico di De Stefanis non è per tutti. Però la visione transumanista e la riflessione sull’homo technologicus che emergono dalle vicende del protagonista Kurt, quarantenne fallito, valgono una lettura. Di parole, rime e fede LETTI PER VOI Brani di vita vissuta Tra fogli e foglie, Genesi, € 10. La vita è un pellegrinaggio, tip. Isella, fr. 16. Un cocktail esplosivo Show surprise, MJM editore, € 16. CULTURA Ricorrenze presentazioni I dUE LIbRI Questa sera alle 20.30 nel Foyer del cinema Teatro di chiasso (via dante alighieri 3, centro culturale chiasso) verranno presentati due volumi: uno recente sui duecento anni del Teatro Sociale di como e uno del 2001 sulla storia degli ottant’anni del cinema Teatro di chiasso. Quei due teatri così diversi sulla frontiera I pERIOdI TRATTATI cinema Teatro di chiasso 1935-2015, ottant’anni di storia. Sociale di Como, Cinema a Chiasso: anniversari carichi di storia e fascino RAffAELLA CASTAgNOLA zxy Il Teatro Sociale di Como ha compiuto 200 anni di storia, due secoli carichi di momenti d’incontro e di spettacoli; a pochi chilometri di distanza anche il Cinema Teatro di Chiasso si appresta a compiere gli ottanta anni di attività. L’occasione di commemorare una tappa importante della storia culturale viene messa a fuoco attraverso due pubblicazioni, la prima fresca di stampa e su cui ci soffermiamo, la seconda già presentata in occasione della riapertura pubblica dopo i restauri. Largamente citato nel corso dell’Ottocento, il Teatro Sociale di Como era considerato «la piccola Scala» per la sua ottima acustica e l’effetto d’insieme della struttura interna a palchi detta a «ferro di cavallo». La pubblicazione (Il Teatro Sociale di Como, Edizioni NodoLibri, pp. 256, Euro 50) realizzata per commemorare i 200 anni del Teatro Sociale affronta le vicende della cultura teatrale a Como in rapporto ai cambiamenti delle abitudini civili in un lento approccio verso la Modernità. Sullo sfondo delle complesse vicende, si muovono personaggi come Volta, Giovio, Carcano, Porro, Odescalchi, e Gattoni, grandi personalità di uomini illuministi e romantici, capaci di prefigurare una nuova realtà sociale e culturale. In otto piacevoli saggi (di Luca Ambrosini, Claudio Bocchietti, Fabio Cani, Marco Leoni, Alberto Liva, Alberto Longatti, Nicoletta Ossanna Cavadini, Alberto Rovi, Raffaella Valsecchi), si ripercorrono con molte novità e curiosità le vicende culturali, architettoniche, artistiche, teatrali e musicali del Teatro Sociale frutto di ricerca d’archivio. Dai progetti originali dell’archi- Teatro Sociale di como 1813-2013, duecento anni di attività. SARANNO pRESENTI zxy Vittorio enderli, Presidente amici del cinema Teatro (promotore del libro sul cinema Teatro di chiasso, uscito nel 2001) zxy Nicoletta ossanna cavadini, (redattrice scientifica di saggi all’interno delle due pubblicazioni libro del cinema Teatro e libro sul Teatro Sociale) zxy Fabio cani, editore e co-curatore del libro sul Teatro Sociale di como. zxy alberto longatti, giornalista e co-curatore del libro. tetto progettista Giuseppe Cusi, pubblicati interamente per la prima volta in questo libro, agli ultimi restauri: dall’intervento sul velario «pliniano» alle rappresentazioni operistiche; dagli spettacoli circensi alle proiezioni filmiche, dai balletti rivoluzionari alle accese discussioni dei palchettisti sul futuro del Teatro. In questo quadro si ricostruisce il ricco e vivace rapporto tra il teatro e la città. ‘‘ C’era un progetto di arena esterna, tipico di una visione utopica dell’Ottocento La storia dell’edificio viene ricostruita in tutti i suoi aspetti a partire dall’acquisizione dell’area su cui sorgeva il Castello della Torre Rotonda per la costruzione del teatro sino ai giorni nostri. In questo libro vengono chiarite molte delle questioni rimaste irrisolte nei precedenti studi sul Teatro Sociale, come anche quella relativa alla presenza di un’arena esterna, effettivamente realizzata, ossia del progetto di un teatro «notturno e diurno» visione teorica cara al rinnovamento di inizio Ottocento. In tale contesto il progetto comasco assume un particolare singolarità che mette in evidenza il ruolo sperimentale dell’ambiente culturale lariano. Seguono quindi le vicende degli apparati decorativi del Teatro, sia per quanto riguarda gli interni, con i loro avvicendamenti di epoca e di gusto, sia per quanto riguarda l’esterno che l’apparato decorativo. La descrizione degli spazi interni del teatro si completa con quella delle interni in alto: palcoscenico e logge del Teatro Sociale di como. Qui sopra: la sala del cinema Teatro di chiasso. (Foto © Aleph, NodoLibri; Lorenzo Mussi) sale del Casino Sociale, specchio altrettanto eloquente dei gusti della società comasca tra Otto e Novecento. Non poteva mancare uno specifico approfondimento sul velario dipinto da Alessandro Sanquirico, prestigioso scenografo scaligero, che ricevette l’incarico proprio dalla Società dei Palchettisti del Sociale di Como. Il Teatro Sociale ha svolto nel corso dei suoi duecento anni di vita un ruolo fondamentale nella vita culturale della città, in particolare per quanto riguarda la promozione della musica e dell’opera lirica. Rivolto alla modernità della cultura filmica, il Cinema Teatro di Chiasso ha tutt’altro percorso di riferimento. Sorto su progetto dell’architetto Americo Marazzi di Lugano, inaugurato nel dicembre 1935, propone un programma molto articolato, fra operette, i primi grandi film «parlati», comiche e commedie. La sala più moderna del cantone, agli inizi degli anni Trenta, attirava molti visitatori stupiti e affascinati dai film kolossal. Realizzato con la nuova «decorazione atmosferica» per mano di Carlo Basilico, risulta essere il più aggiornato edificio dello spettacolo. Due storie molto diverse quelle del Teatro Sociale di Como e del Cinema Teatro di Chiasso, che solo grazie alla presentazione dei libri dedicati ai loro edifici si possono affiancare, ma entrambe queste storie sono capaci di evocare il grande fascino insito nei luoghi dello spettacolo. I LIbRI zxy Cinema Teatro di Chiasso. La modernità di una tradizione culturale, a cura di Nicoletta ossanna cavadini e luca Saltini, edizione associazione amici del cinema Teatro, 2001, chiasso arti grafiche Tettamanti, pp. 215, Fr. 50. zxy Il Teatro Sociale di Como, 1813-2013, a cura di alberto longatti, Fabio cani, edizioni Nodolibri, , como, pp. 256, illustrazioni 250, euro 50. Mitologia e simbolismo negli espressivi animali di Nag Arnoldi Il «Bestiario» dello scultore ticinese in una ricca rassegna di opere in mostra alla galleria La Colomba di Lugano in bronzo Toro verde (H cm 27) (Foto © La Colomba; ProLitteris) zxy La galleria La Colomba a Lugano-Viganello, seguendo una piacevole e apprezzata consuetudine con Nag Arnoldi, propone ora una singolare quanto interessante serie di opere del noto e amato scultore ticinese. Celebre in tutto il mondo, con esposizioni da Mexico City a New-York, a San Diego, a Los Angeles, ma tuttavia sempre animato da una particolare sensibilità e attenzione per il territorio d’origine, come dimostrano le numerose presenze in gallerie del Ticino e della Svizzera. Il Bestiario si compone di un nucleo di 28 sculture in bronzo fuse a cera persa, di piccole e medie dimensioni, e 6 disegni su tela. Il titolo riporta la memoria ai bestiari del Medioevo, testi di storia naturale in latino e volgare, un intreccio di favole, leggende, miti e anedotti. Spesso illustrati con figure o miniature, trattavano le virtù soprannaturali degli animali ed erano improntati ad intento più morale e simbolico che scientifico. C’è pure un rimando alla decorazione scultorea a base di animali reali o fantastici di edifici di epoca romanica e gotica. È un percorso e un campo di ricerca che ha sempre affascinato gli artisti nel corso dei secoli fino alla contemporaneità, e Nag Arnoldi offre una personale interpretazione di questo filone creativo. I generosi spazi e un allestimento accurato offrono al visita- tore una visione d’insieme di forte impatto visivo ed emotivo, spingendolo poi a muoversi tra felini, galli, tori, cavalli, arieti, rinoceronti, elefanti, amazzoni. «Il complesso degli animali- afferma Claudio Guarda nel catalogo – tende a costituirsi come un moderno Bestiario, dal momento che ancora vi si coglie traccia di quello che era lo spirito del bestiario medioevale, vale a dire veicolare significati più vasti che vanno oltre la loro rappresentazione. Di conseguenza nel bestiario di Nag non può comparire qualsivoglia animale in qualsivoglia posa. La scelta dell’animale è sempre condizionata, oltre che da insopprimibili richiami affettivi o da velate connotazioni semantiche (colte o popolari che siano, dalla rapacità del falco all’astuzia della volpe), soprattutto dalla reale possibilità di darne una resa espressiva la più pura e intensa possibile». Si va così dal felino, proiettato verso una possibile preda, al toro in postura fortemente aggressiva, alla raffinata eleganza dell’aquila americana, alla compostezza dell’amazzone in equilibrio perfetto con il cavallo, al gatto blu: c’è un filo conduttore riconoscibile nella grande e raffinata perizia tecnica, nel segno vigoroso, fortemente espressivo e nelle sorprendenti colorazioni, dalle sfumature del blu e del verde: elementi che generano forti tensioni, estreme torsioni, aggressività, sofferenza. Tuttavia alcuni lavori recenti di piccole dimensioni, un geco, una deliziosa chiocciola, un elefantino dalle forme compatte e arrotondate, sorprendono per una certa delicatezza e morbidezza del tratto, pur sempre marcato e vitale, ma meno scarno, quasi un celato invito al visitatore a rappacificarsi con sé stesso, ma soprattutto ad accettare le asperità e le contraddizioni della condizione umana. Sei disegni su tela completano l’esposizione, scenario di tanta vitale, energica, inesauribile creatività. Fino al 21.12.2014, www.lacolomba.ch. EMILIa CarabELLI
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