anmefi - Camera dei Deputati

Ai Signori Onorevoli componenti la Commissione Affari Sociali
Prot. 14/2014
Oggetto: XVII Legislatura. XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI. Indagine conoscitiva
sull’organizzazione dell’attività dei medici che svolgono gli accertamenti sanitari per verificare lo
stato di salute del dipendente assente per malattia
Sono Annalisa Sette, presidente dell’ANMEFI, associazione rappresentativa dei medici fiscali
INPS, che ad oggi riunisce circa 360 colleghi.
Innanzitutto vogliamo ringraziare per aver voluto disporre questa indagine conoscitiva riguardante
la difficile situazione in cui si sono ritrovate alcune centinaia di medici fiscali INPS,
monomandatari e spesso‎ monoreddito.
Desideriamo richiamare la Vostra attenzione su due punti essenziali, scaturiti dall'improvviso e
deprecabile provvedimento dell'Istituto di Previdenza:
1) la nostra precaria (e in molti casi disperata) situazione lavorativa;
2) il possibile aumento della spesa pubblica derivante da un prevedibile aumento dell’assenteismo
con conseguente danno erariale.
I medici fiscali INPS rappresentano una categoria di lavoratori con rapporto di lavoro formalmente
libero-professionale. Ma siamo certi che tale rapporto, in considerazione delle numerose
incompatibilità e limitazioni imposte dalle normative emanate dall' Ente, sia di fatto un rapporto
cosiddetto "libero-professionale"?
La rigidità delle norme imposte ha impedito alla maggior parte di noi la frequentazione di scuole di
specializzazione, la possibilità di esercitare altre attività sia con enti pubblici che privati, l'accesso ai
corsi di Medicina Generale ed, in definitiva, la possibile acquisizione di un punteggio per un valido
inserimento nelle graduatorie della Medicina Generale.
Il 30 aprile 2013, con un improvviso e per noi imprevisto provvedimento amministrativo, la
Direzione Generale dell’INPS ha sospeso le visite mediche di controllo disposte d’ufficio; l’INPS
ha motivato tale atto, come l’applicazione della spending review.
Teniamo a ricordare che la spesa per la medicina di controllo, fino al 26 febbraio 2013, era
contemplata nel bilancio preventivo dell’INPS, come spesa obbligatoria e non di funzionamento e
quindi assolutamente da non sottoporre a spending review. Nell’ottobre 2012, l’allora Ministro
della Salute del Governo Monti, Prof. Dott. Renato Balduzzi, escluse la spesa per la medicina di
controllo dalla spending review!
In concomitanza della revisione e riduzione di spesa per la medicina fiscale, l’INPS ha reperito
fondi per contratti a tempo determinato per 998 colleghi, da inserire nelle commissioni di invalidità
civile, passando da una spesa di 10 milioni nel 2011 a più di 30 milioni di euro nel 2013!
A questo riguardo, troverete nel fascicolo note del Consiglio Indirizzo e Vigilanza e della Corte dei
Conti, che potranno fare chiarezza sull'operato dell'Istituto.
Ritornando sulla questione della medicina di controllo, la nostra esperienza ultra ventennale sul
campo ci fa temere che il venir meno del controllo possa avere riflessi negativi sui livelli
dell’assenteismo lavorativo per malattia, sino al possibile utilizzo della malattia stessa come
ammortizzatore sociale. A tal proposito, sempre in una nota il Consiglio Indirizzo e Vigilanza
INPS, (delibera del 04.06.2013) preoccupato delle possibili conseguenze dell'iniziativa intrapresa,
invitava l'Istituto a "porre in essere tutte le iniziative necessarie a contrastare l'assenteismo".
In mancanza di dati completi, che l’Istituto continua a non renderci noti nonostante le nostre
richieste, valgano come riferimento quelli certi della Direzione Regionale Calabria, secondo i quali
l’INPS ha erogato per l’indennità di malattia 57.034.667 di euro nel 2012 e 60.152.652 nel 2013,
con un incremento dei certificati che sono passati dai 376.432 del 2012 ai 394.411 del 2013. Un
aumento del 5% circa, che se rapportato alla spesa nazionale, lascia presagire risultati per niente
confortanti e causa di possibile e grave nocumento per l’erario.‎
Il numero di visite effettuate nel 2012 riteniamo essere il valore limite, al di sotto del quale non si
può scendere affinché i benefici siano maggiori dei costi, come affermava la circolare INPS del
05/01/1995, la quale stabiliva che il corretto rapporto tra numero di certificati pervenuti e numero di
controlli eseguiti devesse attestarsi al 20%, essendo questo il punto di equilibrio costi/benefici,
senza trascurare l’effetto deterrente delle visite fiscali.
Altro dato da tenere in considerazione è che i disoccupati in Italia son aumentati nel 2013 di circa il
10%; parliamo quindi di 293.000 unità in più rispetto al 2012 (dati ISTAT). Poiché i lavoratori
iscritti alla disoccupazione non possono usufruire della malattia, la diminuzione del tasso di
occupati dovrebbe determinare una spesa per indennità di malattia nel 2013 inferiore al 2012,
mentre, come si evince anche da interrogazioni parlamentari, il numero delle certificazioni di
malattia, nel 2013, è aumentato.
Un altro capitolo merita di essere scritto per quanto riguarda il cosiddetto " data-mining", sistema
operativo che l'INPS ha creato, definendolo "esperto" ed in grado di "auto apprendere". Tale
sistema operativo, così come tutto il progetto di informatizzazione del servizio, ha comportato
l’impegno di ingenti risorse economiche, che sono ampiamente documentate nelle pagine in vostro
possesso e la cui validità è tutt'ora da verificare, per come sino ad ora è stato dall'ente impiegato. Ci
è apparso evidente che, da quando l’INPS ha ripreso l’assegnazione delle poche visite d’ufficio,
utilizzando il data-mining, le visite che ci vengono assegnate hanno frequentemente scadenza di
prognosi nelle 48 ore e, soprattutto, che ad essere visitati sono lavoratori con 3-4 giorni di malattia.
Tale controllo ci appare pertanto poco o per niente produttivo e nemmeno mirato, visto che i primi
3 giorni di malattia sono a carico del datore di lavoro!
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Inoltre, riferiamo alla Onorevole Commissione che le poche visite assegnate da gennaio sono state
distribuite su tutto il territorio nazionale con criterio assolutamente incomprensibile e di cui
l’Istituto non dà spiegazioni plausibili. I dati da noi raccolti sottolineano l'evidente discrepanza di
assegnazione delle visite da sede a sede (sedi con un medico effettuano circa 80 visite d'ufficio al
mese, mentre sedi dove lavorano più medici effettuano 4/5 visite al mese a testa).
Si vuole poi richiamare la Vostra attenzione su come ogni anno siano stanziati dallo Stato alle
Regioni, e quindi alle AA.SS.LL., circa 70 milioni di euro per effettuare visite fiscali ai dipendenti
pubblici., mentre l’INPS ha destinato per l’anno 2014 solo 12 milioni di euro per quelle d’ufficio,
sui dipendenti privati. Tale discrepanza, corre l'obbligo di segnalare, diviene maggiormente
evidente nel momento in cui si rileva che il numero dei dipendenti pubblici è circa 3,5 milioni
mentre quello dei dipendenti privati a carico dell’INPS è circa 15 milioni. Tutto ciò nonostante
entrambi gli Enti possano eseguire indifferentemente controlli nel pubblico e nel privato. Ma
soprattutto, per evidenti motivi che non è il caso di ribadire, le AA.SS.LL. non prevedono
specifiche mansioni di medico fiscale, avendo i loro medici una pluralità di mansioni che non hanno
e non possono avere i medici fiscali INPS, buona parte dei quali svolgono il servizio da circa
vent’anni e oltre, con decine di migliaia di visite effettuate.
Tali premesse, in parte approfondite con i succinti testi che si è voluto mettere a Vostra
disposizione, dimostrano quanto sia indilazionabile l’adozione di iniziative legislative di
adeguamento del quadro normativo che finora ha regolato la medicina fiscale (ricordiamo che tale
disciplina è tutt'ora regolamentata da un D.M. del 2008, che avrebbe dovuto essere un "decreto
ponte" della durata di un anno e che si sarebbe dovuto intervenire per una disciplina a carattere
definitivo utile all'INPS, allo Stato ed ai medici fiscali).
Pur non essendo la giusta sede per entrare nei dettagli, tuttavia vi sottoponiamo alcune possibili
soluzioni, per dare stabilità lavorativa, mantenendo le indicazioni di efficienza, efficacia ed
economicità della spesa:
1) un contratto di lavoro a tempo indeterminato, oramai ineludibile;
2) l’adozione del cosiddetto "Polo Unico della Medicina Fiscale";
3) un rifinanziamento immediato della medicina fiscale INPS da parte dell'Istituto, in attesa dei
tempi necessari alla realizzazione del Polo Unico.
Il passaggio da una retribuzione a prestazione ad una retribuzione oraria, con rapporto di lavoro a
tempo indeterminato (A.C.N.), fermo restando l'utilizzo dei medici delle liste speciali ad
esaurimento, avrebbe come conseguenza una riduzione della spesa per l’INPS. La garanzia di
continuità del rapporto consentirebbe di ridurre fino al 50% il costo della singola prestazione, con
un risparmio anche da parte delle aziende, che potrebbero cosi concorrere in maniera determinante
alla lotta agli abusi. Oltre alla riqualificazione professionale del medico fiscale su tutto il territorio,
tale soluzione comporterebbe un ampliamento ed un miglioramento del servizio, ponendo fine al
precariato ed alla promiscuità ultra decennale della tipologia di rapporto lavorativo dei medici
fiscali.
Un simile provvedimento, fortemente auspicato dall’ANMEFI e dai medici fiscali INPS,
consentirebbe in primo luogo anche la possibilità di utilizzare i medici fiscali oltre che per i
controlli domiciliari, per le visite ambulatoriali agli assenti, per il controllo delle prognosi lunghe,
delle patologie croniche, delle responsabilità di terzi, segnalazione di malattie professionali ed
infortuni sul lavoro, delle patologie non indennizzabili, ed in secondo luogo e a determinate
condizioni, da valutare nelle sedi opportune, per le commissioni di invalidità.
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Il progetto del Polo Unico, prevedendo un risparmio ed un miglioramento dell’efficienza, efficacia
e snellimento dell’azione di controllo, avrebbe l’obiettivo di unificare il procedimento relativo alle
visite fiscali, oggi ripartite tra A.S.L. e INPS, affidando a quest’ultimo la totalità dei controlli, anche
in considerazione che all’INPS affluiscono tutti i certificati di malattia e la stessa si è recentemente
informatizzata per l’espletamento in tempo reale delle visite di controllo, dando maggiore senso ai
sistemi operativi, di cui abbiamo riferito in precedenza.
Alla luce di quanto brevemente esposto si ribadisce come non sia proficuo il taglio di budget per la
medicina fiscale per le evidenziate conseguenze per lo Stato e per i medici fiscali.
Per una razionale disamina che si prefigga di rendere efficace il servizio della medicina fiscale e di
ridurre la spesa pubblica, ma anche per rispondere al Vostro invito, chiediamo di prendere in
considerazione alcuni quesiti da noi posti ( vedi allegati ) e che potranno tornare utili alle Vostre
valutazioni, al fine di trovare pertinenti le essenziali considerazioni ed i suggerimenti fin qui
avanzati.
Il Presidente
Dr.ssa Annalisa Sette
Roma, 20 febbraio 2014
All.ti 1
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XVII
Legislatura
XII
COMMISSIONE
(AFFARI
SOCIALI)
Indagine
conoscitiva
sull’organizzazione
dell’attività
dei
medici
che
svolgono
gli
accertamenti
sanitari
per
verificare
lo
stato
di
salute
del
dipendente
assente
per
malattia
I QUESITI DELL’ANMEFI
1) Quale è la spesa per indennizzo di malattia che l’INPS ha sostenuto in ciascun anno dal
2009 al 2013?
2) Quale è il numero di certificati di malattia pervenuti all’Inps in ciascun anno dal 2009 al
2013?
3) Quali somme ha recuperato l’INPS dalle visite disposte dai datori di lavoro in ciascun anno
dal 2009 al 2013 e quale percentuale rappresenta rispetto alle somme che avrebbe dovuto
recuperare per tale motivo nel corso di ciascun anno? Nel messaggio n. 009504 del
27/04/2011 il direttore centrale PSR Ruggero Golino segnalava:”sono state rilevate ingenti
partite finanziarie a rischio prescrizione relative a crediti nei confronti delle aziende per il
rimborso delle spese per visite mediche di controllo effettuate dall’Istituto su loro richiesta”.
4) Quali somme ha recuperato L’INPS con le sanzioni per gli assenti a visita domiciliare in
ciascun anno dal 2009 al 2013?
5) Qual’é la percentuale di assenti ingiustificati rispetto alla totalità delle assenze per ciascun
anno dal 2009 al 2013?
6) A quanto ammonta la spesa per le convenzioni che l’INPS ha in atto con le AA.SS.LL. per
le visite ai dipendenti Inps e per le visite ambulatoriali agli assenti a visita domiciliare?
7) Quanto ha recuperato l’INPS con le azioni di rivalsa (Responsabilità Terzi, Competenza
INAIL) per ciascun anno dal 2009 al 2013? Nella circolare n.69 del 30/03/2007 si rileva che
“quasi la metà dei certificati individuati dai CML come eventi potenzialmente ascrivibili a
responsabilità terzi (RT) non dà luogo all’invio del questionario di surroga (modello AS1);
circa un quinto dei questionari inviati non viene restituito degli assicurati; per superare
eventuali disfunzioni nella restituzione dei questionari, i Dirigenti medici responsabili dei
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CML provvederanno a disporre con assoluta priorità visite mediche di controllo- domiciliari,
ovvero, a discrezione, direttamente ambulatoriali- per tutti gli assicurati con certificazione
medica dove è ipotizzabile “responsabilità di terzi”e con prognosi che superi i sette giorni di
malattia”.
8) Qual’é la percentuale dei certificati potenzialmente ascrivibili a Responsabilità Terzi o
competenza INAIL, che sono stati sottoposti a visita di controllo domiciliare in ciascun anno
dal 2009 al 2013?
9) Quanto ha recuperato l’INPS con le segnalazioni di malattia non indennizzabili da parte dei
medici di controllo?
10) Perché l’INPS non toglie l’obbligo di fascia che rende impossibile la programmazione e la
distribuzione razionale delle visite sul territorio e che costringe i medici a percorrere il
doppio dei chilometri (con oneri maggiori per l’INPS poiché il totale dei km va diviso tra le
visite dell’Istituto e quelle dei datori) o perlomeno per limitare i danni aumenta il costo delle
richieste dei datori con l’obbligo di fascia? La normativa vigente prevede che la richiesta del
datore di lavoro, immediatamente comunicata dall’INPS al medico fiscale, entro le 12,00
deve essere eseguita in giornata, se comunicata dopo le ore 12.00 deve essere eseguita entro
il giorno successivo (art. 3, comma 1 D.M. del 1986) ma non prevede che il datore possa
scegliere la fascia , né il giorno.
11) Perché l’INPS non si adopera per informare le PP.AA. che possono chiedere le visite di
controllo all’Istituto Previdenziale Nazionale, considerando il fatto che in molte sedi le
visite richieste alle AA.SS.LL non vengono effettuate?
12) Perché il sistema informatico “esperto” data-mining seleziona certificati a breve prognosi
ed in scadenza escludendo le lunghe prognosi la cui scadenza è maggiormente differita che
di fatto incrementeranno la spesa? Si può ipotizzare che tale scelta possa tornare utile a
qualcuno?
13) Perché i direttori regionali INPS si sono rifiutati di fornire i dati ufficiali (che non sono dati
sensibili), sull’indennizzo di malattia erogato e sul numero di certificati di malattia
pervenuti, inerenti l’anno 2013?
Siamo fiduciosi che questa Commissione vorrà analizzare le problematiche del servizio della
medicina fiscale e la grave situazione professionale ed economica di 1381 medici e che
verranno adottate misure urgenti e risolutive.
Il Presidente
Dr.ssa Annalisa Sette
Roma, 20 febbraio 2014
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