Il Cross-linking migliora la vista. Uno studio ita

Il Cross-linking migliora la vista? Uno studio
italiano lo conferma
Autore: Roberto Marziale
Comunicati Medici
2014
Il cheratocono è una malattia della cornea (distrofia progressiva non infiammatoria) che colpisce sia
gli uomini sia le donne in giovane età e che porta ad un peggioramento costante e progressivo. Il
cheratocono è la prima causa di trapianto di cornea nei paesi occidentali, ma il trapianto viene
sempre più spesso evitato grazie alla chirurgia conservativa del cheratocono. Il Cross-linking
corneale è un intervento innovativo sviluppato relativamente di recente proprio per il trattamento
del cheratocono. Lo stesso trattamento viene anche denominato CCL, C3-R, CCR, KXL, CXL o
Cross-linking del collagene corneale. Tale metodica è stata sviluppata in Germania ed è stata
introdotta in Italia dal chirurgo Marco Abbondanza nel 2005.
Quando si è colpiti dal cheratocono, si perdono, nell’area interessata, i legami interfibrillari con
conseguente cedevolezza del tessuto del collagene corneale. Lo scopo del trattamento Cross-linking
è quello di aumentare la resistenza corneale mediante la formazione di un maggior numero di questi
legami trasversali, arrestando così il cheratocono. La terapia Cross-linking risulta tecnicamente
semplice: un collirio contenente riboflavina fotosensibile (Vitamina B2) viene instillato sull’occhio
fino ad ottenere l’impregnazione della cornea ed una quantità attentamente dosata di raggi UV-A
viene applicata alla cornea per una durata di cinque minuti. Questa procedura viene quindi ripetuta
per 6 volte in successione nella stessa seduta, fino ad una esposizione totale di circa 30 minuti.
Dal punto di vista tecnico, la procedura viene eseguita utilizzando due metodiche. La prima
contempla la rimozione dello strato più superficiale della cornea nota come epitelio (“epi-off”). La
rimozione dello strato epiteliale garantisce il miglior assorbimento della soluzione di riboflavina
all’interno dello stroma corneale e quindi la massima efficacia della terapia. La rimozione
dell’epitelio corneale può arrecare irritazione e bruciore oculare nel giorno dopo il trattamento;
questi sintomi sono previsti e persistono fino al riformarsi dell’epitelio corneale e sono controllabili
utilizzando colliri antinfiammatori non steroidei (FANS), colliri a base di sostituti lacrimali e
antidolorifici, e l’applicazione di una lente a contatto terapeutica sulla cornea per i primi giorni.
La seconda modalità di trattamento consiste nell’eseguire il trattamento senza effettuare la
disepitelizzazione prima del trattamento, riducendo il fastidio oculare nei primi giorni dopo il
trattamento (Cross-linking transepiteliale o “epi-on”). Gli Autori che eseguono questa modalità di
trattamento raccomandano l’applicazione della riboflavina nell’occhio per un tempo maggiore
prima dell’ applicazione, per permetterne il miglior assorbimento prima dell’ applicazione dei raggi
UVA. Questa seconda possibilità di trattamento viene però molto contestata da svariati autori in
quanto non consentirebbe un adeguato irrobustimento della cornea.
I pazienti che devono venire trattati sono sottoposti ad un controllo clinico molto dettagliato. Tale
controllo comprende tomografia corneale, topografia corneale computerizzata, pachimetria ad
ultrasuoni, biometria, esame biomicroscopico del segmento anteriore e posteriore dell’occhio e
microscopia endoteliale. Il parametro clinico più importante che deve essere valutato per il
trattamento di Cross-linking è lo spessore corneale. Infatti, se la cornea risulta di spessore
insufficiente per schermare con certezza la penetrazione dei raggi UV-A all’interno dell’occhio, si
deve procedere all’utilizzo di un collirio di riboflavina con diverse caratteristiche osmotiche
(collirio ipotonico). Lo scopo ultimo del Cross-linking, e di tutti i trattamenti conservativi del
cheratocono, è di posticipare o possibilmente eliminare del tutto la necessità della cheratoplastica
perforante o lamellare, e di aumentare la performance visiva del paziente, migliorando così la
qualità della vita.
A tale scopo, un importante studio scientifico italiano (Refractive Changes Following CXL),
condotto dal Dr. Abbondanza e dalla sua èquipe di colleghi, ha dato da tempo risposta ad un quesito
fondamentale per chi è affetto da cheratocono: oltre ad arrestare la patologia, il Cross-linking
migliora anche la capacità visiva? In breve: sì. Lo studio, pubblicato dalla nota rivista scientifica
“Cataract & Refractive Surgery Today Europe”, mostra come in seguito ad un intervento di Crosslinking con rimozione dell’epitelio, effettuato su 40 occhi diversi, la riduzione media della
curvatura corneale sia stata di 1,2 diottrie. Questo è un risultato fondamentale, proprio in virtù del
fatto che la patologia porta miopia associata ad astigmatismo irregolare, difetti della vista
parzialmente corretti con questo semplice trattamento parachirurgico.
E’ importante sottolineare, però, come questo studio abbia riportato l’efficacia del Cross-linking nel
migliorare la capacità visiva solamente con rimozione dell’epitelio, lasciando molti dubbi sulla
metodica del cosiddetto Cross-linking transepiteliale, sia dal punto di vista dell’efficacia
nell’arrestare il cheratocono sia da quello del miglioramento della capacità visiva. Lo studio
scientifico del Dr. Marco Abbondanza – assistito dal Dr. Barmak Abdolarahimzadeh e da Mauro
Zuppardo – si contestualizza dunque nella sempre più diffusa branca della chirurgia refrattiva per
cheratocono, in cui si interviene sempre più spesso associando il Cross-linking corneale ad altre
metodiche chirurgiche, come la MARK, la PRK, la LASIK , l’Impianto di Lenti Fachiche o gli
ICRS. Nonostante lo studio sottolinei come lo scopo primario del Cross-linking sia quello di
arrestare l’evoluzione della patologia, dunque, se eseguito correttamente e con rimozione
dell’epitelio questo può anche portare ad un lieve miglioramento della capacità visiva.
BIBLIOGRAFIA
1. Abbondanza Marco, Refractive Changes Following CXL, Cataract & Refractive Surgery
Today Europe, vol. 4, no. 7, pp. 33-38. 2009
2. Abbondanza Marco, Una nuova metodica di studio computerizzato dell’haze corneale
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14, no. 1. 1994
3. Abbondanza Marco, Asymmetric Radial Keratotomy for the Correction of Keratoconus,
Journal of Refractive Surgery, vol. 13, no. 3, pp. 302-307. 1997
4. Abbondanza Marco, Mini Cheratotomia Radiale Asimmetrica (Mini ARK) per la correzione
chirurgica del cheratocono in fase iniziale, nell’ipermetropia e nelle miopie lievi,
Esperienze, vol. 12, no. 1, pp. 21-24. 1997
5. Chan CK, Sharma M, Boxer Wachler BS, The effect of Inferior segment Intacs with and
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