Centonove numero 21

ANNO XXI Numero 20
30 MAGGIO 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
EURO 1,50
POST EUROPEE
Compagni
traditori...
Il presidente della Regione Rosario Crocetta
IL MEGAFONO “PERDE LA VOCE”
MA IL GOVERNATORE PROVA
A RIFARE QUADRATO
CON I MOVIMENTI
CHE STRAVINCONO
LE ELEZIONI.
E PRESENTANO
IL CONTO
30 Maggio 2014
il punto
EDITORIALE
Marketing
e politica
DI
ENZO BASSO
IL MARKETING applicato alla
politica. Se Renzi mette ottanta
euro in busta paga e poi ricorda
agli italiani di essere a un bivio,
ricostruire o rottamare, detto da
un rottamatore di professione, il
risultato nelle urne arriva. Se
invece Crocetta annuncia la
Rivoluzione e se ne sentono solo
gli effetti negativi, scioperi, enti
che saltano, stipendi arretrati,
malessere sociale amplificato
dal fatto che i volponi della
politica portano il governo al
voto europeo con la finanziaria
bloccata, ecco il risultato:
Crocetta è ipotecato. Dal suo
partito, che per sua stessa
ammissione, non lo sopporta. E
poi dai suoi alleati, pronti ad
avanzare nuove richieste dopo i
pasticci dell'ultimo rimpasto.
Il politico Crocetta, quando non
è disturbato dai suoi frequenti
mal di pancia, è furbo. Tanto che
ora comincia a parlare di "senso
di responsabilità". Ma qui,
occorre dire che la
responsabilità viene richiamata
fuori tempo massimo: il suo
stesso Megafono sta smettendo
di fare proclami e i deputati
migrano verso altri lidi. La
situazione quindi è grave, ma
non è seria. Perchè l'unica
certezza è che prima dei tre anni
di legislatura come è già
successo con il governo
Lombardo, i novanta inquilini
dell'Ars, destinati a diventare
settanta, non si dimetteranno.
Si chiama spirito di
conservazione della specie. Fa
specie, ma così è.
Matteo Renzi e Beppe Grillo
Ora il Paese per favore
Il Pd vince le elezioni ma per il bene dell’Italia è necessario che resti in vita il Movimento 5Stelle.
Anche se serve più umiltà e intelligenza da parte di chi ha comunque realizzato un miracolo
DI
DOMENICO BARRILÀ
Una volta tanto non è guerra di decimali e dalle urne arrivano
buone notizie, una specie di quaterna secca sulla ruota di Roma.
Vince il Pd; la lista Tsipras supera la soglia di sbarramento (in
Grecia, con la crisi e le conseguenti misure imposte dall’Europa, è
cresciuta la mortalità infantile); il M5S paga lo scotto di una
leadership inquietante; la destra, se Dio vuole, si mette tranquilla
per qualche tempo, insieme al suo leader/becchino e ai nuovi
cespugli che non crescono.
Il Pd si accentra quanto basta, senza snaturarsi troppo, e vince.
Era accaduto con Romano Prodi, accade adesso con Matteo
Renzi. Del resto i progressisti e i riformisti, anche quelli che lo
furono all’interno della Dc, non ne potevano più dei perenni
gruppi di autocoscienza in cui si dibatteva senza mai arrivare al
sodo. Meglio le riforme delle tentate riforme, semmai si può, anzi
si deve, discutere per farle meglio, invece di aspettare gli
scivoloni di chi almeno ci prova.
I volti del Pd nazionale, bella la foto di gruppo apparsa sui
giornali dopo il primo exit pool, sono in gran parte nuovi. I
comportamenti non sono fotografabili, per quelli aspettiamo.
Anche questo conta, perché Pierluigi Bersani un anno fa è stato
bruciato proprio dall’estetica del partito. Quando diversi
sbarbatelli vincevano le primarie, com’è accaduto soprattutto al
Nord, in televisione purtroppo ci andavano Rosy Bindi e Massimo
D’Alema, vanificando tutto. Stavolta in televisione ci sono andati
i giovani, che magari si riveleranno peggiori dei vecchi, ma
intanto comunicano che qualcosa è cambiato davvero, non è un
caso che la primatista delle preferenze nel Pd sia giovane e
donna (Simona Bonafè) e non è neppure un caso che gli eccessi
di Beppe Hubbard stavolta abbiano trovato una duna di sabbia a
fermarne l’avanzata. Contro la vecchia classe dirigente il
Movimento 5 Stelle avrebbe sbaragliato il campo, ma la
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon
In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella
Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
presunzione dei suoi leader, unita ad un’intelligenza politica che
mai era sembrata tanto carente nel duo consolle, è riuscita a fare
invecchiare nel giro di pochi mesi una rivoluzione promettente.
Se ti accanisci contro un bersaglio senza accorgerti che
l’avversario e la realtà non sono più quelli della volta precedente,
fai la figura del tonto, perché un conto era sparare sul povero
(stimabilissimo) Bersani e quel museo delle cere che occultava
gli sforzi di cambiamento da lui compiuti, un conto è puntare i
cannoni su un avversario assai mutato, usando le stesse
munizioni.
La politica ti cancella in fretta, i vertici del M5S oggi
rappresentano la penicillina che perde la guerra contro batteri
resistenti. Gli occorre una strategia nuova, per articolarla servono
umiltà e intelligenza, più facilmente reperibili tra i militanti
perché i vertici, che avevano realizzato un miracolo, come nella
migliore tradizione della vecchia politica si sono innamorati di se
stessi, smarrendo quell’originalità che all’inizio aveva fatto la
differenza. Certo, al tempo l’orizzonte era quello del Bar Sport,
bastava gridare che era tutto uno schifo e i contenuti si potevano
ridurre alla demolizione dell’altro. La rivoluzione pentastellata,
mancata in fase costruttiva, rischia di morire per assimilazione
all’immagine di un leader intemperante che non distingue più tra
vita e palcoscenico.
Per il bene del Paese è necessario che il M5S rimanga in vita,
perché potenzialmente in grado di porre serie questioni di
metodo alla politica, questioni necessarie quanto e forse più dello
stesso merito, tuttavia il metodo comincia dallo stile con cui si
traffica la propria proposta.
E’ tempo di scalare la montagna del buon senso. Con una destra
ridotta all’angolo, un M5S ragionevole potrebbe aiutare se stesso
e il Paese a scollinare verso tempi migliori.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
riservato
REGIONE. Il quesito dell’assessore alla Sanità sui fondi al Centro di Messina. Che superano limiti di legge e verifiche di costi
E il Neurolesi finisce alla Corte dei Conti
MESSINA. Può essere rendicontato in
più step, pluriennali, un contributo
“cospicuo” al Centro Neurolesi di
Messina, superando i limiti imposti dal
sistema previsto dall’articolo 128 delle
legge regionale n. 11 del 2010 che
impone invece una verifica annuale
sui costi?
E’ il quesito che l’assessore alla Sanità
Lucia Borsellino ha posto alla sezione
di controllo della Corte dei Conti
siciliana. Che nella seduta del 4 marzo
scorso, relatore Giuseppe Di Pietro, i
giudici contabili, sotto la presidenza di
Stefano Siracusa hanno affrontato
l’argomento, “benché la richiesta sia
tanto sintetica e incompleta da
sfiorare l’inammissibilità”.
I giudici sono chiari con l’assessore
Borsellino: “Non è possibile ipotizzare
che la legge del ’95 costituisca lex
specialis rispetto alla normativa
sopravvenuta, in quanto il Centro
Neurolesi di Messina è implicitamente
incluso nell’allegato 1 tra gli enti
beneficiari delle spese correnti
dell’Assessorato”.
Ma al tempo stesso la Corte dei Conti
lascia una porta aperta:
“L’introduzione di nuove modalità di
CORTE COSTITUZIONALE
Ufficio stampa, Crocetta ha ragione
ROMA. Un punto a favore di Crocetta
nel braccio di ferro con i giornalisti
siciliani. Con una secca ordinanza
firmata dal presidente della Corte
costituzionale Gaetano Silvestri, è stata
dichiarata "inammisibile" la questione di
legittimità sollevata a proposito
dell'art.11 comma 3 della legge 6 luglio
1976 n. 79, tesa a favorire la più ampia
informazione sulle
attività della
Regione. Il problema
di legittimità era
stato sollevato dal
giudice del lavoro di
Palermo e nel
procedimento si
Gaetano Silvestri
erano costituiti
anche l'associazione
regionale e provinciale della stampa. La
Corte ha ritenuto "manifestatamente"
infondata la questione. La vicenda
dell'Ufficio stampa della Presidenza è
diventata "un caso" a seguito delle
denunce di Crocetta, sui venti e passa
giornalisti, tutti con i galloni di
caporedattore. La Corte ribadisce che
nella pubblica amministrazione si entra
per concorso pubblico e che l'avere
svolto per tre anni un servizio, non può
essere sanato con una legge ad hoc.
Lucia Borsellino
rendicontazione non implica però che il
Centro neurolesi non possa realizzare
programmi di più ampio respiro
temporale, come il potenziamento delle
strutture o l’acquisizione di immobili da
destinare alla ricerca scientifica purchè sia
possibile sul piano pratico ricollegare il
contributo annuale ad un programma da
espletare e rendicontare nello stesso arco
temporale…”.
Ma da cosa nasce la preoccupazione
dell’assessore? Dal fatto che negli anni
passati il Centro Neurolesi di Messina
ha ricevuto copiosi finanziamenti: non
solo dall’Assessorato alla Salute, ma-in
aggregato- anche dalla Tabella “H”
della Regione con cifre rilevanti, fino a
cinque milioni. Il Centro, direttore
scientifico Dino Bramanti, negli anni
passati ha ricevuto, con obbligo di
rendicontazione, contributi dal
Comune di Messina, dalla Provincia di
Messina, dal Ministero della Sanità e
da fondi europei. Ora il presidente
della commissione sanità Digiacomo ha
puntato gli occhi sui costi “esorbitanti”
dei centri di eccellenza: da Taormina a
Cefalù, per arrivare all’Ismett. “Costi
anche tripli rispetto alle strutture
sanitarie pubbliche”.
Il Centro Neurolesi di Messina, che non
ha ancora una pinta organica
approvata, ha rinnovato una nuova
sala con sedici posti letto e aspetta
ancora che la stessa venga accreditata
dalla Regione. Restano da
rendicontare ancora un milione e
mezzo di euro “ballerini” di contributi
concessi per gli anni 2009 e 2010
ancora non incasellati.
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6/9. Dopo Europee, cespugli in rivolta
I piccoli movimenti presentano il conto al governatore Crocetta
POLITICA
10/12. Speciale amministrative
I nuovi sindaci da Brolo a Rometta
14. Accorinti a trazione sinistra
Il peso” del sindaco nell’elezione di Mazzeo
15. La Corte e la resa dei conti
Guerra aperta tra consiglio comunale e dirigenti
16. Parola di Alfredo
Cinque anni fa moriva Bisignani, un “compagno” da rimpiangere per arguzia e passione
SICILIA
17. Gli esperti venuti dal nord
Ritratto dei consulenti di Messinambiente
18. Federico, censurato d’Ateneo
Se il rettore Navarra “punisce” il ricercatore
19. V.I.A. alla guerra
Negata la valutazione di incidenza ambientale ai
palazzoni di viale dei Tigli
20. Fenomeno Cammarata
Omaggio al mito negato e alla sua culla
di Maregrosso
22. Quadrifoglio, che sfortuna
Scontro alla cooperativa di Milazzo. 32 famiglie rischiano la casa
23. Inquinamento? Meglio emigrare
Il consulente Osm lancia l’allarme a Pace del Mela
24. Nevieri e nevaroli di Sicilia
Viaggio nella storia della granita artigianale
ECONOMIA
25. Ial, 27 milioni recuperati
Revocato l’accreditamento allo storico ente
27. Agroalimentare? Internazionalismo
Workshop promosso da Confindustria
per analizzare strategie di export
POSTER
30/31. Gallo, genio da scoprire
Dueconto anni fa dompariva una delle figure
più complesse della storia di Messina
34/35. ANNIVERSARI
Castronovo e Fasci siciliani
36. «Noi, nell’era delle Furie»
A tu per tu con il regista Daniele Salvo
RUBRICHE
4-5. Settegiorni
28. Qui Europa/Consulenti lavoro/Consumatori
29. Mostre
32/33. Libri / Classifica / Lacerti di Letture
38-39 Lettere & Commenti
38. Qui scuola/Heritage/Ecologia e Ambiente
38. Messinadrastica
39. Eliodoro/Animal House
39. 150 Parole da Palermo
centonove pagina 3
30 Maggio 2014
TOP SECRET
CONSORZIO AUTOSTRADE/1
Dipendenti in mobilità
Chiesti lumi alla Regione
MESSINA. AAA: Dipendenti in
mobilità cercasi. Accettasi segnalazioni. Astenersi perditempo. Il Cas, consorzio
autostrade siciliane, ha chiesto alla Regione quali criteri
adottare per "assorbire" personale in mobilità da altre amministrazioni. A parte alcune
figure tecniche, i posti in ballo
sono una ventina.
CONSORZIO AUTOSTRADE/2
Verifiche sui pagamenti
Emergono anomalie
MESSINA. Registri contabili
sotto chiave: sta riservando
più di una sorpresa il controllo
a campione sui pagamenti del
consorzio Autostrade. In alcuni casi, non si sta quanto distrattamente, i mandati di
pagamento alle imprese venivano "ripetuti" e in alcuni casi
effettuati prima che i lavori
iniziassero.
ARTE CONTEMPORANEA
Riorganizzazione Gam,
Diffida di Giovanna Famà
MESSINA. Una formale diffida
per bloccare il bando per la
riorganizzazione della Galleria
comunale di Arte Moderna e
Contemporanea. A notificarlo
è stata l’ex esperto del Comune di Messina, Giovanna
Famà. Nel mirino, l’affidamento previsto nel capitolato
per la redazione del catalogo,
incarico già assegnato in precedenza alla studiosa, cui si
deve l’apertura della Gam.
SANITA’
Nuovi manager, secondo
ricorso al tar per Magistri
MESSINA. Sarà discusso il 12
giugno il secondo ricorso presentato al Tar di Catania dal
manager dell’Asp 5 Manlio
Magistri. Il medico milazzese,
continuando il braccio di ferro
con la Regione, chiede ai giudici di bloccare la procedura di
selezione dei nuovi manager
della Sanità, a suo gudizio non
congrua.
30 Maggio 2014
CHI SALE
Luigi Genchi
MESSINA. Il direttore generale
della Caronte&Tourist, stanco
di solcare i mari, ha cominciato
a scandagliare le rotte dei cieli.
Novello Icaro, Luigi Genchi
pratica il “kite” ogni fine settimana, per poi unire diletto a
diletto. I suoi “atterraggi”, infatti, sono al Bouchon di Messina, dove beve un bicchiere
di vino con gli amici. Severamente bianco.
Giovanni Ardizzone
MESSINA. Dieta ferrea, una
corsa domenicale alla pista ciclabile e due buchi in meno
nella cintura. Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana
ha perso sette chili in un mese
e mezzo. Il risultato di tutta
questa fatica ha anche creato
un indotto: tutti i vestiti di Ardizzone sono stati portati dal
sarto. Parola d'ordine? Stringere, stringere...
Peppino Mangiapane
MESSINA. Il segreto dell’ex deputato e assessore comunale?
Una sana passeggiata sulla riviera. Mangiapane, infatti,
ogni giorno indossa tuta e
scarpette da tennis per una ritemprante “galoppata” a
passo veloce lungo la pista ciclabile di Messina. La partenza? Al tramonto, all’altezza
della fontana di Paradiso.
Venerando Lo Conti
MESSINA. Vittoria per l’ingegnere messinese. La direzione
territoriale del Lavoro ha accolto il suo ricorso contro il licenziamento da parte della Regione,
disponendone
il
reintegro “nell' incarico di responsabile del servizio XXIII Direzione Territoriale del Lavoro di Messina fino alla data
della sua scadenza naturale”.
A decidere in favore di Lo
Conti, il giudice del lavoro
Alessandra Santalucia.
Daniele Gonciaruk
MESSINA. Successo per l’attore
e regista messinese, ad debutto giovedì 29 al Teatro Vittorio Emanuele con lo spettacolo (Romeo&Giulietta)² da
William Shakespeare. Si tratta
della prima prova assoluta per
la nuovissima Compagnia dei
Giovani, fondata da Gonciaruk
in seguito a un laboratorio seguito, nel 2013, dagli allievi di
diverse scuole della città.
settegiorni
GELA. Iniziativa di Adiconsum sui prezzi per gli espropri
Il Parco fotovoltaico
finisce in tribunale
SOCIETÀ
Musica e legalità, Ligabue a Palermo
GELA. Finirà in tribunale il progetto
"Ciligieno", della cooperativa di
produttori agricoli "Agroverde", per la
costruzione del più grande impianto
fotovoltaico d'Europa da 120 megawatt,
montato su serre di primaticci, con un
investimento di 300 milioni di euro e
centinaia di posti di lavoro promessi.
L'associazione dei consumatori,
Adiconsum, ha infatti deciso di avviare
una sorta di "Class Action" in favore dei
343 proprietari dei terreni vincolati,
perché a quasi un anno dalla posa della
prima pietra (sponsor il governatore
della Sicilia, Rosario Crocetta), è stato
eseguito solo lo sbancamento nei 230
ettari di area interessata, senza che si sia
proceduto al pagamento dell'indennità
di esproprio, mentre i finanziatori
originari si sono ritirati e i nuovi non
arrivano. Uno sportello Adiconsum
resterà aperto tutti i sabati mattina, al
Caf della Cisl in via Olanda, per
accogliere le adesioni di chi è stato
privato del podere senza congruo
indennizzo. L'indennità proposta dal
comune "per terreno agricolo" è quella
di 1,20 euro al mq, respinta dai contadini
che chiedono cifre superiori "essendo
stata modificata la categoria catastale".
"Lo scopo - hanno detto i presidenti
regionale e provinciale dell'Adiconsum,
Enzo Romeo e Giuseppe Impaglione - è
verificare conformità, congruenza e
trasparenza egli atti del comune e
tutelare i diritti dei proprietari nei
rapporti con la pubblica
amministrazione". Per ottenere copia
degli atti, secretati dal municipio gelese,
è stata necessaria una ordinanza del TarSicilia, al quale si è rivolto uno dei
proprietari del terreno, tramite
l'avvocato Saverio Girgenti.
PALERMO. Marco Ligabue sbarca a Palermo per dire no alla mafia. Il cantautore
emiliano sale sul palco dell’Unlocked spring tour, lo spettacolo che riunisce artisti
italiani e internazionali per contrastare il crimine organizzato e diffondere la cultura
della legalità attraverso la musica. Appuntamento domenica 1 giugno al Castello a
Mare, porto di Palermo, dove presenterà in anteprima alcuni brani del nuovo album.
Perle d’Oriente alle cantine Ivam di Larderia
MESSINA. “Perle d’Oriente, intreccio di culture” è il titolo della manifestazione che
venerdì 30 maggio, alle ore 20, si svolgerà alle Cantine Ivam di Larderia, nella zona
industriale Asi. Promossa dall’istituto alberghiero “Antonello”, la manifestazione
prevede un inedito programma di musica, immagini e letture sul tema “Vi raccontiamo
la Cina, breve viaggio tra storia, stereotipi e realtà”. In programma ci sono infatti
danze tradizionali delle Isole Filippine, Pandanggo sa ilaw, tinikling, seguito dal canto
popolare filippino Lupang Hinirarang. Non mancano, come è nella tradizione
dell’Antonello i piatti di cucina orientali, innaffiati con buon vino, offerto anche dalle
Cantine Ivam.
Genio Palermo diventa brand commercio
PALERMO. Il "Genio di Palermo" (nume tutelare della città) diventa un "brand", un
marchio con cui vendere le creazioni artigianali realizzate da artisti e aziende del
centro storico del capoluogo siciliano. Al Genio store, gestito dalla cooperativa
Pulcherrima Res, sono esposti i lavori di artigiani che non hanno mai voluto
abbandonare il centro storico di Palermo.
SAN PIERO PATTI. All’iniziativa della Sgb hanno partecipato diciannove giovani siciliani
Mirko Lo Piano vince il Corso Navigatori Rally
SAN PIERO PATTI. E’ messinese e si chiama Mirko Lo Piano. E’ lui
il vincitore del Corso Rally targato Sgb, diretto da Maurizio
Messina e Mauro Gulino. Mirko ha vinto dopo aver frequentato
due giornate di lezioni e dopo una prova scritta e una pratica. Tra
gli allievi si sono messe in mostra anche Desirè Zoccoli,
giovanissima neo navigatrice di Santa Margherita (Me) e Alessia
Cappadona di San Piero Patti. Gli altri allievi “diplomati” alla
scuola Rally della Sgb sono stati: Alfonso Chiappara, Sonia
Favazzi, Meluccia Florio, Alessio Formica, Stefania Frontino,
Girolamo Gaziano, Lorenzo Licata, Salvino Lo Cascio,
Michele Marturano, Antonino Merlino, Marilisa Pecoraro,
Antonio Procopio, Kevin Schepisi, Beniamino Sciacca,
Basilio Spinella e Bartolo Truglio. Diciannove gli allievi, 13
uomini e 6 donne, provenienti da Messina, Agrigento e Palermo.
MESSINA. Finisce in Cassazione il ricorso sul concorso indetto dal Policlinico “Martino”
Rossellini e l’ufficio stampa nel girone dantesco
Il Tar, il Cga, il tribunale ordinario si dicono incompetenti ad esprimersi sull’assegnazione dell’incarico
MESSINA. Il Tar si dice incompetente,
il giudice del lavoro anche, il Cga
rimanda al Tar, e la giostra
ricomincia. La vicenda del concorso di
addetto stampa del Policlinico “G.
Martino” di Messina rischia di far
venire il mal di testa. Di sicuro lo sta
facendo venire al giornalista
Gianluca Rossellini che da anni
rimane incastrato in quello che
potrebbe essere definito un girone
dantesco. Rossellini, tramite il suo
legale Antonio Catalioto, sta facendo
ricorso in Cassazione per motivi di
giurisdizione.
Rossellini chiede l’annullamento
della delibera del direttore generale
dell’azienda universitaria ospedaliera
di Messina, la n. 971/2012 (e tutti gli
atti conseguenti). Con la delibera
viene approvata la graduatoria di
merito della selezione pubblica, per
titoli e colloquio, per il conferimento
di un incarico Co.Co.Co. a tempo
determinato, della durata di due
anni, come addetto stampa.
Rossellini era giunto secondo, ma si
oppone alla nomina della vincitrice
che, a suo giudizio, andava esclusa
Gianluca Rossellini
centonove pagina 4
poichè aveva firmato l’elaborato della
prova scritta con nome e cognome. Il
giudice di primo grado ha ritenuto
insussistente la propria giurisdizione non
ritenendo che la procedura di selezione
possa ricondursi alla figura del pubblico
concorso.
«Il paradosso di tutta questa vicenda dice Gianluca Rossellini - è che il
Consiglio di giustizia amministrativa,
appena un anno prima, su identica
questione, aveva dichiarato la propria
competenza annullando la sentenza del
Tar di Catania che invece l’aveva
negata».
«La cosa ancor più sorprendente aggiunge il legale Antonio Catalioto - è
che in quest’ultima sentenza il Cga non
giustifica in alcun modo il diverso
orientamento. Per tanto saremo
costretti a rivolgerci alla cassazione in
quanto siamo in presenza di una
delegata giurisdizione sia del giudice del
lavoro che di quello amministrativo».
Gia.C.
30 Maggio 2014
settegiorni
CHI SCENDE
INIZIATIVE. XI convegno di Primavera. L’ordine dei medici di Messina premia l’attrice
Maria Grazia Cucinotta, tutta salute
MESSINA. Il sole e le sue ripercussioni sulla salute
dell'uomo, in particolare le malattie della pelle derivanti
dall'esposizione ai raggi solari. Ma anche le infezioni
derivanti dalle acque del mare, quindi come prevenire
l'inquinamento ambientale e lo stretto legame con la
medicina. Sono questi alcuni degli argomenti che saranno
al centro del dibattito in occasione dell'XI convegno di
Primavera. Tradizionale appuntamento promosso
dall'Ordine dei medici e odontoiatri di Messina insieme
con le “Borse di studio Silvana Romeo Cavaleri” che si
svolgerà oggi, venerdì 30 maggio, al Teatro Vittorio
Emanuele, alle 16. E che quest’anno protagonista sarà
Maria Grazia Cucinotta. La consueta Targa dell’Ordine,
infatti, quest’anno è stata assegnata all'attrice e
produttrice Maria Grazia Cucinotta, per l'impegno
profuso in ambito sanitario e sociale, sempre in prima
linea come testimonial di campagne contro tumori al
seno, bullismo, violenza sulle donne, malattie
neuromuscolari: una carriera di oltre vent'anni
sintetizzata in un video a cura del regista Fabio Schifilliti.
E sarà proprio la Cucinotta a consegnare alcuni dei premi
del concorso Cavaleri, istituito dalla famiglia e bandito
dai licei Maurolico, La Farina ed Empedocle, per ricordare
la Silvana impegnata per tanti anni come dama della
Croce Rossa.
La cerimonia di premiazione, presentata dai giornalisti
Massimiliano Cavaleri, organizzatore delle Borse, e
Loredana Bruno, sarà arricchita da momenti di spettacolo
con il chitarrista Gianluca Rando, la cantante Carla
Andaloro e i balletti dello Studio Danza di Mariangela
Bonanno.
La manifestazione prevede inoltre un confronto a più
voci presieduto dal governatore Rosario Crocetta. Dopo
l'apertura del presidente Giacomo Caudo e i saluti del
sindaco Renato Accorinti, del rettore Pietro Navarra, del
coordinatore del Corso di laurea in Medicina Francesco
Squadrito e del presidente provinciale della Commissione
odontoiatri Giuseppe Lo Giudice, il medico e giornalista
MESSINA. Il dirigente comunale reintegrato dopo i domiciliari colleziona rinvii a giudizio. L’ultimo è stato deciso dal
Gup Monica Marino per omissione di atti d’ufficio e abuso
d’ufficio quando Ruggeri era
a capo dell’Ato 3. Nel mirino,
le promozioni di Giovanna Restuccia, che tra il 2008 e il 2010
passò dal IV all’VIII livello, assumendo funzioni dirigenziali.
Alessio Ciacci
Maria Grazia Cucinotta
Carlo Gargiulo modererà un talk show cui prenderanno
parte gli assessori regionali alla Salute Lucia Borsellino e ai
Beni culturali Giusi Furnari Luvarà, cui sono affidate le
conclusioni.
Interverranno la dermatologa Patrizia Serafinella Cannavò, il
direttore tecnico del Consorzio Castalia ed esperto di
inquinamento marino Lorenzo Barone e il presidente della
Commissione Sanità Ara Giuseppe Digiacomo.
Socialisti a lutto, è morto Peppino Magistro
Milazzo ricorda Giuseppe Tusa
MILAZZO. E’ passato poco più di un anno dalla notte tra il 7 e
l’8 maggio 2013, quando la nave Jolly Nero, porta containers
della compagnia Messina, si è abbattuta sul molo Giano del
porto di Genova. Il violento impatto dell’imbarcazione causò
il crollo della Torre Piloti e la morte di nove militari in forza
alla Guardia Costiera, tra cui il milazzese Giuseppe Tusa, noto
nella città mamertina col nome d’arte di dj “Giuppy Black”. E
per ricordare la sua grande passione per la musica è stato
organizzato venerdì 30 e sabato 31 Maggio, alle 17, alla
discoteca Epic di Milazzo, il primo grande “Torneo Giuppy
Black”, un contest che vede in gara i più richiesti dj del
momento. Sabato 31, alle 11, nel Duomo, padre Franco
Farsaci celebrerà la Santa Messa in suffragio di Giuseppe.
PATTI. L'assessore regionale ai
beni culturali in quota DR è
“allergica” ai rapporti politici.
Invitata a Patti per comunicare
un finanziamento di trentamila euro destinato alla Villa
romana, quando ha saputo
che si trovava lì il deputato
Nino Germanà del Nuovo Centro Destra, ha preferito non
scendere dall'auto.
Antonio Ruggeri
ROSA E NERO
ANNIVERSARI. Il dj milazzese morto nella tragedia del porto di Genova
Giusi Furnari
MESSINA. E' scomparso Peppino Magistro, uomo politico buono
ed impegnato. Per anni è stato segretario provinciale del Psi,
legato politicamente all'allora ministro Nicola Capria. Fino a
poco tempo fa non aveva lesinato il suo impegno nei Circoli
socialisti di Messina che aveva fondato. Peppino Magistro è
stato presidente della Acli di Messina impegnato nel sociale e
nel volontariato. Negli anni '70 è stato consigliere comunale
della Dc e fervente intuitore della costituzione dei Quartieri. Il
suo partito non apprezzò questo impegno democratico,
isolandolo e costringendolo a lasciare lo scudocrociato.
Approdò nel Psi nel quale fu animatore e propulsore di tante
iniziative. Messina perde un politico perbene e coraggioso.
Addio all’ex deputato Ignazio Marinese
PALERMO. È morto a Palermo Ignazio Marinese. Ex deputato
regionale del Pdl, eletto nella coalizione che aveva sostenuto il
presidente Raffaele Lombardo. Marinese aveva 71 anni e
prima di essere eletto all' Ars aveva ricoperto a lungo la carica
di dirigente generale della Regione.
Festa di nozze alla Salumeria piazza S.Vincenzo
MESSINA. Salumeria di Piazza San Vincenzo in festa: sabato 6
giugno convoleranno a nozze i titolari, Maurizio Trifirò e
Stefania Campagna. Dopo la cerimonia alla Chiesa dello
Spirito Santo e il ricevimento al Parco Dafne, partenza
immediata per il viaggio di nozze. Top secret la località. A
Maurizio e Stefania gli auguri della redazione di Centonove.
centonove pagina 5
CAPANNORI. Doccia fredda per
il commissario di Messinambiente, nello scorso finesettimana impegnato nella sua città
natale Capannori per le amministrative. La candidata sostenuta da Ciacci, Francesca Palazzi, in corsa con la lista
“Alleanza per il Beni Comuni”
ha ottenuto un non esaltante
3,64%, piazzandosi ultima su
quattro.
Nino Germanà
BROLO. Il successo personale
e quello della cognata neosindaco Irene Ricciardello hanno
letteralmente “ubriacato” il
giovane deputato messinese
del Nuovo Centro Destra. Contattato telefonicamente per
una intervista durante i festeggiamenti in piazza a Brolo,
Germanà ha allegramente
commentato la “pessima performance elettorale del Pd in
Sicilia”, a suo dire “scalzato dal
Movimento Cinquestelle”
Antonio Le Donne
MESSINA. Il direttore generale
del comune di Messina non ha
fortuna col suo nome proprio.
Dopo aver specificato al suo
arrivo che non si chiamava
“Antonino”, Le Donne si è trovato affibiato un misterioso
“Giovanni” nell’atto stragiudiziale fatto recapitare al Comune dai cinquanta commercianti
contrari
all’isola
pedonale.
30 Maggio 2014
primopiano
DOPO IL VOTO. Favoriti dal governatore come satelliti del Megafono, i piccoli movimenti presentano il conto
Crocetta, cespugli in rivolta
Drs, Articolo 4 e il neonato Sal diventano protagonisti delle elezioni e criticano le strategie del presidente.
E mentre Leanza manda Michela Giuffrida in Ue, Picciolo lancia l’aut aut e Coltraro lavora a un gruppo all’Ars
DI
DANIELE DE JOANNON
PALERMO. Il presidente della Regione
Rosario Crocetta? Rischia di fare la
fine di Saturno, ucciso dai suoi figli.
Già, perché nel dopo europee,
all’ombra dello scontro tra il
Governatore e il Pd, “tramano” coloro
a cui lo stesso leader ha dato forza,
alleggerendo il suo movimento, il
Megafono, rimasto quasi senza voce.
I “CONGIURATI”. Si chiamano Lino
Leanza, Giuseppe Picciolo,
Giambattista Coltraro, Nello
Dipasquale, Antonio Malafarina
e Giovanni Di Giacinto, per citarne
alcuni. I primi quattro hanno sigle
proprie, rispettivamente Articolo 4,
Drs, la neonata Sal e Territorio, mentre
i restanti sono pronti ad abbandonare
il gruppo del Megafono.
GLI OBIETTIVI. Se il Pd chiede
“riforme o subito a casa”, i cespugli
diventati alberi vogliono un cambio di
rotta che passi dall’azzeramento totale
per dar vita a un governo di larghe
intese aperto a chi vorrà dare un
contributo, togliendo così il pallino
dalle mani del presidente, su cui pesa il
risultato ottenuto dalla sua candidata
Michela Stancheris.
RISULTATO DOUBLE FACE. Per
Rosario Crocetta non c’è dubbio: le
70mila preferenze dell’assessore
regionale al Turismo sono una
dimostrazione di forza, e non di
debolezza, perché secche, ovvero frutto
del lavoro suo e del senatore Giuseppe
Lumia, oltre che del Megafono. Per i
suoi “figli”, però, il quinto posto
ottenuto dalla Stancheris (non eletta e
dietro Renato Soru, Caterina
Chinnici e Michela Giuffrida, eletti,
e Giovanni Fiandaca) dimostra la
Rosario Crocetta e Michela Stancheris
Giuseppe Picciolo
Giambattista Coltraro
Filippo Panarello
strada senza ritorno imboccata dal
governatore della Sicilia. Un binario
morto fatto di personalismi senza saper
approfittare della preferenza multipla,
determinante per dialogare con le altre
componenti del proprio partito. A
dimostrarlo, ad esempio, il lavoro fatto
da Lino leanza (che pensa a un futuro
come presidente della Regione), il quale
ha determinato il successo dell’outsider
debuttante, la giornalista catanese
Giuffrida.
LOMBARDO DOCUIT. Di tutti i fil
rouge che legano Rosario Crocetta e il
suo predecessore Raffaele
Lombardo, uno è stato sicuramente
rescisso negli ultimi tempi. Se infatti
sul piano delle riforme (taglio
province, riduzione partecipate e
stipendi), dello spoil system e delle
alleanze istituzionali (il rapporto e il
ruolo di Confindustria), il copione è
più o meno lo stesso dal 2010, la
lezione che l’attuale presidente ha
dimenticato riguarda le geometrie
variabili. Il leader dello “squagliato”
Mpa, infatti, era stato bravissimo, forte
del suo ruolo di governatore e della
sicurezza che nessuno mai lo avrebbe
mandato a casa, a spaccare tutti i
partiti (dal Pd al Pdl) ottenendo
appoggi che si traducevano in ruoli di
governo e sottogoverno. Crocetta,
invece, ha perso la strada maestra.
Dopo aver messo alle strette i
democratici sulla sua candidatura,
dando vita al Megafono, ha preferito
dare “gratuitamente” ossigeno a tutte
le piccole formazioni orbitanti attorno
al suo movimento, che si sono
rafforzate all’Ars e sul territorio,
impoverendolo. Il Megafono, tra l’altro,
in alcune realtà, ad esempio Messina,
ha voci ufficiali che hanno minor peso
dei satelliti, ad esempio i Drs di
Picciolo e Marcello Greco (che per
esempio hanno ottenuto la nomina ai
Beni Culturali di Giusi Furnari). E se
a questo si aggiunge che molti
transfughi di altri partiti che
all’indomani delle regionali
frequentavano l’Atelier sul Mare non
sono stati accontentati, il gioco è fatto.
UN PICCIOLO CONTRIBUTO. Ha
MEGAFONO
Ardizzone si dimette, movimento a Messina senza coordinatore
MESSINA. La lettera di dimissioni, firmata Giuseppe Ardizzone, è stata spedita a Crocetta, Lumia e a tutti i deputati regionali, un tempo aderenti al Megafono, movimento che ora a Messina non ha più un coordinatore. "Non volevo si dicesse poi che il flop della Stancheris fosse a
me addebitabile" ha confidato ai suoi amici. Vicecoordinatori del Megafono restano ancora Massimo Finocchiaro e Giuseppe La Face. Fermento si registra anche nelle altre province siciliane:
a metà giugno è prevista la nascita di un movimento, ancora senza nome, "di ispirazione moderata" che raggrupperà 15 deputati regionali.
LA SCHEDA
Europee, vincitori e vinti
IL PD TRIONFA, MA SI SCATENA UNA FAIDA INTERNA.
FI NON PREMIA MICCICHÉ. I GRILLINI PERDONO IL PODIO
Anche in Sicilia le europee hanno premiato il Pd, che
a sorpresa s'impone come primo partito, con oltre il
33%, raddoppiando la media dei voti presi alle
politiche del 2013 e alle regionali del 2012. Da questo
dato, l’aut aut su riforme e rimpasto a Crocetta da
parte del segretario regionale Fausto Raciti e del
plenipotenziario di Renzi in Sicilia, Davide Faraone.
Ma come sono andati gli altri partiti? Ha tenuto il M5s,
al 26%, pur senza sfondare come indicavano i
pronostici della vigilia, mentre Forza Italia, al debutto
post-scissione, si attesta al 21% confermando l'appeal
di Berlusconi nell'isola, vincendo la sfida con il Ncd di
Angelino Alfano, che agguanta quota 9%, grazie
all'accordo con l'Udc, che però da solo alle regionali
aveva superato il 10%. Steccano Idv e Scelta europea
di Monti, sotto l'1% e superati, nell'isola, persino dalla
Lega nord (0,99%) con Matteo Salvini a quota 10
mila voti, tre volte quelli ottenuti da Ignazio
Messina, segretario nazionale del partito di Di Pietro.
In base ai dati raccolti dal Viminale, la più votata
nell'isola è stata Caterina Chinnici (Pd), 128.195
consensi (133.876 voti nell'intera circoscrizione); ultimo
Angelo Alessandri della lista “Io Cambio Maie” con
4 preferenze. Otto i seggi assegnati alla circoscrizione
Sicilia/Sardegna: tre al Pd (Renato Soru, che riporta la
seconda isola d’Italia in Ue, Caterina Chinnici, Michela
Giuffrida); due al M5s (Ignazio Corrao, Giulia
centonove pagina 6
Moia); due a Forza Italia (Salvo Pogliese e
Salvatore Cicu), uno alla lista Ncd-Udc (Giovanni La
Via). Tra i bocciati illustri c'è sicuramente Gianfranco
Micciché: l'artefice del clamoroso cappotto del 61 a 0
alle politiche del 2001, guidava la lista di Fi, ma è
giunto solo terzo, per un pugno di voti. Rimangono a
casa anche Francesco Cascio, coordinatore regionale
di Ncd, il giurista Giovanni Fiandaca del Pd e i due
assessori della giunta Crocetta, Michela Stancheris
anche lei Pd (giunta quinta) e Patrizia Valenti, sesta
nella lista Ncd-Udc. In via Bentivegna, la festa per il
successo del Pd si è subito intrecciato con le eterne
polemiche tra Crocetta e cuperliani, gli unici tra le
correnti del partito a non aver voluto rappresentanti
nella giunta. Da Roma, da Renzi, è giunto l’invito a
dare la svolta, che Crocetta ha subito accolto
anticipando alla stampa un pacchetto di riforme.
primopiano
IL PERSONAGGIO. L’ex ministro senza cariche che ha un ruolo chiave negli assetti siciliani
Cardinale, il tessitore
LA SUA PAROLA D’ORDINE È MEDIAZIONE: «LE CONDIZIONI
ATTUALI RICHIEDONO UNA SILENZIOSA TESSITURA, NON URLA»
DI
GIOVANNI FRAZZICA
Totò Cardinale esce dalla riservatezza di cui ama circondarsi
e ci concede una breve intervista. Dicono dell’onorevole:
“L'uomo senza cariche che tiene in mano il Pd siciliano”, è
vero? «Non è la prima volta che sento questa definizione,
devo dire che non mi lusinga, non è la semplice costruzione
fantasiosa di un giornalista, potrebbe esservi dietro il disegno
di chi vuole ingigantirmi per rendermi temibile o peggio
inviso ai veri protagonisti nel Pd e nel governo della Regione».
Ma ci sarà stato un motivo ispiratore? «Per la verità non mi
sono mai negato all'impegno diretto a creare condizoni di
sintesi politica per superare i problemi che si presentano
all'interno di un’area che mette insieme tante anime di
provenienza e culture diverse. Problemi a volte accrescuti per
effetto della responsabilità di governo in un tempo di pesanti
difficoltà di finanza pubblica e di grande disagio sociale. Una
tale condizione richiede l'opera di silenziosa tessitura
piuttosto che di gagliardi urlatori. Sono certo che arriveranno
presto tempi migliori e spero in una più rosea prospettiva per
il governo Crocetta e, quindi, per i siciliani che vivono oggi
una vita così grama da far temere anche reazioni
incontrollate. In questa direzione mi sono sempre adoperato e
non mi aspetto attestati di merito cui per altro non sono
assolutamente interessato». Qual è la molla che fa scattare
tanto impegno? «So di avere dei doveri nei confronti delle
nuove generazioni, della nostra terra e di coloro che
ripongono in me la loro fiducia. Cerco di assolverli come posso
e come so fare, forte di una esperienza e di una cultura
politica che mi ha forgiato alla tolleranza, al dubbio
proposititvo e al rispetto degli altri». Il risultato elettorale del
Pd alle europee migliora il quadro politico? «Sono lieto per la
straordinaria risposta del popolo siciliano che ci ha regalato
appoggiato Michela Stancheris ed è
soddisfatto del suo apporto. Nonostante
ciò, Giuseppe Picciolo avverte Crocetta:
«Abbiamo fatto una campagna mirata
che ha dato i suoi frutti, visto che
grande parte dei voti in provincia di
Messina vengono da me e Marcello
Greco», spiega. «Lino Leanza è stato
bravissimo a gestire il rapporto con gli
alleati, e confesso che avevamo pensato
di fare un ticket con lui, visto che siamo
un risultato elettorale che arriva
anche e sopratutto da Renzi.
Questo risultato ci fa carico di
una responsabilità molto grande
a cui non possiamo non
rispondere con opere concrete
che ci facciano meritare questa
fiducia». Torniamo alla tessitura,
ma l’eccesso di mediazione non
rischia di uccidere la politica?
«No, non credo, quando ci sono
punti di vista diversi su cui
discutere e personaggi seri che si
confrontano, le soluzioni
arrivano e le mediazioni
Salvatore Cardinale
possono rappresentare la fase
nobile del percorso politico.
Ricordo che quando ero ministro scoprii dai giornali di essere
su posizioni diverse da quelle esternate dal Presidente Cossiga,
di cui ero considerato il pupillo. Qualcuno cercò di fare una
mediazione ad ogni costo, avendo come obiettivo di
subordinare la mia posizione di uomo di governo rispetto a
quella dell’ex-Presidente. Allontanai il mediatore e difesi la
mia posizione. Seguirono due mesi di gelo con Fracesco
Cossiga. Quando ci incontrammo mi abbracciò e mi disse: “Hai
sbagliato, ma al tuo posto avrei fatto lo stesso. Il tuo errore è
stato contraddire uno più anziano di te che ti vuole bene,
pagherai un pegno, un pranzo a me ed a tutto il mio staff nel
migliore ristorante di Rom”. naturalmente fui felicissimo di
pagare quel prezzo, l’amicizia di Cossiga valeva molto di più».
Quale era e qual è l’oggetto del contendere? «Allora era
l’assetto delle telecomunicazioni, oggi in Sicilia credo che si
litighi per chi è il primo della classe nella scuola dell’antimafia
e su cose che ai cittadini sembrano amenità. In effetti non c’è
ancora il giusto bilanciamento fra le varie componenti
culturali che devono animare il Pd, Bersani era consapevole di
questo e stoppava sul nascere certi disegni egemonici. Ora
anche Renzi deve dare il suo contributo ed aiutarci a
disegnare un buon profilo del Pd siciliano».
anime moderate del progetto di
Crocetta. Perché - aggiunge - a nulla
vale prendere 70mila voti se c’è la
preferenza multipla. Il problema sottolinea - è che Crocetta litiga con tutti
e ha voluto chiedere una prova di
appartenenza». I Drs, nelle cui fila è
entrato un grosso calibro come Pippo
Gianni, è uno dei pilastri del
Megafono, «che non c’è, è da
ristrutturare». Picciolo avverte: «Il
presidente deve prendere atto che da
soli non si va da nessuna parte. Si deve
dare vita a una grande coalizione con un
governo nuovo. Personalmente non
porrei limiti geografici e politici, quindi
ben venga anche il Ncd. Antonello
Cracolici ha detto che Crocetta è ai
“titoli di coda”, noi pensiamo invece che
la proiezione del film abbia superato il
primo tempo, anche se allungare ancora
questa rappresentazione può portare a
30 Maggio 2014
valutazioni negative da parte di pezzi
della maggioranza».
COLTRARO LA SAL LUNGA. Notaio,
messinese di nascita e siracusano di
adozione, Giambattista Coltrato è un
deputato del Megafono che attende solo
la nascita di un nuovo gruppo all’Ars.
Fondatore di Sal, Sviluppo, autonomia,
lavoro, ha «appoggiato Michela
Giuffrida a Siracusa e a Messina,
premiando una candidatura moderata
all’interno del Pd». «Quello che conta spiega - è individuare persone credibili
che riescano a penetrare un elettorato
più ampio. In tal senso, l’eletta aveva
tutte le caratteristiche». Ma perché
creare Sal? «Ho lanciato un movimento
che è legato a determinati valori con
l’obiettivo di penetrare il territorio e di
creare un gruppo nuovo a Palazzo dei
Normanni, sciogliendo quello del
Megafono». Sul presidente Crocetta,
Coltraro dice: «Io sono più morbido di
Davide Faraone e di Fausto Raciti,
ma il governo deve essere di ampio
respiro e non fatto di manovrine per
salvare i precari. Io sono per una
progettualità che duri per tutta la
legislatura. Da qui la posizione critica di
Sal dentro la maggioranza. Ora come
ora - aggiunge - sto discutendo con
alcuni deputati, ma si tratta di
interlocuzioni aperte sia a Palermo che a
Messina». Confermata l’intesa con Nello
Dipasquale di Territorio, Coltraro non ha
dubbi: «La fase delle europee
rappresenta uno spartiacque che da qui
alla fine di giugno ridisegnerà la
geografia dell’Ars e del governo».
QUI PD. Per il cuperliano Filippo
Panarello, «un presidente che si
muove solo su un candidato,
utilizzando il fascino del potere, ma
non riesce a farlo eleggere è uno
sconfitto. Per quanto mi riguarda spiega - il problema posto dal Pd è
valido. Si deve creare un nuovo
gopverno che individui le priorità e
proceda per obiettivi». E riguardo alla
provocazione di Crocetta relativa al
cambio di sistema elettorale, Panarello
commenta: «La legge elettorale non
può essere diversa da quella che
abbiamo. Si dovrebbe cambiare lo
Statuto».
CENTRODESTRA
«Sì a un tavolo politico»
IL LEADER NCD GIUSEPPE CASTIGLIONE CHIUDE LA PORTA
AL GOVERNO: «VOGLIAMO UN CALENDARIO DI PRIORITÀ»
Giuseppe Castiglione
Poco meno del 10%, 170mila voti e un uscente
riconfermato, Giovanni La Via, sono il bottino del
debuttante Nuovo Centro Destra in tandem con l’Unione di
Centro. Oltre a superare il quorum nazionale, il neonato
partito di Angelino Alfano rafforza le proprie posizioni,
diventando determinante per il risultato siciliano con una
seri di pezzi da novanta il lista, laddove i centristi schieravano
Giovanni Pistorio (già Mpa) e l’assessore regionale Patrizia
Valenti. A raccontare i possibili sviluppi del Ncd è Giuseppe
Castiglione, viceministro durante il governo Letta: «Il
centonove pagina 7
risultato è importante e in Sicilia molto lusinghiero. Premia il
lavoro fatto dai candidati. Abbiamo tratto vantaggio dalla
grande mobilitazione fatta per le adesioni. Nell’Isola, siamo
andati bene ovunque, tra 9,20 e il dieci». Sull’apporto
dell’Udc, Castiglione è generoso: «Abbiamo lavorato come
una sola formazione». Mentre, sugli altri, dice: «Forza Italia
ha pagato lo scotto di essere al traino di Berlusconi, che non
è più quello di un tempo. Lino Leanza, invece, ha messo a
disoposizione la sua struttura, contribuendo alla vittoria di
tre candidati di società civile che, in ogni caso, godevano di
un voto d’opinione». Unico rammarico, l’insuccesso dell’ex
presidente dell’Ars, Francesco Cascio: «Ha pagato la brevità
della sua campagna elettorale». Sul futuro del governo
Crocetta e su un apporto del Ncd, è netto: «Ci siamo annoiati
e non siamo interessati ad alcuna ipotesi di governo. Siamo
interessati solo a un tavolo politico e a un calendario
assembleare che fissi le priorità». (D.D.J.)
30 Maggio 2014
primopiano
RESA DEI CONTI. La mancata elezione di Gianfranco Micciché scatena le reazioni dei maggiorenti azzurri
Forza Italia, Gibiino nel mirino
L’uomo dei 61 a zero non agguanta il seggio per una manciata di voti, complice il disimpegno nella zona
del coordinatore. E se il palermitano D’Alì lo definisce “pasticcione”, la messinese Grasso invoca le dimissioni
PALERMO. Un pugno di voti, neanche
settecento, che si traducono in uno
smacco personale e in un terremoto in
Forza Italia. Perché nelle liste del terzo
partito sicilano, a non essere eletto è
stato l’uomo del 61 a zero del 2001, il
fondatore e per anni coordinatore
azzurro, Gianfranco Miccichè. A
batterlo, non solo il catanese Salvo
Pogliese, giunto primo con 61709 voti
(di cui 61482 in Sicilia), ma anche
Salvatore Cico (51316). Il dramma è
che mentre il sardo ha conquistato
12514 voti nella Trinacria, Miccichè,
nell’altra isola, ha guadagnato 2000
preferenze, passando da 48689 a 50625.
Ma la colpa è di Cicu? Solo
indirettamente. Il problema è che
Miccichè è stato “tradito” dai suoi,
raggranellando poco dove più serviva,
ad esempio Catania, terra di Pogliese,
senza staccare gli altri nettamente
neanche nella sua Palermo, dove, ad
esempio, ha superato un terzo candidato
(giunto secondo nel capoluogo),
Salvatore Iacolino, di soli 2000 voti.
FEDELI E INFEDELI. A tenere alta la
fiamma della fedeltà a Miccichè sono
state Messina e provincia, dove,
complice la vicecoordinatrice di Grande
Sud, Bernadette Grasso, Miccichè ha
conquistato 9316 preferenze (1991 in
città) seguito da Francesca Reitano
(7404 di cui 1558 nel capoluogo).
Primo è stato anche a Palermo, a
Caltanissetta, a Siracusa, mentre
secondo a Trapani, terra di Iacolino, e a
Ragusa. Infine, l’ex viceministro è giunto
terzo ad Agrigento e
nell’importantissima Catania (appena
5583 voti) e addirittura quinto a Enna
(904). Miccichè, insomma, è stato
travolto dagli accordi tra le correnti.
Bernadette Grasso
COSI’ IL COORDINATORE. Catanese
come Salvo Pogliese, Vincenzo
Gibiino analizza così le europee: «Una
lista forte e competitiva, una campagna
elettorale improntata sulla concretezza e
sulla necessità di cambiamento hanno
portato Forza Italia ad ottenere un
risultato straordinario nella
circoscrizione insulare, superiore a quello
della media nazionale. A vincere è stato
il patto territoriale Sicilia-Sardegna, da
me concordato con Silvio Berlusconi. È
ora giunto il momento di rimboccarci
ulteriormente le maniche per rafforzare
il mondo moderato che dà voce e
speranza a molti milioni di italiani».
MA D’ALI’.... «Gibiino è un
coordinatore pasticcione. Il capolista
siciliano non è stato eletto nonostante
debba soprattutto a lui e al suo risultato
personale il fatto che forza Italia abbia
retto in Sicilia. 50 mila voti, non
d'apparato e quasi tutti “secchi” sono stati
vera manna dal cielo», commenta
Eusebio Dalì, componente del
comitato provinciale di Fi a Palermo. Per
queste considerazioni, lascio
“l'incarichetto” che a iosa Gibiino ha
distribuito in tutta la Sicilia, che tuttavia
ho cercato di rendere in qualche
produttivo, ma con un coordinatore così
è davvero tutto inutile».
CINQUESTELLE
La rivoltà di Currò
IL DEPUTATO MILAZZESE CRITICA
LA GESTIONE DEL MOVIMENTO
Perdono il podio come primo partito
siciliano, i Cinque Stelle dell’Isola, e
mandano in europa un solo siciliano su
due eletti, Ignazio Corrao. E mentre a
Palermo provano a riprendere fiato
attaccando il presidente dell’Ars, Giovanni
Ardizzone, sul “caso vitalizi”, a livello
siciliano è un siciliano a riaprire la crisi
interna. Si tratta del milazzese Tommaso
Currò, il primo a contestare il leader e il
guru Casaleggio: «Grillo ha detto che si
sarebbe dimesso? Bene, si dimetta», ha
detto all’Unità, e poi ad altre testate,
puntando il dito sul ruolo di Casaleggio,
gli attacchi a testa bassa e una strategia
che non condivide più. Per Currò, le parole
hanno un peso, e se Grillo aveva
annunciato dimissioni dovrebbe dare
seguito alle sue parole: «Mi caccino pure,
ha commentato». Dal blog dei
Cinquestelle, la replica non è arrivata
tardi: “Dopo le autoflagellazioni, le
richieste di autocritica, il maalox, le
dimissioni chieste a Grillo senza specificare
peraltro da quale carica da miracolati della
politica usciti allo scoperto, forse è il caso
di cercare un minimo di obiettività e di
realismo nel valutare il risultato
elettorale”.
L’AFFONDO DI BERNADETTE. Più
dura Bernadette Grasso, che,
ringraziando “di cuore gli elettori dei
Nebrodi, delle Provincie di Messina e
Palermo”, sottolinea il disappunto per la
gestione del coordinatore, che ha
portato alla mancata elezione dello
stesso Miccichè. Per questo, chiederà le
dimissioni dalla carica di coordinatore
regionale: «La sfiorata elezione del
capolista Gianfranco Miccichè - spiega non può passare senza osservare che il
coordinamento regionale ha gravi
responsabilità delle quali deve
rispondere dinnanzi all'intera Forza
Italia di Sicilia». (D.D.J.)
DEMOCRATICI
Pd, primi senza Frank
IL PARTITO CONQUISTA LA CITTÀ E LA PROVINCIA
NONOSTANTE L’ASSENZA DI GENOVESE. MA...
Una vittoria di Renzi. È questo il risultato più
evidente del Partito democratico a messina e provincia
dove, a comandare, era il deputato Francantonio
Genovese con il suo entourage. Sia fuori che in città,
il Pd diventa prima partito con il 32% e le preferenze
parlano chiaro: In tutta l’area, in 73.005 hanno votato
Pd a fronte di voti complessivi espressi per i candidati
(se ne potevano dare fino a tre contemporaneamente)
pari a 67.352. Un trend che si registra anche nel
capoluogo, con 22.751 a fronte di 17.758. Poco prima
del voto, alcuni maggiorenti del Pd, a cominciare dalla
presidente del consiglio comunale Emilia Barrile,
avevano annunciato la loro assoluta fedeltà al partito,
lasciando intendere di essere pronti ad accordi su
questo o quel candidato. A fronte della differenza
abissale tra voti di lista secchi e preferenze multiple ai
candidati, però, non si notano particolari “eventi” in
alcune delle sezioni più identificabili con i consiglieri
comunali, se non un vero e proprio exploit bipartisan
del renziano Marco Zambuto e dell’assessore di
Rosario Crocetta, Michela Stancheris, nelle sezioni
dalla 221 alla 223 (Massa San Giorgio e Castanea). A
prevalere, il candidato agrigentino, forte
dell’appoggio del renziano storico Francesco Palano
Quero, mentre a dare una grossa mano a entrambi
sarà stato l’ex assessore comunale e leader insiscusso
delle frazioni collinari, Tani Isajia.
centonove pagina 8
Per il resto, tutti contenti, a cominciare dai sostenitori di
Renato Soru, secondo in città con 2573 (al quarto in
tutta la provincia con 7524). Al di là di Caterina
Chinnici, prima ovunque, il secondo posto complessivo
viene agguantato dalla Stancheris (12675 contro la
terza piazza in città con 2377), seguita da Marco
Zambuto, che dalla quinta posizione a Messina (1964)
passa alla terza con 8185 (anche se a Brolo, terra del
deputato Pippo Laccoto, ha preso solo 19 voti). Chi
invece perde una posizione dal capoluogo alla provincia
è il candidato principe dei cuperliani, Giovanni
Fiandaca. che in città prende 1964 preferenze e in
provincia si piazza quinto, dopo Soru, con 6896. Alla
luce dei risultati, per il Partito democratico messinese è
tempo di ricostruire al proprio interno ma anche nei
rapporti esterni. Come quello con la giunta comunale di
Renato Accorinti. (D.D.J.)
primopiano
IL PERSONAGGIO. Parla il candidato che ha fatto volare il Carroccio nella sua Maletto, patria di Lino Leanza
Mazzeo, fragole e Lega
SIMONE OLIVELLI
MALETTO. Pontida del Sud, fragole e
grana, lega dei terroni: nell’ultima
settimana, sono stati tanti gli
accostamenti tra la Sicilia e la Lega
Nord. Tutta colpa di Maletto, un tempo
più nota politicamente come cittadina di
nascita di Lino Leanza, balzato agli
onori delle crocache per il risultato
ottenuto alle elezioni europee dal
Carroccio. A Maletto, infatti, il partito
guidato da Matteo Salvini si è
imposto sugli avversari con oltre il 32
per cento dei consensi, una percentuale
superiore a quella ottenuta dalla Lega
nella stessa Pontida. Come era
immaginabile, il segretario leghista è
stato uno dei più contenti - e stupefatti nel sapere che nella lontana Sicilia esista
un comune in cui il Carroccio non solo
non sia accolto con diffidenza ma venga
seguito in massa. Salvini, che nelle
settimane che hanno preceduto il voto è
stato impegnato in un tour in Sicilia, ha
promesso di far visita a Maletto.
Vero trascinatore della lista è stato
Antonio Mazzeo, omonimo
dell’attivista messinese NoMuos
candidatosi con L’altra Europa con
Tsipras. Il Mazzeo leghista è stato il
secondo più votato nella circoscrizione
insulare, con oltre 1400 preferenze, un
terzo delle quali provenienti appunto
dagli abitanti di Maletto.
Mazzeo, alla vigilia del voto si
attendeva questo successo?
«Confidavo in un buon risultato perché
a monte della mia candidatura ci sta il
lavoro di un gruppo politico che fa
riferimento all’onorevole Angelo
Attaguile (senatore eletto nelle fila del
Pdl, poi passato al gruppo Lega Nord e
Roberto Salvini (a sinistra) con Antonio Mazzeo
Autonomie, ndr). Con lui abbiamo
sposato il programma della Lega Nord,
ma posso già annunciare che stiamo per
costituire un gruppo che si chiamerà
Lega Sud e Autonomie, che andrà a
interloquire con il partito di Salvini».
Il risultato a Maletto è stato
soltanto un voto alla persona o i
malettesi sono i leghisti del Sud?
«Essere conosciuto in paese ha senz’altro
influito, ma posso dire che insieme al
gruppo di cui faccio parte abbiamo
spiegato il nostro progetto politico,
facendo riferimento al programma della
Lega e la gente lo ha accolto con
favore».
IL PRECEDENTE
Quell’asse con l’Mpa
Con il 32% delle preferenze, il partito batte tutti, superando il dato della stessa Pontida. Politicamente “figlio”
di Angelo Attaguile da Grammichele, spiega così la sua scelta: «Si tratta di una forza politica diversa dal passato»
DI
30 Maggio 2014
Salvini ha detto che cercherà
Maletto su Google e presto vi farà
visita. Vi siete mai incontrati?
«Ho incontrato Salvini ad Augusta in
occasione della campagna elettorale.
Ma, ripeto, il mio referente rimane
l’onorevole Attaguile. Su Salvini posso
dire che sta dimostrando di essere una
persona aperta, tutt’altro che razzista».
Da siciliano come si rapporta con
la storia della Lega, un partito
che spesso ha guardato al
Meridione additandolo come il
responsabile della maggior parte
dei mali italiani?
«Ritengo che la Lega di oggi sia diversa
Nel 2006 il Movimento per le Autonomie,
in occasione delle politiche, decise di allearsi
con la Casa delle Libertà attraversi un
accordo con la Lega Nord di Umberto Bossi.
L’idea di Raffaele Lombardo era porre fine
alla conflittualità tra autonomia e
federalismo e trasformare i conflitti in
sinergie e collaborazione tra nord e sud.
L'accordo fu formalizzato il 4 febbraio con
Roberto Calderoli, Coordinatore delle
Segreterie nazionali della Lega.
da quella del passato. Oggi, ci siamo
presentati alle elezioni con un simbolo
in cui era ben evidente il carattere
autonomista del progetto politico
promosso da Salvini. Da siciliano
autonomista posso dire che con la
fondazione di Lega Sud e Autonomie
saremo pronti a collaborare alla pari con
loro».
Qual è la sua opinione
sull’immigrazione clandestina?
«Vanno aiutati, senz’altro, ma nelle loro
terre. I soldi che spendiamo per dare la
prima assistenza qui in Italia potrebbero
essere spesi nelle loro nazioni di origine,
per eliminare le cause che li portano a
mettersi in mare».
Come si è sentito a essere collega
di partito di Mario Borghezio?
«Sinceramente non posso giudicarlo, se
l’elettorato lo vota vuol dire che
qualcosa di buono ha fatto. Comunque
sottolineo che non siamo stati colleghi
di partito: lui è Lega Nord Padania, io
sono stato Lega Nord Autonomie».
L'Espresso ha parlato della
parentela che la lega a Mario
Montagno Bozzone, già coinvolto
in un’inchiesta sulla mafia. Ha
risposto che i parenti uno non
può sceglierseli: Montagno
Bozzone ha avuto un ruolo nella
tua campagna elettorale?
«Mi dispiace, ma di concerto con il mio
avvocato abbiamo deciso di non
rilasciare più dichiarazioni sulla
vicenda».
REAZIONI
«Lo cercherò su Google»
IL SEGRETARIO SALVINI ASSICURA CHE VISITERÀ
LA CITTADINA. E SUI TEMI CALDI SICILIANI, DICE CHE...
«Lo cercherò su Google»: ha risposto così il segretario
della Lega Nord, Matteo Salvini, a chi gli chiedeva se
sapesse dove si trova Maletto, il comune in provincia
di Catania dove il partito padano ha fatto un boom da
fare invidia anche a Beppe Grillo.
Salvini, che per la prima volta si è speso personalmente
in campagna elettorale in Sicilia, ritiene il risultato
domenica scorsa «un punto di partenza per costruire
qualcosa di buono». Stando alle parole del segretario
leghista, l’esperimento potrà essere ripetuto con
l’obiettivo di far diventare la Lega «la casa degli
autonomisti».
Sembrano oramai lontani i tempi in cui dalla Padania
si guardava al Sud come la zavorra d’Italia, con tanto
di derive razziste. A riguardo, Salvini ha voluto
ribadire come nella sua attività di europarlamentare si
sia speso «più per le politiche agricole della Sicilia che
per quelle lombarde», rilegando a «tifo calcistico che,
si sa, può essere anche volgare» il coro che nel 2009
intonò contro i napoletani nel corso di una festa
leghista a Pontida.
Sui risvolti politici del risultato europeo - la Lega Nord
ha guadagnato su scala nazionale il 6,2% del consenso
- Salvini c’è andato cauto: «Noi abbiamo chiesto i voti
per andare in Europa, non per far cadere il governo
Renzi, e sarà a Bruxelles che ci impegneremo per uscire
fuori dall’euro e regolare la questione immigrati».
centonove pagina 9
Tema immigrazione che, tra quelli proposti in
campagna elettorale, è senz’altro quello più sentito
dai siciliani. Sull’argomento, il leader leghista è stato
chiaro: «L’immigrazione va controllata e ci
incontreremo con il Front National di Marine Le Pen e
tutti gli schieramenti di destra per far sì che vengano
chiuse le frontiere. Chi scappa dalla guerra - conclude
Salvini - va senz’altro aiutato, ma per fare questo ci
sono organi come l’Onu e la Nato che sono di certo
più adatti. Quel che è certo è che l’Europa non può
accogliere un miliardo di africani in maniera
indiscriminata». Un’ultima battuta sulle modalità con
cui bisognerebbe aiutare i rifugiati: «Bisogna spostare
la linea d’azione al di là del Mediterraneo. L’ha
proposto anche Renzi, bisogna organizzare dei campi
lì dove poter capire chi ha diritto a venire in Europa e
chi no». (S.O.)
30 Maggio 2014
politica
SAN SALVATORE
BROLO. Ricciardello è la prima donna a guidare il comune. Ecco le strategie. E la sua squadra
Irene, la “sindachessa”
Il grande sconfitto è Mimo Magistro, l’uomo dell’onorevole Pippo Laccoto. A sopresa le più votate
sono state due donne, Anna Ricciardo e Marisa Bonina. Cominciano le “grane” con la verifica di cassa
La solitudine
di Maria Rita
DOPO IL RITIRO DEGLI AVVERSARI
FRANCHINA LOTTAVA CONTRO
IL QUORUM. RITORNA IL COMMISARIO
San salvatore di Fitalia. Era
una lotta contro se stessa. Ma
alla fine non ce l’ha fatta.
Nulla da fare per l’unica
candidata a Sindaco del
Comune di San Salvatore di
Fitalia. L’antagonista di Maria
Rita Franchina per l’elezione
era, solamente, l’affluenza al
voto, attestatasi solo al
46,43% degli aventi diritto,
contro il 73,51% delle
precedenti amministrative.
Eppure era espressione
dell’amministrazione uscente.
Basta pensare che l’ex sindaco
Pizzolante era stato designato
assessore. Ma, evidentemente,
l’aria è cambiata. Nel Comune
si è registrata la percentuale di
affluenza più bassa di tutta la
provincia di Messina. Non
raggiungendo il quorum del
50% il Comune di San
Salvatore di Fitalia sarà retto
da un commissario
straordinario in sostituzione
del Sindaco e del Consiglio
Comunale.
R.C.
Irene Ricciardello
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Brolo. Le urne consegnano a Irene
Ricciardello un paese lacerato ma
speranzoso. Alla candidata, ritenuta
la favorita anche alla vigilia, sono
bastati appena 996 voti (contro i
1.326 della lista) pari al 24,21% dei
4114 votanti, meno di uno su quattro,
per aggiudicarsi la poltrona di
Sindaco. Con lei approderanno tra i
banchi del Consiglio Comunale o
della giunta, 14/15 candidati. La
Mimmo Magistro
minoranza, anche questo nel rispetto
del pronostico, se l'aggiudica la lista
che sosteneva Mimmo Magistro. A
rappresentare il gruppo che fa capo
alll'onorevole Pippo Laccoto saranno
la veterana e fedelissima Tina
Fioravanti, l'uscente Cono
Condipodero e i giovani esordienti
Ada Agnello, Manuel Agnello e Basilio
Murabito. Il neo sindaco di Brolo, la
prima donna a guidare l’ente, è alle
prese con l'assegnazione dei posti
chiave in giunta e consiglio, tutti i
protagonisti della campagna
elettorale - compreso l'ex sindaco
Salvo Messina - spendono parole di
pace e sempre a parole, proclamano il
sotterramento dell'ascia di guerra.
Ai già designati assessori, Pietro
Marino - cognato dell'onorevole
Picciolo - e Gaetano Scaffidi Lallaro,
quest'ultimo vicesindaco in pectore,
nei ruoli di assessore e presidente del
Consiglio Comunale dovrebbero
aggiungersi gli altri uscenti, Vincenzo
Princiotta, Giuseppe Miraglia e
Carmelo Princiotta. Ma al di là della
quadratura che certamente arriverà,
non passa inosservato il fatto che i 5
destinatari dei ruoli con appannaggio,
alla prova delle preferenze, nel
complesso non hanno particolarmente
brillato al contrario di molti
esordienti ed in particolare delle due
"prime donne", l'avvocato Anna
Ricciardi e l'imprenditrice Marisa
Bonina, prima e seconda assolute
rispettivamente con 292 e 220
preferenze. Intanto il neo sindaco è
già alle prese con la grana della
verifica di cassa necessaria e
propedeutica al passaggio di consegne
con il commissario Musolino. Le
sorprese potrebbero essere dietro
l'angolo. Tirando le somme del voto si
può dire che non perde Carmelo
centonove pagina 10
Occhiuto, dato sempre ultimo nei
pronostici, ma il suo principale deus
ex machina, l'ex assessore
al bilancio, Carmelo Gentile ed
insieme a lui la famiglia MoriniRaffaele, capigruppo storici delle
amministrazioni Messina-Laccoto.
Perde, male, Basilio Scaffidi ed
insieme a lui il duo Nuccio
Ricciardello e Linda Marino, ex
assessori di Laccoto. Molto attivi sul
piano della comunicazione,
onnipresenti sui social networks, nelle
strade e nelle piazze - Scaffidi è il
recordman dei comizi - ma non hanno
convinto. Il giovane avvocato grillino
in partenza era già dato nella parte
bassa della classifica ma, senza
l'effetto trascinamento del Movimento
5 Stelle alle Europee - a Brolo ha
raccolto oltre 600 voti giungendo
terzo - sarebbe stato superato anche
da Occhiuto. Vince Salpietro. Lo
scienziato, giunto ultimo sulla scena
ad appena un mese dalle elezioni,
forte soltanto del suo prestigio
personale ed intransigente nella
messa a punto delle alleanze e nella
formazione della lista, giunge
saldamente terzo, primo alle spalle
dei big. Tra i sostenitori l’ex
presidente del consiglio comunale
Nino Ricciardello.
30 Maggio 2014
politica
FORZA D’AGRÒ
Carpo, vittoria con...rissa
Potrebbe finire con una denuncia la rielezione. Tensioni davanti ai seggi
Mandanici. Stava rischiando di finire in
Festeggiamenti per Fabio Di Cara
FORZA D’AGRO’. Il primo cittadino rieletto grazie a Bruno Miliadò
Di Cara,al voto con lo zio
L’ex amministratore, ancora una volta, si rivela determinante.
Carmelo Lombardo “firma” il flop dell’avversaria Giulietta Verzino
GIUSEPPE PISTONE
Forza d’Agrò. Fabio Di Cara tiene fede
ai pronostici e viene riconfermato
sindaco. Una vittoria schiacciante che
lascia ben poche recriminazioni
all’opposizione. Fabio Di Cara, e la sua
sfidante Giulietta Verzino, infatti, si
sono stretti la mano in segno di
distensione dopo le polemiche dei
giorni scorsi. Ma il vero vincitore di
questa competizione elettorale è
sempre lui, Bruno Miliadò, zio del
sindaco che ha fatto di tutto per
assicurare la poltrona per un altro
quinquennio al nipote prediletto Fabio
Di Cara con la lista “Insieme”. Il grande
sconfitto resta invece Carmelo
Lombardo già sindaco dal 1997 al
2006, il quale è riuscito a collezionale
appena 26 preferenze. Un vero flop che
non si aspettava nessuno. In caso di
vittoria, l’ex primo cittadino avrebbe
dovuto ricoprire il ruolo di presidente
del Consiglio con la lista
“Rinnovamento nella competenza per
Forza d’Agrò e Scifì”. Giulietta Verzino,
anche se sconfitta con uno scarto di
appena 63 voti dal suo antagonista, con
il suo gruppo è animata dalla voglia di
fare e di fare bene per il suo paese e si
è già messa al lavoro. Ma adesso per il
primo cittadino, incassata la fiducia
degli elettori, verrà il momento più
delicato. Gestire problemi e poltrone.
Riconfermati senza indugi i suoi
assessori di riferimento: Fiorino
Chillemi e Giuseppe Stracuzzi. La
presidenza del consiglio andrà alla
capolista, Carmela Gentile, la più
votata, con i suoi 90 voti. Il terzo
assessore dovrebbe essere Patrizia
Micali e non Fabiola Smiroldo come
promesso in campagna elettorale. Vice
sindaco, Massimo Cacopardo, in
rappresentanza della frazione di Scifì.
Capogruppo di maggioranza viene
riconfermato il fratello, Emanuele Di
Cara. «Speravo che la gente capisse e
apprezzasse la novità e la competenza
– spiega Giulietta Verzino - Non
abbiamo perso noi, ma la comunità.
Saranno altri 5 anni di oblio.
Continueremo a fare gruppo e da
domani – assicura la segretaria del
locale circolo del Pd - costituiremo una
cooperativa di giovani valorrizzare il
sito archeologico di Scifì».
OLIVERI
Michele Pino riconfermato, via alle surroghe
Oliveri. Adesso il via alle surroghe! Dopo la sua riconferma il sindaco, Michele Pino passa
subito alle strategie di governo. Dopo i primi festeggiamenti per il successo ottenuto dalla
lista “Oliveri nel Cuore” (817 voti) e dal rispettivo sindaco (718), per la compagine arriva il
momento di fare il punto sulla situazione. Ad anticipare che vi potrebbero essere surroghe
in aula per la sostituzione di assessori già designati, è lo stesso Pino. «L’unica cosa che
posso dire è che non farò restare nessuno fuori – dichiara». Pino pare “sposi bene” la
filosofia del Partito Democratico, l’interessato, però, precisa di “non far parte di nessun
partito anche se, avranno la nostra gratitudine le forze politiche che permetteranno di
realizzare qualcosa”. Ad aver ottenuto il 48,58 per cento di voti “Cambiano Oliveri” con
772 preferenze, mentre Antonino Bertino ha totalizzato 613 voti.
(Pamela Arena)
rissa l’elezione per il rinnovo
dell’amministrazione comunale nel
piccolo borgo di appena 650 anime.
Sono dovuti intervenire i carabinieri
arrivati a sirene spiegate per sedare gli
animi tra i due schieramenti a poche
ore prima della chiusura dei seggi. Così
nessuno sembra voler archiviare la
campagna elettorale. Dopo la
riconferma a sindaco di Armando
Carpo, in paese si respira ancora un
clima ad alta tensione. Non solo
politica. Ma che potrebbe avere persino
strascichi giudiziari. Tant’è che la lista
“Liberi di scegliere” della candidata
Gabriella Urso starebbe meditando di
denunciare il primo cittadino Armando
Carpo. «Un gruppetto di candidati la
sera delle votazioni piantonavano gli
elettori all’entrata del seggio – dichiara
Gabriella Urso». Una storia che avrebbe
come protagonisti, il giovane Antonino
Ravidà, cugino della candidata Lino
Gaetana Loredana, il quale mentre si
recava alle urne si sarebbe fermato a
parlare con il sindaco uscente Armando
Carpo in piazza Bruno, dirimpetto il
seggio elettorale. E’ bastato per
scatenare un putiferio tra i due
schieramenti presenti in piazza. Un
incontro che qualcuno dei candidati
avrebbe persino ripreso con il cellulare.
Un elettore, assistendo alla scena,
avrebbe chiesto al presidente di seggio
di registrare l’episodio nel verbale delle
votazioni oggi al vaglio dei carabinieri
della stazioni di Roccalumera e
Mandanici. La lista “Liberi di scegliere”
starebbe valutando attraverso i propri
legali di denunciare il primo cittadino
Carpo. La riconferma di Carpo con la
lista “Uniti per crescere” era nell’aria
già da tempo. Il paese non ha creduto
alla ricomposizione degli “sfiduciati”
tornati insieme scommettendo su
Gabriella Urso. La candidata è riuscita a
collezionare appena 142 preferenze,
restando di fatto fuori anche dagli
scranni dell’opposizione. Dunque una
sconfitta in piena regola, la cui lista,
“Liberi di scegliere” si è fermata
appena al 35% con uno scarto di 120
voti. Sostanziale in un piccolo paese di
appena 496 votanti. Gli elettori così,
dopo le polemiche sull’operato del
sindaco Carpo, hanno ridato fiducia alla
coalizione uscente. Il secondo dei
consiglieri più votati è stato il nipote
del primo cittadino, Giuseppe Carpo
centonove pagina 11
Armando Carpo
con 77 preferenze, chiamato a
dimettersi per entrare in giunta. Al suo
posto subentrerà il primo dei non eletti,
Giuseppe Scoglio. E spuntano le prime
polemiche sugli assessorati. In giunta
dovrebbero così entrare Mario Scigliano
(vice sindaco), Giuseppina Amati e
Claudio Sturiale. Quest’ultimo avrebbe
raccolto appena 23 preferenze.«Non si
può assegnare un assessorato a chi ha
avuto un così basso numero di voti. Non
è giusto – dice uno dei nei consiglieri
comunali. Iniziamo col piede
sbagliato». Ma il sindaco corre subito ai
ripari e cerca di placare i toni di questa
controversia. «Non garantirò loro una
poltrona per tutto il mio mandato,
saranno premiati i più volenterosi e
capaci, non è una questione di voti –
chiarisce Carpo - per gli assessorati ci
sarà una rotazione, tranne per il vice
sindaco Scigliano». Alla guida dell’aula
consesso torna Anna Misiti, la più
votata con i suoi 83 voti. Intanto la
candidata Gabriella Urso non si lascia
scoraggiare dall’esito delle
consultazioni. «Il gruppo ci sarà sempre
e non sarà sciolto. Il nostro punto di
riferimento sarà Sebastiano Ravidà, che
sarà riconfermato capogruppo di
minoranza assieme ai consiglieri, Erika
Arizzi, Angelica e Giovanna Ciatto.
“Siamo fieri del nostro risultato. Ho
preferito che le mie stesse preferenze
andassero ai giovani del posto anche
quelle della mia famiglia».
GIU. PIST.
30 Maggio 2014
politica
ROMETTA. Il neo sindaco esordisce annunciando la decurtazione delle indennità e una giunta rosa
Merlino ci da’ un taglio
SPADAFORA
In prima linea per un posto nell’esecutivo le più votate tra cui Rossella Saccà e Melania Messina.
Un successo elettorale che fa salire le quotazioni dell’ex assessore provinciale Giusepe Laface
DI
ANTONIO BONACCORSO
Rometta. Nel dopo voto di Rometta
iniziano ad intensificarsi le riunioni
per il gruppo “Vivi Rometta” con a
capo il neo sindaco Nicola Merlino.
Nessuno si sbilancia sui ruoli che
verrano decisi per la composizione
della giunta, ma quello che trapela è
che nelle intenzioni del primo
cittadino c'è quella di attorniarsi di
figure di esperti a titolo gratuito nei
settori più importanti della macchina
amministrativa, come ambiente e
territorio, finanze ed opere pubbliche.
Punto imprescindibile la riduzione del
50% delle indennità di carica per gli
assessori e per il presidente del
consiglio comunale, mentre secondo
voci di corridoio il sindaco sarebbe
pronto a lasciare per intero la sua
indennità. Poi c'è un'importantissimo
passo avanti per le “quote rosa” in
questa nuova amministrazione.
“Merlino è fissato – scherza Rossella
Saccà, una tra le consigliere più
votate – e questo suo puntare sul
ruolo delle donne non è di facciata.
Siederemo in sei in totale in consiglio.
Un caso unico e per la prima volta a
Rometta una donna, Melania
Messina, la più votata, presedierà il
civico consesso. Davvero il neo
sindaco si è messo nelle nostre mani,
ad esempio mia sorella è stata una
delle protagoniste del dietro le quinte
di questa campagna elettorare
curando dettagli ed aspetti
comunicativi”. L’insediamento del
consiglio è fissato per domenica 8
giugno alle 17. Tra le quattro
presenze femminili elette tra le file
della maggiaranza almeno una andra
a ricoprire la carica di assessore
insieme ai già designati Giuseppe
Laface e Giuseppe Saija. E da Laface
arriva una prima stoccata
Nicola Merlino
Giuseppe Laface
pubblicando delle foto
dell'abbandono dei locali comunali ex
Opera Pia Scandurra, oggi biblioteca,
sedi associazioni e servizi sociali. “La
ricognizione di tutte le nostre opere
pubbliche sarà una priorità –
conferma la Saccà – insieme ad una
nuova gestione della raccolta rifiuti,
la riorganizzazione degli uffici e della
macchina amministrativa, e su tutto
l'attenzione all'edilizia scolastica”.
Una delle primissime iniziative di
sensibilizzazione dovrebbe svolgersi
all'inizio di giugno, prima della
chiusura delle scuole. “Vogliamo
dedicare una giornata – continua la
Sacca – ai temi dell'ecologia ed alla
pulizia della nostra spiaggia in
collaborazione con le associazioni
ambientaliste come Legambiente. I
romettesi per prima cosa ci chiedono
la cura del paese e delle aree verdi”. E
Merlino ha subito annunciato
l'intitolazione di una strada a
Graziella Campagna e la lotta agli
sprechi pubblici, l'utilizzo di energie
alternative, la costituzione di un
ufficio per intercettare fondi dai
bandi europei. “I cittadini hanno
scelto di cambiare – aveva
commentato a caldo il sindaco - con
un voto libero da qualsiasi
condizionamento”. Ma da contraltare
fanno le parole dello sconfitto
Roberto Abbadessa. “Ha prevalso una
logica di alleanze politiche – ha detto
- mentre noi proponevamo un
progetto di innovazione.
Probabilmente l’elettorato non ha
interpretato il nostro messaggio nella
maniera voluta”. Onore delle armi
anche a Nino Cirino ed Alessandro
Previti. “Nonostante un progetto
totalmente nuovo, con ragazzi in
gamba sganciati dalle vecchie logiche,
i cittadini – ha commentato Cirino non hanno condiviso questo nostro
percorso”. Intanto, per dare avvio alla
nuova amministrazione Merlino, è in
via di definizione anche una festa di
piazza il prossimo 2 giugno per
ringraziare tutti gli elettori.
Pappalardo ricomincia
dal discusso parco urbano
FORTE DE CONSENSO POPOLARE
IL MEDICO VUOLE DEFINIRE LE OPERE
IN CANTIERE. VENUTO LA PIÙ VOTATA
SPADAFORA. Si smaltiscono i
festaggiamenti per la riconferma di
Giuseppe Pappalardo a sindaco di
Spadafora e ci si rimbocca subito le
maniche per le emergenze della
cittadina. Approvazione del bilancio,
prima di tutto, interventi per la
pulizia del paese e sistemazione delle
strade. Ed anche l'amministrazione di
Spadafora si colora di “rosa”, sono
ben sette, infatti, le donne elette. Tra
le quattro della maggioranza
potrebbe venir fuori il nome
dell'assessore che andrà ad unirsi alla
già designata Anna Mastroieni ed a
Fabio Miceli.
Il colpaccio è stato quello di Tania
Venuto che ha raccolto i maggiori
consenzi con la lista di Pappalardo,
ben 344 preferenze. Secondo la
tabella di marcia, da giugno verrà
consegnata la strada di accesso alla
stazione ferroviaria e dovrebbe
concludersi la bitumazione delle vie di
campagna.
Ma tutti gli occhi sono puntati
sull'attesa sentenza del Tar che
decreterà quale ditta eseguirà i lavori
per il Parco Urbano, opera contestata
dagli sportivi poiché la sua
realizzazione ha decretato la “morte”
del campo di calcio della spadaforese.
Si riparte il 7 giugno con
l'insediamento in mattinata del nuovo
civico consesso. A presiedere la seduta
sarà il più votato Lillo Pistone, in lista
con lo sconfitto Nino Farsaci che
incalza la nuova amministrazione: “Da
oggi il mio impegno sarà totale per
contribuire a far ritornare Spadafora
un paese bello, vivibile e civile”. E
l'opposizione annuncia un ruolo
costruttivo con il compito di vigilare e
proporre.
A.B.
MISTRETTA
Lirio Porracciolo vince ma non festeggia..in aula
Liborio Porracciolo
MISTRETTA. Ha vinto ma non può festeggiare. E’ la singolare situazione i cui si trova
Lirio Porracciolo, neo sindaco di Mistretta Un distacco di 103 voti dal suo avversario
non è stato seguito da quello analogo della sua lista, “Cambia Mistretta”, sconfitta da
quella che sosteneva l’avversario Pippo Testa. Sono bastati a “Sosteniamo Mistretta”
appena 14 preferenze in più per conquistare la maggioranza degli scranni consiliari. La
coalizione che sosteneva Testa ha racimolato 1.644 (48,59 %) voti contro i 1.630
(48,18%) dei sostenitori di Porracciolo. Dei nove consiglieri eletti in “Sosteniamo
Mistretta” ci sono ben cinque donne. Per il nuovo consiglio autentico “boom” delle
quote rosa: sono, infatti, 9 su 15 eletti, le donne che in aula consiliare e, tra di loro,
anche Maria Rosaria Antoci, capolista della lista che ha sostenuto il candidato Testa e
sorella sindaco uscente Iano Antoci.
centonove pagina 12
30 Maggio 2014
politica
PALERMO. Incassato il sì al tetto per i burocrati, Rosario Crocetta punta su Palazzo dei Normanni
Tagli, adesso tocca all’Ars
Nel mirino stipenti e vitalizi d’oro già al centro di una furiosa polemica innescata dai grillini,
che hanno chiesto le dimissioni del presidente Giovanni Ardizzone. Che li liquida così: «Moralisti»
Giovanni Ardizzone
PALERMO. Incassato, non senza
tensioni, l’okay dell’Ars sul tetto
massimo degli stipendi dei burocrati, il
presidente della Regione rilancia:
«Adesso tocca all'Assemblea tagliare gli
stipendi e le pensioni d'oro del proprio
personale. Alla Regione noi l'abbiamo
fatto, grazie alla norma presentata dal
mio governo, che ha stabilito il tetto di
160 mila euro per i dipendenti
regionali». La norma era nel
subemendamento “taglia-stipendi”,
sostenuto poi da Pd, M5s e Lista
Musumeci, nonostante le perplessità di
incostituzionalità della norma sollevate
dal presidente dell'Ars, Giovanni
Ardizzone, che ha richiamato
l'articolo14 dello Statuto che attribuisce
alla Regione legislazione esclusiva sullo
“stato giuridico ed economico degli
impiegati e funzionari della Regione, in
ogni caso non inferiore a quello del
personale dello Stato”, ricordando che il
decreto Renzi ha fissato a 240 mila euro
il tetto degli stipendi dei dipendenti
dello Stato. «Adesso tocca all'Ars - ha
incalzato Rosario Crocetta - e sono
convinto che il presidente Ardizzone e il
consiglio di presidenza faranno proprie
le indicazioni nette che vengono da
governo e parlamento. Non si tratta,
infatti, di andare a produrre solo
risparmi, ma di dire che anche all'Ars
non ci possono essere burocrati che
guadagnano più di 160 mila euro
quando siamo a conoscenza di
retribuzioni che sono di 650 mila euro
l'anno. Occorre fare in fretta, nessuno ci
capirebbe. Così come vanno incardinate
una serie di leggi che servono per
migliorare la Sicilia: sburocratizzazione,
testimoni di giustizia, acqua pubblica,
semplificazione attivitá produttive,
legge sui consorzi: le prime 4 sono
prontem alcune già per l'aula, altre per
le commissioni. Ma andiamo veloci. La
Sicilia ne ha bisogno».
LE POLEMICHE. A tenere banco,
però, è il duro scontro tra il presidente
dell’Ars e i Cinquestelle, che ne hanno
chiesto le dimissioni. Oggetto del
contendere, il vitalizio all’ex presidente
della Regione, Totò Cuffaro, proposto
dai grillini e anche il
ridimensionamento delle retribuzioni
dell’Assemblea: «L’Ars può benissimo
intervenire con norma per estendere
l'esclusione o la sospensione dei vitalizi
ai condannati per mafia. È pretestuoso
quello che ha sostenuto ieri sera in aula
il presidente Ardizzone», ha detto il
capogruppo del M5s Francesco
Cappello in conferenza stampa. Per i
grillini, Ardizzone si dovrebbe
dimettere, essendo venuta meno la sua
imparzialità: «Vuole mettere un tetto
agli stipendi d'oro o no? Mi pare che il
Parlamento siciliano sia rimasto ultima
istituzione a non volerlo fare». Dal
canto suo, il presidente targato Udc ha
consegnato a Facebook la propria
risposta: “Alla prima occasione regalerò
ai deputati grillini una copia del libro Il
grillo parlante, edito nel 1983 da un
autore contemporaneo come Roberto
Gervaso, sottolineandogli l'aforisma: ‘La
morale ci dice quello che dobbiamo
fare. Il moralismo quello che gli altri
facessero’”.
CORTE DEI CONTI
Spese parlamentari,
promossi e bocciati
I GIUDICI CONTABILI CONTESTANO
I RENDICONTI DI 8 GRUPPI SU 12,
RELATIVI ALL’ANNO 2013
PALERMO. La Corte dei Conti passa al
setaccio le spese dei gruppi
parlamentari regionali. Ammonta a
poco più di 1,5 milioni di euro la spesa
contestata ai 12 gruppi dell'Assemblea
regionale siciliana. Si tratta, secondo i
giudici contabili che hanno esaminato i
rendiconti del 2013, di uscite irregolari.
Quattro sono i gruppi virtuosi, cui la
Corte dei Conti ha parificato il
rendiconto: M5s, il Megafono, Lista
Musumeci e gruppo Misto. La
contestazione più alta riguarda il
gruppo del Pdl, la cui spesa irregolare
ammonta a 656.381,51 euro. Seguono il
Mpa-Pds con 552.024,18 euro, Grande
Sud con 109.246,34 euro, Pid-Cantiere
popolare con 107.240,63 euro, Grande
Sud-Pid/cantiere popolare 72.765,21,
Udc con 40.204,77, i Democratici
riformisti per la Sicilia 3.273,75. Infine il
Pd, appena 1.484,37 euro su un bilancio
di oltre 1,4 milione.
Soddisfatti, ovviamente, i Cinquestelle:
«Noi come era ovvio siamo usciti
indenni dai controlli nonostante certa
stampa ci abbia attaccati. Ma eravamo
tranquilli», ha detto il deputato
regionale del M5s, Giancarlo
Cancelleri. La notizia della delibera
finale della Corte dei conti è giunta
mercoledì 28. Secondo il deputato
Giorgio Ciaccio, «Ardizzone ha girato
l'informazione alle agenzie, prima di
darla a noi», ma Cancelleri ha aggiunto:
«Veramente è stata data a una agenzia
di stampa, perché per il presidente ci
sono agenzie di serie A e di serie B».
IL CASO
Dirigenti, 3 fascia illegittima
UNA SENTENZA DEL TAR METTE IN ALLARME
I BUROCRATI: SI TEME IL DANNO ERARIALE
Antonio Catalioto
PALERMO. Una sentenza del Tar di Palermo, la
01244 del 2014, ha messo in allarme tutti i
dirigenti della Regione Sicilia: i dirigenti di "terza
fascia" in Sicilia sarebbero illegittimi. Ma come si
è arrivati a questa determinazione? Attraverso
un ricorso proposto da due dirigenti regionali,
Salvatore Taormina e Alessandra Russo, tra l'altro
assistiti dall'avvocatura dello Stato, che si sono
costituiti in giudizio contro la nomina a
segretario della Regione di Patrizia Monterosso,
"esterna" all'amministrazione. I giudici
amministrativi, dopo avere bocciato il ricorso dei
due dirigenti, "per carenza di intersse" entrano
nel merito della vicenda e bocciano in toto le
procedure adottate dalla Regione con la legge
10 del 200': in una notte nacquero 1800 dirigenti
"di terza fascia". Un fatto che non ha precedenti
in Italia. Da lì una serie di promozioni, che
potrebbero essere oggi impugnate, perchè frutto
di un atto illegittimo: nessuno ha fatto un
concorso per diventare dirigente. Una battaglia,
frutto dell'intuizione dell'amministrativista
messinese Antonio Catalioto, che per primo
impugnò la legge, diventando poi un punto di
riferimento regionale per tutti i dirigenti
"surclassati" da provvedimenti iniqui. Oggi
all'orizzonte, si profila un gigantesco danno
erariale per compensi percepiti in maniera
indebita da un esercito di dirigenti.
centonove pagina 13
Giancarlo Cancelleri
30 Maggio 2014
politica
Da sinistra Gino Sturniolo, Antonio Mazzeo e Renato Accorinti
MESSINA. Il peso del sindaco nell’exploit di Antonio Mazzeo alle Europee
Accorinti a trazione sinistra
Si sposta definitivamente l’asse dell’amministrazione. Il ruolo di “Cambiamo Messina dal basso”,
da movimento a forza politica. E le conseguenze sulla giunta. Dentro la quale qualcuno distingue...
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “Merito io? Non scherziamo,
io non ho nessun merito”. Si esprime
così Renato Accorinti, more solito,
sull’exploit alle europee di domenica 25
di quello che, a tutti gli effetti, è il suo
candidato, quell’Antonio Mazzeo che,
con la lista L’altra Europa con Tsipras, è
riuscito nell’intento di unificare la
sinistra messinese, di smettere di far
litigare Rifondazione con Sel e tutt’e due
coi Comunisti italiani, e di connotare
quella di Accorinti come
un’amministrazione a trazione sinistra.
La buona notizia è che Accorinti è stato
determinante eccome. Quella cattiva
che non tutti hanno preso bene
l’endorsement.
QUANTO VALE ACCORINTI. I città,
Mazzeo ha preso 2174 voti. Secondo
parecchi, anche all’interno del
movimento, il voto alle europee è quello
che numericamente esprime il
movimento Cambiamo Messina dal
basso. La forza di Accorinti, che
contrariamente a quanto pensa è stato
determinante eccome, è nelle
percentuali: 3,98 in provincia, di un
soffio sotto la fatidica soglia del 4%, ma
di contro 5,61 a Messina, una città che
per l’estrema sinistra è stata sempre
abbastanza avara di soddisfazioni, ma
che a questo giro guarda dall’alto in
basso il quattro e qualcosa percento di
Catania ed il 3,65 di Palermo. In questi
dati, il valore aggiunto è Renato
Accorinti: un punto percentuale, forse
un punto e mezzo a livello globale, che
si moltiplica per dieci analizzando il
dato singolo. Perchè spostare duecento
voti su duemila equivale al 10%.
Almeno. Ma non solo.
LA SCELTA FELICE. Da un lato c’è la
felice scelta di Antonio Mazzeo,
giornalista d’inchiesta e professore
d’educazione fisica, che con Accorinti
condivide sia la scelta accademica che
anni e anni di battaglie. Dall’altro c’è
Accorinti, il collettore di esperienze che
in teoria sarebbero simili, ma che nella
realtà sono sempre state litigiose.
Rifondazione e Sel, per esempio, che
per anni si sono guardati in cagnesco
(alle amministrative di giugno scorso
Sel arrivò addirittura a sposare la
candidatura di Felice Calabrò a
sindaco di Messina) e che domenica
scorsa hanno lavorato fianco a fianco
nel “movimento. Alle europee del 2009,
i tre partiti dell’estrema sinistra hanno
preso alle urne meno di quanto
abbiano sommato oggi, nonostante
domenica ci fossero dodicimila votanti
in meno e dalla compagine fossero
assenti i Comunisti italiani. Un effetto
secondario dell’affermazione di
Antonio Mazzeo è stata la
“legittimazione” in consiglio comunale
di Gino Sturniolo: Mazzeo è suo
candidato quanto lo è stato di
Accorinti, forse anche di più. E
d’improvviso, in aula Sturniolo è
diventato “quello che porta i voti”. Un
biglietto da visita indispensabile per
strappare “posizioni”. “Tutto il mondo
che Accorinti rappresenta sosteneva
Tsipras, quindi è stato un passaggio
naturale - conferma Sturniolo, che però
ammette - certo, è stato coraggioso”.
Perchè, a urne chiuse, la giunta di
Accorinti non potrà essere più
considerata apartitica, ammesso che lo
fosse mai stata.
I MAL DI PANCIA. Senza nessuna
polemica, ma con la fermezza di chi
sulle “i” ha qualche puntino da
mettere, lo ha sottolineato l’assessore
alla Mobilità Gaetano Cacciola, da
sempre considerato vicino al deputato
Pdl Enzo Garofalo: “La scelta di
Renato è personale”. In realtà è forse
qualcosa in più che personale, visto
che un altro dei suoi assessori, Tonino
Perna, si è presentato sostenendo
Alexis Tsipras nel collegio sud Italia
(strappando tra l’altro diecimila
lusinghieri voti) e che il resto della
giunta, eccezion fatta per il vicesindaco
Guido Signorino (“sospettato” di
simpatie Udc sulle quali l’interessato
ha sempre fatto spallucce) è
fermamente connotata a sinistra.
Giunta che oggi è in attesa che il Cga si
pronunci sul ricorso che potrebbe far
decadere Accorinti e consegnare la
fascia tricolore a Calabrò. La decisione
tra qualche settimana.
ZOOM
Rimpasti & patti di desistenza
CHI SI AVVICINA, CHI SI ALLONTANA, COSA DICE L’AGENDA.
IL DIALOGO COI DEMOCRATICI? MEGLIO IN CONSIGLIO
MESSINA. E quindi, dalle europee Renato Accorinti ne è
uscito rafforzato o indebolito? Una questione che interessa
più che altro i rapporti col consiglio comunale: perchè, come
puntualizza il consigliere Gino Sturniolo, “Fare accordi coi
partiti è fuori dalle logiche di Cambiamo Messina dal
basso”. Il riferimento è all’eventuale apertura all’ala
renziana oltranzista del Pd, quella che fa capo a Ciccio
Quero (presidente del quarto quartiere) ed Alessandro
Russo, già in predicato per un posto in giunta all’indomani
delle amministrative del 2013 e oggi tornato in auge in caso
un assessore tra Nino Mantineo, Patrizia Panarello o
Tonino Perna dovesse saltare (argomento comunque non
centonove pagina 14
nell’agenda politica immediata). Il rimpasto, se tatticamente
sarebbe vincente, strategicamente si rivelerebbe però una
Cambogia: perchè, a quel punto, per Accorinti in aula
sarebbe una guerra continua e costante con la parte ancora
oggi numericamente più consistente del Pd, che si
troverebbe ad ingoiare il rospo di un avversario interno
seduto in giunta. Viceversa, ed è quello che auspicano i
consiglieri di Cmdb, troppo spesso abbandonati a sè stessi,
un dialogo con il Pd sarebbe possibile
proprio in consiglio. Interlocutori, in
questo caso, sarebbero i “grandi
vecchi” Giuseppe Santalco e Paolo
David, con il presidente del consiglio
Emilia Barrile a sugellare il patto di
non belligeranza. Incaricato di
portare il ramoscello d’ulivo sarebbe
Sturniolo, al quale un grande aiuto
arriva della legittimazione elettorale
di Antonio Mazzeo. (A.C.)
Emilia Barrile
politica
30 Maggio 2014
PROBLEMI
Se le misure correttive
non correggono
PIANO DI RIEQUILIBRIO INATTUABILE
SE I MAGISTRATI CONTABILI
“METTONO IN MORA” L’ENTE
Giuseppe Santalco
Antonino Cama
Riccardo Pagano
PALAZZO ZANCA. Guerra aperta tra consiglio comunale e dirigenti. Ecco perchè
La Corte e la resa dei conti
Sotto accusa il parere contabile favorevole al consuntivo 2012 e la mancata attuazione
degli emendamenti votati. Ce n’è anche per l’esecutivo: “risposte troppo vaghe”
MESSINA. La grana Corte dei Conti sta
facendo fibrillare il consiglio comunale
messinese. La forte censura inviata dai
magistrati contabili all’amministrazione
riguardo il voto positivo al bilancio
consuntivo 2012, condita con sprezzanti
giudizi sull’andamento economico del
Comune (“precarietà e assoluta
sciatteria nella gestione dei conti”, si
legge nella relazione), ha avuto come
primo effetto un atto di indirizzo (primo
firmatario il consigliere del Pd
Giuseppe Santalco) adottato dallo
stesso consiglio che ha votato
favorevolmente il bilancio sul quale si è
abbattuta la scure dei magistrati
contabili. Nel documento, il cui valore
giuridico è vicino allo zero (conta il voto
sul documento contabile, non gli
attestati di discolpa tardivi), si mettono
però in mora una serie di dirigenti: a
partire dal regioniere generale
Antonino Cama che, come ha
spiegato il presidente della commissione
PUNTINI SULLE I
Romano: “Innovabic e le nomine della Provincia”
In riferimento all’articolo pubblicato a pag.3 del n.19 del settimanale Centonove dal
titolo “Consiglio di sorveglianza Innovabic – Miloro e Bisignano forever”, per una
corretta e completa informazione, nonché al fine di evitare l’insorgere nell’opinione
pubblica, di gratuite e infondate illazioni sull’operato di questa Amministrazione, si
ritiene necessario apportare alcune precisazioni.
L’Assemblea dei soci della società Innovabic Innovation Center Srl, ai sensi del comma 2,
art 2 del proprio statuto, con verbale di Assemblea ordinaria del 30.09.2010, ha
deliberato la costituzione di un “Comitato di controllo analogo interno” per le funzioni
di direzione e coordinamento societarie, nominando tra gli altri, quale componente,
l’allora assessore provinciale, dott. Michele Bisignano.
In piena autonomia, con successivo verbale di Assemblea ordinaria del 14 dicembre
2011, sulla basa della propria capacità patrimoniale, la Società ha deliberato di
riconoscere un compenso di 500,00 euro lordi mesili per ciascun componente del
Comitato in questione. In buona sostanza, il dott. Bisignano, nell’ambito del Comitato in
oggetto, non èp un rappresentante della Provincia regionale di Messina, non è stato
nominato dal Presidente o dalla Giunta provinciale e di conseguenza il Commissario non
ha il potere di confermare o meno la nomina; vero è che la Provincia era socia
dell’Innovabic Innovation Center ma, ribadendo la volontà di fuoriuscita da tutte le
forme di partecipazioni (società ed enti strumentali) già espressa con Atto di indirizzo
prot. n. 3312Gab del 23.07, sono state avviate le procedure di dismissione e di
alienazione delle quote sociali detenute da questa Amministrazione. Certi di aver fatto
dovuta chiarezza sull'argomento, si inviano cordiali saluti.
Il Commissario straordinario
Filippo Romano
bilancio Franco Mondello, ha
apposto parere contabile favorevole al
consuntivo 2012, fino a Riccardo
Pagano, dirigente alle Partecipate, reo
di non aver dato attuazione ad un
emendamento del bilancio stesso per
“tenere sotto controllo” i disallineamenti
tra debiti e crediti nei rapporti tra le
partecipate ed il Comune. Uno dei punti
sui quali, da anni, la Corte dei Conti non
manca mai di bastonare ferocemente
palazzo Zanca. Sulla graticola anche
Romolo Dell’Acqua, dirigente ai
tributi la cui relazione, secondo
Santalco, conterrebbe motivazioni
“troppo vacue e non approfondite
rispetto all’esame effettuato dalla Corte
dei Conti”. Non solo: Santalco bacchetta
anche il lassismo dei dirigenti a capo di
dipartimenti che hanno fornito i
chiarimenti addirittura dopo la data
dell’audizione della Corte il 14 aprile,
“mentre altri - elenca Santalco - come i
dipartimenti Economato, Provveditorato
e Rapporti con le aziende, sembrerebbe
non abbiano addirittura risposto”. E
l’amministrazione? Ce n’è anche per
loro. Alla giunta di Renato Accorinti,
in sostanza, si rimprovera il fatto di non
aver “fatto la guardia” a dovere, e di
aver fornito al consiglio risposte troppo
generiche ed evasive rispetto alle mosse
da mettere in campo per convincere la
Corte dei Conti della buona volontà del
Comune nell’ambito di risanamento dei
numeri. Di fatto, oggi ogni spesa non
strettamente indispensabile è soggetta a
“commissariamento” da parte dei
magistrati contabili. A farne le sorti, per
prima, la notte della cultura, che
avrebbe dovuto svolgersi il 31 maggio. E
della quale non c’è traccia. (A.C.)
centonove pagina 15
MESSINA. Come se non bastasse il
consueto cazziatone che la Corte
dei Conti ha riservato al comune di
Messina, a remare contro palazzo
Zanca ci si mettono il tempo e le
contorsioni burocratiche. Di norma,
dopo le criticità evidenziate dai
magistrati contabili, l’ente locale
sotto indagine ha sessanta giorni di
tempo per proporre adeguate
misure correttive da sottoporre alla
Corte dei Conti. Che, a sua volta, si
prende un mese di tempo per
valutare la congruità delle mosse.
Di fatto, il termine per la risposta
scadrebbe a ferragosto, quindi è
probabile che prima di settembre
non si muova nulla. Il 2 settembre,
combinazione, scade anche il
termine per l’approvazione del
piano di riequilibrio, lo
“scadenziario” decennale per
rientrare dal debito. Due piccioni
con una fava? Nient’affatto. Anzi, il
contrario. Prchè, a rompere le uova
nel paniere a palazzo Zanca c’è una
norma che potrebbe vanificare
proprio le misure correttive
contenute all’interno del piano di
riequilibrio.
L’articolo 243 bis del decreto
legislativo che “crea” il piano di
riequilibrio, infatti, recita
testualmente: “La procedura non
può essere iniziata qualora la
sezione regionale della Corte dei
Conti provveda ad assegnare un
termine per l’adozione di misure
correttive”. Esattamente quello che
sta succedendo al comune di
Messina.
Risultato? Un disastro. Del quale
sono consapevoli i consiglieri
comunali, oggi spaventatissimi per
il rischio concreto di essere chiamati
a rispondere del voto favorevole ad
un bilancio disastrato, quello del
2012. Nel frattempo, revisori dei
conti e Giunta fanno a non capirsi.
Alla richiesta dei primi di avere i
contratti dei consulenti ed esperti
dei quali si avvale il Comune,
dall’amministrazione sono arrivati
solo elenchi e delibere di incarico.
ma non i contratti richiesti. (A.C.)
30 Maggio 2014
politica
RICORDI. Cinque anni fa moriva Bisignani, un messinese che assegnò alla passione politica il senso della sua esistenza
Alfredo Bisignani con la moglie Tina Turco in una immagine gentilmente concessa proprio dalla vedova
Parola di Alfredo
I “compagni” rimpiangono l’arguzia e la capacità di analisi. Ma le sue “prove”
più belle sono quando giovane dirigente del Pci scrive lettere d’amore alla futura moglie
DI
SERGIO SERGI
Messina. Cinque anni
fa se ne andava Alfredo
Bisignani, un messinese
che assegnò alla sua
passione politica e sindacale il senso
della intera esistenza. Oggi avrebbe
solo 85 anni e se la malattia non lo
avesse colpito sarebbe ancora qui, tra
noi, a commentare con la sua notoria
arguzia e un’acutissima capacità di
analisi i fatti della nostra storia
quotidiana.
I suoi amici e compagni ne avvertono
l’assenza. Con rimpianto e nostalgia. E
si chiedono ma rimanendo purtroppo
senza risposta, come Alfredo avrebbe
commentato gli avvenimenti più
recenti. E così ciascuno azzarda:
avrebbe detto questo, no avrebbe
giudicato così. Facendo, in questo
modo, un’opera di riammissione del
compagno scomparso e, nello stesso
tempo, di certificazione di un vuoto
che non potrà però essere colmato.
Piuttosto piace ricordare, in questa
occasione, un Alfredo Bisignani
privatissimo. Un giovanissimo
dirigente della Federazione giovanile
e del Pci che scrive lettere d’amore
alla compagna che poi diventerà sua
moglie. È grazie a Tina Turco che
posso rivelare il lato sentimentale di
un dirigente comunista. Un aspetto
tanto semplice quanto bellissimo. Ne
ho letto solo due di missive ma
bastano per rappresentare un rapporto
intenso durato lunghissimi anni
percorsi tra i più duri eventi politici e
sindacali dall’immediato dopoguerra.
Le lettere di un giovane comunista ad
una giovane comunista di Salerno,
entrambi figli di ferrovieri. Lettere
politiche? Io direi lettere di giovani
che credevano in un mondo migliore e
che avevano abbracciato le ragioni dei
più deboli. Dunque, comunisti.
Comunisti rudi e incapaci di
sentimenti?
Quando Tina mi ha consegnato le
copie delle lettere mi ha avvertito: la
gente allora, e forse anche adesso,
pensava che “quei comunisti” fossero
incapaci di avere cuore e sentimento.
E invece Alfredo scriveva a Tina,
allora venticinquenne, che loro due
potevano andar fieri della loro
umanità, del loro “essere uomini e
donne…che hanno abbracciato
l’ideale più nobile, quello
dell’emancipazione dell’umanità
intiera”. E, accanto al “saluto del
compagno” metteva il “bacio
dell’innamorato”. Alfredo, il
comunista, scrive delle “dolci ore”
trascorse e le racconta di come, fiero,
mostra le fotografie della sua
fidanzata ai suoi amici e compagni più
cari e ai suoi familiari. Alfredo, il
comunista, che si rivela impaziente di
incontrare i genitori di Tina al fine di
confermare la propria “onestà di
intenti”. E si mostra sicuro che, una
volta insieme, “trascorreremo una vita
ordinata e felice”. E così avvenne.
BIOGRAFIA
Dai moti del pane alla battaglia per la legalità nelle Asl
Alfredo Bisignani
E' stato esponente politico illustre. Di questi tempi potrebbe
sembrare una classificazione imprudente ma certe
improvvisate rottamazioni e alcune discutibili campagne
anticasta non avrebbero potuto nemmeno sfiorarlo. Si parla di
Alfredo Bisignani che il 5 giugno non avrebbe ancora 85 anni,
essendo nato a Messina il 5 dicembre del 1929. Cinque anni fa,
provato da una implacabile malattia, se ne andava per
sempre. Bisignani, come scrisse in occasione della scomparsa, il
sen. Emanuele Macaluso, "seppe coniugare un forte impegno
nelle lotte popolari con quello all'interno delle istituzioni".
Bisignani fu un dirigente politico e sindacale tra i più noti e
stimati. Figlio di un ferroviere, si era iscritto giovanissimo, nei
giorni immediati alla fine della II guerra mondiale, alla
centonove pagina 16
gioventù comunista. E già nel 1947 partecipò ai moti per il
pane che in piazza della Prefettura sfociarono in duri scontri
con le forze dell'ordine. Tre operai edili rimasero uccisi e oggi
una lapide, la cui installazione fu tenacemente voluta da
Bisignani, ricorda quel giorno nefasto. Alfredo Bisignani fu
segretario provinciale della Camera del Lavoro di Messina,
capogruppo al Consiglio Provinciale per il Pci e per tre
legislature deputato alla Camera (dal 1972 al 1983). In
Parlamento si dedicò ai problemi della Difesa e della Sanità
diventando uno dei protagonisti della "legge Basaglia" sulla
fine del regime manicomiale e i cambiamenti delle cure delle
malattie mentali. A Messina combattè con coraggio una
battaglia di legalità nelle Asl.
S.S.
30 Maggio 2014
sicilia
Alessio Ciacci e Raphael Rossi
MESSINAMBIENTE. Chi sono i quattro futuri consulenti scelti da Alessio Ciacci e Raphael Rossi
Gli esperti venuti dal nord
Già arrivati in città, si occuperanno di comunicazione, contenzioso, riorganizzazione dei servizi
e differenziata. Ecco i curricula, le esperienze e le professionalità che porteranno a Messina
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. I curricula, centottanta, erano
contenuti in due confezioni per risme di
carta. A prendersi la briga di leggerli sono
stati il liquidatore di Messinambiente
Alessio Ciacci ed il suo “braccio destro”
Raphael Rossi. Un mese e mezzo,
custodendoli gelosamente e portandoseli
appresso (Rossi anche al ristorante..) per
spulciarli ogni volta fosse stato possibile. Lì
dentro c’erano i nominativi dei consulenti
dei quali la nuova governance di
Messinambiente si avvarrà per i processi
che dovrebbero portare la partecipata fuori
dal baratro. I primi quattro sono già arrivati
in città. Ecco chi sono. E cosa faranno.
I SIGNORI ROSSI. Raphael Rossi ha
fondato un’associazione, “I signori Rossi”,
primo movimento di cittadini in Italia
contro la corruzione: un’associazione senza
scopo di lucro con sede a Torino in un
immobile confiscato alla camorra nel 1996
e gestito da “Libera”. Presidente è lo stesso
Raphael Rossi, vicepresidente è Stefano Di
Polito, segretario e tesoriere è Giovanni
Giaretti. E’ proprio dall’associazione
arrivano due degli esperti. Stefano Di Polito,
classe 1975, è laureato in Comunicazione,
esperto di creatività e social media, ha
ideato e condotto, in tutta Italia, progetti
per l’innovazione della comunicazione sui
temi della sostenibilità, e insieme a Rossi ha
scritto il libro “C’è chi dice no”, stampato da
Chiarelettere. A Messina, presumibilmente,
si occuperà della campagna di
Stefano Di Polito
sensibilizzazione
sulla differenziata.
Giovanni Giaretti,
anch’egli del 1975, è
un avvocato di
Alessandria che
opera a Torino: a
Messinambiente,
Giaretti potrebbe
essere chiamato a
gestire l’enorme
mole di contenzioso
(oggi in mano a
Paolo Parisotto
Nino Inferrera,
funzionario di
settimo livello della partecipata), con
“ampia facoltà” di procedere a transazioni
coi creditori della partecipata di via Dogali.
Entrambi sono arrivati in città in settimana
per un “sopralluogo”. E gli altri?
I TECNICI. Con gli altri due consulenti si
entra nello specifico della materia
ambientale: il lombardo Dario Gotti è
stato consigliere d’amministrazione della
Multiservizi nord Milano spa del comune di
Cinisello Balsamo, direttore generale di
Nord Milano Ambiente, direttore di SCR
(società per il compostaggio ed il
riciclaggio), Spa che opera nell’ovest
milanese, e per il Comune di Pordenone, ha
seguito l’iter che ha portato dalla Tarsu alla
Tares. A Messinambiente, viste le
competenze e i ruoli, si occuperebbe di
compostaggio, riciclaggio e Tares. L’ultimo
dei quattro probabili consulenti è Paolo
Parisotto. Piemontese con un curriculum
lungo così, Parisotto è stato per due anni
direttore tecnico della Ata di Savona e
direttore generale della Amiu spa di
Alessandria (società partecipata al 49% da
Iren Emilia, della quale presidente è
Raphael Rossi), città nella quale ha più che
raddoppiato il tasso di differenziata
trasformando la raccolta dei rifiuti da
modalità stradale a modalità domiciliare.
Come socio accomandatario della Amcos
sas, ha ricevuto un incarico di
riorganizzazione dei servizi e analisi degli
indicatori di efficienza dalla Ascit spa
(società interamente pubblica partecipata
dal comune di Capannori, assessore
all’ambiente del quale è stato l’attuale
liquidatore di Messinambiente Alessio
Ciacci).
ZOOM
Ombre sulla Spa
GUASTI AI MEZZI, SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA, E SULLO SFONDO
L’OMBRA DI UN INCENDIO. COSA SUCCEDE IN VIA DOGALI. E PERCHÈ
MESSINA. Nel frattempo, a Messinambiente le acque sono
agitatissime. Alle emergenze rifiuti che si susseguono senza
soluzione di continuità da un mese intero, ed alle continue
rotture dei mezzi che si moltiplicano con allarmante
frequenza, oggi si aggiunge l’ombra sinistra dell’incendio alla
Mercedes Cls 320 di Leonardo Termini, l’esperto a titolo
gratuito dell’amministrazione sulla scorta delle
rendicontazioni del quale, l’assessore all’Ambiente Daniele
Ialacqua è andato in Procura con un nutrito dossier dopo
aver bocciato il bilancio 2013 della partecipata. Nonostante le
indagini in corso facciano sì che nessuno si sbilanci più di
tanto, i riflettori sono puntati sulla partecipata di via Dogali.
Perchè è vero che Termini i suoi rilievi li ha mossi su tutte le
partecipate del Comune, ma è anche vero che le ispezioni
contabili che ha effettuato su Amam, Atm e Ato3 non sono
finite (almeno per il momento) in procura. E nel clima
avvelenato che circonda Messinambiente si sta sviluppando
l’ennesima crisi aziendale. Nonostante il Comune abbia
approvato la perizia che stanzierà tre milioni al mese per il
rilancio della Spa, in via Dogali il clima che si respira è
pessimo: i sindacati sono sul piede di guerra con la nuova
governance, e frange “oltranziste” di dipendenti stanno
facendo di tutto per rendere la vita difficile al liquidatore
Alessio Ciacci ed al braccio destro Raphael Rossi. Per
giorni, alcuni mezzi sono tornati in deposito con i guasti più
disparati senza aver raccolto l’immondizia, che nel frattempo
trabocca: più di venti sacchetti fuori dai cassonetti, però,
diventano una discarica abusiva, e vanno tolti da contratto
non dall’operatore a mano ma coi bobcat, mezzi che in
azienda scarseggiano e quindi si interviene quando e dove si
può. Nel frattempo, al solito, è emergenza. (A.C.)
centonove pagina 17
Leonardo Termini
30 Maggio 2014
sicilia
MESSINA. Il rettore Navarra “punisce” il ricercatore di Fisica e Scienze della Terra per una notizia sbagliata
Federico, censurato d’Ateneo
La presenza per pochi minuti sul sito dell’Andu del coinvolgimento (inesistente) del docente Mario Centorrino
nell’inchiesta sulla Formazione scatena il procedimento. Che non si ferma nonostante rettifica e scuse. Accettate
MESSINA. Riporta sul sito dell’Andu
(Associazione Nazionale Docenti
Universitari) una notizia inesatta, se ne
accorge, corregge ma questo non basta.
Quei minuti fatali in cui è rimasta online
sulla pagina web della sezione di
Messina è stata “fatale” per Mauro
Federico, ricercatore presso il
Dipartimento di Fisica e di Scienze della
terra, al quale è giunto, lo scorso 12
maggio, il decreto di censura firmato dal
rettore Pietro Navarra. In base allo
Statuto dell’Ateneo, si tratta della
massima sanzione irrogabile, “previo
parere consultivo del collegio di
disciplina”.Proprio su questo punto,
l’Andu sta valutando i profili di
legittimità del decreto, non avendolo “il
Rettore preventivamente consultato”.
IL FATTO. È il 19 marzo quando
Federico apprende da agenzie e radio
“di una serie di arresti nell’ambito
dell’inchiesta sui corsi di formazione”. In
una fase iniziale, alcune testate (che
solo successivamente rettificano)
riportano una notizia diffamatoria nei
confronti di Mario Centorrino,
docente in quiescenza e presidente del
Nucleo di Valutazione, che Federico
commenta sul sito dell’Andu,
riservandosi ulteriori approfondimenti.
“Ciò avveniva nell’intorno delle ore 8,30
del mattino”, scrive nella memoria
difensiva inviata al rettore l’8 aprile
scorso. Nel frattempo, il “censurato” si
accorge che le notizie iniziavano a
prendere forma corretta, precisando
come Centorrino (già assessore
regionale alla Formazione) non fosse tra
i destinatari delle misure cautelari. Ed è
così che Federico cancella il commento
“nel giro di pochi minuti dalla
pubblicazione”. Per il ricercatore, la
limitata diffusione del sito e il breve
Mauro Federico
tempo di pubblicazione costituivano una
garanzia che nessuno avesse letto,
invece... Invece lo stesso 19 Centorrino
informa il rettorato e il 28 marzo viene
comunicato l’avvio del provvedimento
disciplinare, che non si ferma neanche
di fronte all’ammissione di errore sul sito
(3 aprile) e alle scuse inviate per email
all’interessato (che, faccia a faccia, le
avrebbe accettate).
I RILIEVI. Per l’Andu, però, non
sarebbero stati rispettati i tempi per la
notifica del decreto: “L’atto è stato infatti
protocollato il 12 maggio 2014 cioè 45
giorni dopo l'avvio del procedimento
disciplinare ben oltre il termine
prescritto dal regolamento”. Ma anche i
termini per la difesa: “La notifica
dell'avvio del procedimento disciplinare,
infatti, giungeva il 3 aprile e convocava
l'incolpato per il giorno 11 aprile, dopo
solo otto giorni, nonostante il
Regolamento prescriva un preavviso di
‘almeno 10 giorni’”.
E ADESSO? «La censura è una nota di
biasimo formale per irregolare condotta.
Cosa produca, in effetti, non lo so»,
commenta Federico. «Forse non potrò
candidarmi a rettore o a direttore di
dipartimento», scherza. «Io ho sbagliato
sicuramente, anche se l’errore deriva
dalle testate giornalistiche», sottolinea.
Ma si tratta della prima censura
d’Ateneo? «No, ritengo ne siano state
decretate altre, ma in relazione a
vicende giudiziarie, che sono ben altra
cosa».
D.D.J.
DOTTORATI
Premio Vivia Bruni
QUELLA DI ANGELA LO GIUDICE,
VEDOVA MICHAUD, LA MIGLIORE TESI
Si è svolta giovedì 29 maggio, alle ore 17,
presso l’Accademia Peloritana dei
Pericolanti dell’Ateneo peloritano, la
consegna ad Angela Lo Giudice, moglie
del compianto Luigi Michaud, il “Premio
Vivia Bruni”. Il riconoscimento,
organizzato dal Soroptimist International
Club di Messina in collaborazione con
l’Università degli Studi , è stato istituito
in memoria della ex Presidente del
Soroptimist, professoressa Vivia Bruni,
già ordinario di
Ecologia presso
l’Università di
Messina ed ex
Direttore del
Dipartimento di
Biologia animale ed
Ecologia marina.
Alla consegna del
premio sono
Angelina Lo Giudice
intervenuti la
Presidente del
Soroptimist Club di
Messina, Anna
Carbonaro La Rosa,
Emilio De
Domenico,
Direttore del
Dipartimento di
Scienze Biologiche
ed ambientali ed il
Luigi Michaud
prof. Giancarlo
Albertelli, già
Preside della Facoltà di Scienze
dell’Università di Genova. Il premio è
stato attribuito per la migliore tesi di
Dottorato riguardante studi e ricerche
originali in Microbiologia marina.
Angela Lo Giudice è stata componente
di un’unità di ricerca dell’Ateneo, tra
l’altro, il marito scomparso in
Antartide durante un’immersione di
studio lo scorso gennaio, era stato
allievo proprio della professoressa
Bruni.
PLAGI D’AUTORE
Amoroso in Procura
L’EX DOCENTE TORNA SUI SUOI PASSI, DENUNCIANDO
DARIO TOMASELLO A PATTI PER FURTO E TRUFFA
MESSINA. Aveva assicurato che non avrebbe sporto
denuncia, ma, alla fine, Giuseppe Amoroso ha
cambiato idea, affidando al legale Manfredi
Gigliotti l’incarico di presentare un esposto alla
Procura di Patti contro Dario Tomasello. L’accusa?
Furto e truffa. «Ne avrei fatto a meno, ma mi sono
reso conto che dovevo procedere», spiega il docente
in pensione di Letteratura Italiana senza
aggiungere altro. Tutto comincia con un esposto
inviato al rettore di Messina, Pietro Navarra,
dall’associato di Letteraturra Italiana
Contemporanea, Giuseppe Fontanelli, che ritrova
nelle pubblicazioni di Tomasello, anche lui associato
della stessa materia, i toni e la scrittura del suo
maestro Amoroso. Lo studioso si mette a lavoro, e a
febbraio del 2014 tira le somme, inviando una
corposa documentazione al Magnifico. Torna poi
alla carica con una lettera inviata al Magnifico e a
tutti i componenti del Senato Accademico quando
viene a sapere del possibile “bando di concorso per
la copertura di un posto di prima fascia nel SSD LFil-Let/11, su cui il Senato è chiamato a esprimersi”.
“La produzione scientifica del professor Tomasello sostiene nella missiva - è caratterizzata da una
tecnica centonaria che assembla sistematicamente
prelievi letterali da libri di altro autore. Il fenomeno
è pervasivo: un’ampia documentazione, con
centonove pagina 18
materiali in fotocopia e testi originali integrali,
suscettibile di ulteriore incremento, è stata da me
consegnata al Magnifico Rettore, il quale con
sensibilità istituzionale ha assunto le iniziative da lui
reputate giuste”. L’esposto determina l’invio di
tutto l’incartamento al Miur e alla Procura di
Milano, sospendendo la cattedra da assegnare. Dal
canto suo, Tomasello, rifiutando ogni addebito, ha
ampio dato mandato al proprio legale, Nino
Favazzo, di agire nei confronti dell'autore dello
scritto offensivo. Adesso, l’esposto di Amoroso
porta tutta la vicenda in terra messinese. Secondo
Fontanelli, i presunti plagi consisterebbero in
prelievi da scritti di Amoroso che coprono un arco
cronologico che va dal 1973 al 2010. Nell’esposto, di
cinque pagine, tutto è riassunto in sette di “quadro
sinottico”. (D.D.J.)
17 Settembre
2004
30 Maggio 2014
sicilia
Veduta aerea della zona a verde oggetto dell’intervento
MESSINA. Valutazione d’incidenza negata ai palazzoni di viale dei Tigli. Ed è scontro feroce
V.I.A. alla guerra
Il costruttore si appella al piano regolatore, la commissione alle norme di salvaguardia ambientale.
Dopo tre rinvii con richiesta di adeguamenti, il progetto è bocciato. E il costruttore chiede i danni
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Da un lato il “social
housing”, dall’altro la salvaguardia
dell’ambiente, da un lato un ostinato
costruttore, dall’altro una caparbia
commissione per le valutazioni
d’incidenza. Da un lato un avvocato,
dall’altro il comune di Messina. Il campo
da gioco? Viale dei Tigli, una stradina
stretta e un tempo privata che si
inerpica dalla Panoramica con palazzoni
a destra e sinistra. E di palazzi, nel poco
di verde che resta ne sono previsti altri,
bocciati però dalla commissione. E il
costruttore chiede al comune tre milioni
di euro di danni.
COSTRUTTORE VS COMMISSIONE.
Il progetto è arrivato in commissione per
tra volte nel corso del 2013, e per tre
volte è stato rimandato indietro (l’ultima
definitivamente). Da un lato il
costruttore Francesco Mangano a
difendere il piano di “social housing
(alloggi ad un canone di locazione
calmierato rispetto a quello di mercato),
dall’altra la commissione che ha tentato
di far introdurre prescrizioni ambientali
e ridurre altezze e volumetrie in un’area
che, seppure non di particolare pregio
naturalistico, è l’unica rimasta a verde
nella zona già cementificata in ogni
centimetro quadrato disponibile. “Il
progetto rientra a pieno titolo tra quelle
iniziative che hanno portato a un
consumo intenso del territorio
comunale, particolarmente
accentuato a seguito dell'entrata in
vigore dell'ultimo Piano regolatore”,
ammettono i cinque della commissione
di valutazione, organo con valore
consultivo il cui via libera è però
indispensabile, nel verbale di maggio
2013, “per cui una delle poche aree a
verde ancora esistenti all'intemo del
tessuto urbano consolidato sarebbe
trasformata ad uso edilizio”. Pur
ammettendo la compatibilità del
progetto con il piano regolatore, i cinque
sottolineano come “Riguardo la
complementarietà con altri piani o
progetti, mentre si ritiene trascurabile
l'effetto cumulo con le iniziative già
sottoposte a valutazione d'incidenza, ciò
non si può ritenere quando si allarga
l'analisi all'insieme dei complessi già
edificati negli anni precedenti. Pur se
l'area oggetto d'intervento non presenta
in se un particolare pregio ecologico, si
ritiene che essa possa avere, in quanto
area a verde residua ancora presente a
quote basse e all'interno del tessuto
cittadino, un'importanza non
trascurabile”. Per questo si richiedono
modifiche alle volumetrie e alle altezze.
Che non arrivano.
SECONDO ROUND. A luglio il
progetto viene riesaminato. Ma invece
dell’adeguamento richiesto, il
costruttore “controdeduce” spiegando
che il progetto riguarda “social housing”.
E la commissione? Ribatte colpo su
colpo. “Il fatto che trattasi di progetto di
"social housing" non può influenzare in
alcun modo un parere che è di esclusiva
natura ambientale”, specificano i cinque,
aggiungendo che “anche le
argomentazioni di tipo economico non
possono considerarsi come fattori
scriminanti ai fini della valutazione
finale”. E non ritenendo soddisfacenti i
disegni ed i calcoli, specificano che “non
è stato espresso alcun giudizio di natura
etica o morale in tal senso”. Alla fine, il
verdetto: “La Commissione, alla luce di
quanto sopra espresso, pur rimanendo
di parere contrario alle modalità di
attuazione della proposta progettuale in
argomento, trattandosi di un Piano di
Risanamento, ravvisa la
necessità di estendere la Valutazione a
un'area più vasta”. Verdetto che il
costruttore non prende affatto bene.
LA BOCCIATURA. Ad ottobre, il
progetto arriva per la terza volta sulle
scrivanie della commissione. E sono
scintille. Perchè, nella relazione dei
progettisti, si mette in dubbio
l’autorevolezza del parere dei cinque:
“Chi progetta segue le regole stabilite
dal piano regolatore e non può la
commissione consultiva stabilire regole
diverse di volta in volta, tanto più che
risulta composta da una maggioranza di
dottori in agraria, biologia e geologia
(gli altri due sono ingegnere e
architetto, ndr)”. La risposta della
commissione è la più ovvia: “Gli aspetti
ambientali seguono principi diversi
rispetto a quelli urbanistici. Il principio
generale, si ricorda, è che le norme di
salvaguardia ambientale sono sempre
prevalenti su quelle che regolamentano
gli interventi sul territorio”.
Intervenendo poi sui singoli
“aggiustamenti richiesti” e non attuati,
la commissione alla fine “esprime parere
negativo sul progetto proposto, ma
rimane disponibile a valutare alternative
di progetto”. Il costruttore, però, ha
preferito agire per vie legali. Chiedendo
tre milioni di danni.
ZOOM
Tre milioni posson bastare
IL COMUNE NON SI COSTITUISCE DAVANTI AL TAR. CHE CONCEDE
LA SOSPENSIVA. MA ARRIVA ANCHE LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO
MESSINA. ”Ogni parere è caratterizzato da palesi errori ed
incongruenze che hanno inevitabilmente inficiato il
provvedimento finale”. La pensa così Ernesto Fiorillo,
avvocato che patrocina il costruttore Francesco Mangano
ed i familiari Rosaria, Agnese e Nicola nel procedimento
intentato davanti al Tar di Catania, presso il quale il comune
di Messina non si è nemmeno costituito. L’udienza di merito
è stata rinviata a marzo del 2015, me nel frattempo Fiorillo,
affiancato dal legale Santi Delia, ha ottenuto la sospensiva
sugli effetti di una determina dirigenziale che non rilasciava
la valutazione d’incidenza ambientale per i palazzoni di
viale dei Tigli. Nell’atto dei due legali, però, non c’era solo la
centonove pagina 19
richiesta di sospensione. A palazzo Zanca, infatti, il legale
chiede tre milioni di euro di danni, “Atteso che non esistono
giustificazioni per motivare la attesa di un privato di ben tre
anni per sviluppare un progetto di rilevanza sociale”, scrive
Fiorillo. Che non si ferma qui. “Nè il Comune di Messina,
prossimo al dissesto, sarà mai in
grado di potere risarcire il danno.
Salva, naturalmente, la possibilità
per le ricorrenti di agire
personalmente contro i componenti
della commissione che
risponderanno con i loro beni
personali, nonchè dei dirigenti del
dipartimento”, avverte l’avvocato
nell’atto di diffida inoltrato a
palazzo Zanca perchè ottemperi alla
sospensiva della determina così come
ordinato da tribunale amministrativo
Ernesto Fiorillo
catanese. (A.C.)
30 Maggio 2014
sicilia
MESSINA. Omaggio al mito negato e alla sua culla di Maregrosso
Fenomeno Cammarata
Una giornata di studi per ricordare il cavaliere, “genius loci” nato
da un istintivo bisogno di qualità urbana. Il ritratto di chi lo ha conosciuto
DI CARMELO CELONA
MESSINA. Ho conosciuto il Cavaliere
Cammarata quando ancora il mio fegato
poteva sopportare che io bevessi quel
vino tremendamente abboccato che egli
mi offriva versandolo da una caraffa di
vetro opaca, tintinnante di ghiaccio, in
bicchieri scompagnati anch’essi
opacizzati da colonie di batteri. Mi
raccontava, all’ombra della sua affollata
veranda, in quei tardi pomeriggi d’estate,
della sua vita e mi spiegava di quelle
surreali opere che gremivano il suo
giardino, mentre sotto la sdraio sgualcita,
sulla quale mi invitava a prendere posto,
con la sua antica cortese ospitalità,
girovagavano casalinghi topolini. Non era
certo il suo vino a produrmi sensazioni
fantastiche, ma le sue opere, il suo
mondo, quell’atmosfera imprevista in
uno dei contesti più degradati della città
che hanno suggestionato generazioni di
messinesi. Un esperienza espressiva,
quella del Cavaliere, che oggi finalmente
riceve il suo doveroso tributo dagli
ambienti più autorevoli della critica
d’arte contemporanea internazionale la
quale già nel 1996 lo qualifica come un
“Outsider artist”: un fuori legge dell’arte,
quando la sua Casa Fantastica appare sui
quaderni della casa editrice tedesca
“Taschen” nella monografia “The
fantastic wold “ nella quale venivano
segnalate le più fantastiche case del
mondo. Nel 2008 e nel 2011 Eva di
Stefano, uno dei maggiori storici dell’arte
contemporanea europea, definì questi
artisti spontanei come “artisti babelici”
riconoscendo, come figura di valore,
nello scenario internazionale della
“Outsider art”, il messinese Giovanni
Cammarata. Da qualche tempo l’“E.O.A.”
(Europian Outsider Art Association) ha
lanciato una campagna di tutela degli
artisti “Outsider” siciliani tra i quali
spicca, insieme a Filippo Bentivegna di
Sciacca e Giovanni Bosco di
Castellammare, il messinese Giovanni
Cammarata. Ad aprile di quest’anno,
Particolare della casa del cavaliere Cammarata
sulle prime pagine della rivista
internazionale O.O.A. “Outsided Art,
reinventin the word”, campeggiava una
delle raccomandazioni lasciate sui muri
di Maregrosso da Giovanni Cammarata:
“Curate le mie opere. Sono un dono per i
posteri”. Nell’editoriale della stessa rivista
il direttore esorta ad accogliere questo
disperato invito, definendo l’opera di
Cammarata: “un dono imprevisto alla
collettività da accogliere e proteggere
immaginando nuove definizioni e nuovi
strumenti di tutela.” Al tempo stesso
denuncia l’urgenza di un’adozione
collettiva delle sue opere, dal basso, che
migliori l’azione delle istituzioni che non
dispongono purtroppo di efficienti
strumenti di tutela con i quali operare la
salvaguardia di opere precarie e a rischio
di oblio come quelle di questi “artisti
senza patente”, che nonostante la loro
fragilità istaurano nei luoghi in cui
sorgono “particolari genius loci”. Nella
rivista lo storico dell’arte Rita Ferlisi
analizza l’universo Cammarata
considerando la sua creatività,
difficilmente inquadrabile, tra le più
poetiche dell’isola definendola: “un atto
di riqualificazione del tessuto urbano”.
Il linguaggio di Cammarata è
un’espressione eversiva rispetto alla
logica del contesto. Una cifra
inclassificabile che nel tentativo di
risolvere una condizione di degrado
urbano secolare ha prodotto un “genius
loci” ribelle. Un tentativo eterotropico di
liberarsi dal degrado sociale e civile. Una
denuncia plateale di un disperato
bisogno di qualità urbana. Cammarata è
stato un oppositore incompreso del
degrado civile e culturale di una città
che non comprende o se comprende, lo
fa sempre troppo tardi e solo quando, da
fuori, qualcuno accende i riflettori.
Dentro sta sempre con la luce spenta. Il
“dono” di Cammarata è stato rifiutato da
una città che non ama molto declinare il
verbo comprendere nel senso
strettamente latino di “comprehendere”:
contenere, abbracciare, proteggere;
preferisce declinare il verbo cancellare,
nel senso di chiudere con una cancellata
il passato, sopprimendo ogni memoria.
Cammarata ha lottato, armato solo delle
sue fragili creature, per ridare a quel
contesto afflitto dal degrado dei quartieri
ultra popolari di “Fondo Saccà” e “Fondo
Picardi” espressioni esemplari della
“fenomenologia della baracca”, da un
agglomerato industriale sterile e
LA SCHEDA
Comune e partner privati in società
Giovanni Cammarata nasce a Messina nel 1914 e ivi muore nel 2002. Di padre ennese e madre calabrese, compì
le prime esperienze lavorative, nel laboratorio di prefabbricati in cemento del padre in via San Paolino, vicino al
cimitero cittadino dove eseguiva, da garzone, decorazioni in amalgama di cemento per le cappelle gentilizie.
Ragazzo irrequieto e ribelle sentendosi discriminato dal padre rispetto al fratello (spesso raccontava: “A lui
comprava le scarpe a me no. Lui era il buono, io il cattivo) lasciò il laboratorio di famiglia e si arruolò nell’esercito,
sino la 1944. Si distinse in diverse battaglie e fu premiato con due croci di guerra. Tornato a Messina si sposò e
riprese il lavoro nel laboratorio del padre. Ma presto il mercato delle pietre artificiali entrò in crisi e venne sfrattato
dai locali di via San Paolino e fu costretto per mancanza di risorse a dover richiedere in concessione 500 metri di
terreno demaniale, poco distanti da dove oggi ammiriamo le sue opere. In quest’area costruì una piccola fabbrica
di prefabbricati di cemento che cominciò a produrre oltre ai decori artificiali, ormai fuori moda, anche prefabbricati
in cemento per l’edilizia come: tubi, vasche, pozzetti, ecc.. Nel 1955 l’area demaniale gli venne sottratta, per
essere assegnata all’imprenditore Rodriquez che realizzerà da lì a poco un grande opificio abbattendo il suo
piccolo laboratorio. Cammarata non abbandonò l’area, si sentiva vittima di una grande ingiustizia e si insediò in
un terreno limitrofo dove costruì una baracca per la sua famiglia (aveva 5 figli), in attesa dell’esito della richiesta
di assegnazione di una casa popolare. Quindi ottenne da Rodriquez l’uso di un locale come laboratorio, dove
continuare, in piccolo, la sua attività di “cementiere”, così egli si definiva. Con il tempo l’attività era sempre meno
fiorente e il conflitto con Rodriquez sempre più imperituro, fin quando, prese la strada dell’arte, come egli
affermava: “cominciai a lavorare da artista”. In questa nuova impresa sublimò l’ultima parte della sua esistenza
impegnando tutte le sue modeste risorse economiche, provenienti da una piccola pensione di guerra, in una
sterminata produzione di opere di cui non vendette mai un solo pezzo. Voleva che le sue opere fossero patrimonio
di tutta la città. Di quella città che nel 2002, indifferente alla sua morte, poco dopo, tentò con le ruspe di
cancellare ogni sua traccia. Quest’anno ricorre il centenario della nascita.
centonove pagina 20
sicilia
obsoleto e da un contatto con il mare
negato dal rilevato ferroviario e dagli alti
muri che recingono le aree dei
capannoni industriali. Una barriera che
fatalmente separa dalla suggestione
dello scenario mitico dello Stretto. Una
barriera che separa quel luogo dal mito:
il mito omerico di Ulisse e di Scilla e
Carridi, di Colapesce, della Fata
Morgana, di Ndria Cambria. Cammarata
soffriva questa censura, questa
sottrazione d’identità. E nel suo modo
compulsivo ne fece una riproposizione.
Comprese che solo il recupero del mito
avrebbe potuto salvare quel luogo, e
forse anche la città. Quel luogo per
salvarsi deve tornare a contatto con il
mito e quindi con il mare. Ed ecco che in
forma babelica il Cavaliere rappresenta
lungo la via Maregrosso (rinominata da
lui, via delle belle arti): Ulisse e le
Sirene, Nettuno, ecc; rappresenta anche
altri miti esogeni, tra i quali quello di
don Chisciotte. Con quest’ultimo
metaforizzò la sua battaglia estetica e
civile. Dopo la sua morte i sui segni sono
stati barbaramente cancellati nel silenzio
dell’intera città. Il dottor Sergio Todesco ,
uno dei pochi che si adoperò per salvare
il salvabile dalle spietate ruspe dell’
inciviltà e del disimpegno estetico e
morale dei centri commerciali, qualche
hanno fa descriveva l’opera di
Cammarata come: “Un modello gioioso e
utopico di antropizzazione del territorio.
Un vero fiore nel letame del lugubre
paesaggio di una città che per non essere
mai stata (almeno nell’ultimo secolo)
moderna non riesce neanche ad essere
post moderna”. Da tempo, come un
paladino instancabile, si batte da anni
per il riconoscimento del grande valore
artistico e simbolico dell’opera del
Cavaliere Pier Paolo Zampieri, professore
di sociologia urbana, non autoctono, che
nella sua ultima pubblicazione
sull’argomento “Zonacammarata –
Maregrosso Messina: paesaggi
retroattivi, processi sociali.” Ed. Linaria
– Roma, scrive: “Recarsi a Messina, in via
Maregrosso, 20, vuol dire trovarsi
davanti a un corto circuito interpretativo
che manda in crisi le categorie classiche
prodotte dai vari saperi disciplinari.”
Oggi quel che resta dell’opera di
Cammarata rappresenta una delle rare
espressioni artistiche contemporanee di
elevato valore che la città può vantare.
Un lascito, oltraggiato, da
valorizzare,prima che sia troppo tardi,
con un’ operazione museale narrativa
che recuperi l’idea e il senso di questa
esperienza. Che recuperi l’idea di quei
stupendi “Elefanti da combattimento”
(così lui li chiamava, perche erano
corazzati), tre scultura in cemento
armato si straordinaria bellezza che oggi
avrebbero trovato opportuna
collocazione nei musei d’arte
contemporanea di tutto il mondo.
Valorizzando Cammarata si spiega la
bellezza dell’eresia. La sua opera è la
rappresentazione del fascino della
ribellione agli schemi, alle categorie
estetiche e non solo. Un fascino
pienamente contenuto in una madonna,
ancora salva, realizzata solo con cocci di
bottiglie di birra, intitolata dal raffinato
critico d’arte Mosè Previti: “La Madonna
della Birra Messina”. Definizione che
sintetizza in modo icastico l’intima
relazione spirituale tra Cammarata e i
simboli archetipi della città. In zona
molti artisti stanno raccogliendo il
testimone di questa ribellione, nel solco
ideale intrapreso dal cavaliere, tra i quali
spiccano Linda Schipani e l’antiquario
Vittorio Trimarchi.
Sabato prossimo, 31 maggio, si terrà un
evento speciale per la città. Una serata di
studio sul fenomeno Cammarata che si
svolgerà sul luogo, tra la casa del
Cavaliere, L’atelier “Eco lab”(un ex
laboratorio industriale trasformato in
studio d’arte) ed il “pensatoio di Vittorio”
Giovanni Cammarata
centonove pagina 21
30 Maggio 2014
(un capannone trasformato in un singolare
luogo di riflessione), dove verranno esposte
le opere di un altro artista outsider Gaetano
Chiarenza. La serata è stata organizzata dal
gruppo di ricerca/azione Zonacammarata,
che coaugula forze e competenze, cui va il
merito di aver attivato un processo culturale
partecipativo che ha coinvolto cittadini ed
istituzioni in una piattaforma operativa.
P.S.: mi giunge notizia, che dopo l’annuncio
dell’evento di sabato prossimo, sui social
network circola il seguente messaggio:
“Conoscendo mio nonno, si starà facendo
certe risate da lassù!”, firmato Nancy
Cammarata. Le stesse risate di quando
versando quel vino diceva: “Messina ha i
soldi ma rifiuta gli uomini e l’arte.”
30 Maggio 2014
sicilia
MILAZZO. Scontro all’interno della cooperativa del Ciantro. Trentadue famiglie rischiano la casa
Quadrifoglio, che sfortuna
A causa di controversie tra soci in diciassette hanno sospeso il pagamento del mutuo. La banca
avvia l’iter per mettere all’asta le abitazioni. In parte pagate. L’intervento dell’onorevole Grasso
Bernadette Grasso
La cooperativa Quadrifoglio di Milazzo
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Milazzo. La base d’asta era di 150
mila euro ad appartamento. I
proprietari delle prime tre palazzine,
però, possono tirare un sospiro di
sollievo: non è giunta nessuna offerta
sulla scrivania di Salvatore Palazzolo, il
commissario liquidatore che sta
gestendo la drammatica vicenda che
riguarda la cooperativa edilizia
Quadrifoglio di Milazzo. Continuano a
rimanere, però, col fiato sospeso le 32
famiglie che vivono negli appartamenti
di via Ciantro, messi all’asta su
richiesta della banca Monte Paschi di
Siena, l’istituto di credito che ha
erogato il mutuo per l’acquisto. Ironia
della sorte rischiano di rimanere senza
casa anche coloro che prima hanno
pagato gli acconti e hanno continuato
ad onorare le rate. L’ultima asta è
prevista venerdì 30 giugno, riguarda la
quarta palazzina ma il rischio che vada
a buon fine, a questo punto, sembra
basso. Il pericolo, però, incombe.
IL FALLIMENTO. L’intricata vicenda
parte dal fallimento della cooperativa e
dall’avvio della procedura per vendere
gli immobili e recuperare i crediti da
parte del Montepaschi di Siena. La
coop Quadrifoglio è nata nel 1995 con
32 soci, l’obiettivo è quello di
realizzare alloggi con le agevolazioni
regionali. I soci versano quasi 80
milioni di lire equivalente al 50 per
cento del costo complessivo
preventivato per ogni immobile.
Ottengono il mutuo del Monte dei
Paschi e danno incarico ad una ditta di
costruire gli alloggi al Ciantro. Alla
consegna i soldi non bastano. Le spese
sono lievitate. All’interno della coop
scoppiano litigi che arrivano in
tribunale. A questo punto la
maggiorparte decide di non pagare le
rate del mutuo concesso dall’istituto di
credito. Nel 2003 la “Quadrifoglio” è
dichiarata insolvente. La banca chiede
alla Regione, nella qualità di garante si tratta di una erogazione a tasso
agevolato - i soldi e così viene
nominato un commissario liquidatore
che mette in vendita gli alloggi.
LA REGIONE. La questione è finita
all’attenzione dell’onorevole azzurra
Bernadette Grasso che ha fatto da
tramite tra il dirigente dell’assessorato
regionale alle Attività produttive
(l’ufficio si occupa delle cooperative
edilizie che hanno ottenuto sgravi) e le
famiglie rappresentate dall’avvocato
Alberto Santoro. Santoro ha presentato
al tribunale di Barcellona anche un
ricorso di opposizione agli atti
esecutivi relativi all’asta dei beni con la
richiesta di sequestro conservativo, ma
l’udienza è stata fissata a settembre.
«Sono rimasta colpita da questa
vicenda - dice l’onorevole Grasso - è
terribile rischiare di perdere la propria
casa dopo averla pagata in buona
parte». Il problema, infatti è sorto per
scontri all’interno della cooperativa
che ha portato diciassette famiglie a
non versare le proprie quote.
IL SEQUESTRO. «Non ci sono altre
alternative al sequestro per uscire da
questa situazione - spiega il legale
Alberto Santoro - a meno di un
intervento della Regione visto che la
questione dovrebbe essere
approfondita a Palermo. Gli ispettori
regionali intervenuti dopo l’esposto dei
17 miei clienti del novembre 2001
hanno visionato solo la
documentazione fornita loro dal
presidente della cooperativa (poi
dichiarata artefatta in primo grado dal
Tribunale penale di Barcellona) ma
non hanno ascoltato nessuno dei
firmatari dell’esposto tantomeno
hanno visionato la documentazione
fiscale e contabile in loro possesso. Da
allora molte cose sono cambiate e oltre
alla condanna, seppur ancora in primo
grado del presidente, ci sono stati
sviluppi giudiziaria legati alle
condanne dei titolari delle imprese di
costruzione. LE DENUNCE. I miei
clienti, infatti, sono stati costretti a
sporgere due denunce - querele
singole; una denuncia cumulativa e un
esposto alla Direzione distrettuale
antimafia, assumendosi tutti i rischi
che purtroppo gravano su chi fa certi
nomi e cognomi e che hanno portato
alla condanna penale del presidente
ma contribuito alle varie condanne e
misure cautelari per i titolari delle ditte
(Aquilia e De Salvo)». Molti dei
residenti hanno proposto opposizione
allo stato passivo, chiedendo al
Tribunale di Barcellona di verificare i
loro versamenti. Invano. «Benché la
causa sia ancora pendente -conclude
Santoro - il commissario liquidatore ha
pensato bene di anticipare i tempi
mettendo in vendita gli appartamenti
così tentando di privare gli assegnatari
di ogni possibilità di poter finalmente
acquistare la casa per la quale tanti
sacrifici hanno fatto».
ZOOM
Le case fantasma
QUINDICI MILA I FABBRICATI NON CENSITI DALL’AGENZIA
DELLE ENTRATE NEL COMPRENSORIO MAMERTINO
Milazzo. Sono 15 mila gli appartamenti “fantasma”
individuati dall’Agenzia delle entrate nella zona tirrenica
messinese. Nella sola Barcellona gli immobili non dichiarati
sono 2326. Quasi 900 a Milazzo. A Messina la media è di un
fabbricato abusivo ogni 23 abitanti. Un censimento, reso
possibile grazie al telerilevamento aereo, avviato sulla scorta
del decreto legge 262/2006. Messina, nella poco invidiabile
classifica, si piazza al quarto posto tra le città "abusive". Per l'
centonove pagina 22
Agenzia del territorio le case fantasma non sono soltanto
quelle mai dichiarate ma anche quelle rurali che hanno
perso i requisiti per essere considerate tali. Il quadro è
allarmante perché nel solo comprensorio di Milazzo - Eolie si
parla di circa 10 mila fabbricati non dichiarati. Questo il
dettaglio: Barcellona (2326), Castroreale (374), Condrò (103),
Falcone (119), Fondachelli (185), Furnari (298), Gualtieri (169),
Leni (1), Lipari (337), Malfa (32), Mazzarrà S. Andrea ( 163),
Merì (105), Milazzo (858), Monforte (241), Novara (333),
Oliveri (75), Pace del Mela (330), Roccavaldina (92), Rodi Milici
(373), Rometta (390), San Filippo del Mela (290), San Pier
Niceto (476), Santa Lucia del Mela (549), Santa Marina Salina
(25), Saponara (238), Spadafora (216), Terme Vigliatore
(264), Torregrotta (242), Tripi (206), Valdina (85), Venetico
(140), Villafranca (149).
sicilia
30 Maggio 2014
FURNARI
Cogenerazione Biomasse,
La rivolta dell’Arci
PROTESTE E INCONTRI PER SPIEGARE I RISCHI
DELL’IMPIANTO VOLUTO DALLA COMET
La zona industriale di Milazzo
VALLE DEL MELA. Lino Andaloro, consulente Osm, lancia l’allarme ambientale
Inquinamento? Meglio emigrare
Secondo il rapporto Sentieri 2014 in aumento i tumori alla tiroide e ai reni.
Il medico però è drastico: «Il territorio è compromesso, difficile ritornare indietro»
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Pace del Mela. «Il miglior modo
per affrontare l’inquinamento nel
comprensorio di Milazzo? La
soluzione l’hanno già trovata i
milazzesi: emigrare il più lontano
possibile. Il territorio è
compromesso, difficilmente si potrà
tornare indietro». Mentre
ambientalisti e industrie si affannano
ad interpretare il terzo rapporto
Sentieri, lo studio epidemiologico
Nazionale dei Territori e degli
Insediamenti Esposti a Rischio da
Inquinamento, a non usare mezzi
termini e ad esprimere una visione
“integralista” della problematica, è il
medico Lino Andaloro, consulente
per gli studi epidemiologici
dell’Organizzazione mondiale della
Sanità - Regione Sicilia. Vive a Pace
del Mela, uno dei comuni inseriti nel
Sito di interesse nazionale per le
bonifiche (Sin) assieme a Milazzo e
San Filippo del Mela. Secondo il
rapporto finanziato dal Ministero
della salute e coordinato dall’Istituto
superiore di sanità (ISS) la
situazione - seppur compromessa - è
meno grave rispetto alle altre 43 aree
Sin italiane. Andaloro vede, però, il
bicchiere mezzo pieno. «La classe
politica e le industrie per decenni si
sono ostinati a far credere che tutto
fosse perfetto, ma non era così attacca Andaloro - come certificano
gli studi che negli ultimi 15 anni
certificano problematiche importanti.
E’ logico che ogni studio è tarato per
fotografare alcuni aspetti, non tutti
danno la stessa risposta in quanto
cambia fascia sociale, età anagrafica,
e patologie osservate, ma è
coerente in tutti la risposta: ci sono
problemi seri. Stanno venendo
fuori solo oggi situazioni che a Gela
sono conclamate da anni:
inquinamento delle falde, dell’aria,
dei terreni». A preoccupare,
secondo il rapporto Sentieri, sono i
livelli di tumore alla tiroide e ai
reni. «Nel 1981, quando mi sono
laureato - spiega Andaloro - ho
fatto la tesi sulle patologie tiroidee.
Per trovare malati sono dovuto
andare a Sant’Angelo di Brolo.
Nella valle del Mela non ne ho
trovato neanche uno. A distanza di
33 anni le patologie di questo tipo
sono diventate endemiche. Sbaglia
chi confonde tutte le patologie
della tiroide con la mancanza di
iodio. A Milazzo il problema è un
altro: sono i metalli pesanti che con
la loro presenza nell’ambiente
possono provocare patologie
gravissime come conferma lo studio
del professore Francesco Squadrito
della facoltà di Medicina
dell’Università di Messina che ha
esaminato centinaia di bambini
dell’area del Mela». Sentieri, infatti,
già nella versione precedente del
2011, raccomandava di indagare
sulle cause ambientali di questo tipo.
In particolare auspicava «un
programma di stima
dell'esposizione...a polveri,
idrocaruburi policiclici aromatici,
metalli pesanti, composti organici
volatili e composti organo alogenati»
in relazione ad «alcune neoplasie e
delle patologie renali che risultano in
eccesso». La crescita delle patologie
tumorali avrà sempre questa
tendenza, secondo Andaloro. «In
mancanza di un serio piano di
risanamento difficilmente le
tendenze cambieranno. Anche
perchè, non credo sarà facile reperire
le somme per le bonifiche che si
dovranno attuare» conclude.
ZOOM
Europee, se il voto è poco...Green
MILAZZO. Le tematiche ambientali a Milazzo sono molto partecipate sui social
network e sui giornali, ma in politica non funzionano. A Milazzo le elezioni
europee per il movimento Green Italia / Verdi Europee sono state drammatiche.
Nonostante la presenza di autorevoli esponenti, a cominciare dal consigliere
comunale Peppe Marano, dei molteplici comizi e un tam tam mediatico, il
movimento Green ha raccolto appena 100 voti (solo 64 le preferenze di cui 26 a
Fabio Granata). Il Pd, il partito più votato ha superato le 4 mile preferenze. A
dimostrazione che l’ambientalismo a Milazzo si fa, al massimo dietro la tastiera di
un computer, in occasione della Giornata Mondiale dell’ambiente, non si terrà il
tradizionale corteo dell’associazione Adasc (disertato dai più) ma si è optato per
una messa al Santuario di San Francesco di Paola prevista il 5 giugno alle 19.
centonove pagina 23
FURNARI. “Prima che i cittadini decidano se
permettere la realizzazione di un impianto di
cogenerazione a biomasse sul proprio territorio,
vogliamo spiegare di cosa si tratta”. E’ l’intenzione dei
rappresentanti di alcune associazioni preoccupati per
l’intenzione della società Comet Bio srl di Messina di
realizzare a Furnari un impianto che definiscono ad
“alto rischio”. Per questo motivo , in occasione del
consiglio comunale aperto che il sindaco Mario Foti ha
indetto per il 30 maggio nella sala consiliare del
comune, i membri del Circolo Arci “Senza Confini”,
presieduto da Gioacchino Messina, insieme ai membri
dell’Associazione Waste Sicilia presieduta dal
professore di Fisica all’Università degli studi di Messina,
Beniamino Ginatempo, spiegheranno ai cittadini cosa
significa permettere la realizzazione di un impianto
che produce energia con la combustione del legno. A
dire “No” alla realizzazione della centrale è anche
Carmelo Catania, socio del Circolo Arci ed autore del
libro “La collina della munnizza” sulla discarica di
Mazzarà Sant’Andrea. Quest’ultimo, durante il
consiglio comunale, renderà nota la posizione unitaria
del Circolo con un documento . “L’obiettivo è spiegare
cosa vuol dire realizzare questa centrale – dichiara
Catania – Bisogna dire “no” alle false promesse di
sbocchi occupazionali, noi non vogliamo una nuova
Ilva o una nuova Priolo. Bisogna dire “no” a qualsiasi
promessa di eco-indennizzo per il comune perché la
Manifesto di protesta in un esercizio commerciale
salute non si baratta. La parola “bio” non deve trarre
in inganno, si tratta di un impianto dove potrebbero
essere bruciati rifiuti urbani, senza i limiti previsti dalla
legge per gli inceneritori “ufficiali”, e le cui emissioni
sono caratterizzate dalla presenza di numerosi
composti cancerogeni pericolosi per la salute: benzene,
idrocarburi policiclici aromatici, polveri sottili e ultrasottili,
diossine e via discorrendo”. Catania sostiene anche che la
Comet “vuole realizzare l’impianto per usufruire di
ingenti incentivi concessi a questa produzione, con il
meccanismo dei certificati verdi”. A precisare che quella
che si vuole mettere in atto non sarà una battaglia politica
è il presidente del Circolo Arci, Gioacchino Messina il
quale, però, tiene a precisare che “di fronte ad
un’eventuale autorizzazione alla realizzazione
dell’impianto, la battaglia potrebbe cambiare forma”. A
dire “no” anche alcuni esercizi commerciali che hanno
affisso manifesti di protesta sulle vetrate dei propri esercizi
commerciali. Intanto il prossimo 5 giugno è prevista una
conferenza di servizi a cui ha chiesto di far parte anche il
professore Ginatempo. La conferenza, a cui
parteciperanno istituzioni e le parti coinvolte, servirà
all’acquisizione dei pareri, delle concessioni, dei nulla osta
e delle autorizzazioni previste dalla legge.
PAMELA ARENA
30 Maggio 2014
sicilia
MESSINA
“Menza ‘ca panna”,
la migliore del web
MESSINA. Secondo solo all’eterno
Spaccata del ghiaccio
CONVEGNI. Viaggio nella storia della granita artigianale
Nevieri e nevaroli di Sicilia
Il primato? Se lo contendono Messina e Catania, Etna contro Nebrodi e Peloritani. Filmati
e dibattiti tra economia, mestieri scomparsi alla ricerca delle origini dell’orgoglio culinario isolano
PALERMO. Il questito è di quelli in
grado di scatenare faide generazionali:
chi ha inventato la granita? Primato da
sempre conteso tra Catania e Messina, a
seconda delle fonti la risposta propende
per una delle due ipotesi. Anche
Wikipedia evita di sbilanciarsi,
sostenendo che “usavano la neve che
d'inverno veniva raccolta sull'Etna, sui
monti Peloritani, Iblei o Nebrodi e
stivata durante l'anno nelle nivieri”.
Acclarato il primato isolano, non resta
che raccontarne la storia. E cioè la neve
di Sicilia, tra storia e memoria,
economia e mestieri scomparsi,
raccontata da storici, giornalisti e
filmmaker in un affascinante viaggio
alla ricerca delle origini della granita
artigianale siciliana. Se ne parlerà
venerdì 6 giugno alle ore 11.00 nel
convegno "Neviere e Nevaroli di Sicilia”,
(Pala Nivarata, Angolo di Paradiso
presso la Villa Belvedere), nella giornata
inaugurale della Nivarata 2014, il
festival della Granita Siciliana giunto
alla sua terza edizione.
Ad aprire i lavori del convegno sarà
Luigi Romana, studioso di storia locale e
autore del bel volume Neviere e
nevaioli. La conserva e il commercio
della neve nella Sicilia centro-
occidentale 1500-1900 (Ente Parco delle
Madonie, 2007) con una relazione dal
titolo Neviere e nevaioli da Cefalù a
Trapani.
Dal versante occidentale si passerà a
quello orientale dell'isola, con gli
interventi di Luigi Lombardo, studioso
di storia locale e autore del libro La via
del freddo. Itinerari fra le neviere di
Bucchieri e dell'Altipiano ibleo
siracusano (Provincia regionale di
Siracusa, 2006) e di Giuseppe Riggio,
giornalista e appassionato escursionista,
autore del recente libro La memoria del
vulcano. Il novecento raccontato dalla
gente dell'Etna (Giuseppe Maimone
editore, 2013): il primo parlerà de La
neve alla Mensa del Vescovo di Catania ,
il secondo de La memoria del vulcano:
mestieri e passioni sull’Etna.
Reti familiari e imprenditori della neve a
Modica nell'Ottocento saranno al centro
della relazione Economia della neve e
percorsi imprenditoriali: il caso Bonajuto
di Giovanni Criscione, storico e
giornalista, autore del recentissimo La
dolceria Bonajuto. Storia della
cioccolateria più antica di Sicilia (Kalòs
edizioni d'arte, 2013).
Per concludere, lo sceneggiatore e
regista Nello Correale proporrà un
viaggio nella storia dei venditori di
ghiaccio con un trailer del film
documentario Il Signore della Neve,
prodotto con il contributo del Ministero
dei Beni e delle Attività Culturali, del
Ministero dello Sviluppo Economico,
dell'Assessorato Turismo Sicilia, di Sensi
Contemporanei e di Sicilia
Filmcommission.
centonove pagina 24
mistero sul primato esistenziale
dell’uovo oppure della gallina, ogni
estare si ripropone il questito “Qual
è la granita più buona di Messina?”.
Tante. E tutte diverse, a seconda di
chi risponda alla domanda. Che in
realtà andrebbe ribaltata, perchè a
Messina è necessario cercarlo
davvero col lanternino, un bar in cui
dentro una scala di qualità che va da
discreta ad ottima. Secondo il blog
dissapore.com, Irrera (piazza cairoli)
è “da decenni nel sancta-sanctorum
delle pasticcerie messinesi”, ma
anche De Luca, a Briga Marina, fa
ululare di gioia le papille gustative
grazie alle “paradisiache granite alla
frutta, tra le migliori di tutta la
Sicilia”, come si legge sul sito. E per
l’Eden bar di Faro c’è un’avvertenza:
“Attenzione, l’appetito si fa
incontrollato”. Irrera, insieme al bar
De Stefano di Santo Stefano Briga,
strappano applausi anche su
cronachedigusto.com. E su
Tripadvisor? Gettonatissimo il bar
Torino di Corso Cavour, ottima
granita e prezzo contenuto, così
come il bar Arrigo di viale regina
Elena, imbattibile nell’accoppiata
granita-brioche ad un euro tondo
tondo. Menzioni d’onore anche per
il bar del Sud e per la granita
fragola del bar Spadaro sulla
litoranea. Ironia della sorte, un
fantasmagorico di 93 su 100 se lo
aggiudica “alla memoria” lo storico
bar Noviziato, oggi mestamente
chiuso. (A.C.)
economia
FORMAZIONE. Revocato l’accreditamento allo storico ente per “gravi irregolarità” di gestione
Ial, 27 milioni recuperati
Tanti sono i fondi assegnati per la seconda annualità dell’Avviso 20. La Cisl all’assessore
Scilabra: «Prima di mettere fuori altri ottocento lavoratori si dovevano trovare soluzioni di tutela»
Manifesto di protesta a Palermo
PALERMO. Nuova revoca per lo storico
ente di formazione professionale Ial. La
Regione siciliana ha notificato il
provvedimento, firmato dalla dirigente
dell'assessorato Formazione Anna Rosa
Corsello, che revoca l'accreditamento
all'ente per "gravi irregolarità" di
gestione riscontrate durante le indagini
amministrative eseguite dall'assessorato.
Irregolarità, che, tra l'altro, avrebbero
causato anche il ritardo nel pagamento
degli stipendi agli oltre 800 dipendenti. I
vertici dell'ente di formazione
professionale non avrebbero fornito
spiegazioni sufficienti sull'utilizzo dei
fondi del Prof 2010 e 2011 destinati al
personale. Nel provvedimento di revoca,
il dipartimento Istruzione e Formazione
evidenzia «gravi e reiterate irregolarità
nella gestione e rendicontazione delle
attività formative e orientative, accertate
a seguito di controlli e verifiche
espletate».
L’asswessore Nelli Scilabra
Già nel 2013 la Regione aveva revocato
l'accreditamento allo Ial, che aveva fatto
ricorso al Tar. Nell'attesa della sentenza
era stato concesso all'ente un
accreditamento provvisorio. Riavviata la
procedura, le controdeduzioni fornite
dalla società non hanno convinto la
Regione, che - revocando
l'accreditamento provvisorio - ha
recuperato 27 milioni di euro assegnati
all'ente di formazione. In pratica le
somme relative alla seconda annualità
dell'Avviso 20. ''Rimaniamo indignati per
l'arroganza che il dirigente generale non
perde occasione di esercitare nei
confronti del nostro ente'' dicono dallo
Ial, secondo il quale l'ennesimo atto di
revoca viene fatto "senza essere stati
messi a conoscenza delle 'gravi e
reiterate irregolarità' rilevate
dall'assessorato e poste a fondamento
dell'atto adottato. Ribadiamo la necessità
e l'urgenza che l'accertamento di
comportamenti illegittimi, anche in
ambito penale, a carico dello stesso
dirigente regionale, da noi prontamente
denunciati, vengano accertati dagli
organi preposti". Lo Ial rimane
comunque "fiducioso dell'operato degli
organi giudiziari a ciò preposti gli unici
presso i quali - ormai è evidente - potrà
essere accertata la scorrettezza e la
illegittimità degli atti e dei
comportamenti della dottoressa
Corsello".
“Senza voler entrare nel merito della
decisione sulla revoca - si legge in un
documento della Cisl - avremmo
auspicato che l’amministrazione
regionale, prima di mettere fuori altri
centonove pagina 25
30 Maggio 2014
800 lavoratori di fatto raddoppiando il
numero degli operatori che perdono il
posto a causa delle revoche, avesse
trovato soluzioni di tutela con un azione
di responsabilità». La Cisl chiede
all’assessore alla Formazione Nelli
Scilabra, «un atto di responsabilità con
soluzioni immediate per tutti i lavoratori
coinvolti in questa vicenda». Alla
Regione la Cisl ribadisce inoltre le
richieste di “provvedere subito a mettere
in campo tutte le misure per assicurare la
tutela occupazionale dei lavoratori degli
sportelli multifunzionali, a garantire il
pagamento di tutte le competenze fin
qui maturate dai lavoratori e non ancora
corrisposte e infine di avviare subito una
strutturazione dei servizi per l’impiego
ed il lavoro in Sicilia, necessaria ed
indispensabile per potere gestire tutte
quelle attività in materia di lavoro e
formazione che altrimenti non potranno
essere erogate e che, già, in altre regioni
stata realizzata”. Insieme alla revoca,
l'Ars ha approvato il sub emendamento
alla manovra correttiva che riguarda i
contratti degli ex operatori degli sportelli
multifunzionali da utilizzare per le
attività del progetto «Garanzia Giovani».
Modificata la natura dei rapporti di
lavoro: niente più contratti flessibili
(ovvero co. co. pro) bensì forme di
lavoro subordinato. Soddisfatti i
sindacati, che martedì in Quinta
commissione si erano battuti per
ottenere questa modifica.
30 Maggio 2014
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30 Maggio 2014
economia
MADE IN ITALY
Coldiretti siciliana a Napoli
MESSINA. Workshop promosso da Confindustria per analizzare strategie di export
Agroalimentare? Internazionalizziamo
Per il presidente Schipani il settore è punto di forza ma la chiave di volta è nella presentazione
sui mercati esteri. Attenzione puntata sull’aggregazione di imprese e i supporti finanziari
Messina. “L’Internazionalizzazione del
sistema alimentare italiano: paesi
target e strategie di sviluppo”. E’ il
tema del workshop promosso da
Confindustria Messina, in
collaborazione con Ice Agenzia Istituto Commercio Estero, nell’ambito
del Piano Formativo Taste – Tecniche
per l’Analisi dei conSumi e lo sviluppo
dell’inTernazionalizzazionE, finanziato
da Fondimpresa, condiviso da
Federalimentare e Fai Cisl, Flai Cgil e
Uila-Uil, organizzato da Sistemi
Formativi Confindustria in
collaborazione con Ice Agenzia, Istat
Scuola superiore di Statistica e
Federalimentare Servizi Il workshop è
stato un’occasione importante per
fornire alle imprese del settore
agroalimentare, che presenta enormi
potenzialità di sviluppo, indicazioni
utili ad intraprende percorsi di
internazionalizzazione, acquisire
informazioni sulle opportunità date
dalle diverse aree di mercato e
analizzare le strategie di export utili al
settore agroalimentare.
Ad aprire i lavori il presidente di
Confindustria Messina Alfredo Schipani
che ha sottolineato come «l’agroalimentare rappresenti per il nostro
territorio un punto di forza e conoscere
gli strumenti per presentarsi meglio sui
mercati esteri è condizione
fondamentale per sfruttarne le
potenzialità». Poi gli interventi di
Daniele Rossi, AD di Federalimentare
Servizi che si è soffermato sulle policy
del settore rispetto ai mercati target,
illustrando opportunità e criticità;
Giampaolo Bruno dell’ICE ha delineato
il posizionamento delle imprese italiane
nei mercati esteri, mentre Rosario
Milazzo dell’Istat, ufficio territoriale per
la Sicilia, ha fornito alcuni dati sui
mercati di riferimento esteri; presente
anche la dott.ssa Ivana Russiello di
Sistemi Formativi Confindustria.
È stata l’occasione per presentare la
recente indagine di Federalimentare
“Servizi sull’Internazionalizzazione del
Sistema Alimentare Italiano”, in merito
al posizionamento dell’Italia nei diversi
mercati. Dalla rilevazione emerge la
crescita del settore alimentare sui
mercati internazionali, anche nel
biennio 2012-13. I principali mercati di
destinazione sono ancora Paesi europei,
ma vi sono segnali che spingono a
puntare pure su Paesi emergenti per
guadagnare importanti quote di
mercato.
Per la provincia di Messina il comparto
agroalimentare si conferma
un’importante leva di sviluppo. È
positivo il saldo import-export dei
prodotti agroalimentari del nostro
territorio, in controtendenza rispetto
alla Sicilia ed a tutta l’Italia
meridionale.
A più riprese, è stato evidenziato, che
per intercettare le fonti di domanda
internazionale e affrontare i mercati
esteri bisogna essere adeguatamente
equipaggiati, investire in innovazione,
qualità, sicurezza, tracciabilità;
possedere flessibilità produttiva;
effettuare strategie di filiera per
agganciare i segmenti a maggior valore
aggiunto delle catene globali del
valore. Puntare, quindi, su
aggregazione tra imprese,
PALERMO. "La crisi ha favorito
innovazioni rivoluzionarie ma
anche pericolose furbizie che
saranno svelate per la prima
volta nel minilaboratorio allestito
dalla Coldiretti a Napoli, al teatro
Palapartenope". Lo dice la
Coldiretti siciliana che per
sostenere la qualità alimentare
Made in Italy dal campo alla
tavola sarà domani, assieme a
diecimila agricoltori dalle diverse
regioni, a Napoli. "Saranno
presentati - spiegano il
presidente e il direttore della
Coldiretti siciliana, Alessandro
Chiarelli e Giuseppe Campione un dossier e una mostra
laboratorio grazie ai quali ci si
renderà conto di quanto siano
cambiate le abitudini alimentari e
come questo incida anche nella
salute. Sarà anche allestita la
prima esposizione cibi più
contaminati sulla base della
presenza di residui chimici
irregolari. L'appuntamento inizia
con l'intervento del presidente
nazionale Roberto Moncalvo
insieme a numerosi ospiti, dal
ministro delle Politiche Agricole
Maurizio Martina ai governatori
di diverse regioni, da Guido
Barilla presidente Barilla, a
Stefano Albertazzi, direttore
generale Iper.
competitività, produttività, capitale di
conoscenza, supporto finanziarioassicurativo, politiche di sistema.
Sulle opportunità legate
all’internazionalizzazione sono in
programma altri incontri. Il 12 e 13
giugno è previsto l’intervento formativo
“Piano sud. Seminario di primo
orientamento ai mercati
internazionali”, promosso da
Confindustria Messina insieme all’ICE,
per un’azione di supporto alle imprese
e affiancamento nella valutazione del
potenziale di accesso al mercato estero.
UCRIA
Nocciole, opportunità e laboratori
UCRIA. La nocciola sarà protagonista delle giornate di studio "Opportunità per
la corilicultura nebroidea e laboratorio sperimentale di estetica dolciaria" che
si svolgeranno a Ucria, al circolo Montecastello venerdì e sabato. L'iniziativa
coniuga informazione e formazione nel settore della nocciolicoltura nebroidea
con l'obiettivo di sviluppare, in chiave economico-sociale, il rilancio produttivo.
Dal miglioramento qualitativo delle produzioni all'implementazione di una
filiera organizzata con l'individuazione di nuove nicchie di mercato per una
crescita occupazionale rivolta soprattutto ai giovani. A dare l'input, l'azione
mirata delle risorse economiche del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 e
l'attivazione della Misura 216 introdotte dall'assessorato regionale alle Risorse
Agricole che ha permesso l'esecuzione di alcuni interventi volti alla
conservazione del suolo, al contrasto ai fenomeni della desertificazione e al
dissesto idrogeologico, al recupero ed alla tutela del paesaggio agrario.
centonove pagina 27
30 Maggio 2014
economia
NOMINE
QUI EUROPA. La relazione degli Stati europei per far ripartire la crescita economica
Competitività, la nuova sfida dell’Italia
DI SALVATORE CIFALÀ
Tutti gli Stati membri
dell'Unione europea, hanno
compiuto, nell'ultimo anno,
grandi e impegnativi
progressi volti a migliorare l'intero
complesso imprenditoriale, incentivando
le esportazioni e investendo nella
sostenibilità. Sono ancora molte le sfide
che vedono le singole realtà nazionali
interfacciarsi con nuovi modelli
imprenditoriali, creando perciò un divario
tra paesi più competitivi e paesi i cui
risultati restano moderati nei settori del
commercio, dell'industria e
dell'imprenditoria. Grandi sono i freni che
limitano la crescita e lo sviluppo
all'interno dell'Unione europea, e questi,
generano quindi degli ostacoli, spesso
ritenuti insormontabili, che non
permettono alle imprese e alle realtà
industriali di accedere ad esempio ai
finanziamenti, generando quindi una
sorta di "deindustrializzazione".
I messaggi principali, emersi dalla
relazione 2013 sulla competitività degli
stati europei, possono essere suddivisi in
due grandi macro aree: una
comprendente i punti di forza dell'Ue e
una con alcuni aspetti negativi, che
devono essere necessariamente migliorati
e superati. Tra gli aspetti positivi
rientrano, ad esempio, il crescente
aumento delle esportazione verso i
mercati internazionali delle merci e dei
prodotti europei, un maggiore sviluppo
dell'innovazione che ha visto la sua
espansione maggiore tra il 2008 e il 2012,
una maggiore consapevolezza
imprenditoriale, che è migliorata in tutto
il mondo, la continua formazione degli
addetti e il perfezionamento della
manodopera. I punti deboli dell'Unione,
che si cercherà di migliorare e di
potenziare nel tempo, sono composti da
una continua scarsità di investimenti
nazionali per reagire alle politiche
innovative europee, da un troppo alto
prezzo dell'energia che costituisce un forte
freno alla competitività degli Stati membri
e anche la difficoltà con la quale le
imprese possono accedere al credito,
creando di conseguenza un problema di
molte nazioni. In Italia, come in altre
realtà dell'Unione, il miglioramento
dell'efficienza e dell'efficacia delle
pubbliche amministrazioni resta un punto
fondamentale per far ripartire la crescita
economica, occupazionale e industriale
dell'intero sistema.Molti dei problemi che
incidono negativamente sulla
competitività dell'Italia, come il livello
ridotto degli investimenti privati nella
Ricerca & Sviluppo, la mancanza di startup innovative, i problemi relativi alla
disponibilità di competenze, la mancanza
di finanziamenti mediante capitale
proprio, la modesta crescita delle imprese
e l'internazionalizzazione, possono essere
almeno parzialmente ricondotti agli
stringenti vincoli amministrativi e
normativi che gravano sul contesto
imprenditoriale. Occorre continuare a
portare avanti riforme strutturali del
settore pubblico, per consentire
l'evoluzione di un'amministrazione
pubblica moderna ed efficiente. Un
messaggio importate e molto positivo, è
dato dalle tante imprese che, proprio
durante la crisi, hanno adottato strategie
incentrate sull'innovazione e
sull'internazionalizzazione. La riforma
della governance del sistema
dell'internazionalizzazione può quindi
contribuire ad aumentare il numero di
imprese italiane esportatrici, e proprio su
questa strada, l'Italia accompagnata e
incoraggiata dall'Europa, potrà finalmente
intravedere la luce in fondo al tunnel.
PROVINCIA DI TRAPANI
Panepinto: dubbi
sulla nomina di Ingroia
TRAPANI. «L' incarico di commissario
della Provincia di Trapani, che il governo
regionale ha assegnato ad Antonio Ingroia, è compatibile con quello di liquidatore di Sicilia -e servizi?». Lo chiede il
parlamentare regionale del Pd Giovanni
Panepinto, che ha presentato una interrogazione al presidente della Regione e
all' assessore alle Autonomie locali. L' interrogazione è stata firmata anche dai
parlamentari del Pd Cracolici, Panarello,
Maggio, Arancio e Alloro.
ASCOM RAGUSA
Così il comitato direttivo
RAGUSA. L' assemblea della sezione
Ascom ha eletto i componenti del comitato direttivo e i delegati all' assemblea
provinciale di Confcommercio. Per
quanto riguarda gli undici componenti
del comitato direttivo sono stati eletti
Andrea Licitra, Daniele Leggio, Salvo Ingallinera, Angelo Chessari, Vincenzo Trischitta, Giovanni Cassarino, Michela
Fiocco, Carmela Garofalo, Giovanni Riso,
Vincenzo Buscemi, Maurizio Tasca. I sei
delegati all' assemblea provinciale Confcommercio sono, invece: Lorenzo Battaglia, Rosario Puma, Roberto Sica, Vincenzo Trischitta, Angelo Chessari,
Giuseppe Cardello. Il direttivo si riunirà
nei prossimi giorni per decidere i nuovi
vertici sezionali.
CONSUMATORI
VINO
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Morosità, così i tagli
In cinquemila
a “Cantine aperte”
Bonus Renzi a verifica
Dal 1° di Settembre 2013
sono cambiate le regole per
quanto riguarda i casi di
morosità del consumatore
che quando si protraggono
troppo a lungo danno luogo
alla sospensione della fornitura di luce e
gas. Per le bollette non pagate l’azienda
fornitrice è decisa a sospendere e, deve
per prima cosa costituire in mora il
cliente. Questa procedura avviene
attraverso una comunicazione scritta via
raccomandata. Nella lettera deve essere
indicato il termine entro cui si intima al
cliente di saldare il debito che non deve
essere inferiore a 10 giorni dall’invio. La
missiva deve indicare le modalità per
effettuare il pagamento. Il termine sale
a 15 giorni qualora il venditore sia in
grado di domandarle la data reale di
invio della raccomandata di costituzione
in mora . Altrimenti il limite è portato a
20 giorni solari e in ogni caso l’effettiva
sospensione potrà avvenire soltanto
trascorsi almeno tre giorni lavorativi
dalla data limite. Inoltre, quando il
cliente ha presentato un reclamo il
venditore non potrà più procedere alla
sospensione.
Francesco Sabatino, Adoc Uil Messina
PALERMO. Sono state circa 4.500
persone d'età compresa dai 25 ai 50
anni a partecipare alla 22/sima
edizione di "Cantine Aperte", in
Sicilia, la manifestazione promossa dal
Movimento del Turismo del Vino che
come di consuetudine si svolge dalle
Alpi allo Stretto, ogni ultima
domenica di maggio. "In Sicilia - dice il
neo presidente del Mtv regionale, Elio
Savoca - si è registrato un boom di
presenze nelle 26 cantine dell'Isola
aderenti all'iniziativa pari a circa il
30% in più rispetto allo scorso anno,
segno che sta crescendo l'interesse
non solo nei confronti questo
eccezionale prodotto ma soprattutto
la voglia di saperne di più. Di scoprire i
volti e le storie di chi fa il vino, i
territori di produzione con le diversità
pedoclimatiche e il contesto storicoculturale in cui nasce". I wine lovers
hanno così avuto modo di degustare il
vino direttamente nelle aziende
vitivinicole che hanno fatto
dell'accoglienza in cantina il
plusvalore della loro attività. Leit
motiv di quest'anno, la musica che ha
accompagnato le degustazioni e le
visite guidate.
L’applicazione del “bonus Renzi” pari a 80 euro presenta
alcuni riflessi sulle situazioni reddituali dei lavoratori che è
bene approfondire in modo specifico. La questione non
riguarda solo i lavoratori ma anche i datori di lavoro, che
potranno farsi assistere dai Consulenti del lavoro per
effettuare correttamente le operazioni inerenti il conteggio del credito Irpef.
Ad esempio, i coniugi lavoratori dipendenti o assimilati che percepiscano
entrambi un reddito complessivo nel 2014 non superiore a 26.000, hanno
comunque diritto al bonus a titolo individuale. Il Dl 66/2014, infatti, richiede
solo di verificare tre presupposti per la maturazione del diritto al credito.
Il primo è riferito alla tipologia di reddito prodotto, che deve essere formato da
reddito di lavoro dipendente. La seconda condizione è che l’imposta lorda determinata su detti redditi - sia superiore alle detrazioni fiscali previste per il
reddito di lavoro dipendente. Solo nel caso in cui l’imposta lorda generata dai
redditi di lavoro dipendente e assimilati venga ridotta o azzerata da detrazioni
diverse da quelle “personali”, il contribuente ha diritto al bonus. Il terzo requisito
per aver diritto al credito è che il reddito complessivo per l’anno 2014 non sia
superiore a 26.000 euro. Altra questione riguarda poi l’applicazione
dell’agevolazione in capo ai lavoratori part-time: il decreto non fa distinzione tra
questa categoria e i full-time. E’ lo stesso principio con cui si calcolano le
detrazioni fiscali per reddito da lavoro dipendente. Nel caso in cui il lavoratore sia
titolare di più rapporti di lavoro part-time deve però prestare molta attenzione:
se il reddito stimato nel singolo rapporto è compreso nelle fasce reddituali
previste dal decreto e sussiste un’imposta a debito, entrambi i datori di lavoro
potrebbero erogare il bonus. In questo caso, il lavoratore dovrà restituire il bonus
indebitamente percepito con il conguaglio di fine anno, oppure in sede di
dichiarazione dei redditi. Per evitare di dover rimborsare il bonus, il lavoratore
deve richiedere ad un solo sostituto di riconoscere il bonus, comunicando il
reddito presunto complessivo che percepirà nel 2014; invece nell’ipotesi in cui,
sommando i due rapporti di lavoro, superi i limiti di reddito previsti dal decreto,
deve comunicare ad entrambi i sostituti di non calcolare il bonus.
centonove pagina 28
poster
30 Maggio 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
Alcune delle immagini delle stanze dell’Atelier in mostra a Castel di Tusa per l’esposizione di Giovanni Pepi
CASTEL DI TUSA. Mostra fotografica del condirettore del Giornale di Sicilia che scopre e racconta l’albergo “fatto ad arte”
“Luci e segni”, Atelier al Pepi
Quaranta scatti che ripercorrono il viaggio del visitatore attraverso le stanze commissionate da Antonio Presti. Inaugurazione l’8 giugno
CASTEL DI TUSA. Si intitola “Luce e
segni”, la mostra fotografica che aprirà i
battenti l’8 giugno (ore 11) all’Atelier sul
Mare di Castel di Tusa. Si tratta di scatti
che inquadrano giochi di luci e colori.
Particolari che diventano segni all’occhio
del visitatore. Suggestioni di cromie e
riflessi che regalano differenti punti di
vista, coinvolgendo il visitatore in un
turbinio di emozioni. “Luce e segni” è
l’ultima mostra fotografica, in ordine di
tempo, del giornalista e condirettore del
Giornale di Sicilia Giovanni Pepi.
Si tratta di quaranta scatti che
ripercorrono il viaggio del visitatore
attraverso le stanze del museo-albergo
realizzato dal mecenate siciliano. Un
percorso tra le venti camere progettate e
create da diversi artisti internazionali col
risultato di capolavori unici. Venti opere
d’arte «che - come racconta lo stesso
Antonio Presti - sono pienamente
realizzate solo entrando e abitando la
camera. La presenza e l’uso delle stanze
sono parte integrante e fondamentale di
esse».
E così la macchina fotografica di Pepi
mitizza, esalta e focalizza con l’occhio di
chi si abbandona ad ammirare le opere
d’arte e con la volontà di rendere eterne
visioni sfuggenti. «Scopro Atelier e
Fiumara a cose fatte - racconta Pepi Quando le ragioni dell'arte si sono già
imposte sui torti della politica. Penso ad
una vacanza nello ‘strano’ albergo voluto
da un mecenate ‘matto’. Vivo, invece, un
indimenticabile incanto. Ogni stanza
nasconde un’idea, un progetto, una
visione, un sogno. Niente di uguale si
vede da una porta all'altra».
Alla base dell’iniziativa c’è “la politica
della bellezza” di Antonio Presti, ossia
l’idea che l’arte e la bellezza abbiano in sé
una forte valenza etica e politica, siano
fonte di rinascita e progresso delle
comunità e contribuiscano alla crescita
dell’individuo. «Sono qui per stupirmi dice Presti - Con lo stupore si inizia e
anche con lo stupore si termina. Ma la
bellezza si può manifestare solo se ti
ricolleghi agli stati emozionali: al cuore,
all’anima. Ed è in quel cuore e in
quell’anima che si trova la condivisione di
un futuro. Le opere così non sono il fine,
ma il mezzo. La cultura deve impegnarsi
a consegnare conoscenza alle nuove
generazioni”.
La mostra, organizzata dalla fondazione
“Fiumara d’Arte” con la collaborazione di
Donatella Aiosa, è patrocinata dal
Giornale di Sicilia. Sponsor dell’evento:
Comune di Tusa, Carti Sud, Azienda
agricola Casaleni, Cottanera, Gelateria e
pasticceria Di Noto Sicily, Donnafugata,
Banca Don Rizzo, Pastificio Fratelli Gallo,
La Fiumara, Panificio Portera Maurizio,
Azienda agricola Sammataro Agata,
Antica macelleria Sammataro Gaspare,
Sapori e tradizioni Santino Miceli.
Il programma di domenica 8 giugno
prevede un tour guidato per le Camere
d’Arte dell’Atelier sul Mare, realizzate da
artisti internazionali. Tra gli altri:
Michele Canzoneri, Mario Ceroli,
Paolo Icaro, Hidetoshi Nagasawa,
la moglie dell’ex premier francese
Danielle Mitterand, il puparo e
cuntista Mimmo Cuticchio e lo stesso
Antonio Presti. In programma anche una
visita alla “Piramide 38° parallelo”.
L’opera, realizzata dall’artista Mauro
Staccioli, svetta su un’altura nel vicino
territorio di Motta d’Affermo in quello
stesso parallelo sul quale, nell’altro
emisfero, passa il confine tra Corea del
Nord e Corea del Sud. Un’opera voluta da
Antonio Presti quasi per voler
riequilibrare la tensione conflittuale di un
luogo con la sacralità dell’arte. E’ qui che
ogni anno, nei giorni del solstizio
d’estate, si svolge il “Rito della luce”. Rito
che si ripeterà anche quest’anno, il 21 e
il 22 giugno.
MESSINA
Fotociclette diventa “indoor”
MESSINA. “Fotociclette”, la mostra fotografica a più mani
dedicata alla vita nell’Isola pedonale di Messina e allestita
nella stessa il 3 maggio scorso, diventa una esposizione
“indoor”. Sabato 31, infatti, le immagini saranno visibili
dalle 19 in poi alla Bottega di Fotografia in via dei Mille.
Oltre alle foto, prevista anche la proiezione dell'evento e la
presenza di tutti i gli autori, compresa l’ideatrice Simona
Bonanno, anche lei autrice di alcuni scatti: Costanza
Barcellona, Sara Bonante, Maria Sole Denaro,
Catherine De Sarro, Vera Fleres, Chiara Ielo, Valentina
La Rosa, Eleonora Leone, Domenico Magnoli,
Giuseppe Mammoliti, Anna Mazzù, Grazia Muscolino,
Valeria Orlando, Claudia Oteri, Grazia Saccà.
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30 Maggio 2014
posterprotagonisti
MESSINA. Duecento anni fa scompariva una delle figure più complesse della storia
Gallo, genio da scoprire
Letterato, filosofo, archeologo e antiquario, ha affascinato molti studiosi per le sue opere faticosamente
rintracciate dopo la morte. Dai rapporti con la massoneria all’imponente collezione sparita nel nulla
DI
GERARDO RIZZO
Messina. Esattamente duecento anni fa,
il 30 maggio del 1814, scompariva
Andrea Gallo, una delle figure più
complesse della storia culturale
messinese a cavallo tra il XVIII e il XIX
secolo. Moriva all’età di ottant’anni: un
traguardo ragguardevole per i tempi, a
maggior ragione ove si consideri che il
nostro aveva superato, più o meno
indenne, la peste del 1743 e il terremoto
del 1783, oltre alla figura sicuramente
ingombrante di un padre come il più
famoso Caio Domenico, autore di molte
opere rimaste nella storia cittadina, a
partire dagli Annali della Città di
Messina, che avrebbe rappresentato una
pietra miliare imprescindibile per chi si
fosse accostato allo studio delle vicende
storiche cittadine.
IN NOME DEL PADRE. Ma se il padre
era una figura di indiscutibile interesse,
tracce profonde del proprio passaggio le
ha lasciate anche Andrea Gallo, letterato
e filosofo, archeologo e antiquario, che
ha attirato l’attenzione dei molti studiosi
che nel tempo si sono avvicendati sulle
tracce sue e dei suoi lavori. Gallo scrisse
numerosissime opere, che spaziano tra
tutte le discipline da lui praticate nel
corso della sua vita, ma solo alcune di
esse ebbero la sorte di venire pubblicate,
mentre per lo più rimasero in forma
manoscritta, disperse dopo la morte del
loro autore e faticosamente rintracciate
a distanza di secoli.
Le notizie che si hanno su di lui
provengono in parte dalle biografie, più
o meno succinte, che scrittori a cavallo
tra Otto e Novecento gli hanno
dedicato; ma per la maggior parte sono
frutto di ricerche più recenti, relative a
campi specifici della sua multiforme
attività, e spesso rese pubbliche
attraverso lo spazio infinito di internet.
È il caso, ad esempio, della dettagliata
biografia realizzata da Luigi Giacobbe o
del saggio di Guglielmo Mondio sui
rapporti tra Gallo e la Massoneria.
Entrambe rimandano a un’autobiografia
dello stesso studioso, che un suo
discendente trascrisse successivamente
in terza persona, e che, attraverso chissà
quali vie, è ora custodita presso la
Biblioteca Apostolica Vaticana.
Nato a Messina nel 1734, Andrea Gallo
ancora bambino venne affidato alla cura
dei Gesuiti, dove iniziò il consueto iter
di studi classici, oltre che della
matematica e della filosofia, ma ben
presto sviluppò un grande interesse per
le lingue orientali e per quelle
occidentali moderne, in particolare per il
francese, che divenne ben presto la sua
seconda lingua. Ebbe di sicuro una
formazione forte e rigorosa, ma dovette
in qualche modo pagarne lo scotto, sotto
forma di stress: nell’autobiografia è
raccontato che “per la continua
indefessa sua applicazione contrasse
una pericolosa malattia di stomaco con
un fenomeno singolare, il quale
stimolavalo ad un sforzo vano di reuma
subitochè se gli nominavano alcun libro,
o se gli [si] parlava di alcuna materia
Letteraria; causa per cui fu necessitato il
di lui Padre mandarlo a mutar aria in
una delle più amene campagne dei
nostri villaggi detta Larderia”.
Gaetano Oliva racconta che, poco più
che ventenne, Andrea Gallo offriva una
delle prime prove del suo genio,
pubblicando un saggio sull’eclissi lunare
verificatasi nel 1761, osservata peraltro
per mezzo di un telescopio realizzato da
lui stesso; altri studi analoghi avrebbe
pubblicato negli anni successivi,
ottenendo il plauso di molte accademie
italiane e straniere.
Ritratto di Andrea Gallo
DAI GESUITI ALLA MATEMATICA. Nel
1774 ottenne la cattedra di matematica
e filosofia presso il Collegio dei Gesuiti,
ma in tutto questo tempo non aveva mai
smesso di interessarsi alle antichità,
tanto che aveva messo insieme un
museo di ragguardevole importanza.
Non è chiaro quale fosse l’effettiva entità
della sua collezione: è ancora Oliva che
parla di “ricche collezioni di vasi, di
bassi rilievi, di medaglie, di pitture, di
minerali e varî altri oggetti preziosi”, ma
purtroppo la raccolta è andata dispersa,
e non esiste neppure un suo inventario.
È certo però che sia la collezione sia il
suo proprietario godevano di una certa
fama anche al di là degli stretti confini
cittadini, visto che tutti i viaggiatori –
spesso famosissimi – che transitavano
per Messina, non mancavano di visitare
Andrea Gallo e il suo museo. È lo stesso
studioso che ne dà conto nelle sue
memorie, senza celare un certo
compiacimento: nel 1766 riceve la visita
di Karl Zinzendorf, e nello stesso anno lo
vanno a trovare Domenico Cirillo e
l’inglese John Symond; nel 1770 è la
volta di Patrick Brydone. Nel 1788
Lazzaro Spallanzani lo visita più volte,
nell’andirivieni tra la
Sicilia e le sue isole
minori; nel 1801 sono
il mercante francese
Florenville e il conte di
Bizemont, comandante
delle truppe francesi, a
cercarlo. Ma ad
attestare la grandezza
del personaggio basti
pensare alla profonda
stima nutrita nei suoi
confronti da parte dei
due principali
archeologi e antiquari
siciliani dell’epoca, vale
a dire Gabriele
Lancillotto Castelli,
principe di Torremuzza,
e Ignazio Paternò
principe di Biscari:
entrambi quei due
grandi personaggi gli
riconobbero un valore
fuori dal comune nel
campo della ricerca
archeologica. Attestati
di stima gli vennero da
Johann Hermann von
Riesedel, che si faceva
accompagnare da
Andrea Gallo durante
le visite archeologiche
centonove pagina 30
Incisione di Houel
nella città dello Stretto.
Gallo aveva instaurato un proficuo
rapporto anche con Jean Houel, autore
del celebre Voyagepictoresquedesiles de
Sicile, de Lipari et de Malte: relazione
rovinata dalla delusione subita dallo
studioso messinese, il quale riteneva che
il viaggiatore francese non avesse
debitamente reso onore alla
collaborazione da lui avuta, e lo
accusava senza mezzi termini di aver
spacciato come proprie delle incisioni
realizzate da Francesco Sicuro, allievo di
Gallo.
TENDENZE ASSOCIATIVE. Nella
creazione di queste prestigiose relazioni,
al di là dell’indiscusso valore dello
studioso, è probabile che un ruolo lo
abbia svolto la sua adesione alla
Massoneria. Magari è per questo che il
principe di Biscari sceglie lui come
ambasciatore culturale in occasione
della venuta a Messina di Domenico
Caracciolo, il viceré che alla fine del
Settecento aveva portato in Sicilia (o
aveva provato a farlo) una ventata
illuministica. Una certa tendenza alla
vita “associativa” Gallo l’aveva sempre
dimostrata: entrato giovanissimo
nell’Accademia Peloritana dei
Pericolanti, aveva sentito presto
l’esigenza di fondare un nuovo sodalizio.
Nel 1761, nella propria casa, creò
l’Accademia dei Riparatori, che si
riuniva due volte alla settimana, in cui i
30 Maggio 2014
posterprotagonisti
soci dovevano disquisire di fisica,
matematica, diritto e medicina, e
sottoporsi alla sequela di domande e
obiezioni che venivano poste loro dagli
altri sodali. Poi, evidentemente, la rete
di relazioni dei Liberi Muratori gli
apparve come la migliore cassa di
risonanza per esporre le proprie idee.
Sono vari i punti di contatto tra le idee
di Andrea Gallo e le linee portanti della
Massoneria europea, a cominciare dalla
impostazione illuministica: esistono
lettere in cui definisce barbare
superstizioni certe usanze religiose,
come quella di autoflagellarsi nel
periodo della Settimana Santa; o altre in
cui sposa la teoria massonica secondo
cui esistono molte verità relative, mentre
l’unica verità assoluta è posseduta dal
Grande Architetto dell’Universo.
UMANISTA E RAZIONALISTA. Non si
riscontra invece, nello studioso
messinese, alcun interesse per l’aspetto
esoterico della Massoneria: secondo
Mondio, Gallo apparteneva “ad una
corrente massonica razionalistica e
politicamente avanzata che oggi
potremmo definire di sinistra”.
Diversamente la pensa Giacobbe, invece,
che lo pone “su un moderato riformismo
A MARGINE
Un fondo nuovo da scoprire
FRA LE TANTE collezioni possedute dalla Biblioteca
Regionale di Messina, ve n’è una, denominata “Fondo
Nuovo”, già in parte esplorata dagli studiosi locali, ma che
meriterebbe un ulteriore approfondimento, vista la
quantità e la varietà dei documenti contenuti. È formata da
volumi di manoscritti di varia provenienza, acquistati dalla
struttura o ricevuti in dono, ma i due nuclei fondamentali
sono quelli appartenuti a Gaetano La Corte Cailler e a
Letterio Lizio Bruno. Il primo è considerato uno fra i più
grandi fra i “messinologi” (se non il più grande in assoluto),
avendo studiato l’arte, la storia, la musica e la letteratura
della città come pochi altri, e avendo dato alle stampe
un’enorme quantità di libri, opuscoli e articoli aventi la
città dello Stretto come oggetto di studio. Il secondo
personaggio fu provveditore agli studi in diverse province
siciliane, attento studioso di letteratura e tradizioni
popolari, che lasciò un’importante raccolta di canti popolari
delle isole Eolie. Ma soprattutto fu uno – e il più entusiasta
– tra i propugnatori della “Biblioteca circolante”, convinto
com’era che la maggior parte della popolazione fosse
ignorante non per mancanza di volontà, ma perché non
aveva libri a disposizione. Donò allora molti dei suoi
volumi, unendoli a quelli di altri volenterosi e mandandoli
in giro per la città a disposizione della gente. Negli anni ’60
dell’Ottocento acquistò dagli eredi di Andrea Gallo i
manoscritti delle sue opere con l’intento di pubblicarli, e il
Comune si era impegnato ad acquistare centinaia di copie
di quei volumi, da donare agli studenti più meritevoli, ma
non se ne fece niente. Furono a loro volta gli eredi di Lizio
Bruno a fare dono alla Biblioteca Regionale di
quell’immenso patrimonio, che ora costituisce una fetta
importante del “Fondo Nuovo”.
È attraverso queste vie che le opere di Andrea Gallo non
sono diventate carta per pizzicagnoli, e chi ne avesse il
tempo e la voglia può leggere e studiare buona parte della
produzione dello studioso, dalle lettere ai saggi scientifici,
per finire alle commedie, “piene tutte di sali e lepidezze”.
G. R.
centonove pagina 31
di marca umanistica”. Un personaggio
singolarissimo, quindi, Andrea Gallo, e
le sue opere meriterebbero di conoscere
una nuova stagione; in maniera
particolare molte di quelle che non
hanno mai conosciuto la stampa, e che
lui, con falsa modestia, definiva
destinate a diventare cibo per le tarme o
carta per avvolgere il cacio dai
pizzicagnoli. Queste opere oggi sono in
gran parte custodite presso la Biblioteca
regionale di Messina, nella sezione
dedicata ai manoscritti, e in particolare
in fondo denominato “Fondo Nuovo”,
formato prevalentemente da documenti
provenienti dalle collezioni di altri due
grandi personaggi della cultura
cittadina: Gaetano La Corte Cailler e
Letterio Lizio Bruno. Studiare e
rivalutare queste opere, da parte della
sua città, costituirebbe un parziale
risarcimento a uno studioso che si è
sempre sentito trascurato dalle autorità
messinesi. In verità, nel tempo, Gallo ha
ricevuto vari incarichi dal Senato
cittadino: dopo il terremoto del 1783
ebbe l’incarico di valutare i danni subiti
dalla città e progettare una
ricostruzione; gli fu affidata la
ricostruzione del Lazzaretto andato
distrutto; ricoprì più volte la carica di
console del Magistrato di Mare e di
Terra, e altre cariche minori; ma
evidentemente non riteneva tutto ciò
sufficientemente gratificante.
30 Maggio 2014
posterlibri
Premi per i 75 anni
della libreria Ciofalo
BIOGRAFIE. La vita del fondatore di Comunione e liberazione raccontata da Savonara
Giussani, parola d’ordine: dialogo
La presentazione del volume a Palermo per ricordare un personaggio straordinario
che fa considerato il suo cammino di fede un incontro con gli altri. Le testimonianze
PALERMO. "La prima caratteristica della
fede cristiana è che parte da un fatto, un
fatto che ha la forma di un incontro." È
con queste semplici parole che don Luigi
Giussani ha sempre considerato il suo
cammino di fede: un incontro, una
verifica, un continuo invito al dialogo.
Così è stato anche per i tanti ragazzi e
adulti di tutto il mondo che hanno
riconosciuto in quel prete sorridente non
solo un maestro dal quale imparare, ma
un uomo col quale confrontarsi, nel
quale trovare conforto. Oggi uno di quei
ragazzi che con lui hanno percorso un
tratto importante della loro vita e
continuano a seguire i
suoi insegnamenti
racconta chi era e come
ha vissuto don Giussani.
Nasce così la biografia di
Alberto Savonara che,
oltre a ricostruire per la
prima volta la cronaca
dei giorni del fondatore
di Comunione e
Liberazione, offre ai
lettori il segno della sua
eredità per la vita delle
persone e della Chiesa.
Il volume sarà presentato
venerdì 30 maggio
all’Auditourium Santissimo Salvatore di
Corso Vittorio Emanuele, 395 a
Palermo. Dopo i saluti dell’arcivescovo
di Palermo, Paolo Romeo, intervengono
l’autore del libro, Padre Gianfranco
Matarazzo S.J., direttore del centro
“Petro Arrupe” di Palermo e il
magistrato Giovanbattista Tona. Modera
Salvatore Taormina, responsabile
LACERTI DI LETTURE
diocesano fraternità Comunione e
liberazione.
Sarà l’occasione per ricordare un
personaggio straordinario.
Le circostanze che ha attraversato e le
persone incontrate sono state decisive
per il delinearsi della vocazione di don
Luigi Giussani: i suoi genitori, i
professori e i compagni del Seminario, le
sue letture, il sacerdozio, i primi giovani
conosciuti in confessionale o in treno,
l'insegnamento, le incomprensioni e i
riconoscimenti, la malattia. Don
Giussani ha sempre considerato il
cristianesimo come un fatto, un evento
reale nella vita dell'uomo, che
ha la forma di un incontro,
invitando chiunque a
verificarne la pertinenza alle
esigenze della vita. Così è
stato per i tanti ragazzi e
adulti di tutto il mondo che
hanno riconosciuto in quel
prete non solo un maestro dal quale
imparare, ma soprattutto un uomo col
quale paragonarsi, un compagno di
cammino affidabile per rispondere alla
domanda: come si fa a vivere? Oggi uno
di quei "ragazzi" prova a raccontare in
questo libro chi era e come ha vissuto
don Giussani attraverso molti
documenti inediti dando così vita ad
una biografia che, oltre a ricostruire la
cronaca dei giorni del fondatore di
Comunione e Liberazione, offre ai lettori
il segno della sua eredità per la vita
delle persone e della Chiesa.
Vita di Don Giussani
Alberto Savorana
Rizzoli - Collana: Saggi italiani
Pubblicazione: Settembre 2013
Pagine: 1350
LA CLASSIFICA
CONCORSI
Ambito riconoscimento per la classe
VB della sezione Geometri
dell’Istituto Superiore Minutoli. Gli
studenti coordinati dalla docente di
lettere, Alessandra Famà, si sono
classificati al primo posto del
concorso indetto dalla Libreria
Ciofalo di Messina, nel 75°
anniversario della sua fondazione.
La proclamazione è avvenuta nella
Chiesa di Santa Maria Alemanna. A
ricevere il premio sono stati gli
studenti Alessandra Tirrito, Antonio
Di Stefano e Roberto D’Urso.
Numerosi sono stati i lavori
presentati dalle scuole superiori di
tutta la provincia di Messina che si
sono cimentate nella presentazione
di un elaborato, in forma scritta o
multimediale, che si è ispirato al
volume “La Letteratura è la mia
vendetta”. Alla classe vincente, è
stato assegnato un premio
consistente in una fornitura di libri,
del valore di 500 euro, che andrà ad
arricchire la Biblioteca del Minutoli.
DI FELICE IRRERA
Come sono cambiate le feste in Sicilia (dalle patronali al Carnevale, dalla Settimana
Santa ai tanti eventi festivi), in funzione dei tanti interventi che le hanno spesso
banalizzate, modificandone date e persorsi e, alla fine dimenticandone proprio
l’essenza? Qui un giornalista tratta di San Calò, protagonista ad Agrigento di una
particolare espressione di religiosità dell’isola, ma l’allarme è qualcosa di più generale,
l’esigenza di un ritorno al vero valore di una festa.
Giovanni Cammareri, Hanno clonato San Calò,
Dario Flaccovio 2014, pp. 176, € 18,00
Alberto Savonara
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
Un' idea di destino. Diari di una vita
un buongiorno - Longanesi
3straordinaria
6
Longaneri
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Fu l’innocenza
La felicità sta nel non porsi mai domande. Il
dubbio genera angoscia. “Mi manca la fede e
non potrò mai essere un uomo felice, perché un
uomo felice non può avere il timore che la
propria vita sia solo un vagolare insensato verso
la morte certa.” Dolore e angoscia generano bisogno di
consolazione, qualunque essa sia. Così spesso, troviamo
conforto in cose e persone che in fondo non apprezziamo: un
amaro ripiego che aggrava la nostra anima. “Il bisogno di
consolazione che ha l’uomo non può essere soddisfatto. Sono
a caccia di consolazione come un cacciatore lo è della
selvaggina. Là dove la vedo baluginare nel bosco, sparo.”
L’abbraccio è un gesto che include l’altro dentro di noi, per
esserne un tutt’uno, nel disperato tentativo di scacciare la
solitudine e di condividere idee ed emozioni, ed è amaro
quando si traduce in un’inclusione di vuoto. “Cosa stringo
allora tra le mie braccia? Poiché sono solo: una donna amata
o un infelice compagna di strada?” Il nostro animo vive solo
consolazioni momentanee, per quanto intense, che si rivelano
fatue, se nell’animo alberga l’insoddisfazione e il dolore.
“Vi sono consolazioni che vengono a me come ospiti non
invitati e bisbigliano volgari: Io sono il tuo desiderio- amale
tutte! Io sono il tuo talento- abusa di me! Io sono la tua
solitudine – disprezza gli esseri umani! Io sono la nostalgia
della morte - recidi!” Il trascorrere del tempo è un parametro
che non incide nella nostra dimensione sensoriale ed emotiva.
“Tutto quel che mi accade, che conferisce alla mia vita il suo
contenuto meraviglioso - l’incontro con una persona amata,
una carezza sulla pelle, in barca sul mare, il brivido di fronte
alla bellezza- tutto questo si svolge totalmente fuori dal
tempo.” La costrizione è la madre del bisogno di libertà. Solo
centonove pagina 32
coloro che hanno un’anima senza pretese non provano
questo bisogno. Si accontentano solo di soddisfare i bisogni
biologici rimuovendo i sogni e il volo. “Sembra che io abbia
bisogno della dipendenza per provare infine la consolazione
di essere un uomo libero.” L’amore non finisce, muore.
“L’uomo che ama ha il presentimento che l’amore sia fratello
della morte.”
Niente è più bello dell’innocenza del sogno.
“Lascio sogni immutabili. Lascio una promettente carriera.
Lascio centinaia di migliaia di parole. Lascio un’attitudine
vacillante. Lascio un dubbio usato ma di buona qualità.
Porterò con me un’inutile conoscenza, la lettura superficiale
dei filosofi, un amore infelice. Lascio una lapide con questo
epitaffio: QUI RIPOSA CADUTO PER NIENTE SUA COLPA FU
L’INNOCENZA DIMENTICATELO SPESSO.”
Lacerti tratti da: “Il nostro bisogno di consolazione ” - 1952
Stig Dagerman
posterlibri
30 Maggio 2014
INIZIATIVE
NOVITA’. Pensieri e consdigli per la terza età edito da Rubbettino
Anziano sarà lei
Per anni direttore di Geriatria al Policlinico di Messina, Vittorio Nicita
Mauro “offre” il vademecum per affrontare al meglio la senilità
Messina. “Per quanto a lungo duri la
vecchiaia, non dura mai abbastanza a
lungo”. Così sentenzia Roberto
Gervaso e certamente saranno
d’accordo con lui molti di coloro che
hanno imboccato quella scala della vita
in discesa che fa bella mostra di sé
nella copertina del volumetto “Pensieri
e consigli per la terza età” (Rubbettino
2014, pp. 170, € 14,00) che Vittorio
Nicita Mauro, per lunghi anni direttore
della Clinica di Medicina Geriatrica
all’Università di Messina e autore in
questo campo di centinaia di
pubblicazioni scientifiche, offre oggi a
coloro che desiderano trascorrere al
meglio gli anni che dalla
mezza età conducono alla
“senescenza graduale” (tra
i 65 e i 75 anni), alla
“senilità vera e propria
(tra i 75 e i 90) e, se
possibile, a quella
longevità (oltre i 90) che
fa intravedere la possibilità
di appartenere alla
categoria dei centenari. Iin
verità, c’è anche chi va
oltre, ma fermiamoci qui.
I grandi progressi della
medicina hanno senza
dubbio allungato di non poco
l’aspettativa di vita, se è vero che, in
Italia, dai 42,8 anni del 1901 si è
passati agli 82 del 2011, mentre per
chi si trova già sulla soglia dei 65 anni
e poi, via via più in là, la possibilità di
vivere è ancora maggiore. Ma il
problema, in realtà, non è tanto e solo
vivere, quanto vivere bene, in buona
salute: proprio qui entra in gioco lo
“stile di vita corretto”, auspicato
dall’autore sulla base della sua lunga
esperienza, che è in grado di
contrastare il più o meno naturale
invecchiamento. Mentre innumerevoli
tabelle scientifiche, ma facilmente
leggibili soddisfano tante nostre
curiosità sull’argomento, appare chiaro
che, se si vuole rimanere in buona
salute, fisica e mentale, anche in tarda
età, occorre, da un lato, mantenere
quell’equilibrio costantemente
minacciato, soprattutto in età senile,
da fattori che determinano in noi uno
squilibrio (inattività fisica e mentale,
fumo, droghe, abuso di alcool,
malnutrizione, stress), accelerando
l’invecchiamento stesso; e, dall’altro,
rapportarsi nel modo il più possibile
sereno e aperto con noi stessi, con gli
altri, con gli inevitabili problemi
dell’esistenza. Ci vengono in aiuto, in
tal senso, tanti nostri progenitori, che
hanno manifestato il loro pensiero e
dato consigli che possono aiutarci ad
“apprezzare il presente, senza
rimpianti per il passato”. Ci viene
allora proposta una raccolta di aforismi
(come quello di Gervaso citato
all’inizio) di autori di tutti i tempi che
occupano buona parte del volumetto,
offrendoci la loro saggezza, dal IX
secolo a. C. fino ai nostri giorni: una
gradevolissima
panoramica, ricca di
verità, tra metafore e
paradossi, che si può
leggere d’un fiato o anche
a spicchi, ma che fa
davvero riflettere. In coda
a questo utile libro una
serie di prescrizioni, sotto
forma di decaloghi, che si
pongono ciascuna un
preciso obiettivo, ma che
si può riassumere nella
filosofia del libro:
insegnare a vivere bene e
a lungo. Intanto, l’anziano che
comincia a scendere i gradini della vita
si compiaccia sentendosi dire che la
sua categoria “rappresenta un prezioso
punto di riferimento per l’intera
società” con “un ruolo insostituibile
nella famiglia e nella società” (Giorgio
Napolitano); e che "la vecchiaia è la
sede della sapienza della vita” (Papa
Francesco). Sarà consolatorio, ma fa
sentire ancora utili.
F.I.
Alessio Di Modica e Marco Baliani
Se i narratori tornano a viaggiare
A Palermo l’arte del racconto siu confronta col tema del viaggio
DI
PAOLO RANDAZZO
PALERMO. C’è un’esperienza
fondante per la nostra cultura,
un’esperienza da cui non si può
prescindere se si vuol capire uno dei
nuclei più fecondi per la nascita di
quella cosa che si è soliti chiamare
umanità: è l’esperienza del viaggio,
inteso in ogni sua variante, come
ritorno o come progresso, come
gioco e come conoscenza di sé stessi
attraverso gli altri e l’ignoto.
Un’esperienza così importante che
ha lasciato tracce indelebili in opere
letterarie fondamentali di ogni
epoca e latitudine; basti pensare
all’Odissea e alle Storie di Erodoto,
al Don Chisciotte e alla Chanson,
alla Divina Commedia o a Joyce. Di
questa esperienza profondamente
umana si occuperà una piccola
rassegna – piccola, ma di assoluta
qualità – organizzata a Palermo
dalla compagnia dei “Figli d’arte
Cuticchio” e che si terrà, dal 27
maggio all’1 giugno, nella ex Chiesa
di San Mattia (in via Torremuzza,
nel quartiere della Kalsa).
Ovviamente oggi la narrazione ha
SAGGI
Immigrazione e asilo secondo Marcelli
MESSINA. E’ stato presentato a "La Casa Rossa", di Piazza Casa Pia
a Messina il libro di Fabio Marcelli sul tema "Immigrazione, asilo,
cittadinanza universale" (Editoriale scientifica Napoli, 2013). Presente l'autore,
sono intervenuti Carmelo Picciotto, Antonio Mazzeo,
Tania Poguisch e Luca Buscema. I saggi contenuti nel saggio di Fabio Marcelli
sono dedicati ai vari aspetti del fenomeno migratorio, analizzato dai punti di
vista degli studi giuridici, antropologici e sociologici. Il testo
contiene anche i preziosi punti di vista di operatori istituzionali
del settore e del mondo dell'associazionismo. La tesi di fondo dell'autore è che
la cittadinanza universale è la vera strada da percorrere contro il razzismo di
Stato, affinché i migranti non vivano la segregazione che le politiche attuali gli
impongono.
centonove pagina 33
trovato diverse vie per dispiegarsi: il
racconto orale come spettacolo
teatrale, ma poi la scrittura nei vari
generi, il cinema, la televisione. La
riflessione che si terrà a Palermo
vedrà allora: «gli scrittori che
presenteranno i narratori e
viceversa – come spiega Mimmo
Cuticchio -, e si ascolteranno a
vicenda. Cinque autori nati a
Palermo e fortemente legati alla
città, presenteranno, nel
pomeriggio, il proprio metodo di
scrittura, spiegheranno come nasce
un racconto, come si sviluppa
l’esigenza di raccontare una storia;
la sera toccherà ai narratori, pronti
a raccogliere le pagine scritte e a
tradurle sul palcoscenico. Sia gli
attori che gli scrittori guardano alla
narrazione, ma mentre i primi si
rivolgono contemporaneamente ad
un pubblico ampio, i secondi si
rivolgono, certamente, ad un
pubblico esteso ma ad uno per
volta». I narratori coinvolti sono:
Marco Baliani, Elena Guerrini,
Gaspare Balsamo, Alessio Di Modica,
Jusif Latif Jaralla, Valentina Vecchio,
Paola Pace, Luì Angelini, Mario
Barzaghi, lo stesso Mimmo
Cuticchio; gli scrittori: Giorgio
Vasta, Franco La Cecla, Beatrice
Monroy, Giosuè Calaciura, Tiziana
Lo Porto. Alla fine di ogni giornata
uno spettacolo, ecco i titoli: il 27,
Baliani “Kohlhaas”; il 28, Guerrini
“Orti insorti”; il 29, Pace “Melodia
Primordiale”; il 30, Di Modica “Etna.
Storie popolari alle pendici del
vulcano”; il 31, Angelini “Oggetti
da favola” e Latif Jaralla “Le mani
di Grez”; l’1 di giugno, Vincenzo
Pirrotta “Malaluna”.
30 Maggio 2014
posterscienza
Zothecas amputat cathedras, quod saburre verecunde
MESSINA. RA 120 anni dalla nascita, il ricordo di uno scienziato che ha dedicato la sua vita agli altri
Castronovo ai raggi X
Pioniere della radiografia, prese preematuramente la vita proprio per la sua attività umanitaria. Il messaggio attuale
di un martire della medicina che continuò ad operare anche quando dovette subire l’amputazione delle dita
DI
FELICE IRRERA
Messina. A chi si reca nel Gran
Camposanto di Messina ed entra
dall’ingresso principale non può
sfuggire un monumento marmoreo di
grande effetto raffigurante due mani in
marmo bianco di cui si coglie dalla
nervatura l’ansia di scoprire i segreti
della materia che si offre ad esse in
granito nero. Esso, eretto per ricordare
il radiologo messinese che onorò la sua
città Ettore Castronovo (21 gennaio
1894-30 maggio 1954), fu firmato
dall’architetto Pantano e dallo scultore
Lombardi. Nativo esattamente del
villaggio di Gesso, primogenito di tre
fratelli e figlio di un medico condotto
di Gesso e Bordonaro, egli fu un vero
pioniere nel campo della radiologia e
radioterapia, scoprendo che con i raggi
X si potevano combattere i tumori.
La sua vita fu tutta un offrirsi agli altri.
Giovanissimo, interruppe gli studi di
medicina a Roma, con l’insigne
professore Giovan Battista Grassi, per
partire volontario in fanteria e
combattere nella prima guerra
mondiale. Continuò tuttavia a studiare,
laureandosi a Padova il 13 aprile del
1917 e nominato ufficiale medico, si
recò in zone di combattimento, prima
con gli alpini e poi con le truppe
italiane in Francia, sempre
distinguendosi per la sua abnegazione.
Terminata la guerra, nel 1918 iniziò la
sua attività di radiologo all’ospedale
militare di Messina, con il compito di
visitare i reduci che chiedevano di
ottenere le pensioni di guerra. Il
periodo in cui fu assistente
universitario in Clinica medica a
Padova durò solo dal 1921 al 1922, ed
egli ritornò definitivamente nella sua
Messina, iniziando le proprie ricerche
pioneristiche sulla radioterapia: fu
proprio lui a fondare, presso l’ospedale
“Puglisi Allegra” dell’Arciconfraternita
dei Rossi, il primo servizio di
Radiodiagnostica e Radioterapia dei
tumori; e, come tutti i pionieri, unì alla
grande competenza e passione per la
propria disciplina anche la
disponibilità al rischio ed al sacrificio.
Per cinque anni operò a favore dei
malati di cancro, fin quando, nel
giugno del 1927, ottenne la direzione
dell’Istituto di Radiologia
dell’Università di Messina, potendo
così proseguire la sua attività
umanitaria all’ospedale “Piemonte” in
locali scomodi e con apparecchi
tutt’altro che moderni; ma egli, dotato
com’era di ottime capacità
organizzative, riuscì a dotare la Scuola
di radiologia di una sede più ampia e
di una buona strumentazione. Nel
1928 ottenne la docenza universitaria
e negli anni successivi divenne sempre
più noto in campo internazionale
grazie alla partecipazione attiva ai
congressi e ai numerosi studi scientifici
pubblicati, soprattutto sulle
applicazioni dei raggi X alle diverse
patologie cancerose. Così, nel 1946 fu
eletto vicepresidente della Società
Italiana di Radiologia Medica; e l’anno
dopo presidente della sezione della
Lega per la lotta contro i tumori:
intanto non si risparmiava,
sottoponendo il suo fisico ad un
logoramento continuo, lavorando
molto e dormendo solo poche ore,
concentrato totalmente nelle sue
ricerche. Nel 1951 inaugura la Clinica
Radioterapica dell’Università di
Messina.
Anche come docente era davvero
encomiabile. Così scrivono di lui
Giuseppe La Rosa e Aldo Nigro (“La
medicina a Messina tra memorie e
prospettive”, Editrice Parentesi,
Messina 2002): “(…) la sua dedizione
alla medicina lo portava ad insegnare a
noi giovani con tanto trasporto ed
impegno da trascinarci ad essere
attenti e presenti alle sue lezioni, pur
sapendo che non avremmo mai
centonove pagina 34
sostenuto i suoi esami, sia
per la difficoltà
in¬trinseca della
materia, sia per la sua
esigenza di scienziato che
lo rendeva
particolarmente rigido,
nel mentre l'esame non
era richiesto
dall'ordinamento degli
studi. La sua capacità di
intendere i problemi della
medicina e quindi la
specifica vocazione della
facoltà medica messinese
(…) facevano di lui un
vero maestro che si segue
nelle sue impostazioni,
non certo per necessità
burocratiche o
carrieri¬stiche”.
Ma mentre proseguiva
con successo sia la sua
attività che la ricerca e
con la sua passione si costruiva
l’immagine di vero e proprio fondatore
di una disciplina e di un caposcuola,
cominciò a manifestarsi proprio quel
male contro il quale lottò
instancabilmente tutta la vita al
servizio dei sofferenti: la ricerca lo
appassionava, ma provocava in lui
l’assorbimento di una gran quantità di
radiazioni.
Pur consapevole dei rischi cui andava
inevitabilmente incontro continuò ad
operare anche dopo che, nel 1948 e
poi nel 1953, dovette subire
l’amputazione di alcune dita delle
mani, da vero e proprio martire capace
di offrire alla scienza e al progresso
della medicina le mutilazioni del suo
corpo e la sua vita stessa: sono proprio
quelle mani, che progressivamente si
ridussero a due monconi, ad essere
visibili per intero nella tomba a lui
dedicata e a ben rappresentare il
lavoro di ricerca condotto sino alla fine
dallo scienziato, scomparso a
Bordonaro il 30 maggio del 1954,
vittima dello stesso male contro il
quale aveva sempre lottato. Si possono
condividere ancora una volta, dunque,
le parole di La Rosa e Nigro:
“Castronovo deve essere considerato
come una delle più alte figure della
medicina, intesa (…) come im¬pegno
di servizio e di dedizione all'altro,
specie l'altro soffe¬rente.
A lui è intitolata dal 1955 a Messina,
con speciale autorizzazione del
Ministero dell’Interno, essendo egli
deceduto allora da meno di dieci anni,
la piazza posta al termine della via
Garibaldi, con la sua area verde;
mentre la Facoltà di Medicina e
Chirurgia gli ha intitolato l’Istituto di
Radiologia Medica e il Presidente della
Repubblica gli ha conferito alla
memoria la Medaglia d’Oro dei
benemeriti della cultura.
posterricordi
30 Maggio 2014
ANNIVERSARI. A 120 anni dal periodo storico più “coraggioso” della Sicilia, il ritratto di chi non si è piegato
Fasci, anniversario di un eroe
Francesco Lo Sardo, fondò a Naso il Fascio nel’92 e lì formò la propria etica. Un patrimonio che ha mantenuto da antifascista
Contadini in marcia
DI FRANCA SINAGRA
Calati iuncu, ca passa ‘a china!
(Piegati giunco, quando
sta passando la piena !)
I proverbi come questo, nati nel mondo
rurale e pertanto così radicati
nell’esperienza agricola del nostro
territorio, insegnano al contadino ad
adattarsi alle intemperie, a piegarsi alla
superiorità della natura (salvo poi
viverla come matrigna), stratagemma
per raccogliere le energie necessarie a
risollevarsi in seguito. In soldoni si
consiglia di tenere conto delle
Busto di Francesco Lo Sardo
condizioni ambientali o del contesto
sociale dove si vive, invece di rompersi
la testa contro il muro degli
accadimenti avversi della vita.
Se ne può attualizzare il significato
dicendo che è tipico della mentalità
mafiosa, quella che obbliga al
pagamento del pizzo e che in presenza
di difficoltà repressive aspetta tempi più
propizi per rialzare la testa. Infatti
molto estesa è sempre stata, ieri e
ancora oggi, la palude in cui
attecchisce ogni tipo di giunchi che si
piega all’arroganza delle periodiche
piene del potere.
Questo proverbio arcinoto in tutta la
Sicilia, non è mai stato citato
dall’onorevole Francesco Lo Sardo che
di proverbi fece grande uso nelle lettere
dal carcere, anche se ne avrebbe avuto
ben donde, anzi si può dire che l’abbia
accuratamente evitato o addirittura
aborrito. Nessun comportamento è più
distante dal profilo morale e politico di
Lo Sardo, che pure attraversò la grande
persecuzione crispina del 1894, con lo
stato d’assedio in Sicilia contro le rivolte
contadine dei fascianti, fra i quali
militava con tutto l’ardore e la
convinzione degli anni universitari.
Prestissimo fu colpito dal carcere, per
prevenzione, con alcuni mesi di confino
alle Tremiti nel ‘94, liberato in seguito a
una sommossa di solidali studenti di
giurisprudenza a Messina. Altre volte, in
occasione di votazioni verrà sequestrato
per alcuni giorni. Nel paese natale Naso
fondò il Fascio nel ’92; nei programmi
politici si batté per i forni pubblici, la
sanità garantita, l’istruzione popolare:
un pericoloso estremista? Nato nel 1871
con Roma capitale, raccolse l’eredità
popolare garibaldina delle lotte per la
terra, continuandola nella nascita del
socialismo e nella svolta terzina al
comunismo, fu destinato al carcere duro
dal Tribunale Speciale.
Non si piegò al fascismo che lo privò di
cure mediche in carcere “Il coraggio e la
fede, di questi tempi, sono la virtù di
pochi. Amo essere fra questi pochi” ; il
rettore e deputato Concetto Marchesi
stilò questa epigrafe per la sua tomba
nel Camposanto a Messina “Vitae suae
oblitus non fidei. Obliviscendus nulli”
(Dimentico della propria vita, non del
suo credo. Nessuno lo dimentichi).
Nella militanza nei Fasci siciliani aveva
formato la propria etica e molto aveva
imparato dai processi agli eroici
fascianti, tanto da fondare in
quell’esperienza la propria ragione di
vita. “Meglio vivere in carcere che
morto in libertà” scrisse l’Onorevole ai
familiari, che avrebbero preferito
contrattare la conversione della pena in
confino o in arresti domiciliari, e
rifiutava le insinuazioni in proposito
così: “Preferirei restare in carcere che
beneficiare di un provvedimento ad
personam” . Tutt’altra pasta d’uomo,
altra statura morale di tanti politici
odierni. Leggendo l’Epistolario (a cura
di S. Saglimbeni, Ed. Il paniere)
assistiamo a una naturale
trasformazione delle parole in massime,
locuzioni didattiche ed esemplificative
insieme, insomma proverbiali: ” Meglio
fare schifo agli altri che a se stessi”.
Estremamente chiaro il discorso sul
sentimento di libertà: “ Il sentimento di
libertà è il più forte di tutti, anche
dell’amore, perché la libertà è il
fondamento della vita per lo sviluppo di
tutti i sentimenti, affetti, pensieri, ecc.,
ma ci si abitua anche alla privazione
della libertà; come ai dolori fisici e
morali. Se non fosse così a quest’ora
dovrei essere bello e spacciato, date le
mie abitudini di vita, la mia età ed ora
anche le mie condizioni di salute…”
Insomma, l’uomo convinto dei propri
ideali onesti si sottomette solo a una
ragione superiore, a un destino di tipo
omerico, quello giocato dagli dei su
uomini che lo subiranno solo perché
proveniente da un attore al di fuori
dalla loro possibilità di comprensione,
divino appunto, come nella
affermazione “ Se si deve cadere perché
così comportano i tempi, lasciatemi
almeno cadere in piedi in modo che se
anche dovessi perdere ciò che mi è più
caro possa almeno aver l’orgoglio di
aver conservato la dignità e la fede.”
Morì in solitudine a Poggioreale il 31
maggio 1931.
L’On. Francesco Lo Sardo, primo
comunista eletto in Sicilia, viene
identificato nella storia come “Martire
di Libertà”.
PALERMO
Una lapide a palazzo Cefalà
Palermo. “I fasci siciliani e il movimento dei lavoratori fra memoria e
attualità” è il titolo del convegno svoltosi giovedì 30 presso le scuderie di
Palazzo Cefalà, in via Alloro dove è stata scoperta una lapide in occasione del
congresso regionale dei fasci siciliani. Una giornata di studio per rileggere,
centovent’anni dopo, la storia del movimento dei Fasci dei lavoratori, a cui
aderirono contadini, artigiani, braccianti, intellettuali e uomini e donne
d’ogni età per sfidare la mafia dei gabelloti e il potere dello Stato che
affamava i lavoratori. La nascita ufficiale del fascio di Palermo si fa risalire al
giorno dell'inaugurazione del suo gonfalone rosso, avvenuta il 29 giugno
1892. Il comitato direttivo fu presieduto da Rosario Garibaldi Bosco. La Cgil
ha invitato al confronto studiosi e storici. Da Giuseppe Carlo Marino, a
Umberto Santino, direttore del centro Impastato. Ha conclusoAdolfo Pepe,
direttore della Federazione Di Vittorio.
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30 Maggio 2014
posterteatro
Coefore al teatro greco di Siracusa
L’INTERVISTA. A tu per tu con Daniele Salvo, regista delle Coefore e delle Eumenidi
«Noi, nell’era delle Furie»
Al teatro greco di Siracusa, racconta l’emozione di mettere in scena un passato che parla dei giorni
nostri. Dalle “giustiziere” Eumenidi al bisogno di far rinascere la democrazia come ai tempi della dea Atena
DI
GIÒ PEREC
SIRACUSA. Con quella frangetta e
quella barbetta ben sagomata, Daniele
Salvo, 44 anni il prossimo 3 novembre,
regista di Reggio Emilia, al momento al
Teatro greco per le sue Coefore e
Eumenidi, seconda e terza parte
dell’Orestea di Eschilo, somiglia a
Jeromy Irons giovane. E’ la quarta volta
che gli viene affidata a Siracusa la
direzione di uno spettacolo classico
dell’Inda (Istituto Nazionale del
Dramma Antico) dopo aver curato la
regia dell’Edipo a Colono di Sofocle nel
2009 interprete Giorgio Albertazzi,
dell’Aiace sempre di Sofocle nel 2010
(protagonisti Maurizio Donadoni e
Elisabetta Pozzi) e dell’Edipo re ancora
di Sofocle con Daniele Pecci nel 2013.
Perché si dice che lei sia un regista di
matrice ronconiana?
« Evidentemente perché mi sono
diplomato due volte in due distinte
“Scuole per Attori” quando Luca
Ronconi le dirigeva ed era direttore
artistico dei Teatri Stabili di Torino e di
Roma e poi perché sono stato suo
assistente alla regia in parecchi
spettacoli, tanti in veste pure di attore,
anche se poi ho seguito altri Corsi per
giovani registi, il più noto dei quali è
stato quello europeo presso la Royal
Shakespeare Company di Stratford ».
Cos’è che caratterizza un regista
come lei che è stato accanto a
Ronconi in tantissimi spettacoli a
cominciare da Quer pasticciaccio
brutto di Via Merulana di Gadda?
« Aver capito che un testo teatrale non
va tradito, che bisogna inserire nello
spettacolo i punti le virgole e anche le
didascalie e che va offerto al pubblico in
tutta la sua interezza per farlo
comprendere al meglio».
L’Orestea di Eschilo è composta da tre
parti. Perché lei non l’ha diretta per
intero, accettando solo la regia di
Coefore e Eumenidi, lasciando che
Luca De Fusco curasse quella
dell’Agamennone ?
« E’ una cosa bizzarra! In un primo
momento avevo chiesto di fare
Agamennone che è un testo più per
attori: Egisto e Clitemnestra,
Agamennone e Cassandra, l’araldo, la
sentinella, i corifei, una storia truce con
ammazzamenti mai in scena, poi invece
la Fondazione dell’Inda ha deciso che
l’avrebbe fatto Luca De Fusco e che io
avrei fatto unite le altre due parti ».
Qual è per lei il senso delle Coefore?
« Nel testo è pregnante il senso del lutto
e il vero protagonista del plot è il Coro
che rende visibile in un mondo arcaico,
delirante e allucinatorio, la maledizione
del sangue degli Atridi ».
Come si caratterizzano le Eumenidi?
«Portano il segno della vendetta e della
giustizia. In questo lavoro c’è la nascita
della democrazia e lo stato del diritto
moderno. Quando la dea Atena, vestita
qui da una carismatica Piera degli
Esposti, dà il suo voto per salvare il
matricida Oreste, lo fa per non
provocare conflitti nella città di Atene
che è vista come simbolo del dialogo e
della civiltà. Le Erinni o le Furie
raffigurano le leggi antiche, quelle della
Daniele Salvo
centonove pagina 36
vendetta, e forse bisogna dare ragione a
Pasolini quando sosteneva che le Furie
sono riapparse ai giorni nostri e sono
loro a detenere il vero potere della
nostra società ».
Cosa prova a dirigere attori del
calibro di Piera degli Esposti e tanti
altri?
«Lavorare con maestri di Teatro come
Piera degli Esposti, Ugo, Pagliai, Paola
Gassman, Elisabetta Pozzi, Mariano
Rigillo, Massimo Venturiello, per me è
stato un privilegio e un’occasione
d’incontro artistico e umano di
particolare rilievo. E sono pure contento
che nel mio lavoro abbia incontrato
attori come Francesco Scianna e
Francesca Ciocchetti, qui nei ruoli di
Oreste e Elettra, che per emotività e
fisicità rappresentano il futuro del Teatro
italiano ».
Le sono piaciute lea scene
architettate da Arnaldo Pomodoro?
« Le scene di Pomodoro disegnano una
realtà onirica e allucinatoria priva di
qualsiasi realismo».
Come vede i personaggi dell’Orestea ?
«Li vedo come dei fossili del futuro che
ripetono all’infinito i loro gesti e i loro
assassini, come se fossero in un altro
mondo, in una dimensione parallela. La
statua di Atena è come il monolite di
Stanley Kubrick, le Erinni mi sembrano
inquietanti figure di Lynch, l’esercito
fantasma di Agamennone ricorda quello
dei soldati cadaveri di Akira Kurosawa e
Oreste arriva in un mondo lunare, un
cimitero quasi, un luogo di miraggi,
allucinazioni e lutti infiniti ».
Quali sono nel suo lavoro di regia i
riferimenti pittorici, teatrali,
cinematografici?
«Amo molto i film di Tarkovskij
(L’infanzia di Ivan e Solaris) di
Bergman (Il settimo sigillo, Il posto
delle fragole) e di David Lynch (The
elephant man e Velluto blu). In Teatro
ho apprezzato i lavori di Kantor (La
classe morta, Wielopole Wielopole) di
Marthaler, Peter Stein e chiaramente
Ronconi. Nell’arte non si può
prescindere dalle Avanguardie
storiche (Dadaismo, Surrealismo
etc…) e mi piace molto la pittura di
Füssli ».
posterrubriche
MUSICA
CASTROVILLARI
NUOVE VISIONI
DI MARCO OLIVIERI
Le meraviglie
Inatteso Grand Prix della
giuria all’ultimo Festival di
Cannes, “Le meraviglie” è
il secondo film di Alice
Rohrwacher, regista e
sceneggiatrice rivelatasi
con “Corpo celeste”. Che
emozione vederla accanto
a Sofia Loren, mentre sullo sfondo
dominava l’immagine di Marcello
Mastroianni nel manifesto ufficiale di
Cannes, timida e stupita grazie alla scelta
della giuria presieduta da Jane Campion.
Una scelta coraggiosa: “Le meraviglie” è
un piccolo, grande film dove si percepisce
il respiro interiore dei nodi irrisolti del
vivere e del difficile passaggio
dall’adolescenza all’età adulta, in un
impossibile equilibrio fra dimensione
familiare e collettiva, natura e società,
senza soluzioni preconfezionate e facili
risposte. Un film ostico per lo spettatore,
se non si fa trascinare dall’espressività
delle immagini e dalla forza del non
detto, senza colonna sonora e con
atmosfere che ricordano il cinema di Olmi
ma non solo, tra incanto, bellezza, mistero
e sprazzi di amara disillusione. La
Gelsomina (nome felliniano, da “La
strada”) di Maria Alexandra Lungu – in un
cast con Alba Rohrwacher, Sam Louwick,
Sabine Timoteo, Agnese Graziani e
Monica Bellucci – guida il pubblico in
questa storia realistica e onirica al
tempo stesso, immersa in una campagna
umbra segnata dai conflitti fra genitori e
fra sorelle, la meticolosa impollinazione
delle api e una prospettiva televisiva in
un programma che di “meraviglioso” non
ha nulla. Cinema allo stato puro, tra
tradizione e attesa di un nuovo futuro.
INIZIATIVE
San Marco d’Alunzio
spalanca le porte al Medioevo
S.MARCO D'ALUNZIO. Il 2 giugno, si
rinnova l'appuntamento con lo storico
corteo medievale che vede S.Marco
d'Alunzio protagonista di una grande
manifestazione che ci riporta indietro
nel tempo, agli antichi usi e costumi
della cultura medievale. Le più
affascinanti delegazioni dei cortei
storici della Sicilia sfileranno per i
suggestivi vicoli medievali della città,
nella splendida cornice del centro
storico che per l'occasione, sarà teatro
di tantissimi spettacoli... mercatini,
musici, sbandieratori, giocolieri,
mangiafuoco, incantatori di serpenti,
danzatrici del ventre, falconieri e
tante altre sorprese.... Per info:
0941797339 oppure visita il sito
www.sanmarco-turismo.it
DI CESARE NATOLI
Nel nome del Patres
Cento violoncelli
per Sollima
Lo spettacolo diretto
da Tavano e Natale
inaugura il festival
Primavera dei Teatri
Un momento dello spettacolo
DI
NUNZIA LO PRESTI
Messina. “Patres”, maschio e genitore al
tempo stesso, cinquanta minuti per
raccontare un personaggio che se ne
porta dietro un altro, un giovane uomo
con gli occhi chiusi che attende senza
una guida, un uomo più grande che
gioca alla responsabilità di sostenere il
peso delle difficoltà di entrambi.
C'è la normalità della vita nel lavoro
diretto da Saverio Tavano insieme a
Dario Natale, c'è un dolore che nessuno
merita e di cui il mondo è stracolmo,
questo ci dice il testo scritto dallo stesso
regista di origini messinesi per metà,
calabresi per l'altra. E gode del fermento
culturale del Festival Primavera dei Teatri
– Nuovi linguaggi della scena
contemporanea questa drammaturgia
già presentata sotto forma di studio
negli scorsi mesi ai Magazzini del Sale
del Teatro dei Naviganti, in scena Dario
Natale e Gianluca Vetromilo della
compagnia Scenari Visibili di Lamezia
Terme, debutto in anteprima nazionale il
28 maggio al Protoconvento Francescano
DE GUSTIBUS
30 Maggio 2014
di Castrovillari, in una replica di seconda
serata nel giorno inaugurale del festival.
Saverio Tavano, personalità teatrale
energica e generosa, affronta lo scoglio
dei “padri” per la prima volta in “Onora
il padre”, testo che si evolve alla luce di
un lavoro di ri-scrittura drammaturgica e
improvvisazione scenica. Quello che
manca a questi figli di oggi è un
passaggio di testimone, una memoria
che si concreta nell'aspettare invano un
“padre maestro, un padre spirituale, un
padre politico”. L'eredità che resta a
questa generazione è quella di una
riconquista necessaria, di un orizzonte
immaginario oltre il mare dove termina
la pista dell'aeroporto internazionale, di
un traguardo da superare dove lo
sguardo non arriva, perchè supportato
dall'assenza. Un'assenza testimoniata da
questa scrittura, che affonda le sue
espressioni nel dialetto calabrese, una
prova interessante per gli attori –
soprattutto per il più giovane Gianluca
Ventromilo, uno spettacolo dal sapore
risoluto per Tavano, che mostra una
potenzialità nuova per i lavori a venire.
Un festival del
violoncello itinerante
composto da cento
violoncellisti. A
lanciare l’iniziativa – che è partita
da Milano lo scorso week end – è
stato Giovanni Sollima,
violoncellista e compositore di
Palermo tra i più attivi nel
panorama musicale italiano. Dopo
avere curato “Notti della Taranta”,
nel salentino, ed essersi esibito in
ambiti che vanno dalla classica al
rock fino al jazz, Sollima ha
fondato con altri collaboratori e la
Casa Musicale Sonzogno la
“Società Italiana del Violoncello”,
che vede come presidente
onorario Yo-Yo. E non solo.
Recentemente, Sollima è stato
anche il motore della non-stop
musicale che dalla stazione
centrale alle strade di Milano ha
occupato gli spazi del Teatro
dell’Arte e della Triennale di
Milano da venerdì 23 a domenica
25 maggio.
Il gruppo dei “Cento violoncelli”
vuole avere un respiro
internazionale e presentarsi anche
come un modo per promuovere la
musica, stimolandone pratica e
diffusione, così come la cultura
dell’ascolto a tutti i livelli e fuori
dai tradizionali circuiti. A tal fine,
oltre a un concorso di
composizione, all'interno
dell'evento si terranno laboratori
di liuteria aperti ai bambini curati
dal Museo del Violino di Cremona.
Per iscriversi alla Società Italiana
del Violoncello ed essere
informati su questa ed altre
attività del gruppo è possibile
visitare il sito 100cellos.com.
DI MASSIMO LANZA
Menfi, il ritorno di Inycon
Cominciate a segnare sull'agenda che da venerdì 20
a domenica 22 giugno, promossa dal Comune di
Menfi torna “Inycon", la più antica manifestazione
siciliana dedicata al vino di qualità, giunta alla
diciannovesima edizione, . L'edizione di quest'anno
sarà all'insegna del sottotitolo "Terra, mare e vini di
Sicilia”. In programma degustazioni di vino, laboratori del gusto,
visite alle cantine, passeggiate tra i vigneti del territorio anche a
cavallo e in bici ma anche spettacoli e visite alle cantine del
comprensorio menfitano. Inycon è un evento che si svolge in un
territorio dalla bellezza mozzafiato e dal mare pulito e
incontaminato, premiato anche quest’anno, con la Bandiera Blu,
il riconoscimento, assegnato dalla Fondazione Internazionale per
la Salvaguardia dell’Ambiente. Il Mare certo, è uno dei temi
centonove pagina 37
della manifestazione ma lo sono anche vino e territorio. Terre
Sicane è appunto il nome della strada del vino che, passando dai
comuni di Santa Margherita Belice, Contessa Entellina attraversa
anche Menfi, e poi Montevago e Sambuca. E’ un territorio in cui
s’incontrano testimonianze di particolare spessore storico e
culturale: dai millenari casali arabi alle recenti opere d’arte di
Giò Pomodoro ai luoghi del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di
Lampedusa, come il palazzo Filangeri di Cutò, a Santa
Margherita Belice. Terre Sicane è un percorso impreziosito da
ben quattro doc: la Contessa Entellina, la Menfi, la Sambuca di
Sicilia e la Santa Margherita Belice. Un territorio importantissimo
per il vino siciliano quello di Menfi che con i suoi 7.000 ettari
vitati vanta da solo ben il 40% dell'intero fatturato dell'export
del vino siciliano nel mondo. Un buon motivo quindi per gli
appassionati dei vini siciliani, del buon cibo e delle bellezze della
nostra isola per programmare un fine settimana a Menfi tra
mare, cantine, degustazioni e spettacoli. Www.inyconmenfi.it
30 Maggio 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Concorso a cattedra 2012,
si assumono gli idonei
Come leggere i giornali?
Dalle parole ai fatti: dal
prossimo 1° settembre saranno
assunti gli idonei dell’ultimo
concorsone. Con il decreto ministeriale 356
del 23 maggio, infatti, è stato autorizzato
lo scorrimento delle graduatorie del
concorso indetto con DDG n. 82 del
24/9/2012 oltre il numero dei posti
inizialmente banditi. Il provvedimento
precisa che "i candidati inseriti a pieno
titolo nelle graduatorie di merito del
concorso ordinario per il reclutamento di
personale docente bandito con il decreto
del Direttore generale per il personale
scolastico 24 settembre 2012, n. 82, ma
non collocati in posizione utile tale da
risultare vincitori, hanno titolo, a decorrere
dall'anno scolastico 2014-2015, ad essere
destinatari di contratto individuale di
lavoro a tempo indeterminato, in
subordine ai vincitori, fermo restando il
vincolo della procedura autorizzatoria di
cui all'art. 39, della legge 27 dicembre
1997, n. 449, nei limiti del 50 per cento dei
posti previsti per il concorso ai sensi
dell'articolo 399, comma 1, del decreto
legislativo n. 297 del 1994 e fermo
restando quanto previsto dell'articolo 400
del suddetto decreto legislativo". La
misura adottata dalla Giannini non trova
però d’accordo i precari delle Graduatorie
ad esaurimento (GAE) perché, in caso di
mancanza di docenti da nominare dal
concorso, si sarebbe dovuto fare
riferimento alle GAE. Ad essere
soddisfatto, invece, è l’ANIEF, che ritiene
corretto col D.M. “l’errore commesso dal
ministro Profumo contro precise
disposizioni di legge”. Anzi alza la posta e
chiede di rivedere le disposizioni con le
quali sono previste immissioni in ruolo sul
sostegno con le vecchie graduatorie di
merito. Dovrebbero essere tenute presenti
le nuove graduatorie di merito e i
conseguenti aggiornamenti degli elenchi
di sostegno dell’ultimo concorso.
ECOLOGIA&AMBIENTE
MESSINADRASTICA
DI FABIO AMATO
Anche i messinesi votano
Anche i Messinesi votano! Sembra il titolo
di una fiction che però in televisione non è mai andata in
onda, ma purtroppo nella quotidianeità va sempre in onda.
Quello che mi chiedo è che se noi votiamo significa che siamo in Europa e
quindi siamo omologati ed abbiamo gli stessi "privilegi",
che poi non sono privilegi, ma diritti normali elementari, di cui godono ad
esempio i cittadini Austriaci, Tedeschi, Olandesi. Ma quando mai! Loro
hanno Scuole ed Università pulite, riscaldate, servite ottimamente dai
servizi pubblici e totalmente sicure per tutto ciò che concerne la normale
messa in sicurezza, richiesta per legge. Noi abbiamo scuole che vengono
riscaldate da una stufa che giornalmente viene spostata da una classe
all'altra e con i bidelli che durante i fini settimana, dato che molti vivono
con la famiglia dentro la scuola, perchè non hanno la casa, si dilettano a
fare bricolage scolastico e cioè aggiustano muri scrostati, prese elettriche,
maniglie rotte e bagni e lavandini con perdite d'acqua.
Non parliamo dell'Università, perchè gli studenti per seguire le lezioni in
orario devono partire il giorno prima, dato che l'Università è a Sperone e
gli autobus passano un giorno si ed uno no ed il Tram è solo un desiderio
che si ferma all'Annunziata. Loro hanno strade pulite e senza buche, le
nostre sembrano le strade di Baghdad o di Beirut dopo i bombardamenti,
con la differenza che li, ormai, le hanno aggiustate!
Loro, hanno la raccolta differenziata, noi invece la spazzatura la buttiamo
in strada e la raccolta differenziata la facciamo fare ai cani, ai gatti, ed ai
barboni. Spending Review !!! Noi abbiamo il sole, il mare, il clima, ma ce lo
siamo trovato e continuando così forse perderemo pure questo ed allora
mi chiedo ma noi Messinesi perchè abbiamo votato alle Europee!?!?
BOH !!!!
CIndovinate quando ho
scritto questo articolo.
Pioviggina, ma raggiungo
l’edicola per acquistare
Centonove uscito con un
giorno di ritardo per lo
sciopero dei Poligrafici.
Gazzetta del Sud, Repubblica,
Corriere della Sera posso visualizzarli
sull’iPad. Come consueto Repubblica
ha l’allegato locale di Palermo. Non è
così per il Corriere, che non scende
più in giù di Puglia e Campania. Ma i
due quotidiani nazionali presentano
edizioni di Milano, Roma, Firenze, per
citarne alcune. Decido di scorrere
Roma che pur sempre è la mia città.
Oggi però si assommano i
supplementi settimanali, compresi
quelli non usciti ieri per lo sciopero.
Così al Venerdì di Repubblica si unisce
D, il magazine femminile che
immancabilmente sfoglio con mia
moglie, senza tralasciare IO Donna
del Corriere. Ma noto che proprio il
quotidiano milanese pubblica un
interessante edizione speciale che
fino ad oggi non ho aperto. È
dedicata a “L’Italia che ce la fa” a
reagire, partendo dalle molte realtà
positive che spesso ignoriamo. Ricalca
in qualche modo il senso di questa
rubrica. Il numero è affiancato anche
dalla sua edizione in inglese: Italy can
do it. Sfoglio anche queste pagine,
perché occorre rifrescare la lingua se
vogliamo colloquiare con l’Europa.
Finora ho passato in rassegna
occhielli, titoli, sottotitoli, sommari.
Ho veduto qualche foto e cliccato
alcuni video con gli insulti di Grillo e
Renzi che dice “Basta vaffa”. Sono
trascorsi circa novanta minuti; ma nel
tentativo scegliere fra gli argomenti
di una così ricca offerta non ho
ancora iniziato un solo articolo. Mi
chiedo: come leggere i giornali?
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Da Salina a Vill...agonia
Tra poco le notizie che ho man mano letto
sui giornali - accantonate perché prima o
poi bisogna staccare dal tedio quotidiano
fatto di ore e ore a leggere documenti e
controdedurli – diventeranno oggetto di
lavoro incessante. Un continuo di scempi, di notizie folli, di
progetti insensati, di storie che si trascinano nonostante
palesi divieti e lettere e diffide già inviate a mezzo
mondo, ancora oggi silente. Si va dalla distruzione di
vegetazione intorno al Lago di Lingua (Salina)
all’ennesimo progetto di porticciolo alla foce di una
fiumara, come se la cronaca di sempre che ci insegna che
le foci (e le fiumare) vanno lasciate in pace e libere, non
fosse mai esistita. Che dire del porto di Villagonia? e della
centrale a biomasse (Furnari) che dovrebbe usare resti
forestali dal bacino in cui ricade? e quanti ne servirebbero
per la potenza che si intende installare? e da dove? e’
stato fatto un bilancio energetico? Le centrali a biomasse
sono a produzione zero di CO2 solo se bilanciate
dall’ossigeno prodotto dalle piante prima di essere
combuste. Hanno senso solo se piccole, e con fabbisogno
locale. Nel momento in cui si iniziano a portare residui
(quando non direttamente alberi tagliati ad hoc) da
lontano, il bilancio ossigeno/anidride carbonica va in tilt e
si inquina. Leggo, registro mentalmente il tanto da farsi
quando poserò il binocolo. Altri in queste settimane si
sono spesi nel fronteggiare quello che è ormai un assalto
senza limiti all’ambiente, che abbonda di illogicità e di
interessi che mai contemplano veramente quelli collettivi.
Riprenderò in mano la vicenda di Pace, alias discarica
ancora oggi taciuta. Chissà che ne pensa la commissione
Ambiente dell’Unione Europea, nel sapere che si
centonove pagina 38
intendono usare fondi europei per contribuire al
danneggiamento di un sito protetto dalla stessa UE, e
dimenticato dalla regione Sicilia e amministrazione locale.
D come daino, i come istrice, s come serpente, c come
coniglio, a come aquila, r come rospo, i come ibis, c come
cardellino, a come anaconda, alias discarica, parola
impronunciabile: mai in ben 7 mesi dalla sua resurrezione,
è stata pronunciata da chi compone l’amministrazione, sia
come dipendente che come giunta e sindaco, o consulente,
super o no che sia. La cosa, confesso, inizia a inquietarmi
un po’. E siccome le carte le ho lette e la parola discarica è
ovunque, smetto di dubitare della mia capacità di lettura e
inizio a dubitare del prossimo, più di quanto già non faccia
ormai da tempo immemorabile. Vado, i falchi mi
aspettano, ci sarà tempo per perdere il beneficio del loro
volo, quando mi immergerò nelle follie di questa isola
senza molta speranza nel tentativo quasi sempre vano, di
salvare il salvabile.
30 Maggio 2014
postercommenti
ELIODORO
DISCUTIAMONE
A piedi, sul lungomare
I buoni, vecchi appalti
DI
ROCCO CHIRIELEISON
L’ennesimo scandalo sugli appalti dell’Expo
2015 fa sorgere in un cittadino appena
appena curioso questa semplice domanda:
“Ma un imprenditore come fa a pagare
mazzette per centinaia e centinaia di
migliaia di euro (400 mila, confessava uno
degli imprenditori coinvolti) e riuscire lo
stesso a guadagnare alla grande?” E lo stesso
cittadino cerca di trovare una qualche
ragionevole risposta. Una, per esempio,
potrebbe essere: “Vuoi vedere che, magari, le
tariffe pubbliche di lavori e servizi sono
gonfiate proprio perché ci sia un adeguato
margine di manovra?” Se così è, come il
cittadino di cui sopra pensa che sia, cosa si
aspetta a fare una seria revisione di tali
tariffe e portarle a livelli più equi e più
compatibili con le casse pubbliche?
Qualcuno potrebbe obiettare che le tariffe le
detta il mercato e, quindi, non c’è niente da
fare. A questa obiezione si potrebbe ribattere
che appare molto ma molto strana
l’affannosa corsa ad accaparrarsi lavori
pubblici se gli imprenditori, oltre a dovere
fare dei ribassi su prezzi “di mercato”,
devono anche pagare mazzette. Quindi è
molto credibile che ci troviamo di fronte a
prezziari gonfiati che vanno urgentemente
rivisti. Ma qualcun altro potrebbe obiettare
che non si tratta di prezziari gonfiati e che i
margini di guadagno extra sono dovuti a
“risparmi”, fino all’illecito, sui materiali
utilizzati e all’evasione contributiva e fiscale
150 PAROLE DA PALERMO
Se ognuno fa qualcosa
DI
MARIA D’ASARO
Un anno fa, il 25 maggio 2013, la
Chiesa cattolica ha proclamato padre
Puglisi beato per la sua efficace azione
di evangelizzazione e promozione
umana nel quartiere di Brancaccio, che,
anche grazie a lui, aveva cominciato a
ribellarsi a Cosa nostra. Così la mafia lo
uccise il 15 settembre 1993. L’anno
scorso a padre Pino Puglisi fu appunto
riconosciuto il martirio “in odium
fidei”. Cosa è cambiato nella Chiesa
cattolica a un anno dalla sua
beatificazione? Non ho la competenza
e le frequentazioni giuste per
azzardare giudizi. Non credo però che
il cambiamento dei comportamenti e la
conversione delle coscienze voluti da
padre Pino possano essere favoriti
dall’esposizione delle sue reliquie.
Temo che 3P non avrebbe molto
gradito questa discutibile pratica
medioevale. “Se ognuno fa qualcosa,
allora si può fare molto” – era solito
ripetere. Solo se ognuno farà qualcosa
di giusto e di buono per Palermo, 3P
continuerà a sorriderci.
con il lavoro parzialmente o totalmente in
nero. Certo, anche questo avviene. Anche se
non si capisce come ciò possa essere
possibile, visto che ogni Ente pubblico
nomina un direttore dei lavori di propria
fiducia che dovrebbe controllare in itinere la
corretta esecuzione dei lavori. Che
corrispondano a quanto previsto dal bando e
dall’offerta della ditta aggiudicataria. E
risulta strano che raramente si abbia notizia
di adeguati provvedimenti nei confronti di
tale categoria di professionisti per colpevoli
omissioni o per inadeguata professionalità.
Per non parlare dei collaudatori che hanno il
compito di verificare a posteriori che
l’esecuzione dei lavori sia avvenuta a regola
d’arte. In ogni caso il mondo degli appalti è
un settore molto spesso interessato da
episodi di illegalità diffusa – e non di rado
con infiltrazioni di criminalità organizzata –
e da enormi sprechi di denaro pubblico. Ed il
sospetto (!?) che un protagonista di primo
piano, in questo melmoso ambiente, sia il
mondo politico fa solo innervosire……, per
usare un eufemismo, i cittadini perbene che
campano onestamente, anche se spesso a
stento. Oltre a non fare un buon servizio alla
Politica che viene sempre più vista come la
fonte di tutti i mali, con tutte le dannose
conseguenze che ben conosciamo circa il
distacco, sempre più diffuso, dei cittadini da
questa importantissima attività.
Per concludere, l’italiano medio, di fronte a
questo problema non più tollerabile in una
Italia che arranca si domanda se Matteo
Renzi sente intimamente le cose che dice o è
solo preoccupato che i cittadini mandino
tutti a quel paese a furia di calci nel sedere. A
dire il vero in entrambi i casi Renzi dovrebbe
essere interessato a rimescolare da cima a
fondo il mondo degli appalti, provvedendo a
riscrivere le regole, a rivedere i meccanismi
di fissazione dei prezziari, ad inasprire pene
e conseguenze politiche, economiche e civili
di quanti operano nel lucroso mondo degli
appalti pubblici. Magari, che so, ci comunichi
almeno la data entro cui intervenire
drasticamente. Staremo a vedere
[email protected]
ANIMAL HOUSE
CATANIA. Lungomare cittadino vietato alle auto, dalla prima domenica
di ogni mese, da giugno, in via sperimentale. Non per austerità, ma per
scelta ecologista della giunta Bianca. Gli osanna si sprecano, ma il
terrore serpeggia mal celato tra i cittadini. Ancora non è stato superato
lo choc per l'abbattimento, inutile, del Ponte Gioeni e i conseguenti
rallentamenti. Adesso, si teme che la passeggiata a mare congestioni il
traffico nelle vie interne. Intanto, bisognerà trovare percorsi alternativi
e parcheggi adeguati. Uno, già pronto e semivuoto, beneficiato di
attenzioni dall'ex sindaco Raffaele Stancanelli c'è già: dove una volta
c'era piazza Europa, firmato Virlinzi.
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
Area calcistica dello Stretto
Dopo alcuni anni, torna
uno dei derby più
classici della storia
calcistica messinese, MessinaReggina, che si incontreranno nel
prossimo campionato di serie C
(l'ultima volta risale al 2006-2007, ma
era serie A!). Il derby dello Stretto
evoca tanti ricordi fra gli appassionati
di calcio, ma il modo di esprimerli
non è ovviamente lo stesso. C'è chi
ricorda, soprattutto, i tanti aspetti
positivi di una competizione sportiva
che unisce le due città e chi, invece, è
propenso a mettere in evidenza
episodi specifici meno belli e
piacevoli. Come spesso accade nel
mondo del calcio, gli incontri fra due
città vicine non si riducono a eventi
puramente sportivi. E' come se la
storia millenaria dei rapporti fra il
popolo messinese e reggino si
rispecchiasse nel piccolo frammento
di una partita di calcio. Ora, se è vero
che l'origine dei contatti fra le due
sponde risale all'antichità, persino
alla preistoria, ed è ricca di scambi
culturali, commerciali, religiosi, non
sempre adeguatamente conosciuti e
valorizzati dagli attuali abitanti delle
due città, è anche vero che negli
ultimi anni è cresciuta enormemente
la consapevolezza della necessità
di un'integrazione comune fra
Messina e Reggio, anche sul piano
politico e istituzionale (in questa
nuova prospettiva c'è chi parla di
un “Popolo dello Stretto”).
Comunque sia, il ritorno del derby
fra le due squadre di calcio
dovrebbe rafforzare i legami più
virtuosi e amichevoli fra le diverse
tifoserie, anche attraverso la
preparazione di iniziative
condivise, per favorire ciò che più
unisce e avvicina. Prendere le
distanze dai comportamenti
negativi di qualcuno ( a partire da
certi orribili slogan che si possono
ascoltare durante le partite) non è
solo un'esigenza di convivenza
civile, ma di una giusta visione
sportiva che riesce a mettere
insieme una sana e leale
competizione fra squadre, con la
capacità di vedere nell'altro non
un nemico da distruggere, ma
avversari da rispettare sempre e
comunque sia dentro che fuori lo
stadio (come insegna da sempre il
mondo del rugby da cui il calcio
avrebbe molto da imparare).
[email protected]
DI ROBERTO SALZANO
Galline in fuga e poveri polli
Nel 2000, il film d'animazione “Galline in
fuga” cattura l’attenzione del pubblico
raccontando i piani di evasione escogitati
dalle intraprendenti abitanti di un pollaio,
destinate dalla proprietaria, ormai insoddisfatta dei profitti
garantiti dalle uova, a divenire il principale ingrediente dei
più remunerativi pasticci di pollo. Tra mille difficoltà, le
galline del titolo riescono a scappare, sottraendosi alla
morte e sconfiggendo definitivamente il pericolo
rappresentato dalla mano dell’allevatore. In Italia sono
ancora numerose le galline per le quali, al momento, il
futuro di libertà conquistato sul grande schermo resta
qualcosa che “succede solo nei film”: troppi esemplari
vivono segregati nelle strette gabbie di batteria. Una
forma di allevamento contestata da tempo, essendo
centonove pagina 39
ritenuta tra le più intensive ed innaturali. Creature recluse
in spazi troppo piccoli, costrette in scatolette impilate in
file fino a sei piani con ventilazione e luce forzata per
aumentare la produzione. Vengono così negati i più
elementari comportamenti etologici. La mancanza di
spazio non permette nemmeno di aprire le ali, il filo di
ferro che ricopre il pavimento provoca dolore e lacerazioni
alle zampe e la vicinanza forzata determina uno stress tale
da causare serie patologie e comportamenti
incredibilmente aggressivi. Danni fisici e psicologici.
Nonostante da gennaio 2012 l’utilizzo delle gabbie non sia
più legale, l’Italia continua a collezionare pessime figure,
dal momento che è stata condannata dalla Corte di
Giustizia Europea per il mancato adeguamento al divieto.
Sanzioni e spese legali. E le tasche degli italiani? Gli errori
dei politici hanno come vittime non più solo le galline, ma
anche quei poveri “polli” dei cittadini.