ANNO XXI Numero 20 30 MAGGIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 POST EUROPEE Compagni traditori... Il presidente della Regione Rosario Crocetta IL MEGAFONO “PERDE LA VOCE” MA IL GOVERNATORE PROVA A RIFARE QUADRATO CON I MOVIMENTI CHE STRAVINCONO LE ELEZIONI. E PRESENTANO IL CONTO 30 Maggio 2014 il punto EDITORIALE Marketing e politica DI ENZO BASSO IL MARKETING applicato alla politica. Se Renzi mette ottanta euro in busta paga e poi ricorda agli italiani di essere a un bivio, ricostruire o rottamare, detto da un rottamatore di professione, il risultato nelle urne arriva. Se invece Crocetta annuncia la Rivoluzione e se ne sentono solo gli effetti negativi, scioperi, enti che saltano, stipendi arretrati, malessere sociale amplificato dal fatto che i volponi della politica portano il governo al voto europeo con la finanziaria bloccata, ecco il risultato: Crocetta è ipotecato. Dal suo partito, che per sua stessa ammissione, non lo sopporta. E poi dai suoi alleati, pronti ad avanzare nuove richieste dopo i pasticci dell'ultimo rimpasto. Il politico Crocetta, quando non è disturbato dai suoi frequenti mal di pancia, è furbo. Tanto che ora comincia a parlare di "senso di responsabilità". Ma qui, occorre dire che la responsabilità viene richiamata fuori tempo massimo: il suo stesso Megafono sta smettendo di fare proclami e i deputati migrano verso altri lidi. La situazione quindi è grave, ma non è seria. Perchè l'unica certezza è che prima dei tre anni di legislatura come è già successo con il governo Lombardo, i novanta inquilini dell'Ars, destinati a diventare settanta, non si dimetteranno. Si chiama spirito di conservazione della specie. Fa specie, ma così è. Matteo Renzi e Beppe Grillo Ora il Paese per favore Il Pd vince le elezioni ma per il bene dell’Italia è necessario che resti in vita il Movimento 5Stelle. Anche se serve più umiltà e intelligenza da parte di chi ha comunque realizzato un miracolo DI DOMENICO BARRILÀ Una volta tanto non è guerra di decimali e dalle urne arrivano buone notizie, una specie di quaterna secca sulla ruota di Roma. Vince il Pd; la lista Tsipras supera la soglia di sbarramento (in Grecia, con la crisi e le conseguenti misure imposte dall’Europa, è cresciuta la mortalità infantile); il M5S paga lo scotto di una leadership inquietante; la destra, se Dio vuole, si mette tranquilla per qualche tempo, insieme al suo leader/becchino e ai nuovi cespugli che non crescono. Il Pd si accentra quanto basta, senza snaturarsi troppo, e vince. Era accaduto con Romano Prodi, accade adesso con Matteo Renzi. Del resto i progressisti e i riformisti, anche quelli che lo furono all’interno della Dc, non ne potevano più dei perenni gruppi di autocoscienza in cui si dibatteva senza mai arrivare al sodo. Meglio le riforme delle tentate riforme, semmai si può, anzi si deve, discutere per farle meglio, invece di aspettare gli scivoloni di chi almeno ci prova. I volti del Pd nazionale, bella la foto di gruppo apparsa sui giornali dopo il primo exit pool, sono in gran parte nuovi. I comportamenti non sono fotografabili, per quelli aspettiamo. Anche questo conta, perché Pierluigi Bersani un anno fa è stato bruciato proprio dall’estetica del partito. Quando diversi sbarbatelli vincevano le primarie, com’è accaduto soprattutto al Nord, in televisione purtroppo ci andavano Rosy Bindi e Massimo D’Alema, vanificando tutto. Stavolta in televisione ci sono andati i giovani, che magari si riveleranno peggiori dei vecchi, ma intanto comunicano che qualcosa è cambiato davvero, non è un caso che la primatista delle preferenze nel Pd sia giovane e donna (Simona Bonafè) e non è neppure un caso che gli eccessi di Beppe Hubbard stavolta abbiano trovato una duna di sabbia a fermarne l’avanzata. Contro la vecchia classe dirigente il Movimento 5 Stelle avrebbe sbaragliato il campo, ma la Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 presunzione dei suoi leader, unita ad un’intelligenza politica che mai era sembrata tanto carente nel duo consolle, è riuscita a fare invecchiare nel giro di pochi mesi una rivoluzione promettente. Se ti accanisci contro un bersaglio senza accorgerti che l’avversario e la realtà non sono più quelli della volta precedente, fai la figura del tonto, perché un conto era sparare sul povero (stimabilissimo) Bersani e quel museo delle cere che occultava gli sforzi di cambiamento da lui compiuti, un conto è puntare i cannoni su un avversario assai mutato, usando le stesse munizioni. La politica ti cancella in fretta, i vertici del M5S oggi rappresentano la penicillina che perde la guerra contro batteri resistenti. Gli occorre una strategia nuova, per articolarla servono umiltà e intelligenza, più facilmente reperibili tra i militanti perché i vertici, che avevano realizzato un miracolo, come nella migliore tradizione della vecchia politica si sono innamorati di se stessi, smarrendo quell’originalità che all’inizio aveva fatto la differenza. Certo, al tempo l’orizzonte era quello del Bar Sport, bastava gridare che era tutto uno schifo e i contenuti si potevano ridurre alla demolizione dell’altro. La rivoluzione pentastellata, mancata in fase costruttiva, rischia di morire per assimilazione all’immagine di un leader intemperante che non distingue più tra vita e palcoscenico. Per il bene del Paese è necessario che il M5S rimanga in vita, perché potenzialmente in grado di porre serie questioni di metodo alla politica, questioni necessarie quanto e forse più dello stesso merito, tuttavia il metodo comincia dallo stile con cui si traffica la propria proposta. E’ tempo di scalare la montagna del buon senso. Con una destra ridotta all’angolo, un M5S ragionevole potrebbe aiutare se stesso e il Paese a scollinare verso tempi migliori. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana riservato REGIONE. Il quesito dell’assessore alla Sanità sui fondi al Centro di Messina. Che superano limiti di legge e verifiche di costi E il Neurolesi finisce alla Corte dei Conti MESSINA. Può essere rendicontato in più step, pluriennali, un contributo “cospicuo” al Centro Neurolesi di Messina, superando i limiti imposti dal sistema previsto dall’articolo 128 delle legge regionale n. 11 del 2010 che impone invece una verifica annuale sui costi? E’ il quesito che l’assessore alla Sanità Lucia Borsellino ha posto alla sezione di controllo della Corte dei Conti siciliana. Che nella seduta del 4 marzo scorso, relatore Giuseppe Di Pietro, i giudici contabili, sotto la presidenza di Stefano Siracusa hanno affrontato l’argomento, “benché la richiesta sia tanto sintetica e incompleta da sfiorare l’inammissibilità”. I giudici sono chiari con l’assessore Borsellino: “Non è possibile ipotizzare che la legge del ’95 costituisca lex specialis rispetto alla normativa sopravvenuta, in quanto il Centro Neurolesi di Messina è implicitamente incluso nell’allegato 1 tra gli enti beneficiari delle spese correnti dell’Assessorato”. Ma al tempo stesso la Corte dei Conti lascia una porta aperta: “L’introduzione di nuove modalità di CORTE COSTITUZIONALE Ufficio stampa, Crocetta ha ragione ROMA. Un punto a favore di Crocetta nel braccio di ferro con i giornalisti siciliani. Con una secca ordinanza firmata dal presidente della Corte costituzionale Gaetano Silvestri, è stata dichiarata "inammisibile" la questione di legittimità sollevata a proposito dell'art.11 comma 3 della legge 6 luglio 1976 n. 79, tesa a favorire la più ampia informazione sulle attività della Regione. Il problema di legittimità era stato sollevato dal giudice del lavoro di Palermo e nel procedimento si Gaetano Silvestri erano costituiti anche l'associazione regionale e provinciale della stampa. La Corte ha ritenuto "manifestatamente" infondata la questione. La vicenda dell'Ufficio stampa della Presidenza è diventata "un caso" a seguito delle denunce di Crocetta, sui venti e passa giornalisti, tutti con i galloni di caporedattore. La Corte ribadisce che nella pubblica amministrazione si entra per concorso pubblico e che l'avere svolto per tre anni un servizio, non può essere sanato con una legge ad hoc. Lucia Borsellino rendicontazione non implica però che il Centro neurolesi non possa realizzare programmi di più ampio respiro temporale, come il potenziamento delle strutture o l’acquisizione di immobili da destinare alla ricerca scientifica purchè sia possibile sul piano pratico ricollegare il contributo annuale ad un programma da espletare e rendicontare nello stesso arco temporale…”. Ma da cosa nasce la preoccupazione dell’assessore? Dal fatto che negli anni passati il Centro Neurolesi di Messina ha ricevuto copiosi finanziamenti: non solo dall’Assessorato alla Salute, ma-in aggregato- anche dalla Tabella “H” della Regione con cifre rilevanti, fino a cinque milioni. Il Centro, direttore scientifico Dino Bramanti, negli anni passati ha ricevuto, con obbligo di rendicontazione, contributi dal Comune di Messina, dalla Provincia di Messina, dal Ministero della Sanità e da fondi europei. Ora il presidente della commissione sanità Digiacomo ha puntato gli occhi sui costi “esorbitanti” dei centri di eccellenza: da Taormina a Cefalù, per arrivare all’Ismett. “Costi anche tripli rispetto alle strutture sanitarie pubbliche”. Il Centro Neurolesi di Messina, che non ha ancora una pinta organica approvata, ha rinnovato una nuova sala con sedici posti letto e aspetta ancora che la stessa venga accreditata dalla Regione. Restano da rendicontare ancora un milione e mezzo di euro “ballerini” di contributi concessi per gli anni 2009 e 2010 ancora non incasellati. SOMMARIO PRIMO PIANO 6/9. Dopo Europee, cespugli in rivolta I piccoli movimenti presentano il conto al governatore Crocetta POLITICA 10/12. Speciale amministrative I nuovi sindaci da Brolo a Rometta 14. Accorinti a trazione sinistra Il peso” del sindaco nell’elezione di Mazzeo 15. La Corte e la resa dei conti Guerra aperta tra consiglio comunale e dirigenti 16. Parola di Alfredo Cinque anni fa moriva Bisignani, un “compagno” da rimpiangere per arguzia e passione SICILIA 17. Gli esperti venuti dal nord Ritratto dei consulenti di Messinambiente 18. Federico, censurato d’Ateneo Se il rettore Navarra “punisce” il ricercatore 19. V.I.A. alla guerra Negata la valutazione di incidenza ambientale ai palazzoni di viale dei Tigli 20. Fenomeno Cammarata Omaggio al mito negato e alla sua culla di Maregrosso 22. Quadrifoglio, che sfortuna Scontro alla cooperativa di Milazzo. 32 famiglie rischiano la casa 23. Inquinamento? Meglio emigrare Il consulente Osm lancia l’allarme a Pace del Mela 24. Nevieri e nevaroli di Sicilia Viaggio nella storia della granita artigianale ECONOMIA 25. Ial, 27 milioni recuperati Revocato l’accreditamento allo storico ente 27. Agroalimentare? Internazionalismo Workshop promosso da Confindustria per analizzare strategie di export POSTER 30/31. Gallo, genio da scoprire Dueconto anni fa dompariva una delle figure più complesse della storia di Messina 34/35. ANNIVERSARI Castronovo e Fasci siciliani 36. «Noi, nell’era delle Furie» A tu per tu con il regista Daniele Salvo RUBRICHE 4-5. Settegiorni 28. Qui Europa/Consulenti lavoro/Consumatori 29. Mostre 32/33. Libri / Classifica / Lacerti di Letture 38-39 Lettere & Commenti 38. Qui scuola/Heritage/Ecologia e Ambiente 38. Messinadrastica 39. Eliodoro/Animal House 39. 150 Parole da Palermo centonove pagina 3 30 Maggio 2014 TOP SECRET CONSORZIO AUTOSTRADE/1 Dipendenti in mobilità Chiesti lumi alla Regione MESSINA. AAA: Dipendenti in mobilità cercasi. Accettasi segnalazioni. Astenersi perditempo. Il Cas, consorzio autostrade siciliane, ha chiesto alla Regione quali criteri adottare per "assorbire" personale in mobilità da altre amministrazioni. A parte alcune figure tecniche, i posti in ballo sono una ventina. CONSORZIO AUTOSTRADE/2 Verifiche sui pagamenti Emergono anomalie MESSINA. Registri contabili sotto chiave: sta riservando più di una sorpresa il controllo a campione sui pagamenti del consorzio Autostrade. In alcuni casi, non si sta quanto distrattamente, i mandati di pagamento alle imprese venivano "ripetuti" e in alcuni casi effettuati prima che i lavori iniziassero. ARTE CONTEMPORANEA Riorganizzazione Gam, Diffida di Giovanna Famà MESSINA. Una formale diffida per bloccare il bando per la riorganizzazione della Galleria comunale di Arte Moderna e Contemporanea. A notificarlo è stata l’ex esperto del Comune di Messina, Giovanna Famà. Nel mirino, l’affidamento previsto nel capitolato per la redazione del catalogo, incarico già assegnato in precedenza alla studiosa, cui si deve l’apertura della Gam. SANITA’ Nuovi manager, secondo ricorso al tar per Magistri MESSINA. Sarà discusso il 12 giugno il secondo ricorso presentato al Tar di Catania dal manager dell’Asp 5 Manlio Magistri. Il medico milazzese, continuando il braccio di ferro con la Regione, chiede ai giudici di bloccare la procedura di selezione dei nuovi manager della Sanità, a suo gudizio non congrua. 30 Maggio 2014 CHI SALE Luigi Genchi MESSINA. Il direttore generale della Caronte&Tourist, stanco di solcare i mari, ha cominciato a scandagliare le rotte dei cieli. Novello Icaro, Luigi Genchi pratica il “kite” ogni fine settimana, per poi unire diletto a diletto. I suoi “atterraggi”, infatti, sono al Bouchon di Messina, dove beve un bicchiere di vino con gli amici. Severamente bianco. Giovanni Ardizzone MESSINA. Dieta ferrea, una corsa domenicale alla pista ciclabile e due buchi in meno nella cintura. Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana ha perso sette chili in un mese e mezzo. Il risultato di tutta questa fatica ha anche creato un indotto: tutti i vestiti di Ardizzone sono stati portati dal sarto. Parola d'ordine? Stringere, stringere... Peppino Mangiapane MESSINA. Il segreto dell’ex deputato e assessore comunale? Una sana passeggiata sulla riviera. Mangiapane, infatti, ogni giorno indossa tuta e scarpette da tennis per una ritemprante “galoppata” a passo veloce lungo la pista ciclabile di Messina. La partenza? Al tramonto, all’altezza della fontana di Paradiso. Venerando Lo Conti MESSINA. Vittoria per l’ingegnere messinese. La direzione territoriale del Lavoro ha accolto il suo ricorso contro il licenziamento da parte della Regione, disponendone il reintegro “nell' incarico di responsabile del servizio XXIII Direzione Territoriale del Lavoro di Messina fino alla data della sua scadenza naturale”. A decidere in favore di Lo Conti, il giudice del lavoro Alessandra Santalucia. Daniele Gonciaruk MESSINA. Successo per l’attore e regista messinese, ad debutto giovedì 29 al Teatro Vittorio Emanuele con lo spettacolo (Romeo&Giulietta)² da William Shakespeare. Si tratta della prima prova assoluta per la nuovissima Compagnia dei Giovani, fondata da Gonciaruk in seguito a un laboratorio seguito, nel 2013, dagli allievi di diverse scuole della città. settegiorni GELA. Iniziativa di Adiconsum sui prezzi per gli espropri Il Parco fotovoltaico finisce in tribunale SOCIETÀ Musica e legalità, Ligabue a Palermo GELA. Finirà in tribunale il progetto "Ciligieno", della cooperativa di produttori agricoli "Agroverde", per la costruzione del più grande impianto fotovoltaico d'Europa da 120 megawatt, montato su serre di primaticci, con un investimento di 300 milioni di euro e centinaia di posti di lavoro promessi. L'associazione dei consumatori, Adiconsum, ha infatti deciso di avviare una sorta di "Class Action" in favore dei 343 proprietari dei terreni vincolati, perché a quasi un anno dalla posa della prima pietra (sponsor il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta), è stato eseguito solo lo sbancamento nei 230 ettari di area interessata, senza che si sia proceduto al pagamento dell'indennità di esproprio, mentre i finanziatori originari si sono ritirati e i nuovi non arrivano. Uno sportello Adiconsum resterà aperto tutti i sabati mattina, al Caf della Cisl in via Olanda, per accogliere le adesioni di chi è stato privato del podere senza congruo indennizzo. L'indennità proposta dal comune "per terreno agricolo" è quella di 1,20 euro al mq, respinta dai contadini che chiedono cifre superiori "essendo stata modificata la categoria catastale". "Lo scopo - hanno detto i presidenti regionale e provinciale dell'Adiconsum, Enzo Romeo e Giuseppe Impaglione - è verificare conformità, congruenza e trasparenza egli atti del comune e tutelare i diritti dei proprietari nei rapporti con la pubblica amministrazione". Per ottenere copia degli atti, secretati dal municipio gelese, è stata necessaria una ordinanza del TarSicilia, al quale si è rivolto uno dei proprietari del terreno, tramite l'avvocato Saverio Girgenti. PALERMO. Marco Ligabue sbarca a Palermo per dire no alla mafia. Il cantautore emiliano sale sul palco dell’Unlocked spring tour, lo spettacolo che riunisce artisti italiani e internazionali per contrastare il crimine organizzato e diffondere la cultura della legalità attraverso la musica. Appuntamento domenica 1 giugno al Castello a Mare, porto di Palermo, dove presenterà in anteprima alcuni brani del nuovo album. Perle d’Oriente alle cantine Ivam di Larderia MESSINA. “Perle d’Oriente, intreccio di culture” è il titolo della manifestazione che venerdì 30 maggio, alle ore 20, si svolgerà alle Cantine Ivam di Larderia, nella zona industriale Asi. Promossa dall’istituto alberghiero “Antonello”, la manifestazione prevede un inedito programma di musica, immagini e letture sul tema “Vi raccontiamo la Cina, breve viaggio tra storia, stereotipi e realtà”. In programma ci sono infatti danze tradizionali delle Isole Filippine, Pandanggo sa ilaw, tinikling, seguito dal canto popolare filippino Lupang Hinirarang. Non mancano, come è nella tradizione dell’Antonello i piatti di cucina orientali, innaffiati con buon vino, offerto anche dalle Cantine Ivam. Genio Palermo diventa brand commercio PALERMO. Il "Genio di Palermo" (nume tutelare della città) diventa un "brand", un marchio con cui vendere le creazioni artigianali realizzate da artisti e aziende del centro storico del capoluogo siciliano. Al Genio store, gestito dalla cooperativa Pulcherrima Res, sono esposti i lavori di artigiani che non hanno mai voluto abbandonare il centro storico di Palermo. SAN PIERO PATTI. All’iniziativa della Sgb hanno partecipato diciannove giovani siciliani Mirko Lo Piano vince il Corso Navigatori Rally SAN PIERO PATTI. E’ messinese e si chiama Mirko Lo Piano. E’ lui il vincitore del Corso Rally targato Sgb, diretto da Maurizio Messina e Mauro Gulino. Mirko ha vinto dopo aver frequentato due giornate di lezioni e dopo una prova scritta e una pratica. Tra gli allievi si sono messe in mostra anche Desirè Zoccoli, giovanissima neo navigatrice di Santa Margherita (Me) e Alessia Cappadona di San Piero Patti. Gli altri allievi “diplomati” alla scuola Rally della Sgb sono stati: Alfonso Chiappara, Sonia Favazzi, Meluccia Florio, Alessio Formica, Stefania Frontino, Girolamo Gaziano, Lorenzo Licata, Salvino Lo Cascio, Michele Marturano, Antonino Merlino, Marilisa Pecoraro, Antonio Procopio, Kevin Schepisi, Beniamino Sciacca, Basilio Spinella e Bartolo Truglio. Diciannove gli allievi, 13 uomini e 6 donne, provenienti da Messina, Agrigento e Palermo. MESSINA. Finisce in Cassazione il ricorso sul concorso indetto dal Policlinico “Martino” Rossellini e l’ufficio stampa nel girone dantesco Il Tar, il Cga, il tribunale ordinario si dicono incompetenti ad esprimersi sull’assegnazione dell’incarico MESSINA. Il Tar si dice incompetente, il giudice del lavoro anche, il Cga rimanda al Tar, e la giostra ricomincia. La vicenda del concorso di addetto stampa del Policlinico “G. Martino” di Messina rischia di far venire il mal di testa. Di sicuro lo sta facendo venire al giornalista Gianluca Rossellini che da anni rimane incastrato in quello che potrebbe essere definito un girone dantesco. Rossellini, tramite il suo legale Antonio Catalioto, sta facendo ricorso in Cassazione per motivi di giurisdizione. Rossellini chiede l’annullamento della delibera del direttore generale dell’azienda universitaria ospedaliera di Messina, la n. 971/2012 (e tutti gli atti conseguenti). Con la delibera viene approvata la graduatoria di merito della selezione pubblica, per titoli e colloquio, per il conferimento di un incarico Co.Co.Co. a tempo determinato, della durata di due anni, come addetto stampa. Rossellini era giunto secondo, ma si oppone alla nomina della vincitrice che, a suo giudizio, andava esclusa Gianluca Rossellini centonove pagina 4 poichè aveva firmato l’elaborato della prova scritta con nome e cognome. Il giudice di primo grado ha ritenuto insussistente la propria giurisdizione non ritenendo che la procedura di selezione possa ricondursi alla figura del pubblico concorso. «Il paradosso di tutta questa vicenda dice Gianluca Rossellini - è che il Consiglio di giustizia amministrativa, appena un anno prima, su identica questione, aveva dichiarato la propria competenza annullando la sentenza del Tar di Catania che invece l’aveva negata». «La cosa ancor più sorprendente aggiunge il legale Antonio Catalioto - è che in quest’ultima sentenza il Cga non giustifica in alcun modo il diverso orientamento. Per tanto saremo costretti a rivolgerci alla cassazione in quanto siamo in presenza di una delegata giurisdizione sia del giudice del lavoro che di quello amministrativo». Gia.C. 30 Maggio 2014 settegiorni CHI SCENDE INIZIATIVE. XI convegno di Primavera. L’ordine dei medici di Messina premia l’attrice Maria Grazia Cucinotta, tutta salute MESSINA. Il sole e le sue ripercussioni sulla salute dell'uomo, in particolare le malattie della pelle derivanti dall'esposizione ai raggi solari. Ma anche le infezioni derivanti dalle acque del mare, quindi come prevenire l'inquinamento ambientale e lo stretto legame con la medicina. Sono questi alcuni degli argomenti che saranno al centro del dibattito in occasione dell'XI convegno di Primavera. Tradizionale appuntamento promosso dall'Ordine dei medici e odontoiatri di Messina insieme con le “Borse di studio Silvana Romeo Cavaleri” che si svolgerà oggi, venerdì 30 maggio, al Teatro Vittorio Emanuele, alle 16. E che quest’anno protagonista sarà Maria Grazia Cucinotta. La consueta Targa dell’Ordine, infatti, quest’anno è stata assegnata all'attrice e produttrice Maria Grazia Cucinotta, per l'impegno profuso in ambito sanitario e sociale, sempre in prima linea come testimonial di campagne contro tumori al seno, bullismo, violenza sulle donne, malattie neuromuscolari: una carriera di oltre vent'anni sintetizzata in un video a cura del regista Fabio Schifilliti. E sarà proprio la Cucinotta a consegnare alcuni dei premi del concorso Cavaleri, istituito dalla famiglia e bandito dai licei Maurolico, La Farina ed Empedocle, per ricordare la Silvana impegnata per tanti anni come dama della Croce Rossa. La cerimonia di premiazione, presentata dai giornalisti Massimiliano Cavaleri, organizzatore delle Borse, e Loredana Bruno, sarà arricchita da momenti di spettacolo con il chitarrista Gianluca Rando, la cantante Carla Andaloro e i balletti dello Studio Danza di Mariangela Bonanno. La manifestazione prevede inoltre un confronto a più voci presieduto dal governatore Rosario Crocetta. Dopo l'apertura del presidente Giacomo Caudo e i saluti del sindaco Renato Accorinti, del rettore Pietro Navarra, del coordinatore del Corso di laurea in Medicina Francesco Squadrito e del presidente provinciale della Commissione odontoiatri Giuseppe Lo Giudice, il medico e giornalista MESSINA. Il dirigente comunale reintegrato dopo i domiciliari colleziona rinvii a giudizio. L’ultimo è stato deciso dal Gup Monica Marino per omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio quando Ruggeri era a capo dell’Ato 3. Nel mirino, le promozioni di Giovanna Restuccia, che tra il 2008 e il 2010 passò dal IV all’VIII livello, assumendo funzioni dirigenziali. Alessio Ciacci Maria Grazia Cucinotta Carlo Gargiulo modererà un talk show cui prenderanno parte gli assessori regionali alla Salute Lucia Borsellino e ai Beni culturali Giusi Furnari Luvarà, cui sono affidate le conclusioni. Interverranno la dermatologa Patrizia Serafinella Cannavò, il direttore tecnico del Consorzio Castalia ed esperto di inquinamento marino Lorenzo Barone e il presidente della Commissione Sanità Ara Giuseppe Digiacomo. Socialisti a lutto, è morto Peppino Magistro Milazzo ricorda Giuseppe Tusa MILAZZO. E’ passato poco più di un anno dalla notte tra il 7 e l’8 maggio 2013, quando la nave Jolly Nero, porta containers della compagnia Messina, si è abbattuta sul molo Giano del porto di Genova. Il violento impatto dell’imbarcazione causò il crollo della Torre Piloti e la morte di nove militari in forza alla Guardia Costiera, tra cui il milazzese Giuseppe Tusa, noto nella città mamertina col nome d’arte di dj “Giuppy Black”. E per ricordare la sua grande passione per la musica è stato organizzato venerdì 30 e sabato 31 Maggio, alle 17, alla discoteca Epic di Milazzo, il primo grande “Torneo Giuppy Black”, un contest che vede in gara i più richiesti dj del momento. Sabato 31, alle 11, nel Duomo, padre Franco Farsaci celebrerà la Santa Messa in suffragio di Giuseppe. PATTI. L'assessore regionale ai beni culturali in quota DR è “allergica” ai rapporti politici. Invitata a Patti per comunicare un finanziamento di trentamila euro destinato alla Villa romana, quando ha saputo che si trovava lì il deputato Nino Germanà del Nuovo Centro Destra, ha preferito non scendere dall'auto. Antonio Ruggeri ROSA E NERO ANNIVERSARI. Il dj milazzese morto nella tragedia del porto di Genova Giusi Furnari MESSINA. E' scomparso Peppino Magistro, uomo politico buono ed impegnato. Per anni è stato segretario provinciale del Psi, legato politicamente all'allora ministro Nicola Capria. Fino a poco tempo fa non aveva lesinato il suo impegno nei Circoli socialisti di Messina che aveva fondato. Peppino Magistro è stato presidente della Acli di Messina impegnato nel sociale e nel volontariato. Negli anni '70 è stato consigliere comunale della Dc e fervente intuitore della costituzione dei Quartieri. Il suo partito non apprezzò questo impegno democratico, isolandolo e costringendolo a lasciare lo scudocrociato. Approdò nel Psi nel quale fu animatore e propulsore di tante iniziative. Messina perde un politico perbene e coraggioso. Addio all’ex deputato Ignazio Marinese PALERMO. È morto a Palermo Ignazio Marinese. Ex deputato regionale del Pdl, eletto nella coalizione che aveva sostenuto il presidente Raffaele Lombardo. Marinese aveva 71 anni e prima di essere eletto all' Ars aveva ricoperto a lungo la carica di dirigente generale della Regione. Festa di nozze alla Salumeria piazza S.Vincenzo MESSINA. Salumeria di Piazza San Vincenzo in festa: sabato 6 giugno convoleranno a nozze i titolari, Maurizio Trifirò e Stefania Campagna. Dopo la cerimonia alla Chiesa dello Spirito Santo e il ricevimento al Parco Dafne, partenza immediata per il viaggio di nozze. Top secret la località. A Maurizio e Stefania gli auguri della redazione di Centonove. centonove pagina 5 CAPANNORI. Doccia fredda per il commissario di Messinambiente, nello scorso finesettimana impegnato nella sua città natale Capannori per le amministrative. La candidata sostenuta da Ciacci, Francesca Palazzi, in corsa con la lista “Alleanza per il Beni Comuni” ha ottenuto un non esaltante 3,64%, piazzandosi ultima su quattro. Nino Germanà BROLO. Il successo personale e quello della cognata neosindaco Irene Ricciardello hanno letteralmente “ubriacato” il giovane deputato messinese del Nuovo Centro Destra. Contattato telefonicamente per una intervista durante i festeggiamenti in piazza a Brolo, Germanà ha allegramente commentato la “pessima performance elettorale del Pd in Sicilia”, a suo dire “scalzato dal Movimento Cinquestelle” Antonio Le Donne MESSINA. Il direttore generale del comune di Messina non ha fortuna col suo nome proprio. Dopo aver specificato al suo arrivo che non si chiamava “Antonino”, Le Donne si è trovato affibiato un misterioso “Giovanni” nell’atto stragiudiziale fatto recapitare al Comune dai cinquanta commercianti contrari all’isola pedonale. 30 Maggio 2014 primopiano DOPO IL VOTO. Favoriti dal governatore come satelliti del Megafono, i piccoli movimenti presentano il conto Crocetta, cespugli in rivolta Drs, Articolo 4 e il neonato Sal diventano protagonisti delle elezioni e criticano le strategie del presidente. E mentre Leanza manda Michela Giuffrida in Ue, Picciolo lancia l’aut aut e Coltraro lavora a un gruppo all’Ars DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Il presidente della Regione Rosario Crocetta? Rischia di fare la fine di Saturno, ucciso dai suoi figli. Già, perché nel dopo europee, all’ombra dello scontro tra il Governatore e il Pd, “tramano” coloro a cui lo stesso leader ha dato forza, alleggerendo il suo movimento, il Megafono, rimasto quasi senza voce. I “CONGIURATI”. Si chiamano Lino Leanza, Giuseppe Picciolo, Giambattista Coltraro, Nello Dipasquale, Antonio Malafarina e Giovanni Di Giacinto, per citarne alcuni. I primi quattro hanno sigle proprie, rispettivamente Articolo 4, Drs, la neonata Sal e Territorio, mentre i restanti sono pronti ad abbandonare il gruppo del Megafono. GLI OBIETTIVI. Se il Pd chiede “riforme o subito a casa”, i cespugli diventati alberi vogliono un cambio di rotta che passi dall’azzeramento totale per dar vita a un governo di larghe intese aperto a chi vorrà dare un contributo, togliendo così il pallino dalle mani del presidente, su cui pesa il risultato ottenuto dalla sua candidata Michela Stancheris. RISULTATO DOUBLE FACE. Per Rosario Crocetta non c’è dubbio: le 70mila preferenze dell’assessore regionale al Turismo sono una dimostrazione di forza, e non di debolezza, perché secche, ovvero frutto del lavoro suo e del senatore Giuseppe Lumia, oltre che del Megafono. Per i suoi “figli”, però, il quinto posto ottenuto dalla Stancheris (non eletta e dietro Renato Soru, Caterina Chinnici e Michela Giuffrida, eletti, e Giovanni Fiandaca) dimostra la Rosario Crocetta e Michela Stancheris Giuseppe Picciolo Giambattista Coltraro Filippo Panarello strada senza ritorno imboccata dal governatore della Sicilia. Un binario morto fatto di personalismi senza saper approfittare della preferenza multipla, determinante per dialogare con le altre componenti del proprio partito. A dimostrarlo, ad esempio, il lavoro fatto da Lino leanza (che pensa a un futuro come presidente della Regione), il quale ha determinato il successo dell’outsider debuttante, la giornalista catanese Giuffrida. LOMBARDO DOCUIT. Di tutti i fil rouge che legano Rosario Crocetta e il suo predecessore Raffaele Lombardo, uno è stato sicuramente rescisso negli ultimi tempi. Se infatti sul piano delle riforme (taglio province, riduzione partecipate e stipendi), dello spoil system e delle alleanze istituzionali (il rapporto e il ruolo di Confindustria), il copione è più o meno lo stesso dal 2010, la lezione che l’attuale presidente ha dimenticato riguarda le geometrie variabili. Il leader dello “squagliato” Mpa, infatti, era stato bravissimo, forte del suo ruolo di governatore e della sicurezza che nessuno mai lo avrebbe mandato a casa, a spaccare tutti i partiti (dal Pd al Pdl) ottenendo appoggi che si traducevano in ruoli di governo e sottogoverno. Crocetta, invece, ha perso la strada maestra. Dopo aver messo alle strette i democratici sulla sua candidatura, dando vita al Megafono, ha preferito dare “gratuitamente” ossigeno a tutte le piccole formazioni orbitanti attorno al suo movimento, che si sono rafforzate all’Ars e sul territorio, impoverendolo. Il Megafono, tra l’altro, in alcune realtà, ad esempio Messina, ha voci ufficiali che hanno minor peso dei satelliti, ad esempio i Drs di Picciolo e Marcello Greco (che per esempio hanno ottenuto la nomina ai Beni Culturali di Giusi Furnari). E se a questo si aggiunge che molti transfughi di altri partiti che all’indomani delle regionali frequentavano l’Atelier sul Mare non sono stati accontentati, il gioco è fatto. UN PICCIOLO CONTRIBUTO. Ha MEGAFONO Ardizzone si dimette, movimento a Messina senza coordinatore MESSINA. La lettera di dimissioni, firmata Giuseppe Ardizzone, è stata spedita a Crocetta, Lumia e a tutti i deputati regionali, un tempo aderenti al Megafono, movimento che ora a Messina non ha più un coordinatore. "Non volevo si dicesse poi che il flop della Stancheris fosse a me addebitabile" ha confidato ai suoi amici. Vicecoordinatori del Megafono restano ancora Massimo Finocchiaro e Giuseppe La Face. Fermento si registra anche nelle altre province siciliane: a metà giugno è prevista la nascita di un movimento, ancora senza nome, "di ispirazione moderata" che raggrupperà 15 deputati regionali. LA SCHEDA Europee, vincitori e vinti IL PD TRIONFA, MA SI SCATENA UNA FAIDA INTERNA. FI NON PREMIA MICCICHÉ. I GRILLINI PERDONO IL PODIO Anche in Sicilia le europee hanno premiato il Pd, che a sorpresa s'impone come primo partito, con oltre il 33%, raddoppiando la media dei voti presi alle politiche del 2013 e alle regionali del 2012. Da questo dato, l’aut aut su riforme e rimpasto a Crocetta da parte del segretario regionale Fausto Raciti e del plenipotenziario di Renzi in Sicilia, Davide Faraone. Ma come sono andati gli altri partiti? Ha tenuto il M5s, al 26%, pur senza sfondare come indicavano i pronostici della vigilia, mentre Forza Italia, al debutto post-scissione, si attesta al 21% confermando l'appeal di Berlusconi nell'isola, vincendo la sfida con il Ncd di Angelino Alfano, che agguanta quota 9%, grazie all'accordo con l'Udc, che però da solo alle regionali aveva superato il 10%. Steccano Idv e Scelta europea di Monti, sotto l'1% e superati, nell'isola, persino dalla Lega nord (0,99%) con Matteo Salvini a quota 10 mila voti, tre volte quelli ottenuti da Ignazio Messina, segretario nazionale del partito di Di Pietro. In base ai dati raccolti dal Viminale, la più votata nell'isola è stata Caterina Chinnici (Pd), 128.195 consensi (133.876 voti nell'intera circoscrizione); ultimo Angelo Alessandri della lista “Io Cambio Maie” con 4 preferenze. Otto i seggi assegnati alla circoscrizione Sicilia/Sardegna: tre al Pd (Renato Soru, che riporta la seconda isola d’Italia in Ue, Caterina Chinnici, Michela Giuffrida); due al M5s (Ignazio Corrao, Giulia centonove pagina 6 Moia); due a Forza Italia (Salvo Pogliese e Salvatore Cicu), uno alla lista Ncd-Udc (Giovanni La Via). Tra i bocciati illustri c'è sicuramente Gianfranco Micciché: l'artefice del clamoroso cappotto del 61 a 0 alle politiche del 2001, guidava la lista di Fi, ma è giunto solo terzo, per un pugno di voti. Rimangono a casa anche Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ncd, il giurista Giovanni Fiandaca del Pd e i due assessori della giunta Crocetta, Michela Stancheris anche lei Pd (giunta quinta) e Patrizia Valenti, sesta nella lista Ncd-Udc. In via Bentivegna, la festa per il successo del Pd si è subito intrecciato con le eterne polemiche tra Crocetta e cuperliani, gli unici tra le correnti del partito a non aver voluto rappresentanti nella giunta. Da Roma, da Renzi, è giunto l’invito a dare la svolta, che Crocetta ha subito accolto anticipando alla stampa un pacchetto di riforme. primopiano IL PERSONAGGIO. L’ex ministro senza cariche che ha un ruolo chiave negli assetti siciliani Cardinale, il tessitore LA SUA PAROLA D’ORDINE È MEDIAZIONE: «LE CONDIZIONI ATTUALI RICHIEDONO UNA SILENZIOSA TESSITURA, NON URLA» DI GIOVANNI FRAZZICA Totò Cardinale esce dalla riservatezza di cui ama circondarsi e ci concede una breve intervista. Dicono dell’onorevole: “L'uomo senza cariche che tiene in mano il Pd siciliano”, è vero? «Non è la prima volta che sento questa definizione, devo dire che non mi lusinga, non è la semplice costruzione fantasiosa di un giornalista, potrebbe esservi dietro il disegno di chi vuole ingigantirmi per rendermi temibile o peggio inviso ai veri protagonisti nel Pd e nel governo della Regione». Ma ci sarà stato un motivo ispiratore? «Per la verità non mi sono mai negato all'impegno diretto a creare condizoni di sintesi politica per superare i problemi che si presentano all'interno di un’area che mette insieme tante anime di provenienza e culture diverse. Problemi a volte accrescuti per effetto della responsabilità di governo in un tempo di pesanti difficoltà di finanza pubblica e di grande disagio sociale. Una tale condizione richiede l'opera di silenziosa tessitura piuttosto che di gagliardi urlatori. Sono certo che arriveranno presto tempi migliori e spero in una più rosea prospettiva per il governo Crocetta e, quindi, per i siciliani che vivono oggi una vita così grama da far temere anche reazioni incontrollate. In questa direzione mi sono sempre adoperato e non mi aspetto attestati di merito cui per altro non sono assolutamente interessato». Qual è la molla che fa scattare tanto impegno? «So di avere dei doveri nei confronti delle nuove generazioni, della nostra terra e di coloro che ripongono in me la loro fiducia. Cerco di assolverli come posso e come so fare, forte di una esperienza e di una cultura politica che mi ha forgiato alla tolleranza, al dubbio proposititvo e al rispetto degli altri». Il risultato elettorale del Pd alle europee migliora il quadro politico? «Sono lieto per la straordinaria risposta del popolo siciliano che ci ha regalato appoggiato Michela Stancheris ed è soddisfatto del suo apporto. Nonostante ciò, Giuseppe Picciolo avverte Crocetta: «Abbiamo fatto una campagna mirata che ha dato i suoi frutti, visto che grande parte dei voti in provincia di Messina vengono da me e Marcello Greco», spiega. «Lino Leanza è stato bravissimo a gestire il rapporto con gli alleati, e confesso che avevamo pensato di fare un ticket con lui, visto che siamo un risultato elettorale che arriva anche e sopratutto da Renzi. Questo risultato ci fa carico di una responsabilità molto grande a cui non possiamo non rispondere con opere concrete che ci facciano meritare questa fiducia». Torniamo alla tessitura, ma l’eccesso di mediazione non rischia di uccidere la politica? «No, non credo, quando ci sono punti di vista diversi su cui discutere e personaggi seri che si confrontano, le soluzioni arrivano e le mediazioni Salvatore Cardinale possono rappresentare la fase nobile del percorso politico. Ricordo che quando ero ministro scoprii dai giornali di essere su posizioni diverse da quelle esternate dal Presidente Cossiga, di cui ero considerato il pupillo. Qualcuno cercò di fare una mediazione ad ogni costo, avendo come obiettivo di subordinare la mia posizione di uomo di governo rispetto a quella dell’ex-Presidente. Allontanai il mediatore e difesi la mia posizione. Seguirono due mesi di gelo con Fracesco Cossiga. Quando ci incontrammo mi abbracciò e mi disse: “Hai sbagliato, ma al tuo posto avrei fatto lo stesso. Il tuo errore è stato contraddire uno più anziano di te che ti vuole bene, pagherai un pegno, un pranzo a me ed a tutto il mio staff nel migliore ristorante di Rom”. naturalmente fui felicissimo di pagare quel prezzo, l’amicizia di Cossiga valeva molto di più». Quale era e qual è l’oggetto del contendere? «Allora era l’assetto delle telecomunicazioni, oggi in Sicilia credo che si litighi per chi è il primo della classe nella scuola dell’antimafia e su cose che ai cittadini sembrano amenità. In effetti non c’è ancora il giusto bilanciamento fra le varie componenti culturali che devono animare il Pd, Bersani era consapevole di questo e stoppava sul nascere certi disegni egemonici. Ora anche Renzi deve dare il suo contributo ed aiutarci a disegnare un buon profilo del Pd siciliano». anime moderate del progetto di Crocetta. Perché - aggiunge - a nulla vale prendere 70mila voti se c’è la preferenza multipla. Il problema sottolinea - è che Crocetta litiga con tutti e ha voluto chiedere una prova di appartenenza». I Drs, nelle cui fila è entrato un grosso calibro come Pippo Gianni, è uno dei pilastri del Megafono, «che non c’è, è da ristrutturare». Picciolo avverte: «Il presidente deve prendere atto che da soli non si va da nessuna parte. Si deve dare vita a una grande coalizione con un governo nuovo. Personalmente non porrei limiti geografici e politici, quindi ben venga anche il Ncd. Antonello Cracolici ha detto che Crocetta è ai “titoli di coda”, noi pensiamo invece che la proiezione del film abbia superato il primo tempo, anche se allungare ancora questa rappresentazione può portare a 30 Maggio 2014 valutazioni negative da parte di pezzi della maggioranza». COLTRARO LA SAL LUNGA. Notaio, messinese di nascita e siracusano di adozione, Giambattista Coltrato è un deputato del Megafono che attende solo la nascita di un nuovo gruppo all’Ars. Fondatore di Sal, Sviluppo, autonomia, lavoro, ha «appoggiato Michela Giuffrida a Siracusa e a Messina, premiando una candidatura moderata all’interno del Pd». «Quello che conta spiega - è individuare persone credibili che riescano a penetrare un elettorato più ampio. In tal senso, l’eletta aveva tutte le caratteristiche». Ma perché creare Sal? «Ho lanciato un movimento che è legato a determinati valori con l’obiettivo di penetrare il territorio e di creare un gruppo nuovo a Palazzo dei Normanni, sciogliendo quello del Megafono». Sul presidente Crocetta, Coltraro dice: «Io sono più morbido di Davide Faraone e di Fausto Raciti, ma il governo deve essere di ampio respiro e non fatto di manovrine per salvare i precari. Io sono per una progettualità che duri per tutta la legislatura. Da qui la posizione critica di Sal dentro la maggioranza. Ora come ora - aggiunge - sto discutendo con alcuni deputati, ma si tratta di interlocuzioni aperte sia a Palermo che a Messina». Confermata l’intesa con Nello Dipasquale di Territorio, Coltraro non ha dubbi: «La fase delle europee rappresenta uno spartiacque che da qui alla fine di giugno ridisegnerà la geografia dell’Ars e del governo». QUI PD. Per il cuperliano Filippo Panarello, «un presidente che si muove solo su un candidato, utilizzando il fascino del potere, ma non riesce a farlo eleggere è uno sconfitto. Per quanto mi riguarda spiega - il problema posto dal Pd è valido. Si deve creare un nuovo gopverno che individui le priorità e proceda per obiettivi». E riguardo alla provocazione di Crocetta relativa al cambio di sistema elettorale, Panarello commenta: «La legge elettorale non può essere diversa da quella che abbiamo. Si dovrebbe cambiare lo Statuto». CENTRODESTRA «Sì a un tavolo politico» IL LEADER NCD GIUSEPPE CASTIGLIONE CHIUDE LA PORTA AL GOVERNO: «VOGLIAMO UN CALENDARIO DI PRIORITÀ» Giuseppe Castiglione Poco meno del 10%, 170mila voti e un uscente riconfermato, Giovanni La Via, sono il bottino del debuttante Nuovo Centro Destra in tandem con l’Unione di Centro. Oltre a superare il quorum nazionale, il neonato partito di Angelino Alfano rafforza le proprie posizioni, diventando determinante per il risultato siciliano con una seri di pezzi da novanta il lista, laddove i centristi schieravano Giovanni Pistorio (già Mpa) e l’assessore regionale Patrizia Valenti. A raccontare i possibili sviluppi del Ncd è Giuseppe Castiglione, viceministro durante il governo Letta: «Il centonove pagina 7 risultato è importante e in Sicilia molto lusinghiero. Premia il lavoro fatto dai candidati. Abbiamo tratto vantaggio dalla grande mobilitazione fatta per le adesioni. Nell’Isola, siamo andati bene ovunque, tra 9,20 e il dieci». Sull’apporto dell’Udc, Castiglione è generoso: «Abbiamo lavorato come una sola formazione». Mentre, sugli altri, dice: «Forza Italia ha pagato lo scotto di essere al traino di Berlusconi, che non è più quello di un tempo. Lino Leanza, invece, ha messo a disoposizione la sua struttura, contribuendo alla vittoria di tre candidati di società civile che, in ogni caso, godevano di un voto d’opinione». Unico rammarico, l’insuccesso dell’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio: «Ha pagato la brevità della sua campagna elettorale». Sul futuro del governo Crocetta e su un apporto del Ncd, è netto: «Ci siamo annoiati e non siamo interessati ad alcuna ipotesi di governo. Siamo interessati solo a un tavolo politico e a un calendario assembleare che fissi le priorità». (D.D.J.) 30 Maggio 2014 primopiano RESA DEI CONTI. La mancata elezione di Gianfranco Micciché scatena le reazioni dei maggiorenti azzurri Forza Italia, Gibiino nel mirino L’uomo dei 61 a zero non agguanta il seggio per una manciata di voti, complice il disimpegno nella zona del coordinatore. E se il palermitano D’Alì lo definisce “pasticcione”, la messinese Grasso invoca le dimissioni PALERMO. Un pugno di voti, neanche settecento, che si traducono in uno smacco personale e in un terremoto in Forza Italia. Perché nelle liste del terzo partito sicilano, a non essere eletto è stato l’uomo del 61 a zero del 2001, il fondatore e per anni coordinatore azzurro, Gianfranco Miccichè. A batterlo, non solo il catanese Salvo Pogliese, giunto primo con 61709 voti (di cui 61482 in Sicilia), ma anche Salvatore Cico (51316). Il dramma è che mentre il sardo ha conquistato 12514 voti nella Trinacria, Miccichè, nell’altra isola, ha guadagnato 2000 preferenze, passando da 48689 a 50625. Ma la colpa è di Cicu? Solo indirettamente. Il problema è che Miccichè è stato “tradito” dai suoi, raggranellando poco dove più serviva, ad esempio Catania, terra di Pogliese, senza staccare gli altri nettamente neanche nella sua Palermo, dove, ad esempio, ha superato un terzo candidato (giunto secondo nel capoluogo), Salvatore Iacolino, di soli 2000 voti. FEDELI E INFEDELI. A tenere alta la fiamma della fedeltà a Miccichè sono state Messina e provincia, dove, complice la vicecoordinatrice di Grande Sud, Bernadette Grasso, Miccichè ha conquistato 9316 preferenze (1991 in città) seguito da Francesca Reitano (7404 di cui 1558 nel capoluogo). Primo è stato anche a Palermo, a Caltanissetta, a Siracusa, mentre secondo a Trapani, terra di Iacolino, e a Ragusa. Infine, l’ex viceministro è giunto terzo ad Agrigento e nell’importantissima Catania (appena 5583 voti) e addirittura quinto a Enna (904). Miccichè, insomma, è stato travolto dagli accordi tra le correnti. Bernadette Grasso COSI’ IL COORDINATORE. Catanese come Salvo Pogliese, Vincenzo Gibiino analizza così le europee: «Una lista forte e competitiva, una campagna elettorale improntata sulla concretezza e sulla necessità di cambiamento hanno portato Forza Italia ad ottenere un risultato straordinario nella circoscrizione insulare, superiore a quello della media nazionale. A vincere è stato il patto territoriale Sicilia-Sardegna, da me concordato con Silvio Berlusconi. È ora giunto il momento di rimboccarci ulteriormente le maniche per rafforzare il mondo moderato che dà voce e speranza a molti milioni di italiani». MA D’ALI’.... «Gibiino è un coordinatore pasticcione. Il capolista siciliano non è stato eletto nonostante debba soprattutto a lui e al suo risultato personale il fatto che forza Italia abbia retto in Sicilia. 50 mila voti, non d'apparato e quasi tutti “secchi” sono stati vera manna dal cielo», commenta Eusebio Dalì, componente del comitato provinciale di Fi a Palermo. Per queste considerazioni, lascio “l'incarichetto” che a iosa Gibiino ha distribuito in tutta la Sicilia, che tuttavia ho cercato di rendere in qualche produttivo, ma con un coordinatore così è davvero tutto inutile». CINQUESTELLE La rivoltà di Currò IL DEPUTATO MILAZZESE CRITICA LA GESTIONE DEL MOVIMENTO Perdono il podio come primo partito siciliano, i Cinque Stelle dell’Isola, e mandano in europa un solo siciliano su due eletti, Ignazio Corrao. E mentre a Palermo provano a riprendere fiato attaccando il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, sul “caso vitalizi”, a livello siciliano è un siciliano a riaprire la crisi interna. Si tratta del milazzese Tommaso Currò, il primo a contestare il leader e il guru Casaleggio: «Grillo ha detto che si sarebbe dimesso? Bene, si dimetta», ha detto all’Unità, e poi ad altre testate, puntando il dito sul ruolo di Casaleggio, gli attacchi a testa bassa e una strategia che non condivide più. Per Currò, le parole hanno un peso, e se Grillo aveva annunciato dimissioni dovrebbe dare seguito alle sue parole: «Mi caccino pure, ha commentato». Dal blog dei Cinquestelle, la replica non è arrivata tardi: “Dopo le autoflagellazioni, le richieste di autocritica, il maalox, le dimissioni chieste a Grillo senza specificare peraltro da quale carica da miracolati della politica usciti allo scoperto, forse è il caso di cercare un minimo di obiettività e di realismo nel valutare il risultato elettorale”. L’AFFONDO DI BERNADETTE. Più dura Bernadette Grasso, che, ringraziando “di cuore gli elettori dei Nebrodi, delle Provincie di Messina e Palermo”, sottolinea il disappunto per la gestione del coordinatore, che ha portato alla mancata elezione dello stesso Miccichè. Per questo, chiederà le dimissioni dalla carica di coordinatore regionale: «La sfiorata elezione del capolista Gianfranco Miccichè - spiega non può passare senza osservare che il coordinamento regionale ha gravi responsabilità delle quali deve rispondere dinnanzi all'intera Forza Italia di Sicilia». (D.D.J.) DEMOCRATICI Pd, primi senza Frank IL PARTITO CONQUISTA LA CITTÀ E LA PROVINCIA NONOSTANTE L’ASSENZA DI GENOVESE. MA... Una vittoria di Renzi. È questo il risultato più evidente del Partito democratico a messina e provincia dove, a comandare, era il deputato Francantonio Genovese con il suo entourage. Sia fuori che in città, il Pd diventa prima partito con il 32% e le preferenze parlano chiaro: In tutta l’area, in 73.005 hanno votato Pd a fronte di voti complessivi espressi per i candidati (se ne potevano dare fino a tre contemporaneamente) pari a 67.352. Un trend che si registra anche nel capoluogo, con 22.751 a fronte di 17.758. Poco prima del voto, alcuni maggiorenti del Pd, a cominciare dalla presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, avevano annunciato la loro assoluta fedeltà al partito, lasciando intendere di essere pronti ad accordi su questo o quel candidato. A fronte della differenza abissale tra voti di lista secchi e preferenze multiple ai candidati, però, non si notano particolari “eventi” in alcune delle sezioni più identificabili con i consiglieri comunali, se non un vero e proprio exploit bipartisan del renziano Marco Zambuto e dell’assessore di Rosario Crocetta, Michela Stancheris, nelle sezioni dalla 221 alla 223 (Massa San Giorgio e Castanea). A prevalere, il candidato agrigentino, forte dell’appoggio del renziano storico Francesco Palano Quero, mentre a dare una grossa mano a entrambi sarà stato l’ex assessore comunale e leader insiscusso delle frazioni collinari, Tani Isajia. centonove pagina 8 Per il resto, tutti contenti, a cominciare dai sostenitori di Renato Soru, secondo in città con 2573 (al quarto in tutta la provincia con 7524). Al di là di Caterina Chinnici, prima ovunque, il secondo posto complessivo viene agguantato dalla Stancheris (12675 contro la terza piazza in città con 2377), seguita da Marco Zambuto, che dalla quinta posizione a Messina (1964) passa alla terza con 8185 (anche se a Brolo, terra del deputato Pippo Laccoto, ha preso solo 19 voti). Chi invece perde una posizione dal capoluogo alla provincia è il candidato principe dei cuperliani, Giovanni Fiandaca. che in città prende 1964 preferenze e in provincia si piazza quinto, dopo Soru, con 6896. Alla luce dei risultati, per il Partito democratico messinese è tempo di ricostruire al proprio interno ma anche nei rapporti esterni. Come quello con la giunta comunale di Renato Accorinti. (D.D.J.) primopiano IL PERSONAGGIO. Parla il candidato che ha fatto volare il Carroccio nella sua Maletto, patria di Lino Leanza Mazzeo, fragole e Lega SIMONE OLIVELLI MALETTO. Pontida del Sud, fragole e grana, lega dei terroni: nell’ultima settimana, sono stati tanti gli accostamenti tra la Sicilia e la Lega Nord. Tutta colpa di Maletto, un tempo più nota politicamente come cittadina di nascita di Lino Leanza, balzato agli onori delle crocache per il risultato ottenuto alle elezioni europee dal Carroccio. A Maletto, infatti, il partito guidato da Matteo Salvini si è imposto sugli avversari con oltre il 32 per cento dei consensi, una percentuale superiore a quella ottenuta dalla Lega nella stessa Pontida. Come era immaginabile, il segretario leghista è stato uno dei più contenti - e stupefatti nel sapere che nella lontana Sicilia esista un comune in cui il Carroccio non solo non sia accolto con diffidenza ma venga seguito in massa. Salvini, che nelle settimane che hanno preceduto il voto è stato impegnato in un tour in Sicilia, ha promesso di far visita a Maletto. Vero trascinatore della lista è stato Antonio Mazzeo, omonimo dell’attivista messinese NoMuos candidatosi con L’altra Europa con Tsipras. Il Mazzeo leghista è stato il secondo più votato nella circoscrizione insulare, con oltre 1400 preferenze, un terzo delle quali provenienti appunto dagli abitanti di Maletto. Mazzeo, alla vigilia del voto si attendeva questo successo? «Confidavo in un buon risultato perché a monte della mia candidatura ci sta il lavoro di un gruppo politico che fa riferimento all’onorevole Angelo Attaguile (senatore eletto nelle fila del Pdl, poi passato al gruppo Lega Nord e Roberto Salvini (a sinistra) con Antonio Mazzeo Autonomie, ndr). Con lui abbiamo sposato il programma della Lega Nord, ma posso già annunciare che stiamo per costituire un gruppo che si chiamerà Lega Sud e Autonomie, che andrà a interloquire con il partito di Salvini». Il risultato a Maletto è stato soltanto un voto alla persona o i malettesi sono i leghisti del Sud? «Essere conosciuto in paese ha senz’altro influito, ma posso dire che insieme al gruppo di cui faccio parte abbiamo spiegato il nostro progetto politico, facendo riferimento al programma della Lega e la gente lo ha accolto con favore». IL PRECEDENTE Quell’asse con l’Mpa Con il 32% delle preferenze, il partito batte tutti, superando il dato della stessa Pontida. Politicamente “figlio” di Angelo Attaguile da Grammichele, spiega così la sua scelta: «Si tratta di una forza politica diversa dal passato» DI 30 Maggio 2014 Salvini ha detto che cercherà Maletto su Google e presto vi farà visita. Vi siete mai incontrati? «Ho incontrato Salvini ad Augusta in occasione della campagna elettorale. Ma, ripeto, il mio referente rimane l’onorevole Attaguile. Su Salvini posso dire che sta dimostrando di essere una persona aperta, tutt’altro che razzista». Da siciliano come si rapporta con la storia della Lega, un partito che spesso ha guardato al Meridione additandolo come il responsabile della maggior parte dei mali italiani? «Ritengo che la Lega di oggi sia diversa Nel 2006 il Movimento per le Autonomie, in occasione delle politiche, decise di allearsi con la Casa delle Libertà attraversi un accordo con la Lega Nord di Umberto Bossi. L’idea di Raffaele Lombardo era porre fine alla conflittualità tra autonomia e federalismo e trasformare i conflitti in sinergie e collaborazione tra nord e sud. L'accordo fu formalizzato il 4 febbraio con Roberto Calderoli, Coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega. da quella del passato. Oggi, ci siamo presentati alle elezioni con un simbolo in cui era ben evidente il carattere autonomista del progetto politico promosso da Salvini. Da siciliano autonomista posso dire che con la fondazione di Lega Sud e Autonomie saremo pronti a collaborare alla pari con loro». Qual è la sua opinione sull’immigrazione clandestina? «Vanno aiutati, senz’altro, ma nelle loro terre. I soldi che spendiamo per dare la prima assistenza qui in Italia potrebbero essere spesi nelle loro nazioni di origine, per eliminare le cause che li portano a mettersi in mare». Come si è sentito a essere collega di partito di Mario Borghezio? «Sinceramente non posso giudicarlo, se l’elettorato lo vota vuol dire che qualcosa di buono ha fatto. Comunque sottolineo che non siamo stati colleghi di partito: lui è Lega Nord Padania, io sono stato Lega Nord Autonomie». L'Espresso ha parlato della parentela che la lega a Mario Montagno Bozzone, già coinvolto in un’inchiesta sulla mafia. Ha risposto che i parenti uno non può sceglierseli: Montagno Bozzone ha avuto un ruolo nella tua campagna elettorale? «Mi dispiace, ma di concerto con il mio avvocato abbiamo deciso di non rilasciare più dichiarazioni sulla vicenda». REAZIONI «Lo cercherò su Google» IL SEGRETARIO SALVINI ASSICURA CHE VISITERÀ LA CITTADINA. E SUI TEMI CALDI SICILIANI, DICE CHE... «Lo cercherò su Google»: ha risposto così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a chi gli chiedeva se sapesse dove si trova Maletto, il comune in provincia di Catania dove il partito padano ha fatto un boom da fare invidia anche a Beppe Grillo. Salvini, che per la prima volta si è speso personalmente in campagna elettorale in Sicilia, ritiene il risultato domenica scorsa «un punto di partenza per costruire qualcosa di buono». Stando alle parole del segretario leghista, l’esperimento potrà essere ripetuto con l’obiettivo di far diventare la Lega «la casa degli autonomisti». Sembrano oramai lontani i tempi in cui dalla Padania si guardava al Sud come la zavorra d’Italia, con tanto di derive razziste. A riguardo, Salvini ha voluto ribadire come nella sua attività di europarlamentare si sia speso «più per le politiche agricole della Sicilia che per quelle lombarde», rilegando a «tifo calcistico che, si sa, può essere anche volgare» il coro che nel 2009 intonò contro i napoletani nel corso di una festa leghista a Pontida. Sui risvolti politici del risultato europeo - la Lega Nord ha guadagnato su scala nazionale il 6,2% del consenso - Salvini c’è andato cauto: «Noi abbiamo chiesto i voti per andare in Europa, non per far cadere il governo Renzi, e sarà a Bruxelles che ci impegneremo per uscire fuori dall’euro e regolare la questione immigrati». centonove pagina 9 Tema immigrazione che, tra quelli proposti in campagna elettorale, è senz’altro quello più sentito dai siciliani. Sull’argomento, il leader leghista è stato chiaro: «L’immigrazione va controllata e ci incontreremo con il Front National di Marine Le Pen e tutti gli schieramenti di destra per far sì che vengano chiuse le frontiere. Chi scappa dalla guerra - conclude Salvini - va senz’altro aiutato, ma per fare questo ci sono organi come l’Onu e la Nato che sono di certo più adatti. Quel che è certo è che l’Europa non può accogliere un miliardo di africani in maniera indiscriminata». Un’ultima battuta sulle modalità con cui bisognerebbe aiutare i rifugiati: «Bisogna spostare la linea d’azione al di là del Mediterraneo. L’ha proposto anche Renzi, bisogna organizzare dei campi lì dove poter capire chi ha diritto a venire in Europa e chi no». (S.O.) 30 Maggio 2014 politica SAN SALVATORE BROLO. Ricciardello è la prima donna a guidare il comune. Ecco le strategie. E la sua squadra Irene, la “sindachessa” Il grande sconfitto è Mimo Magistro, l’uomo dell’onorevole Pippo Laccoto. A sopresa le più votate sono state due donne, Anna Ricciardo e Marisa Bonina. Cominciano le “grane” con la verifica di cassa La solitudine di Maria Rita DOPO IL RITIRO DEGLI AVVERSARI FRANCHINA LOTTAVA CONTRO IL QUORUM. RITORNA IL COMMISARIO San salvatore di Fitalia. Era una lotta contro se stessa. Ma alla fine non ce l’ha fatta. Nulla da fare per l’unica candidata a Sindaco del Comune di San Salvatore di Fitalia. L’antagonista di Maria Rita Franchina per l’elezione era, solamente, l’affluenza al voto, attestatasi solo al 46,43% degli aventi diritto, contro il 73,51% delle precedenti amministrative. Eppure era espressione dell’amministrazione uscente. Basta pensare che l’ex sindaco Pizzolante era stato designato assessore. Ma, evidentemente, l’aria è cambiata. Nel Comune si è registrata la percentuale di affluenza più bassa di tutta la provincia di Messina. Non raggiungendo il quorum del 50% il Comune di San Salvatore di Fitalia sarà retto da un commissario straordinario in sostituzione del Sindaco e del Consiglio Comunale. R.C. Irene Ricciardello DI GIANFRANCO CUSUMANO Brolo. Le urne consegnano a Irene Ricciardello un paese lacerato ma speranzoso. Alla candidata, ritenuta la favorita anche alla vigilia, sono bastati appena 996 voti (contro i 1.326 della lista) pari al 24,21% dei 4114 votanti, meno di uno su quattro, per aggiudicarsi la poltrona di Sindaco. Con lei approderanno tra i banchi del Consiglio Comunale o della giunta, 14/15 candidati. La Mimmo Magistro minoranza, anche questo nel rispetto del pronostico, se l'aggiudica la lista che sosteneva Mimmo Magistro. A rappresentare il gruppo che fa capo alll'onorevole Pippo Laccoto saranno la veterana e fedelissima Tina Fioravanti, l'uscente Cono Condipodero e i giovani esordienti Ada Agnello, Manuel Agnello e Basilio Murabito. Il neo sindaco di Brolo, la prima donna a guidare l’ente, è alle prese con l'assegnazione dei posti chiave in giunta e consiglio, tutti i protagonisti della campagna elettorale - compreso l'ex sindaco Salvo Messina - spendono parole di pace e sempre a parole, proclamano il sotterramento dell'ascia di guerra. Ai già designati assessori, Pietro Marino - cognato dell'onorevole Picciolo - e Gaetano Scaffidi Lallaro, quest'ultimo vicesindaco in pectore, nei ruoli di assessore e presidente del Consiglio Comunale dovrebbero aggiungersi gli altri uscenti, Vincenzo Princiotta, Giuseppe Miraglia e Carmelo Princiotta. Ma al di là della quadratura che certamente arriverà, non passa inosservato il fatto che i 5 destinatari dei ruoli con appannaggio, alla prova delle preferenze, nel complesso non hanno particolarmente brillato al contrario di molti esordienti ed in particolare delle due "prime donne", l'avvocato Anna Ricciardi e l'imprenditrice Marisa Bonina, prima e seconda assolute rispettivamente con 292 e 220 preferenze. Intanto il neo sindaco è già alle prese con la grana della verifica di cassa necessaria e propedeutica al passaggio di consegne con il commissario Musolino. Le sorprese potrebbero essere dietro l'angolo. Tirando le somme del voto si può dire che non perde Carmelo centonove pagina 10 Occhiuto, dato sempre ultimo nei pronostici, ma il suo principale deus ex machina, l'ex assessore al bilancio, Carmelo Gentile ed insieme a lui la famiglia MoriniRaffaele, capigruppo storici delle amministrazioni Messina-Laccoto. Perde, male, Basilio Scaffidi ed insieme a lui il duo Nuccio Ricciardello e Linda Marino, ex assessori di Laccoto. Molto attivi sul piano della comunicazione, onnipresenti sui social networks, nelle strade e nelle piazze - Scaffidi è il recordman dei comizi - ma non hanno convinto. Il giovane avvocato grillino in partenza era già dato nella parte bassa della classifica ma, senza l'effetto trascinamento del Movimento 5 Stelle alle Europee - a Brolo ha raccolto oltre 600 voti giungendo terzo - sarebbe stato superato anche da Occhiuto. Vince Salpietro. Lo scienziato, giunto ultimo sulla scena ad appena un mese dalle elezioni, forte soltanto del suo prestigio personale ed intransigente nella messa a punto delle alleanze e nella formazione della lista, giunge saldamente terzo, primo alle spalle dei big. Tra i sostenitori l’ex presidente del consiglio comunale Nino Ricciardello. 30 Maggio 2014 politica FORZA D’AGRÒ Carpo, vittoria con...rissa Potrebbe finire con una denuncia la rielezione. Tensioni davanti ai seggi Mandanici. Stava rischiando di finire in Festeggiamenti per Fabio Di Cara FORZA D’AGRO’. Il primo cittadino rieletto grazie a Bruno Miliadò Di Cara,al voto con lo zio L’ex amministratore, ancora una volta, si rivela determinante. Carmelo Lombardo “firma” il flop dell’avversaria Giulietta Verzino GIUSEPPE PISTONE Forza d’Agrò. Fabio Di Cara tiene fede ai pronostici e viene riconfermato sindaco. Una vittoria schiacciante che lascia ben poche recriminazioni all’opposizione. Fabio Di Cara, e la sua sfidante Giulietta Verzino, infatti, si sono stretti la mano in segno di distensione dopo le polemiche dei giorni scorsi. Ma il vero vincitore di questa competizione elettorale è sempre lui, Bruno Miliadò, zio del sindaco che ha fatto di tutto per assicurare la poltrona per un altro quinquennio al nipote prediletto Fabio Di Cara con la lista “Insieme”. Il grande sconfitto resta invece Carmelo Lombardo già sindaco dal 1997 al 2006, il quale è riuscito a collezionale appena 26 preferenze. Un vero flop che non si aspettava nessuno. In caso di vittoria, l’ex primo cittadino avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio con la lista “Rinnovamento nella competenza per Forza d’Agrò e Scifì”. Giulietta Verzino, anche se sconfitta con uno scarto di appena 63 voti dal suo antagonista, con il suo gruppo è animata dalla voglia di fare e di fare bene per il suo paese e si è già messa al lavoro. Ma adesso per il primo cittadino, incassata la fiducia degli elettori, verrà il momento più delicato. Gestire problemi e poltrone. Riconfermati senza indugi i suoi assessori di riferimento: Fiorino Chillemi e Giuseppe Stracuzzi. La presidenza del consiglio andrà alla capolista, Carmela Gentile, la più votata, con i suoi 90 voti. Il terzo assessore dovrebbe essere Patrizia Micali e non Fabiola Smiroldo come promesso in campagna elettorale. Vice sindaco, Massimo Cacopardo, in rappresentanza della frazione di Scifì. Capogruppo di maggioranza viene riconfermato il fratello, Emanuele Di Cara. «Speravo che la gente capisse e apprezzasse la novità e la competenza – spiega Giulietta Verzino - Non abbiamo perso noi, ma la comunità. Saranno altri 5 anni di oblio. Continueremo a fare gruppo e da domani – assicura la segretaria del locale circolo del Pd - costituiremo una cooperativa di giovani valorrizzare il sito archeologico di Scifì». OLIVERI Michele Pino riconfermato, via alle surroghe Oliveri. Adesso il via alle surroghe! Dopo la sua riconferma il sindaco, Michele Pino passa subito alle strategie di governo. Dopo i primi festeggiamenti per il successo ottenuto dalla lista “Oliveri nel Cuore” (817 voti) e dal rispettivo sindaco (718), per la compagine arriva il momento di fare il punto sulla situazione. Ad anticipare che vi potrebbero essere surroghe in aula per la sostituzione di assessori già designati, è lo stesso Pino. «L’unica cosa che posso dire è che non farò restare nessuno fuori – dichiara». Pino pare “sposi bene” la filosofia del Partito Democratico, l’interessato, però, precisa di “non far parte di nessun partito anche se, avranno la nostra gratitudine le forze politiche che permetteranno di realizzare qualcosa”. Ad aver ottenuto il 48,58 per cento di voti “Cambiano Oliveri” con 772 preferenze, mentre Antonino Bertino ha totalizzato 613 voti. (Pamela Arena) rissa l’elezione per il rinnovo dell’amministrazione comunale nel piccolo borgo di appena 650 anime. Sono dovuti intervenire i carabinieri arrivati a sirene spiegate per sedare gli animi tra i due schieramenti a poche ore prima della chiusura dei seggi. Così nessuno sembra voler archiviare la campagna elettorale. Dopo la riconferma a sindaco di Armando Carpo, in paese si respira ancora un clima ad alta tensione. Non solo politica. Ma che potrebbe avere persino strascichi giudiziari. Tant’è che la lista “Liberi di scegliere” della candidata Gabriella Urso starebbe meditando di denunciare il primo cittadino Armando Carpo. «Un gruppetto di candidati la sera delle votazioni piantonavano gli elettori all’entrata del seggio – dichiara Gabriella Urso». Una storia che avrebbe come protagonisti, il giovane Antonino Ravidà, cugino della candidata Lino Gaetana Loredana, il quale mentre si recava alle urne si sarebbe fermato a parlare con il sindaco uscente Armando Carpo in piazza Bruno, dirimpetto il seggio elettorale. E’ bastato per scatenare un putiferio tra i due schieramenti presenti in piazza. Un incontro che qualcuno dei candidati avrebbe persino ripreso con il cellulare. Un elettore, assistendo alla scena, avrebbe chiesto al presidente di seggio di registrare l’episodio nel verbale delle votazioni oggi al vaglio dei carabinieri della stazioni di Roccalumera e Mandanici. La lista “Liberi di scegliere” starebbe valutando attraverso i propri legali di denunciare il primo cittadino Carpo. La riconferma di Carpo con la lista “Uniti per crescere” era nell’aria già da tempo. Il paese non ha creduto alla ricomposizione degli “sfiduciati” tornati insieme scommettendo su Gabriella Urso. La candidata è riuscita a collezionare appena 142 preferenze, restando di fatto fuori anche dagli scranni dell’opposizione. Dunque una sconfitta in piena regola, la cui lista, “Liberi di scegliere” si è fermata appena al 35% con uno scarto di 120 voti. Sostanziale in un piccolo paese di appena 496 votanti. Gli elettori così, dopo le polemiche sull’operato del sindaco Carpo, hanno ridato fiducia alla coalizione uscente. Il secondo dei consiglieri più votati è stato il nipote del primo cittadino, Giuseppe Carpo centonove pagina 11 Armando Carpo con 77 preferenze, chiamato a dimettersi per entrare in giunta. Al suo posto subentrerà il primo dei non eletti, Giuseppe Scoglio. E spuntano le prime polemiche sugli assessorati. In giunta dovrebbero così entrare Mario Scigliano (vice sindaco), Giuseppina Amati e Claudio Sturiale. Quest’ultimo avrebbe raccolto appena 23 preferenze.«Non si può assegnare un assessorato a chi ha avuto un così basso numero di voti. Non è giusto – dice uno dei nei consiglieri comunali. Iniziamo col piede sbagliato». Ma il sindaco corre subito ai ripari e cerca di placare i toni di questa controversia. «Non garantirò loro una poltrona per tutto il mio mandato, saranno premiati i più volenterosi e capaci, non è una questione di voti – chiarisce Carpo - per gli assessorati ci sarà una rotazione, tranne per il vice sindaco Scigliano». Alla guida dell’aula consesso torna Anna Misiti, la più votata con i suoi 83 voti. Intanto la candidata Gabriella Urso non si lascia scoraggiare dall’esito delle consultazioni. «Il gruppo ci sarà sempre e non sarà sciolto. Il nostro punto di riferimento sarà Sebastiano Ravidà, che sarà riconfermato capogruppo di minoranza assieme ai consiglieri, Erika Arizzi, Angelica e Giovanna Ciatto. “Siamo fieri del nostro risultato. Ho preferito che le mie stesse preferenze andassero ai giovani del posto anche quelle della mia famiglia». GIU. PIST. 30 Maggio 2014 politica ROMETTA. Il neo sindaco esordisce annunciando la decurtazione delle indennità e una giunta rosa Merlino ci da’ un taglio SPADAFORA In prima linea per un posto nell’esecutivo le più votate tra cui Rossella Saccà e Melania Messina. Un successo elettorale che fa salire le quotazioni dell’ex assessore provinciale Giusepe Laface DI ANTONIO BONACCORSO Rometta. Nel dopo voto di Rometta iniziano ad intensificarsi le riunioni per il gruppo “Vivi Rometta” con a capo il neo sindaco Nicola Merlino. Nessuno si sbilancia sui ruoli che verrano decisi per la composizione della giunta, ma quello che trapela è che nelle intenzioni del primo cittadino c'è quella di attorniarsi di figure di esperti a titolo gratuito nei settori più importanti della macchina amministrativa, come ambiente e territorio, finanze ed opere pubbliche. Punto imprescindibile la riduzione del 50% delle indennità di carica per gli assessori e per il presidente del consiglio comunale, mentre secondo voci di corridoio il sindaco sarebbe pronto a lasciare per intero la sua indennità. Poi c'è un'importantissimo passo avanti per le “quote rosa” in questa nuova amministrazione. “Merlino è fissato – scherza Rossella Saccà, una tra le consigliere più votate – e questo suo puntare sul ruolo delle donne non è di facciata. Siederemo in sei in totale in consiglio. Un caso unico e per la prima volta a Rometta una donna, Melania Messina, la più votata, presedierà il civico consesso. Davvero il neo sindaco si è messo nelle nostre mani, ad esempio mia sorella è stata una delle protagoniste del dietro le quinte di questa campagna elettorare curando dettagli ed aspetti comunicativi”. L’insediamento del consiglio è fissato per domenica 8 giugno alle 17. Tra le quattro presenze femminili elette tra le file della maggiaranza almeno una andra a ricoprire la carica di assessore insieme ai già designati Giuseppe Laface e Giuseppe Saija. E da Laface arriva una prima stoccata Nicola Merlino Giuseppe Laface pubblicando delle foto dell'abbandono dei locali comunali ex Opera Pia Scandurra, oggi biblioteca, sedi associazioni e servizi sociali. “La ricognizione di tutte le nostre opere pubbliche sarà una priorità – conferma la Saccà – insieme ad una nuova gestione della raccolta rifiuti, la riorganizzazione degli uffici e della macchina amministrativa, e su tutto l'attenzione all'edilizia scolastica”. Una delle primissime iniziative di sensibilizzazione dovrebbe svolgersi all'inizio di giugno, prima della chiusura delle scuole. “Vogliamo dedicare una giornata – continua la Sacca – ai temi dell'ecologia ed alla pulizia della nostra spiaggia in collaborazione con le associazioni ambientaliste come Legambiente. I romettesi per prima cosa ci chiedono la cura del paese e delle aree verdi”. E Merlino ha subito annunciato l'intitolazione di una strada a Graziella Campagna e la lotta agli sprechi pubblici, l'utilizzo di energie alternative, la costituzione di un ufficio per intercettare fondi dai bandi europei. “I cittadini hanno scelto di cambiare – aveva commentato a caldo il sindaco - con un voto libero da qualsiasi condizionamento”. Ma da contraltare fanno le parole dello sconfitto Roberto Abbadessa. “Ha prevalso una logica di alleanze politiche – ha detto - mentre noi proponevamo un progetto di innovazione. Probabilmente l’elettorato non ha interpretato il nostro messaggio nella maniera voluta”. Onore delle armi anche a Nino Cirino ed Alessandro Previti. “Nonostante un progetto totalmente nuovo, con ragazzi in gamba sganciati dalle vecchie logiche, i cittadini – ha commentato Cirino non hanno condiviso questo nostro percorso”. Intanto, per dare avvio alla nuova amministrazione Merlino, è in via di definizione anche una festa di piazza il prossimo 2 giugno per ringraziare tutti gli elettori. Pappalardo ricomincia dal discusso parco urbano FORTE DE CONSENSO POPOLARE IL MEDICO VUOLE DEFINIRE LE OPERE IN CANTIERE. VENUTO LA PIÙ VOTATA SPADAFORA. Si smaltiscono i festaggiamenti per la riconferma di Giuseppe Pappalardo a sindaco di Spadafora e ci si rimbocca subito le maniche per le emergenze della cittadina. Approvazione del bilancio, prima di tutto, interventi per la pulizia del paese e sistemazione delle strade. Ed anche l'amministrazione di Spadafora si colora di “rosa”, sono ben sette, infatti, le donne elette. Tra le quattro della maggioranza potrebbe venir fuori il nome dell'assessore che andrà ad unirsi alla già designata Anna Mastroieni ed a Fabio Miceli. Il colpaccio è stato quello di Tania Venuto che ha raccolto i maggiori consenzi con la lista di Pappalardo, ben 344 preferenze. Secondo la tabella di marcia, da giugno verrà consegnata la strada di accesso alla stazione ferroviaria e dovrebbe concludersi la bitumazione delle vie di campagna. Ma tutti gli occhi sono puntati sull'attesa sentenza del Tar che decreterà quale ditta eseguirà i lavori per il Parco Urbano, opera contestata dagli sportivi poiché la sua realizzazione ha decretato la “morte” del campo di calcio della spadaforese. Si riparte il 7 giugno con l'insediamento in mattinata del nuovo civico consesso. A presiedere la seduta sarà il più votato Lillo Pistone, in lista con lo sconfitto Nino Farsaci che incalza la nuova amministrazione: “Da oggi il mio impegno sarà totale per contribuire a far ritornare Spadafora un paese bello, vivibile e civile”. E l'opposizione annuncia un ruolo costruttivo con il compito di vigilare e proporre. A.B. MISTRETTA Lirio Porracciolo vince ma non festeggia..in aula Liborio Porracciolo MISTRETTA. Ha vinto ma non può festeggiare. E’ la singolare situazione i cui si trova Lirio Porracciolo, neo sindaco di Mistretta Un distacco di 103 voti dal suo avversario non è stato seguito da quello analogo della sua lista, “Cambia Mistretta”, sconfitta da quella che sosteneva l’avversario Pippo Testa. Sono bastati a “Sosteniamo Mistretta” appena 14 preferenze in più per conquistare la maggioranza degli scranni consiliari. La coalizione che sosteneva Testa ha racimolato 1.644 (48,59 %) voti contro i 1.630 (48,18%) dei sostenitori di Porracciolo. Dei nove consiglieri eletti in “Sosteniamo Mistretta” ci sono ben cinque donne. Per il nuovo consiglio autentico “boom” delle quote rosa: sono, infatti, 9 su 15 eletti, le donne che in aula consiliare e, tra di loro, anche Maria Rosaria Antoci, capolista della lista che ha sostenuto il candidato Testa e sorella sindaco uscente Iano Antoci. centonove pagina 12 30 Maggio 2014 politica PALERMO. Incassato il sì al tetto per i burocrati, Rosario Crocetta punta su Palazzo dei Normanni Tagli, adesso tocca all’Ars Nel mirino stipenti e vitalizi d’oro già al centro di una furiosa polemica innescata dai grillini, che hanno chiesto le dimissioni del presidente Giovanni Ardizzone. Che li liquida così: «Moralisti» Giovanni Ardizzone PALERMO. Incassato, non senza tensioni, l’okay dell’Ars sul tetto massimo degli stipendi dei burocrati, il presidente della Regione rilancia: «Adesso tocca all'Assemblea tagliare gli stipendi e le pensioni d'oro del proprio personale. Alla Regione noi l'abbiamo fatto, grazie alla norma presentata dal mio governo, che ha stabilito il tetto di 160 mila euro per i dipendenti regionali». La norma era nel subemendamento “taglia-stipendi”, sostenuto poi da Pd, M5s e Lista Musumeci, nonostante le perplessità di incostituzionalità della norma sollevate dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, che ha richiamato l'articolo14 dello Statuto che attribuisce alla Regione legislazione esclusiva sullo “stato giuridico ed economico degli impiegati e funzionari della Regione, in ogni caso non inferiore a quello del personale dello Stato”, ricordando che il decreto Renzi ha fissato a 240 mila euro il tetto degli stipendi dei dipendenti dello Stato. «Adesso tocca all'Ars - ha incalzato Rosario Crocetta - e sono convinto che il presidente Ardizzone e il consiglio di presidenza faranno proprie le indicazioni nette che vengono da governo e parlamento. Non si tratta, infatti, di andare a produrre solo risparmi, ma di dire che anche all'Ars non ci possono essere burocrati che guadagnano più di 160 mila euro quando siamo a conoscenza di retribuzioni che sono di 650 mila euro l'anno. Occorre fare in fretta, nessuno ci capirebbe. Così come vanno incardinate una serie di leggi che servono per migliorare la Sicilia: sburocratizzazione, testimoni di giustizia, acqua pubblica, semplificazione attivitá produttive, legge sui consorzi: le prime 4 sono prontem alcune già per l'aula, altre per le commissioni. Ma andiamo veloci. La Sicilia ne ha bisogno». LE POLEMICHE. A tenere banco, però, è il duro scontro tra il presidente dell’Ars e i Cinquestelle, che ne hanno chiesto le dimissioni. Oggetto del contendere, il vitalizio all’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, proposto dai grillini e anche il ridimensionamento delle retribuzioni dell’Assemblea: «L’Ars può benissimo intervenire con norma per estendere l'esclusione o la sospensione dei vitalizi ai condannati per mafia. È pretestuoso quello che ha sostenuto ieri sera in aula il presidente Ardizzone», ha detto il capogruppo del M5s Francesco Cappello in conferenza stampa. Per i grillini, Ardizzone si dovrebbe dimettere, essendo venuta meno la sua imparzialità: «Vuole mettere un tetto agli stipendi d'oro o no? Mi pare che il Parlamento siciliano sia rimasto ultima istituzione a non volerlo fare». Dal canto suo, il presidente targato Udc ha consegnato a Facebook la propria risposta: “Alla prima occasione regalerò ai deputati grillini una copia del libro Il grillo parlante, edito nel 1983 da un autore contemporaneo come Roberto Gervaso, sottolineandogli l'aforisma: ‘La morale ci dice quello che dobbiamo fare. Il moralismo quello che gli altri facessero’”. CORTE DEI CONTI Spese parlamentari, promossi e bocciati I GIUDICI CONTABILI CONTESTANO I RENDICONTI DI 8 GRUPPI SU 12, RELATIVI ALL’ANNO 2013 PALERMO. La Corte dei Conti passa al setaccio le spese dei gruppi parlamentari regionali. Ammonta a poco più di 1,5 milioni di euro la spesa contestata ai 12 gruppi dell'Assemblea regionale siciliana. Si tratta, secondo i giudici contabili che hanno esaminato i rendiconti del 2013, di uscite irregolari. Quattro sono i gruppi virtuosi, cui la Corte dei Conti ha parificato il rendiconto: M5s, il Megafono, Lista Musumeci e gruppo Misto. La contestazione più alta riguarda il gruppo del Pdl, la cui spesa irregolare ammonta a 656.381,51 euro. Seguono il Mpa-Pds con 552.024,18 euro, Grande Sud con 109.246,34 euro, Pid-Cantiere popolare con 107.240,63 euro, Grande Sud-Pid/cantiere popolare 72.765,21, Udc con 40.204,77, i Democratici riformisti per la Sicilia 3.273,75. Infine il Pd, appena 1.484,37 euro su un bilancio di oltre 1,4 milione. Soddisfatti, ovviamente, i Cinquestelle: «Noi come era ovvio siamo usciti indenni dai controlli nonostante certa stampa ci abbia attaccati. Ma eravamo tranquilli», ha detto il deputato regionale del M5s, Giancarlo Cancelleri. La notizia della delibera finale della Corte dei conti è giunta mercoledì 28. Secondo il deputato Giorgio Ciaccio, «Ardizzone ha girato l'informazione alle agenzie, prima di darla a noi», ma Cancelleri ha aggiunto: «Veramente è stata data a una agenzia di stampa, perché per il presidente ci sono agenzie di serie A e di serie B». IL CASO Dirigenti, 3 fascia illegittima UNA SENTENZA DEL TAR METTE IN ALLARME I BUROCRATI: SI TEME IL DANNO ERARIALE Antonio Catalioto PALERMO. Una sentenza del Tar di Palermo, la 01244 del 2014, ha messo in allarme tutti i dirigenti della Regione Sicilia: i dirigenti di "terza fascia" in Sicilia sarebbero illegittimi. Ma come si è arrivati a questa determinazione? Attraverso un ricorso proposto da due dirigenti regionali, Salvatore Taormina e Alessandra Russo, tra l'altro assistiti dall'avvocatura dello Stato, che si sono costituiti in giudizio contro la nomina a segretario della Regione di Patrizia Monterosso, "esterna" all'amministrazione. I giudici amministrativi, dopo avere bocciato il ricorso dei due dirigenti, "per carenza di intersse" entrano nel merito della vicenda e bocciano in toto le procedure adottate dalla Regione con la legge 10 del 200': in una notte nacquero 1800 dirigenti "di terza fascia". Un fatto che non ha precedenti in Italia. Da lì una serie di promozioni, che potrebbero essere oggi impugnate, perchè frutto di un atto illegittimo: nessuno ha fatto un concorso per diventare dirigente. Una battaglia, frutto dell'intuizione dell'amministrativista messinese Antonio Catalioto, che per primo impugnò la legge, diventando poi un punto di riferimento regionale per tutti i dirigenti "surclassati" da provvedimenti iniqui. Oggi all'orizzonte, si profila un gigantesco danno erariale per compensi percepiti in maniera indebita da un esercito di dirigenti. centonove pagina 13 Giancarlo Cancelleri 30 Maggio 2014 politica Da sinistra Gino Sturniolo, Antonio Mazzeo e Renato Accorinti MESSINA. Il peso del sindaco nell’exploit di Antonio Mazzeo alle Europee Accorinti a trazione sinistra Si sposta definitivamente l’asse dell’amministrazione. Il ruolo di “Cambiamo Messina dal basso”, da movimento a forza politica. E le conseguenze sulla giunta. Dentro la quale qualcuno distingue... DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Merito io? Non scherziamo, io non ho nessun merito”. Si esprime così Renato Accorinti, more solito, sull’exploit alle europee di domenica 25 di quello che, a tutti gli effetti, è il suo candidato, quell’Antonio Mazzeo che, con la lista L’altra Europa con Tsipras, è riuscito nell’intento di unificare la sinistra messinese, di smettere di far litigare Rifondazione con Sel e tutt’e due coi Comunisti italiani, e di connotare quella di Accorinti come un’amministrazione a trazione sinistra. La buona notizia è che Accorinti è stato determinante eccome. Quella cattiva che non tutti hanno preso bene l’endorsement. QUANTO VALE ACCORINTI. I città, Mazzeo ha preso 2174 voti. Secondo parecchi, anche all’interno del movimento, il voto alle europee è quello che numericamente esprime il movimento Cambiamo Messina dal basso. La forza di Accorinti, che contrariamente a quanto pensa è stato determinante eccome, è nelle percentuali: 3,98 in provincia, di un soffio sotto la fatidica soglia del 4%, ma di contro 5,61 a Messina, una città che per l’estrema sinistra è stata sempre abbastanza avara di soddisfazioni, ma che a questo giro guarda dall’alto in basso il quattro e qualcosa percento di Catania ed il 3,65 di Palermo. In questi dati, il valore aggiunto è Renato Accorinti: un punto percentuale, forse un punto e mezzo a livello globale, che si moltiplica per dieci analizzando il dato singolo. Perchè spostare duecento voti su duemila equivale al 10%. Almeno. Ma non solo. LA SCELTA FELICE. Da un lato c’è la felice scelta di Antonio Mazzeo, giornalista d’inchiesta e professore d’educazione fisica, che con Accorinti condivide sia la scelta accademica che anni e anni di battaglie. Dall’altro c’è Accorinti, il collettore di esperienze che in teoria sarebbero simili, ma che nella realtà sono sempre state litigiose. Rifondazione e Sel, per esempio, che per anni si sono guardati in cagnesco (alle amministrative di giugno scorso Sel arrivò addirittura a sposare la candidatura di Felice Calabrò a sindaco di Messina) e che domenica scorsa hanno lavorato fianco a fianco nel “movimento. Alle europee del 2009, i tre partiti dell’estrema sinistra hanno preso alle urne meno di quanto abbiano sommato oggi, nonostante domenica ci fossero dodicimila votanti in meno e dalla compagine fossero assenti i Comunisti italiani. Un effetto secondario dell’affermazione di Antonio Mazzeo è stata la “legittimazione” in consiglio comunale di Gino Sturniolo: Mazzeo è suo candidato quanto lo è stato di Accorinti, forse anche di più. E d’improvviso, in aula Sturniolo è diventato “quello che porta i voti”. Un biglietto da visita indispensabile per strappare “posizioni”. “Tutto il mondo che Accorinti rappresenta sosteneva Tsipras, quindi è stato un passaggio naturale - conferma Sturniolo, che però ammette - certo, è stato coraggioso”. Perchè, a urne chiuse, la giunta di Accorinti non potrà essere più considerata apartitica, ammesso che lo fosse mai stata. I MAL DI PANCIA. Senza nessuna polemica, ma con la fermezza di chi sulle “i” ha qualche puntino da mettere, lo ha sottolineato l’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola, da sempre considerato vicino al deputato Pdl Enzo Garofalo: “La scelta di Renato è personale”. In realtà è forse qualcosa in più che personale, visto che un altro dei suoi assessori, Tonino Perna, si è presentato sostenendo Alexis Tsipras nel collegio sud Italia (strappando tra l’altro diecimila lusinghieri voti) e che il resto della giunta, eccezion fatta per il vicesindaco Guido Signorino (“sospettato” di simpatie Udc sulle quali l’interessato ha sempre fatto spallucce) è fermamente connotata a sinistra. Giunta che oggi è in attesa che il Cga si pronunci sul ricorso che potrebbe far decadere Accorinti e consegnare la fascia tricolore a Calabrò. La decisione tra qualche settimana. ZOOM Rimpasti & patti di desistenza CHI SI AVVICINA, CHI SI ALLONTANA, COSA DICE L’AGENDA. IL DIALOGO COI DEMOCRATICI? MEGLIO IN CONSIGLIO MESSINA. E quindi, dalle europee Renato Accorinti ne è uscito rafforzato o indebolito? Una questione che interessa più che altro i rapporti col consiglio comunale: perchè, come puntualizza il consigliere Gino Sturniolo, “Fare accordi coi partiti è fuori dalle logiche di Cambiamo Messina dal basso”. Il riferimento è all’eventuale apertura all’ala renziana oltranzista del Pd, quella che fa capo a Ciccio Quero (presidente del quarto quartiere) ed Alessandro Russo, già in predicato per un posto in giunta all’indomani delle amministrative del 2013 e oggi tornato in auge in caso un assessore tra Nino Mantineo, Patrizia Panarello o Tonino Perna dovesse saltare (argomento comunque non centonove pagina 14 nell’agenda politica immediata). Il rimpasto, se tatticamente sarebbe vincente, strategicamente si rivelerebbe però una Cambogia: perchè, a quel punto, per Accorinti in aula sarebbe una guerra continua e costante con la parte ancora oggi numericamente più consistente del Pd, che si troverebbe ad ingoiare il rospo di un avversario interno seduto in giunta. Viceversa, ed è quello che auspicano i consiglieri di Cmdb, troppo spesso abbandonati a sè stessi, un dialogo con il Pd sarebbe possibile proprio in consiglio. Interlocutori, in questo caso, sarebbero i “grandi vecchi” Giuseppe Santalco e Paolo David, con il presidente del consiglio Emilia Barrile a sugellare il patto di non belligeranza. Incaricato di portare il ramoscello d’ulivo sarebbe Sturniolo, al quale un grande aiuto arriva della legittimazione elettorale di Antonio Mazzeo. (A.C.) Emilia Barrile politica 30 Maggio 2014 PROBLEMI Se le misure correttive non correggono PIANO DI RIEQUILIBRIO INATTUABILE SE I MAGISTRATI CONTABILI “METTONO IN MORA” L’ENTE Giuseppe Santalco Antonino Cama Riccardo Pagano PALAZZO ZANCA. Guerra aperta tra consiglio comunale e dirigenti. Ecco perchè La Corte e la resa dei conti Sotto accusa il parere contabile favorevole al consuntivo 2012 e la mancata attuazione degli emendamenti votati. Ce n’è anche per l’esecutivo: “risposte troppo vaghe” MESSINA. La grana Corte dei Conti sta facendo fibrillare il consiglio comunale messinese. La forte censura inviata dai magistrati contabili all’amministrazione riguardo il voto positivo al bilancio consuntivo 2012, condita con sprezzanti giudizi sull’andamento economico del Comune (“precarietà e assoluta sciatteria nella gestione dei conti”, si legge nella relazione), ha avuto come primo effetto un atto di indirizzo (primo firmatario il consigliere del Pd Giuseppe Santalco) adottato dallo stesso consiglio che ha votato favorevolmente il bilancio sul quale si è abbattuta la scure dei magistrati contabili. Nel documento, il cui valore giuridico è vicino allo zero (conta il voto sul documento contabile, non gli attestati di discolpa tardivi), si mettono però in mora una serie di dirigenti: a partire dal regioniere generale Antonino Cama che, come ha spiegato il presidente della commissione PUNTINI SULLE I Romano: “Innovabic e le nomine della Provincia” In riferimento all’articolo pubblicato a pag.3 del n.19 del settimanale Centonove dal titolo “Consiglio di sorveglianza Innovabic – Miloro e Bisignano forever”, per una corretta e completa informazione, nonché al fine di evitare l’insorgere nell’opinione pubblica, di gratuite e infondate illazioni sull’operato di questa Amministrazione, si ritiene necessario apportare alcune precisazioni. L’Assemblea dei soci della società Innovabic Innovation Center Srl, ai sensi del comma 2, art 2 del proprio statuto, con verbale di Assemblea ordinaria del 30.09.2010, ha deliberato la costituzione di un “Comitato di controllo analogo interno” per le funzioni di direzione e coordinamento societarie, nominando tra gli altri, quale componente, l’allora assessore provinciale, dott. Michele Bisignano. In piena autonomia, con successivo verbale di Assemblea ordinaria del 14 dicembre 2011, sulla basa della propria capacità patrimoniale, la Società ha deliberato di riconoscere un compenso di 500,00 euro lordi mesili per ciascun componente del Comitato in questione. In buona sostanza, il dott. Bisignano, nell’ambito del Comitato in oggetto, non èp un rappresentante della Provincia regionale di Messina, non è stato nominato dal Presidente o dalla Giunta provinciale e di conseguenza il Commissario non ha il potere di confermare o meno la nomina; vero è che la Provincia era socia dell’Innovabic Innovation Center ma, ribadendo la volontà di fuoriuscita da tutte le forme di partecipazioni (società ed enti strumentali) già espressa con Atto di indirizzo prot. n. 3312Gab del 23.07, sono state avviate le procedure di dismissione e di alienazione delle quote sociali detenute da questa Amministrazione. Certi di aver fatto dovuta chiarezza sull'argomento, si inviano cordiali saluti. Il Commissario straordinario Filippo Romano bilancio Franco Mondello, ha apposto parere contabile favorevole al consuntivo 2012, fino a Riccardo Pagano, dirigente alle Partecipate, reo di non aver dato attuazione ad un emendamento del bilancio stesso per “tenere sotto controllo” i disallineamenti tra debiti e crediti nei rapporti tra le partecipate ed il Comune. Uno dei punti sui quali, da anni, la Corte dei Conti non manca mai di bastonare ferocemente palazzo Zanca. Sulla graticola anche Romolo Dell’Acqua, dirigente ai tributi la cui relazione, secondo Santalco, conterrebbe motivazioni “troppo vacue e non approfondite rispetto all’esame effettuato dalla Corte dei Conti”. Non solo: Santalco bacchetta anche il lassismo dei dirigenti a capo di dipartimenti che hanno fornito i chiarimenti addirittura dopo la data dell’audizione della Corte il 14 aprile, “mentre altri - elenca Santalco - come i dipartimenti Economato, Provveditorato e Rapporti con le aziende, sembrerebbe non abbiano addirittura risposto”. E l’amministrazione? Ce n’è anche per loro. Alla giunta di Renato Accorinti, in sostanza, si rimprovera il fatto di non aver “fatto la guardia” a dovere, e di aver fornito al consiglio risposte troppo generiche ed evasive rispetto alle mosse da mettere in campo per convincere la Corte dei Conti della buona volontà del Comune nell’ambito di risanamento dei numeri. Di fatto, oggi ogni spesa non strettamente indispensabile è soggetta a “commissariamento” da parte dei magistrati contabili. A farne le sorti, per prima, la notte della cultura, che avrebbe dovuto svolgersi il 31 maggio. E della quale non c’è traccia. (A.C.) centonove pagina 15 MESSINA. Come se non bastasse il consueto cazziatone che la Corte dei Conti ha riservato al comune di Messina, a remare contro palazzo Zanca ci si mettono il tempo e le contorsioni burocratiche. Di norma, dopo le criticità evidenziate dai magistrati contabili, l’ente locale sotto indagine ha sessanta giorni di tempo per proporre adeguate misure correttive da sottoporre alla Corte dei Conti. Che, a sua volta, si prende un mese di tempo per valutare la congruità delle mosse. Di fatto, il termine per la risposta scadrebbe a ferragosto, quindi è probabile che prima di settembre non si muova nulla. Il 2 settembre, combinazione, scade anche il termine per l’approvazione del piano di riequilibrio, lo “scadenziario” decennale per rientrare dal debito. Due piccioni con una fava? Nient’affatto. Anzi, il contrario. Prchè, a rompere le uova nel paniere a palazzo Zanca c’è una norma che potrebbe vanificare proprio le misure correttive contenute all’interno del piano di riequilibrio. L’articolo 243 bis del decreto legislativo che “crea” il piano di riequilibrio, infatti, recita testualmente: “La procedura non può essere iniziata qualora la sezione regionale della Corte dei Conti provveda ad assegnare un termine per l’adozione di misure correttive”. Esattamente quello che sta succedendo al comune di Messina. Risultato? Un disastro. Del quale sono consapevoli i consiglieri comunali, oggi spaventatissimi per il rischio concreto di essere chiamati a rispondere del voto favorevole ad un bilancio disastrato, quello del 2012. Nel frattempo, revisori dei conti e Giunta fanno a non capirsi. Alla richiesta dei primi di avere i contratti dei consulenti ed esperti dei quali si avvale il Comune, dall’amministrazione sono arrivati solo elenchi e delibere di incarico. ma non i contratti richiesti. (A.C.) 30 Maggio 2014 politica RICORDI. Cinque anni fa moriva Bisignani, un messinese che assegnò alla passione politica il senso della sua esistenza Alfredo Bisignani con la moglie Tina Turco in una immagine gentilmente concessa proprio dalla vedova Parola di Alfredo I “compagni” rimpiangono l’arguzia e la capacità di analisi. Ma le sue “prove” più belle sono quando giovane dirigente del Pci scrive lettere d’amore alla futura moglie DI SERGIO SERGI Messina. Cinque anni fa se ne andava Alfredo Bisignani, un messinese che assegnò alla sua passione politica e sindacale il senso della intera esistenza. Oggi avrebbe solo 85 anni e se la malattia non lo avesse colpito sarebbe ancora qui, tra noi, a commentare con la sua notoria arguzia e un’acutissima capacità di analisi i fatti della nostra storia quotidiana. I suoi amici e compagni ne avvertono l’assenza. Con rimpianto e nostalgia. E si chiedono ma rimanendo purtroppo senza risposta, come Alfredo avrebbe commentato gli avvenimenti più recenti. E così ciascuno azzarda: avrebbe detto questo, no avrebbe giudicato così. Facendo, in questo modo, un’opera di riammissione del compagno scomparso e, nello stesso tempo, di certificazione di un vuoto che non potrà però essere colmato. Piuttosto piace ricordare, in questa occasione, un Alfredo Bisignani privatissimo. Un giovanissimo dirigente della Federazione giovanile e del Pci che scrive lettere d’amore alla compagna che poi diventerà sua moglie. È grazie a Tina Turco che posso rivelare il lato sentimentale di un dirigente comunista. Un aspetto tanto semplice quanto bellissimo. Ne ho letto solo due di missive ma bastano per rappresentare un rapporto intenso durato lunghissimi anni percorsi tra i più duri eventi politici e sindacali dall’immediato dopoguerra. Le lettere di un giovane comunista ad una giovane comunista di Salerno, entrambi figli di ferrovieri. Lettere politiche? Io direi lettere di giovani che credevano in un mondo migliore e che avevano abbracciato le ragioni dei più deboli. Dunque, comunisti. Comunisti rudi e incapaci di sentimenti? Quando Tina mi ha consegnato le copie delle lettere mi ha avvertito: la gente allora, e forse anche adesso, pensava che “quei comunisti” fossero incapaci di avere cuore e sentimento. E invece Alfredo scriveva a Tina, allora venticinquenne, che loro due potevano andar fieri della loro umanità, del loro “essere uomini e donne…che hanno abbracciato l’ideale più nobile, quello dell’emancipazione dell’umanità intiera”. E, accanto al “saluto del compagno” metteva il “bacio dell’innamorato”. Alfredo, il comunista, scrive delle “dolci ore” trascorse e le racconta di come, fiero, mostra le fotografie della sua fidanzata ai suoi amici e compagni più cari e ai suoi familiari. Alfredo, il comunista, che si rivela impaziente di incontrare i genitori di Tina al fine di confermare la propria “onestà di intenti”. E si mostra sicuro che, una volta insieme, “trascorreremo una vita ordinata e felice”. E così avvenne. BIOGRAFIA Dai moti del pane alla battaglia per la legalità nelle Asl Alfredo Bisignani E' stato esponente politico illustre. Di questi tempi potrebbe sembrare una classificazione imprudente ma certe improvvisate rottamazioni e alcune discutibili campagne anticasta non avrebbero potuto nemmeno sfiorarlo. Si parla di Alfredo Bisignani che il 5 giugno non avrebbe ancora 85 anni, essendo nato a Messina il 5 dicembre del 1929. Cinque anni fa, provato da una implacabile malattia, se ne andava per sempre. Bisignani, come scrisse in occasione della scomparsa, il sen. Emanuele Macaluso, "seppe coniugare un forte impegno nelle lotte popolari con quello all'interno delle istituzioni". Bisignani fu un dirigente politico e sindacale tra i più noti e stimati. Figlio di un ferroviere, si era iscritto giovanissimo, nei giorni immediati alla fine della II guerra mondiale, alla centonove pagina 16 gioventù comunista. E già nel 1947 partecipò ai moti per il pane che in piazza della Prefettura sfociarono in duri scontri con le forze dell'ordine. Tre operai edili rimasero uccisi e oggi una lapide, la cui installazione fu tenacemente voluta da Bisignani, ricorda quel giorno nefasto. Alfredo Bisignani fu segretario provinciale della Camera del Lavoro di Messina, capogruppo al Consiglio Provinciale per il Pci e per tre legislature deputato alla Camera (dal 1972 al 1983). In Parlamento si dedicò ai problemi della Difesa e della Sanità diventando uno dei protagonisti della "legge Basaglia" sulla fine del regime manicomiale e i cambiamenti delle cure delle malattie mentali. A Messina combattè con coraggio una battaglia di legalità nelle Asl. S.S. 30 Maggio 2014 sicilia Alessio Ciacci e Raphael Rossi MESSINAMBIENTE. Chi sono i quattro futuri consulenti scelti da Alessio Ciacci e Raphael Rossi Gli esperti venuti dal nord Già arrivati in città, si occuperanno di comunicazione, contenzioso, riorganizzazione dei servizi e differenziata. Ecco i curricula, le esperienze e le professionalità che porteranno a Messina DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. I curricula, centottanta, erano contenuti in due confezioni per risme di carta. A prendersi la briga di leggerli sono stati il liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci ed il suo “braccio destro” Raphael Rossi. Un mese e mezzo, custodendoli gelosamente e portandoseli appresso (Rossi anche al ristorante..) per spulciarli ogni volta fosse stato possibile. Lì dentro c’erano i nominativi dei consulenti dei quali la nuova governance di Messinambiente si avvarrà per i processi che dovrebbero portare la partecipata fuori dal baratro. I primi quattro sono già arrivati in città. Ecco chi sono. E cosa faranno. I SIGNORI ROSSI. Raphael Rossi ha fondato un’associazione, “I signori Rossi”, primo movimento di cittadini in Italia contro la corruzione: un’associazione senza scopo di lucro con sede a Torino in un immobile confiscato alla camorra nel 1996 e gestito da “Libera”. Presidente è lo stesso Raphael Rossi, vicepresidente è Stefano Di Polito, segretario e tesoriere è Giovanni Giaretti. E’ proprio dall’associazione arrivano due degli esperti. Stefano Di Polito, classe 1975, è laureato in Comunicazione, esperto di creatività e social media, ha ideato e condotto, in tutta Italia, progetti per l’innovazione della comunicazione sui temi della sostenibilità, e insieme a Rossi ha scritto il libro “C’è chi dice no”, stampato da Chiarelettere. A Messina, presumibilmente, si occuperà della campagna di Stefano Di Polito sensibilizzazione sulla differenziata. Giovanni Giaretti, anch’egli del 1975, è un avvocato di Alessandria che opera a Torino: a Messinambiente, Giaretti potrebbe essere chiamato a gestire l’enorme mole di contenzioso (oggi in mano a Paolo Parisotto Nino Inferrera, funzionario di settimo livello della partecipata), con “ampia facoltà” di procedere a transazioni coi creditori della partecipata di via Dogali. Entrambi sono arrivati in città in settimana per un “sopralluogo”. E gli altri? I TECNICI. Con gli altri due consulenti si entra nello specifico della materia ambientale: il lombardo Dario Gotti è stato consigliere d’amministrazione della Multiservizi nord Milano spa del comune di Cinisello Balsamo, direttore generale di Nord Milano Ambiente, direttore di SCR (società per il compostaggio ed il riciclaggio), Spa che opera nell’ovest milanese, e per il Comune di Pordenone, ha seguito l’iter che ha portato dalla Tarsu alla Tares. A Messinambiente, viste le competenze e i ruoli, si occuperebbe di compostaggio, riciclaggio e Tares. L’ultimo dei quattro probabili consulenti è Paolo Parisotto. Piemontese con un curriculum lungo così, Parisotto è stato per due anni direttore tecnico della Ata di Savona e direttore generale della Amiu spa di Alessandria (società partecipata al 49% da Iren Emilia, della quale presidente è Raphael Rossi), città nella quale ha più che raddoppiato il tasso di differenziata trasformando la raccolta dei rifiuti da modalità stradale a modalità domiciliare. Come socio accomandatario della Amcos sas, ha ricevuto un incarico di riorganizzazione dei servizi e analisi degli indicatori di efficienza dalla Ascit spa (società interamente pubblica partecipata dal comune di Capannori, assessore all’ambiente del quale è stato l’attuale liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci). ZOOM Ombre sulla Spa GUASTI AI MEZZI, SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA, E SULLO SFONDO L’OMBRA DI UN INCENDIO. COSA SUCCEDE IN VIA DOGALI. E PERCHÈ MESSINA. Nel frattempo, a Messinambiente le acque sono agitatissime. Alle emergenze rifiuti che si susseguono senza soluzione di continuità da un mese intero, ed alle continue rotture dei mezzi che si moltiplicano con allarmante frequenza, oggi si aggiunge l’ombra sinistra dell’incendio alla Mercedes Cls 320 di Leonardo Termini, l’esperto a titolo gratuito dell’amministrazione sulla scorta delle rendicontazioni del quale, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua è andato in Procura con un nutrito dossier dopo aver bocciato il bilancio 2013 della partecipata. Nonostante le indagini in corso facciano sì che nessuno si sbilanci più di tanto, i riflettori sono puntati sulla partecipata di via Dogali. Perchè è vero che Termini i suoi rilievi li ha mossi su tutte le partecipate del Comune, ma è anche vero che le ispezioni contabili che ha effettuato su Amam, Atm e Ato3 non sono finite (almeno per il momento) in procura. E nel clima avvelenato che circonda Messinambiente si sta sviluppando l’ennesima crisi aziendale. Nonostante il Comune abbia approvato la perizia che stanzierà tre milioni al mese per il rilancio della Spa, in via Dogali il clima che si respira è pessimo: i sindacati sono sul piede di guerra con la nuova governance, e frange “oltranziste” di dipendenti stanno facendo di tutto per rendere la vita difficile al liquidatore Alessio Ciacci ed al braccio destro Raphael Rossi. Per giorni, alcuni mezzi sono tornati in deposito con i guasti più disparati senza aver raccolto l’immondizia, che nel frattempo trabocca: più di venti sacchetti fuori dai cassonetti, però, diventano una discarica abusiva, e vanno tolti da contratto non dall’operatore a mano ma coi bobcat, mezzi che in azienda scarseggiano e quindi si interviene quando e dove si può. Nel frattempo, al solito, è emergenza. (A.C.) centonove pagina 17 Leonardo Termini 30 Maggio 2014 sicilia MESSINA. Il rettore Navarra “punisce” il ricercatore di Fisica e Scienze della Terra per una notizia sbagliata Federico, censurato d’Ateneo La presenza per pochi minuti sul sito dell’Andu del coinvolgimento (inesistente) del docente Mario Centorrino nell’inchiesta sulla Formazione scatena il procedimento. Che non si ferma nonostante rettifica e scuse. Accettate MESSINA. Riporta sul sito dell’Andu (Associazione Nazionale Docenti Universitari) una notizia inesatta, se ne accorge, corregge ma questo non basta. Quei minuti fatali in cui è rimasta online sulla pagina web della sezione di Messina è stata “fatale” per Mauro Federico, ricercatore presso il Dipartimento di Fisica e di Scienze della terra, al quale è giunto, lo scorso 12 maggio, il decreto di censura firmato dal rettore Pietro Navarra. In base allo Statuto dell’Ateneo, si tratta della massima sanzione irrogabile, “previo parere consultivo del collegio di disciplina”.Proprio su questo punto, l’Andu sta valutando i profili di legittimità del decreto, non avendolo “il Rettore preventivamente consultato”. IL FATTO. È il 19 marzo quando Federico apprende da agenzie e radio “di una serie di arresti nell’ambito dell’inchiesta sui corsi di formazione”. In una fase iniziale, alcune testate (che solo successivamente rettificano) riportano una notizia diffamatoria nei confronti di Mario Centorrino, docente in quiescenza e presidente del Nucleo di Valutazione, che Federico commenta sul sito dell’Andu, riservandosi ulteriori approfondimenti. “Ciò avveniva nell’intorno delle ore 8,30 del mattino”, scrive nella memoria difensiva inviata al rettore l’8 aprile scorso. Nel frattempo, il “censurato” si accorge che le notizie iniziavano a prendere forma corretta, precisando come Centorrino (già assessore regionale alla Formazione) non fosse tra i destinatari delle misure cautelari. Ed è così che Federico cancella il commento “nel giro di pochi minuti dalla pubblicazione”. Per il ricercatore, la limitata diffusione del sito e il breve Mauro Federico tempo di pubblicazione costituivano una garanzia che nessuno avesse letto, invece... Invece lo stesso 19 Centorrino informa il rettorato e il 28 marzo viene comunicato l’avvio del provvedimento disciplinare, che non si ferma neanche di fronte all’ammissione di errore sul sito (3 aprile) e alle scuse inviate per email all’interessato (che, faccia a faccia, le avrebbe accettate). I RILIEVI. Per l’Andu, però, non sarebbero stati rispettati i tempi per la notifica del decreto: “L’atto è stato infatti protocollato il 12 maggio 2014 cioè 45 giorni dopo l'avvio del procedimento disciplinare ben oltre il termine prescritto dal regolamento”. Ma anche i termini per la difesa: “La notifica dell'avvio del procedimento disciplinare, infatti, giungeva il 3 aprile e convocava l'incolpato per il giorno 11 aprile, dopo solo otto giorni, nonostante il Regolamento prescriva un preavviso di ‘almeno 10 giorni’”. E ADESSO? «La censura è una nota di biasimo formale per irregolare condotta. Cosa produca, in effetti, non lo so», commenta Federico. «Forse non potrò candidarmi a rettore o a direttore di dipartimento», scherza. «Io ho sbagliato sicuramente, anche se l’errore deriva dalle testate giornalistiche», sottolinea. Ma si tratta della prima censura d’Ateneo? «No, ritengo ne siano state decretate altre, ma in relazione a vicende giudiziarie, che sono ben altra cosa». D.D.J. DOTTORATI Premio Vivia Bruni QUELLA DI ANGELA LO GIUDICE, VEDOVA MICHAUD, LA MIGLIORE TESI Si è svolta giovedì 29 maggio, alle ore 17, presso l’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’Ateneo peloritano, la consegna ad Angela Lo Giudice, moglie del compianto Luigi Michaud, il “Premio Vivia Bruni”. Il riconoscimento, organizzato dal Soroptimist International Club di Messina in collaborazione con l’Università degli Studi , è stato istituito in memoria della ex Presidente del Soroptimist, professoressa Vivia Bruni, già ordinario di Ecologia presso l’Università di Messina ed ex Direttore del Dipartimento di Biologia animale ed Ecologia marina. Alla consegna del premio sono Angelina Lo Giudice intervenuti la Presidente del Soroptimist Club di Messina, Anna Carbonaro La Rosa, Emilio De Domenico, Direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche ed ambientali ed il Luigi Michaud prof. Giancarlo Albertelli, già Preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Genova. Il premio è stato attribuito per la migliore tesi di Dottorato riguardante studi e ricerche originali in Microbiologia marina. Angela Lo Giudice è stata componente di un’unità di ricerca dell’Ateneo, tra l’altro, il marito scomparso in Antartide durante un’immersione di studio lo scorso gennaio, era stato allievo proprio della professoressa Bruni. PLAGI D’AUTORE Amoroso in Procura L’EX DOCENTE TORNA SUI SUOI PASSI, DENUNCIANDO DARIO TOMASELLO A PATTI PER FURTO E TRUFFA MESSINA. Aveva assicurato che non avrebbe sporto denuncia, ma, alla fine, Giuseppe Amoroso ha cambiato idea, affidando al legale Manfredi Gigliotti l’incarico di presentare un esposto alla Procura di Patti contro Dario Tomasello. L’accusa? Furto e truffa. «Ne avrei fatto a meno, ma mi sono reso conto che dovevo procedere», spiega il docente in pensione di Letteratura Italiana senza aggiungere altro. Tutto comincia con un esposto inviato al rettore di Messina, Pietro Navarra, dall’associato di Letteraturra Italiana Contemporanea, Giuseppe Fontanelli, che ritrova nelle pubblicazioni di Tomasello, anche lui associato della stessa materia, i toni e la scrittura del suo maestro Amoroso. Lo studioso si mette a lavoro, e a febbraio del 2014 tira le somme, inviando una corposa documentazione al Magnifico. Torna poi alla carica con una lettera inviata al Magnifico e a tutti i componenti del Senato Accademico quando viene a sapere del possibile “bando di concorso per la copertura di un posto di prima fascia nel SSD LFil-Let/11, su cui il Senato è chiamato a esprimersi”. “La produzione scientifica del professor Tomasello sostiene nella missiva - è caratterizzata da una tecnica centonaria che assembla sistematicamente prelievi letterali da libri di altro autore. Il fenomeno è pervasivo: un’ampia documentazione, con centonove pagina 18 materiali in fotocopia e testi originali integrali, suscettibile di ulteriore incremento, è stata da me consegnata al Magnifico Rettore, il quale con sensibilità istituzionale ha assunto le iniziative da lui reputate giuste”. L’esposto determina l’invio di tutto l’incartamento al Miur e alla Procura di Milano, sospendendo la cattedra da assegnare. Dal canto suo, Tomasello, rifiutando ogni addebito, ha ampio dato mandato al proprio legale, Nino Favazzo, di agire nei confronti dell'autore dello scritto offensivo. Adesso, l’esposto di Amoroso porta tutta la vicenda in terra messinese. Secondo Fontanelli, i presunti plagi consisterebbero in prelievi da scritti di Amoroso che coprono un arco cronologico che va dal 1973 al 2010. Nell’esposto, di cinque pagine, tutto è riassunto in sette di “quadro sinottico”. (D.D.J.) 17 Settembre 2004 30 Maggio 2014 sicilia Veduta aerea della zona a verde oggetto dell’intervento MESSINA. Valutazione d’incidenza negata ai palazzoni di viale dei Tigli. Ed è scontro feroce V.I.A. alla guerra Il costruttore si appella al piano regolatore, la commissione alle norme di salvaguardia ambientale. Dopo tre rinvii con richiesta di adeguamenti, il progetto è bocciato. E il costruttore chiede i danni DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Da un lato il “social housing”, dall’altro la salvaguardia dell’ambiente, da un lato un ostinato costruttore, dall’altro una caparbia commissione per le valutazioni d’incidenza. Da un lato un avvocato, dall’altro il comune di Messina. Il campo da gioco? Viale dei Tigli, una stradina stretta e un tempo privata che si inerpica dalla Panoramica con palazzoni a destra e sinistra. E di palazzi, nel poco di verde che resta ne sono previsti altri, bocciati però dalla commissione. E il costruttore chiede al comune tre milioni di euro di danni. COSTRUTTORE VS COMMISSIONE. Il progetto è arrivato in commissione per tra volte nel corso del 2013, e per tre volte è stato rimandato indietro (l’ultima definitivamente). Da un lato il costruttore Francesco Mangano a difendere il piano di “social housing (alloggi ad un canone di locazione calmierato rispetto a quello di mercato), dall’altra la commissione che ha tentato di far introdurre prescrizioni ambientali e ridurre altezze e volumetrie in un’area che, seppure non di particolare pregio naturalistico, è l’unica rimasta a verde nella zona già cementificata in ogni centimetro quadrato disponibile. “Il progetto rientra a pieno titolo tra quelle iniziative che hanno portato a un consumo intenso del territorio comunale, particolarmente accentuato a seguito dell'entrata in vigore dell'ultimo Piano regolatore”, ammettono i cinque della commissione di valutazione, organo con valore consultivo il cui via libera è però indispensabile, nel verbale di maggio 2013, “per cui una delle poche aree a verde ancora esistenti all'intemo del tessuto urbano consolidato sarebbe trasformata ad uso edilizio”. Pur ammettendo la compatibilità del progetto con il piano regolatore, i cinque sottolineano come “Riguardo la complementarietà con altri piani o progetti, mentre si ritiene trascurabile l'effetto cumulo con le iniziative già sottoposte a valutazione d'incidenza, ciò non si può ritenere quando si allarga l'analisi all'insieme dei complessi già edificati negli anni precedenti. Pur se l'area oggetto d'intervento non presenta in se un particolare pregio ecologico, si ritiene che essa possa avere, in quanto area a verde residua ancora presente a quote basse e all'interno del tessuto cittadino, un'importanza non trascurabile”. Per questo si richiedono modifiche alle volumetrie e alle altezze. Che non arrivano. SECONDO ROUND. A luglio il progetto viene riesaminato. Ma invece dell’adeguamento richiesto, il costruttore “controdeduce” spiegando che il progetto riguarda “social housing”. E la commissione? Ribatte colpo su colpo. “Il fatto che trattasi di progetto di "social housing" non può influenzare in alcun modo un parere che è di esclusiva natura ambientale”, specificano i cinque, aggiungendo che “anche le argomentazioni di tipo economico non possono considerarsi come fattori scriminanti ai fini della valutazione finale”. E non ritenendo soddisfacenti i disegni ed i calcoli, specificano che “non è stato espresso alcun giudizio di natura etica o morale in tal senso”. Alla fine, il verdetto: “La Commissione, alla luce di quanto sopra espresso, pur rimanendo di parere contrario alle modalità di attuazione della proposta progettuale in argomento, trattandosi di un Piano di Risanamento, ravvisa la necessità di estendere la Valutazione a un'area più vasta”. Verdetto che il costruttore non prende affatto bene. LA BOCCIATURA. Ad ottobre, il progetto arriva per la terza volta sulle scrivanie della commissione. E sono scintille. Perchè, nella relazione dei progettisti, si mette in dubbio l’autorevolezza del parere dei cinque: “Chi progetta segue le regole stabilite dal piano regolatore e non può la commissione consultiva stabilire regole diverse di volta in volta, tanto più che risulta composta da una maggioranza di dottori in agraria, biologia e geologia (gli altri due sono ingegnere e architetto, ndr)”. La risposta della commissione è la più ovvia: “Gli aspetti ambientali seguono principi diversi rispetto a quelli urbanistici. Il principio generale, si ricorda, è che le norme di salvaguardia ambientale sono sempre prevalenti su quelle che regolamentano gli interventi sul territorio”. Intervenendo poi sui singoli “aggiustamenti richiesti” e non attuati, la commissione alla fine “esprime parere negativo sul progetto proposto, ma rimane disponibile a valutare alternative di progetto”. Il costruttore, però, ha preferito agire per vie legali. Chiedendo tre milioni di danni. ZOOM Tre milioni posson bastare IL COMUNE NON SI COSTITUISCE DAVANTI AL TAR. CHE CONCEDE LA SOSPENSIVA. MA ARRIVA ANCHE LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO MESSINA. ”Ogni parere è caratterizzato da palesi errori ed incongruenze che hanno inevitabilmente inficiato il provvedimento finale”. La pensa così Ernesto Fiorillo, avvocato che patrocina il costruttore Francesco Mangano ed i familiari Rosaria, Agnese e Nicola nel procedimento intentato davanti al Tar di Catania, presso il quale il comune di Messina non si è nemmeno costituito. L’udienza di merito è stata rinviata a marzo del 2015, me nel frattempo Fiorillo, affiancato dal legale Santi Delia, ha ottenuto la sospensiva sugli effetti di una determina dirigenziale che non rilasciava la valutazione d’incidenza ambientale per i palazzoni di viale dei Tigli. Nell’atto dei due legali, però, non c’era solo la centonove pagina 19 richiesta di sospensione. A palazzo Zanca, infatti, il legale chiede tre milioni di euro di danni, “Atteso che non esistono giustificazioni per motivare la attesa di un privato di ben tre anni per sviluppare un progetto di rilevanza sociale”, scrive Fiorillo. Che non si ferma qui. “Nè il Comune di Messina, prossimo al dissesto, sarà mai in grado di potere risarcire il danno. Salva, naturalmente, la possibilità per le ricorrenti di agire personalmente contro i componenti della commissione che risponderanno con i loro beni personali, nonchè dei dirigenti del dipartimento”, avverte l’avvocato nell’atto di diffida inoltrato a palazzo Zanca perchè ottemperi alla sospensiva della determina così come ordinato da tribunale amministrativo Ernesto Fiorillo catanese. (A.C.) 30 Maggio 2014 sicilia MESSINA. Omaggio al mito negato e alla sua culla di Maregrosso Fenomeno Cammarata Una giornata di studi per ricordare il cavaliere, “genius loci” nato da un istintivo bisogno di qualità urbana. Il ritratto di chi lo ha conosciuto DI CARMELO CELONA MESSINA. Ho conosciuto il Cavaliere Cammarata quando ancora il mio fegato poteva sopportare che io bevessi quel vino tremendamente abboccato che egli mi offriva versandolo da una caraffa di vetro opaca, tintinnante di ghiaccio, in bicchieri scompagnati anch’essi opacizzati da colonie di batteri. Mi raccontava, all’ombra della sua affollata veranda, in quei tardi pomeriggi d’estate, della sua vita e mi spiegava di quelle surreali opere che gremivano il suo giardino, mentre sotto la sdraio sgualcita, sulla quale mi invitava a prendere posto, con la sua antica cortese ospitalità, girovagavano casalinghi topolini. Non era certo il suo vino a produrmi sensazioni fantastiche, ma le sue opere, il suo mondo, quell’atmosfera imprevista in uno dei contesti più degradati della città che hanno suggestionato generazioni di messinesi. Un esperienza espressiva, quella del Cavaliere, che oggi finalmente riceve il suo doveroso tributo dagli ambienti più autorevoli della critica d’arte contemporanea internazionale la quale già nel 1996 lo qualifica come un “Outsider artist”: un fuori legge dell’arte, quando la sua Casa Fantastica appare sui quaderni della casa editrice tedesca “Taschen” nella monografia “The fantastic wold “ nella quale venivano segnalate le più fantastiche case del mondo. Nel 2008 e nel 2011 Eva di Stefano, uno dei maggiori storici dell’arte contemporanea europea, definì questi artisti spontanei come “artisti babelici” riconoscendo, come figura di valore, nello scenario internazionale della “Outsider art”, il messinese Giovanni Cammarata. Da qualche tempo l’“E.O.A.” (Europian Outsider Art Association) ha lanciato una campagna di tutela degli artisti “Outsider” siciliani tra i quali spicca, insieme a Filippo Bentivegna di Sciacca e Giovanni Bosco di Castellammare, il messinese Giovanni Cammarata. Ad aprile di quest’anno, Particolare della casa del cavaliere Cammarata sulle prime pagine della rivista internazionale O.O.A. “Outsided Art, reinventin the word”, campeggiava una delle raccomandazioni lasciate sui muri di Maregrosso da Giovanni Cammarata: “Curate le mie opere. Sono un dono per i posteri”. Nell’editoriale della stessa rivista il direttore esorta ad accogliere questo disperato invito, definendo l’opera di Cammarata: “un dono imprevisto alla collettività da accogliere e proteggere immaginando nuove definizioni e nuovi strumenti di tutela.” Al tempo stesso denuncia l’urgenza di un’adozione collettiva delle sue opere, dal basso, che migliori l’azione delle istituzioni che non dispongono purtroppo di efficienti strumenti di tutela con i quali operare la salvaguardia di opere precarie e a rischio di oblio come quelle di questi “artisti senza patente”, che nonostante la loro fragilità istaurano nei luoghi in cui sorgono “particolari genius loci”. Nella rivista lo storico dell’arte Rita Ferlisi analizza l’universo Cammarata considerando la sua creatività, difficilmente inquadrabile, tra le più poetiche dell’isola definendola: “un atto di riqualificazione del tessuto urbano”. Il linguaggio di Cammarata è un’espressione eversiva rispetto alla logica del contesto. Una cifra inclassificabile che nel tentativo di risolvere una condizione di degrado urbano secolare ha prodotto un “genius loci” ribelle. Un tentativo eterotropico di liberarsi dal degrado sociale e civile. Una denuncia plateale di un disperato bisogno di qualità urbana. Cammarata è stato un oppositore incompreso del degrado civile e culturale di una città che non comprende o se comprende, lo fa sempre troppo tardi e solo quando, da fuori, qualcuno accende i riflettori. Dentro sta sempre con la luce spenta. Il “dono” di Cammarata è stato rifiutato da una città che non ama molto declinare il verbo comprendere nel senso strettamente latino di “comprehendere”: contenere, abbracciare, proteggere; preferisce declinare il verbo cancellare, nel senso di chiudere con una cancellata il passato, sopprimendo ogni memoria. Cammarata ha lottato, armato solo delle sue fragili creature, per ridare a quel contesto afflitto dal degrado dei quartieri ultra popolari di “Fondo Saccà” e “Fondo Picardi” espressioni esemplari della “fenomenologia della baracca”, da un agglomerato industriale sterile e LA SCHEDA Comune e partner privati in società Giovanni Cammarata nasce a Messina nel 1914 e ivi muore nel 2002. Di padre ennese e madre calabrese, compì le prime esperienze lavorative, nel laboratorio di prefabbricati in cemento del padre in via San Paolino, vicino al cimitero cittadino dove eseguiva, da garzone, decorazioni in amalgama di cemento per le cappelle gentilizie. Ragazzo irrequieto e ribelle sentendosi discriminato dal padre rispetto al fratello (spesso raccontava: “A lui comprava le scarpe a me no. Lui era il buono, io il cattivo) lasciò il laboratorio di famiglia e si arruolò nell’esercito, sino la 1944. Si distinse in diverse battaglie e fu premiato con due croci di guerra. Tornato a Messina si sposò e riprese il lavoro nel laboratorio del padre. Ma presto il mercato delle pietre artificiali entrò in crisi e venne sfrattato dai locali di via San Paolino e fu costretto per mancanza di risorse a dover richiedere in concessione 500 metri di terreno demaniale, poco distanti da dove oggi ammiriamo le sue opere. In quest’area costruì una piccola fabbrica di prefabbricati di cemento che cominciò a produrre oltre ai decori artificiali, ormai fuori moda, anche prefabbricati in cemento per l’edilizia come: tubi, vasche, pozzetti, ecc.. Nel 1955 l’area demaniale gli venne sottratta, per essere assegnata all’imprenditore Rodriquez che realizzerà da lì a poco un grande opificio abbattendo il suo piccolo laboratorio. Cammarata non abbandonò l’area, si sentiva vittima di una grande ingiustizia e si insediò in un terreno limitrofo dove costruì una baracca per la sua famiglia (aveva 5 figli), in attesa dell’esito della richiesta di assegnazione di una casa popolare. Quindi ottenne da Rodriquez l’uso di un locale come laboratorio, dove continuare, in piccolo, la sua attività di “cementiere”, così egli si definiva. Con il tempo l’attività era sempre meno fiorente e il conflitto con Rodriquez sempre più imperituro, fin quando, prese la strada dell’arte, come egli affermava: “cominciai a lavorare da artista”. In questa nuova impresa sublimò l’ultima parte della sua esistenza impegnando tutte le sue modeste risorse economiche, provenienti da una piccola pensione di guerra, in una sterminata produzione di opere di cui non vendette mai un solo pezzo. Voleva che le sue opere fossero patrimonio di tutta la città. Di quella città che nel 2002, indifferente alla sua morte, poco dopo, tentò con le ruspe di cancellare ogni sua traccia. Quest’anno ricorre il centenario della nascita. centonove pagina 20 sicilia obsoleto e da un contatto con il mare negato dal rilevato ferroviario e dagli alti muri che recingono le aree dei capannoni industriali. Una barriera che fatalmente separa dalla suggestione dello scenario mitico dello Stretto. Una barriera che separa quel luogo dal mito: il mito omerico di Ulisse e di Scilla e Carridi, di Colapesce, della Fata Morgana, di Ndria Cambria. Cammarata soffriva questa censura, questa sottrazione d’identità. E nel suo modo compulsivo ne fece una riproposizione. Comprese che solo il recupero del mito avrebbe potuto salvare quel luogo, e forse anche la città. Quel luogo per salvarsi deve tornare a contatto con il mito e quindi con il mare. Ed ecco che in forma babelica il Cavaliere rappresenta lungo la via Maregrosso (rinominata da lui, via delle belle arti): Ulisse e le Sirene, Nettuno, ecc; rappresenta anche altri miti esogeni, tra i quali quello di don Chisciotte. Con quest’ultimo metaforizzò la sua battaglia estetica e civile. Dopo la sua morte i sui segni sono stati barbaramente cancellati nel silenzio dell’intera città. Il dottor Sergio Todesco , uno dei pochi che si adoperò per salvare il salvabile dalle spietate ruspe dell’ inciviltà e del disimpegno estetico e morale dei centri commerciali, qualche hanno fa descriveva l’opera di Cammarata come: “Un modello gioioso e utopico di antropizzazione del territorio. Un vero fiore nel letame del lugubre paesaggio di una città che per non essere mai stata (almeno nell’ultimo secolo) moderna non riesce neanche ad essere post moderna”. Da tempo, come un paladino instancabile, si batte da anni per il riconoscimento del grande valore artistico e simbolico dell’opera del Cavaliere Pier Paolo Zampieri, professore di sociologia urbana, non autoctono, che nella sua ultima pubblicazione sull’argomento “Zonacammarata – Maregrosso Messina: paesaggi retroattivi, processi sociali.” Ed. Linaria – Roma, scrive: “Recarsi a Messina, in via Maregrosso, 20, vuol dire trovarsi davanti a un corto circuito interpretativo che manda in crisi le categorie classiche prodotte dai vari saperi disciplinari.” Oggi quel che resta dell’opera di Cammarata rappresenta una delle rare espressioni artistiche contemporanee di elevato valore che la città può vantare. Un lascito, oltraggiato, da valorizzare,prima che sia troppo tardi, con un’ operazione museale narrativa che recuperi l’idea e il senso di questa esperienza. Che recuperi l’idea di quei stupendi “Elefanti da combattimento” (così lui li chiamava, perche erano corazzati), tre scultura in cemento armato si straordinaria bellezza che oggi avrebbero trovato opportuna collocazione nei musei d’arte contemporanea di tutto il mondo. Valorizzando Cammarata si spiega la bellezza dell’eresia. La sua opera è la rappresentazione del fascino della ribellione agli schemi, alle categorie estetiche e non solo. Un fascino pienamente contenuto in una madonna, ancora salva, realizzata solo con cocci di bottiglie di birra, intitolata dal raffinato critico d’arte Mosè Previti: “La Madonna della Birra Messina”. Definizione che sintetizza in modo icastico l’intima relazione spirituale tra Cammarata e i simboli archetipi della città. In zona molti artisti stanno raccogliendo il testimone di questa ribellione, nel solco ideale intrapreso dal cavaliere, tra i quali spiccano Linda Schipani e l’antiquario Vittorio Trimarchi. Sabato prossimo, 31 maggio, si terrà un evento speciale per la città. Una serata di studio sul fenomeno Cammarata che si svolgerà sul luogo, tra la casa del Cavaliere, L’atelier “Eco lab”(un ex laboratorio industriale trasformato in studio d’arte) ed il “pensatoio di Vittorio” Giovanni Cammarata centonove pagina 21 30 Maggio 2014 (un capannone trasformato in un singolare luogo di riflessione), dove verranno esposte le opere di un altro artista outsider Gaetano Chiarenza. La serata è stata organizzata dal gruppo di ricerca/azione Zonacammarata, che coaugula forze e competenze, cui va il merito di aver attivato un processo culturale partecipativo che ha coinvolto cittadini ed istituzioni in una piattaforma operativa. P.S.: mi giunge notizia, che dopo l’annuncio dell’evento di sabato prossimo, sui social network circola il seguente messaggio: “Conoscendo mio nonno, si starà facendo certe risate da lassù!”, firmato Nancy Cammarata. Le stesse risate di quando versando quel vino diceva: “Messina ha i soldi ma rifiuta gli uomini e l’arte.” 30 Maggio 2014 sicilia MILAZZO. Scontro all’interno della cooperativa del Ciantro. Trentadue famiglie rischiano la casa Quadrifoglio, che sfortuna A causa di controversie tra soci in diciassette hanno sospeso il pagamento del mutuo. La banca avvia l’iter per mettere all’asta le abitazioni. In parte pagate. L’intervento dell’onorevole Grasso Bernadette Grasso La cooperativa Quadrifoglio di Milazzo DI GIANFRANCO CUSUMANO Milazzo. La base d’asta era di 150 mila euro ad appartamento. I proprietari delle prime tre palazzine, però, possono tirare un sospiro di sollievo: non è giunta nessuna offerta sulla scrivania di Salvatore Palazzolo, il commissario liquidatore che sta gestendo la drammatica vicenda che riguarda la cooperativa edilizia Quadrifoglio di Milazzo. Continuano a rimanere, però, col fiato sospeso le 32 famiglie che vivono negli appartamenti di via Ciantro, messi all’asta su richiesta della banca Monte Paschi di Siena, l’istituto di credito che ha erogato il mutuo per l’acquisto. Ironia della sorte rischiano di rimanere senza casa anche coloro che prima hanno pagato gli acconti e hanno continuato ad onorare le rate. L’ultima asta è prevista venerdì 30 giugno, riguarda la quarta palazzina ma il rischio che vada a buon fine, a questo punto, sembra basso. Il pericolo, però, incombe. IL FALLIMENTO. L’intricata vicenda parte dal fallimento della cooperativa e dall’avvio della procedura per vendere gli immobili e recuperare i crediti da parte del Montepaschi di Siena. La coop Quadrifoglio è nata nel 1995 con 32 soci, l’obiettivo è quello di realizzare alloggi con le agevolazioni regionali. I soci versano quasi 80 milioni di lire equivalente al 50 per cento del costo complessivo preventivato per ogni immobile. Ottengono il mutuo del Monte dei Paschi e danno incarico ad una ditta di costruire gli alloggi al Ciantro. Alla consegna i soldi non bastano. Le spese sono lievitate. All’interno della coop scoppiano litigi che arrivano in tribunale. A questo punto la maggiorparte decide di non pagare le rate del mutuo concesso dall’istituto di credito. Nel 2003 la “Quadrifoglio” è dichiarata insolvente. La banca chiede alla Regione, nella qualità di garante si tratta di una erogazione a tasso agevolato - i soldi e così viene nominato un commissario liquidatore che mette in vendita gli alloggi. LA REGIONE. La questione è finita all’attenzione dell’onorevole azzurra Bernadette Grasso che ha fatto da tramite tra il dirigente dell’assessorato regionale alle Attività produttive (l’ufficio si occupa delle cooperative edilizie che hanno ottenuto sgravi) e le famiglie rappresentate dall’avvocato Alberto Santoro. Santoro ha presentato al tribunale di Barcellona anche un ricorso di opposizione agli atti esecutivi relativi all’asta dei beni con la richiesta di sequestro conservativo, ma l’udienza è stata fissata a settembre. «Sono rimasta colpita da questa vicenda - dice l’onorevole Grasso - è terribile rischiare di perdere la propria casa dopo averla pagata in buona parte». Il problema, infatti è sorto per scontri all’interno della cooperativa che ha portato diciassette famiglie a non versare le proprie quote. IL SEQUESTRO. «Non ci sono altre alternative al sequestro per uscire da questa situazione - spiega il legale Alberto Santoro - a meno di un intervento della Regione visto che la questione dovrebbe essere approfondita a Palermo. Gli ispettori regionali intervenuti dopo l’esposto dei 17 miei clienti del novembre 2001 hanno visionato solo la documentazione fornita loro dal presidente della cooperativa (poi dichiarata artefatta in primo grado dal Tribunale penale di Barcellona) ma non hanno ascoltato nessuno dei firmatari dell’esposto tantomeno hanno visionato la documentazione fiscale e contabile in loro possesso. Da allora molte cose sono cambiate e oltre alla condanna, seppur ancora in primo grado del presidente, ci sono stati sviluppi giudiziaria legati alle condanne dei titolari delle imprese di costruzione. LE DENUNCE. I miei clienti, infatti, sono stati costretti a sporgere due denunce - querele singole; una denuncia cumulativa e un esposto alla Direzione distrettuale antimafia, assumendosi tutti i rischi che purtroppo gravano su chi fa certi nomi e cognomi e che hanno portato alla condanna penale del presidente ma contribuito alle varie condanne e misure cautelari per i titolari delle ditte (Aquilia e De Salvo)». Molti dei residenti hanno proposto opposizione allo stato passivo, chiedendo al Tribunale di Barcellona di verificare i loro versamenti. Invano. «Benché la causa sia ancora pendente -conclude Santoro - il commissario liquidatore ha pensato bene di anticipare i tempi mettendo in vendita gli appartamenti così tentando di privare gli assegnatari di ogni possibilità di poter finalmente acquistare la casa per la quale tanti sacrifici hanno fatto». ZOOM Le case fantasma QUINDICI MILA I FABBRICATI NON CENSITI DALL’AGENZIA DELLE ENTRATE NEL COMPRENSORIO MAMERTINO Milazzo. Sono 15 mila gli appartamenti “fantasma” individuati dall’Agenzia delle entrate nella zona tirrenica messinese. Nella sola Barcellona gli immobili non dichiarati sono 2326. Quasi 900 a Milazzo. A Messina la media è di un fabbricato abusivo ogni 23 abitanti. Un censimento, reso possibile grazie al telerilevamento aereo, avviato sulla scorta del decreto legge 262/2006. Messina, nella poco invidiabile classifica, si piazza al quarto posto tra le città "abusive". Per l' centonove pagina 22 Agenzia del territorio le case fantasma non sono soltanto quelle mai dichiarate ma anche quelle rurali che hanno perso i requisiti per essere considerate tali. Il quadro è allarmante perché nel solo comprensorio di Milazzo - Eolie si parla di circa 10 mila fabbricati non dichiarati. Questo il dettaglio: Barcellona (2326), Castroreale (374), Condrò (103), Falcone (119), Fondachelli (185), Furnari (298), Gualtieri (169), Leni (1), Lipari (337), Malfa (32), Mazzarrà S. Andrea ( 163), Merì (105), Milazzo (858), Monforte (241), Novara (333), Oliveri (75), Pace del Mela (330), Roccavaldina (92), Rodi Milici (373), Rometta (390), San Filippo del Mela (290), San Pier Niceto (476), Santa Lucia del Mela (549), Santa Marina Salina (25), Saponara (238), Spadafora (216), Terme Vigliatore (264), Torregrotta (242), Tripi (206), Valdina (85), Venetico (140), Villafranca (149). sicilia 30 Maggio 2014 FURNARI Cogenerazione Biomasse, La rivolta dell’Arci PROTESTE E INCONTRI PER SPIEGARE I RISCHI DELL’IMPIANTO VOLUTO DALLA COMET La zona industriale di Milazzo VALLE DEL MELA. Lino Andaloro, consulente Osm, lancia l’allarme ambientale Inquinamento? Meglio emigrare Secondo il rapporto Sentieri 2014 in aumento i tumori alla tiroide e ai reni. Il medico però è drastico: «Il territorio è compromesso, difficile ritornare indietro» DI GIANFRANCO CUSUMANO Pace del Mela. «Il miglior modo per affrontare l’inquinamento nel comprensorio di Milazzo? La soluzione l’hanno già trovata i milazzesi: emigrare il più lontano possibile. Il territorio è compromesso, difficilmente si potrà tornare indietro». Mentre ambientalisti e industrie si affannano ad interpretare il terzo rapporto Sentieri, lo studio epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento, a non usare mezzi termini e ad esprimere una visione “integralista” della problematica, è il medico Lino Andaloro, consulente per gli studi epidemiologici dell’Organizzazione mondiale della Sanità - Regione Sicilia. Vive a Pace del Mela, uno dei comuni inseriti nel Sito di interesse nazionale per le bonifiche (Sin) assieme a Milazzo e San Filippo del Mela. Secondo il rapporto finanziato dal Ministero della salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità (ISS) la situazione - seppur compromessa - è meno grave rispetto alle altre 43 aree Sin italiane. Andaloro vede, però, il bicchiere mezzo pieno. «La classe politica e le industrie per decenni si sono ostinati a far credere che tutto fosse perfetto, ma non era così attacca Andaloro - come certificano gli studi che negli ultimi 15 anni certificano problematiche importanti. E’ logico che ogni studio è tarato per fotografare alcuni aspetti, non tutti danno la stessa risposta in quanto cambia fascia sociale, età anagrafica, e patologie osservate, ma è coerente in tutti la risposta: ci sono problemi seri. Stanno venendo fuori solo oggi situazioni che a Gela sono conclamate da anni: inquinamento delle falde, dell’aria, dei terreni». A preoccupare, secondo il rapporto Sentieri, sono i livelli di tumore alla tiroide e ai reni. «Nel 1981, quando mi sono laureato - spiega Andaloro - ho fatto la tesi sulle patologie tiroidee. Per trovare malati sono dovuto andare a Sant’Angelo di Brolo. Nella valle del Mela non ne ho trovato neanche uno. A distanza di 33 anni le patologie di questo tipo sono diventate endemiche. Sbaglia chi confonde tutte le patologie della tiroide con la mancanza di iodio. A Milazzo il problema è un altro: sono i metalli pesanti che con la loro presenza nell’ambiente possono provocare patologie gravissime come conferma lo studio del professore Francesco Squadrito della facoltà di Medicina dell’Università di Messina che ha esaminato centinaia di bambini dell’area del Mela». Sentieri, infatti, già nella versione precedente del 2011, raccomandava di indagare sulle cause ambientali di questo tipo. In particolare auspicava «un programma di stima dell'esposizione...a polveri, idrocaruburi policiclici aromatici, metalli pesanti, composti organici volatili e composti organo alogenati» in relazione ad «alcune neoplasie e delle patologie renali che risultano in eccesso». La crescita delle patologie tumorali avrà sempre questa tendenza, secondo Andaloro. «In mancanza di un serio piano di risanamento difficilmente le tendenze cambieranno. Anche perchè, non credo sarà facile reperire le somme per le bonifiche che si dovranno attuare» conclude. ZOOM Europee, se il voto è poco...Green MILAZZO. Le tematiche ambientali a Milazzo sono molto partecipate sui social network e sui giornali, ma in politica non funzionano. A Milazzo le elezioni europee per il movimento Green Italia / Verdi Europee sono state drammatiche. Nonostante la presenza di autorevoli esponenti, a cominciare dal consigliere comunale Peppe Marano, dei molteplici comizi e un tam tam mediatico, il movimento Green ha raccolto appena 100 voti (solo 64 le preferenze di cui 26 a Fabio Granata). Il Pd, il partito più votato ha superato le 4 mile preferenze. A dimostrazione che l’ambientalismo a Milazzo si fa, al massimo dietro la tastiera di un computer, in occasione della Giornata Mondiale dell’ambiente, non si terrà il tradizionale corteo dell’associazione Adasc (disertato dai più) ma si è optato per una messa al Santuario di San Francesco di Paola prevista il 5 giugno alle 19. centonove pagina 23 FURNARI. “Prima che i cittadini decidano se permettere la realizzazione di un impianto di cogenerazione a biomasse sul proprio territorio, vogliamo spiegare di cosa si tratta”. E’ l’intenzione dei rappresentanti di alcune associazioni preoccupati per l’intenzione della società Comet Bio srl di Messina di realizzare a Furnari un impianto che definiscono ad “alto rischio”. Per questo motivo , in occasione del consiglio comunale aperto che il sindaco Mario Foti ha indetto per il 30 maggio nella sala consiliare del comune, i membri del Circolo Arci “Senza Confini”, presieduto da Gioacchino Messina, insieme ai membri dell’Associazione Waste Sicilia presieduta dal professore di Fisica all’Università degli studi di Messina, Beniamino Ginatempo, spiegheranno ai cittadini cosa significa permettere la realizzazione di un impianto che produce energia con la combustione del legno. A dire “No” alla realizzazione della centrale è anche Carmelo Catania, socio del Circolo Arci ed autore del libro “La collina della munnizza” sulla discarica di Mazzarà Sant’Andrea. Quest’ultimo, durante il consiglio comunale, renderà nota la posizione unitaria del Circolo con un documento . “L’obiettivo è spiegare cosa vuol dire realizzare questa centrale – dichiara Catania – Bisogna dire “no” alle false promesse di sbocchi occupazionali, noi non vogliamo una nuova Ilva o una nuova Priolo. Bisogna dire “no” a qualsiasi promessa di eco-indennizzo per il comune perché la Manifesto di protesta in un esercizio commerciale salute non si baratta. La parola “bio” non deve trarre in inganno, si tratta di un impianto dove potrebbero essere bruciati rifiuti urbani, senza i limiti previsti dalla legge per gli inceneritori “ufficiali”, e le cui emissioni sono caratterizzate dalla presenza di numerosi composti cancerogeni pericolosi per la salute: benzene, idrocarburi policiclici aromatici, polveri sottili e ultrasottili, diossine e via discorrendo”. Catania sostiene anche che la Comet “vuole realizzare l’impianto per usufruire di ingenti incentivi concessi a questa produzione, con il meccanismo dei certificati verdi”. A precisare che quella che si vuole mettere in atto non sarà una battaglia politica è il presidente del Circolo Arci, Gioacchino Messina il quale, però, tiene a precisare che “di fronte ad un’eventuale autorizzazione alla realizzazione dell’impianto, la battaglia potrebbe cambiare forma”. A dire “no” anche alcuni esercizi commerciali che hanno affisso manifesti di protesta sulle vetrate dei propri esercizi commerciali. Intanto il prossimo 5 giugno è prevista una conferenza di servizi a cui ha chiesto di far parte anche il professore Ginatempo. La conferenza, a cui parteciperanno istituzioni e le parti coinvolte, servirà all’acquisizione dei pareri, delle concessioni, dei nulla osta e delle autorizzazioni previste dalla legge. PAMELA ARENA 30 Maggio 2014 sicilia MESSINA “Menza ‘ca panna”, la migliore del web MESSINA. Secondo solo all’eterno Spaccata del ghiaccio CONVEGNI. Viaggio nella storia della granita artigianale Nevieri e nevaroli di Sicilia Il primato? Se lo contendono Messina e Catania, Etna contro Nebrodi e Peloritani. Filmati e dibattiti tra economia, mestieri scomparsi alla ricerca delle origini dell’orgoglio culinario isolano PALERMO. Il questito è di quelli in grado di scatenare faide generazionali: chi ha inventato la granita? Primato da sempre conteso tra Catania e Messina, a seconda delle fonti la risposta propende per una delle due ipotesi. Anche Wikipedia evita di sbilanciarsi, sostenendo che “usavano la neve che d'inverno veniva raccolta sull'Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi e stivata durante l'anno nelle nivieri”. Acclarato il primato isolano, non resta che raccontarne la storia. E cioè la neve di Sicilia, tra storia e memoria, economia e mestieri scomparsi, raccontata da storici, giornalisti e filmmaker in un affascinante viaggio alla ricerca delle origini della granita artigianale siciliana. Se ne parlerà venerdì 6 giugno alle ore 11.00 nel convegno "Neviere e Nevaroli di Sicilia”, (Pala Nivarata, Angolo di Paradiso presso la Villa Belvedere), nella giornata inaugurale della Nivarata 2014, il festival della Granita Siciliana giunto alla sua terza edizione. Ad aprire i lavori del convegno sarà Luigi Romana, studioso di storia locale e autore del bel volume Neviere e nevaioli. La conserva e il commercio della neve nella Sicilia centro- occidentale 1500-1900 (Ente Parco delle Madonie, 2007) con una relazione dal titolo Neviere e nevaioli da Cefalù a Trapani. Dal versante occidentale si passerà a quello orientale dell'isola, con gli interventi di Luigi Lombardo, studioso di storia locale e autore del libro La via del freddo. Itinerari fra le neviere di Bucchieri e dell'Altipiano ibleo siracusano (Provincia regionale di Siracusa, 2006) e di Giuseppe Riggio, giornalista e appassionato escursionista, autore del recente libro La memoria del vulcano. Il novecento raccontato dalla gente dell'Etna (Giuseppe Maimone editore, 2013): il primo parlerà de La neve alla Mensa del Vescovo di Catania , il secondo de La memoria del vulcano: mestieri e passioni sull’Etna. Reti familiari e imprenditori della neve a Modica nell'Ottocento saranno al centro della relazione Economia della neve e percorsi imprenditoriali: il caso Bonajuto di Giovanni Criscione, storico e giornalista, autore del recentissimo La dolceria Bonajuto. Storia della cioccolateria più antica di Sicilia (Kalòs edizioni d'arte, 2013). Per concludere, lo sceneggiatore e regista Nello Correale proporrà un viaggio nella storia dei venditori di ghiaccio con un trailer del film documentario Il Signore della Neve, prodotto con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell'Assessorato Turismo Sicilia, di Sensi Contemporanei e di Sicilia Filmcommission. centonove pagina 24 mistero sul primato esistenziale dell’uovo oppure della gallina, ogni estare si ripropone il questito “Qual è la granita più buona di Messina?”. Tante. E tutte diverse, a seconda di chi risponda alla domanda. Che in realtà andrebbe ribaltata, perchè a Messina è necessario cercarlo davvero col lanternino, un bar in cui dentro una scala di qualità che va da discreta ad ottima. Secondo il blog dissapore.com, Irrera (piazza cairoli) è “da decenni nel sancta-sanctorum delle pasticcerie messinesi”, ma anche De Luca, a Briga Marina, fa ululare di gioia le papille gustative grazie alle “paradisiache granite alla frutta, tra le migliori di tutta la Sicilia”, come si legge sul sito. E per l’Eden bar di Faro c’è un’avvertenza: “Attenzione, l’appetito si fa incontrollato”. Irrera, insieme al bar De Stefano di Santo Stefano Briga, strappano applausi anche su cronachedigusto.com. E su Tripadvisor? Gettonatissimo il bar Torino di Corso Cavour, ottima granita e prezzo contenuto, così come il bar Arrigo di viale regina Elena, imbattibile nell’accoppiata granita-brioche ad un euro tondo tondo. Menzioni d’onore anche per il bar del Sud e per la granita fragola del bar Spadaro sulla litoranea. Ironia della sorte, un fantasmagorico di 93 su 100 se lo aggiudica “alla memoria” lo storico bar Noviziato, oggi mestamente chiuso. (A.C.) economia FORMAZIONE. Revocato l’accreditamento allo storico ente per “gravi irregolarità” di gestione Ial, 27 milioni recuperati Tanti sono i fondi assegnati per la seconda annualità dell’Avviso 20. La Cisl all’assessore Scilabra: «Prima di mettere fuori altri ottocento lavoratori si dovevano trovare soluzioni di tutela» Manifesto di protesta a Palermo PALERMO. Nuova revoca per lo storico ente di formazione professionale Ial. La Regione siciliana ha notificato il provvedimento, firmato dalla dirigente dell'assessorato Formazione Anna Rosa Corsello, che revoca l'accreditamento all'ente per "gravi irregolarità" di gestione riscontrate durante le indagini amministrative eseguite dall'assessorato. Irregolarità, che, tra l'altro, avrebbero causato anche il ritardo nel pagamento degli stipendi agli oltre 800 dipendenti. I vertici dell'ente di formazione professionale non avrebbero fornito spiegazioni sufficienti sull'utilizzo dei fondi del Prof 2010 e 2011 destinati al personale. Nel provvedimento di revoca, il dipartimento Istruzione e Formazione evidenzia «gravi e reiterate irregolarità nella gestione e rendicontazione delle attività formative e orientative, accertate a seguito di controlli e verifiche espletate». L’asswessore Nelli Scilabra Già nel 2013 la Regione aveva revocato l'accreditamento allo Ial, che aveva fatto ricorso al Tar. Nell'attesa della sentenza era stato concesso all'ente un accreditamento provvisorio. Riavviata la procedura, le controdeduzioni fornite dalla società non hanno convinto la Regione, che - revocando l'accreditamento provvisorio - ha recuperato 27 milioni di euro assegnati all'ente di formazione. In pratica le somme relative alla seconda annualità dell'Avviso 20. ''Rimaniamo indignati per l'arroganza che il dirigente generale non perde occasione di esercitare nei confronti del nostro ente'' dicono dallo Ial, secondo il quale l'ennesimo atto di revoca viene fatto "senza essere stati messi a conoscenza delle 'gravi e reiterate irregolarità' rilevate dall'assessorato e poste a fondamento dell'atto adottato. Ribadiamo la necessità e l'urgenza che l'accertamento di comportamenti illegittimi, anche in ambito penale, a carico dello stesso dirigente regionale, da noi prontamente denunciati, vengano accertati dagli organi preposti". Lo Ial rimane comunque "fiducioso dell'operato degli organi giudiziari a ciò preposti gli unici presso i quali - ormai è evidente - potrà essere accertata la scorrettezza e la illegittimità degli atti e dei comportamenti della dottoressa Corsello". “Senza voler entrare nel merito della decisione sulla revoca - si legge in un documento della Cisl - avremmo auspicato che l’amministrazione regionale, prima di mettere fuori altri centonove pagina 25 30 Maggio 2014 800 lavoratori di fatto raddoppiando il numero degli operatori che perdono il posto a causa delle revoche, avesse trovato soluzioni di tutela con un azione di responsabilità». La Cisl chiede all’assessore alla Formazione Nelli Scilabra, «un atto di responsabilità con soluzioni immediate per tutti i lavoratori coinvolti in questa vicenda». Alla Regione la Cisl ribadisce inoltre le richieste di “provvedere subito a mettere in campo tutte le misure per assicurare la tutela occupazionale dei lavoratori degli sportelli multifunzionali, a garantire il pagamento di tutte le competenze fin qui maturate dai lavoratori e non ancora corrisposte e infine di avviare subito una strutturazione dei servizi per l’impiego ed il lavoro in Sicilia, necessaria ed indispensabile per potere gestire tutte quelle attività in materia di lavoro e formazione che altrimenti non potranno essere erogate e che, già, in altre regioni stata realizzata”. Insieme alla revoca, l'Ars ha approvato il sub emendamento alla manovra correttiva che riguarda i contratti degli ex operatori degli sportelli multifunzionali da utilizzare per le attività del progetto «Garanzia Giovani». Modificata la natura dei rapporti di lavoro: niente più contratti flessibili (ovvero co. co. pro) bensì forme di lavoro subordinato. Soddisfatti i sindacati, che martedì in Quinta commissione si erano battuti per ottenere questa modifica. 30 Maggio 2014 centonove pagina 26 30 Maggio 2014 economia MADE IN ITALY Coldiretti siciliana a Napoli MESSINA. Workshop promosso da Confindustria per analizzare strategie di export Agroalimentare? Internazionalizziamo Per il presidente Schipani il settore è punto di forza ma la chiave di volta è nella presentazione sui mercati esteri. Attenzione puntata sull’aggregazione di imprese e i supporti finanziari Messina. “L’Internazionalizzazione del sistema alimentare italiano: paesi target e strategie di sviluppo”. E’ il tema del workshop promosso da Confindustria Messina, in collaborazione con Ice Agenzia Istituto Commercio Estero, nell’ambito del Piano Formativo Taste – Tecniche per l’Analisi dei conSumi e lo sviluppo dell’inTernazionalizzazionE, finanziato da Fondimpresa, condiviso da Federalimentare e Fai Cisl, Flai Cgil e Uila-Uil, organizzato da Sistemi Formativi Confindustria in collaborazione con Ice Agenzia, Istat Scuola superiore di Statistica e Federalimentare Servizi Il workshop è stato un’occasione importante per fornire alle imprese del settore agroalimentare, che presenta enormi potenzialità di sviluppo, indicazioni utili ad intraprende percorsi di internazionalizzazione, acquisire informazioni sulle opportunità date dalle diverse aree di mercato e analizzare le strategie di export utili al settore agroalimentare. Ad aprire i lavori il presidente di Confindustria Messina Alfredo Schipani che ha sottolineato come «l’agroalimentare rappresenti per il nostro territorio un punto di forza e conoscere gli strumenti per presentarsi meglio sui mercati esteri è condizione fondamentale per sfruttarne le potenzialità». Poi gli interventi di Daniele Rossi, AD di Federalimentare Servizi che si è soffermato sulle policy del settore rispetto ai mercati target, illustrando opportunità e criticità; Giampaolo Bruno dell’ICE ha delineato il posizionamento delle imprese italiane nei mercati esteri, mentre Rosario Milazzo dell’Istat, ufficio territoriale per la Sicilia, ha fornito alcuni dati sui mercati di riferimento esteri; presente anche la dott.ssa Ivana Russiello di Sistemi Formativi Confindustria. È stata l’occasione per presentare la recente indagine di Federalimentare “Servizi sull’Internazionalizzazione del Sistema Alimentare Italiano”, in merito al posizionamento dell’Italia nei diversi mercati. Dalla rilevazione emerge la crescita del settore alimentare sui mercati internazionali, anche nel biennio 2012-13. I principali mercati di destinazione sono ancora Paesi europei, ma vi sono segnali che spingono a puntare pure su Paesi emergenti per guadagnare importanti quote di mercato. Per la provincia di Messina il comparto agroalimentare si conferma un’importante leva di sviluppo. È positivo il saldo import-export dei prodotti agroalimentari del nostro territorio, in controtendenza rispetto alla Sicilia ed a tutta l’Italia meridionale. A più riprese, è stato evidenziato, che per intercettare le fonti di domanda internazionale e affrontare i mercati esteri bisogna essere adeguatamente equipaggiati, investire in innovazione, qualità, sicurezza, tracciabilità; possedere flessibilità produttiva; effettuare strategie di filiera per agganciare i segmenti a maggior valore aggiunto delle catene globali del valore. Puntare, quindi, su aggregazione tra imprese, PALERMO. "La crisi ha favorito innovazioni rivoluzionarie ma anche pericolose furbizie che saranno svelate per la prima volta nel minilaboratorio allestito dalla Coldiretti a Napoli, al teatro Palapartenope". Lo dice la Coldiretti siciliana che per sostenere la qualità alimentare Made in Italy dal campo alla tavola sarà domani, assieme a diecimila agricoltori dalle diverse regioni, a Napoli. "Saranno presentati - spiegano il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione un dossier e una mostra laboratorio grazie ai quali ci si renderà conto di quanto siano cambiate le abitudini alimentari e come questo incida anche nella salute. Sarà anche allestita la prima esposizione cibi più contaminati sulla base della presenza di residui chimici irregolari. L'appuntamento inizia con l'intervento del presidente nazionale Roberto Moncalvo insieme a numerosi ospiti, dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ai governatori di diverse regioni, da Guido Barilla presidente Barilla, a Stefano Albertazzi, direttore generale Iper. competitività, produttività, capitale di conoscenza, supporto finanziarioassicurativo, politiche di sistema. Sulle opportunità legate all’internazionalizzazione sono in programma altri incontri. Il 12 e 13 giugno è previsto l’intervento formativo “Piano sud. Seminario di primo orientamento ai mercati internazionali”, promosso da Confindustria Messina insieme all’ICE, per un’azione di supporto alle imprese e affiancamento nella valutazione del potenziale di accesso al mercato estero. UCRIA Nocciole, opportunità e laboratori UCRIA. La nocciola sarà protagonista delle giornate di studio "Opportunità per la corilicultura nebroidea e laboratorio sperimentale di estetica dolciaria" che si svolgeranno a Ucria, al circolo Montecastello venerdì e sabato. L'iniziativa coniuga informazione e formazione nel settore della nocciolicoltura nebroidea con l'obiettivo di sviluppare, in chiave economico-sociale, il rilancio produttivo. Dal miglioramento qualitativo delle produzioni all'implementazione di una filiera organizzata con l'individuazione di nuove nicchie di mercato per una crescita occupazionale rivolta soprattutto ai giovani. A dare l'input, l'azione mirata delle risorse economiche del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013 e l'attivazione della Misura 216 introdotte dall'assessorato regionale alle Risorse Agricole che ha permesso l'esecuzione di alcuni interventi volti alla conservazione del suolo, al contrasto ai fenomeni della desertificazione e al dissesto idrogeologico, al recupero ed alla tutela del paesaggio agrario. centonove pagina 27 30 Maggio 2014 economia NOMINE QUI EUROPA. La relazione degli Stati europei per far ripartire la crescita economica Competitività, la nuova sfida dell’Italia DI SALVATORE CIFALÀ Tutti gli Stati membri dell'Unione europea, hanno compiuto, nell'ultimo anno, grandi e impegnativi progressi volti a migliorare l'intero complesso imprenditoriale, incentivando le esportazioni e investendo nella sostenibilità. Sono ancora molte le sfide che vedono le singole realtà nazionali interfacciarsi con nuovi modelli imprenditoriali, creando perciò un divario tra paesi più competitivi e paesi i cui risultati restano moderati nei settori del commercio, dell'industria e dell'imprenditoria. Grandi sono i freni che limitano la crescita e lo sviluppo all'interno dell'Unione europea, e questi, generano quindi degli ostacoli, spesso ritenuti insormontabili, che non permettono alle imprese e alle realtà industriali di accedere ad esempio ai finanziamenti, generando quindi una sorta di "deindustrializzazione". I messaggi principali, emersi dalla relazione 2013 sulla competitività degli stati europei, possono essere suddivisi in due grandi macro aree: una comprendente i punti di forza dell'Ue e una con alcuni aspetti negativi, che devono essere necessariamente migliorati e superati. Tra gli aspetti positivi rientrano, ad esempio, il crescente aumento delle esportazione verso i mercati internazionali delle merci e dei prodotti europei, un maggiore sviluppo dell'innovazione che ha visto la sua espansione maggiore tra il 2008 e il 2012, una maggiore consapevolezza imprenditoriale, che è migliorata in tutto il mondo, la continua formazione degli addetti e il perfezionamento della manodopera. I punti deboli dell'Unione, che si cercherà di migliorare e di potenziare nel tempo, sono composti da una continua scarsità di investimenti nazionali per reagire alle politiche innovative europee, da un troppo alto prezzo dell'energia che costituisce un forte freno alla competitività degli Stati membri e anche la difficoltà con la quale le imprese possono accedere al credito, creando di conseguenza un problema di molte nazioni. In Italia, come in altre realtà dell'Unione, il miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia delle pubbliche amministrazioni resta un punto fondamentale per far ripartire la crescita economica, occupazionale e industriale dell'intero sistema.Molti dei problemi che incidono negativamente sulla competitività dell'Italia, come il livello ridotto degli investimenti privati nella Ricerca & Sviluppo, la mancanza di startup innovative, i problemi relativi alla disponibilità di competenze, la mancanza di finanziamenti mediante capitale proprio, la modesta crescita delle imprese e l'internazionalizzazione, possono essere almeno parzialmente ricondotti agli stringenti vincoli amministrativi e normativi che gravano sul contesto imprenditoriale. Occorre continuare a portare avanti riforme strutturali del settore pubblico, per consentire l'evoluzione di un'amministrazione pubblica moderna ed efficiente. Un messaggio importate e molto positivo, è dato dalle tante imprese che, proprio durante la crisi, hanno adottato strategie incentrate sull'innovazione e sull'internazionalizzazione. La riforma della governance del sistema dell'internazionalizzazione può quindi contribuire ad aumentare il numero di imprese italiane esportatrici, e proprio su questa strada, l'Italia accompagnata e incoraggiata dall'Europa, potrà finalmente intravedere la luce in fondo al tunnel. PROVINCIA DI TRAPANI Panepinto: dubbi sulla nomina di Ingroia TRAPANI. «L' incarico di commissario della Provincia di Trapani, che il governo regionale ha assegnato ad Antonio Ingroia, è compatibile con quello di liquidatore di Sicilia -e servizi?». Lo chiede il parlamentare regionale del Pd Giovanni Panepinto, che ha presentato una interrogazione al presidente della Regione e all' assessore alle Autonomie locali. L' interrogazione è stata firmata anche dai parlamentari del Pd Cracolici, Panarello, Maggio, Arancio e Alloro. ASCOM RAGUSA Così il comitato direttivo RAGUSA. L' assemblea della sezione Ascom ha eletto i componenti del comitato direttivo e i delegati all' assemblea provinciale di Confcommercio. Per quanto riguarda gli undici componenti del comitato direttivo sono stati eletti Andrea Licitra, Daniele Leggio, Salvo Ingallinera, Angelo Chessari, Vincenzo Trischitta, Giovanni Cassarino, Michela Fiocco, Carmela Garofalo, Giovanni Riso, Vincenzo Buscemi, Maurizio Tasca. I sei delegati all' assemblea provinciale Confcommercio sono, invece: Lorenzo Battaglia, Rosario Puma, Roberto Sica, Vincenzo Trischitta, Angelo Chessari, Giuseppe Cardello. Il direttivo si riunirà nei prossimi giorni per decidere i nuovi vertici sezionali. CONSUMATORI VINO NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Morosità, così i tagli In cinquemila a “Cantine aperte” Bonus Renzi a verifica Dal 1° di Settembre 2013 sono cambiate le regole per quanto riguarda i casi di morosità del consumatore che quando si protraggono troppo a lungo danno luogo alla sospensione della fornitura di luce e gas. Per le bollette non pagate l’azienda fornitrice è decisa a sospendere e, deve per prima cosa costituire in mora il cliente. Questa procedura avviene attraverso una comunicazione scritta via raccomandata. Nella lettera deve essere indicato il termine entro cui si intima al cliente di saldare il debito che non deve essere inferiore a 10 giorni dall’invio. La missiva deve indicare le modalità per effettuare il pagamento. Il termine sale a 15 giorni qualora il venditore sia in grado di domandarle la data reale di invio della raccomandata di costituzione in mora . Altrimenti il limite è portato a 20 giorni solari e in ogni caso l’effettiva sospensione potrà avvenire soltanto trascorsi almeno tre giorni lavorativi dalla data limite. Inoltre, quando il cliente ha presentato un reclamo il venditore non potrà più procedere alla sospensione. Francesco Sabatino, Adoc Uil Messina PALERMO. Sono state circa 4.500 persone d'età compresa dai 25 ai 50 anni a partecipare alla 22/sima edizione di "Cantine Aperte", in Sicilia, la manifestazione promossa dal Movimento del Turismo del Vino che come di consuetudine si svolge dalle Alpi allo Stretto, ogni ultima domenica di maggio. "In Sicilia - dice il neo presidente del Mtv regionale, Elio Savoca - si è registrato un boom di presenze nelle 26 cantine dell'Isola aderenti all'iniziativa pari a circa il 30% in più rispetto allo scorso anno, segno che sta crescendo l'interesse non solo nei confronti questo eccezionale prodotto ma soprattutto la voglia di saperne di più. Di scoprire i volti e le storie di chi fa il vino, i territori di produzione con le diversità pedoclimatiche e il contesto storicoculturale in cui nasce". I wine lovers hanno così avuto modo di degustare il vino direttamente nelle aziende vitivinicole che hanno fatto dell'accoglienza in cantina il plusvalore della loro attività. Leit motiv di quest'anno, la musica che ha accompagnato le degustazioni e le visite guidate. L’applicazione del “bonus Renzi” pari a 80 euro presenta alcuni riflessi sulle situazioni reddituali dei lavoratori che è bene approfondire in modo specifico. La questione non riguarda solo i lavoratori ma anche i datori di lavoro, che potranno farsi assistere dai Consulenti del lavoro per effettuare correttamente le operazioni inerenti il conteggio del credito Irpef. Ad esempio, i coniugi lavoratori dipendenti o assimilati che percepiscano entrambi un reddito complessivo nel 2014 non superiore a 26.000, hanno comunque diritto al bonus a titolo individuale. Il Dl 66/2014, infatti, richiede solo di verificare tre presupposti per la maturazione del diritto al credito. Il primo è riferito alla tipologia di reddito prodotto, che deve essere formato da reddito di lavoro dipendente. La seconda condizione è che l’imposta lorda determinata su detti redditi - sia superiore alle detrazioni fiscali previste per il reddito di lavoro dipendente. Solo nel caso in cui l’imposta lorda generata dai redditi di lavoro dipendente e assimilati venga ridotta o azzerata da detrazioni diverse da quelle “personali”, il contribuente ha diritto al bonus. Il terzo requisito per aver diritto al credito è che il reddito complessivo per l’anno 2014 non sia superiore a 26.000 euro. Altra questione riguarda poi l’applicazione dell’agevolazione in capo ai lavoratori part-time: il decreto non fa distinzione tra questa categoria e i full-time. E’ lo stesso principio con cui si calcolano le detrazioni fiscali per reddito da lavoro dipendente. Nel caso in cui il lavoratore sia titolare di più rapporti di lavoro part-time deve però prestare molta attenzione: se il reddito stimato nel singolo rapporto è compreso nelle fasce reddituali previste dal decreto e sussiste un’imposta a debito, entrambi i datori di lavoro potrebbero erogare il bonus. In questo caso, il lavoratore dovrà restituire il bonus indebitamente percepito con il conguaglio di fine anno, oppure in sede di dichiarazione dei redditi. Per evitare di dover rimborsare il bonus, il lavoratore deve richiedere ad un solo sostituto di riconoscere il bonus, comunicando il reddito presunto complessivo che percepirà nel 2014; invece nell’ipotesi in cui, sommando i due rapporti di lavoro, superi i limiti di reddito previsti dal decreto, deve comunicare ad entrambi i sostituti di non calcolare il bonus. centonove pagina 28 poster 30 Maggio 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA Alcune delle immagini delle stanze dell’Atelier in mostra a Castel di Tusa per l’esposizione di Giovanni Pepi CASTEL DI TUSA. Mostra fotografica del condirettore del Giornale di Sicilia che scopre e racconta l’albergo “fatto ad arte” “Luci e segni”, Atelier al Pepi Quaranta scatti che ripercorrono il viaggio del visitatore attraverso le stanze commissionate da Antonio Presti. Inaugurazione l’8 giugno CASTEL DI TUSA. Si intitola “Luce e segni”, la mostra fotografica che aprirà i battenti l’8 giugno (ore 11) all’Atelier sul Mare di Castel di Tusa. Si tratta di scatti che inquadrano giochi di luci e colori. Particolari che diventano segni all’occhio del visitatore. Suggestioni di cromie e riflessi che regalano differenti punti di vista, coinvolgendo il visitatore in un turbinio di emozioni. “Luce e segni” è l’ultima mostra fotografica, in ordine di tempo, del giornalista e condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi. Si tratta di quaranta scatti che ripercorrono il viaggio del visitatore attraverso le stanze del museo-albergo realizzato dal mecenate siciliano. Un percorso tra le venti camere progettate e create da diversi artisti internazionali col risultato di capolavori unici. Venti opere d’arte «che - come racconta lo stesso Antonio Presti - sono pienamente realizzate solo entrando e abitando la camera. La presenza e l’uso delle stanze sono parte integrante e fondamentale di esse». E così la macchina fotografica di Pepi mitizza, esalta e focalizza con l’occhio di chi si abbandona ad ammirare le opere d’arte e con la volontà di rendere eterne visioni sfuggenti. «Scopro Atelier e Fiumara a cose fatte - racconta Pepi Quando le ragioni dell'arte si sono già imposte sui torti della politica. Penso ad una vacanza nello ‘strano’ albergo voluto da un mecenate ‘matto’. Vivo, invece, un indimenticabile incanto. Ogni stanza nasconde un’idea, un progetto, una visione, un sogno. Niente di uguale si vede da una porta all'altra». Alla base dell’iniziativa c’è “la politica della bellezza” di Antonio Presti, ossia l’idea che l’arte e la bellezza abbiano in sé una forte valenza etica e politica, siano fonte di rinascita e progresso delle comunità e contribuiscano alla crescita dell’individuo. «Sono qui per stupirmi dice Presti - Con lo stupore si inizia e anche con lo stupore si termina. Ma la bellezza si può manifestare solo se ti ricolleghi agli stati emozionali: al cuore, all’anima. Ed è in quel cuore e in quell’anima che si trova la condivisione di un futuro. Le opere così non sono il fine, ma il mezzo. La cultura deve impegnarsi a consegnare conoscenza alle nuove generazioni”. La mostra, organizzata dalla fondazione “Fiumara d’Arte” con la collaborazione di Donatella Aiosa, è patrocinata dal Giornale di Sicilia. Sponsor dell’evento: Comune di Tusa, Carti Sud, Azienda agricola Casaleni, Cottanera, Gelateria e pasticceria Di Noto Sicily, Donnafugata, Banca Don Rizzo, Pastificio Fratelli Gallo, La Fiumara, Panificio Portera Maurizio, Azienda agricola Sammataro Agata, Antica macelleria Sammataro Gaspare, Sapori e tradizioni Santino Miceli. Il programma di domenica 8 giugno prevede un tour guidato per le Camere d’Arte dell’Atelier sul Mare, realizzate da artisti internazionali. Tra gli altri: Michele Canzoneri, Mario Ceroli, Paolo Icaro, Hidetoshi Nagasawa, la moglie dell’ex premier francese Danielle Mitterand, il puparo e cuntista Mimmo Cuticchio e lo stesso Antonio Presti. In programma anche una visita alla “Piramide 38° parallelo”. L’opera, realizzata dall’artista Mauro Staccioli, svetta su un’altura nel vicino territorio di Motta d’Affermo in quello stesso parallelo sul quale, nell’altro emisfero, passa il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Un’opera voluta da Antonio Presti quasi per voler riequilibrare la tensione conflittuale di un luogo con la sacralità dell’arte. E’ qui che ogni anno, nei giorni del solstizio d’estate, si svolge il “Rito della luce”. Rito che si ripeterà anche quest’anno, il 21 e il 22 giugno. MESSINA Fotociclette diventa “indoor” MESSINA. “Fotociclette”, la mostra fotografica a più mani dedicata alla vita nell’Isola pedonale di Messina e allestita nella stessa il 3 maggio scorso, diventa una esposizione “indoor”. Sabato 31, infatti, le immagini saranno visibili dalle 19 in poi alla Bottega di Fotografia in via dei Mille. Oltre alle foto, prevista anche la proiezione dell'evento e la presenza di tutti i gli autori, compresa l’ideatrice Simona Bonanno, anche lei autrice di alcuni scatti: Costanza Barcellona, Sara Bonante, Maria Sole Denaro, Catherine De Sarro, Vera Fleres, Chiara Ielo, Valentina La Rosa, Eleonora Leone, Domenico Magnoli, Giuseppe Mammoliti, Anna Mazzù, Grazia Muscolino, Valeria Orlando, Claudia Oteri, Grazia Saccà. centonove pagina 29 30 Maggio 2014 posterprotagonisti MESSINA. Duecento anni fa scompariva una delle figure più complesse della storia Gallo, genio da scoprire Letterato, filosofo, archeologo e antiquario, ha affascinato molti studiosi per le sue opere faticosamente rintracciate dopo la morte. Dai rapporti con la massoneria all’imponente collezione sparita nel nulla DI GERARDO RIZZO Messina. Esattamente duecento anni fa, il 30 maggio del 1814, scompariva Andrea Gallo, una delle figure più complesse della storia culturale messinese a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Moriva all’età di ottant’anni: un traguardo ragguardevole per i tempi, a maggior ragione ove si consideri che il nostro aveva superato, più o meno indenne, la peste del 1743 e il terremoto del 1783, oltre alla figura sicuramente ingombrante di un padre come il più famoso Caio Domenico, autore di molte opere rimaste nella storia cittadina, a partire dagli Annali della Città di Messina, che avrebbe rappresentato una pietra miliare imprescindibile per chi si fosse accostato allo studio delle vicende storiche cittadine. IN NOME DEL PADRE. Ma se il padre era una figura di indiscutibile interesse, tracce profonde del proprio passaggio le ha lasciate anche Andrea Gallo, letterato e filosofo, archeologo e antiquario, che ha attirato l’attenzione dei molti studiosi che nel tempo si sono avvicendati sulle tracce sue e dei suoi lavori. Gallo scrisse numerosissime opere, che spaziano tra tutte le discipline da lui praticate nel corso della sua vita, ma solo alcune di esse ebbero la sorte di venire pubblicate, mentre per lo più rimasero in forma manoscritta, disperse dopo la morte del loro autore e faticosamente rintracciate a distanza di secoli. Le notizie che si hanno su di lui provengono in parte dalle biografie, più o meno succinte, che scrittori a cavallo tra Otto e Novecento gli hanno dedicato; ma per la maggior parte sono frutto di ricerche più recenti, relative a campi specifici della sua multiforme attività, e spesso rese pubbliche attraverso lo spazio infinito di internet. È il caso, ad esempio, della dettagliata biografia realizzata da Luigi Giacobbe o del saggio di Guglielmo Mondio sui rapporti tra Gallo e la Massoneria. Entrambe rimandano a un’autobiografia dello stesso studioso, che un suo discendente trascrisse successivamente in terza persona, e che, attraverso chissà quali vie, è ora custodita presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Nato a Messina nel 1734, Andrea Gallo ancora bambino venne affidato alla cura dei Gesuiti, dove iniziò il consueto iter di studi classici, oltre che della matematica e della filosofia, ma ben presto sviluppò un grande interesse per le lingue orientali e per quelle occidentali moderne, in particolare per il francese, che divenne ben presto la sua seconda lingua. Ebbe di sicuro una formazione forte e rigorosa, ma dovette in qualche modo pagarne lo scotto, sotto forma di stress: nell’autobiografia è raccontato che “per la continua indefessa sua applicazione contrasse una pericolosa malattia di stomaco con un fenomeno singolare, il quale stimolavalo ad un sforzo vano di reuma subitochè se gli nominavano alcun libro, o se gli [si] parlava di alcuna materia Letteraria; causa per cui fu necessitato il di lui Padre mandarlo a mutar aria in una delle più amene campagne dei nostri villaggi detta Larderia”. Gaetano Oliva racconta che, poco più che ventenne, Andrea Gallo offriva una delle prime prove del suo genio, pubblicando un saggio sull’eclissi lunare verificatasi nel 1761, osservata peraltro per mezzo di un telescopio realizzato da lui stesso; altri studi analoghi avrebbe pubblicato negli anni successivi, ottenendo il plauso di molte accademie italiane e straniere. Ritratto di Andrea Gallo DAI GESUITI ALLA MATEMATICA. Nel 1774 ottenne la cattedra di matematica e filosofia presso il Collegio dei Gesuiti, ma in tutto questo tempo non aveva mai smesso di interessarsi alle antichità, tanto che aveva messo insieme un museo di ragguardevole importanza. Non è chiaro quale fosse l’effettiva entità della sua collezione: è ancora Oliva che parla di “ricche collezioni di vasi, di bassi rilievi, di medaglie, di pitture, di minerali e varî altri oggetti preziosi”, ma purtroppo la raccolta è andata dispersa, e non esiste neppure un suo inventario. È certo però che sia la collezione sia il suo proprietario godevano di una certa fama anche al di là degli stretti confini cittadini, visto che tutti i viaggiatori – spesso famosissimi – che transitavano per Messina, non mancavano di visitare Andrea Gallo e il suo museo. È lo stesso studioso che ne dà conto nelle sue memorie, senza celare un certo compiacimento: nel 1766 riceve la visita di Karl Zinzendorf, e nello stesso anno lo vanno a trovare Domenico Cirillo e l’inglese John Symond; nel 1770 è la volta di Patrick Brydone. Nel 1788 Lazzaro Spallanzani lo visita più volte, nell’andirivieni tra la Sicilia e le sue isole minori; nel 1801 sono il mercante francese Florenville e il conte di Bizemont, comandante delle truppe francesi, a cercarlo. Ma ad attestare la grandezza del personaggio basti pensare alla profonda stima nutrita nei suoi confronti da parte dei due principali archeologi e antiquari siciliani dell’epoca, vale a dire Gabriele Lancillotto Castelli, principe di Torremuzza, e Ignazio Paternò principe di Biscari: entrambi quei due grandi personaggi gli riconobbero un valore fuori dal comune nel campo della ricerca archeologica. Attestati di stima gli vennero da Johann Hermann von Riesedel, che si faceva accompagnare da Andrea Gallo durante le visite archeologiche centonove pagina 30 Incisione di Houel nella città dello Stretto. Gallo aveva instaurato un proficuo rapporto anche con Jean Houel, autore del celebre Voyagepictoresquedesiles de Sicile, de Lipari et de Malte: relazione rovinata dalla delusione subita dallo studioso messinese, il quale riteneva che il viaggiatore francese non avesse debitamente reso onore alla collaborazione da lui avuta, e lo accusava senza mezzi termini di aver spacciato come proprie delle incisioni realizzate da Francesco Sicuro, allievo di Gallo. TENDENZE ASSOCIATIVE. Nella creazione di queste prestigiose relazioni, al di là dell’indiscusso valore dello studioso, è probabile che un ruolo lo abbia svolto la sua adesione alla Massoneria. Magari è per questo che il principe di Biscari sceglie lui come ambasciatore culturale in occasione della venuta a Messina di Domenico Caracciolo, il viceré che alla fine del Settecento aveva portato in Sicilia (o aveva provato a farlo) una ventata illuministica. Una certa tendenza alla vita “associativa” Gallo l’aveva sempre dimostrata: entrato giovanissimo nell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, aveva sentito presto l’esigenza di fondare un nuovo sodalizio. Nel 1761, nella propria casa, creò l’Accademia dei Riparatori, che si riuniva due volte alla settimana, in cui i 30 Maggio 2014 posterprotagonisti soci dovevano disquisire di fisica, matematica, diritto e medicina, e sottoporsi alla sequela di domande e obiezioni che venivano poste loro dagli altri sodali. Poi, evidentemente, la rete di relazioni dei Liberi Muratori gli apparve come la migliore cassa di risonanza per esporre le proprie idee. Sono vari i punti di contatto tra le idee di Andrea Gallo e le linee portanti della Massoneria europea, a cominciare dalla impostazione illuministica: esistono lettere in cui definisce barbare superstizioni certe usanze religiose, come quella di autoflagellarsi nel periodo della Settimana Santa; o altre in cui sposa la teoria massonica secondo cui esistono molte verità relative, mentre l’unica verità assoluta è posseduta dal Grande Architetto dell’Universo. UMANISTA E RAZIONALISTA. Non si riscontra invece, nello studioso messinese, alcun interesse per l’aspetto esoterico della Massoneria: secondo Mondio, Gallo apparteneva “ad una corrente massonica razionalistica e politicamente avanzata che oggi potremmo definire di sinistra”. Diversamente la pensa Giacobbe, invece, che lo pone “su un moderato riformismo A MARGINE Un fondo nuovo da scoprire FRA LE TANTE collezioni possedute dalla Biblioteca Regionale di Messina, ve n’è una, denominata “Fondo Nuovo”, già in parte esplorata dagli studiosi locali, ma che meriterebbe un ulteriore approfondimento, vista la quantità e la varietà dei documenti contenuti. È formata da volumi di manoscritti di varia provenienza, acquistati dalla struttura o ricevuti in dono, ma i due nuclei fondamentali sono quelli appartenuti a Gaetano La Corte Cailler e a Letterio Lizio Bruno. Il primo è considerato uno fra i più grandi fra i “messinologi” (se non il più grande in assoluto), avendo studiato l’arte, la storia, la musica e la letteratura della città come pochi altri, e avendo dato alle stampe un’enorme quantità di libri, opuscoli e articoli aventi la città dello Stretto come oggetto di studio. Il secondo personaggio fu provveditore agli studi in diverse province siciliane, attento studioso di letteratura e tradizioni popolari, che lasciò un’importante raccolta di canti popolari delle isole Eolie. Ma soprattutto fu uno – e il più entusiasta – tra i propugnatori della “Biblioteca circolante”, convinto com’era che la maggior parte della popolazione fosse ignorante non per mancanza di volontà, ma perché non aveva libri a disposizione. Donò allora molti dei suoi volumi, unendoli a quelli di altri volenterosi e mandandoli in giro per la città a disposizione della gente. Negli anni ’60 dell’Ottocento acquistò dagli eredi di Andrea Gallo i manoscritti delle sue opere con l’intento di pubblicarli, e il Comune si era impegnato ad acquistare centinaia di copie di quei volumi, da donare agli studenti più meritevoli, ma non se ne fece niente. Furono a loro volta gli eredi di Lizio Bruno a fare dono alla Biblioteca Regionale di quell’immenso patrimonio, che ora costituisce una fetta importante del “Fondo Nuovo”. È attraverso queste vie che le opere di Andrea Gallo non sono diventate carta per pizzicagnoli, e chi ne avesse il tempo e la voglia può leggere e studiare buona parte della produzione dello studioso, dalle lettere ai saggi scientifici, per finire alle commedie, “piene tutte di sali e lepidezze”. G. R. centonove pagina 31 di marca umanistica”. Un personaggio singolarissimo, quindi, Andrea Gallo, e le sue opere meriterebbero di conoscere una nuova stagione; in maniera particolare molte di quelle che non hanno mai conosciuto la stampa, e che lui, con falsa modestia, definiva destinate a diventare cibo per le tarme o carta per avvolgere il cacio dai pizzicagnoli. Queste opere oggi sono in gran parte custodite presso la Biblioteca regionale di Messina, nella sezione dedicata ai manoscritti, e in particolare in fondo denominato “Fondo Nuovo”, formato prevalentemente da documenti provenienti dalle collezioni di altri due grandi personaggi della cultura cittadina: Gaetano La Corte Cailler e Letterio Lizio Bruno. Studiare e rivalutare queste opere, da parte della sua città, costituirebbe un parziale risarcimento a uno studioso che si è sempre sentito trascurato dalle autorità messinesi. In verità, nel tempo, Gallo ha ricevuto vari incarichi dal Senato cittadino: dopo il terremoto del 1783 ebbe l’incarico di valutare i danni subiti dalla città e progettare una ricostruzione; gli fu affidata la ricostruzione del Lazzaretto andato distrutto; ricoprì più volte la carica di console del Magistrato di Mare e di Terra, e altre cariche minori; ma evidentemente non riteneva tutto ciò sufficientemente gratificante. 30 Maggio 2014 posterlibri Premi per i 75 anni della libreria Ciofalo BIOGRAFIE. La vita del fondatore di Comunione e liberazione raccontata da Savonara Giussani, parola d’ordine: dialogo La presentazione del volume a Palermo per ricordare un personaggio straordinario che fa considerato il suo cammino di fede un incontro con gli altri. Le testimonianze PALERMO. "La prima caratteristica della fede cristiana è che parte da un fatto, un fatto che ha la forma di un incontro." È con queste semplici parole che don Luigi Giussani ha sempre considerato il suo cammino di fede: un incontro, una verifica, un continuo invito al dialogo. Così è stato anche per i tanti ragazzi e adulti di tutto il mondo che hanno riconosciuto in quel prete sorridente non solo un maestro dal quale imparare, ma un uomo col quale confrontarsi, nel quale trovare conforto. Oggi uno di quei ragazzi che con lui hanno percorso un tratto importante della loro vita e continuano a seguire i suoi insegnamenti racconta chi era e come ha vissuto don Giussani. Nasce così la biografia di Alberto Savonara che, oltre a ricostruire per la prima volta la cronaca dei giorni del fondatore di Comunione e Liberazione, offre ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa. Il volume sarà presentato venerdì 30 maggio all’Auditourium Santissimo Salvatore di Corso Vittorio Emanuele, 395 a Palermo. Dopo i saluti dell’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, intervengono l’autore del libro, Padre Gianfranco Matarazzo S.J., direttore del centro “Petro Arrupe” di Palermo e il magistrato Giovanbattista Tona. Modera Salvatore Taormina, responsabile LACERTI DI LETTURE diocesano fraternità Comunione e liberazione. Sarà l’occasione per ricordare un personaggio straordinario. Le circostanze che ha attraversato e le persone incontrate sono state decisive per il delinearsi della vocazione di don Luigi Giussani: i suoi genitori, i professori e i compagni del Seminario, le sue letture, il sacerdozio, i primi giovani conosciuti in confessionale o in treno, l'insegnamento, le incomprensioni e i riconoscimenti, la malattia. Don Giussani ha sempre considerato il cristianesimo come un fatto, un evento reale nella vita dell'uomo, che ha la forma di un incontro, invitando chiunque a verificarne la pertinenza alle esigenze della vita. Così è stato per i tanti ragazzi e adulti di tutto il mondo che hanno riconosciuto in quel prete non solo un maestro dal quale imparare, ma soprattutto un uomo col quale paragonarsi, un compagno di cammino affidabile per rispondere alla domanda: come si fa a vivere? Oggi uno di quei "ragazzi" prova a raccontare in questo libro chi era e come ha vissuto don Giussani attraverso molti documenti inediti dando così vita ad una biografia che, oltre a ricostruire la cronaca dei giorni del fondatore di Comunione e Liberazione, offre ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa. Vita di Don Giussani Alberto Savorana Rizzoli - Collana: Saggi italiani Pubblicazione: Settembre 2013 Pagine: 1350 LA CLASSIFICA CONCORSI Ambito riconoscimento per la classe VB della sezione Geometri dell’Istituto Superiore Minutoli. Gli studenti coordinati dalla docente di lettere, Alessandra Famà, si sono classificati al primo posto del concorso indetto dalla Libreria Ciofalo di Messina, nel 75° anniversario della sua fondazione. La proclamazione è avvenuta nella Chiesa di Santa Maria Alemanna. A ricevere il premio sono stati gli studenti Alessandra Tirrito, Antonio Di Stefano e Roberto D’Urso. Numerosi sono stati i lavori presentati dalle scuole superiori di tutta la provincia di Messina che si sono cimentate nella presentazione di un elaborato, in forma scritta o multimediale, che si è ispirato al volume “La Letteratura è la mia vendetta”. Alla classe vincente, è stato assegnato un premio consistente in una fornitura di libri, del valore di 500 euro, che andrà ad arricchire la Biblioteca del Minutoli. DI FELICE IRRERA Come sono cambiate le feste in Sicilia (dalle patronali al Carnevale, dalla Settimana Santa ai tanti eventi festivi), in funzione dei tanti interventi che le hanno spesso banalizzate, modificandone date e persorsi e, alla fine dimenticandone proprio l’essenza? Qui un giornalista tratta di San Calò, protagonista ad Agrigento di una particolare espressione di religiosità dell’isola, ma l’allarme è qualcosa di più generale, l’esigenza di un ritorno al vero valore di una festa. Giovanni Cammareri, Hanno clonato San Calò, Dario Flaccovio 2014, pp. 176, € 18,00 Alberto Savonara Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di Un' idea di destino. Diari di una vita un buongiorno - Longanesi 3straordinaria 6 Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Fu l’innocenza La felicità sta nel non porsi mai domande. Il dubbio genera angoscia. “Mi manca la fede e non potrò mai essere un uomo felice, perché un uomo felice non può avere il timore che la propria vita sia solo un vagolare insensato verso la morte certa.” Dolore e angoscia generano bisogno di consolazione, qualunque essa sia. Così spesso, troviamo conforto in cose e persone che in fondo non apprezziamo: un amaro ripiego che aggrava la nostra anima. “Il bisogno di consolazione che ha l’uomo non può essere soddisfatto. Sono a caccia di consolazione come un cacciatore lo è della selvaggina. Là dove la vedo baluginare nel bosco, sparo.” L’abbraccio è un gesto che include l’altro dentro di noi, per esserne un tutt’uno, nel disperato tentativo di scacciare la solitudine e di condividere idee ed emozioni, ed è amaro quando si traduce in un’inclusione di vuoto. “Cosa stringo allora tra le mie braccia? Poiché sono solo: una donna amata o un infelice compagna di strada?” Il nostro animo vive solo consolazioni momentanee, per quanto intense, che si rivelano fatue, se nell’animo alberga l’insoddisfazione e il dolore. “Vi sono consolazioni che vengono a me come ospiti non invitati e bisbigliano volgari: Io sono il tuo desiderio- amale tutte! Io sono il tuo talento- abusa di me! Io sono la tua solitudine – disprezza gli esseri umani! Io sono la nostalgia della morte - recidi!” Il trascorrere del tempo è un parametro che non incide nella nostra dimensione sensoriale ed emotiva. “Tutto quel che mi accade, che conferisce alla mia vita il suo contenuto meraviglioso - l’incontro con una persona amata, una carezza sulla pelle, in barca sul mare, il brivido di fronte alla bellezza- tutto questo si svolge totalmente fuori dal tempo.” La costrizione è la madre del bisogno di libertà. Solo centonove pagina 32 coloro che hanno un’anima senza pretese non provano questo bisogno. Si accontentano solo di soddisfare i bisogni biologici rimuovendo i sogni e il volo. “Sembra che io abbia bisogno della dipendenza per provare infine la consolazione di essere un uomo libero.” L’amore non finisce, muore. “L’uomo che ama ha il presentimento che l’amore sia fratello della morte.” Niente è più bello dell’innocenza del sogno. “Lascio sogni immutabili. Lascio una promettente carriera. Lascio centinaia di migliaia di parole. Lascio un’attitudine vacillante. Lascio un dubbio usato ma di buona qualità. Porterò con me un’inutile conoscenza, la lettura superficiale dei filosofi, un amore infelice. Lascio una lapide con questo epitaffio: QUI RIPOSA CADUTO PER NIENTE SUA COLPA FU L’INNOCENZA DIMENTICATELO SPESSO.” Lacerti tratti da: “Il nostro bisogno di consolazione ” - 1952 Stig Dagerman posterlibri 30 Maggio 2014 INIZIATIVE NOVITA’. Pensieri e consdigli per la terza età edito da Rubbettino Anziano sarà lei Per anni direttore di Geriatria al Policlinico di Messina, Vittorio Nicita Mauro “offre” il vademecum per affrontare al meglio la senilità Messina. “Per quanto a lungo duri la vecchiaia, non dura mai abbastanza a lungo”. Così sentenzia Roberto Gervaso e certamente saranno d’accordo con lui molti di coloro che hanno imboccato quella scala della vita in discesa che fa bella mostra di sé nella copertina del volumetto “Pensieri e consigli per la terza età” (Rubbettino 2014, pp. 170, € 14,00) che Vittorio Nicita Mauro, per lunghi anni direttore della Clinica di Medicina Geriatrica all’Università di Messina e autore in questo campo di centinaia di pubblicazioni scientifiche, offre oggi a coloro che desiderano trascorrere al meglio gli anni che dalla mezza età conducono alla “senescenza graduale” (tra i 65 e i 75 anni), alla “senilità vera e propria (tra i 75 e i 90) e, se possibile, a quella longevità (oltre i 90) che fa intravedere la possibilità di appartenere alla categoria dei centenari. Iin verità, c’è anche chi va oltre, ma fermiamoci qui. I grandi progressi della medicina hanno senza dubbio allungato di non poco l’aspettativa di vita, se è vero che, in Italia, dai 42,8 anni del 1901 si è passati agli 82 del 2011, mentre per chi si trova già sulla soglia dei 65 anni e poi, via via più in là, la possibilità di vivere è ancora maggiore. Ma il problema, in realtà, non è tanto e solo vivere, quanto vivere bene, in buona salute: proprio qui entra in gioco lo “stile di vita corretto”, auspicato dall’autore sulla base della sua lunga esperienza, che è in grado di contrastare il più o meno naturale invecchiamento. Mentre innumerevoli tabelle scientifiche, ma facilmente leggibili soddisfano tante nostre curiosità sull’argomento, appare chiaro che, se si vuole rimanere in buona salute, fisica e mentale, anche in tarda età, occorre, da un lato, mantenere quell’equilibrio costantemente minacciato, soprattutto in età senile, da fattori che determinano in noi uno squilibrio (inattività fisica e mentale, fumo, droghe, abuso di alcool, malnutrizione, stress), accelerando l’invecchiamento stesso; e, dall’altro, rapportarsi nel modo il più possibile sereno e aperto con noi stessi, con gli altri, con gli inevitabili problemi dell’esistenza. Ci vengono in aiuto, in tal senso, tanti nostri progenitori, che hanno manifestato il loro pensiero e dato consigli che possono aiutarci ad “apprezzare il presente, senza rimpianti per il passato”. Ci viene allora proposta una raccolta di aforismi (come quello di Gervaso citato all’inizio) di autori di tutti i tempi che occupano buona parte del volumetto, offrendoci la loro saggezza, dal IX secolo a. C. fino ai nostri giorni: una gradevolissima panoramica, ricca di verità, tra metafore e paradossi, che si può leggere d’un fiato o anche a spicchi, ma che fa davvero riflettere. In coda a questo utile libro una serie di prescrizioni, sotto forma di decaloghi, che si pongono ciascuna un preciso obiettivo, ma che si può riassumere nella filosofia del libro: insegnare a vivere bene e a lungo. Intanto, l’anziano che comincia a scendere i gradini della vita si compiaccia sentendosi dire che la sua categoria “rappresenta un prezioso punto di riferimento per l’intera società” con “un ruolo insostituibile nella famiglia e nella società” (Giorgio Napolitano); e che "la vecchiaia è la sede della sapienza della vita” (Papa Francesco). Sarà consolatorio, ma fa sentire ancora utili. F.I. Alessio Di Modica e Marco Baliani Se i narratori tornano a viaggiare A Palermo l’arte del racconto siu confronta col tema del viaggio DI PAOLO RANDAZZO PALERMO. C’è un’esperienza fondante per la nostra cultura, un’esperienza da cui non si può prescindere se si vuol capire uno dei nuclei più fecondi per la nascita di quella cosa che si è soliti chiamare umanità: è l’esperienza del viaggio, inteso in ogni sua variante, come ritorno o come progresso, come gioco e come conoscenza di sé stessi attraverso gli altri e l’ignoto. Un’esperienza così importante che ha lasciato tracce indelebili in opere letterarie fondamentali di ogni epoca e latitudine; basti pensare all’Odissea e alle Storie di Erodoto, al Don Chisciotte e alla Chanson, alla Divina Commedia o a Joyce. Di questa esperienza profondamente umana si occuperà una piccola rassegna – piccola, ma di assoluta qualità – organizzata a Palermo dalla compagnia dei “Figli d’arte Cuticchio” e che si terrà, dal 27 maggio all’1 giugno, nella ex Chiesa di San Mattia (in via Torremuzza, nel quartiere della Kalsa). Ovviamente oggi la narrazione ha SAGGI Immigrazione e asilo secondo Marcelli MESSINA. E’ stato presentato a "La Casa Rossa", di Piazza Casa Pia a Messina il libro di Fabio Marcelli sul tema "Immigrazione, asilo, cittadinanza universale" (Editoriale scientifica Napoli, 2013). Presente l'autore, sono intervenuti Carmelo Picciotto, Antonio Mazzeo, Tania Poguisch e Luca Buscema. I saggi contenuti nel saggio di Fabio Marcelli sono dedicati ai vari aspetti del fenomeno migratorio, analizzato dai punti di vista degli studi giuridici, antropologici e sociologici. Il testo contiene anche i preziosi punti di vista di operatori istituzionali del settore e del mondo dell'associazionismo. La tesi di fondo dell'autore è che la cittadinanza universale è la vera strada da percorrere contro il razzismo di Stato, affinché i migranti non vivano la segregazione che le politiche attuali gli impongono. centonove pagina 33 trovato diverse vie per dispiegarsi: il racconto orale come spettacolo teatrale, ma poi la scrittura nei vari generi, il cinema, la televisione. La riflessione che si terrà a Palermo vedrà allora: «gli scrittori che presenteranno i narratori e viceversa – come spiega Mimmo Cuticchio -, e si ascolteranno a vicenda. Cinque autori nati a Palermo e fortemente legati alla città, presenteranno, nel pomeriggio, il proprio metodo di scrittura, spiegheranno come nasce un racconto, come si sviluppa l’esigenza di raccontare una storia; la sera toccherà ai narratori, pronti a raccogliere le pagine scritte e a tradurle sul palcoscenico. Sia gli attori che gli scrittori guardano alla narrazione, ma mentre i primi si rivolgono contemporaneamente ad un pubblico ampio, i secondi si rivolgono, certamente, ad un pubblico esteso ma ad uno per volta». I narratori coinvolti sono: Marco Baliani, Elena Guerrini, Gaspare Balsamo, Alessio Di Modica, Jusif Latif Jaralla, Valentina Vecchio, Paola Pace, Luì Angelini, Mario Barzaghi, lo stesso Mimmo Cuticchio; gli scrittori: Giorgio Vasta, Franco La Cecla, Beatrice Monroy, Giosuè Calaciura, Tiziana Lo Porto. Alla fine di ogni giornata uno spettacolo, ecco i titoli: il 27, Baliani “Kohlhaas”; il 28, Guerrini “Orti insorti”; il 29, Pace “Melodia Primordiale”; il 30, Di Modica “Etna. Storie popolari alle pendici del vulcano”; il 31, Angelini “Oggetti da favola” e Latif Jaralla “Le mani di Grez”; l’1 di giugno, Vincenzo Pirrotta “Malaluna”. 30 Maggio 2014 posterscienza Zothecas amputat cathedras, quod saburre verecunde MESSINA. RA 120 anni dalla nascita, il ricordo di uno scienziato che ha dedicato la sua vita agli altri Castronovo ai raggi X Pioniere della radiografia, prese preematuramente la vita proprio per la sua attività umanitaria. Il messaggio attuale di un martire della medicina che continuò ad operare anche quando dovette subire l’amputazione delle dita DI FELICE IRRERA Messina. A chi si reca nel Gran Camposanto di Messina ed entra dall’ingresso principale non può sfuggire un monumento marmoreo di grande effetto raffigurante due mani in marmo bianco di cui si coglie dalla nervatura l’ansia di scoprire i segreti della materia che si offre ad esse in granito nero. Esso, eretto per ricordare il radiologo messinese che onorò la sua città Ettore Castronovo (21 gennaio 1894-30 maggio 1954), fu firmato dall’architetto Pantano e dallo scultore Lombardi. Nativo esattamente del villaggio di Gesso, primogenito di tre fratelli e figlio di un medico condotto di Gesso e Bordonaro, egli fu un vero pioniere nel campo della radiologia e radioterapia, scoprendo che con i raggi X si potevano combattere i tumori. La sua vita fu tutta un offrirsi agli altri. Giovanissimo, interruppe gli studi di medicina a Roma, con l’insigne professore Giovan Battista Grassi, per partire volontario in fanteria e combattere nella prima guerra mondiale. Continuò tuttavia a studiare, laureandosi a Padova il 13 aprile del 1917 e nominato ufficiale medico, si recò in zone di combattimento, prima con gli alpini e poi con le truppe italiane in Francia, sempre distinguendosi per la sua abnegazione. Terminata la guerra, nel 1918 iniziò la sua attività di radiologo all’ospedale militare di Messina, con il compito di visitare i reduci che chiedevano di ottenere le pensioni di guerra. Il periodo in cui fu assistente universitario in Clinica medica a Padova durò solo dal 1921 al 1922, ed egli ritornò definitivamente nella sua Messina, iniziando le proprie ricerche pioneristiche sulla radioterapia: fu proprio lui a fondare, presso l’ospedale “Puglisi Allegra” dell’Arciconfraternita dei Rossi, il primo servizio di Radiodiagnostica e Radioterapia dei tumori; e, come tutti i pionieri, unì alla grande competenza e passione per la propria disciplina anche la disponibilità al rischio ed al sacrificio. Per cinque anni operò a favore dei malati di cancro, fin quando, nel giugno del 1927, ottenne la direzione dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Messina, potendo così proseguire la sua attività umanitaria all’ospedale “Piemonte” in locali scomodi e con apparecchi tutt’altro che moderni; ma egli, dotato com’era di ottime capacità organizzative, riuscì a dotare la Scuola di radiologia di una sede più ampia e di una buona strumentazione. Nel 1928 ottenne la docenza universitaria e negli anni successivi divenne sempre più noto in campo internazionale grazie alla partecipazione attiva ai congressi e ai numerosi studi scientifici pubblicati, soprattutto sulle applicazioni dei raggi X alle diverse patologie cancerose. Così, nel 1946 fu eletto vicepresidente della Società Italiana di Radiologia Medica; e l’anno dopo presidente della sezione della Lega per la lotta contro i tumori: intanto non si risparmiava, sottoponendo il suo fisico ad un logoramento continuo, lavorando molto e dormendo solo poche ore, concentrato totalmente nelle sue ricerche. Nel 1951 inaugura la Clinica Radioterapica dell’Università di Messina. Anche come docente era davvero encomiabile. Così scrivono di lui Giuseppe La Rosa e Aldo Nigro (“La medicina a Messina tra memorie e prospettive”, Editrice Parentesi, Messina 2002): “(…) la sua dedizione alla medicina lo portava ad insegnare a noi giovani con tanto trasporto ed impegno da trascinarci ad essere attenti e presenti alle sue lezioni, pur sapendo che non avremmo mai centonove pagina 34 sostenuto i suoi esami, sia per la difficoltà in¬trinseca della materia, sia per la sua esigenza di scienziato che lo rendeva particolarmente rigido, nel mentre l'esame non era richiesto dall'ordinamento degli studi. La sua capacità di intendere i problemi della medicina e quindi la specifica vocazione della facoltà medica messinese (…) facevano di lui un vero maestro che si segue nelle sue impostazioni, non certo per necessità burocratiche o carrieri¬stiche”. Ma mentre proseguiva con successo sia la sua attività che la ricerca e con la sua passione si costruiva l’immagine di vero e proprio fondatore di una disciplina e di un caposcuola, cominciò a manifestarsi proprio quel male contro il quale lottò instancabilmente tutta la vita al servizio dei sofferenti: la ricerca lo appassionava, ma provocava in lui l’assorbimento di una gran quantità di radiazioni. Pur consapevole dei rischi cui andava inevitabilmente incontro continuò ad operare anche dopo che, nel 1948 e poi nel 1953, dovette subire l’amputazione di alcune dita delle mani, da vero e proprio martire capace di offrire alla scienza e al progresso della medicina le mutilazioni del suo corpo e la sua vita stessa: sono proprio quelle mani, che progressivamente si ridussero a due monconi, ad essere visibili per intero nella tomba a lui dedicata e a ben rappresentare il lavoro di ricerca condotto sino alla fine dallo scienziato, scomparso a Bordonaro il 30 maggio del 1954, vittima dello stesso male contro il quale aveva sempre lottato. Si possono condividere ancora una volta, dunque, le parole di La Rosa e Nigro: “Castronovo deve essere considerato come una delle più alte figure della medicina, intesa (…) come im¬pegno di servizio e di dedizione all'altro, specie l'altro soffe¬rente. A lui è intitolata dal 1955 a Messina, con speciale autorizzazione del Ministero dell’Interno, essendo egli deceduto allora da meno di dieci anni, la piazza posta al termine della via Garibaldi, con la sua area verde; mentre la Facoltà di Medicina e Chirurgia gli ha intitolato l’Istituto di Radiologia Medica e il Presidente della Repubblica gli ha conferito alla memoria la Medaglia d’Oro dei benemeriti della cultura. posterricordi 30 Maggio 2014 ANNIVERSARI. A 120 anni dal periodo storico più “coraggioso” della Sicilia, il ritratto di chi non si è piegato Fasci, anniversario di un eroe Francesco Lo Sardo, fondò a Naso il Fascio nel’92 e lì formò la propria etica. Un patrimonio che ha mantenuto da antifascista Contadini in marcia DI FRANCA SINAGRA Calati iuncu, ca passa ‘a china! (Piegati giunco, quando sta passando la piena !) I proverbi come questo, nati nel mondo rurale e pertanto così radicati nell’esperienza agricola del nostro territorio, insegnano al contadino ad adattarsi alle intemperie, a piegarsi alla superiorità della natura (salvo poi viverla come matrigna), stratagemma per raccogliere le energie necessarie a risollevarsi in seguito. In soldoni si consiglia di tenere conto delle Busto di Francesco Lo Sardo condizioni ambientali o del contesto sociale dove si vive, invece di rompersi la testa contro il muro degli accadimenti avversi della vita. Se ne può attualizzare il significato dicendo che è tipico della mentalità mafiosa, quella che obbliga al pagamento del pizzo e che in presenza di difficoltà repressive aspetta tempi più propizi per rialzare la testa. Infatti molto estesa è sempre stata, ieri e ancora oggi, la palude in cui attecchisce ogni tipo di giunchi che si piega all’arroganza delle periodiche piene del potere. Questo proverbio arcinoto in tutta la Sicilia, non è mai stato citato dall’onorevole Francesco Lo Sardo che di proverbi fece grande uso nelle lettere dal carcere, anche se ne avrebbe avuto ben donde, anzi si può dire che l’abbia accuratamente evitato o addirittura aborrito. Nessun comportamento è più distante dal profilo morale e politico di Lo Sardo, che pure attraversò la grande persecuzione crispina del 1894, con lo stato d’assedio in Sicilia contro le rivolte contadine dei fascianti, fra i quali militava con tutto l’ardore e la convinzione degli anni universitari. Prestissimo fu colpito dal carcere, per prevenzione, con alcuni mesi di confino alle Tremiti nel ‘94, liberato in seguito a una sommossa di solidali studenti di giurisprudenza a Messina. Altre volte, in occasione di votazioni verrà sequestrato per alcuni giorni. Nel paese natale Naso fondò il Fascio nel ’92; nei programmi politici si batté per i forni pubblici, la sanità garantita, l’istruzione popolare: un pericoloso estremista? Nato nel 1871 con Roma capitale, raccolse l’eredità popolare garibaldina delle lotte per la terra, continuandola nella nascita del socialismo e nella svolta terzina al comunismo, fu destinato al carcere duro dal Tribunale Speciale. Non si piegò al fascismo che lo privò di cure mediche in carcere “Il coraggio e la fede, di questi tempi, sono la virtù di pochi. Amo essere fra questi pochi” ; il rettore e deputato Concetto Marchesi stilò questa epigrafe per la sua tomba nel Camposanto a Messina “Vitae suae oblitus non fidei. Obliviscendus nulli” (Dimentico della propria vita, non del suo credo. Nessuno lo dimentichi). Nella militanza nei Fasci siciliani aveva formato la propria etica e molto aveva imparato dai processi agli eroici fascianti, tanto da fondare in quell’esperienza la propria ragione di vita. “Meglio vivere in carcere che morto in libertà” scrisse l’Onorevole ai familiari, che avrebbero preferito contrattare la conversione della pena in confino o in arresti domiciliari, e rifiutava le insinuazioni in proposito così: “Preferirei restare in carcere che beneficiare di un provvedimento ad personam” . Tutt’altra pasta d’uomo, altra statura morale di tanti politici odierni. Leggendo l’Epistolario (a cura di S. Saglimbeni, Ed. Il paniere) assistiamo a una naturale trasformazione delle parole in massime, locuzioni didattiche ed esemplificative insieme, insomma proverbiali: ” Meglio fare schifo agli altri che a se stessi”. Estremamente chiaro il discorso sul sentimento di libertà: “ Il sentimento di libertà è il più forte di tutti, anche dell’amore, perché la libertà è il fondamento della vita per lo sviluppo di tutti i sentimenti, affetti, pensieri, ecc., ma ci si abitua anche alla privazione della libertà; come ai dolori fisici e morali. Se non fosse così a quest’ora dovrei essere bello e spacciato, date le mie abitudini di vita, la mia età ed ora anche le mie condizioni di salute…” Insomma, l’uomo convinto dei propri ideali onesti si sottomette solo a una ragione superiore, a un destino di tipo omerico, quello giocato dagli dei su uomini che lo subiranno solo perché proveniente da un attore al di fuori dalla loro possibilità di comprensione, divino appunto, come nella affermazione “ Se si deve cadere perché così comportano i tempi, lasciatemi almeno cadere in piedi in modo che se anche dovessi perdere ciò che mi è più caro possa almeno aver l’orgoglio di aver conservato la dignità e la fede.” Morì in solitudine a Poggioreale il 31 maggio 1931. L’On. Francesco Lo Sardo, primo comunista eletto in Sicilia, viene identificato nella storia come “Martire di Libertà”. PALERMO Una lapide a palazzo Cefalà Palermo. “I fasci siciliani e il movimento dei lavoratori fra memoria e attualità” è il titolo del convegno svoltosi giovedì 30 presso le scuderie di Palazzo Cefalà, in via Alloro dove è stata scoperta una lapide in occasione del congresso regionale dei fasci siciliani. Una giornata di studio per rileggere, centovent’anni dopo, la storia del movimento dei Fasci dei lavoratori, a cui aderirono contadini, artigiani, braccianti, intellettuali e uomini e donne d’ogni età per sfidare la mafia dei gabelloti e il potere dello Stato che affamava i lavoratori. La nascita ufficiale del fascio di Palermo si fa risalire al giorno dell'inaugurazione del suo gonfalone rosso, avvenuta il 29 giugno 1892. Il comitato direttivo fu presieduto da Rosario Garibaldi Bosco. La Cgil ha invitato al confronto studiosi e storici. Da Giuseppe Carlo Marino, a Umberto Santino, direttore del centro Impastato. Ha conclusoAdolfo Pepe, direttore della Federazione Di Vittorio. centonove pagina 35 30 Maggio 2014 posterteatro Coefore al teatro greco di Siracusa L’INTERVISTA. A tu per tu con Daniele Salvo, regista delle Coefore e delle Eumenidi «Noi, nell’era delle Furie» Al teatro greco di Siracusa, racconta l’emozione di mettere in scena un passato che parla dei giorni nostri. Dalle “giustiziere” Eumenidi al bisogno di far rinascere la democrazia come ai tempi della dea Atena DI GIÒ PEREC SIRACUSA. Con quella frangetta e quella barbetta ben sagomata, Daniele Salvo, 44 anni il prossimo 3 novembre, regista di Reggio Emilia, al momento al Teatro greco per le sue Coefore e Eumenidi, seconda e terza parte dell’Orestea di Eschilo, somiglia a Jeromy Irons giovane. E’ la quarta volta che gli viene affidata a Siracusa la direzione di uno spettacolo classico dell’Inda (Istituto Nazionale del Dramma Antico) dopo aver curato la regia dell’Edipo a Colono di Sofocle nel 2009 interprete Giorgio Albertazzi, dell’Aiace sempre di Sofocle nel 2010 (protagonisti Maurizio Donadoni e Elisabetta Pozzi) e dell’Edipo re ancora di Sofocle con Daniele Pecci nel 2013. Perché si dice che lei sia un regista di matrice ronconiana? « Evidentemente perché mi sono diplomato due volte in due distinte “Scuole per Attori” quando Luca Ronconi le dirigeva ed era direttore artistico dei Teatri Stabili di Torino e di Roma e poi perché sono stato suo assistente alla regia in parecchi spettacoli, tanti in veste pure di attore, anche se poi ho seguito altri Corsi per giovani registi, il più noto dei quali è stato quello europeo presso la Royal Shakespeare Company di Stratford ». Cos’è che caratterizza un regista come lei che è stato accanto a Ronconi in tantissimi spettacoli a cominciare da Quer pasticciaccio brutto di Via Merulana di Gadda? « Aver capito che un testo teatrale non va tradito, che bisogna inserire nello spettacolo i punti le virgole e anche le didascalie e che va offerto al pubblico in tutta la sua interezza per farlo comprendere al meglio». L’Orestea di Eschilo è composta da tre parti. Perché lei non l’ha diretta per intero, accettando solo la regia di Coefore e Eumenidi, lasciando che Luca De Fusco curasse quella dell’Agamennone ? « E’ una cosa bizzarra! In un primo momento avevo chiesto di fare Agamennone che è un testo più per attori: Egisto e Clitemnestra, Agamennone e Cassandra, l’araldo, la sentinella, i corifei, una storia truce con ammazzamenti mai in scena, poi invece la Fondazione dell’Inda ha deciso che l’avrebbe fatto Luca De Fusco e che io avrei fatto unite le altre due parti ». Qual è per lei il senso delle Coefore? « Nel testo è pregnante il senso del lutto e il vero protagonista del plot è il Coro che rende visibile in un mondo arcaico, delirante e allucinatorio, la maledizione del sangue degli Atridi ». Come si caratterizzano le Eumenidi? «Portano il segno della vendetta e della giustizia. In questo lavoro c’è la nascita della democrazia e lo stato del diritto moderno. Quando la dea Atena, vestita qui da una carismatica Piera degli Esposti, dà il suo voto per salvare il matricida Oreste, lo fa per non provocare conflitti nella città di Atene che è vista come simbolo del dialogo e della civiltà. Le Erinni o le Furie raffigurano le leggi antiche, quelle della Daniele Salvo centonove pagina 36 vendetta, e forse bisogna dare ragione a Pasolini quando sosteneva che le Furie sono riapparse ai giorni nostri e sono loro a detenere il vero potere della nostra società ». Cosa prova a dirigere attori del calibro di Piera degli Esposti e tanti altri? «Lavorare con maestri di Teatro come Piera degli Esposti, Ugo, Pagliai, Paola Gassman, Elisabetta Pozzi, Mariano Rigillo, Massimo Venturiello, per me è stato un privilegio e un’occasione d’incontro artistico e umano di particolare rilievo. E sono pure contento che nel mio lavoro abbia incontrato attori come Francesco Scianna e Francesca Ciocchetti, qui nei ruoli di Oreste e Elettra, che per emotività e fisicità rappresentano il futuro del Teatro italiano ». Le sono piaciute lea scene architettate da Arnaldo Pomodoro? « Le scene di Pomodoro disegnano una realtà onirica e allucinatoria priva di qualsiasi realismo». Come vede i personaggi dell’Orestea ? «Li vedo come dei fossili del futuro che ripetono all’infinito i loro gesti e i loro assassini, come se fossero in un altro mondo, in una dimensione parallela. La statua di Atena è come il monolite di Stanley Kubrick, le Erinni mi sembrano inquietanti figure di Lynch, l’esercito fantasma di Agamennone ricorda quello dei soldati cadaveri di Akira Kurosawa e Oreste arriva in un mondo lunare, un cimitero quasi, un luogo di miraggi, allucinazioni e lutti infiniti ». Quali sono nel suo lavoro di regia i riferimenti pittorici, teatrali, cinematografici? «Amo molto i film di Tarkovskij (L’infanzia di Ivan e Solaris) di Bergman (Il settimo sigillo, Il posto delle fragole) e di David Lynch (The elephant man e Velluto blu). In Teatro ho apprezzato i lavori di Kantor (La classe morta, Wielopole Wielopole) di Marthaler, Peter Stein e chiaramente Ronconi. Nell’arte non si può prescindere dalle Avanguardie storiche (Dadaismo, Surrealismo etc…) e mi piace molto la pittura di Füssli ». posterrubriche MUSICA CASTROVILLARI NUOVE VISIONI DI MARCO OLIVIERI Le meraviglie Inatteso Grand Prix della giuria all’ultimo Festival di Cannes, “Le meraviglie” è il secondo film di Alice Rohrwacher, regista e sceneggiatrice rivelatasi con “Corpo celeste”. Che emozione vederla accanto a Sofia Loren, mentre sullo sfondo dominava l’immagine di Marcello Mastroianni nel manifesto ufficiale di Cannes, timida e stupita grazie alla scelta della giuria presieduta da Jane Campion. Una scelta coraggiosa: “Le meraviglie” è un piccolo, grande film dove si percepisce il respiro interiore dei nodi irrisolti del vivere e del difficile passaggio dall’adolescenza all’età adulta, in un impossibile equilibrio fra dimensione familiare e collettiva, natura e società, senza soluzioni preconfezionate e facili risposte. Un film ostico per lo spettatore, se non si fa trascinare dall’espressività delle immagini e dalla forza del non detto, senza colonna sonora e con atmosfere che ricordano il cinema di Olmi ma non solo, tra incanto, bellezza, mistero e sprazzi di amara disillusione. La Gelsomina (nome felliniano, da “La strada”) di Maria Alexandra Lungu – in un cast con Alba Rohrwacher, Sam Louwick, Sabine Timoteo, Agnese Graziani e Monica Bellucci – guida il pubblico in questa storia realistica e onirica al tempo stesso, immersa in una campagna umbra segnata dai conflitti fra genitori e fra sorelle, la meticolosa impollinazione delle api e una prospettiva televisiva in un programma che di “meraviglioso” non ha nulla. Cinema allo stato puro, tra tradizione e attesa di un nuovo futuro. INIZIATIVE San Marco d’Alunzio spalanca le porte al Medioevo S.MARCO D'ALUNZIO. Il 2 giugno, si rinnova l'appuntamento con lo storico corteo medievale che vede S.Marco d'Alunzio protagonista di una grande manifestazione che ci riporta indietro nel tempo, agli antichi usi e costumi della cultura medievale. Le più affascinanti delegazioni dei cortei storici della Sicilia sfileranno per i suggestivi vicoli medievali della città, nella splendida cornice del centro storico che per l'occasione, sarà teatro di tantissimi spettacoli... mercatini, musici, sbandieratori, giocolieri, mangiafuoco, incantatori di serpenti, danzatrici del ventre, falconieri e tante altre sorprese.... Per info: 0941797339 oppure visita il sito www.sanmarco-turismo.it DI CESARE NATOLI Nel nome del Patres Cento violoncelli per Sollima Lo spettacolo diretto da Tavano e Natale inaugura il festival Primavera dei Teatri Un momento dello spettacolo DI NUNZIA LO PRESTI Messina. “Patres”, maschio e genitore al tempo stesso, cinquanta minuti per raccontare un personaggio che se ne porta dietro un altro, un giovane uomo con gli occhi chiusi che attende senza una guida, un uomo più grande che gioca alla responsabilità di sostenere il peso delle difficoltà di entrambi. C'è la normalità della vita nel lavoro diretto da Saverio Tavano insieme a Dario Natale, c'è un dolore che nessuno merita e di cui il mondo è stracolmo, questo ci dice il testo scritto dallo stesso regista di origini messinesi per metà, calabresi per l'altra. E gode del fermento culturale del Festival Primavera dei Teatri – Nuovi linguaggi della scena contemporanea questa drammaturgia già presentata sotto forma di studio negli scorsi mesi ai Magazzini del Sale del Teatro dei Naviganti, in scena Dario Natale e Gianluca Vetromilo della compagnia Scenari Visibili di Lamezia Terme, debutto in anteprima nazionale il 28 maggio al Protoconvento Francescano DE GUSTIBUS 30 Maggio 2014 di Castrovillari, in una replica di seconda serata nel giorno inaugurale del festival. Saverio Tavano, personalità teatrale energica e generosa, affronta lo scoglio dei “padri” per la prima volta in “Onora il padre”, testo che si evolve alla luce di un lavoro di ri-scrittura drammaturgica e improvvisazione scenica. Quello che manca a questi figli di oggi è un passaggio di testimone, una memoria che si concreta nell'aspettare invano un “padre maestro, un padre spirituale, un padre politico”. L'eredità che resta a questa generazione è quella di una riconquista necessaria, di un orizzonte immaginario oltre il mare dove termina la pista dell'aeroporto internazionale, di un traguardo da superare dove lo sguardo non arriva, perchè supportato dall'assenza. Un'assenza testimoniata da questa scrittura, che affonda le sue espressioni nel dialetto calabrese, una prova interessante per gli attori – soprattutto per il più giovane Gianluca Ventromilo, uno spettacolo dal sapore risoluto per Tavano, che mostra una potenzialità nuova per i lavori a venire. Un festival del violoncello itinerante composto da cento violoncellisti. A lanciare l’iniziativa – che è partita da Milano lo scorso week end – è stato Giovanni Sollima, violoncellista e compositore di Palermo tra i più attivi nel panorama musicale italiano. Dopo avere curato “Notti della Taranta”, nel salentino, ed essersi esibito in ambiti che vanno dalla classica al rock fino al jazz, Sollima ha fondato con altri collaboratori e la Casa Musicale Sonzogno la “Società Italiana del Violoncello”, che vede come presidente onorario Yo-Yo. E non solo. Recentemente, Sollima è stato anche il motore della non-stop musicale che dalla stazione centrale alle strade di Milano ha occupato gli spazi del Teatro dell’Arte e della Triennale di Milano da venerdì 23 a domenica 25 maggio. Il gruppo dei “Cento violoncelli” vuole avere un respiro internazionale e presentarsi anche come un modo per promuovere la musica, stimolandone pratica e diffusione, così come la cultura dell’ascolto a tutti i livelli e fuori dai tradizionali circuiti. A tal fine, oltre a un concorso di composizione, all'interno dell'evento si terranno laboratori di liuteria aperti ai bambini curati dal Museo del Violino di Cremona. Per iscriversi alla Società Italiana del Violoncello ed essere informati su questa ed altre attività del gruppo è possibile visitare il sito 100cellos.com. DI MASSIMO LANZA Menfi, il ritorno di Inycon Cominciate a segnare sull'agenda che da venerdì 20 a domenica 22 giugno, promossa dal Comune di Menfi torna “Inycon", la più antica manifestazione siciliana dedicata al vino di qualità, giunta alla diciannovesima edizione, . L'edizione di quest'anno sarà all'insegna del sottotitolo "Terra, mare e vini di Sicilia”. In programma degustazioni di vino, laboratori del gusto, visite alle cantine, passeggiate tra i vigneti del territorio anche a cavallo e in bici ma anche spettacoli e visite alle cantine del comprensorio menfitano. Inycon è un evento che si svolge in un territorio dalla bellezza mozzafiato e dal mare pulito e incontaminato, premiato anche quest’anno, con la Bandiera Blu, il riconoscimento, assegnato dalla Fondazione Internazionale per la Salvaguardia dell’Ambiente. Il Mare certo, è uno dei temi centonove pagina 37 della manifestazione ma lo sono anche vino e territorio. Terre Sicane è appunto il nome della strada del vino che, passando dai comuni di Santa Margherita Belice, Contessa Entellina attraversa anche Menfi, e poi Montevago e Sambuca. E’ un territorio in cui s’incontrano testimonianze di particolare spessore storico e culturale: dai millenari casali arabi alle recenti opere d’arte di Giò Pomodoro ai luoghi del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, come il palazzo Filangeri di Cutò, a Santa Margherita Belice. Terre Sicane è un percorso impreziosito da ben quattro doc: la Contessa Entellina, la Menfi, la Sambuca di Sicilia e la Santa Margherita Belice. Un territorio importantissimo per il vino siciliano quello di Menfi che con i suoi 7.000 ettari vitati vanta da solo ben il 40% dell'intero fatturato dell'export del vino siciliano nel mondo. Un buon motivo quindi per gli appassionati dei vini siciliani, del buon cibo e delle bellezze della nostra isola per programmare un fine settimana a Menfi tra mare, cantine, degustazioni e spettacoli. Www.inyconmenfi.it 30 Maggio 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Concorso a cattedra 2012, si assumono gli idonei Come leggere i giornali? Dalle parole ai fatti: dal prossimo 1° settembre saranno assunti gli idonei dell’ultimo concorsone. Con il decreto ministeriale 356 del 23 maggio, infatti, è stato autorizzato lo scorrimento delle graduatorie del concorso indetto con DDG n. 82 del 24/9/2012 oltre il numero dei posti inizialmente banditi. Il provvedimento precisa che "i candidati inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito del concorso ordinario per il reclutamento di personale docente bandito con il decreto del Direttore generale per il personale scolastico 24 settembre 2012, n. 82, ma non collocati in posizione utile tale da risultare vincitori, hanno titolo, a decorrere dall'anno scolastico 2014-2015, ad essere destinatari di contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato, in subordine ai vincitori, fermo restando il vincolo della procedura autorizzatoria di cui all'art. 39, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, nei limiti del 50 per cento dei posti previsti per il concorso ai sensi dell'articolo 399, comma 1, del decreto legislativo n. 297 del 1994 e fermo restando quanto previsto dell'articolo 400 del suddetto decreto legislativo". La misura adottata dalla Giannini non trova però d’accordo i precari delle Graduatorie ad esaurimento (GAE) perché, in caso di mancanza di docenti da nominare dal concorso, si sarebbe dovuto fare riferimento alle GAE. Ad essere soddisfatto, invece, è l’ANIEF, che ritiene corretto col D.M. “l’errore commesso dal ministro Profumo contro precise disposizioni di legge”. Anzi alza la posta e chiede di rivedere le disposizioni con le quali sono previste immissioni in ruolo sul sostegno con le vecchie graduatorie di merito. Dovrebbero essere tenute presenti le nuove graduatorie di merito e i conseguenti aggiornamenti degli elenchi di sostegno dell’ultimo concorso. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO Anche i messinesi votano Anche i Messinesi votano! Sembra il titolo di una fiction che però in televisione non è mai andata in onda, ma purtroppo nella quotidianeità va sempre in onda. Quello che mi chiedo è che se noi votiamo significa che siamo in Europa e quindi siamo omologati ed abbiamo gli stessi "privilegi", che poi non sono privilegi, ma diritti normali elementari, di cui godono ad esempio i cittadini Austriaci, Tedeschi, Olandesi. Ma quando mai! Loro hanno Scuole ed Università pulite, riscaldate, servite ottimamente dai servizi pubblici e totalmente sicure per tutto ciò che concerne la normale messa in sicurezza, richiesta per legge. Noi abbiamo scuole che vengono riscaldate da una stufa che giornalmente viene spostata da una classe all'altra e con i bidelli che durante i fini settimana, dato che molti vivono con la famiglia dentro la scuola, perchè non hanno la casa, si dilettano a fare bricolage scolastico e cioè aggiustano muri scrostati, prese elettriche, maniglie rotte e bagni e lavandini con perdite d'acqua. Non parliamo dell'Università, perchè gli studenti per seguire le lezioni in orario devono partire il giorno prima, dato che l'Università è a Sperone e gli autobus passano un giorno si ed uno no ed il Tram è solo un desiderio che si ferma all'Annunziata. Loro hanno strade pulite e senza buche, le nostre sembrano le strade di Baghdad o di Beirut dopo i bombardamenti, con la differenza che li, ormai, le hanno aggiustate! Loro, hanno la raccolta differenziata, noi invece la spazzatura la buttiamo in strada e la raccolta differenziata la facciamo fare ai cani, ai gatti, ed ai barboni. Spending Review !!! Noi abbiamo il sole, il mare, il clima, ma ce lo siamo trovato e continuando così forse perderemo pure questo ed allora mi chiedo ma noi Messinesi perchè abbiamo votato alle Europee!?!? BOH !!!! CIndovinate quando ho scritto questo articolo. Pioviggina, ma raggiungo l’edicola per acquistare Centonove uscito con un giorno di ritardo per lo sciopero dei Poligrafici. Gazzetta del Sud, Repubblica, Corriere della Sera posso visualizzarli sull’iPad. Come consueto Repubblica ha l’allegato locale di Palermo. Non è così per il Corriere, che non scende più in giù di Puglia e Campania. Ma i due quotidiani nazionali presentano edizioni di Milano, Roma, Firenze, per citarne alcune. Decido di scorrere Roma che pur sempre è la mia città. Oggi però si assommano i supplementi settimanali, compresi quelli non usciti ieri per lo sciopero. Così al Venerdì di Repubblica si unisce D, il magazine femminile che immancabilmente sfoglio con mia moglie, senza tralasciare IO Donna del Corriere. Ma noto che proprio il quotidiano milanese pubblica un interessante edizione speciale che fino ad oggi non ho aperto. È dedicata a “L’Italia che ce la fa” a reagire, partendo dalle molte realtà positive che spesso ignoriamo. Ricalca in qualche modo il senso di questa rubrica. Il numero è affiancato anche dalla sua edizione in inglese: Italy can do it. Sfoglio anche queste pagine, perché occorre rifrescare la lingua se vogliamo colloquiare con l’Europa. Finora ho passato in rassegna occhielli, titoli, sottotitoli, sommari. Ho veduto qualche foto e cliccato alcuni video con gli insulti di Grillo e Renzi che dice “Basta vaffa”. Sono trascorsi circa novanta minuti; ma nel tentativo scegliere fra gli argomenti di una così ricca offerta non ho ancora iniziato un solo articolo. Mi chiedo: come leggere i giornali? [email protected] DI ANNA GIORDANO Da Salina a Vill...agonia Tra poco le notizie che ho man mano letto sui giornali - accantonate perché prima o poi bisogna staccare dal tedio quotidiano fatto di ore e ore a leggere documenti e controdedurli – diventeranno oggetto di lavoro incessante. Un continuo di scempi, di notizie folli, di progetti insensati, di storie che si trascinano nonostante palesi divieti e lettere e diffide già inviate a mezzo mondo, ancora oggi silente. Si va dalla distruzione di vegetazione intorno al Lago di Lingua (Salina) all’ennesimo progetto di porticciolo alla foce di una fiumara, come se la cronaca di sempre che ci insegna che le foci (e le fiumare) vanno lasciate in pace e libere, non fosse mai esistita. Che dire del porto di Villagonia? e della centrale a biomasse (Furnari) che dovrebbe usare resti forestali dal bacino in cui ricade? e quanti ne servirebbero per la potenza che si intende installare? e da dove? e’ stato fatto un bilancio energetico? Le centrali a biomasse sono a produzione zero di CO2 solo se bilanciate dall’ossigeno prodotto dalle piante prima di essere combuste. Hanno senso solo se piccole, e con fabbisogno locale. Nel momento in cui si iniziano a portare residui (quando non direttamente alberi tagliati ad hoc) da lontano, il bilancio ossigeno/anidride carbonica va in tilt e si inquina. Leggo, registro mentalmente il tanto da farsi quando poserò il binocolo. Altri in queste settimane si sono spesi nel fronteggiare quello che è ormai un assalto senza limiti all’ambiente, che abbonda di illogicità e di interessi che mai contemplano veramente quelli collettivi. Riprenderò in mano la vicenda di Pace, alias discarica ancora oggi taciuta. Chissà che ne pensa la commissione Ambiente dell’Unione Europea, nel sapere che si centonove pagina 38 intendono usare fondi europei per contribuire al danneggiamento di un sito protetto dalla stessa UE, e dimenticato dalla regione Sicilia e amministrazione locale. D come daino, i come istrice, s come serpente, c come coniglio, a come aquila, r come rospo, i come ibis, c come cardellino, a come anaconda, alias discarica, parola impronunciabile: mai in ben 7 mesi dalla sua resurrezione, è stata pronunciata da chi compone l’amministrazione, sia come dipendente che come giunta e sindaco, o consulente, super o no che sia. La cosa, confesso, inizia a inquietarmi un po’. E siccome le carte le ho lette e la parola discarica è ovunque, smetto di dubitare della mia capacità di lettura e inizio a dubitare del prossimo, più di quanto già non faccia ormai da tempo immemorabile. Vado, i falchi mi aspettano, ci sarà tempo per perdere il beneficio del loro volo, quando mi immergerò nelle follie di questa isola senza molta speranza nel tentativo quasi sempre vano, di salvare il salvabile. 30 Maggio 2014 postercommenti ELIODORO DISCUTIAMONE A piedi, sul lungomare I buoni, vecchi appalti DI ROCCO CHIRIELEISON L’ennesimo scandalo sugli appalti dell’Expo 2015 fa sorgere in un cittadino appena appena curioso questa semplice domanda: “Ma un imprenditore come fa a pagare mazzette per centinaia e centinaia di migliaia di euro (400 mila, confessava uno degli imprenditori coinvolti) e riuscire lo stesso a guadagnare alla grande?” E lo stesso cittadino cerca di trovare una qualche ragionevole risposta. Una, per esempio, potrebbe essere: “Vuoi vedere che, magari, le tariffe pubbliche di lavori e servizi sono gonfiate proprio perché ci sia un adeguato margine di manovra?” Se così è, come il cittadino di cui sopra pensa che sia, cosa si aspetta a fare una seria revisione di tali tariffe e portarle a livelli più equi e più compatibili con le casse pubbliche? Qualcuno potrebbe obiettare che le tariffe le detta il mercato e, quindi, non c’è niente da fare. A questa obiezione si potrebbe ribattere che appare molto ma molto strana l’affannosa corsa ad accaparrarsi lavori pubblici se gli imprenditori, oltre a dovere fare dei ribassi su prezzi “di mercato”, devono anche pagare mazzette. Quindi è molto credibile che ci troviamo di fronte a prezziari gonfiati che vanno urgentemente rivisti. Ma qualcun altro potrebbe obiettare che non si tratta di prezziari gonfiati e che i margini di guadagno extra sono dovuti a “risparmi”, fino all’illecito, sui materiali utilizzati e all’evasione contributiva e fiscale 150 PAROLE DA PALERMO Se ognuno fa qualcosa DI MARIA D’ASARO Un anno fa, il 25 maggio 2013, la Chiesa cattolica ha proclamato padre Puglisi beato per la sua efficace azione di evangelizzazione e promozione umana nel quartiere di Brancaccio, che, anche grazie a lui, aveva cominciato a ribellarsi a Cosa nostra. Così la mafia lo uccise il 15 settembre 1993. L’anno scorso a padre Pino Puglisi fu appunto riconosciuto il martirio “in odium fidei”. Cosa è cambiato nella Chiesa cattolica a un anno dalla sua beatificazione? Non ho la competenza e le frequentazioni giuste per azzardare giudizi. Non credo però che il cambiamento dei comportamenti e la conversione delle coscienze voluti da padre Pino possano essere favoriti dall’esposizione delle sue reliquie. Temo che 3P non avrebbe molto gradito questa discutibile pratica medioevale. “Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto” – era solito ripetere. Solo se ognuno farà qualcosa di giusto e di buono per Palermo, 3P continuerà a sorriderci. con il lavoro parzialmente o totalmente in nero. Certo, anche questo avviene. Anche se non si capisce come ciò possa essere possibile, visto che ogni Ente pubblico nomina un direttore dei lavori di propria fiducia che dovrebbe controllare in itinere la corretta esecuzione dei lavori. Che corrispondano a quanto previsto dal bando e dall’offerta della ditta aggiudicataria. E risulta strano che raramente si abbia notizia di adeguati provvedimenti nei confronti di tale categoria di professionisti per colpevoli omissioni o per inadeguata professionalità. Per non parlare dei collaudatori che hanno il compito di verificare a posteriori che l’esecuzione dei lavori sia avvenuta a regola d’arte. In ogni caso il mondo degli appalti è un settore molto spesso interessato da episodi di illegalità diffusa – e non di rado con infiltrazioni di criminalità organizzata – e da enormi sprechi di denaro pubblico. Ed il sospetto (!?) che un protagonista di primo piano, in questo melmoso ambiente, sia il mondo politico fa solo innervosire……, per usare un eufemismo, i cittadini perbene che campano onestamente, anche se spesso a stento. Oltre a non fare un buon servizio alla Politica che viene sempre più vista come la fonte di tutti i mali, con tutte le dannose conseguenze che ben conosciamo circa il distacco, sempre più diffuso, dei cittadini da questa importantissima attività. Per concludere, l’italiano medio, di fronte a questo problema non più tollerabile in una Italia che arranca si domanda se Matteo Renzi sente intimamente le cose che dice o è solo preoccupato che i cittadini mandino tutti a quel paese a furia di calci nel sedere. A dire il vero in entrambi i casi Renzi dovrebbe essere interessato a rimescolare da cima a fondo il mondo degli appalti, provvedendo a riscrivere le regole, a rivedere i meccanismi di fissazione dei prezziari, ad inasprire pene e conseguenze politiche, economiche e civili di quanti operano nel lucroso mondo degli appalti pubblici. Magari, che so, ci comunichi almeno la data entro cui intervenire drasticamente. Staremo a vedere [email protected] ANIMAL HOUSE CATANIA. Lungomare cittadino vietato alle auto, dalla prima domenica di ogni mese, da giugno, in via sperimentale. Non per austerità, ma per scelta ecologista della giunta Bianca. Gli osanna si sprecano, ma il terrore serpeggia mal celato tra i cittadini. Ancora non è stato superato lo choc per l'abbattimento, inutile, del Ponte Gioeni e i conseguenti rallentamenti. Adesso, si teme che la passeggiata a mare congestioni il traffico nelle vie interne. Intanto, bisognerà trovare percorsi alternativi e parcheggi adeguati. Uno, già pronto e semivuoto, beneficiato di attenzioni dall'ex sindaco Raffaele Stancanelli c'è già: dove una volta c'era piazza Europa, firmato Virlinzi. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Area calcistica dello Stretto Dopo alcuni anni, torna uno dei derby più classici della storia calcistica messinese, MessinaReggina, che si incontreranno nel prossimo campionato di serie C (l'ultima volta risale al 2006-2007, ma era serie A!). Il derby dello Stretto evoca tanti ricordi fra gli appassionati di calcio, ma il modo di esprimerli non è ovviamente lo stesso. C'è chi ricorda, soprattutto, i tanti aspetti positivi di una competizione sportiva che unisce le due città e chi, invece, è propenso a mettere in evidenza episodi specifici meno belli e piacevoli. Come spesso accade nel mondo del calcio, gli incontri fra due città vicine non si riducono a eventi puramente sportivi. E' come se la storia millenaria dei rapporti fra il popolo messinese e reggino si rispecchiasse nel piccolo frammento di una partita di calcio. Ora, se è vero che l'origine dei contatti fra le due sponde risale all'antichità, persino alla preistoria, ed è ricca di scambi culturali, commerciali, religiosi, non sempre adeguatamente conosciuti e valorizzati dagli attuali abitanti delle due città, è anche vero che negli ultimi anni è cresciuta enormemente la consapevolezza della necessità di un'integrazione comune fra Messina e Reggio, anche sul piano politico e istituzionale (in questa nuova prospettiva c'è chi parla di un “Popolo dello Stretto”). Comunque sia, il ritorno del derby fra le due squadre di calcio dovrebbe rafforzare i legami più virtuosi e amichevoli fra le diverse tifoserie, anche attraverso la preparazione di iniziative condivise, per favorire ciò che più unisce e avvicina. Prendere le distanze dai comportamenti negativi di qualcuno ( a partire da certi orribili slogan che si possono ascoltare durante le partite) non è solo un'esigenza di convivenza civile, ma di una giusta visione sportiva che riesce a mettere insieme una sana e leale competizione fra squadre, con la capacità di vedere nell'altro non un nemico da distruggere, ma avversari da rispettare sempre e comunque sia dentro che fuori lo stadio (come insegna da sempre il mondo del rugby da cui il calcio avrebbe molto da imparare). [email protected] DI ROBERTO SALZANO Galline in fuga e poveri polli Nel 2000, il film d'animazione “Galline in fuga” cattura l’attenzione del pubblico raccontando i piani di evasione escogitati dalle intraprendenti abitanti di un pollaio, destinate dalla proprietaria, ormai insoddisfatta dei profitti garantiti dalle uova, a divenire il principale ingrediente dei più remunerativi pasticci di pollo. Tra mille difficoltà, le galline del titolo riescono a scappare, sottraendosi alla morte e sconfiggendo definitivamente il pericolo rappresentato dalla mano dell’allevatore. In Italia sono ancora numerose le galline per le quali, al momento, il futuro di libertà conquistato sul grande schermo resta qualcosa che “succede solo nei film”: troppi esemplari vivono segregati nelle strette gabbie di batteria. Una forma di allevamento contestata da tempo, essendo centonove pagina 39 ritenuta tra le più intensive ed innaturali. Creature recluse in spazi troppo piccoli, costrette in scatolette impilate in file fino a sei piani con ventilazione e luce forzata per aumentare la produzione. Vengono così negati i più elementari comportamenti etologici. La mancanza di spazio non permette nemmeno di aprire le ali, il filo di ferro che ricopre il pavimento provoca dolore e lacerazioni alle zampe e la vicinanza forzata determina uno stress tale da causare serie patologie e comportamenti incredibilmente aggressivi. Danni fisici e psicologici. Nonostante da gennaio 2012 l’utilizzo delle gabbie non sia più legale, l’Italia continua a collezionare pessime figure, dal momento che è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per il mancato adeguamento al divieto. Sanzioni e spese legali. E le tasche degli italiani? Gli errori dei politici hanno come vittime non più solo le galline, ma anche quei poveri “polli” dei cittadini.
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